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Gabiano e dintorni

Il mensile dal Nost MunfrĂ

G&d

Dicembre 2012

Cascina Zanello - Ozzano - Foto di Pier Giuseppe Bollo


Nost Munfrà di Enzo Gino

Grandi catene di vendita e multinazionali da anni stanno sottraendo ricchezza al nostro Monferrato? Difendersi si può, ecco come... Nella foto alcuni dei Buoni sconto diffusi in Italia: Sotto a sinistra lo Scec presente in molte regioni a destra il Napo recentemente introdotto dal comune di Napoli.

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Gli amici che ci seguono leggendo il nostro giornale di carta o su Fb (Gabianoe Dintorni) o sul sito (www.gabianoedintorni.net) (presto avremo anche un blog) sanno che il nostro periodico multimediale non si limita, come normalmente fanno le altre testate giornalistiche semplicemente ad informare, ma vuole anche essere uno strumento di iniziative per far crescere il nostro territorio. Per questo abbiamo scelto di sostenere le iniziative dei diversi sindaci, amministratori, (indipendentemente dall’orientamento politico), proloco e associazioni che come noi si impegnano in questo essenziale quanto difficile compito. Citiamo le più recenti: G&d english per vendere case a compratori esteri, la costituzione a Varengo di una associazione di giovani con relativa sede, il sostegno al sindaco di Alfiano Natta per la ristrutturazione del forno di Sanico, il sostegno alle iniziative di discese del rafting sul Po promosse in quel di Coniolo, la proposta di finanziamento in Regione (ferma oggi per mancanza di fondi) per realizzare tre attracchi sul Po a Verrua, Gabiano, Coniolo, il documentario sulla chiesa di Varengo cui faranno seguito altri sulle diverse chiese del Magnocavalli, la mostra sui parchi presso lo Story Park, la mostra di fotografie del nostro Monferrato scattate dall’amico Pier Giuseppe Bollo di Casale, in quel di Castelletto Merli nel corso del mercatino di Natale che si è tenuto il 16 dicembre e, analogamente, allo Story Park di Gabiano il 23 dicembre, dove verranno proiettate le più belle immagini del nostro territorio, il sostegno ad artisti che si sono trasferiti nelle nostre colline e, meglio ancora, se le rappresentano nelle loro opere. Stiamo inoltre collaborando con gli amici di Casale che, come noi, vogliono fare qualcosa per la nostra terra e i nostro futuro, oltre natu-

ralmente a questo giornale che cerca di unire tanti amici legati da una storia e da un futuro comune. Potremmo continuare ma, ci limitiamo a questo. Tante belle iniziative che certamente contribuiscono a valorizzare la nostra terra, aiutano a creare una conoscenza ed una coscienza monferrina che forse col tempo produrrà qualche ricaduta, ma abbiamo la sensazione che tutto ciò non basta ad incidere in maniera tangibile. Questa situazione è condizionata anche dal sistema economico dominante oggi, che ad ogni acquisto che facciamo trasferisce ricchezza dai nostri paesi ai grandi produttori multinazionali e internazionali, lasciano sul territorio briciole sempre più piccole. Così le attività economiche locali hanno sempre meno “mercato”, per molti infatti è molto più appetibile spendere parte degli stipendi faticosamente guadagnati in qualche megastore delle grandi città, con tanta scelta e prezzi convenienti che nei piccoli negozi locali. Analogamente per tutte quelle attività che non sono, per loro caratteristiche, necessariamente vincolate al territorio. Che fare dunque? arrenderci? Accettare come ineluttabile questo destino, specie in tempi di crisi generale? Non saremmo Monferrini, gente che per generazioni ha dedicato la vita a “runcà” colline intere per


strapparle ai rovi ed alle infestanti e che forse, grazie a questa storia di generazioni, ha conservato una sorta di cocciutaggine che la spinge a osare, anche laddove altri rinunciano o manco ci pensano. Anticipiamo quindi ai nostri lettori una importante iniziativa sulla quale da qualche tempo, supportati da amici più esperti, stiamo lavorando e che speriamo, con l’anno nuovo si possa far decollare. Un’anticipazione è necessaria perché richiede l’impegno dei nostri lettori, e non solo, siano essi semplici consumatori, come oggi si dice, o commercianti, artigiani, aziende. A questa anticipazione farà seguito un incontro pubblico presso lo Story Park a Gabiano che verrà ripetuto anche in altri comuni del Nost Munfrà. L’idea è quello di introdurre un tipo speciale di Buoni sconto che qualcuno impropriamente chiama moneta complementare. Come funziona? Il sistema è molto semplice, ed è già stato sperimentato in varie forme e con molte sfumature sia in Italia (lo Scec, il Napo, il Susino) ma soprattutto all’estero (in Germania ve ne sono più di 60 tipi). Chi aderirà al progetto di G&d riceverà dei Buoni sconto da spendere nei negozi, nelle aziende e nelle attività convenzionate. Il Buono darà diritto ad uno sconto, (preventivamente stabilito e concordato con gli esercizi che vorranno convenzionarsi) che può andare dal 5% al 30% . Così se un esercizio che aderisce alla iniziativa ha stabilito di accettare Buoni sino al 10%, il consumatore che va ad acquistare il quel negozio e, ad esempio, compra merce per 20 €, pagherà 18 € e darà 2€ in Buoni sconto, risparmiando così il 10%. Domanda: ed il negoziante che se ne fa dei Buoni sconto? Non potrà convertirli in Euro, ma potrà a sua volta spenderli in acquisti presso

