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Gabiano e dintorni

Il periodico dal Nost MunfrĂ

G&d

Aprile 2014

Iris (foto A. Bianco)


Concorso fotografico Sono già arrivate le prime fotografie per il concorso organizzato da G&d e Attini Arte. Anche i primi sponsor dell’iniziativa si sono messi in contatto con noi, ve li presentiamo. I concorrenti accreditati che parteciperanno al concorso potranno usufruire di sconti speciali presso questi esercizi. Il regolamento sul sito www.gabianoedintorni.net - Scadenza 30 maggio 2014 -

Ristorante del Peso a Camino

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Ristorante del peso a Camino Rosa e Luigi vi aspettano al Ristorante del peso, sulle colline del Monferrato al confine con le risaie, a pochi minuti da Trino, all'interno del parco del Po, in una zona verde e incontaminata con il fiume Po che ci divide dalla pianura creando una sorta di balconata naturale. Il Ristorante del peso offre una cucina piemontese e tipicamente monferrina, proponendo vari menu a tema, da quello a base di funghi o di carne di cinghiale, passando per piatti al tartufo o a base di riso come la Panissa, il bollito o il fritto misto, specialità tipiche regionali sempre molto apprezzate. www.ristorantedelpeso.it info@ristorantedelpeso.it Tel.0142.469122 Cell. 339.7841406 Piazza Marconi 3, 15020 Camino (AL)

www.facebook.com/CascinaMontena

Cascina Montena a Zenevreto di Mombello Alla Cascina Montena trovate 4 appartamenti completi di soggi o r no , cucina, camera da letto e bagno con 5 posti letto ciascuno. Sono a disposizione un ampio cortile ed un porticato per pranzi all’aperto utilizzando il barbecue e divertendosi giocando a calcetto e ping pong. Un’importante attrazione è la splendida cantina in mattoni e l’adiacente campo per il gioco delle bocce. E’ possibile effettuare lunghe passeggiate alla ricerca delle meraviglie della flora e della fauna selvatica e, con pochi minuti di camminata, si può raggiungere il laghetto nel fondovalle. Cascina Montena può anche essere il luogo ideale per feste private e ricevimenti. Con la collaborazione di catering professionisti del settore potrete organizzare e personalizzare i vostri eventi rendendoli così unici ed indimenticabili. Per informazioni: www.cascinamontena.it info@cascinamontena.it Mombello Monferrato Cell. 347 5967326

Locanda del Borgo a Mincengo di Gabiano Renzo il padre, Ermizia la madre e Filippo il figlio cuoco vi aspettano alla locanda del borgo a Mincengo di Gabiano con le note specialità Monferrine. L’ambiente è famigliare e intimo, il locale dispone infatti solo di una trentina di coperti, ed è nato dalla ristrutturazio ne della vecchia cascina di famiglia. Avrete anche la possibilità di sentire le vecchie canzoni suonate da uno degli ultimi Juke-box ancora perfettamente funzionanti. (Per saperne di più andate su G&d di febbraio 2011 dove troverete un ampia recensione fra i ristoranti provati Locanda del Borgo in via Santo Stefano 17 Località Mincengo 15020 Gabiano (AL), tel. 0142 955782. Lunedì e martedì chiuso

Cascina Montena


Idee per gli eletti nei Comuni (continua da G&d di marzo)

Continuiamo l’esposizione di temi che possono diventare punti qualificanti di una politica territoriale per il nostro Monferrato

Viabilità Fra gli aspetti qualificanti di un territorio vi è certamente la viabilità. Negli ultimi anni è stata particolarmente trascurata sia a livello comunale che provinciale limitandosi agli interventi strettamente essenziali e talvolta nemmeno a quelli. Dovrà essere predisposto al più presto un piano della viabilità Comunale in cui siano elencati tutti gli interventi necessari: dal rifacimento dei manti stradali, muri di sostegno e gabbionate per risolvere o prevenire eventi franosi, pulizia dei canali di smaltimento delle acque, anche per evitare allagamenti e danni ai terreni agricoli circostanti, segnaletica, interventi di limitazione della velocità nei centri urbani il tutto con i relativi costi. Dovrà essere data particolare attenzione anche alle cosiddette strade bianche o sterrate che consentono l’accesso ai fondi agricoli ma che sono anche percorse da turisti e amanti della natura. Gli interventi potranno essere realizzati per fasi successive in funzione della loro urgenza ed in modo da coinvolgere le aziende locali. Assistenza sociale Riteniamo che nel momento del bisogno si vede il grado di maturità e coesione di una comunità. Ci sono molti compaesani che in questi anni soffrono la mancanza dei beni essenziali, o hanno problemi derivati dalla congiuntura economica che ha gravemente minato economie familiari un tempo sane ed equilibrate. Così come sono presenti a vario livello sprechi e indifferenza. Crediamo che fra le competenze di

