MMelato forever

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LE ARTI

FALSOPIANO

una collana diretta da Mario Gerosa


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EDIZIONI

FALSOPIANO

MMELATO FOREVER a cura di

Paola Dei


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MMELATO FOREVER a cura di Paola Dei Prefazione di Nicola Borrelli Un pensiero di Salvatore Ferragamo S.p.A. e Mauro Marrucci Contributi di: AGIScuola, Pupi Avati, Oriella Dorella, Massimo Ghini, Giancarlo Giannini, Massimo Ranieri, Franca Valeri, Lina Wertmuller, Massimiliano Cocozza, Callisto Cosulich, GSA, Roberti Iacomucci, Manuel Laghi, Maurizio Porro, Paolo Rausa, Verdissime.com Graziella Arazzi, Alessia Chielli, Ivo Fasiori, Maurizio Lozzi, Adriana Migliorini Poesie di: Alda Merini, Edith Bruck, Cristina Bruscoli, Rossana Cappelletti, Paola Dei, Yves Klein, Patrizia Valduga Disegni di: Emanuela La Marca, Alessia Chielli, Irene Guarducci, Paola Dei, Sergio Manni Foto di: Massimo Barbaglia, Anna Camerlingo e Toty Ruggieri Sculture preziose: Paola Crema Vignetta di: Sergio Manni Sculture e disegni: Antonio Sodo Copertina e disegni di: Fabio Mazzieri

Š Edizioni Falsopiano - 2013 via Bobbio, 14/b 15100 - ALESSANDRIA http://www.falsopiano.com

Per le immagini, copyright dei relativi detentori Progetto grafico e impaginazione: Daniele Allegri - Roberto Dagostini Stampa: Cromografica - Roma Prima edizione - Settembre 2013


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INDICE Prefazione di Nicola Borrelli

p. 11

Un pensiero di Salvatore Ferragamo S.p.A.

p. 12

Un’attrice entusiasta di Mauro Marrucci

p. 12

Una eccezionale esperienza creativa di GSA Giornalisti Specializzati

p. 12

Introduzione di Paola Dei

p. 14

Capitolo Primo Gli Esordi

p. 19

Fanstasio Piccoli

p. 19

Attori Imprevedibili di Pupi Avati

p. 23

Le interpretazioni di Mariangela Melato

p. 27


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Capitolo Secondo Mariangela Melato: Teologia, Arte, Psicologia, Sociologia, Filosofia

p. 33

A scuola di meraviglie di Ivo Fasiori

p. 33

Lei ha vinto su tutto di Adriana Migliorini

p. 39

M. Melato una Dea alchemica di Paola Dei

p. 41

La milanese del profondo Sud di Maurizio Lozzi

p. 67

Il furore pacato dell’attore e l’eroismo della ragione di Graziella Arazzi

p. 73

Capitolo Terzo Il Cinema

p. 85

Un ricordo indelebile di Callisto Cosulich

p. 85


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Un grandissimo talento e una grande amica di Lina Wertmuller

p. 87

Omaggio al Film di Alessia Chielli

p. 88

Gioia, coraggio, intelligenza e intuizione di Giancarlo Giannini

p. 111

La mia buona stella di Massimo Ghini

p. 113

Non la conobbi ma l’incontrai di Manuel Laghi

p. 115

Capitolo Quarto Il teatro

p. 117

Melato/Ronconi di Maurizio Porro

p. 117

Un saluto da dietro le quinte di Roberto Iacomucci

p. 119

Gli occhi di Filumena Marturano di Massimo Ranieri

p. 124


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La cioccolata calda di Massimiliano Cocozza

