EyeSee 4/2023

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ANNO V

/2023

RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA

LA LUNGA VIA D’USCITA DALL’OSCURITÀ

Un anno e mezzo dopo l’invasione russa, l’oftalmologia in Ucraina ancora resiste e progredisce

INNOVAZIONI

LARGO AI GIOVANI

CASI DA INCUBO

Le Luci di Pearl Street

“Comincio lunedì!”

Il Diavolo nei Dettagli

FGE S.r.l.-Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) - Anno V - N. 4/2023 - Trimestrale


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ANNO V

/2023

RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA

LA LUNGA VIA D’USCITA DALL’OSCURITÀ

Un anno e mezzo dopo l’invasione russa, l’oftalmologia in Ucraina ancora resiste e progredisce

Sommario INNOVAZIONI

LARGO AI GIOVANI

CASI DA INCUBO

Le Luci di Pearl Street

“Comincio lunedì!”

Il Diavolo nei Dettagli

FGE S.r.l.-Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) - Anno V - N. 4/2023 - Trimestrale

Redazione Timothy Norris Laura Gaspari, MA redazione@eyeseenews.it www.eyeseenews.it Pubblicità info@fgeditore.it tel 01411706694 Direttore responsabile Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Grafica e impaginazione Cristiano Guenzi Copertina Silvia Schiavon Coordinamento scientifico Vittorio Picardo, MD Hanno partecipato a questo numero Sebastiano Accetta, MD Giovanni Alessio, MD, PhD Jorge Alió, MD Lamis Baydoun, MD, PhD Ilaria Chiarappa Leonardo Maria Del Vecchio Sjoerd Elferink, MD Pietro Fioretto, MD Matteo Forlini, MD Andrii Korol, MD, PhD, DMedSc Jack S. Parker Jr, MD, PhD Vittorio Picardo, MD Giacomo Savini, MD Pavel Stodulka, MD, PhD Marie-José Tassignon, MD, PhD, FEBO Pasquale Troiano, MD Nadiia Ulianova, MD, PhD

2 Editoriale 4 Cover Topic

LA LUNGA VIA D’USCITA DALL’OSCURITÀ

14 Largo ai Giovani “COMINCIO LUNEDÌ”

20 Innovazioni

LE LUCI DI PEARL STREET

22 Casi da Incubo

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI

24 News Approfondimenti 30 SUPERFICIE OCULARE E CHIRURGIA LENTICOLARE SALUTE DELLA SUPERFICIE OCULARE 32 LA NEL PAZIENTE CON GLAUCOMA 34 PROTEGGERE LA VISTA 36 TRIAMCINOLONE ACETONIDE:

UN ALLEATO NELLA CHIRURGIA VITREORETINICA

TRIDIMENSIONALI 38 MODELLI IN VITRO DI EPITELIO CORNEALE

40 UN ANNO DI ONESIGHT

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Editore FGE srl – Fabiano Gruppo Editoriale Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) Sede legale: Regione Rivelle, 7 14050 Moasca(AT) Tel 0141/1706694 Fax 0141/856013 Registrazione presso il Tribunale di Asti n. 1/2020 del 05/02/2020 Copia omaggio

42 Tecniche Chirurgiche

QUANDO MANCA IL SACCO CAPSULARE, CHE FARE?

44 Eventi congressuali 46 News dalle Aziende 1


Editoriale

IN RICORDO DEL PROFESSOR BRUNO LUMBROSO

C

di Vittorio Picardo, Coordinatore Scientifico EyeSee

Tutte le interviste contenute in questo numero sono consultabili collegandosi al sito:

www.eyeseenews.it

Tutti gli Oculisti italiani, ma direi anche europei e non, hanno partecipato almeno una volta ad uno dei tantissimi e affollatissimi Congressi del Professor Bruno Lumbroso, da 40 anni ad oggi. Avevamo tutti la voglia di imparare, eseguire e leggere una fluorangiografia, un’indocianina, eseguire trattamenti laser e poi, di recente, l’OCT e l’Angio OCT. Bruno Lumbroso, insieme a Rosario Brancato e Gabriel Coscas, hanno insegnato e fatto appassionare gli Oculisti italiani alle patologie della retina, campo di studio ampio, e legato a quadri sistemici che bisognava, quindi, conoscere e saper gestire. In tutti questi anni, si faceva la fila per ottenere l’iscrizione al Suo Congresso, cercando quasi 6-8 mesi prima di assicurarsela e non mancare a questi eventi che hanno sempre cavalcato

il rigore scientifico, la tempestività nell'informazione e l’aggiornamento professionale più completo. Ma, oltre a questo amore per la retina medica, il Professor Lumbroso aveva prodotto alcuni testi, tra cui ricordo molto bene uno sul “Pronto Soccorso in Oculistica”, a testimonianza delle varie fasi della carriera professionale che, dopo il suo arrivo in Italia e a Roma, lo videro in pochi anni diventare Primario dell’Ospedale Oftalmico di Roma. Le qualità professionali e il garbo del Professor Lumbroso si notavano ancor di più quando, passeggiando per le sale dei Suoi meeting, lo potevi fermare e chiedergli un consiglio o un aiuto che puntualmente arrivava, iniziando con le parole “Caro Collega vedi ...” La Sua padronanza del francese e la Sua formazione professionale gli consentirono di avere numerosissimi ospiti e relatori da tutta la Francia, ma anche dai Paesi francofoni del nord Africa e più di recente da tutto il mondo. L’apice di questo suo dinamismo scientifico, professionale e organizzativo, fu la creazione, alla fine degli anni '80, della Società Oftalmologica Mediterranea. Gli innumerevoli meriti del Professor Lumbroso sono ben conosciuti a tutti noi, ma oltre a tutto questo, nel mio ricordo e nel mio cuore, resta anche la Sua innata signorilità che nasceva con un sorriso, una mano tesa e uno scintillio luminoso dei suoi occhi e che, per un momento, ti faceva veramente credere di essere un Collega, pur nella abissale differenza di valore. Così resterà nella mia memoria.

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Cover Topic

LA LUNGA VIA D’USCITA DALL’OSCURITÀ Un anno e mezzo dopo l’invasione russa, l’oftalmologia in Ucraina ancora resiste e progredisce

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Intervista alla Professoressa Nadiia Ulianova e al Dottor Andrii Korol, Filatov Institute of Eye Diseases and Tissue Therapy, Odesa, Ucraina

Sono passati più di seicento giorni dal 24 febbraio 2022, quando l’esercito russo è entrato nel territorio ucraino, con un’invasione su larga scala. Un’escalation del conflitto che dal 2014 interessava solo una parte dell’Ucraina, la Crimea e il Donbass, che ha portato a bombardamenti diffusi, documentate violazioni dei diritti umani e crimini di guerra da parte dell’esercito russo, e una tragedia umanitaria difficile per noi anche solo immaginare, abituati a pensare ormai alla guerra come troppo lontana da noi, un ricordo sfumato che arriva da qualche racconto di qualche anziano sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale, o quello che abbiamo visto alla tv negli anni ‘90 durante le guerre jugoslave. Purtroppo, però, la guerra non sparisce con un colpo di bacchetta magica e le immagini dei veicoli russi che avanzano oltre il confine ucraino e dei bombardamenti a tappeto ne sono triste testimonianza.

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

Dottor Andrii Korol

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Per gli ucraini la parola d’ordine per questi seicento giorni è stata ‘resistenza’, e continuerà a esserlo, fino a che la guerra lascerà il loro Paese. Dalla difesa e controffensiva sul campo di battaglia, al morale da tenere alto per la popolazione civile, fino alla volontà di non lasciare indietro niente e nessuno e arrangiarsi come si può. L’oftalmologia ucraina fin dal primo giorno ha resistito e continua a farlo ora, prestandosi a quello che la guerra purtroppo produce, oltre a morte e devastazione: feriti. I traumi oculari sono molto frequentemente ferite relative ai combattimenti e alle esplosioni e ogni oculista che si occupa di traumatologia sa che intervenire tempestivamente è fondamentale. Tuttavia, la guerra ha colpito anche la stessa struttura e organizzazione dell’oftalmologia ucraina, oltre che della medicina in generale, rendendo difficilissimo operare nei primi mesi di guerra. Un anno e mezzo dopo la guerra non se n’è andata, ma la resistenza ucraina è riuscita ad avere il sopravvento e non piegarsi. Gli oftalmologi ucraini nemmeno, e incessantemente continuano a lavorare, far sentire la loro voce ai congressi internazionali e portare la loro testimonianza per far vedere al mondo cosa sta succedendo a casa loro. Tra questi ci sono anche la Professoressa Nadiia Ulianova e il Dottor Andrii Korol: entrambi nel team medico del Filatov Institute of Eye Diseases and Tissue Therapy, di Odesa, il più grande centro oftalmologico in Ucraina e dell’Europa Orientale, hanno raccontato di com’era la situazione all’inizio e di


di Laura Gaspari

Ogni giorno ci sono bombardamenti nelle città, non solo quelle vicino al confine, ma anche quelle dell’Ucraina occidentale. Ogni giorno veniamo colpiti con missili o droni e non possiamo prevedere quale città sarà la prossima o quante ne colpiranno

Andrii Korol

com’è cambiata, di cosa si occupa il loro istituto nei confronti dei traumi oculari di guerra, sia nei civili che nei soldati, e di quale sarà secondo loro il futuro dell’Ucraina e della sua resistenza. L’INIZIO DI UN INFERNO “Dopo l’inizio dell’invasione molte cliniche private hanno chiuso nelle città più grandi come Kyiv, Chernihiv, Kharkiv, Mykolaiv e Kherson, che sono state bombardate già il primo giorno”, esordisce Andrii Korol. Il Dottor Korol è Direttore del Dipartimento sulle Applicazioni del Laser in Oftalmologia al Filatov Institute di Odesa, dove si occupa principalmente di retinopatia diabetica, AMD, tumori vascolari della retina, occlusione delle vene retiniche, imaging, nonché ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale e della terapia fotodinamica. “Il settore pubblico invece ha continuato a lavorare, con enormi problemi nello staff e feriti che arrivavano. Dopo un po’ anche le cliniche private nelle zone liberate sono tornate alla routine lavorativa”, continua Korol. I problemi più grossi sono stati in quelle città vicine al fronte dove si combatte, come Zaporizhzhya, Kherson o Kramatorsk e quelle vicino al confine con la Russia e la Bielorussia, come Kharkiv, Sumy o Chernihiv. Un anno e mezzo dopo i bombardamenti non si sono fermati. La stessa Odesa è stata teatro di pesanti bombardamenti russi fin dal primo giorno e, recentemente, al porto dopo il fallimento dell’accordo sul grano e alla città stessa, con la distruzione di importanti monumenti protetti dall’UNESCO, tra

cui la Cattedrale della Trasfigurazione, nel luglio 2023. “Ogni giorno ci sono bombardamenti nelle città, non solo quelle vicino al confine, ma anche quelle dell’Ucraina occidentale. Ogni giorno veniamo colpiti con missili o droni e non possiamo prevedere quale città sarà la prossima o quante ne colpiranno”, spiega Korol. I problemi logistici che l’oftalmologia ucraina ha dovuto affrontare fin dal primo momento sono stati catastrofici. Le spedizioni stesse di materiali vengono spesso bloccate da bombardamenti, come quello a un deposito postale nella regione di Kharkiv, dello scorso 22 ottobre, in cui sono rimasti uccisi e feriti dei civili. “All’inizio dell’invasione del 2022 è stata una catastrofe”, racconta Andrii Korol. “Avevamo problemi a reperire qualsiasi tipo di materiale, dalle gocce anestetizzanti, ai set per la chirurgia vitreoretinica. Si è arrivati a un momento in cui ogni chirurgo del nostro istituto sapeva il numero preciso di approvvigionamenti per la chirurgia vitreoretinica in ogni ospedale pubblico in Ucraina e condividevamo quel poco che c’era”. La situazione era disperata e medicine e set chirurgici hanno subito una carenza inquietante. “Ogni medicina era sparita, anche la più semplice. Gli antibiotici venivano mandati all’esercito, ma mancavano farmaci per l’ipertensione, ormoni per la tiroide. Era sparito tutto e noi ne avevamo bisogno”, spiega Andrii Korol. “Per la nostra pratica e per curare i traumi oculari dovuti ai combattimenti mancavano anche beni molto specifici come le cheratoprotesi, im-

Professoressa Nadiia Ulianova

pianti oculari, forniture per i trapianti di cornea. Ne avevamo molto bisogno perché in guerra le ferite maggiori sono provocate dalle esplosioni, specialmente di mine. Ci sono state molte enucleazioni e avevamo necessità di molti impianti oculari”. L’aiuto dagli ucraini all’estero, dai colleghi di altri Paesi e delle società scientifiche internazionali è stato fondamentale, come ricorda Korol. “Dal primo giorno, i nostri colleghi ucraini che si trovavano all’estero hanno iniziato a raccogliere qualsiasi materiale per mandarcelo. Altri colleghi e amici esteri ci hanno inviato qualsiasi cosa, dai midriatici, ai farmaci per la tiroide, materiali per la chirurgia vitreoretinica. Un enorme aiuto è arrivato da ESCRS e da Euretina. Per noi era l’unico modo per sopravvivere in ➧ queste situazioni”. 5


Cover Topic In caso di ferite, ricordate: la via dalla luce all’oscurità è istantanea, mentre quella dall’oscurità verso la luce è lunga e complessa, ma esiste

Nadiia Ulianova

Il Filatov Institute of Eye Diseases and Tissue Therapy di Odesa, in Ucraina, dove la Professoressa Ulianova e il Dottor Korol lavorano

Una situazione che nessuno si aspettava davvero fosse possibile e che nemmeno la precedente invasione della Crimea e del Donbass aveva anticipato. “Nel 2014 certo è stato uno shock, ma era lontano da Odesa o da Kyiv, non capivamo cosa stesse succedendo”, afferma Korol. “Poi abbiamo iniziato a vedere gli abitanti del Donetsk e del Lugansk scappare verso la parte centrale dell’Ucraina e verso il sud”. L’occupazione di zone fin dal 2014 e poi l’invasione su larga scala del 2022 ha indubbiamente colpito molto duramente anche i pazienti. “I nostri pazienti da quelle zone occupate riuscivano comunque a 6

venire da noi. Io stesso avevo molti pazienti dalla Crimea che venivano per le iniezioni intravitreali. Ovviamente con la pandemia nel 2020 sono diminuiti, ma non di molto. Poi, dopo febbraio 2022, queste persone sono state completamente isolate dal resto dell’Ucraina”, spiega Korol. “Ci sono città come Mariupol, Melitopol e Berdiansk, che sono occupate e da cui non ci si può muovere, tranne per i finti corridoi umanitari verso la Russia, in cui moltissimi sono rimasti uccisi”. UN ANNO E MEZZO DOPO Nel febbraio 2022 un generale dell’esercito statunitense dichiarò

che, in caso di invasione della Federazione Russa, l’Ucraina sarebbe caduta in 72 ore. Da quel momento è passato un anno e mezzo e l’esercito ucraino è riuscito a riconquistare molti territori e liberare città prima in mano ai russi, respingere offensive e riportare importanti vittorie, anche se a caro prezzo. L’oftalmologia in Ucraina non ha mai spento i motori, nonostante tutto. “Devo dire che l’oftalmologia in Ucraina si è sviluppata e sta affrontando tutte le sfide che sfortunatamente le si pongono davanti. Quest’anno e mezzo ha unito gli ucraini”, afferma Nadiia Ulianova. ➧


GLAUCOMA: INNOVAZIONE NELLA NEUROPROTEZIONE

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Cover Topic La forza è nell’unità. L’Ucraina è Europa e capisco che abbia molti problemi, è un Paese post-sovietico. Però gli ucraini vogliono stare in Europa. Quindi gli oftalmologi ucraini vogliono lo stessa cosa

Andrii Korol

La Professoressa Ulianova è Capo del Dipartimento di Patologia Oculare Post-Traumatica del Filatov Institute di Odesa e da un anno e mezzo vede moltissimi casi di traumi oculari causati dai combattimenti. “La medicina in generale e, in particolare, l’oftalmologia, ha guadagnato moltissima esperienza nel dare assistenza medica ai feriti. Molti colleghi sono tornati in Ucraina e prestano servizio nelle cliniche”, racconta. La situazione è sicuramente migliorata, ma le emergenze mediche che i chirurghi devono affrontare sono comunque gravi e necessitano di tutti gli sforzi possibili. “Abbiamo a che fare con gravi lesioni oculari combinate che interessano sia il segmento anteriore che quello posteriore. Non esistono guerre facili e di conseguenza non esistono ferite di guerra facili: restiamo il più possibile focalizzati e capiamo che sono tempi in cui il lavoro è molto duro”, spiega Nadiia Ulianova. I traumi di guerra che la Professoressa Ulianova vede ogni giorno sono molto complessi. “La guerra moderna è dominata da lesioni causate da esplosioni, particolarmente quelle delle mine, e ci sono poche ferite oculari isolate. Vediamo molte lesioni cranio-facciali, lesioni del bulbo oculare e dell’apparato ausiliario dell’occhio, rottura delle pareti orbitarie, così come neuropatie ottiche dopo danni cerebrali”, spiega la Professoressa Ulianova. “Per quanto riguarda le ferite del bulbo oculare, possono essere sia aperte che chiuse. A volte bisogna rimuovere corpi estranei sia dalla superficie oculare che dal bulbo. Spesso vediamo corioretiniti sclopetaria nelle ferite chiuse. Il problema principale però è il danno alla cornea dovuto all’esplosione, che complica in modo significativo una tempestiva vitrec8

tomia. Molti dei nostri pazienti necessitano di cheratoprotesi e nelle fasi successive degli interventi di ricostruzione”. Tra i feriti però non ci sono solo i soldati che hanno combattuto al fronte, ma anche moltissimi civili. “Ce ne sono abbastanza di civili feriti e sono quelli che certamente soffrono di più durante le ostilità. Sono i più vulnerabili perché non si aspettano delle esplosioni e non indossano alcun dispositivo protettivo. I danni quindi sono piuttosto gravi”, spiega Ulianova. Inoltre, come invece ricorda Korol, non ci sono solo i traumi oculari, ma le malattie che possono insorgere a livello dell’occhio e che devono essere trattate con farmaci che possono anche non essere a disposizione. “Ci sono anche casi di uveite, disturbi a livello di circolazione sanguigna della retina, infiammazioni del nervo ottico: questi sono enormi problemi per i soldati. Spesso un’uveite è molto peggio di una ferita”, afferma.