una amministrazione vi sia quella di intervenire per aiutare i compaesani in difficoltà utilizzando gli strumenti disponibili, da quelli istituzionali a quelli basati sul volontariato. In tal senso andrà predisposto un elenco delle persone che possono beneficiare di aiuti, salvaguardando in maniera assoluta la privacy (utilizzando procedure analoghe a quelle in uso presso le banche che sostituiscono negli atti le generalità anagrafiche con codici anonimi e gestiti da soggetti al di fuori del Comune). Un sostegno che, oltre a quello meramente materiale, può spesso essere attuato semplicemente mediante consigli di assistenti in grado di suggerire percorsi economici virtuosi da poter praticare per superare momenti di crisi. Sport Il tamburello è certamente lo sport locale più praticato, specie dai giovani, per questo sarà particolarmente seguito dalla amministrazione, anche attraverso la ricerca di sponsor in grado di garantire alle squadre del Comune il necessario sostegno per conseguire risultati migliori. Potrà essere promosso anche attraverso la realizzazione di dirette televisive in streaming, favorendone la diffusione e la pratica in collaborazione con la federazione ed il supporto dei tanti esperti e conoscitori, anche storici, di questo

Gabiano e dintorni Autorizzazione n° 5304 del 3-9 -99 del Tribunale di Torino; Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Distribuzione gratuita; Per informazioni e pubblicità: cell. 335-7782879; fax 0142-271061 e-mail: posta@gabianoedintorni.net www.gabianoedintorni.net www.collinedelmonferrato.eu 3


sport. Il territorio comunale è anche particolarmente vocato per svolgere una serie di attività sportive non solo da parte dei compaesani ma anche da parte di praticanti che vengono da fuori. I bellissimi percorsi fra boschi, colline e campi coltivati, il Po, consentono alle persone di tutte le età una ampia gamma di pratiche sportive: equitazione, mountain-bike e cicloturismo, sport acquatici (kajak, canoa, raft), camminate. Andranno promossi accordi con le federazioni sportive per organizzare eventi locali e intercomunali coinvolgendo soggetti e associazioni di volontariato. Ambiente e paesaggio L’ambiente è uno degli elementi più importanti per valorizzare il nostro territorio. Per questo si intende salvaguardarlo ed intervenire ove si rilevano danni ed inquinamenti. Il collaborazione con ARPA Piemonte andranno valutate le situazioni di degrado ambientale presenti nel territorio, mancanza di fognature, discariche abusive o ex discariche da risanare. Si dovrà intervenire anche per valorizzare il paesaggio sia attraverso la realizzazione di belvederi attrezzati sia correggendo quando possibile aspetti che lo deturpano: linee elettriche spesso ridondanti ripetitori, edifici anche pubblici, fatiscenti, muri di contenimento. In particolare andrà realizzato un evento in cui verranno premiati i più bei giardini realizzati dai compaesani nel Comune. Scuola D’intesa con la Direzione scolastica e con il personale scolastico si dovrà istituire un centro d’ascolto che, anche attraverso sondaggi da effettuare con le famiglie che hanno figli che frequentano la scuola materna, primaria e di secondo grado, possa raccogliere le esigen-

