b2eyes magazine 4/2024

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Montatura Rayban® - Lenti Transitions Ruby LENTI ULTRA DINAMICHE POTENZIA I TUOI OCCHIALI SEMPLIFICA LA TUA VITA Transitions e il logo Transitions sono marchi registrati di Transitions Optical, Inc. usati su licenza da Transitions Optical Ltd. GEN S è un marchio di Transitions Optical Limited. ©2024 Transitions Optical Limited. Le prestazioni fotocromatiche sono influenzate dalla temperatura, dall’esposizione ai raggi UV e dal materiale della lente. n4 2024 www.b2eyes.com

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VisionOttica vince il premio Migliore Insegna 2024 nella categoria ottica.

L’indagine, promossa da Largo Consumo e condotta da Ipsos, conferma che siamo gli ottici di fiducia delle famiglie italiane.

Dedichiamo questo riconoscimento a tutta la rete che ogni giorno si impegna a trasmettere i valori e l’identità dell’insegna e a garantire il benessere visivo ai nostri clienti.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva

Aprile 2024 numero 4 www.b2eyes.com

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La customer experience vince sempre Touch point offline e online: il cliente rischia di fare

Meiryo: i riscontri positivi in un sondaggio

Diottria, una vittoria dell’optometria a stelle e strisce

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LENTI ULTRA DINAMICHE POTENZIA TUOI OCCHIALI SEMPLIFICA LA TUA VITA n4 2024 www.b2eyes.com editoriale 4 La forza della comunità attualità 6 Safilens: uno studio clinico su progressione miopica e Delivery Tyro 10 Alcon: l’ottico? Fondamentale per la nostra mission 14 VisionOttica Award: Santacatterina è il nuovo presidente Zeiss: con Sight for Kids per prevenire l’ambliopia
In
EDITORE FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013
Sommario
n4 2024
SESTA EDIZIONE 2024 17-18 NOVEMBRE 2024 NAPOLI

Safilens: uno studio clinico su progressione miopica e Delivery Tyro

Zeiss: con Sight for Kids per prevenire l’ambliopia

Assottica: verso la Giornata mondiale delle lenti a contatto

Oltre lo "strabismo di Venere": il rapporto tra visione binoculare e arte

Meiryo: i riscontri positivi in un sondaggio

3 14 22 Attualità Tech Expert 6 18 32 46
Award:
è il nuovo presidente
VisionOttica
Santacatterina

La forza della comunità

Uno degli aspetti più emozionanti del mondo ottico optometrico è il sentirsi parte di una comunità. Anzi, di più comunità. Perché ne esistono diverse, a seconda della tipologia professionale o del territorio in cui si opera. Ma in tutte si respira qualcosa che avvicina chi vi fa parte.

All’ultimo Congresso nazionale di Sopti tale sensazione si percepiva chiaramente: due giornate di lavori, a metà aprile, di fronte al lungomare di Riccione, dove giovani leve e storiche figure dell’optometria italiana si sono confrontate su presente e futuro della professione, senza trascurare momenti di piacevole ricordo del passato che fu.

Il senso di appartenenza riscontrato in quell’occasione pervade, in forme e misura differenti, anche altri eventi congressuali in Italia o l’attività delle territoriali di Federottica. È quello che si vive, per citare solo alcuni esempi significativi, ogni inizio ottobre al congresso di Monopoli oppure ogni due anni al Convegno Assottica o, ancora, al Forum presbiopia per il confronto con la classe medica. Nonché alla tradizionale convention

di Santa Lucia organizzata da Acofis Milano, con il consueto mix di relazioni, dibattiti e celebrazioni.

Nel variegato e stimolante mondo dell’ottica e dell’optometria anche la nostra testata ha la propria comunità: sono le migliaia di utenti che ogni mattina ricevono puntualmente online, da tredici anni a questa parte, l’unico quotidiano del settore. Sapere che per la maggior parte di loro la giornata inizia insieme alla nostre notizie, non solo ci gratifica, ma conferma che intorno a b2eyes Today si è creata appunto una comunità, corroborata dal mensile che state leggendo e dall’attività congressuale realizzata dal suo editore.

La comunità, del resto, è ancora oggi il paradigma di migliaia di centri ottici indipendenti in Italia: possono crescere la grande distribuzione, le catene e l’e-commerce, ma il negozio di quartiere, quello di prossimità, rimane il punto di riferimento per il territorio in cui opera e per le persone che lo abitano. L’industria ne è consapevole, tanto da continuare a investirci. E ora anche gli oculisti, alla luce di un dialogo finalmente proficuo, se ne stanno sempre più rendendo conto.

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editoriale

Safilens: uno studio clinico su progressione miopica e Delivery Tyro

La ricerca impegnerà due anni di indagine per valutare la capacità di rallentamento di questo difetto refrattivo da parte delle lenti a contatto giornaliere dell’azienda italiana

È

stata presentata il 12 aprile presso l’Auditorium del Padiglione Rama a Mestre, sede della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, l’introduzione allo studio Tymp, Tyrosine Myopia Progression, promosso da Safilens e volto a valutare l’efficacia della lente a contatto a rilascio di tirosina Delivery Tyro, introdotta sul mercato nel 2021, nella gestione della progressione miopica nei giovani. Lo studio clinico randomizzato, monocentrico, retrospettivo, in doppio cieco, controllato in due gruppi paralleli, della durata di due anni sarà condotto da Antonio Frattolillo presso l’Unità Oculistica dell’Ospedale all’Angelo-Azienda ULSS3 Serenissima di Venezia Mestre, in collaborazione proprio con la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. Durante la giornata sono intervenuti, oltre allo stesso Frattolillo, Daniele Bazzocchi, general manager di Safilens, Giancarlo Montani, docente all’Università del Salento e Adriano Fasolo, responsabile della ricerca clinica e dei servizi medici della Fondazione. A moderare il dibattito è stato il direttore della Fondazione stessa, Diego Ponzin.

Le giornaliere Delivery Tyro sono nate grazie alla collaborazione tra Safilens e Fondazione Banca degli Occhi del Veneto e sono studiate per rilasciare gradualmente tirosina, un amminoacido naturalmente presente nel film lacrimale e che funge da precursore della dopamina, un neurotrasmettitore che la letteratura scientifica ha dimostrato essere molto importante nell’inibire l’allungamento del bulbo oculare. Al contrario, bassi

livelli di dopamina sono stati associati a vizi di refrazione, come ha ricordato Fasolo durante il suo intervento. Da qui l’idea di Safilens nello sviluppare queste lenti a contatto capaci di unire la funzionalità correttiva a quella biologica, idonee per i portatori più giovani. Bazzocchi ha sottolineato che con il sistema brevettato da Safilens, «è possibile includere, nella matrice plastica delle lac, alcune sostanze per un loro successivo rilascio sulla superficie oculare durante il porto, che avviene

Da sinistra: Antonio Frattolillo, oftalmologo a capo della ricerca, Diego Ponzin, direttore di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, Giancarlo Montani, docente all’Università del Salento, e Adriano Fasolo, responsabile della ricerca clinica e dei servizi medici della Fondazione

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attualità

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Il tavolo dei relatori all’evento di presentazione dell'iniziativa, svoltosi il 12 aprile a Mestre

sfruttando il comportamento reologico di polisaccaridi naturali, in grado di creare legami ionici con i polimeri plastici che costituiscono la struttura della lente a contatto, e grazie alle forze presenti nell’ambiente oculare - ha spiegato il manager - I polisaccaridi elettivi per tale processo sono l’Acido Ialuronico e il TSP-Tamarind Seed Polysaccharide». Le forze che permettono il rilascio in maniera controllata sono la temperatura corporea, l’ammiccamento e lo scorrimento della palpebra.

Le precedenti ricerche non cliniche hanno dato risultati molto positivi: la prima, presso il laboratorio CeRCA dell’Università del Salento, volta a misurare i livelli di tirosina e dopamina nelle lacrime prima e dopo l’uso di Delivery Tyro, ha sottolineato che nei soggetti coinvolti «si è registrato un aumento dei livelli di tirosina nella lacrima già dopo un’ora di utilizzo delle lenti, valore che si è progressivamente ridotto nelle successive quattro ore», ha affermato Montani, coordinatore dello studio; la seconda, come raccolta dati post commercializzazione di Safilens, ha evidenziato come già a 12 mesi dall’inizio dell’uso delle lenti vi sia una riduzione significativa della progressione della miopia. La miopia di 236 giovani regolarmente misurata da ottici optometristi ha, infatti, mostrato una riduzione della stessa pari all’85% rispetto a un gruppo di controllo virtuale, ricavato da una meta-analisi delle pubblicazioni esistenti. Da qui la necessità di uno studio clinico, come ha voluto sottolineare Bazzocchi. «Il dato è maggiore rispetto ad altri metodi di gestione della progressione

miopica, ed è tale da esortarne una pronta validazione tramite studio clinico», ha detto il manager.

