Giornale Gamberale - n° 1 Aprile 2007

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Gamberale

Anno 2 - N. 1 Aprile 2007

Periodico quadrimestrale Poste Italiane S.P.A. Spedizione in abbonamento Postale -70% CB BERGAMO Registrato presso il tribunale di Bergamo n.14 del 07/04/2006 Editore: Isidoro Sciulli, Via Torretta 15 - 24125 Bergamo Direttore Responsabile: Isidoro Sciulli Stampa: Edicom S.r.l. - Via Madonna della Neve, 24 Bergamo

Il nostro paese...

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l nome del nostro paese ha ascendenze germaniche: Gamhall-Gamhallos (Socio) era un toponimo, un nome per indicare un luogo. Dal toponimo derivava l’antroponimo, il nome degli abitanti, Gamalarius o Gamelarius. Nei documenti scritti medioevali il nome del paese viene indicato come Gambarum, Gamerarius, Gamerario, Gamararus. Proprio da Gamararus viene la pronuncia dialettale del nome: “Ammarar”.

I caduti di Gamberale nella prima guerra mondiale

L

’elenco è ufficiale ed è tratto dall’Albo d’oro dei caduti; è stato controllato visionando l ’Albo d’oro presso la Prefettura e l’Archivio di Stato. I caduti sono 18. 1-Bucci Domenico di Nicola, nato il 1010-1892, morto il 10-8-1916 per ferite riportate in combattimento. Sergente del 115° reggimento di fanteria. 2-Bucci Giuseppe di Gabriele, nato il 239-1896, disperso il 24-10-1917 in combattimento nella Conca di Plezzo. 3-Bucci Pietro di Federico,nato il 16-71890, disperso il 30-7-1915 in combattimento sull’altipiano carsico. Soldato del 123° reggimento fanteria. 4-Conicella Celestino di Cassiodoro, nato 21-9-1891, morto il 25-8-1915 a Vermigliano per ferite riportate in combattimento. Soldato del 18° reggimento fanteria. 5-D’Andrea Giuseppe di Angelo, nato il 18-9-1893, morto il 4-2-1916 ad Abano Terme per ferite riportate in combattimento.

Soldato del 72° reggimento fanteria. 6-D’Angelo Nicolantonio, nato il 5-11895, morto il 22-4-1918 in prigionia per malattia. Soldato del 4° reggimento alpini. 7-De Juliis Michele di Lorenzo, nato il 10-2-1886, morto l’11-7-1916 sul monte Casonet per ferite riportate in combattimento. Soldato del 40° reggimento fanteria. 8-Di Nardo Sabatino di Donato, nato il 21-1-1896, morto 11-7-1916 sul monte Zebio per ferite riportate in combattimento. Soldato del 226° reggimento fanteria. 9-Sciulli Antonio di Pietro, nato il 9-21885, morto il 9-7-1916 sul monte Zebio per ferite riportate in combattimento. Soldato del 138° reggimento fanteria. 10-Sciulli Carmine di Felice, nato il 179-1898, morto il 4-7-1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento. Soldato del 209° reggimento fanteria. 11-Sciulli Domenico di Giacomo, nato il

2-7-1898, morto il 10-10-1917 a Selo per ferite riportate in combattimento. Soldato del 233° reggimento fanteria. 12-Sciulli Gabriele di Decoroso, nato il 3-11-1892, scomparso in mare l’8-6-1916 in seguito ad affondamento di nave. Soldato del 55° reggimento fanteria. 13-Sciulli Giovanni di Giovanni, nato il 12-1-1898, morto il 23-10-1918 in prigionia per malattia. Soldato del 21° reggimento fanteria. 14-Sciulli Giuseppe di Pasquale, nato 16-5-1884, morto il 23-3-1916 a Selz per ferite riportate in combattimento. Soldato del 18° reggimento fanteria. 15-Sciulli Luigi di Pasquale, nato il 2810-1898, morto il 19-6-1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento. Soldato del 209° reggimento fanteria. 16-Sciulli Pietro di Felice, nato il 23-31890, disperso il 19-7-1915 sul monte Sei Busi in combattimento. Soldato del 18° reggimento fanteria. 17-Varrati Domenico di Federico, nato il 28-6-1884, morto il 21-1-1918 in prigionia per malattia. Soldato del 268° reggimento fanteria. 18-Varrati Giuseppe di Federico, nato 98-1897, disperso in mare il 21-3-1919 in seguito ad affondamento di nave. Soldato del 2° reggimento fanteria. 1


