RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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Il cane Bruno in abilitazione all'elitrasporto.

ad assolvere. Il loro impiego è possibile in scenari operativi: • «a bassa/media intensità», prioritariamente quali «sensori», nella vigilanza di punti ed aree sensibili e come strumento di sicurezza e deterrenza nel controllo della folla, nella ricerca di armi e munizioni durante searching operations , per rinforzare assetti preposti all’effettuazione di cinturazioni, TCPs (Tactical Check Points), perquisizioni. In sintesi, integrano una pattuglia in tutti i suoi compiti innalzando, nel contempo, il livello di sicurezza della stessa; • «ad alta intensità», ove rappresentano un fattore incrementale di successo della mobilità degli assetti combat: ricerca, inseguimento ed eventuale immobilizzazione di elementi ostili, prevenzione imboscate; ricerca e segnalazione di ordigni e trappole esplosive. In tal senso, la capacità Patrol Dog è destinata ad integrare le unità preposte alla condotta di operazioni speciali.

un consistente numero di aspiranti. Molti sono i candidati provenienti da reparti d’élite del nostro Esercito e l’addestramento dovrà portarli a raggiungere livelli adeguati al target operativo prefissato: svolgere molteplici attività di elevato interesse operativo che trovano riscontro in tutta la gamma di operazioni militari che la Forza Armata è chiamata

Un Patrol Dog, grazie al suo eccezionale olfatto, è in grado di avvertire l’odore umano a grandi distanze e, grazie al suo fine udito, è in grado di sentire un nemico che cerca di infiltrarsi attraverso il rilevamento di suoni impercettibili all’orecchio umano. In determinati contesti operativi tali nuclei rappresentano per una pattuglia un prezioso sensore per prevenire imboscate ed evitare di incorrere in trappole e incidenti da ordigni esplosivi. Inoltre incrementano il livello di sicurezza di un Comando di Grande Unità rischierato presidiandone, quali elementi di vigilanza e sicurezza statici o mobili, aree e punti sensibili. All’occorrenza un Patrol Dog

può inseguire una traccia e segnalare tutti gli indizi lasciati sul terreno; può controllare preventivamente delle aree e degli obiettivi di interesse e, se necessario, è addestrato su ordine del conducente ad attaccare ed immobilizzare con spiccata velocità d’azione un elemento ostile. La specializzazione dei binomi viene conseguita al termine di un corso della durata di circa un anno, che presuppone lo svolgimento di specifiche attività volte a conferire loro la cosiddetta capacità combat connessa al superamento di moduli addestrativi quali: il trasporto tattico su qualsiasi mezzo militare, il superamento di un corso d’acqua, tecniche di movimento e combattimento in centri urbani, tecniche di controllo della folla, procedure di Reazione Automatica Immediata. Risulta evidente che anche i nuclei cinofili di Fanteria non limitano la mobilità, anzi agevolano l’esecuzione innalzandone la sicurezza. Ad esempio, durante un guado il nucleo cinofilo è il primo elemento della pattuglia a raggiungere la sponda opposta e ad effettuare un’accurata verifica dell’area a premessa del ricongiungimento della pattuglia. LE MISSIONI Oggi la Forza Armata può avvalersi nel settore cinofilo di un know how di interesse a livello internazionale e di una significativa esperienza maturata in campo operativo. Difatti, nuclei cinofili dell’Esercito Italiano sono stati e sono tuttora impiegati con successo nei Balcani, in territorio afghano e iracheno. Con i Contingenti «Nibbio 1» e «Nibbio 2» hanno operato durante l’operazione Enduring Freedom a Khowst, una difficile area dell’Afghanistan, nella prevenzione di possibili attentati nonchè di incidenti da mina, altamente pro81


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