p. 126

M. Melato La sua Medea un successo di pensieri e di emozioni di Paolo Rausa

p. 133

Una grande professionalità ed una grande capacità di amare di Oriella Dorella

p. 135

La magia del nostro lavoro di Franca Valeri

p. 137

Au revoir Mmelato di Paola Dei

p. 139

Leoncino d’Oro AGIScuola per il Cinema 2012

p. 141

Farfalla d’Oro per il Cinema 2012

p. 143

Il Premio Verdissime.com realizzato dal Designer Giulio Manfredi

p. 144

Note al testo

p. 149

Ringraziamenti

p. 151

Note su autori e collaboratori

p. 153


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Prefazione di Nicola Borrelli1 Il mondo dello spettacolo ha un debito di riconoscenza verso un’attrice che ci ha fatto grandi nel mondo, le sue interpretazioni, dense di profondità, restano immortali con questa loro parte eterna e ci raccontano pezzi di vita dei protagonisti da lei interpretati e della storia collettiva della nostra epoca. Una manciata di personaggi che tratteggiano la grande apertura di un artista che era capace di spaziare dai toni drammatici a quelli comici restando sempre credibile e vera. Una donna caratterizzata da intelligenza, determinazione, talento, che è ancora capace di suscitare emozioni nello spettatore in capolavori come Anna dei Miracoli e di vis comica come in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, ma come non ricordare anche Thomas e gli indemoniati, il suo primo film, Lo chiameremo Andrea o Todo modo e i mille altri capolavori che meriterebbero tutti di essere citati e che, se non lo sono, è soltanto per motivi di spazio. Molti sono i registi che l’hanno diretta, grandi nomi anch’essi, tanti anche i grandi attori che hanno lavorato e collaborato con lei a cominciare da Giancarlo Giannini fino a Nino Manfredi e Gian Maria Volontè. Con la sua voce profonda è riuscita a far riempire le sale cinematografiche con immutato successo nel tempo ed ha coraggiosamente accettato anche ruoli spesso densi di difficoltà con la forza di colei che ha sempre sostenuto di accettare le parti che le piacevano, senza mai contravvenire a se stessa. Voglio, dunque, ricordarla così, dal punto di vista sia umano che professionale, in maniera insolita ma ricca di suggestioni che ogni autore di questo testo ha cercato di cogliere in questa figura concreta e talentuosa che ha affermato, in più di una occasione, di sapere cosa significasse risalire dal nulla divenendo esempio di umanità e professionalità per i giovani.

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Un pensiero di Salvatore Ferragamo S.p.A.

Grandissima donna e indimenticabile attrice, ricca di talento straordinario e di eclettiche qualità artistiche. Umile e particolarmente umana: il suo sorriso ci ha regalato in vita molte emozioni e una contagiosa voglia di vivere!

Un’attrice entusiasta di Mauro Marrucci* Un saluto ad una attrice entusiasta e capace di entusiasmare, “Dura e sensibile”, come ella stessa si definiva confrontandosi con il padre. Ci ha regalato interpretazioni indelebili e incancellabili e un grande esempio di professionalità, fantasia e modestia.

Una eccezionale esperienza creativa di GSA Giornalisti Specializzati Un’eccezionale esperienza creativa e insieme un grande esempio di umanità che non appartiene ad un tempo ma all’arte. Capace di trasformare ogni volta i concetti in materiale vivo e sempre in modo nuovo, proteggendoli dagli stereotipi e dalle banalità.

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Teatro Nuovo di Milano, presentazione dello Spettacolo: Sola me ne vò..., 2006 (Foto di Massimo Barbaglia)