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Gamberale lungo la linea Gustav

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opo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 il nostro paese, che si trovava lungo la prima linea difensiva tedesca, la linea Gustav, cominciò ad essere occupato, precisamente il 4 ottobre 1943. L’occupazione durò fino alla tarda primavera del 1944 e fu particolarmente feroce verso la popolazione civile. Alla fine si conteranno: - 36 trucidati dai tedeschi, - 41 morti per cause belliche, - 30 per disagi e malattie. Per un totale di 107. Elenco dei trucidati in ordine cronologico: - 20 ottobre 1943: Eduardo De Juliis, 17 anni, ucciso a bruciapelo da un soldato mentre cercava di sottrarre il proprio bestiame alla requisizione. - 8 novembre 1943: Bellisario Maria, 33 anni, uccisa daun soldato tedesco. - 20 novembre 1943: Sciulli Pasquale, 50 anni, ucciso dai tedeschi. - 26 novembre1943: Di Tella Filippina, 55 anni, uccisa dai tedeschi perché si opponeva al sequestro di beni. - 29 novembre 1943: Bucci Rosa, 75 anni, ferita mortalmente da un colpo di fucile di un militare tedesco. - 2 dicembre 1943: Sciulli Argentino, 34 anni, ucciso da un soldato tedesco di guardia. - 2 dicembre 1943: Di Tano Cristina, 50 anni, ferita a morte da una sentinella tedesca . - 2 dicembre 1943: Sciulli Paolina, 63 anni, colpita da un soldato tedesco. - 7 dicembre 1943: Sciulli Oriente, 23 anni, inseguito e colpito a morte alla schiena da una pattuglia tedesca verso il torrente Lama. - 8 dicembre 1943: Sciulli Incoronato, 47 anni, ucciso a bruciapelo mentre tentava di sistemarsi uno zoccolo. - 9 dicembre 1943: Pollice Adele, 28 anni, uccisa da una sentinella tedesca mentre camminava nei campi. Continua… 2

Testimonianza di Giuseppe Bellisario sui fatti del 7 dicembre 1943

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l testimone aveva 18 anni. La vittima, Oriente Sciulli, ne aveva 23 di anni e la sua unica colpa forse fu quella di essere giovane, di indossare qualche capo di divisa militare in quanto era un soldato sbandato dopo l’8 settembre. Ma più di tutto sulla sua esecuzione spietata pesavano le direttive di Kesserling: nessuna pietà per chi era anche solo sospettato di poter diventare un potenziale soldato della resistenza ai tedeschi invasori. Ecco il racconto di Giuseppe: «Non ricordo il giorno preciso. Avevo diciotto anni. Una mattina, eravamo ai Panicotti. C’era anche Michele Bellisario. Le case erano state bruciate, non erano abitabili ma noi eravamo sotto il portico. Avevamo acceso

un fuoco…C’era una nebbia chiusa, non si vedeva niente. Abbiamo sentito abbaiare i cani e Oriente mi ha detto: “Affacciati, vedi se vedi qualcuno”. Gli ho risposto: “Oriente non si vede niente!”. Ad un certo punto si affaccia lui e grida: “I tedeschi” e ci siamo dati a scappare per la campagna, le piane Culecchie. Siamo arrivati alla Lama, sotto alla casa di Canacchione, dove la Lama nostra si incontra con quella di Pizzoferrato. Qui i due torrenti avevano fatto una grotta e lì siamo finiti e lì abbiamo incontrato Oriente. A questo punto Oriente è uscito ed ha cominciato a risalire la Lama di Pizzoferrato con la speranza di riuscire a non farsi rintracciare. Io e Michele Bellisario siamo usciti e a quel punto c’è stato un colpo