altri esercizi convenzionati. Può perciò utilizzarli come ogni altro consumatore o se preferisce utilizzarli con acquisti regolarmente fatturati. In questo secondo caso se decide di acquistare ad esempio delle patate da un contadino, anche lui aderente alla iniziativa, può pagare nella percentuale stabilita in Buoni e, dovendo far fattura non c’è problema, si tratta di sconto e quindi non soggetto a Iva. Se ad esempio, acquista dal produttore 100 kg di patate a 1 € al kg fanno 100 €, il produttore, avendo aderito all’iniziativa, accetterà buoni sconto sino al 10%, quindi farà una fattura non di 100€ ma di 90€ ricevendo inoltre 10 Buoni sconto, che a sua volta potrà spendere in altri esercizi convenzionati. A cosa serve? E’ evidente che attraverso questo sistema si favoriscono le attività locali perché attraverso i Buoni Sconto, che ricordiamo vanno dal 5% al 30% della spesa o della fattura, è possibile per i compratori risparmiare e per i venditori aderenti attrarre più clientela visto che nei loro negozi si possono spendere i Buoni sconto (e nei supermercati o ristoranti o bed&breakfast di Torino o Vercelli invece no!) Va da sé che quante più attività locali aderiranno alla iniziativa, tanto maggiori saranno le opportunità di risparmio per i consumatori; tanti più consumatori aderiranno alla iniziativa e tanti più Buoni sconto entreranno in circolazione

creando di fatto un mercato privilegiato per tutti coloro, siano essi aziende o consumatori che aderiscono alla iniziativa. Attraverso questa prima presentazione abbiamo quindi voluto dare la possibilità ai nostri lettori di farsi una idea, sia del funzionamento che delle opportunità offerte da questo, tutto sommato, semplice e ormai collaudato sistema di Buoni sconto. Certo non può esser la panacea per tutti i problemi creati dallo squilibrato sistema economico attuale, ma può dare una grossa mano a tutti e soprattutto al nostro Monferrato valorizzando sostanzialmente le attività locali oltre che facendo risparmiare i nostri compaesani. Il primo passo che si pensa di attuare a partire dal prossimo anno è quello di raccogliere in maniera formale l’adesione delle aziende commerciali, artigianali e più in generale titolari di partita Iva che intendono aderire. E’ evidente infatti che senza attività dove “spendere” i Buoni sconto di G&d il sistema non può decollare. Per tutti gli esercizi ed aziende che hanno già compreso la genialità dell’iniziativa è possibile, sin da subito, dare la disponibilità ad aderire, scrivendoci o mettendosi in contatto direttamente con la redazione; ci parleremo e potremo così anticipare anche i dettagli dell’iniziativa. A presto

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Isolengo: le botti fesse

Il versamento potrà essere fatto sul CC postale 001002690764 intestato ad Associazione Piemonte Futuro Per chi usa internet IBAN: IT15B076 0101 0000 0100 2690 764 Oppure sul CC bancario 195 presso la Banca di Legnano, filiale di Gabiano Associazione Piemonte Futuro Conto Corrente n° 195. IBAN: IT26S032 0448 2900 0000 0000 195 Oppure con Paypal dal sito www.gabianoedinorni.net

A destra: copertina del Libro di Don Luigi Calvo

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Riportiamo un altro dei bellissimi racconti scritti da Don Luigi Calvo nel suo libro - Momenti di Vita quotidiana nella Valcerrina dell’OttocentoGià in passato abbiamo riportato alcune sue storie ciascuna delle quali legata ad uno dei Paesi della Valle Cerrina e scritti sulla base dei documenti reperiti negli archivi della curia. Nel libro in XXII capitoli possiamo leggere le storie di vita quotidiana di un tempo, ne riportiamo i titoli affinché, nei lettori interessati possa scattare la curiosità di leggerseli nei freddi mesi invernali facendo così un tuffo nel passato. A tutti i lettori che sosterranno le iniziative dell’associazione con almeno 20€ inviati ad uno dei conti indicati nel box a fianco ne verrà inviata una copia omaggio. Camino: Polenta e capponi; Cantavenna: Mestatori di un’incomposta agitazione; Castel San Pietro: Il sindaco che voleva ammazzare sto cuntac; Cerrina: Baruffe e fisica in canonica; Corteranzo: I morsi dell’indigenza; Gabiano: Eremo degli intellettuali; Isolengo: Le botti fesse; Moncestino: Querce senza radici; Montaldo Casalino: La commedia della priora e del sottopriora; Moransengo: L’eccentrica patrona De Bersanis; Morsingo: questa solitudine mi uccide; Murisengo: il secondo martirio di san Candido; Odalengo Grande Vallestura: Nel campanile le botti del sacrista; Odalengo Piccolo: Quando i santi non ci azzeccano; Piazzano: scoppiò un pianto generale; Pontestura: le utopie di un filosofo; Pozzengo: Il pievano dotto e meccanico; Rocchetta: Una strega e due mal maritati; Serralunga: Un piccolo quaratotto; Tonengo: I conti della spesa; Varengo : L’arciprete e l’architetto; Villamiroglio e Vallegioliti: La valle si stacca dal monte.

