Gdottobre12

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Gabiano e dintorni

Il mensile dal Nost MunfrĂ

G&d

Ottobre 2012 (Foto tratta da un murales a Brusaschetto di Camino)


Come ti organizzo il mercatino di Natale a Varengo il 1° dicembre

Il logo di Armonie in Valcerrina

Varengo : Piazza Vittorio Veneto con la scalinata che porta alla chiesa del Magnocavallo

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Alessandro Bossetto l’aveva detto e... lo sta facendo. Sta organizzando un mercatino di Natale a Varengo con l’aiuto di Marinella Muzio, Luca Zanotti, Raffaele Mazzola, Gabriele Ulla, Federico Zanotti, Fabrizio Riva. Si è attivato ed ha richiesto tutte le autorizzazioni del caso. G&d dal canto suo è ben felice di vedere che finalmente “qualcosa” si sta muovendo e non può che dare tutto il suo sostegno alla lodevole, quanto impegnativa, iniziativa. Vediamo in cosa consiste. Sabato 1 dicembre nella bellissima chiesa di Sant’Eusebio opera del Magnocavallo conte di Varengo, per l’appunto in frazione Varengo di Gabiano, si terrà a partire dalle ore 16:30 l’annuale concerto organizzato da Armonie in Valcerrina. Ci aspettiamo che, come sempre, la chiesa sia affollata delle centinaia di amanti della bella musica che quest’anno prevede: “Quartetto Prometeo”: Giulio Rovighi: violino; Aldo Campagnari: Violino; Massimo Piva; Viola; Francesco Dillon: violoncello. Suoneranno musiche di: A. Dvorak: Quartetto in re min. op.34; H. Wolf: Serenata Italiana; R. Schumann: quartetto n.3 Un pubblico numeroso e qualificato che grazie all’iniziativa dei Varenghesi avrà anche la possibilità di fare acquisti natalizi in qualcuna delle numerose bancarelle che an-

dranno a formare il bellissimo mercatino di Natale. Immaginiamo che qualcuno dei nostri lettori si chieda se non sia presto scrivere di quest'evento nel numero di ottobre di G&d. No, perché chiediamo a tutti i nostri lettori di aiutare Ale e gli altri a organizzare questa manifestazione. Per la sua riuscita è necessaria la partecipazione di un buon numero di espositori e per questo ci rivolgiamo agli ambulanti di mercati e mercatini affinché si prenotino. Ai nostri lettori che invece svolgono altre attività ma che conoscono commercianti ambulanti che vendono nei mercati, chiediamo di informarli di questa opportunità. Si prevede di utilizzare la piazza Umberto I che sorge in fregio alla strada provinciale 10 che da Gabiano porta a Cerrina, e la bellissima piazza Vittorio Veneto a forma triangolare che sorge proprio ai piedi della bellissima scalinata che conduce alla chiesa di Varengo, l’accesso avviene attraverso un bel porticato ad arco. E’ una location ideale non solo per semplici mercati ma anche per manifestazioni di un certo rango. Parte della piazza Umberto I verrà lasciata a disposizione del pubblico per i parcheggi. Come funziona la partecipazione? Semplice: basta compilare il modulo che troverete a pagina 4 del nostro giornale (potete anche fotoco-


piarlo) o scaricarlo dal sito internet di Gabiano e dintorni ed inviarlo entro e non oltre il 15 novembre p.v. ad uno dei seguenti indirizzi: Per posta cartacea: G&d via San Carpoforo 97 15020 Cantavenna di Gabiano - AL-

Per e-mail: mazzolaraffaele@libero.it Z_lucazano@yahoo.it posta@gabianoedintorni.net Per fax : 0142-945031 Per informazioni rivolgersi a: Alessandro Bossetto: 327-0684286 e 0142-943322 (dalle 12:20 alle 14:30) Marinella Muzio : 347-5049226 Raffaele Mazzola: 334-8286858; G&d : 335-7782879 Ovviamente cercheremo di dare un posto a tutti coloro che lo richiederanno ma, per motivi legati alla sicurezza ed all’organizzazione, gli stalli sono limitati per cui ci riserviamo entro il 22 novembre di comunicare l’avvenuto accoglimento della richiesta. Non sono previsti costi di partecipazione in quanto il Comune di Gabiano ha dato il patrocinio alla iniziativa e di questo ringraziamo l’amministrazione, così come ringraziamo il dott. Bardazza organizzatore di Armonie in Valcerrina di aver acconsentito con entusiasmo al “gemellaggio” con la manifestazione nella chiesa precedentemente programmata. Saranno i ragazzi di Varengo e gli amici dei comuni/ frazioni vicine che vorranno aiutarli a farsi carico di tutti gli aspetti or-