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di fucile e una voce: “Raus, Raus”. Abbiamo alzato le mani. Oriente è stato visto da un altro soldato tedesco con il mitra spianato ed è stato lui che è sceso ad andare a prenderlo. A questo punto viene anche un altro soldato.. Erano in tre. I due che sono rimasti con noi siamo riusciti a capire che ci chiedevano quanti anni avevamo. Abbiamo fatto segno con le mani che ne avevamo quindici. A questo punto ci hanno fatto capire di andarcene e ci siamo messi a camminare: avevo paura ed ho detto a Michele: “Girati, vedi che succede.” Mi ha risposto: “Pe’ mo vé pure Orient’”. Mi sono girato anche io ed ho visto Oriente che aveva le mani incrociate dietro la nuca. Ho visto il soldato che inseriva il caricatore e ha sparato alla schiena e ho sentito Oriente gridare: “Mamm” ed è caduto a terra. Per compiere l’opera uno dei soldati ha preso il mitra nelle mani di quello aveva sparato e gli ha sparato una sventagliata sulla faccia.» In memoria di questi morti e in vista della festa della Liberazione, il 25 aprile, possiamo leggere quanto segue:

IL MONUMENTO A KESSERLING Kesserling era il comandante in capo dell’esercito tedesco in Italia nel periodo dal 1943 al 1945 e fu quindi responsabile delle azioni di rappresaglia con cui le sue truppe infierirono sulle popolazioni civili italiane. Alla fine della guerra fu condannato a morte per crimini contro l’umanità. La condanna fu commutata in ergastolo e, dopo, a vent’anni di carcere. Nel 1952 fu graziato e tornò libero e concesse una intervista in cui diceva che “gli italiani dovevano fargli un monumento per la generosità che aveva dimostrato verso di loro”. A Cuneo, in Piemonte, dove le rappresaglie erano state più feroci che altrove, si decise di far una lapide, il monumento richiesto, su cui è inciso quanto segue: Lo avrai camerata Kesserling il monumento cui pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi Non coi sassi affumicati

dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire ma solo col silenzio dei torturati più duro di ogni macigno soltanto colla roccia di questo patto giurato tra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi con lo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza

Le nostre origini (Terza parte) Nell’area del centro Italia un’altra realtà stava sorgendo e diventando molto forte: Roma. Ed era inevitabile che Sanniti, i nostri progenitori antichi, e Romani venissero a contatto e la lotta per la supremazia dell’area li portasse al conflitto. I Sanniti, i nostri progenitori, risultarono essere il popolo più fiero e combattivo che i Romani abbiano incontrato. Nella espansione territoriale alla ricerca di terre e di altre fonti di ricchezza i Sanniti cominciarono a scendere verso il versante tirrenico. I primi territori che conquistarono furono quelli oltre i Monti della Meta, quelle montagne che noi vediamo sullo sfondo quando andiamo verso Castel di Sangro e che di inverno sono coperte sempre di neve. I Sanniti occuparono quei territori perché erano ricchi di minerali importanti: il rame e il ferro.

Ai nostri giorni sembra strano perché non possiamo parlare di miniere in quelle zone, ma allora le quantità erano sufficienti per

far ritenere quelle zone economicamente importanti. In questa espansione avevano dei concorrenti, i Romani, che stavano occupando le zone a sud di Roma, verso

la Campania. Gli storici parlano di prima guerra sannitica che si concluse con un pareggio e con un accordo di pace che prevedeva che la zona a Nord del fiume Liri era di influenza romana, quella a Sud era zona di influenza sannitica e questo permetteva loro di poter conquistare la parte settentrionale della Campania, per arrivare al mar Tirreno. In questo periodo ci fu anche una delle più cocenti sconfitte dei Romani a Caudium. Le legioni romane furono disarmate e i legionari furono costretti a passare uno ad uno sotto il giogo: le forche, in segno di resa e di umiliazione. I romani non lo dimenticarono facilmente :ancora oggi si dice passare sotto le forche caudine per indicare una resa senza condizione. Continua… 3