IL FILATOV INSTITUTE: QUASI UN SECOLO DI ESPERIENZA E L’ULTIMO BASTIONE PER L’OFTALMOLOGIA IN UCRAINA Il nome Filatov è noto a chiunque mastichi un po’ di oculistica: Volodymyr Filatov è infatti il padre del trapianto di cornea come lo conosciamo noi, oltre che della conservazione dei tessuti della cornea. Il Filatov Institute, nato nel 1936, conta nove cliniche, con uno staff di oltre settecento persone tra medici, infermieri, personale e tecnici, oltre che laboratori dedicati alla ricerca e alla conservazione dei tessuti. Quasi un secolo di esperienza che ha sicuramente contribuito all’expertise maturata in campo oculistico e oggi a disposizione della terribile situazione in Ucraina. “La storia si muove in una spirale: ad esempio abbiamo un dipartimento apposito per le ustioni oculari, fondato dopo la Seconda Guerra Mondiale appositamente per curare i soldati che non potevano ricevere un trapianto di cornea e che

Devastazione di un bombardamento a Kyiv, capitale dell’Ucraina, i primi giorni di guerra


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Cover Topic Abbiamo a che fare con gravi lesioni oculari combinate che interessano sia il segmento anteriore che quello posteriore. Non esistono guerre facili e di conseguenza non esistono ferite di guerra facili: restiamo il più possibile focalizzati e capiamo che sono tempi in cui il lavoro è molto duro

Nadiia Ulianova

si è specializzato nell’impianto di cheratoprotesi”, afferma Korol. Un istituto così grande e specializzato doveva diventare il centro di riferimento in una situazione come questa. “La nostra Direttrice, la Professoressa Natalia Pasechnikova, ha fatto di tutto per farci continuare a lavorare a pieno regime perché ha realizzato che siamo l’ultimo stadio per l’oftalmologia in Ucraina”, spiega Andrii Korol. Come ultimo bastione per l’oftalmologia ucraina, il lavoro da fare è incessante e instancabile. “La nostra clinica ha tutto il necessario tra attrezzatura e materiale per dare assistenza alle vittime con lesioni oculari”, afferma Nadiia Ulianova. “Il nostro dipartimento lavora 24 ore su 24 per provvedere alle urgenze per traumi oculari. Ci occupiamo anche di interventi ricostruttivi programmati. Negli anni ci siamo convinti che trattare un trauma di guerra è uno sforzo di squadra. Ogni giorno e altruisticamente una squadra allargata del nostro istituto fa tutto quello che è in suo potere per salvare gli occhi e la vista dei nostri pazienti”. “Civili e soldati non arrivano nello stesso momento”, prosegue Korol. “Arrivano dagli ospedali regionali, o dagli ospedali da campo, anche parecchie settimane o mesi dopo. Alcuni hanno delle ferite molto gravi che gli ospedali locali non riescono a sistemare. Siamo l’ultima speranza per salvare la vista delle persone. Gli altri ospedali a volte mandano i loro pazienti per le enucleazioni al nostro Istituto, ma i nostri chirurghi provano lo stesso a salvare loro la vista. In buone percentuali si riesce a salvare la percezione della luce, o una parte di visione”. Ciò che gli specialisti potevano fare dunque era adattarsi e sfruttare qualsiasi cosa in loro possesso per dare i migliori risultati ai loro pazienti. “Con la pandemia e la guerra abbiamo im10

parato a lavorare anche usando la telemedicina. La comunicazione è molto importante nelle condizioni in cui ci troviamo ora”, afferma Ulianova. LA FINE DELL’OSCURITÀ: COSA RISERVA IL FUTURO PER L’UCRAINA? Con la situazione attuale della guerra non si può predire quando l’Ucraina vivrà un tempo di pace. Il fronte è per ora statico e i bombardamenti persistono, i feriti e i morti continuano a esserci, sia civili che soldati ed è tutto molto incerto. Anche quando l’Ucraina riuscirà a liberarsi della guerra però, la situazione non sarà difficile: il numero di pazienti da riabilitare sarà altissimo, e tra questi anche quelli rimasti ipovedenti o, peggio, ciechi, a causa del conflitto. La speranza però sembra non demordere. “Siamo pronti per la riabilitazione dei feriti. Abbiamo specialisti eccellenti per questo, lo stiamo già facendo con pazienti già in riabilitazione. Abbiamo eccellenti chirurghi specializzati in oculoplastica”, spiega Korol. “Credo nel futuro e negli ucraini e capisco che bisognerà costruire un sistema di riabilitazione dei nostri pazienti che tenga conto non solo del recupero medico, ma anche quello sociale e psicologico. Anche in tempi di pace le ferite sono una delle cause più frequenti di disabilità e ovviamente la guerra aggrava tutta la situazione”, gli fa eco la Professoressa Ulianova. “Dobbiamo espandere il network di riabilitazione che coinvolga specialisti di pedagogia tattile per creare un ambiente favorevole affinché i nostri pazienti si adattino alla loro nuova condizione”. Anche la ricerca non si è fermata, pronta a servire gli specialisti quando sarà tutto finito. “Nonostante la guerra abbiamo potuto continuare

a fare ricerca e trial clinici”, racconta Korol. “Il nostro Istituto sta attualmente collaborando con una start up ucraina, CheckEye, che si occupa di sviluppare un software IA per lo screening della retinopatia diabetica. Un software così è molto utile per grandi volumi di pazienti in situazioni dove il supporto oftalmico è scarso, come ad esempio una guerra”. La resistenza comunque continua e gli oftalmologi ucraini lo sanno molto bene. “Non bisogna mai mollare in situazioni difficili. Combattiamo per ogni occhio: il trauma, a differenza di una malattia cronica, arriva improvvisamente nell’occhio sano che è in grado di resistere alla cecità. Come oftalmologi siamo pronti per questo: abbiamo pazienti con nessuna percezione della luce dopo le lesioni eppure non ci ha fermato a provare la chirurgia. Abbiamo occhi con lesioni da esplosione, emoftalmo, distacchi di retina e della coroide e siamo riusciti a salvare il bulbo oculare e quasi il 20% ha percezione della luce”, spiega Ulianova. Per Korol, il futuro dell’Ucraina è in Europa. “La forza è nell’unità. L’Ucraina è Europa e capisco che abbia molti problemi, è un Paese post-sovietico. Però gli ucraini vogliono stare in Europa. Quindi gli oftalmologi ucraini vogliono lo stessa cosa e lo dimostrano le connessioni e amicizie ottime con un sacco di persone in Europa, ma anche negli Stati Uniti e Gran Bretagna. Abbiamo ancora bisogno di aiuto da parte loro e ci speriamo ancora”, conclude. In un certo senso, la via verso la fine di una guerra è l’uscita dall’oscurità, lunga e complessa, come la riabilitazione di una ferita. “In caso di ferite, ricordate: la via dalla luce all’oscurità è istantanea, mentre quella dall’oscurità verso la luce è lunga e complessa, ma esiste”, conclude Nadiia Ulianova.


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Posologia Trattamento del dolore e dell’infiammazione conseguenti alla chirurgia della cataratta: la dose raccomandata è 1 goccia 4 volte al giorno per 2-4 settimane. Inibizione della miosi intraoperatoria durante la chirurgia della cataratta: la dose raccomandata è 1 goccia ogni 30 minuti, iniziando la somministrazione 2 ore prima dell’intervento chirurgico, per un totale di 4 gocce. L’ultima goccia deve essere somministrata 30 minuti prima della preparazione chirurgica. Sollievo a breve termine della congiuntivite allergica: la dose raccomandata è 1 goccia 4 volte al giorno per 1-2 settimane. Popolazione pediatrica. La posologia raccomandata è identica alla dose raccomandata per gli adulti. L’efficacia e la sicurezza di questo medicinale non sono state ancora studiate in pazienti pediatrici, di età inferiore ai 14 anni. Popolazione speciale. Anziani, pazienti con insufficienza renale e pazienti con insufficienza epatica. Non sono stati eseguiti studi su questi gruppi di pazienti. Modo di somministrazione. Applicare il collirio goccia a goccia nella dose raccomandata nella sacca congiuntivale dell’occhio da trattare, tirando con attenzione la palpebra inferiore verso il basso e guardando verso l’alto. I pazienti devono essere avvertiti di evitare di toccare l’occhio e le aree circostanti con la punta del contagocce. In caso di utilizzo di Komorebi in concomitanza con altri medicinali oftalmici per uso topico, si deve attendere almeno 5 minuti tra le somministrazioni di ciascun prodotto. Se si dimentica una dose, questa deve essere somministrata appena possibile. Successivamente, il trattamento deve essere seguito come previsto. 4.3 Controindicazioni. Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. È possibile che vi sia una sensibilità crociata con acido acetilsalicilico e altri farmaci antinfiammatori non steroidei. Komorebi è controindicato nei pazienti ipersensibili che hanno precedentemente mostrato sensibilità a questi farmaci. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego. Komorebi non deve essere utilizzato contemporaneamente alle lenti a contatto. Si consiglia di utilizzare Komorebi con cautela nei pazienti con tendenza emorragica o sottoposti a trattamento anticoagulante. Come per gli altri FANS, l’uso di ketorolac trometamolo collirio, soluzione può ritardare la cicatrizzazione delle ferite corneali, quindi il suo uso nei soggetti predisposti (con lesioni epiteliali persistenti, denervazione della cornea, diabete mellito, sindrome dell’occhio secco severa) deve essere valutato attentamente. L’uso prolungato di FANS può portare ad assottigliamento, erosione, ulcerazione o perforazione della cornea. I FANS topici devono essere utilizzati con cautela in pazienti che sono stati sottoposti a interventi chirurgici oculari complicati, che presentano denervazione della cornea, difetti dell’epitelio corneale, diabete mellito, patologie della superficie oculare (ad es. sindrome dell’occhio secco), artrite reumatoide oppure che sono stati sottoposti a ripetuti interventi chirurgici agli occhi in un breve lasso di tempo, perché possono essere maggiormente esposti al rischio di reazioni avverse a livello corneale che possono compromettere la capacità visiva. L’esperienza post-marketing con i FANS topici indica inoltre che l’uso oltre le 24 ore precedenti all’intervento chirurgico, oppure oltre 14 giorni dopo l’intervento, può aumentare il rischio di insorgenza e gravità di eventi avversi a livello corneale. L’uso concomitante di ketorolac trometamolo collirio, soluzione e dei corticosteroidi per uso topico deve essere attentamente monitorato nei pazienti predisposti alla rottura dell’epitelio corneale, a causa del ritardo nel processo di cicatrizzazione. Ogni ml di Komorebi contiene 0,05 mg di benzalconio cloruro. Il benzalconio cloruro può essere assorbito dalle lenti a contatto morbide e alterarne il colore. Le lenti a contatto devono essere rimosse prima di usare questo medicinale e riapplicate 15 minuti dopo. È stato riportato che il benzalconio cloruro causa irritazione agli occhi, sintomi di secchezza oculare e può influire sul film lacrimale e sulla superficie corneale. Deve essere usato con cautela in pazienti con occhio secco e in pazienti in cui la cornea può essere compromessa. I pazienti devono essere monitorati in caso di uso prolungato.4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione. Non sono stati effettuati studi di interazione. Il ketorolac trometamolo collirio, soluzione si è dimostrato ben tollerato quando impiegato in associazione con medicinali oftalmici e sistemici quali antibiotici, sedativi, ialuronidasi e/o anestetici (bupivacaina HCl, lidocaina HCl e tetracaina HCl), betabloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica, miotici, midriatici e cicloplegici. Utilizzare sotto monitoraggio nei pazienti con tendenza alle emorragie o sottoposti a trattamento anticoagulante. L’uso concomitante di farmaci antinfiammatori non-steroidei e corticosteroidi per uso topico può incrementare il rischio di problemi di cicatrizzazione (vedere paragrafo 4.4). 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento. Gravidanza. La sicurezza dell’uso del medicinale in donne in gravidanza non è stata stabilita. I risultati degli studi condotti su animali non hanno evidenziato il rischio di tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3). Ad oggi non esistono studi controllati sull’uso di ketorolac trometamolo collirio, soluzione in donne in gravidanza. Pertanto l’uso del medicinale in queste situazioni deve essere preso in considerazione solo se i benefici superano i rischi. A causa dei rischi noti associati all’uso di FANS durante il terzo trimestre di gravidanza (chiusura prematura del dotto arterioso), il ketorolac trometamolo collirio, soluzione non deve essere utilizzato in questa fase della gravidanza. Allattamento. L’uso di Komorebi non è raccomandato in donne che allattano al seno. Il ketorolac trometamolo viene escreto, dopo somministrazione sistemica, nel latte materno. Fertilità. Gli studi sugli animali non hanno mostrato reazioni avverse sulla fertilità. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Komorebi non altera la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Tuttavia, immediatamente dopo la somministrazione, la visione può essere transitoriamente offuscata, pertanto i pazienti non devono guidare o usare macchinari fino a quando non si ristabilisce la normale visione. 4.8 Effetti indesiderati. Gli effetti collaterali sono elencati in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), rara (da ≥1/10.000 a <1/1.000), molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Disturbi del sistema immunitario. Comune: reazioni allergiche. Patologie dell’occhio. Molto comune: irritazione oculare (compresa sensazione di bruciore), dolore oculare (compreso dolore pungente). Comune: cheratite superficiale, edema oculare e/o palpebrale, prurito oculare, iperemia congiuntivale, infezione oculare, infiammazione oculare. Non comune: ulcera corneale, infiltrati corneali, offuscamento e/o riduzione della vista, secchezza oculare, irite. Non nota: assottigliamento della cornea, erosione corneale, rottura dell’epitelio o perforazione della cornea. A causa della possibilità di assorbimento sistemico di ketorolac trometamolo collirio, soluzione somministrato per via topica, possono verificarsi, benché raramente, gli effetti collaterali riportati per l’uso sistemico, quali cefalee, sintomi simil-influenzali, nausea, vomito, emorragia e ulcera peptica. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse 4.9 Sovradosaggio. Non sono stati riportati casi di sovradosaggio con questa forma farmaceutica. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Categoria farmacoterapeutica: 15.2.2 Farmaci antinfiammatori non-steroidei. Codice ATC: S01BC05 KETOROLAC. Il ketorolac trometamolo è un antinfiammatorio che mostra attività analgesica, antinfiammatoria e antipiretica quando somministrato per via sistemica. Il meccanismo che induce tali azioni è, in parte, dovuto alla capacità d’inibire la biosintesi delle prostaglandine. La somministrazione oftalmica di ketorolac trometamolo riduce i livelli della prostaglandina E2 nell’umore acqueo. Le prostaglandine inducono un certo tipo di infiammazione oculare, poiché la loro presenza causa vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare, leucotassia, aumento del tono intraoculare e rottura della barriera fluida sangue-umore acqueo. Favorendo la costrizione dello sfintere dell’iride, le prostaglandine sono responsabili della risposta pupillare miotica durante la chirurgia oculare. 5.2 Proprietà farmacocinetiche. Assorbimento. L’assorbimento sistemico di ketorolac trometamolo collirio, soluzione dopo somministrazione per via topica non è chiaro, tuttavia le concentrazioni ematiche dopo applicazione per via topica sono minime, rispetto alla somministrazione orale o parenterale. In uno studio sulla tollerabilità con dosi multiple per 21 giorni su volontari sani, solo 1 dei 13 soggetti presentava una quantità valutabile nel plasma (0,021 μg/ml). In un altro gruppo di 13 soggetti, solo 4 presentavano concentrazioni molto basse di ketorolac trometamolo nel plasma (da 0,011 a 0,023 μg/ml) 15 minuti dopo la somministrazione oculare. Quindi, gli elevati livelli di ketorolac trometamolo nell’umore acqueo e i livelli molto bassi o non rilevabili dopo somministrazione oftalmica, suggeriscono che l’uso di ketorolac trometamolo per via oftalmica nel trattamento di patologie oculari determini un assorbimento sistemico molto basso nei pazienti. Distribuzione. La distribuzione del ketorolac trometamolo collirio, soluzione nei tessuti umani e nei fluidi oculari non è ben caratterizzata. Il ketorolac trometamolo attraversa la placenta. Oltre a ciò il ketorolac trometamolo è distribuito nel latte materno anche se a basse concentrazioni. Biotrasformazione. Il destino metabolico del ketorolac trometamolo dopo assorbimento sistemico non è ben stabilito, tuttavia il ketorolac trometamolo viene metabolizzato nel fegato mediante idrossilazione. Il ketorolac trometamolo assorbito per via sistemica viene coniugato con l’acido glucuronico. Eliminazione. Dopo uso orale, intramuscolare o intravenoso, il ketorolac trometamolo e i suoi metaboliti vengono principalmente escreti nelle urine; solo piccole quantità di medicinale e relativi metaboliti vengono escrete con le feci. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo, basati sugli studi convenzionali di safety-pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo. Studi relativi alla tossicità acuta, subacuta e cronica di KOMOREBI su animali hanno dimostrato la sicurezza del medicinale. Studi di tossicità riproduttiva hanno evidenziato distocia e aumento della mortalità neonatale nei topi ma solo a dosi eccessive rispetto ai dosaggi terapeutici. La somministrazione di KOMOREBI non è stata irritante per l’occhio del coniglio e non ha mostrato effetti anestetici locali, non ha influenzato la cicatrizzazione delle ferite corneali sperimentali nei conigli, non ha incrementato la diffusibilità di infezioni oculari da Candida albicans, Herpes simplex tipo 1 o Pseudomonas aeruginosa negli stessi animali e sempre nel coniglio sano non ha determinato un aumento della pressione oculare. Studi di tossicità oculare su cani, scimmie e ratti non hanno rivelato evidenza di irritazione locale a concentrazioni fino allo 0,5% di ketorolac trometamolo applicato per via topica. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti. Sodio cloruro. Disodio edetato. Benzalconio cloruro. Acqua per preparazioni iniettabili. Acido cloridrico o sodio idrossido per l’aggiustamento del pH. 6.2 Incompatibilità. Il benzalconio cloruro non è compatibile con alluminio, tensioattivo anionico, fluoresceina, perossido di idrogeno, idrossipropilmetilcellulosa, composti dello iodio, lanolina, nitrati, tensioattivi non ionici altamente concentrati, permanganati, proteine, salicilati, sali d’argento, sulfamidici, ossido di zinco, alcune mescole di gomma, alcuni composti plastici e lenti a contatto morbide. L’acqua per preparazioni iniettabili non è compatibile con sostanze che idrolizzano facilmente, metalli alcalini e rispettivi ossidi, diversi acetati di sali anidri e alcuni materiali organici. 6.3 Periodo di validità. 30 mesi. Dopo prima apertura: 28 giorni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione. Non conservare a temperatura superiore a 25ºC. Tenere il flacone ben chiuso. Conservare il flacone nella confezione originale, per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità. Tenere fuori dalla vista e dalla portata dei bambini. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. Komorebi collirio viene fornito in un flacone di polietilene a bassa densità da 10 ml, con punta contagocce sigillata in polietilene a bassa densità e tappo di polietilene ad alta densità. Il tutto è precedentemente sterilizzato con raggi gamma. Una volta riempiti, i flaconi vengono confezionati in scatole di cartone debitamente stampate, insieme al rispettivo foglio illustrativo. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione. Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. Aprire il tappo del contenitore e premerlo delicatamente, erogando il liquido goccia a goccia nel dosaggio raccomandato. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Fidia Farmaceutici S.p.A., Via Ponte della Fabbrica, 3/A - 35031 Abano Terme (PD), Italia. 8. 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IN OFTALMOLOGIA


Largo ai Giovani

“COMINCIO LUNEDÌ” La nuova campagna dei giovani di ESCRS per un’oftalmologia più sostenibile

L

Intervista al Dottor Sjoerd Elferink, Co-fondatore del Dutch Working Group on Sustainable Ophthalmology, Presidente di Young Ophthalmologists for Sustainability (YOFS), Chirurgo di cataratta al Flevoziekenhuis/hospital di Almere, Paesi Bassi

La frase “comincio lunedì!” è di solito l’affermazione precedente un cambiamento importante nella vita delle persone, che li porterà a fare qualcosa che le faccia stare bene e che, in generale, comporti un miglioramento. Quante volte abbiamo deciso di iniziare il successivo lunedì una dieta, o dell’attività fisica, un nuovo hobby o un proposito positivo? “Cominciare lunedì” può diventare un buon proposito anche quando si parla della propria pratica clinica e, in particolare, quando si vuole fare un passo importante per renderla sostenibile.

