RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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l quadro strategico odierno si presenta radicalmente cambiato rispetto a quello della fine del secolo scorso. Il collasso delle economie socialiste dell’est europeo e la dipendenza crescente della Russia, dall’inizio degli anni novanta, dai prestiti finan-

ziari delle istituzioni monetarie mondiali hanno portato alla fine del confronto bipolare e a una riduzione delle possibilità di un conflitto su scala mondiale, ma al contempo a un aumento dei conflitti interni e su scala regionale. Questo cambiamento ha imposto nuovi criteri nella programmazione e nell’uso dello strumento militare, spostando l’attenzione da una prospettiva di lungo termine, caratterizzata da un’evoluzione piuttosto prevedibile, e soprattutto lenta, a una di breve o brevissimo termine, in cui il susseguirsi di eventi, rilevanti dal punto di vista dello scenario militare a livello internazionale, avviene con frequenza crescente. La lotta al terrorismo, resasi indifferibile a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001, ha poi accentuato l’esigenza della disponibilità di forze terrestri snelle, tecnologicamente evolute, provviste di sistemi d’arma e materiali sempre più aggiornati rispetto allo stato dell’arte. Lo strumento militare attuale e ancor più quello del futuro non potranno quindi in nessun modo prescindere dal presentare elevati livelli di «spendibilità», intesa sia in senso di prontezza sia in termini di possibilità e velocità di riconfigurazione. In tale ottica il supporto logistico deve necessariamente rappresentare parte fondamentale nell’analisi di affidabilità delle prestazioni di ciascun sistema d’arma. Nei più recenti conflitti e operazioni diverse dalla guerra si è potuto constatare che lo strumento militare deve essere connotato da una significativa componente di forze terrestri, fortemente integrate fra loro e con le altre componenti dello strumento militare, estremamente modulari e in grado di assicurare lo stesso livello di prestazioni in ogni possibile teatro di operazione. Da ciò discende che, diventando la velocità di spiegamento dello strumento militare un punto chiave per il successo, lo stru-

mento logistico dovrà essere bilanciato e mobile in tutte le sue componenti mediante la predisposizione di moduli che consentano di riconfigurarne rapidamente l’organizzazione. Le mutate esigenze operative, l’adozione del modello «professionale» integrale, nonchè le politiche di controllo e risanamento della finanza pubblica hanno determinato una riduzione delle risorse destinate alla Difesa, la quale, per fornire una risposta comunque efficace, ha messo in atto un processo di ristrutturazione e riorganizzazione. In questo quadro, le sempre più ridotte dimensioni dell’Esercito hanno fatto accrescere la presenza percentuale dei reparti e materiali specialistici, prima considerati di «nicchia» (HAWK, pontieri, ferrovieri), ma ora presenti sempre più consistentemente. Ciò impone di esaminare i problemi della logistica di questi materiali non più come un’appendice del problema logistico di Forza Armata, ma come un’importante parte di esso. Le riflessioni che seguono si propongono pertanto di passare in rassegna le caratteristiche logistiche proprie e quelle del supporto di una particolare categoria di materiali, cosiddetti peculiari, che sono quelli presenti proprio nelle unità specialistiche singolari, sopra indicate. A tal fine, si tratteranno solo quegli aspetti specifici dell’organizzazione logistica che distinguono tali materiali, prendendo in considerazione specificamente proprio quelle attività logistiche quali gli approvvigionamenti, il mantenimento e i rifornimenti, che sono fortemente caratterizzanti per la soluzione del problema logistico di questa particolare tipologia di sistemi. I MATERIALI PECULIARI E LE ATTIVITÀ LOGISTICHE RELATIVE Possiamo definire peculiari quei 57


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