ARTEMISIA N° 36 - Aprile - Giugno 2020

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ARTEMISIA N° 36 - Anno IX° - Aprile / Giugno - 2020

... in questo numero ... I CERCHI DELLE FATE LA PORTA MEGALITICA PASQUA E I SUOI SIMBOLI LE SIBILLE IL PENSIERO PITAGORICO LE METAMORFOSI DI APULEIO LA MAGIA DEL SERPENTE TAROCCHI E ORACOLO SCILLA E CARIDDI ENTANGLEMENT KOMBOLOI WICCAN SABBA ed ESBAT wiccan ... e molto altro ...

Speciale * * - RAFFAELLO SANZIO - PANDEMIE, VIRUS E COVID-19 -


Anno IX° N°36 Aprile Giugno 2020

IN QUESTO NUMERO... Eccoci con un nuovo numero di Artemisia, nell’epoca della pandemia. Non ci aspettavamo di vivere questa situazione, ma Noi ci siamo! Presentiamo un numero con uno speciale su Raffaello Sanzio, per il quale quest’anno ricorrono i 500 anni dalla sua more. Parleremo dei Simboli della Pasqua, della leggenda di Scilla e Cariddi, delle Sibille, interessante è l’articolo sull’Entanglement (l’intreccio). Ma tratteremo anche del Pensiero Pitagorico e del culto misterico delle Metamorfosi. Abbiamo articoli interessanti sulla Differenza tra Tarocchi e Oracolo, sulla Magia del Serpente e sul Komboloi Wiccan. Ma parleremo anche dei Cerchi delle Fate in Namibia e della Porta Megalitica delle Isole Tonga. Abbiamo un approfondimento sulle Pandemie e i virus, tra cui il Covid-19. Come consuetudine, avremo gli Esbat e i Sabba wiccan del periodo. Questi sono solo alcuni dei tanti argomenti che tratteremo in questo numero. Abbiate pazienza, buon senso, se tutti seguiremo le regole previste per questa Pandemia, presto ritorneremo a vivere tranquillamente. Vi auguriamo una Felice Primavera e ai cristiani una Buona Pasqua.

Buona Lettura! Tommaso Dorèl Direttore di Artemisia Informiamo tutti che è possibile contribuire alla stesura di Artemisia. I lettori potranno inviare articoli scrivendo alla E-mail:

italus.info@gmail.com

Un particolare ringraziamento va al grafico impaginatore Francesco (VoxGraphic), a Sibilla e Claudia redattori della rivista, a Tommaso Dorel direttore della Rivista e a Leron presidente dell’Associazione Italus, un Grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero di Artemisia.


SOMMARIO • ITALUS COMUNICA............pag.3 • FORUM .........................pag.14 Il cinismo danneggia il cervello..pag.14 L’era delle imitazioni! ...............pag.15 Namibia e i cerchi delle fate .....pag.17 Ha’amonga ‘a Maui, la porta megalitica .. ........................................... pag.18 Inquinamento marino .............pag.20 • Speciale ........................pag.24 Raffaello Sanzio .....................pag.24 • DOSSIER .......................pag.29 La Pasqua e i suoi simboli .........pag.29 Scilla e Cariddi .......................pag.32 Le Sibille ...............................pag.35 Entanglement: l’intreccio .........pag.41 • Approfondimento ............pag.43 Le pandemie .........................pag.43 Cosa sono i virus?...................pag.46 Il coronavirus – covid-19 .........pag.48

• SOPHIA .........................pag.52 Il pensiero pitagorico – Pitagora di Samo ........................................... pag.52 Il culto misterico delle metamorfosi di Lucio Apuleio .........................pag.54 • WICCA ..........................pag.56 Differenza tra tarocchi e oracolo ......... ........................................... pag.56 La magia del serpente .............pag.58 Komboloi wiccan ....................pag.62 Esbat della luna delle gemme ....pag.64 Esbat della luna dei fiori ...........pag.65 Esbat della luna del miele ........pag.66 Preparativi di Beltane – il talismano ....... ........................................... pag.67 Sabba di Beltane ....................pag.69 Preparativi Solstiziali – il talismano estivo ......................................... .. pag.71 Sabba del Solstizio d’Estate ......pag.73 • Consigli per la Lettura .......pag.75

Artemisia è una rivista interattiva e ci tiene ad esserlo, noi non pontifichiamo ma comunichiamo, per cui ognuno di voi si senta libero di scriverci. Saremo lieti, per quanto possibile, di esaudire le vostre richieste e pubblicare i vostri lavori. Siamo cnsapevoli che alcuni articoli sono tratti da internet, ma è responsabilità dei singoli autori, da parte nostra c’è la voglia di comuncare e informare nel modo più corretto e indipendente.


ITALUS COMUNICA Come Associazione (e come coven) viviamo questo periodo come tutti, con apprensione, vicinanza a chi combatte questo virus e alle famiglie di coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta. Siamo riconoscenti agli eroi di questa pandemia, ai medici, agli infermieri, ma anche alle forze dell’ordine e agli addetti che lavorano per garantire i beni essenziali. Certo non ce l’aspettavamo, anche se nella numerolgoia del 2020, cche abbiamo trattato nel precedente numero di Artemisia, si intravedeva un anno critico. Visto le restrizioni per far fronte al Coronavirus, abbiamo annullato gli eventi previsti: il “Witch Market”, il Workshop sul Pensiero Creante, il Sabba di Primavera, purtroppo anche l’Italus Weekend 2020 che per il momento è sospeso (valuteremo se posticiparlo). * Resta al momento Confermato, salvo ulteriori restrizioni, il Sabba del Solstizio d’Estate del 19 giugno, che noi speriamo di poter celebrare insieme a tutti voi. Sono sospesi, per il momento, anche gli acquisti dei Libri editi dalla Italus Edizioni, e della Wicca Bag di ArtemIdea. Se la situazione non fosse problematica non ci sarebbe motivo di bloccare un intero paese mettendo in crisi l’intera economia. Siate quindi responsabili e adottate tutte le precauzioni seguendo alla lettera le direttive governative. Abbiate pazienza, senza panico, ma con buon senso, se tutti seguiamo le regole presto ritorneremo a vivere tranquillamente. Approfittate di questo momento per rafforzare i rapporti fra genitori e figli, prendete un libro, magari di mitologia, e provate a scoprire la bellezza della lettura, dedicatevi ai vostri hobby. Abbiate buon senso e responsabilità. Se è vero che la pandemia è stata creata da un un virus che ha fatto un salto di specie, da animale a uomo, vero è anche che questo sia dovuto al nostro disboscamento che toglie l’habitat agli altri esseri viventi, al nostro modo di sfruttare altri esseri senza alcun rispetto, senza igiene e senza etica, per arricchirci, agendo per un proprio rendi conto. Il fermo che sta subendo il nostro sistema è una benedizione per il Pianeta, ma può esserlo anche per Noi. Se solo riflettessimo su quanta incongruenza c’è tra il nostro vero essere e l’essere che poi “recitiamo” nella quotidianità, avremmo fatto già un passo nella consapevolezza. Riflettete! Approfittiamo di questo momento per dar valore alla Natura e Cambiare il nostro

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agre nel mondo. Approfittiamo di questo momento per lavorare su Noi stessi, a conoscerci, a connetterci, a rapportarci con i Princìpi che regolano il tutto. Siate riconoscenti, iniziate a dar valore al grande dono della Vita e della Libertà. Non siamo noi i padroni della Terra, ma siamo una parte del tutto e tocca aver rispetto per tutti coloro (animali e vegetali) che condividono e convivono questo meraviglioso Pianeta, per cui la Luce e l’Amore non proiettatela verso la Terra, che è già luce e amore (vedi come la natura si è impossessata di Černobyl’ senza problemi, cosa che non può fare l’uomo). Proiettiamo Consapevolezza e Luce in Noi stessi, emancipiamo la nostra consapevolezza e rapportiamoci col Mondo in totale Armonia, Rispetto, Amore e Consapevolezza. Questi sono i Doni che questo momento ci sta offrendo, di cui dobbiamo fare tesoro. Nella nostra pluridecennale esperienza, grazie anche ad alcuni insegnamenti che abbiamo ricevuto, abbiamo appurato che solo lavorando su se stessi può avvenire il vero cambiamento. Persino questa situazione di pandemia ci conferma che la nostra è una convinzione giusta, in questo momento l’individuo deve tutelare (isolandosi) se stesso per tutelare la collettività, così funziona il cambiamento, cambiare nel quotidiano per cambiare il sistema. La Connessione con gli Dei è data quindi dall’Armonia in Noi, se questa scarseggia, intaccata magari da interessi narcisisti o speculativi, non possiamo certo sperare in un cambiamento. Siamo come una lampadina non attaccata alla corrente, una bolla di vetro priva di luce, a noi sta’ collegarci alla corrente per risplendere. Pensiamo che noi siamo parte del creato, dobbiamo quindi rispettarlo e vivere in armonia con esso. Non è certo un Dio o una Dea ad aver scatenato la pandemia, queste sono diatribe tipicamente umane, i Nostri Dei sono superiori, non ragionano con queste dinamiche. Gli Dei guidano le persone che sono in armonia, rette, sincere, positive e giuste; ma ignorano coloro che non hanno questi requisiti. Quando noi affermiamo “non esiste giustizia divina” è quanto di più vero, perché gli Dei non puniscono, ma semplicemente lasciano ad ognuno il loro cammino nel bene e nel male. Quello che sembra essere collegato ad una punizione non è altro che il risultato delle nostre azioni. Crediamo che la causa dei nostri mali va ricercata nel nostro comportamento, nel nostro agire, nel nostro sistema, che è spesso totalmente sconnesso con la Natura. Se nel quotidiano noi ci preoccupiamo solo al profitto, ignorando gli ambienti naturali (per esempio costruire case nei letti dei fiumi o disboscando le foreste), se siamo presi dal narcisismo, dalla bramosia, se siamo arrivisti (e dio sa quanto arrivismo c’è), non possiamo poi lamentarci quando questi comportamenti ci si ritorcono contro. Siate positivi! www.italus.info italus.info@gmail.com

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ITALUS 2020 Alcune foto della Celebrazione del Solstizio d’Inverno, del rito di benvenuto per una bambina, dell’Esbat e dei workshop, svolti durante l’Autunno 2019.


La ITALUS associazione culturale, come la Coven che la amministra (Coven del Quadrifoglio), agisce e vive seguendo la religione della Wicca, più in particolare la tradizione della Wica Italica, strettamente ispirata alla Seax Wica (wicca sassone). Partecipiamo al Progetto, perché crediamo fortemente che un raccoglimento spirituale, la forza della preghiera, sia molto utile e importante. La preghiera è una forma pensiero, un’eggregora, che se recitata con vero sentimento, può creare forme nuove, nuova consapevolezza, nuova energia. Il Progetto intende infatti coinvolgere le varie realtà associative, e non solo, per adoperarsi a creare preghiere, riti, momenti di riflessione, per meglio fronteggiare questo periodo. * NOI, all’interno di questo progetto, Proponiamo un MANTRA* Abbiamo deciso di creare un mantra e una traccia audio che invita ad un raccoglimento, personale o collettivo. L’intento è di auspicare una scomparsa della pandemia, una guarigione, una salute fisica e psichica dell’intera collettività, dell’umanità. Con l’auspicio di uscire da questa situazione come “umanità rinnovata”, con un sistema sociale più equilibrato, armonico e in sintonia con l’intero Pianeta e gli altri esseri che ci abitano. Il nostro Mantra lo potete ascoltare sul nostro canale YouTube.

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ITALUS aderisce al progetto “Guarigione per tutti gli Esseri”

Il progetto lo potrete trovare su internet e Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/events/3433165926710284/

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ITALUS E I SUOI PROGETTI ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Italus è un’Associazione Culturale Wicca, senza scopo di lucro, apolitica, fondata sul volontariato, che opera nel campo delle spiritualità Wicca, della Cultura, del Benessere, dell’Ambiente e della Solidarietà e che, tramite attività rivolte ai soci e alla collettività, intende favorire la crescita culturale, etica e spirituale degli individui. Maggiori Info: Sito Ufficiale: https://www.italus.info Facebook: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl Twitter: https://twitter.com/ITALUS_forum

CENTRO STUDI DELL’ASSOCIAZIONE ITALUS (C.S.I.) Il Centro Studi dell’Associazione Italus riunisce tutte le persone interessate, professionisti e semplici appassionati, che hanno un serio interesse per: • lo studio dei diversi aspetti delle culture del mondo; • la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano (paesaggio e beni culturali); • lo studio, la pratica e la tutela della spiritualità comune wicca e in generale neopagana; • lo studio delle scienze naturali come supporto alla medicina occidentale; • uno sviluppo sociale, economico e tecnologico in armonia con la natura; • l’organizzazione di progetti d’interesse sociale. Maggiori Info: http://www.italus.info/centro-studi2.html

ARTEMISIA Rivista Artemisia è una rivista d’informazione, legata alla vita dell’Associazione Italus, ma con un occhio attento sul mondo che ci circonda, sulla cultura e sulla spiritualità Neopagana. Artemisia è una pubblicazione trimestrale on-line, gratuita, dunque non cartacea. Come organo di espressione dell’Associazione Italus, si propone come novità tra le pubblicazioni tipiche delle associazioni culturali. Maggiori info: http://www.artemisia1.blogspot.it

ITALUS EDIZIONI Italus Edizioni è un servizio editoriale (non è una vera e propria casa editrice) qualificato proposto dall’Associazione Italus a chi voglia avere la possibilità di veder stampati i propri libri in modo economico. Pubblichiamo libri, realizzati in vari formati, spaziando in ambiti disparati: saggistica e varia (storia, arte, fotografia, religione, filosofia, ecc.), narrativa, poesia, ecc. In formato cartaceo o anche digitale (e-book)! Maggiori info: http://www.italusedizioni.blogspot.it/

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Maggiori info: http://spiritualbenessere.blogspot.it/

PAGAN SERVICES (Servizi Pagani) Pagan Services è una serie di servizi offerti dall’Associazione Italus per la comunità Neopagana Italiana. Pagan Services offre a chi lo desidera, Cerimonie di Handfasting, Rituali di Benvenuto, Handparting e Cerimonia di Commemorazione. Maggiori info: http://paganservices.blogspot.it/

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SPIRITUAL WELL-BEING (benessere spirituale) Spiritual Well-Being è un progetto che propone incontri, corsi e pratiche tutte concentrate al benessere spirituale/energetico. Come Associazione siamo certi e convinti che l’uomo può vivere serenamente, che il segreto sta in noi e dobbiamo solo scoprirlo, siamo convinti che si può vivere felicemente, senza sofferenze. Cercheremo di dimostrarvelo, invitandovi a partecipare ai nostri incontri e di provare in prima persona.

ACCADEMIA WICCA ITALIANA (a.w.i.) Una vera e propria Scuola on-line, un percorso dalla durata di 3 Anni. Il nome Accademia infatti è stato adottato non per caso. Essendo la Wicca una spiritualità influenzata da varie correnti filosofiche ed esoteriche, è inevitabile quindi uno studio anche delle filosofie (quelle più influenti nella wicca) e della storia (sia della wicca ma anche della decadenza del paganesimo antico oltre che della stregoneria). Ecco quindi che come un’accademia “classica” si darà modo di studiare materie che arricchiscono culturalmente il “neofita” (affronteremo anche nozioni di alchimia per esempio). Come tutte le scuole, anche l’A.W.I. ha un programma teorico e pratico e prevede una serie di valutazioni, con promozioni o bocciature se non anche le espulsioni. Maggiori Info: http://accademiawiccaitaliana.blogspot.com/ ARTEMIDEA ArtemIdea è un e-commerce della Italus Associazione. Per poter garantire buoni servizi gratuiti o a prezzi molto economici abbiamo ritenuto opportuno creare un e-commerce per auto-finanziarci e far fronte alle varie spese associative.…. ARTEM IDEA può considerarsi un bazar, dove al suo interno si può trovare un po’ di tutto; - Bijoux, - Idee Regalo, - Arte Visiva, - Oggettistica, - Accessori, - Artigianato di vario tipo, con una sezione riservata alla - WICCA. Maggiori info: http://artemideashop.blogspot.it/ MEMORIE STORICHE Memorie Storiche ha come intento la promozione culturale e stimolare la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Concepiamo il viaggio (la visita) come occasione di arricchimento e di crescita personale, suscitando la curiosità delle persone per i nostri beni culturali in generale (musei, aree archeologiche, ecc.). È una iniziativa del Centro Studi dell’Associazione Italus. Al progetto collabora anche l’Associazione Artès. Maggiori Info: http://www.memoriestoriche1.blogspot.it

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PERCORSI ITALIANI Percorsi Italiani è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce dalla consapevolezza di vivere in una nazione particolarmente ricca di bellezze paesaggistiche, montane e marine, di tesori artistici e architettonici, di cultura e di storia. Grazie a chi collabora in questo progetto potremo creare video e guide totalmente gratuite! Maggiori Info: http://www.percorsitaliani.blogspot.it

SOPHIA Sophia è un progetto del Centro Studi della Italus Associazione. “Sophia” parla di Filosofia ma non la tratterà nel “modo classico”, ma in un “modo alternativo”. Il passato ci serve come spunto, ma è nel presente che vogliamo proiettarci! “Sophia” non vuole insegnare la filosofia, non vuole raccontare la biografia degli autori, ma vuole formulare nuove idee, nuovi pensieri, con persone comuni e pensanti, il tutto prendendo spunto dal pensiero passato proiettandolo però in un’ottica moderna. Maggiori Info su: http://www.progettosophia.blogspot.it

I RACCONTI DEI NONNI I Racconti dei Nonni è un progetto della Italus Associazione. Il progetto intende raccogliere: fiabe, filastrocche, poesie, o anche storie di vita, che i nostri Nonni ci raccontavano quando eravamo piccoli. Vogliamo tutelare una memoria ormai labile, crediamo che perderla sarebbe un grande errore. Maggiori Info: http://italusassociazione.blogspot.it/p/i-racconti-dei-nonni.html

CLIO Clio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, l’intento è quello di commemorare i più importanti personaggi che hanno contribuito alla nascita del Neopaganesimo e, più in generale, influenzato l’Esoterismo moderno. Maggiori Info: http://www.clioprogetto.blogspot.it

GIORNATA DELLA MEMORIA PAGANA La Giornata della Memoria Pagana è un progetto dell’ Associazione Italus, che vuole ricordare tutte le vittime innocenti, uccisi o torturati, solo perché fedeli ad antichi culti pre-cristiani o a ideali diversi da quelli dominanti nei secoli scorsi. Esso si ispira al più conosciuto evento del Giorno Pagano Europeo della Memoria. Maggiori Info: http://www.memoriapagana1.blogspot.it

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L’Evento si svolgerà ogni anno nella città di Roma, nel fine settimana successivo al Solstizio d’Estate. Maggiori Info: http://www.solstizioestate.blogspot.it

L’ITALIA NEL CERCHIO L’Italia nel Cerchio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di alcuni fra i più significativi siti archeologici d’epoca pre-romana presenti nella penisola. Si tratta d’insediamenti umani, di solito posti in altura, contornati da basse mura di pietre a secco dal tracciato più o meno circolare o ellissoidale, ancora non sufficientemente studiati, pur essendo da sempre conosciuti dalle popolazioni locali.

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SOLSTIZIO D’ESTATE Solstizio d’Estate, con questo progetto l’Associazione, con la collaborazione della Coven Wica Italica del Quadrifoglio, vuole condividere con chi lo vuole, i festeggiamenti del Solstizio d’Estate.

