13 - Notizie dalla Commissione

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Anno V, n. 3 - novembre 2015

Ingegneria dell’informazione

Notizie dalla Commissione

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IN EVIDENZA COMMISSIONI 4 Innovazione e professionalità: visita al JRC di Ispra

PROFESSIONE

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A Bologna si discute di Cert-ing

STORIA e CULTURA 9 In memoria di Dennis Ritchie

Commissione ingegneria informazione


Ingegneria dell’informazione Notizie dalla commissione

Foglio informativo curato dalla Commissione dell’Ingegneria dell’Informazione dell’Ordine degli Ingegneri di Pavia. Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione è una pubblicazione non periodica e non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001.

Ing. Augusto Allegrini

Uffici c/o Ordine degli Ingegneri di Pavia, Via Indipendenza 11, 27100 PAVIA.

Presidente Ordine degli Ingegneri di Pavia Presidente Consulta Regionale Ordini Ingegneri Lombardia

60° Congresso nazionale Ordini ingegneri d'Italia - Venezia 2015: il motto "Valore Lavoro" è stato scelto proprio per sottolineare che proprio il lavoro viene individuato dagli ingegneri quale unico reale motore che possa generare una crescita di occupazione che spinga l'Italia definitivamente fuori dalla recessione. Una bella vetrina, ricca di spunti e di utili interventi, ma purtroppo poco frequentata dai politici condannando alcuni bei momenti di stimolo alla autoreferenzialità del mondo ingegneristico. Anche la costruzione della mozione è rimasta quasi schiacciata dall'intenso programma delle giornate patendo un po' i difetti di un mancato approfondimento e di una scarsa sintesi. Appunto sulla mozione invito ad una piccola riflessione: molti i temi per il terzo settore, in particolare per l'ingegneria dell'informazione, cosa che dimostra una dovuta attenzione, ma anche la necessità di un futuro impegno della categoria oltre che di risultato, anche di coordinamento al fine di non creare frammentazioni di obbiettivi. Forse il vero punto per gli ingegneri è capire se il "congresso" è da pensarsi come un momento interno di riflessione sulle problematiche categoriali oppure un momento di pubbliche relazioni nel quale si vuole dare un'immagine pubblicitaria di una ingegneria positiva e concreta verso il mondo civile. Entrambe le cose, si è visto palesemente, fanno fatica a convivere nello stesso contenitore. Personalmente credo più ad una politica del fare che del dire e penso che occorrerà un'attenta verifica della puntuale attuazione dei contenuti della mozione sia per risultati che per strumenti al fine di non disperdere energie e risorse adeguando il necessario percorso di cambiamento al fine di efficientarlo e renderlo più spedito.

Contatti Segreteria Ordine degli Ingegneri di Pavia Tel: 0382.22070 Fax: 0382.530478 E-Mail: contatti@ording.pv.it PEC: ordine.pavia@ingpec.eu

Referente notiziario: Ing. Christian Cucculelli mail-to: christian.cucculelli@gmail.com

Coordinatore della Commissione: Ing. Christian Cucculelli mail-to: christian.cucculelli@gmail.com

Augusto Allegrini

Indice 3

A Venezia il C3I tira le somme e si riorganizza

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Componenti elettronici per lo spazio: e non solo

3 La CROIL e il Festival ICT

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A Bologna si discute di Cert-ing

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Progettare una smart-home

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In memoria di Dennis Ritchie

Innovazione e professionalità: visita al JRC di Ispra


Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione n. 13, novembre 2015

A Venezia il C3I tira le somme e si riorganizza INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE

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Sopra - Lido di Venezia, il Palazzo del cinema è stata la sede del 60° Congresso Nazionale degli Ingegneri e delle sessioni di lavoro pre-congressuali.

sono i fattori chiave che rendono un evento facilmente esportabile presso altri ordini e riadattabile al contesto locale col minimo costo. Ampia discussione è stata data al tema del rapporto tra comitato e gruppo di lavoro CNI per l’ingegneria dell’informazione che ancora troppo spesso vedono aree e ruoli di sovrapposizione, ostacolando di fatto efficacia ed efficienza delle azioni intraprese. Dopo aver presentato una proposta di gruppi di lavoro, ci si dà appuntamento a Roma per il mese di novembre.

LE COMMISSIONI

enezia è stata la sede dell’ultimo congresso nazionale degli ingegneri e, per quell’occasione, il Comitato di Coordinamento delle Commissioni degli Ordini Provinciali dell'lngegneria di C. Cucculelli dell'lnformazione (di seguito C3I) ha organizzato una sessione di lavoro pre-congressuale che si è tenuta il 29 settembre scorso presso il Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. E’ stata un’importante occasione per ricondividere gli obbiettivi del C3I e fare un resoconto di quanto realizzato sinora. Il Presidente, l’Ing. Mario Ascari dell’ordine di Modena, ha brevemente riepilogato gli eventi organizzati dal comitato nell’arco dei sei mesi di mandato: dall’evento SPS Italia 2015, tenutosi presso la Fiera di Parma, all’evento focalizzato sulla certificazione delle competenze Cert-ing, tenutosi presso l’Università di Bologna. Ampia anche la scaletta dei prossimi eventi previsti a calendario e che i singoli ordini provinciali stanno organizzando con il supporto e del comitato e della propria federazione/consulta regionale. Tra i prossimi appuntamenti sottolineiamo la partecipazione del comitato a PHARMAIT 2015 , Fiera di Vicenza, 28/29 ottobre, e al Festival ICT, Fiera Milano Congressi, 11 novembre. La comunicazione rimane il tema centrale delle attività del comitato e l’ottimizzazione delle risorse deve essere il filo conduttore che guida l’organizzazione di eventi presso un qualsiasi ordine provinciale: trasversalità e generalità