E adesso leggiamoci il racconto. Nei primi mesi del 1814 Napoleone Bonaparte dopo la batosta subita a Lipsia stava stentatamente ritirandosi dalle sponde dell'ostile Reno a quelle dell'amata Senna, sotto l'incalzare delle forze alleate. Invece, in quello stesso lasso di tempo don Francesco Verna all’età di 37 anni stava maestosamente avviandosi alle sorgenti del torrente Dardagna, ovvero al possesso della parrocchia di Isolengo. Eccone l'esteso racconto: "Ebbi la nomina di rettore e di parroco l'anno Signore 1813, il 1° dicembre da monsignor Giovanni Crisostomo Villaret d'Amiens in Francia, prima vescovo là e poi vescovo di Casale Monferrato. Il titolo con cui erano chiamati i miei antecessori era di curato. Io fui il primo che fui decorato col titolo di rettore. Addì 21 del mese di gennaio 1814 ebbi l'approvazione ossia placitum da sua maestà imperiale e reale Napoleone Imperatore e Re dei Francesi, perché niun paroco poteva andare alla parrocchia senza

che prima avesse presentato giuramento nella prefettura di Alessandria. Il 14 febbraio ad un'ora di notte in vescovado nell'androne o sia nella seconda sala del


vescovado avanti al vicario generale canonico teologo Francesco Maria Salina feci la professione di fede giurando in ginocchione sui santi vangeli e alla presenza pure del canonico teologo Fioretti pro-vicario generale e li testimoni furono il canonico Luigi Deregibus, cancelliere del vescovo di Casale e il sig. don Carlo Ponzone, cerimoniere vescovile. E qui è da osservare che il vicario generale Salina, avendo ordine dal ministro di Francia di così obbligare i parochi di andare in Alessandria a prestare il giuramento nella prefettura, graziosamente mi suggerì che mi servissi della carrozza che avea in vescovado, di cui si serviva lui stesso per andare in Alessandria e che era del sig. canonico Bussi di Alessandria. Così volle onorarmi e risparmiarmi la spesa della vettura. Montai dunque tutto solo in carrozza nella corte del vescovado ed in quattro ore e mezza arri-vammo in Alessandria io ed il cocchiere, a cui per buona mano gli ho dato lire 3 soldi 12. Ho voluto che ad eterna memoria sia registrato il favore che mi fece il sullodato Salina vicario generale, perchè la natura non ha generato cosa al mondo peggior che l'uomo ingrato. Addì dunque sedici del mese di febbraio alle ore 11 gallicane del mattino ho prestato il mio giuramento nel palazzo della prefettura di Marengo ed avanti il prefetto monsieur Du Colombier". Gli ultimi anni di don Verna furono funestati dall'incubo del colera. Il morbo era arrivato in Europa dall'Asia nel 1828 e due anni dopo aveva raggiunto Genova e Torino, persistendo endemicamente fino al 1838. Il vescovo Caravadossi inizialmente aveva spedito ai parroci una circolare moralistica: "Siccome non v'ha male che non provenga dalla mano paterna di Dio od in pena delle nostre colpe, altro non ci resta, all'udire i progressi del terribile flagello, che volgerci al ciclo e colle più fervorose preghiere invocare la divina misericordia, affinché voglia preservarci dalla desolazione e dalla morte”. Nel 1835 lo stesso presule ne emanava una seconda molto più attenta alle condizioni sociali: "Sentissi già da molti nega-

re l'esistenza del morbo micidiale e Dio non voglia che non si rifiutino pur anco quelle precauzioni e rimedii che l'esperienza e le scienze umane suggeriscono. Uomini immersi nei piaceri della vita non volevano né riforma del loro scostumato vivere, né regolamenti adatti alle circostanze, spacciando con eccesso d'impudenza o non esistervi il morbo o, quando pur esistesse, che le prescrizioni venivano da maliziosi uomini suggerite per togliere di mezzo le persone infette e sbrigarsi della povera gente con supposte malie ed avvelenamenti". In quelle circostanze terribili, nel 1836 a don Verna successe don Luigi Garrone, il quale molto tempo dopo si trovò invischiato in un affare di non poco peso. Lo apprendiamo da una relazione del vicario foraneo di Camino nel 1855: "Il sig. rettore di Isolengo avrebbe nel dì 2 settembre dato sepoltura al cadavere di una donna resasi defunta in S. Carlo di Villarboit vercellese e trasportata senza il dovuto permesso delle autorità in Isolengo, ove si recava ogni anno a villeggiare in compagnia del suo padrone, certo don Carlo Razzano, cappellano di detto luogo di S. Carlo, il quale tiene in Isolengo una cascina di sua proprietà. Detto cadavere per la crescenza delle acque del Po ha dovuto fermarsi per qualche giorno sulla sponda sinistra del fiume e per questo motivo era già diventato fetente. Il sig. sindaco di Castel S. Pietro sta per fare la relazione dell'accaduto al sig. intendente della

