Nel vortice del tempo

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- E ora? - pensò disorientato come non lo era mai stato in vita sua. Vita sua? ma quale vita? non ricordava che ne avesse avuta una. Il mondo nel quale si trovava gli era del tutto estraneo, provò vertigini e la testa continuava a dolere. Osservò tutto intorno a sé, non ricordava il castello. Era bello comunque, anche se non proprio grande: il pozzo centrale, il maschio alto e imponente che lo sovrastava con la sua mole, le scuderie in fondo al cortile con i quattro cavalli ancora ansanti e un ragazzo, allampanato, che lo osservava ridendo mentre toglieva le selle ai cavalli. Due armigeri alla porta alzarono la testa per guardarlo, sonnecchiavano aggrappati all’asta della picca, uno, sforzandosi, alzò la mano in un cenno di saluto; quindi, lo conoscevano - Mi conoscono - si disse. Loro mi conoscono e io non so chi sono. Il ragazzo magro gli si avvicinò con il sorriso sulle labbra e alzando la voce tutto contento esclamò, asciugandosi il sudore dalla fronte con il palmo di una mano - Giovanni, finalmente! ma dove diavolo eri finito? ieri a mezzogiorno eravamo nella taverna di Varengo a festeggiare la nascita del primogenito di Alfio. Eravamo alticci, questo è vero, ma non a sufficienza per giustificare questa tua sparizione. Se ti ricordi, ero venuto via prima per preparare i cavalli per Pietro e i suoi uomini che sarebbero usciti di pattuglia nei boschi Passarono attimi di silenzio, poi il ragazzo magro continuò - Ma dove sei stato per tutta la notte? non credo che tu abbia una donna senza che io lo sappia. Ci raccontiamo sempre tutto! dimmi la verità, con chi hai dormito stanotte? con la faccia che ti ritrovi avrai scopato come un caprone Giovanni lo guardava imbambolato e pallido senza parlare. - Per la miseria, Giovanni, che ti succede? non sembri nemmeno tu! ma, come ti sei vestito? non ho mai visto nulla di simile, per non parlare della strana bisaccia e di quell’oggetto che non capisco cos’è! e i capelli? così corti? ma che hai fatto? e gli stivali... ma guarda che stivali ridicoli ti sei messo! ma da dove arrivano? Lo stalliere era sbigottito e l’osservava dalla testa ai piedi. Gli girò attorno strabiliato. - Io non ricordo nulla! - rispose Giovanni sempre più stordito - Non so chi sei tu e non conosco il posto dove mi trovo - Ah! allora sei proprio fuori di testa, qualcuno ti ha fatto la fattura, sicuramente, non ci sono altre spiegazioni. Solo un maleficio può aver causato tutto questo 25


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