La CROIL e il Festival ICT INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE

di C. Cucculelli

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a commissione CROIL si è riunita lo scorso 19 ottobre presso l’Ordine di Milano, alla presenza del neopresidente CROIL, Ing. Augusto Allegrini, del Presidente dell’Ordine di Lecco, Ing. Molinari, e del consigliere CNI, Ing. Angelo

Valsecchi. Alcuni argomenti all’ordine del giorno sono stati affrontati in modo marginale, o rimandati alla seduta successiva, per dare maggior spazio ai contenuti del Congresso tenutosi a Venezia e all’organizzazione della partecipazione al Festival ICT. Per quanto riguarda il congresso è stata apprezzata l’attenzione che si è deciso di dare al settore dell’informazione inserendo alcuni punti specifici all’interno della mozione: le perplessità, invece, riguardano la complessa articolazione della mozione stessa e la capacità effettiva di portare avanti un programma di tale portata. Per quanto riguarda la comunicazione, si ricorda la partecipazione al Festival ICT, che si è tenuto a Milano l’11 novembre 2015, attraverso due momenti formativi/

informativi: Reati informatici, il ruolo dell’ingegnere alla luce del D.Lgs. 231/01, relatore Ing. Giulio Spreafico, e Open Data - Stato dell’arte delle tecnologie per il riuso, relatore Ing. Massimiliano Margarone. Prosegue l’impegno della CROIL sul tema della comunicazione, invitando i singoli ordini provinciali a proporre iniziative di interesse trasversale alla categoria, o con forte appeal per il mondo esterno (imprese, professionisti, pubbliche amministrazioni, etc.), cercando di cogliere l’obbiettivo della facile replicabilità presso altri ordini.

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Innovazione e professionalità: visita al JRC di Ispra INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE

LE COMMISSIONI

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l giorno 9/9/2015 la CROIL (Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia) con la collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri di Varese ha organizdi C. Canobbio e U. Gatti zato la visita al JRC (Joint Research Center) di Ispra (VA). Il JRC di Ispra è un centro di ricerca che, congiuntamente ad altri cinque centri simili in Europa, opera come consulente tecnologico della Commissione Europea in vari campi, dall’Energia all’Ambiente alla Sicurezza dei cittadini. La giornata è iniziata con una visita a un monumento storico della zona, l’Eremo di Santa Caterina del Sasso prospiciente il lago Maggiore. I partecipanti (due per ogni Ordine della Lombardia) hanno apprezzato sia gli aspetti culturali sia quelli ingegneristici del monumento. L’Eremo, le cui prime vestigia risalgono al XII° secolo, contiene cicli di affreschi che coprono un periodo che va dal XIV° al XIX° secolo. Una lunga opera di restauro e consolidamento è stata intrapresa negli anni '70 dalla Provincia di Varese. Interventi rilevanti sono la stabilizzazione della parete rocciosa soprastante e il consolidamento delle fondazioni del complesso. Per migliorare l’accessibilità al sito è stato realizzato un ascensore scavando nella roccia un pozzo di 6m di diametro, profondo ben 51m e collegato a una galleria orizzontale di uscita alle aree sottostanti lunga 45m. Dopo una pausa ad Angera per il pranzo, ci si è ritrovati all’ingresso del complesso del JRC. Il centro di ISPRA è il terzo sito della commissione europea per estensione dopo Bruxelles e Lussemburgo. Il centro copre un’area di 167 ettari con circa 138 edifici e 1.850 persone. Nato come sito per lo studio dell’energia atomica per usi civili (EURATOM) negli anni '60, il JRC è stato riconvertito a centro di consulenza scientifica per la Commissione Europea. La sua missione è “to provide EU policies with independent, evidencebased scientific and technical support throughout the whole policy cycle. Key policy areas include: environment and climate change; energy and transport; agriculture and food security; health and consumer protection; information society and digital agenda; safety and security, including nuclear”. Il centro affronta le principali questioni della società stimolando al contempo l’innovazione attraverso lo sviluppo di nuovi metodi, strumenti e norme condividendo il know-how con gli stati membri, comunità scientifica e i partner internazionali. Il sito di Ispra ospita i seguenti Istituti Scientifici: • Institute for Environment and Sustainability (IES) • Institute for Health and Consumer Protection (IHCP) • Institute for Protection and Security of the Citizen (IPSC) • Parts of the Institute for Energy and Transport (IET) • Parts of the Institute for Transuranium Elements (ITU) Ai partecipanti è stata offerta la possibilità di visitare due laboratori: l’ECML (European Crisis Management La-