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ze delle famiglie in tema di: orario pre e post scuola, al fine di avviare una collaborazione fra Comune e la direzione scolastica a favore di attività didattiche legate al territorio, alla storia ed alle peculiarità del nostro comune per aiutare i giovani a conoscerlo e ad amarlo, anche attraverso la collaborazione all’acquisto di materiale didattico e l’intervento di esperti nei settori di interesse. Potranno essere riproposte come già avvenuto in altri comuni incontri degli studenti con i cuochi dei ristoranti che preparano ricette tipiche del Monferrato ed incontri con gli anziani che raccontino la vita sulle nostre colline nei tempi passati. Si potranno inoltre attivare iniziative che vadano incontro alle esigenze delle famiglie. Ove possibile si può introdurre per gli scolari che abitano nelle vicinanze delle scuole il cosiddetto Piedibus: un responsabile, solitamente un volontario accreditato, raccoglie i giovani scolari davanti alle loro case, secondo un percosro studiato, formando così una squadra che verrà accompagnata a scuola a piedi, analogamente all’uscita di scuola per il ritorno. Anziani Si intende favorire anche attraverso la collaborazione con l’Asl servizi sociali e la stipula di protocolli e intese, l’attività delle associazioni di assistenza agli anziani che già operano sul territorio al fine di svolgere quei servizi di accompagnamento aiuto, compagnia agli anziani del comune. Verrà organizzata una giornata dedicata all’anziano in cui i “nostri vecchi” incontrino i compaesani ed i visitatori in piazza, nelle scuole, nei bar, per raccontare le loro storie, ricordare i vecchi amici scomparsi e le vicende di cui sono stati protagonisti; occorre non disperdere il patrimonio di conoscenze, di sapere che ciascuno di loro conserva nella memoria. Costituzione di una anagrafe delle persone da ricordare oggi scomparse ma meritevoli di essere ricordate e citate ad esempio per il loro operato a favore del loro pae-

se e della nostra comunità monferrina. Giovani Attraverso la costituzione di una consulta giovanile si intende promuovere una serie di attività culturali, sportive, ludiche per i giovani con particolare attenzione alle risorse offerte dal territorio: dai teatri, ai locali pubblici nei quali organizzare serate musicali e che possono diventare momenti di incontro anche con i giovani dei comuni vicini o attrarre estimatori dalle grandi città (Torino, Milano, Genova, Asti, Alessandria, Vercelli). E’ necessario sostenere, rafforzare e valorizzare la pratica nei giovani degli sport tipici del territorio anche attraverso iniziative come Camminamonferrato, i trekking a cavallo, escursioni e gare in mountain-bike, il cicloturismo, ed ovviamente il tamburello rapportandosi anche con enti e associazioni di scopo presenti nelle grandi città. Turismo E’ certamente una delle attività che possono dare grande aiuto all’economia locale. I nostri paesi hanno tutte le carte in regola per dare grande impulso ad esso. Dal paesaggio, alle diverse attività sportive, ai numerosi ristoranti, bed & breakfast, ai mercati ortofrutticoli opportunamente valorizzati, ai numerosi eventi programmati nel corso dell’anno, alle bellezze architettoniche che devono esser adeguatamente messe in rilievo, anche attraverso l’organizzazione di visite guidate: sono tutti elementi che, se messi a sistema, possono attrarre visitatori e turisti. Arte Il Monferrato è sempre stato meta di artisti che lo hanno spesso assunto come loro residenza, ricordiamo fra i più noti Colombotto Rosso. E’ necessario mettere a frutto la presenza di queste persone in grado di promuovere attraverso mostre e manifestazioni il nostro territorio. Concorsi e mostre di fotografia, pittura, possono costituire oltre che un momento di valorizzazione del territorio un importante richiamo per turismo qualificato


oltre ad esser anche fonte di apprendimento delle arti attraverso corsi aperti a coloro che vogliono avvicinarsi all’altre. Abbellire particolari angoli dei nostri borghi con interventi artistici coerenti con la nostra storia e architettura in grado di dare un valore aggiunto al patrimonio naturale e costruito. Bisogna salvaguardare ove esistono le bande musicali e le corali presenti. Enogastronomia Sulla scorta di interessanti e riuscite iniziative che da anni si svolgono in molte realtà rurali piemontesi, (tipo I Sentieri del Gusto), vanno realizzate una serie di manifestazioni finalizzate a valorizzare ristoranti, cantine, vinicole e attività enogastronomiche che facciano conoscere oltre alle tradizioni culinarie monferrine anche i numerosi ristoranti, agriturismi e B&b presenti nel comune. Vanno promossi eventi annuali in cui le “nonne” preparano in piazza le proprie specialità tipiche raccontando ricette e segreti della cucina nostrana. Il Po Il grande fiume è sempre stato un riferimento per i comuni che sorgono lungo le sue sponde. Deve essere valorizzato con iniziative da attuare d’intesa con l’Ente parco del Po, e le numerose associazioni di scopo che operano nel settore, da quelle dei canoisti, a chi attua iniziative per recuperare la sua balneabilità, a chi lo difende dai prelievi idrici eccessivi garantendo il Deflusso Minimo Vitale per evitare che si trasformi specialmente nel periodo estivo in una sorta di torrenti sottraendo di fatto una ricchezza a chi sta a valle degli eccessivi prelievi. Si dovranno inaugurare con il supporto delle associazioni di scopo, annuali feste del Po attraverso l’organizzazione di manifestazioni che affianchino all’enogastronomia ad iniziative acquatiche come una gara di attraversamento su mezzi di fortuna (analogamente alla Cartonrace) oltre che cercare di riportare in servizio i traghetti un tempo diffusi. Attività produttive