Lo studio TYMP si caratterizza a livello nazionale ed europeo per la composizione dei soggetti coinvolti e per la potenza statistica del protocollo, che sta arruolando 108 giovani miopi caucasici di età compresa tra i 10 e i 15 anni, con un equivalente sferico tra -1 D e -6 D, un astigmatismo corneale inferiore o uguale a 1 D, una differenza di refrazione tra i due occhi inferiore a 3 D e che non abbiano fatto nessun trattamento per il controllo miopico prima. Inoltre, i soggetti non devono avere particolari patologie oculari (strabismo, allergie gravi, ambliopia, alterazioni del forame pupillare, ecc) e l’uso di lac può essere adatto alla correzione della loro miopia e una valida alternativa all’occhiale. I ragazzi dovranno portare la lente per almeno sei ore al giorno per sei giorni la settimana. Le valutazioni sull’andamento dello studio saranno effettuate tramite visite di controllo valutando le differenze del valore dell’equivalente sferico misurato in cicloplegia e confrontando i risultati con il gruppo di controllo. La previsione è un aumento medio della miopia di una diottria nel gruppo di controllo in due anni a fronte di una riduzione della crescita miopica del 50% nei pazienti trattati.

«Nel breve termine dobbiamo individuare strumenti e soluzioni efficaci per controllare la miopia, che è il disturbo refrattivo più comune al mondo ed è diventata per le sue complicanze una delle principali cause di cecità», ha ricordato Frattolillo.

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Alcon: l’ottico? Fondamentale per la nostra mission

Anticipare le esigenze del consumatore finale con prodotti innovativi e diffondere l’informazione sulle lenti a contatto attraverso la formazione degli applicatori: sono gli obiettivi dell’azienda, che si impegna anche per la sostenibilità ambientale

Incrementare la diffusione delle lenti a contatto, informando il pubblico sull’offerta oggi disponibile sul mercato e su quanto si sia evoluta negli ultimi anni: sono gli obiettivi di Alcon, per raggiungere i quali il ruolo dell’ottico risulta centrale. Lo dimostrano gli importanti investimenti che ruotano intorno al professionista che ha il compito di veicolare le informazioni di prodotto, la cui innovazione è continua e può davvero soddisfare le esigenze di tutti i portatori: solo attraverso la sua figura e la sua preparazione è possibile aumentare la penetrazione delle lac. A spiegare la strategia di Alcon per il 2024 è Filippo Pau, responsabile della franchise Vision Care per la filiale italiana del gruppo.

Il nuovo anno è partito con un lancio importante. Come si completa la famiglia Total?

Gennaio ha visto come protagonista un’ulteriore innovazione di questa gamma di lenti a contatto, che ci consente di completarla: presente già sul mercato nella versione giornaliera, Total30 Multifocal si aggiunge al nostro portfolio nel segmento multifocale, dopo che nel 2023 Alcon aveva lanciato Total30 for Astigmatism. Total30 Multifocal rappresenta una risposta alle crescenti esigenze del mercato, dei consumatori e dell’evoluzione demografica: il 90% di chi ha bisogno di correzione visiva corrisponde, infatti, al target

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attualità
Filippo Pau, responsabile della franchise Vision Care per la filiale italiana di Alcon
FABIANO GRUPPO EDITORIALE Tel. 0141 1706694 – info@fgeditore.it SESTA EDIZIONE work in progress 17-18 NOVEMBRE 2024 NAPOLI 2024

45-55 anni. La tecnologia del Gradiente Acqueo, presente in Total30 Multifocal, permette al prodotto alte perfomance: a oggi abbiamo ottenuto ottimi riscontri.

Le lenti a contatto multifocali richiedono un’attenzione maggiore per arrivare a un’applicazione di successo? Come supportate l’ottico in questo comparto promettente?

La formazione è un aspetto centrale per Alcon: crediamo che il ruolo del professionista sia fondamentale per realizzare applicazioni di successo. Produciamo e commercializziamo lenti a contatto ad alta tecnologia, quindi il punto di partenza è aggiornare i nostri operatori per trasferire queste informazioni. A tal proposito abbiamo creato un team dedicato a un numero selezionato di punti vendita, con incontri one-to-one, che ha l’obiettivo di aiutare l’ottico nelle applicazioni di lenti multifocali e toriche attraverso un protocollo studiato per offrire il prodotto ideale al consumatore finale in base al suo stile di vita.

Quali sono i principali impegni per il 2024, in ambito formativo?

Il calendario, oltre a essere composto da eventi in presenza nei punti vendita, prevede incontri presso il nostro centro di formazione europeo, l’Alcon Experience Center di Barcellona, e nel nostro sito produttivo in Germania, a Grosswaldstadt, per far toccare con mano come realizziamo una lente a contatto finita dalle ot-

time performance grazie a una tecnologia all’avanguardia. In queste occasioni organizziamo momenti di formazione e contestualmente mostriamo il ciclo produttivo delle lac e ciò che concerne gli aspetti logistici, i quali richiedono importanti investimenti nell’automatizzazione degli ordini. Per incontrare gli ottici partecipiamo, inoltre, agli appuntamenti dedicati al mondo della contattologia, in primis al Convegno Assottica, in programma il prossimo ottobre a Roma.

Ricerca, innovazione e politiche di sostenibilità. Quali obiettivi per il futuro?

La nostra mission è See Brilliant, ossia far vedere le persone in maniera brillante. Dietro questa missione ci sono tre pilastri. Brilliant Lives ha l’obiettivo di cercare di andare oltre con lo sguardo nei paesi in cui non c’è possibilità di accesso a cure oculistiche di qualitá e prevenzione. Alcon, entro il 2025, attraverso programmi di formazione e progetti filantropici si prefigge di portare il proprio supporto a oltre cinque milioni di persone afflitte da cataratta non trattata, incluso il milione di pazienti che a causa di questa patologia sono ciechi, e di arrivare a effettuare 150 mila screening sui bambini. Nel 2022 quasi 1,2 milioni di persone sono riuscite a migliorare lo stato di salute della propria vista, e attraverso l’attività di volontari di Alcon sono stati condotti quasi 35 mila screening sui soggetti più piccoli.

«Attraverso un team dedicato a un numero selezionato di centri ottici vogliamo aiutare il professionista nelle applicazioni di lac multifocali e toriche, grazie a un protocollo studiato per offrire il prodotto ideale al portatore in base al suo stile di vita»

Poi abbiamo Brilliant Innovation, che ha lo scopo di produrre e lanciare sul mercato prodotti in grado di rispondere alle esigenze di tutti i consumatori, dando risposte sempre più innovative e, quindi, di far vedere in maniera brillante. Infine, Brilliant Planet: il 90% dei prodotti Alcon viene realizzato internamente, perciò abbiamo la possibilità di ottimizzare i processi produttivi e verificare l’impatto che la produzione ha sull’ambiente per raggiungere nel 2030 la neutralità di carbonio. Dal 2022 abbiamo inoltre stretto una partnership con Plastic Bank. Attraverso questo programma di compensazione, per ogni tonnellata di plastica utilizzata da Alcon per realizzare le lenti a contatto Precision1 e Total vendute in 90 paesi del mondo, nei sostituti lacrimali Systane presenti in 30 mercati e in altri prodotti della sua divisione di chirurgia distribuiti globalmente, Plastic Bank si impegna a rimuovere la stessa quantità di plastica dalle coste degli oceani: insieme abbiamo finora raccolto l’equivalente di oltre 90 milioni di bottiglie di plastica».

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Le lenti Essilor® Stellest® rallentano la progressione miopica in media del 67%(1)

Le Lenti Stellest® sono la soluzione visiva di Essilor® progettata per contrastare la miopia nei bambini. Rallentano in media del 67%(1) la progressione della miopia rispetto alle lenti monofocali, se indossate 12 ore al giorno

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VisionOttica Award: Santacatterina è il nuovo presidente

a cura della redazione

La consegna dei riconoscimenti 2024 relativi al concorso nazionale di Vision Group, giunto all’undicesima edizione, è in programma il 19 maggio a Milano, in occasione del primo Congresso unitario di categoria

È

Simone Santacatterina il nuovo presidente di VisionOttica Award, che ogni anno premia le tesi di laurea di particolare interesse scientifico legate al mondo dell’ottica, dell’optometria, della contattologia, del visual training e della visione in generale. Il premio è organizzato in collaborazione con Adoo-Federottica, Aloeo e le università italiane con corso di laurea in Ottica e Optometria.

«Sin da subito abbiamo visto in Simone la persona giusta per portare avanti il testimone del VisionOttica Award - commenta Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group - Il suo contributo darà un significativo valore aggiunto a questo concorso che vuole mettere in luce le menti brillanti e le idee che stanno costruendo il futuro del nostro settore».

Santacatterina ricorda Giuseppe Longoni e Giulio Velati, scomparsi rispettivamente nel 2022 e nel 2023, che hanno presieduto il premio prima di lui. «Sono stati per me due mentori, due fari guida - afferma il professionista lombardo - Longoni, pioniere dell’optometria in Italia e fondatore del premio, con la sua passione per l’innovazione ha contribuito in modo significativo a farlo diventare un appuntamento di successo. Velati, con la sua vasta esperienza nel settore e la sua capacità di identificare le tendenze emergenti e di anticipare le esigenze del laureato in Ottica e Optometria, lo ha reso una piattaforma dinamica con un occhio rivolto all’evoluzione della professione in Europa. Grazie alla loro leadership e alla loro visione lungimirante, VisionOttica Award ha continuato a crescere e a ispirare una nuova generazione di studenti,

Simone Santacatterina, a sinistra, con Giuseppe Longoni: già numero uno di Aloeo, raccoglie il testimone dello stesso Longoni e di Giulio Velati, che hanno presieduto prima di lui il premio

diventando un punto di riferimento per tutti coloro che aspirano a creare un impatto positivo attraverso l'innovazione nel campo dell'optometria. Guardando al passato con gratitudine e al futuro con entusiasmo, farò tutto il possibile per portare avanti al meglio questo progetto».