ganizzativi. Saranno disponibili punti luce visto che a dicembre alle 17 è già buio; inoltre gli organizzatori offriranno Vin Brulè a tutti. Nel corso della giornata sarà anche possibile acquistare i libri scritti da Don Calvo sulla storia di Varengo e sulle storie della Valcerrina e grazie alla collaborazione della signore di Varengo sarà allestita una bancarella con la possibilità di acquistare semplici articoli realizzati dalla comunità (es: presine, cuffie, asciugamani ecc.) con lo scopo di raccogliere offerte per contribuire alle spese di restauro dei gradini antecedenti il presbiterio della chiesa di Varengo e per il necessario ripasso del tetto al fine di conservare al meglio gli splendidi affreschi restaurati pochi anni fa. Anche La Stamberga del Drago il ristorante che sorge proprio sulla piazza del mercatino si attiverà per offrire oltre al menù a la carte anche un menù turistico a 15 € o, per chi ha fretta, piatti o panini da asporto. Ma non finisce qui, in contemporanea si prevedono alcuni interessanti esposizioni: una serie di 9 bellissimi pannelli dei 9 Sacri monti (7 in Piemonte e 2 in Lombardia) esposti nella… (e qui l’altra grande iniziativa del “Busset”) …sede di Varengo del gruppo. Infatti grazie all’iniziativa di Alessandro e gli altri amici oltre che alla disponibilità dell’amministrazione Gabianese e del Sindaco Tribocco, i locali di proprietà comunale, che un tempo erano la sede delle poste di Varengo (da anni, ahimè, chiuse), diventeranno

una sede per incontri e iniziative di valorizzazione della frazione e del territorio, ma non solo. Sentite sentite cosa è passato per la testa a questi ragazzi. Visto che Varengo era la contea del noto architetto, compositore teatrale, amministratore pubblico e uomo di cultura Ottavio Magnocavallo, quale luogo più indicato per organizzare un… Centro di documentazione sul Magnocavallo ? Beh non si può dire le imprese difficili li spaventino! Da parte nostra ci premureremo di tenere aggiornati i nostri lettori sull’evolversi di tutte queste iniziative a cui naturalmente, oltre a fare i nostri migliori auguri, ci impegniamo, sin d’ora e nel nostro piccolo, a dare il massimo sostegno. Ed infine ancora una notazione. Nel corso della giornata il noto artista italo-cileno Mono Carrasco che da poco si è trasferito a Cantavenna, dipingerà con la tecnica dei murales un grande pannello sul Magnocavalli e Varengo che andrà ad ornare i locali del centro di documentazione. Anche i bambini potranno giocare a colorare un analogo soggetto con la guida di Mono. Per chi venendo da lontano volesse fermarsi una o più notti a Varengo ricordiamo che lo Story Park gestisce proprio sulla piazza del mercatino l’Ostello la Sosta: prezzi modici e nottate tranquille nel bel mezzo delle più belle colline del mondo, il Monferrato… che volete di più? Vi aspettiamo numerosi... pubblico ed espositori.

P.zza Umberto I con il ristorante Stamberga del drago (a sinistra davanti all’auto nera. L’Ostello la Sosta e la sede del centro di documentazione del Magnocavalli nell’edificio bianco che sorge a sinistra dell’ arco (sullo sfondo) da cui 3 si accede alla piazza Vittorio Veneto e alla chiesa di Sant’Eusebio


Richiesta di partecipazione al Mercatino di Natale che si terrà a Varengo di Gabiano sabato 1° dicembre 2012. Le domande compilate in ogni loro parte in maniera leggibile dovranno pervenire tassativamente non oltre il 15 novembre 2012 ad uno dei seguenti recapiti: Per posta ordinaria: G&d via San Carpoforo 97 - 15020 Cantavenna di Gabiano – AL (gli organizzatori non rispondono di eventuali disguidi postali); per fax allo 0142-945031 Per E-mail: mazzolaraffaele@libero.it; z_lucazano@yahoo.it; posta@gabianoedintorni.net Per informazioni rivolgersi a : Alessandro Bossetto: 3270684286 0142-943322 (dalle 12:30 alle 14:30); Marinella Muzio : 3475049226; Raffaele Mazzola 334-8286858 G&d : 335-7782879; Fax : 0142-945031 Il sottoscritto:……………………………………………………………………………………………………………………………...…. Nato il : …………………………………… e residente a : ……………………………...……………………………………………. ………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………… Titolare dell’attività: ..…………………………………………………………….…………..………………...……………………….. ………………………………………...…………………………………………………………………………………..……………………… per la vendita di ………………………………………………………………………………………………………………..…………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………..……………… P.Iva (o C.F.) .……………………………………………………………………………………………………………………………….. che, oltre all’indirizzo sopra indicato, potrà essere contattato ai seguenti recapiti: Telefono/i………………………………………………………………………………………………………………………………………. E-mail …………………………………………………………………….altro: ………………………………………………...…………. Chiede di poter disporre di n° ……….(massimo 2) stalli di m 2 x 2 circa per l’attività di vendita dei propri prodotti o esposizione/promozione dei propri servizi. Il richiedente è a conoscenza che: - l’accettazione della domanda è soggetta alla approvazione degli organizzatori che per motivi di sicurezza, esaurimento posti o altre priorità, potranno negarla. In questo caso lo comunicheranno tempestivamente all’interessato (al massimo entro il 22 novembre). - la durata del mercato prevede una presenza indicativa fra le 8:00 e le 20:00; - al termine del mercato l’area occupata di propria competenza dovrà essere lasciata nelle stesse condizioni di pulizia e funzionalità in cui è stata consegnata; Il richiedente si impegna sin d’ora ad ottemperare a tutte le indicazioni finalizzate alla buona riuscita dell’evento che verranno disposte o impartite dagli organizzatori.

Data della richiesta : ……………………………...………..

Firma : …………………………………………………………….

