ARTEMISIA n°43 - gannaio / marzo 2022

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ARTEMISIA N° 43 - Anno XI° - Gennaio / Marzo - 2022

... in questo numero ... IL 2022 NELLA NUMEROLOGIA LA BEFANA - IL CARNEVALE SAN VALENTINO LA GEORGIA GUIDESTONES IL SEGRETO DELLA NAVIGAZIONE VICHINGA LE ORIGINI DEL MITO DEI DRAGHI LA FATA - L’ELFO - LO GNOMO I FALSI MITI DELL’ALIMENTAZIONE OCCULTISMO E MAGIA: STORIA BREVE SAN FRANCESCO ESOTERICO A SAN BASTIANO I DRUIDI UNA SAPIENZA PERDUTA SABBA ed ESBAT wiccan ... e molto altro ...

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Speciale OROSCOPO 2022

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Approfondimento * * Il Giorno della Memoria – Le Foibe – La Persecuzione Pagana


Anno XI° N°43 Gennaio Marzo 2022

IN QUESTO NUMERO... Apriamo questo nuovo anno “analizzando” il 2022 dal punto di vista numerologico e abbiamo riservato uno Speciale all’oroscopo di quest’anno. Oroscopo redatto da Sibilla Astro. Conosceremo le maggiori festività di questo periodo, dall’origini della Befana a San Valentino, dal Carnevale alla festa del papà. Visto che a gennaio verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica abbiamo dedicato un articolo proprio su questa figura istituzionale del nostro paese, per conoscere meglio le sue funzioni istituzionali. Altri articoli interessanti sono quelli sulla Georgia Guidestones, sul segreto della navigazione dei Vichinghi, sui falsi miti dell’alimentazione (lo zucchero, il glutine ecc..). Parleremo anche di Occultismo e magia, di un San Francesco “esoterico” e dei Druidi. Il nostro Dossier l’abbiamo dedicato a delle figure “leggendarie”, dalle origini del mito dei draghi alla fata, dall’elfo allo gnomo. Ovviamente abbiamo riservato un Approfondimento al Giorno della Memoria, al Giorno del Ricordo e alla Giornata della Memoria Pagana. Ovviamente nella rubrica dedicata alla Wicca parleremo degli Esbat e dei Sabba di questo periodo, ma anche della simbologia del Fuoco. Che dire, come al solito offriamo gratuitamente una rivista ricca di articoli, argomenti e spunti da approfondire. Grazie per il vostro affetto! Buona Lettura! Tommaso Dorhe Direttore di Artemisia

Informiamo tutti che è possibile contribuire alla stesura di Artemisia. I lettori potranno inviare articoli scrivendo alla E-mail:

italus.info@gmail.com

Un particolare ringraziamento va al grafico impaginatore Francesco (VoxGraphic), a Sibilla e Claudia redattori della rivista, a Tommaso Dorhe direttore della Rivista e a Leron presidente dell’Associazione Italus, un Grazie anche a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero di Artemisia.


SOMMARIO • ITALUS COMUNICA pag.3 *Wicca Festival 2021............... pag.7 • FORUM *Il 2022 nella numerologia....... *Le origini della Befana............ *San Valentino....................... *Il Carnevale......................... *La festa del papà.................. *Il Presidente della Repubblica Italiana................ *La Georgia Guidestones......... *Il segreto della navigazione Vichinga..............................

pag.19 pag.19 pag.20 pag.23 pag.25 pag.27 pag.28 pag.30 pag.32

• Speciale pag.34 *Oroscopo 2022..................... pag.34 • DOSSIER pag.37 *Le origini del mito dei draghi............................ pag.37 *La fata................................ pag.39 *L’elfo.................................. pag.43 *Lo gnomo............................ pag.46 *I falsi miti dell’alimentazione................. pag.49 *Lo zucchero.......................... pag.50 *Il glutine.............................. pag.52

• Approfondimento *Il Giorno della Memoria........... *Foibe - il Giorno del Ricordo..... *La Persecuzione Pagana..........

pag.54 pag.54 pag.57 pag.60

pag.65

Riflettere con la Poesia

• SOPHIA *Occultismo e magia: storia breve........................... *San Francesco esoterico a San Bastiano....................... *I druidi, una sapienza perduta.............

pag.67

• WICCA * Komboloi Wiccan................... *Esbat, luna piena di gennaio... *Esbat, luna piena di febbraio... *Esbat, luna piena di marzo..... *Preparativi per Imbolc............ *Sabba di Imbolc/Februa......... *Preparativi per l’Equinozio...... *Sabba dell’Equinozio di Primavera.........................

pag.76 pag.76 pag.79 pag.81 pag.82 pag.84 pag.85 pag.87

pag.91

Consigli per la Lettura

pag.67 pag.70 pag.74

pag.88

Artemisia è una rivista interattiva e ci tiene ad esserlo, il nostro intento è comunicare e non pontificare, per cui ognuno di voi si senta libero di scriverci. Saremo lieti, per quanto possibile, di esaudire le vostre richieste e pubblicare i vostri articoli. Siamo cnsapevoli che alcuni articoli sono tratti da internet, ma è responsabilità dei singoli autori, da parte nostra c’è la voglia di comuncare e informare nel modo più corretto e indipendente. Così come siamo consapevoli che molte immagini sono tratte da internet, in genere è nostra premura assicurarci che non siano protetti da Copyright, ma nel caso qualche autone ne riconoscesse la proprietà, ce lo comunichi, noi saremo pronti a rettificare.


ITALUS COMUNICA Ed eccoci in un nuovo anno! Per Noi il 2021 è stato l’anno in cui abbiamo festeggiato i nostri primi dieci anni, abbiamo avviato il Laboratorio, per ovviare ai limiti imposti dalla pandemia, e abbiamo realizzato il Wicca Festival, un progetto che avevamo nel cassetto dal 2017. È vero, non è stato l’anno del “ritorno alla normalità”, però Noi non ci siamo fermati, anzi, abbiamo anche quest’anno superato i 100 tesserati Italus !! Il Nostro Augurio è che il 2022 non ci faccia perdere la voglia di sperare, la voglia di esserci, la voglia di fare... Che sia per Tutti un Buon Anno, che sia sereno, che sia l’anno della svolta, che sia un Anno Felice... Siam certi che sarà un anno migliore. Certamente Noi abbiamo tante cose in programma, ritorneremo con il nostro Italus Weekend che svolgeremo l’ultimo weekend di maggio, svolgeremo il Wicca Festival 2022, vi faremo compagnia con i nostri Workshop all’interno del Laboratorio Italus e ci incontreremo per qualche visita guidata ma anche per svolgere i nostri rituali. Che dire, Noi ci saremo anche quest’anno! A tutti Voi vi auguriamo Ogni Bene e porgiamo i migliori Auguri di un Sereno Anno.

Grazie per il vostro affetto e apprezzamento che ci dimostrate… davvero grazie!

Il Consiglio Direttivo della Italus

ITALUS Associazione Culturale Wicca www.italus.info italus.info@gmail.com

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In questi primi dieci anni di vita associativa sono stati molti gli eventi svolti, molte le pubblicazioni prodotte, abbiamo avuto dei petrocini alle nostre attività, svolto workshop, corsi e conferenze, tutto questo anche nel corso del 2020 (anno della pandemia). È stato proprio durante quest’ultimo anno che siamo arrivati alla decisione di rinnovare lo svolgimento delle nostre attività e di puntare sull’online. Con il “Laboratorio Italus” si viene a concretizzare, per Noi e per Voi, la possibilità di seguirci ed essere seguiti su tutto il territorio nazionale. Unire persone distanti ma vicine negli intenti e nei principi è l’obiettivo del Laboratorio. Il LABORATORIO è uno spazio in cui la Italus darà la possibilità, a chi aderirà al progetto, di essere parte attiva alle attività associative. Grazie ad internet, al cosiddetto webinar, proprio come una sede reale, ci ritroveremo all’ora prestabilita a trattare di alcuni argomenti e in cui tutti i partecipanti avranno la possibilità di intervenire attivamente nel corso dell’evento, per porre domande o anche condividere idee. Useremo il gruppo Facebook “Laboratorio Italus”, per chi non è iscritto a Facebook useremo invece un gruppo WhatsApp All’interno del Laboratorio saranno quindi trasmessi i nostri workshop, le nostre conferenze, alcune interviste e approfondimenti. Il Laboratorio è una officina in cui ci si confronta e si affrontano determinate tematiche con l’intento di apprenderne l’essenza del tema trattato, cercando di demolire alcune speculazioni e mercificazioni. Con l’intento di creare comunità, trasmettere delle conoscenze, spingere ad un’elevazione delle coscienze e creare Cultura. Contatti: Blog Laboratorio Italus: www.laboratorioitalus.blogspot.com E-mail: italus.info@gmail.com Le attività vengono svolti attraverso l’omonimo gruppo facebook.

ITALUS COMUNICA

LABORATORIO ITALUS

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PROGRAMMA WORKSHOP Anno 2022

PRENOTATE IL VOSTRO POSTO PER L’ITALUS WEEKEND 2022

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L’Italus Weekend può essere considerato un “ritiro spirituale” che la Italus Associazione organizza annualmente dal 2016. Un Weekend dedicato al benessere spirituale, immersi nella natura, con svolgimento di pratiche sciamaniche, rituali di purificazioni e di ringraziamento, meditazioni, con momenti dedicati all’escursione e ad esercizi per il benessere fisico e spirituale. ITALUS WEEKEND 2022 27-28-29 maggio 2022

Dopo una pausa di due anni per via della pandemia, siamo felici di poterci ritrovare il 27, 28 e 29 maggio 2022. Un Weekend dedicato al benessere spirituale, immersi nella natura. L’Italus Weekend si svolgerà da venerdì 27 a domenica 29 Maggio 2022, in Umbria, presso un casale sulle rive del fiume Nera, immersi nel verde. *Come nostra consuetudine durante il Weekend faremo il viaggio sciamanico e poi visiteremo il Parco Archeologico della città romana di Carsulae, ma ci dedicheremo anche al benessere fisico e spirituale.

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ITALUS WEEKEND 2022 Umbria - 27 - 28 - 29 maggio 2022

Tutta la Programmazione potete consultarla nel nostro internet www.italus.info per chiedere maggiori informazioni scrivete a italus.info@gmail.com *COSTI* La quota complessiva del Weekend è di €uro 160, che andrà a coprire: colazione, pranzo, cena, pernottamento e tutte le attività elencate. Non sono previsti posti letto in stanze singole. *PER PRENOTARE* Il Giorno Ultimo per confermare la partecipazione è il 6 Marzo 2022, entro questa data bisognerà versare l’Acconto di €uro 60,00 . L’acconto (di euro 60,00) sarà restituito solo se l’Italus Weekend venisse annullato.

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WICCA FESTIVAL 2021 Roma Il primo Wicca Festival è stato organizzato dalla Italus Associazione Culturale Wicca in collaborazione con l’Associazione Culturale Anima Verde. Il Festival è stato svolto a Roma, domenica 14 novembre 2021, presso la Città dell’Altra Economia (largo Dino Frisullo) dalle ore 10 alle ore 20. Il Wicca Festival 2021 è stato dedicato alla Memoria di Raymond Buckland, ed è stato supportato dal Buckland Museum of Witchcraft & Magick e dalla Doreen Valiente Foundation. Il FESTIVAL 2021 si è aperto con una Conferenza sulla Wicca presieduta dalla Coven del Quadrifoglio, ad essa sono intervenuti sacerdoti di alcune tradizioni wiccan oltre a degli studiosi di religione: Sono intervenuti alla Conferenza: i Sacerdoti della Seax Wica Juan Espinoza e Tim Workman; la Sacerdotessa del Circle Craft Selena Fox; la Sacerdotessa della Wicca Dianica Cristina Pandolfo; i Sacerdoti della Wicca Gardneriana Yolanda Ruiz Puente e Mark; il Sacerdote della Wicca Celtica Lorenzo Tutore; l’Antropologa e storica delle religioni Angela Puca. Il pomeriggio il Festival ha visto svolgere una serie di Workshop, sempre inerenti alla Wicca. La Italus Ringrazia Anima Verde per la preziosa collaborazione, ma ringrazia gli amici che sono intervenuti alla Conferenza, che hanno reso il Festival esaustivo e completo, che potrete meglio conoscerli consultando la sezione “partnership 2021” del blog. Si Ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al Festival! Tutta le interviste e i contenuti del Festival, foto, video ecc.. potete consultarli nel Blog www.wiccafestival.blogspot.com e nel canale YouTube della Italus per chiedere maggiori informazioni scrivete a italus.info@gmail.com

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I Workshop sono stati gestiti dalla Coven wiccan del Quadrifoglio. Il Wicca Festival 2021 è stato supportato dal Buckland Museum of Witchcraft & Magick e dalla Doreen Valiente Foundation. Qui di seguito riportiamo Informazioni aggiuntive sui “Partnership del Wicca Festival 2021” su coloro che sono intervenuti nella Conferenza sulla Wicca o che hanno collaborato nella realizzazione del Festival.

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L’organizzazione inerente alla location è stata organizzata dall’Associazione Culturale Anima Verde, mentre la Conferenza e gli interventi degli ospiti, e i workshop, sono stati organizzati e diretti dalla Italus Associazione Culturale Wicca. La Conferenza sulla Wicca è stata condatta dalla Italus Associazione, ospitando al suo interno: i Sacerdoti della Seax Wica Juan Espinoza e Tim Workman; la Sacerdotessa del Circle Craft Selena Fox; la Sacerdotessa della Wicca Dianica Cristina Pandolfo; i Sacerdoti della Wicca Gardneriana Yolanda Ruiz Puente e Mark; il Sacerdote della Wicca Celtica Lorenzo Tutore; l’Antropologa e storica delle religioni Angela Puca.

Attraverso il Code Qr è possibile ascoltare il loro intervento, in alternativa tutti gli interventi del Wicca Festival 2021 potete ascoltarli all’interno del canale YouTube della Italus Associazione. * ANIMA VERDE Anima Verde è un associazione che ha come intento quello di portare avanti tematiche di spiritualità,del folclore,dei culti antichi e magici ,dello sciamanesimo,della wicca,dell’olistica , animaliste, di solidarietà , del benessere , della natura , del vegetarianesimo e veganesimo. * Facebook: https://www.facebook.com/ANIMAVERDECALCATA * JUAN ESPINOZA Juan vive a Lima (in Perù) ed è un attivista e coordinatore dlela Seax Wica, ha lavorato personalmente con Raymond Buckland dal 2011 fino al 2017, attualmente il suo contributo è molto significativo per la diffusione della Seax Wca. * TIM WORKMAN Tim Workman è un Seax Wica ma pratica anche druidismo e magia cerimoniale. Tim è responsabile del Hrafn Temple of Seax-Wica, un tempio germanico/nordico/sassone della tradizione Seax-Wica. Il tempio di Hrafn è dedicato a Woden e Freya ed è ubicato a Springfield. Tim Workman vive a Springfield e cura il canale youtube Pagan Perspectives.

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* SELENA FOX Selena Fox sacerdotessa Wiccan, ambientalista, esperta di studi pagani, dell’ecopsicologia, delle religioni comparate e di ecospiritualità. Selena Fox conduce rituali pagani pubblici dal 1971, è stata anche citata in pubblicazioni cartacee, incluso un profilo su People Magazine nel 1979. Fox ha contribuito a organizzare la prima Giornata della Terra il 22 aprile 1970. Fondatrice della tradizione wiccan “Circle Craft”, è direttrice del Circle Sanctuary, uno dei più antichi centri pagani e chiese Wiccan d’America. Il Circle Sanctuary ha sede nella riserva naturale Circle Sanctuary Nature Preserve di 200 acri, fondato nel 1983. Fox è anche la fondatrice del Pagan Spirit Gathering, uno dei più antichi festival di spiritualità della natura negli Stati Uniti. Nel 1995 la Fox ha anche fondato il Circle Cemetery, un cimitero verde di 20 acri. Selene Fox è laureata in psicologia presso il College of William & Mary, ed è stata membro dell’American Psychological Association, dell’American Counseling Association, dell’Associazione per la Psicologia Transpersonale e dell’American Academy of Religion. * CRISTINA PANDOLFO In italia tale tradizione è legata alla Sacerdotessa Cristina Pandolfo, fondatrice del Domina Lunae. Cristina Pandolfo è una sacerdotessa dianica, praticante certificata di Plant Spirit Healing ed erborista esoterica. È anche un architetto paesaggista specializzato in giardini curativi e paesaggi terapeutici, formatasi in fitoterapia e terapia orticola, autore e

docente freelance. “Speculum Dianae. La Tradizione Dianica. Stregoneria e Misteri Femminili” è il libro scritto da Cristina Pandolfo, il primo in Italia a trattare della Wicca Dianica. La Wicca Dianica è una tradizione wiccan incentrata sul culto della Grande Madre. La fondazione di tale tradizione si deve a Zsuzsanna Budapest, una wiccan ungherese, che creò la prima Coven femminista, dando vita ad una serie di movimenti per l’emancipazione delle donne. In questa nuova corrente, la Budapest inserì elementi derivanti dalla stregheria italiana e il culto di Aradia. * YOLANDA RUIZ PUENTE & MARK Yolanda Ruiz Puente vive a Manchester, laureata in Storia dell’Arte presso la Complutense University of Madrid, gestisce il gruppo “Cerchio Magico Delle Streghe”, esperta di cristalli segue la tradizione gardneriana e collabora con la Pagan Federation. Marco Scalas, per gli amici Mark, vive a Manchester, diplomato come Chef all’alberghiero di Alghero, esperto di Erbe segue gli insegnamenti della tradizione gardneriana e collabora con la Pagan Federation.

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* ANGELA PUCA – Angela Symposium Angela Puca, Docente Universitaria in Antropologia delle Religioni. Ricercatrice nel campo della Filosofia e delle Scienze Religiose, gestisce il canale Youtube “Angela Symposium” in cui crea delle rubriche di approfondimento sulla stregoneria, la magia e la sua relazione con la religione, nonché sul paganesimo e sciamanesimo. Laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli, ha conseguito poi un Master’s degree in Eastern and Western Philosophies, ha un Dottorato di ricerca in Anthropology of Religion presso University of Leeds, specializzata in sciamanesimo e folklore. Nata a Napoli oggi vive a Leeds (nello Yorkshire, Inghilterra).

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* LORENZO TUTONE Lorenzo Tutone in arte Lollerimmo, è un esponente della tradizione Wicca Celtica. Siciliano, nato a Palermo, oggi vive in Germania, nella Westfalia. È un neuropsicologo, oltre ad essere laureato in logopedia. Il suo approccio alla Wicca inizia nella tradizione gardneriana, anche se poi abbandona tale corrente per seguire quella della Wicca Celtica.

* BUCKLAND MUSEUM OF WITCHCRAFT & MAGICK Il Buckland Museum of Witchcraft and Magick fu fondato nel 1966 da Raymond Buckland (fondatore della tradizione wiccan Sassone), ispirandosi al Museo della Stregoneria di Gerald Gardner. Nel tempo, la collezione di Raymond è cresciuta fino ad arrivare a ben oltre 500 manufatti, che vanno dagli antichi ushabti egiziani ai manufatti documentati dei processi alle streghe di Salem. Il Buckland Museum of Witchcraft and Magick è stato il primo museo del suo genere negli Stati Uniti con un approccio antropologico al mondo del folklore e del soprannaturale. Il museo ha avuto sede a New York dal 1966 al 1976, durante quel periodo è stato citato in numerosi articoli di riviste e giornali ed è stato oggetto di un documentario televisivo. Nel 1976, Raymond Buckland si trasferì nel New Hampshire dove trasferì anche il museo, dal 1977 al 1980. Dal 1980 al 1999 il museo è stato chiuso per riaprire brevemente a New Orleans nel 1999, ma solo nel luglio 2015 la collezione del museo è stata trasferita in Ohio ed attualmente è in mostra nella Buckland Gallery of Witchcraft & Magick, all’interno di A Separate Reality Records nello storico quartiere di Tremont, a Cleveland. * Sito internet: https://bucklandmuseum.org/

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* DOREEN VALIENTE FOUNDATION La Fondazione Doreen Valiente è stata costituita nel marzo 2011, come una fondazione di beneficenza per la tutela e valorizzazione dei testi e della collezione privata della Doreen Valiente. Doreen Valiente Dominy Edith, conosciuta anche con il nome d’arte di Ameth (Londra, 4 gennaio 1922 – Brighton, 1º settembre 1999), è stata una scrittrice, poetessa e sacerdotessa wiccan britannica, ricordata come una delle figura centrali della Wicca, anche come “madre della wicca”. Il suo nome è legato alla rinascita e allo sviluppo della Wicca tra gli anni cinquanta e settanta. Iniziata da Gerald Gardner, fu una delle prime sacerdotesse dell’originaria Bricket Wood Coven, poi grande sacerdotessa della tradizione gardneriana e infine membro dell’Arte di Cochrane e della Coven di Atho. * Sito Internet: https://www.doreenvaliente.com/

Tutta le interviste e i contenuti del Festival, foto, video ecc... potete consultarli nel Blog www.wiccafestival.blogspot.com e nel canale YouTube della Italus per chiedere maggiori informazioni scrivete a italus.info@gmail.com

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ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Italus è un’Associazione Culturale Wicca, senza scopo di lucro, apolitica, fondata sul volontariato, che opera nel campo delle spiritualità Wicca, della Cultura, del Benessere, dell’Ambiente e della Solidarietà e che, tramite attività rivolte ai soci e alla collettività, intende favorire la crescita culturale, etica e spirituale degli individui. Maggiori Info: Sito Ufficiale: https://www.italus.info Facebook: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl Twitter: https://twitter.com/ITALUS_forum

CENTRO STUDI DELL’ASSOCIAZIONE ITALUS (C.S.I.) Il Centro Studi dell’Associazione Italus riunisce tutte le persone interessate, professionisti e semplici appassionati, che hanno un serio interesse per: • lo studio dei diversi aspetti delle culture del mondo; • la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano (paesaggio e beni culturali); • lo studio, la pratica e la tutela della spiritualità comune wicca e in generale neopagana; • lo studio delle scienze naturali come supporto alla medicina occidentale; • uno sviluppo sociale, economico e tecnologico in armonia con la natura; • l’organizzazione di progetti d’interesse sociale.

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ITALUS E I SUOI PROGETTI

Maggiori Info: http://www.italus.info/centro-studi2.html

ARTEMISIA Rivista Artemisia è una rivista d’informazione, legata alla vita dell’Associazione Italus, ma con un occhio attento sul mondo che ci circonda, sulla cultura e sulla spiritualità Neopagana. Artemisia è una pubblicazione trimestrale on-line, gratuita, dunque non cartacea. Come organo di espressione dell’Associazione Italus, si propone come novità tra le pubblicazioni tipiche delle associazioni culturali. Maggiori info: http://www.artemisia1.blogspot.it

ITALUS EDIZIONI Italus Edizioni è un servizio editoriale (non è una vera e propria casa editrice) qualificato proposto dall’Associazione Italus a chi voglia avere la possibilità di veder stampati i propri libri in modo economico. Pubblichiamo libri, realizzati in vari formati, spaziando in ambiti disparati: saggistica e varia (storia, arte, fotografia, religione, filosofia, ecc.), narrativa, poesia, ecc. In formato cartaceo o anche digitale (e-book)! Maggiori info: http://www.italusedizioni.blogspot.it/

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SPIRITUAL WELL-BEING (benessere spirituale) Spiritual Well-Being è un progetto che propone incontri, corsi e pratiche tutte concentrate al benessere spirituale/energetico. Come Associazione siamo certi e convinti che l’uomo può vivere serenamente, che il segreto sta in noi e dobbiamo solo scoprirlo, siamo convinti che si può vivere felicemente, senza sofferenze. Cercheremo di dimostrarvelo, invitandovi a partecipare ai nostri incontri e di provare in prima persona. Maggiori info: http://spiritualbenessere.blogspot.it/

PAGAN SERVICES (Servizi Pagani) Pagan Services è una serie di servizi offerti dall’Associazione Italus per la comunità Neopagana Italiana. Pagan Services offre a chi lo desidera, Cerimonie di Handfasting, Rituali di Benvenuto, Handparting e Cerimonia di Commemorazione. Maggiori info: http://paganservices.blogspot.it/

ACCADEMIA WICCA ITALIANA (a.w.i.) Una vera e propria Scuola on-line, un percorso dalla durata di 3 Anni. Il nome Accademia infatti è stato adottato non per caso. Essendo la Wicca una spiritualità influenzata da varie correnti filosofiche ed esoteriche, è inevitabile quindi uno studio anche delle filosofie (quelle più influenti nella wicca) e della storia (sia della wicca ma anche della decadenza del paganesimo antico oltre che della stregoneria). Ecco quindi che come un’accademia “classica” si darà modo di studiare materie che arricchiscono culturalmente il “neofita” (affronteremo anche nozioni di alchimia per esempio). Come tutte le scuole, anche l’A.W.I. ha un programma teorico e pratico e prevede una serie di valutazioni, con promozioni o bocciature se non anche le espulsioni. Maggiori Info: http://accademiawiccaitaliana.blogspot.com/ ARTEMIDEA ArtemIdea è un e-commerce della Italus Associazione. Per poter garantire buoni servizi gratuiti o a prezzi molto economici abbiamo ritenuto opportuno creare un e-commerce per auto-finanziarci e far fronte alle varie spese associative.…. ARTEM IDEA può considerarsi un bazar, dove al suo interno si può trovare un po’ di tutto; - Bijoux, - Idee Regalo, - Arte Visiva, - Oggettistica, - Accessori, - Artigianato di vario tipo, con una sezione riservata alla - WICCA. Maggiori info: http://artemideashop.blogspot.it/ MEMORIE STORICHE Memorie Storiche ha come intento la promozione culturale e stimolare la conoscenza, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Concepiamo il viaggio (la visita) come occasione di arricchimento e di crescita personale, suscitando la curiosità delle persone per i nostri beni culturali in generale (musei, aree archeologiche, ecc.). È una iniziativa del Centro Studi dell’Associazione Italus. Al progetto collabora anche l’Associazione Artès.

