Giornale Gamberale - n° 1 Aprile 2012

Page 1

Gamberale

Anno 7 - N. 1 Aprile 2012 Periodico quadrimestrale Poste Italiane S.P.A. Spedizione in abbonamento Postale -70% CB BERGAMO Registrato presso il tribunale di Bergamo n.14 del 07/04/2006 Editore: Isidoro Sciulli, Via Torretta 15 - 24125 Bergamo Direttore Responsabile: Isidoro Sciulli Stampa: In proprio

AVVISO IMPORTANTE Da febbraio il periodico è su internet. Basta scrivere il seguente indirizzo: www.issuu.com/giornale-gamberale e si possono leggere e stampare tutti i numeri finora usciti. Si può lasciare il proprio indirizzo di posta elettronica per poterlo avere tra le proprie e-mail. Si possono anche lasciare i propri commenti. Saranno molto contenti i nostri amici statunitensi, canadesi, australiani, argentini…e tutti gli altri.

I cognomi Questo giornale nei numeri precedenti si è interessato dei cognomi presenti nel nostro comune (vedi il numero Anno 2-N.2 Luglio 2007). Riprendiamo l’argomento e cerchiamo di approfondirlo a cominciare da questo numero. La prima testimonianza scritta sui cognomi dei gamberalesi risale al 1447, quando il re Alfonso I d’Aragona fece fare la numerazione dei fuochi, cioè delle famiglie, per imporre il focatico. Nel documento venivano riportati i nomi dei capifamiglia e il numero dei componenti della famiglia. I capifamiglia di Gamberale si chiamavano: Antoii, Bertollus, Donatus, Ferri, Jacobucij, Longi, Marronus, Niger, Paczirellus, Pecorini, Traverso, Tarelli, Verinse. Tutti quelli che finiscono con la i, vanno tradotti come figlio di...: per intenderci il primo, Antonii, va tradotto figlio di Antonio; Ferri va tradotto figlio di Ferro…

Come vedete dall’elenco non c’è alcun cognome di quelli in uso oggi. Ma facciamo un po’ di storia. Nell’Abruzzo e in altre regioni italiane alla metà del 1400, professioni, dignità, luoghi, provenienze, arti, mestieri, virtù, vizi, qualità, difetti personali, soprannomi, avevano già dato a buona parte delle famiglie il cognome, ma un numero grandissimo di esse aveva una specificazione temporanea, il patronimico (un cognome derivato dal nome del padre), che durava una generazione. Per esempio, Antonio capo di una famiglia, per distinguersi da quelli che portavano lo stesso suo nome, che erano tanti, aggiungeva al suo nome quello del padre Giovanni, e si chiamava perciò Antonio di Giovanni, e negli atti ufficiali, usandosi il latino, si scriveva Antonius Ioannis; e così Pietro figlio di Antonio, Petrus Antonii. Ma perché tutti questi nomi erano comunissimi, per avere una distinzione più precisa, fu necessario aggiungere al nome del padre quello dell’avo; quindi abbiamo molto spesso Petrus Antonii Ioannis, Paulus Masii Angeli, Antonius Petri Pauli, o

per semplificare si aggiungeva una qualità del padre: Franciscus Magistri Petri (Francesco figlio del Maestro Pietro), Andrea Notarij Stefani (Andrea figlio del Notaio Stefano). Per speciali qualità dell’uomo o per lungo uso, prevalse e durò stabilmente un patronimico, e così Butij, Cicci, Cole, Angeli, Masii divennero cognomi stabili di una famiglia e dei suoi discendenti; e divennero per la stessa ragione cognomi composti di nomi per esempio Masciangeli (Masiiangeli), Pietropaoli, Angelantoni, Altobelli, Buccigrossi, Colangelo, Colacicco, Aloisantoni, Colagrossi, Colamarino, Giovannangelo, Paolantonio; e dalla combinazione di qualità o di aggettivi con i nomi propri vennero Mastrojanni, Mastropietro, Mastrogiovanni... Da Cole Presbiteri per accorciamento ebbe origine Colaprete. E sono tutti cognomi, che ora si incontrano frequentemente in Abruzzo. Durò ancora per molto tempo in molte famiglie la mobilità del patronimico, che divenne stabile solo nel 1500. (Continua nei prossimi numeri…) 1


Gamberale n.1 - anno 7

L’abbandono di molti centri montani Nel corso del XV secolo (dal 1400 al 1500) si registra nella nostra zona l’abbandono di molti centri di origine medioevale come Prata nel territorio di Casoli, Pescorottico presso Gessopalena, Tutoglio in quello di Pennadomo, Montemoresco nelle vicinanze di Torricella Peligna, Pile e Roitello sul versante destro del fiume Sangro. Inoltre furono abbandonati anche numerosi insediamenti nella zona montana, in particolare nell’area dei Monti Pizzi nell’odierno territorio di Pizzoferrato, Lettopalena, Palena, Ateleta. Alcuni insediamenti, probabilmente, furono evacuati a seguito di eventi

franosi che interessarono i rilievi rocciosi su cui erano stati costruiti come nel caso di Montemoresco; l’insediamento di Rocca Cerretana tra Pizzoferrato e Gamberale; Pizzi Superior su Liscia Palazzo. Probabilmente a questi eventi franosi si deve la diffusa leggenda popolare secondo la quale furono le formiche a sgretolare, con la loro inesorabile azione, le fondazioni e le mura degli edifici. Tale leggenda interessa Portella, un antico insediamento sopra Lettopalena; il vecchio abitato di Fallo e quello di Pile. (Tratto da Un territorio diventa Museo di Aurelio e Giuseppe Manzi).

