Nel vortice del tempo

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arrossendo. A Edoardo che seguiva poco lontano la scena gli si spense il sorriso e rimase muto ad osservare, del resto se lo aspettava, essendo a conoscenza dei fatti. Riuscì a vincere l’attimo di smarrimento e si avvicinò alla sua donna presentandogli gli amici che nel frattempo erano scesi dal mezzo - Francesca, ti presento Giov… Lorenzo e Umberto, miei amici fino da bambini. Sono un po' mattacchioni quindi non fare caso se dovessero lanciare battute, sono abituati a linguaggi libertini quando si trovano di fronte a delle belle donne I due ragazzi si inchinarono con un lieve movimento, gli occhi di Lorenzo non riuscivano a staccarsi da quelli di Francesca. - Ho la netta sensazione di averla già vista in qualche posto - disse la ragazza corrugando la fronte. - Forse qualche questuante, o qualche mercante giunto a corte a Vercelli! - osservò Edoardo interrompendo l’inizio di un eventuale discorso tra i due. - Di certo è così, non esco mai dal palazzo - disse Francesca distogliendo lo sguardo da Lorenzo attirata dall’arrivo di due cavalli al galoppo. - Il drappello è pronto, possiamo andare! - esclamò il cavaliere visconteo. - Ci siamo accomiatati dagli amici frati e siamo pronti a togliere il disturbo disse trattenendo il cavallo che scalpitava. - Dame, salite sul carro e cercatevi un posto a sedere. Non sarà morbido come quello dell’altro carro ma starete al sicuro mentre attraverseremo il bosco Le donne salirono a bordo del mezzo che poco dopo, con uno scossone, si mise in movimento raggiungendo cigolando la vicina strada dove il drappello, già in colonna, aspettava sotto i raggi del sole che ormai era già alto nel cielo mattutino. - Avanti! - si fece sentire Fosco, alzando la mano con l’indice puntato verso la massa scura della foresta, dove si scorgeva, chiara e diritta, la strada polverosa che vi si inoltrava perdendosi tra gli alberi. Lorenzo aveva regalato il binocolo al sergente, ed ora pendeva al suo collo facendo bella mostra di sè sulle maglie dell’usbergo: un oggetto che contrastava con gli altri e che conferiva al sergente un non so che di importanza. La colonna iniziò a muoversi al passo, due cavalieri tenevano alti gli stendardi con le insegne. Non si muoveva foglia, neppure un lieve spffio di vento. Gli uomini non indossavano ancora gli elmi e gli scudi erano agganciati alla gualdrappa dei corsieri. Le prime gocce di sudore iniziavano ad inumidire la pelle e la polvere della strada come borotalco si depositava su di essa. 114


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