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Gabiano e dintorni

Il mensile dal Nost MunfrĂ

G&d

Settembre 2013 Foto di Enzo Gino


Il Cile degli Inti Illimani nel Monferrato

Nelle immagini: sopra. Da destra: Josè Seves, Horacio Duran e, seduto, Danilo Donoso. A fianco: il Sikus tipico strumento delle Ande. Sotto: la locandina del Tour 2013; e nella foto, seduto a sinistra, Camillo Salinas

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I meno giovani ricorderanno che negli anni ‘70 furoreggiava un complesso musicale sud-americano diventato famoso oltre che per la bravura dei suoi membri, sia cantanti che musicisti, oltre che per le bellissime musiche Andine, anche perché diventati uno dei simboli della resistenza alla Giunta militare che con un colpo di Stato in Cile aveva rovesciato il legittimo governo democraticamente eletto. Stiamo parlando degli Inti Illimani che proprio in questi mesi per la commemorazione del quarantennale (11 settembre 1973) del colpo di stato, stanno svolgendo una tournee nelle principali città d’Europa e d’’Italia. Così dopo i concerti in varie località, in una pausa delle manifestazioni si sono presi qualche giorno di riposo presso gli amici di... Cantavenna. Per l’occasione ovviamente non sono mancate cene accompagnate dalle belle canzoni famose del loro repertorio. Grazie a Mono Carrasco il loro referente italiano che da anni è venuto ad abitare nelle nostre colline e che ha saputo far apprezzare anche ai famosi amici sudamericani le nostre terre e la nostra enogastronomia, G&d dopo aver donato una sciarpa della Juven-

tus come richiesto da uno dei membri del complesso (ricordiamo che Vidal il fuoriclasse Juventino è cileno) ne ha approfittato per incontrarli e… fotografarli in esclusiva per i nostri lettori. Il complesso il cui nome completo è Inti Illimani Historico è nato nel 1967 ed oggi è composto da tre artisti storici e quattro nuove leve. Cominciamo le presentazioni: Horacio Salinas 62 anni, suona Chitarra e Tiple (chitarra un po’ più piccola di quelle che tutti conosciamo) ed è il direttore storico del gruppo Horaciò Duran è considerato il più grande suonatore di Charango del mondo. Il Charango è una specie di piccola chitarra con ha la cassa armonica realizzata con la corazza dell’Armadillo. E’ il “grande vecchio” del gruppo: 68 anni, Josè Seves è la voce storica, compositore suona diversi strumenti: Chitarra i flauti andini, il Tiple e il Cajon peruviano (uno strumento a percussione a forma di cassetta di circa 1/2 metro di altezza base quadrata di 30 cm di lato); 65 anni Poi i giovani: Camillo Salinas figlio di Horacio suona pianoforte e tastiere, 32 anni Fernando Julio: 38 anni suona il contrabbasso e il Chitarrone messi-


cano. Danilo Donoso suona batteria, percussioni, sikus (vedi foto) e prima voce in alcuni brani. Ed infine il più giovane del gruppo Hermes Villalobos trentunenne suonatore di flauto traverso. Al momento del colpo di stato in Cile gli Inti Illimani erano in Italia di ritorno dal Viet-Nam. Proprio a Milano il 9 settembre al Parco Sempione fecero un concerto che fu l’ultimo prima del golpe. Dopo di allora non poterono più fare ritorno in Cile. In Italia alcuni parlamentari dell’allora PC e DC si attivarono per dar loro asilo politico. In occasione della ricorrenza Mono è andato alla ricerca di immagini o fotografie di quel 9 settembre 1973, ma non è riuscito a trovarne nessuna, questo per spiegare come allora gli Inti Illimani fossero degli sconosciuti. I membri storici del complesso si conobbero alla università tecnica del Cile, all’epoca erano tutti studenti, e beneficiavano delle borse di studio che il governo metteva a disposizione per la ricerca musicale sulle radici storiche del Cile. Oggi gli Inti Illimani hanno inciso 42 fra LP e CD uno di questi titolato Viva Chile, all’epoca pubblicato su vinile vendette oltre 5 milioni di copie. Un LP che i collezionisti e gli amanti di questa musica sono disposti a pagare oltre i 50 €. Un altro brano divenuto famoso fu la colonna sonora di un film della BBC inglese del 1982: il volo del Condor che ricevette anche numerosi riconoscimenti ed è forse il più famoso brano realizzato con i flauti andini. L’ultimo “parto” musicale del complesso è un CD realizzato nel 2012 con una cantante peruviana Eva Ayllon, una leggenda vivente specializzata nella musica afro-peruviana, con ben 6 nomination al Latin Grammy Award for Best Folk Album, una manifestazione che si pone l’obiettivo di celebrare le eccellenza e dare ampio riconoscimento alla diversità culturale ed al contributo degli artisti latini negli Stati Uniti e nel mondo. E’ un disco che contiene musiche e ritmi ballabili di radici africane. Che dire? W la musica etnica, sia essa andina o monferrina è sempre l’anima del suo territorio.