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Maggiori Info: http://www.memoriestoriche1.blogspot.it


Maggiori Info: http://www.percorsitaliani.blogspot.it

SOPHIA Sophia è un progetto del Centro Studi della Italus Associazione. “Sophia” parla di Filosofia ma non la tratterà nel “modo classico”, ma in un “modo alternativo”. Il passato ci serve come spunto, ma è nel presente che vogliamo proiettarci! “Sophia” non vuole insegnare la filosofia, non vuole raccontare la biografia degli autori, ma vuole formulare nuove idee, nuovi pensieri, con persone comuni e pensanti, il tutto prendendo spunto dal pensiero passato proiettandolo però in un’ottica moderna. Maggiori Info su: http://www.progettosophia.blogspot.it

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PERCORSI ITALIANI Percorsi Italiani è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce dalla consapevolezza di vivere in una nazione particolarmente ricca di bellezze paesaggistiche, montane e marine, di tesori artistici e architettonici, di cultura e di storia. Grazie a chi collabora in questo progetto potremo creare video e guide totalmente gratuite!

I RACCONTI DEI NONNI I Racconti dei Nonni è un progetto della Italus Associazione. Il progetto intende raccogliere: fiabe, filastrocche, poesie, o anche storie di vita, che i nostri Nonni ci raccontavano quando eravamo piccoli. Vogliamo tutelare una memoria ormai labile, crediamo che perderla sarebbe un grande errore. Maggiori Info: http://italusassociazione.blogspot.it/p/i-racconti-dei-nonni.html

CLIO Clio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, l’intento è quello di commemorare i più importanti personaggi che hanno contribuito alla nascita del Neopaganesimo e, più in generale, influenzato l’Esoterismo moderno. Maggiori Info: http://www.clioprogetto.blogspot.it

GIORNATA DELLA MEMORIA PAGANA La Giornata della Memoria Pagana è un progetto dell’ Associazione Italus, che vuole ricordare tutte le vittime innocenti, uccisi o torturati, solo perché fedeli ad antichi culti pre-cristiani o a ideali diversi da quelli dominanti nei secoli scorsi. Esso si ispira al più conosciuto evento del Giorno Pagano Europeo della Memoria. Maggiori Info: http://www.memoriapagana1.blogspot.it

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SOLSTIZIO D’ESTATE Solstizio d’Estate, con questo progetto l’Associazione, con la collaborazione della Coven Wica Italica del Quadrifoglio, vuole condividere con chi lo vuole, i festeggiamenti del Solstizio d’Estate. L’Evento si svolgerà ogni anno nella città di Roma, nel fine settimana successivo al Solstizio d’Estate. Maggiori Info: http://www.solstizioestate.blogspot.it

L’ITALIA NEL CERCHIO L’Italia nel Cerchio è un progetto ideato dal Centro Studi Italus, nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di alcuni fra i più significativi siti archeologici d’epoca pre-romana presenti nella penisola. Si tratta d’insediamenti umani, di solito posti in altura, contornati da basse mura di pietre a secco dal tracciato più o meno circolare o ellissoidale, ancora non sufficientemente studiati, pur essendo da sempre conosciuti dalle popolazioni locali. Maggiori Info: http://www.italianelcerchio.blogspot.it

SAKROS Sakros è un progetto ideato dall’Associazione Italus, ambizioso ma non impossibile, l’idea è quello di creare una costruzione, un luogo, un sito, in cui ogni neopagano potrà riunirsi e celebrare le proprie divinità, i propri riti, la propria spiritualità. Maggiori Info: http://www.progettosakros.blogspot.it

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Le date e maggiori informazioni saranno pubblicate all’interno del Sito Internet dell’Associazione e nelle Pagine Facebook, Twitter e Instagram

www.italus.info

Per maggiori informazioni a riguardo scriveteci alla E-mail: italus.info@gmail.com *** *** *** Qui di seguito riportiamo i workshop e gli eventi in programma, i Workshop si spera che dalla primavera potremmo svolgerli sia dal vivo (con la presenza di altre persone), ma in ogni caso continueranno ad essere trasmessi anche online (all’interno del Laboratorio Italus).

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ITALUS ASSOCIAZIONE CULTURALE WICCA Programma Inverno 2022

* Gennaio - Feng Shui ---­­­­­­Il Feng Shui è un’antica arte cinese, che prende in considerazione gli aspetti della psiche e dell’astrologia. Durante questo workshop cercheremo di far comprendere questa nobile disciplina. * Febbraio - Rito wiccan di Imbolc / Februa ---* Febbraio - XI° Giornata della Memoria Pagana ---* Febbraio - Reiki ---Il Reiki è una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni fisici, emozionali e mentali. Non ha nessuna controindicazione e non sostituisce le cure mediche della medicina classica. Durante il Workshop cercheremo di far comprendere questa disciplina. * Marzo - Elemento Aria ---Parleremo dell’Elemento Aria, legato alla stagione primaverile. * Marzo - Rito wiccan dell’Equinozio di Primavera ---Maggiori info li troverete su www.italus.info - www.laboratorioitalus.blogspot.com *** *** ***

* Per saperne di più, sui Corsi che la Italus offre, potete farlo tramite il seguente link: www.spiritualbenessere.blogspot.it

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ITALUS COMUNICA SITO INTERNET (ufficiale): http://www.italus.info

E-MAIL (ufficiale): italus.info@gmail.com

FACEBOOK: https://www.facebook.com/italus.associazione/?ref=hl

TWITTER:: https://twitter.com/ITALUS_forum

Artemisia è consultabile gratuitamente su: * Issuu * piattaforma di pubblicazione digitale www.isuu.com/artemisia1

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ARTEMISIA

Anno XI°, N° 43 Qui di seguito riportiamo gli indirizzi di posta elettronica dell’Associazione Italus, strumenti di contatto tra l’Associazione e il pubblico tesserato e non.

Gennaio / Marzo 2022 *** *** *** *** *** *** DIRETTORE:

Sito internet dell’Associazione Italus: www.italus.info http://www.italus.info

Blog della Rivista Artemisia: http://www.artemisia1.blogspot.it

Tommaso Dorhe REDATTORI:

Sabrina Lombardini (Sibilla) Tommaso Dore Leron (Francis Voice) Claudia G.

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CONTATTI

GRAFICO - Art Director:

E-mail per informazioni generiche sull’Associazione italus.info@gmail.com

Fracesco - VoxGraphic (http://www.voxgraphic.it)

*** *** *** E-mail del Presidente dell’Associazione e del Consiglio Direttivo dell’Associazione italus.info@gmail.com

E-mail della rivista on-line Artemisia, per collaborare e inviare articoli; per comunicare con la rivista o inoltrare suggerimenti italus.info@gmail.com

E-mail per il Centro Studi Italus italus.info@gmail.com

Questa rivista non rappresenta un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001, essendo strumento informativo interno all’Associazione Italus. Il copyright degli articoli appartiene ai rispettivi autori.

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FORUM IL 2022 NELLA NUMEROLOGIA tenacia, rimanendo vittime della loro incostanza. Sarà l’anno in cui ritorneremo lentamente ma inesorabilmente alla normalità ma il rischio di tensioni sociali, economici, emotive sarà medio/alto.

Sommando le cifre che compongono il 2022 (2+0+2+2) abbiamo come somma il numero 6. Nella numerologia il SEI è L’OSCURA SCELTA. Simbolo della doppia immagine spirituale, di valenza ambigua. Rappresenta l’incontro dell’uomo con la sua scelta definitiva: il divino o la corruzione della materia (l’oscura madre terrena). I pitagorici, per riconoscersi, lo definivano con l’esagramma che era segno dell’adepto: “colui che non aveva ancora scelto”. Il SEI corrisponde a Venere, Afrodite, Ishtar. Era importante negli antichi misteri perché rappresentava le sei dimensioni di tutti i corpi. Secondo altre fonti, è simbolo di ciò che è terreno, ovvero “colui che cerca l’origine del male”. Ha il potere della bellezza e dell’armonia. Esprime socialità, amicizia fedele e ha la

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caratteristica di riuscire a rappacificare gli animi. Chi lo possiede nella propria numerologia avrà un carattere apparentemente debole ma astuto e disporrà di molto spirito di adattamento. Detto anche Hesa, il SEI indica equilibrio, stabilità. È anche un numero perfetto per eccellenza in quanto risultato sia della moltiplicazione che dell’addizione della triade: 1+2+3= 6 ; 1x2x3= 6. Il 2013 (per la Wica Italica) è l’anno dominato dall’Elemento Acqua, le sua caratteristiche sono la fluidità (dinamicità), la capacità di penetrare ovunque (superare gli ostacoli), la cedevolezza (intesa come lasciare per andare avanti, liberarsi da inutili pesi). Le persone nate in questo anno tendono ad essere dolci, con grandi capacità di adattamento e in grado di influenzare gli altri. In alcuni casi possono mancare di

MAGGIORI EVENTI DEL 2022 1º gennaio: la Francia assume la presidenza di turno dell’Unione europea. Gennaio: elezione del Presidente della Repubblica Italiana. Dal 4 febbraio al 20 febbraio: XXIV Giochi olimpici invernali a Pechino. Dal 4 marzo al 13 marzo: XIII Giochi paralimpici invernali a Pechino. 10 - 14 maggio: 66ª Eurovision Song Contest a Torino, in Italia 1º luglio: la Repubblica Ceca assume la presidenza di turno dell’Unione europea. Dal 21 novembre al 18 dicembre: XXII Mondiale di calcio in Qatar. Capitale italiana della cultura per il 2022 è la città di Procida, mentre la capitale della cultura europea per il corrente anno sono: Kaunas (Lituania), Esch-sur-Alzette (Lussemburgo) e Novi Sad (Serbia). Leron


La Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa e compie innumerevoli prodigi. A volte, è vero, lascia un po’ di carbone (forse perché è nero come l’inferno o forse perché è simbolo dell’ener-

gia della terra), ma in fondo non è cattiva. Curioso personaggio, saldamente radicato nell’immaginario popolare e - seppure con una certa diffidenza - molto amato. Fata, maga, generosa e severa... ma chi è, alla fine? Bisogna tornare al tempo in cui si credeva che nelle dodici notti fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione, altri invece una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche, ma il popolo non smise di essere convinto che tali vagabondaggi notturni avvenissero, solo li ritenne non più benefici, ma infernali. Tali sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni

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LE ORIGINI DELLA BEFANA

diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra Befana. C’è chi sostiene che è vecchia e brutta perché rappresenta la natura ormai spoglia che poi rinascerà e chi ne fa l’immagine dell’anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo aspetto laido, rappresentazione di tutte le passate pene, assume cosi una funzione apotropaica e lei diventa figura sacrificale. E a questo può ricollegarsi l’usanza di bruciarla. Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare. Come abbiamo avuto modo di vedere per le altre tradizioni italiane che si svolgono in tutto l’arco dell’anno, molte nostre festività hanno un’origine rurale, affondando le loro radici nel no-

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FORUM stro passato agricolo. Così è anche per la Befana. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.

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In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio. La Befana coincide quindi, in certe tradizioni, con la rappresentazione femminile dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità. Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso. Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai sca-

duto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini. I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell’anno passato. Il potere psicologico della Befana sui bambini è quindi molto forte ed i suoi aspetti pedagogici non vanno di certo trascurati. In alcune regioni, come il Lazio, la Befana è una figura molto importante ed intorno alla sua festa si svolgono importanti fiere culinarie, ma è anche l’ultimo giorno di vera festa, l’ultimo in cui si tiene l’albero di Natale a casa. Addirittura, in molte regioni d’Italia, c’è l’usanza, anche tra gli adulti, di scambiarsi dei regali più modesti rispetto a quelli del 25 dicembre, oppure, soprattutto


LA LEGGENDA DELLA BEFANA Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. LA TRADIZIONE DELLA BEFANA La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura “straniera” di Babbo Natale, rappresentava anche l’occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso. Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti. Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla

riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici, tradizioni e dell’autentica identità culturale. I RE MAGI Nella tradizione cristiana i Re Magi sono magi. La parola ‘mago’ che si usa per indicare questi personaggi non va identificata con il significato che oggi noi diamo. Il vocabolo deriva dal greco ‘magoi’ e sta ad indicare in primo luogo i membri di una casta sacerdotale persiana (in seguito anche babilonese) che si interessava di astronomia e astrologia. Potremo meglio nominarli: studiosi dei fenomeni celesti. Nell’antica tradizione persiana i Magi erano i più fedeli ed intimi discepoli di Zoroastro e custodi della sua dottrina che secondo il Vangelo di Matteo giunsero da oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, ovvero il re dei Giudei che era nato. I Magi provenienti da oriente, ovvero dalla Persia, furono, quindi, le prime figure religiose ad adorare il Cristo, al quale presentano anche dei doni crismali. LA STELLA COMETA DEI RE MAGI “La stella, veduta dai Magi, secondo l’opinione più probabile, dedotta dalle sue caratteristiche, era una meteora straordinaria, formata da Dio espressamente per dare ai popoli il lieto annunzio della nascita del Salvatore” Molto si è scritto su questa stella. Diverse sono state le ipotesi che possono riassumersi a tre: una cometa, una ‘stella nova’, una sovrapposizione di satelliti. Non si può neppure pensare ad una ‘stella nova’, bagliore prolungato emesso da corpi celesti invisibili al momento della loro

esplosione. Infatti nell’area di Gerusalemme non ne comparve nessuna tra il 134 a.C. ed il 73 d.C. La Grande Enciclopedia Illustrata della Bibbia sembra propendere per la terza ipotesi, già condivisa a suo tempo da Keplero: “Di tutte le spiegazioni possibili la più probabile rimane quella, in qualche modo accettabile sulle fonti, secondo cui si è trattato di un’insolita posizione di Giove, l’antica costellazione regale. L’astronomia antica si è occupata dettagliatamente della sua comparsa in un preciso punto dello zodiaco e l’ha identificata, sul grande sfondo di una religiosità mitologico-astrale molto diffusa, con la divinità più alta. Essa era importante soprattutto per gli avvenimenti della storia e del mondo, in quanto i movimenti di Saturno erano facilmente calcolabili. Saturno, il pianeta più lontano secondo gli antichi, era il simbolo del dio del tempo Crono e permetteva immediate deduzioni sul corso della storia. Una congiunzione di Giove e di Saturno in una precisa posizione dello zodiaco aveva certamente un significato tutto particolare. La ricerca più recente si lascia condurre dalla fondata convinzione che la triplice congiunzione Giove-Saturno dell’anno 6/7 a.C. ai confini dello zodiaco, al passaggio tra il segno dei Pesci e quello dell’Ariete, deve aver avuto un enorme valore. Essa risulta importante come una ‘grande’ congiunzione e, in vista della imminente era del messia (o anche età dell’oro), mise in allarme l’intero mondo antico”.

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tra innamorati, cioccolatini e caramelle.

Sabrina

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SAN VALENTINO

La festa di San Valentino ricorre ogni anno il 14 febbraio. È una famosa ricorrenza dedicata agli innamorati e celebrata in gran parte del mondo (soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Estremo Oriente). L’originale festività religiosa prende il nome dal santo e martire cristiano San Valentino da Terni, e venne istituita nel 496 da Papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana delle Lupercalia (in onore al Dio Lupercus, protettore del bestiame ovino e caprino), celebrati dal 13 al 15 febbraio. Gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco avevano culmine il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati, apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore dei cristiani.

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Per “battezzare” la festa dell’amore, il Papa Gelasio I nel 496 d.C. decise di spostarla al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati. Tale tradizione fu poi diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica dedicata al santo in Terni, attraverso i loro monasteri prima in Italia e quindi in Francia ed in Inghilterra. Molte tradizioni legate al santo sono riscontrabili nei paesi in cui egli è venerato come patrono. La figura di Valentino come santo patrono degli innamorati viene tuttavia messa in discussione da taluni che la riconducono a quella di un altro sacerdote romano, anch’egli decapitato pressappoco negli stessi anni.

Secondo il popolare racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino: l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, vinta la resistenza di questi, si scoprì che la giovane era gravemente malata. Il centurione chiamò Valentino al capezzale della giovane morente e gli chiese di non essere mai più separato dall’amata: il santo vescovo lo battezzò e quindi lo unì in matrimonio a Serapia, dopodiché morirono entrambi. Da questo aneddoto fu la figura del Santo fu accostato agli innamorati. Per la cronaca esistono altre versioni, ma questa è la più antica e diffusa. Sebbene la figura di San Valentino sia nota anche per il messaggio di amore portato da questo santo, l’associazione specifica


che fanno ritenere che la giornata di San Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del II millennio. Fra questi c’è la fondazione a Parigi, il 14 febbraio 1400, dell’”Alto Tribunale dell’Amore”, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore. La pratica moderna di celebrazione della festa centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medioevo, e potrebbe essere in particolare riconducibile al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell’amor cortese. Alla sua diffusione contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della Basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo. Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione

anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino è lo scambio delle “valentine”, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza. La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengono spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, dopo Natale. La più antica “valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). L’uso di spedire “valentine” nel mondo anglosassone risale almeno al XIX secolo. Il processo di commercializzazione della ricorrenza continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amorosi iniziò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori, o gioielli.

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con l’amore romantico e gli innamorati è quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine è controversa. Una delle tesi più note è che l’interpretazione di San Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel “Parlamento degli Uccelli” associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. Tuttavia alcuni studiosi hanno messo in dubbio questa interpretazione. In particolare, il fidanzamento di Riccardo II sarebbe da collocare al 3 maggio, giorno dedicato a un altro santo omonimo del martire, San Valentino di Genova. Non v’è dubbio tuttavia che a metà del mese di febbraio si riscontrino i primi segni di risveglio della natura e nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, si riteneva che in questo perioso iniziasse l’accoppiamento degli uccelli e quindi l’evento si prestava a considerare questo momento idoneo agl’innamorati. Pur rimanendo incerta l’evoluzione storica della ricorrenza, ci sono alcuni riferimenti storici

Claudia

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IL CARNEVALE

Il carnevale è una festa la cui tradizione si perde nella notte dei tempi. La sua storia nasce dall’ultimo banchetto che si era soliti allestire prima del periodo di Quaresima Il carnevale è senza dubbio la festa più pazza e variopinta dell’anno, dove tutto è permesso e dove il gioco, lo scherzo e la finzione diventano, per un po’, una regola. Si tratta di una delle ricorrenze più diffuse e popolari del mondo, basti pensare all’immensa notorietà di cui godono eventi come il Carnevale di Rio o quello di Venezia che non mancano di attirare milioni di turisti. Ma cos’è il Carnevale? Da dove nasce la sua tradizione? Il termine “carnevale” deriva dalla locuzione latina carnem levare – ovvero, letteralmente, “privarsi della carne” – che si

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riferiva all’ultimo banchetto che tradizionalmente si teneva l’ultimo giorno prima di entrare nel periodo di Quaresima e quindi nel “martedì grasso” che precedeva il “mercoledì delle ceneri”. Il martedì grasso è da sempre l’occasione per gustare i dolci tipici del carnevale, come le chiacchere chiamate anche frappe o bugie, le frittelle o castagnole e tutte le golosità che cominciano a comparire sempre prima nelle pasticcerie e negli store. Si tratta, dunque, di una festa tipica dei Paesi a tradizione cattolica anche se, come spesso accade, la sua saga è stata “rielaborata” a partire da pratiche ben più antiche. Per esempio nell’Antico Egitto erano soliti tenersi periodi di festa in onore della dea Iside durate i quali si registrava la presenza di gruppi mascherati; una consuetudine simile a quelle delle feste in onore del dio Dioniso in

Grecia e dei “saturnali” romani, che avevano in comune, oltre che l’uso del travestimento, il fatto di rappresentare un temporaneo “rovesciamento dell’ordine precostituito”, da cui la pratica dello scherzo ed anche della dissolutezza. IL CARNEVALE: ORIGINE E DIFFUSIONE Fu su questo substrato – peraltro comune anche ad altre civiltà assai diverse da quelle europee – che l’Europa cattolica rielaborò la festa del carnevale dandogli un significato all’interno del calendario cristiano. Le prime testimonianze dell’uso del termine nel significato con cui oggi lo conosciamo, risalgono al XIII secolo sia nella zona di Firenze che in quella di Roma. Ben presto divenne tradizione in quasi tutta la nostra penisola e si espanse in


Da segnalare anche la tradizione del carnevale Ambrosiano, la cui particolare durata – finisce infatti con il “sabato grasso” quattro giorni dopo rispetto al tradizionale martedì – sembra risalire ad un pellegrinaggio del vescovo Sant’Ambrogio che aveva annunciato il suo ritorno “In tempo per celebrare con i milanesi le ceneri”. A causa del suo ritardo, la popolazione posticipò il rito alla domenica successiva per attendere il suo Pastore, “modificando” la consuetudine carnevalesca.

IL CARNEVALE IN ITALIA Inutile dire che i festeggiamenti del carnevale, soprattutto in Italia, sono molteplici e affondano le loro radici nei secoli: Viareggio, Cento, Satriano, Acireale, Fano, Putignano, Verona, Striano sono solo alcune delle tradizionali rassegne carnevalesche oggi considerate fra le più importanti del mondo, ognuna con i suoi peculiari ed inimitabili riti. Il Carnevale di Venezia, di gran lunga il più popolare nel mondo, è quello che possiede le origini più antiche: un documento originale datato 1094 fa menzione di un “pubblico spettacolo” nel periodo pre-quaresimale per le strade della città e la festa venne formalmente istituita dal Doge nel 1296. Dopo 800 anni di storia, il carnevale fu vietato da Napoleone nel 1797 dopo la sua occupazione armata della città perché giudicato “sovversivo” e fu “riportato alla luce” solo nel 1979. Ad Ivrea, invece, il carnevale si celebra dal 1808 ed è caratterizzato dalla originalissima “Battaglia delle Arance” che vede impegna-

te 9 squadre che rappresentano le diverse “contrade” della città, in stile Palio di Siena.

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tutto il mondo cristiano del tempo. Essendo legato all’inizio della Quaresima e quindi alla data della Pasqua, la collocazione precisa del Carnevale nel calendario varia di anno in anno: nel 2022 il martedì grasso cade il 1 marzo. Sostanzialmente il periodo Carnevalesco quest’anno va dal 13 febbraio al martedì 1 marzo.

Lorenzo Lucanto

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LA FESTA DEL PAPÀ

La festa del papà nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno, mentre in Italia viene festeggiata il 19 marzo. La prima volta che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ella orga-

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nizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. Nei Paesi che seguono la tradizione statunitense, la festa si tiene la terza domenica di giugno. In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù, ovvero in corrispondenza con la Festa di San Giuseppe. In alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria, e in Thailandia,

dove coincide con il compleanno dell’attuale sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.

Vanessa Utri


Il Presidente della Repubblica Italiana, nel sistema politico italiano, è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Il suo mandato dura 7 anni. Tutti i poteri del Presidente Il Presidente della Repubblica può, sentiti i Presidenti della Camera e del Senato, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata. È il Presidente a nominare il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, nomina i ministri. Nomina cinque dei quindici giu-

dici della Corte Costituzionale. Può nominare senatori a vita cinque cittadini italiani che si siano distinti per particolari meriti nei confronti del Paese. Presiede il Consiglio superiore della magistratura (CSM), l’organo di autogoverno dei giudici. Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri. Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune. COME VIENE ELETTO In Italia il presidente della repubblica è eletto dal parlamento in seduta comune, cioè da camera e senato riuniti. All’elezione

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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

partecipano inoltre i 58 delegati eletti dai consigli regionali (tre per ogni regione, a eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno solo). Secondo la costituzione, i delegati regionali devono essere scelti in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze. È consuetudine quindi che i consigli regionali scelgano uno dei tre delegati tra le file dell’opposizione, mentre gli altri due sono scelti tra le cariche principali degli organi regionali: presidente della regione, vicepresidente della giunta, presidente del consiglio regionale o capogruppo del partito di maggioranza. I componenti dell’assemblea sono chiamati “grandi elettori”, anche se spesso con questo nome si indicano solo i delegati delle regioni. L’assemblea che elegge il presidente sarà quindi composta da 1.009 persone: 630 deputati, 321 senatori (315 più i sei senatori a vita) e i 58 delegati regionali.