Dottor Sjoerd Elferink

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Anche quest’anno ESCRS ha abbracciato una politica più ‘green’, dando spazio a numerose iniziative di sensibilizzazione a favore dell’ambiente e della sostenibilità in campo oftalmologico. In questo giocano un ruolo importante i giovani di ESCRS, riuniti nel gruppo Young Ophthalmologists for Sustainability (YOFS) che da un anno a questa parte sono impegnati a elaborare strategie vincenti per ridurre l’impatto ambientale dell’oftalmologia da riproporre ai loro colleghi. Su queste basi è nata la campagna #StartNext-


di Laura Gaspari

Abbiamo creato la campagna #StartNextMonday per dare agli specialisti cinque iniziative tangibili che possono essere iniziate dalla settimana successiva e che sono supportate da evidenze scientifiche e sostenute da ESCRS

Sjoerd Elferink

Monday, un progetto virale che può aiutare in modo concreto questa corsa contro il tempo che tutta l’umanità sta affrontando di fronte a fenomeni come il cambiamento climatico e l’impronta di carbonio che interessa in modo molto sostanzioso anche la medicina. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato recentemente che il cambiamento climatico, infatti, sarà la più grossa sfida per la medicina mondiale nei prossimi anni. Il Dottor Sjoerd Elferink, che fa parte di YOFS, è un giovane oftalmologo che ha fatto della sostenibilità nella pratica clinica e chirurgica una battaglia che vale la pena combattere, cercando sempre più alleati. Già comparso sulle pagine di EyeSee lo scorso anno in concerto con il Dottor David Chang, ci ha raccontato di questo progetto giovane di ESCRS e dei suoi sforzi, e di come è importante che tutti quanti si impegnino “da lunedì” - o anche prima - con poche semplici mosse a prendersi cura del nostro Pianeta esercitando la propria professione. YOFS UN ANNO DOPO: PROGETTI, REALIZZAZIONI, PREVISIONI YOFS è stato fondato solo lo scorso anno e non ha decisamente perso tempo, imbarcandosi in importanti progetti di sensibilizzazione e azione. Il grosso del lavoro è concentrato sulla riduzione degli sprechi e dei rifiuti, specialmente nella chirurgia della cataratta. “Abbiamo fatto un inventario a livello europeo per misurare le differenze tra i vari pacchetti necessari per la chirurgia della cataratta”, spiega Elferink. “Abbiamo quindi misurato il numero di oggetti contenuti e utilizzati e la grandezza di essi, perché volevamo giungere a un minimo comune denominatore”. L’analisi ha coinvolto quarantaquattro

Il gruppo YOFS con Oliver Findl e David Chang

centri chirurgici in dodici Paesi europei e nove fornitori diversi. “Abbiamo definito un pacchetto per la chirurgia della cataratta, che è diventato poi il riferimento per quello suggerito da ESCRS per il calcolatore SIDICS”, aggiunge. SIDICS (Sustainability Index for Disposables in Cataract Surgery) è un calcolatore disponibile sul sito di ESCRS per valutare l’indice di sostenibilità e l’impronta di carbonio effettiva degli strumenti utilizzati in una struttura o in una clinica per la chirurgia della cataratta. L’oftalmologo può quindi capire quanto la sua pratica chirurgica ha impatto sull’ambiente, cosa può fare per migliorare e quanti costi può risparmiare. Il lavoro di YOFS però è anche molto incentrato sull’educazione al problema e sul fornire a tutti gli strumenti per comprenderlo e affrontarlo al meglio. “Abbiamo scritto una dichiarazione di consenso sulla sostenibilità in oftalmologia utilizzando il metodo Delphi e che speriamo venga pubblicata pre-

sto. Abbiamo sviluppato ulteriormente la pagina web ESCRS sulla sostenibilità e siamo attivi su Instagram”, racconta Sjoerd Elferink. “Durante l’ultimo congresso ESCRS a Vienna eravamo presenti nei principali simposi e nell’Arena. Abbiamo attivato la Mission Zero Challenge, invitando i colleghi a farsi delle fotografie mentre eseguono cinque azioni durante il congresso come prendere un mezzo pubblico, riempire una bottiglietta d’acqua ai distributori e cose così, con la possibilità di vincere una maglietta di ESCRS Mission Zero”. #STARTNEXTMONDAY Insieme alla presenza a diversi congressi, anche nazionali, alla collaborazione stretta con EyeSustain, il database online con tutte le risorse utili per rendere la pratica oftalmologica sostenibile e l’impegno nella sensibilizzazione, YOFS ha ideato la campagna #StartNextMonday, utilizzando una dicitura con l’hashtag tipicamente dei social media per arrivare ➧ 15


Largo ai Giovani

Anche le generazioni più anziane sono molto importanti per portare avanti il cambiamento. Penso a persone come David Chang e Oliver Findl e il loro instancabile lavoro sul tema. I giovani non possono farcela da soli, abbiamo bisogno di entrambe le generazioni

Sjoerd Elferink

ancora di più a tutti gli oculisti. “Abbiamo creato la campagna #StartNextMonday per dare agli specialisti cinque iniziative tangibili che possono essere iniziate dalla settimana successiva e che sono supportate da evidenze scientifiche e sostenute da ESCRS. Di recente è comparsa anche su EyeWiki, il database informativo dell’American Academy of Ophthalmogy”, spiega Elferink. Le cinque azioni sono disponibili sul sito di ESCRS e sono alla portata di chiunque, senza generare riluttanza, rifiuto o grosse rivoluzioni e costi. “La prima, la più importante, è quella di abilitare la ventilazione in sala operatoria trenta minuti prima della chirurgia e non farla andare di continuo”, afferma il Dottor Elferink. “Questo ha un impatto significativo sugli sprechi e sui costi delle fonti energetiche, che sono alti”. Nei centri dei Paesi ad alto reddito i sistemi di ventilazione tendono a rimanere accesi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. “Possiamo spegnerli nei fine settimana e la notte. Il supporto delle evidenze scientifiche è innegabile e l’azione efficace”, spiega. La seconda azione riguarda il lavaggio

YOFS al congresso ESCRS a Vienna di ques’anno

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delle mani del chirurgo tramite spugne mediche e la riduzione del loro utilizzo per risparmiare acqua. “Nei Paesi Bassi vengono utilizzate molto. Tuttavia, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato delle linee guida dove sconsigliava l’uso frequente delle spugne sulle mani se queste non sono visibilmente sporche perché lo sfregamento frequente dell’epitelio può creare un ambiente favorevole alla proliferazione batterica”, afferma Elferink. Come consigliato nel sito della campagna, infatti, è sufficiente la disinfezione con soluzione alcolica. “La terza azione è molto importante, soprattutto nei Paesi ad alto reddito e riguarda l’utilizzo dei teli chirurgici. Abbiamo la tendenza a coprire tutto il corpo del paziente mentre operiamo, quando le evidenze scientifiche suggeriscono di coprire solo il viso del paziente”, sostiene Elferink. I teli chirurgici sono uno dei dispositivi con più impronta di carbonio tra le strumentazioni per la cataratta. “I teli chirurgici sono misti di plastica e carta e quindi è impossibile riciclarli. Ridurre la loro dimensione ha già un impatto positivo significativo”, afferma. La quarta misura riguarda la copertura dei braccioli della sedia del chirurgo, che sono un inutile spreco ovviabile con l’utilizzo del camice stesso dello specialista, lasciato aperto e disteso sulla sedia, evitando contaminazioni. Quest’azione permette di fare a meno delle coperture per i braccioli che sono fatte dello stesso materiale dei teli chirurgici. Infine, l’ultima azione prende in considerazione l’utilizzo o meno degli scudi in plastica per gli occhi utilizzati solitamente dopo un’operazione per schermare l’occhio del paziente. “Questi scudi sono fatti di plastica ed è in confezioni sterili, quindi ha una produzione intensiva. La pratica clinica nei Paesi Scandinavi e nei Paesi Bassi ha dimostrato che nella chirurgia standard possono non utilizzano

gli scudi per occhi da anni e senza problemi”, spiega. NON UNO SCONTRO GENERAZIONALE, MA UNA LOTTA COMUNE Le azioni proposte da #StartNextMonday sono semplici, poco costose, ma efficaci e alla portata di tutti, anche di quella generazione di oftalmologi un po’ più anziani che spesso, ma non sempre, non guardano al problema ambientale e della sostenibilità con la stessa preoccupazione con cui lo guardano i più giovani. Tuttavia, secondo Sjoerd Elferink, la lotta contro il cambiamento climatico e per salvare il nostro Pianeta non dev’essere generazionale, bensì unitaria. “Faccio una distinzione tra specialisti sotto i 50 anni e sopra i 50 anni. Quelli sopra i 50 anni effettivamente vedono l’importanza del tema, ma hanno altre cose per la testa o sono cresciuti con certi tipi di idee. Tuttavia, vedendo anche il consiglio direttivo di ESCRS, le generazioni più anziane danno molto valore al lavoro degli oftalmologi più giovani. L’energia dei giovani li ispira, in un certo senso”. L’avvicinamento tra vecchie e nuove generazioni era particolarmente sentito durante il congresso ESCRS di Vienna di quest’anno, dove la sostenibilità e le iniziative di sensibilizzazione sono state centrali. “Anche le generazioni più anziane sono molto importanti per portare avanti il cambiamento. Penso a persone come David Chang e Oliver Findl e il loro instancabile lavoro sul tema. I giovani non possono farcela da soli, abbiamo bisogno di entrambe le generazioni”, conclude Elferink. NOTE 1 Potete trovare il calcolatore SIDICS a questo indirizzo: https://www.escrs.org/sidics/ 2 Le cinque azioni di #StartNextMonday possono essere consultate qui: https://www.escrs.org/ special-interest-groups/yos/yofs/


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CONTIENE TS POLISACCARIDE NEL COLLIRIO 2 1. Greiner J.V. et al. Clin Ther 2003;25(7):1988-2005 • 2.Ketoftil. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto • 3. Schoch C. J Ocul Pharmacol Ther 2003;19:75-81 • 4 Bielory L. et al. Curr Opin Allergy Clin Immunol 2005;5:437-440 • 5 Schoch C. J Ocul Pharmacol Ther 2003;19:153-159

Materiale promozionale destinato ai medici. Vietata la distribuzione e l’esposizione al pubblico. PROPRIETÀ ESCLUSIVA DI POLIFARMA SPA


1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione 1 ml contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Ketoftil gel oculare 1 g contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Eccipiente con effetti noti Il flacone multidose e il gel oculare contengono benzalconio cloruro. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Collirio, soluzione (contenitore multidose). Collirio, soluzione (contenitori monodose). Gel oftalmico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche - Congiuntiviti e cheratocongiuntiviti acute e croniche di natura allergica (primaverili, atopiche ed altre). 4.2 Posologia e modo di somministrazione - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 o più volte al dì, secondo prescrizione medica. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 volte al dì. 4.3 Controindicazioni - Ipersensibilità al ketotifene o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Generalmente controindicato in gravidanza (v. paragrafo 4.6). 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni d’uso - Ketoftil collirio, soluzione (contenitori multidose) e Ketoftil gel - Le formulazioni di Ketoftil collirio multidose e Ketoftil gel contengono benzalconio cloruro come conservante che potrebbe depositarsi sulle lenti a contatto morbide; pertanto Ketoftil non deve essere usato se il paziente indossa questo tipo di lenti. Le lenti devono essere rimosse prima dell’applicazione ed è necessario attendere 15 minuti prima di rimetterle. I prodotti contenenti benzalconio cloruro come conservante potrebbero decolorare le lenti a contatto morbide. Il benzalconio cloruro può causare irritazione oculare, occhio secco, alterazione del film e della superficie corneali. Da usare con cautela nei pazienti con occhio secco e con compromissione della cornea. I pazienti devono essere monitorati in caso di uso prolungato. Ketoftil, nelle sue diverse forme farmaceutiche, può determinare al momento dell’applicazione un leggero e fugace bruciore. Ketoftil gel oftalmico, per la natura dei suoi eccipienti, può causare al momento dell’applicazione un lieve e transitorio offuscamento visivo. Ketoftil collirio, soluzione e gel - Nessuna particolare avvertenza. 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione - Se Ketoftil viene utilizzato in concomitanza con altri medicamenti oculari, è necessario far intercorrere almeno 5 minuti tra un’applicazione e l’altra. La somministrazione orale di ketotifene può potenziare gli effetti dei medicinali depressivi sul SNC, degli antistaminici e dell’alcool. Anche se questi fenomeni non sono stati osservati con Ketoftil, la possibilità di tali effetti non può essere esclusa. 4.6 Fertilità, gravidanza ed allattamento - Gravidanza Non sono disponibili dati sull’uso di ketotifene in gravidanza. Studi su animali con dosi orali tossiche hanno mostrato un incremento della mortalità pre- e postnatale, ma non hanno evidenziato effetti teratogeni. I livelli sistemici di ketotifene dopo l’applicazione oftalmica sono molto più bassi di quelli raggiunti dopo somministrazione orale. Si dovrebbe comunque usare cautela nel prescrivere questo medicinale a donne in gravidanza. Allattamento Anche se i dati di studi su animali dopo somministrazione orale dimostrano l’escrezione del principio attivo nel latte materno, è improbabile che la somministrazione topica nella donna possa produrre quantità di principio attivo rilevabili nel latte materno. Ketoftil può essere usato durante l’allattamento. Fertilità Non sono disponibili dati relativi agli effetti del ketotifene fumarato sulla fertilità negli esseri umani. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari - In soggetti sensibili, Ketoftil, all’inizio del trattamento, potrebbe attenuare la capacità di reazione. Se il paziente avverte visione offuscata o sonnolenza a seguito della somministrazione di questo medicinale, non deve guidare veicoli o utilizzare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati - Le reazioni avverse provenienti da studi clinici (tabella 1) sono elencate in base alla classificazione MedDRA per sistemi e organi. All’interno di ogni classe per sistemi e organi, le reazioni avverse sono riportate in ordine di frequenza, con le reazioni più frequenti per prime. All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente per gravità. In aggiunta, la corrispondente categoria di frequenza per ogni reazione avversa è basata sulla seguente convenzione (CIOMS III): Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000,<1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Tabella 1. Reazioni avverse • Disturbi del sistema immunitario Non comune: ipersensibilità • Patologie del sistema nervoso Non comune: mal di testa • Patologie dell’occhio Comune: irritazione oculare, dolore oculare, cheratite puntata, erosione puntata dell’epitelio corneale Non comune: visione offuscata, (durante l’instillazione), occhio secco, disturbi palpebrali, congiuntiviti, fotofobia, emorragia congiuntivale. • Patologie gastrointestinali Non comune: secchezza della bocca • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: rash, eczema, orticaria • Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: sonnolenza. Reazioni avverse dall’esperienza post-marketing (frequenza non nota) Sono state osservate anche le seguenti reazioni avverse post-marketing: • reazioni di ipersensibilità incluse reazioni allergiche locali (in prevalenza dermatiti da contatto, gonfiore della zona oculare, prurito palpebrale ed edema) • reazioni allergiche sistemiche con inclusi gonfiore/edema facciale (in alcuni casi associate a dermatiti da contatto) • riacutizzazioni di condizioni

allergiche pre-esistenti quali asma ed eczema. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verifificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. 4.9 Sovradosaggio - Ketoftil multidose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale di questo medicinale non è raccomandata. L’ingestione per via orale del contenuto del flacone multidose da 10 ml o del tubo è equivalente a 5 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). I risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene. Ketoftil monodose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale del contenuto del contenitore monodose è equivalente a 0,25 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). I risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche - Categoria farmacoterapeutica: Oftalmologici-altri antiallergici, codice ATC: S01GX08 Ketoftil è un medicinale antiallergico e antiistaminico attivo per via locale in tutte le forme di cheratocongiuntivite allergica. La sua attività antianafilattica, di tipo non steroideo, si esplica sia attraverso una inibizione del release dei mediatori chimici della allergia e flogosi locale dai mastociti (istamina, SRS-A, etc.),che attraverso una inibizione della attivazione degli eosinofili da parte degli antigeni o del fattore attivante piastrinico (PAF). L’effetto antistaminico si manifesta attraverso una inibizione degli effetti della istamina sui recettori H1 periferici. 5.2 Proprietà farmacocinetiche - Per via orale (nel ratto) l’emivita di assorbimento del ketotifene è di 0,5±0,2 ore e quella di eliminazione è di 8,4 ore. La sua eliminazione avviene per il 25%-30% attraverso l’emuntorio renale. Somministrazione oculare (coniglio): con ketotifene fumarato marcato con C14, la massima concentrazione nei tessuti oculari si rileva 15 minuti dopo la somministrazione; il livello massimo si raggiunge nell’epitelio corneale, seguito da congiuntiva, cornea, iride, sclera, corpo ciliare e umore acqueo. Il tempo di ritenzione medio a livello congiuntivale è di 5,7 ore. La concentrazione ematica per dosi oculari ripetute è stata calcolata essere pari a circa 1/70 di quella congiuntivale. 5.3 Dati preclinici di sicurezza - Il ketotifene presenta una bassa tossicità acuta. La DL50 è riportata nella tabella seguente: mg/Kg PER OS SOTTOCUTE ENDOVENA