...e il Monferrato in Cina Sul numero di febbraio 2013 di G&d avevamo scritto della visita nel nostro Monferrato di una delegazione di Cinesi ai quali la nostra associazione aveva presentato alcune attività artigianali in ambito enologico e gastronomico. Pare che quella visita stia dando i suoi frutti, infatti sono arrivati i primi ordini di acquisto per il mercato cinese. A beneficiarne è stata una delle perle nel settore alimentare del nostro Monferrato, la pasticceria Quilico di Murisengo che a settembre ha inviato le prime delizie monferrine nella più popolosa nazione al mondo. Si tratta dei dolci a noi noti da sempre: Paste di meliga, Baci di Dama, Torte di nocciole, Krumiri, Biscotti di Riso. La prossima spedizione riguarderà anche i Tartufi: i noti dolci preparati in diversi gusti. Tutti prodotti che gli ospiti cinesi avevano apprezzato nella visita che G&d aveva suggerito al laboratorio di Murisengo, dove Cesare, il titolare-pasticcere aveva spiegato come venivano preparati, (rigorosamente in maniera artigianale) i dolci della casa. A quanto pare quindi non solo ai classici tartufi di terra ma anche a quelli di cioccolato verrà

A fianco Quilico ai magazzini Lafayette della capitale di Francia. Sopra due confezioni di dolci Tartufi bianchi e neri.

affidato il compito di diventare messaggeri della nostre colline. Ovviamente la cosa non può che farci piacere e speriamo che il commercio cresca allargandosi anche a tante altre produzioni locali. Cogliamo quindi l’occasione per scrivere di questa azienda che gode già di una grande notorietà anche fuori dalle nostre terre; una fama ottenuta proprio come piace a noi, sviluppando cioè le qualità delle produzioni tipiche della nostra tradizione. Da Quilico si possono trovare dalle torte di nocciole alla torta nera: il dolce che un tempo i nostri vecchi facevano ai primi tepori primaverili con la frutta, prevalentemente mele, avanzate dall’inverno; poi i citati Tartufi preparati in diverse versioni da quelli classici a quelli alla nocciola. Non possiamo non citare i brut e bun (brutti e buoni) e gli amaretti creati appositamente per… il fritto misto alla Piemontese che, come vuole la tradizione, richiedono come contorno della carne, anche gli amaretti fritti. Questi sono i “nostri” dolci, preparati a mano uno per uno con materie prime come farine, nocciole, frutta provenienti dalle nostre colline.

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Intervista al sindaco di Castelletto Merli

Il sindaco Ivan Cassone

Continua il racconto dei cittadini-sindaci che si dedicano alla res publica con spirito di sacrificio...

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Questa volta abbiamo scambiato due parole con uno fra i più giovani sindaci del nostro Monferrato, si tratta di Ivan Cassone classe 1984, eletto per la prima volta come primo cittadino di Castelletto Merli nel 2009 ma già assessore nella precedente legislatura. Le domande sono ormai quelle di rito, problemi e “delizie” del Comune di Castelletto, idee per il nostro Monferrato ed esperienze, emozioni, difficoltà e gratificazioni provate nell’affrontare l’attività di primo cittadino del comune. Il sindaco bandisce da subito i formalismi raccontandoci dell’abitudine di parlarsi con il tu. La cosa ovviamente non può che far piacere a chi come noi da sempre sostiene l’importanza di sentirsi parte di una unica grande comunità. Così è partito il racconto. Castelletto Merli è un paese di 500 abitanti sparsi in ben 11 frazioni una realtà che presenta aspetti positivi e negativi. Ogni casa infatti ha un proprio spazio attorno che la circonda, dall’altra però, in mancanza di un vero e proprio nucleo comunale centrale, diventa più difficile incontrarsi. La più grande delle frazioni è Guazzolo dove sono presenti piazza, chiesa, cimitero. Vi è poi l’altra parrocchia quella chiamata per comodità di Castelletto Merli il nucleo dove sorgono Municipio e posta, vi sono le altre frazioni che nell’insieme compongono uno fra i più bei paesi del Monferrato.

Per quanto riguarda la gestione delle competenze comunali, ci dice, sono qualitativamente analoghe a quelle di un grande comune, ciononostante il giovane sindaco è soddisfatto di quanto si sta facendo. Cita ad esempio la manutenzione ordinaria delle strade: lo sfalcio delle rive viene affidato ad una ditta esterna, mentre lo sgombero neve viene invece svolto da un compaesano, che quindi, in qualunque momento, può intervenire ed infatti non si sono verificati particolari problemi, neanche nell’inverno 2011 con le sue nevicate eccezionali. Il Comune dispone oggi di un impiegato e mezzo (part -time) oltre al cantoniere. Il parttime a 18 ore è importante per garantire l’efficienza del servizio in occasione delle assenze dei colleghi vuoi per ferie o malattie o altro, in modo da non dover chiudere il comune in queste situazioni.Quindi da una parte la razionalizzazione delle spese e dall’altra la garanzia del servizio efficiente ai compaesani. Per 10 anni Castelletto Merli ha fatto parte della Comunità Collinare della Valcerrina, sono stati 10 anni ottimi. Poi è stata cambiata la legge che imponeva i vincoli del confine provinciale per le comunità collinari, ed ha anche introdotto un vero e proprio ridimensionamento dell’ente, in questo contesto ha assunto un peso diverso la vicinanza alla provincia di Asti in particolare a Moncalvo. Il sindaco sottolinea come gli anni passati nell’ambito della Comunità della Valcerrina, già con la precedente amministrazione, sono stati anni buoni nei quali si era riusciti ad ottenere importanti finanziamenti. Grazie ad essi è stata ristrutturata una parte della piazza di Guazzolo, e stato messo in


sicurezza il cimitero di Cosso, si è riuscito ad avere la disponibilità per 5 o 6 anni di un geometra a costo zero.

Chiediamo al sindaco, ma perché dei turisti della gente “di fuori” dovrebbero venire a Castelletto Merli? Cosa c’è di bello, cosa si può fare? Ci dice che Castelletto è simile a molti altri paesi del Monferrato, forse più di altri per la sua conformazione e ubicazione può offrire una assoluta tranquillità per chi desidera una vacanza di assoluto relax. Questo è possibile grazie anche ai diversi agriturismi e aziende agricole che da anni lavorano nell’accoglienza con ottimi risultati. Inoltre Castelletto non è lontano dai centri maggiori, primo fra tutti Moncalvo, ma anche Casale, Asti e Torino.