provincia, e col timore di vedere fra breve l'avvocato fiscale (penale) sul luogo. Ho pensato di avvertire la S.V.I., affinché nella sua saggezza possa risparmiare tanti disgusti che potrebbe provare il povero rettore. Io voglio supporre che niente vi sarà qui sotto di delitto, ma le autorità saranno paghe? Il sindaco deve fare la relazione e facendola come andrà pel rettore? Io farò in modo di portarmi questa sera dal bravo sindaco Calvo, gli dirò che studii il modo di salvare la capra e i cavoli, ma temo, temo! Mi fu detto che quella donna era ancor giovane in sui 26 anni circa, e morta che fu, il mandarla a seppellire altrove fuori diocesi, nella parrocchia (come si dice) di un amico del don Bassano sono tutte circostanze che possono far nascere sospetti, i quali certo non sfuggiranno agli occhi del fisco e il povero rettore come la finirà? Basta, vedremo". Quando don Francesco Sisto nel 1870 assunse la direzione della parrocchia, si trovò a dover abitare in una canonica cadente. Allora si decise immediatamente di restaurarla, attingendo ad un deposito che apparteneva alla compagnia di S. Sebastiano e alienando alcune suppellettili della chiesa. La opposizione della popolazione si tradusse in una immediata denuncia al vescovo: "Vendette pure pianede senza saperne il mottivo e senza dar conto del denaro percepito. Lusingò la popolazione a dissodare le ossa dell'antico cimitero, onde non venissero danneggiate da bestie: per compire tutto ciò,

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tutti si adoperarono con santo ardore, perché stimavano, come lo ritengono, per opera cristiana. Ma quale fu la sorpresa, quando dissodato il terreno videro il parroco a far spianare il terreno, in parte però a spese della Reggenza, e quindi coltivarlo ad orto per suo uso proprio. La popolazione è talmente irrittata, vedendo il modo di agire del don Sisto, che si rifiutano persine di assistere ai santi uffizi. Ricorrono perciò alla R.S.V. onde voglia indurre il don Sisto a rimborsare la somma che indebitamente si appropriò e di tenersi da buon cristiano, onde ristabilire la calma nella popolazione”. Dell'affezione, forse smodata ma autentica, dei fedeli di Isolengo alla loro chiesa è testimone don Sisto stesso, che assicurava: "Si suole ogni anno nella stagione invernale far acquisto dai reggenti di una certa quantità di canepa, la quale poi, distribuita un poco per caduna famiglia alle donne perchè la filano, è filata e poi venduto il filo all'incanto per la chiesa. Si costuma pure la spigolazione in una o due feste a favore della chiesa e quindi battere ossia trebiare in dì festivo le spighe unitamente ai covoni, che si sono raccolti dai Particolari". Tuttavia, nei 1885 egli rassegnò le

sue dimissioni da Isolengo, dove non aveva avuto vita facile e gli subentrò non senza difficoltà don Gerolamo Robba. Costui ebbe subito a litigare con il predecessore circa l'interpretazione della convenzione di successione stipulata tra di loro. Puntualizzava don Sisto in un memoriale del 1888: "Il contratto fu stabilito in aprile del 1886, previa perizia sulla bontà, capacità e valore dei vasi vinari. Dopo che fu conchiuso il contratto, don Robba chiese a me una dilazione al pagamento sino al S. Martino dello stesso anno, che gli è stata cortesemente accordata. Gliene accordai poi un'altra fino alla fine del 1887. Quando non era nemmeno alla fine de! 1887 in grado di pagare e chiedendo ancora parecchi mesi di tempo, finalmente in marzo del 1888 ricevette da me una cartolina di sollecito. Si domandi in che mai consista la truffaria, l'ingiuria, il torto ricevuto da me, da meritarmi di essere ingiuriato, calunniato, diffamato in quella maniera usata da lui a danno d'un innocente sacerdote, di cui si era mai sempre dimostrato contento come di un sincerissimo e liberale amico. Ne fa prova la cordialità con cui egli mi accolse nell'occasione del con-

tratto e l'invito di ritornare a Isolengo per la festa del paese, S. Martino, quando mi avrebbe anche sborsato il prezzo dei vasi vinari. Se poi sia vero che i vasi non tengono buono il vino, io non so di ciò; se in due anni trascorsi dal contratto siano stati questi vasi negligentati, io non lo so. Quel che so di certo si è che io non ho mai rilevato tal difetto, anzi ivi collocava sempre il mio vino migliore che avessi". La ragione di questo ritardo nella liquidazione potrebbe consistere nel fatto che in quell'anno don Robba ricevette un sollecito di pagamento anche dal proprio fratello, residente a Torino, per un vecchio prestito, "un credito ch'io gli somministrai - scrive Luigi Robba, impiegato ferroviario alla stazione di Porta Nuova di Torino durante i sei anni di studio in codesto seminario, colla pro-messa di restituzione. Tre anni or sono che io presi moglie e che allora gli domandai la restituzione del mio avere, egli si scusò che non poteva. Ora, prima di ricorrere per via legale, poiché sono costretto a farlo contro mia volontà, mi son preso la libertà di rivolgermi direttamente alla E.V., onde volesse avere la somma bontà di richiamare mio