Come nelle edizioni precedenti, anche per il 2024 è previsto non solo un riconoscimento in denaro, ma anche un sostegno alla professione, grazie alla possibilità di partecipare a due corsi di aggiornamento della Sioo di Firenze e di svolgere uno stage lavorativo di due mesi presso i centri VisionOttica. Da quest’anno, inoltre, i vincitori avranno la possibilità di collaborare al blog di VisionOttica in maniera strutturale, con una serie di contributi tecnico professionali.

La giuria, presieduta da Santacatterina, è composta da quattordici membri, cinque interni e nove incaricati dalle università italiane con corso di laurea in Ottica e Optometria. Si aggiunge quest’anno Alessandro Duse, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Milano Bicocca al posto di Adele Sassella, che per dieci edizioni ha partecipato e sostenuto attivamente il concorso. Dal 2024, inoltre, vengono accolte anche le tesi dei primi laureati all’Università degli Studi di Perugia.

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attualità
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Zeiss: con Sight for Kids per prevenire l’ambliopia

L’azienda oftalmica quest’anno è al fianco dei Lions nel progetto che ha l’obiettivo di effettuare 50 mila screening nelle scuole materne italiane, traguardo per raggiungere il quale serve il coinvolgimento di famiglie, scuole, medici oftalmologi, ortottisti e centri ottici: un tassello di un più ampio piano di responsabilità sociale

In linea con il proprio impegno per il benessere visivo, Zeiss ha avviato già da due anni un corposo progetto di sostenibilità sociale, che va di pari passo con quella ambientale. Quest’anno l’azienda ha deciso di supportare il progetto Sight for Kids, iniziativa nata nel 2018 dalla volontà di Lions Clubs International per sensibilizzare e informare genitori e insegnanti sulle problematiche della vista e contribuire all’individuazione dei difetti visivi in età prescolare, in primis l’ambliopia, comunemente conosciuta come “occhio pigro dei bambini”. «La scelta di dare sostegno a Sight for Kids nasce non solo dal fatto che Zeiss è attiva su diversi fronti in ambito di sostenibilità e responsabilità sociale, ma anche dalla nostra missione - afferma Elena Rubino, head of marketing di Zeiss Vision Care Italia – Il claim “vedere oltre“, che chiaramente è legato ai temi molto stretti del mondo dell'ottica e dell'optometria, per noi significa anche aiutare le persone a vedere oltre i limiti, a realizzare le proprie ambizioni e il proprio potenziale al meglio. Sostenere un’iniziativa come questa è per noi davvero importante: la Fondazione, unica proprietaria del gruppo Zeiss, ha inserito l’impe-

gno sociale nel proprio statuto. Quindi riuscire a intercettare eventuali problematiche visive in tenera età è una missione che abbiamo a cuore, proprio perché il nostro lavoro ci rende consapevoli che patologie o vizi

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attualità
Da sinistra, Elena Rubino e Sara Maroni, rispettivamente head of marketing e pr & events manager di Zeiss Vision Care Italia

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Una delle classi delle scuole primarie coinvolte nel progetto "Ci vediamo in classe", incentrato sul benessere visivo e avviato lo scorso ottobre, mostra il kit didattico ricevuto

refrattivi non trattati precocemente possono portare a problematiche ben più serie da adulti».

Nonostante l’ambliopia sia un deficit visivo poco noto tra i genitori, si stima che almeno un bimbo in ogni classe ne sia colpito e l’individuazione precoce di questi casi è fondamentale, dunque, per evitare che diventi permanente. Per il 2024, come è stato spiegato in un evento all’ultimo Mido, l’obiettivo è eseguire 50 mila screening in scuole materne di tutta Italia: calcolando che 1 piccolo soggetto su 30 potrebbe soffrire di ambliopia, si prevede di individuarne tra i 1.600 e i 1.700 affetti da tale patologia. «Il nostro impegno mira a sostenere e aumentare la visibilità di questo progetto nazionale dei Lions, cercando di fare da collante sul territorio tra le varie figure coinvolte, affinché vengano attivati localmente quanti più screening possibile - spiega Sara Maroni, pr & events manager di Zeiss Vision Care Italia - Dare risonanza all’iniziativa è basilare perché la prevenzione in tale ambito è di interesse per tutti. Tra l’altro, come ci hanno riportato alcuni referenti dei Lions, questi screening sono importanti perché, oltre all’occhio pigro, consentono di riscontrare altri vizi di refrazione e di individuare, ad esempio, potenziali inizi di miopia o altri problemi visivi, come lo strabismo, per i quali una diagnosi e una correzione precoci risultano fondamentali». Per dare massima visibilità al progetto, affinché il traguardo dei 50 mila screening sul territorio venga raggiunto e auspicabilmente superato, possono collaborare efficacemente oculisti, ortottisti e anche ottici optometristi, che han-

no l’opportunità di richiedere gratuitamente alcune copie dell’opuscolo informativo realizzato ad hoc da consegnare ai genitori che entrano nel centro ottico.

Quello di Sight for Kids non è tuttavia l’unico esempio di attività a favore delle giovani generazioni messa in campo da Zeiss. «A ottobre dell’anno scorso abbiamo avviato “Ci vediamo in classe”, per consentire ai bambini e alle loro famiglie di prendere consapevolezza di quanto sia importante l'apparato visivo nella qualità della vita delle persone», sottolinea Rubino. L’iniziativa, che si avvia a conclusione per quest’anno scolastico, ha coinvolto circa 12.000 bambini tra i 7 e i 9 anni, per un totale di 500 classi delle scuole primarie su tutto il territorio nazionale. A loro, alle famiglie e agli insegnanti è stato consegnato uno speciale kit didattico, non solo con l’obiettivo di far scoprire ai più piccoli come funziona la vista, ma anche allo scopo di educarli al benessere visivo, offrendo consigli pratici per non affaticare eccessivamente gli occhi durante la giornata e suggerendo buone pratiche. «Il progetto si concluderà tra aprile e maggio con un contest in cui gli alunni potranno inviare un elaborato artistico per approfondire i temi trattati e vedrà l’assegnazione di un premio alle tre classi migliori. "Ci vediamo in classe" ha avuto in riscontro così elevato da andare in overbooking di richieste e circa 150 scuole hanno ricevuto il kit digitale poiché quello stampato era esaurito - aggiunge Rubino - Ciò significa che esiste grande interesse su questi temi, ed è un modo di compensare, almeno in parte, le sempre più ridotte risorse nella sanità pubblica: crediamo che fare informazione e sensibilizzazione sia fondamentale per poter prevenire tante problematiche». Non ultimo, Zeiss ha lanciato da qualche anno anche “A Heart for Science”, il progetto che mira a incentivare lo studio delle materie Stem, quindi in campo scientifico e tecnologico, offrendo agli studenti di scuole elementari e medie, e in particolare alle studentesse, l'opportunità di conoscere da vicino il mondo della scienza, di scoprire i possibili sbocchi professionali che queste discipline possono offrire e di cimentarsi da subito con esperimenti, test e laboratori per scoprire il “bello” della scienza. «Il progetto continua senza sosta e riscuote grande successo: anche qui andiamo a compensare la carenza di risorse basilari, in questo caso del mondo dell’istruzione, offrendo laboratori interattivi e partecipati - conclude Maroni - Ciò che soprattutto ci sprona ad andare avanti sono la passione e l’entusiasmo delle nuove generazioni verso la possibilità di cambiare il mondo con le nuove tecnologie e scoperte scientifiche. Per questo stiamo pensando a come allargare l’iniziativa e passare dal locale al nazionale: un progetto ambizioso ma di grande importanza».

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Assottica: verso la Giornata mondiale delle lenti a contatto

Un momento di condivisione con i protagonisti della filiera: è stato l’obiettivo dell’evento recentemente organizzato dall’associazione confindustriale a Roma, al Museo di Leonardo Da Vinci presso Palazzo della Cancelleria, per la presentazione di un progetto che culminerà il prossimo anno e che mira a essere globale

Assottica ha celebrato le lac come simboli di libertà visiva. “Non posso immaginare la mia vita senza lenti a contatto”: è stato il commento che ha accomunato i protagonisti del video con il racconto della propria esperienza come portatori di lac, mostrato in apertura all’evento dell’8 aprile scorso

a Roma, il Contact Lens Inspiration Day-Dal genio di Leonardo alla visione del futuro, al quale hanno partecipato alcuni applicatori, i referenti delle aziende di contattologia e delle associazioni di ottici e optometristi, oltre a medici oculisti. Un momento di condivisione, senza tavole rotonde o interventi tecnici. Non

attualità
Un momento dell'incontro svoltosi l'8 aprile scorso nella Capitale

si è trattato però soltanto di una pura celebrazione delle lac come innovazione e avanguardia, elementi in sintonia anche con la scelta della location, il Museo di Leonardo da Vinci, che come ha ricordato Andrea Milletti, presidente di Assottica, è stato un precursore degli studi sull’occhio umano. «Lavorare sulle lenti a contatto è una questione di filiera - ha affermato il manager - Parlare di filiera è infatti uno degli obiettivi di Assottica, che consiste nel supportare lo sviluppo della nostra categoria. Insieme a Euromcontact abbiamo quindi voluto avviare un percorso che ci porterà alla Giornata mondiale delle lenti a contatto, fissata per il 15 aprile 2025, giorno e mese di nascita di Leonardo da Vinci».