Quali proposte avrebbe il giovane sindaco per favorire lo sviluppo del “Nostro” Monferrato?. E’ una domanda a cui non è facile rispondere, ma certamente, ci dice, le nostre colline non hanno niente di meno di altre del nostro Piemonte, il riferimento è alle Langhe o al Roero, dove si è saputo attrarre persone, attività e turismo più che da noi. Per quanto riguarda la propria esperienza Ivan Cassone evidenzia l’importanza per lui di questo incarico di amministratore. È stato eletto sindaco a 24 anni, prima era assessore; la definisce una bella sfida con sé stesso, una esperienza che gli ha consentito di scoprire tante cose e di restare con i “piedi per terra” dovendo affrontare e risolvere i problemi quotidiani della collettività. E’ una attività che impegna a 360° e, come molti colleghi di altri piccoli comuni, non potendo fare il sindaco a tempo pieno, deve anche continuare a fare il proprio lavoro. Un lavoro da dipendente che lo impegna 8 ore in una ditta metalmeccanica. Dispone quindi di poche ore di permesso e praticamente tutto il tempo libero viene impiegato per svolgere il proprio mandato amministrativo presso il comune di Castelletto Merli. Nonostante l’impegno, che richiede tutte le forze fisiche e mentali senza lasciare spazio ad altre attività

ricreative, Ivan si sente soddisfatto. Non è sposato ma fortunatamente la fidanzata ed i genitori sono molto pazienti e certamente è grazie anche al loro sostegno ed alla loro comprensione che ha potuto dedicare tutto questo tempo al Comune, altrimenti sarebbe stato impossibile. Sul suo futuro amministrativo non si esprime, per ora ritiene importante aver utilizzato bene il tempo passato ad amministrare, e si sente tranquillo per aver fatto tutto il possibile per migliorare la realtà del suo paese, per cercare di risolvere i problemi che si sono incontrati. Sono stati fatti diversi lavori ed altri verranno fatti in questo scorcio finale del mandato, basta pensare che ci sono ben tre cimiteri con relativa manutenzione ordinaria e straordinaria. Fra i primi lavori fatti vi è stata la rimozione e sostituzione del tetto in amianto della palestra Comunale oggi destinata a centro per manifestazioni e incontri pubblici. Sul tetto è stato anche realizzato un impianto fotovoltaico da 18 kW che farà incassare dal 2010 per venti anni al Comune 5000 € all’anno. Sono state inoltre rifatti gli asfalti su diverse strade nelle frazioni. A costo zero è stata fatta la sostituzione dei punti luce con l’inserimento dei Led ed in altre parti è stata invece rifatta l’illuminazione a spese del comune. E’ inoltre stata ristrutturata la biblioteca e ricatalogati i libri, sulla piazza del comune è stato reso disponibile e libero l’accesso WiFi a internet. Inoltre è stato anche rifatto il tetto del Municipio con annessa coibentazione termica. Ma ci sono anche in previsione altre attività come la sistemazione della frana in località Sogliano il rifacimento del manto e del tappeto sintetico del centro sportivo comunale, oltre alla completamento del rifacimento di altri punti luce del paese. Il più grande ostacolo con cui il sindaco ha dovuto fare i conti è stata la burocrazia, che è analoga per un grosso comune come per uno piccolo. E’ anche la cosa più difficile da far comprendere ai compaesani; la burocrazia ha le sue tempistiche e non lascia

fare diversamente. Il sindaco con tutta la sua buona volontà è costretto a sottostare, suo malgrado, a queste regole. Ci sono stati anche tagli ai finanziamenti , ma complessivamente non si lamenta. In passato grazie alla Legge regionale 18 che era un po’ una linfa per i piccoli comuni, si finanziavano le piccole opere pubbliche: strade, illuminazione, immobili comunali; magari ad anni alterni arrivava qualche contributo e comunque ogni anno un’opera importante è sempre stata fatta con il corollario di qualche opera minore finanziata con fondi comunali come ad esempio l’area adibita a parco gioco per i bambini. Finalmente dopo anni è stata anche approvata la variante del Piano regolatore che ha assorbito tante energie sin dalla precedente legislatura. Senza aver introdotto grandi stravolgimenti, il nuovo piano può agevolare oltre al servizio tecnico comunale nelle sue funzioni pubbliche, anche i privati cittadini che in precedenza dovevano fare i conti con molti più vincoli rispetto a quello approvato. Altra attività particolarmente curata già dal passato, quando era assessore, è stata la raccolta differenziata dei rifiuti, il cosiddetto porta a porta, svolto nell’ambito del consorzio Cosmo. Si ritiene soddisfatto delle percentuali di differenziata raggiunta a Castelletto anche se si può fare di più. Evidenzia il neo dei costi elevati e che continuano da aumentare; questo è il vero problema che si trova ad affrontare ogni amministratore. Diventa anche difficile sensibilizzare i cittadini a svolgere al meglio l’opera di differenziazione quando i costi aumentano continuamente. Una responsabilità che non va attribuita tanto alla Cosmo o al Consorzio , dice il sindaco, in quanto svolgono un buon servizio, ma alla tassa di 0,30 € al metro che è stata camuffata all’interno del discorso dei rifiuti. Una situazione non voluta ma che purtroppo le amministrazioni si troviamo a gestire. Per quanto riguarda i trasporti è stata persa la vecchia linea ferroviaria Mortara Asti che passa-