TOPO 408±61 820±78 14,9±1

RATTO 468 ± 107 430 ± 54 5,4 ± 0,8

Nessun effetto tossico è stato riscontrato per dosi orali ripetute e largamente superiori a quelle utilizzabili per l’impiego clinico-terapeutico. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose): Sorbitolo, benzalconio cloruro, TS- Polisaccaride e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (con tenitori monodose): TS-Polisaccaride, sorbitolo e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/g geloftalmico: Idrossietilcellulosa, sorbitolo, benzalconio cloruro e acqua per preparazioni iniettabili. 6.2 Incompatibilità - Non note. 6.3 Validità - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione - flacone multidose da 10 ml 3 anni a confezionamento in tegro. Il flacone multidose non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. Ketoftil0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose 0,5 ml 30 mesi a confezionamento integro. I fla concini monodose non contengono conservanti antimicrobici atti a preservarne la sterilità in fase d’uso e perciò,una volta aperto il contenitore, il prodotto in esso contenuto deve essere utilizzato immediatamente. Il prodotto che eventualmente dovesse avanzare deve essere gettato. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico 3 anni a confe zionamento integro. Il prodotto non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose) Un flaco ne contagocce in polietilene da 10 ml, dotato di tappo ad apertura razionale e non istintiva. Ketoftil 0,5 mg/mlcollirio, soluzione (contenitori monodose) Scatola da 25 contenitori in polietilene da 0,5 ml. I contenitori, in stecche da 5 unità, sono racchiusi in bustine di politene-alluminio-poliestere. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico Tubo in alluminio da 10 g, internamente ricoperto da resine epossidiche, con punta oftalmica. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione - Collirio Flacone multidose Per apri re, premere la capsula di chiusura e contemporaneamente svitare. Dopo l’uso richiudere avvitando a fondo.Contenitore monodose Separare un flaconcino dalla stecca e aprire. Dopo l’uso, gettare anche se rimane del contenuto. Gel oftalmico Per ottenere un migliore gocciolamento, durante l’applicazione tenere il tubetto perpendicolare e non obliquo. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO POLIFARMA S.p.A. - Viale dell’Arte 69 - 00144 Roma 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO KETOFTIL 0,5 mg/ ml collirio, soluzione - flacone da 10 ml: A.I.C. 029278013 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose: A.I.C. 029278025 KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico: A.I.C. 029278037. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: 13 Maggio 2000 Data del rinnovo più recente: 13 Maggio 2010. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO Giugno 2020. FASCIA C SOP 15,40 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - flacone da 10 ml: A.I.C. 029278013 €14,50 16,70 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose: A.I.C. 029278025 €16,20 16,00 KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico: A.I.C. 029278037 €15,00 Prezzi di vendita a discrezione e soggetti a possibili variazioni SISTEMA DI GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA CERTIFICATO


Innovazioni

LE LUCI DI PEARL STREET Storia del primo intervento al mondo di chirurgia corneale da remoto

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Intervista a Giovanni Alessio, Direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico di Bari e Professore all’Università Aldo Moro di Bari

Giovanni Alessio è Professore all’Università Aldo Moro e Direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico di Bari

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Tutto quanto è pronto al Policlinico di Bari. Il paziente è stato preparato in sala operatoria e il chirurgo si appresta a effettuare l’intervento. Nessun camice, questa volta, non una cuffia in testa e nemmeno la mascherina: il chirurgo si siede di fronte al dispositivo, indossa un paio di occhiali 3D e osserva i tre schermi che forniscono tutti i dati e i parametri necessari e le immagini del microscopio oftalmico. In breve tempo l’operazione va a buon fine. Al termine dell’intervento il paziente viene accompagnato fuori dalla sala operatoria, mentre il chirurgo esce dalla propria stanza, posta al piano inferiore. Uno scenario che potrebbe sembrare frutto della fantasia creativa del maestro dell’utopia futurista, Gene Roddenberry, è invece accaduto nel mondo reale, il 19 settembre 2023. “Si è trattato del primo intervento chirurgico da remoto sulla cornea al mondo”, osserva il Professor Giovanni Alessio. “È stato il primo intervento che ho fatto in vita mia senza mascherine e cappellino, indossando i vestiti di ogni giorno”. È stato proprio Giovanni Alessio, Professore all’Università Aldo Moro di Bari e Direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico di Bari, a effettuare per la prima volta questo particolare intervento; da sempre il Professor Alessio è un grande sostenitore dell’innovazione nell’ambito chirurgico ospedaliero. “Stavamo inseguendo da tempo una chirurgia con il laser ad eccimeri sia per la correzione dei difetti della vista, che per la correzione degli astigmatismi irregolari di cui mi sono sempre occupato. L’obiettivo era di ottenere una chirurgia customizzata per il paziente che fosse il più possibilmente automatizzata”, spiega Alessio. “Oggi automatizzazioni come le autoacquisizioni al to-

mografo non sono più una novità: il paziente si mette di fronte al dispositivo e con la pressione di un bottone tutto si risolve da solo. Questo però ha portato ai software di elaborazione da remoto, che a loro volta hanno portato a tutta una serie di piccoli passi che ci hanno portato a quest’opportunità”, osserva. “I passi successivi sono stati dunque trovare un’azienda che potesse garantirci l’efficienza e la sicurezza per quaranta, cinquanta secondi di intervento, una compagnia telefonica che potesse assicurarci un canale riservato per la trasmissione di dati e per la sicurezza informatica un sistema in blockchain fornito dal Politecnico di Bari. Una volta ottenuto tutto questo si è pensato di poterlo fare realmente”. C’erano altri traguardi da superare per rendere il tutto possibile nella pratica, a partire dalla sicurezza del paziente. “Ovviamente, abbiamo trovato una compagnia assicurativa solida che ci assicurasse in questa cosa. Inoltre, abbiamo sottoposto il tutto a una serie di comitati etici. Infine, dopo mille simulazioni e un anno di lavoro, siamo finalmente stati pronti in tutto e per tutto”, aggiunge. Secondo Alessio, anche la scelta del paziente è stata cruciale. “Serviva un paziente che fosse assolutamente in grado di comprendere quello che stavamo facendo. Abbiamo quindi optato per un paziente di 53 anni, che avrebbe dovuto comprendere perfettamente l’importanza della collaborazione in questo tipo di chirurgia sperimentale”, spiega. “Si tratta inoltre di un paziente affetto da Distrofia epiteliale di Cogan, e di conseguenza con erosioni epiteliali recidivanti, un astigmatismo irregolare e una ridotta trasparenza. Essendo una patologia rara c’erano


di Timothy Norris

Non sono convinto di aver acceso per la prima volta le luci a Manhattan come ha fatto Thomas Alva Edison a Pearl Street. Sono invece sicuro di aver fatto una cosa buona

Giovanni Alessio

Un’immagine dell’intervento avvenuto al Policlinico di Bari dalla stanza del chirurgo

una serie di risvolti sull’etica che hanno ulteriormente permesso l’ottenimento delle autorizzazioni, rispetto a quanto sarebbe stato difficile con il classico intervento di refrattiva”. L’intervento è stato effettuato utilizzando la piattaforma 4D Suite™, il Remote Control Station e il laser iRes®2KHz forniti da iVis Technologies. Il tutto connesso a una rete 5G con latenza di trasmissione dati inferiore a 50 millisecondi tra la piattaforma e il laser resa possibile grazie all’utilizzo di router appositi e tecnologia blockchain. Nonostante il suo carattere sperimentale, l’intervento non poteva essere condotto senza degli accorgimenti necessari per la sicurezza del paziente, tra cui la scelta di effettuare l’operazione a un solo piano di distanza. “Se fosse successo qualcosa sarei potuto salire di corsa al piano di sopra per agire in presenza. Inoltre, per tutto il tempo, l’équipe medica era presente in sala operatoria, pronta a reagire a ogni evenienza”,

spiega Alessio. Dopo l’intervento, andato a buon fine, il paziente è stato sottoposto a un follow up approfondito. “Lo stiamo seguendo con particolare attenzione anche perché, essendo una patologia bilaterale, anche l’altro occhio dovrà essere presto trattato”, spiega Alessio. “A oggi il paziente sta bene e ha giovato dell’intervento in termini di qualità visiva”. Il successo dell’intervento apre quindi a nuove possibilità e nuove frontiere per la chirurgia da remoto. Per Giovanni Alessio non si tratta del primo passo sulla superficie lunare, ma sicuramente un piccolo passo sulla cornea. “Non sono convinto di aver acceso per la prima volta le luci a Manhattan come ha fatto Thomas Alva Edison a Pearl Street. Sono invece sicuro di aver fatto una cosa buona. Un passo, una dimostrazione che qualcosa si può fare davvero”, osserva Alessio. “Certo, dovrà ulteriormente essere migliorata. Un intervento di cataratta

sull’uomo è ancora lontano, ma degli interventi con laser retinico, magari in zone dove il diabete è particolarmente diffuso, potrebbe essere oggi decisamente più vicino”. Superato l’ostacolo potenziale del limite tecnologico, spetta ora al pubblico e al privato fare la propria parte. “La sanità pubblica dovrebbe indirizzarsi sempre più verso la telemedicina, verso il medico che va dal paziente e non viceversa, ma comprendo che ciò non è sempre possibile. Il discorso economico è sicuramente disincentivante”, spiega Alessio. “Va fornita la strumentazione adeguata, la connessione, un sistema di gruppi di continuità e tutta una serie di accorgimenti che si aggiungono alle spese e al costo già elevato di un intervento con laser ad eccimeri. In questo, gli enti benefici e gli sponsor adatti potrebbero fare la propria parte, garantendo in futuro decine e decine di interventi di questo tipo in tutta sicurezza”, conclude. 21


Casi da Incubo

IL DIAVOLO NEI DETTAGLI Da un piccolo dettaglio a una delicata risoluzione. Come la DMEK può essere usata anche in casi particolarmente complessi

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Intervista a Jack Parker, Parker Cornea di Vestavia Hills, Birmingham, Alabama, USA

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

Formatosi al NIIOS di Rotterdam sotto Gerrit Melles, Jack Parker, MD, PhD, è oggi uno dei più grandi esperti al mondo di cheratocono, distrofia di Fuchs e DMEK.

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Talvolta il caso da incubo non si manifesta apertamente al primo intervento, presentandosi subito in sala o esplodendo durante l’operazione. Talvolta il caso da incubo è più subdolo, un diavolo annidato nel dettaglio di un intervento andato apparentemente alla perfezione, che pazientemente attende il suo momento prima di sbucare fuori nel postoperatorio, in tutta la sua drammaticità. “Certe volte è la tua mano a creare il caso da incubo. Come in questo caso di una paziente affetta da cataratta e distrofia di Fuchs, che si era presentata da me per un’operazione combinata di rimozione del cristallino e DMEK”, racconta Jack Parker, MD, PhD. “Un’operazione che si è conclusa al meglio: è stato effettuato l’impianto di IOL, il viscoelastico è stato rimosso, è stata effettuata la descemetoressi prima dell’inserimento del graft corneale. Durante l’intervento avevo però notato un piccolo dettaglio”, spiega. “A un certo punto, durante la fase di applicazione del graft, ho notato che la IOL che avevo appena impiantato nell’occhio aveva qualcosa di strano: sembrava leggermente inclinata, forse posta appena più in basso di quanto avrebbe dovuto essere”. Jack Parker è uno dei maggiori esperti al mondo nel trattamento della distrofia di Fuchs e del cheratocono. A partire dalla sua formazione al celebre NIIOS di Rotterdam, Parker ha sempre avuto un grande interesse per i casi complessi, in particolare relativi all’intervento di DMEK. Il canale YouTube del Parker Cornea da lui gestito, da cui questo video è stato tratto su gentile concessione, è una miniera d’oro di casi complessi ed interessanti. “Il giorno dopo la paziente mi si è presentata con un edema corneale,

una IOL ‘tramontante’ e specialmente il lembo della DMEK completamente distaccato”, racconta Parker. “Come non bastasse, c’era del vitreo in camera anteriore e la capsula anteriore era aperta. Ho realizzato che durante l’operazione il giorno precedente, a un certo punto doveva esserci stata una rottura della capsula posteriore”. La presenza di una PCR ha scatenato un grave effetto domino, coinvolgendo l’intero segmento anteriore. “La lente intraoculare si stava inabissando, e questo di conseguenza aveva tolto il supporto alla bolla d’aria che doveva sorreggere il lembo della DMEK. Quindi la bolla era quasi del tutto sparita e il lembo si era completamente distaccato e stava liberamente galleggiando in camera anteriore. Ovviamente c’era il bisogno urgente di intervenire”, racconta Parker. A pochi giorni dal primo intervento, la paziente ritorna in sala operatoria. All’esame, è evidente la presenza di un piccolo rimasuglio della bolla e il lembo di endotelio arrotolato all’interno della camera anteriore. “Il nostro primo obiettivo era quello di evitare che la lente o il lembo cadessero nella cavità posteriore, motivo per cui dovevamo agire con grande cautela”, Parker racconta nel video. “Ho puntato per primo all’estrazione del lembo, notando tuttavia che le cose erano ancora più complicate di così”, spiega. “Il tutto era instabile. Quando toccavo la IOL, il graft si muoveva, e viceversa. Pertanto, avevo bisogno di un punto di appoggio più stabile entrando con una paracentesi in basso a destra”. Utilizzando una pinza coassiale MAXGrip (Grieshaber) Parker a quel punto rimuove con facilità il lembo DMEK. “Dopo aver disinnescato una delle due


di Timothy Norris

Le complicazioni possono spuntare fuori anche in una regolare operazione effettuata al meglio su occhio assolutamente normale. In questi casi non è necessario ripiegare d’istinto verso una DSEK, ma resta comunque possibile effettuare una nuova DMEK in tutta sicurezza

Jack Parker

mine vaganti, mi sono sentito più tranquillo. Ora potevo concentrarmi sulla lente intraoculare. Dopo aver creato altre incisioni ho inserito un mantenitore della camera anteriore con un’infusione a 20-30 mmHg in modo da evitare che il vitreo potesse ulteriormente risalire”. Una volta stabilizzata la camera anteriore, Parker prosegue con l’infusione di triamcinolone diluito. “Giusto il minimo indispensabile per poter evidenziare ogni più piccolo e sottile filamento di vitreo, altrimenti si rischia di non vedere più nulla”, spiega Parker. Dopo essersi assicurato dell’assenza di filamenti rischiosi, Parker afferra l’aptica della lente con una Reversed Sinskey e con una manovra a due mani inizia a spingere la lente in camera anteriore. “Ho portato la lente di fronte all’iride, in modo da non dovermi più preoccupare che qualcosa cadesse nel polo posteriore causando un ulteriore danno. A questo punto era il momento di fare qualcosa di produttivo. Ho effettuato una piccola vitrectomia dietro la lente per assi-

curarmi che non ci fossero filamenti nascosti, e mantenendo ferma la lente con la pinza sono passato alla bisezione della lente passando le forbici attraverso una dissezione di 3 mm”. Il passo successivo è stato rimuovere i due pezzi della lente. “Con grande cautela, ho afferrato un pezzo alla volta e l’ho estratto attraverso l’incisione principale, stando attentissimo a mantenere entrambe le parti in camera anteriore, giusto per non dover allertare lo specialista di retina”, racconta Parker. “A quel punto ero molto sollevato e ho potuto optare per una lente a fissazione sclerale”. Dopo aver divaricato l’iride con dei ganci, Parker procede con una piccola vitrectomia aggiuntiva, “giusto per non inserire la nuova lente in un groviglio di vitreo”. Una volta fatto questo, procede ad inserire la lente passando attraverso la camera anteriore. “Ho fatto tutto molto lentamente, vecchio stile, in modo da non correre il rischio di trovarmi anche questa IOL nel segmento posteriore. Una volta posizionata la IOL, ho tolto i

ganci ed effettuato un nuovo giro di triamcinolone per vedere se mi ero perso qualche filamento. È il momento di un nuovo lembo”. Un nuovo lembo viene quindi inserito all’interno dell’occhio, attraverso tecnica DMEK. “Si tratta di un lembo molto ampio, da 10 millimetri, inserito subito dopo aver rimosso qualsiasi rimasuglio di bolla della precedente operazione”. Un piccolo colpo di fortuna: il graft non solo è rivolto dalla parte giusta, ma non fatica a dispiegarsi correttamente. “Abbiamo comunque usato una piccola bolla d’aria per aiutarci a dispiegare bene il lembo, in modo da non rischiare un appiattimento accidentale della camera anteriore”. In meno di un minuto e mezzo la fase del nuovo trapianto di endotelio è terminata concludendo l’operazione. Secondo Parker, questo caso porta con sé alcuni spunti fondamentali per un chirurgo. “Prima cosa: le complicazioni possono spuntare fuori anche in una regolare operazione effettuata al meglio su occhio assolutamente normale. In questi casi non è necessario ripiegare d’istinto verso una DSEK, ma resta comunque possibile effettuare una nuova DMEK in tutta sicurezza”, afferma. “La stessa cosa può essere detta di un occhio che ha subito una vitrectomia o che ha alcuni problemi con una IOL: anche in questo caso la DMEK continua a distinguersi come una valida opzione. Questo ha davvero cambiato molte delle mie prospettive nella mia pratica clinica rendendo non solo i casi più complessi molto più interessanti da risolvere, ma anche garantendo un beneficio al medico e al paziente”, conclude. Potete trovare il canale YouTube di Parker Cornea al seguente indirizzo: www.youtube.com/@ParkerCornea 23


News

RISULTATI POSITIVI A 2 ANNI PER PEGCETACOPLAN PER LA GA: LO STUDIO SU THE LANCET

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Apellis Pharmaceuticals ha annunciato che The Lancet ha pubblicato i risultati a 24 mesi degli studi OAKS e DERBY su Syfovre (pegcetacoplan) per l’atrofia geografica dovuta alla degenerazione maculare legata all’età (AMD). Syfovre è stato approvato dalla FDA, diventando il primo farmaco approvato per questo scopo. Il farmaco è l’unico autorizzato per l’uso oltre i 12 mesi in caso di GA. Tra agosto 2018 e luglio 2020, sono stati arruolati 1.258 pazienti. In OAKS, il trattamento con Syfovre ha rallentato la crescita delle lesioni da GA rispettivamente del 21% e 16% a 12 mesi. In DERBY, i risultati non sono stati significativi. A 24 mesi, Syfovre ha dimostrato un rallentamento significativo delle lesioni da GA in entrambi gli studi. Gli effetti avversi sono stati limitati.

