Mostra: Italia-Germania 4 a 4

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ITALIA GERMANIA 4a4 visioni al femminile nel fumetto contemporaneo A cura di Hamelin


ITALIA GERMANIA 4a4 visioni al femminile nel fumetto contemporaneo Otto autrici del fumetto contemporaneo, quattro italiane e quattro tedesche, sono protagoniste di un dialogo per immagini: Leila Marzocchi e Line Hoven, Gabriella Giandelli e Aisha Franz, Ulli Lust e Lorena Canottiere, Anke Feuchtenberger e Anna Deflorian. Disegnatrici di provenienze e generazioni diverse, maestre e allieve, autrici affermate e talenti esordienti: i loro personali universi si incontrano e confrontano, nei punti di vista, nelle interpretazioni per figure della realtà, nei modi differenti di esprimersi attraverso il linguaggio del fumetto. La mostra si propone di raccontare il filo rosso che intreccia le poetiche delle artiste ed esplorare, al tempo stesso, le grammatiche del fumetto attraverso quattro parole chiave – tecnica, tema, graphic novel, stile. Quest’ultime sono argomentate accostando, per affinità, i disegni di due autrici e selezionando, nell’ampia produzione di ciascuna, un libro emblematico. Il risultato finale è un percorso di andata e ritorno fra due paesi, in cui il fumetto diventa quasi un mezzo di trasporto di idee e visioni, uno degli “strumenti ottico-linguistici” più interessanti per decifrare la contemporaneità. Italia Germania 4 a 4 vuole essere un’occasione per scoprire la nona arte, aprire delle possibili piste di lettura nel fumetto contemporaneo e approfondire la complessità, la stratificazione e le infinite possibilità di questo linguaggio.


Leila Marzocchi Niger Il vento sospinge la piccolissima Pupa, larva di una creatura enigmatica che solo il tempo potrà rivelare, sul tavolo della Casa sull’Albero. Qui, come stabiliscono le profezie, viene allevata e protetta da un gruppo di uccelli, mentre intorno continua la vita del bosco, misteriosa, buffa e a volte spietata. Leila Marzocchi mescola tradizioni diverse – quella dei microcosmi animali del fumetto, da Krazy Kat a Pogo, e quella antichissima dei bestiari parlanti del mito e della fiaba – secondo una sua personalissima ricetta che riesce a dare consistenza alla materia onirica di un racconto dove il comico e il sacro si combattono senza tregua, dove la profezia e il mistero sono momenti del quotidiano, venati di disincanto. La dolcezza e la crudeltà della vita, abbracciate e trasfigurate dal fantastico, possono essere contemplate con l’illusione di trovarsi al sicuro. Ma come nei sogni lucidi, tutto – anche le derive estreme dell’assurdo e del bizzarro – sembra somigliarci.


Leila Marzocchi Niger


La tecnica La tecnica utilizzata dalle due autrici, simile pur con alcune significative varianti, si chiama scraper-board e discende dall’antica xilografia. Il procedimento consiste nel graffiare una superficie precedentemente ricoperta di inchiostro: non è una scelta casuale né puramente estetica, ma intimamente legata alla materia del loro narrare. In principio c’è il nero, quello del passato da cui far emergere faticosamente, ma con delicatezza, i ricordi per Line Hoven, e la notte tempestata di sogni dalla quale Leila Marzocchi estrae il suo mondo di animali parlanti.

L’atto creativo è dunque un “tirare fuori” le figure dal foglio – non aggiungerle come avviene normalmente nel disegno – e rallenta l’esecuzione, consentendo all’artista di prolungare la concentrazione emotiva sul proprio lavoro. La tessitura di piccoli segni sottili che ne risulta è anche un invito rivolto al lettore/ spettatore perché si soffermi sulla lettura dell’immagine, cogliendone le sfumature e la densità espressiva.