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Intervista al sindaco da pag. 5 va da Moncalvo, è stata soppressa e rimpiazzata dai pullman sostitutivi. Si pera vengano mantenuti perché è l’unico modo che ha a disposizione per spostarsi chi non dispone di un’auto. Purtroppo viene utilizzata quasi esclusivamente nel periodo scolastico dagli studenti, per il resto l’utenza è poca e questo è il vero problema per il mantenimento del servizio. Da Castelletto passano due strade provinciali che hanno anche i loro problemi. La provincia infatti causa ristrettezze economiche ha difficoltà anche a svolgere la manutenzione ordinaria delle strade di competenza, e che oggi è per noi oggetto di preoccupazione. Se si chiuderanno come si dice le province i loro servizi a chi li daranno? Inoltre grazie alle associazioni di volontariato che operano nel paese, dalla Pro Loco a - Io Vivo Castelletto - (sua l’immagine di Castelletto sotto la neve a pagina 4), vengono realizzate la festa del paese la prima domenica di giugno; il festival teatrale verso fine luglio, vi sono poi ancora altre iniziative come le camminate e la cicloturistica memorial Dezzani

Ferrari in Monferrato Il 15 settembre chi passava davanti alla piazza Pinin Brusasca di Gabiano, quella di fronte alla chiesa parrocchiale, avrebbe visto uno spettacolo inconsueto: decine di Ferrari posteggiate (vedi foto di copertina). Le bellissime automobili, appartenevano ai membri della scuderia Ferrari Club di Mirabello che quest’anno hanno giustamente pensato di organizzare una manifestazione nelle nostre colline. Dopo la partenza dal comune sede del Club riconosciuto dalla Casa di Maranello, tour attraverso le nostre colline con sosta al Castello di Gabiano e successivamente pranzo alla Locanda del Commercio. Nonostante la giornata piovigginosa, più autunnale che settembrina, l’esposizione della più nota casa automobilistica al mondo ha attirato numerosi curiosi e visitatori che hanno approfittato dell’occasione più unica che rara per ammirare la sfilata. Un ringraziamento al club

organizzatore per avere contribuito a valorizzate le nostre terre anche con questa iniziativa nella speranza che il prossimo anno l’iniziativa si possa ripetere magari organizzandola in concomitanza con altre manifestazioni, è noto infatti che concentrando più iniziative si moltiplicano le presenze e i conseguenti risultati in termini di comunicazione. Dopo l’esposizione di questa estate alla Piagera di Gabiano dei trattori d’epoca delle auto d’epoca, dopo i vari raduni di moto ed ora delle Ferrari, verrebbe da pensare che Gabiano stia diventando meta preferita degli appassionati di motori...

A proposito di feste Monferrine: Odalengo Piccolo Nell’ultima pagina di questa edizione settembrina di G&d troverete la locandina ed il programma della Festa del tartufo e delle mele antiche organizzata a Odalengo Piccolo il 12 e 13 ottobre. Come già abbiamo segnalato in altre analoghe manifestazioni vogliamo spendere qualche riga per evidenziare la particolarità di queste feste dove non ci si limita ai pur meritori aspetti enogastronomici e ballerini, ma si approfitta dell’occasione per far conoscere anche altri aspetti della storia, della cultura e delle tradizioni della nostra terra. Aspetti che gratificano non solo il palato ma anche la memoria, le emozioni, il sentire ed il

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sapere comune oltre che l’appartenenza ad una comunità. Giustamente, quindi, per la festa sono state previste presentazioni sulle mele antiche che da anni sono diventate una peculiarità di questo paese; sui capolavori patchwork realizzati con tessuti, ago e tanta pazienza dalle donne del Monferrato, oltre ad una mostra sulle Case del Monferrato, con le più belle foto di vecchie case ristrutturale: una utilissima suggestione per chi vuole ristrutturare la vecchia casa senza cadere in certe brutture che purtroppo spesso capita di vedere fra le nostre colline. Ma l’spetto più intrigante, forse, è il corso di cucina organiz-

zato da Fabio Chiesa insegnate dell’istituto alberghiero Artusi di Casale, dedicato ai tartufi e alle mele. Un modo per rispolverare e rilanciare l’arte in cucina a base di due tipici prodotti delle nostre colline. E’ l’occasione per imparare cose nuove ereditate dalla tradizione magari innestate sui gusti d’oggi. Insegnamenti che ci consentiranno in qualche cena con gli amici, di sfoggiare qualche originale “antica novità”: anche così si comunica il Monferrato. Ed il 13 ottobre G&d ci sarà e ne approfitterà per girare uno dei suoi filmini da lanciare su Youtube: che tutto il mondo lo possa vedere...


Il “banale” bollito misto... Pochi sanno che ogni stato e talvolta anche aree geografiche più ristrette, hanno un loro modo di tagliare le carni. Se prendiamo quelle dei bovini ad esempio, si scopre che in Italia abbiamo più o meno una trentina di tagli diversi; diversi talvolta anche da regione a regione; 8 negli Stati Uniti, 13 in Inghilterra, 29 in Francia, 27 in Argentina. Le tribù Mekan nell’Africa dell’est addirittura 51, mentre i coreani arrivano fino a 120 diversi tipi di tagli. Ogni cultura ha le sue tradizioni. Nel Monferrato è noto che la carne la fa da padrona con due piatti tipici, il fritto misto Piemontese e il bollito misto. Vediamo questo seconda ricetta apparentemente banale, si tratterebbe semplicemente di far bollire della carne, ma che in verità, secondo certe tradizioni può essere alquanto elaborata. Il bollito misto infatti può esser anche un piatto monumentale, sontuoso, ricco pur in una assoluta semplicità di ingredienti e componenti. Secondo alcuni testi deve avere 14 tagli: sette nobili: punta, fiocco, costata grassa e magra, coscia, spalla, muscolo e tenerone; sette minori: testina, zampino, coda, lingua, gallina, cotechino, salame cotto, e ancora sette verdure di accompagnamento e, per chi ama la cabala, sette salse indispensabili per insaporire. Da parte nostra riportiamo una ricetta che è quella che utilizziamo nelle grandi occasioni che è un po’ più facile di quella su esposta e un po’ più complessa di quella che talvolta prepariamo in famiglia, con uno massimo di due tagli in cui è sempre presente