“Gli effetti terapeutici incrementali di Syfovre nel tempo, sia con dosi mensili che ogni due mesi, sono entusiasmanti e significativi per il settore”, ha dichiarato Charles Wykoff, MD, PhD, Principal Investigator per Apellis Pharmaceuticals, in un comunicato stampa dell’azienda. “La perdita della vista causata dalla atrofia geografica impatta notevolmente sui pazienti e le loro famiglie, influenzando l’indipendenza e il benessere. Syfovre rappresenta un grande passo avanti per i pazienti affetti da questa malattia progressiva e implacabile.” I risultati positivi a 24 mesi dimostrano che Syfovre è un trattamento efficace per la GA. “Questi dati a 24 mesi dimostrano che Syfovre è un trattamento clinicamente significativo per la GA, e siamo orgogliosi che questi risultati siano stati pubblicati in una delle riviste con revisione paritaria più prestigiose al mondo”, ha detto Caroline Baumal, MD, Chief Medical Officer di Apellis. “Con l’approvazione di Syfovre negli Stati Uniti e altre cinque richieste in fase di revisione a livello globale, stiamo lavorando con urgenza per portare questo importante trattamento ai pazienti in tutto il mondo.” Fonte: Heier, Jeffrey SCole, Abosede O et al., Pegcetacoplan for the treatment of geographic atrophy secondary to age-related macular degeneration (OAKS and DERBY): two multicentre, randomised, double-masked, sham-controlled, phase 3 trials, The Lancet, Volume 402, Issue 10411, 1434 - 1448

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News

NESSUNA PROROGA PER METTERSI IN REGOLA CON GLI ECM

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Non ci saranno ulteriori proroghe alla scadenza del 31 dicembre 2023 per mettersi in regola con i crediti ECM relativi al triennio 2020-2022 per i professionisti sanitari. Questo è quanto dichiarato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci in un’intervista a Quotidiano Sanità. Per chi non sarà in regola infatti scatteranno sanzioni fino alla sospensione dall’ordine di riferimento, oltre alla possibilità di rimanere scoperti dalle tutele delle proprie compagnie assicurative. I professionisti dovranno quindi raccogliere almeno il 70% dei crediti formativi richiesti nel triennio 2023-25: senza ciò non potranno infatti accedere alla copertura assicurativa e senza protezione in caso di contenziosi a loro carico. Ciò è previsto dai decreti attuativi di prossima emanazione della Legge 24/2017 (Gelli-Bianco), così annunciati

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dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il Ministro Schillaci ha affermato che per permettere agli operatori sanitari di mettersi in regola si sta registrando un incoraggiante aumento di fruizione dei corsi, anche se il gap formativo rimane ancora ampio. Il Ministro Schillaci, sempre ai microfoni di Quotidiano Sanità, ha annunciato che il sistema ECM si evolverà per essere sempre più attrattivo e in linea con le esigenze dei professionisti in campo sanitario, includendo la formazione su temi come le nuove tecnologie, la simulazione, l’intelligenza artificiale e il metaverso. Fonte: https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo. php?articolo_id=117449&fr=n


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News

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Nasce Neovision Academy Online, la piattaforma che offre formazione gratuita dedicata agli oculisti clinici attraverso una serie di appuntamenti fruibili on demand, quando lo desiderano. Il suo obiettivo è quello di fornire una fonte di crescita professionale accessibile, con contributi da esperti del settore e prospettive innovative. Il primo ciclo di formazione comprende sette appuntamenti pensati per supportare gli oculisti nella loro pratica quotidiana, offrendo un approccio semplice e pratico a temi come l’occhio secco, la comunicazione con i pazienti, la chirurgia refrat-

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tiva, il glaucoma e la compliance alle terapie. La formazione include approcci innovativi e casi reali, fornendo ai medici oculisti strumenti concreti per migliorare la loro pratica. Oltre alla diagnosi e ai trattamenti, Neovision Academy Online fornisce anche consigli pratici sulla gestione del rapporto medico-paziente, promuovendo la costruzione di relazioni fruttuose volte a garantire la salute e il benessere visivo delle persone. La partecipazione all’Accademia Neovision è gratuita e richiede una registrazione sul sito web okyo.eu. Per maggiori informazioni: cristina. giordano@neovision.eu


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Approfondimenti

SUPERFICIE OCULARE E CHIRURGIA LENTICOLARE Prendersi cura della superficie oculare può cambiare l’esito della chirurgia sul cristallino sia esso trasparente, sia opaco

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Di Pasquale Troiano, UOC Oculistica Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli, Erba

Nonostante la chirurgia sul cristallino abbia raggiunto un altissimo grado di standardizzazione, favorita da una sempre maggiore disponibilità di tecnologie d’avanguardia, essa rimane tutt’oggi un’operazione traumatica per il delicato equilibrio della superficie oculare. Sulla vetta delle complicazioni più comuni legate alla chirurgia della cataratta troviamo la Malattia dell’Occhio Secco (MOS), una patologia caratterizzata da un circolo vizioso infiammatorio che può essere scatenato o esacerbato dal trauma chirurgico e che può condizionare negativamente la qualità della vista del paziente limitando così i vantaggi della chirurgia. UN PESO DA NON SOTTOVALUTARE I pazienti con MOS paucisintomatico prima dell’intervento subiscono un peggioramento significativo dei sintomi dopo la chirurgia. A prescindere dall’esito dell’intervento e dalle condizioni preoperatorie della superficie oculare, dopo la chirurgia lo stato di salute della superficie oculare tende a peggiorare fino a raggiungere l’apice al settimo giorno postoperatorio, persistendo talvolta per mesi. È opportuno segnalare sempre al paziente il rischio di comparsa di sintomi da MOS dopo l’intervento e riportare la segnalazione anche nel consenso informato.

Pasquale Troiano

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UN CIRCOLO VIZIOSO DA BLOCCARE Il principale fattore eziopatoge-

netico della MOS è il processo infiammatorio, generalmente legato alla perdita dell’omeostasi della superficie oculare, alle alterazioni epiteliali e alla disfunzione delle ghiandole di Meibomio che portano all’instabilità del film lacrimale. L’insieme di questi fattori produce infiammazione che a sua volta genera instabilità della lacrima. In seguito a chirurgia, ulteriori fattori eziologici si aggiungono al processo tipico della MOS. Le incisioni chirurgiche riducono la sensibilità corneale e quindi la secrezione lacrimale. Le sostanze che vanno a contatto con la superficie oculare prima, durante e dopo l’intervento e, in particolare, i disinfettanti causano una perdita di cellule mucipare. ASPETTATIVE DA SODDISFARE La Malattia dell’Occhio Secco ha un impatto sull’esito chirurgico stesso. Una variazione dell’equilibrio della superficie oculare modifica sensibilmente la rifrazione e la qualità dell’epitelio corneale determinando un deterioramento visivo che penalizza le aspettative del paziente in particolare quando si utilizzano lenti intraoculari a struttura complessa. UNA SOLUZIONE SEMPLICE Proteggere e preparare la superficie oculare all’intervento, controllare l’infiammazione e favorire il ripristino della sua omeostasi dopo la chirurgia, sono azioni decisive per contrastare l’insorgenza o il peggioramento della MOS. La strategia più efficace si fonda sulla somministrazione di colliri a


base di acido ialuronico ad alto peso molecolare particolarmente utile in presenza di incisioni chirurgiche. Già la sola somministrazione di acido ialuronico riduce l’infiammazione, aumenta sensibilmente il tempo di rottura del film lacrimale, promuove la riepitelizzazione corneale e, ristabilendo la congruità degli strati lacrimali, riduce anche l’evaporazione dello strato acquoso. SCEGLIERE BENE Le lacrime artificiali non sono tutte uguali. Per ottenere un rapido ripristino dell’omeostasi della superficie oculare bisogna scegliere acidi ialuronici con peso molecolare di almeno 1.000 KiloDalton che hanno la capacità di legarsi ai recettori della superficie oculare

riducendo il processo infiammatorio. Gli acidi ialuronici a basso peso molecolare o a catena corta, per contro, possono essere controproducenti poiché possono avere un ruolo proinfiammatorio.

BIBLIOGRAFIA - H ynnekleiv L, Magno M, Vernhardsdottir RR, et al. Hyaluronic acid in the treatment of dry eye disease. Acta Ophthalmol. 2022;100(8):844-860. doi:10.1111/ aos.15159 - M encucci R, Vignapiano R, Rubino P, et al. Iatrogenic Dry Eye Disease: Dealing with the Conundrum of Post-Cataract Discomfort. A P.I.C.A.S.S.O. Board Narrative Review. Ophthalmol Ther. 2021;10(2):211-223. doi:10.1007/ s40123-021-00332-7

- M iura M, Inomata T, Nakamura M, et al. Prevalence and Characteristics of Dry Eye Disease After Cataract Surgery: A Systematic Review and Meta-Analysis. Ophthalmol Ther. 2022;11(4):1309-1332. Doi:10.1007/s40123-022-00513-y - R oda M, Corazza I, Bacchi Reggiani ML, et al. Dry Eye Disease and Tear Cytokine Levels-A Meta-Analysis. Int J Mol Sci. 2020;21(9):3111. Published 2020 Apr 28. doi:10.3390/ijms21093111 - S utu C, Fukuoka H, Afshari NA. Mechanisms and management of dry eye in cataract surgery patients. Curr Opin Ophthalmol. 2016;27(1):24-30. doi:10.1097/ ICU.0000000000000227 - Tavianatou AG, Caon I, Franchi M, Piperigkou Z, Galesso D, Karamanos NK. Hyaluronan: molecular size-dependent signaling and biological functions in inflammation and cancer. FEBS J. 2019;286(15):2883-2908. doi:10.1111/ febs.14777

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Approfondimenti

LA SALUTE DELLA SUPERFICIE OCULARE NEL PAZIENTE CON GLAUCOMA Cosa fare per non mettere a rischio l’aderenza alla terapia

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di Dottoressa Ilaria Chiarappa, U.O.S.V.D Oculistica Conversano, Bari

Ilaria Chiarappa

Seppur il glaucoma sia riconosciuto come malattia la cui eziologia è multifattoriale, il trattamento di elezione attualmente disponibile per i pazienti è l’abbassamento della pressione intraoculare (IOP). Ciò può essere raggiunto anche tramite l’uso di farmaci topici che, abbassando il tono intraoculare, rallentano la progressione della malattia e aiutano a preservare la funzione visiva. Si tratta però di una terapia a vita e nel prescriverla lo specialista deve considerare l’impatto che questa ha a lungo termine sulla tollerabilità, compliance e aderenza da parte del paziente. Le linee guida della European Glaucoma Society (EGS) riportano che l’obiettivo principale della terapia del glaucoma è quello di mantenere la funzione visiva e la qualità della vita del paziente a un costo sostenibile. Il concetto di sostenibilità non significa tanto un costo basso del farmaco, ma che le scelte terapeutiche siano ottimizzate sui costi, tenendo sempre conto dell’efficacia e degli eventuali effetti collaterali che la terapia può comportare. Uno degli effetti collaterali più comuni nella terapia topica ipotonizzante è il rischio di dry eye iatrogeno, un problema da non sottovalutare che può compromettere l’aderenza alla terapia da parte del paziente glaucomatoso e quindi minarne l’efficacia. DRY EYE IATROGENO E GLAUCOMA: LE CAUSE Si stima che le disfunzioni della superficie oculare come effetto avverso del trattamento topico ipotonizzante coinvolgano circa il 56,9% delle donne e il 45,7% degli uomini. Le manifestazioni cliniche dell’occhio secco iatrogeno nel

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paziente glaucomatoso tipiche sono secchezza, arrossamento, lacrimazione, irritazione, bruciore, sensazione di corpo estraneo, fotofobia e visione distorta. La principale causa del dry eye iatrogeno nei pazienti glaucomatosi è la presenza di alcuni principi attivi e conservanti nei colliri ipotonizzanti; questi ultimi sono utilizzati come protezione dalle contaminazioni microbiche nei colliri multidose in modo da aumentare l’emivita del farmaco ed evitare al paziente infezioni secondarie. Tra i conservanti più utilizzati troviamo il cloruro di benzalconio (BAK) che è stato definito in diversi lavori in letteratura, come tossico per la superficie oculare. Il BAK, infatti, riduce la stabilità del film lacrimale e ne altera lo strato lipidico, provocando un aumento dell’evaporazione; inoltre determina una diminuzione delle cellule caliciformi della congiuntiva, inducendo di conseguenza una minor produzione di lacrime e una stimolazione dell’infiammazione neurogenica. Il cloruro di benzalconio può essere tossico anche per l’endotelio corneale e a livello del trabecolato, importantissimo per la gestione del deflusso dell’umor acqueo. Tale effetto collaterale è capace di generare un circolo vizioso deleterio per il paziente: una superficie oculare alterata riduce la capacità di penetrazione delle molecole ipotonizzanti dei farmaci per il glaucoma. Vedendo la scarsa efficacia della terapia, lo specialista è portato ad aumentare il dosaggio o aggiungere altri farmaci per raggiungere la pressione target. Questo aumenta la tossicità sulla superficie oculare e la severità dei disturbi per il paziente, riducendo la compliance e l’aderenza alla terapia, non portando quindi ai risultati attesi.


pitelizzanti della superficie oculare. Un recente studio di Coco et al ha dimostrato che la formulazione oftalmica contenente acido ialuronico ad alto peso molecolare 0,15% ha un promettente effetto benefico sulla riduzione dei sintomi e dei segni di dry eye iatrogeno nei pazienti trattati con analoghi delle prostaglandine. Oltre all’uso di un buon sostituto lacrimale e al passaggio a dei colliri ipotonizzanti preservative-free, una buona pratica è quella di valutare lo stato di salute della superficie oculare del paziente, sia prima del trattamento che nel follow up, eseguendo test appositi come il TBUT e il test di Schirmer e verificando la presenza di iperemia congiuntivale, iperplasia follicolare, congiuntiva “cellophane-like”, fibrosi congiuntivale, cheratopatia puntata ecc.

LA SOLUZIONE La prima soluzione da adottare in casi come questi, come suggerito dalle stesse linee guida dell’EGS e dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), è quella di evitare l’uso di colliri contenenti conservanti per i pazienti in terapia cronica. Infatti, le terapie preservative-free hanno dimostrato una maggiore tollerabilità, aumentando l’aderenza del paziente alla terapia e quindi l’efficacia nel raggiungere il tono intraoculare target. Un’altra soluzione possibile è prediligere le combinazioni fisse, per ridurre il numero di colliri che il paziente deve utilizzare. Per ridurre il discomfort generato dalla disfunzione della superficie oculare nel paziente glaucomatoso è consigliato l’utilizzo di un sostituto lacrimale. I sostituti lacrimali infatti sono in grado di lubrificare la superficie oculare e integrare il film lacrimale naturale, riducendo l’osmolarità con un conseguente incremento del break-up time (BUT). L’acido ialuronico (HA) è tra le componenti più efficaci dei sostituti lacrimali. Le sue proprietà idrofile, infatti, consentono di trattenere grandi quantità di molecole d’acqua, riducendo l’evaporazione del film lacrimale. L’acido ialuronico è altamente biocompatibile, quindi non provoca alcuna reazione immunitaria o au-

mento di sensibilità, e ha proprietà mucoadesive e mucomimetiche, che gli permettono di aderire bene alla mucina del film lacrimale pre-corneale, garantendone maggiore permanenza e dando sollievo dai sintomi. Gli acidi ialuronici tuttavia, non sono tutti uguali, ma differiscono a seconda del loro peso molecolare. Un acido ialuronico ad alto peso molecolare è in grado, ad esempio, di assorbire grandi volumi di acqua. Tra i vari acidi ialuronici in commercio, l’acido ialuronico FHA 1.0, brevettato per uso oftalmico, ha un elevato grado di purezza e alto peso molecolare, che garantisce una maggiore permanenza sulla superficie oculare. È detto di grado farmaceutico perché garantito da una serie di test della Farmacopea Europea, così come le iniezioni parenterali e intraoculari. Questi test hanno dimostrato che l’acido ialuronico FH 1.0 rispetta i limiti consentiti per i livelli di proteine ed endotossine, ed è utile per sopperire alle problematiche della superficie oculare in caso di dry eye come infiammazione, secchezza, bruciore, sensazione di corpo estraneo ecc. I sostituti lacrimali a base di acido ialuronico di elevata qualità possono avere altri componenti come l’estratto di Echinacea, dalle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, e aminoacidi, dalle buone proprietà lubrificanti e rie-

BIBLIOGRAFIA - Baudouin et al. “Inflammation in Glaucoma: From the back to the front of the eye, and beyond”. Progress in Retinal and Eye Research. 2020. 1-26; - Coco et al. «Efficacy of Nonpreserved Sodium Hyaluronate Artificial Tears in Dry Eye Disease Patients Treated with Prostaglandin Analogs for Primary Open-Angle Glaucoma: A Prospective, Nonrandomized, Open-Label Pilot Study» 2022. Journal of Ophthalmology; - Gomes JAP, Azar DT, Baudouin C, et al. TFOS DEWS II iatrogenic report. Ocul Surf. 2017;15(3):511-538. doi:10.1016/j. jtos.2017.05.004; - Konstas AG, Labbé A, Katsanos A, et al. The treatment of glaucoma using topical preservative-free agents: an evaluation of safety and tolerability. Expert Opin Drug Saf. 2021;20(4):453466. doi:10.1080/14740338.2021.1873947; - Mantovani E., Trapianto Semplice di Cellule Epiteliali Limbari (SLET): La gestione dell’OSD: acido ialuronico FHA 1.0 e assenza di conservanti, Superficie Oculare, Evidence Based on Anterior Segment, Anno XV, n. 2/2021 - Nijm et al. «Understanding the Dual Dilemma of Dry Eye and Glaucoma: An International Review». Asia-Pacific Academy of Ophthalmology. 2020. 9 (6): 481-490; - Triolo G., Disfunzione Della Superficie Oculare E Glaucoma, Superficie Oculare, Evidence Based on Anterior Segment, Anno XV, n. 2/2021; - Yang YJ, Lee WY, Kim YJ, Hong YP. A Meta-Analysis of the Efficacy of Hyaluronic Acid Eye Drops for the Treatment of Dry Eye Syndrome. Int J Environ Res Public Health. 2021;18(5):2383. Published 2021 Mar 1. doi:10.3390/ijerph18052383.