Maggiori Info: http://www.italianelcerchio.blogspot.it

SAKROS Sakros è un progetto ideato dall’Associazione Italus, ambizioso ma non impossibile, l’idea è quello di creare una costruzione, un luogo, un sito, in cui ogni neopagano potrà riunirsi e celebrare le proprie divinità, i propri riti, la propria spiritualità. Maggiori Info: http://www.progettosakros.blogspot.it

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ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Programma Giugno 2020 Le date e maggiori informazioni saranno pubblicate all’interno del Sito Internet dell’Associazione e nelle Pagine Facebook e Twitter

www.italus.info

Per maggiori informazioni a riguardo scriveteci alla E-mail: italus.info@gmail.com oppure Telefonate al: 350 0457148 *** *** ***

Come abbiamo già accennato, visto le restrizioni per far fronte al Coronavirus, abbiamo annullato gli eventi previsti in Primavera. Resta al momento Confermato, salvo ulteriori restrizioni, il Sabba del Solstizio d’Estate del 19 giugno, che noi speriamo di poter celebrare insieme a tutti voi. *** *** ***

19 Giugno 2020 Solstizio d’Estate Il Solstizio d’Estate si celebrerà a Roma venerdì 19 giugno all’interno del Parco della Caffarella, alle ore 18:00. Maggiori info li troverete su www.italus.info *** *** ***

* A Settembre riaprono le Iscrizioni per l’Accademia Wicca Italiana, maggiori info al seguente link: www.accademiawiccaitaliana.blogspot.com * Per saperne di più, sui Trattamenti e sui Corsi che la Italus offre, potete farlo tramite il seguente link: www.spiritualbenessere.blogspot.it

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ITALUS COMUNICA SITO INTERNET (ufficiale): http://www.italus.info

E-MAIL (ufficiale): italus.info@gmail.com

FACEBOOK: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl

TWITTER:: https://twitter.com/ITALUS_forum

Artemisia è consultabile gratuitamente su: * Issuu * piattaforma di pubblicazione digitale www.isuu.com/artemisia1

* Readazione * App Mobile, per iOS e Android www.readazione.it

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CONTATTI

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ARTEMISIA

Anno IX°, N° 36 Qui di seguito riportiamo gli indirizzi di posta elettronica dell’Associazione Italus, strumenti di contatto tra l’Associazione e il pubblico tesserato e non.

Aprile / Giugno 2020 *** *** *** *** *** *** DIRETTORE:

Sito internet dell’Associazione Italus: www.italus.info http://www.italus.info

Blog della Rivista Artemisia: http://www.artemisia1.blogspot.it

Tommaso Dorel REDATTORI:

Sabrina Lombardini (Sibilla) Tommaso Dore Leron (Francis Voice) Claudia G. GRAFICO - Art Director:

E-mail per informazioni generiche sull’Associazione italus.info@gmail.com

Fracesco - VoxGraphic (http://www.voxgraphic.it)

*** *** *** E-mail del Presidente dell’Associazione e del Consiglio Direttivo dell’Associazione italus.info@gmail.com

E-mail della rivista on-line Artemisia, per collaborare e inviare articoli; per comunicare con la rivista o inoltrare suggerimenti italus.info@gmail.com

E-mail per il Centro Studi Italus italus.info@gmail.com

Questa rivista non rappresenta un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001, essendo strumento informativo interno all’Associazione Italus. Il copyright degli articoli appartiene ai rispettivi autori.

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FORUM IL CINISMO DANNEGGIA IL CERVELLO anni a test per valutare l’insorgenza di forme di demenza, e a un questionario per verificare il grado di cinismo di ciascuno. I partecipanti dovevano dire quanto si trovassero d’accordo con frasi tipo “la maggior parte delle persone mente pur di andare avanti” o “meglio non fidarsi di nessuno”. In base al punteggio ottenuto sono stati divisi in tre gruppi: poco cinici, mediamente cinici o molto cinici. L’efficacia statistica del questionario era già stata testata in precedenti esperimenti, che hanno dimostrato come le risposte più o meno ciniche di ciascuno tendano a rimanere le stesse con gli anni. TRE VOLTE PIÙ A RISCHIO

Se avete fatto del cinismo l’arma per sopportare meglio le difficoltà di ogni giorno, vi conviene ripiegare su altre filosofie di vita, prima che sia troppo tardi: secondo uno studio finlandese appena pubblicato sulla rivista scientifica Neurology, le persone particolarmente ciniche hanno maggiore probabilità di sviluppare forme di demenza in tarda età.

L’APPROCCIO SBAGLIATO Il cinismo - che in termini “clinici” è la convinzione che le persone agiscano spinte da interessi egoistici - era stato in passato associato ad altri problemi di salute, come malattie cardiache. Ma questo è il primo studio che indaga i suoi effetti sul cervello. I ricercatori della University of Eastern Finland di Kuopio, Finlandia, hanno sottoposto 1449 soggetti con un’età media di 71

622 persone del campione hanno completato anche un secondo test sulle demenze, 8 anni dopo la somministrazione del primo test. Durante quest’arco di tempo, a 46 dei partecipanti sono state diagnosticate forme di demenza senile (un deterioramento cerebrale che porta problemi a memoria e alterazioni del carattere, legato spesso - a problemi vascolari, ma non solo). Una volta escluse altre possibile cause, come pressione e colesterolo alto e fumo, i ricercatori hanno concluso che i super cinici rischiano tre volte più dei poco cinici di sviluppare disturbi

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FORUM

neurologici legati all’età. Una seconda parte dello studio è servita ad appurare se l’ipercinismo porti anche a un rischio di morte prematura. Anche in questo caso sembrava che le persone più ciniche vivessero in media meno rispetto a quelle più ottimiste, ma una volta considerati tutti gli altri fattori, come lo status

socioeconomico, il carattere, il generale stato di salute e la tendenza o meno a fumare, questa seconda correlazione si è rivelata infondata.

Valeria Dosa

L’ERA DELLE IMITAZIONI ! Si copiano attitudini, le apparenze, gli accenti e ogni piccola caratteristica di personalità che spiccano, credendo in tal modo di acquistare le loro qualità (crediamo). Condividiamo i pensieri e le idee altrui in conformità alla legge di imitazione (annullando il nostro pensiero). Le idee, come gli abiti, hanno la loro moda. Nelle chiese e nei teatri avviene lo stesso, si imita ciò che ha già attratto l’attenzione del pubblico.

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L’Uomo è un animale imitativo. La facoltà di imitazione, che rappresenta una parte così importante nella vita dei nostri cugini, le scimmie, è molto pronunciata anche nella nostra razza umana.

maggioranza un “eccentrico” che si tende ad evitare perché “fuori dall’ordinario”, a meno che non sia abbastanza forte da imporre le sue idee alla folla, che finirà con l’imitarlo.

Una spiccata individualità è molto più rara di quello che generalmente si crede.

Viviamo in un’Era di Imitazione, malgrado la nostra pretesa d’individualità. Spesso quando non si riesce ad imitare si tende a disprezzare o giudicare.

Infatti, chi mostra di avere un gusto e un modo di agire individuale, viene considerato dalla

Sembra esserci ben poco posto per chi preferisce seguire la propria via, anziché quella tracciata dalla moda. Un nuovo sovrano o politico dà luogo a un profondo cambiamento nel modo di imprimere le proprie particolarità personali, egli sviluppa nel cittadino un diffuso desiderio di imitarlo, specie nelle abitudini pratiche. Filosofie, teorie, scuole di pensiero e sistemi religiosi, vengono


Pochissimi sono coloro che possono dirsi immuni dall’involontaria e a volte pericolosa imitazione! L’ambiente ha un ruolo molto importante nella nostra vita. La tendenza degli uomini a “mettersi alla pari”, “seguire il leader”, agire come un gregge umano, fa si che possano cadere molto facilmente nell’abitudine

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accettati perché sono di moda. Tutti siamo portati a imitare l’espressione di un attore sul palcoscenico, accigliandoci o sorridendo come lui. Con un po’ di attenzione, possiamo accorgerci che stiamo imitando il modo di camminare, oppure qualche movimento fisico, delle persone con le quali ci troviamo.

ad accettare le idee o le abitudini dell’altro (auto annullandosi). Con molta (forse troppa) facilità si può essere influenzati, a nostro svantaggio e a vantaggio di coloro che cercano di influenzarci. MA COME REAGIRE? Il rimedio è molto semplice: dovremmo essere Individui, ascoltare il nostro Io, seguire il nostro Istinto. Nessuno meglio di se stesso sa come difendersi! Basterebbe prendersi 5 minuti, prima di reagire, pensare e riflettere prima di accettare.

Leron

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FORUM

NAMIBIA E I CERCHI DELLE FATE

L’origine dei “cerchi delle fate”, misteriose strutture circolari che si susseguono per circa 2 mila chilometri tra Namibia e Angola, è destinata a rimanere ancora avvolta dal mistero. Un autorevole studio apparso lo scorso anno su Science aveva identificato nelle termiti le responsabili di questi cerchi d’erba con al centro la sabbia, che appaiono e scompaiono naturalmente in media ogni 24 anni. Ma ora un nuovo articolo contesta, con una serie di prove scientifiche, quell’ipotesi. E individua un nuovo “colpevole”. UN ORDINE CHE INSOSPETTISCE Chi interpreta questi pattern di forma circolare (con un diametro

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che può raggiungere i 15 metri) come opera delle termiti spiega che gli insetti, gli unici animali presenti nel suolo quando i cerchi iniziano a formarsi, si cibano delle radici dell’erba eliminando così una gran parte di essa quando cresce durante la stagione delle piogge. Si formano allora, nel suolo, cerchi totalmente brulli: si spiegherebbe così l’origine dei fairy circles. Ma per i ricercatori del Helmholtz Centre for Environmental Research (Germania) autori del nuovo studio, la distribuzione dei cerchi nel terreno sarebbe troppo regolare per essere causata dalle termiti, le cui colonie - e, di conseguenza, i mucchi di terra smossa - tendono a distribuirsi in modo più casuale.

LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA Per il team tedesco, i cerchi deriverebbero dalla competizione tra le piante dell’area per accaparrarsi le scarse risorse d’acqua disponibili. Analizzando le immagini aeree di un’area a nordovest della Namibia, dove compaiono i cerchi, l’equipe ha osservato infatti che queste strutture sono distribuite in zone particolarmente aride, al confine tra i terreni erbosi e le aree deserte. I cerchi sarebbero, quindi, il risultato di una riorganizzazione nel terreno di specie vegetali che competono tra loro per arrivare alle risorse idriche, in modo analogo in cui i giovani alberi si distribuiscono nelle foreste per assicurarsi di avere abbastanza nutrienti per crescere. Simula-


Serviranno comunque ulteriori analisi dell’umidità e della composizione del suolo per validare questa nuova ipotesi, che divide quanto la precedente. Intanto, i cerchi delle fate mantengono inalterato il loro fascino.

Lorenzo Lucanto

FORUM

zioni computerizzate della distribuzione della vegetazione in relazione alle fonti idriche hanno dato, come risultato, pattern analoghi a quelli osservati tra le sabbie della Namibia.

HA’AMONGA ‘A MAUI, LA PORTA MEGALITICA Nell’Oceano Pacifico, su una superficie di circa 748 km², si trovano le 150 isole che formano il Regno di Tonga, una monarchia costituzionale dell’Oceania, con capitale Nuku’alofa . Su una delle sue isole si erge uno dei più enigmatici monumenti megalitici del Pacifico, un trilite chiamato Ha’amonga ‘a Maui. Il Regno di Tonga è uno stato sovrano insulare dell’Oceania, il cui territorio è composto da un arcipelago di 150 isole e isolotti, 40 delle quali abitate , situato nell’Oceano Pacifico meridionale, a circa un terzo della distanza tra Nuova Zelanda e Hawaii. Si trova a sud delle Samoa e a est delle Figi. Quasi 2/3 degli abitanti vivono nell’isola più grande del regno, Tongatapu. Sebbene molti tongani si siano trasferiti nell’unico vero centro urbano dell’arcipelago, Nuku’alofa (dove lo stile di vita locale si mescola a quello europeo), la vita del villaggio e i legami familiari rimangono molto importanti nella cultura tongana. Lo stato di Tonga è detto anche “Isole degli Amici”, per via del carattere cordiale degli abitanti

all’arrivo dei primi esploratori. La data della prima occupazione delle isole è oggetto di discussione, come la datazione della maggior parte dei siti archeologici presenti sul suo territorio. Tuttavia, l’opinione tradizionale è che l’arcipelago fu abitato fin dall’inizio del II millennio a.C. da tribù provenienti da Samoa, individuando nell’isola di Tongatapu il sito occupato più antico, dove si erge l’enigmatico monumento denominato Ha’amonga ‘a Maui. Il primo popola ad insediarsi sull’isola si ritiene sia quello dei Lapita, una civiltà originale, soprattutto per le decorazioni su terracotta, associata alle popolazioni austronesiane che avevano colonizzato l’Oceania lontana partendo dalla cosiddetta Oceania vicina . La datazione col carbonio 14 rivela che i più antichi siti Lapita risalgono a circa 3500 anni anni fa . I coloni Lapita fabbricavano terracotta incisa con inclusioni rosse, utilizzando utensili d’ossidiana provenienti dai vulcani melanesiani . Le decorazioni delle ceramiche lapita sono estremamente ricche e varie.

Ricerche recenti sulle decorazioni mostrano che esse rappresentavano, probabilmente, l’universo visto attraverso i loro occhi: il mondo “dell’alto”, quello degli dei o degli antenati divinizzati; al centro il mondo dei viventi e infine il “mondo del basso”, quello dei morti. Gli astri (sole, luna…) sembrano rivestire un’importanza particolare nelle credenze di questi navigatori. L’antica capitale di Tonga era la città di Mu’a, il cui nome, secondo alcuni ricercatori, ricorda quello del continente perduto di Mu (identificata con Atlantide), considerato dall’archeologia convenzionale come un luogo mitologico. A circa 30 km da Nuku’alofa, la capitale di Tongatapu, si trova l’enigmatico Ha’amonga ‘a Maui, un trilite megalitico costituito da tre blocchi calcare corallino, alto 5,2 m e largo 5,8 m. Il peso delle due pietre erette è pari a circa 30-40 tonnellate ciascuna, con il lato superiore caratterizzato da due incavi adattati per ospitare l’architrave. Molto spesso è stata evidenziata la somiglianza di Ha’amonga ‘a Maui con il sito di Stonehen-

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ge. Tuttavia, il sito megalitico del Regno Unito presenta molte più strutture e gli architravi sono poggiati sulle pietre erette, mentre quelle del trilite di Tongatapu presentano delle fessure per l’alloggiamento. Secondo l’archeologia convenzionale, Ha’amonga ‘a Maui è stato costruito agli inizi del 13° d.C. sotto il governo di re Tui Tonga Tuitātui, probabilmente come portale di accesso per il suo complesso reale di Heketā. Le cronache orali più recenti di Tonga, interpretano il trilite come un monumento per simboleggiare la fratellanza dei figli di TuitātuiLafa (pietra orientale) e Talaihaapepe (pietra occidentale). Come spiega Ancient Origins, nei miti popolari più antichi, invece, si fa risalire la costruzione di Ha’amonga ‘a Maui al semidio Maui, dato che le pietre erano davvero troppo pesanti per la forza degli umani. Maui avrebbe prelevato le pietre da una cava

dell’Isola di Wallis, trasportandole a Tongatapu con la sua canoa gigante. Maui era parte di un leggendario gruppo di semidei, presente nella maggior parte dei miti delle isole del pacifico. C’erano quattro fratelli, tutti con il nome diMaui e dagli straordinari poteri sovrannaturali. I quattro fratelli sono considerati gli iniziatori dei popoli che hanno colonizzato le isole Tonga, le Hawaii, Tahiti e la Nuova Zelanda. Sollecitato dall’ipotesi che Stonehenge potesse essere stato un osservatorio astronomico, nel 1967, il re di Tonga Tāufaāhau Tupou IV, applicò tale teoria anche al trilite di Ha’amonga ‘a Maui, spiegando che il monumento servisse per segnare la posizione del sole nei solstizi e negli equinozi, ma non esiste nessuna prova a sostegno dell’affermazione del sovrano. Se sia stato costituito da semidei, o più semplicemente da un re

mortale del Tonga, Ha’amonga ‘a Maui è ancora oggetto di numerose questioni irrisolte, tra le quali la più importante è certamente il perché della sua costruzione. La presenza di triliti in tutto il mondo, tra cui la famosissima Stonehenge, costringe ancora una volta a chiedersi come mai i nostri antenati, in tutto il globo terrestre, avessero così in alta considerazione questo tipo di costruzione.

Giulia Orsini


Le correnti oceaniche trasportano la maggior parte dell’enorme quantità di detriti di plastica che ogni anno finisce negli oceani in cinque grandi aree al centro dell’Atlantico e del Pacifico. La massa di questi detriti, però, stimata sulla base di numerosi campionamenti, è almeno cento volte inferiore a ciò che dovrebbe essere. I meccanismi di rimozione sono ancora da chiarire, ma si teme che una parte finisca nella catena alimentare marina. Sarebbero fra 10 mila e 40 mila le tonnellate di detriti plastici che galleggiano sulle acque degli oceani: una quantità enorme, ma inferiore di diversi ordini di grandezza alle stime dei flussi di plastica dai continenti verso gli oceani. La scoperta, effettuata da un gruppo internazionale di oceanografi che firmano un articolo sui “Proceedings of the National

Academy of Sciences” non è una buona notizia perché la differenza non sarebbe dovuta a inesattezze nella valutazione dei flussi, ma a un meccanismo di rapida rimozione della plastica ancora tutto da studiar,e ma che potrebbe coinvolgere la catena alimentare. Secondo uno studio degli anni settanta, in mare finisce lo 0,1 per cento circa della plastica prodotta, che all’epoca corrispondeva a 45 mila tonnellate all’anno. Da allora la produzione di plastica è quintuplicata, e anche considerando le stime più prudenti, la massa della plastica presente sulla superficie marina in base ai dati raccolti ora da Andrés Cózar e colleghi è almeno cento volte inferiore a quella che dovrebbe esserci. Le stime degli autori si basano su 3070 campionamenti in acque d’altura realizzate da diverse

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INQUINAMENTO MARINO

spedizioni oceaniche nel corso di alcuni anni. Nell’88 per cento dei campionamenti è stata trovata plastica, sia pure in quantità molto variabili. Le concentrazioni più elevate sono in cinque aree di accumulazione nelle regioni centrali dell’Atlantico e del Pacifico di entrambi gli emisferi, la più grande delle quali è nel Pacifico e raccoglie dal 33 al 35 per cento dei detriti. La dimensione media dei detriti di plastica è piccola: la maggior parte è fra uno e due millimetri. Analizzando la distribuzione la massa della plastica in funzione delle dimensioni dei frammenti, tuttavia, i ricercatori hanno notato che alcune dimensioni erano decisamente sottorappresentate rispetto a ciò ci si poteva attendere sulla base dei processi di degradazione noti. Inoltre, malgrado l’aumento dei flussi di plastica

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nell’oceano, nel corso degli anni la quantità del materiale galleggiante in superficie è rimasta sostanzialmente costante. I ricercatori hanno individuato quattro possibili meccanismi responsabili della rimozione della plastica dalla superficie del mare, il cui peso e importanza relativa sono ancora tutti da stabilire.