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L’aula in cui si vota è la camera dei deputati, a palazzo Montecitorio, e il presidente dell’assemblea è quello della camera. COME SI VOTA L’elezione avviene a scrutinio segreto: votano prima i senatori, poi i deputati e, per ultimi, i delegati regionali. Lo spoglio delle schede lo fa il presidente della camera, che legge ad alta voce i nomi dei candidati. Per esseri eletti, nei primi tre scrutini serve la maggioranza dei due terzi (672 voti), mentre dalla quarta votazione in poi basta la maggioranza assoluta, cioè il 50 per cento più uno (505 voti).

Bandiera / stendardo presidenziale

CHI PUÒ DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Secondo l’articolo 84 della costituzione, può diventare capo dello stato “ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici”. Francesco Cossiga, eletto a 57 anni, è stato il presidente della repubblica più giovane. Pertini invece, che è diventato capo dello stato a 82 anni, il più anziano. Nessuna donna è stata ancora mai eletta presidente della repubblica italiana. Gli ex presidenti della repubblica sono presidenti sono definiti emeriti e diventano senatori a vita. Ci auguriamo che il prossimo Presidente possa essere saggio nella guida di questo paese. Francesco V.

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Palazzo del Quirinale, sede del Presidente della Repubblica


per via dell’ottimo granito, il clima mite che avrebbe favorito la conservazione del monumento ma soprattutto per le origini della nonna di Robert.

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LA GEORGIA GUIDESTONES

Martin propose di progettare l’opera nella zona di Elberton, soprattuto per via dei costi meno elevati e anche perché l’area era ritenuta dagli indiani “il centro del mondo”. Dopo vari studi, il luogo scelto fu nel terreno di proprietà di Mildred e Wayne Mullenix a circa 8 miglia di distanza da Elberton. Così il lavoro comincio.

La Georgia Guidestones è considerata la Stonehenge americana, è uno dei più enigmatici monumenti dell’era moderna, non tanto per le imponenti misure ma per le strane circostanze dietro la sua costruzione e l’enigmatico messaggio lasciato ai posteri. Tutto ebbe inizio un venerdì di giugno del 1979 quando un uomo che si faceva chiamare Robert C. Christian si presentò negli uffici dell’Elberton Granite Finishing Company Inc. in Georgia, con la richiesta di un monumento. Il presidente della compagnia, Joe Fendley, gli spiegò che loro non si occupavano di costruire monumenti per i privati, ma l’uomo insistette per conoscere il costo dell’opera. Fendley, dove aver visionato il progetto nei dettagli, presentò un preventivo all’insistente uomo. Quest’ultimo, lo stesso giorno si presentò alla Granite City Back,

dove mostrò la sua idea al presidente Wyatt C. Martin, al quale rivelò il vero nome: Robert C. Christian era infatti un nome fittizio visto il suo credo cristiano. Subito dopo l’incontro con il presidente della Granite City Bank, l’uomo se ne andò dicendo che sarebbe tornato per definire gli ultimi dettagli prima dei lavori. Qualche giorno dopo Fendley e Martin si incontrarono e visto che non avevano ricevuto nessuna notizia da parte di quel misterioso uomo, pensarono di essere rimasti vittime di uno scherzo. Ma dovettero ricredersi quando Robert tornò a fargli visita con un modellino in legno del progetto e l’idea di trovare il luogo ideale dove realizzare l’imponente monumento. La prima intenzione fu di erigerlo in un luogo isolato lontano dalla città come Hancock County,

Per supervisionare l’interò progetto fu scelto un uomo con 40anni di esperienza alla spalle, Joe Davis, che nonostante fosse in pensiona dal 1974 accetto quello che lui stesso considerò, vista la mole del monumento, “un’impresa quasi impossibile”. Ci vollero infatti diverse settimane per estrarre ciascun masso di granito. Charlie Clamp fu invece l’incisore dei 4000 caratteri che ricoprono le lastre di tutta la struttura. Un curioso ricordo viene proprio da lui che asserisce di aver udito, durante i lavori di incisione, strane voci e una musica misteriosa.. Il 22 marzo del 1980, dopo 9 lunghi mesi di lavoro, fu inaugurato il Georgia Guidestone. Parliamo ora della struttura; la Georgia Guidestone è alto circa 6 metri per un peso di 107 tonnellate. E’ formato da 4 lastre di

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granito disposte verticalmente ed equidistanti tra loro che formano una X e sopra di esse vi è una lastra rettangolare sorretta da un pilastro centrale. Quest’ultimo pilastro presenta due caratteriste particolari: ad altezza uomo è collocato un foro in direzione della stella polare e più in basso vi è un secondo foro che si allinea ai solstizi ed equinozi solari. Sulla pietra che copre la struttura vi è una fessura di 22 millimetri di diametro che permette il passaggio di una spiraglio di luce per indicare il giorno dell’anno. Quello che lascia esterrefatti e perplessi non sono tanto le dimensioni ma il messaggio di 10 regole o consigli, scritte in otto lingue moderne (inglese, spagnolo, ebraico, arabo, cinese, russo, swahili, hindi) sui lastroni verticali. I “Dieci Comandamenti” recitano: 1. Mantenete l’umanità sotto i 500 milioni, in equilibrio perpetuo con la natura. 2. Controllate la riproduzione in modo saggio, migliorando l’efficienza e la diversità della specie. 3. Unite l’umanità con una nuova lingua viva. 4. Dominate passione, fede, tradizione, e tutte le cose con ragione temperata. 5. Proteggete tutte le persone e le nazioni con leggi eque e corti giuste. 6. Lasciate il governo interno alle nazioni, e le dispute internazionali a una corte mondiale. 7. Evitate leggi futili e funzionari inutili. 8. Mantenete i diritti personali in equilibrio con doveri sociali. 9. Apprezzate la verità, la bellezza, l’amore, cercando armonia con l’infinito. 10. Non siate un cancro sulla

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Terra, lasciate spazio alla natura, lasciate spazio alla natura. Sulla pietra di copertura invece vi è inciso un messaggio molto più breve, in 4 lingue antiche (greco antico, babilonese, sanscrito e geroglifici egiziani): “Let these be guidestones to an Age of Reason” “Lascia che queste pietre-guida conducano a un’Era della Ragione” Robert raccontò a Martin che durante i sui viaggi in europa era rimasto colpito dal complesso di Stonehenge ma che nonostante gli suscitasse curiosità non trasmetteva nessun tipo di messaggio. Invece il messaggio che Robert e il suo gruppo voleva incidere sul granito volevano che si trasmettesse di generazione in generazione. Infine vicino alla struttura principale, sul lato ovest, vi è al suolo una “tavola esplicativa” con elencate le dimensioni, il peso, lo schema del monumento e la data della posa. Ai lati ci sono i 4 punti cardinali e le scritte riportano:

ze oscure e malvagie, altri dico che sia opera del “Nuovo Ordine Mondiale” e altri ancora dico sia solo una manovra pubblicitaria della città di Elberton famosa per il suo granito. Anche l’identità di Robert, che non fu mai svelata, suscitò molte teorie su chi fosse quell’uomo: alcuni ritengono che fosse un ricco petroliere texano, altri dicono che rappresentasse l’ordine segreto dei Rosacroce, fondato dall’esorcista tedesco Christian Rosenkreuz. C’è chi, oltre a supporre teorie sia anche arrivato a fare atti di vandalismo contro quello che per loro è il monumento del “Nuovo Ordine Mondiale”. Ha suscitato molto sgomento soprattutto il primo comandamento che dice di mantenere l’umanità sotto i 500 milioni e per molti non è altro che un’apologia al genocidio. Ad aggiungere altro mistero c’è il fatto che dopo terminati i lavori, tutto il materiale riguardante il progetto venne distrutto.

THE GEORGIA GUIDESTONES CENTER CLUSTER ERECTED MARCH 22 1980 LET THESE BE GUIDESTONES TO AN AGE OF REASON

Sulla lastra vi è riportata anche la sepultura di una capsula del tempo a circa 1,8 metri sotto terra, ma non vi è scritta la data di sotterramento ne di apertura. Questo monumento e i suoi “comandamenti” hanno suscitato molte perplessità e teorie più o meno stravaganti. C’è chi asserisce che è stata opera di for-

Giulia Orsini


Come tutti sanno i Vichinghi erano abili navigatori che hanno percorso migliaia di chilometri in mare e probabilmente, come molti sostengono, sono stati i primi a scoprire il Nord America molto prima di Cristoforo Colombo. Quello che resta un mistero è il loro navigare come unica bussola il sole, anche quando le condizioni atmosferiche non permettevano di localizzare il sole ad occhio nudo. In alcuni racconti Islandesi si racconta che questi straordinari navigatori utilizzassero le cosiddette “pietre del sole” con cui potevano localizzare il sole anche con le condizioni atmosferiche più avverse. Purtroppo in questi racconti non si fa riferimento ad una spiegazione sul loro “magico” funzionamento. Le prime ipotesi arrivarono nel 1969, quando un archeologo danese ipotizzo che le pietre servissero per misurare la polarizzazione della luce solare (la polarizzazione avviene quando la luce incontra un ostacolo, come

la nebbia o una superficie lucida, che fa assumere ai raggi solari un particolare orientamento). Purtroppo però non fu in grado di stabilire quale pietra potesse essere utilizzata dai Vichinghi per questo determinato scopo. Un aiuto più recente venne dalla Proceedings of The Royal Society A, che nel 2011 pubblicò una studio su questo enigma. Secondo i ricercatori, dietro la magica pietra utilizzata dai Vichinghi si celerebbe un minerale che

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IL SEGRETO DELLA NAVIGAZIONE VICHINGA

avrebbero effettivamente potuto utilizzare per orientarsi in mare. Si tratterebbe dello Spato d’Islanda, un cristallo di calcite trasparente, reperibile in Scandinavia in grado di polarizzare la luce solare e di rifrangerla permettendo così, con una semplice rotazione, di collocare esattamente la posizione del sole anche senza poterlo vedere ad occhio nudo. Il fisico Guy Ropars dell’università di Rennes ha condotto

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un esperimento su di uno Spato Islandese trovato a bordo della Alderney, una nave inglese affondata nel 1592. Questa pietra, secondo i suoi studi, potrebbe essere stata realmente utilizzata dagli antichi Vichinghi. La pietra è di circa un metro ed ha due divisori di navigazione che suggeriscono sia stata conservata con altri strumenti di navigazione.

Per questo esperimento, gli studiosi hanno arruolato 20 volontari che hanno guardato attraverso il cristallo nei giorni nuvolosi per cercare di individuare la posizione del sole. Il risultato è stato stupefacente. I volontari riuscivano a trovare il sole con un solo grado di errore sui 360°. I ricercatori pensano che, molto probabilmente, la pietra sia stata utilizzata sulla nave elisabettiana per correggere gli errori di una

normale bussola magnetica, per esempio durante la fase del tramonto quando il sole non era più visibile sotto l’orizzonte. L’ulteriore prova di queste loro teorie è il ritrovamento di alcune pietre delle stesso tipo in alcuni siti Vichinghi, anche se purtroppo è molto difficile collocarle in un corredo funerario dal momento che spesso i Vichinghi cremavano i loro defunti. Valeria Dosa


Speciale OROSCOPO 2022

A cura di Sibilla Astro Pag. Facebook: “Antro di Sibilla Astro” * SEGNI D’ACQUA *

♋️ CANCRO: I mesi migliori saranno maggio e giugno durante i quali avrete successo professionale ed economico. Invece luglio e agosto saranno ottimi per l’amore, mentre novembre e dicembre daranno concretezza sul lavoro.

♏️ SCORPIONE: Siete fra i segni favoriti quest’anno. Da gennaio a maggio saranno i mesi più interessanti. Il 2022 è un anno risolutorio per molte situazioni che vi stanno a cuore. Osate nei cambiamenti, il cielo vi sostiene! Non mancheranno ottime opportunità nelle collaborazioni professionali e nelle contrattazioni d’affari. Giove vi aiuterà a rimettere in ordine il fisico e avrete un maggiore interesse per lo sport.

♓️ PESCI: Anche per voi buone notizie dal 2022. Siete il segno più fortunato dello Zodiaco. L’arrivo di Giove vi posiziona sul podio. Nei prossimi mesi toccherete il cielo con un dito. Avrete moltissime novità in arrivo, tanto da poter realizzare i sogni nel cassetto. Per alcuni nati, l’arrivo di una casa nuova, per altri, invece, una convivenza o un matrimonio. La professione gode di ottima salute e promette ottimi guadagni. Non si esclude una compravendita, un prepensionamento, una liquidazione, una macchina nuova, mol-

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Speciale

tissime novità che rendono questo 2022 davvero speciale! * SEGNI D’ARIA *

♊️ GEMELLI: Venite da periodi pesanti e Giove sembra avervi abbandonato.Ma oramai siete diventati autosufficienti e tutto questo grazie all’appoggio di Saturno. Definito l’austero dello Zodiaco, in realtà per voi dei Gemelli è una vera e propria guida che vi sosterrà per tutto l’anno solare. Un supporto che vi renderà sicuri di voi stessi ad esempio nell’amore, dove una maturità affettiva potrebbe sfociare in qualcosa di più importante, oppure nel lavoro dove una maggiore responsabilità vi porterà molte soddisfazioni.

♎️ BILANCIA: Il 2022 sarà molto interessante. Avrete nuove opportunità. Siate più presenti nel lavoro, nelle amicizie e in amore. Nei mesi tra maggio e giugno, potreste avviare un investimento. Un consiglio: cambiate look.

♒️ ACQUARIO: Con l’allontanamento di Giove proverete un

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forte calo emotivo e psicofisico, ma tenete duro e non perdete la motivazione. Se manterrete alta l autostima nel 2022 potreste arrivare sul podio. A causa di Saturno, potreste essere intolleranti, instabili e petulanti. Siete il segno più anticonformista dello Zodiaco, il timone della vita è tutto nelle vostre mani, ecco perché l’anno solare può essere ribaltato e vissuto con successo e intraprendenza. Mettete da parte la pigrizia, aprite le porte ai sogni e tutto sarà più magico. * SEGNI DI TERRA *

il vostro stress. Ripresa positiva da giugno a settembre.

♑️ CAPRICORNO: Un 2022 di grande ripresa lavorativa, sentimentale e di successo negli affari. Grazie a Venere vi sentirete fortunati, l’amore andrà bene e anche a livello economico le cose avrammo una spinta positiva. Potreste avere una eredità, una vincita, un contratto. Sarebbe consigliabile tenere un diario dove annotare i propri successi. * SEGNI DI FUOCO *

♉️ TORO: Ancora in compagnia di Urano e della sua instabilità. Per voi che amate avere la terra sotto i piedi le cose non saranno semplici. Approfittatene per sondare il terreno e capire cosa sia meglio per voi. Possibili colpi di fulmine e cambiamenti di rapporti sul lavoro. I mesi migliori saranno maggio, giugno e settembre.

♍️ VERGINE: Servirà da parte vostra uno sforzo ad essere pazienti perché non sarà facile mantenere la calma. Ogni situazione potrebbe essere vissuta con difficoltà ma non cadete nel pessimismo. Siate più propositivi. La prima parte dell’anno porterà preoccupazioni a livello economico non scaricate su chi avete intorno

♈️ ARIETE: il 2022 porterà grande energia e dinamismo. Starà a voi decidere in quale ambito indirizzare queste potenzialità. Il consiglio è di seminare per raccogliere i frutti dal mese di Ottobre quando terminerà l’opposizione di Giove. Fortunatamente Saturno in Sagittario per tutto l’anno darà la pazienza e la diplomazia necessaria.

♌️ LEONE: il 2022 sarà ottimo per i progetti lavorativi in quanto ci saranno molti cambiamenti e solo la vostra grinta potrà accettare le sfide che si presenteranno. Puntate alto, a progetti ambiziosi


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e cercate di mettere a frutto il vostro talento. Il futuro è vostro.

♐️ SAGITTARIO: Anno di dubbi e incertezze. Approfittate del periodo primaverile che porterà importanti cambiamenti per la presenza di Giove favorevole. In amore ci saranno scelte importanti, è il momento di fermarsi e di riflettere sui propri sentimenti.

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DOSSIER LE ORIGINI DEL MITO DEI DRAGHI

Che abbia le squame o le piume, le zampe o le ali, i barbigli o le zanne, il drago è l’animale fantastico più raffigurato. Non c’è regione del pianeta che non conosca leggende legate alla sua figura. Come mai? Da dove hanno origine i miti che ne parlano? E, soprattutto, si tratta sempre di pura fantasia? In effetti c’è oggi anche chi ne dubita. «Mentre per animali sicuramente esistiti in Italia, come la lince o il castoro, mancano quasi del tutto testimonianze storiche, per il drago la letteratura è abbondante, segno che qualcosa di concreto probabilmente c’era», dice Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia e cultore della materia. A parte i bestiari medievali, bellissimi ma frutto più di elu-

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cubrazioni filosofiche che di considerazioni scientifiche, sono soprattutto i trattati di scienze naturali del ’500 e del ’600 a riportare le testimonianze più impressionanti. Ulisse Aldrovandi, medico e naturalista bolognese, descrive con dovizia di particolari un drago ucciso nei dintorni di Bologna nel 1572: senza ali e con due sole zampe, era lungo appena un metro. Sempre Aldrovandi riferisce che in Svizzera, nel 1499, «fu catturato un lunghissimo drago munito di orecchie», e che in Francia fu catturato e portato al re Francesco I «un drago alato». Una guida alle montagne svizzere, del 1723, sconsigliava di attraversare certi passi perché vi erano stati avvistati draghi. Un anziano di Lienz, per esempio, si

era imbattuto sull’Alpe Commoor in un orrendo drago nero con striature gialle. Nel 1689 lo storico sloveno Valvasor, accorso a vedere un “drago” ritrovato dopo un violento acquazzone, scrive: «Era lungo appena una spanna e aveva l’aspetto di una lucertola. In definitiva era un verme». La piena doveva aver trascinato a valle un proteo, una sorta di salamandra cieca e dalla pelle rosea che vive in caverna. Anche in culture molto lontane dalla nostra, come quella assira, la figura del drago è presente. Qui compare inseguito dall’eroe Merodach. E non mancano i draghi di mare, anche se è difficile pensare che col loro mezzo metro di lunghezza siano collegabili ai draghi acquatici. Di certo è intervenuta anche la fantasia, trasformando antichi e sconosciuti scheletri di dinosauro in “ossa di drago”. L’inconscio ha poi fatto il resto: visto in origine come una creatura benefica, simbolo di fertilità, il drago ha poi acquistato immeritatamente una cattiva reputazione, diventando l’immagine del male che il cristiano deve estirpare. Così San Siro sconfigge il dra-


gone che campeggia sullo stemma di Genova. San Leucio riduce in catene il drago di Atessa (Chieti). E per quello di Terravecchia, in Calabria, si scomoda nientemeno che la vergine Maria. Draghi morti insieme alle pestilenze di cui erano il simbolo. Un altro ammazza draghi fu Uberto Visconti che, secondo la leggenda, eliminò il biscione raffigurato nello stemma di Milano mentre divora un bimbo. Proviamo a ricostruire un ritratto di drago, come se fosse effettivamente esistito. In genere i draghi vengono descritti di: grandi dimensioni (fino a trenta metri), barba sotto mento e collo, tre ordini di denti, sibilo terribile. Che queste bestie possano non avere zampe è stato categoricamente smentito dal naturalista svizzero Konrad Gesner nel 1551: «Tutti i draghi hanno zampe». A differenza degli altri rettili, però, il drago è un animale a sangue caldo. Non si spiegherebbe altrimenti la sua capacità di adattarsi ai climi più diversi e di mantenersi in attività giorno e notte, in tutti i periodi dell’anno. Il corpo è ricoperto da scaglie

cornee lunghe una ventina di centimetri, più morbide su ventre e collo. Le loro sfumature di colore sono dovute al diverso contenuto di minerali, ma predominano il verde, il rosso, il blu, il nero e il dorato. Nel 1449, per esempio, l’intera città di Canterbury fu testimone dell’epico scontro tra un drago rosso e uno nero. Curiosamente, la muscolatura draghesca non consente la corsa. In compenso tutti i draghi, a parte quelli orientali, hanno le ali. Ma per sostenere una bestia di quella mole le ali dovrebbero essere larghe 200 metri, anche supponendo che le ossa siano cave e quindi leggere come quelle degli uccelli. Peter Dickinson ha “scientificamente” trattato in un libro le caratteristiche fisiologiche dei draghi, ha ipotizzato che le ali servano in realtà solo per manovrare, e che il drago si sollevi come un dirigibile, “gonfiandosi” con un gas più leggero dell’aria, l’idrogeno, liberato da una reazione chimica nel suo stomaco. Quando poi questo gas infiammabile venisse esalato, potrebbe essere incendiato usando i denti

I draghi più piccoli sono chiamati anche basilischi. Hanno corpo affusolato, zampe tozze e una cresta sulla testa. Nonostante siano lunghi appena un metro, il fiato di questi draghetti è terribilmente distruttivo: incendia i campi e avvelena i ruscelli. Ma l’arma più letale del basilisco è lo sguardo: una sua occhiata uccide all’istante. Attenzione anche a infilzarlo. Il sangue del basilisco, come di molti draghi, è così corrosivo da sciogliere spade e armature. E scioglie anche la carcassa del drago, spiega Dickinson per giustificare la mancanza di ritrovamenti fossili.

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come pietre focaie: ecco spiegate anche le fiammate. L’idea non è così peregrina: dopotutto le mucche producono metano, un gas altamente infiammabile.

Secondo la leggenda, la riproduzione come avviene? Dopo l’accoppiamento, la femmina depone un singolo uovo, grande pressappoco quanto uno di struzzo. Alla nascita il piccolo può essere scambiato per un lucertolone, ma a nove mesi le sue dimensioni sono già quelle di un grosso cane. Sempre secondo la leggenda, i draghi vivono a lungo, 500 o anche 1000 anni.

Lorenzo Lucanto

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LA FATA dell’epoca, che indossavano copricapi conici (hennin) e lunghi abiti colorati. Man mano venne attribuita loro la verga (bacchetta) magica che possiamo ritrovare anche nell’Odissea (Circe). Successivamente ogni fiabista ha aggiunto particolari al loro carattere. Uno spaccato di come sono le fate lo troviamo ne La bella addormentata sia di Perrault sia dei fratelli Grimm ed ancora in Pinocchio, dove alla Fata turchina viene ufficialmente assegnato il colore blu, colore del sovrannaturale e della magia.

La fata è un essere etereo e magico, una sorta di spirito della Natura. La fata è una creatura leggendaria presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese, ma che trova comunque figure affini nelle mitologie dell’Europa dell’Est. Nell’originale accezione dell’Europa meridionale (senza influenze celtiche) è totalmente sovrannaturale, cioè non ha nulla di umano se non l’aspetto. Il nome fata deriva dall’altro nome latino delle Parche, che è Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero “destino”).