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Approfondimenti

PROTEGGERE LA VISTA L’eccellenza della terapia combinata nel trattamento del glaucoma

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di Pietro Fioretto, Casa di Cura N..S. Di Lourdes, Massa di Somma, Napoli

Le gocce oftalmiche a combinazione fissa, come quelle contenenti Dorzolamide e Timololo, si sono affermate come una soluzione essenziale nella gestione dell’ipertensione intraoculare (IOP) nei pazienti affetti da Glaucoma ad Angolo Aperto. La combinazione di Dorzolamide e Timololo rappresenta un notevole avanzamento nel trattamento del glaucoma, con una riduzione della IOP del 32,7% maggiore rispetto alle monoterapie. Questo dato riveste una notevole importanza per i pazienti che necessitano di un rapido raggiungimento del target pressorio desiderato. La gestione della pressione intraoculare riveste infatti un ruolo fondamentale nel controllo a lungo termine del glaucoma, contribuendo a prevenire la progressiva perdita del campo visivo dovuta al danneggiamento del nervo ottico. Questo scenario può essere più efficacemente evitato grazie all’incremento dell’efficacia nella regolazione pressoria offerta dalle combinazioni fisse. Nella quinta edizione delle sue linee guida, la European Glaucoma Society (EGS) ha sottolineato la maggiore sicurezza dei farmaci ipotonizzanti privi di conservanti e raccomanda farmaci a combinazione fissa per la loro capacità di ridurre la frequenza giornaliera delle dosi, con un impatto positivo sull’aderenza del paziente. Questo sostegno rafforza ulteriormente l’importanza delle combinazioni fisse nella gestione del glaucoma. EFFICACIA SINERGICA L’elevata efficacia della terapia a combinazione fissa di Dorzolamide cloridrato e Timololo maleato deriva dalla capacità di entrambi

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i componenti di ridurre la produzione di umor acqueo, e di conseguenza la pressione intraoculare, attraverso differenti meccanismi di azione. Questa combinazione, con una storia consolidata che risale al 1998 nella pratica clinica, offre una notevole sicurezza. L’esperienza pluriennale e il monitoraggio costante dei pazienti contribuiscono a garantire un elevato profilo di sicurezza. La formulazione in soluzione, invece di sospensione, con una combinazione ben definita dei principi attivi e l’assenza di eccipienti irritanti, migliora notevolmente la tollerabilità, riducendo significativamente gli effetti collaterali come irritazione, bruciore e sensazione di sabbia negli occhi. Questo si traduce in un aumento dell’aderenza al trattamento. NEMICO DELLA SUPERFICIE OCULARE: IL BAK Prima di esplorare ulteriormente i benefici delle formulazioni senza conservanti, è fondamentale evidenziare gli effetti negativi associati al comune conservante oftalmico noto come Cloruro di Benzalconio (Benzalkonium Chloride o BAK). Ampiamente utilizzato in molte soluzioni oftalmiche, questo conservante può causare disturbi di varia entità, tra cui irritazione, secchezza e danni progressivi alla superficie oculare. L’uso prolungato del BAK è stato associato a effetti collaterali complessi, come la perdita di cellule dell’endotelio corneale e possibili danni al nervo ottico. La sensazione di bruciore può generare disagio nei pazienti in terapia cronica, il che può influire negativamente sull’aderenza al trattamento. La scelta di una


formulazione senza conservanti offre notevoli vantaggi in termini di sicurezza e tollerabilità. Un sistema di erogazione appositamente progettato per mantenere la sterilità del contenitore può efficacemente prescindere dalla necessità di aggiungere conservanti alla formulazione. ADESIONE DEL PAZIENTE ALLA TERAPIA E GESTIONE SEMPLIFICATA L’assenza di conservanti e la riduzione delle somministrazioni giornaliere rispetto alle monoterapie migliorano notevolmente la tollerabilità a lungo termine, con

conseguente aumento dell’aderenza del paziente al trattamento. Da questo punto di vista, la combinazione fissa di Dorzolamide e Timololo senza conservanti si rivela una scelta terapeutica altamente indicata. Concludendo, la combinazione fissa di Dorzolamide e Timololo senza conservanti si afferma come un’opzione terapeutica eccezionale per i pazienti con Glaucoma ad Angolo Aperto. Questa formulazione offre un significativo abbassamento della pressione intraoculare, maggiore sicurezza, migliore comfort oculare e un profilo di tollerabilità superiore

rispetto alle terapie tradizionali contenenti conservanti. La salute degli occhi è prioritaria, e questa combinazione terapeutica proietta un futuro più luminoso e sicuro per i pazienti affetti da Glaucoma. La formulazione in soluzione non solo migliora il comfort oculare, ma aumenta anche l’aderenza al trattamento e, di conseguenza, l’efficacia terapeutica. La combinazione fissa di Dorzolamide e Timololo senza conservanti è un esempio straordinario di come l’innovazione possa migliorare la qualità della vita dei pazienti e l’efficacia dei trattamenti oftalmici. 35


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TRIAMCINOLONE ACETONIDE: UN ALLEATO NELLA CHIRURGIA VITREORETINICA Prevenire le complicazioni chirurgiche della vitrectomia

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Di Sebastiano Accetta, Responsabile U.O. Di Oculistica Palazzo Della Salute Gruppo San Donato, Milano

Dottor Sebastiano Accetta

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Nel corso della sua storia, la chirurgia vitreoretinica ha compiuto passi da gigante: dalla prima vitrectomia del Dottor Robert Machemer negli anni ‘70, fino ai più recenti perfezionamenti, questo tipo di chirurgia ha visto sempre più nuove opportunità a beneficio del paziente. Uno di questi sviluppi è quello della farmacoterapia intravitreale a supporto della chirurgia vitreoretinica tramite l’uso dei farmaci (corticosteroidi come il triamcinolone acetonide, il desametasone) e gli inibitori dell’angiogenesi. Questi farmaci sono infatti tra i più comunemente studiati e utilizzati grazie al loro profilo di sicurezza ed efficacia evidenziata in letteratura. Ci sono delle complicanze chirurgiche temibili legate alla chirurgia vitreoretinica in cui questo tipo di farmaci hanno evidenziato efficacia come adiuvanti nel ridurle. LA VITREORETINOPATIA PROLIFERATIVA Una delle principali complicanze dopo l’intervento per distacco di retina regmatogeno è la vitreoretinopatia proliferativa (PVR). Questa patologia consiste nella formazione sulla superficie della retina e nel vitreo di membrane fibrose che esercitano una trazione sulla retina stessa causandone il distacco. Si è ipotizzato che i mediatori dell’infiammazione che si sviluppano dopo una lesione anatomica della retina e dell’epitelio pigmentato retinico portino allo sviluppo di membrane fibrogliali

epiretiniche e sottoretiniche. La PVR può essere gestita chirurgicamente con la vitrectomia pars plana, il peeling delle membrane epiretiniche e sottoretiniche, la rimozione della base vitreale, il tamponamento retinico. La ricerca scientifica si è concentrata nello sviluppo di farmaci in grado di ridurre il tasso di riproliferazione: in questo gli steroidi intravitreali, tra cui il triamcinolone acetonide, hanno evidenziato in studi su campioni animali una capacità di diminuire in modo significativo lo sviluppo della PVR. Uno studio clinico prospettico randomizzato di Ahmadieh et al e pubblicato su Ophthalmology ha valutato l’efficacia del triamcinolone acetonide intravitreale nella PVR di grado molto avanzato, in una popolazione di studio di 75 soggetti. Questi sono stati divisi in due gruppi e sottoposti a vitrectomia con tamponamento in olio di silicone: un gruppo ha ricevuto una singola dose (4 mg) intravitreale di triamcinolone acetonide alla fine della chirurgia, mentre il gruppo di controllo no. Lo studio ha evidenziato il riaccollamento retinico senza alcun reintervento a sei mesi nell’84% degli occhi del gruppo trattato rispetto al 78% del gruppo di controllo. Lo studio ha mostrato che, nonostante la differenza non sia statisticamente significativa, vi è una tendenza verso risultati anatomici migliori negli occhi trattati con triamcinolone acetonide intravitreale.


MEMBRANE EPIRETINICHE Le membrane epiretiniche (pucker maculare) possono essere causate da diversi meccanismi tra cui il distacco posteriore del vitreo, un’uveite e le malattie vascolari retiniche. Numerosi studi hanno evidenziato miglioramenti anatomici e visivi importanti dopo la rimozione chirurgica delle membrane epiretiniche. Nonostante questo, però, lo sviluppo di edema maculare postoperatorio continua a limitare il raggiungimento di risultati visivi ottimali. Anche in questo caso la somministrazione intravitreale di triamcinolone acetonide ha evidenziato sicurezza ed efficacia sia durante che dopo la vitrectomia per la malattia retinovascolare complessa con o senza proliferazione preretinica. Una serie di casi retrospettivi di Sella et al ha valutato gli effetti dell’uso concomitante di triamcinolone acetonide dopo una vitrectomia via pars plana nei casi di membrane epiretiniche idiopatiche. Sono stati confrontati 75 soggetti riceventi terapia steroidea intravitreale rispetto a 49 nel gruppo di controllo

(senza terapia intravitreale dopo la chirurgia). I risultati a 3 mesi hanno mostrato una differenza statisticamente rilevante tra i due gruppi per quanto concerne l’acuità visiva meglio corretta e lo spessore maculare centrale, concludendo che i miglioramenti visivi, anatomici e funzionali a tre mesi sono superiori con l’uso adiuvante del triamcinolone acetonide intravitreale. PERCHÉ SCEGLIERE IL TRIAMCINOLONE ACETONIDE Tra le farmacoterapie che possono essere utilizzate prima, durante e dopo la chirurgia vitreoretinica per migliorare l’esito. Il triamcinolone acetonide, il desametasone e gli inibitori dell’angiogenesi hanno mostrato di favorire benefici anatomici e funzionali. Alcuni autori hanno inoltre evidenziato una riduzione delle complicanze dopo intervento chirurgico grazie alla modulazione dell’infiammazione intraoculare, fattore che permette un recupero visivo più rapido e una riduzione dell’insorgenza dell’edema maculare. In conclusione, la farmacoterapia

coadiuvante dopo o durante la vitrectomia appare una componente importante per ottimizzare i risultati a lungo termine della chirurgia; in particolare nei casi di retinopatia diabetica, PVR e pucker maculare. Con il perfezionamento continuo delle tecniche chirurgiche e delle terapie associate, il chirurgo oftalmologo avrà a sua disposizione sempre più strumenti per migliorare la vista e le condizioni di vita dei pazienti. BIBLIOGRAFIA - A hmadieh H et al. Triamcinolone Acetonide in Silicone-Filled Eyes as Adjunctive Treatment for Proliferative Vitreoretinopathy. Ophthalmology 2008;115:1938– 1943; - S ella R, Gal-or O, Goh YW, et al. Role of concomitant triamcinolone acetonide injection in small-gauge vitrectomy for idiopathic epiretinal membrane peel. Asia Pac J Ophthalmol (Phila) 2015; 4: 204–207. - V illegas T.G. et al. Pharmacotherapy as an adjunct to vitrectomy. Ther Adv Ophthalmol 2021, Vol. 13: 1–9 DOI: 10.1177/25158414211016105

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Approfondimenti

MODELLI TRIDIMENSIONALI IN VITRO DI EPITELIO CORNEALE Nuovo approccio sperimentale per la valutazione di efficacia e tollerabilità/sicurezza dei colliri

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Di Vincenzo Calderone Professore Ordinario di Farmacologia Dipartimento di Farmacia Università di Pisa

Professor Vincenzo Calderone

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La sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Disease, DED) è una condizione patologica molto diffusa nella popolazione anziana; tuttavia negli ultimi anni è stato osservato un preoccupante aumento della sua prevalenza anche nei soggetti più giovani, probabilmente a causa del cambiamento di stili di vita e dell’utilizzo di dispositivi quali smart-phone, PC, ecc. La DED ha quindi un crescente impatto sulla salute globale. Accanto ai sintomi caratteristici di disagio, fastidio o addirittura dolore a livello oculare, la DED influenza inoltre in modo significativo la capacità del paziente di svolgere attività quotidiane, come leggere, concentrarsi, guidare e lavorare, portando a pesanti conseguenze socio-economiche e psichiche. Tale impatto sul benessere, sulla qualità della vita e sulle attività relazionali e professionali dei pazienti è infatti spesso associato ad un’elevata incidenza di depressione, ansia, stress e disturbi del sonno. Questa patologia ha una natura multifattoriale a forte connotazione infiammatoria immuno-mediata, fondamentalmente basata sull’innesco e sulla cronicizzazione di un circolo vizioso di meccanismi locali e sistemici, in cui si riconosce chiaramente il ruolo di cellule coinvolte nella risposta immunitaria innata (ad esempio, neutrofili, monociti, macrofagi, cellule den-

dritiche) e in quella adattiva (ad esempio linfociti Th1 e Th17), e di numerosi mediatori pro-infiammatori che possono giungere all’attivazione di meccanismi apoptotici a danno dell’epitelio corneale. La terapia topica con colliri medicinali e sostituti lacrimali rappresenta un comune approccio terapeutico di prima linea per la DED. Di conseguenza, lo sviluppo di moderne metodologie sperimentali in vitro dotate di elevato potere predittivo sulle caratteristiche di efficacia e tollerabilità/sicurezza potrebbe consentire lo studio di meccanismi e stimoli patogenetici che hanno un ruolo localizzato nell’epitelio corneale. In tale prospettiva, l’ottimizzazione e lo sviluppo di modelli sperimentali capaci di ricreare condizioni di “dry eye” su un modello tridimensionale in vitro di epitelio corneale hanno consentito di evidenziare l’efficacia di sostituti lacrimali (Xiloial) ad ampio utilizzo nella pratica clinica nonché di farmaci antinfiammatori steroidei comunemente prescritti nella DED (come il desametasone), e di valutarne l’elevato grado di tollerabilità sull’epitelio corneale. Tali modelli sperimentali in vitro sembrano dunque rappresentare uno strumento sempre più importante e strategico di ricerca preclinica per lo sviluppo di farmaci e dispositivi destinati ad un uso topico nella terapia della DED.


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Approfondimenti

UN ANNO DI ONESIGHT ESSILORLUXOTTICA ITALIA Dati ancora allarmanti, ma i lavori procedono con collaborazione e sinergia

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La Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, capitolo italiano della Fondazione globale, ha chiuso il primo anno di attività e ha tirato le somme di questi dodici mesi con il meeting “Vedere meglio, Vivere meglio tutti” presso la Camera dei Deputati lo scorso 5 ottobre 2023. L’obiettivo della Fondazione è quello di eliminare i difetti visivi non corretti entro il 2050 seguendo tre direttrici principali: contribuire a iniziative nel campo della scienza oftalmologica e applicazioni tecniche e ottiche conseguenti; aiutare le persone disagiate con problemi di visione e prevenire i problemi di vista con iniziative di sensibilizzazione. Questo primo anno di attività ha visto il focus della Fondazione sull’aiuto alle persone più fragili e sono stati già raggiunti importanti risultati per garantire la vista a quante più persone possibili. “Siamo convinti che la vista sia un diritto umano fondamentale ma i problemi di vista non corretti colpiscono ancora oggi 2,7 miliardi di persone in tutto il mondo, il 90% delle quali vive in comunità in via di sviluppo. Vedere bene significa migliorare molti aspetti della vita delle persone e per questo la Fondazione OneSight EssilorLuxottica si impegna ogni giorno per offrire una risposta immediata, gratuita e concreta a chi ha bisogno, garantendo accesso alle cure oculistiche per i più fragili e stabilendo partnership di grande rilevanza, nel mondo”, ha spiegato Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente della Fondazione OneSight EssilorLuxottica

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Italia. “La Fondazione riunisce la passione e l’esperienza di EssilorLuxottica, del suo Fondatore, dei suoi dipendenti, partner, clienti e sostenitori in tutto il mondo per dare vita alla sua mission, quella di aiutare le persone a ‘vedere meglio e vivere meglio’”. Il bilancio del primo anno in numeri è stato molto positivo, grazie anche al contributo di oltre 25 organizzazioni, 250 oculisti e ortottisti, 100 ottici e 330 volontari. La rete solidale e virtuosa creata da EssilorLuxottica ha permesso di arrivare a importanti obiettivi tra cui 140 giornate di attività operativa in oltre 10 città italiane con le iniziative “Le Giornate della Vista” e il progetto “Ci vediamo a Corviale”, in collaborazione con IAPB Italia. Oltre 14.000 persone hanno potuto beneficiare di queste iniziative e sono stati donati altrettanti occhiali; 7250 sono le visite oculistiche effettuate nel contesto delle iniziative di OneSight e 1300 le patologie diagnosticate e curate. DATI ALLARMANTI ANCHE NEL NOSTRO PAESE L’evento del 5 ottobre alla Camera dei Deputati è stato anche l’occasione per presentare il libro “Vedere meglio, Vivere meglio tutti. La povertà, le malattie della vista e la sfida per sconfiggerle in Italia e nel mondo entro il 2050”, curato dal Professor Filippo Cruciani, medico oftalmologo e componente del Comitato Scientifico della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia ETS. Il libro è stato realizzato in collaborazione con la società di ricerca Tolomeo su dati ISTAT e si tratta della prima ricerca dedicata


di Timothy Norris

al tema della salute visiva, con particolare riferimento alle categorie sociali economicamente più svantaggiate. Sulla scia di quanto affermato dalle Nazioni Unite, ovvero che la vista è un diritto fondamentale dell’uomo da garantire sempre e dovunque, lo studio ha tracciato un quadro sullo stato di salute oculare a livello mondiale e nel nostro Paese. Anche i Paesi ad alto reddito, come l’Italia, non sono immuni dalla povertà. Infatti, vi è una fortissima relazione tra fragilità sociale e difetti visivi non corretti, con conseguenti difficoltà di inclusione. I principali dati emersi sul nostro Paese hanno riscontrato che ci sono 907.000 persone in condizioni di difficoltà economica e con limitazioni alla vista, di questi 91.000 con limitazioni gravi. Più di un terzo di essi si concentra nel Sud Italia (332.000 persone) e la Calabria è la regione con il maggior numero di persone in povertà con limitazioni della vista (3,6%). Dei circa 96.000 senzatetto rilevati dall’ultimo censimento ISTAT, si stima che il 13,8% abbia difetti visivi. Inoltre dallo studio è emerso che l’1,9% degli intervistati lamenta importanti e gravi deficit visivi e il 16,7% ha moderate difficoltà o menomazioni visive con variabili legate all’età, al genere o alla distribuzione geografica. COSA RISERVA IL FUTURO La prima edizione del Premio Solidarietà della Fondazione