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Introduzione di Paola Dei

Come ogni anno dedichiamo alcune pagine del testo, le troverete più avanti, alle Premiazioni della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2012 e del Festival del Cinema di Roma 2012, scritte dai ragazzi dell’AGIScuola che con freschezza e capacità di cogliere aspetti fondamentali delle opere filmiche mettono a disposizione il loro entusiasmo per introdurci ogni volta nel paesaggio produttivo della filmografia internazionale. Un linguaggio giovane e attento che ci introduce alle pagine dedicate a una grandissima attrice italiana conosciuta nel mondo, che tanta suggestione ha dato alla cinematografia, alla commedia, al dramma, regalandoci interpretazioni capaci di ricomporre le storie e trovare una coesione di pubblico che viene promosso a creatore e attore principale tanto è grande la sua capacità di denudare la verità dell’arte. Per ricordarla e tratteggiare un ritratto dell’artista che con tanta generosità ci ha permesso di esplorare la sfuggente, mutevole, imprevedibile, eccessiva, delicata natura umana, sono con noi anche personalità del mondo dello spettacolo che l’hanno conosciuta ed hanno condiviso con lei momenti, pezzi di viaggio, progetti. A loro un ringraziamento particolare per aver regalato alla collana perle alchemiche e attimi che come “fermo immagini” restano, come lo sono gli artisti, immortali. Certo tutto ciò che diremo, scriveremo, disegneremo, tratteggeremo, non è che una minima parte di un enorme materiale sommerso che avremo la possibilità di scoprire ancora, rivisitando e rivedendo le opere di Mariangela Melato, dalle quali giungono ogni volta messaggi diretti e imprevedibili al pubblico di tutto il

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mondo mentre il senso della sua opera continuerà a crescere spontaneamente. Chi segue i nostri testi ed i nostri eventi giunti ormai a Venezia alla loro sesta edizione, alla quale si è aggiunta Roma, sa che ogni anno dedichiamo come Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive, uno spazio “di nicchia” ai grandi temi della cinematografia, utilizzata anche come cinematerapia con il Metodo Psicofilm, ed ai grandi personaggi che ne hanno caratterizzato i momenti fondamentali. Dopo l’esplorazione ai grandi temi, iniziammo anno scorso con le grandi personalità partendo da Tonino Guerra, un poeta del nostro secolo al quale, ancora una volta va un pensiero per come è riuscito in ogni momento a regalare densità alla banalità. Quest’anno il nostro pensiero va ad un’altra Grande, una personalità che mi piace definire come: “Colei che ci ha lasciato una ‘presenza’ e non il vuoto”. Spesso i grandi nomi della cultura e dell’arte sono soggetti ad un processo di evaporazione che fa si che vengano loro dedicati eventi nel momento in cui ci lasciano per poi venire dimenticati o non resi vivi con le loro opere. L’intento del testo è quello di racchiudere un’immagine essenziale e al tempo stesso complessa di una delle più poliedriche e intelligenti esponenti della nostra arte. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato; registi, attori, etoile, scrittori, sociologi, filosofi, critici cinematografici, artisti, studenti, al MiBAC, ad AGIScuola, a GSA, Giornalisti Specializzati Associati, a CONSCom, Registro Nazionale Sociologi e Operatori della Comunicazione, a Verdissime.com e ai Direttori e Presidenti sia della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia: Alberto Barbera e Paolo Baratta, sia del Festival del Cinema di Roma: Marco Muller e Paolo Ferrari. Un grazie a tutti coloro che con le suggestioni e gli afflati di bellezza delle varie discipline, tratteggiano l’anima dell’attrice e della donna e agli artisti che con piccole perle disegnate, rese poe-

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tiche e musicali, alleggeriscono le pagine del testo, laddove troppo dense di significati e ci permettono di conoscerla meglio e condividere con lei momenti indimenticabili trascritti nel “persempre” di chi l’ha conosciuta. Un ringraziamento va a Renzo Arbore che ha accolto con piacere il progetto ma che è ancora troppo addolorato per ricordare momenti trascorsi con l’attrice, chiusi in uno scrigno di emozioni che vogliono semplicemente “esserci”, in silenzio. Un ringraziamento va alla sorella Anna, attrice e cantante, grazie alla quale è stato possibile realizzare l’iniziativa, che riceverà per l’Associazione intitolata a “Mariangela Melato”, il Premio realizzato dal Designer Giulio Manfredi. Per descrivere l’animo e gli effetti che “un’anima bella” come l’ha definita Saviano, ha suscitato negli spettatori con le sue interpretazioni ed il suo esempio non bastava certo la visione descrittiva e cognitiva di una disciplina, per questo il testo è un’opera corale, dove regia, arte attoriale, teologia, psicologia, sociologia, critica, filosofia, letteratura, arte, disegno, scuola, si sono unite per formare quel tutto che intende essere molto di più della somma delle singole parti e che ci auguriamo arrivi ai lettori con quel soffio di vento e quel linguaggio onirico ed allusivo dei sogni che sia capace di guidarci nel sapere dirigere la nostra attenzione al momento presente, come ci ha insegnato Mariangela Melato ogni volta che lei stessa era presente a fissare attimi che divenivano pitture, sculture, capolavori del “per sempre”.. Stiamo parlando di una donna che fin dai suoi esordi ha rifiutato la mediocrità come uno dei mali peggiori. Un ultimo ringraziamento va a tutti gli Enti, Istituzioni, Associazioni, che ci ospitano e ospiteranno per le presentazioni del libro mettendo a disposizione location di suggestiva bellezza artistica e architettonica.