Accanto alla nanoframmentazione attraverso processi di degradazione poco conosciuti (in grado di trasformare direttamente i frammenti in parti talmente piccole da sfuggire alle maglie delle reti di campionamento), potrebbero contribuire al fenomeno anche il cosiddetto biofouling, ossia “l’incrostazione”, nella forma di biofilm, delle particelle più mi-

nute sulla superficie di organismi marini animali e vegetali, e l’ingestione da parte sia di organismi unicellulari che pluricellulari. L’ultimo meccanismo individuato è la deposizione a riva che però secondo i ricercatori un’importanza minore. Rossella Vito


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SPECIALE RAFFAELLO SANZIO Quest’anno ricorrono 500 anni dalla morte del grande artista Raffaello Sanzio. Raffaello Sanzio nacque il 6 aprile del 1483 nella città di Urbino. Il padre Giovanni Santi, anch’ egli pittore, lo incoraggiò a studiare le opere di Piero della Francesca che aveva realizzato ad Urbino alcune tra le sue opere più belle. Raffaello cominciò così a studiare il disegno e la prospettiva, il padre accortosi della sua bravura, gli cercò un maestro migliore: il Perugino. Nelle bottega del maestro assimila la grazia tipica delle sue opere e insieme il gusto decorativo del Pinturicchio. A diciassette anni, Raffaello lascia la bottega del Perugino con il titolo di magister che gli diede il permesso di esercitare l’attività di pittore. Raffaello SanzioNel primo periodo della sua attività realizzò alcune opere per Città di Castello: la Pala del Beato Nicola da Tolentino di cui oggi ci restano alcuni frammenti che si trovano a Brescia, Napoli e Parigi; lo Stendardo della Trinità che si trova alla Pinacoteca civica di Città di Castello; e la Crocifissione Mond che si trova alla National Gallery di Londra. Successivamente eseguì per la famiglia Oddi la pala con l’Incoronazione della Vergine oggi alla Pinacoteca Vaticana a Roma. Nello stesso periodo eseguì per la Libreria Piccolomini di Siena, in una collaborazione con il Pinturic-

chio, gli affreschi con Scene della vita di Pio II. Nel 1504 Raffaello realizzò uno dei suoi grandicapolavori: lo Sposalizio della Vergineche oggi si trova alla pinacoteca di Brera a Milano. L’opera si basta su un dipinto del Perugino ma in questa Raffaello mostra di aver superato lo stile della maestro. Nello stesso anno il pittore si trasferì a Firenze anche se comunque mantenne i rapporti con la corte di Urbino e infatti eseguì per la corte urbinate, i ritratti di Guidobaldo da Montefeltro e di

Elisabetta Gonzaga e il dittico con San Michele che abbatte Satana e San Giorgio che uccide il drago. Contemporaneamente il maestro realizzò due opere destinate alla città di Perugia: la Pala Colonna che oggi si trova al Metropolitan Museum di di New York e la Pala Ansidei oggi alla National Gallery di Londra. Raffaello SanzioA Firenze l’artista venne in contatto con i massimi esponenti della cultura locale Leonardo e Michelangelo. L’influenza leonardesca si avverte nella Ma-

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RAFFAELLO SANZIO

Scuola di Atene donna Terranova inserita in un tondo, la Madonna del Granduca del 1506, la piccola Madonna Cowper, la Sacra famiglia e la Madonna di Orleans. Tra il 1505 e il 1508 eseguì inoltre grandi tavole che rappresentano: la Madonna del Cardellino, la Madonna del prato e la cosiddetta Bella giardiniera, in questi dipinti le figure monumentali sono isolate su uno sfondo paesaggistico. L’influsso Michelangiolesco, cominciato con i ritratti dei duchi di Urbino, proseguì in altri dipinti come il Giovane con la mela, la Dama del liocorno. Eseguì inoltre a Firenze numerose tavole di devozione privata: nel 1506, la famiglia Dei Raffaello Sanziogli commissionò la pala d’altare per la Chiesa di Santo Spirito: la Madonna del baldacchino e la Deposizione richiestagli da una nobile di Perugia. La fama del pittore giunse a Roma, dove il Papa Giulio II gli

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affidò l’incarico, licenziando tutti gli altri pittori, per la decorazione delle Stanze vaticane. I lavori cominciarono nel 1508 dalla stanza detta della Segnatura che ospitava labiblioteca privata del Papa. Qui dipinse gli affreschi della Disputa del sacramento, della Scuola di Atene e il Parnaso. Nello stesso periodo eseguì altre opere tra le quali il Ritratto di Fedra Inghirami, il Ritratto di Cardinale, la Madonna della torre, la Madonna Aldobrandini, la Madonna dell’alba e la Madonna della seggiola. Nella villa di Agostino Chigi affrescò il Trionfo di Galatea ispirato ad architetture antiche descritte in testi letterari. Tra il 1511 e il 1513 eseguì gli affreschi della seconda stanza in Vaticano detta di Eliodoro con affreschi che rappresentano: Eliodoro cacciato dal tempio, nel quale come nella Scuola di Atene, l’architettura occupa l’intero sfondo; il

Miracolo di Bolsena nel quale gli abiti dei dignitari e quelli delPontefice testimoniano contatti con la cultura veneta; la Liberazione di San Pietro dal carcere dove la luce è la protagonista della scena. Raffaello SanzioEseguì oltre in questo periodo opere come il Profeta Isaia nella chiesa di Sant’Agostino a Roma, la Madonna di Foligno oggi alla Pinacoteca Vaticana a Roma, la Madonna del velo oggi a New York e il ritratto di Giulio II oggi al Londra. Sotto il pontificato di Leone X, e alla morte di Bramante, Raffaello è nominato architetto della fabbrica di San Pietro. Nel frattempo completò affreschi della stanza di Eliodoro con l’Incontro di Attila e Leone Magno e iniziò la decorazione della terza stanza detta dell’Incendio. In questo periodo realizzò anche i cartoni per gli arazzi destinati alla Cappella Sistina che raffigurano episodi tratti dagli atti degli apo-


RAFFAELLO SANZIO

re una pianta della città di Roma antica della quale oggi non ci resta più nulla, ma l’importanza del rapporto che l’ artista aveva con l’arte romana è visibile in opere come l’appartamento Bibbiena, la Loggia di Psiche alla Farnesina, le logge di Leone X e la loggetta in Vaticano dove tutte le decorazioni sono ispirate a modelli romani. Negli anni tra il 1518 eil 1520 l’aiuto della bottega divenne necessario per l’attività del pittore questo è evidente anche nella quarta stanza in Vaticano detta la stanza di Costantino. Tra le ultime opere abbiamo il Doppio ritratto del Louvre, la Visione di Ezechiele a Palazzo Pitti a Firenze e la Trasfigurazionealla Pinacoteca Vaticana a Roma. Raffaello morì a 37 anni, il 6 aprile del 1520 nel giorno del suo compleanno. Arved

Dama col liocorno stoli. Accanto ai lavori destinati al Papa eseguì lavori per i nobili della corte tra i quali al banchiere Chigi fornisce cartoni per l’affresco con Profeti e Sibille in Santa Maria della pace a Roma, progettò la cappella funeraria in Santa Maria del popolo che insieme a Villa Madama testimonia la sua attività di architetto. Tra il 1514 e il 1516 dipinse due pale d’altare: l’Estasi di Santa Cecilia a Bologna e la Madonna Sistina contemporaneamente eseguì alcuni ritratti di personaggi illustri tra i quali il ritratto di Baldassarre Castiglione,il doppio ritratto che si trova alla galleria Doria a Roma e la cosiddetta Velata. La sua conoscenza dell’arte classica spinsero il Papa a nominarlo conservatore delle antichità e ad affidargli l’incarico di realizza-

Cristo Benedicente

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RAFFAELLO SANZIO

Lo Sposalizio della Vergine

Deposizione Borghese

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RAFFAELLO SANZIO La Fornarina

Madonna Aldobrandini

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DOSSIER LA PASQUA E I SUOI SIMBOLI

Il termine Pasqua deriva dalla parola latina Pascha e dall’ebraico Pesah, che significa “passaggio”. Il termine “Pasqua” ha due significati, che convivono tutt’oggi, a seconda che si stia parlando della tradizione ebraica o della tradizione cristiana. Dal punto di vista religioso, la Pasqua Cristiana racchiude in sé tutto il “mistero cristiano”: con la passione, Cristo si è immolato per l’uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla virtù. Con la resurrezione Cristo ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all’uomo il proprio destino, cioè la risurre-

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zione nel giorno finale, ma anche il risveglio alla vera vita. La Pasqua si completa con l’attesa della Parusia, la seconda venuta, che porterà a compimento le Scritture (quello che è conosciuta dai più come Apocalisse). Il cristianesimo ha ripreso i significati della Pasqua ebraica, seppur con significativi cambiamenti, che le hanno dato un volto nuovo. Le sacre Scritture hanno infatti un ruolo centrale negli eventi pasquali: Gesù, secondo quanto è stato tramandato nei Vangeli, è morto in croce nel venerdì precedente la festa ebraica, che quell’anno cadeva di sabato, ed è risorto il giorno successivo, in seguito chiamato Domenica.

Inoltre, questo evento venne visto dai primi cristiani come la realizzazione di quanto era stato profetizzato sul Messia nella Bibbia “ebraica”.


L’AGNELLO L’agnello simboleggia il sacrificio di Gesù Cristo. La simbologia legata all’agnello affonda le sue radici nella tradizione ebraica, un episodio principe è la liberazione degli ebrei dall’Egitto, grazie alla decima piaga, ossia l’angelo della morte. L’angelo della morte doveva uccidere tutti i primogeniti, siano essi egiziani che ebrei, ma il Signore Dio aveva detto a Mosè che per salvare gli ebrei bisognava cospargere gli stipiti delle porte con del sangue di un agnello. Agnello che poi veniva consumato per cena. Il profeta Isaia fu colui che iden-

tificò Gesù Cristo con l’agnello pasquale, infatti scriveva: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”. L’agnello quindi simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte alla morte, così come lo è stato Gesù, che non aprì bocca durante la crocifissione.

LE UOVA DI PASQUA Apparentemente la tradizione dell’uovo pasquale sembra non avere niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, ma questa è una convinzione errata. Fin dagli albori della storia umana l’uovo (l’Uovo Cosmico) è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. Anche nell’antica Roma esistevano tradizioni legate al simbolo

delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l’uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna. Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell’Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L’uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L’uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.

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IL CONIGLIETTO PASQUALE Tra i diversi richiami pasquali che fanno bella mostra di sé nelle vetrine dei negozi compare anche un coniglietto che porta delle uova. La sua presenza non è casuale ma si richiama alla lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Inoltre, la lepre, con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da sant’Ambrogio come simbolo della risurrezione.

LA COLOMBA PASQUALE E’ consuetudine nel periodo pasquale regalare la colomba, un dolce la cui forma ricorda quella di una colomba con ali distese. La colomba richiama all’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, allorché ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, un messaggio di pace: il castigo divino concluso; le acque del diluvio vanno ri-

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tirandosi; inizia un’epoca nuova per l’umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo della pace. PERCHÉ PASQUETTA? Pasquetta indica, popolarmente, il primo lunedì dopo la domenica di Pasqua (propriamente chiamato Lunedì dell’Angelo). Con questa festa si vuole ricordare l’apparizione di Gesù risorto ai due discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus, a pochi

chilometri da Gerusalemme. E’ consuetudine tra i cristiani, proprio per ricordare il viaggio dei due discepoli, di trascorrere questa giornata con una passeggiata, “scampagnata”, fuori città. LE CAMPANE MUTE. È l’unico momento dell’anno in cui non suonano le campane. Dal venerdì santo fino alla domenica di Pasqua le campane delle chiese cattoliche non suonano, in segno di dolore per il Cristo crocifisso.

Buona Pasqua agli amici cristiani!

Francesco V.


Si narra che presso l’attuale città di Reggio Calabria, vivesse un tempo la bellissima ninfa Scilla, figlia di Tifone ed Echidna (o secondo altri di Forco e di Crateis). Scilla, cui la natura aveva fatto dono di una incredibile grazia, era solita recarsi presso gli scogli di Zancle, per passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar Tirreno. Una sera, mentre era sdraiata sulla sabbia, sentì un rumore provenire dal mare e notò un’onda dirigersi verso di lei. Impietrita dalla paura, vide apparire dai flutti un essere metà uomo e metà pesce dal corpo azzurro con il volto incorniciato da una folta barba verde ed i capelli, lunghi sino alle spalle, pieni di frammenti di alghe. Era un dio marino che un tempo era stato un pescatore di nome Glauco che un prodigio aveva trasformato in un essere di

natura divina. Scilla, terrorizzata alla sua vista perchè non capiva di che tipo di creatura si trattasse, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva nelle vicinanze. Il dio marino, vista la reazione della ninfa, iniziò ad urlarle il suo amore e a raccontarle la sua drammatica storia. Infatti un tempo Glauco era un pescatore della Beozia e precisamente di Antedone, un uomo come tutti gli altri, che trascorreva le sue lunghe giornate a pescare. Un giorno, dopo una pesca più fortunata del solito, aveva disteso le reti ad asciugare su un prato adiacente alla spiaggia, ed aveva allineato i pesci sull’erba per contarli quando, appena furono a contatto con l’erba, iniziarono a muoversi, presero vigore, si allinearono in branco come fossero in acqua e saltellando, fecero ritorno al mare. Glauco, esterrefatto da tale prodigio, non sapeva se

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SCILLA E CARIDDI

pensare ad un miracolo o ad uno strano capriccio di un dio. Scartando però l’ipotesi che un dio potesse perdere tempo con un umile pescatore come lui, pensò che il fenomeno dipendesse dall’erba e provò ad ingoiarne qualche filo. Come l’ebbe mangiata, sentì un nuovo essere nascere dentro di lui che combatteva la sua natura umana fino trasformarlo in un essere attratto irresistibilmente dall’acqua. Gli dei del mare lo accolsero benevolmente tanto che pregarono Oceano e Teti di liberarlo dalle ultime sembianze di natura umana e terrena e di renderlo un essere divino. Accolta la loro preghiera, Glauco fu trasformato in un dio e dalla vita in giù fu mutato in un pesce. Ecco come Ovidio (Metamorfosi, XIII, 924 e sgg) narra l’episodio:

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DOSSIER “Era un bel prato lì presso la spiaggia, cui parte copriva L’onda del mare, cingevano parte le tenere erbette, Che le giovenche cornute non morsero lè quiete Pecore mai non brucarono nè mai l’irsute caprette. ...Per primo Sopra quel cespo sedetti seccando le madide nasse; E, per contarli, sul prato disposi con ordine i pesci (...) Tutti quei pesci cominciarono a muoversi al tocco dell’erba, Guizzano e saltano in terra così come fossero in mare. Mentre mi indugio e stupisco, lo stuolo di tutti quei pesci

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Gittasi dentro nell’onde native e me lascia e la spiaggia. (...) Mi meraviglio, rimango perplesso, ne cerco la causa, se qualche nume abbia fatto il miracolo o il succo dell’erba. Ma qual’è l’erba così portentosa? Ne velsi un pugnetto Con una mano e la morsi coi denti. Ma come la gola Ebbe inghiottito l’incognito succo, sentii trepidarmi Tosto i precordi e nel petto l’amore di un altro elemento. Poco potei rimanere sul lido e sclamai: - Vale, terra, Dove non ritornerò! - e m’immersi col corpo nell’onde. Gli dei marini degnarsi d’accogliermi come compagno;

Pregar l’Oceano e Teti di tormi la parte mortale. (...) Quando rinvenni trovai che del tutto non ero più quello c’ero già stato pel corpo e che l’animo aveno diverso. Di verde cupo mi vidi la barba allor tinta la prima Volta ed i lunghi capelli che strascico sul vasto mare; Vidi le braccia cerulee e gli omeri fatti stragrandi E, come cosa di pesce, ricurve le gambe all’estremo.” Scilla, dopo aver ascoltato il racconto di Glauco, noncurante del suo dolore, andò via lasciandolo solo e disperato. Allora


Non appena Glauco se ne fu andato, preparò un filtro e si recò presso la spiaggia di Zancle, dove Scilla era solita recarsi. Versò il filtro nel mare e ritornò quindi alla sua dimora. Quando Scilla arrivò, accaldata dalla grande afa della giornata, decise di immergersi nelle acque limpide. Ma,

dopo essersi bagnata, vide intorno a se mostruose teste di cane, rabbiose e ringhianti. Spaventata cercò di scacciarle ma, una volta fuori dall’acqua, si accorse che quei musi erano attaccati alle sue gambe tramite un lungo collo serpentino. Si rese allora conto che sino alle anche era ancora una ninfa, ma dalle anche in giù spuntavano sei teste feroci di cane, ognuna con tre file di denti aguzzi. Fu tale l’orrore che Scilla ebbe di se stessa che si gettò in mare e prese dimora nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta dove abitava Cariddi. Era questa figlia di Forco (o di Poseidone) e di Gea e per avere rubato ad Eracle i buoi di Gerione, Zeus la fulminò e la tramutò in un terribile mostro marino (alcuni autori narrano invece che fu uccisa da Eracle stesso, ma fu poi resuscitata da suo padre Forco) destinandola ad ingoiare e a rigettare tre volte al giorno l’acqua del mare. Pianse Glauco la sorte toccata a

Scilla e per sempre rimase innamorato dell’immagine di grazia e dolcezza che la ninfa un tempo rappresentava. Scilla e Cariddi, entrambe spaventosi mostri marini, erano quindi l’una vicino all’altra a formare quello che oggi è chiamato “Lo Stretto di Messina” e mentre Cariddi ingoia e rigetta tre volte al giorno l’acqua del mare creando dei giganteschi vortici, Scilla cerca di afferrare i naviganti per soddisfare le feroci teste canine.

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Glauco pensò di recarsi all’isola di Eea dove sorgeva il palazzo della maga Circe sperando che potesse fare un sortilegio per far innamorare Scilla di lui. Circe, dopo che Glauco ebbe raccontato il suo amore lo ammonì duramente, ricordandogli che era un dio e pertanto non aveva bisogno di implorare una donna mortale per farsi amare e per dimostrargli quanto lui si sbagliasse a considerarsi sfortunato, gli propose di unirsi a lei. Ma Glauco si rifiutò di tradire il suo amore per Scilla e lo fece in modo così appassionato che Circe, furiosa per essere stata rifiutata a causa di una mortale, decise di vendicarsi.

Secondo Virgilio Scilla fu trasformata in un essere che dal petto in su aveva sembianze di donna mentre dal petto in giù aveva sembianze di lupo e di pesce.

Lorenzo Lucanto

Scilla in Calabria, luogo della leggendaria Scilla

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LE SIBILLE

La Sibilla è una figura esistita storicamente, presente nella mitologia greca e in quella romana. Le sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), ed erano in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente. ORIGINI DEL NOME Sibilla in latino Sibylla, greco Σίβυλλα. L’etimologia del nome è ignota. Varrone (in Lattanzio, Divinae Institutiones, I, 6, 7) ce ne riporta una popolare che la farebbe derivare dal greco sioù-boùllan al posto di theoù-boulèn, che indicherebbe ‹la volontà, la deliberazione di dio›. Abbiamo anche la forma Sybulam, che è molto suggestiva, lei sarebbe ‹un segno, un avvertimento di dio›, ma si tratta di una trascrizione errata che ricorre solo sui manoscritti medievali.

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In origine Sibilla (dal greco Sibylla) era un nome proprio di persona. Probabilmente era quello di una delle sibille più antiche, la Sibilla Libica, come ci attesta Pausania. Pausania si rifà ad Euripide che nel prologo di una delle sue tragedie perdute (la “Lamia”) avrebbe riferito il gioco di parole Sibylla - Libyssa, dove Sibyl sarebbe la lettura al contrario di Libys. Da nome proprio, col tempo “Sibilla” è diventata una definizione, un epiteto, passando a designare un tipo particolare di profetessa. Ciò avvenne in seguito al sorgere in diversi luoghi sacri di santuari nei quali venivano proferiti degli oracoli, ed al parallelo fiorire di raccolte di profezie. Così all’originario nome proprio di Sibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l’una dall’altra.

Nella maggioranza dei casi i nomi delle sibille sono nomi geografici. Ma poiché nell’immaginazione degli antichi qualche sibilla (a causa della sua longevità millenaria) passava da un luogo all’altro per soggiornarvi lunghi periodi, ogni volta venendo chiamata con un nuovo nome geografico benché fosse sempre la stessa persona, essi sentirono il bisogno di ridare un nome proprio alle sibille più conosciute. Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica, rappresentanti altrettanti gruppi: ioniche, italiche ed orientali. Il perdurare della loro presenza dà risposte, nel mondo classico, al perdurare di domande alle quali i riti e i culti “diurni” in onore degli dei del Pantheon patriarcale sia romano che greco, non sapevano dare risposte.