la coda (presa dalla sezione più grossa) che a nostro modesto avviso è la parte ideale per il bollito (e non solo). Ingredienti per 8 persone: 1 kg. di manzo: punta di petto, biancostato, reale e muscolo, una gallina o un cappone, 1 kg. di punta di vitello, 750 gr. di testina di vitello, una lingua, 1 cotechino, due grosse cipolle, 4 carote, 4 coste di sedano, 2 spicchi d'aglio, qualche foglia di alloro, sale e, a chi piace, qualche chiodo di garofano e pepe. Preparazione: Utilizziamo 5 pentole. In una molto grande si porta ad ebollizione l'acqua, circa 4 litri per chilo e mezzo di carne, con le verdure gli aromi e il sale grosso (20 gr. per 4 litri d' acqua) e il pepe. Si fa sobbollire a fuoco dolce per mezz'ora per preparare il brodo di cottura, quindi si immergono i tagli del manzo e del vitello ad esclusione della testina e della lingua che andranno cotte a parte separatamente. Di solito dopo un'ora e mezza il vitello è cotto e dopo 3 ore e mezza il manzo, ma è meglio fare una verifica con un forchettone. La gallina viene bollita se possibile intera in una seconda pentola; può richiedere anche due ore (dipende dalle dimensioni e dall’età del volatile). In altre 2 pentole separate fate cuocere nel brodo di verdura la lingua (un'ora e mezza) e la testina (2 ore e mezza). Infine nella quinta pentola, in acqua fredda immergete il cotechino sul quale con uno stuzzicadenti sono stati praticati dei buchi onde evitare che i budello che lo contiene si strappi durante la cottura, di solito viene cotto per un'ora e mezza. C’è chi per “sgrassarlo”

cambia l’acqua di cottura ma noi preferiamo lasciarlo sempre nel suo brodo. Tutti i tagli devono essere serviti caldi fumanti, lingua compresa che, per apprezzarne il gusto, deve esser tagliata spessa (anche un centimetro). A cottura ultimata servite su un grande vassoio affettandolo di fronte ai commensali accompagnandolo con le salsine. Un suggerimento: se nel brodo di cottura del vitello e del manzo non vengono fate aggiunte d’acqua per compensare quella evaporata, (da qui l’utilità di coprire con un coperchio le pentole), si otterrà un ottimo consommè, un brodo che oltre ad esser gustato da solo o per gli agnolotti in brodo, può diventare preziose per preparare un eccezionale risotto al barbera, cospargendo il riso in cottura (noi utilizziamo il Carnaroli) con quel brodo. Se poi avete abbondato con le verdure magari aggiungendo a quelle già previste anche due patate, avrete a disposizione un ottimo contorno di verdure da condire con un filo d’olio extravergine, o aceto balsamico o qualcuna delle salsine del bollito. Il bollito quindi è il più versatile dei piatti, dalla semplicità della cottura di uno o due tagli sino alla sontuosità dei 14 diversi tipi di carne e tagli, inoltre con poche integrazioni permetta la preparazione di un pasto intero: un risotto come primo, bollito con verdure e salsine per secondo e c’è chi dopo chiude con un consommè magari allungato con un bicchiere di Barbera e una grattata di parmigiano. E… scusate se è poco.

Alcuni tagli di carne per il bollito

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Usanze che tornano: Businà di Piero Raiteri piero.luigi.r@alice.it

Il recupero di un po’ di satira e ironia paesana che, oltre al buon umore, può aiutare le comunità a vedere con occhi disincantati le realtà in cui viviamo

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Businà o Bosinata è una forma di manifestazione che tutti gli studi e le ricerche sinora compiuti portano a definire come originaria dell’area lombarda e prevalentemente milanese diffusasi poi anche nelle nostre terre. In ambito piemontese chi per primo segnala l’usanza, è uno storico di età risorgimentale, Carlo A-Valle (1815-1873), che nel quarto volume della sua Storia di Alessandria, nella scheda corografica sul paese di Castelletto Scazzoso (oggi Monferrato), scrive: - Vi è una Società di operai, in cui sono compresi anche i contadini, e ogni anno, l’ultimo giorno di carnevale, si recita sulla pubblica piazza, a foggia dei vecchi tempi della Grecia, un dialogo chiamato businà, che è una satira delle cose del paese. Accennammo a quest’uso, perché ci sembra abbastanza singolare (A-Valle 1853-55: IV, 76-77). Le bosinate erano cantate satiriche che venivano recitate nei mercati, da cantastorie ambulanti, poi vennero stampate su foglietti e vendute ad offerta. Negli scambi di merce con il milanese, Castelletto è sempre stato un paese di viticoltori, ed i loro vini erano notissimi per il colore denso e la alta gradazione che permetteva di mischiarli ad altri più leggeri, questo ha sicuramente favorito l’innesto di queste satire dialettali. In una ricerca per una tesi di laurea sul 600, si hanno notizie di questa usanza che a Castelletto, fa un salto di qualità, non è più una satira da mercato, ma viene ritualizzata e così, nel periodo di carnevale, dove è lecito insavire, viene recitata anzi cantata in dialetto “la businà” da tre personaggi: il Veg, al Fiò e la Fija (il vecchio, il giovane e la ragazza) che, come vuole il teatro classico, sono tutti uomini e con l’autore che salta da un personaggio all’altro suggerendo le battute. Per quanto sopra, si può dire: Businà, una composizione satirica dialettale recitata pubblicamente