boratory) e il Digital Citizen Security Lab, entrambi appartenenti all’IPSC (Institute for the Protection and Security of the Citizen). Le attività dell’ECML sono state presentate dall’Ing. D. Galliano. Il Laboratorio agisce come R&D e infrastruttura di test per le soluzioni ICT custom che integrano sistemi, applicazioni e diverse fonti di informazione per supportare le esigenze di gestione delle crisi, come l'analisi delle minacce, la creazione di un quadro unico degli eventi e il processo decisionale collaborativo. Il laboratorio opera in una varietà di scenari di crisi che vanno da minacce intenzionali e catastrofi naturali, a crisi sanitarie. L'utilizzo di analisi visuali per migliorare l'informazione, la leggibilità, la visualizzazione e l'efficacia prevede l'uso di schermi video di grandi dimensioni. La Crisis Room è dotata di una grande parete video (5 x 2,2 m) che può essere alimentato da diverse sorgenti audio-video ed è dotata di un sistema di video conferenza. Il personale del laboratorio è operativo durante i giorni lavorativi, ma l'infrastruttura può essere gestita sulle 24 ore da parte di personale di altri servizi della Commissione Europea che possono utilizzare l'ECML come una copia di backup dei propri sistemi. J.P.Nordvik, direttore del Digital Citizen Security Lab, ed i suoi collaboratori hanno presentato alcune demo, il cui tema è l’impatto delle nuove tecnologie ICT sulla sicurezza e la privacy dei cittadini. In particolare è stato dimostrato come le trasmissioni wireless di vecchia (DECT) o nuova generazione (NFC) possano essere soggette a usi fraudolenti, e come il furto di identità sia una delle criticità più significative da contrastare. La visita al JRC si è conclusa al Visitors Center dove, oltre alle strutture di accoglienza (reception, gadget, infopoint, ecc.) è ospitato il Sylvia's Lab (Laboratorio di Sylvia). Qui è possibile approfondire la partecipazione del JRC a Expo Milano 2015, scoprendo gli scenari futuri sulla produzione e il consumo alimentare e imparando di più su temi quali suolo, agricoltura e sicurezza dei materiali a contatto con il cibo. Una foto di gruppo ha suggellato la fine della visita, con il pieno apprezzamento dei partecipanti e l’auspicio che simili eventi organizzati a livello Regionale si possano ripetere .

Sopra - Foto di gruppo dei partecipanti


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Componenti elettronici per lo spazio, e non solo...

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’ambiente esterno esercita O anche ottenendo la schermatura dei componenti sigiluna forte influenza sulle landoli in micro-contenitori speciali con uno spessore prestazioni dei dispositivi sufficiente per ridurre la radiazione interna a livelli tolleraelettronici a bordo di un bili. Questi provvedimenti garantiscono una buona resisatellite o di veicoli operanti nello stenza alle radiazioni per alcune applicazioni (radiation di U. Gatti e C. Calligaro spazio. I possibili degradi sono tolerance), ma non rappresentano una soluzione ottimale spesso dovuti a sollecitazioni non usualmente presenti e definitiva (radiation hardened). sulla Terra, come le radiazioni ionizzanti che raggiungono Per tale motivo è stata proposta una nuova metodoloe interagiscono con i componenti elettronici. gia di progettazione microelettronica che grazie alla comMa che cosa accadrebbe se componenti elettronici binazione di tecniche circuitali e accorgimenti fisici (di standard fossero lanciati nello spazio? Da 500 a 75.000 km "layout") consente di ridurre al minimo gli effetti della sopra la superficie della terra, lo spazio può risultare un dose totale da radiazioni (Total Ionizing Dose o TID) o dei ambiente molto ostile alla maggior parte dei sistemi singoli eventi, come collisioni da neutroni o ioni pesanti (di elettronici necessari per funzioni satellitari come la navigasolito detti Single Event Effects o SEE) pur utilizzando prozione, le telecomunicazioni e l'elaborazione dei dati telecessi di fabbricazione standard. metrici rilevati. I microprocessori, le memorie dinamiche Tale metodologia è definita con il termine Rad-Hard-Byad alta densità e altri dispositivi elettronici vitali opererebDesign (RHBD) e può essere applicata anche ad altri ambibero solo per pochi mesi, forse fino a un anno o due, priti, quali quelli medicale e della fisica delle alte energie.Nel ma di soccombere agli effetti delle radiazioni intrappolate corso del seminario tenuto il 23 Ottobre 2014 dall'Ing. C. nel campo magnetico terrestre o agli effetti presenti nello Calligaro e dall'Ing. U. Gatti (di RedCat Devices, Milano), spazio profondo. presso l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pavia, Durante la loro (relativamente breve) vita, i componensono stati approfonditi i temi brevemente indicati in queti elettronici potrebbero anche fornire dati errati, segnali sto articolo e presentati i più recenti risultati della ricerca di uscita spuri, bruciarsi o danneggiarsi irreparabilmente a in questo campo. causa dal bombardamento di particelle cosmiche, che perSpazio è stato dato al processo di sviluppo e test di meano lo spazio sopra la Terra. componenti integrati rad-hard, che risulta regolato da In realtà satelliti per la difesa, la ricerca e le comunicanormative stringenti imposte da organismi internazionali zioni hanno volato in queste fasce di radiazioni per quattro come ad esempio ESA (Agenzia Spaziale Europea), e ad decenni, e dispositivi elettronici resistenti alle radiazioni esempi di memorie statiche (SRAM) e convertitori (ADC) (detti "rad-hard") sono stati prodotti da circa 30 anni. La sviluppati. In questi ultimi anni haper preso corpo la riforma delle professioni, novità è che ora sono richiesti componenti rad-hard con un’alternanza di decreti legge, leggi, circolari e quant’altro. decine o centinaia di migliaia di sistemi satellitari commerTemi come la formazione continua e l’assicurazione sono rimasti ciali con costi e ingombri simili ai loro nebulosi equivalenti commerper diversi mesi e ancor oggi lasciano aloni di incertezza. A complicare lo scenario per il settore dell’informazione la mancanza ciali. di decreti attuativi e norme tecniche che riescano a dipanare i tanti I circuiti integrati rad-hard richiedevano lavorazioni nodi della materia: a partire da competenze e attività. speciali e, per la maggior parte, sono stati fabbricati su linee di fabbricazione di wafer completamente dedicate. A causa del costo elevato di mantenimento di questo tipo di impianti e del mercato relativamente ristretto, il prezzo di questi componenti può facilmente superare quello dei loro equivalenti commerciali di un fattore 10 o 100. Per i militari e altre applicazioni come la fisica della alte energie, che richiedono piccole quantità di circuiti integrati rad -hard ad alte prestazioni, c'è poca scelta, se non per acquistare prodotti realizzati su linee di fabbricazione dedicate. Ma le aziende che pianificano di mettere in orbita sistemi satellitari commerciali (alcuni dei quali possono richiedere più di 100 satelliti per costellazione) non possono permettersi sovra-costi derivanti da una elettronica completamente dedicata. Rispondendo a questa necessità, alcuni fornitori rad-hard hanno ottenuto un risparmio di costi introducendo alcune innovazioni, tra cui la realizzazione di prodotti rad-hard sulla stessa linea di fabbricazione dei prodotti commerciali adattando il processo di fabbricazione esistente o aggiungendo qualche ulteriore step.