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Nei suoi scritti Platone ne cita solo una, anche se in seguito le sibille divennero una trentina. Lo scrittore reatino Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) ne enumera dieci in ordine di antichità: Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Eritrea, Samia, Cumana, Ellespontica, Frigia, Tiburtina. Una delle sibille non citate da Varrone in quanto sorta in epoca medievale è la Sibilla Appenninica detta anche “Oracolo di Norcia” che viene legata alla Grotta della Sibilla situata sul Monte Sibilla, nella catena dei Monti Sibillini nei comuni di Arquata del Tronto e Montemonaco.

Sibilla Eritrea SIBILLE IDENTIFICATE DA NOMI GEOGRAFICI Sibille che appartengono al gruppo orientale: Sibilla Babilonese, Sibilla Caldea, Sibilla Ebraica, Sibilla Egizia, Sibilla Libica o Sibilla Libia, Sibilla Persica o Sibilla Persiana. Sibille che appartengono al gruppo ionico: Sibilla Claria o Sibilla di Klaros, Sibilla Colofonia, Sibilla Cumea, Sibilla Delfica o Sibilla di Delfi, Sibilla Efesia o Sibilla di Efeso, Sibilla Ellespontica o Sibilla Ellespontiaca, Sibilla Eritrea o Sibilla di Erythre, Sibilla Euboica o Sibilla Eubea, Sibilla Frigia, Sibilla Gergitica o Sibilla di Gergis, Sibilla Macedone, Sibilla Marpessia o Sibilla di Marpesso, Sibilla Samia o Sibilla di Samo, Sibilla Sardica o Sibilla di Sardi, Sibilla Tesprozia, Sibilla Tessalica, Sibilla Troiana.

Sibille che appartengono al gruppo italico: Sibilla Cimmeria, Sibilla Cumana o Sibilla di Cuma, Sibilla Italica, Sibilla Lilibetana, Sibilla Sicula o “Sibilla Siciliana”, Sibilla Tiburtina (nell’Eneide),

Demarate; Demofile o Demo; Elissa; Erofila; Faennis; Lampusa; Manto; Melankraira; Phoito o Phyto; Sambethe o Sabbe o Saba; Sibylla; Taraxandra.

Fu tanta diffusa e importante la figura della Sibilla che essa perdurò anche in epoca medievale, tra queste si ricordano: la Sibilla Agrippina o Sibilla Agrippa, Sibilla Appenninica o Sibilla di Arquata del Tronto o Sibilla di Montemonaco o Sibilla Picena o Sibilla di Norcia, Sibilla Chimica, Sibilla Europea, Sibilla Lucana, Sibilla Rodia o Sibilla di Rodi, Sibilla Tiburtina.

DAL PAGANESIMO AL CRISTIANESIMO Le sibille del mondo antico erano leggendarie profetesse, collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo: Italia (Cuma), Africa, Grecia (Delfi), Asia Minore. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi.

SIBILLE IDENTIFICATE PER NOME PROPRIO Albunea o Abulnea; Amalthea; Artemide; Berossiana; Carmenta; Cassandra; Dafni; Deifobe;

Dal II secolo a. C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un’interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alle attese messianiche. I cristiani videro nelle predizioni delle veg-

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genti pagane lontani preannunci dell’avvento di Gesù Cristo e del suo atteso ritorno finale (anche se in nessuna fonte relativa alle Sibille si può rintracciare qualcosa che richiami anche lontanamente ai precetti giudaici-cristiani). Le sibille hanno comunque ispirato l’arte cristiana dall’XI secolo in numerosi cicli pittorici, scultori ed incisori. Esse sono normalmente raffigurate come la controparte femminile dei profeti; l’esempio più famoso si trova nella volta della Cappella Sistina, affrescata da Michelangelo. Sabrina SIBILLA ERITREA La Sibilla Eritrea era la profetessa dell’antichità classica che presiedeva sopra l’oracolo di Apollo a Eritrea, una città della Jonia di fronte a Chios, che era stata costruita da Neleo, figlio di Codro. Una leggenda vuole fosse figlia di una ninfa e di un pastore (Teodòro), ambedue del monte Ida. Essa, sotto il nome di Eròfila, avrebbe insegnato agli Etruschi l’arte della divinazione tramite i fulmini. L’oracolo di Apollo a Eritrea, secondo la leggenda, profetizzò la discendenza divina di Alessandro il Grande. Presumibilmente c’era più di una Sibilla a Eritrea. Una viene ricordata per essersi chiamata Bàcoe e Eròfila. Si dice che almeno una sia stata originaria della Caldea, una nazione nella parte meridionale della Babilonia, essendo la figlia di Berosso, che scrisse la storia della Caldea, e di Erimante. Apollodoro di Eritrea, comunque, dice che una era sua connazionale e predisse ai Greci,

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Sibilla Cumana al momento della loro partenza per Troia, che essi avrebbero distrutto quella città e che un giorno Omero avrebbe raccontato a tale proposito molte cose non vere. Nell’iconografia cristiana la Sibilla Eritrea appare a volte come quella che profetizzò la Redenzione. Vi sono degli esempi in dipinti medievali nella cattedrale di Salisbury. La parola acrostico venne inizialmente usata per le profezie della Sibilla Eritrea, che venivano scritte su foglie e disposte in modo che le lettere iniziali delle foglie formassero sempre una parola. Erika Della SIBILLA CUMANA La Sibilla Cumana era una sacerdotessa di Apollo, una delle più importanti Sibille.

Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell’oracolo di Apollo (divinità solare ellenica) e di Ecate (antica dea lunare pre-ellenica), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d’Averno, in una caverna conosciuta come l’”Antro della Sibilla” dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell’antro, rendendo i vaticini “sibillini”. L’importanza della Sibilla Cuamana era nel mondo italico pari a quella del celebre oracolo di Apollo di Delfi in Grecia. Alcuni nomi che ci sono rimasti delle Sibille cumane sono: Amaltea, Demofila ed Appenninica (di


L’antro della Sibilla Cumana, come già accennato, si trova nella frazione di Cuma, tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli, nella provincia di Napoli. È ricordata una Sibilla Cumana anche a Ponte Arche (Trentino), sede delle Terme di Comano.

Sibilla Delfica o Pizia cui abbiamo testimonianza in Licofrone e in Eraclito). Nel libro VI dell’Eneide, Virgilio, che la rappresenta “vegliarda” la chiama «Deifobe di Glauco» e «Amphrysia», appellativo originato dal fiume tessalo Amfriso, presso il quale Apollo custodì il gregge di Admeto. Nel poema la Sibilla Cumana ha la doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell’oltretomba e la presentazione dell’oracolo è accompagnata dal cupo ritratto dei luoghi in cui vive e che formano un tutt’uno a suggerire un’immagine di paura ma allo stesso tempo di mistero. Alla sua figura è anche legata una leggenda: «Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed essa gli chiese l’immortalità. Ma si dimenticò di chiedere la giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di

una cicala. Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce. Apollo comunque le diede una possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza. Però ella, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare». In Ovidio, nel libro XIV delle Metamorfosi la Sibilla Cumana narra ad Enea del dono ricevuto da Apollo, di tanti anni di vita quanti i granelli di sabbia che era possibile stringere nella propria mano; dimenticando tuttavia di richiedere l’eterna giovinezza, la Sibilla era destinata a un invecchiamento lunghissimo nel tempo. Dante, costante evocatore dei miti virgiliani, cita anche la Sibilla, con particolari riferimenti alla difficoltà di cogliere il filo

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dei suoi responsi: «Così la neve al sol si disigilla, così al vento ne le foglie levi si perdea la sentenza di Sibilla. » (Dante, Paradiso XXXIII, 64-66)

Anche nella moderna saga di Harry Potter, la Sibilla Cumana viene omaggiata nella persona di Sybil Trelawney, professoressa di Divinazione, che nella traduzione italiana è stata chiamata Sibilla Cooman. SIBILLA DELFICA O PIZIA Nel mondo greco la Pizia, o Pitia, era la sacerdotessa che pronunciava gli oracoli in nome di Apollo nel santuario di Delfi, situato presso l’omphalos, l’«ombelico del mondo». Un altro nome con cui era indicata la Pizia era quello di Pitonessa termine che si trova nella Bibbia (I Samuele, 28, 7 28) riferito alla «maga che Saul andò a consultare e che prediceva il futuro invasata da un demone chiamato Python.» La posizione di Sibilla venne ricoperta da donne scelte nella città di Delfi, senza limiti di età, per circa 2000 anni, dal 1400 a.C. fino al 392 quando la pratica venne proibita dall’imperatore romano Teodosio I che, dopo aver reso il Cristianesimo religione di stato nel 380, aveva soppresso i culti pagani attraverso i decreti teodosiani.

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L’oracolo di Delfi è una delle istituzioni religiose del mondo classico meglio documentate, nonché probabilmente la più nota di questo tipo. Secondo Plutarco (Moralia 414b), nel periodo di maggior popolarità del santuario di Delfi, c’erano almeno tre donne che svolgevano contemporaneamente il ruolo di Pizia. Tra gli scrittori che lo menzionano possiamo ricordare, in ordine alfabetico: Aristotele, Diodoro Siculo, Erodoto, Euripide, Giustino, Lucano, Ovidio, Pausania, Pindaro, Platone, Plutarco, Senofonte, Sofocle, Strabone e Tito Livio. ORIGINE DELL’ORACOLO Il primo autore classico che narra dell’origine del santuario è Diodoro Siculo, scrittore del I secolo, il quale riferisce che un pastore, tale Kouretas, si accorse un giorno che una delle sue capre - caduta in una cavità rocciosa belava in modo strano. Il capraro, entrato nella grotta, si sentì pervadere dalla presenza divina e da quell’istante iniziò a ottenere visioni del passato e del futuro. Eccitato dalla scoperta, Kouretas avvertì gli abitanti del suo villaggio, molti dei quali si recarono più volte nella grotta fino a che uno di loro morì. Da quel momento, l’accesso alla cavità fu permesso solo alle ragazze più giovani e successivamente, con la fondazione del santuario, regolato rigidamente da un gruppo di sacerdoti. Diodoro afferma che in un primo tempo il ruolo di Pizia era riservato alle vergini, ma dopo che Echecrate di Tessaglia rapì e violentò la veggente di cui si era invaghito, fu decretato per legge che nessuna vergine avrebbe più

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vaticinato e il ruolo venne riservato alle donne d’età matura che avrebbero continuato a indossare le vesti da vergine in ricordo delle originarie sacerdotesse. ORGANIZZAZIONE DELL’ORACOLO Il suo ruolo di tramite divino conferiva alla Pizia un prestigio e una posizione sociale inusualmente elevati in una cultura maschilista come quella greca. Gli obblighi che le venivano richiesti erano la purezza rituale e la continenza. I supplici che si presentavano a Delfi per consultare l’oracolo, spesso dopo un lungo viaggio, erano selezionati dai sacerdoti che valutavano l’effettiva necessità della loro richiesta. Prima della consultazione era costume sacrificare una capra, il cui corpo sarebbe stato lavato con l’acqua della sorgente del santuario e dai cui organi, in particolare dal fegato, i sacerdoti, nel ruolo di aruspici, avrebbero divinato la buona riuscita o meno dell’incontro con la veggente. Era inoltre consuetudine versare una generosa offerta in denaro al santuario, la cui entità condizionava anche la priorità di ammissione al cospetto della Pizia. Finalmente soddisfatti tutti i requisiti, il supplice veniva condotto nell’adyton (Άδυτον), la camera inaccessibile del tempio, che, nel caso particolare di Delfi, consisteva in una cella sotterranea dove egli avrebbe potuto consultare la Pizia e ottenere l’agognato vaticinio. LA PIZIA E IL SERPENTE Le fonti più antiche, come gli inni omerici ad Apollo, oltre alla Pizia citano anche un serpente femminile (drakaina), Delfina,

custode dell’oracolo e dal cui nome sarebbe derivato il toponimo Delfi/Delfo. L’aspetto e gli attributi di questo serpente si confondono, forse volutamente, con quelli dell’Echidna e Károly Kerényi lo interpreta come la sovrapposizione del mitema del racconto apollineo su quello precedente. La figura mitologica del serpente Pitone, si modella, quindi, su quella più arcaica di Delfina, riprendendone in parte alcuni attributi, in primis il ruolo di custode dell’oracolo che in alcune raffigurazione più antiche conserva assieme ad Apollo pur diventando successivamente l’avversario sconfitto e ucciso, e si sovrappone progressivamente anche a livello linguistico. Il nome del tempio di Apollo conserva il legame col racconto mitologico più antico: per esempio, il tempio di Apollo ad Atene veniva chiamato Delfinio, dall’epiteto Δελφίνιος (Delfinio) attribuito ad Apollo negli inni omerici; ma altresì, la figura preminente della nuova casta sacerdotale, è divenuta la Pizia con un chiaro riferimento al nuovo culto. Pitone (il cui nome deriva dal verbo πύθειν col significato di far imputridire) è, nella versione più canonica, il nemico ctonio del dio del Sole e autori come Robert Graves (che però fu uno scrittore di best seller e non un archeologo) leggono in questa contrapposizione il riferimento all’occupazione da parte dei greci di un santuario pre-ellenico esistente a Delfi. Graves spiega che il culto già esistente con la sua casta sacerdotale femminile sarebbe stato preservato, per evitare le rivolte della popolazione, ma si sarebbe adattato, al nuovo contesto reli-


IPOTESI SCIENTIFICHE SULL’ORACOLO È stato spesso supposto che la Pizia emettesse i suoi vaticini in uno stato di alterazione mentale, allucinazione o trance, indotta aspirando i vapori che fuoriuscivano da una fessura nel suolo o masticando vegetali allucinogeni come l’alloro, e poi riferisse i vaticini in forma confusa al sacerdote che li interpretava per il supplice. Si è suggerito che pure l’atmosfera suggestiva del luogo, la liturgia sacra con i vari rituali, le aspettative e l’entusiasmo degli stessi supplici, contribuissero a far raggiungere alla veggente lo stato di esaltazione mistica. Sebbene le fonti classiche siano concordi nel fornire l’immagine di una donna che si esprime in modo intelligibile e direttamente al supplice, in merito all’ipotesi dei gas allucinogeni, già lo storico greco Plutarco, che aveva servito come sacerdote al tempio, affermava (Moralia 437c) che la

Pizia per ottenere le visioni si rinchiudeva in un antro dove «dolci vapori» fuoriuscivano dalle rocce. Sembra chiaro che la struttura del santuario di Delfi differisse da quella usuale dei templi greci presentando, come adyton accessibile solo alla veggente, una particolare soluzione consistente in una camera sotterranea che poteva essere effettivamente stata creata in corrispondenza di una preesistente cavità naturale. Le prime campagne di scavo francesi nel sito di Delfi non trovarono, tuttavia, evidenze di fessurazioni e cavità naturali, ma un riesame recente del corredo fotografico degli scavi ha contestato queste conclusioni.

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gioso. L’uccisione dell’eroe Pitone da parte di Apollo nel mito sarebbe diventata di conseguenza una sorta di rappresentazione simbolica finalizzata a sancire e a far accettare questo cambiamento. Sostegno alla lettura del racconto mitologico come sovrapposizione/sostituzione del culto apollineo su uno più antico, è fornito anche dai reperti archeologici ritrovati presso il santuario di Delfi: le statuette votive di sesso femminile (create a immagine di una divinità analoga) vengono progressivamente sostituite tra l’XI e il IX secolo a.C. da analoghi simulacri esclusivamente maschili.

Francesco V.

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ENTANGLEMENT: L’INTRECCIO

Nulla, nell’Universo può essere più veloce della luce. A dirlo fu il genio di Albert Einstein, e fu anche dimostrato da innumerevoli esperimenti. Però lo stesso Einstein spiegò che il limite imposto dalla velocità della luce nel vuoto, che è di 300 mila chilometri al secondo, dava origine ad un paradosso. Se ammettiamo che la velocita delle onde elettromagnetiche non si può superare, ciò significa che non può verificarsi una comunicazione istantanea tra due punti ad una certa distanza. Qualsiasi trasmissione (comprese le onde elettromagnetiche) richiedono pochi milionesimi di secondo per arrivare dal punto “A” ad un punto “B”. Ma, un certo fenomeno fisico sembra smentire tutto ciò. Tale fenomeno fisico è: l’entanglement, ove sembra esserci la comunicazione istantanea. Un esempio di entanglement. Se pensiamo al decadimento di

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una particella, dà origine a due particelle più piccole. Immaginiamo di dividere una grossa palla in due più piccole. Einstein, Podolsky e Rosen, scoprirono che, se le due palline si allontanano in direzioni diverse, esisteva un legame invisibile (entanglement, appunto) tra le due palline. Se andiamo ad agire su una, cambiandone ad esempio il senso di rotazione, anche l’altra cambierà il suo, istantaneamente. Seppure, non esiste nessuna comunicazione istantanea tra le due palline. Come è possibile? Il Paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen, così venne chiamato, è proprio questo. Inizialmente era solo una teoria, poi via via venne confermata da diversi esperimenti. Oggi, l’entanglement, è considerato dagli scienziati il più grande mistero dell’Universo. Se questo mistero fosse svelato, un giorno potrebbe portare alla realizzazione di qualcosa, che fino a questo momento, è solo stata nella fanta-

sia di scrittori e registi: ovvero il teletrasporto. Pensiamo al nostro corpo, come a tutte le particelle che lo costituiscono possano essere istantaneamente trasferite in un altro luogo, della parte opposta dell’Universo! Einstein, scoprì il paradosso mentre tentava di mettere in difficoltà quella che per lui era un’assurdità: la meccanica quantistica. Scoprì, invece, una cosa ancora più assurda. COM’È SPIEGATO OGGI L’ENTANGLEMENT? Sulla base delle conoscenze odierne, l’entanglement, viene spiegato tramite il principio della non-località. Possiamo immaginare l’Universo come una immensa cartina geografica, dove la Terra, il Sole, le varie galassie, sono dei puntini che indicano tali luoghi. È una mappa del cosmo che è stata ottenuta grazie ai potentissimi telescopi. Su questa


mo un’unica cosa. Anche uno stormo di uccelli che vola in modo sincronizzato potrebbe essere spiegato con l’entanglement. E se anche tutti gli esseri umani fossero sincronizzati in un entanglement? L’ENTANGLEMENT QUANTISTICO Certo, potendo sfruttare l’entanglement in laboratorio, secondo gli scienziati, gli usi potrebbero essere diversi. Potrebbero essere davvero tante le applicazioni, dal teletrasporto, ai computer quantistici, che sarebbero così in grado di effettuare calcoli milioni di volte più veloci degli attuali computer, mandando in crisi però la sicurezza informatica. A questo punto si dovrebbe elaborare un nuovo tipo di crittografia, anch’essa entangled. E se questa teoria diventasse uno degli elementi chiave del nostro sviluppo tecnologico? La spiegazione è ancora lontana per i fenomeni della meccanica quantistica, come l’entanglement, però son già alla base di tecnologie quotidianamente utilizzate, come i computer laser, le celle solari, i dispositivi biomedicali. Fisici di tutto il mondo sono da tempo alla ricerca della teoria che unisce tutto, che faccia convivere la meccanica quantistica e la gravità, o meccanica quantistica e Relatività Generale, dove la gravità viene a coincidere con la geometria dello spazio tempo. E se fosse proprio l’entanglement ad unire tutto? Un ricercatore della Britisch Columbia University sostiene ciò in una pubblicazione apparsa sulla rivista Nature. L’entanglement non sarebbe una bizzarra teoria ma niente di meno che: “ciò di cui è fatta la geometria dell’Universo”. Nella trama dello spazio-

tempo, il materiale della trama, sarebbe proprio l’entanglement. L’entanglement è quindi un fenomeno quantistico. Esso si verifica quando due particelle sono connesse in modo intrinseco tra loro, anche a distanza; ad ogni variazione dello stato della prima, corrisponde un cambiamento istantaneo sulla seconda, di verso opposto. La comunicazione quantistica si basa su tale fenomeno, ovvero sulla connessione di particelle entangled. Recentemente, alcuni ricercatori dell’Università di Scienza e Tecnologia della Cina, hanno dimostrato che il fenomeno dell’entanglement di due memorie quantistiche è possibile fino ai 50 chilometri, ciò potrebbe essere molto utile per un futuro sviluppo di una rete quantistica globale. L’obiettivo è quello, infatti, di avere una rete internet che comunica velocemente e in tutta sicurezza, basata sulla meccanica quantistica. I progressi in questo campo sono ormai notevoli, i fotoni entangled vengono trasmessi su fibre ottiche o via satellite, tra i nodi quantistici. Purtroppo ci sono notevoli perdite di connessione. Ma nel nuovo studio, è stato sfruttato l’effetto quantico “cavity enhancement” e sembra esserci così una minore perdita della connessione del fotone durante la trasmissione, per originare atomi e fotoni entangled e poi convertire il segnale in una frequenza adatta alle telecomunicazioni. Rispetto a fotoni entangled, il binomio atomofotone, su una serie di nodi può essere più idoneo alla trasmissione a lunga distanza dell’entanglement quantistico.