A spiegare gli obiettivi di Euromcontact e l’iter che porterà a tale data è stata Nicoletta Losi. «Euromcontact è la voce dell’industria per istituzioni europee, consumatori, media e professionisti del settore - ha ricordato la professionista alla guida dell’associazione comunitaria dell’industria di contattologia disposable - Come presidente, insieme al direttivo ho lavorato tanto per questo progetto, il quale ha trovato tutti di comune accordo, anche per quanto riguarda la scelta della data. Mentre Italia e Spagna lanceranno entro quest’anno il progetto, fra il 2024 e il 2025 avvieremo l’iter per l’accreditamento Onu: è un processo lungo e impegnativo ed è di due tipi, formale e sociale. Quest’ultimo sarà un po’ più complesso, ma è il più importante ai fini della nostra iniziativa, attraverso la quale vogliamo coinvolgere i paesi di tutto il mondo, per renderla globale».

Fabrizio Zeri ha successivamente introdotto la sto ria delle lenti a contatto, con alcuni riferimenti alle innovazioni e agli studiosi che hanno dato una svolta al segmento con i loro studi e le loro intuizioni.

È poi intervenuta Nicoletta Romanoff, nota per la sua interpretazione nel film Ricordati di me briele Muccino. L’artista ha ripercorso la sua vita, dagli esordi come modella e attrice alle quattro gra vidanze, periodi vissuti con una vista perfetta. L’e sordio della presbiopia, identificata da un oculista, l’ha portata in un centro ottico romano dove le sono state consigliate le lenti a contatto che le hanno cambiato la vita. «Sto scrivendo un film, perciò pas so 6-7 ore al pc e avevo difficoltà a mettere a fuo co», ha precisato Romanoff. Sul palco è stata quindi invitata l’applicatrice che ha descritto l’esperienza con l’attrice molto piacevole, come di persona che si avvicinava per la prima volta alle lac.

Non è stata l’unica professionista a dare la propria visione sulle lenti a contatto: Assunta Di Vizio, Da vide Brambilla e Gabriele Esposito hanno rivelato la propria parola chiave e hanno raccontato una signi ficativa storia di applicazione.

L’appuntamento si è concluso con il Contact Lens Inspiration Board: prima dell’evento era stato chiesto alla filiera di scrivere una frase che sarebbe diventata il pay-off della Giornata mondiale delle lenti a contatto. Delle oltre venti proposte inviate ne sono state selezionate cinque, tra le quali i partecipanti alla giornata hanno potuto votare. Ha vinto quella suggerita dagli studenti di Irsoo, “Entra in contatto con il mondo”.

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Andrea Milletti, presidente di Assottica Fabrizio Zeri, docente dell’Università Milano Bicocca Nicoletta Losi, presidente di Euromcontact L'attrice Nicoletta Romanoff, a sinistra, sul palco dell'evento con la giornalista scientifica Johann Rossi Mason

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La customer experience vince sempre

Gli ottici che investono nell'innovazione e si sforzano di creare per i loro clienti un'esperienza indimenticabile, che integri lo spazio fisico e quello digitale, avranno un vantaggio competitivo assicurato nel medio periodo

Negli ultimi anni la customer experience è diventata un fattore particolarmente cruciale per i negozi di ottica. Con la concorrenza online in crescita e le catene sempre più strutturate e forti dal punto di vista commerciale, gli store indipendenti devono eccellere nell'offrire un'esperienza unica, che non possa essere replicata altrove. Ciò significa creare un ambiente che vada oltre la semplice vendita di occhiali, trasformando il centro ottico in un luogo di consulenza, assistenza e scoperta.

I punti vendita più innovativi stanno investendo in tecnologie all'avanguardia per migliorare l'esperienza del cliente: le aree dotate di sistemi di realtà aumentata, ad esempio, gli consentono di provare virtualmente diversi modelli di montature, un’anteprima di come apparirà con gli occhiali scelti. Inoltre, le postazioni per consulenze d’immagine personalizzate e per la selezione delle lenti oftalmiche permettono di fruire di un servizio altamente specializzato. Questi strumenti non solo migliorano il livello delle prestazioni offerte, ma arricchiscono la visita dell’utente finale, rendendola più interattiva e coinvolgente.

L’innovazione però non riguarda soltanto le tecnologie avanzate. Dal punto di vista dell'organizzazione del negozio è fondamentale garantire una facile navigazione tra le varie sezioni e semplificare i processi, dalla scoperta dei prodotti al pagamento. Un design pulito e accogliente contribuisce a trasmettere un'idea di qualità e professionalità. Inoltre, è possibile valorizzare la customer experience con servizi aggiuntivi come l'assistenza post vendita e le offerte esclusive per i con-

sumatori abituali. Questi piccoli dettagli completano un'esperienza piacevole e indimenticabile, aumentando la fidelizzazione.

Per comprendere appieno l'importanza di una customer experience memorabile nel retail, possiamo prendere spunto dal beauty. Il brand Clinique, ad esempio, ha creato la Clinique Play Hero: propone l'uso di un’applicazione mobile che offre consigli personalizzati e suggerimenti sull’utilizzo di prodotti di bellezza. Tale approccio ha permesso al marchio della cosmesi di replicare l'esperienza personalizzata che si può vivere nel punto vendita anche online, creando un legame forte con i propri clienti.

Un altro esempio di successo, questa volta nell’ottica, è Warby Parker, un brand noto negli Stati Uniti che conta diversi monomarca. Grazie alla formula che prevede l’invio degli occhiali a casa di un consumatore interessato, ha ottenuto un grande successo in termini di branding. La prova gratuita a domicilio, oltre all’obiettivo di vendita, si proponeva di far scoprire agli utenti un’esperienza comoda e senza stress, replicabile anche nel negozio fisico.

La customer experience va quindi personalizzata al meglio per rispondere alle esigenze e alle aspettative dei clienti: ogni ottico deve impegnarsi a comprendere le richieste del proprio pubblico, utilizzando ogni strumento e innovazione a disposizione per proporre un servizio che vada oltre la semplice correzione di un difetto visivo. In un mondo dove l'esperienza personale è fondamentale, solo chi saprà offrire una prestazione su misura potrà distinguersi e prosperare.

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Touch point offline e online: il cliente rischia di fare confusione?

Nel retail sono disseminati prima, durante e dopo l’acquisto, ma le informazioni che il consumatore raccoglie in tale percorso possono indurre caos e indecisione: l’ottico deve saperli presidiare e mettere in campo competenze nuove per aiutarlo a superare la difficoltà di scegliere tra tante opzioni

Il customer journey, ovvero il percorso che porta un potenziale cliente ad acquistare un paio di occhiali da vista presso il centro ottico, è sempre più articolato. Tale complessità potrebbe indurre il consumatore a perdersi nel processo di ricerca verso una decisione d’acquisto a causa di un eccesso di informazioni che generano confusione e che l’utente stesso potrebbe non riuscire a processare. Lo hanno già spiegato chiaramente nel 2020 due ricercatori di Google, Alistair Rennie e Jonny Protheroe, i quali hanno analizzato l’iter decisionale degli acquirenti. Il loro studio è stato aggiornato lo scorso anno nel tentativo di comprendere meglio quello che essi stessi hanno definito “messy middle”, ovvero lo spazio “disordinato, complesso e articolato”, in cui i consumatori cercano di trovare la risposta migliore alla loro esigenza.

Nel caso del centro ottico, il messy middle va dalla decisione di acquistare una nuova montatura da vista, momento denominato “trigger”, fino alla consegna dell’occhiale finito. Questo percorso oggi è tutt’altro

che lineare, essendo caratterizzato da una fitta rete di touch point che si sono moltiplicati negli ultimi anni e che possono variare da persona a persona.

Nel retail i punti di contatto sono disseminati prima, durante e dopo l’acquisto: il consumatore li incontra in fase di ricerca, di scelta e nel post vendita. Sono punti di contatto una recensione online, la prima visita in negozio, una ricerca sul sito web, così come il protocollo previsto al ritiro dell’occhiale o il post vendita. Ognuno di questi influenza la percezione e la decisione dell’utente finale.

In che modo i consumatori elaborano le informazioni incontrate durante questo percorso e come tale processo di elaborazione influenza le loro decisioni di acquisto? Nelle ricerche online su Google si registra un fenomeno interessante: internet non è più soltanto il luogo dove il cliente confronta essenzialmente il prezzo per individuare quello più vantaggioso, ma quello in cui vengono presi in esame molti elementi, con l’obiettivo di identificare la soluzione migliore. La ricerca

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via web, ad esempio, secondo Google Trends 20082020, prende in considerazione aspetti come il valore, la qualità, le prestazioni o la popolarità.