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A Bologna si discute di Cert-ing

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o scorso 26 settembre gli ingegneri si sono ritrovati a Bologna per discutere di Cert-ing, il progetto di certificazione delle competenze per gli ingegneri che il CNI ha avviato con l’istituzione dell’Agenzia di C. Cucculelli Cert-ing. L’evento è stato organizzato dal Comitato di Coordinamento delle Commissioni degli Ordini Provinciali dell'lngegneria dell'lnformazione (C3I) e dalla Federazione Ingegneri dell'Emilia Romagna. Tramite il progetto Cert-Ing - La Certificazione volontaria delle Competenze, il Consiglio nazionale degli Ingegneri si propone di valorizzare l’esperienza dei propri iscritti, convalidando la competenza da loro acquisita in specifici settori attraverso l’attività professionale esercitata in forma societaria, autonoma o subordinata e la formazione successiva all’iscrizione all’Albo, anche in conformità all’obbligo di aggiornamento della competenza professionale 1. L’Ing. Felice Monaco, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, introduce l’evento ponendo l’accento sul fatto che gli ordini debbano oggi essere luoghi di servizio e che abbiano bisogno di avere tempi rapidi per dare risposte e trovare soluzioni. Un passo importante è stato fatto con l’introduzione della formazione obbligatoria ma la certificazione delle competenze rappresenta il passo successivo e, se raccordato al tema della formazione, può rafforzare la cooperazione tra i diversi ordini. Parte con un’autocritica, invece, l’intervento dell’Ing. Stefano Calzolari, Presidente dell’Agenzia Nazionale per la Certificazione, ricordando come la nostra categoria sia storicamente statica, prudente di fronte ai cambiamenti, e invitandola quindi ad accettare e cogliere nuove opportunità. Il problema principale per gli ordini è quello di avere tanti iscritti la cui storia si perde il giorno successivo alla sua iscrizione: Cert-ing è la modalità con cui l'ordine riconosce all'iscritto le proprie competenze. L'ordine si appresta, quindi, a valutare l'esperienza maturata. Il mercato e la globalizzazione impongono nuove riflessioni. La via è quella della lettura dei tempi, aprendo la mente a nuovi scenari e opportunità. Oggi l'ordine, per garantire la collettività, verifica anche che i suoi iscritti siano formati e si tengano adeguatamente aggiornati. La verifica delle competenze è quindi il passo successivo. E’ ormai prossimo il rilascio della piattaforma digitale che consentirà la corretta gestione del processo di certificazione: l’Ing. Angelo Valsecchi, Consigliere CNI, illustra brevemente la piattaforma e coglie l’occasione per confermare l’inserimento della UNI11506 tra le competenze individuate dalla certificazione. L’Ing. Valsecchi si sofferma anche su aspetti organizzativi per la gestione dell’intero processo, auspicandosi una convergenza territoriale che consenta quanto meno di avere un solo Organismo di Gestione per Consulta/Federazione regionale. La posizione degli ingegneri dell’informazione viene presentata in primis dall’Ing. Mario Ascari, Presidente C3I, sottolineando come Cert-ing rappresenti sicuramente un’opportunità per gli ingegneri dell’informazione, o per