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mappa, sono indicate le distanze che, essendo enormi, viene usato come unità di misura l’anno luce, cioè i miliardi e miliardi di chilometri che la luce percorre in un anno. Questa, è una visione locale, ben definita dell’Universo, perché legata ai luoghi e alla distanza tra loro, e al fatto che non può esistere una comunicazione istantanea tra due posti diversi. Ma fintanto che le distanze non vengono misurate, secondo la visione non-locale, le distanze non contano. Tutti i luoghi si equivalgono, i puntini della mappa sono come lo stesso punto e, per quanto sembri “strano”, la matematica ci dice che è ammissibile. Proprio l’entanglement sarebbe una prova che l’Universo funziona proprio in modo non-locale. Ciò spiegherebbe perché le due palline, supponendole lontanissime, manterrebbero il loro legame. La distanza sarebbe solo apparente, in realtà, e non vi sarebbe nessuna comunicazione istantanea. Non è tutto, le due palline sarebbero ancora la stessa, unica entità, come se la palla considerata all’inizio non si fosse mai divisa. Visto in quest’ottica, anche il teletrasporto sarebbe possibile, quindi, perché non si tratterebbe di uno spostamento reale, ma è solo l’illusione dello spostamento. Un po’ come entrare in una stanza ove viene simulata la realtà, che cambia lo scenario intorno a noi ma sono proiezioni diverse in un ambiente che è sempre lo stesso. Tutto ciò ci riconduce un po’ alle filosofie orientali, che si basano sul concetto che “tutto è uno”, un singolo punto contiene l’intero Universo. Tutto ciò che esisterebbe sarebbe un’unica entità. Tutto sarebbe in armonia, noi saremmo in armonia con l’Universo intero perché, noi e l’Universo, sarem-

Federica Baldi

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APPROFONDIMENTO

LE PANDEMIE Una pandemia (dal greco pandemos, “tutto il popolo”) è una malattia epidemica che, diffondendosi rapidamente tra le persone, si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria, coinvolgendo di conseguenza gran parte della popolazione mondiale, nella malattia stessa o nel semplice rischio di contrarla. Tale situazione presuppone la mancanza di immunizzazione dell’uomo verso un patogeno altamente virulento. Nella storia umana si sono verificate numerose pandemie. La maggior parte dei virus che hanno causato pandemie sono zoonotici, ovvero originati da un contagio interspecie; due esempi tipici sono l’influenza e la tubercolosi. FRA LE PANDEMIE E LE EPIDEMIE PIÙ CATASTROFICHE, SI POSSONO ANNOVERARE: - FEBBRE TIFOIDE durante la guerra del Peloponneso, 430 a.C. La febbre tifoide uccise un quarto delle truppe di Atene ed un quarto della popolazione, nel giro di quattro anni. Questa malattia fiaccò la resistenza di Atene, ma

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la grande virulenza della malattia ha impedito un’ulteriore espansione, in quanto uccideva i suoi ospiti così velocemente da impedire la dispersione del bacillo. La causa esatta di questa epidemia non fu mai conosciuta. Nel gennaio 2006 alcuni ricercatori della Università di Atene hanno ritrovato, nei denti provenienti da una fossa comune sotto la città, presenza di tracce del batterio. - PESTE ANTONINA, 165-180. Una pandemia presumibilmente di vaiolo, portata dalle truppe di ritorno dalle province del Vicino Oriente, uccise cinque milioni di persone. Fra il 251 e il 266 si ebbe il picco di una seconda pandemia dello stesso virus; pare che a Roma in quel periodo morissero 5.000 persone al giorno. - MORBO DI GIUSTINIANO, a partire dal 541; fu la prima pandemia nota di peste bubbonica. Partendo dall’Egitto giunse fino a Costantinopoli; secondo lo storico bizantino Procopio, morì quasi la metà degli abitanti della città, a un ritmo di 10.000 vittime al giorno. La pandemia si estese nei territori circostanti, uccidendo complessivamente un quarto degli abitanti delle regioni del Mar Mediterraneo orientale.

- La PESTE NERA, a partire dal 1300; ottocento anni dopo la strage di Costantinopoli, la peste bubbonica fece il suo ritorno dall’Asia in Europa. Raggiunse l’Europa occidentale nel 1348, fu causata dall’assedio tartaro alla colonia genovese di Caffa (l’odierna Feodosia) nel 1346 e, successivamente, portata in Sicilia dai mercanti italiani provenienti dalla Crimea, diffondendosi in tutta Europa e uccidendo venti milioni di persone in sei anni (un terzo della popolazione totale del continente). - Il TIFO, chiamato anche “febbre da accampamento” o “febbre navale” perché tendeva a diffondersi con maggiore rapidità in situazioni di guerra o in ambienti come navi e prigioni. Emerso già ai tempi delle Crociate, colpì per la prima volta l’Europa nel 1489, in Spagna. Durante i combattimenti a Granada, gli eserciti cristiani persero 3.000 uomini in battaglia e 20.000 per l’epidemia. Sempre per via del tifo, nel 1528 i francesi persero 18.000 uomini in Italia; altre 30.000 persone caddero nel 1542 durante i combattimenti nei Balcani. La grande armée di Napoleone fu decimata dal tifo in Russia nel 1811. Il tifo fu anche la causa di morte per moltissimi reclusi dei campi di concentramento nazisti durante la Seconda guerra mondiale.


LE PANDEMIE - PANDEMIE DI COLERA: 1816-1826: precedentemente confinata all’India, la malattia si diffuse dal Bengala fino alla Cina e al Mar Caspio; 1829-1851: toccò l’Europa (Londra nel 1832), Canada, e Stati Uniti (costa del Pacifico); 1852-1860: principalmente diffusa in Russia, fece più di un milione di morti; 1863-1875: diffusa principalmente in Europa e Africa; 1899-1923: ebbe poco effetto sull’Europa grazie anche ai progressi nella salute pubblica; la Russia ne fu di nuovo colpita duramente; 1960-1966: l’epidemia chiamata El Tor colpì l’Indonesia, raggiunse il Bangladesh nel 1963, l’India nel 1964, e l’Unione Sovietica nel 1966. - L’INFLUENZA SPAGNOLA, 1918-1919. Iniziò nell’agosto del 1918 in tre diversi luoghi: Brest, in Francia; Boston, nel Massachusetts; e Freetown in Sierra Leone. Si trattava di un ceppo di influenza particolarmente violen-

ta e letale. La malattia si diffuse in tutto il mondo, uccidendo 50 milioni di persone. Sparì dopo 18 mesi. - L’INFLUENZA ASIATICA, 1957-1958. Rilevata per la prima volta in Cina nel febbraio del 1957, raggiunse gli Stati Uniti nel giugno dello stesso anno, facendo circa 70.000 morti. Il ceppo era lo H2N2. - L’INFLUENZA DI HONG KONG, 1968-1969. Il ceppo H3N2, emerso a Hong Kong nel 1968, raggiunse nello stesso anno gli Stati Uniti e fece 34.000 vittime. Un virus H3N2 è ancora oggi in circolazione. - L’EPIDEMIA DI HIV/AIDS, dal 1981. Si propagò in maniera esponenziale in tutti i Paesi del mondo, uccidendo circa tre milioni di persone (stime UNAIDS). Dal 1996 una terapia farmacologica blocca il decorso della sindrome immunodepressiva (per lo

meno in quei Paesi in cui i malati possono accedere ai farmaci), ma non elimina il virus dai corpi degli individui; sebbene la malattia sia oggi cronicizzabile e raramente letale (nel mondo sviluppato), ne continua il contagio, legato a fattori comportamentali. - La SARS (acronimo di Severe acute respiratory syndrome) o sindrome respiratoria acuta grave, è una forma atipica di polmonite causata dal virus SARS-CoV, apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina. La malattia, identificata per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani (poi deceduto a causa della stessa), produsse un’epidemia lungo un arco temporale che andò dal novembre 2002 al luglio 2003, determinando 8096 casi e 774 decessi in 17 paesi (per la maggior parte nella Cina continentale e ad Hong Kong), per un tasso di letalità finale del 9,6%. Dal 2004 fino al 2020 non si sono più segnalati altri casi di SARS in alcuna parte del mondo.

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LE PANDEMIE

- L’INFLUENZA A H1N1, pandemia tra il 2009 e agosto 2010, denominata originariamente “influenza suina” perché trasmessa da questo animale all’uomo. Il suo focolaio iniziale ha avuto origine in Messico, estendendosi poi in soli 2 mesi a quasi 80 Paesi. In Europa e Paesi limitrofi, al 31-08-2009 i casi accertati erano 46.016 e le morti accertate 104. Nel resto del mondo i casi di morte accertati furono 2.910. Nel mese di agosto 2010 l’OMS ha dichiarato chiusa la fase pandemica. Attualmente il virus H1N1 si comporta similmente ad altri virus stagionali (cosiddetta fase post-pandemica). - La MERS (dall’inglese Middle East Respiratory Syndrome) o sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, una patologia causata dal coronavirus MERSCoV, epidemia del 2012. Il primo caso segnalato venne per la prima volta il 24 settembre 2012 dal virologo egiziano Dr. Ali Mohamed Zaki a Jeddah in Arabia Saudita. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha registrato, al 30 aprile 2014, 424 casi di infezione in tutto il mondo; 131 di questi hanno comportato la morte dei pazienti. In luglio 2019 l’OMS, in collaborazione con l’Università di Oxford, l’Imperial College London e l’Istituto Pasteur, ha dichiarato che vi è stata una riduzione del numero dei casi e delle morti per MERS-CoV, grazie alla migliorata capacità di diagnosticare tempestivamente le infezioni e di ridurne la trasmissione. Al novembre 2019, le infezioni confermate (a partire da settembre 2012) erano complessivamente 2494, e i decessi associati a MERS-CoV 858.

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- La PANDEMIA DI COVID-19 del 2019-2020, è una pandemia della malattia respiratoria COVID-19 causata dal coronavirus SARS-CoV-2[17], proveniente da Wuhan (Cina) e diffusasi rapidamente in tutto il resto del mondo nel 2020. L’11 marzo 2020, è diventata la prima epidemia ad essere dichiarata pandemia dall’OMS dopo la pubblicazione delle linee guida del 2009. L’incontro fra gli esploratori europei e le popolazioni indigene di altre zone del mondo spesso fu causa di epidemie e pandemie violentissime. Il vaiolo uccise metà della popolazione di Hispaniola nel 1518, e seminò il terrore in Messico intorno al 1520, uccidendo 150.000 persone (incluso l’imperatore) solo a Tenochtitlán; lo stesso morbo colpì violentemente il Perù nel decennio successivo. Il morbillo fece altri due milioni di vittime tra i nativi messicani nel XVII secolo. Ancora fra il 1848 e il 1849, circa un terzo della popolazione nativa delle isole Hawaii morì di morbillo, pertosse e influenza. Moltissime sono anche le epidemie di cui restano testimonianze storiche ma delle quali è impossibile identificare l’eziologia. Un esempio particolarmente impressionante è quello della cosiddetta malattia del sudore che colpì l’Inghilterra nel XVI secolo; più temibile della stessa peste bubbonica, questa malattia aveva un decorso esiziale rapidissimo.

Rossella Vito


I virus si possono considerare come entità biologiche però non rispondono a tutti i criteri con cui si definiscono i viventi, i virus infatti hanno un codice genetico ma non si riproducono in modo autonomo, possono riprodursi solo all’interno di una cellula ospite. I virus sono perciò microorganismi patogeni microscopici e sono la forma più sviluppata sulla terra Essi possono essere responsabili di malattie in organismi appartenenti a tutti i regni biologici: esistono infatti virus che attaccano batteri (i batteriofagi), funghi, piante e animali, compreso l’uomo.

Tutti i virus consistono di alcune strutture fondamentali. Tutti posseggono un relativamente piccolo genoma costituito da DNA o RNA, che trasporta l’informazione ereditaria; tutti posseggono una copertura proteica (capside) che protegge questi geni; entità simili ma prive del capside appartengono ai viroidi. Presentano talora un rivestimento esterno lipidico da cui sporgono delle proteine di superficie, fondamentali per il legame con le cellule e l’immunità; alcuni posseggono un ulteriore rivestimento che si chiama pericapside, di natura lipoproteica, che deriva da una struttura che ha ospitato il

I VIRUS

COSA SONO I VIRUS?

virus; bottone alcuni posseggono strutture molecolari specializzate ad iniettare il genoma virale nella cellula ospite. Altri virus possono avere anche strutture molecolari specializzate ad iniettare il genoma virale nella cellula ospite. L’infezione di una cellula ospite richiede il legame con proteine specifiche di membrana. Nelle cellule infettate i virus perdono la loro individualità strutturale, assumendo il controllo di parte dell’attività biosintetica cellulare al fine di produrre nuovi virioni.

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I VIRUS

In alternativa, alcuni virus possono inserire fisicamente il loro genoma in quello dell’ospite in modo che sia replicato insieme ad esso. Il genoma virale inserito in quello dell’ospite, detto provirus, riprende la sua individualità e produce nuovi virioni in caso di danneggiamento della cellula ospite. I virus hanno forma e dimensioni molto variabile che vanno da 18 a 300 nanometri, essi possono assumere forme diverse che si dividono i tre gruppi quali: -virus icosaedrici o poliedrici; -virus bastoncellari o cilindrici: -virus a forme complesse. Il capside virale può normalmente assumere due differenti conformazioni, caratterizzandosi per una struttura di tipo icosaedrico oppure elicoidale. ll capside a struttura icosaedrica presenta una struttura cristallografica che deriva dall’unione regolare di più proteine; ognuna di esse è chiamata monomero, questi monomeri si possono unire a cinque a cinque formando i pentoni, oppure a sei a sei formando gli esoni. L’associazione di pentoni ed esoni forma l’icosaedro, al cui interno si trova il materiale genetico. Nella seconda tipologia strutturale del capside, detta elicoidale, i singoli monomeri si dispongono a spirale attorno ad un asse, formando un cilindro cavo che racchiude l’acido nucleico. Il virus del Mosaico del Tabacco è un tipico esempio di virus a struttura elicoidale. Un altro caso di capside virale è quello dove esso manca di simmetria e presenta una morfologia

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mista; come il virus HIV, che è costituito da un capside icosaedrico e un core filamentoso di acido nucleico.

I CORONAVIRUS Noti come Coronavirus, è una sottofamiglia di virus noti anche come orthocoronavirinae. della famiglia Coronaviridae. La dimensione dei coronavirus varia da circa 26 a 32 kilobasi, straordinariamente grande per un virus a RNA. Il loro numero sta crescendo rapidamente con diversi nuovi coronavirus scoperti di recente, tra cui MERS-CoV scoperto nel 2012 e SARS-CoV-2 scoperto nel 2019 nel Wuhan, in Cina. Il nome “coronavirus” deriva dal termine latino “corona”, ciò si riferisce all’aspetto caratteristico dei virioni (la forma infettiva del virus) visibile al microscopio elettronico, che presenta una serie di glicoproteine superficiali che danno un’immagine che ricorda una corona solare. Questa morfologia è dovuta ai peplomeri virali del picco (S), che sono proteine che popolano la superficie del virus e determinano il tropismo nell’ospite. I coronavirus sono responsabili di diverse patologie nei mammiferi e negli uccelli, dal verificarsi di diarrea nei bovini e nei suini e a malattie respiratorie delle vie superiori nei polli. Nell’uomo, provocano infezioni delle vie respiratorie, spesso di lieve entità come il raffreddore comune, ma in rari casi potenzialmente letali come polmoniti e bronchiti. I coronavirus sono i responsabili delle gravi epidemie di SARS del novembre 2002, di quella del-

la MERS del 2012 e della nuova pandemia di COVID-19 del 2019-2020.

Valeria Dosa


Mentre tra dicembre 2019 e gennaio 2020 pensavamo ai buoni propositi per l’anno nuovo, eravamo del tutto ignari dell’emergenza sanitaria che si sarebbe creata, un nuovo virus altamente contagioso e completamente sconosciuto al nostro sistema immunitario aveva iniziato a circolare nella provincia di Hubei, nella Cina centrale. Non avremmo mai pensato che questo virus apparentemente così lontano avrebbe potuto diffondersi e causare tanti problemi a livello individuale e collettivo, per la salute, per i sistemi sanitari ed economici. Nel giro di poco più di due mesi lo scenario globale è cambiato radicalmente e noi abbiamo dovuto adattarci e far fronte alle nuove esigenze. Abbiamo conosciuto così la quarantena, abbiamo cambiato gli stili di vita, distanzian-

doci gli uni con gli altri, usando mascherine e guanti, isolandoci ognuno nelle proprie case. Qui sintetizziamo le principali tappe temporali dell’epidemia di Covid-19. - 31 dicembre 2019: “polmoniti anomale” Già a novembre, e forse anche a ottobre, secondo le ipotesi di uno studio italiano, il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 aveva iniziato a circolare, in Cina, in particolare a Wuhan, la città più popolata della parte orientale, perno per il commercio e gli scambi. All’inizio, però, non si sapeva che si trattava di un nuovo virus: ciò che inizia ad essere registrato è un certo numero di polmoniti anomale, dalle cause non ascrivibili ad altri pa-

IL CORONAVIRUS

IL CORONAVIRUS – Covid-19

togeni. La prima data ufficiale in cui inizia la storia del nuovo coronavirus è il 31 dicembre, in le autorità sanitarie locali avevano dato notizia di questi casi insoliti. All’inizio di gennaio 2020 la città aveva riscontrato decine di casi e centinaia di persone erano sotto osservazione. Dalle prime indagini infatti, era emerso che i contagiati erano frequentatori assidui del mercato Huanan Seafood Wholesale Market a Wuhan, che è stato chiuso dal 1 gennaio 2020, di qui l’ipotesi che il contagio possa essere stato causato da qualche prodotto di origine animale venduto nel mercato. - Fra il 9 e il 12 gennaio: l’annuncio del coronavirus Il 9 gennaio le autorità cinesi avevano dichiarato ai media lo-

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IL CORONAVIRUS

lungo a Wuhan a causa di sintomi simil-influenzali, non positivo al coronavirus ma ugualmente tenuto sotto osservazione e ricoverato allo Spallanzani. Tutte queste persone sono guarite e sono state dimesse nel mese di febbraio – per ultima, la paziente cinese della coppia malata, il 26 febbraio. I contagi fuori dalla Cina sono ancora molto circoscritti e limitati, con focolai per ogni paese di un manipolo di persone.