Line Hoven L’amore guarda da un’altra parte


Line Hoven L’amore guarda da un’altra parte Figlia di un tedesco e di un’americana, la Hoven ricostruisce la propria genealogia: i nonni paterni che si conoscono a un campo della Gioventù Hitleriana, quelli materni che si incontrano nei giorni dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, e infine i genitori dell’autrice, che affronteranno barriere linguistiche e pregiudizi radicati prima di diventare una famiglia. L’amore guarda da un’altra parte è un racconto sulla rimozione della memoria, la necessità di riappropriarsene e la forza inestinguibile della vita. Lo stile grafico e il ritmo narrativo tendono a congelare gli attimi e a prolungarne l’intensità emotiva, la narrazione procede per ellissi, dialoghi asciutti, silenzi. Alla base ci sono i ricordi dei protagonisti e pochi puntelli della memoria – fotografie, scontrini, biglietti… –, ma è la necessità profonda di conoscere le proprie radici che carica di verità i luoghi e le situazioni del passato, che incide gli sguardi dei protagonisti, riportandone in vita i sentimenti.


Gabriella Giandelli Interiorae Interiorae è un racconto intimo, tutto ambientato all’interno di un condominio dove un coniglio, che attraversa le pareti ed entra dalle finestre, conduce il lettore in ogni stanza permettendo di entrare nel privato delle persone che lo abitano, osservandole nel quotidiano, nella vita monotona di tutti i giorni, ma cercando anche di andare in profondità e svelare i loro sogni. L’edificio potrebbe essere in qualsiasi città, con bambini, ragazzi, adulti e anziani, dove la vita comincia e finisce. Il tempo delle persone si suddivide tra vita vissuta e vita sognata, tra realtà e fantasia, routine e desiderio di fuga. Quello che viene presentato sono piccoli squarci di vita, che nella loro brevità racchiudono sentimenti, sensazioni, delusioni e desideri e permettono di avvicinarsi alle varie storie facendole diventare universali.


Gabriella Giandelli Interiorae


Il tema

Giandelli e Franz raccontano la realtà di ogni giorno scandita dall’abitudine e la solitudine racchiusa in ogni persona. In Alien e Interiorae l’elemento fantastico invade il presente e in qualche modo unisce le persone, le fa sentire meno sole, le accompagna nella crescita e nella routine, dove le cose importanti sono quelle piccole, le scoperte quotidiane. Ma il tema comune viene declinato dalle autrici in due delle possibili direzioni che questo potrebbe prendere.

Se in Aisha Franz il fantastico si concretizza in un amico immaginario per dare ad una delle protagoniste la possibilità di riscattare un’esistenza, in Gabriella Giandelli diventa un motore narrativo, il trait d’union di tutte le storie con cui passare da un registro narrativo reale ad uno più intimo e personale. Nella lettura di entrambe fantastico e sogno non sono in un altrove e questo è il loro potere, quello di incidere la vita di tutti i giorni, di contribuire ad un cambiamento.


Aisha Franz


Aisha Franz Alien Un palloncino vola nel cielo di una giornata qualsiasi; una bambina lo insegue per la città fino a catturalo, ritrovandosi ad un incontro strabiliante con un alieno appena sbarcato sulla terra. Con il pretesto di aiutarlo, la protagonista avrà la possibilità di mettersi in gioco e costruire con lui quel rapporto d’amicizia e forse d’amore che le riesce così difficile con i suoi coetanei. Oltre alla bambina il libro segue parallelamente la vita della madre e della sorella maggiore creando uno spaccato molto realistico e allo stesso tempo toccante di tre momenti differenti della vita: l’infanzia, l’adolescenza e la maturità vissuti in una fase di passaggio e definizione del sé. Un racconto al femminile scandito dalla solitudine e da piccoli atti di ribellione che portano le tre donne ad una crescita e permette loro di affrontare la realtà senza mai cadere nella rassegnazione, suggerendo continuamente la possibilità di un cambiamento.