In altre parole, i consumatori durante il loro percorso d’acquisto non sono condizionati, in prima istanza, dal prezzo: prima cercano informazioni sui migliori prodotti e brand di una determinata categoria e solo successivamente valutano tutte le opzioni a loro disposizione. Le scienze comportamentali ci vengono in soccorso per interpretarne il meccanismo, individuando due fasi gemelle che si ripetono in rapida successione, senza soluzione di continuità, fino alla decisione d’acquisto: una iniziale di espansione, la “fase di esplorazione”, seguita da uno step successivo di riduzione, la “fase di valutazione”. Un viaggio vero e proprio fatto di tanti touch point diversi, online e offline, in cui prima il consumatore raccoglie più informazioni possibili, ad esempio su negozi di ottica e marchi di eyewear e, solo successivamente, scarta le soluzioni che gli piacciono meno e mantiene quelle che preferisce. Questo processo si ripete in loop più volte fino alla scelta finale, che può essere rimandata, procrastinata nel tempo, addirittura archiviata e poi ripresa più volte. Troppe informazioni producono indecisione e confusione.

Alla luce di questo autorevole studio risulta un po’ romantica, e forse anche nostalgica, l’idea di un cliente che, dovendo fare un nuovo paio di occhiali da vista, si rivolga direttamente al proprio centro ottico di fiducia, quello vicino a casa, ad esempio.

Il professionista oggi non può voltarsi dall’altra parte e ignorare una realtà molto più complessa rispetto al passato, in cui non solo è aumentata la concorrenza, ma soprattutto sono cresciuti i canali attraverso i quali essa agisce. Trascurare tale tendenza potrebbe portare a soffrire maggiormente il peso dei competitor. Le tappe del customer journey sono sempre più numerose e richiedono all’ottico optometrista la messa in campo di competenze nuove in grado di aiutare il cliente a superare questa vera e propria “allucinazione da troppe informazioni”.

Il consumatore, da solo, ha difficoltà a semplificare il processo che lo porta a prendere una consapevole decisione d’acquisto e a mantenerla con fiducia nel tempo. Solo la guida di un professionista preparato, in grado di curare e presidiare ogni touch point, può aiutarlo a gestire tutti i dati e a superare la difficoltà di scegliere correttamente tra così tante opzioni in campo.

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Immagine tratta da ©Freepik

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Oltre lo "strabismo di Venere": il rapporto tra visione binoculare e arte

Alcuni tra i più illustri pittori furono affetti da deficit visivi di varia natura: come si sono adattati a tale condizione e come questa ha influito sulla realizzazione delle loro opere?

Nell'immaginario collettivo, quando ci si riferisce allo strabismo, reale o apparente, viene automatico accostarlo a qualcosa di negativo e, trattandosi di un deficit tanto estetico quanto funzionale, questo meccanismo è facilmente comprensibile. Cosa accadrebbe se per una volta lo si considerasse diversamente, come qualcosa di unico anziché un difetto del sistema visivo? Idea che ebbe anche Sandro Botticelli nel lontano 1485 realizzando la sua opera più celebre, La nascita di Venere, scegliendo volutamente di ritrarre l'ideale di perfezione e di bellezza con gli occhi disallineati, in favore di una exotropia, cioè di strabismo divergente.

Si noti come l’occhio sinistro tenda a deviare lievemente verso l’esterno, raffigurando Venere con uno sguardo trasognato, quasi come a voler celebrare tale anomalia, rendendola tanto trascurabile quanto indice di maggior fascino: in questo modo Botticelli contribuì alla diffusione dell’espressione “strabismo di Venere”. È stata la forte passione per il mondo dell’arte a ispi-

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rare questa ricerca, soprattutto l’aver scoperto che alcuni tra i più illustri artisti figurativi di tutti i tempi furono affetti da deficit visivi di varia natura. Le ricerche si sono quindi intensificate, coinvolgendo pittori colpiti da deviazione oculare di tipo manifesto, tra cui lo strabismo: è emerso che, ad esempio, Leonardo da Vinci e Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, ne furono affetti.

Sebbene in un primo momento l'accostamento tra arte e optometria possa apparire insolito, la loro relazione ha dimostrato di poter dare una risposta ad alcuni quesiti: come può influire l'assenza di visione binoculare nello svolgimento delle attività quotidiane in soggetti affetti da strabismo? Come sono riusciti gli artisti precedentemente citati a rappresentare la tridimensionalità in modo così realistico, nonostante il loro difetto? Infine, è possibile ritenere lo strabismo, con specifico riferimento al mondo dell'arte, più un valore aggiunto che un “comune” deficit?

Una volta approfondite le caratteristiche e i vantaggi della visione binoculare, nonché il processo di evoluzione della stessa per farci percepire la tridimensionalità e la profondità dello spazio, questo lavoro ha lo scopo di illustrare cosa ne impedisce una corretta instaurazione: in caso di deviazione oculare e altre disfunzioni quali ambliopia, soppressione ed elevata anisometropia, infatti, la binocularità risulterà deficitaria o, addirittura, assente. Doverosa menzione hanno inoltre gli indizi monoculari di profondità, ovvero particolari escamotage che consentono la percezione della profondità anche in condizione di visione monoculare,

«Un'ipotesi è che i soggetti affetti da deficit della percezione della profondità o con anomalie della visione binoculare siano facilitati nell’esprimersi attraverso disegno e pittura, poiché la monocularità potrebbe agevolare la trasposizione di oggetti e figure in tre dimensioni»

i quali sembrano il vero segreto degli artisti figurativi per bypassare l’assenza di visione binoculare, al fine di ottenere una migliore trasposizione su tela.

Infine, dopo aver somministrato una sequenza di test optometrici a un campione di 20 persone, di età com presa fra i 25 e i 55 anni, la ricerca ha individuato tre soggetti definibili “outlier”, cioè anomali, accomunati da una condizione forica decisamente oltre il limite di tolleranza, criticità nella stabilità della visione binocula re e un sistema visivo che opera in condizione di stress, in favore di un considerevole dispendio energetico.

Nonostante la visione binoculare appaia fragile o as sente, i soggetti riferiscono di svolgere le attività quo tidiane abilmente e senza limite alcuno, soprattutto per quanto concerne i casi 2 e 3: il secondo suona la chitarra come hobby, mentre il terzo esercita l’attività di grafico e, in virtù della loro condizione visiva, per entrambi si possono notare similitudini con gli artisti figurativi precedentemente citati.

A queste riflessioni e indagini si aggiunge un interes sante articolo pubblicato nella rivista Jama Ophtalmo logy. Christopher Tyler, neuroscienziato specializzato nei disturbi visivi e oculomotori, nel corso della sua carriera da ricercatore e insegnante decise di condurre un innovativo studio volto a dimostrare che Leonardo Da Vinci potesse essere affetto da una deviazione ocu lare di tipo manifesto. Nell’ottobre del 2018 pubblicò gli esiti del suo lavoro, prendendo in esame varie opere dell’artista.

Analizzate le varie posizioni oculari assunte dai sog getti ritratti e a seguito di misurazione dell’angolo di deviazione di ognuna di esse, ciò che è emerso si tra duce in una “Exotropia alternante, con la conseguen te abilità di passare a una visione monoculare, che spiegherebbe la grande facilità di Da Vinci nel rappre sentare la solidità del volto e degli oggetti in tre di mensioni”, si legge nell’articolo. Inoltre, il suo presun to strabismo divergente sarebbe stato quantificato in un angolo di -10,3° (con segno negativo, trattandosi di deviazione di tipo divergente). Pertanto, secondo Tyler, la sorprendente abilità di Leonardo di riprodur re lo spazio su tela sarebbe proprio stata favorita dal suo tipo di exotropia alternante: tesi che, se dovesse essere effettivamente avvalorata, non farebbe altro che confermare il genio poliedrico di questo grande artista. A oggi, nonostante i numerosi tentativi, rimane ancora inconfutata.

È quindi plausibile ritenere che soggetti risultati affetti da deficit della percezione della profondità o con anomalie della visione binoculare siano facilitati nell’esprimersi attraverso disegno e pittura? Le attività

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svolte dai soggetti “outlier”, quali suonare uno strumento musicale e lavorare come grafico, non paiono inficiate dalla fragile o assente binocularità e il lavoro svolto da mostri di talento quali Da Vinci e Guercino suggeriscono che a tale quesito si possa dare una risposta positiva. Non da ultimo, lo stesso studio di Tyler e gli indizi monoculari di profondità sembrano dirigersi nella medesima direzione, ovvero che la monocularità possa facilitare la trasposizione di oggetti e figure in tre dimensioni.

Diversamente, altra concreta possibilità è che ciò sia solo frutto di mera casualità: in questo caso il talento artistico viene espresso in modo del tutto indipendente da una possibile deviazione oculare e non vi è alcuna attinenza tra visione binoculare assente e trasposizione su tela. Non mancano, tuttavia, gli esempi di altri pittori, caratterizzati da deficit visivi di varia natura.