Il Covid-19 visto al microspocio elettronico cali che il patogeno responsabile è un nuovo ceppo di coronavirus, della stessa famiglia dei coronavirus responsabili Sars e della Mers ma anche di banali raffreddori, ma diverso da tutti questi – nuovo, appunto. L’Oms divulgava la notizia il 10 gennaio, fornendo tutte le istruzioni del caso (evitare contatto con persone con sintomi) e dichiarando – all’epoca giustamente – che non era raccomandata alcuna restrizione ai viaggi per e dalla Cina. Tutti i casi – ancora molto pochi – erano concentrati a Wuhan e non si conosceva la contagiosità di questo virus (Sars e Mers, ad esempio, molto più gravi erano però molto meno contagiose). - Il 7 gennaio il virus veniva isolato e pochi giorni dopo, il 12 gennaio, veniva sequenziato e la Cina condivideva la sequenza genetica. Questo è stato il primo passo importante, in termini di ricerca, anche per poter sviluppare e diffondere i test (i kit) diagnostici che serviranno a molti altri paesi. In questa fase la Cina stava già svolgendo un monitoraggio intensivo.

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- 21 gennaio: il virus si trasmette fra esseri umani Il 21 gennaio le autorità sanitarie locali e l’Organizzazione mondiale della sanità annunciavano che il nuovo coronavirus, passato probabilmente dall’animale all’essere umano (un salto di specie, in gergo tecnico), si trasmette anche da uomo a uomo. Ma ancora gli esperti non sapevano (e tuttora l’argomento è discusso) quanto facilmente questo possa avvenire. Il ministero della Salute ha iniziato a raccomandare di non andare in Cina salvo stretta necessità. Nel frattempo Wuhan diventava una città isolata e i festeggiamenti per il capodanno cinese venivano annullati lì e in altre città cinesi, come Pechino e Macao. - In ITALIA i casi erano pochissimi e tutti provenienti dalla Cina: a partire dal 29 gennaio c’erano due turisti cinesi di Wuhan contagiati, ricoverati allo Spallanzani – uno degli ospedali italiani che saranno protagonisti (loro malgrado) della vicenda del coronavirus. C’era poi un ricercatore italiano positivo al virus e proveniente dalla Cina e un diciassettenne, rimasto bloccato a

- 30 gennaio: l’Oms dichiara lo stato di emergenza globale Alla fine di gennaio il rischio che l’epidemia si diffondesse passava da moderato a alto e il 27 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità scriveva che era “molto alto per la Cina e alto a livello regionale e globale”. Tanto che nella serata del 30 gennaio l’Oms dichiarava l’“emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale” e l’Italia bloccava i voli da e per la Cina, unica in Europa. Ma la situazione in Cina stava già migliorando: pochi giorni dopo, alla data dell’8 febbraio, l’Oms scriveva che i contagi in Cina si stavano stabilizzando ovvero che il numero di nuovi casi giornalieri sembrava andare progressivamente calando. - L’11 febbraio è arrivato il nome della nuova malattia causata dal coronavirus. Il nome, scelto dall’Oms, è Covid-19: Co e vi per indicare la famiglia dei coronavirus, d per indicare la malattia (disease in inglese) e infine 19 per sottolineare che sia stata scoperta nel 2019. Questo per quanto riguarda la malattia, mentre il virus cambia nome e non si chiama più 2019-nCoV, ma Sars-CoV-2 perché il patogeno è parente del coronavirus responsabile della Sars


- 4, 8 e 9 marzo: I PROVVEDIMENTI IN ITALIA Il contagio si è diffuso nel nostro paese, soprattutto nel nord, ma inizia anche in altre regioni. Per questo, mercoledì 4 marzo il governo ha dato il via libera alla chiusura di scuole e università in tutta Italia fino al 15 marzo. Alla data del 4, stando ai dati della Protezione civile i positivi sono circa 2.700 e già c’è qualche caso (decine o qualche unità) in tutte le regioni. Mentre domenica 8 marzo arriva il decreto che prevede l’isolamento della Lombardia, in assoluto la più colpita, e di altre 14 province, che diventano “zona rossa”. Lunedì 9 marzo. In questa giornata, intorno alle 22, il presidente del governo italiano, Giuseppe

Conte, annuncia in televisione di aver esteso a tutto il paese le misure già prese per la Lombardia e per le altre 14 province, tanto che tutta l’Italia diventerà “zona protetta”. Le nuove norme sono contenute nel nuovo decreto Dpcm 9 marzo 2020, entrato poi in vigore il 10 marzo, che prevedono la chiusura di tutti quei servizi non essenziali oltre al prolungamento della chiusura delle scuole. Di fatto la regola è contenuta nell’hashtag #iorestoacasa, si può uscire solo per comprovate ragioni di necessità come per fare la spesa, per esigenze lavorative, per l’acquisto di farmaci o per altri motivi di salute. Mercoledì 1 aprile. In questa data, le misure restrittive (la quarantena) vengono prolungate fino al 13 aprile. - 11 marzo: l’Oms dichiara la pandemia Mentre l’Italia si sta muovendo per prima in Europa, con il plauso dell’Organizzazione mondiale della sanità – per contenere il contagio, anche a livello globale sta succedendo qualcosa. L’11 marzo 2020 Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, ha annunciato nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus che Covid-19 “può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. dichiarando la pandemia. Ma questo non cambia di fatto le cose, almeno non per l’Italia, come hanno sottolineato le autorità nazionali, che sta già mettendo in atto le migliori misure possibili. L’obiettivo dell’Oms è quello di fare un appello a tutte le nazioni per contrastare la diffusione della Covid-19.

COVID-19 Il COVID-19 (acronimo dell’inglese CoronaVIrus Disease 19), o malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus. Una persona infetta può presentare sintomi dopo un periodo di incubazione che può variare tra 2 e 14 giorni circa (raramente ci sono stati casi di 21 giorni), durante i quali può comunque essere contagiosa. Per limitarne la trasmissione devono essere prese precauzioni, come adottare un’accurata igiene personale, lavarsi frequentemente le mani. Coloro che ritengono di essere infetti devono rimanere in quarantena, indossare una mascherina chirurgica e chiamare immediatamente un medico al fine di ricevere appropriate indicazioni. Il coronavirus colpisce principalmente il tratto respiratorio inferiore e provoca una serie di sintomi descritti come similinfluenzali, tra cui febbre, tosse, respiro corto, dolore ai muscoli, stanchezza e in alcuni casi anche disturbi gastrointestinali quali la diarrea. Nei casi più gravi può verificarsi una polmonite, una sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi e shock settico, fino ad arrivare al decesso del paziente. Ad oggi non esiste un vaccino o un trattamento specifico per questa malattia, attualmente il trattamento consiste nell’isolare il paziente e nel gestire i sintomi clinici. Lo distanziamento sociale è ideale per contenere i contagi.

IL CORONAVIRUS

(che però era molto più letale anche se meno contagiosa). - 21 febbraio: PRIMI CASI IN ITALIA Venerdì 21 febbraio 2020 è una data centrale per la vicenda italiana legata al nuovo coronavirus. In questa data sono emersi diversi casi di coronavirus nel lodigiano, in Lombardia: si tratta di persone non provenienti dalla Cina, un nuovo focolaio di cui non si conosce ancora l’estensione. Alcuni dei paesi colpiti (Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo ed altri) sono stati di fatto chiusi, un po’ come avviene ora per l’Italia “zona protetta”. Fuori dalla Cina, il numero di contagiati è molto alto in Italia, Iran e Corea del Sud, anche se per l’Oms Covid-19 non è ancora pandemia. Tuttavia, fra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo 2020, dopo l’Italia, anche in altri stati (europei e non solo) vengono rilevare un numero crescente di casi e un’epidemia.

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IL CORONAVIRUS

Ce la faremo! Ne usciremo. Dobbiamo rispettare le regole, stare a casa, per ritornare presto alla “normalità”. Coraggio!

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SOPHIA IL PENSIERO PITAGORICO PITAGORA DI SAMO Precisando che delle “teorie pitagoriche” si sa molto poco e ciò che ci è pervenuto fu scritto postumo alla sua morte, dai suoi seguaci (quali Aristotele, Teone di Smirne, Diogene ecc..). Da quello che ci è pervenuto del “pensiero pitagorico” emerge che alla base di esso vi fosse il NUMERO, l’ARMONIA e il RAPPORTO. Il pensiero di Pitagora era alquanto lontano dal pensiero greco, molto più vicino a quello egiziano. Una delle caratteristiche della “scuola pitagorica” fu quella di una grande riservatezza, della segretezza, un elemento tipico dell’insegnamento iniziatico egizio ma anche dell’orfismo. I discepoli di Pitagora erano divisi in due livelli: gli Iniziati, che avevano accesso alle conoscenze più segrete (di tipo filosoficomatematico); e gli Ascoltatori, ai quali venivano comunicati solo delle massime di comportamento etico che loro doveva seguire. La novità del pensiero di Pitagora rispetto all’orfismo è rappresentato dalla considerazione della conoscenza come strumento di purificazione nel senso che l’ignoranza è ritenuta una colpa da cui ci si libera con il sapere (da qui il concetto di Catarsi).

IL NUMERO Per Pitagora il Numero rappresenta il centro di ogni cosa. Il Numero sarebbe come il codice genetico dell’Universo, la vera essenza della realtà. Seconda tale concezione, ogni cosa esistente è esprimibile attraverso un numero. I Numeri rispecchiano anche le figure geometriche, con il loro

significato e il loro simbolismo: 1=punto; 2=linea; 3=superficie; 4=solido. Il Numero Perfetto è il 10, che rappresenta il culmine della numerazione base (dopo il 10 si ricomincia con l’unità, l’1) e che contiene i primi quattro numeri (1+2+3+4+=10). Per Pitagora l’Anima era composta dal Numero 4, perché quat-

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SOPHIA

ressanti in un lontano futuro. Solo alcuni decenni fa, infatti, si è giunti a comprendere il “funzionamento del meccanismo” proposto da Pitagora, infatti oggi si usano migliaia di algoritmi numerici che possono essere applicati sia al Cosmo che agli Esseri viventi (per esempio la “Sequenza di Fibonacci o Sezione Aurea” ecc…).

Pitagora di Samo tro sono le capacità cognitive primarie: Intelligenza, Conoscenza, Opinione, Percezione. L’ARMONIA Il secondo aspetto del Pensiero Pitagorico è l’Armonia, che si esprime anch’essa attraverso i numeri (abbiamo visto infatti come il numero sia per Pitagora il centro di ogni cosa). Anche in questo il Pensiero Pitagorico è molto simile a quello Egizio, infatti entrambi sostenevano che l’Universo fosse diviso in due aree: una Ordinata, Armonica ed Equilibrata, frutto dell’intervento ordinatorie del mondo superiore (degli Dei), dominata dai numeri e dai loro rapporti; l’altra caotica, disorganizzata e disarmonica, sede del caos. Il Concetto di Armonia è il risultato diretto della sperimentazione

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musicale sulle corde di lunghezza diversa degli strumenti musicali o su recipienti riempiti di liquido in proporzioni diverse, dalla quale i pitagorici scoprirono il rapporto numerico alla base della maggiore o minore altezza dei suoni. IL RAPPORTO Il concetto di Rapporto è fondamentale, rappresentando il segreto dei segreti della conoscenza del Cosmo. L’Universo quindi si reggerebbe sul Rapporto: il Creato, quindi, non sarebbe definito in base alla maggiore o minore quantità di un determinato elemento costitutivo, ma dal rapporto instauratori tra le diverse componenti reali. Tutto l’Universo, secondo i pitagorici, poteva essere raffigurato in termini di rapporti e di numero e ciò avrebbe avuto conseguenze inte-

CATARSI Catarsi (dal greco katharsis “purificazione”) è un termine utilizzato per indicare la cerimonia di purificazione che si ritrova in diverse concezioni religiose ed in rituali magici che prescrivevano di solito il sacrificio di un capro espiatorio. Nella filosofia ha assunto tuttavia un significato simbolico, e spesso soltanto spirituale, a partire da Platone nella cui filosofia il termine si riferisce alla purificazione dell’anima dai mali interiori. Pitagora come anche Platone per “catarsi”, intendevano un processo conoscitivo attraverso il quale ci si libererebbe dalle impurità dello spirito, per “approdare”, tramite la conoscenza, al mondo delle idee dove domina il Bene (alla purezza e conoscenza del divino).

Francesco V.


Lo scritto di Apuleio intitolato “Metamorfosi” o “L’Asino d’Oro” è di fondamentale importanza per comprendere il culto misterico di Iside. Le Metamorfosi rappresenta il viaggio allegorico dell’anima dalla sua caduta nel corpo dell’uomo alla sua liberazione, dopo le tribolazioni dell’esistenza, grazie all’intervento salvifico della Dea Iside. Le METAMORFOSI è la storia di un giovane greco di nome Lucio ospite in casa di un amico la cui moglie è ritenuta una maga. Lucio esprime il desiderio di trasformarsi in uccello, ma la maga sbaglia unguento e lo trasforma

in asino, mantenendo intatto l’intelletto e la coscienza umana. Reso irriconoscibile “l’asino Lucio” può osservare liberamente il comportamento umano, prendendo nota di ciò che osserva. Dopo mille peripezie ritorna ad essere uomo grazie all’intervento della Dea Iside e all’iniziazione ai suoi misteri. Nello scritto si inseriscono diversi racconti che altro non sono che allegorie dei riti di iniziazione. Uno dei racconti più belli delle Metamorfosi è sicuramente quello di “Amore e Psiche”.

SOPHIA

IL CULTO MISTERICO DELLE METAMORFOSI DI LUCIO APULEIO

AMORE E PSICHE è una drammatica rappresentazione dell’iniziazione dell’anima (psiche) ai misteri di Iside, attraverso la sofferenza amorosa. Il racconto descrive l’intero processo iniziatico non in modo esplicito ma comprensibile unicamente a quanti abbiano chiave di lettura, quindi, Psiche è l’adepto che vuole essere iniziato ai misteri di Iside. Eros, l’amante, che in Egitto è chiamato Arpocrate (corrisponde a Horus figlio di Iside), ha il ruolo di riportare l’anima (psiche), attraverso il sentimento e quindi le nozze, alla sede originale, la sede celeste, dalla quale Psiche è caduta. Le Nozze di cui parla il racconto

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SOPHIA

Lucio Apuleio sono “nozze di morte”, l’iniziazione figura nel matrimonio che è sinonimo di morte perché esso è visto come una “nuova vita”. La richiesta di “segretezza” ad Amore corrisponde a quella che si richiede all’iniziato, violando il giuramento l’adepto si allontana dal cammino verso la divinità e per ritrovarla dovrà attraversare difficili prove. Un altro elemento del racconto che possiede un alto valore simbolico è il momento in cui Psiche illumina con la lucerna Eros, esso rappresenta la possibilità dell’adepto ad avere una visione del Divino. Un altro elemento iniziatico è il tentativo di psiche di gettarsi nel fiume, esso rappresenta il “bagno rituale” che è presente in ogni iniziazione, lo è anche il battesimo cristiano. Nello scritto delle Metamorfosi è sicuramente di fondamentale importanza il Libro XI° (ultimo capitolo).

Il LIBRO XI° DELLE METAMORFOSI è l’unico testo che presenta in modo esplicito i riti di iniziazioni del protagonista (Lucio) ai culti di Iside. Da qui si comprende che tutto l’opera (Le Metamorfosi) non è altro che un’allegoria del passaggio dalla vita del non iniziato alla vita dell’iniziato. È importante questo libro perché è forse l’unico testo che descrive come era organizzata gerarchicamente “la grande festa di Iside” (cerimonia che aveva luogo nel II° sec. d.C.).

Leron

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WICCA DIFFERENZA TRA TAROCCHI E ORACOLO Soprattutto per chi è agli inizi con questi strumenti, può tendere a confonderli e a pensare che si trattino della stessa cosa, cambiano solo le figure. Invece no! Sono due strumenti diversi sia nella strutturazione che nel significato. I Tarocchi sono sempre composti da 78 carte: 21 + 1 Arcani Maggiori (vanno dal numero 1, il Mago, al numero 21, il Mondo – in più c’è la carta numero 0, il Matto). Si aggiungono 56 Arcani Minori divisi in quattro semi (coppe, spade, bastoni e pentacoli) che vanno dal numero 1 al numero 10 + quattro carte di Corte: il Fante, il Cavaliere, la Regina, il Re. Tutti i mazzi di Tarocchi hanno questa struttura, saranno poi modificate dall’ispirazione dell’artista e le figure in qualche modo saranno diverse, ma ci saranno sempre gli stessi elementi e lo stesso numero di carte. Si va dai Tarocchi Marsigliesi e Rider Waite, i più famosi, a qualsiasi altro genere che viene in mente (delle streghe, delle fate, degli gnomi, egizi, celtici, wicca, di Leonardo da Vinci ecc). E sebbene all’inizio possano sembrare tutti diversi, di fatto non lo sono perché rispettano sia il numero sia la suddivisione delle carte. Una persona può iniziare con un mazzo più affine ma cambia es-

senzialmente a livello estetico. I tarocchi rappresentano un viaggio, un percorso iniziatico e spirituale. Iniziare lo studio dei tarocchi, se fatto bene, è iniziare uno studio di sé stessi. Sono introspettivi, chiusi, più difficilmente accessibili alla comprensione (e per questo si parla di ”arcani”, cioè appunto misteri). Meno intuitivi, serve tanta pratica, ma possono essere versatili e usati in molti modi. Il mazzo dell’Oracolo invece non ha mai lo stesso simbolismo e le stesse figure: è un mazzo totalmente libero, creato ad hoc dall’autore stesso. Al contrario

dei Tarocchi quindi non sono standard ma cambiano sempre. Le carte Oracolo spesso hanno una parola scritta, oppure un numero, un messaggio. Si fa riferimento ad un testo che trovi sul libro di accompagnamento. Si possono usare per una lettura, per la tua carta giornaliera, per interpretare un sogno… sono molto libere, meno rigide e standard, perché non fanno riferimento a nessun sistema, non si ha bisogno di conoscere il simbolismo dietro perché c’è sempre il libro di accompagnamento, anche se la pratica è sempre necessaria. Essendo molto intuitive e flessibili si possono usare in molto

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WICCA modi (anche per impostare un libro, un articolo, per sbloccare un processo creativo, per avere nuove intuizioni e ispirazioni). Come iniziare ad usare le carte scelte? È molto importante metterci parte della propria energia perché le carte fanno da specchio di te stesso e questo ti permetterà di sentirle, decodificarle, e maneggiarle con più facilità. In alcuni libretti allegati alle carte gli autori stessi danno indicazioni su questa fase e su come rendere quelle carte “vostre”, ma se le modalità proposte dagli autori non ti piacciono o non le senti tue, di seguito ti do qualche consiglio, puoi utilizzarli come ispirazione.

Sotto al letto: I sogni sono un veicolo importante di comunicazione del sentire e aiutano a vedere molto velocemente con quali energie si stanno lavorando. Si può tenere il mazzo sotto al materasso per 7 giorni ma anche 21 giorni. Dipende da quanto fanno sognare, viaggiare, e quali energie trasmettono. Tienile tutto il tempo necessario.

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Incenso e cristalli: Dopo averli messi sotto il materasso si procede prendendo le carte e passandole sopra il fumo dell’incenso che preferisci oppure puoi usare la salvia bianca o il palo santo. Ciò che conta è che sia qualcosa che gradisci e che ti aiuta a restare centrato e a fissare il tuo intento. L’altra opzione è appoggiare sul mazzo un quarzo o un cristallo che senti giusto per te e per quelle carte. Può essere uno ialino, un quarzo rosa, un’ametista o un occhio di tigre o di falco dipende da quale uso vuoi fare di quel mazzo. Reiki, mantra: Prendi il mazzo di carte tra le mani, se conosci una tecnica come il reiki puoi usarla per trattarle e coccolarle. Oppure puoi metterti in meditazione con le carte tra le mani, o sul cuore, e recitare un mantra, una preghiera, una richiesta o formularla come se fosse un accordo rispetto a quale aspetto vuoi studiare o scoprire con l’aiuto di quelle carte. Non ti serve altro.