chi lavori in contesti senza privative. Il tema della certificazione delle competenze non è nuovo ai professionisti del terzo settore: buona parte di chi opera nell’ICT è già obbligata a conseguire certificazioni richieste dal mercato, tanto di prodotto quanto di metodologia (es. IBM, CISCO, PMI, ITIL, etc). La certificazione deve consentirci di valorizzare la propria professionalità diversificandosi all’interno del mercato, creando così l’opportunità di essere identificato/ identificabile da parte dei committenti. L’Ing. Ascari esprime, poi, in modo molto chiaro la situazione del mercato IT in Italia e del mancato ruolo dei professionisti di settore, argomento ormai noto a chi opera in questo mercato, ma che descrive molto bene per i colleghi del primo settore:“Ad oggi risulta che circa il 22% dei progetti ICT in Italia fallisca: è come dire che 22 ponti su 100 cadano dopo essere stati inaugurati! Ma non è così per i ponti, come mai?” Di particolare interesse è stato l’intervento del collega Ing. Raffaele Perrotta, Coordinatore Commissione Ingegneria dell’Informazione della Federazione Ordini FVG, il quale ha ben rappresentato cosa oggi il ‘mondo’ intenda per certificazione e accreditamento e quali ne siano i vantaggi. Così come posta ora, quindi, Cert-ing non verrebbe percepita dal mercato né come accreditamento, né come certificazione. In Italia il D.Lgs 13/2013 istituisce il sistema italiano per il riconoscimento delle competenze e, in tale scenario, il sistema delle professioni fa parte della del sistema della formazione continua. Sullo scenario emerso nel corso della mattinata si esprime anche l’Ing. Bruno Lo Torto, Consigliere Centro Studi CNI. Lo spazio dell’intervento diventa occasione per rimettere in discussione il ruolo degli ingegneri dell’informazione all’interno della categoria e si invitano i Presidenti presenti alla seduta ad aprirsi ad un confronto costruttivo con gli ingegneri dell’informazione, in quanto ormai la tecnologia IT permea trasversalmente quasi qualsiasi settore dell’ingegneria (si pensi ad esempio alla recente esplosione del BIM che sta pervadendo tutte le grandi opere di ingegneria civile). L’intervento di chiusura soffre purtroppo dei ritardi accumulati nel corso della mattinata, pertanto l’Ing. Andrea Cenni, Responsabile Commissione Ingegneri dell’Informazione della Federazione Ordini dell’Emilia Romagna, sacrifica il proprio intervento a favore di alcune considerazioni finali. Se da una parte è chiara e forte la volontà del CNI di valorizzare il proprio patrimonio professionale attraverso un processo di riconoscimento della professionalità dei propri iscritti, dall’altra parte è necessario proseguire con il confronto sull’argomento per riuscire a dare un senso compiuto a tutta l’opera. La valorizzazione della professionalità può avvenire solo nel momento in cui il patrimonio della categoria viene messo a disposizione della collettività - o del mercato - e quest’ultima ne riconosce il valore. 1 http://www.centrostudicni.it/primo-piano/1024-istituita-cert-ing-agenzianazionale-per-la-certificazione-volontaria-delle-competenze-degli-ingegneri


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a nascita dei Sistemi di Automazione per la Casa e gli Edifici è da ricondurre alla seconda metà degli anni ’80 quando, sulla base di esperienze provenienti di G. Faravelli dall’automazione di fabbrica e di processo, sono state sviluppate e rese disponibili alcune tecnologie innovative del comparto elettronico, informatico e delle telecomunicazioni con l’obiettivo di integrare, coordinare e rendere più intelligenti gli impianti tecnici di un edificio. La domotica, dall'unione delle parole domus (in latino "casa") e robotica, è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli edifici. Questa area fortemente interdisciplinare richiede l'apporto di molte tecnologie e professionalità, tra le quali ingegneria edile, architettura, ingegneria energetica, automazione, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni ed informatica. Si utilizza anche il termine di “building automation“ o "automazione degli edifici". L'edificio intelligente permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici (illuminazione, climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti informatiche e delle reti di comunicazione, allo scopo di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la sicurezza, la qualità dell'abitare e del lavorare all'interno degli edifici. Progettare una “Smart Home” o una casa domotica significa: rendere intelligente ed integrato il funzionamento dei differenti tipi di impianti presenti, con i seguenti obiettivi: - il risparmio energetico tramite la gestione intelligente delle risorse e dei consumi energetici, sia che si tratti di corrente elettrica che di gas - aumento della sicurezza dell’impianto elettrico, con minor possibilità di corti circuiti e dispersioni - aumento della sicurezza in termini di capacità dell’edificio di rispondere in maniera attiva alle emergenze - controllo centralizzato dell’impianto domotico in tutte le sue componenti - controllo via internet attraverso l’uso di un smartphone o tablet o un orologio smart per la illuminazione, riscaldamento, elettrodomestici e per le altre funzioni - maggiore flessibilità nell’uso degli impianti. Nella progettazione di un edificio l’utilizzo di materiali isolanti ad altissime prestazioni e l’installazione di “sistemi solari passivi” incrementa le prestazioni energetiche degli edifici; per progettare una “smart home” il progettista deve elaborare un impianto di automazione in grado di coordinare l’impianto elettrico e l’impianto termico dell’edificio. Un impianto elettrico domotico differisce da un impianto elettrico tradizionale sia in base alla tipologia di coordinamento esistente tra dispositivo di comando e utenza, sia nella possibilità di integrazione completa degli impianti tecnici. Il coordinamento in un impianto elettrico