Chi legge

il nost Munfrà 6


La vostra casa nel Monferrato Il riscaldamento è autonomo a metano con caldaia condominiale. Le unità immobiliari beneficiano inoltre dell’installazione di alcuni pannelli solari che forniscono acqua calda agli appartamenti minimizzando il consumo di energia. Si è inoltre prestata grande attenzione all’isolamento acustico di tutti gli spazi per ottenere la conformità alle più restrittive norme in materia a per garantire la massima privacy ai residenti. Contribuiscono ad ottenere ottimi isolamenti i robusti serramenti in alluminio ottenuti con profilati a taglio termico sez. 62/70, con controtelaio in acciaio zincato e tamponamenti in vetro stratificato camera 4/4-15-3/3 basso emissivo con gas argon. Gli alloggi monocamera, attrezzati con modernissimi bagni con doccia, offrono una luce ed una vista impareggiabili e sono ideali per persone che vivono sole, ma che gradiscono stare tra la gente. Possono essere affittati per pochi giorni, per qualche mese, ma ce ne si può innamorare per tutta la vita. Gli appartamenti, decisamente più ampi, hanno dalle 3 alle 4 camere

Foto dell’edificio sede degli alloggi

e sono attrezzati con modernissimi bagni con doccia. Anche questi sono molto luminosi, hanno una bellissima visuale e sono adatti anche per nuclei famigliari con figli. Il prezzo di vendita, soprattutto se abbinato agli sgravi fiscali di cui si può usufruire, è estremamente abbordabile. A contorno ci sono anche dei locali di stoccaggio prospicienti Via del Mercato, con magazzino e cantine. Per coloro che fossero interessati all’acquisto non va assolutamente sottovalutata la possibilità di usufruire della “detrazione delle

spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio” nel caso in cui l’alienazione avvenga entro sei mesi dalla data di termine dei lavori. La detrazione d’imposta spetta all’acquirente in ragione di un'aliquota pari al 25 per cento del prezzo complessivo dell'unità immobiliare (vedi comma 3 art. 16 bis DPR 22.12.1986 n. 917). Per ulteriori informazioni e delucidazioni scrivere a: info@immobiliarefelice.eu , visitare il sito www.immobiliarefelice.eu o chiamare il 345 7985308.

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A volte non ci rendiamo conto di quanto sia importante vivere in un ambiente sano, asciutto, ben isolato ed in una posizione che offra comodità con il piacere di godersi una vista che possa emozionare ogni volta che la si osservi. Siamo a ridosso del castello di Gabiano, nella piazza principale del paese, denominata Piazza Europa, ed in una posizione assolutamente invidiabile, dove l’Immobiliare Felice propone ora alcune unità immobiliari completamente rinnovate, fra cui due appartamenti, tre ampi alloggi monocamera e dei locali accessori. Immersi nel verde e molto luminosi sono comodissimi ai principali servizi (fra cui Municipio, Ufficio Postale, Studio Medico, sportello bancario ed un bellissimo bar) con una vista panoramica che spazia dalle colline del Monferrato, al Po ed alle Alpi che svettano all’orizzonte. L’importanza dell’area è confermata dalla presenza di moderni apparati elettronici che ne garantiscono la sicurezza e la presenza degli uffici comunali permette anche ai visitatori occasionali di usufruire gratuitamente di una connessione Hot spot Wi-Fi a banda larga sulla piazza antistante il Municipio. I lavori di ristrutturazione sono stati diretti nell’ottica di ottenere un risultato di ottima qualità utilizzando sempre prodotti di comprovata qualità. L’intero edificio è avvolto da un cappotto protettivo isolante che ci ha permesso di ottenere la migliore delle certificazioni energetiche (A+) e che garantisce a chi ci vive la possibilità di ottenere le migliori condizioni termiche con il minor dispendio possibile, sia con il freddo invernale che con il caldo estivo.


Personaggi Monferrini: Sarah Zaramella di Giuliana Scagliotti

Sara Zaramella

Un signore di Pisa mi ha ordinato una cicogna di due metri da appendere al comignolo, invece un ragazzo mi ha chiesto una custodia di pelo rosa per la sua chitarra...