sulle piazza dei paesi dell’alessandrino e del Monferrato in occasione del carnevale, avente i caratteri rituali di una confessione collettiva periodica dei peccati, inscenata in forma drammatica con la partecipazione di tutta la comunità che vi si riconosce e vi accorre festosamente come ad una sorta di festoso “tribunale del popolo”. Si satireggiano gli avvenimenti dell’anno ma per lo più, i personaggi locali che si mettono in mostra; con la satira si dice quello che pensano tutti... ma che non dicono. Negli anni passati a Castelletto, per sentire “cantare la businà”, venivano da moltissimi paesi distanti anche 20 o 30 chilometri. Si connotavano per una impronta anticlericale, popolare intesa come a favore dei lavoratori e contadini, erano antimilitariste e antifasciste. Negli anni ‘50 le recite furono interrotte per la pesante censura e poi per l’intervento della polizia chiamata dalle autorità comunali di allora che non gradivano. Le recite furono riprese negli anni ottanta per espresso desiderio dell’allora Presidente della SOMS (Società Operaia di Mutuo Soccorso) Sig. Mario Rota. Sono continuate sino al 1998 ad opera del businatore Picchio Giuseppe, sono continuate sino al 2012 ad opera di Piero Raiteri. I contenuti sono satira locale e nazionale ma con meno veemenza. Una volta la Businà era anche voce politica, ora sarebbe sbagliato pensare di fare politica con la Businà anche se, ogni anno, giungono al compositore svariate richieste. Dopo aver sentito la Businà, alcuni dicono all’autore: “sei stato troppo buono”. Questo è il vero errore, la satira non può essere vendetta personale, si deve parlare in generale e… chi vuole... la capisce ! Piero L. Raiteri (I.S.R.A.L. Istituto per la Storia della Resistenza di Alessandria)

“Businatore” al carnevale di Alessandria


Businà 1930

Businà 1930 ……

Sotto riportiamo due Businà di Piero Raiteri

Capo XI

Capo XI FIA:

Ragazza:

Ticc cui chi nas antei Munfrà

Tutti coloro che nascono nel Monferrato

As poru ciamas gent furtinà

Si posso chiamare gente fortunata

Truvà na zona cme la nostra

Trovare una zona come la nostra

Cla smija propi facia a posta

Che sembra proprio fatta apposta

Pori girà tan ca vori

Puoi girare tanto quanto vuoi

Ma iè nin pericul ca la trovi

Ma non c’è pericolo che la troviate

Tit cul cav pori ammaginà

Tutto quello che potete immaginare

Se lu sijchei, si cert dtruvà

Se lo cercate, siete certi di trovarlo

Iè na funtanna acsichì tur

C’è una fontana qui, nei dintorni

Cav fa uarì sensa dutur

Che vi fa guarire senza dottori

A le cul acqua ca lè Baudon

E’ quell’acqua che c’è a Bandone

Cla fa pasà l’infiamasion

Che fa passare l’infiammazione

Anveci candei cà du spisià

Invece d’andare dallo speziale

Crumpa dal puver da purgà

Comprare della polvere da purgare

Sa buì cul’acqua dbonna stagion

Se bevete quell’acqua di buona stagione

Av fa listes uperasion

Vi fa la stessa operazione

Culla l’è n’acqua purgativa

Quella è un’acqua purgativa

Che intistin si cert chi sghira

Che l’intestino siate certi vi pulisce

E quant clei bvija lè necesari

E quando l’avete bevuta è necessario

CUMAT FIO:

Risponde il ragazzo:

Ca curi dlonc an mes cul cani

Che corriate subito in mezzo a quelle canne

A cavasii acsimpo ai gambi

Allargate un po’ le gambe

Saurì nent fala antal midandi

Se non volete farla nelle mutande

E tit l’efet ca la po favi

E tutto l’effetto che può farvi

Le cul calà dan piv al braij

È quello di riempirvi i pantaloni

E po lè n’acqua sulfaraia

E poi è un’acqua sulfurea

Cav fa amni gomit amma nasala

Che vi fa vomitare solo ad annusarla

I la trovu bonna tit la gent

La trovano buona tutti quanti

Peichei chi la beivu, la custa nent

Perché chi la beve, non paga niente

Chi pagheisu i bicer ammà in soldin

Se solo pagassero i bicchieri un soldo

Stei pir tranquil chi va pinin

State pur tranquilli che non ci va nessuno

Businà 2010 VEG: Dai duimilla e des a son ancura chi Sla va parecc as lasomma pì L’ani pasà, lu sei, aiò sciuperà Cun la tradision as po’ nent schersà Aiera n’aria an tist paisot Clera mei ….andà e fa fagot Aiò sentì in catalucc a dì Che u nost dialet a l’esist pì Acsì aiò pensà Damnì ancura chi a cantà FIO: Me cara gent dai duimilla e des Andomma da mal an pes Roma ladrona... ieru a drè bragalà Ma quand che a Rumma i son rivà I fan la vitta dai Miclas Mangià,.... beivi e andà a spas VEG: A la fin dai meis tè nent bon a rivà Tranquil metti a balà e cantà Tpori nent pagà al buletti Alegher, chinta dal barseletti FIA: Cui chi van a cmandà As fan al sò leg per nent pagà Ai cuion caijan vutà... I dan in can d’amnà Sunei na vota ca l’èd Carvà

Na cura bela, sa vori fala

Una bella cura, se la volte fare

Av must mi ei mes dpudì rangiala

Vi insegno il mezzo di poterla arrangiare

FIA:

Andei a mangià quei mes capon

Andate a mangiare qualche mezzo cappone

Aijè ‘npost sutta u rivon

Antl’usterija dgarunon

Nell’osteria di Garunon

Ca iè semp stacc quaicos ad bon

O in pulastrin ben facc andà

O un polletto cucinato bene

An tu nost pais dop disna’

Ansemi du fetti dbuì rulà

Assieme a due fette di bollito rollato

Ticc cui t’ancontri i van an tla Società

E bivì in bicer dbaibera finna

E bevete un bicchiere di barbera fina

VEG:

Po stei sighir pì mei che primma

Poi state sicuramente meglio di prima

Da dui bot a ot’uri i stan satà

E cul’acqua verda cme al sigulli

E quell’acqua verde come le cipolle

Cun dal carti an man da ramnà

Lasela ampo beivi dal ciulli

Lasciatela un po’ che la bevano i coglioni

Icc giuvnot dna certa età

Fei cullà ca vo mustrà

Fate quella cura che vi ho insegnato

Dop in po’, lu sei, i scapa da pisà

Sunei na vota ca l’è carvà

Suonate una volta che è Carnevale

Ijausè dla sucietà

FIO: Lasà zi ‘lcarti… i poru uacià Purtai apres... i san nent cme fa Si pudijsu fala… andà anan

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Acsì dampè... cme chi fan i can FIA: Ma u Gigin, cla dla cunision A la stidià la solusion Paichei alla fasu sensa bugià Ai porta… in papagal… a cui satà VEG: A là di platò pin d’icc strument E i so client i son ticc cuntent U Gigin per nent perdi i client ampurtan A là decis ad stidià… da badant U Gigin l’è propi da ringrasià Sunei ca l’è ‘dcarvà

Sorgente di acqua “Pirenta”

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Biodiversità Monferrina ovvero gli altri Monferrini... non umani Continua la conoscenza dei nostri amici Monferrini che molti magari hanno conosciuto ma non… riconosciuto. Chissà se qualcuno dei nostri lettori si chiede: ma che c’entrano le conchiglie con il Monferrato? C’entrano eccome, visto che le colline su cui camminiamo, lavoriamo e che coltiviamo, un tempo erano un fondo marino e quello che vedete nella pagina accanto in basso è proprio il fossile di uno degli animali che lo popolavano qualche milione di anni fa una Anadara odiluvii. Questo bivalve è stato segnalato allo stato fossile in molte località del Bacino Terziario (che risale a 65 milioni di anni fa) Piemontese (astigiano, biellese, Roero). Nel Monferrato è stato rinvenuto negli affioramenti miocenici di Ottiglio e Rosignano (La Colma) appartenenti al Gruppo della Pietra da Cantoni. La conchiglia, di taglia media e forma trapezoidale, è rigonfia, con valve uguali e asimmetriche. La superficie è molto convessa nella parte mediana ed è ornata da 32-35 coste radiali, separate da intervalli più o meno della stessa larghezza. Questa specie, segnalata a partire dall'Oligocene (periodo compreso circa fra i 34 ed i 23 milioni di anni fa) vive ancora nel Mediterraneo, nell'Oceano Atlantico e nel Mar Nero. Gli appartenenti al genere Anadara, a differenza degli altri Arcidi, non possiedono bisso (i filamenti che li ancorano alle rocce) e vivono infossati nei fondali fangosi e detritici dei litorali nutrendosi delle particelle in sospensione. Nella Fotografia in alto invece potete riconoscere la Poiana comune in dialetto Crivela puiana nome scientifico Buteo buteo. Presente nei nostri boschi e foreste e nelle zone agricole e di origine antropica. La poiana è un rapace diurno di dimensioni notevoli (53 cm). E' un robusto uccello da preda che pre-

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senta un piumaggio di colore bruno -scuro sul dorso, mentre il petto e le parti inferiori sono biancastre barrate di marrone. Il volo è maestoso, ma pesante con ampie spirali ascendenti. Si nutre prevalentemente di topi, ratti, arvicole ma può predare occasionalmente anche di piccoli uccelli, qualche rettile e grossi insetti. Nidifica nei boschi e nei boschetti, su alberi anche molto alti. La poiana mostra una preferenza spiccata per le zone aperte, dove il bosco cede spazio alle coltivazioni, le quali sono normalmente più frequentate dagli animali di cui essa si nutre. In primavera la poiana costruisce il suo nido adoperando dei rametti e lo imbottisce l'interno con foglie, muschio e peli, continuando ad aggiustarne i bordi con fuscelli e altro materiale per tutta la durata della cova. E' ampiamente dimostrato che questo uccello è importante per il controllo del numero di roditori dannosi ed è quindi del tutto ingiustificata la fama di predatore nocivo che gli si attribuiva fino a pochi anni fa: si è infatti constatato che dove questo rapace è stato eliminato con ogni mezzo dal territorio, la selvaggina non è affatto aumentata, ma si sono invece moltiplicati a dismisura i roditori (per es. i ratti) che hanno fatto stragi di covate di fagiani e starne, e danni alle coltivazioni. Verso aprile, ultimata la costruzione del loro nido, i due genitori covano da 2 a 4 uova bianco-azzurrine alternandosi nella cova per 28 -31 giorni; normalmente è la sola femmina che si occupa dell'allevamento dei piccoli, distribuendo a loro la preda portata dal maschio. In Monferrato è presente tutto l'anno. Agli individui stanziali si aggiungono durante l'inverno individui svernanti provenienti da zone più fredde. E’ una specie protetta. Orchidee Monferrine? pochi sanno che nel nostro Monferrato sono presenti anche delle Orchidee rare e protette. E’ il caso della Ana-