Le cause dell’abbandono Indubbiamente

alcuni eventi catastrofici che si verificarono nei secoli XIV e XV, come l’avvento della prima pestilenza europea del 1349, i disastrosi terremoti tra cui quello particolarmente distruttivo del 1456, ebbero un ruolo chiave nel determinare l’abbandono di alcuni centri,

2

unitamente al riassetto feudale ed insediativo dell’area. Va comunque rilevato che nel XV secolo furono abbandonati molti centri d’alta quota, anche ricchi e grandi come nel caso di Rocca Val di Terra (1470 m), Forca Palena (1350 m), Carceri (1615 m).

Attualmente, nell’Appennino Centrale, gli insediamenti stabili più elevati non superano i 1500 m: Castelluccio di Norcia (1452 m), Rocca di Cambio (1433 m), Capracotta (1421 m), Campotosto (1420 m). (Tratto da Un territorio diventa Museo…).


Gamberale n.1 - anno 7

La piccola glaciazione E’

plausibile supporre che l’abbandono di questi centri alto montani sia dovuto anche al raffreddamento climatico che si verificò nel periodo compreso tra il XV e il XIX secolo con punte massime nel XVII secolo. Un clima più freddo, indubbiamente, comportò seri problemi insediativi ed economici per i centri in quota dove l’agricoltura, di fatto, divenne impraticabile. Con molta probabilità le carestie documentate nella Valle dell’Aventino

nel XVII secolo, specialmente per Montenerodomo e Torricella Peligna, possono essere ricollegate all’evento climatico negativo che ebbe il suo apice proprio in questo secolo. Alla crisi agricola si contrappone, invece, un forte sviluppo della pastorizia transumante che proprio nel periodo a cavallo tra il XVI e XVII secolo raggiunse il suo apice in Abruzzo. (Tratto da Un territorio diventa Museo…).

CRONACHE CITTADINE Quanto ci sono costati.

Lasciamo a ognuno di voi la risposta!

Quanto ci sono costati il Sindaco e le sua giunta dal 2002 al 2012? Il sindaco percepiva 1.290 euro lordi al mese, che fanno 15.480 euro lordi all’anno, e circa 150.000 euro lordi in dieci anni. La cifra netta in dieci anni si aggira tra i 75/100 mila euro. I conti sono fatti a spanne, non sono precisi e il Sindaco potrebbe fornirci la cifra esatta. Lo farà? Per ogni riunione della giunta, ad ogni assessore toccava un gettone di presenza di 16 euro. Gli assessori sono quattro e quindi ogni riunione della giunta ci è costata 64 euro. Dieci riunioni di giunta all’anno ci sono costate 640 euro; in dieci anni la giunta ci è costata 6.400 euro! A questo vanno aggiunti i costi indiretti. Se la riunione della giunta veniva fatta in orario di lavoro, l’assenza doveva essere pagata dal comune all’ente presso cui si lavorava. E questi costi sono difficilmente quantificabili. Ci preme ricordare che il Sindaco appena si è insediato nel 2002 ha raddoppiato il numero degli assessori, che nella precedente amministrazione erano solo due! Un assessore ogni 90 abitanti. Ma il problema non è questo, perché la legge permette tutto questo. I costi sostenuti dal comune per il sindaco e la sua giunta sono stati ripagati con benefici per tutta la cittadinanza?

“Il futuro di Gamberale” A metà gennaio è stata convocata una assemblea cittadina per parlare del futuro del nostro paese. Vi trascrivo il testo della convocazione. AVVISO Tutti i cittadini di Gamberale sono invitati a partecipare all’incontro che si terrà Domenica 22 gennaio alle ore 11,30 presso la sala comunale dell’ex asilo di Piano d’Ischia. L’incontro avrà quale argomento principale il futuro di Gamberale in funzione anche della prossima tornata elettorale che ci vedrà coinvolti direttamente al rinnovo degli organi amministrativi. Chiunque interessato potrà partecipare attraverso il contributo di idee e progetti che determineranno un futuro speriamo sempre migliore. L’organizzazione Maurizio Bucci Alla riunione era presente il nostro sindaco, come a voler testimoniare una continuità tra la sua amministrazione e Maurizio Bucci. Noi immaginiamo che il futuro di cui parla Marizio Bucci è un grande tuffo nel passato.