tradizionale, è costituito dal collegamento fisico che è utilizzato per realizzare il circuito di comando: in altri termini, un interruttore deve il suo nome proprio alla funzione di interruzione del circuito che alimenta l’utenza. In un impianto domotico, invece, il circuito di comando è fisicamente separato dal circuito di alimentazione: il primo è costituito da una rete di segnale con cui i dispositivi di comando e di attuazione, dotati di una propria elettronica di elaborazione e comunicazione, sono in grado di scambiare informazioni sotto forma di messaggi codificati in forma digitale. Per poter comprendere quale sia la struttura di un impianto domotico può essere utile rifarsi ai principi costruttivi delle reti di calcolatori, cioè ad una rete di comunicazione in cui i dispositivi sono collegati tra loro attraverso un mezzo trasmissivo. Per poter comunicare, i dispositivi devono poter parlare lo stesso linguaggio, ossia devono avere lo stesso protocollo di comunicazione. Il sistema si può schematizzare come composto di un insieme di dispositivi di input, detti “interfacce”, e di dispositivi di output, detti “attuatori”, collegati tramite un cavo (mezzo trasmissivo) detto BUS. Un attuatore elettrico è invece un dispositivo in grado di tradurre un segnale, proveniente da un’interfaccia collegata al BUS, in un comando (di un relé) per un carico, come una lampada oppure il motore che aziona l’apertura e la chiusura di una tapparella. L’utilizzo del BUS prevede un collegamento fisico tra tutti i componenti dell’impianto, mentre per la configurazione WI-FI la gestione viene fatta esclusivamente senza fili con maggiore flessibilità dell’impianto. La casa ‘intelligente’ viene controllata dall'utilizzatore tramite opportune interfacce utente (pulsanti, telecomandi, touch screen, tastiere, riconoscimento vocale) che realizzano il contatto (invio di comandi e ricezione informazioni) con il sistema intelligente di controllo (basato su un'unità computerizzata centrale oppure su un sistema a intelligenza distribuita). I diversi componenti del sistema sono connessi tra di loro e con il sistema di controllo tramite vari tipi di interconnessione (ad esempio rete locale, onde radio, bus dedicato, ecc.). Il sistema di controllo provvede a svolgere i comandi impartiti dall'utente (ad esempio accensione luce oppure apertura tapparella), a monitorare continuamente i parametri ambientali (come allagamento oppure presenza di gas), a gestire in maniera autonoma alcune regolazioni (ad esempio temperatura) e a generare eventuali segnalazioni all'utente o ai servizi di teleassistenza. Inoltre si prevede che ogniqualvolta venga azionato un comando, all'utente ne giunga comunicazione attraverso un segnale di avviso/ conferma dell'operazione effettuata; un sistema domotico si completa attraverso uno o più sistemi di comunicazione con il mondo esterno (ad esempio messaggi telefonici preregistrati, SMS, generazione automatica di pagine web o email) per permetterne il controllo e la visualizzazione dello stato anche da remoto.

INNOVAZIONE

Progettare una Smart Home

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INNOVAZIONE

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Sistemi comunicativi di questo tipo, (chiamati gateway o residential gateway svolgono la funzione di avanzati router), permettono la connessione di tutta la rete domestica al mondo esterno, e quindi alle reti di pubblico dominio. Per l’impianto di illuminazione si puo’ prevedere l’utilizzo di : - illuminazione a led e dispositivi dimmer per la regolazione dell’intensità luminosa - sensori di presenza in tutti gli ambienti, per evitare di lasciare inutilmente le luci accese in stanze dove non c’è nessuno. - sensori di luminosità ambientale/crepuscolari per ridurre il consumo energetico delle luci, erogando solo la potenza necessaria a garantire un adeguato livello di illuminazione - sensori di luminosità usati in combinazione con la gestione delle tende e/o delle tapparelle, in modo da sfruttare in maniera automatica e il più possibile la luce naturale, al posto di quella artificiale Per l’impianto di Riscaldamento/Climatizzazione, Gestione dei Carichi ed Antri Intrusione si puo’: - definire differenti scenari di termoregolazione attraverso i quali viene controllato il sistema termico, utilizzando: un cronotermostato principale, termostati installati in vari punti nell’edificio ed attuatori che comandano elettrovalvole e resistenze - abbinare i sensori di presenza alla gestione del clima per disattivare in automatico il riscaldamento/ climatizzazione, o portarlo a un livello minimo quando la stanza e’ inutilizzata da un determinato tempo - monitorare costantemente l’assorbimento complessivo dell’impianto e disattivare le utenze considerate non prioritarie nel sistema di controllo carichi, evitando di incorrere in sovraccarichi