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ORIGINE L’immagine che noi abbiamo di una Fata ben si accosta a quella delle dame del XIV secolo. Le fate sembrano ereditare i loro poteri ed il loro aspetto da alcuni personaggi della mitologia classica, ovvero principalmente dalle ninfe e dalle Parche. Come le ninfe, esse sono spiriti naturali che hanno sembianze di fanciulla; come le Parche presiedono al destino dell’uomo, dispensando vizi o virtù. Le prime fate appaiono nel medioevo come proiezione delle antiche ninfe, ma vengono per la prima volta ufficializzate verso la fine del medioevo e prendono l’aspetto classico delle dame

ORIGINE MITICA Fin dai tempi più remoti si è sempre ritenuto che gli esseri fatati, quelle creature che rappresentano l’infinità contenuta nel cuore e nell’anima di ciascuno di noi, avessero origini più antiche di quelle umane e perfino di quelle animali; quindi, essendo stato creato per ultimo, l’essere umano è considerato come una forma di vita che ha ancora molto da imparare dalle altre specie. L’origine delle fate è da sempre stata varia a secondo delle culture e per questo motivo ci vengono fornite diverse teorie che spiegano la nascita di tali creature. Una leggenda islandese, poi convertita in un racconto cristiano da parte dei monaci missionari, afferma che Eva era intenta a lavare i suoi figli, quando Dio le rivolse la parola; allora ella, impaurita, nascose i figli che ancora non aveva lavato. Quando Dio le chiese se tutti i suoi figli fossero presenti, Eva gli rispose di si e ciò provò la collera di Dio che


Una tradizione popolare, diffusa nelle campagne influenzate dalla cultura celtica, invece, afferma che questi essere fatati siano “angeli caduti”, condotti fuori dal paradiso da Lucifero ma non abbastanza crudeli da essere rinchiusi nell’inferno e quindi destinati ad abitare sulla terra; inoltre si afferma che in base al luogo del loro atterraggio essi assumano le caratteristiche dell’ambiente, come ad esempio le fate che sono cadute nell’acqua che si sono trasformate in ondine o ninfe marine. Una credenza, nata dalla mitologia greca, sull’origine delle fate, ma per molti considerata la più importante, narra di tre dee, figlie di Zeus, responsabili della vita dell’uomo; queste dee venivano chiamate Parche e custodivano nelle loro mani un filo lunghissimo, prezioso e magico che rappresentava il destino degli uomini. Ogni giorno la dea più anziana lo tesseva con infinita cura e lo misurava con particolare attenzione, mentre la dea più piccola lo tagliava e quando venivano infastidite dal comportamento degli umani erano in grado di tagliarlo di netto e di aggrovigliarlo nel più fastidioso dei modi in modo da infliggere una giusta punizione alla razza umana. CREDENZE LOCALI Nei racconti popolari della Romagna un posto di rilievo è dedicato agli esseri fatati. Uno studio pubblicato nel 1927

da Nino Massaroli (Diavoli, diavolesse e diavolerie in Romagna) rappresenta quasi sempre la fata, « quale fiorisce nelle novelle del focolare romagnolo, sotto forma di una veccia-vecchina; pulita, linda, dall’aria casalinga e simpatica di nonnina (…) Essa ha un preciso e gentile incarico, un esatto compito: disfare i malefici delle streghe; difendere le creature prese di mira dai geni del male, dai mostri della notte (…) Le fatine romagnole amano mostrarsi sotto forme piccolissime (…) La fata romagnola abita nella cappa del camino, sulla quercia dell’aia, nei pignattini del pagliaio » (il pagliaio romagnolo s’erge sull’aia a forma conica retto da un’asta interna, sulla cui cima mettono un orinale od un pignattino per scongiurare le streghe). Le fate romagnole dispensano protezione in particolare ai bimbi appena nati. Per ricevere la loro benevolenza occorreva svolgere vari rituali scaramantici come quello di offrire pani bianchi o rosate focacce durante il loro passaggio, che in vari luoghi dell’Alpe di Romagna, avviene al vigilia dei morti, o la notte di Natale o dell’Epifania. In Bretagna le fate vengono chiamate druidesse. Hanno il potere di penetrare i segreti della natura ed inoltre hanno la possibilità di apparire dal mondo dell’invisibile; esse abitavano in fondo ai pozzi, in riva ai torrenti, in oscure caverne o nelle parti più remote delle foreste ed il loro potere principale, potere simile alle maghe orientali, era quello di poter trasformare gli uomini in bestie. Nelle leggende bretoni le fate rivestono un ruolo molto importante in quanto si credeva che la

loro amicizia o il loro odio potessero decidere della felicità o della disgrazia di una famiglia: con l’avvento di una nuova nascita, i Bretoni avevano gran cura di apparecchiare, in una camera appartata, una tavola servita abbondantemente, con lo scopo di ottenere il consenso favorevole da parte delle fate, di onorarli della loro presenza ed infine per dedicare le loro belle doti al nuovo nascituro. Altre antiche leggende narrano che quando tutti dormivano, le fate lavoravano nelle fattorie, o nelle botteghe, e per imbonirsi i loro favori si offrivano loro dei doni in modo da ricevere protezione e fortuna; invece, quando c’era il fallimento dei raccolti o il susseguirsi di malattie piuttosto che dare la colpa al destino, o all’inefficienza umana, venivano incolpati gli spiriti maligni che venivano scacciati con riti e incantesimi. Nei romanzi cavallereschi e nei racconti compaiono sovente una fata buona, che la maggior parte delle volte viene sconfitta, e una fata cattiva, che gode di una potenza maggiore. Ad oggi ci sono molti monumenti a riprova della credenza nelle fate come ad esempio le grotte delle Fate, dove la gente si reca faticosamente perché si afferma che al loro interno ci sia un’acqua che possegga delle virtù miracolose; inoltre ci sono parecchie fontane consacrate ad alcune fate, le quali tramutavano in beni preziosi la mano degli indiscreti che lordavano le loro sorgenti.

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dichiarò: “Come tu hai nascosto i tuoi figli alla mia vista, così essi rimarranno per sempre nascosti alla tua!”; tramite questo racconto si presume quindi che le fate un tempo fossero mortali puniti per colpa dei peccati di Eva.

ASPETTO Le fate sono tutte di sesso femminile ed hanno le sembianze di una donna non molto alta e molto gracile dalla pelle chiarissima,

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DOSSIER quasi perlacea. Il loro abbigliamento è quello tipico delle donne del XIV e XV secolo con il caratteristico Hennin (ovvero un lungo cappello conico o a tronco di cono) ed abiti variopinti. Ogni fata indossa un abito di un unico colore che rispecchia la sua personalità. Inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità (quasi ogni fata presenta infatti una parte del corpo bovina o caprina, come code, zoccoli ed alcune persino la testa) e cappelli lunghissimi per sembrare più alte.

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VITA Le fate vivono molto a lungo, ed una volta che finiscono la loro vita non muoiono, ma si incantano nei propri palazzi dove restano per l’eternità. Nonostante possano raggiungere età molto avanzate, hanno la possibilità di mostrarsi sotto qualsiasi spoglia esse vogliano, che sia di bambina, di giovane o di anziana. Hanno infatti pieni poteri di trasformarsi in ciò che vogliono. La nascita delle fate è avvolta nel mistero. Alcune ipotesi ritengono che le fate siano prodotti spontanei della natura o anche che abbiano una madre comune,

una specie di ape regina che le origina tutte. Varie fonti letterarie attestano che le fate abitano spesso in palazzi sotterranei molto lussuosi, accessibili solo da personaggi prescelti. Non è neppure raro che le fate sposino umani, le loro figlie tuttavia raramente ereditano poteri. COMPITI Sono esseri che hanno come compito quello di vegliare sulle persone come angeli custodi, quindi di dispensare pregi e virtù tramite le loro Fatagioni (Basile) e di proteggere i bambini, vengono infatti definite “comari” (o


CARATTERE La loro indole tuttavia non è univocamente buona. Oltre alla vanità ed all’egocentrismo che le distingue, sono fortemente permalose ed irascibili, un solo torto può scatenare la loro ira ed il loro dispetto può trasformarle in furie e può spingerle a lanciare maledizioni. Hanno quindi oltre ad un ruolo di premiazione anche un ruolo fortemente punitivo. FATE DI COTTINGLEY Nel 1917, due ragazze, Frances Griffith e Elsie Wright, scattarono alcune foto ritraendole in compagnia di fate. Sul primo momento nessuno diede credito alla storia delle bambine, neanche le loro madri, che infatti tennero segrete le foto. Nel 1919 però la madre di Elsie Wright inviò le fotografie

della figlia ad un’associazione teosofica. Sir Arthur Conan Doyle, si interessò al caso, scrivendo un libro: The Coming of the Fairies (1922). La storia aveva raggiunto una portata enorme, negli anni ottanta, anno in cui morirono le protagoniste del caso, queste rivelarono la verità. Il tutto fu il frutto di uno scherzo, le due bambine ritagliarono del cartone dandogli la forma di una fata per poi colorarlo e aggiungergli dettagli. Nel 1986, Francis, era in età piuttosto avanzata, confessò la falsità delle prime quattro foto, e aggiunse che la quinta fu l’unica ad essere stata realmente scattata in compagnia di fate e gnomi veri.

gnamento delle arti femminili del tessere e del filare amavano scendere nottetempo a valle per intrattenersi nelle danze con i pastori locali seguendo scrupolosamente il rituale di ritirarsi in montagna prima del sorgere del sole. Le sembianze del dio Cervo (Cernunnos) sono presenti, tra l’altro, sui capitelli della cripta della chiesa di S. Lorenzo a Montemonaco (AP). L’edificio sacro si trova in una zona chiamata Vallegrascia (Valle Grassa) e la sua dislocazione sicuramente fa riferimento a questa divinità del Popolo delle Fate che rappresentava l’abbondanza (viene sempre raffigurato con la cornucopia mentre amorevolmente nutre i serpenti).

LE FATE DEI MONTI SIBILLINI Le Fate dei monti Sibillini animano le narrazioni, le leggende e le tradizioni di magia e simbolismo legate al territorio compreso tra il monte Vettore e il monte Sibilla (nell’Appennino centrale). Descritte come giovani donne di gradevole aspetto abitatrici della grotta della Sibilla, oracolo degli Appennini, esse costituivano la sua stessa corte. Dedite all’inse-

LA FAIRY ART Si definisce Fairy Art un movimento artistico tipicamente britannico che ha a che fare con la raffigurazione di fate in pittura, illustrazione e fotografia: durante il periodo vittoriano, la raffigurazione artistica delle fate conobbe il suo periodo di massimo splendore, con artisti come Arthur Rackham e John Anster Fitzgerald.

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madrine nella accezione moderna) e si prendono cura di un figlioccio che viene o affidato loro dai genitori stessi, o viene da loro prescelto. Spesso le fate scelgono il proprio protetto sottoponendolo ad una prova di carità, solitamente tramutandosi in mendicanti bisognosi.

Sabrina

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L’ELFO Talvolta alcuni possono essere capricciosi e talvolta benevoli con l’uomo che li rispetta, possono donare oggetti magici a coloro che sono puri di cuore e spirito e che desiderano aiutare. Sanno forgiare spade e metalli, fino alla conoscenza della magia. In origine pare che gli elfi siano stati concepiti come anime di defunti, poi furono venerati anche come potenze che favorivano la fecondità. Di qui la distinzione, nella mitologia norrena, fra Døkkálfar, “elfi delle tenebre”, e Liósálfar, “elfi della luce”.

L’Elfo è uno spirito o genio della mitologia norrena e non solo. La parola Elfo deriva dall’Inglese antico ælf o elf, a sua volta proveniente dal proto-germanico albiz, dal linguaggio norreno álfar e dall’alto tedesco medio elbe. *Albiz potrebbe provenire dalla lingua protoindoeuropea nella quale *albh (da cui trae origine anche il termine latino “albus”) bianco . Gli elfi sono simboli delle forze dell’aria, del fuoco, della terra, dell’acqua e dei fenomeni atmo-

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sferici in generale. Essi sono spiriti simili agli umani, alti e magri ma forti e velocissimi, volto pulito, sereno, orecchie leggermente a punta. Sono descritti con una grande vista e un udito molto sensibile. Non hanno barba, hanno capelli neri o argentei e occhi brillanti che si dice penetrino la persona fino a conoscerne i pensieri, si dice che siano dotati di telepatia. Hanno voce splendida e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, con grande rispetto per i quattro elementi e per la natura.

Abitano principalmente sugli alberi o in alcune foreste nascoste. Non danneggiano mai e in nessun modo la natura perché per loro è parte essenziale della loro vita ed esistenza. Nutrono una grande considerazione per la natura, concepita come una entità, un gran spirito eterico, madre di tutti gli esseri. Essi riescono a camminare senza lasciare tracce, sono immuni alle malattie e resistono alle temperature estreme. Gli elfi hanno vita lunga invecchiando senza che la loro bellezza venga intaccata dal tempo. Si dice che siano immortali ma non invulnerabili alle ferite di spade, frecce e ai veleni, e che quindi possano essere uccisi. Molteplici sono le leggende legate a questa figura mitologica, alcune delle quali parlano delle cattiverie che essi compiono nei confronti degli uomini e dei rapimenti dei bambini umani. Gli elfi hanno una forte gerarchia al capo della quale stanno le regine e i re delle colline delle


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fate, riconoscibili perché spesso ricoperti da un fresco manto di biancospini. MITOLOGIE SCANDINAVA, SCOZZESE E CELTICA Nei libri Fantasy la nascita degli elfi ed il loro comportamento spesso variano a seconda di ciò che decide l’autore; tuttavia gli elfi furono soggetti per primo alla mitologia nordica, la quale, creandoli, diede loro una nascita che è bene non dimenticare. Gli Alfar (è così che in lingua scandinava si chiamano gli elfi), nacquero, secondo la leggenda ovviamente, dai vermi che divorarono il cadavere di Ymir (gigante della mitologia norrena importante per la cosmogonia e la cosmologia nordica). MITOLOGIA SCOZZESE Secondo la mitologia scozzese gli elfi si dividono non in Døkkálfar, “elfi delle tenebre”, e Liósálfar, “elfi della luce”, bensì in Corte Benedetta e Corte Maledetta. La Corte benedetta è un gruppo di faeries “buoni” che sono opposti alla Corte maledetta. Secondo alcune leggende la Corte benedetta è il popolo della mitologia celtica dei Tuatha de Danann. Tuatha de Danann I Tuatha de Danann è un popolo di esseri divini della mitologia celtica molto simili agli Elfi (si possono praticamente considerare elfi perché come questi ultimi sono alti, affascinanti, abili nella caccia, nella poesia e nella magia). Secondo alcune leggende vennero cacciati dal Paradiso a causa della loro enorme conoscenza; secondo altre essi vennero dall’Oriente su di una barca circondata dalla nebbia.

Quando, dopo che essi conquistarono l’Irlanda, che era dei Fomoriani e venne invasa dai Milesi, si rifugiarono nelle viscere della Terra e da quel momento furono conosciuti come Daoine Sidhe. Altre versioni dicono che salparono verso il Paradiso Celtico. Daoine Sidhe Dopo che i Milesi guidarono i Tuatha de Danann sottoterra, essi presero questo nome (non dimentichiamo che erano comunque Elfi ma solo di un’altra mitologia!). Loro re era Finvarra che da quel giorno regna nel suo palazzo sotto la collina fatata di Knockma. Essi sono abili giocatori di scacchi e mai nessun mortale è riuscito a battere il loro re, che era un vero donnaiolo e rapiva pure donne umane. MITOLOGIA SCANDINAVA Nella mitologia scandinava ci sono gli Ellefolk, esseri che per comportamento sono simili agli

Elfi e sono alti circa un metro. Essi, come gli Elfi hanno un rapporto privilegiato con la natura e possono passare attraverso i quattro elementi fondamentali: aria, acqua, fuoco e terra. Sono grandi conoscitori delle erbe magiche e medicamentose e hanno un particolare fiuto per i tesori nascosti. Le loro donne sono di una bellezza travolgente e sono abili seduttrici. Un umano però non può avvicinarsi perché basta un solo respiro degli Ellefolk perché l’umano si prenda una terribile malattia. GLI ELFI NEL GENERE FANTASY Agli inizi del XX secolo, con il nascere della letteratura fantasy, gli elfi diventano perfetti protagonisti di racconti e romanzi. Un esempio di questo fenomeno sono gli scritti di John Ronald Reuel Tolkien, autore de Il signore degli Anelli, che descrive gli elfi come creature di bell’aspetto,

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con voci melodiose e cristalline, abili nella forgiatura delle spade, molto agili e immortali se non uccisi in battaglia, riprendendo i canoni della mitologia norrena. Gli elfi continuano ad apparire in molti romanzi fantasy. Terry Brooks ne sceglie uno come protagonista del suo libro La spada di Shannara, descrivendolo come di struttura esile e di statura medio bassa, ma dotato di grande agilità. Alla fine del XX secolo l’immagine dell’elfo viene profondamente cambiata dai libri di J. K. Rowling, che nella saga di Harry Potter li descrive come domestici

al servizio dei maghi, piccoli, esili e dotati di innati poteri magici, quindi molto lontani dalle loro precedenti descrizioni. In alcuni romanzi gli elfi vengono descritti anche come esseri simili alle fate. Nel XXI secolo, Christopher Paolini, nei suoi romanzi, riprende l’immagine dell’elfo come un essere di aspetto gradevole, ma fisicamente molto più forte di un uomo e con poteri magici straordinari. Paolini descrive gli elfi anche come esseri intriganti e affascinanti, ma talvolta ambigui. Nel Mondo Emerso di Licia Troisi gli elfi sono creature pre-

senti solo nei ricordi delle persone. Essi sono emigrati nelle Terre Ignote e, a differenza degli elfi di Paolini e di Tolkien, sono scontrosi e rigidi. Inoltre saranno proprio loro ad attaccare le razze del Mondo Emerso per porre la loro fine e l’inizio della loro Era.

Giulia Orsini


Il termine gnomo venne introdotto nella magia rinascimentale e nell’alchimia per indicare uno spirito ctonio, mentre in seguito il termine è stato adottato nel folklore europeo ed utilizzato nella letteratura fantasy per designare spiritelli legati alla terra. Paracelso fu il primo a menzionare gli gnomi, facendone derivare il nome dalla radice greca gnosis (“conoscenza”). Paracelso considerava gli gnomi spiriti della terra e del sottosuolo, e sosteneva che potessero spostarsi all’interno del terreno con la stessa facilità con cui gli uomini

camminano sopra di esso. Inoltre, sempre secondo Paracelso, i raggi del sole hanno il potere di trasformare gli gnomi in pietra. Tutti questi elementi sono anche tipici dei nani della mitologia nordica; queste due figure sono in effetti spesso sovrapposte e difficilmente distinguibili anche nel folklore e nella letteratura fantasy. Talune fonti confondono anche gli gnomi con altre creature fantastiche (soprattutto dei boschi), per esempio elfi e goblin. Nel folklore europeo, gli gnomi (detti anche folletti o piccolo popolo) sono creature fatate simili

a uomini minuscoli. Sono tradizionalmente rappresentati come baffuti e barbuti, e a volte dotati di caratteristici cappelli a cono, spesso di colore rosso. Abitano nei boschi, e sono (come fate, nani ed elfi) strettamente legati alla natura in cui abitano. Gli gnomi appaiono frequentemente nelle fiabe della tradizione folcloristica germanica (e, per esempio, nei racconti dei fratelli Grimm); sono generalmente rappresentati come vecchietti minuscoli e burberi, che vivono sottoterra e custodiscono tesori. Uno dei testi moderni più celebri sugli gnomi è il libro Gnomi (Leven en werken van de Kabouter) dell’illustratore naturalistico olandese Rien Poortvliet e di Wil Huygen, che ne descrisse minuziosamente (“pseudoscientificamente”) usi e costumi, corredando la sua opera di illustrazioni che sono entrate nell’immaginario collettivo come rappresentazioni tipiche del “piccolo popolo”. Secondo Poortvliet, gli gnomi costruiscono case sotto le radici degli alberi, si dedicano a curare gli animali della foresta, conoscono gli usi medicinali delle erbe. Da Gnomi e dai successivi libri di Poortvliet fu tratto il cartone animato David Gnomo amico mio.

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LO GNOMO

NELLA LETTERATURA In diversi libri di Oz, a partire da Ozma di Oz appare un malvagio “re degli gnomi”. Tolkien ha usato il termine “gnomo” in alcune opere giovanili per indicare la seconda delle tre schiere degli elfi che intrapresero il loro viaggio verso Valinor; nelle successive stesure dei suoi rac-

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conti Tolkien attribuì alla seconda schiera il nome di Ñoldor. Un’eco di tale precedente denominazione del popolo Noldor si ritrova nelle appendici del romanzo Il Signore degli Anelli nelle quali Dama Galadriel viene definita la più grande tra le donne gnomiche. Gnomi moderni, estremamente comici, sono quelli della trilogia del Piccolo Popolo dei Grandi Magazzini, di Terry Pratchett, anch’essi di provenienza extraterrestre. Gli gnomi appaiono anche nel ciclo di Discworld, ancora di Pratchett; in queste opere, essi sono anche detti goblin. Nella saga di Shannara di Terry Brooks, le creature chiamate “gnomi” non corrispondono assolutamente all’immagine tradizionale del piccolo popolo. Nel racconto esoterico I Tarocchi degli Gnomi (Torino 1988) di Giordano Berti, il protagonista è uno gnomo chiamato Sichen, la cui avventura si sviluppa in dieci luoghi diversi, corrispondenti alle Sephiroth dell’Albero della Qabbalah. Gli gnomi appaiono anche nella serie di libri di Harry Potter, in particolare nel romanzo Harry Potter e la camera dei segreti. Gli gnomi sono presenti anche nelle tre trilogie fantasy create da Licia Troisi Cronache del Mondo Emerso, Guerre del Mondo Emerso e Leggende del Mondo Emerso, in esse gli gnomi vivono insieme agli umani e hanno anche delle loro terre natie, la Terra delle Rocce e la Terra del Fuoco. Dalla descrizione fatta gli gnomi del Mondo Emerso arrivano come altezza al seno delle donne e le donne gnomo, a differenza degli gnomi o nani di Tolkien le quali hanno la barba, le gnome del Mondo Emerso invece sono belle, lo gnomo più famoso

di tutte e due le trilogie è Ido, il maestro della protagonista della prima trilogia, Nihal. GNOMI ITALIANI Molte razze di gnomi italiani sono descritte nel libro Il fantastico mondo degli gnomi di Dario Spada. Nel libro Ardusli e gli gnomi dell’Appennino, Giovanni Zavalloni descrive un piccolo popolo che vive in una valle segreta dietro una cascata dell’Appennino Tosco-Emiliano. Gnomi molto primitivi sono quelli “di caverna” raccontati da [Francesca D’Amato nei libri Gnomi di caverna: i custodi dei tesori del sottosuolo e Avventure sotterranee per gnomi di caverna. Questi gnomi, ispirati al folklore alpino italiano, vivono sottoterra, coltivano radici, custodiscono tesori, sono coperti di pelliccia e non usano vestiti. Guido Gozzano racconta di gnomi in La danza degli Gnomi. Il racconto viene inizialmente pubblicato sul Corriere della Sera e poi nel libro La danza degli Gnomi e altre fiabe. Nella danza degli Gnomi due sorellastre danzano con loro, una graziosamente, ricevendo in dono “bellezza e ricchezza, una con malagrazia, venendo trasformata in un mostro”. Nel Bellunese si tramandano le storie legate al Mazaròl, un benevolo ma altrettanto suscettibile e vendicativo gnomo. Ad Asiago (VI) e in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni da secoli vivono i sanguinelli o salvanelli, creature accomunabili agli gnomi e ai folletti che vivono tra le rocce e nelle tane ricavate alla base degli alberi. Esseri positivi e amichevoli, i sanguinelli di Asiago e dei Sette Comuni si limitano a fare degli

scherzi agli esseri umani. “Pèrdarse nela pèca del sanguinèlo” significa “smarrire la strada dopo aver calpestato l’impronta del sanguinello”. Gli gnomi dell’Altopiano rappresentano il collegamento tra i sanguinelli e le altre creature fantastiche dei boschi con il genere umano, anche con un’azione tesa alla riscoperta della fantasia e al rispetto dell’ambiente naturale. Sull’Appennino bolognese, in particolare tra Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro, si narravano leggende di piccoli esseri, chiamati Barabén, oppure Barabanén, o anche Mazapécc, Sèltapécc o più semplicemente spìrit, che avevano l’abitudine di giocare scherzi do ogni genere ai viandanti sui sentieri boschivi. Ispirandosi parzialmente a quelle leggende, lo scrittore Giordano Berti ha pubblicato Il Monte dei Folletti, romanzo fantasy ambientato sull’Alpe di Monghidoro. In Val Cavargna, in Provincia di Como si sono conservate nella tradizione popolare alcune leggente sui folletti locali, chiamati Bragola e Pelus di Kongau. Questi folletti sono esseri di piccola statura dalle lunghe braccia, pelosi, simili a scimmie, velocissimi ad intrufolarsi ovunque, coperti da pochi abiti a brandelli e con occhi piccoli e scintillanti. Per ricordare questa tradizione è sorto un villaggio degli gnomi presso l’Istituto Comprensivo di Como-Prestino posto nei pressi del Parco Metropolitano Spina Verde. Ogni anno vengono effettuate diverse attività all’interno di questo percorso di GnomoTino che è gemellato con quello di Gnomo Mentino a Bagno di Romagna nell’Appennino ToscoRomagnolo. Esiste un sito di ri-


catturarlo riceverà in dono tutto il suo oro. Nell’isola di Sardegna le tradizioni e leggende legate all’arcano, agli spiriti e alle creature fantastiche sono numerose, e quelle che riguardano gli gnomi si perdono nella notte dei tempi. Tra queste, si ricorda la foresta degli gnomi nel paese di Villacidro, che prende forma durante i 24 giorni dell’Avvento. I nomi degli gnomi di Sardegna inoltre

variano da paese a paese: a Sassari si trova il Pindacciu di li setti barretti, mentre nel Logudoro si incontra la creatura detta Ammuttadore. Altri spiritelli associati agli gnomi sono i Mazzamurreddus, i Baottus, i Maschingannas (questi ultimi spesso confusi con i Tialus, i demoni), gli Arestes e così via.