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Tamburello: campionati italiani di serie D di Riccardo Bonando Veramente duro è stato l’impatto della formazione Gabianese con le migliori squadre del tamburello, a livello di quarta categoria. La compagine monferrina, composta da Cornaglia, Riva, Mazzola, Botta, Siciliano, Monferrino (Allenatore Gamarino A.), ha incontrato sul suo cammino alcune formazioni già attrezzate per il salto di categoria e con giocatori di livello nettamente superiore. Nel primo incontro casalingo, opposti alla formazione del Fontigo (Tv), i giovani gabianesi hanno espresso un gioco attendista basato su lunghi ed estenuanti palleggi, che ha portato l’incontro a protrarsi per quasi 4 ore con un ottimo Riva al ricaccio. La partita, dopo una sostanziale parità (1212), si risolveva ai tie-break in favore degli ospiti con il punteggio di (6-8). Nel secondo incontro in trasferta, il Gabiano si recava sul campo della trentina Ton. Un brutto inizio, dava subito largo margine ai locali, portandosi ben preso a quota 9 giochi. L’innesto di Monferrino al centro, con spostamento di Mazzola a fondo campo in sostituzione di uno spento Riva, sortiva gli effetti sperati e riportava in partita la formazione gabianese. La maggior determinazione dei trentini però, consentiva loro di chiudere l’incontro con il punteggio di 13 – 9. Nella terza giornata, a far visita allo sferisterio di Gabiano, si presentava la formazione veronese del San Vito, dotata di elementi di notevole caratura. L’incontro incominciava nuovamente in salita per i locali, in quanto gli ospiti, capaci di esprimere un gioco veramente completo ed efficace, lasciavano le briciole a Cornaglia & Co.; l’ingresso di Monferrino al centro, faceva recuperare alcuni giochi, ma l’incontro terminava con una nuova sconfitta per il Gabiano, con il punteggio di 7 a 13. Nella quarta giornata, i valcer-

rinesi si recavano sul campo della capolista Castelli Calepio, ottima e collaudata formazione bergamasca. Il divario troppo netto, e una giornata non molto favorevole, lasciavano al Gabiano soli tre giochi. Ultimo incontro ancora da giocare, irrilevante per la classifica, sarà Gabiano – Castelferro. Ai ragazzi della formazione del Gabiano, i complimenti per aver raggiunto le fasi finali del Campionato di serie D, augurando loro nuove e importanti soddisfazioni che con l’esperienza e il costante allenamento sapranno sicuramente raggiungere. La tentazione della serie B e i nuovi innesti per la Serie C. Circolano indiscrezioni, sulla richiesta da parte della formazione gabianese di serie C di poter partecipare nel 2013, al campionato di seconda categoria in virtù delle numerose defezioni di molte squadre con i diritti per accedervi. L’innesto di Sorba (in sostituzione di Musso), proveniente dal Cinaglio di serie B, dotato di ottima tecnica ed esperienza per affrontare un campionato così impegnativo, porta alla formazione gabianese una maggiore caratura. Per il resto for-

mazione invariata, con Raschio, Gamarino, Campanella e Ongaro. Al mister Surian il compito di stimolare e preparare la squadra a confrontarsi con squadre blasonate. Ai tifosi un’ottima occasione di vedere sullo sferisterio di Gabiano un tamburello di qualità. Invece nel campionato di serie C, un nuovo arrivo, Silvio Massirio, proveniente dal Torneo a Muro. Fondocampo invariato con la coppia tutta “varenghese” Ulla – Bossetto. Tre contro tre Ha preso il via il tradizionale torneo tre contro tre, Torneo che conclude come sempre l’annata tamburellistica sotto la direzione dell’instancabile Pier Angelo Cane. Sedici le squadre iscritte, suddivise in quattro gironi di qualificazione. Le prime classificate disputeranno la serie A, le seconde la serie B e così di conseguenza fino alla quarta. Nomi importanti presenti in questa edizione come Basso, Baggio, Massirio e Gavello. I campi di qualificazione sono Cerrina Valle, Mombello e Solonghello. Foto: con maglia dello sponsor Cavallo, il Varengo con Bossetto, Gavello e Massirio.

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Retrogusto di Alessandra Coppo

Riportiamo un bell’articolo che Alessandra Coppo ha pubblicato su retroonline il sito web della associazione Retrò-Giovani per Torino. Un grazie per aver contribuito a far conoscere la nostra terra...

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L’autunno ci riserva sempre dei magici giochi di colori: le foglie cambiano tonalità, il cielo diventa scuro prima del solito e le piante si caricano di quei frutti scuri, come le castagne, che maturano solo in questa stagione. Quando però si parla di settembre e ottobre, i due mesi di transizione da una stagione calda ad una molto più fredda, si pensa subito alla vendemmia. La raccolta dell’uva è un momento che appartiene alla nostra tradizione italiana, noi che siamo uno tra i maggiori consumatori di bevande di qualche grado superiore a quello dell’acqua. Il Piemonte, assieme alla Toscana e alla Sicilia, è una delle regioni più importanti a livello nazionale per produzione di vino e famose sono le sue colline, quelle delle Langhe dove si produce il famoso Barolo e quelle del Monferrato, casa del Barbera e del Rubino. Proprio in Monferrato, tra le colline poco sopra al Po si trovano i vigneti più importanti delle nostre terre. Ad esempio, in provincia di Alessandria, su una superficie di venti ettari si snodano centinaia di filari appartenenti al castello di Gabiano. Il forte, costruito molto prima del sesto secolo ed appartenente alla famiglia Giustiniani, è un’imponente struttura che domina tutta la collina sottostante. Tra tradizione storica e intelligenza enologica in quest’area viene prodotto un rosso