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La Musa La musa sorride e s’accascia tu fosti leggiadra sua veste danzante generosa di messi portatrice nel fulvo splendore di un Olimpo nascente Archetipo di saggezza e beltà trasformi in arte il viaggio Nulla conta la meta Togli guinzagli alla mente fin quando volando su lidi mai visti t’addentri splendente di luce ti spingi più in alto Amelia Earhart dell’arte respiri di note lasciando le menti stupite e gli occhi sognanti osservare l’azzurro mentre pulsa una fiamma nel cuor sempre accesa Paola Dei

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Scultura di Antonio Sodo

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Capitolo Primo Gli Esordi

“Mio padre era bello, con baffi curati, un David Niven in divisa di ghisa. È morto che avevo appena cominciato a fare l’attrice, giusto qualche particina. Sapevo che era fiero di me, che veniva a vedermi di nascosto. Ci rimase male la sera della prima di Settimo, ruba un po’ meno con Dario Fo. Sul cartellone, tra gli ultimi c’era il mio nome con l’indicazione della parte: ‘La prima puttana’” (“Vanity Fair”, G. Mura 2011)

Fantasio Piccoli Dopo essersi pagata con il lavoro alla Rinascente i corsi di Esperia Sperani, Mariangela non ha ancora vent’anni quando si iscrive alla compagnia di Fantasio Piccoli, con quel fuoco che lei stessa ha affermato più volte essere parte della sua anima e con il desiderio di scoprire la matassa di fili che intessono le vite di vittime, martiri, eroi, guerrieri che costituiscono il mosaico della nostra vita. In questo intreccio di realtà e fantasia gli aspetti banali della vita cedono il posto ad una dimensione che trasforma ogni cosa in un contenuto dal valore universale che appartiene a tutta l’umanità. Brera, l’arte, sia essa dipinta su tela, scolpita o portata sul palcoscenico, indicano a Mariangela le motivazioni profonde della sua vita e la indirizzano verso quel mondo dove una lente capace di mettere a nudo emozioni senza tempo permette di cogliere ogni dettaglio ed ogni piccolo particolare dell’esistenza e dove il suo carisma, i suoi occhi espressivi e la sua voce particolare, non passano inosservati. Lavora con Dario Fo e Franca Rame in Settimo, ruba un po’ meno,

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Il Premio Nobel fu fra i primi a dirigerla a teatro e, come lui stesso ha ricordato: “... Era una forza della natura, aveva un senso dello spettacolo altissimo. Apprendeva velocemente...” (“Vanity Fair”, 11 Gennaio 2013). Viene notata da Luchino Visconti con il quale lavora ne La monaca di Monza e ne L’inserzione, poi incontra Luca Ronconi con il quale recita in capolavori della letteratura e dell’arte. Ma non basta, le sue eclettiche capacità la portano anche alla danza sul Palcoscenico del Sistina dove interpreta Belcore nella commedia musicale di Garinei e Giovannini: Alleluia brava gente.