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ferimento sugli Gnomi del Lario realizzato senza scopi di lucro ma solo per attività didattiche ([1]). A Paola, un comune della Calabria in provincia di Cosenza che si affaccia sul Mar Tirreno, vive il Baganiedd anche conosciuto come Baganiello, un omino tarchiato dalle fattezze primitive. Porta un cappello ed ha le due mani fatte una di paglia ed una di ferro. Custodisce un grande tesoro e si dice che chi riesca a

Claudia

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I FALSI MITI DELL’ALIMENTAZIONE

Nonostante gli scienziati studino da anni quello che mangiamo (e la chimica che ne sta alla base) e noi siamo sempre più istruiti sulla nutrizione, i falsi miti dell’alimentazione sono ancora molto diffusi. Quando si tratta di cibo, i “falsi miti”, ovvero le affermazioni di cui praticamente tutti siamo convinti ma che non sono, sono davvero tanti. Quali sono i principali? Qualche esempio?

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La buccia di mele e pere è ricca di vitamine. Falso, ce ne sono di più nella polpa. Il glutammato dà il mal di testa. Non è vero! Lo zucchero di canna è migliore di quello bianco. Non è scientificamente provato.

La fettina di vitello è il tipo di carne più nutriente. Rilassatevi, non è così. L’anemia si cura mangiando spinaci. Ma anche no... Non è vero che le ostriche hanno poteri afrodisiaci. La nostra lista di smentite potrebbe continuare a lungo. Il mito diventa credibile quando si innesta su qualcosa di cui sono tutti sicuri: per esempio il fatto che l’intervento dell’uomo peggiori il prodotto, mentre di solito nell’industria alimentare vale esattamente il contrario. Bio o non bio? La moda del cibo biologico e la fissazione per tutto ciò che è “naturale” a volte può far perdere il

senso della realtà e far temere la chimica presente nei prodotti alimentari industriali. Ma anche in natura esistono, in piccole quantità molecole addirittura cancerogene, come nel succo d’arancia e nel basilico. Niente paura, quindi a usare lo zucchero raffinato: la sua molecola è identica a quella dello zucchero grezzo e non va demonizzato, ma solo consumato con misura. E ancora, il glutammato, tanto temuto e colpevolizzato, è un sale presente in molti alimenti - pomodori, parmigiano, pesce - e non è cancerogeno o allergenico.

Arved


Zucchero di Canna e Zucchero Bianco: qual’è la loro differenza in termini di calorie e benefici? Sveliamo tutti i falsi miti che negli ultimi anni hanno trasformato questa sostanza in un vero e proprio nemico della salute. *Zucchero bianco e zucchero di canna: qual è la differenza? Chimicamente, tra zucchero bianco e zucchero di canna, non c’è alcuna differenza. La molecola dello zucchero bianco e dello zucchero grezzo di canna è infatti esattamente la stessa, ovvero il saccarosio. Mentre lo zucchero bianco contiene solo saccarosio, quello grezzo contiene alcuni residui di melassa che gli conferisce il colore giallognolo. *Lo zucchero bianco è più calorico rispetto a quello di canna? Assolutamente No. Entrambi forniscono 4 cal per grammo.

*Lo zucchero bianco deriva esclusivamente dalla barbabietola? Non solo. Questo deriva anche dalla canna ma viene purificato. Lo zucchero di canna può essere dunque bianco o scuro se contenente residui di melassa; quello della barbabietola è invece sempre e solo di colore bianco. *Lo zucchero grezzo e integrale è migliore di quello raffinato? No. Il fatto che lo zucchero grezzo contenga più impurità e melassa, non apporta alcuna proprietà benefica all’organismo da un punto di vista nutrizionale. Quei pochissimi minerali che contiene non sono infatti avvertiti come “salutari” dal nostro corpo. Inoltre: il processo industriale al quale viene sottoposto lo zucchero derivato dalla barbabietola o dalla canna, non danneggia assolutamente il prodotto. La lavorazione infatti, non fa altro che

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LO ZUCCHERO

estrarre il saccarosio dalle impurità presenti nella melassa. Il Saccarosio proveniente dalla canna viene ulteriormente purificato con dell’idrossido di calcio e carbone attivo. Di queste sostanze, a lavorazione finita, non resta alcuna traccia. Il saccarosio derivante dalla barbabietola viene purificato aggiungendovi del diossido di zolfo. Nello zucchero bianco rimangono delle infinitesime quantità di anidride solforosa, impercettibili al nostro corpo. Pensa che la quantità presente nel vino è di 10 volte maggiore! *Zucchero di canna grezzo e zucchero bianco, la conclusione? Chimicamente e da un punto di vista nutrizionale, non c’è alcuna differenza nell’assumere zucchero bianco o bruno. Come per

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la maggior parte delle sostanze e alimenti, vale sempre la stessa regola: ciò che fa davvero male alla salute è l’abuso. Un po’ di zucchero non può altro che addolcirci la giornata! Ricordatevi che lo Zucchero Integrale non è altro che lo Zucchero di Canna o Zucchero Bruno, tutto è solo un solo gioco di parole che fa comodo al marketing . IL FRUTTOSIO Parliamone…. Il Fruttosio è uno zucchero semplice. Lo troviamo soprattutto nella frutta e nel miele e può essere considerato a tutti gli effetti il responsabile del classico sapore dolce che questi alimenti hanno. In linea di massima, si potrebbe dire che il fruttosio è lo zucchero più dolce presente in natura e spesso, proprio per questo suo alto potere dolcificante, viene consigliato al posto del saccarosio, quando si soffre di diabete o quando si è in sovrappeso. *Ma il fruttosio fa male o bene? Cerchiamo di rispondere a questa domanda, esaminandone i pro e i contro. *I Pro…. Uno dei pro del fruttosio è rappresentato dal potere dolcificante, che può essere considerato superiore di circa il 33% a quello del glucosio e doppio rispetto a quello del saccarosio. Vantaggi anche per quanto riguarda l’innalzamento dell’indice glicemico, che è di molto inferiore a quello apportato dagli altri zuccheri. Tra l’altro il fruttosio può essere utilizzato in maniera utile anche come conservante e come edulco-

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rante. Per quanto riguarda il primo caso, non dobbiamo dimenticare che le molecole di cui questo zucchero è costituito hanno la capacità di attirare molta acqua. Per questo si dimostra un eccellente conservante naturale, in quanto non favorisce lo sviluppo delle muffe. Il fruttosio, inoltre, viene spesso utilizzato nei prodotti dolciari, perché ha un potere dolcificante piuttosto alto, che lo rende preferibile al saccarosio. I vantaggi sono anche quelli del risparmio, perché ne basta la metà, per ottenere lo stesso effetto che si avrebbe con il saccarosio. *I Contro…. Fra i contro del fruttosio, sicuramente va annoverato l’Aumento del Grasso. Corrisponde ad uno dei falsi miti alimentari il fatto che il fruttosio possa far dimagrire. Se se ne consumano quantità eccessive, il tutto va a svantaggio della nostra forma fisica, perché si verifica un innalzamento dei lipidi nel sangue, che ha come risultato finale l’accumulo di grasso.

dalla fruttosemia. Quest’ultima è una malattia genetica che si manifesta a partire dai primi anni di vita. Se si assumono cibi contenenti fruttosio, si manifestano sintomi come vomito, ipoglicemia, danni a livello del fegato e ritardi nella crescita. Tutto ciò accade perché il fegato di questi soggetti non riesce a smaltire in maniera adeguata il fruttosio ingerito, il quale assume così un aspetto tossico. Alla fine usate tranquillamente lo Zucchero Bianco o di Canna (non fanno male e non fanno ingrassare di per sé, ma nemmeno dimagrire), cercate però di moderare o eliminare il consumo di Fruttosio in formato di zucchero (consumate a volontà invece la frutta e la verdura, che fanno sempre bene). Mangiate poco e variegato, seguendo la splendida, completissima e salutare Dieta Mediterranea! Siate svegli, non seguite le mode….

Non bisogna poi dimenticare che il metabolismo del fruttosio determina una produzione sovrabbondante di acido urico. Si tratta di una molecola tossica, che deve essere espulsa dall’organismo, se non si vuole incorrere in altri problemi, come, per esempio, la gotta, determinata proprio dall’accumulo di acido urico nelle articolazioni. Con l’uso del fruttosio in quantità eccessiva si può avere anche un aumento dei trigliceridi nel sangue. Inoltre a queste controindicazioni si può aggiungere anche il caso particolare rappresentato

Arved


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IL GLUTINE

Ultima arrivata fra le mode alimentari, quella della dieta senza glutine rischia di essere persino peggiore delle altre. Si basa sull’idea che il glutine, presente in molti cereali come frumento, segale, farro, provochi numerosi malesseri e faccia male. Il rimedio? Eliminare con soluzioni fai da te un’intera classe di alimenti, che però sono proprio quelli che stanno alla base della dieta mediterranea. Ovvero i cereali e, soprattutto, il grano. Il glutine è una molecola piuttosto grossa, formata da due proteine: lo si trova in pane, pasta e dolci (prodotti con farine di cereali) ma anche in una serie di cibi industriali come sughi o cioccolato, in cui è usato per dare consistenza. Esistono, in effetti, persone che non possono mangiarlo, perché sono allergiche o celiache. Ma, accanto a chi soffre davvero di queste malattie, si infittisce la schiera di chi esclude il gluti-

ne dalla dieta perché pensa che sia nocivo, o perché è “sensibile”: avverte cioè disturbi simili a quelli di chi è celiaco, pur non essendolo. COS’È IL GLUTINE? È una miscela di proteine, soprattutto gliadina e glutenina, che si forma durante l’impasto di farine di alcuni cereali con acqua. Il glutine non è quindi presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si genera solo in seguito all’aggiunta di acqua e alla applicazione di forza meccanica, con la formazione dell’impasto. Dal latino gluten, che significa colla, il glutine è quindi l’elemento che dà elasticità agli impasti: può anche essere introdotto in aggiunta a certe preparazioni, per arricchire di proteine alcuni alimenti. IN QUALI CIBI SI TROVA? Il glutine si trova in molti cereali: frumento, farro, kamut (grano egiziano spesso ritenuto erroneamente senza glutine), triticale,

spelta, orzo, segale, così come nel malto dei cereali elencati e i nei loro derivati come il seitan. L’avena per ragioni complesse, molto di frequente è contaminata dal glutine. Non c’è nel riso e nel mais. È VERO CHE IL GLUTINE FA MALE? La risposta breve è No. Esistono, in effetti, persone che non possono mangiare il glutine, perché sono allergiche o celiache (vedi una delle domande seguenti). Ma, accanto a chi soffre davvero di queste malattie, si infittisce la schiera di chi esclude il glutine dalla dieta perché pensa che sia nocivo, o perché è “sensibile”: avverte cioè disturbi simili a quelli di chi è celiaco, pur non essendolo. I primi, ovvero quelli che pensano che il glutine sia nocivo, semplicemente sbagliano: nessuna ricerca ha mai dimostrato che il glutine sia in sé dannoso, anche

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se le campagne di marketing tendono a farci credere il contrario. È una moda che arriva dagli Stati Uniti, dove le diete “gluten free” hanno ricevuto il sostegno entusiasta di celebrità come Gwyneth Paltrow e Oprah Winfrey, e il giro d’affari delle aziende che producono alimenti ad hoc è quintuplicato in 5 anni. Anzi, gli studi scientifici stanno dimostrando che in chi non è celiaco l’esclusione del glutine non solo è inutile, ma potrebbe essere potenzialmente perfino dannosa. Uno studio, pubblicato dal British Medical Journal, ha seguito oltre 110.000 uomini e donne per 26 anni, evidenziando che nei non celiaci l’esclusione del glutine non riduce il rischio cardiovascolare: gli autori hanno inoltre scoperto che l’alimentazione gluten-free nei non celiaci si associa spessissimo a una riduzione del consumo di cereali integrali, con risultati opposti: aumenta il rischio cardiovascolare. COS’È LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE? Chi soffre di sensibilità al glutine accusa disturbi digestivi, debolezza e malesseri vari, che spariscono con una dieta gluten free. Ma non ci sono analisi in grado di diagnosticare questa condizione, che non provoca le alterazioni degli esami del sangue né le lesioni della parete dell’intestino che vediamo nei celiaci. Ci si arriva, quindi, per esclusione: il paziente ha disturbi, non è celiaco né allergico, perché i test sono negativi, e si conclude che è sensibile al glutine. I punti critici sono però numerosi. Per esempio, alcune ricerche hanno documentato che, in

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una percentuale non piccola di pazienti, la sensibilità al glutine è frutto della suggestione. In altri casi, invece, i disturbi potrebbero sì essere legati all’alimentazione, ma non al glutine. CHE COSA È LA CELIACHIA? La malattia celiaca è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine soltanto in soggetti geneticamente predisposti. In questi, il glutine provoca una reazione anomala del sistema immunitario, che aggredisce l’organismo, in particolare i villi intestinali. Infiammandosi, i villi regrediscono in misura proporzionale alla gravità della celiachia, compromettendo la loro capacità di trasportare le sostanze nutritive essenziali. In un regime alimentare rigorosamente privo di glutine, gli effetti negativi sono reversibili e la mucosa dell’intestino è in grado di rigenerarsi. Attenersi per tutta la vita a un regime alimentare gluten-free rappresenta oggi l’unica terapia possibile. La celiachia si può presentare con quadri clinici di diversa gravità e può interessare diversi organi o apparati. NON SONO CELIACO, MA SE MANGIO SENZA GLUTINE MI SEMBRA DI STARE MEGLIO, PERCHÉ? La dieta senza glutine non ha alcuno specifico effetto sul miglioramento delle condizioni di salute delle persone non celiache o non allergiche al grano. Eventuali percezioni positive possono essere ricondotte ad altri fattori esterni (come una maggiore attenzione generale alla dieta

ed agli ingredienti che si consumano) o al noto effetto “placebo”, in particolare quando i supposti effetti positivi di una dieta sono largamente promossi tra il pubblico. Anche le decantate proprietà “dimagranti” sono una leggenda: la dieta senza glutine non ha effetti sulla diminuzione del peso, non è utile per dimagrire, come molti invece credono. CHE COSA VUOLE DIRE SENZA GLUTINE? Un prodotto “senza glutine”, per essere definito tale, deve contenere una quantità di glutine inferiore ai 20 ppm. 20 ppm significa “20 Parti Per Milione” e corrisponde a una concentrazione di 20 mg (di glutine) su 1 kg (di alimento). Questa soglia limite è stata individuata attraverso studi scientifici e adottata dalle legislazioni di tutto il mondo per individuare un alimento adatto ai celiaci.

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Approfondimento GENOCIDI IL GIORNO DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio ricorre l’annuale Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Fu designata dalla risoluzione 60/7 delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, fu stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella grande offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e la sua apertura mise alla luce tutti gli orrori perpetrati ai danni degli ebrei. Con il termine Olocausto, parola coniata da Raphael Lemkin,

venne utilizzata a partire dalla seconda metà del XX secolo, per indicare lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”, e che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età. Una storia raccontata non solo nei libri ma anche e soprattutto riportata visivamente nei documentari e numerosi e toccanti film che di questa si sono occupati. Vite e storie narrate del museo sulla Shoah di Berlino. Passeggiando per le sale oscure si può vedere e ma non capire perché un popolo è stato sterminato per un’ideale di purità ariana, non solo per motivi di razza ma anche nascostamente e subdolamente

economici e commerciali. Un popolo che annoverava sia commercianti, che scienziati, che artisti, che persone qualunque che avevano un fede, quella ebrarica e che per questa erano stati uccisi. Erano diventati numeri, quelli marchiati sulle loro braccia e che dovevano ricordare e capire perché, se chiamati (in tedesco) e non rispondevano, venivano picchiati. Un popolo a cui è stata tolta la propria dignità. E’ la dignità che viene annullata dai genocidi. La dignità che divide l’umo dalla bestia. Ricordare è necessario per non ricadere nello stresso dramma.

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Approfondimento Qualche dato sulle vittime dell’Olocausto: Ebrei (42%) = 6 milioni Polacchi, Ucraini e Bielorussi (22%) = 4 milioni Prigionieri di guerra sovietici (20%) = 3 milioni Politici (10%) = 2 milioni (inclusi 150.000 massoni; 7.000 miliziani anti-franchisti spagnoli; ecc.) Yugoslavi (3%): 350.000 serbi; 25.000 sloveni Rom (2%) = 300.000 Disabili (1%) = 270.000 Atri (1%): 5.000 omosessuali; 1.900 testimoni di Geova; altri piccoli gruppi di afro-europei; ecc. L’Europa è nata, per evitare che nei suoi territori nascessero altre guerre simili. Ed in effetti dopo la fine della seconda guerra mondiale nel ’43, l’Europa da allora vive un lungo periodo di pace. Ma se l’Europa non è più agitata da guerre e genocidi dalla fine dell’infamante Seconda Guerra

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Mondiale, si può dire lo stesso di altrove, in altre aree geografiche? Abbiamo scelto di parlare su queste pagine anche di alteri genocidi, spesso invisibili perchè lontani, nonostante i mezzi di comunicazione e i giornalisti ce ne abbiano riportato l’eco. Ecco gli altri GENOCIDI DEL XX SECOLO - GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO I “Giovani Turchi” (ufficiali nazionalisti dell’Impero ottomano) ordinarono tra il 1915 e il 1923 vasti massacri contro la popolazione armena cristiana. Le successive deportazioni di massa porteranno il numero delle vittime a un milione e mezzo circa. - GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA CINA Nell’anno 1900, la rivolta dei “Boxer” causò oltre 30 mila morti, in gran parte cristiani. E sono almeno 48 milioni i cinesi cadu-

ti sotto il regime di Mao tra il “Grande salto in avanti”, le purghe, la rivoluzione culturale e i campi di lavoro forzato, dal 1949 al 1975. - GENOCIDIO DEI POPOLI DELLA RUSSIA Non meno di 20 milioni i russi eliminati durante gli anni del terrore comunista di Stalin (1924/1953). Esecuzioni di controrivoluzionari e di prigionieri, vittime del gulag o della fame. - GENOCIDIO DEL POPOLO EBRAICO Con l’avvento del nazismo di Hitler in Germania (1933/1945) viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa; le vittime di questo immane olocausto sono calcolate in oltre 6 milioni di persone, la gran parte di loro morta nei campi di sterminio. - GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’INDONESIA Nel periodo 1965/67, quasi un milione di comunisti indonesiani sono stati deliberatamente


- GENOCIDIO DEL POPOLO CAMBOGIANO Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot. - GENOCIDIO DEL POPOLO SUDANESE Si stima che un milione e novecentomila cristiani e animisti siano morti a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sudan meridionale.

- GENOCIDIO DEI POPOLI DEL RWANDA E DEL BURUNDI Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un’analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi.

- GENOCIDIO DEL POPOLO IRACHENO Un organismo dell’ONU ha stimato nel 1998 in un milione di morti, tra cui 560 mila bambini, gli iracheni morti a causa dell’embargo internazionale e della politica di Saddam Hussein.

- GENOCIDIO DEI POPOLI DELL’AMERICA LATINA Dalla Rivoluzione messicana, ai “desaparecidos” delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani. Inoltre solo in Amazzonia si calcola che quasi 800 mila indios sono morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.

- PULIZIE ETNICHE Non si hanno a tutt’oggi cifre sicure sulle vittime dei genocidi e delle “pulizie etniche” compiute nella ex-Yugoslavia, in Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet … e l’elenco purtroppo si allunga ogni anno di più!

Approfondimento

eliminati dalle forze governative indonesiane, mentre tra il 1974 e il 1999 sono stati eliminate da gruppi paramilitari filo-indonesiani 250 mila persone della popolazione di Timor-Est.

Arved

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Approfondimento

FOIBE IL GIORNO DEL RICORDO

Nell’aprile del 1945 in tutta Italia si festeggia la fine della guerra. Ma nel Friuli Venezia Giulia, proprio in quei giorni, ha inizio un periodo di orrori che durerà a lungo e culminerà con la fuga di circa 350.000 persone, in seguito alle persecuzioni degli jugoslavi di Tito. Le vittime dei massacri furono fascisti, collaborazionisti del governo italiano, spie, ma anche membri del CLN (Comitato di liberazione nazionale) e partigiani. L’eccidio fu, di fatto, una pulizia etnica tesa ad annullare l’identità italiana sul territorio jugoslavo. Migliaia furono le vittime di Tito gettate nelle foibe. Queste ultime, il cui nome deriva dal latino fovĕa (“fossa”), sono voragini rocciose di origine carsica assai numerose nell’Istria, dove se ne contano oltre 1500. Solo nel 2005, gli italiani furo-

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no chiamati per la prima volta a celebrare, il 10 febbraio, il «Giorno del Ricordo», in memoria dei quasi ventimila italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe. UN PO’ DI STORIA Nel 1943, dopo tre anni di guerra, le cose si erano messe male per l’Italia. Il regime fascista di Mussolini aveva decretato il proprio fallimento con la storica riunione del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943. Ne erano seguiti lo scioglimento del Partito fascista, la resa dell’8 settembre, lo sfaldamento delle nostre Forze Armate. Nei Balcani, e particolarmente in Croazia e Slovenia, le due regioni balcaniche confinanti con l’Italia, il crollo dell’esercito italiano aveva fatalmente coinvolto le due capitali, Zagabria (Croazia) e Lubiana (Slovenia). Qui avevano avuto il sopravvento le

forze politiche comuniste guidate da Josip Broz, nome di battaglia «Tito», che avevano finalmente sconfitto i famigerati “ustascia” (i fascisti croati agli ordini del dittatore Ante Pavelic che si erano macchiati di crimini), e i non meno odiati “domobranzi”, che non erano fascisti, ma semplicemente ragazzi di leva sloveni, chiamati alle armi da Lubiana a partire dal 1940, allorché la Slovenia era stata incorporata nell’Italia divenendone una provincia autonoma. La prima ondata di violenza esplose proprio dopo la firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti che, nell’intervallo tra le due guerre, avevano amministrato questi territori con durezza, imponendo un’italianizzazione forzata e re-


dese del generale Freyberg entrò nei sobborghi occidentali di Trieste nel tardo pomeriggio del 1° maggio 1945, mentre la città era ancora formalmente in mano ai tedeschi che, asserragliati nella fortezza di San Giusto, si arresero il 2, impedendo in tal modo a Tito di sostenere di aver «preso» Trieste. La rabbia degli uomini di Tito si scatenò allora contro persone inermi in una saga di sangue degna degli orrori rivoluzionari della Russia del periodo 19171919. I NUMERI Tra il maggio e il giugno del 1945 migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra. Altri furono uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati. Secondo alcune fonti le vittime di quei pochi mesi furono tra le quattromila e le seimila, per altre diecimila. Fin dal dicembre 1945 il premier italiano Alcide De Gasperi presentò agli Alleati «una lista di nomi di 2.500 deportati dalle truppe jugoslave nella Venezia Giulia» ed indicò «in almeno 7.500 il numero degli scomparsi». In realtà, il numero degli infoibati e dei massacrati nei lager di Tito fu ben superiore a quello temuto da De Gasperi. Le uccisioni di italiani - nel periodo tra il 1943 e il 1947 - furono almeno 20mila; gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case almeno 250mila. A Fiume, l’orrore fu tale che la città si spopolò. Interi nuclei familiari raggiunsero l’Italia ben prima che si concludessero le vicende della Conferenza della pace di Parigi (1947), alla quale

- come dichiarò Churchill - erano legate le sorti dell’Istria e della Venezia Giulia. Fu una fuga di massa. Entro la fine del 1946, 20.000 persone avevano lasciato la città, abbandonando case, averi, terreni. Il dramma delle terre italiane dell’Est si concluse con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947. Alla conferenza di Parigi venne deciso che per il confine si sarebbe seguita la linea francese: l’Italia consegnò alla Jugoslavia numerose città e borghi a maggioranza italiana rinunciando per sempre a Zara, alla Dalmazia, alle isole del Quarnaro, a Fiume, all’Istria e a parte della provincia di Gorizia. Il trattato di pace di Parigi di fatto regalò alla Jugoslavia il diritto di confiscare tutti i beni dei cittadini italiani, con l’accordo che sarebbero poi stati indennizzati dal governo di Roma. Questo causò due ingiustizie. Prima di tutto l’esodo forzato delle popolazioni italiane istriane e giuliane che fuggivano a decine di migliaia, abbandonando le loro case e ammassando sui carri trainati dai cavalli le poche masserizie che potevano portare con sé. E, in seguito, il mancato risarcimento. La stragrande maggioranza degli esuli emigrò in varie parti del mondo cercando una nuova patria: chi in Sud America, chi in Australia, chi in Canada, chi negli Stati Uniti.