La scelta: Prendi il mazzo e preparati a fare conoscenza. Mischia le carte. Spacca il mazzo (in tre), riuniscilo e poi stendi le carte davanti a te e scegline una. Guardala attentamente. Osserva il disegno. Cosa ti suggerisce? Quali pensieri ed emozioni evoca? Dopo averla osservata per bene, prendi il libretto che trovi annesso alle carte e leggi il significato che l’autore ha attribuito a questa carta. Ora riponila nella scatola, mischia le altre carte e ricomincia, per tutte le carte finché non lei analizzate e conosciute tutte. Consiglio Bonus: per iniziare a prendere confidenza, comincia con il pescare una carta la mattina quando ti svegli. Guardala, controlla il significato e l’interpretazione. E poi dimenticala! Prosegui la tua giornata tranquillamente, ma la sera prima di dormire, prendi nuovamente la carta pescata e ripercorri la giornata appena trascorsa. La carta poteva dare delle indicazioni in quella giornata? È successo qualcosa di importante? Trascrivi tutto su un quaderno.

Luthien


I serpenti sono creature molto fraintese e sono stati spesso associati alla paura. Allo stesso tempo, sono stati ampiamente venerati come animali sacri in culture diverse per secoli, rappresentando la saggezza, guarigione, trasformazione, rinascita e fertilità. Questa specie è sopravvissuta dall’alba dei tempi, rendendoli custodi di conoscenza. Sono uno dei restanti antenati delle creature originali sulla Terra. Questo associa i serpenti alla saggezza. Per questo motivo, non sorprende che il serpente divenne noto come la creatura che tentò Eva per mangiare la mela dall’albero della conoscenza nel Giardino dell’Eden. Questo ha portato in una grande quantità di paura psicologica nei loro confronti. Li ha resi “malvagi” rappresentando l’empio nelle fedi cristiane e cattoliche. Ma le streghe hanno sempre mantenuto queste creature ad un livello superiore come incarnazione primitiva della Dea, che ha strisciato fuori dalle paludi primordiali all’alba dei tempi. Saggezza a parte, una delle principali connessioni tra serpenti e stregoneria è la loro dualità tra vita e morte. Ci sono migliaia di specie di serpenti, circa 500 sono velenosi. Quando sentiamo la parola “veleno”, risuona automaticamente come a negativo nelle nostre menti: tossico, mortale e velenoso. Il veleno di serpente ha la capacità di mangiare tessuto, fermare il cuore e polmoni e paralizzare il sistema nervoso. D’altra parte, il veleno è anche stato sintetizzato in farmaci per curare e alleviare le malattie; perciò, i serpenti sono rappresentazioni della vita e della morte in

quanto entrambi guaritori e assassini. Il vecchio detto, “una strega che non può maledire, non può guarire “, ha una forte somiglianza con l’energia del serpente. I serpenti possono essere invocati per abbattere i nostri nemici o guarire e aiutare i nostri alleati. Ciò che può ucciderti può anche curarti. Questo è il motivo per cui il campo medico ha adottato il caduceo— due serpenti intrecciati attorno a un palo che rappresenta il delicato atto di equilibrio

WICCA

LA MAGIA DEL SERPENTE

tra vita e morte - come a simbolo di salute. Questa dicotomia è rappresentata attraverso l’aspetto distruttore della Dea oscura attraverso cui con la vita arriva la morte, e attraverso la morte la vita è generata. Con questo dualismo, i serpenti simboleggiano la trasformazione e la rinascita, derivato dalla loro capacità biologica di mutare la pelle. Simbolicamente, questa trasformazione è qualcosa a cui le streghe possono attingere mentre

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maturano fisicamente e spiritualmente attraverso i loro cicli. Con ogni passo che facciamo nella vita, stiamo imparando, crescendo ed evolvendo. Non siamo la stessa persona che eravamo dieci anni fa e non saremo la stessa persona che siamo oggi tra dieci anni. Abbiamo anche perso le nostre “pelli”, in un certo senso. SERPENTI E RINASCITA: Un simbolo popolare della connessione del serpente alla rinascita è il ouroboros. Questo simbolo raffigura un serpente che si mangia la coda in un simbolo circolare o simile all’infinito, rappresentando così il ciclo infinito di vita, morte e rinascita. Possiamo vederlo inoltre come una rappresentazione della Ruota dell’Anno; il serpente cambia pelle durante tutto l’anno mentre entra in un nuovo ciclo. Simbolicamente, i serpenti che si staccano dalla pelle significano rinascita di creatività e idee. I Dahomey in Africa vedono la dea Mami Wata come un simbolo di rinnovamento. È in parte umana, in parte serpente e vive nelle profondità dell’oceano dove le vengono fatte spesso offerte per il rinnovo. In Australia, si ritiene che il serpente arcobaleno abbia creato gli oceani e i mari strisciando sulla terra. Ci sono letteralmente centinaia di antiche mitologie che parlano del serpente come simbolo di creazione e rinnovamento che potrei continuare all’infinito. SERPENTI E FERTILITÀ: I serpenti sono anche creature molto sensuali con il loro aspetto fallico e movimenti seducenti. Sono visti in questo modo specificamente nella filosofia orientale dell’energia kundalini. La kundalini è il serpente sacro che giace in riposo alla base della colonna

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vertebrale e si estende attraverso i chakra fino all’illuminazione. Esistono diverse pratiche e credenze rituali su come risvegliare la kundalini, una delle quali è attraverso il rilascio orgasmico e il sesso tantrico. In questa veste, i serpenti possono aiutare e assistere nella magia sessuale e possono persino essere chiamati per assistenza nei rituali di fertilità. Nel complesso, il serpente è una creatura piuttosto potente. Indipendentemente dall’attributo che scegli, i serpenti sono in grado di conferire grande saggezza e cambiamento nella tua vita. Sono esseri molto potenti e primitivi che comprendono una moltitudine di lavori appelli. Le immagini del serpente come rappresentazione della sessualità e della fertilità possono essere as-

sociate a una moltitudine di divinità, tra cui Lilith, Cernunnos, Kokopelli, Dioniso e Wollunqua. In America, verso la fine di agosto, i nativi americani Hopi eseguono un rituale di fertilità in cui catturano serpenti vivi e ballano con loro in bocca. Alla fine della danza, i serpenti vengono rilasciati nei campi, con loro le preghiere per un anno di raccolti forti. A Creta, le antiche sacerdotesse minoiche si esibivano con i serpenti come mezzo per onorare i “misteri”. SAN. PATRIZIO E I SERPENTI: Si narra che San Patrizio abbia scacciato i serpenti dall’Irlanda. Ma non ci sono serpenti in Irlanda e mai ci saranno. I serpenti erano una metafora indicante i Celti e i


Druidi che portavano il tatuaggio di un serpente sulle loro braccia. Molti pagani vedono il giorno di San Patrizio come un giorno dove molti dei loro antenati sono stati portati via dall’isola di smeraldo o uccisi. Il fatto che S. Patrizio abbia scacciato i “serpenti” è metaforico della scacciata dei pagani e cristianizzazione dell’Irlanda. Molti pagani indossano un serpente come emblema, specialmente in Irlanda, per ricordare quel giorno e per mostrare che San Patrizio ha fallito e che il Paganesimo è ancora vivo. CONNETTERSI CON IL SERPENTE Non è necessario disporre di un serpente fisico per accedere a queste energie. Per quelle streghe il cui animale spirituale è il serpente o che desiderano connet-

tersi maggiormente con gli insegnamenti del rettile, è utile creare uno spazio sull’altare, o proprio un altare separato per loro completamente costituito da “oggetti” di serpente. Questo può essere semplice o elaborato come preferisci. • Immagini di serpenti: possono essere stampate online o ritagliate da riviste. Offrono un’ottima rappresentazione visiva del serpente. • Sculture: sono ottime per evocare una rappresentazione più reali del serpente. • Cristallo serpentino: è un cristallo con tonalità verdi e dall’aspetto piuttosto squamoso quando è nella sua forma grezza. ed è proprio per questo motivo che gli è stato attribuito il nome serpentino. Sono noti per aiutare l’ascesa dell’energia della kunda-

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lini e possono aiutare nel lavoro del serpente • Parti di serpente: come ossa, pelle, o anche la tassidermia. Decidere se disporre di parti di un vero serpente sta a voi, fate che sia un acquisto etico, facendo attenzione alle specie protette o importate illegalmente. Ovviamente deve essere in accordo con i vostri principi. Meglio acquistare in un negozio di animali e rettili dove potrebbero avere dei pezzi di pelle della muta dei serpenti, se non proprio ossa (vertebre) che possono essere aggiunti a rituali, incantesimi o persino gioielli. Le ossa consentono a una strega di connettersi direttamente con le energie del serpente. Nella magia popolare e rituale le “perle” di serpente sono note per essere oggetti incredibilmente magici usati (provengono dalle ossa della testa o della coda di un serpente, tradizionalmente dai cobra). Possono essere piuttosto costosi perché rari. • Gusci d’uovo di serpente: si trovano nel negozio di animali e rettili. Questi sono utili da avere in giro per i rituali di nuovi inizi. RITUALE OCCORRENTE: 4 candele bianche, per i nuovi inizi • 3 candele verdi, per la guarigione • 3 candele nere, per lasciare andare • Oggetti che rappresentano il serpente • Un coltellino • Un piccolo pezzo di carta e penna • Pala • Un cuscino (opzionale ). Nella notte della luna nera, raccogli gli oggetti che rappresentano il serpente (immagini) e una delle candele bianche e posizionale sul tuo altare di fronte a te. Posiziona le candele rimanenti in un cerchio attorno all’altare, alternando i colori, con spazio sufficiente per sdraiarti comodamente. Può essere utile mettere un po’

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musica rilassante per aiutare a rilassare la mente. Crea il tuo spazio sacro in qualunque modo tu faccia normalmente. Una volta tranquillo, prendi la candela bianca dal tuo altare e scolpisci un ouroboros (non deve essere un’opera d’arte!). Ora prendi la tua rappresentazione del serpente, accendi la tua candela bianca e dì : “Invoco il sacro serpente antico che rappresenta la vita, la morte e la rinascita. Guariscimi e permettimi di lasciar andare il mio passato e rinascere. Possa io perdere la pelle e provare conforto nella saggezza di non essere quello che ero una volta e continuerò a cambiare forma e forma, fisicamente, mentalmente e spiritualmente. Possa tu avvolgermi attorno a me e insegnarmi i tuoi segreti, mostrarmi i tuoi misteri, eccitare la mia anima e risvegliare la mia trasformazione dentro di me” Sdraiati nel cerchio e chiudi gli occhi. Tieni la rappresentazione del serpente sul petto con le mani. Inspira lentamente attraverso il naso ed espira attraverso la bocca. entra uno stato meditativo. Visualizza un grande serpente potente che striscia dalle ombre della stanza e si avvicina ai tuoi piedi. La sua lingua tremula curiosamente verso di te. Non avere paura, lascialo avvicinare. Immagina il serpente strisciare lentamente sulle caviglie e inizi a sentire una sensazione di freschezza che si estende sul tuo corpo. Inizi a sentire il peso delle sue spire che ti si stringono mentre i suoi muscoli si espandono e si ritraggono, scorrendo sul tuo corpo fino a quando la sua testa raggiunge le tue mani sul tuo petto. Sollevando la testa, si appoggia sulle tue mani. In questa posizione, condividete l’un l’altro il respiro. Pensa a cosa hai passato l’anno

scorso. Quali ostacoli hai superato? Quali successi hai celebrato? Dov’eri un anno fa? Quindi pensa a dove vuoi essere tra un anno da oggi. In questo momento, il serpente inizia a muoversi di nuovo, viaggiando verso il tuo terzo occhio. Senti il ​​tuo terzo occhio svegliarsi e aprirsi in una luce bianca splendente. Senti il ​​serpente spingere al tuo terzo occhio fino a quando non si muove e si avvolge lentamente dentro di te attraverso l’ingresso splendente. Una volta che striscia fino in fondo, senti il ​​tuo corpo pervaso da una calda luce bianco-verdastra. I poteri curativi del serpente ti stanno trasformando. Visualizza la tua pelle astrale che inizia a scivolare via da te. Immagina tutte le energie che ti hanno raccolto nell’ultimo anno, guardale dissolversi nella luce splendente e nel terreno sotto di te, liberandoti e lasciandoti fresco e rinvigorito. Guarda la luce dall’interno concentrarsi attorno al tuo cuore. La luce comincia lentamente a oscurarsi, non diminuendo, ma piuttosto diventando uno dentro di te. Una volta che sei rilassato e ti senti pronto a muoverti, siediti lentamente e mettiti a terra. Scrivi tutto ciò che hai lasciato andare sul pezzo di carta. Piegalo tre volte e sigillalo con la cera della candela accesa sul tuo altare. Ringrazia il serpente per aver condiviso la sua saggezza e averti aiutato a perdere la tua “pelle”. Una volta completato, porta il tuo foglio piegato all’esterno in un’area che non passi di frequente. Scava un buco e lascia cadere il pezzo di carta. Trasforma il tuo passato, lasciandolo alle tue spalle mentre avanzi nella tua rinascita. INCANTESIMO Lo scopo di questo incantesimo è quello di creare una borsa di

gris-gris (un sacchettino) per aiutarti a perdere la tua pelle e rinnovarti. Avrai bisogno di un po’ di pelle di serpente, se riesci a trovarla. Oltre alla pelle di serpente, avrai bisogno di una piccola borsa di stoffa bianca, un piccolo cristallo di quarzo ed erbe per il rinnovo, come erba gatta, lavanda, zafferano o maggiorana. Durante l’equinozio di primavera (ma può essere fatto successivamente, sempre con le energie rinnovatrici della primavera), riempi la borsa bianca con tutti gli oggetti elencati e fai un nodo per tre volte mentre dici: “Serpenti di primavera, ascolta la mia preghiera, aiutami a perdere la mia vecchia pelle. Preparami per il nuovo viaggio mentre entro in questa stagione di rinnovamento e crescita”. Dopo aver finito, puoi lasciare la borsa sull’altare o portarla con te. Ogni volta che ti senti bloccato o incapace di andare avanti in una situazione durante l’anno, ripeti le parole sopra. La prossima primavera, puoi prendere la borsa e svuotare il suo contenuto (togliendo prima il quarzo) su un fuoco o sul carbone in un piatto ignifugo. Ringrazia lo Spirito del Serpente per averti aiutato e poi crea una nuova borsa. Lavorare con i serpenti e l’energia del serpente è un’esperienza meravigliosa e gratificante. Ci sono così tanti significati dietro la simbologia del serpente, e la rinascita e la fertilità sono solo l’inizio. La prossima volta che vedi un amico strisciante nei boschi, saluta e ringrazia loro. . . non sai mai quale magia potrebbero avere in serbo per te!

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Prima di presentare la “nostra versione wiccan”, iniziamo con il conoscere il Komboloi “tradizionale”. Komboloi è una parola greca (Κομπολόι) “kombos”, che significa nodo, in questo caso un gran numero di nodi, e “loi”, che significa un gruppo di cose che stanno assieme; infatti il Komboloi è quello che in gergo è definito il “rosario greco”, cioè un filo nel quale sono infilate un numero indefinito di “perle” (perle che non sono fisse ma libere di scorrere lungo il filo). Sono tantissime le ipotesi relative alla nascita di questo strumento, controverso se esso derivi

dal rosario cattolico o da quello musulmano, il “Tasbih”, incerto è anche il quando e il come questo divenne di uso nella cultura greca. Il komboloi si differenzia comunque dai suoi predecessori (rosario o tasbih), dal fatto che anzitutto non ha un numero definito di perle; in secondo luogo, le perle non sono fisse ma libere di scorrere lungo il filo. Il komboloi è comunque unico, è uno strumento di libertà assoluta; può essere un rosario (per chi è religioso) oppure uno scacciapensieri (per chi è laico). Inoltre ha rappresentato una piccola emancipazione del sesso

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KOMBOLOI WICCAN

femminile in Grecia; fino a poco tempo fa, usare il komboloi era prerogativa maschile, ma grazie a Melina Marcouri (attrice, cantante e politica greca) è diventato di uso comune anche per le donne. La funzione originaria di contapreghiere è andata lentamente perdendosi nel tempo e oggi è spesso usato come scacciapensieri. Spesso viene usato anche come oggetto atto a tenere occupate le mani, al fine di smettere di fumare o mangiarsi le unghie o ancora per aspettare in fila alle poste. Un’altra caratteristica del komboloi riguarda i materiali che vengono usati, che sono dei più svariati: oro, argento, ambra, le-

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gno, conchiglie, osso, noccioli di olive, ceramica, plastica ecc. Usare il komboloi non richiede istruzioni specifiche o dettagliate. L’obiettivo principale del portare con se’ un komboloi è alleggerire la mente ed alleviare alcuni degli stress quotidiani che il corpo subisce, oppure dai religiosi è usato come un “conta preghiere” (del tutto simile al rosario cristiano o al tasbih islamico). Tradizionalmente, il modo più semplice di usare il komboloi è permettere che la gravità attragga verso il basso il suo peso. Il komboloi non dovrebbe essere raccolto nel palmo della mano, ma piuttosto lasciato penzolare usando il dito medio della mano come fulcro. Noi come Coven wiccan Quadrifoglio (gruppo spirituale legata alla wicca e attivo nella città di Roma) vogliamo presentare il nostro “KOMBOLOI WICCAN”, ci siamo ispirati più al Komboloi greco, per il suo uso laico, che al Rosario prettamente di uso cristiano. Non c’è molto da meravigliarsi in questo riadattamento del Komboloi; il bello della Wicca e che è una Spiritualità/Religione del “mondo”, trae spunto dalle varie culture, con l’intento di approfondire e meglio sviluppare il contatto tra l’uomo e le divinità. Una spiritualità, quella della Wicca, che difficilmente sfocia in fanatismo, ma anzi, spesso aiuta l’uomo ad aumentare il suo senso di appartenenza al Pianeta, a sentirsi parte del tutto, armonico e consapevole delle proprie potenzialità e non disarmonico e timoroso. Quasi tutte le religioni hanno

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una tradizione di qualche forma di “rosario” per tenere traccia delle preghiere, o per aiutare o facilitare la meditazione del praticante; per esempio i cristiani usano il Rosario, gli islamici usano il Tasbih, i buddhisti e gli hinduisti usano il Mālā. IL KOMBOLOI WICCAN Il “nostro” Komboloi Wiccan, che qui presentiamo, è molto semplice, facile da riprodurre, esso è composto sostanzialmente da 7 grani o perle. In ordine abbiamo: Grano Viola – dedicato al Grande Spirito (il principio universale, comune in molte correnti wiccan); Grano Bianco – dedicata alla Dea; Grano Nero – dedicato al Dio; Grano Azzurro – dedicato all’Elemento Acqua; Grano Giallo – dedicato all’Elemento Aria; Grano Verde – dedicato all’Elemetno Terra; Grano Rosso – dedicato all’Elemento Fuoco. Ognuno è libero di usare qualunque materiale per i grani, che sia plastica, vetro, metallo o legno; ognuno può abbellire il proprio Komboloi Wiccan a proprio piacere, inserire campanelli o ciondoli quale pentacolo o triplice luna. Questo può anche essere usato come collana o bracciale. Per i colori, basta usare colori indelebili, o acquistare grani o perline già colorati COME FUNZIONA? I grani, come per il Komboloi greco, non sono fissi ma scorrono liberamente lungo il cordoncino.