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CRONACHE CITTADINE Come un problema di Pizzoferrato diventa un problema di Gamberale Nel periodo natalizio è venuto a galla il problema della mancanza di acqua per i nostri cittadini. È assurdo, ma è cosi! Sono stati manomessi i pozzetti di pescaggio alla sorgente di Capodacqua. Ma come è possibile che le aree di captazione delle sorgenti sono accessibili a chiunque? In genere in altri comuni sono come le zone militari, inaccessibili e ben protette. La nostra sfortuna deriva dal villaggio turistico della Valle del Sole e dalle sciagurate decisioni delle amministrazioni degli anni ottanta quando fu permesso che il villaggio attingesse l’acqua dalle nostre sorgenti, cioè ci siamo fatte derubare volutamente l’acqua. Si dice che non si può non dare l’acqua. Non è vero. Ci sono Comuni in Italia che non permettono l’attraversamento di strade, linee elettriche ed altro…Basta mobilitare la popolazione. Anche oggi qualcuno dice che non si può non dare l’acqua. Non è vero: l’acqua è nostra! Il sindaco di Pizzoferrato in quella intervista ha detto che qualcuno ci costringe ad “una assurda guerra tra poveri”. Noi di Gamberale ci sentiamo truffati e non facciamo nessuna “guerra”. E Pizzoferrato può far costruire tutti i villaggi che vuole, però li rifornisca di acqua, della sua acqua però…e gli consigliamo di provvedere e mettere in preventivo una conduttura che non attinga più a Capodacqua . E il nostro Sindaco cosa fa? Ha concesso un’ intervista a “Il Centro”(sabato 6 gennaio), nella quale in sintesi diceva che anche la sua abitazione era senz’acqua e come se volesse dirci che non dobbiamo lamentarci tanto perché anche lui è senz’acqua. Perché non chiede ai suoi sponsor la storia dell’acqua, qualche risposta potrebbero dargliela. D’altra parte lui esegue ordini superiori. Non si rende conto che il problema sarà sempre più grave e che è necessario che entrino subito in funzione i contatori per limitare i consumi, che per chi inizia un’attività economica è bene che si munisca di depositi da poter utilizzare in periodi di necessità, che bisogna vincolare il rilascio delle licenze alla costruzione di depositi, e che per chi ha attività già avviate attingere ai fondi Cipe e favorire l’installazione di depositi. Ma tant’è il nostro Sindaco pensa che basta un buon sorriso, qualche parola di incoraggiamento, qualche pacca sulla spalla, dire a tutti sì e via. Tutto si fa per qualche voto! In fondo per lui governare il mare significa galleggiare.

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Gli impianti di sci Sempre su “Il Centro”, il 3 gennaio, il nostro Sindaco aveva rilasciato un’altra intervista in cui dava per certo lo stanziamento di 150 mila euro per gli impianti di risalita della Forcella (fondi Cipe). Nel frattempo il consiglio comunale, all’unanimità, approvava l’operato del Sindaco e gli eventuali progetti futuri di rilancio della struttura. Nella stessa intervista il Sindaco diceva: “Stiamo valutando soluzioni più ampie per riaprire la Forcella e rilanciare il nostro turismo; a piccoli passi abbiamo aperto un bar, un ristorante e un alimentare”. Si comincia sempre da piccole cose, soprattutto se si fanno con proprietà pubbliche! Noi siamo contenti solo perché finalmente terreni comunali ritornano in possesso del Comune. Gli impianti della Forcella non possono mai funzionare,

l’altezza sul livello del mare è di soli 1400 metri circa e non sono sufficienti per garantire un innevamento che duri nel tempo e poi la lunghezza è di pochi metri. Sarebbe solo una inutile e costosa rincorsa a Roccaraso, che ha però chilometri di piste e tutte situate a circa 2 mila metri, all’incirca all’altezza di Monte Secine. Ecco perché non possono funzionare le minipiste di Gamberale. Per tanti anni quella pista non ha mai funzionato e non ne abbiamo sentito la mancanza. Adesso il consiglio comunale tutto si vuole impegnare nella costruzione di un impianto. E chi lo gestira? Quanto costerà al Comune?...Non imbarchiamoci in avventure senza futuro… Ma che i componenti della minoranza cominciano a soffrire l’astinenza da “seggie”?