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La romana Sarah Zaramella nel ’99 ha seguito il marito Carlo Capra a Cerrina, dove ora abita con le loro due bimbe Giulia di 10 anni ed Elisa di 7, la gatta Mirtilla e la lupacchiotta Zara. Le esigenze della vita spesso ci mettono di fronte a grandi cambiamenti e nel suo caso hanno fatto riemergere una spiccata vena artistica e l’amore per la manualità che muove i primi passi durante le scuole elementari, quando utilizzava lana, carta e matite colorate per creare pensieri per i compagni o i nonni. “Mia nonna Isa tiene ancora in bella mostra una scarpetta di Das che avevo fatto da bambina”. Nella capitale Sarah si è laureata in Economia e Commercio presso La Sapienza, ricoprendo anche posizioni di prestigio, ma nulla riempiva quel vuoto che aveva dentro. Quando sono nate le figlie, la scelta di abbandonare i panni di “donna in carriera” per diventare “mamma a tempo pieno”. Incoraggiata da Carlo ha iniziato a partecipare a qualche mercatino da hobbista, fino al “Paniere” di Casale e nel gennaio del 2005 ha deciso di fare un grande salto nel vuoto aprendo la sua attività come artigiana. Con l’aiuto della famiglia ha ristrutturato una parte della casa che è divenuta dapprima laboratorio e l’anno scorso punto vendita a tutti gli effetti con tanto di vetrina. Ha anche partecipato alla fiera nazionale “Manualmente” a Torino Lingotto e tenuto corsi di cucito creativo e patchwork alle scuole e nei locali comunali. “Quello che provo quando sono immersa tra le mie stoffe è indescrivibile, tante volte mi capita di vedere un tessuto e non posso fare a meno di acquistarlo poiché già lo vedo trasformato in una coperta patchwork o in un accessorio per la casa. Lavoro alle ore più disparate, cercando di far combaciare la mia figura di mamma e moglie con quella lavo-

rativa, spesso le mie bimbe sono fonte di ispirazione, anche per i nomi delle mie creazioni e cercano sempre nel cestone qualche cosa da poter trasformare”. La sua produzione spazia dall’arredo per la casa, agli accessori per bambini, alle idee regalo, alle bomboniere. La soddisfazione maggiore la riceve dai clienti quando riesce a realizzare i loro sogni e a dare corpo alle loro idee, cercando di interpretarne i desideri: “Hanno spesso parole di stima e affetto nei miei confronti, io sono sempre in apprensione finchè non sento che hanno effettivamente ricevuto ciò che mi hanno ordinato online o vedo la soddisfazione del risultato dopo che hanno scelto il materiale esposto nel mio laboratorio. Avere la loro piena fiducia mi ripaga di tutte le difficoltà che incontro. Anche il mio sito, realizzato sempre da autodidatta, rispecchia in pieno la mia personalità, voglio che i miei clienti si sentano a casa propria, che abbiano l’impressione di conoscermi non solo virtualmente”. Dalle mani di Sarah prendono vita oggetti unici e personalizzati, realizzati con pazienza e fantasia che dimostrano l’amore di chi li ha creati. E’ sempre alla ricerca di nuove idee e materiali, che acquista direttamente dagli USA e dalla Gran Bretagna. “Sogno di riuscire a ritornare in America dove sono andata spesso con mio nonno e dove forse inconsapevolmente ho maturato l’amore per il patchwork e gli oggetti Hand made”. Anche nel sistemare il negozio ha cercato di riproporre quell’aria di “butega” realizzando a mano la recinzione in legno e invecchiandola per riportare alla mente e al cuore di tutti quelli che passano davanti, l’amore e il calore che forse a causa di questa vita frenetica abbiamo perso, amore per le cose fatte a mano con tanta dedizione. La richiesta più insolita? “Un


signore di Pisa mi ha ordinato una cicogna di due metri da appendere al comignolo, invece un ragazzo mi ha chiesto una custodia di pelo rosa per la sua chitarra”. Le sue ultime iniziative? “Da settembre collaboro con la rivista Tutto Cucito dove si possono trovare i miei tutorial passo passo. Per quanto riguarda la mia vena più artistica ho iniziato un lavoro su di me di crescita personale che mi ha portato alla scoperta dei mandala e dell’arteterapia. Ho scoperto che ognuno di noi è un piccolo artista, è proprio mentre diamo vita ad una nostra creazione di qualsiasi genere che siamo in contatto con la nostra parte più intima, è un nascere nuovamente, è un ascoltarsi. Ho frequentato dei corsi come utente e ho così deciso di provare a mandare un mio lavoro per un concorso internazionale”. Sarah ha realizzato un quilt con soggetto un mandala che ha disegnato prima su carta, scegliendo i colori ad occhi chiusi in modo tale che fosse il suo inconscio a guidarla, riportandolo poi su tessuto con la tecnica dell’applique doppiata e con un lavoro di trapuntatura a macchina a mano libera. Il suo lavoro nello scorso maggio è stato scelto ed esposto ad una fiera internazionale di quilt in Olanda, dove è stata molto onorata di rappresentare insieme ad altre tre italiane il nostro paese. Il quilt è stato assemblato ascoltando il cd di Tiziano Ferro “L’amore è una cosa semplice”, da cui il titolo ricamato agli angoli “Love is a simple thing”. Sempre quest’anno ha realizzato le divise per una scuola di cucina e bon ton per bambini di Prato, cucito in stile Amish la divisa dell’insegnante, e realizzato i grembiulini per un’altra scuola Montessoriana per bambini del Lazio. Progetti per il nuovo anno? “Inizierò a collaborare con una associazione del Chierese, la “Steam Project”, sono molto onorata di far parte del loro gruppo e di poter proporre i miei laboratori tramite loro, un mio sogno che sta divenendo realtà. Lavorano su diversi piani, sono energia allo stato puro, quello che