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la combinazione del controllo carichi e della gestione dei carichi permette di impostare la gestione programmata multilivello dei carichi elettrici: ad esempio definire orari in cui gli elettrodomestici o apparecchi “pesanti” non possono essere attivati, per garantire un maggiore risparmio energetico oppure in caso di sovraccarico si puo’ togliere l’alimentazione ad elettrodomestici o dispositivi non prioritari, evitando che l’utente rimanga “al buio” - integrazione dei diversi impianti tecnici per consentire di raggiungere un livello di sicurezza superiore rispetto al tradizionale impianto antifurto, facendolo dialogare con l’impianto di videosorveglianza e con tutti gli altri impianti della casa (ad integrazione dei dispositivi ad impatto visivo come i sensori volumetrici o le telecamere di videosorveglianza) Tutte queste funzioni possono esser controllate da remoto, semplicemente con un sistema connesso al web. Basterà dunque uno smartphone oppure un tablet per poter ottenere un grado di comfort e un risparmio energetico non possibile con una abitazione tradizionale. Ad esempio per quanto riguarda la sicurezza, in caso di allarme, il sistema domotico, oltre ad intervenire con opportune azioni locali di segnalazione ed intervento, tramite collegamento con apparecchi trasmissivi (linea telefonica, cellulare, ponte radio, Internet) provvede a segnalare a distanza l'accaduto e a richiedere l'eventuale intervento dei vigili del fuoco, della polizia, ecc. Inoltre le riprese video possono essere visibili da remoto, via Internet, alle persone autorizzate oppure saranno inviate, in automatico, come immagini a indirizzi e-mail o come MMS, a numeri di cellulare prestabiliti. Fonte: domotica e risparmio energetico_casakyoto.pdf


Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione n. 13, novembre 2015

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uattro anni fa ci lasciava in ottobre, l’undici, Dennis Ritchie una delle figure a cui il mondo dell’informatica deve tantissimo. La sua scomparsa passò quasi inosservata perché solo una settimana prima era venuto a mancare un altro personaggio, Steve Jobs, che si è conquistato molta più notorietà presso il grandi M. C. Spada de pubblico interessato alle vicende dell’informatica e della tecnologia. Sebbene io ritenga comunque giusta la fama tributata a Jobs ancorché non riconducibile a contributi sul piano tecnico quanto più alla sua capacità di intuire i tempi e i modi corretti per l’introduzione di tecnologie sviluppate da altri; temo che per molti anni a venire continueremo ad assistere solo alle roboanti commemorazioni in suo onore mentre il genio di Ritchie continuerà a rimanere noto a un ristretto gruppo di addetti ai lavori ed estimatori. Ho deciso pertanto di riprendere il nostro “viaggio”, non cronologico, nelle vite delle figure che hanno apportato grandi contributi alla nostra disciplina andando proprio a ricordare la vita e i lavori di questo scienziato. Nato il 9 settembre del 1941 a Bronxville, New York, si laureò alla università di Harvard in fisica e matematica applicata. Iniziò a lavorare presso il “Centro di ricerche informatiche” dei Bell Labs (laboratori Bell) nel 1967 ove preparò la sua testi di dottorato di ricerca (PhD) intitolata “Program Structure and Computational Complexity” 1 che analizza la possibilità di valutare il tempo di esecuzione dei programmi con struttura ciclica (Loop programs) e i modelli matematici per quantificarlo. Presso i Bell Labs si trovò a lavorare con Ken Thompson e Brian Kerningan. Qui in un gruppo di lavoro si concentrò sulla progettazione di un sistema semplificato rispetto al Multics al cui progetto (avviato con il Massachusetts Institute of Technology e la General Electric) la Bell decise di ritirare il suo contributo perché ritenuto poco utilizzabile nella pratica. Tompson si dedicò per primo allo sviluppo del nuovo sistema operativo denominato UNIX su un computer PDP-7 della Digital Equipment Corporation. Ritchie si occupò della definizione di un nuovo linguaggio di programmazione che fosse funzionale al lavoro di Thompson usando un cross-assembler che girava su sistema GECOS. Il PDP-7 aveva una curiosa struttura di memoria RAM composta da 4K parole di 18bit. Inizialmente Thompson sviluppò un linguaggio interpretato derivato dal BCPL usato su MULTICS con il quale scrivere il codice esterno al kernel del nuovo sistema operativo e che chiamò linguaggio B. Ritchie migliorò il linguaggio B introducendo la tipizzazione dei dati e successivamente scrisse un compilatore completo per un nuovo linguaggio di programmazione che chiamò linguaggio C. Nel 1971 il nuovo sistema operativo UNIX fu portato sul PDP-11 e nel 1972 presso AT&T (proprietaria dei Bell Labs) erano già in funzione 10 macchine con il nuovo sistema. Nel 1973, UNIX venne migliorato e interamente riscritto in linguaggio C, cosa che ne rese estremamente agevole il “porting”