camptis pyramidalis presente nel Basso Monferrato negli Arbusteti e Praterie secche su suoli calcarei. L'areale di questa orchidea è centrato sulle coste del Mar Mediterraneo da dove si irradia in molti paesi europei raggiungendo a Nord le zone meridionali dell'Inghilterra e della Scandinavia e ad Est il Caucaso e l'Iran. In Italia è presente in tutte le regioni ad esclusione della Pianura Padana e dei litorali. Vive sui terreni calcarei nelle esposizioni calde nei prati secchi e nei boschi di roverella. Fiorisce da Aprile a Maggio. La pianta raggiunge un'altezza compresa tra 20 e 60 cm, le foglie basali sono lineari lanceolate e carenate mentre quelle sul fusto sono di dimensioni via via più piccole verso l'alto sino ad essere ridotte a piccole brattee sotto l'infiorescenza. I fiori sono raccolti in una vistosa e densa infiorescenza piramidata (l'epiteto specifico "pyramidalis" è riferito alla forma dell'infiorescenza) all'apice del fusto. Il labello è trilobo con lobo mediano uguale o più stretto dei laterali e si prolunga in uno sprone molto sottile, più lungo dell'ovario, incurvato verso il basso. Il colore dei fiori è generalmente rosa più o meno chiaro. L'impollinazione avviene ad opera di diverse specie di Lepidotteri. Le farfalle introducono la loro spirotromba (apparato boccale) nello sprone lungo e sottile contenente il nettare e nel compiere questa operazione rimuovono i pollini (strutture portanti le masse di polline) che depositeranno sul fiore successivamente visitato. Scriviamo ora di una grande e bella farfalla notturna: la Sfinge del convolvolo nome scientifico Agrius convolvuli è un lepidottero notturno appartenente alla famiglia Sphingidae. Deve il suo nome al fatto che i bruchi si sviluppano sulle piante di Convolvolo. Compare tra maggio e luglio. Gli adulti sfarfallano in autunno e poi sembra


Poiana comune

che migrino verso sud. Specie migratrice che raggiunge regolarmente il Nord Europa. Ha la caratteristica di nutrirsi librandosi in volo e senza posarsi sul fiore. Per le sue dimensioni si individua facilmente all'imbrunire. L’adulto è di cospicue dimensioni, ha un'apertura alare di 8 - 12 cm e una spirotromba lunghissima, fino a 10 cm. Le ali e il torace hanno una colorazione brunogrigiastra, con decorazioni a fasce; l'ad- Anacamptis pyramidalis dome mostra una pigmentazione con bande nere e macchie rosa. A riposo può essere scambiata per un pezzo di legno in quanto le ali nascondono l'addome colorato. Le pupe possono raggiungere i 6 cm di lunghezza ed hanno l'astuccio della spirotromba a forma di manico d'ombrello. Equiseto o Coda Cavallina. Pochi sanno che questa è la “nonna” delle specie viventi, infatti i suoi avi erano presenti sulla terra... 359 milioni di anni fa (dalla fine del cosiddetto Devoniano). E’ inoltre l’unico vivente che costituisce unica rappresentanza della sua classe: Equisetopsida. E’ presente in numerose specie praticamente in tutto il pianeta (esclusa Australia e Antartide), è una pianta perenne che da noi è presente specialmente nei sottoboschi umidi, lungo le rive dei rii e corsi d’acqua ed appassisce d’inverno. Conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà curative: svolge infatti attività diuretica e remineralizzante. Come diuretico nelle infiammazioni ed infezioni delle vie urinarie, nella urolitiasi ed in condizioni di ritenzione idrica. Come remineralizzante nell’osteoporosi e nelle condizioni di fragilità degli annessi cutanei. Nessuna controindicazione nota. Anadara odiluvii

Coda Cavallina

Sfinge del convolvolo: farfalla e pupa

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Comune di Odalengo Piccolo 0141/919126 – 0141/919900 info@comune.odalengopiccolo.al.it www.comune.odalengopiccolo.al.it

13 ottobre 2013 Fiera Regionale del tartufo bianco e delle mele antiche monferrine. La manifestazione organizzata dal Comune di Odalengo Piccolo e dalla Pro Loco, si svolgerà domenica 13 ottobre 2013, con inizio alle ore 9.00 e proseguirà per l’intera giornata con varie attrattive, mostre culturali e divertimenti per grandi e piccini. Ore 9.00 apertura del mercato enogastronomico e artigianale allestito nella zona Fiera Mostre - tartufi bianchi: saranno in mostra i migliori esemplari di tartufo bianco rigorosamente di provenienza locale, con premiazione finale prevista per le ore 11.30 - mele antiche: l’ormai storica mostra unica nel suo genere, sarà presente anche quest’anno, arricchita con “nuovi” esemplari di mele antiche dai colori e dal sapore della tradizione dei nostri contadini; - case del Monferrato: novità dell’edizione 2013, sarà una mostra dedicata all’edilizia monferrina, attraverso un percorso fotografico e non solo, che valorizza e riscopre il fascino di antiche cascine ristrutturate con sapiente abilità, coniugando la bellezza del rustico con le comodità delle nuove tecnologie; - patchwork : il gruppo “Aghi in collina” di Moncalvo presenterà una serie di lavori realizzati interamente a mano con la tecnica del patchwork, capolavori di sartoria che raramente si ha la possibilità di osservare dal vero. - Scuola di cucina: sotto la guida del docente di cucina Fabio Chiesa ( titolare del ristorante Tuais e insegnante all’Istituto alberghiero Artusi di Casale M.to) sarà possibile partecipare a dei corsi di cucina che avranno come protagonisti il tartufo bianco e le mele antiche. La partecipazione è soggetta a una prenotazione e il costo è di € 7 a persona. - Osservatorio astronomico: per tutto il giorno sarà visitabile l’Osservatorio astronomico e osservare il sole attraverso particolari filtri posti al telescopio; l’osservatorio sarà raggiungibile con una navetta gratuita che permetterà inoltre di fare il tour del paese. - Bambini: saranno a disposizione tutto il giorno pony e asinelli e un’ area attrezzata con i gonfiabili (attività gratuite) Inoltre sabato 12 Musica dal vivo con “I Quattro tempi” e “Bside”, cena con grigliata mista, ai Ristoranti Tuais (0141-919196) e Serra (0141-919155) cena a base di mele. Osservatorio astronomico aperto per tutta la serata. La Pro Loco di Odalengo P. (area Fiera) e i ristoranti del paese “Serra” e “Tuais” vi aspettano a pranzo per degustare le loro specialità !

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