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primendo e osteggiando le popolazioni slave locali. Con il crollo del regime - siamo ancora alla fine del 1943 - i fascisti e tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. Morirono, si stima, circa un migliaio di persone. Le prime vittime di una lunga scia di sangue. Tito e i suoi uomini, fedelissimi di Mosca, iniziarono la loro battaglia di (ri)conquista di Slovenia e Croazia - di fatto annesse al Terzo Reich - senza fare mistero di volersi impadronire non solo della Dalmazia e della penisola d’Istria (dove c’erano borghi e città con comunità italiane sin dai tempi della Repubblica di Venezia), ma di tutto il Veneto, fino all’Isonzo. Nella primavera del 1945 l’esercito jugoslavo occupò l’Istria (fino ad allora territorio italiano, e dal ‘43 della Repubblica Sociale Italiana) e puntò verso Trieste, per riconquistare i territori che, alla fine della prima guerra mondiale, erano stati negati alla Jugoslavia. Non aveva fatto i conti, però, con le truppe alleate che avanzavano dal Sud della nostra penisola, dopo avere superato la Linea Gotica. La prima formazione alleata a liberare Venezia e poi Trieste fu la Divisione Neozelandese del generale Freyberg, l’eroe della battaglia di Cassino, appartenente all’Ottava Armata britannica. Fu una vera e propria gara di velocità. Gli jugoslavi si impadronirono di Fiume e di tutta l’Istria interna, dando subito inizio a feroci esecuzioni contro gli italiani. Ma non riuscirono ad assicurarsi la preda più ambita: la città, il porto e le fabbriche di Trieste. Infatti, la Divisione Neozelan-

MORIRE NELLE FOIBE I primi a finire in foiba nel 1945 furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, nonché i pochi militari fascisti della RSI e i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare per tempo (in

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Approfondimento mancanza di questi, si prendevano le mogli, i figli o i genitori). Le uccisioni erano crudeli. I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco trapassando, a raffi-

che di mitra, non tutto il gruppo, ma soltanto i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri

Mai Più !

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dei loro compagni, tra sofferenze inimmaginabili. Soltanto nella zona triestina, tremila persone furono gettati nella foiba di Basovizza e nelle altre foibe del Carso. Rossella Vito


Intorno al III° secolo d.C., a causa dell’affermarsi del Cristianesimo e di altre religioni di tendenza enoteistiche, iniziò il lento declino delle religioni pagane, declino inizialmente circoscritto all’interno dell’Impero Romano. Fu Galerio il primo imperatore romano a emanare un editto di tolleranza per tutte le religioni, ma sarà Costantino a agevolare l’ascesa del Cristianesimo e il declino del paganesimo. Nel 313 l’imperatore Costantino emanò l’Editto di Milano. L’Editto di Milano stabiliva, giustamente, la libertà di culto per tutte le religioni e pose fine alle persecuzioni contro i cristiani. L’errore fu che da questo momento la posizione del Cristianesimo come religione di stato si andò a consolidarsi sempre di più, a scapito delle religioni pagane. Nel III secolo l’impero era in profonda crisi, e all’imperatore Costantino serviva l’oro per sistemare le casse dell’impero. Essendo il Paganesimo una religione molto ricca, all’interno dei tem-

pli erano infatti custodite enormi quantità di oro, offerte sacre fatte dai fedeli, tutti questi beni erano indispensabili per l’imperatore Costantino. In questa situazione a Costantino era diventata molto utile per la salvezza economica dell’Impero la diffusione del Cristianesimo, per via del loro “comandamento della carità” e di un approccio alla vita terrena più remissivo. Ben presto il Cristianesimo si pose in rivalità con le esistenti religioni pagane, specie quando l’imperatore Costantino si convertì alla nuova religione. Intorno al 320 un nuovo editto, sempre emanato da Costantino, proibì i sacrifici e le pratiche divinatorie private. Con Costantino convertito al Cristianesimo anche i suoi figli ne furono influenzati, è il caso di Costanzo II. Nel 341 fu emanato un editto che proibiva i sacrifici pagani, anche in pubblico, e stabiliva che tutti i templi pagani dovevano essere chiusi. Ma la reazione fu di totale disaccordo, tanto che Costanzo II e suo fratello Costante emanarono nuo-

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LA PERSECUZIONE PAGANA

vi leggi che preservavano i templi e stabiliva multe contro i vandalismi rivolti a tombe e monumenti, ponendoli quest’ultimi sotto la custodia dei sacerdoti pagani. Nel 356 venne emanato un editto che puniva con la morte i trasgressori delle precedenti legislazioni. In seguito ai privilegi concessi al Cristianesimo si assistette, spesso da gruppi di fanatici, a vari episodi di distruzione di sculture di divinità e luoghi di culto pagani, con la scusante della credenza che questi luoghi o sculture fossero le dimore di demoni. Il 27 febbraio 380 i tre imperatori Graziano, Valetiniano II e Teodosio I promulgarono l’editto di Tessalonica. Con questo editto la religione Cristiana divenne ufficialmente religione di stato. Nel 381 fu proibita nuovamente la partecipazione a tutti i riti pagani, stabilendo che coloro che da cristiani si fossero convertiti ala religione pagana perdessero il diritto di fare testamento legale. Nel 382 fu emanato un emendamento il quale sanciva la conservazione degli

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oggetti pagani di valore artistico. Nel 383 il giorno di riposo, il dies solis, fu rinominato dies dominicus divenendo obbligatorio (nacque la domenica). In seguito a questi emendamenti vi furono varie rivolte, da parte dei pagani. Come reazione Teodosio irrigidì ulteriormente la sua politica religiosa e tra il 391 e il 392, furono emanate i decreti teodosiani, che attuavano in pieno l’editto di Tessalonica. Vennero interdetti gli accessi ai templi pagani e ribadita la proibizione di qualsiasi forma di culto, inasprendo ulteriormente le pene amministrative per i cristiani che si convertissero al paganesimo. L’inasprimento della legislazione “anti-pagana”, alimentò l’atteggiamento ostile e barbarico dei cristiani, molti templi pagani furono distrutti e provocarono varie rivolte da parte della comunità pagana. A partire dal 391 Teodosio I proibì il mantenimento di qualunque culto pagano e il sacro fuoco nel tempio di Vesta (che da secoli ardeva ininterrotto) venne spento, decretando la fine dell’ordine delle Vestali. L’ultima gran sacerdotessa di Vesta fu Celia Concordia (384). I successori di Teodosio I, Arcadio in oriente e Onorio in occidente, ribadirono la proibizione di tutti i culti pagani. Un decreto del 408 sanciva che i templi erano edifici pubblici e come tali andavano conservati, eliminandone gli elementi del culto pagano. Nel 415 ad Alessandria d’Egitto, il vescovo Cirillo di Alessandria (oggi Santo per la chiesa cristiana) fu responsabile del martirio della filosofa Ipazia. Le fonti ci narrano che fu presa da una banda di fanatici cristiani (guidati dal vescovo Cirillo) e trascinata in una chiesa

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dove fu fatta a pezzi e poi bruciata. Nel 435 Teodosio II ordinò la distruzione di tutti i templi pagani rurali sopravvissuti. Durante il V secolo l’atteggiamento verso i templi cambiò, quelli che non furono distrutti vennero trasformati in chiese. La motivazione ufficiale fu la volontà di esorcizzare quei luoghi, in realtà il motivo era prettamente economico, era meno dispendioso riutilizzare un tempio che costruire una chiesa ex novo. Inoltre riadattando i templi per il nuovo culto si sperava di attenuare la forte ostilità esistente tra i due gruppi religiosi dei pagani e dei cristiani. Nella sua diffusione, il Cristianesimo lentamente riuscì a distruggere la paganità dell’occidente, privandone i miti del loro significato esoterico/allegorico, schiacciandone le ideologie, abbattendo i suoi luoghi di culto, le accademie e le filosofie, eliminando fisicamente sacerdoti, filosofi ed intellettuali. La repressione venne attuata anche (specialmente) con la conversione di simboli, figure, divinità pagane in elementi accomunati alla figura di Satana, e quando questi simboli erano molto sentiti dalla popolazione diventavano simboli legati alla vita del Cristo (un esempio è la croce, simbolo per eccellenza solare). Tra il IX e il X secolo molti altri luoghi pagani, legati alla sacralità del territorio, furono recuperati e riutilizzati dagli eremiti per costruirvi eremi e monasteri. A partire dal II millennio il termine “pagano” venne usato per identificare gli appartenenti a religioni non cristiane, spesso con una valenza dispregiativa, sinonimo di arretratezza e igno-

ranza. Più tardi venne adottato il termine “eretico” per identificare quegli uomini con idee o filosofie diverse o contrastante alla teologia Cristiana. Nel 1184 Papa Lucio III, durante il Concilio di Verona (presieduto anche dall’imperatore Federico Barbarossa), con la stipula “Ad abolendam diversa rum haeresum pravitatem” costituì l’Inquisizione. L’Inquisizione (o Santa Inquisizione) fu quell’istituzione ecclesiastica atta ad indagare, a reprimere il movimento cataro e controllare i diversi movimenti spirituali e pauperistici e all’occorrenza punire, mediante apposito tribunale, i sostenitori di teorie o filosofie considerati contrarie o pericolose per l’ortodossia cattolica. L’intento ufficiale era quello di riportare gli eretici nella via della “vera fede”. Questo degenerò in una serie di condanne spesso ingiuste e infondate, dando vita alla (delirante) “Caccia alle Streghe”. Per Stregoneria si indica un insieme di pratiche magiche e rituali, spesso di derivazione pagana. La figura della strega ha radici pre-cristiane, ed è presente in quasi tutte le culture, una figura a metà strada tra lo sciamano e l’uomo dotato di poteri occulti. La strega (stregone al maschile) è quindi esperta in varie discipline o comunque ne è a conoscenza di esse, tra le discipline più note vi sono l’uso medico delle erbe, dei cristalli, delle pietre e la conoscenza delle “arte” divinatorie. L’alone demoniaco gli fu attribuito quando l’Inquisizione iniziò a dargli la “caccia”. Lo stesso Paracelso affermava di aver imparato di più da una strega che dai filo-


Approfondimento sofi e dai medici del suo tempo. La Caccia alle Streghe fu avvalorata anche dal passo 22,12 del libro dell’Esodo, venne tradotto in: “Non lascerai vivere chi pratica magia”; in realtà l’espressione originale in ebraico intendeva: “... qualcuno che opera nell’oscurità e blatera”. Da specificare che con il termine “strega” o “eretico” venivano accusati tutti coloro che si distaccavano dal credo dell’ortodossia cristiana (spesso infatti non erano persone dediti ai culti magici/esoterici, ma persone che si ribellavano ad alcuni dogmi imposti). L’imperatore tedesco Frederik II, nel 1224 emanò una legge con il quale ordinava che tutti i colpevoli di eresia venissero condannati al rogo. Nel 1252 Papa Innocenzo IV emanò la bolla “Ad extirpanda” con cui autorizzò l’uso della tortura, il successore Giovanni XXII estese i poteri dell’Inquisizione anche nella lot-

ta contro la stregoneria. La prima strega della quale abbiamo notizie storiche certe, si chiamava Angele e venne condannata al rogo, a Tolone (Francia) nel 1274. Su richiesta dei sovrani di Spagna, Ferdinando e Isabella, Papa Sisto IV nel 1478 estese l’Inquisizione nelle terre di Spagna, con l’iniziale intento di debellare l’islam e successivamente (con la scoperta dell’America e l’inizio del colonialismo) fu estesa alle colonie dell’America centromeridionale e nel vice-regno di Sicilia, questa oggi viene conosciuta come l’Inquisizione Spagnola. In Italia la prima condanna di stregoneria, di cui si hanno notizie, risale al 20 marzo 1428 giorno in cui venne messa al rogo Matteuccia Di Francesco, essa fu condannata dal tribunale laico della sua città di Todi (Umbria, Perugia). La “Caccia alle Streghe” si con-

centrò soprattutto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1600 e conobbe due ondate: la prima che andò dal 1480 al 1520 e la seconda dal 1560 al 1650. Molte delle presunte streghe vennero torturate e bruciate vive, le motivazioni ufficiali erano varie, spesso erano mosse da accuse per ragioni futili. Spesso venivano accusate di stregoneria le balie, bastava che il bambino nascesse morto per riversare la delusione e il dolore emotivo verso colei che aveva assistito al parto. Macabramente furono accusati, torturati e in alcuni casi giustiziati anche bambini, di 17 anni, accusati di essere posseduti o di aver partecipato ai Sabba delle streghe. Durante le torture in cambio della riduzione dei tormenti, si invitava la strega o stregone di fare il nome di presunti complici, spesso si invitava di accusare qualche benestante del luogo, allo scopo

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Approfondimento

di poter istituire il processo successivo, che consisteva alla confisca dei beni. In Europa l’ultima strega condannata a morte fu Anna Göldi, uccisa nel 1782 a Glarona, in Svizzera. Solo nel 2008 il parlamento Cantonale ha riabilitato la sua figura. Durante l’Ottocento la maggior parte degli Stati europei soppressero i tribunali dell’Inquisizione, pur mantenendo leggi che continuavano a condannare questa “pratica”. L’unico stato che ha mantenuto l’Inquisizione fu lo Stato Pontificio. Nel 1908 Papa Pio X cambiò il nome al Tribunale dell’Inquisizione, denominandolo Sacra Congregazione del Santo Offizio. Nel Concilio Vaticano II durante il pontificato di Paolo VI, nel 1965, il Santo Offizio assunse il nome di Congregazione per la Dottrina della Fede (in latino Congregatio pro Doctrina Fidei), fin ad oggi ancora attivo. Ma si sa, il pregiudizio tarda a morire! Nel 1944 Helen Duncan fu imprigionata per nove mesi credendola colpevole di aver usato la stregoneria per affondare la nave in cui era morto il proprio marito. Solamente il 2 febbraio del 1998 lo Stato chiese scusa. Nel 1951 in Gran Bretagna furono abrogate le ultime leggi contro la Stregoneria, questo permise a Gerald Gardner di pubblicare “Witchcraft Today” (stregoneria oggi), sancendo la diffusione della Wicca e quindi in un certo senso anche dello stesso Neopaganesimo. Nel 1985, una donna a San Die-

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go perse il lavoro perché accusata di essere una strega. Nel 1999, negli Stati Uniti si istituì un gruppo di cristiani conservatori, su iniziativa di Bob Barr, in risposta al crescente fenomeno degli incontri per celebrare riti wiccan nelle basi militari. Il gruppo invitò i cittadini americani a una revisione dei diritti di libertà religiosa alla luce della morale cristiana. Barr sosteneva (e sostiene) che il Neopaganesimo fosse un prodotto di eccessiva libertà e che per sopprimerlo bisognasse irrigidire e limitarne tale concetto. Il 12 marzo 2000, nel corso di una celebrazione in Vaticano, per l’occasione del Giubileo, il Papa Giovanni Paolo II chiese «scusa», in mondovisione, per le colpe passate della Chiesa. Durante l’omelia chiese perdono per “… l’uso della violenza che alcuni di essi hanno fatto … per gli atteggiamenti di diffidenza e di ostilità assunti nei confronti dei seguaci di altre religioni”, sottolineando che si chiede perdono per aver adottato “… i mezzi dubbi per i fini giusti …” (era un fine giusto quello di bruciare le streghe?). Un perdono chiesto a Dio (non alle vittime). Un perdono chiesto per i figli della Chiesa (la comunità battezzata) e non per la Chiesa-istituzione. Purtroppo nessun nome di colpevole fu pronunciato e tutto si mantenne generico. Ci si riferì semplicisticamente al regime nazista come “pagano” tacendo sulle prese di posizione a suo favore dei vescovi tedeschi. I peccati a cui si riferiva il perdono vennero collocati a quelli commessi nel secondo millennio, forse perché i pagani massacrati precedentemente non meritavano scuse?

Resta comunque coraggiosa e lodevole la scelta della Chiesa Cattolica di chiedere scusa, anche perché nessuna religione ha finora chiesto scusa per errori commessi, considerando che religioni come l’Islam risultano ancora oggi molto ostili nei confronti dei culti pagani. Per il musulmano il proselitismo verso il paganesimo è un obbligo morale, meno invece verso i fedeli delle religioni monoteiste. Secondo l’Islam i fedeli alle religioni monoteiste posseggono già una “rivelazione” tramite l’uso delle Sacre Scritture, pur essendo corrotte e incomplete dalla manipolazione umana, mentre invece il pagano è un’idolatra, una blasfemo. Ancora oggi nella maggior parte dei paesi islamici vi è il divieto di fare proselitismo per i non musulmani, in alcune località i luoghi di culto non islamici sono obbligati a pagare la jizya (una tassa per essere tutelati e protetti dallo stato, preservandoli da eventuali attacchi violenti). Tutt’oggi il tasso di violenza nei confronti degli islamici che si convertono ad altri credi è molto alto. Solo nel 2011 in Arabia Saudita (paese islamico per antonomasia) i processi terminati con pena di morte contro la stregoneria sono stati circa 73, tra cui molte donne, come Amina Bent Abdellhalim Nassar decapitata in modo cruento, secondo Amnesty sarebbero 140 le persone che aspettano il boia per accuse simili. Oggi, in Occidente il paganesimo si è ripreso e inizia a diffondersi velocemente, in Asia e in Africa è invece ancora in atto, da parte dei cristiani (ma anche islamici), un tentativo di sradicare il paganesimo.


Come giornata della celebrazione è stato scelto, con un sondaggio tra pagani di diversa provenienza, il 24 febbraio: in questa data, nel 391 e.v., Teodosio emanò un editto di condanna delle pratiche pagane, in seguito al quale il fuoco di Vesta che doveva bruciare eternamente a Roma fu spento. Data la sacralità del fuoco in tutte le religioni cosiddette pagane, è stato scelto questo evento come simbolo dell’inizio dei tentativi di eliminazione delle religioni pagane.

Noi ITALUS Associazione Culturale Wicca abbiamo fin da subito aderito a questo progetto, ormai ogni anno noi celebriamo il nostro “Giorno della Memoria Pagana”, anche quest’anno celebreremo la Giornata della Memoria Pagana. www.memoriapagana1.blogspot.it

Approfondimento

Nel 2006 è stato ideato il “Giorno Pagano della Memoria”. L’idea della celebrazione di un Giorno Pagano Europeo della Memoria è nata nel 2006, per stabilire un momento ufficiale in cui ricordare le radici del passato pagano a cui tutti i pagani odierni, chi più e chi meno, si riallacciano e ricordare anche le cause e gli avvenimenti della frattura tra noi e quelle radici. E’ proprio quel distacco infatti che spinge i pagani di oggi a definirsi in questo modo, nobilitando una parola nata come insulto.

Coven del Quadrifoglio

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Riflettere attraverso la Poesia Riportiamo alcune poesie dello scrittore Mario Gabassi, autore di molti libri editi dalla Italus Edizioni, come: “Due Mondi”, “Torre Maggiore e l’Albero Cosmico”, “Racconti”, “A Federico II di Svevia”, “A Pablo Neruda” ecc…

Per riflettere attraverso i versi di una poesia...

Movimenti astrali È un nuovo giorno, è il primo di settembre. Al risveglio ho avvertito molto malessere, precisamente forti sbandamenti durante i movimenti e generale stato di confusione. Forte del mio carattere ho affrontato con decisione tali difficoltà, riuscendo così a gestire la momentanea situazione. Dopo la consueta colazione mentre mi rilassavo sul divano, riflettevo sulle possibili cause del mio malessere. Vagando tra le conoscenze culturali acquisite negli anni ho ritrovato che il giorno è quello dell’avvento della nuova stagione astronomica. Praticamente a livello astrale termina l’estate ed inizia l’autunno. Saltuariamente mi era già accaduto di risentire di tali variazioni, ma non avevo dato loro soverchio peso. In questa occasione mi sono invece soffermato maggiormente sul fenomeno riuscendo, a mio avviso, a risalire alla causa. Circa ottanta anni or sono lo stesso malessere disturbò un dittatore. Il disturbo lo indusse ad invadere la Polonia scatenando così la Seconda Guerra Mondiale. Conclusione. Non bisogna sottovalutare i fenomeni astrali, invece, ed anche quelli meteorologici che spesso turbano pesantemente parte notevole della popolazione.

Mario Gabassi

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Riflettere attraverso la Poesia

Autunno “Ti ricordo com’eri l’ultimo autunno1” è una lirica a me molto cara. Mi ricorda una breve storia d’amore che anni addietro, in questa stagione visse il periodo più intenso. La storia iniziò con l’estate e procedette, ancora incerta, tra gli incerti della stagione e quelli personali: l’estate è piena di impegni, spesso non rinviabili. Poi, con l’avvento dell’autunno, cessate le variabili stagionali, anziché spegnersi, la storia crebbe facendo maturare, in me, la speranza di un futuro, pur riservato; diciamolo: mi illusi! Può accadere. L’inverno seguente, poi la subita primavera, evidenziarono i limiti delle mie illusioni: la differenza d’età, di cultura, di prospettive e potrei continuare, l’elenco sarebbe lungo. Oggi non ho un buon ricordo di quella storia, vissuta da me con egoistico slancio e ingenue speranze; di contro altro ingenuo slancio, ma con le smanie della giovinezza. In realtà i due universi orbitavano distanti anni e anni luce: si erano casualmente sfiorati. 1

Da “Venti poesie d’amore e una canzone disperata” di P. Neruda.