Ulli Lust Troppo non è mai abbastanza La autobiografia di Ulli Lust è un vero “road movie”: Udine, Verona, Roma, Napoli, Palermo. Due ragazze austriache, minorenni, si imbarcano in un viaggio senza soldi e senza documenti. L’obiettivo è un luogo sognato, l’Italia; dove c’è il sole, dove si può trovare lo spazio giusto per essere se stesse, prendendo tutto quello che il viaggio offre. Un racconto quasi picaresco, di avventure incredibili e di violenza, perché la realtà a volte è più brutale del previsto. Il pennino della Lust rileva come un sismografo la ribellione della protagonista e il passaggio brusco dalla spensieratezza dall’adolescenza alla crudezza dell’età adulta. A fare da sfondo all’intera vicenda c’è l’Italia dei primi anni Ottanta vista attraverso lo sguardo di uno straniero che la scopre, e la fa vedere attraverso questo espediente ai lettori, per la prima volta. Il paese della pizza e del cappuccino, dell’autostop e del campeggio libero ma anche l’Italia maschilista e patriarcale, dell’eroina e delle grandi stragi mafiose.


Ulli Lust Troppo non è mai abbastanza


Il graphic novel

Con il termine graphic novel si intende una forma di romanzo a fumetti, un’opera compiuta che racconta un’unica storia completa, con un inizio, un mezzo, una fine e che si rivolge generalmente ad un pubblico adulto. Molti sono i soggetti – tanti quanti potrebbero essercene in letteratura – ma di certo una delle forme più diffuse è quella del racconto biografico, in cui si inseriscono perfettamente i libri della Lust e della Canottiere.

Pur nella loro diversità si tratta di due romanzi di formazione che si sviluppano, in maniera realistica, attraverso la rievocazione di fatti e eventi a cui corrono parallelamente i pensieri i sentimenti e le pulsioni dei protagonisti. Lo sfondo è quello connotato di alcune città: il viaggio in Italia della Lust e la Torino multietnica e razzista del romanzo della Canottiere.


Lorena Canottiere Oche


Lorena Canottiere Oche Henry, Davide e Nadia sono adolescenti; vanno a scuola, ascoltano i discorsi degli adulti, si nascondono, ognuno con un buon motivo per voler scappare dalla propria quotidiana esistenza o un rovello che non permette di viverla pienamente. Saranno le oche che razzolano davanti alla roulotte di un barbone e uno sventato agguato neonazista a farli incontrare, a forzare le loro solitudini e far scorrere di nuovo il sangue nelle loro vene. Lorena Canottiere crea una storia in cui le voci narranti dei protagonisti si intrecciano e si fondono dando origine ad un racconto corale. L’autrice mescola stili e piani di discorso diversi; c’è la cronaca del quotidiano e dello svolgersi dei fatti, raccontata con un tratto rapido; ci sono le eco lontane del sogno, che irrompe nella narrazione con vignette a colori; c’è anche il ricordo che rompe la griglia del fumetto e con un segno pastoso invade la pagina.


Anke Feuchtenberger Grano blu Ciò che più impressiona nelle opere di Anke Feuchtenberger è la forza evocativa che deriva da immagini fatte di una pasta sfuggente e un racconto spesso imprevisto. Immersi nel suo universo immaginativo sembra di ritrovare letteratura, teatro, pittura, e invece è disegno, narrazione per immagini, fumetto. Grano blu intreccia tre storie mentre al centro scorre la vita organica dove si muovono umani e animali impegnati nelle piccole attività. Un uomo forzuto lotta nel suo giardino con delle lumache, tre angeli assistono le persone durante gli incidenti, una ragazza e il culto di una cerimonia religiosa, e poi una festa e un veleno mortale… Una narrazione onirica e frammentata, innocente e spietata al tempo stesso, dove segno, struttura narrativa, non detto, svelano un linguaggio che spreme il vissuto e distilla metafore.