Quando penso a te torna sempre lo stesso sogno Camminiamo abbracciati Per i sentieri selvaggi delle nostre vacanze E poi, a poco a poco. Tutto sembra scomparire intorno a noi Gli alberi, i fiori, il mare Anche ai bordi della strada Improvvisamente non c’è più nulla Siamo al termine del mondo Allora?... Ritorneremo? No... Tu dici no..., lo so Vieni con me nel vuoto! Se un giorno ritorni Tu che anche sogni A questo vuoto meraviglioso A questo amore assoluto So che insieme Senza dirci una parola Ci getteremo Nella realtà di questo vuoto Che attende il nostro amore

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Come io ti attendo ogni giorno Vieni con me nel vuoto! (Musica di Hans Martin Mayewski)

Disegno di Emanuela La Marca

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Due rare foto di scena del primo film interpretato, nel ruolo di Zoe, da Mariangela Melato, Thomas e gli indemoniati, diretto nel 1970 da Pupi Avati. In alto l’attrice è con Gianni Cavina (Adam). (Per gentile concessione del regista).

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Attori Imprevedibili 2 di Pupi Avati

Racconterò della prima e dell’ultima volta in cui la vidi, perché il mio rapporto con Mariangela, che proprio mentre scrivevo queste pagine ha scelto di scappare via, sta tutto dentro a questi due momenti. L’ultima fu un anno fa, a Roma, in via della Croce. Mi sento chiamare dalla sua voce inconfondibile e mi giro. È seduta al tavolo di un’enoteca con due amiche. “Perché l’hai fatto fare alla Ricciarelli e non me, La seconda notte di nozze 2”, mi domanda fintamente severa. Mi piace che la Melato me lo chieda, mi lusinga averla ingelosita. Sono anni che non ci vediamo. Le prometto che lavoreremo assieme, come si dice e non si fa. Per riandare alla prima volta, invece occorre tornare all’estate del 1969, a Ferrara. Sono sul set del mio secondo Film, Thomas e gli indemoniati, stiamo preparando la scena con il resto della troupe, quando vediamo avvicinarsi una ragazza dai capelli ricci nerissimi, gli occhi buissimi, avvolta in una sorta di mantello nero. Una Irene Papas ragazza. Intuisce forse dal mirino che mi pende dal collo che io sono il regista ed è verso di me che punta. “Mi scusi ma la mia amica, la Clara Pessina... l’ha presente?”. “Certo che l’ho presente. Deve correre in sartoria per poter girare domani mattina”. Questa Pessina è una biondina dagli occhi azzurri. Le ho fatto un provino e le ho assegnato un ruolo abbastanza importante. “Non è potuta venire”. “Come non è potuta venire?”. “Ma ha mandato me... anch’io faccio la Scuola del Piccolo Teatro”.

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Che un’attrice prescelta mandi una sua amica al posto suo mi risulta un po’ strano e sono anche troppo preoccupato delle riprese per vederci il lato comico. Tra l’altro per quel ruolo avevo scelto una ragazza bionda, efebica e alta e invece mi ritrovo questa bruna, con lo scialle e gli occhi molto bistrati. “Guardi che non si può mica fare. Mi auguro che lei stia scherzando. Ma allora tutti i provini che ho fatto a cosa sono serviti se poi quella che scelgo manda un’amica? Non si tratta di portare un pacco, ma di recitare un ruolo e anche per niente facile. Mi auguro che capisca...”. Mi sto alterando. “Sarei venuta da Milano per niente?” Mi chiede lei e gli occhi le si gonfiano di pianto. “Ma si rende conto? Mi sta mettendo in una situazione imbarazzante. Comunque quella sua amica è una vera irresponsabile. Non si fa così”. “Posso aspettare almeno fuori?”. Mi chiede asciugandosi le lacrime che le fanno colare il rimmel. “Cosa?”. “Che succeda qualcosa...”. “Mica posso proibirle di aspettare”. “D’accordo, io aspetto fuori” mi dice lei seria. “Faccia come vuole”, concludo allontanandomi, non prima di aver gridato ai miei collaboratori: “Cercatemi l’agente di quella stronza!!!”. La ragazza di Milano esce dalla chiesa mentre riprendiamo il lavoro. Io sono al secondo film ma Tony Secchi, il mio direttore della fotografia, di film ne ha fatti tanti: “Ma tu, in tutta la tua vita hai mai visto un attore che manda un’altro a fare il suo ruolo?”. Tony ride scuotendo la testa incredulo. “È il ’68” commenta. Giriamo con Edmund Purdom la scena della seduta spiritica. Trecento pierrot di garza che pendono dal soffitto debbono attra-