Vincent Van Gogh fu affetto da xantopsia. Cominciò quindi a percepire il mondo in giallo: nelle sue opere infatti si può facilmente distinguere la predominanza di questo colore. Claude Monet divenne afachico a seguito di un intervento di cataratta e, mutata la sua percezione del mondo, si trovò a sostituire i toni caldi con quelli freddi. Infine, altro interessante esempio è Edvard Munch e come, affetto da emorragie vitreali e maculopatia, in alcuni suoi dipinti sia distinguibile il presentarsi e riassorbirsi di tali emorragie, attraverso confusionarie pennellate rosse e nere o, addirittura, dello scotoma negativo, presente nel campo visivo dell’artista.

Le loro opere sono una prova tangibile di come, mutato il sistema visivo dell’artista e la conseguente percezione del mondo circostante, ognuno di loro non abbia abbandonato il proprio evidente talento: si è invece adattato al sopraggiunto deficit e ha deciso di persistere, semplicemente trovando una strategia. Quale insegnamento possiamo trarre dalle opere e dal vissuto di artisti figurativi che, a un certo punto della vita, hanno assistito a un mutamento del proprio sistema visivo e della conseguente percezione del mondo circostante? Il fil rouge che li lega è il non aver scelto la soluzione più facile, non essersi arresi o non aver lasciato che un difetto condizionasse la loro vita e attività, non in modo negativo almeno.

L’articolo è tratto dalla tesi realizzata dall’autore per il corso di Optometria presso il Centro Studi Leonardo da Vinci di Bergamo, relatore Stefano Panzeri

Dall'alto: Lo stagno delle ninfee con il ponte giapponese di Claude Monet; Amore e dolore di Edvard Munch; Campo di grano con cipressi di Vincent van Gogh

A pagina 32: Nascita di Venere di Sandro Botticelli

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Lenti a contatto e inquinamento atmosferico

La Pianura Padana è tra le zone più esposte all’inquinamento da polveri sottili. A confermarlo è l’ESA, l’Agenzia spaziale europea, secondo cui a gennaio 2024 è stata superata la soglia critica delle concentrazioni di polveri sottili PM10. Ulteriore conferma è arrivata anche da ARPA Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente1. Il particolato (particulate matter, PM) è una materia liquida o solida che contiene metalli pesanti ed è dannoso per i tessuti e gli organi del corpo umano, come dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità già nel 20132. Le particelle di PM sono definite dal loro diametro: quando questo risulta pari o inferiore a 10 micron sono chiamate PM103.

I metalli pesanti tossici possono essere associati al PM e variano come quantità e tipologia a seconda dell’ambiente circostante4,5. Gli occhi sono uno dei pochi organi umani continuamente esposti all'ambiente esterno. In particolare il segmento anteriore viene influenzato in modo significativo da fattori quali temperatura, umidità, vento e illuminazione: il PM stesso potrebbe essere un altro di questi fattori6

Poiché i parametri delle lenti a contatto morbide possono variare a seconda delle caratteristiche del materiale, nello stesso ambiente è possibile che lenti diverse possano presentare variazioni parametriche differenti. Studi precedenti indicano che l’adesione di PM2.5 può variare tra lac rigide gas permeabili e morbide7: la deposizione di PM sulle morbide può causare modifiche nei parametri (come lo spessore centrale e il potere) tali da influenzare il comfort o l'effetto correttivo.

Nello studio di Jung et al. (2023)8, pubblicato su BMC Ophthalmology, è stata esaminata la deposizione di metalli pesanti da PM sulle lenti a contatto morbide, studiando i cambiamenti nei loro parametri. Sono stati esaminati in vitro sei tipi di morbide. Inizialmente sono state deionizzate per 48 ore, al fine di ridurre al minimo l’effetto della soluzione presente nel blister e, in seguito, sono state esposte al PM10 per otto ore, utilizzando un campionatore d'aria sul tetto dell'edificio di Che-

Isabella Beltramo, docente presso la Scuola Internazionale di Ottica e Optometria di Firenze,

affronta

un tema di crescente

interesse per i professionisti della visione: come l’esposizione a polveri sottili e la deposizione di metalli pesanti provenienti dall’aria possono modificare alcuni parametri delle lac morbide

ongwoongwan, presso l’Università di Seoul, in Corea del Sud. Dopo aver rilevato la quantità di sei metalli pesanti assorbiti dalle lac, sono stati misurati lo spessore centrale, il contenuto di acqua, il potere e la trasmissibilità dell'ossigeno (Dk/t) di ciascuna di esse. I risultati sono stati i seguenti.

• Piombo, manganese, bario, arsenico, vanadio e cadmio sono stati rilevati nel PM analizzato. Su tutte le lac è stato assorbito solo il piombo, a eccezione del Senofilcon C.

• Il Dk/t è diminuito per la maggior parte delle lenti in silicone idrogel, mentre è aumentato per molte di quelle in idrogel. Tuttavia differenze statisticamente significative nel Dk/t sono state osservate solo per queste ultime: rientrano comunque come entità nel margine di tolleranza secondo lo standard ISO.

• Lo spessore centrale è cambiato maggiormente per le lenti in idrogel rispetto a quelle in silicone idrogel, ma anche per tale parametro le alterazioni non sono state degne di nota.

• Il contenuto d’acqua non ha registrato mutamenti statisticamente rilevanti.

• ll potere ha mostrato una tendenza ad aumen-

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tare negativamente, tuttavia anche questo parametro non ha riportato differenze statisticamente significative.

Ma le misure e le considerazioni effettuate nello studio di Jung8, condotto a Seoul, quanto possono essere paragonate alle nostre? Sappiamo che i metalli pesanti misurati in questa indagine sono presenti anche nel PM10 di altre aree urbane9,10: pertanto, i risultati di tale lavoro possono essere molto simili anche in altri luoghi, come i nostri più inquinati.

La quantità di depositi di metalli pesanti varia a seconda del materiale delle lenti a contatto, ma come cambia? Secondo Luensmann et al. (2021), le lac non ioniche a basso contenuto di acqua assorbono una quantità inferiore di proteine lacrimali, mentre quelle ioniche ad alto contenuto di acqua ne assorbono una quantità più elevata11 Analogamente all'aspetto della deposizione proteica, anche la tendenza alla deposizione di metalli pesanti è strettamente correlata a quella di proteine lacrimali.

Sono necessari ulteriori studi per valutare, invece, la relazione tra le proprietà ioniche delle lenti e l’adesione dei metalli pesanti nel PM10: sappiamo però che nel caso degli ioni i metalli pesanti con stato di ossidazione+2 (Pb, Mn, Ba, V, Cd)12–14 hanno mostrato una tendenza superiore a legarsi con le lac. Il piombo, che si è depositato sul maggior numero di lenti in questo studio, causa invece stress ossidativo, il quale a livello oculare può provocare varie forme di danno cellulare, come l’ossidazione delle proteine, la distruzione del DNA, l’apoptosi e la perossidazione dei lipidi15 È stato altresì riportato un aumento statisticamente significativo nel Dk/t solo per le lenti in idrogel. Una possibile spiegazione a questa variazione di Dk/t potrebbe essere che l'HEMA, avendo gruppi idrossilici composti da idrogeno e ossigeno all'estremità della struttura molecolare, formi nuovi legami assorbendo cationi metallici pesanti e influen-

zando la quantità di acqua libera, portando così a una variazione nella trasmissibilità all’ossigeno.

Sicuramente il problema dell’inquinamento atmosferico e l’interazione con la lenti a contatto dovranno essere sempre più tenuti in considerazione: a oggi, peraltro, vi sono ancora poche evidenze e sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio gli effetti avversi derivanti dalle esposizioni ripetute o a lungo termine a questi metalli che si depositano sulle lac. Va ancora approfondito, inoltre, il tema dell’interazione tra i polimeri delle lenti e la deposizione dei metalli pesanti derivanti dal PM.

1. Milano e la Pianura Padana sono tra le aree più inquinate in Europa. Greenpeace. 2023. https://www.greenpeace. org/italy/storia/21509/inquinamento-milano/ .Febbraio 2023

2. Loomis, D., Grosse, Y., Lauby-Secretan, B., El Ghissassi, F., Bouvard, V., Benbrahim-Tallaa, L., ... & Straif, K. (2013). The carcinogenicity of outdoor air pollution. The lancet oncology, 14(13), 1262-1263.

3. Ambient (outdoor) air pollution. WHO. 2021. https:// www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/ ambient-(outdoor)-air-quality-and-health. Accessed 29 November 2021.

4. Kampa, M., & Castanas, E. (2008). Human health effects of air pollution. Environmental pollution, 151(2), 362-367.

5. Mohsen, M., Ahmed, M. B., & Zhou, J. L. (2018). Particulate matter concentrations and heavy metal contamination levels in the railway transport system of Sydney, Australia. Transportation Research Part D: Transport and Environment, 62, 112-124.

6. Kim, Y., Choi, Y. H., Kim, M. K., Paik, H. J., & Kim, D. H. (2020). Different adverse effects of air pollutants on dry eye disease: Ozone, PM2. 5, and PM10. Environmental pollution, 265, 115039.

7. Dong, Z., Ding, X., Li, Y., Gan, Y., Wang, Y., Xu, L., ... & Li, J. (2018). Short-term deposition of PM2. 5 particles on contact lens surfaces: effect on oxygen permeability and refractive index. Current Eye Research, 43(9), 1102-1107.

8. Jung, W. Y., Kim, J. W., Kim, S. R., & Park, M. (2023). Heavy metal deposition and parameter change of soft contact lenses by exposure to particulate matter: Parameter change of SCL due to exposure to PM and heavy metal deposition. BMC Ophthalmology, 23(1), 423.