Anke Feuchtenberger Grano blu


Lo stile Nella narrativa lo stile è fondamentale per definire l’opera di un autore. Si dice che non sia importante cosa si racconta ma come lo si fa. Il linguaggio, le parole che si usano, incarnano la percezione del mondo, ed è per questo che la lettura può divenire una esperienza che rinnova la nostra visione delle cose, anche le più semplici. Nell’ambito del fumetto accade lo stesso, lo stile poi emerge con grande immediatezza perché le immagini oltre ad essere fruite con più velocità hanno una loro aurea che ci avvolge ancor prima di essere lette per davvero. C’è “il bel disegno”, più accademico e attento al realismo figurativo, c’è la tradizione della ligne claire,

con segno pulito e rigore estetico, c’è l’espressionismo dove l’artista si fa filtro emotivo di quanto vede, immagina, vive. Lo stile è sempre contenuto e nelle forme più intime, come nelle opere di Anke Feuchtenberger e Anna Deflorian, assume significati profondi. Marcare o spezzare una linea, scegliere una tinta di colore piuttosto che un’altra, distorcere una fisionomia o una proporzione anatomica, sono sempre prolungamenti di racconto e ricerca di senso.


Anna Deflorian Canicola bambini


Anna Deflorian Canicola bambini La ricerca di Anna Deflorian attraverso il disegno è a più direzioni e per questo le sue storie a fumetti hanno una grammatica che risponde alla frequentazione di più linguaggi. “Ufficio anatomia”, come i migliori racconti brevi, immerge immediatamente nell’atmosfera narrativa. Una figlia e la madre morta, i fantasmi di una guerra passata, pietanze improbabili, obblighi: attraverso un bianco e nero scarno, tutto ci predispone in una dimensione spazio-temporale imprecisata e cupa, tra passato e futuro, dove l’asfissia di un governo repressivo viene via via sciolta dall’inserimento del fantastico. “La casa sul ghiaccio” è invece a colori, mescola grafite, matite colorate, olio, e si sviluppa come un albo illustrato, grandi figure e poco testo. Due bambine, un bambino e un cane vivono in una casa sul lago ghiacciato. Un giorno fa più caldo, la casa sprofonda e ognuno prende la sua strada. È una storia semplice e intensa, dove l’estetica influisce con dolcezza sulle sensazioni e il rapporto testo e immagini, ci suggerisce sempre altro.


Ulli Lust Nasce a Vienna nel 1967 e dal 1995 vive e lavora a Berlino. L’arte del raccontare storie è uno dei tratti distintivi del suo lavoro, come testimonia il nome del collettivo di cui fa parte, Monogatari, e il lavoro di Electrocomics, casa editrice da lei diretta che divulga fumetti online. Ha disegnato reportages a fumetti su Berlino, fumetti storici e le serie erotica degli Springpoems. Heute ist der letzte Tag vom Rest deines Lebens (Avant Verlag, 2009) è il suo primo graphic novel con cui vince il “Prix révélation” nell’ambito del Festival del fumetto di Angoulême. Con il titolo Troppo non è mai abbastanza il libro esce per i tipi di Coconino Press nel 2013. www.ullilust.de

Anke Feuchtenberger Nasce a Berlino Est nel 1963. Dopo gli studi in grafica industriale e scultura, nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, Anke Feuchtenberger crea assieme a Henning Wagenbreth, Holger Fickelscherer e Detlef Beck il gruppo PGH Glühende Zukunft destinato a rinnovare radicalmente la scena fumettistica tedesca. Dal 1997 insegna illustrazione presso la Hochschule für Angewandte Wissenschaften di Amburgo. È fondatrice con Stefano Ricci della casa editrice Mami Verlag. Fra le sue opere: Quando muore il mio cane mi faccio una giacca (Coconino Press, 2006), La puttana P. getta il guanto (Logos, 2007), Grano blu (Canicola, 2011), Superlacrimella (Logos, 2011). Vive e lavora fra Amburgo e Quilow. www.feuchtenbergerowa.de

Line Hoven Nasce a Bonn nel 1977. Si diploma in comunicazione visiva presso la Kunsthochschule di Kassel; qui lavora come costumista e scenografa presso lo Staatstheater. Segue il corso di Anke Feuchtenberger presso la Hochschule für Angewandte Wissenschaften di Amburgo e la sua tesi di laurea diventa L’amore guarda da un’altra parte, lavoro d’esordio pubblicato in Italia da Coconino Press nel 2008. In Germania pubblica settimanalmente sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” Dudenbrook (con Jochen Schmidt), raffinati giochi letterari sul tema dell’alfabeto raccolti in volume da Jacoby & Stuart nel 2012. Vive e lavora ad Amburgo. www.linehoven.de