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verso un sapiente gioco di fili di nylon, progettato dal mio scenografo Guidobaldo Grossi, oscillare simultaneamente alla trance della medium. Non è semplice come avevo previsto. Impieghiamo gran parte della giornata nel tentativo di rendere il più inquietante possibile la sequenza. “Guarda che è ancora lì” mi dicono quando decidiamo di staccare. “Chi?”. “Quella di Milano”. “Non è possibile...”. Mi riduco incredulo verso il portale della chiesa. Ne apro solo uno spiraglio. Fuori ormai è buio. Di fronte alla chiesa c’è un bar che sta chiudendo. Un cameriere sta incatenando tavolini metallici. Lei in effetti è ancora lì, costretta a lasciare la sedia a chi la incatenerà. L’insegna del bar viene spenta ma lei pare non intenzionata a lasciare quella postazione, Mi intenerisco, spalanco il portone. “Senti!” le strillo. Lei ha come un brivido, attraversa la strada di corsa, ce l’ho davanti. È freddo e lei è pallida, tremante. “Senti, io alla tua amica le faccio causa”, mi sembra una bella battuta d’effetto, “tu invece entra in quella macchina. Ti portano in sartoria, poi in albergo e in camera trovi le scene che devi girare domani. Il tuo personaggio si chiama Zoe...”. Lei annuisce e deglutisce le lacrime. Una quantità di lacrime senza eguali. La mattina dopo è sul set a girare la sequenza con Pina Borione: rinuncio a darle tante indicazioni voglio che capisca che non mi piace aver immaginato un tipo ed essermene ritrovato davanti un altro completamente diverso. Soprattutto voglio che non si accorga che sono un autentico

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coglione. Almeno non così in fretta. Motore, ciak, azione. Pina Borione recita la sua battuta con la solita sicurezza. Ora tocca a lei, alla sostituta, alla milanese. Mi preparo psicologicamente a doverle riassumere la storia del cinema, dall’invenzione del sonoro a oggi, passando dal metodo Stanislavskji a quello di Lee Strasberg. Mi praparo a doverla consolare, ad anticiparle che dovrò ricorrere a una doppiatrice per salvare il personaggio, mi preparo al peggio mentre lei recita la sua battuta e io vengo raggiunto da una frustata in faccia, una scossa, un brivido. E l’intero set vive un momento di sacrale stupore. Sono al mio secondo film, ed è la prima volta che avverto che ciò che ho scritto, restituito da un’attrice vera, improvvisamente si traduce in gemme preziose. Rimango per un attimo a fissarla. “Come ti chiami?”. “Mariangela Melato”. “Sei brava, Mariangela Melato, molto più brava di tutti noi. Davvero”. Le dico con il magone e tutta la troupe applaude...