9. Talbi, A., Kerchich, Y., Kerbachi, R., & Boughedaoui, M. (2018). Assessment of annual air pollution levels with PM1, PM2. 5, PM10 and associated heavy metals in Algiers, Algeria. Environmental Pollution, 232, 252-263.

10. Zhang, Y., Ji, X., Ku, T., Li, G., & Sang, N. (2016). Heavy metals bound to fine particulate matter from northern China induce season-dependent health risks: a study based on myocardial toxicity. Environmental Pollution, 216, 380-390.

11. Luensmann, D., & Jones, L. (2012). Protein deposition on contact lenses: the past, the present, and the future. Contact Lens and Anterior Eye, 35(2), 53-64.

12. Iwaszuk, A., & Nolan, M. (2013). Lead oxide-modified TiO 2 photocatalyst: tuning light absorption and charge carrier separation by lead oxidation state. Catalysis Science & Technology, 3(8), 2000-2008.

13. Reaney, S. H., Kwik-Uribe, C. L., & Smith, D. R. (2002). Manganese oxidation state and its implications for toxicity. Chemical research in toxicology, 15(9), 1119-1126.

14. Rosamilia, J. M., & Miller, B. (1989). Electrochemical probes of oxidation state, product distribution, and redox activity for barium yttrium copper oxide (Ba2YCu3O7-x) in halide solutions. Analytical Chemistry, 61(14), 1497-1502.

15. Flora, G., Gupta, D., & Tiwari, A. (2012). Toxicity of lead: a review with recent updates. Interdisciplinary toxicology, 5(2), 47-58.

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Protezione oculare: UVTECH di Ital-lenti la scelta adatta

Quando si pianifica una gita fuori porta, la lista delle cose da portare tende a concentrarsi sull'abbigliamento e sull'attrezzatura adeguata ad affrontare la giornata. Tuttavia c'è un aspetto spesso trascurato, che invece merita un'attenzione prioritaria: la protezione degli occhi dalle radiazioni UV e dalla luce blu potenzialmente dannosa.

L'invisibile pericolo per i nostri occhi: le radiazioni UV e la luce blu potenzialmente dannosa

Anche nelle giornate in cui il sole sembra nascondersi dietro le nuvole, gli occhi sono esposti a un pericolo invisibile, ma nocivo: le radiazioni ultraviolette (UV). In montagna o al mare, l'assenza di filtri naturali, come gli alberi, o artificiali, come gli edifici, fa sì che fino all'80% di queste radiazioni raggiunga indisturbato la superficie terrestre, anche attraverso le nubi, risultando potenzialmente dannoso per il sistema visivo.

Oltre agli occhi, il rischio per la zona perioculare

Il problema non si limita alla sola vista. La zona perioculare, particolarmente sottile e delicata, è

esposta al rischio di invecchiamento precoce, con la comparsa di rughe e altri segni del tempo ben prima che ciò avvenga nel resto del viso: le radiazioni UV, infatti, possono danneggiare il tessuto cutaneo in questa zona sensibile.

Consigli per la salute oculare

Per chi ama trascorrere il tempo libero all’aperto, praticando sport o semplicemente godendo della natura, diventa fondamentale adottare misure preventive per proteggere la vista e il contorno occhi. Ecco alcuni consigli utili:

• indossare occhiali da sole con protezione UV elevata, anche in giornate nuvolose;

• scegliere occhiali dotati di lenti di qualità, che offrano una protezione completa sia dai raggi

UVA sia UVB;

• applicare una crema solare ad alta protezione sull’epidermide, prestando particolare attenzione alla zona perioculare.

Lenti UVTech: la scelta ideale per la protezione completa

La luce è necessaria nella vita di tutti i giorni sia per il nostro corpo sia per il nostro benessere. È composta da una porzione visibile dello

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spettro elettromagnetico, con lunghezze d’onda comprese tra i 380 nm e 780 nm, e da una non visibile, con lunghezze d’onda al di sopra e al di sotto di tali estremi, nell’ultravioletto e nell’infrarosso. Oltre ai raggi UV c’è la luce blu, importante per un bioritmo equilibrato e per altri fattori biologici del corpo. Diversi studi hanno dimostrato i suoi effetti nel ciclo sonno-veglia e la sua importanza sul benessere fisico e mentale: dà energia, aiuta nella concentrazione e nelle azioni quotidiane. Accanto agli effetti positivi della luce blu, alcune porzioni dello spettro possono essere nocive: la regola sostiene che quanto più corta è la sua lunghezza d’onda, tanto maggiore è la sua energia e, quindi, potenzialmente più pericolosa.

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Ogni ambiente ha caratteristiche differenti e il portatore si muove nel proprio spazio in modo soggettivo relativamente a torsione , flessione del collo e movimenti oculari

Il codice univoco ottenuto con il visore, grazie al test di rilevamento dati, è personale e non standardizzato con parametri prestabiliti dalle statistiche.

Meiryo: i riscontri positivi in un sondaggio

a cura della redazione

Hoya ha recentemente concluso un’indagine su oltre 700 partner in tutta Italia: le caratteristiche distintive del nuovo antiriflesso dell’azienda oftalmica, trasparenza ed estetica in primis, sono state confermate dagli ottici optometristi e dai loro clienti

Bello e trasparente: sono i principali aggettivi attribuiti a Meiryo, il trattamento antiriflesso di Hoya, secondo una ricerca condotta dalla filiale nazionale del gruppo oftalmico su oltre 700 centri ottici del nostro paese. «Meiryo è nato per venire incontro alle esigenze dei portatori e in poco tempo ha già guadagnato la fiducia e l'entusiasmo di ottici optometristi e portatori - affermano da Hoya Italia – In base ai risultati del recente sondaggio presso i nostri partner che già lo propongono con regolarità, il 99% degli intervistati ha espresso un'esperienza positiva e si ritiene soddisfatto nel suggerire le lenti con trattamento Meiryo ai propri clienti».

Quali sono i motivi di un riscontro così significativo? Secondo l’azienda di Garbagnate Milanese, i professionisti della visione hanno colto i punti di forza distintivi di questa nuova soluzione: la trasparenza superiore, l’elevata qualità dell’estetica, la facilità di pulizia, la resistenza ai graffi e la protezione UV di alto livello. «Ma non sono soltanto i numeri a parlare: le impressioni dei consumatori finali dopo l’utilizzo, raccontate dalla voce degli stessi ottici, appaiono convincenti – dicono dalla società oftalmica - I clienti di Matteo Sprocatti, titolare dell’omonimo punto vendita di Sermide, in provincia

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Dal 1977 un riferimento per il mondo della visione

Da oltre 45 anni consegniamo agli Ottici e agli Optometristi conoscenze e competenze professionali e – fra i primi in Italia – da 40 anni quelle optometriche, all’interno di un percorso culturale di aggiornamento professionale dei nostri docenti provenienti dalla filiera ottica e dal mondo accademico, utilizzando metodi didattici sempre in linea con l’evoluzione dei profili professionali e dei sistemi di erogazione della didattica.

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«In base ai risultati dell’indagine presso i nostri partner che già lo propongono con regolarità, il 99% degli intervistati ha espresso un'esperienza positiva e si ritiene soddisfatto nel suggerirlo ai portatori»

di Mantova, confermano “un aumento della trasparenza e del contrasto, soprattutto di notte”. A loro volta quelli di Alessandro Bassi, proprietario di Cornealens a Moncalieri, alle porte di Torino, notano “la trasparenza e la resistenza delle lenti anche dopo una pulizia non accurata”. Infine, le parole di Gianni Saliceti, alla guida di Foto Ottica Sabe di Firenze, aggiungono un tocco di nostalgia e autenticità, ricordando la lunga storia di innovazione di Hoya nel settore e sottolineando l'unicità e la superiorità del trattamento Meiryo: “Personalmente è una soddisfazione offrire questo prodotto. È tutta la vita che vivo in negozio, i prodotti Hoya li ho conosciuti tutti e le prime lenti antiriflesso che ho visto

In queste pagine, due immagini della campagna Hoya per Meiryo: trasparenza superiore, elevata qualità dell’estetica, facilità di pulizia, resistenza ai graffi e protezione UV di alto livello sono gli elementi caratterizzanti del trattamento, evidenziati da una recente serie di interviste presso i centri ottici italiani

risalgono a quando avevo 6 anni: mia madre le consegnò alla custode della scuola che frequentavo. E siamo ai giorni nostri: Meiryo è oltre, un antiriflesso così per me non ha rivali”».

Top di gamma e 60 anni di innovazione alle spalle

Lanciato a inizio 2024, Meiryo rappresenta il culmine di sessant’anni di evoluzione: dal 1963, quando ha introdotto sul mercato il suo primo trattamento antiriflesso, Hoya ha continuato a proporre tecnologie oftalmiche innovative. «Meiryo è il risultato di sei decenni di dedizione all'eccellenza nei trattamenti antiriflesso e segna un nuovo capitolo nella storia del gruppo: è infatti il vertice della gamma dei trattamenti antiriflesso dell’azienda, con il miglior mix di caratteristiche protettive per le lenti - affermano da Hoya Italia – Meiryo si distingue per la significativa riduzione della riflessione, una resistenza superiore ai graffi e una prolungata facilità di pulizia, evidenziando così una serie di prestazioni distintive. Inoltre le proprietà idrorepellenti, la protezione UV al 100% sulla superficie esterna, insieme a una protezione aggiuntiva dai raggi UV sulla superficie interna e a uno strato antistatico per prevenire l'accumulo di polvere, lo rendono ideale per una visione nitida in ogni situazione».