Aisha Franz Nasce a Fürth, in Baviera nel 1984. Studia, dal 2004, con Hendrik Dorgathen presso la Kunsthochschule di Kassel. Il suo fumetto d’esordio, Alien, è stato pubblicato dalla casa editrice Reprodukt nel 2011 ed è il suo primo titolo tradotto e edito in Italia da Canicola (2012). Altri lavori sono stati pubblicati sulle antologie “Kuš!” e “Orang” o apparsi sotto forma di autoproduzioni. Dalla raccolta di alcuni di questi piccoli albi a tiratura limitata nasce Brigitte und der Perlenhort uscito nel 2012 per i tipi di Reprodukt. Vive e lavora a Berlino. www.fraufranz.com


Lorena Canottiere Inizia la sua attività di fumettista sul “Corrierino” con il gruppo Struwwelpeter, poi per le riviste “Terre di Mezzo”, “Schizzo presenta”, “Mondo naif”, “Black” e “ANIMAls”. Lavora come illustratrice per le maggiori case editrici italiane (EL, Fabbri, Giunti, Mondadori, Rizzoli, Piemme, Giunti, Touring Club Italiano, Editoriale Scienza) e sporadicamente nel campo pubblicitario e teatrale, oltre a realizzare copertine per cd musicali. La sua opera prima è Oche (Coconino Press, 2011) a cui è seguito un lungo lavoro di strips sull’infanzia che l’autrice pubblicava sul suo blog, ora raccolto nel volume Marmocchi (Diabolo Edizioni 2012). capousse.blogspot.it

Anna Deflorian Nasce a Trento nel 1985. Ha studiato illustrazione per l’editoria a Bologna e ad Amburgo e ha lavorato ad Helsinki per il collettivo di fumettisti Kutikuti. Fa parte del gruppo Canicola, associazione culturale con sede a Bologna che si occupa di fumetto e disegno contemporaneo. Ha collaborato con varie realtà internazionali fra cui Teiera, Kuš!, Kutikuti, Mami Verlag. Ha esposto in vari festival europei (Helsinki, Lucerna, Angouleme...) e ha collaborato con alcuni festival di teatro come Santarcangelo dei Teatri e Centrale Fies Festival. Vive e lavora a Trento. cargocollective.com/annadeflorian

Leila Marzocchi Nasce a Bologna dove vive e lavora. Dopo l’esperienza alla scuola Zio Feininger di Bologna e nel gruppo Valvoline, alla metà anni Ottanta esordisce nel fumetto su alcuni quotidiani “Reporter”, “Il Manifesto”, “L’Unità” e numerose riviste. Fondamentale nella sua carriera è l’incontro con la cultura giapponese, nato attraverso la collaborazione con la rivista “Morning” di Kodansha per la produzione di manga, ma anche con il teatro. Fra i suoi lavori a fumetti: L’enigma (2002), La ballata di Hambone (su testi di Igort 2009 e 2010), la serie Niger (2006-2012) e Il Diario del Verme del Pino (2012), tutti editi per Coconino Press. www.leilamarzocchi.it

Gabriella Giandelli Nasce a Milano nel 1963. Dal 1984 i suoi primi fumetti appaiono su riviste come “Alter Alter”, “Frigidaire”, “Dolce Vita”. Autrice di fumetto fra le più coerenti e raffinate in Europa, ha pubblicato diversi lavori fra cui Hanno aspettato un po’ poi se ne sono andate (Mano Edizioni, 1997), Silent Blanket (Seuil, 2000) e per Coconino Press Sotto le foglie (2008) e Interiorare (2010). Al fumetto affianca l’illustrazione per l’infanzia e quella editoriale, in quotidiani e riviste come “la Repubblica”, “Internazionale”, “Le Monde” e la progettazione nel campo del design per case produttrici come Memphis, Alessi e Swatch. Vive e lavora a Milano. www.gabriellagiandelli.com


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