OneSight EssilorLuxottica è stata dedicata ai medici oculisti, che in questi primi 12 mesi hanno supportato concretamente le attività della Fondazione nel nostro Paese. La sinergia e la rete solidale tra la Fondazione e gli specialisti della visione non si ferma qui e sono già pronti i piani per i prossimi 12 mesi. Si vedrà il consolidamento delle attività svolte in continuità e in coerenza con quanto svolto finora, come ad esempio le Giornate della Vista, confermate anche per il 2024. Complessivamente si prevede di passare da 140 a 195 giornate di attività operativa sul campo. La partenza sarà a Milano come lo scorso anno, con un mese di attività presso la Casa di Accoglienza Enzo Jannacci e grazie al lavoro del Professor Francesco Bandello e della Dottoressa Gisella Maestranzi. Sarà ampliata la collaborazione con IAPB e i dipartimenti di oftalmologia delle università, specialmente nelle periferie italiane, dove la Fondazione vuole concentrare la sua attenzione. A tal proposito, a fine gennaio - con la durata di 8 settimane - partirà il progetto “Ci vedremo a Scampia” presso l’omonimo quartiere di Napoli, in collaborazione con il Dipartimento di Oftalmologia dell’Università Federico II e l’Associazione AIRO Onlus insieme

al Professor Ciro Costagliola e al Dottor Vincenzo Orfeo. In primavera la Fondazione sarà alla Sapienza di Roma dove, insieme al dipartimento di oftalmologia del Prof. Lambiase, si visiteranno e saranno donati occhiali da vista agli studenti con reddito familiare ISEE particolarmente basso. Inoltre, il 17 Ottobre scorso il Presidente Leonardo Maria Del Vecchio ha avuto l’onore di mostrare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il primo Centro di Assistenza Oculistica della Fondazione Onesight EssilorLuxottica Italia, all’interno della Casa dell’Amicizia della Comunità di Sant’Egidio a Roma. Il centro, in collaborazione con la Fondazione GB Bietti nella persona del Dottor Domenico Schiano Lomoriello, prevede di effettuare circa mille visite gratuite l’anno, diventando così punto di accoglienza delle persone fragili che potranno effettuare gratuitamente una visita oculistica, ricevere occhiali e l’assistenza necessaria per un’eventuale operazione chirurgica. UNO SFORZO SINERGICO Il filo conduttore di un’iniziativa come OneSight è il lavorare insieme. La chiave del successo di iniziative come questa è proprio la sinergia, il mettere insieme le competenze trasversali e complementari. In primis, i settori pubblico e privato devono collaborare assieme, così com’è fondamentale il ruolo del terzo settore, della collaborazione con le associazioni, le fondazioni private e la società civile. I professionisti della visione sono l’infrastruttura fondamentale per la cura degli occhi poiché sono in una posizione unica per sostenere le campagne di promozione della salute della vista, grazie alle loro competenza tecnica e la loro vicinanza ai potenziali pazienti. Se tutte queste componenti della società agiscono insieme, con un approccio sistemico e una strategia comune, si può costruire un potente catalizzatore per la risoluzione del problema della vista per le categorie più deboli e costituire un modello di buone pratiche da seguire per tematiche analoghe e affini. 41


Tecniche chirurgiche

QUANDO MANCA IL SACCO CAPSULARE, CHE FARE?

L’importanza di una formazione sui casi particolari di impianti secondari di IOL senza supporto capsulare

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Intervista al Dottor Matteo Forlini, Ospedale di Stato di San Marino

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

Dottor Matteo Forlini

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Nella vita professionale di un oftalmologo possono capitare chirurgie complesse, quelle che a volte possono sembrare insormontabili. Chirurgie rese difficili da occhi che hanno subito traumi, o che si trovano congenitamente in condizioni particolari. Afachia, aniridia, IOL lussate, mancanza di supporto capsulare. Tutte queste situazioni richiedono una cura particolare e una grande maestria ed esperienza del chirurgo. Negli ultimi anni, con lo sviluppo di nuove tecnologie e la continua ricerca del perfezionamento chirurgico di certe tecniche, questi casi problematici ora hanno la possibilità di avere ottimi risultati per il paziente. Tuttavia, queste sono chirurgie che richiedono una determinata curva di apprendimento e il modo migliore per avere un primo approccio è sicuramente tramite la partecipazione a corsi e congressi dove esperti in materia condividono la loro esperienza e le loro conoscenze, soprattutto con i più giovani. Questa è stata l’idea che ha mosso Matteo Forlini, consulente di chirurgia vitreoretinica presso l’Ospedale di Stato di San Marino, nell’organizzare al Congresso ESCRS di quest’anno a Vienna un corso intitolato “Different ways of secondary IOL implantation without capsular support” (Diversi metodi di impianti secondari di una IOL senza supporto capsulare) con un panel di nomi d’eccellenza come Ike Ahmed, Gabor Scharioth, Carlo Carlevale, Roberto Bellucci e Andreas Mohr. Con Forlini abbiamo discusso dello

scopo e del tema di questo corso, del perché è così importante continuare a organizzare eventi del genere e che cosa un oftalmologo che partecipa si porta a casa per il suo bagaglio chirurgico. UN VENTAGLIO DI POSSIBILITÀ “Durante questo corso si è parlato dei vari modi e tecniche che abbiamo oggi per fare impianti secondari e per gestire l’afachia, cioè l’assenza di supporto capsulare”, spiega Matteo Forlini. “In una situazione chirurgica normale, la IOL viene messa nel sacco o nel solco. Però se questo non c’è bisogna trovare un altro modo”. Come già riportato, a oggi esistono varie tecniche e alternative per gestire questo tipo di situazioni e il corso proposto da Forlini voleva metterle a confronto, con lo scopo di focalizzarsi sui traumi dell’area tra il segmento anteriore e posteriore: dagli impianti secondari di IOL in situazioni complesse, fino all’utilizzo di iridi artificiali nei casi di aniridia post traumatica. Ognuno degli illustri relatori ha riportato dunque la sua esperienza su diverse tecniche, strategie e linee di pensiero, tenendo conto delle più moderne strumentazioni diagnostiche e chirurgiche e dei nuovi materiali disponibili. “Ike Ahmed è stato il primo e ha mostrato le varie tecniche per fissare la IOL all’iride”, racconta Forlini. “Si tratta di un approccio più conservativo, cioè in caso di IOL lussate cercare di mantenerle applicando una sutura al tessuto sclera-


di Laura Gaspari

Bellucci ha fatto vedere come suturare all’iride per fissare le IOL sublussate usando la tecnica Siepser sliding knot”. Successivamente è stato il turno di un altro esperto in materia, Andreas Mohr. “Mohr ha fatto vedere l’alternativa alle tecniche precedentemente illustrate che sono le lenti intraoculari a enclavazione iridea, le Artisan Iris-Claw, di cui lui stesso è stato un pioniere venti anni fa”, afferma. Ha chiuso il corso lo stesso Forlini, parlando dei casi in cui ci sono più problemi da gestire. “Ho fatto vedere come gestire casi dove non solo c’è afachia, ma anche aniridia. In questi casi si usano protesi di iride artificiale che hanno anche la IOL incorporata”, racconta.

le o irideo, non sostituendole”. Ike Ahmed, esperto canadese, è considerato una “rockstar in oftalmologia” e le sue capacità chirurgiche sono apprezzate in tutto il mondo. In un contesto educativo simile, avere la possibilità di guardare con i propri occhi una relazione e i casi di un tale gigante della materia non è cosa da tutti i giorni. Un altro grande oftalmologo dalla Germania, Gabor Scharioth, era presente come relatore al corso di Forlini. “Gabor Scharioth ha poi parlato della sua tecnica, ‘sutureless intrascleral haptic fixation’ che viene chiamata anche con il suo nome: tecnica di Scharioth, appunto”, pro-

segue il Dottor Forlini. “L’ha pubblicata tempo fa e consiste di fissare alla sclera la lente intraoculare a tre pezzi senza suture ed è la tecnica precorritrice della tecnica di Yamane, che come unica modifica va a ‘flangiare’ le aptiche”. Non sono mancati anche grandi esperti italiani in materia, come Carlo Carlevale e Roberto Bellucci. “Carlo Carlevale ha parlato della sua lente, che è a fissazione sclerale senza suture solo che a differenza della Scharioth, che impianta una IOL a tre pezzi, questa è monopezzo. Ha spiegato tutti i pro e contro della sua lente e della tecnica chirurgica”, spiega. “Poi Roberto

CONOSCERE MEGLIO PER IMPARARE Quando si partecipa a questi corsi non ci si deve mai aspettare che si arrivi alla conclusione che una tecnica chirurgica sia meglio dell’altra: ogni situazione necessita della sua soluzione particolare. “Ogni tecnica ha vantaggi e svantaggi e dipende dai casi che si presentano: a volte va bene la fissazione sclerale, a volte quella iridea, a volte entrambe”, spiega Forlini. La mano e l’esperienza del chirurgo fanno decisamente la loro parte nella valutazione del caso e nella scelta della tecnica più adatta. Quello che è importante a livello didattico è far vedere tutte le possibilità. “Sono situazioni molto difficili ed è giusto mostrare tutto l’armamentario disponibile. Si viene a corsi del genere e si vede tutto quello che c’è a disposizione”. Il messaggio più importante, secondo Forlini, è la grande disponibilità odierna di soluzioni anche per questi casi difficili. “Oggi è un bene che ci siano tutte queste possibilità, protesi innovative che prima non esistevano. Una volta, purtroppo, per questi pazienti non c’era speranza. Oggi invece c’è scelta, con un abbassamento dei rischi e un dimezzamento dei tempi chirurgici. Tecniche meno invasive, più sicure, con lenti ad alta performance. Presentare a un corso questa gamma di opzioni è già un grande passo per risolvere molti problemi dei nostri pazienti”, conclude. 43


Eventi Congressuali

41° CONGRESSO ESCRS A VIENNA EUROPEAN SOCIETY OF CATARACT AND REFRACTIVE SURGEONS Si è svolto a Vienna dall’8 al 12 settembre 2023, presso il Messe Wien Exhibition & Congress, il quarantunesimo congresso della European Society of Cataract and Refractive Surgeons (ESCRS). L’importante congresso internazionale è stato all’insegna delle novità e della sostenibilità, riunendo la classe medica internazionale e le aziende in un importantissimo appuntamento di grande oftalmologia, tra innovazioni e nuove sfide. Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti, che ci hanno parlato di tutte le novità in campo e dell’importanza di non smettere di dialogare.

Per vedere tutte le video interviste integrali

www.eyeseenews.it

oppure accedi direttamente utilizzando il codice QR

L’ENIGMA DELL’ANTERIOR INTERFACE Marie-José Tassignon, ex Presidente ESCRS, ha presentato a ESCRS 2023 a Vienna la sua Heritage Lecture sull’enigma dell’anterior interface. Un’area tutta da conoscere, ma dal pieno potenziale.

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BINKHORST MEDAL LECTURE 2023: LA RIGENERAZIONE DELLA CORNEA Jorge Alió parla dell’argomento che ha ottenuto la prestigiosa Binkhorst Medal Lecture di quest’anno a ESCRS, intitolata “Corneal Regeneration: The Future of Corneal Surgery”. Un argomento innovativo e che apre la strada a nuovi orizzonti che potrebbero portarci oltre il trapianto di cornea.


CHIRURGIA REFRATTIVA CORNEALE NEI CASI DI IPERMETROPIA Pavel Stodulka ha parlato della sua presentazione a ESCRS sulla chirurgia refrattiva corneale nei casi di ipermetropia, da quella bassa (2 diottrie) a quella alta (9 diottrie). Il Dottor Stodulka ha parlato del suo metodo di classificazione e dei limiti per l’ipermetropia, oltre ai suoi criteri a seconda che si tratti di un paziente giovane o no.

IL FUTURO DELLE FORMULE DEL CALCOLO DELLE IOL Giacomo Savini, da ESCRS a Vienna, parla della sua presentazione al simposio del Journal of Cataract and Refractive Surgery sul futuro delle formule del calcolo delle IOL, un campo dall’evoluzione sempre più rapida e difficile da prevedere. Tuttavia, il Dottor Savini pensa che il futuro del calcolo delle IOL sia verso il ray tracing, riconoscendone anche i limiti.

LA SITUAZIONE IN UCRAINA PER L’OFTALMOLOGIA Nadiia Ulianova parla da ESCRS 2023 della terribile situazione in Ucraina per quello che riguarda l’oftalmologia. Da un anno infatti, con l’invasione russa su larga scala, il settore oftalmologico è in difficoltà per mancanza di medicine, strumenti e per l’enorme quantità di feriti.

COME GESTIRE LE COMPLICANZE DELLA DMEK? Lamis Baydoun da ESCRS 2023 a Vienna dà utili consigli per chi si vuole cimentare nella DMEK per la prima volta e trova delle complicanze da gestire.

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News dalle aziende

IPER X - LENTI PER FISSAZIONE ECCENTRICA FIRMATE DAI OPTICAL

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INTRODUZIONE L’utilizzo di lenti prismatiche nelle persone ipovedenti che utilizzano la fissazione eccentrica è stato proposto già all’inizio degli anni ’80 come metodo per migliorare l’acuità visiva della persona. Con l’avanzare della ricerca scientifica si è compreso meglio il potenziale di questi dispositivi e oggi vengono quotidianamente usati nella riabilitazione della persona ipovedente con perdita visiva centrale. Utilizzando queste lenti prismatiche, infatti, è possibile compensare il movimento degli occhi e/o della testa che la persona deve compiere per utilizzare la fissazione eccentrica. In tal modo la persona può tornare ad utilizzare la fissazione in posizione primaria di sguardo in maniera naturale e questo spesso contribuisce in maniera significativa a migliorare il quadro psicologico della persona ipovedente che, come è risaputo, molto spesso è associato alla depressione. DAI Optical è in prima linea nel migliorare la tecnologia degli ausili ottici per l’ipovisione, e grazie al centro ricerca e sviluppo interno è possibile oggi progettare e realizzare lenti per fissazione eccentrica su

scotoma assoluto, circondato da uno scotoma relativo

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Scotoma relativo

misura, per ridurre il peso e lo spessore delle lenti. L’aspetto estetico dell’occhiale finito può sembrare secondario ma non lo è affatto. Le persone ipovedenti, infatti, spesso lamentano la scarsa qualità di realizzazione degli ausili, l’eccessivo peso e il disagio psicologico di utilizzare un ausilio antiestetico. Tutti questi fattori spesso portano ad abbandonare l’utilizzo dell’occhiale, nonostante i benefici in termini di comfort visivo. Per ridurre il dropout, migliorare la qualità visiva e il confort è necessario realizzare ausili su misura, con superfici ottiche ottimizzate punto per punto con la più recente tecnologia free-form che includono la prescrizione dell’ametropia della persona, oltre a ridurre peso e spessore. QUANDO SI UTILIZZANO In caso di scotoma centrale assoluto, il sistema visivo perde completamente le informazioni provenienti dalle cellule maculari. Le patologie che possono causare questo tipo di perdita di sensibilità retinica sono numerose, ma nei paesi occidentali la più comune è la AMD, ovvero la degenerazione maculare legata all’invecchiamento (Age-related


La lente per fissazione eccentrica compensa la deviazione oculare, il PRL è allineato con l’oggetto osservato

Macular Degeneration). In questi casi il sistema visivo deve sopperire a questa mancanza e recuperare in qualche modo il movimento oculare di fissazione (molto importante per la sopravvivenza in termini evolutivi). Dunque, viene identificato un nuovo punto sulla retina, diverso dalla fovea che ormai è compromessa dalla malattia, che verrà utilizzato per la fissazione. Questo punto retinico è chiamato PRL ovvero punto retinico preferenziale (Preferred Retinal Locus) e solitamente è posto vicino all’area di scotoma. Gli EVS vengono utilizzati, però, soltanto se lo scotoma centrale assoluto è presente in entrambi gli occhi, come spesso accade nei casi di AMD. In caso contrario il cervello preferirà sempre l’immagine dell’occhio sano, o che non ha perso completamente la sensibilità foveale (che presenta dunque uno scotoma relativo), non rendendo possibile l’instaurazione del PRL e dunque non necessaria la compensazione prismatica. PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO Il PRL, essendo un punto retinico più o meno periferico, si trova disallineato rispetto all’asse ottico oculare (che passa per la fovea) ecco perché si parla di fissazione eccentrica (distante dal centro). Per poter fissare un oggetto con il PRL, dunque, è necessario effettuare un movimento oculare (o della testa) per allinearlo con il punto osservato. Mantenere la posizione di fissazione eccentrica può risultare faticoso, causare affaticamento visivo a cui si aggiun-

Occhio in posizione di fissazione eccentrica

ge il disagio sociale di non poter guardare direttamente un interlocutore durante una conversazione. Utilizzando un prisma orientato opportunamente e che esprime una giusta quantità di diottrie prismatiche è possibile riallineare l’immagine dell’oggetto osservato con il PRL, compensando il movimento oculare altrimenti necessario per utilizzare la fissazione eccentrica. In tal modo è possibile svolgere le attività quotidiane in maniera più naturale e dall’esterno la IPER X - CARATTERISTICHE TECNICHE Spesso si fa riferimento a questi dispositivi come Eccentric Viewing Spectacles (EVS) ovvero occhiali per fissazione eccentrica. Gli EVS sono composti da due prismi gemellati (yoked prisms), ovvero prismi con uguale potere e uguale asse. Nonostante lo scotoma centrale assoluto deve essere binoculare, il PRL potrebbe non presentarsi in maniera simmetrica nei due occhi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, è necessario scegliere di compensare l’occhio migliore, e riportare la compensazione prismatica anche nell’altro occhio, per evitare diplopia. Inserendo un prisma differente nei due occhi, infatti, il rischio di generare diplopia è alto, soprattutto in una persona ipovedente che ha già una binocularità molto fragile e spesso già compromessa. Solitamente i prismi più utilizzati per la visione da lontano sono da 4, 6 e 8 diottrie prismatiche e l’utilizzo di questi valori prismatici, dopo un primo periodo di

adattamento, permettono la deambulazione. IPER-X è la lente per fissazione eccentrica firmata DAI Optical e, in linea con la filosofia aziendale, è un prodotto completamente personalizzabile certificato 100% Made in Italy dal Ministero della Salute. IPER-X in un’unica superficie incorpora la compensazione per l’ametropia della persona, la compensazione prismatica personalizzabile e un ingrandimento reale dell’immagine prodotta del 6%, per migliorare la gestione del residuo visivo nell’ipovedente. Inoltre, il nostro team di ingegneri progetterà ogni lente IPER-X singolarmente, per garantire la migliore lavorazione possibile in termini estetici, di spessore e peso dell’ausilio finito. CONCLUSIONI Negli ultimi anni le lenti per fissazione eccentrica si sono diffuse sempre di più nella pratica quotidiana degli ambulatori dedicati all’ipovisione, grazie all’avanzamento della ricerca scientifica e all’implementazione delle nuove tecnologie di realizzazione. I benefici sulla qualità dell’esperienza visiva e sul benessere psicologico della persona sono sempre più tangibili e grazie all’innovazione dei processi produttivi la resa estetica di questi dispositivi è migliorata drasticamente, risolvendo il problema dell’abbandono dell’utilizzo (drop-out). DAI Optical si impegna quotidianamente per sviluppare soluzioni ottiche all’avanguardia dedicate agli ipovedenti e non solo, e le lenti per fissazione eccentrica IPER-X ne sono un esempio. 47


News dalle aziende

LE SOLIDE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULL’EFFICACIA DI MiYOSMART POTENZIATE DAI PROMETTENTI RISULTATI A UN ANNO DI UNO STUDIO OSSERVAZIONALE SVOLTO IN EUROPA HOYA, impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per affrontare il crescente problema della progressione miopica nei giovani, ha esteso la sua ricerca all’Europa con l’impegno di combattere questo problema a livello globale.