Presentato ufficialmente alla convention Hoya di inizio febbraio a Milano, che ha ospitato quasi mille ottici optometristi italiani e in cui sono state illustrate le principali novità aziendali del 2024, Meiryo viene prodotto nel laboratorio di Garbagnate Milanese e fa parte del nuovo catalogo dell’impresa oftalmica.

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SESTA EDIZIONE 2024

17-18 NOVEMBRE 2024

Galileo celebra 160 anni e rilancia il brand in grande stile

Dal 1864 a oggi un viaggio tra storia e innovazione

L’anniversario è l’occasione unica per presentare tre significative novità di prodotto, le lenti con la signature del brand:

Iconica 1864, Iconica 1864 Young e Miria 1864

E dal 16 aprile il lancio del nuovo catalogo

Galileo, pioniere nel settore oftalmico e forte di una storia lunga 160 anni, nel 2024 celebra un traguardo straordinario e inizia un nuovo capitolo della sua evoluzione. «Dalla sua fondazione, nel lontano 1864, Galileo ha costantemente guidato l'innovazione nel mondo delle lenti, contribuendo al progresso del settore ottico - afferma Paolo Cassinari, Head of Sales Galileo e Nikon - L’anniversario dei centosessant’anni è un’occasione unica per rilanciare il marchio. La nuova identità sottolinea il nostro impegno nel percorrere un viaggio in continua evoluzione, in grado di fronteggiare le esigenze attuali e anticipare quelle future».

Galileo ha deciso di presentare la sua nuova immagine sul mercato italiano, confermandone il valore storico e rendendolo sempre più attuale, affidabile e coerente. «La direzione creativa fa leva su uno storytelling incentrato sull'artigianalità italiana e su un approccio minimalista e pulito - continua Cassinari - L’obiettivo? Trasformare il valore storico del brand in un marchio distintivo per intercettare anche un pubblico più giovane e soddisfare le necessità contemporanee”.

Un viaggio che, attraverso decenni, arricchisce un bagaglio culturale ed esperienziale

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senza precedenti. Officina Galileo è stata fondata nel 1864 dallo scienziato Giovanni Battista Amici. Sin dalle sue origini il laboratorio ha incentrato la produzione su qualità, innovazione e artigianalità. Nel 1907 viene nominato alla vicepresidenza Guglielmo Marconi e solo due anni dopo Amici viene encomiato con il prestigioso Nobel per la Fisica. L'azienda continua a crescere, consolidando il sito produttivo a Marghera nel 1920 e dando vita al Gruppo Galileo nel 1949. E 40 anni più tardi, nel 1989, dopo un lungo percorso di impegno e sviluppo, fa il suo ingresso nella top ten dei player mondiali del settore.

«Arriviamo fino ai giorni nostri: Galileo si attesta tra le realtà più conosciute nel panorama oftalmico. Oggi, con una brand awareness pari al 68% e la fedeltà dei clienti, Galileo è tra i marchi più conosciuti e riconosciuti dai consumatori italiani - aggiunge Cassinari - La percezione di alta qualità dei prodotti, in particolare nel segmento delle lenti progressive, ha contribuito a consolidare la sua reputazione».

Il rilancio, la nuova immagine e il nuovo logo fanno sì che Galileo si posizioni come "affordable luxury", un lusso accessibile che mira a entusiasmare i clienti esistenti, appassionarne di nuovi e attrarre consumatori di tutte le età. Un posizionamento che passa anche attraverso scelte di stile: un logo rinnovato e una palette che attinge dai colori della bandiera italiana e della terra toscana, luogo di nascita della storia di Galileo. «Il nuovo approccio grafico e cromatico è parte integrante del suo rilancio e mira a sottolinearne l'identità nazionale», spiega Luca Bassani, Business Brand Manager Galileo e Nikon.

A questa nuova veste più contemporanea si aggiungono importanti novità di prodotto, la cui realizzazione sarà quasi totalmente a Sedico, nello stabilimento bellunese di EssilorLuxottica: Iconica 1864, la progressiva che integra le migliori tecnologie del brand in un design ultrasoft e bilanciato per offrire comfort elevato, visione ampia e stabile in ogni attività; Iconica 1864 Young, per il giovane presbite che desidera lenti versatili per il proprio stile di vita attivo e multitasking, con una zona per vicino fino al

46% più ampia grazie all’esclusiva Near Insight Technology; infine Miria 1864, la monofocale evoluta progettata con lavorazione digitale free form e personalizzata, dedicata ai portatori dinamici e tecnologici, attenti alla qualità e all’artigianalità, che desiderano una visione nitida attraverso l’intera superficie della lente e maggiore contrasto. Tutte saranno siglate con la signature G, la firma Galileo in esclusiva per le lenti del 160esimo anniversario.

Tra le principali innovazioni di prodotto che vanno ad arricchire la proposta, si aggiunge il lancio della nuova generazione di lenti intelligenti alla luce Transitions GEN S, la tecnologia dall’eccezionale perfomance e dall’ampia varietà di colori, tra cui il nuovissimo Ruby, che si affianca a Transitions Xtractive New Generation e Xtractive Polarized, rendendo la gamma Transitions ancora più completa e attraente.

Per scoprire tutte le novità legate al rilancio sono previsti numerosi momenti di confronto con i centri ottici. «Abbiamo debuttato a Mido con la nuova brand identity - spiega Nadia Lattanzi, Business Brand Manager Galileo e Nikon - Inoltre, da febbraio, Galileo è approdato su Leonardo, la piattaforma digitale di formazione di EssilorLuxottica, con una pagina dedicata al marchio: dallo scorso 18 marzo sono in programma sessioni live di aggiornamento sul brand e sui suoi prodotti”.

L'attività web e social del marchio ricopre un ruolo fondamentale ed è stata completamente rivestita dell’immagine e dei colori appena introdotti, per rispecchiare appieno l'identità rinnovata di Galileo. La comunicazione continuerà a mantenerne intatta la promessa di qualità, autenticità e innovazione.

Infine, Galileo ha predisposto kit di comunicazione per i centri ottici partner, realizzati con materiali premium di alta qualità: il placca logo in legno laccato, l’ottotipo in tessuto raffinato, così come la copertina del nuovo catalogo, il sottomano in velluto elegante per la consegna occhiali e molto altro. Tutti colorati nella tonalità del burgundy, il nuovo colore identitario di Galileo Italia 1864.

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Diottria, una vittoria dell’optometria a stelle e strisce

Il lemma diottria, certamente uno dei più pronunciati quotidianamente nei negozi di ottica e negli studi optometrici, etimologicamente ha un’origine forse unica nel suo genere. L’oculista francese Ferdinand Monoyer nel 1873 durante i lavori del quarto Congresso d’Oftalmologia Internazionale di Londra suggerisce l’adozione del termine Dioptrie per indicare la condivisa valutazione del potere della lente con distanza focale di un metro, decisione approvata definitivamente dal Congresso Medico di Bruxelles del 1875: è la sua prima apparizione.

Il neologismo inventato da Monoyer, di struttura greca, riprende e translittera il nome dello strumento ideato dal matematico del I secolo d.C., Erone Alessandrino, che, nel suo libro Περì διóπτρας-Sulla dioptra, descrive dettagliatamente uno strumento munito di uno o più traguardi forati attraverso cui osservare, al fine di misurare lunghezze e angoli: l’antenato del moderno teodolite. Il termine diottria inizia quindi lentamente a diffondersi, dal Congresso di Londra, negli studi e nelle accademie d’Europa, dando la stura alla necessità di individuare anche un’unità di misura condivisa

Docente di ottica e optometria, autore di numerose pubblicazioni inerenti alla professione

per la misurazione dei valori prismatici. La discussione si apre oltre Atlantico nel 1887 a Washington e solo nel 1891 viene preferita la Diottria Prismatica, proposta dall’optometrista Charles Prentice, al Centrad, proposto dall’oftalmologo William Dennett. Pochi anni dopo, nel 1897, Charles Prentice vince anche la causa contro un altro oculista, John Roosa, in rappresentanza dell’associazione degli oftalmologi newyorkesi: il tribunale locale acquisisce e approva il progetto di legge Defense of the opticians, presentato da Prentice, e sancisce e decreta legittima la professione optometrica in quanto la fornitura di lenti oftalmiche interviene sul percorso della luce e non sul trattamento degli occhi. È la data di nascita ufficiale dell’optometria, paradossalmente sollecitata da un’associazione di oculisti. Nel ventesimo secolo l’optometria si afferma in tutto il mondo, marcando chiaramente la propria differente e specifica identità: le finalità, le metodiche e gli strumenti sono da tempo definiti, registrati e legittimati e solo l’insipida burocrazia, e la strumentale opposizione di alcuni, aspettano ancora ad accorgersene.

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La consulenza d'immagine in ottica

Angelica Pagnelli

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