Dovrà essere attivata la ricerca di aziende interessate a collocarsi nell’area artigianale-industriale privilegiando quelle che operano nel settore agro-alimentare, boschivo, in modo da offrire un ulteriore opportunità per le produzioni agricole locali. Si cercherà di andare incontro alle esigenze di quelle già presenti evitando il trasferimento in altri comuni. Per quanto possibile e nei limiti della legislazione esistente, tutti gli interventi e le opere realizzate dall’amministrazione coinvolgeranno a vario titolo le aziende e le imprese presenti nel territorio comunale. Rapporti con il territorio vasto e le altre amministrazioni Consapevoli che i singoli comuni hanno intrinsecamente grossi limiti nella gestione del territorio a partire dai servizi, ma non solo si dovranno realizzare forme di cooperazione anche al di là di quelle previste istituzionalmente (fusioni o associazioni) anche su singoli progetti. Per questo oltre ad essere favorevoli alla comunione dei servizi, riteniamo importante ed essenziale favorire la creazione di una coordinamento intercomunale allargato finalizzato a creare un sistema che valorizzi e sfrutti le le sinergie presenti nel territorio intercomunale Monferrino nei diversi ambiti: l udi co, ri creati vo , sportivo, enogastronomiche, produttivo, culturale, nell’ottica di una “contrada metropolitana” in grado di valorizzare le nostre colline e che riesca anche a gestire in maniera intelligente le risorse e le tante iniziative, spesso scoordinate, che vengono attuate, oltre che porsi come interlocutore forte nei confronti delle istanze politiche e amministrative sovraordinate. Elemento essenziale per un territorio è la

presenza di centri urbani con dimensioni diversificate. Nel nostro caso Casale e Moncalvo storicamente legate alla storia del Monferrato possono tornare a svolgere un ruolo di riferimento e costituire una utile sinergia con i piccoli comuni collinari si pensi a servizi come l’ospedale e i servizi sanitari, e in generale quei servizi che richiedono utenze numericamente consistenti per funzionare. Se le colline possono svolgere una eccellente attrazione per il turismo familiare, in città si possono organizzare e ospitare comitive su scale più estese che coniughino i servizi urbani ai tour enogastronomici, sportivi, culturali dei dintorni. Analogamente la città può essere la sede di aziende e industrie e attività di grandi dimensioni legate alle attività territoriali circostanti ma che difficilmente potrebbero trovare ubicazione nei piccoli centri senza indurre impatti difficilmente gestibili nelle piccole realtà. Valorizzazione delle frazioni E’ importante prevedere ed elencare gli interveti possibili in ciascuna delle piccole frazioni di ciascun comune.

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Ettore Calvo: partigiano e… ciclista

Un pezzo della nostra storia raccontato da uno dei protagonisti. Ma quanta ancora da scoprire...