I torrenti Il nostro comune ne è attraversato da tanti. Se risaliamo a trent’anni fa erano acque pulite, dove gli animali si abbeveravano e noi ragazzi ci facevano i bagni. Adesso sono diventate fogne a cielo aperto e, se ci si passa vicino, bisogna turarsi il naso. Questa è una situazione illegale: leggi dello Stato e

regionali stabiliscono che nei torrenti non si possono scaricare le fogne. I liquami devono essere convogliati in un unico punto, trattati e solo allora l’acqua può essere riversata nel fiume e nei torrenti. Perché il Sindaco non provvede a richiedere fondi Cipe per quest’opera benefica?

La frana Quello che è avvenuto l’anno scorso e ha coinvolto alcune frazioni c’è il rischio che si ripeta in tanti altri posti. Il territorio del nostro comune veniva tenuto curato e seguito da coloro che coltivavano i terreni, le acque venivano raccolte e convogliate, le “forme” venivano periodicamente ripulite, i “celati” ripuliti e

curati, adesso questo non avviene più. È necessario che ci si cominci a pensare se vogliamo evitare frane future. Innanzitutto un studio particolareggiato del territorio per individuare le zone a rischio e poi progettare gli interventi nelle zone più a rischio.

Per non dimenticare… • L’assessore D’andrea occupa abusivamente, ormai da più di quattro anni, da quando si è insediata l’ultima amministrazione, i pascoli, al punto che lo possiamo chiamare il nuovo padrone della Posta Vecchia. Il tutto in barba al regolamento che stabilisce che i pascoli estivi devono essere utilizzati solo nel periodo estivo. Il Sindaco naturalmente è d’accordo e lascia fare. • Locali di proprietà comunale sono stati dati in concessione, ma questa non è una abitudine solo di questa amministrazione, a liberi professionisti (un ingegnere ed un commercialista) per svolgere le loro attività. I canoni di locazione,se esistono, sono irrisori. Evidentemente fanno opere benefiche. • Un altro assessore della giunta, Varrati G., si è dato in concessione alcuni locali della scuola elementare di Piano d’Ischia per impiantare una attività economica. Viene fatta passare per un’opera di bonifica. Il Sindaco naturalmente ha favorito ed agevolato tutta l’operazione.

• L’ex ambulatorio del capoluogo è stato concesso a privati per poter avviare un bar-ristorante e una rivendita di prodotti alimentari. Il Sindaco si vanta di aver agevolato e favorito questa operazione. Conclusione...Delle proprietà pubbliche sono passate in mani private o vengono usate privatamente in modo tra l’altro illegale, a costi vicini allo zero, cioè quasi gratis. • Pare che in ogni momento le strade del paese possono diventare luoghi in cui animali di ogni sorta, soprattutto mucche, possono scorazzare liberamente. C’è stato un tentativo di intervento da parte della guardia ma come può farsi ascoltare, anche con le minacce di denuncia, se c’è una Giunta che ospita assessori che non rispettano le regole scritte? La legalità ha dei costi, ma permette la convivenza civile. I costi per il Sindaco sono i voti delle prossime elezioni e per questo è disposto a tenersi la cacca di mucca davanti alla porta di casa.

Si accettano scommesse Chi sarà il prossimo messo comunale che sostituirà l’attuale ormai prossimo alla pensione…Circola un nome, lo si da’ per certo…Noi speriamo, invece, che si bandisca un concorso, aperto a tutti, anche a nostri concittadini, che ne hanno i titoli. Tutti gli aventi titoli

facciano le prove e siano giudicati da una commissione imparziale. E vinca il migliore… Andrà così? Lo aspettiamo e soprattutto speriamo che l’unico titolo valido non sia l’amicizia e l’appartenenza al gruppo consiliare del Sindaco.


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