d’eccezione che quest’anno ha vinto il premio Douja D’or ad Asti. Spostandoci di qualche chilometro ci addentriamo sempre tra le colline monferrine per incontrare una cantina vinicola storica, La cantina del Rubino situata nella piazza centrale di Cantavenna. Produttori conosciuti un po’ in tutta Italia, hanno dato vita a questo rosso proprio di color rubino, composto in larga parte da Barbera e in minor quantità da Grignolino e Freisa, uno dei più longevi DOC d’Italia. Aggirandoci per questi filari lontani dalla frenesia cittadina ci si addentra in un mondo puro e bucolico, dove i valori veri sono ancora presenti. Accanto al sudore e alla fatica della raccolta dei graspi d’uva si scopre il piacere di ritrovare le proprie origini e di avvicinarsi sempre di più alla terra che ci fornisce ottimi prodotti da consumare. La bellezza però del raccolto la si coglie fino in fondo quando si diventa parte integrante della raccolta, quando si prendono in mano le forbici e si passano ore e ore sotto al sole per recuperare quel grappolo intrappolato tra le foglie rosse. Solo in quel momento ci si rende davvero conto della difficoltà di vivere a stretto contatto con la terra e di lavorare in mezzo a queste colline. Il vero piacere però arriva dopo quando tutti insieme, tra amici e famigliari, ci si siede attorno alla tavolata, magari davanti ad un piatto di bagna cauda, dopo un’intensa giornata di fatica e si degusta il vino ricavato proprio da quei graspi che qualche hanno prima sono stati raccolti dalle nostre mani.


I parchi motore di sviluppo Il 26 settembre u.s. si è tenuta la serata allo Story Park per inaugurare la mostra sui parchi

Sotto: Una interessante iniziativa del Parco della Val Grande che potrebbe essere realizzata con successo anche nelle nostre colline.

Ha riscosso un notevole successo l’iniziativa promossa venerdì 26 settembre da G&d, Piemonte Parchi, Story Park, Parco fluviale del Po vercellese-alessandrino. Il pubblico ha riempito la sala dello Story park e ha potuto poi vedere al piano sottostante una trentina di pannelli della mostra itinerante sui parchi allestiti di Piemonte Parchi. Presenti il sindaco Tribocco, il presidente dell’Ente Parco del Po Zocco, Tony Farina di Piemonte Parchi ed Enzo Gino nella doppia veste di chi dirige la rivista regionale che da trent’anni scrive sui parchi ricevendo riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale e come editore anche di questo ben più modesto mensile, G&d che vuol dare il proprio contributo per far rinascere questo nostro Monferrato. Dopo le presentazioni di Patrizia Becchio dello Story park, l’intervento di Zocco e le bellissime slides di Farina, Gino ha cercato, così come prevedeva il tema del suo intervento, di individuare, mediandole dalle iniziative degli altri parchi Piemontesi e dalle opportunità offerte dalla recente legge regionale sui parchi, proposte per valorizzare il territorio. Così oltre alla realizzazione di un percorso ciclabile all’interno della ciclopista VenTo (Venezia Torino) proposta dal Politecnico di Torino di cui ha parlato Farina, sono state descritte le iniziative del parco nazionale della val Grande nel VCO che ha coinvolto 23 ristoranti nel progetto “i sentieri del Gusto” con pranzi e cene a base di patti tipici che vengono organizzati nel mese di ottobre e novembre oltre alla valorizzazione di quattro filiere produttive: carni e salumi, miele, erbe officinali, latte e formaggi di capra. Altra opportunità sviluppata questa volta dalla Provincia di Torino è il progetto Bois-lab che prevede lo sviluppo della filiera foresta legno dalla sperimentazione di strumenti innovativi di commercializzazione ai certificati del legno

locale alla valorizzazione delle foreste ai corsi di formazione. Altra iniziativa e il sostegno alla campagna internazionale per la balneabilità dei corsi d’acqua. Nasce dalla proposta dell’European River Network che prevede l’applicazione di una direttiva dell’Unione Europea che pone agli stati membri l’obiettivo di un ritorno alla balneabilità dei fiumi entro il 2015. Un Po balneabile sarebbe una bella risorsa per i comuni che si affacciano su esso. Infine la sollecitazione a insistere su alcune proposte “storiche” come Marchio di qualità dei prodotti della Piagera o più recenti come lo sviluppo dei circuiti devozionali del nostro Monferrato. Ricordiamo infatti che fra le aree protette vi è anche il Sacro Monte di Crea patrimonio Unesco. Esiste inoltre il cammino che unisce la basilica di Superga a Crea, ci sono le passeggiate di Don Bosco a Castelletto Merli e le numerosa chiese del Magnocavalli. E’ stato poi accennato alle iniziative già avviate dal parco del Po alessandrino: Il marchio di fornitore di qualità ambientale, il rafting sul Po in collaborazione con i Comuni ed in particolare quello di Coniolo. Rompendo un po’ i ruoli fra relatori e pubblico si è dato spazio a Giovanni Brusasca che ha avuto modo di descrive la sua proposta di costituzione di una cooperativa fra i produttori di nocciole, e si è dato cenno anche ad altre iniziative locali da parte dei “ragazzi” di Varengo (Raffaele Mazzola e Luca Zanotti) presenti all’incontro. Ha fatto piacere vedere anche gli amici Alberto Riccio e Giancarlo Curti dell’associazione Nuove Frontiere di Casale Monferrato che come noi da anni si battono per il rilancio di Casale e del Monferrato. Ringraziamo ovviamente anche tutti gli altri partecipanti e i giornalisti presenti (Giunipero del Monferrato e Giuliana Scagliotti de La Stampa).