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Le interpretazioni di Mariangela Melato

Cinema Thomas e gli indemoniati, regia di Pupi Avati (1970) L’invasione, regia di Marc Allegret (1970) Il prete sposato, regia di Marco Vicario (1970) Rapporto a tre, regia di Paul Swimmer (1970) Incontro, regia di Piero Schivazappa (1970) Io non scappo... fuggo, regia di Franco Prosperi (1971) Basta guardarla, regia di Luciano Salce (1971) Per grazia ricevuta, regia di Nino Manfredi (1971) La classe operaia va in paradiso, regia di Elio Petri (1971) Mimì metallurgico ferito nell’onore, regia di Lina Wertmüller (1972) Lo chiameremo Andrea, regia di Vittorio De Sica (1972) La violenza: Quinto potere, regia di Florestano Vancini (1972) La polizia ringrazia, regia di Steno (1972) Il generale dorme in piedi, regia di Francesco Massaro (1972) Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza, regia di Lina Wertmüller (1973) Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, regia di Lina Wertmüller (1974) La poliziotta, regia di Steno (1974) Sterminate “Gruppo Zero”, regia di Claude Chabrol (1974) Di che segno sei?, regia di Sergio Corbucci (1975) L’albero di Guernica, regia di Fernando Arrabal (1975) Faccia di spia, regia di Giuseppe Ferrara (1975) Attenti al buffone, regia di Alberto Bevilacqua (1976) Caro Michele, regia di Mario Monicelli (1976) Todo Modo, regia di Elio Petri (1976) Casotto, regia di Sergio Citti (1977)

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La presidentessa, regia di Luciano Salce (1977) Il gatto, regia di Luigi Comencini (1977) Saxofone, regia di Renato Pozzetto (1978) I giorni cantati, regia di Paolo Pietrangeli (1979) Dimenticare Venezia, regia di Franco Brusati (1979) Flash Gordon, regia di Mike Hodges (1980) Oggetti smarriti, regia di Giuseppe Bertolucci (1980) Il pap’occhio, regia di Renzo Arbore (1980) Jeans dagli occhi rosa, regia di Andrew Bergman (1981) Aiutami a sognare, regia di Pupi Avati (1981) Bello mio, bellezza mia, regia di Sergio Corbucci (1982) Il buon soldato, regia di Franco Brusati (1982) Domani si balla!, regia di Maurizio Nichetti (1983) Il petomane, regia di Pasquale Festa Campanile (1983) Segreti segreti, regia di Giuseppe Bertolucci (1985) Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico, regia di Lina Wertmüller (1986) Figlio mio infinitamente caro, regia di Valentino Orsini (1987) Giselle, regia di Herbert Ross (1987) Mortacci, regia di Sergio Citti (1988) La fine è nota, regia di Cristina Comencini (1992) Panni sporchi, regia di Mario Monicelli (1999) Un uomo perbene, regia di Maurizio Zaccaro (1999) L’amore probabilmente, regia di Giuseppe Bertolucci (2001) L’amore ritorna, regia di Sergio Rubini (2004) Vieni via con me, regia di Carlo Ventura (2005)

Televisione Mosè regia di Gianfranco De Bosio (1974) Orestea regia di Luca Ronconi (1975) Orlando furioso regia di Luca Ronconi (1975)

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Al Paradise regia di Antonello Falqui (1983) Vestire gli ignudi regia di Giancarlo Sepe (1986) Lulù regia di Sandro Bolchi (1986) Emma. Quattro storie di donne, regia di Carlo Lizzani (1987) Piazza Navona, episodio Amore a cinque stelle, regia di Roberto Giannarelli (1988) Medea regia di Tomaso Sherman (1989) Una vita in gioco regia di Franco Giraldi (1991) Le chinois, episodio L’héritage, regia di Vittorio Sindoni (1992) Una vita in gioco 2 regia di Giuseppe Bertolucci (1992) Due volte vent’anni regia di Livia Giampalmo (1993) L’avvocato delle donne regia di Andrea e Antonio Frazzi (1997) La vita cambia regia di Gianluigi Calderone (2000) Rebecca, la prima moglie regia di Riccardo Milani (2008) Filumena Marturano regia di Franza Di Rosa (2010)