Sopra - Dennis Ritchie, 1941-2011

su altre architetture hardware. Nel 1978, Ritchie pubblicò “The C Programming Language” insieme a Kerningan, libro che viene comunemente indicato come “il K&R” e che rappresenta una lettura fondamentale per qualsiasi informatico. È curioso osservare che nonostante la collaborazione alla pubblicazione del testo, Kerningan riconosce a Ritchie la totale paternità del linguaggio. A Kerningan dobbiamo invece il mitico primo esercizio di programmazione che produce la stampa della scritta “Hello, world” e che troviamo praticamente in tutti i manuali di programmazione dei Sopra - La prima pubblicazione del libro che ha accompagnato generazioni di studenti nell’aplinguaggi sviluppati suc- prendimento del Linguaggio C. cessivamente al C. L’eleganza e la coincisione della sintassi del C hanno condizionato tutti i linguaggi di programmazione sviluppati successivamente al punto che lo studio del linguaggio C è praticamente propedeutico allo studio di qualsiasi altro linguaggio moderno. Similmente il sistema operativo UNIX ha generato un lungo elenco di “derivati” 2 che troviamo oggi su quasi tutti i dispositivi dotati di capacità di calcolo. Sono infatti “figli” di UNIX i sistemi GNU/Linux che troviamo nella maggior parte dei server che muovono Internet e in una quota maggioritaria degli apparati “embedded” cioè gli apparecchi dotati di sistema operativo e interfaccia di configurazione remota quali gli apparati di rete come, i router, gli switch, gli access point e i NAS. È UNIX il sistema MacOSX che Apple sviluppa per i suoi sistemi desktop e portatili ed è UNIX, di conseguenza, anche il sistema Apple iOS che equipaggia i dispositivi “mobili” (smartphone e tablet) dell’azienda di Cupertino in quanto si tratta essenzialmente di un MacOSX con interfaccia grafica modificata. Restando nel campo dei “mobili” sappiamo che il sistema Android equipaggia i dispositivi dei principali concorrenti di Apple come Samsung e Huawei, ma anche Android altro non è che una variante di Linux con interfaccia disegnata appositamente per questi dispositivi pertanto possiamo concludere che la quasi totalità dei sistemi mobili sono controllati da sistemi operativi derivati dallo UNIX. In pratica, Dennis Ritchie con il suo lavoro ha condizionato l’intera produzione delle tecnologie informatiche e possiamo affermare che il suo lascito sarà per molto tempo individuabile in qualunque dispositivo programmabile. Non gli sono mancati riconoscimenti importanti, il “Turing Award” 3 nel 1983 insieme a Thompson, il “Richard W. Hamming Medal” (sempre insieme a Thompson) nel 1990 e la “National Medal of Technology” per l’anno 1998 consegnatagli da Bill Clinton, allora presidente degli USA. Ma a fronte del suo operato sembrano comunque pochi e lascia un senso di profonda malinconia ricordare, come riportato da Kerninghan, che all’epoca dello sviluppo del C, Ritchie credesse di non aver fatto nulla significativo. Ma questo è compatibile con il ritratto che ci viene lasciato da un giornalista che l’aveva conosciuto di persona, in uno dei pochi articoli commemorativi4 che ho trovato, che ce lo descrive come persona modesta e timida. Tanto che ci ha lasciato in solitudine, nascondendo la malattia che lo ha consumato. Nel quarto anniversario dalla sua scomparsa, lunga memoria a Dennis Ritchie.

STORIA e CULTURA

In memoria di Dennis Ritchie

1 www.cs.cornell.edu/courses/cs6110/2012sp/MeyerAndRitchie-67.pdf 2 en.wikipedia.org/wiki/File:Unix_history-simple.svg 3 amturing.acm.org/award_winners/ritchie_1506389.cfm

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Diamo i numeri

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Proseguiamo con l’approfondimento sui risultato ottenuti col rapporto DESI 2015, focalizzandoci, questa volta, sull’indicatore del capitale umano. Si parla sempre più spesso di innovazione digitale, di nuovi modi per consumare servizi on-line e di nuovi paradigmi per rilanciare l’economia e lo sviluppo ma, ahimè, i dati che emergono dal rapporto DESI 2015 evidenziano ancora diverse criticità.

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Se da una parte si registra un aumento delle persone che utilizzano internet, dall’altra rimane evidente la differenza rispetto alla stessa media europea: in Italia solo 59 persone su 100 lo utilizzano. Se a questa informazione aggiungiamo quella legata alle competenze digitali di base ci accorgeremo che circa la metà delle persone non ha le conoscenze basilari necessarie a sfruttare appieno le potenzialità e i servizi offerti dalla rete. Questo indicatore è molto significativo e varrebbe la pena soffermarsi per rifletterci: se da una parte servono investimenti per le imprese che vogliono avvicinarsi al mercato digitale, dall’altra è necessario sostenere la domanda con azioni mirate che favoriscano un maggior utilizzo consapevole della rete e dei suoi servizi.

Cosa dire, poi, sulla formazione degli specialisti digitali del futuro: è chiaro che un Paese che possa contare solo sull’1,3% degli studenti laureati nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) si debba dare un piano d’azione immediato e importante se vuole davvero trovare la strada per rilanciare la produzione e lo sviluppo interno. Competenze e innovazione sono i nuovi asset su cui un Paese come l’Italia deve tornare rapidamente ad investire e ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo. Fonte: DESI 2015 @ http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/desi-2015-country-profiles

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