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Personaggi Monferrini: Paolo Agarossi di Giuliana Scagliotti In questi tempi in cui siamo costretti a guardare in continuazione l'orologio e a vivere la vita di tutti i giorni come una corsa contro il tempo, c'è ancora qualcuno che riesce a ritagliare un po' di spazio per sè, ma anche per gli altri, e trasmettere le emozioni che si provano di fronte alla visione di un cielo stellato. Impiantista termoidraulico nella vita di tutti i giorni, Paolo Agarossi al calare dell'oscurità smette i panni dell'artigiano e si reca presso l'Osservatorio Astronomico di Odalengo Piccolo, per dedicarsi alla passione della sua vita: l'osservazione e la fotografia astronomica. Originario dell'hinterland milanese, fin dai primi anni settanta, ancora ragazzino, durante i weekend nella casa di campagna dei genitori, passava le serate nel buio del cortile con il naso all'insù, ad ammirare stupito quel cielo monferrino nerissimo e punteggiato da miriadi di stelle, nemmeno paragonabile al cielo di Milano, perennemente illuminato a giorno. “L'amore per l'astronomia è nato proprio in quel cortile di San Desiderio di Calliano, ed è cresciuto di pari passo con l'altro grande amore della mia vita: il Monferrato e le sue meraviglie paesaggistiche”. Con il trascorrere degli anni queste due passioni venivano coltivate con impegno ed assiduità insieme all'interesse per la cultura in generale, che l'ha portato, fra l'altro, ad una brillante partecipazione televisiva nel 2007 al quiz l'Eredità su Rai. Nei periodi di tempo libero di fine settimana e dei ponti festivi, partiva da Milano con il fido telescopio e le mappe stellari, per

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ammirare il cielo dalle nostre colline, sia in estate che nelle fredde e limpide notti invernali. L'importante scelta di vita nel 1994 quando, insieme alla moglie croata Snjezana e ai due bambini, decise di stabilirsi definitivamente nel tanto amato Monferrato, nel comune di Alfiano Natta. “Appena trasferito ho preso contatto con altri astrofili della zona, con i quali avevo già avuto degli incontri, ed a seguito di queste frequentazioni, nel 2000 abbiamo costituito il Gruppo Astrofili Cielo del Monferrato. La nostra prima sede era presso le ex scuole elementari di Ottiglio”. Il sodalizio, di cui Agarossi è presidente e trascinatore, ha da subito dimostrato una notevole vitalità e la continua ricerca al miglioramento delle tecniche osservative e delle riprese astrofotografiche da parte dei soci lo hanno portato ad essere fra le associazioni di astrofili più conosciute ed apprezzate. Il posto abitualmente frequentato durante le attività osservative, grazie alla favorevole posizione, era il Bricco Palmaro nel Comune di Odalengo Piccolo, una vera oasi per chi osserva il cielo. “In breve tempo ci rendemmo conto che questo ottimale luogo di ritrovo, avrebbe meritato di essere conosciuto e reso fruibile a chiunque interessato all'osservazione degli astri, e l'idea di realizzare un vero e proprio osservatorio pubblico nacque e prese forma. Prendemmo i contatti con l'amministrazione comunale, che dimostrò da subito interesse concreto, fece sua la proposta, partecipando fattivamente alla realizzazione”. Nonostante le numerose difficoltà di

Foto di Paolo presso l’osservatorio di Odalengo Piccolo

prammatica, nell'ottobre 2007 venne inaugurato l'Osservatorio Astronomico Pubblico di Odalengo Piccolo, una vera perla per il territorio, struttura unica nel suo genere in questa zona del Piemonte, punto di riferimento per gli appassionati e i semplici curiosi del cielo, molto apprezzata e frequentata durante le aperture in programma e le serate dedicate alle scuole di ogni ordine e grado, dotata inoltre di strumentazione di ottimo livello, che consente l'osservazione di innumerevoli oggetti celesti. La gestione dell'osservatorio è affidata alla disponibilità e alla competenza del sodalizio presieduto da Agarossi. “Oltre alla divulgazione, che resta il principale fra gli obiettivi del Gruppo, svolgiamo delle attività di ricerca vere e proprie, come il monitoraggio dell'evoluzione dei fenomeni sulla superficie solare, la ricerca di supernove extragalattiche, la ripresa di immagini astronomiche planetarie e di nebulose, ammassi stellari e galassie”. Aggiunge con un sorriso in cui traspare tutto il suo entusiasmo: “La soddisfazione di cogliere lo stupore di chi accostando l'occhio al telescopio vede per la prima volta i crateri della Luna o gli anelli di Saturno, è davvero grande, e ripaga me e i soci del Gruppo di tutte le fatiche, gli impegni e le difficoltà incontrate sul cammino per la realizzazione di questo sogno comune, ed è paradigma al suo prosieguo”. Come si riesce a coniugare un'attività lavorativa da artigiano, dai conseguenti orari a volte tardivi, con le impegnative serate nella specola? “Siamo una squadra ben affiatata e ci coadiuviamo secondo i nostri impegni personali e lavorativi, certo, senza la partecipazione e l'impegno di tutti gli amici del Gruppo e del Comune di Odalengo Piccolo, sarebbe impossibile, poi una grande, vera passione aiuta sempre a superare di slancio le difficoltà”. Conclude dicendo che la passione per l'astronomia gli ha insegnato ad essere più riflessivo e


