Nel vortice del tempo

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di Ettore e illuminarlo con la torcia: fu quello l’attimo che il ragazzo vibrò il colpo. La barra di ferro andò a battere tra capo e collo dell’uomo che con un grido strozzato stramazzò a terra svenuto. Rimase per un attimo meravigliato per la forza con cui aveva vibrato il colpo. Afferrò la torcia e strappò le chiavi faticando a toglierle dalla mano dell’armigero che le stringeva con forza. Si mise in piedi e corse verso la porta della cella chiudendosela alle spalle, si disperò nel cercare la chiave giusta ma imprecando ci riuscì. L’uomo cominciava già a riprendersi e tentava di rialzarsi a fatica, ma ormai era lui il prigioniero. - Maledetto schifoso! - gridò balbettando in preda al dolore - fammi uscire! strillò ancora afferrandosi alla grata del cancello. Ormai era notte fonda e quella zona del castello, a parte la guardia della prigione sotto la torre che ora stava occupando il suo posto, non veniva controllata quasi da nessuno se non sporadicamente. Ettore si trovò finalmente all’aperto e respirò a pieni polmoni l’aria che da un po' di tempo non respirava più; corse con la torcia in mano verso i grandi depositi di paglia situati a pochi passi dalla prigione in cui era segregato. Gettò la torcia in aria e il vento ne ravvivò la fiamma, dopo aver descritto un ampio arco cadde precisa sul fieno e la paglia stipata sotto il grande fienile che prese fuoco immediatamente; le fiamme divamparono subito, feroci. Il fuggitivo si precipitò ad aprire le scuderie, era un cacciatore dal cuore nobile, liberò gli animali che si riversarono scalpitando nel cortile. Solo allora le sentinelle, che dagli spalti controllavano il territorio, si accorsero dallo scompiglio e dal bagliore delle fiamme che si innalzavano illuminando a giorno quel lato del maniero, quello che stava per accadere. Ettore, afferrata una scala da un pagliaio vicino, la addossò al muro di cinta e ne salì i pioli guadagnandone la sommità. La zona era in ombra e protetta alla vista delle sentinelle che in quel momento urlavano a squarciagola - Al fuoco, al fuoco! il fienile sta bruciando! I servi e tutti quelli che poterono accorsero nel cortile precipitandosi verso la zona del rogo. - Ai pozzi, presto! - gridarono all’unisono mentre le fiamme divampavano sempre più alte. Ettore dalla cima del muro tirò su la scala facendola poi discendere verso l’esterno, fortuna volle che l’altezza bastasse; ridiscese velocemente saltando qualche piolo e rischiando più di una volta di cadere e si trovò con i piedi per 126


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