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Nel settore oftalmico, la maggior parte delle ricerche sulla miopia infantile viene condotta in Asia orientale, dove la condizione è più diffusa.1 Tuttavia, a causa dell’aumento della prevalenza della miopia in tutto il mondo, è necessario testare l’efficacia delle soluzioni per la gestione della miopia in bambini di altre etnie e aree geografiche.1 Per questo motivo il team Global Medical Affairs di HOYA sta conducendo uno studio osservazionale di 3 anni nel Regno Unito, per estendere la portata dei benefici di MiYOSMART ai giovani miopi in Europa. Questo nuovo studio, i cui risultati sono stati presentati ufficialmente alla conferenza dell’Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO) 2023, tenutasi dal 23 al 27 aprile a New Orleans2, ha raggiunto il traguardo di un anno all’inizio del 2023. Lo studio coinvolge 128 bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni, reclutati in tre centri universitari del Regno Unito. A tutti i partecipanti sono state prescritte le lenti da vista MiYOSMART e ne sono stati seguiti i progressi, con l’obiettivo di valutarne le prestazioni.2 I risultati dello studio hanno dimostrato un’efficacia delle lenti MiYOSMART simile nei bambini europei rispetto a quelli asiatici, in particolare nei bambini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni.2, 3

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La maggior parte di loro si è adattata entro una settimana, dimostrando una grande tollerabilità e accettazione.2 Oltre 2 milioni di genitori in tutto il mondo e 45.000 in Italia, si sono già affidati a MiYOSMART, dal suo lancio nel 2018.4 Con l’estensione delle evidenze di MiYOSMART allo studio osservazionale europeo, HOYA continuerà a contribuire alla lotta e alla gestione del crescente problema della miopia nel mondo. Riferimenti: 1. L anca C, Saw SM. A review on the epidemiology of myopia in school children worldwide. BMC Ophthalmol. 2020;20(1):27. 2. M cCullough S, Barr, H, Fulton, J, et al. 2-Year Multi-Site Observational Study of MiYOSMART myopia control spectacle lenses in UK children:1-year results (Abstract). ARVO 2023; 23-27 April 2023; New Orleans, LA, USA. 3. L am CSY, Tang WC, Tse DY, Lee RPK, Chun RKM, Hasegawa K, et al. Defocus Incorporated Multiple Segments (DIMS) spectacle lenses slow myopia progression: a 2-year randomised clinical trial. Br J Ophthalmol. 2020;104(3):363-8. 4. B ased on number of MiYOSMART spectacle lenses sold per HOYA sales data on file as of July 2023.


VEDIAMOCI CHIARO Riduce la densità dei corpi mobili e favorisce il ripristino della matrice vitreale, migliorando la qualità visiva dei pazienti.

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News dalle aziende

HOYA SURGICAL OPTICS: SOLUZIONI INNOVATIVE PER LA CHIRURGIA DELLA CATARATTA

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HOYA Surgical Optics, i cui prodotti sono utilizzati dai chirurghi oculisti di tutto il mondo, è leader mondiale nello sviluppo di lenti intraoculari precaricate per soddisfare le diverse esigenze e metodiche chirurgiche. Da sempre in prima linea con una gamma di prodotti dalle caratteristiche uniche, Hoya Surgical Optics lavora a stretto contatto con chirurghi e pazienti per

Flavio Longato Business Development Director EMEA HOYA Surgical Optics

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meglio comprenderne le esigenze. Con oltre 10 milioni di lenti intraoculari vendute in tutto il mondo, grazie alla qualità ed alla sua dedizione HOYA Surgical Optics ha conquistato la fiducia dei chirurghi. Tra i nostri prodotti di punta, presentiamo le due novità Vivinex™ Impress™ e Vivinex™ Gemetric™ oltre alla conosciuta NANEX multiSert+™.

NANEX multiSert+TM Nanex multiSert+™ è il più piccolo sistema di iniezione al mondo per lente intraoculare C-loop precaricata idrofoba e progettato per incisioni fino a 1.8 mm. Con il suo innovativo design consente al chirurgo di effettuare una chirurgia della cataratta con incisioni sub-2.2 mm senza compromessi. Grazie al suo sistema di trattamento della superficie all’ossigeno attivo, il materiale di cui è fatto Nanex multiSert+™ dimostra una forte adesione capsulare e una significativa riduzione della PCO comparata ad una superficie non trattata. Nanex multiSert+™ è un sistema precaricato 4-in-1 che prevede diverse opzioni a disposizione del chirurgo: iniezione a stantuffo e iniezione a vite in un unico dispositivo, disegnato per consentire un rilascio fluido della lente rispetto ad altri sistemi di iniezione e per mitigare la possibilità di brusco rilascio.


Vivinex™ Impress™ HOYA Surgical Optics introduce Vivinex Impress™ la nuova lente intraoculare “Enhanced Monofocal” precaricata. Vivinex Impress™ è una lente monofocale con una profondità di fuoco estesa per consentire al paziente una maggiore capacità visiva a distanza intermedia. Vivinex Impress™ utilizza il sistema precaricato multiSert+™ 4-in-1 che prevede diverse opzioni a disposizione del chirurgo: iniezione a stantuffo e iniezione a vite in un unico dispositivo, disegnato per consentire un rilascio fluido della lente rispetto ad altri sistemi di iniezione e per mitigare la possibilità di brusco rilascio.

Vivinex™ Gemetric™ L’innovativa lente trifocale Vivinex™ Gemetric™ idrofobica glistening-free precaricata nel collaudato iniettore multiSert™, offre una qualità visiva per i pazienti senza pari e un’eccezionale stabilità rotazionale. Dotata di una tecnologia proprietaria è declinata in due versioni (Gemetric™ e Gemetric™ Plus) per adattarsi alle esigenze visive dei diversi pazienti ed è disponibile anche in versione torica. Tra i benefici di questa innovativa IOL trifocale segnaliamo il materiale di cui è composta, acrilico, idrofobico e glistening free, il design proprietario asferico dell’ottica, che migliora notevolmente la qualità dell’immagine. In presenza di decentramento, il coma è inferiore in HOYA Vivinex™ Gemetric™ rispetto alle IOL concorrenti per un diametro pupillare di 4,0 mm. E’ inoltre possibile calcolare precisamente il potere del cilindro con l’ausilio del nuovo HOYA Toric Calculator 4.3.

La vista come interesse primario per HOYA In HOYA Surgical Optics, consentiamo ai chirurghi oculisti di migliorare la vista e la qualità della vita di milioni di persone che soffrono di cataratta, per aiutarli a celebrare la vita, visivamente. I nostri prodotti sono noti per offrire sicurezza, affidabilità e facilità d’uso. Qualità, fiducia, dedizione e attenzione ai dettagli sono profondamente radicate nella nostra eredità giapponese e nel marchio HOYA. Come definisce il nostro claim, siamo focalizzati sulle singole necessità del chirurgo e del paziente. Nello stesso tempo abbiamo un respiro globale impegnandoci nella distribuzione delle nostre lenti precaricate in tutto il territorio mondiale. 51


News dalle aziende

ELICRISIN

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Soluzione oftalmica a base di Elicriso, sterile e senza conservanti, con tecnologia Nemera Novelia®. L’uso di sostituti lacrimali con funzione umettante e di ripristino dell’omeostasi della superficie oculare è un’esigenza ormai sempre più diffusa, specie per coloro che per motivi di studio o lavoro trascorrono molto tempo davanti a dispositivi digitali di vario tipo. L’Elicrisin® contiene estratto fluido di Elicriso all’1%. L’Elicriso (Helichrysum italicum) è una pianta perenne tipica dell’area mediterranea. L’estratto ottenuto dai fiori è ricco di

polifenoli e lipidi, fitocostituenti responsabili delle sue proprietà biologiche. Diversi studi hanno valutato le proprietà antibatteriche, antiossidanti ed antinfiammatorie di estratti a base di Helichrysum italicum. L’Elicrisin® può contribuire alla riduzione dei sintomi della congiuntivite allergica (i.e., prurito, arrossamento, lacrimazione e gonfiore), determinando nel contempo un miglioramento della secchezza oculare. L’azione svolta da Elicrisin® è localizzata a livello della superficie oculare e si esplica attraverso: 1. neutralizzazione dei radicali liberi e delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) rilasciate dai processi infiammatori; 2. lavaggio della superficie oculare con allontanamento degli allergeni. L’Elicrisin® è un prodotto senza conservanti grazie alla speciale tecnologia che viene adottata. Nemera Novelia® è infatti una tecnologia di tappo dosatore multidose con valvola ermetica che evita l’uso di conservanti e previene la contaminazione batterica durante l’uso. Questa soluzione innovativa, brevettata, garantisce la sterilità del prodotto senza necessità di conservanti aggiunti. Tutte queste caratteristiche rendono Elicrisin®, un ottimo collirio per tutta la famiglia, da poter utilizzare frequentemente senza rischio di intolleranze, allergie, sensibilizzazioni anche per lunghi periodi di tempo e presenta una massima compatibilità con l’uso delle lenti a contatto.

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News dalle aziende

RODENSTOCK: COLORAZIONI MEDICAL PER LA PROTEZIONE VISIVA Le 8 Colorazioni Medical Rodenstock, caratterizzate da un ampliamento notevole della gamma di lunghezze d’onda elaborate, rappresentano un’opzione avanzata e altamente specializzata per la protezione degli occhi e il miglioramento della visione.

I

Ideali per individui con patologie oculari, sensibilità alla luce, lesioni oculari o problemi post-chirurgici, offrono una protezione superiore e migliorano la visione in condizioni di luce variabile, differenziandosi nettamente dalle lenti da sole convenzionali e dalle colorazioni ad alto contrasto. Protezione dagli UV e dalla luce blu potenzialmente dannosa: Assorbimento maggiore delle lunghezze d’onda corte del violetto e del blu, fondamentale per proteggere gli occhi dalla luce ultravioletta (UV) dannosa e dalla luce blu a onde corte, che può contribuire ai danni oculari nel tempo. Riduzione dell’abbagliamento: Filtraggio selettivo delle lunghezze d’onda corte che riduce l’abbagliamento e i problemi di visione, specialmente in condizioni di luce intensa o luminosità irregolare, e offre un miglior comfort visivo. Incremento del contrasto: Assorbimento parziale delle lunghezze d’onda nel visibile con un impatto sulla sensibilità dei recettori retinici: i recettori che sono sensibili alle lunghezze d’onda assorbite vengono attivati in misura minore, mentre

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quelli meno esposti reagiscono in modo più pronunciato. Questa differenza nell’attivazione dei recettori aumenta il contrasto, rendendo i dettagli visivi più chiari e distinti. Rapido adattamento alle condizioni luminose: Adattamento più rapido alle variazioni delle condizioni luminose, migliorando la visione e riducendo il disagio causato da improvvisi cambiamenti di luminosità. Le colorazioni Medical sono particolarmente adatte per le seguenti situazioni e condizioni: Patologie Oculari: Queste lenti sono consigliate per pazienti con patologie oculari come retinopatia pigmentosa, retinopatia diabetica, degenerazione maculare legata all’età (AMD), distrofia dei bastoncelli e dei coni, albinismo, acromatopsia e altre condizioni simili. Forniscono una protezione avanzata e aiutano a migliorare la qualità della visione in presenza di queste patologie. Sensibilità alla Luce: Le persone con elevata sensibilità alla luce traggono beneficio da queste lenti, poiché filtrano efficacemente le lunghezze d’onda corte, riducendo l’abbagliamento e migliorando il


comfort visivo in ambienti luminosi. Lesioni Oculari e Chirurgia: Dopo un intervento chirurgico o in presenza di lesioni oculari, le colorazioni Medical possono fornire una protezione extra. In particolare, sono utili in caso di afachia o pseudofachia se la lente intraoculare non offre una protezione UV adeguata. La “L” nella denominazione delle lenti Medical indica “Lambda”, che in Fisica è la lunghezza d’onda della luce. Il numero nella denominazione delle lenti Medical di Rodenstock rappresenta la lunghezza d’onda in cui la lente trasmette il 50% della luce incidente. (fig.2) Le colorazioni Medical sono disponibili solo per lenti organiche 1.50, i trattamenti Solitaire Protect Plus 2, Solitaire Protect 2 e Duralux sono disponibili per l’intero portafoglio delle colorazioni Medical, fornendo ulteriore protezione e funzionalità. Tuttavia, solo le colorazioni Medical L400 e L480 sono idonee alla guida, sia di giorno che di notte. Le colorazioni Medical non sono adatte per praticare sport, perché il maggiore o totale assorbimento delle lunghezze d’onda corte porta ad un decadimento della visione periferica, particolarmente importante nelle attività sportive. Per lo sport la migliore soluzione è data dalle lenti Rodenstock SunContrast. Le colorazioni Medical offrono un valido supporto ai professionisti della visione per determinare quale colorazione sia la migliore per una specifica patologia, previo confronto con il paziente/portatore, il quale deve provare diversi filtri Medical montati su occhiali e inclusi nel “Medical sample book”, in diverse condizioni di illumi-

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nazione per identificare quella che offre il miglior comfort visivo. Le colorazioni versatili le rendono una soluzione preziosa per indivi-

dui con esigenze specifiche legate alla salute degli occhi e per chiunque cerchi una protezione oculare avanzata.

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News dalle aziende

UN FILM LACRIMALE STABILE È SEGNO DISTINTIVO DI SALUTE OCULARE

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In un occhio sano, il film lacrimale ed i suoi componenti lavorano in COMBINAZIONE per lubrificare, ossigenare, nutrire, idratare e proteggere la superficie oculare. La stabilità del film lacrimale, che è un segno distintivo di un occhio sano, è minacciata quando le interazioni tra i componenti sono compromesse da una ridotta secrezione, iper-evaporazione o alterata composizione della lacrima; conseguenza di tutto ciò, sarà l’infiammazione oculare e il danno epiteliale. Una COMBINAZIONE di molecole che operano in SINERGIA per ricostituire tutti gli strati del film lacrimale e interagire con l’epitelio della superficie oculare, può essere di ausilio nel semplificare la gestione e il trattamento dell’occhio secco. TriMIX è una COMBINAZIONE AD AZIONE MULTIPLA a base di Acido Ialuronico cross-linkato, Trealosio, Stearilamina e Liposomi, formulata per il ripristino delle proprietà fisiologiche della superficie oculare. • L’Acido Ialuronico cross-linkato,

La Ia COMBINAZIONE ad azione multipla che semplifica la gestione del paziente con occhio secco 56

assicura un alto grado di idratazione e permanenza sulla superficie oculare, tale da alleviare i sintomi associati all’occhio secco e all’irritazione oculare che ne consegue • Il Trealosio ha proprietà stabilizzanti e protettive delle membrane delle cellule dell’epitelio corneale prevenendo la denaturazione delle proteine e la degradazione dei lipidi e contribuendo a mantenere e migliorare la loro funzione fisiologica nei rapporti con il film lacrimale e a ridurre i fenomeni infiammatori • I Liposomi stabilizzano la componente lipidica del film lacrimale, aumentando lo spessore della componente lipidica ed ancorando la fase lipidica alla fase acquosa. Inoltre migliorano la lubrificazione • La Stearilamina, veicolata dai liposomi, per la sua carica positiva e le interazioni elettrostatiche, permette una migliore adesività sulla superficie epiteliale e contribuisce a stabilizzare lo strato lipidico

Due recenti pubblicazioni hanno confermato l’efficacia e la tollerabilità di TRIMIX Effects of a New Formulation of Multiple-Action Tear Substitute on Objective Ocular Surface Parameters and Ocular Discomfort Symptoms in Patients with Dry Eye Disease Luca Vigo, Carlotta Senni, Marco Pellegrini, Aldo Vagge, Lorenzo Ferro Desideri, Francesco Carones, Vincenzo Scorcia & Giuseppe Giannaccare. Ophthalmology and Therapy volume 11, pages1441–1447 (2022) Clinical Efficacy, Tolerability and Safety of a New Multiple-Action Eyedrop in Subjects with Moderate to Severe Dry Eye Anna Maria Roszkowska, Leandro Inferrera, Rosaria Spinella,Elisa Imelde Postorino, Romana Gargano, Giovanni Wiliam Oliverio and Pasquale Aragona. J. Clin. Med. 2022, 11(23), 6975; https://doi.org/10.3390/ jcm11236975


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Campagna di prevenzione dell’ambliopia Una iniziativa

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