Mario Gabassi

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SOPHIA OCCULTISMO E MAGIA - Storia Breve

Nel mondo greco abbiamo, nel tempo, una trasformazione del significato del termine “mago”. Esso viene impiegato da Erodono nel V secolo a.C. per definire un sacerdote di una casta dei Medi e dei Persiani. Erano questi i magoi dotati di poteri straordinari, quali quelli di interpretare i sogni, avere visioni e identificare presagi. Il termine “mago” aveva, quindi, la funzione di individuare un componente di una tribù consacrata che aveva funzioni particolari. Successivamente, dalla metà del IV secolo a.C., la parola “mageia” assumerà per i greci il significato attuale, riferita, cioè, a un corpo di dottrine prodottesi dall’incontro delle tradizioni greche con l’in-

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segnamento portato da persiani, con Zoroastro come mitico maestro. Sia per i Greci che, successivamente, per i Romani la magia diventerà un insieme di pratiche rituali aventi come scopo quello di modificare l’ordine previsto delle cose e di ottenere miracoli che il cliente o l’operatore non potevano ottenere con gli atti religiosi. Porfirio nel III secolo d.C. ci dà una lista di fatti mirabolanti attribuiti ai maghi: si tratta di far discendere la Luna dal cielo, di resuscitare i morti, di far parlare gli animali e le pietre, di far camminare le statue, di trasformarsi e trasformare gli altri, di uccidere a distanza. A Roma, inizialmente, il clima è diverso. Il romano crede

nell’esistenza di forze diffuse, i “numina”, ma il suo realismo lo porta lontano dalla magia, e fin dal 451 a.C. la legge delle Dodici Tavole condanna le formule magiche e gli incantesimi. Tuttavia la grande espansione del potere di Roma moltiplica i contatti con la civiltà greca e con quelle orientrali e, nonostante l’opposizione delle autorità, si moltiplicherà la stregoneria e l’occultismo. Molti scritti, da Orazio che ci racconta un intero rituale della strega Canidia, alle opere di Plinio il Vecchio che ci documenta un ampio repertorio su rituali magici, dall’Asino d’oro di Apuleio a molte opere di Luciano, ci sve-


SOPHIA lano la diffusa credenza nella magia del mondo romano, credenza che assume sempre più le tinte fosche della magia nera o stregoneria. Condannato fermamente, sin dagli inizi, dal Cristianesimo, l’occultismo sopravvive nascostamente e trova, invece, uno sviluppo notevole tra gli ebrei e tra gli arabi. Gli arabi produrranno, mutuandola in gran parte da quella greca e persiana, una notevole letteratura magica che distingue tra magia bianca (quella degli angeli) e magia diabolica (quella dei “gin” o geni). Essa penetrerà in Occidente attraverso la Spagna conquistata dagli arabi o attraverso le Crociate. Ricchi di una letteratura occulta notevole, anche nei testi apocrifi, gli ebrei passeranno per grandi maestri dell’occultismo, e la Cabala avrà un notevolissimo e costante successo, che prosegue tutt’oggi. Sin dal XII secolo l’Occidente viene invaso da una copiosa mole di opere occultistiche tradotte dall’arabo o dall’ebraico. Intel-

lettuali e studiosi imitarono, commentarono e plagiarono queste opere sino a tutto il XVII secolo. Questa produzione era per la maggior parte opera di dotti che si rivolgevano ad altri studiosi. La Chiesa continua per tutto questo periodo a combattere vigorosamente gli occultisti, molti dei quali, per tutta risposta, si rivolgeranno al Diavolo e fanno una parodia dei riti ecclesiastici; ciò sarà una delle cause che condurrà alla tragica “caccia alle streghe”. Alla metà del 1400 Marsilio Ficino traduce in latino il “Corpus Hermeticum”, che risale al II secolo d.C. ma che fu, dal Ficino e dagli altri studiosi rinascimentali, attribuito a Ermete Trismegisto, leggendario fondatore della religione egiziana e che si pretendeva contemporaneo di Mosè. Questo testo, insieme ad alcuni testi platonici, agli scritti di Plotino e a quelli degli gnostici, influenzò enormemente la grande rinascita della magia nel XV e XVI secolo così che tutta l’eredità magica-alchemica-astrologica del pensiero medioevale veniva in tal modo inserita in un vasto e organico quadro platonico e er-

metico. L’occultismo rinascimentale si allontana concettualmente di molto dalla stregoneria e magia nera condannata dai romani e dai Padri della Chiesa. La “magia naturale” è una ricerca filosofica, pervasa profondamente di neoplatonismo, che cerca di conciliare con l’astrologia, l’alchimia e la magia. Questi ultimi sono tre fenomeni distinti, con diversi sviluppi storici, ma sono difficilmente scindibili, e vengono, per tutto il Medioevo e nel Rinascimento, a confluire in un unico contesto occultistico. A questi filosofi-occultisti del XV secolo succedono, nel secolo successivo, degli spiriti molto più inquietanti: l’abate Tritemio di Wurtzburg, Cornelio Agricca di Nettesheim, Paracelo. L’occultismo rinascimentale si contrappose al razionalismo di stampo medioevale, convinto che la vera sapienza si ottenesse con mezzi diversi dalla ragione, attraverso l’immaginazione e l’ispirazione. Questa fu, tra l’altro, una delle cause dello sviluppo della scienza e della tecnologia dei secoli XVI e XVII. D’altro canto

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la visione dell’universo dell’occultismo doveva essere poi negata proprio dalla scienza dell’età moderna. I maghi rinascimentali, piuttosto ironicamente, cooperarono a creare il nuovo concetto meccanicistico dell’universo che verso la fine del diciassettesimo secolo sembrava avere reso inutile la magia. Nel 1600 nasce la polemica antimagica da parte di numerosi studiosi. Francesco Bacone si scagliò contro la visione occultistica e le tecniche magiche: per lui la magia naturale è un coacervo di nozioni superstiziose, di esperimenti futili e di operazioni strane e incongrue. Ad opera dei grandi pensatori del XVII secolo da Cartesio ad Hobbes si fece strada una nuova figura di filosofo e di scienziato. Tale figura si contrappone nettamente alla figura dell’occultistamago visto come un sapiente, un sacerdote e un eletto. Ad un sapere dominio di pochi eletti si contrappone, dalla fine

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del 1600, una vera e propria democratizzazione del sapere, che va, però, di pari passo al disincanto del mondo, alla cancellazione dell’aspetto mistico e spirituale della conoscenza. In modo via via più marginale e sotterraneo, però, prosegue una produzione occultistica. Robert Fludd, nella prima metà del 1600, scrive numerose opere che faranno da punto di raccordo tra la magia naturale e l’occultismo dell’età moderna. Nel secolo XVIII il razionalismo sembrò spazzare via definitivamente l’occultismo, ma l’eredità di Fludd fu raccolta da una serie di sette segrete, spesso veicolate dalla Massoneria. Nascono, proprio in questo periodo, le figure degli antenati diretti dell’occultismo attuale: Cagliostro, il conte di Saint Germani, Claude de Saint Martin, ecc. La pretesa illuministica del trionfo della ragione, della eliminazione di ogni aspetto spirituale e religioso nella conoscenza si è rivelata una illusione. Alle eterne

domande dell’uomo, il razionalismo scettico pensò di cancellare, con le proprie risposte, le tradizionali risposte della religione. Ma il sacro cacciato dalla porta rientra dalla finestra, come si vede dalla ricerca di nuove risposte spirituali che dall’800 in poi si svilupperanno, anche nella direzione indicata dall’occultismo, per esempio il Neopagnesimo, in particolare la Wicca (che ufficialmente nasce negli anni ‘50 del ‘900, ma ha radici che risalgono alla fini dell’800 inizio ‘900).

Leron


Chiesa di San Bastiano

San Francesco d’Assisi è una delle figure più misteriose ed esoteriche della Chiesa, al punto che quest’ultima ha pensato bene di eliminare gran parte delle tracce della vita del Santo più amato d’Italia. Ha distrutto, bruciato documenti dell’epoca e ricostruito l’immagine del Santo rendendolo “ubbidiente” e umile soldato di Dio. La sua vera storia è stata “cambiata” dalla Chiesa perché non poteva ammettere una figura così estremista, quale era San Francesco. Un laico mai divenuto sacerdote che predicava il Vangelo per le strade e non nelle chiese. Addirittura sembra vi fossero forti analogie tra i Templari e il Santo. Forse per questo, chi parlava di lui lo faceva attraver-

so le immagini, gli affreschi? Per farci giungere la sua vera natura ed essenza, dandogli quella connotazione magica, mistica, e occultando tutta quella simbologia con cui il Santo era entrato in contatto ma che tanto era “scomoda” per la Chiesa? L’arte come veicolo di messaggi occulti Ogni dipinto, opera, oltre alla sua bellezza estetica rappresenta un messaggio, che viene tramandato nel tempo, guardato da tutti ma capito e interpretato solo da chi ha il codice per svelarne il contenuto in esso celato. Le opere d’arte sono delle fonti storiche che ci aiutano a ricostruire la mentalità, la cultura, i codici

simbolici, i messaggi dell’epoca in cui sono state realizzate. Alcuni (la maggior parte) dipinti sono degli enigmi che sfidano gli studiosi a svelarne il significato più profondo e vero. La tecnica di “occultare messaggi” non era all’appannaggio solo dei grandi artisti che tutti conosciamo, ma anche di artisti che sono rimasti nell’anonimato, non firmando le loro opere ma non meno bravi a veicolare questi messaggi occulti. Un esempio lo abbiamo nel basso Lazio, a Frosinone. Simboli e richiami esoterici nell’affresco di San Francesco San Francesco è forse uno dei santi più rappresentati nell’arte pittorica. L’immagine dipinta nella chiesa di San Sebastiano a Ceccano, in provincia di Frosinone, ritrae il Santo mentre riceve le stimmate. La chiesa è ad unica navata, con due altari laterali, San Francesco si trova nell’altare di sinistra; mentre in quello di destra è raffigurata la “Natività”. Oltre il primo sguardo si nascondono molti segreti esoterici nell’opera realizzata, intorno alla prima metà del XV secolo, dall’ignoto artista. La composizione dell’immagine risulta triangolare. La figura del Cristo posta in alto e spostata a sinistra; il (presunto) discepolo in basso a destra e San Francesco in primo piano, leggermente decentrato verso destra. La stessa scena è simile anche in altre capolavori di altri artisti. Il discepolo “presunto” perché presenta una particolarità unica

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SAN FRANCESCO ESOTERICO A SAN BASTIANO

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nel suo genere. Il berretto che indossa è originario dell’Asia Minore, nello specifico di una regione denominata Frigia. È un simbolo con potenti significati esoterici. Viene impiegato tra il VI e il II secolo a.C. dai Sacerdoti del Dio Sole. Nei secoli successivi è apparso innumerevoli volte nelle situazioni più diverse, perfino come caratteristico copricapo dei Puffi, cartone animato che spopolò negli anni Ottanta, visti da molti come depositari di segreti massonici. Il discepolo ha un’aria annoiata, assorta, quasi disinteressato di ciò che sta avvenendo, altro elemento significativo. Sembra non più giovanissimo, il copricapo, tirato molto indietro, lascia intravedere una testa calva, con un naso importante e pronunciato. Il libro che ha davanti non sembra un testo di Scritture Sacre ma piuttosto

immagini geografiche di cartine. La sua mano destra sembra impugnare con sole tre dita (3, numero esoterico per eccellenza) una piccola roccia dalle fattezze di un teschio. La posizione occupata dal discepolo coinciderebbe, non a caso, con l’ipotetica base della piramide (altro forte simbolo massonico) composta da 3 raggi, dei 5, emanati della “figura celeste” e che andranno a trasmettere le stimmate sulle mani e sul costato del Santo. Si parla di “figura celeste” e non di “Cristo” perché siamo davanti ad una figura quasi abbozzata, che richiama quella di un uccello (la colomba dello Spirito Santo?). Una rappresentazione di sicuro originale ed efficace nel suo minimalismo. Lo Spirito Santo formerebbe un triangolo che va ad intersecarsi con un altro triangolo più picco-

lo, costruito idealmente sulla sua testa e sull’aura bianca (la composizione ricorda quella squadracompasso, massonica). Il vertice della piramide è occupato quasi interamente dallo Spirito Santo; essa è formata da 3 raggi principali, che conferiscono una colorazione più intensa e scura. L’area che interessa la figura celeste, non ben definita, è molto complessa e interessante. Collega tutte le altre figure presenti. Questa figura, è una sorta di nuvola, che sprigiona dei bagliori dorati intorno la figura minimale, nella parte superiore. Lo sfolgorio sottintende forse l’aureola dei santi? Se scendiamo più in basso si possono individuare due occhi. Se consideriamo la nuvola nel suo insieme, come unica figura, sembra quasi di trovarci davanti ad un corpo umano con un busto somigliante al caprone di Mendes (il Dio Egizio della magia, della conoscenza, della saggezza). L’essere di aria (rappresentato con le nuvole) ha in realtà due elementi di terra (il corpo umano e busto di caprone) il prolungamento che sembra un arto, il destro, indica una direzione, la stessa in cui guarda il discepolo. Cosa indica? Dall’aureola partono anche due raggi immaginari che arrivano ai piedi del Santo, piedi (altro elemento di terra) che sono nascosti dall’abito francescano, quindi fuori scena. Errore dell’artista o il completamento del disegno del compasso massonico che volutamente va ad intersecarsi con la piramide? Tali raggi, lambiscono anche il libro aperto del discepolo che vagamente ricorda una squadra. Non essendo espliciti, il compasso e la squadra, non si può attribuire all’affresco significati direttamente massonici,


Presenze sovrannaturali nel dipinto Tra le pieghe del dipinto sono occultate diverse creature, anche sovrannaturali. Il discepolo è adagiato su una roccia che sembra avere le sembianze di una tartaruga. La tartaruga è considerato un animale di tramite, che collega acqua e terra ma anche cielo e terra. Il corpo della tartaruga infatti si trova tra le due parti, superiore e inferiore, della sua corazza. Simbolicamente la corazza rappresenta l’Universo (il principio ermetico del “come in alto, così in basso”) e la tartaruga, posta nel mezzo, rappresenta il termine mediano della Grande Triade, cioè l’Uomo. La tartaruga che si ritrae nel suo guscio può essere paragonata alla concentrazione nello stato primordiale, l’essenza dell’”uomo

vero”, la materializzazione della pienezza delle possibilità umane. Se veramente si trattasse di una tartaruga, San Francesco (essendo il Santo protettore di tutti gli animali) sarebbe da interpretare ancora in chiave esoterica. In basso a sinistra, quello che sembra essere l’estremità di una striscia di terra, che si affaccia sull’acqua, ha le sembianze di un riccio che si sta dissetando. Il riccio, per ogni cultura ha significati molto forti. Essendo armato di aculei, quindi dotato di un meccanismo di autodifesa, è comunque considerato un “guerriero di pace”. In molte culture viene paragonato all’iniziato. Esso guarda nella direzione opposta alla “figura di nuvole”. Il Santo sembra invece inginocchiato sopra un serpente marino o comunque un anfibio (figura in

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grado di attraversare i due mondi). San Francesco ecco che diventa quindi il tramite tra i due mondi; come il discepolo sulla tartaruga. Tale serpente/anfibio sembra inoltre che stia addentando il margine chiaro dell’aerea dove il Santo è inginocchiato, come a volerlo mostrare vittorioso, o come ammonimento al riccio che fronteggia, nota è l’ostilità tra riccio e serpente (o la conoscenza esoterica del serpente che viene donata all’iniziato/ riccio?). Gli occhi del serpente/ anfibio, sembrano costituiti dai Fiori dell’Apocalisse, quattro petali come i quattro elementi della natura: Fuoco, Acqua, Terra, Aria. Quattro sono anche gli esseri dell’Apocalisse, appunto: l’Uomo, l’Aquila, il Toro, il Leone. San Francesco è quindi circondato da tre animali, occultati sapientemente. Altro animale occultato nell’affresco, tra le rocce e la vegetazione, è l’elefante. Il raggio che va a finire sul piede sinistro del Santo e quello che termina sul suo costato, intersecandosi individuano l’occhio sinistro dell’elefante, formando un ulteriore triangolo. La proboscide va a coincidere con la mano destra del Santo, ove sono presenti le stimmate. L’elefante è un animale simbolico connotato in senso positivo, simbolo di forza e sapienza. La sua longevità ne ha fatto l’emblema del superamento della morte. Si narra che la femmina partorisca nel fango, mentre il maschio la difende dai serpenti che possono costituire un pericolo per la sua incolumità. A fronteggiare l’elefante si scorge un’altra figura. Tale figura, scura, di colore abbastanza omogeneo, ha le fattezze di un

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lupo che sta ululando. Il muso del lupo e la testa dell’elefante vanno ad unirsi, formando la base su cui si innalza la figura composta da nuvole. Più o meno coincidente con il collo del lupo, se si nota bene, è possibile individuare un particolare uccello, potrebbe essere un’araba fenice. Ancora più verso il basso può essere individuato un cavallo. Occhi, volti, corpi deformi L’abilità nel nascondere ciò che si vuole, in più zone del dipinto, in complesse macchie di colore, rende lo studio dell’opera sicuramente più difficile ma interessante. Si intravedono non solo animali ma, anche corpi deformi, volti, occhi che scrutano l’osservatore. Osservando con attenzione San Francesco, e precisamente il suo sguardo, quasi di sfida, rivolto alla figura celeste e quei segni bianchi che sembra fuoriescano dal suo capo, insieme alla somiglianza di un profilo caprino, potrebbero alludere a Lucifero? L’iconografia classica riconosce San Francesco di Assisi, come uno straordinario predicatore, molto carismatico, in grado di arrivare a tutti. Quello che inizialmente sembrava una scena religiosa di un Santo amatissimo, dipinta nella chiesa di San Bastiano, in cui egli è collocato al centro della scena, circondato da vegetazione, rocce e monti in lontananza, dai quali si scorge una chiesetta, nell’attimo in cui una figura Celeste gli dona le stimmate, si è trasformato in un dipinto ricco di elementi esoterici, con molti significati nascosti. Un luogo in cui la vegetazione e le rocce altro non sono che figure animali ed esseri ultraterreni,

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opportunamente nascosti ma ben integrati nel contesto. Un insieme di creature che opportunamente combinate, o a contrasto tra loro, raccontano una storia che forse, a quel tempo, ma forse ancora oggi, andava preservata e resa invisibile affinché la verità nascosta in essa giungesse integra fino a noi e proseguisse il suo cammino per le generazioni future. San Francesco “esoterico” San Francesco si spoglia dei suoi beni per donare ai poveri, agli ammalati e agli emarginati. Non è soltanto un “Giullare di Dio” che bacchetta i ricchi ma un personaggio molto forte, “magico”, che parla con gli uccelli, ammansisce gli animali selvatici. Per oltre 600 anni la sua tomba scompare e quando viene trovata e aperta, dentro conteneva moli simboli, da quelli musulmani a quelli templari (e massonici), ma nessun simbolo cattolico. Tutti i testi ufficiali negano che lui si sia mai recato a Gerusalemme, eppure altrettante fonti non ufficiali dicono il contrario. Se è vero, che il santo si è recato nella città santa, cosa ha scoperto? Cosa è venuto a sapere dai documenti su Gesù che i Templari e i saggi musulmani gli avrebbero mostrato in Terrasanta? L’evento che cambiò la vita di Francesco avvenne nel 1205, quando, pregando nella chiesa di San Damiano, il Crocifisso gli parlò, dicendogli: “Francesco, va e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”, in realtà, cosa significa? Dietro la figura del Santo più amato dagli italiani c’è sicuramente una storia, una verità occultata che è restata nascosta per poi essere stata camuffata e stravolta. Un linguaggio simbolico segreto che è stato

usato e celato dietro figure di animali disseminate sia all’interno che all’esterno della Basilica di Assisi, simboli che non potevano essere compresi se non da pochi avvezzi a tale linguaggio segreto, messaggi che si sono preservati nei secoli dai “traditori” dell’Uomo Francesco, che ha raggiunto i massimi vertici della “Santità” secondo un percorso iniziatico laico quanto esoterico.

Federica Baldi


Parlare di Corporazione Druidica Nazionale, di concorsi letterari in poesia bardica o di scuole druidiche, così come di comunità druidiche, può apparire a primo acchito anacronistico e bizzarro, per chi dei druidi ha una conoscenza non approfondita o comunque mediata esclusivamente dalle vaghe nozioni scolastiche. Forse più nota al pubblico è la fortuna letteraria che il druidismo ha avuto nella narrativa fantasy moderna, a partire dall’immaginifica saga di Shannara del prolifico scrittore americano Terry Brooks. Eppure difficile trovare in altre antiche civiltà una figura così pregna di mistero e fascino come quella tipicamente celtica del druido. Benché l’etimologia del termine rimanga per molti versi incerta e discussa - sebbene molti la colleghino alla radice della parola ‘quercia’ o la traducano con ‘molto saggio’, non senza evidenti significati acclusi - il Druido rappresenta indubbiamente un elemento sociale derivato dalla lontana e fondamentale dimen-

sione dello sciamanesimo presente in ogni antica civiltà umana. Le sue funzioni dunque non possono prescindere da quelle di colui (o colei) che già alla fine del Paleolitico tracciava figure magiche e simboliche sulle pareti delle rocce e negli anfratti più inaccessibili delle grotte, con l’intento di gettare un ponte ideale tra la sfera fisica umana, caduca e mutevole, e quella metafisica e misteriosa del sovrannaturale e del divino. Non a caso la primissima forma d’arte, quella appunto figurativa delle pitture rupestri, nasce proprio in concomitanza dell’attività magico-religiosa dello sciamano, il quale, tentando di propiziare gli dei per la buona riuscita della caccia o per la semplice sopravvivenza di uno o più individui, si collocava inequivocabilmente come cardine sociale all’interno dei clan, capace di offrire aiuto psicologico e spirituale in un mondo selvaggio, impietoso e cruento. A tal proposito, secoli e secoli dopo, l’influenza esercitata dall’uomo interprete delle volontà divine e delle manifestazioni

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I DRUIDI, UNA SAPIENZA PERDUTA

naturali, si riverserà in quella del druido celtico, il quale senza soluzione di continuità perpetrerà tale funzione arrogandosi di diritto la capacità di preservare le più arcane conoscenze e di tramandarle ai più meritevoli. Per questo motivo la società celtica, che non contemplava alcuna gerarchia sociale o rete politica, fatta eccezione per l’attendente del re, terrà in alta considerazione i druidi, tanto che neppure al sovrano sarà concesso prendere un’importante decisione senza il loro assenso. Le notizie che abbiamo sui druidi, in verità, differiscono a seconda degli autori e delle epoche, ma fortunatamente più che contraddirsi esse si completano; è possibile che all’inizio essi formassero un’unica classe ma poi la loro organizzazione si sviluppò, divenne più complessa e perciò si articolò in classi diverse. Una di queste riuniva in Gallia i cosiddetti Vates, specializzati in sociologia, in storia e in scienze naturali; ai margini della collettività druidica c’erano i Bardes,

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SOPHIA sorta di poeti-cantastorie ufficiali della società celtica e nello stesso tempo, cronisti. Infatti, in un’epoca in cui non esistevano i giornali, gli avvenimenti erano divulgati da interminabili e accattivanti cantilene che il popolo ascoltava con passione. In Irlanda, a fianco dei druidi, compaiono i Filid, che svolgevano in qualche modo le funzioni scientifiche e poetiche ed erano - quanto a dignità - uguali ai druidi, nonché disposti secondo una rigida gerarchia. Gli antichi avevano sentito parlare di loro fin dal IV sec. a.C. e anch’essi avevano un profondo rispetto per le loro conoscenze e la loro effettiva saggezza. Tuttavia, non si ha alcun testo che riassuma l’insegnamento dei druidi o che illustri qualche originale verso di poesia bardica, ma sappiamo che, senza essere esoterica o segreta, tale eredità culturale era riservata agli allievi delle loro scuole, specializzate in seminari agresti (similmente ai peripatetici della tradizione greca), lontani dall’agitazione del mondo e frequentati preferibilmente dai figli dell’aristocrazia. I druidi, pertanto, erano essenzialmente dei

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sacerdoti che presiedevano alle cerimonie del culto e soprattutto celebravano i sacrifici. La loro era considerata una sorta di magia naturale capace di interpretare la realtà e ristabilirne gli eterni equilibri. Scandivano il tempo secondo avitici rituali. L’intera concezione del tempo, per i Celti, era regolata sulle fasi della luna, patrona della fecondità della terra e delle donne, basata su quattro grandi eventi stagionali, di cui l’Irlanda ha conservato il nome. L’anno cominciava il 1° maggio, cioè con la stagione dei giorni più lunghi. In bretone giugno è detto ‘mezza estate’. L’inverno cominciava il 1° novembre, in bretone inizio dei ‘mesi neri’, così come mostra il nome di ottobre ‘sotto-autunno’. I druidi erano anche custodi degli alberi, la cui simbologia era altamente considerata. Com’è ben noto, la quercia era particolarmente sacra, poiché vi si raccoglieva il vischio, ossia la preziosa pianta nata sull’albero sacro, senza contatto con la terra, per cui dalle proprietà divine. D’altronde i boschi, più ancora dei laghi e dei fiumi, erano luoghi pregni di presenza divina.

Il bosco era a tal punto parte integrante della cultura dei Celti che per loro non era possibile dissociarlo dagli sforzi per abbattere il nemico. Con molta probabilità, infatti, gli alberi condensavano un indispensabile mezzo di contatto genuinamente tangibile tra la terra e l’oltremondo divino, tanto da costituire un punto di riferimento imprescindibile per sondare il futuro e preparare i vaticinii. Com’è immaginabile, per i Romani abbattere i santuari forestali dei Celti divenne un’azione cinicamente strategica quanto sconfiggerne le truppe sul campo di battaglia. La visione della vita che i Celti acquisivano per mezzo dell’insegnamento druidico, l’assenza di paura per la morte e dell’aldilà, non si spiegherebbero senza una credenza radicata nell’immortalità dell’anima e nella possibilità per l’uomo di conoscere le forme di esistenza più diverse. Infatti il loro amore per la vita in tutte le sue manifestazioni, la loro apertura verso tutte le esperienze, rivela in loro il senso dell’unità del cosmo, più di duemila anni prima che la scienza moderna, con tutte le sue tecniche, avesse solo cominciato a supporla. Come gli sciamani nelle società preistoriche, quindi, i druidi rappresentavano il cardine dell’unità dell’impero spirituale celtico, i promulgatori dell’armonia e della sapienza, i signori degli elementi (acqua, fuoco, vento, terra). Fu proprio per questo che i conquistatori romani arrivarono a sopprimerne la casta e a proibire severamente le loro riunioni e il culto, in modo da colpire al cuore la società celtica, decretandone così il suo prematuro declino. Giulia Orsini


WICCA KOMBOLOI WICCAN

Prima di presentare la “nostra versione wiccan”, iniziamo con il conoscere il Komboloi “tradizionale”. Komboloi è una parola greca (Κομπολόι) “kombos”, che significa nodo, in questo caso un gran numero di nodi, e “loi”, che significa un gruppo di cose che stanno assieme; infatti il Komboloi è quello che in gergo è definito il “rosario greco”, cioè un filo nel quale sono infilate un numero indefinito di “perle” (perle che non sono fisse ma libere di scorrere lungo il filo).