Dopo la recita di una preghiera o frase dedicata alla Divinità o Elemento corrispettivo al grano, questo lo si lascia scivolare per poi proseguire con il successivo. Noi, nella preghiera, diamo molta più importanza all’intento per il quale la recitiamo, più che alla sua composizione. Per noi pregare significa rivolgersi al sacro non tanto con la parola ma con il pensiero. Gli scopi della preghiera, anche per noi, possono essere molteplici: invocare, chiedere un aiuto, lodare, ringraziare o esprimere devozione. Per cui ognuno può formulare le preghiere o i pensieri che più sente idonei. Qui presentiamo una breve e semplice “preghiera” che chi vuole potrà adottare: (grano relativo al Grande Spirito / viola) Principio tra gli Dei, Signore dagli Occhi Infiniti distruttore di tutti i mali. Oh Grande Spirito la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. (grano relativo alla Dea / bianco) Dea Madre Luce della Notte, creatrice del Mondo, il mio essere proviene da Te attraverso il cibo che mi doni. (grano relativo al Dio / nero) Dio Padre Luce Solare, sovrano del Mondo, Te che mi doni l’energia che fa muovere il mio corpo. (grano relativo all’Elemento Acqua / azzurro) Acqua che sei emozione, linfa vitale, donami amorevoli emozioni. (grano relativo all’Elemento Aria / giallo)


(grano relativo all’Elemento Fuoco / rosso) Fuoco che sei passione, elemento rigenerante, donami forza ed energia. Benedetto e luminoso sia il mio cammino, possa Io camminare

senza dolore lungo i giorni della mia vita, pulsante di vita, felicemente su strade di bellezza. Beneditemi, Proteggetemi e Illuminatemi sempre.

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Aria che da te mi giunga sollievo, donami conoscenza, saggezza e bontà. (grano relativo all’Elemento Terra / verde) Terra che tutto fai nascere, donami coraggio e resistenza.

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ESBAT DELLA LUNA DELLE GEMME luna piena di aprile Questa è la prima Luna Piena di Primavera, della I° Lunazione del 2020 denominata di Primavera (iniziata col novilunio del 24 marzo). Il nome, Luna delle Gemme, è assimilato allo spuntare delle gemme sulle piante e alla loro imminente fioritura. Il nome di questa Lunazione è “della Primavera”, ed è riferito alla stagione primaverile. . La Luna sarà Piena mercoledì 8 Aprile 2020, alle ore 04:35 am. Sarà una “Superluna”, perché la Luna si troverà al Perigeo (nel punto più vicino alla Terra, circa 356 410 km), di conseguenza ci appare più grande e luminosa del consueto, anche se in realtà la differenza ad occhio umano è minima. . Questo periodo in natura è il tempo della germinazione, racchiude in se grande forza vitale. È il periodo che favorisce il fluire della linfa vitale nei tessuti vegetali, apportando vigore nelle piante e liberandole dagli involucri protettivi.

È la prima luna del nuovo ciclo di lunazioni (anticamente le lunazioni venivano conteggiate dal novilunio dopo l’equinozio di primavera) ed è idonea per tutti i lavori di “inizio”. In questo periodo i semi danno le prime gemme, così nella vita spirituale vi è una rinascita. È il momento di massima produttività spirituale, grazie anche all’aumento delle energie. Per entrare in sintonia con la natura è adatta come sempre la meditazione e tutte quelle pratiche che ci permettono di evolverci ed essere in armonia con il tutto.

SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DELLE GEMME: Piante: basilico, aglio, sangue di drago, geranio, cardo Colori: giallo oro Fiori: margherita Profumi: pino, lauro, bergamotto Pietre: rubino, granato Alberi: pino, lauro, nocciolo Animali: orso, lupo. Ogni Bene! Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.it

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ESBAT DELLA LUNA DEI FIORI luna piena di maggio

Dei Fiori è il nome è di questa Luna Piena, nome che è assimilato ai fiori che coprono le piante e i campi, fattore che caratterizza questo periodo. Il nome di questa Lunazione è “della Foresta” (iniziata con il novilunio del 23 aprile) esso si riferisce alle foreste e ai boschi ricoperti di fiori e brulicante di vita, in generale è una lunazione che si rifà al “risveglio” degli animali, delle piante e della Natura tutta. . La Luna sarà Piena giovedì 7 Maggio 2020, alle ore 12:45 pm. . Nel Sabba di Beltane (30 aprile – 1 maggio) si è celebrato l’unione tra il Dio e la Dea. Il potere degli Dei aumenta, e aiuta a concretizzare qualsiasi lavoro spirituale intrapreso, questa energia prosegue con questo Esbat.

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Questo è per antonomasia il mese dei sapori, del piacere e degli amori. Il ciclo vegetale è nel pieno della fioritura e già si prepara a dare i frutti. Tutta la natura è in fase espansiva. E così la natura, in questo tripudio di fiori, profumi e colori, ci seduce con la sua abbondanza. Su un piano spirituale si celebra la più sacra tra tutte le nozze, quella tra il Dio Sole e della Dea Terra, da cui scaturisce il sostentamento (materiale e spirituale) per tutti gli esseri viventi. . Per tutti questo periodo vi invita ad aprirvi, a saper riconoscere e godere delle gioie e soddisfazioni della vita, connettendovi con il senso di abbondanza e pienezza di cui la natura è il più evidente riflesso. Come sempre la meditazione può aiutarvi in questo.

. SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL FIORE: Piante: sambuco, rosa, artemisia, timo, millefoglie Colori: verde, marrone, rosa Fiori: mughetto, digitale, rosa, ginestra Profumi: rosa, sandalo Pietre: smeraldo, malachite, ambra, cornalina Alberi: biancospino Animali: gatti, lince, leopardo. . Ogni Bene!

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ne, l’Artemisia e l’Iperico. . In questo Esbat Fuoco ed Acqua si utilizzano per onorare il Dio e la Dea, simboleggiando il momento in cui si passano lo “scettro”, poiché dal Solstizio d’Estate in avanti la luce inizia a decrescere mentre la notte diventa impercettibilmente già più lunga. E’ questo un buon tempo anche per le divinazioni e le magie domestiche, i piccoli e grandi riti protettivi legati all’elemento fuoco e all’energia del sole. Per vivere meglio questo Esbat della Luna del Miele si consiglia una serata di riti rigenerativi e qualche viaggio sciamanico alla luce della Luna. Il nome di questa luna piena è “del Miele”, si riferisce alle api che producono più miele in questa stagione. Questa è l’ultima Luna Primaverile. Il nome di questa Lunazione è “della Ricchezza”, ed è la III° dopo l’Equinozio di Primavera (iniziata il novilunio del 22 maggio). Il nome di questa Lunazione simboleggia l’abbondanza della terra, con tutte le valenze legate alla fecondità e alla fertilità. . *La Luna Piena sarà venerdì 5 Giugno 2020, alle ore 21:12 pm. . La Luna di Giugno è una luna allegra, espansiva, aperta ai cambiamenti, in sintonia con la stagione e con i ritmi della natura. Natura che in questa fase dell’anno è all’apice della sua fase espansiva: le ore di luce ormai sono al massimo, regalan-

doci giornate lunghissime in cui godere del calore estivo. È un momento ricco nella natura, e dedicato ai cambiamenti in positivo. Un Esbat che invita a prenderci le nostre responsabilità. . Come il Solstizio d’Estate (ormai prossimo), anche questa Luna ci invita ad avvicinarci alla natura, ricordandoci l’importanza delle erbe mediche, ci ricorda che la natura provvede anche alla nostra salute oltre al nostro sostentamento. Infatti moltissime piante raccolte in questo periodo si crede che abbiano poteri quasi “miracolosi”, nove sono le erbe che caratterizzano questa fase dell’anno, usati per bruciare e preparare infusi, essi sono: la Ruta, la Verbena, il Vischio, la Lavanda, il Timo, il Finocchio, la Piantaggi-

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ESBAT DELLA LUNA DEL MIELE luna piena di giugno

SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL MIELE: Piante: ruta, vischio, timo, finocchio, piantaggine Colori: giallo, rosso, azzurro, bianco Fiori: verbena, lavanda, artemisia, iperico Profumi: lavanda, timo, finocchio Pietre: quarzo citrino, ambra, acqua marina, corallo Alberi: quercia Animali: api, scoiattoli, serpenti. Ogni Bene!

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PREPARATIVI PER BELTANE

Raccogliete un grosso mazzo di erbe aromatiche: rosmarino, timo, salvia, lavanda, prezzemolo ecc.. Procuratevi un nastro bianco sinonimo di salute, uno rosso sinonimo di amore, uno rosa sinonimo di amicizia, uno verde per il lavoro, uno blu per l’evoluzione interiore. Intrecciate i nastri legando le piante e fatele seccare nella vostra camera da letto. Conservare l’amuleto per tutto l’anno come talismano di salute, amore, amicizia, lavoro ed evoluzione interiore. Il talismano lo si conserverà per tutto l’anno sul letto o nella camera da letto, e lo si brucerà nel

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falò di Beltane dell’anno prossimo per poi rifarne un altro. Decorate la vostra casa con del biancospino, dei fiori di campo, frutta di stagione, con nastri di color verde, accogliete nella vostra casa questa energia di vita. Buon preparativi!

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SABBA DI BELTANE

Come ogni anno tra la notte del 30 aprile e il 1 maggio ricorre il Sabba di Beltane. Beltane è un Sabba “maggiore”, il giorno situato a metà fra l’Equinozio di Primavera ed il Solstizio Estivo, anche se astronomicamente il giorno corretto sarebbe il 5 maggio. . Il Sabba di BELTANE insieme a quello di Samhain (31 ottobre) è il sabba più importante dell’anno, entrambi segnano il definitivo cambio di stagione e di conseguenza “dividono il tempo” (l’anno) in due fasi, una governata dalla luce e l’altro dal buio. In particolare il periodo che va dal Sabba di Beltane a quello del Solstizio d’Estate (da noi denominato Sol Invictus, 20 giugno) viene definito Periodo di Luce, periodo prospero e pieno di energie. Mentre il periodo che va dal

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Sabba di Samhain a quello del Solstizio Invernale (da noi denominato Sol Indiges, 21 dicembre) viene definito Periodo Buio, un periodo non prospero e debole di energie. . ORIGINE DEL NOME DI BELTANE BELTANE deriva dal gaelico irlandese “Bealtaine” o dal gaelico scozzese “Bealtuinn”, entrambi dall’antico irlandese “Beletene”, cioè “fuoco luminoso”. È un’antica festa gaelica che si celebra tra il 30 aprile e il 1º maggio. Sempre in Irlanda, “Bealtaine” è il nome del mese di maggio ed è anche tradizionalmente il primo giorno di Primavera in Irlanda. C’è chi sostiene che il nome Beltane deriverebbe dal dio Bel, ma non vi sono prove o fonti a conferma di questo (non consideriamo fattibile questa ipotesi).

In Italia abbiamo il CALENDIMAGGIO che è celebrato (ormai solo a livello folkloristico) in varie località d’Italia, dal Nord a Sud, sommariamente ha la stessa valenza del Beltane Gaelico, infatti anche da noi, come nel nord Europa, è diffuso l’uso di innalzare i pali di maggio (alberi della cuccagna) addobbandoli con nastri e cibarie varie, spesso vi è anche l’uso di accendere grandi fuochi. Entrambi (sia il Beltane gaelico che per il Celendimaggio italiano) celebrano la Primavera e la fertilità. . SACRALITA’ DI BELTANE BELTANE è l’espressione massima della potenza creativa della Natura, è la festa d’eccellenza più nobile, sinonimo di fertilità, abbondanza, amore e di tutto ciò che è più positivo. Una celebrazione della Vita!


WICCA Il Dio e la Dea, simbolicamente vengono celebrati come la Coppia di innamorati, si uniscono in nozze sacre perché esploda la vita; l’estasi della pienezza dell’amore incrementa la rigogliosità della terra. Questo Sabba celebra quindi il potere della natura è il suo apogeo, questo lo si fa nella simbolica unione tra il Dio e la Dea, unendoli nelle “nozze sacre” si vuole rappresentare la vita, l’estasi della pienezza dell’amore che incrementa la rigogliosità della terra. Con l’unione della Coppia Divina si vuole auspicare la vita e la fertilità nel mondo, un apogeo che trova culmine con il Solstizio d’Estate (20 giugno). Da ora fino al Solstizio Estivo si celebra il Periodo di Luce, considerato propizio e pieno di energia, periodo propizio anche per i matrimoni. . USANZE Per il giorno di Beltane, durante la notte del 30 aprile a cavallo con il Calendimaggio, cioè il

1 maggio, è tradizione accendere un grande falò in mezzo al quale ci si salta per scacciare le negatività, si usa danzare intorno a pali con nastri, denominati “Pali di Maggio” (dalla quale derivano gli alberi della cuccagna tipiche delle sagre paesane), e accendere piccoli fuochi per garantire prosperità. Il Palo di Maggio è appunto un palo con tanti nastri, che viene innalzato, dopo il salto del fuoco, ci si danza intorno e ognuno tenendo un nastro in mano lo intreccia, assicurandosi la buona sorte. Se il fuoco, in questa festa, rappresenta il ventre femminile, il palo rappresenta il membro maschile, i quali unendosi donano vita. . PIANTE Le piante di questo sabba sono il biancospino, i fiori di campo, la frutta di stagione. . L’ALTARE Gli Altari si usano decorarli con il biancospino, i fiori di campo, frutta di stagione, bottiglie di si-

dro e birra, oltre che a vari tipi di dolci. Il colore di Beltane è il verde (scuro). . CURIOSITA’ Contrariamente alle altre festività pagane che sono poi state cristianizzate, Beltane è stata demonizzata, con il nome di Valpurga (la notte di Santa Valpurga protettrice dalle stregonerie), quando si diceva che le streghe diventassero più pericolose. Ogni Bene!

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PREPARATIVI DELL’EQUINOZIO

Questo talismano serve a procurare fertilità e abbondanza in ogni frangente della vita. Procuratevi un ramo per ciascuna di queste erbe: rosmarino, timo, alloro, salvia, maggiorana, dragoncello, iperico, verbena, basilico. Legatele in un mazzo con un nastro arancione o giallo e lasciatele tutta la notte esposte alla luce lunare. Fatele seccare poi conservatele in un sacchetto di tela color giallo e mettete un sacchetto in ogni stanza della casa. Mentre lo si prepara e lo si confeziona visualizzate il vostro benessere. LE NOVE ERBE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE Nella tradizione popolare, molte erbe e piante raccolte in questo periodo solstiziale, si crede che abbiano poteri quasi “miracolosi”, in particolare nove sono

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le piante tipiche del Solstizio d’Estate che vengono usate per bruciare e preparare infusi, essi sono: la Ruta; la Verbena; il Vischio; la Lavanda; il Timo; il Finocchio; la Piantaggine; l’Artemisia; l’Iperico. All’iperico, dal color giallosole, gli si attribuisce il buon umore, il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d’estate, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva.

Addobbate la vostra casa con rami di verbena e iperico, fiori di campo, un mazzo di spighe, cristalli, nastri gialli, bianchi e dorati. Rendete la vostra casa un luogo di energia positiva. Buon preparativi!

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SABBA DEL SOLSTIZIO D’ESTATE

È un Sabba considerato di grande “potere”, “magico”, giorno “potente”, la notte più corta dell’anno, dove gli incantesimi e le magie hanno grande potere. È un giorno rigenerativo per eccellenza, dove il Dio insieme alla Dea vivono il culmine della loro unione e passione. È considerato un punto di svolta dell’anno, come lo è il Solstizio d’Inverno. . Quest’anno il Solstizio avverrà sabato 20 Giugno 2018, alle ore 23:43 pm. . Una volta, per mancanza di strumenti di precisione, il solstizio era celebrato intorno al 24 giugno, oggi conosciuto come giorno di San Giovanni Battista, perché secondo le osservazioni (guidate dai nostri sensi, e non da strumenti scientifici) il sole appariva più forte in questi giorni. Ecco perché le valenze di

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questo Sabba sono associate anche a S. Giovanni Battista (una evidente e tipica cristianizzazione di credenze e celebrazioni pagane). Oggi, grazie alla strumentazione scientifica, sappiamo che il solstizio avviene a seconda degli anni tra il 20 o il 21 giugno. Il Solstizio d’Estate dai più è conosciuto col nome di Litha, dalla Wica Italica è denominato Sol Invictus (in onore alla potenza solare, il Sole Vincente o Vittorioso). . Se il Solstizio Invernale ci avvia all’estate, quello Estivo ci avvia all’inverno, ci si quindi inizia a preparare da oggi con i riti rigeneranti per poter affrontare con forza il ciclo della Sacra Ruota. E’ questo il giorno più lungo dell’anno e da ora in poi le ore di luce cominceranno inevitabilmente a diminuire. A Beltane (la notte fra il 30 aprile e il 1 maggio) il potere della natura è

stato al suo apogeo, il Dio e la Dea si sono (in modo archetipico) uniti, portando la vita e la fertilità nel mondo, tale apogeo trova culmine proprio in questo Sabba (il Dio in questo Sabba è celebrato come un “uomo maturo”). . Si usa celebrare questo giorno con danze e fuochi proprio per onorare la forza energetica del sole. Come abbiamo accennato è un giorno “magico”, molto ricco di energie, specie per le erbe che in questo periodo hanno la massima concentrazione di poteri balsamici. Quindi è un ottimo momento per raccoglierle. . Abbiamo già accennato al potere delle piante in questo periodo. Ricordiamo che nove sono le erbe che caratterizzano questa fase dell’anno: la Ruta, la Verbena, il Vischio, la Lavanda, il Timo, il Finocchio, la Piantaggine, l’Artemisia e l’Iperico.


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All’iperico, dal color giallo-sole, gli si attribuisce il buon umore, il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d’estate, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. . Vi consigliamo di godere di questo momento e svolgere rituali rigenerativi ed energetici. .

COME ADDOBBARE L’ALTARE: Con rami di verbena e iperico, fiori di campo, frutta, un mazzo di spighe, cristalli, nastri gialli e dorati, monete dorate. Il colore è il bianco.

Ogni Bene e Felice Estate ! Coven del Quadrifoglio www.wicaitalica.blogspot.it

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Consigli per la Lettura GRIMOMBRUS La Coven wiccan del Quadrifoglio presenta un’opera che è una sintesi tra gli antichi Grimori e il moderno Libro delle Ombre. Per questo ciò che presentiamo lo abbiamo chiamato GRIMOMBRUS. Al suo interno, infatti, troverete dei consigli, delle istruzioni per la pratica, come nei vecchi Grimori appunto, ma al contempo avrete un grande spazio per poter annotare le vostre esperienze, come un vero e proprio Libro delle Ombre. Per cui, il nostro Grimombrus è un libro nel quale il praticante trova degli spunti, delle indicazioni, dove potrà annotare i propri rimedi con le erbe naturali, le corrispondenze, gli incanti, i riti, le formule, le riflessioni e le invocazioni alla Dea e al Dio. Buon Cammino! Autori: Coven del Quadrifoglio & Italus Associazione Formato 15 x 21 cm – 200 pp. Bn ISBN: 978 88 943006 9 7 PREZZO 15 €

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IL MUMMIFICATORE In una Napoli ottocentesca devastata da epidemie di colera, l’ingegnere chimico d’origine francese Carlo Depérais, co-fondatore della fabbrica Lefebvre a Bagnoli (attuale Città della Scienza), combatte la propagazione del temibile morbo attraverso una serie di invenzioni, tra cui un’inquietante apparecchiatura per mummificare i cadaveri e distruggere i germi infettivi che possono contenere. Autore: Tommaso Dore Presentazione di Rossella De Rosa, presidente dell’associazione culturale ArteNapoli.

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Formato 15 x 21 cm - copertina a colori – 116 pp. in BN ISBN 978-88-943006-1-1 PREZZO 12 € MAGGIORI INFO : www.italusedizioni.blogspot.com


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