mi ha coinvolta è la loro voglia di unire attraverso la passione, l’amore per la cultura, il ritmo, la spiritualità e la creatività. I loro progetti saranno proposti sul territorio del Piemonte e non solo, proprio perché quando si sogna in tanti si possono raggiungere obiettivi che potrebbero sembrare impossibili, quindi esorto tutti ad iscrivervi alla mailing list dell’associazione, nonché alle mie pagine FB o consultare il sito www.lecreazionidisarah.com per essere sempre aggiornati o per proporci delle iniziative”. I prossimi traguardi? “La certificazione di Artigianato d’Eccellenza e creare un salotto dove incontrare altre donne per dar vita ad oggetti dal sapore antico che ci ricordano emozioni lontane”.

Augura buone feste a tutti... 9


Gianni Nervo artista internazionale

Premio biennale Nobel dell’arte Montecarlo Abbiamo scoperto che da Varengo discende un artista di fama internazionale che ha ricevuto ad ottobre un importante premio. Si tratta di Gianni Nervo che con il suo olio su tela di 80x80 cm dal titolo “Blues” (alle spalle della foto dell’artista) ha conseguito l’importante riconoscimento. Sabato 20 ottobre 2012 si è tenuta la manifestazione di premiazione per gli artisti selezionati al premio Biennale Nobel dell’arte. Una bella carrellata di opere scelte dalla Commissione critica del premio, messe in mostra nella sala Debussy dell’hotel de Paris. Ad arricchire l’evento anche la trasmissione in diretta in streaming internet.

La commissione del premio era composta da: George Pali (Stamford - Usa); Gerard Argelier (Nice – France); Maurizio Gnali (Brescia – Italia); Eraldo Vinciguerra (Genova – Italia); Francesco Chetta (Casalpusterlengo – Italia); Marta Passos (Brasile). A condurre la manifestazione la direttrice di Artexpò Gallery, nonché organizzatrice dell’evento, Mariarosaria Belgiovine. Durante la premiazione sono state lette le motivazioni critiche assegnate agli artisti, e consegnate con il trofeo e la pergamena. George Pali, noto artista/gallerista (New York - Beverly Hills - Dubai) ha voluto salu-

tare gli artisti complimentandosi con loro e premiandoli personalmente. Una pittura che cattura e-

mozioni e stati d'animo, traducendo le interpretazioni con assoluta originalità ed equilibrio monocromatico. La sua tecnica permette di valorizzare liriche connotazioni della realtà, filtrando il suo stile con determinata scelta cromatica "

Memorial Francesco Conforti (Pubblichiamo l’articolo cortesemente inviato il 6 dicembre u.s. da Alessandro Coggiola relativo alla annuale manifestazione tenutasi a Gabiano in memoria di un giovane amico tragicamente scomparso) Giunta alla sua IV edizione, si è svolto domenica 8 settembre 2012 il Memorial Francesco Conforti. La giornata, tutta dedicata al torneo di calcetto a 5, ha coinvolto giovani (e non) divisi in 8 squadre. Hanno partecipato le squadre: Rol-

lino, I Team, Waka Waka, Pattoni, The Simpsons, A-gò-gò, La Banda Barzotti e Iarp. Si sono aggiudicati la coppa la squadra Waka-Waka; 2° posto a Pattoni. E’ stata una bella giornata, come sempre svoltasi all’insegna dell’aggregazione, dello sport e del divertimento. Il punto ristoro ha predisposto il pranzo e panini assortiti. E’ stata anche preparata una lotteria con la quale sono stati distribuiti premi ai più fortunati. La Fam. Conforti de-

sidera ringraziare l’Amministrazione Comunale per la coppa, la Bottega dell’Uisot per il vino offerto, la Pro Loco di Gabiano e tutti gli amici che hanno contribuito per il buon svolgimento della festa. Tutto il ricavato della giornata è stato destinato per scopi benefici: euro 1.000,00 alla Fondazione Ricerca sul Cancro di Candiolo, euro 600,00 all’impresa edile Monchietto Paolo conto lavori Salone Conforti. Grazie di cuore e arrivederci al prossimo anno!!! George e Mirella www. gabianoedintorni.net www.collinedelmonferrato.eu Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Editore: Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribuzione gratuita Per informazioni e pubblicità cell. 335-7782879; e-mail:

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posta@gabianoedintorni.net


La cipollata Monferrina Damiano Gasparetto damgas86@gmail.com www.cuoco-adomicilio.com