Quando Maurizio Bucci parla di futuro di Gamberale, confonde Gamberale con la Sicet e le palazzine di sua proprietà, da vendere. Per lui futuro di Gamberale significa utilizzo dell’area della Forcella che la Sicet ha avuto in concessione e si darà molto da fare per avere fondi statali per riattivare l’impianto. Per lui futuro di Gamberale significa utilizzare locali di proprietà del Comune a Piano D’Ischia per uno studio professionale, quando si è proprietario di case nella stessa contrada… Per lui futuro di Gamberale significa rifare il piano regolatore approvato più di dieci anni fa e scaduto, per rendere edificabili terreni di sua proprietà: la Sicet è molto interessata a questo. Crediamo che gli interessi di Gamberale non sono gli stessi di Maurizio Bucci, della Sicet, delle palazzine da vendere… E quando Maurizio Bucci parla di futuro di Gamberale ci scappa da ridere... amaramente. Sarà una ripetizione di una esperienza già vissuta per venti anni circa, dal 1975 al 1994. Credevamo che fosse finita la storia con le dimissioni di Remo Bucci nel 2004! E che continuasse l’esperienza di un’amministrazione, quella dal 1994 al 2002, che mettesse al centro gli interessi di una comunità e invece siamo tornati alle pratiche antiche, fatte di incapacità, di false promesse, di roboanti sparate. 3


Gamberale n.1 - anno 7

4

Si pensa che mettendo insieme tanti interessi particolari: i lavori da appaltare per esempio, chiudere gli occhi circa l’uso della Posta Vecchia, far redigere progetti a qualche professionista amico e parente, promettere di far avere i lavori di pulizia della neve…, sia fare gli interessi di un paese. No. Non lo crediamo, perché manca una idea di futuro. Se Maurizio Bucci presenterà una sua lista, sapremo calcolare gli interessi particolari che si coalizzeranno intorno ai suoi, che sono ben più consistenti! E poi come può un professionista condurre due studi professionali e contemporaneamente guidare un comune e interessarsi ai problemi di un paese. E questo professionista non è nemmeno residente in paese!

La maggior parte di queste sono di proprietà di cittadini di Gamberale, non residenti a Gamberale. E se un turista volesse comprare casa a Gamberale, si troverebbe a pagare la stessa aliquota. E questo un modo di favorire il turismo? Ma la storia non finisce qui! “I fabbricati realizzati per la vendita e non venduti da imprese che hanno per oggetto esclusivo o prevalente l’attività di costruzione e alienazione di immobili (per un periodo massimo di anni tre a partire dalla data di ultimazione della costruzione)” pagavano un’aliquota del 4 per mille. Fatevi la domanda: chi è stato favorito da questo? Ecco questo sarà uno dei pezzi del futuro di Gamberale immaginato da Maurizio Bucci!

A proposito dell’ICI

La nevicata di febbraio

Parliamo dell’ex Ici. Quest’anno pagheremo l’Imu, anche per le prime abitazioni. Staremo attenti a che cosa sarà deciso. Il nostro sindaco negli anni della sua amministrazione si riempiva la bocca con la parola turismo, per Gamberale e intanto proponeva e faceva approvare una aliquota del 7 per mille per i proprietari di case, che risultavano come seconde case.

A febbraio c’è stata una nevicata importante, ma non imprevedibile né strana in un paese come il nostro. Ma quante cose strane sono accadute nel nostro paese. La strada provinciale dal capoluogo alle frazioni era chiusa per pericolo frana e valanga. Il sindaco lo dichiara in una intervista che, in accordo con il presidente della provincia, la strada era stata chiusa.

Si assisteva così a questa strana situazione: se volevi andare alle poste di Gamberale dalle frazioni, dovevi scendere alla stazione e poi risalire a Pizzoferrato. Dopo qualche giorno il sindaco fa una dichiarazione in cui scarica tutta la colpa del disagio al presidente della provincia… Sindaco, ma quale è la verità? La nevicata è stata una buona occasione per sprechi di denaro pubblico. I mezzi spazzaneve sono stati utilizzati anche per togliere la neve sulla strada del Trocco, che poi va alla Posta Vecchia. La neve era così tanta che in tre giorni di lavoro intenso si è riusciti ad arrivare solo fino al torrente Lama… Ma vi chiederete: a che scopo? Il “Nuovo Padrone della Posta Vecchia” ha lasciato durante l’inverno la sua mandria di cavalli allo stato brado in montagna e dovevano essere riforniti di foraggio… Ecco tutto qui! La mandria di cavalli del “Nuovo Padrone della Posta Vecchia” non doveva stare nei pascoli montani sin dall’autunno, ma la benevolenza del nostro sindaco gli permette di usare un intero territorio di proprietà del comune, come se fosse proprietà privata. Oltre al danno la beffa: il comune ha dovuto impiegare mezzi spazzaneve, pagati da tutti, per far sì che i cavalli fossero riforniti di foraggio.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.