osservatore anche nella vita di tutti i giorni: “E' come avere la propria stella polare personale che aiuta a trovare la giusta direzione come ai naviganti”. Durante l'osservazione e la contemplazione degli astri viene spontaneo pensare e ragionare su concetti che durante il giorno raramente affiorano alla mente, perché “quando si è di fronte all'immensamente grande, dove la concezione del tempo e delle distanze non è paragonabile ai nostri piccoli o grandi affanni quotidiani, ci rendiamo conto di quanto siamo effimeri e che il nostro passaggio sulla Terra è davvero solo un breve alito di vento, che passa e subito svanisce, quello che invece rimarrà immutabile per altri miliardi di anni è solo nel cielo. Arricchisce l'animo l'emozione che si prova davanti ad un immenso ed eterno cielo stellato e dovremmo ogni giorno fermarci un attimo a pensare alla nostra pochezza di fronte all'Universo, e il modo migliore per farlo è semplicemente ammirandolo”. www. gabianoedintorni.net Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Editore: Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribuzione gratuita Per informazioni e pubblicità cell. 335-7782879; e-mail: posta@gabianoedintorni.net

Dedicato ad un mite di cuore In ogni comune del nostro Monferrato sono spesso presenti chiesette o piccole cappellette dedicate a qualcuno dei tanti santi amati dalla nostra gente. Luoghi di culto dove almeno una volta all’anno nel giorno della ricorrenza del santo a cui l’edificio è stato dedicato, gli abitanti si ritrovano per celebrare una messa o magari partecipare ad una processione accompagnata da una banda musicale. La tradizione prevede che segua l’asta delle torte preparate dalle donne della frazione, il cui ricavato va in beneficienza. Sono iniziative che purtroppo tendono a perdersi, ogni anno sempre meno persone le frequentano e gli anziani fanno sempre più fatica a riordinare la chiesetta, pulirla, arieggiarla dopo un anno in cui è rimasta chiusa, magari abbellendola con qualche mazzo di fiori. Chi per motivi anagrafici conserva la memoria degli anni passati si accorge del crescente distacco specialmente da parte dei giovani da queste manifestazioni prettamente locali. Sarebbe un vero peccato perdere anche queste belle occasioni per ritrovarsi, per continuare ad esser comunità. Anche quest’anno la prima domenica di settembre a San Grato in quel di Cantavenna si è svolta come da sempre la celebrazione del santo. Fra i principali animatori vi è da sempre un signore titolare con

la figlia di una cantina dove si produce del buon vino che da qualche anno ha perso la moglie con cui ha condiviso una vita. Quest’anno lo abbiamo visto passare dalle case dei compaesani del borgo di ’Nco dla Fin a ricordare loro la ricorrenza ed invitarli alla manifestazione. Spesso molti, sono presi da tante vicende più urgenti o importanti (almeno così si è portati a credere) e ci si dimentica di queste ricorrenze così locali che coinvolgono non i già piccoli paesi, mai i ben più piccoli borghi del paese. Vedere che c’è ancora qualcuno che nonostante la fatica legata al peso degli anni, trova tempo ed energie per mantener viva questa tradizione riuscendo a dare una così forte prova di volontà e di fede non solo nei valori cristiani ma anche nei valori delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostre comunità, è qualcosa di speciale. E vorrà pur dir qualcosa se questo impegno, questa tenacia, questa forza vengono da una persona semplice, buona, mite, che conosciamo sin dall’infanzia e che nella nostra (non brevissima) vita non abbiamo mai visto adirarsi, imprecare, offendere, insultare, parlar male e men che meno aggredire neppure verbalmente, qualcuno, per tutto questo vogliamo ringraziarla. Pepito queste righe son per te.

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Corilicola Valcerrina Una delle tradizionali difficoltà di queste terre è sempre stata la diffidenza, se non l’ostilità delle nostre genti a lavorare insieme. Eppure sono indubbi i vantaggi che si possono ottenere costituendosi in associazioni, gruppi, cooperative. E’ infatti evidente a tutti che la suddivisione del lavoro, la sua meccanizzazione, i maggiori quantitativi di prodotto riducono sensibilmente i costi ed accrescono il potere contrattuale al momento della vendita. Lo scoprì, ormai due secoli fa, un certo Henry Ford che si mise a costruire auto, non per i ricchi come si era fatto sino ad allora, ma per la gente comune: gli operai, gl’impiegati e i contadini. Grazie ai grandi numeri, alle grandi quantità di auto prodotte ed alla razionalizzazione dei sistemi di costruzione riuscì a fare ciò che sembrava all’epoca impossibile, dare una macchina (il famoso modello T) ad ogni americano. La Fiat del suo fondatore Giovanni Agnelli copiò il sistema come fecero tutte le altre aziende europee e americane e non solo con le auto ma con tutti gli altri beni di consumo. Il risultato fu un forte calo dei costi di produzione e il conseguente accesso anche delle classi meno abbienti ai più disparati generi di consumo; molti la chiamarono la democrazia dei consumi, in sostanza comunque un generalizzato aumento del benessere sociale, una vera e propria rivoluzione. Ovviamente le macchine si diffusero non solo per andare a spasso ma anche per coltivare i campi e così gli effetti si moltiplicarono ed anche i generi alimentari e tutto ciò che la terra produceva ebbe una crescita esponenziale in quantità e spesso anche in qualità: unitamente ad un calo dei prezzi: è il progresso. Da sempre l’unione fa la forza, anche ( e soprattutto) in agricoltura, e lo sanno certo anche molti coltivatori di nocciole che da tempo