Teatro Settimo ruba un po’ meno, di Dario Fo, regia di Dario Fo (1964) La colpa è sempre del diavolo, di Dario Fo, regia di Dario Fo (1965) La Monaca di Monza, di Giovanni Testori, regia di Luchino Visconti (1967) Un debito pagato di John Osborne, regia di Luigi Durissi e Edgar Devalle (1968) Orlando furioso, di Ludovico Ariosto, regia di Luca Ronconi (1969) Alleluia brava gente, di Garinei e Giovannini (1971) El nost Milan, di Carlo Bertolazzi, regia di Giorgio Strehler. Teatro Lirico di Milano (1979) Il caso di Alessandro e Maria, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini (1982) Vestire gli ignudi, di Luigi Pirandello, regia di Giancarlo Sepe (1985)

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Medea, di Euripide, regia di Giancarlo Sepe (1986) Anna dei miracoli, di William Gibson, regia di Giancarlo Sepe (1988) La bisbetica domata, di William Shakespeare (1992) L’affare Makropoulos, di Karel Capek, regia di Luca Ronconi (1993) Un tram che si chiama desiderio, di Tennessee Williams, regia di Elio De Capitani (1994) Il lutto si addice ad Elettra, di Eugene O’Neill, regia di Luca Ronconi. Teatro Argentina di Roma (1997) Fedra, di Jean Racine, regia di Marco Sciaccaluga (2000) Madre Courage e i suoi figli, di Bertolt Brecht (2002) Quel che sapeva Maisie, di Henry James, regia di Luca Ronconi. Teatro Grassi di Milano (2002) Chi ha paura di Virginia Woolf?, di Edward Albee (2004) Sola me ne vo’..., di Vincenzo Cerami, Riccardo Cassini, Mariangela Melato, Giampiero Solari, regia di Giampiero Solari. Teatro Sistina di Roma (2007) L’anima buona del Sezuan. (2008) Nora alla prova, adattamento da Casa di bambola di Henrik Ibsen, regia di Luca Ronconi (2010) Il dolore, di Marguerite Duras, regia di Massimo Luconi. Teatro Stabile di Genova (2011)

Premi e riconoscimenti David di Donatello 1972 - David speciale 1975 - Migliore attrice protagonista, per La poliziotta 1977 - Migliore attrice protagonista, per Caro Michele 1978 - Migliore attrice protagonista, per Il gatto

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1981 - Migliore attrice protagonista, per Aiutami a sognare 1983 - Nomination Migliore attrice protagonista, per Il buon soldato 1984 - Targa speciale 1986 - Medaglia d’oro del Comune di Roma 2000 - Targa d’oro

Nastro d’Argento 1972 - Migliore attrice protagonista, per La classe operaia va in paradiso 1973 - Migliore attrice protagonista, per Mimì metallurgico ferito nell’onore 1977 - Migliore attrice protagonista, per Caro Michele 1979 - Migliore attrice protagonista, per Dimenticare Venezia 1981 - Migliore attrice protagonista, per Aiutami a sognare 1983 - Nomination Migliore attrice protagonista, per Il buon soldato

Globo d’oro 1973 - Miglior attrice rivelazione, per Mimì metallurgico ferito nell’onore 2000 - Nomination Miglior attrice, per Un uomo perbene

Premio Eleonora Duse 1987 - Premio ricevuto per la sua interpretazione della tragedia Medea (Euripide) 1999 - Premio ricevuto per la sua interpretazione della tragedia

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Fedra (Racine) (nella traduzione di Giovanni Raboni) 2001-2002 Premio Ubu per Quel che sapeva Maisie 2010 Premio Ubu per Nora alla prova

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FALSOPIANO

CINEMA

Alessandro­Marini Bertolucci. Il cinema, la letteratura. Il caso Prima della rivoluzione

Ignazio­Senatore Conversazione con Giuseppe Piccioni

Giulio­d’Amicone Vamos! Il western italiano oltre Leone

Claver­Salizzato I Gattopardi e le Iene. Gli splendori (pochi) e le miserie (tante) del cinema italiano oggi

In­libreria­e­su­www.falsopiano.com (le spese di spedizione sono gratuite)

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Charles­Howard­Hinton Il re di Persia. Un racconto scientifico Jack­London Autobiografia alcoolica


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