Ciao a tutti i lettori di G&d, come non parlare della cipollata, soffice e gustoso antipasto che tanto armoniosamente si presta ad accompagnar pietanze di diverso tipo?. Da non confondere con la tipica “cipulata” molisana o con le altre cipollate (umbra, toscana ecc...) quella monferrina o più precisamente Alessandrina (si pensa sia nata in quest'angolo di Piemonte),

viene anch' essa preparata utilizzando come base un formaggio a pasta morbida quale ad esempio robiola alla quale unire poi i vari ingredienti. Come l' agliata è un piatto dal gusto intenso e rurale che ben si adatta ai vini rossi della zona quali ad esempio barbera e grignolino con i quali diventa un tutt'uno. Anche se il vino attenua notevolmente il gusto intenso (ma allo stesso tempo delicato) di questo stupefacente piatto non vi consiglio

di consumarlo prima di un' appuntamento galante. Tuttavia per i veri intenditori che non si lasciano sopraffare da questo genere di problemi la ricetta è la seguente: Ingredienti: 3 cipolle 1 peperone rosso 150 g di toma morbida 4 cucchiai di olio d'oliva extravergine 1 cucchiaio di paprika dolce 2 cucchiai di succo di limone sale Preparazione: Sbucciate la cipolla e frullatela, quindi ponete il composto in una terrina. Pulite il peperone, tagliatelo a falde e fatele leggermente abbrustolire sulla fiamma viva, quindi togliete la pelle e frullate anch’esso. Unite la polpa di peperone alla cipolla, aggiungete la paprika, salate e mescolate accuratamente. Condite con l’olio e il succo di limone, mescolate ancora e lasciate macerare in frigorifero per mezza giornata. Servite la cipollata con crostini di pane abbrustolito. Bene a questo punto vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo numero; aspetto comunque vostre notizie commenti e... se ci sono anche critiche riguardo l'argomento. Ciao a tutti

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0141.922370 cell. 333.2796444 osteriavineriamunfra@hotmail.it 11


Educazione alimentare a scuola Ad Alfiano Natta c’è un Monferrato da gustare... per le scuole

Nelle foto: due momenti della vista dei bambini al Munfrà di Alfiano Natta. Sopra: il titolare (a sinistra) e il cuoco dell’Osteria ristorante che hanno guidato i giovani studenti alla preparazione degli agnolotti Monferrini. Sotto: tutti a tavola

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Anche i corsi scolastici possono diventare un momento di conoscenza del territorio e delle tradizioni del Monferrato. Le scuole di Alfiano Natta hanno interpretato il programma scolastico delle elementari, che prevede fra le materie di insegnamento l’educazione alimentare, in modo originale e, riteniamo, intelligente. Per l’anno scolastico 2012-2013 stanno realizzando un progetto che nasce dalla constatazione della rilevanza sociale legata ai problemi alimentari. La scuola è giustamente il luogo in cui si richiede di svolgere

un’azione educativa e culturale mirata a fornire nei giovani studenti una coscienza alimentare che diventi patrimonio per una migliore qualità delle vita oltre che di salute per il futuro. Fra le finalità previste

dai programmi di studio vi sono la sensibilizzazione sullo stretto legame esistente fra il cibo e la salute, ed anche la ricerca delle ricette storiche e tipiche del territorio e della tradizione monferrina. I bimbi imparano così ad operare scelte critiche e consapevoli. Inoltre attraverso l’attività di laboratorio la materia è diventata l’occasione per appropriarsi di una scienza quale è l’alimentazione che investe tanti ed estesi ambiti di interesse. Fra gli obiettivi pratici di conoscenza ai giovani allievi vengono insegnate le norme igieniche dell’alimentazione, ad eseguire esperienze di laboratorio e conoscere i prodotti agroalimentari ed anche a saper confrontare la propria alimentazione e le proprie abitudini alimentari, con quella del passato. Le attività sono partite dall’osservazione diretta e dall’esperienza personale di ciascuno riguardo l’alimentazione. Sempre nell’ambito del progetto sono stati accompagnati dall’insegnante Piccione Tiziana il 22 novembre u.s. in una la visita didattica alle cucine del ristorante Munfrà di Alfiano Natta, per l’occasione laboratorio di preparazione di gustosi piatti con degustazione finale del cibo preparato. Che dire se non brava alla maestra e alla scuola che ha saputo interpretare l’arida burocrazia dei piani di studio trasformando delle potenziali noiose lezioni in qualcosa di importante e divertente per coloro che in futuro costituiranno il tessuto produttivo, culturale sociale della nostra terra. Ci auguriamo che tante altre scuole sappiano imitare l’esempio di Alfiano Natta riuscendo non solo a trasmettere storia, tradizione, cultura, appartenenza comunitaria, ma anche interagendo con i tanti e bravi ristoratori e cuochi dal Nost Munnfrà che avranno così l’opportunità di farsi conoscere e magari di trasmettere qualche segreto ai futuri clienti e “ambasciatori” della nostra terra nel mondo.


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