RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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l crescente impegno internazionale in operazioni di pace e la sospensione del servizio di leva hanno apportato un profondo cambiamento nelle attività lavorative, nel cui ambito si svolgono numerose e differenziate attività spesso assimilabili a quelle civili. D’altro canto il teatro operativo presenta ambienti lavorativi non facilmente assimilabili ai tradizionali luoghi di lavoro. La popolazione militare, peraltro, è costituita non più da soldati di leva, ma da professionisti ai quali è richiesto un maggior apporto in termini di preparazione e di prestazione. L’Italia è il Paese con la maggior percentuale di soggetti sopra i 65 anni, e questo è dovuto in parte cospicua alle maggiori e migliori aspettative di vita. Nell’800 solo l’1% della popolazione raggiungeva i 65 anni, oggi tocchiamo il 26,9 %, con una attesa media di vita che per i maschi si avvicina agli 80 anni e per le femmine ben oltre. Ciò è ascrivibile non tanto al progresso della tecnologia medica o all’innovazione farmacologica, quanto alla prevenzione, alla migliore qualità della vita, alle mutate condizioni socio-economiche, ambientali e alimentari. La tutela della salute dei lavora-

tori oggi deve ottemperare a quanto delineato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1945: «salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente assenza di malattia e di infermità». In tale contesto, si comprende come la sua salvaguardia in ambito lavorativo non sia di pertinenza esclusiva del medico, che, nella migliore delle ipotesi, si limita a effettuare una diagnosi precoce di patologia e il relativo trattamento terapeutico. La normativa nazionale e internazionale è volta all’individuazione e allo studio dei rischi, al fine di eliminarli o comunque di limitarli. Nella nuova filosofia in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori, il datore di lavoro è il responsabile e il protagonista della funzione prevenzionale. Come noto, il Decreto Legislativo 626/94 ha costituito una pietra miliare: viene rovesciata l’impostazione tipica dei Testi Unici degli anni 50 che contengono una lunghissima serie di disposizioni analitiche di carattere precettivo. Non sono più fissate le specifiche regole di comportamento per il singolo caso, ma vengono stabiliti solo criteri generali.

A distanza di undici anni dall’emanazione del Decreto Legislativo 626/94 e di cinque dal regolamento applicativo di cui al Decreto Ministeriale 284/2000 sono maturi i tempi per un ulteriore passo in avanti a tutela della salute del personale delle Forze Armate. 67


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