Sono tantissime le ipotesi relative alla nascita di questo strumento, controverso se esso derivi dal rosario cattolico o da quello musulmano, il “Tasbih”, incerto è anche il quando e il come questo divenne di uso nella cultura greca. Il komboloi si differenzia comunque dai suoi predecessori (rosario o tasbih), dal fatto che anzitutto non ha un numero definito di perle; in secondo luogo, le perle non sono fisse ma libere di scorrere lungo il filo. Il komboloi è comunque unico, è uno strumento di libertà assolu-

ta; può essere un rosario (per chi è religioso) oppure uno scacciapensieri (per chi è laico). Inoltre ha rappresentato una piccola emancipazione del sesso femminile in Grecia; fino a poco tempo fa, usare il komboloi era prerogativa maschile, ma grazie a Melina Marcouri (attrice, cantante e politica greca) è diventato di uso comune anche per le donne. La funzione originaria di contapreghiere è andata lentamente perdendosi nel tempo e oggi è spesso usato come scacciapensieri. Spesso viene usato anche come oggetto atto a tenere occupate le mani, al fine di smettere

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culture, con l’intento di approfondire e meglio sviluppare il contatto tra l’uomo e le divinità. Una spiritualità, quella della Wicca, che difficilmente sfocia in fanatismo, ma anzi, spesso aiuta l’uomo ad aumentare il suo senso di appartenenza al Pianeta, a sentirsi parte del tutto, armonico e consapevole delle proprie potenzialità e non disarmonico e timoroso. Quasi tutte le religioni hanno una tradizione di qualche forma di “rosario” per tenere traccia delle preghiere, o per aiutare o facilitare la meditazione del praticante; per esempio i cristiani usano il Rosario, gli islamici usano il Tasbih, i buddhisti e gli hinduisti usano il Mālā. IL KOMBOLOI WICCAN

di fumare o mangiarsi le unghie o ancora per aspettare in fila alle poste. Un’altra caratteristica del komboloi riguarda i materiali che vengono usati, che sono dei più svariati: oro, argento, ambra, legno, conchiglie, osso, noccioli di olive, ceramica, plastica ecc. Usare il komboloi non richiede istruzioni specifiche o dettagliate. L’obiettivo principale del portare con se’ un komboloi è alleggerire la mente ed alleviare alcuni degli stress quotidiani che il corpo subisce, oppure dai religiosi è usato come un “conta preghiere” (del tutto simile al rosario cristiano o al tasbih islamico). Tradizionalmente, il modo più semplice di usare il komboloi è

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permettere che la gravità attragga verso il basso il suo peso. Il komboloi non dovrebbe essere raccolto nel palmo della mano, ma piuttosto lasciato penzolare usando il dito medio della mano come fulcro. Noi come Coven wiccan Quadrifoglio (gruppo spirituale legata alla wicca e attivo nella città di Roma) vogliamo presentare il nostro “KOMBOLOI WICCAN”, ci siamo ispirati più al Komboloi greco, per il suo uso laico, che al Rosario prettamente di uso cristiano. Non c’è molto da meravigliarsi in questo riadattamento del Komboloi; il bello della Wicca e che è una Spiritualità/Religione del “mondo”, trae spunto dalle varie

Il “nostro” Komboloi Wiccan, che qui presentiamo, è molto semplice, facile da riprodurre, esso è composto sostanzialmente da 7 grani o perle. In ordine abbiamo: Grano Viola – dedicato al Grande Spirito (il principio universale, comune in molte correnti wiccan); Grano Bianco – dedicata alla Dea; Grano Nero – dedicato al Dio; Grano Azzurro – dedicato all’Elemento Acqua; Grano Giallo – dedicato all’Elemento Aria; Grano Verde – dedicato all’Elemetno Terra; Grano Rosso – dedicato all’Elemento Fuoco. Ognuno è libero di usare qualunque materiale per i grani, che sia plastica, vetro, metallo o legno; ognuno può abbellire il pro-


COME FUNZIONA? I grani, come per il Komboloi greco, non sono fissi ma scorrono liberamente lungo il cordoncino. Dopo la recita di una preghiera o frase dedicata alla Divinità o Elemento corrispettivo al grano, questo lo si lascia scivolare per poi proseguire con il successivo. Noi, nella preghiera, diamo molta più importanza all’intento per il quale la recitiamo, più che alla sua composizione. Per noi pregare significa rivolgersi al sacro non tanto con la parola ma con il pensiero. Gli scopi della preghiera, anche per noi, possono essere molteplici: invocare, chiedere un aiuto, lodare, ringraziare o esprimere devozione. Per cui ognuno può formulare le preghiere o i pensieri che più sente idonei.

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prio Komboloi Wiccan a proprio piacere, inserire campanelli o ciondoli quale pentacolo o triplice luna. Questo può anche essere usato come collana o bracciale. Per i colori, basta usare colori indelebili, o acquistare grani o perline già colorati

Qui presentiamo una breve e semplice “preghiera” che chi vuole potrà adottare: (grano viola) Principio tra gli Dei, Signore dagli Occhi Infiniti distruttore di tutti i mali. Oh Grande Spirito la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. (grano bianco) Dea Madre Luce della Notte, creatrice del Mondo, il mio essere proviene da Te attraverso il cibo che mi doni. (grano nero) Dio Padre Luce Solare, sovrano del Mondo, Te che mi doni l’energia che fa muovere il mio corpo. (grano azzurro) Acqua che sei emozione, linfa vitale, donami amorevoli emozioni. (grano giallo) Aria che da te mi giunga sollievo, donami conoscenza, saggezza e bontà. (grano verde) Terra che tutto fai nascere, donami coraggio e resistenza. (grano rosso) Fuoco che sei passione, elemento rigenerante, donami forza ed energia. Benedetto e luminoso sia il mio cammino, possa Io camminare senza dolore lungo i giorni della mia vita, pulsante di vita, felicemente su strade di bellezza. Illuminatemi sempre.

Coven del Quadrifoglio (il Komboloi Wicca è stato ideato per la prima volta all’interno della Coven del Quadrifoglio) www.wicaitalica.blogspot.it

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WICCA

ESBAT DELLA LUNA DEL LUPO luna piena di Gennaio

Questa Luna Piena viene denominata “del Lupo”, il nome si riferisce agli animali che in questo periodo dell’anno, più che negli altri, sono alla ricerca di cibo, visto che per via dell’Inverno il cibo e le provviste iniziano a scarseggiare. Viene denominata del lupo proprio perché in questo periodo la selvaggina scarseggia e il lupo, anticamente, si avvicinava, spinto dalla fame, vicino ai centri abitati. Il nome di questa lunazione è “del Sonno”, in quanto alcuni animali riposano in letargo. Questa è la X° Lunazione del 2021, iniziata col Novilunio del 2 gennaio 2022. Pur essendo conclusosi il 2021

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la numerazione delle lunazioni segue quella dell’anno appena finito, perché per antica tradizione agraria, che noi seguiamo, le lunazioni vengono numerate dal primo Novilunio dopo l’Equinozio di Primavera. Il Plenilunio avverrà martedì 18 gennaio alle ore 00:48 am. La terra di Gennaio è spoglia, gli animali sono per lo più in letargo e la vegetazione appare avvolta in un sonno profondo, rivestita per buona parte del tempo, da una patina di ghiaccio che dà l’idea d’una grande immobilità. In realtà in natura, come nell’uomo, questo è un tempo dove le energie non sono realmente sopite,

ma piuttosto rivolte all’interno, in una concentrazione che manifesterà i suoi frutti in seguito, con l’avvento della primavera. Questo è un Esbat di inizi, l’energia ed il potere scorrono pigramente. Si ritiene sempre opportuno in questo periodo conservare l’energia lavorando in gruppo con scopi comuni, ed aiutare chi all’interno del proprio “gruppo” (familiare o di amicizie) si trovi in difficoltà. La natura in questo mese affronta il momento più freddo e più duro del ciclo annuale. Con il Solstizio il Sole ha segnato il punto di svolta del suo ritorno, ma il tempo dalla piena espressione della sua forza e del


SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL LUPO: Piante: maggiorana, cardo selvatico, noci, pigne Colori: bianco brillante, bluvioletto, nero Fiori: bucaneve Profumi: muschio, mimosa Pietre: granato, onice, giaietto, crisopazio Alberi: betulla Animali: lupo, volpe, coyote

Siate come il Lupo, persone capaci di vivere sia in gruppo che in solitaria, persone che non perdono la propria identità e individualità, il Lupo ha molto da insegnare a noi umani….

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suo calore è ancora lontano. È un Esbat di preparazione per accogliere la rinascita di Primavera che si avvia con il Sabba di Imbolc o Februa (1 febbraio). Piccolo consiglio è quello di meditare, quindi dedicarsi ad un viaggio interiore, perché solo conoscendosi si può migliorare la propria vita.

Felice Esbat!

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ESBAT DELLA LUNA DEL GHIACCIO luna piena di Febbraio Questa Luna Piena è detta “del Ghiaccio”, il nome si riferisce agli ultimi freddi, alle ultime gelate, primo dell’arrivo della bella stagione. Nell’aria infatti, al di là del freddo si incomincia a presagire che i giorni bui stanno per lasciarci! Il nome di questa lunazione è “del Sogno”, si riferisce al fatto che in questo periodo tutta la campagna sembra addormentata, morta, caduta in un profondo letargo. La terra è spoglia, gli animali sono per lo più in letargo e la vegetazione appare avvolta in un sonno profondo, rivestita per buona parte del tempo, da una patina di ghiaccio che dà l’idea d’una grande immobilità. La Luna sarà Piena mercoledì 16 Febbraio alle ore 17:56 pm. Siamo nella XI° Lunazione, iniziata con la Luna Nuova del 1 febbraio 2022. Questo Esbat è un momento di guarigione, di ricarica interiore. Invita all’analisi della propria individualità per potersi migliorare in futuro. “L’analisi introspettiva” va effettuata con grande attenzione ed onestà, poiché sarà fondamentale per prepararsi all’Esbat successivo e all’arrivo della Primavera. Pur essendo ancora inverno, ormai le giornate si stanno allungando, anche se persiste il freddo. In natura iniziano ad apparire i primi segni della nuova vita. Specie nelle regioni dove l’inverno e più

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mite si possono scorgere in questo periodo le prime gemme. La natura si prepara alla rinascita, anche noi in questo periodo, approfittando dell’Esbat della Luna del Ghiaccio, dobbiamo prepararci a chiudere con il vecchio e rinnovarci, pronti per affrontare un nuovo ciclo stagionale. Questo periodo e questo Esbat è molto adatto alla purificazione; infatti i riti legati a questo Esbat sono di carattere purificatorio e protettivo. SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL GHIACCIO: Piante: salvia Colore: blu chiaro, violetto Fiori: primule Profumi: glicine

Pietre: ametista, diaspro, cristallo di rocca Alberi: sorbo, alloro, cedro Animali: lontra .

Ogni Bene a tutti!

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Il Plenilunio avverrà venerdì 18 marzo alle ore 08:17 am. . Questa è la Luna Piena denominata del Seme, il plenilunio della XII° è ultima Lunazione del vecchio conteggio lunare (del 2021), lunazione che è iniziata con il novilunio del 2 marzo. Questa Lunazione è chiamata “dell’occhio che si chiude”, il nome allude al “ciclo del periodo invernale” che va a chiudersi (mancano ormai pochissimi giorni all’Equinozio di Primavera). . Essendo l’ultima lunazione riveste di notevole importanza, poiché segna il passaggio che porta dalla letargia invernale al completo risveglio primaverile. Chiude così il ciclo oscuro e ci si approssima a quello luminoso.

Per la sua forza energetica e quindi propizia a meditazioni, viaggi sciamanici e per attività di preparazioni per nuovi inizi. Questa Luna Piena prende il nome di “Luna del Seme”. Il nome, Luna del Seme, è assimilato alla preparazione dei campi che vengono coltivati, tramite la semina, per essere produttivi nei prossimi mesi. La giovane Dea Terra si prepara a dismettere il suo sobrio abito invernale, per ricoprirsi di fiori e colori. Anche la luce del sole continua a crescere, durante l’equinozio ha raggiunto il punto di parità perfetta con il buio. . È un Esbat che segna il periodo di cambiamenti e di nuove opportunità, così come i semi che dan-

no nuove piante, visto l’approssimarsi di una nuova stagione. È quindi una Luna dedicata ai nuovi inizi e ai cambiamenti. In questa fase di equilibrio equinoziale le due polarità, fuori e dentro di noi, si attraggono e si cercano l’un l’altro, e possiamo vederlo nella natura che risponde al richiamo: gli uccelli nidificano, gli animali di terra si accoppiano, le prime farfalle fecondano i fiori ed anche i primi uccelli migratori fanno ritorno. . Questo è un Esbat ideale per sgomberare la nostra mente, dai problemi e dalla pesantezza dei mesi passati, in modo da accogliere nel modo migliore la parte luminosa dell’anno. Quindi approfittiamo per meditare e cercare di liberarci del vecchio, perché conoscere se stessi vuol dire essere più sereni e aperti a nuovi inizi. . SIMBOLI DELL’ESBAT DELLA LUNA DEL SEME: Piante: ginestra, muschio Colori: verdino, rosso-viola Fiori: narciso selvatico, violetta Profumi: caprifoglio, fiore di melo Pietre: acquamarina, eliotropia Alberi: ontano, corniolo Animali: puma, porcospino . Ogni Bene a tutti, approfittiamone per meditare un po’, rilassarci e liberare la mente dalle ansie. Buon Esbat!

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ESBAT DELLA LUNA DEL SEME luna piena di Marzo

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TALISMANO DI PROTEZIONE: Procuratevi alcuni rametti di edera e legateli tra loro con del filo di lana bianco, formando una sorta di fiocco. Attaccate alla lana qualche campanellino e delle conchiglie forate, oppure monetine, sempre forate, color argento. Tenete il Talismano nella vostra stanza da letto.

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Imbolc o Februa è la festa della luce, che i cristiani hanno trasformato nella loro festa della candelora. Piccoli consigli per vivere in pieno questo Sabba: Cercate di rifornirvi di candele perché questa festa è propizio

per benedirle e purificarle, poiché per tradizione se vengono fatte in questo sabba hanno più valore sacrale. Adornate la casa con fiori bianchi, rami di edere e candele bianche.

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PREPARATIVI PER IMBOLC / FEBRUA

Buon preparativi …

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SABBA DI FEBBRAIO Imbolc / Februa è considerata una festa di luce, perché ormai l’inverno è al terminare e cede il posto alla bella stagione. È il momento giusto per sbarazzarsi delle cose vecchie, per iniziare il nuovo. In questo giorno celebriamo il lento risveglio della Natura e l’arrivo della Luce (la Dea che si riprende dopo aver generato, manifestandosi come fanciulla). Questo è anche il primo Sabba del nuovo anno civile, quindi è idoneo per rituale di purificazione.

Considerato un Sabba Maggiore, tradizionalmente si celebra il 1 Febbraio, da noi Coven del Quadrifoglio viene denominato Februa ma è conosciuto come Imbolc. Questo Sabba è la “festa della luce”, che i cristiani hanno poi trasformato nella loro festa della Candelora (celebrata il 2 febbraio). Anticamente i celti vedevano questo periodo come “uno sparti acque” tra la fine del periodo freddo/oscuro e l’inizio della bella stagione (del periodo di luce). Nel calendario romano febbraio coincideva invece con un periodo di riti di purificazione, rituali tenuti in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris,

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successivamente anche in onore a Giunone (Iuno Februata) dea della fertilità (februata nel senso di purificata e pronta a essere di nuovo madre). Da qui l’epiteto “februa” “februare”, che significa “purificare”. Questi rituali di purificazione avevano il loro culmine intorno al 14 febbraio. Per purificare la città era usanza che le donne girassero per le strade portando delle fiaccole accese, festa antesignana della Candelora Cristiana che venne introdotta nel VII secolo. Questo è la parte centrale del periodo oscuro dell’anno, ci troviamo quindi a metà strada tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Il sole riprende forza. Per questo

Siccome è una festa di purificazione è tradizione che in questo giorno, si purificano le candele che andremo ad utilizzare durante l’anno. Si crede che le candele purificate e benedette durante questo Sabba siano quelle con maggiore carica di energie, quindi prendete più candele che potete e beneditele per poi usarle durante le varie festività. COME ADDOBBARE L’ALTARE: Si usa addobbarlo con candele. Il colore è il marrone. Ogni Bene a tutti!

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PREPARATIVI PER L’EQUINOZIO non rompere il guscio. Dovrete ottenere due metà. Posatele in una ciotola contenente della sabbia e riempitele di terra fertile da giardino. Mettete delicatamente sulla terra alcuni semi di grano, fieno o miglio (o altri a vostra scelta) pensando a ciò che desiderate e che esso possa realizzarsi, innaffiate il tutto delicatamente. Presto il vostro uovo fiorirà, portando ve lo auguro armonia e gioia di vivere.

Nell’Equinozio di Primavera il giorno e la notte hanno la stessa durata. La natura si risveglia dal lungo sonno invernale, quasi dappertutto è già spuntata l’erba e i prati cominciano a ricoprirsi di fiori. Gli uccelli preparano i nidi e la maggior parte degli animali sente il richiamo della stagione degli amori. Come prepararsi ad accogliere la primavera in noi:

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una ciotola piena di uova decorate, fiori di campo, primule in vasetto, pupazzetti di cuccioli, uccelli, pulcini o coniglietti. TALISMANO DI PRIMAVERA: Cercate un grosso uovo: l’ideale sarebbe un uovo di oca, se non proprio di struzzo. Fate un buchetto sul fondo in modo da far uscire il contenuto, poi con un coltellino molto affilato praticate un’incisione netta, cercando di

L’Equinozio di Primavera avrà luogo domenica 20 Marzo alle ore 16:34 pm.

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Buon preparativi …

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Questo Sabba segna un nuovo inizio, come tutti gli inizi è propizio perché rappresenta il momento giusto per sbarazzarsi delle cose vecchie per iniziare il nuovo. E’ un giorno di Equilibrio Energetico, dove le polarità del Dio e della Dea, del maschile e del femminile o anche della morte e della vita, sono in perfetto equilibrio.

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SABBA DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA

COME ADDOBBARE L’ALTARE: L’Altare si usa addobbarlo con uova (simboli di fertilità e rinascita), fiori di campo e primule. Il colore è il verde chiaro.

L’Equinozio di Primavera cade domenica 20 Marzo alle ore 16:34 pm.

nuovo inizio e di buon auspicio (ideale quindi per l’Equinozio di Primavera).

Dai più è conosciuto col nome di Ostara, da noi Coven del Quadrifoglio è denominata Ver Sacrum. Il nome Ostara deriva dalla Dea germanica Eostre, patrona della fertilità. Da noi è denominato Ver Sacrum. Il Ver Sacrum (primavera sacra) anticamente era una pratica rituale Italica che veniva svolta come buon auspicio per varie occasioni; sia in caso di mancanza di nascite ma anche per fondare nuove città o colonie o per favorire le emigrazioni delle popolazioni verso le nuove terre. Il Ver Sacrum era prettamente un rito di

A livello spirituale in questo Sabba si celebra il Dio, cresciuto nel fiore della sua giovinezza, e la Dea, rigogliosa come la Terra, che si avviano verso il massimo della loro vitalità. Tutto infatti si risveglia, le piante fioriscono, gli animali ritrovano nuova energia, e luce e oscurità si trovano in equilibrio. Si celebra la vita, l’allungarsi delle giornate e l’arrivo di nuove gemme sulle piante. Per i neopagani questo Sabba rappresenta la gioia di rivivere dopo il freddo e il buio dell’inverno.

Ogni Bene!

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ACCADEMIA WICCA ITALIANA Forte della nostra esperienza, il Progetto vuole essere una vera e propria “scuola”, composta da 3 gradi, ognuno dei quali prevede un ciclo annuale, con un programma teorico e pratico, con tanto valutazione finale ed eventuale ingresso al grado successivo. Una realtà unica nel panorama italiano, fondata nel 2018 in occasione dei dieci anni della Coven wiccan del Quadrifoglio e del settennale della Italus Associazione. L’Anno Accademico dell’Accademia Wicca Italiana ufficialmente inizia all’Equinozio d’Autunno e termina al Solstizio d’Estate. Le Iscrizioni all’Accademia si sono concluse il 10 dicembre 2021, Riapriranno il 10 Settembre 2022 e resteranno apere fino ai primi di Dicembre 2022, il percorso inizia sempre dal primo anno dell’Accademia, non importa se si è iniziati ad altre tradizioni wiccan. * Per Iscriversi: - bisogna aver compiuto i 18 anni di età; - il richiedente dovrà rispondere ad un breve test e attendere il giudizio dell’Accademia; - se il giudizio è positivo bisognerà versare la quota annuale. * La Quota annuale, non rimborsabile, può essere versata all’Associazione Italus nei seguenti modi: - tramite PayPal con il seguente indirizzo mail italus.info@gmail.com ; - tramite PostePay chiedendo tramite mail il numero della carta, intestata al presidente della Italus Associazione; * Costo di Iscrizione: la Quota Annuale varia a secondo gli anni: - l’Iscrizione al Primo Anno è di €uro 10,00 (dieci); - l’Iscrizione al Secondo Anno è di €uro 15,00 (quindici); - l’Iscrizione al Terzo Anno è di €uro 20 (venti). * Per Seguire i Corsi: l’Accademia usa il social network di Facebook, essendo questo il più diffuso. Nel gruppo facebook “Accademia Wicca Italiana” Nel gruppo, per gli iscritti, saranno periodicamente pubblicati gli argomenti da studiare e vi sarà un tutoraggio. I residenti nel comune di Roma avranno modo di usufruire di incontri (reali) periodici con i membri della Covend el Quadrifoglio. * Tutte le Informazioni le trovate nel Blog: www.accademiawiccaitaliana.blogspot.com - email: italus.info@gmail.com


WICCA BAG

La WICCA BAG è una borsa legata ai Sabba. Ogni Wicca Bag è accuratamente curata e confezionata dalla Italus Associazione e dalla Coven wiccan del Quadrifoglio. Al contrario di altri prodotti, la nostra è una Bag con tutto l’occorrente per celebrare i vari Sabba, allestire gli altari e le case, oggetti da indossare ma anche materiale informativo da leggere. COSA C’É DENTRO LA WICCA BAG? Ogni Wicca Bag sarà sempre diversa, mai uguale. In linea di massima la Wicca Bag conterrà: - un oggetto per allestire/adornare l’Altare (sarà sempre diverso, in qualche bag troverete una bacchetta, in altre un libro delle ombre, in altre ancora una campana ecc…);

- una pergamena che descrive il Sabba che suggerisce il Rito idoneo da eseguire per tale ricorrenza; - delle pietre/cristalli; - un sacchettino sorpresa, al suo interno troverete sempre qualcosa di diverso, da indossare o appendere in casa, dipende dalle bag; - dell’incenso; - delle erbe per tisane o per usarli durante il rituale (dei smudge); - delle candele. Molti oggetti della Bag sono esclusivi e creati in modo artigianale dai membri della Coven wiccan del Quadrifoglio. Il ricavato andrà ad auto-finanziare l’operato della Italus. Della Wicca Bag esiste anche il formato per Bambini, la WICCA KIDS. TUTTE LE INFO SU:

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Consigli per la Lettura IL GATTO NERO L’intento di questo libro è quello di tramandare le tradizioni del passato stabilendo quale sia, oggi, l’utilizzo degli amuleti e dei talismani. Il libro vi guida in un complesso percorso parlando di pietre, di cristalli, di influssi astrali, di astrologia, di erbe e cercheremo insieme di trovare il modo di riprendere possesso di queste conoscenze spesso dimenticate. Gli argomenti trattati potrebbero sembrare obsoleti, carichi di tematiche provenienti da un ormai dimenticato passato, vuoto di contenuti utili per noi che viviamo nell’epoca moderna. La parte migliore del viaggio è la progettualità, in cui si pensa a come raggiungere un obiettivo, in cui si nutre il progetto con il migliore dei concimi: il credere che ciò sarà possibile. Il pensiero crea e la fede solidifica, giungendo così alla realizzazione, al potere del creare. Non vi si chiede di credere ciecamente, ma di mettere forza ed energia nel lavoro che andrete a svolgere, vi si chiede di essere responsabili nel padroneggiare il vostro destino. Certe credenze non vanno considerate inutili superstizioni, vanno sperimentate prima di esprimere un giudizio.

Autore: Sibilla Astro Formato 15 x 21 cm - 188 pp. Bn ISBN: 9788894300659 PREZZO 15 €

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GRIMOMBRUS La Coven wiccan del Quadrifoglio presenta un’opera che è una sintesi tra gli antichi Grimori e il moderno Libro delle Ombre. Per questo ciò che presentiamo lo abbiamo chiamato GRIMOMBRUS. Al suo interno, infatti, troverete dei consigli, delle istruzioni per la pratica, come nei vecchi Grimori appunto, ma al contempo avrete un grande spazio per poter annotare le vostre esperienze, come un vero e proprio Libro delle Ombre. Per cui, il nostro Grimombrus è un libro nel quale il praticante trova degli spunti, delle indicazioni, dove potrà annotare i propri rimedi con le erbe naturali, le corrispondenze, gli incanti, i riti, le formule, le riflessioni e le invocazioni alla Dea e al Dio. Buon Cammino! Autori: Coven del Quadrifoglio & Italus Associazione Formato 15 x 21 cm – 200 pp. Bn ISBN: 978 88 943006 9 7 MAGGIORI INFO : PREZZO 15 € www.italusedizioni.blogspot.com

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