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hanno espresso l’intendimento di organizzarsi in qualche forma associata; citiamo fra questi Beccio e Zoppolato. Ma come spesso accade la diffidenza di cui abbiamo prima accennato ha creato, come spesso accede, difficoltà. Ci si è messo ora di buon buzzo Giovanni Brusasca da Cantavenna che da quando è andato in pensione è ritornato alla attività praticata dai suoi (e nostri) avi: l’agricoltura, dedicandosi fra l’altro anche alla coltivazione delle nocciole. E’ una produzione che è partita qualche anno fa e che sta lentamente prendendo piede sulle nostre colline, come dimostrano le sempre più numerose piantagioni che si possono vedere un po’ dovunque. Ma come sempre accade quando “si torna a casa” dopo una vita di lavoro con annessa esperienza possono nascere interessanti “reazioni” culturali. Come accade a noi di G&d che abbiamo messo la nostra esperienza “giornalistica” (e non solo) a disposizione del territorio che amiamo, così un manager abituato a organizzare attività e persone in grandi aziende ha certamente un approccio diverso ai problemi e certamente qualcosa di interessante da suggerire, sommessamente, ai compaesani Monferrini. Così per dar corpo alle esigenze espresse dagli amici è nata una proposta che è stata presentata alla festa della nocciola di sabato 29 settembre u.s. alla Piagera di Gabiano: costituire una cooperativa per produttori di nocciole. Riportiamo con la essenziale quanto efficace prosa, tipica degli ingegneri, categoria professionale di cui Giovanni fa parte, gli aspetti notevoli del progetto, rimandando chi fosse interessato a contattare direttamente il proponente: Giovan-

ni Brusasca al cellulare 3357638021 o al telefono fisso 0142945036. Il nome: Corilicola Valcerrina ci dà già l’ambito di intervento. Obbiettivi: Costituire in Valcerrina una Cooperativa dedicata alla coltivazione e alla commercializzazione della Nocciola Tgt, utilizzare la Cooperativa come strumento per la valorizzazione e il recupero del territorio, particolarmente vocato a questa produzione. Scopo sociale: La Cooperativa non ha fini di lucro e persegue lo scopo di far conseguire ai soci, tramite scambi mutualistici attinenti l’oggetto sociale, un vantaggio economico e le migliori condizioni economiche possibili. - Conduzione diretta di terreni agricoli di proprietà dei soci; - Assistenza ai soci in tutto ciò che può giovare all’incremento della produzione; - Acquisto in comune e gestione di macchinari e attrezzature; - Distribuzione ai soci del ricavato delle vendite. Programma delle attività: - Elaborazione di un Piano Operativo-Economico dettagliato e di bozza Statuto entro fine Ottobre 2012; - Raccolta adesioni Soci “fondatori”; - Costituzione Cooperativa con atto notarile entro fine Novembre 2012; - Registrazione entro fine 2012; - Inizio attività Cooperativa Gennaio 2013. Semplice e chiaro! Non resta che mettersi in contatto con Giovanni e

dasi n’andi!


Artisti illustri: Ermanno Barovero di Enzo Gino

Ermanno Barovero

13 ottobre a villa Vidua a Conzano esposizone: “Il codice segreto della pittura di paesaggio”

Già in passato ci siamo interessati di artisti che, lasciate le grandi metropoli, si sono trasferiti nei piccoli borghi del nostro Monferrato. Torniamo ora sul tema per descrivervi e scrivervi di un’altra di queste persone che pur essendo docente di Tecniche dell' Incisione presso l'Accademia Albertina di Torino si è insediato a Cantavenna in quel di Gabiano e, appena gli impegni glielo consentono, lascia la capitale piemontese per rifugiarsi nella tranquillità delle nostre colline. Qui ha ristrutturato con gusto e sensibilità, aiutato anche dalla moglie Gerardina (che tanto per restare in tema artistico insegna pianoforte), una vecchia casa di campagna ricavandone anche il suo studio dove, quando può, si dedica alla sua forma d’arte preferita: la pittura a olio. Abbiamo detto quando può, perché Ermanno non è certo il prototipo dell’artista bohemien o intellettuale con la puzza sotto il naso di chi è convinto di rappresentare attraverso l’arte le istanze più evolute della civiltà. Al contrario lo vedrete spesso e volentieri esercitare pratiche manuali tipiche della nostra gente come ad esempio spaccare legna, fare la manutenzione alla casa, curare un piccolo pollaio e vi accorgete di questa sue abitu-

dini, sanamente popolane, appena vi stringe la mano che sembra voglia strapparvela dal braccio o quando vi parla con piglio deciso di chi ha le idee chiare e sa quel che vuole e soprattutto sa quel che gli piace o non gli piace. Classe 1956 con una intensa carriera artistica avviata dal 1977 che lo ha portato ad esporre in molte città italiane ed estere e, per citare solo alcuni “templi dell’arte” torinesi: il Lingotto, la Galleria d’Arte Moderna, il Palazzo Giulia di Barolo ed ovviamente nella “sua” Accademia Albertina. All’estero: nel 1991 a Cracovia poi Lyon per la "3° Biennale d'Arte Contemporanea” nel 1997, oltre alle Fiere di Dusseldorf, Londra, Utrecht, Las Vegas, Francoforte, New York, Tokio ma anche negli Emirati Arabi Uniti a Dubai per l’Italian Lyfestyle nel 2007 e recentemente a Istambul. Un artista sui generis verrebbe da dire: tutto d’un pezzo, che trasfonde nei suoi quadri la forza, la chiarezza, la decisione, la passione, tutti talenti del suo modo di essere. E’ da questo suo modo di essere infatti che nasce la sua arte, da quella passione partono le sue pennellate e le sue spatolate, la scelta dei colori sempre forti e carichi e la tecnica compositiva che non indulge certo nelle quantità e densità delle paste colorate che distribuisce sulle tele. Qualcuno ha scritto che "Ermanno dipinge con il colore del sangue. Con una scrittura inselvatichita che vorrebbe diventare carezza, come il barbaro che sogna di addomesticarsi. Sulle tracce di Caravaggio, di Soutine, ma anche, al contrario dei maestri fiamminghi, egli vuole trovare, attraverso le antiche leggi della Pittura, posate qui, la folgorazione estrema di un gesto, di un odore, d'un grido, di un'emozione offerta" Ma che Caravaggio, Soutine, fiamminghi... Ermanno secondo noi fa qualcosa di molto più grande: dipinge semplicemente quello che sente venirgli da dentro, lasciando ad altri i limiti ed i vincoli

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imposti dalle regole più o meno razionali della tecnica che, peraltro, proprio per l’attività di insegnamento che svolge, conosce molto bene. Nei quadri di Ermanno ci rivediamo i contadini di una volta che non erano mai andati a scuola e quello che sapevano lo avevano imparato… facendolo e sentendolo. Così sapevano come, dove e quando arare, seminare, dare l’acqua, sapevano aiutare a partorire la vacca, costruire un portico, curarsi una ferita o fare il vino. L’istinto, il fare, il sentire e talvolta anche il soffrire erano l’humus o se preferite il letame da cui nasceva e cresceva il loro sapere, il loro conoscere e non poteva essere che così anche per chi, come Ermanno, pur avendo conosciuto tante capitali del mondo, avendo sentito critiche lusinghiere o negative, disquisizioni e voli pindarici sui significati delle arti e della sua arte, pur dando del tu grandi artisti viventi, alla fine che fa?: viene qui nel nostro Monferrato a dipingere ciò che sente e sentire ciò che dipinge, dove la Bagna cauda e il Barbera sanno risvegliare sensazioni ataviche che diventano praterie su cui l’stinto, la fantasia, la passione possono galoppare libe-

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ramente proprio come i pennelli e le spatole sulle sue tele. Sembra una contraddizione che, chi da anni insegna alla Accademia delle Belle Arti incisione, un’arte in cui la precisione, l’attenzione, la tecnica sono padrone assolute della mano e del suo gesto, abbia scelto per esprimersi una tecnica come i colori ad olio e l’acrilico magari a spatola. Sembra una contraddizione ma non lo è perché spesso chi è costretto fra le sbarre vincolanti della ragione, appena può fugge da esse per liberare il proprio spirito, e più forti sono quei vincoli più intensa sarà l’espressione e l’emozione di quella liberazione. Esattamente come avviene in natura dove le vincolanti leggi fisiche che governano pressioni, temperature e umidità creano le condizioni per lo scontro di fronti ciclonici che generano tempeste e trombe d’aria e non a caso il soggetto dei quadri di Ermanno è spesso e volentieri la natura proprio quando esprime la sua forza attraverso questi fenomeni. Siam certi che vivendo ancora qualche tempo fra le nostre colline vedremo sui suoi dipinti i nostri carminei tramonti o le plumbee nuvole che minacciano grandinate e magari la

terra spaccata da frane e smottamenti con l’acqua che dilaga. Chi vuole condividere le sensazioni della sua arte, per quanto le sensazioni possano esser condivise, può guardarsi il suo sito ed in particolare il filmato dell’esposizione accompagnata, coerentemente, dai Carmina Burana di Orff… (www.ermannobarovero.it) o magari può mettersi in contatto direttamente con lui allo 0142-945231, ma sappia che dal 13 ottobre ha un opportunità in più per conoscerlo: recandosi a villa Vidua in quel di Conzano dove Ermanno Barovero (anche con il modesto supporto di G&d) inaugurerà in quella data la sua ultima, ma solo in ordine di tempo, mostra dal titolo evocativo: “Il codice segreto della pittura di paesaggio” curato da Giovanni Cordero della sovraintendenza regionale del Piemonte. Ci sarebbero tante altre cose da raccontare del nostro incisore, scultore e pittore, ma non è giusto perché per le sue opere, espressioni dell’istinto, il racconto è sempre riduttivo, limitante ed inevitabilmente deformante. Molto meglio relazionarsi di persona attraverso un incontro o scontro, di sensazioni e di sensibilità.


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