Una foto del 2000 di Ettore Calvo. Nome di battaglia Tenente Baffo

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I nostri Mario “Vellanaccio”, come direbbe il comico Benigni e Carlo Odisio ne hanno fatta un’altra delle loro. Hanno organizzato una mostra fotografica di vecchie foto, articoli di giornale, scritti e altro ancora, su alcuni compaesani scomparsi e sui luoghi della memoria. Pochi sanno che ricorre quest’anno il centenario della nascita di un compaesano morto qualche anno fa, Ettore Calvo noto per alcune vicende di cui è stato protagonista, dalla partecipazione al Rekord dell’ora negli anni ‘30, alla lotta partigiana; così come Orfeo Ponsin ciclista di livello nazionale che morì tragicamente in un incidente proprio durante il Giro d’Italia. Ma nella mostra si possono vedere vecchie foto anche dei traghetti che un tempo attraversavano il Po o il Mulino della Piagera per cui era stata realizzata una derivazione del grande fiume in quel di Verrua che arrivava sino alla frazione di Gabiano dove, attraverso il rio Marca, tornava poi nel Po non prima di aver fatto girare le pale al Mulino dei Conti. Anche G&d ha voluto dare il proprio supporto alla bella iniziativa sia fornendo materiale che verrà esposto ed anche riproponendo questo articolo frutto dell’intervista registrata in viva voce a casa del protagonista: l’Ettore Calvo di Cantavenna, scomparso da qualche anno e pubblicata da G&d nel giugno 2000. E’ lo stesso Ettore, nome partigiano: Tenente Baffo, che qualche anno prima tentò al Vigorelli di Milano di battere il Rekord dell’ora. Non ci riuscì per un soffio ma l’impresa ebbe grande risonanza perché l’Ettore partì in bicicletta da casa sua a Cantavenna con una bisaccia di pane e mele per andare a Milano a tentare l’impresa.

Noi scriveremo di altri eventi, più tragici come la lotta partigiana di cui sempre in “nostro” Ettore, fu protagonista e che interessava proprio i nostri paesi, da Murisengo a Verrua Savoia fino a Tonco. Da G&d - Giugno 2000 Abbiamo intervistato Ettore Calvo, che divenne capo partigiano. Portava il nome di “Tenente Baffo” , durante la guerra si aggregò ai partigiani facendo parte prima della divisione “Monferrato” e poi della divisione “Patria” diventando capo del distaccamento che operava in valle Cerrina. Molti compaesani entrarono a fra parte di quel distaccamento. A oltre cinquant’anni da quegli avvenimenti abbiamo intervistato e registrato i racconti del protagonsita ed attraverso queste pagine ne riportiamo una sintesi dei passaggi più toccanti ed interessanti evitando accuratamente di emettere giudizi o sentenze di condanna o assoluzione sui fatti descritti che, riteniamo, solo la storia saprà dare. Purtroppo come sempre il tempo che impietosamente tutto corrompe, anche le nostre memorie, non ha consentito una ricostruzione organica degli eventi ma solo la descrizione di episodi che riteniamo comunque molto interessanti per conoscere altri pezzi della nostra storia. La redazione di G&d è comunque disponibile a raccogliere e pubblicare le testimonianze di tutti coloro che vissero da protagonisti o testimoni quelle vicende, indipendentemente dalla parte in cui operarono. Come diventai Partigiano Nato il 23 settembre 1914, quando scoppiò la guerra ero operatore aggiustatore alla Carello a Torino. Era il 1942 quando arrivò la cartolina che mi richiamò al servizio militare. Per via delle mansioni svolte presso l'industria ottenni un esonero di circa anno e mezzo. Alla scadenza di questo periodo arrivò la seconda cartolina con l'invito a pre-


sentarmi in caserma. Fino ad allora disponevo di un lasciapassare, scritto in tedesco, che mi consentiva la libera circolazione. Stavo a Torino e mia moglie a Cantavenna. Quando arrivò la seconda cartolina continuai a recarmi regolarmente a lavorare in fabbrica, ma dopo qualche giorno rientrando a case la portinaia mi disse che erano passati i militari del distretto lasciando detto di presentarmi immediatamente in caserma. Io non volevo andare e pertanto non mi presentai in caserma e continuai ad andare a lavorare, ma anche il caporeparto mi disse che non potevo più continuare a lavorare in fabbrica senza il premesso, quindi dovetti lasciare Torino. Tornai a Cantavenna. Presi contatto con Giovanni il Tirolese di Tonco e con il Conte Gabriele di Brozolo che avevo conosciuto qualche anno prima. Ci trovammo in un posto noto come il "Bulac" sul piano di Verrua. Venne-o in 12 e fra loro riconobbi alcuni amici. Fra i presenti vi erano alcuni che operavano nella divisione Monferrato in cui entrai a far parte, altri invece erano della brigata Garibaldi. Allora avevamo poche armi, solo qualche pistola e qualche vecchio "Ta-pun" della prima guerra. Era estate e dormivamo dove capitava. Mi capitò anche di dover andare a Torino, non avendo lasciapassare era molto pericoloso, approfittai unendomi ad un compaesano fascista noto nell'ambiente che non sapendo che ero partigiano involontariamente mi consentì di arrivare a Torino con il treno preso a Palazzolo e di ritornare con la tramvia che collegava Torino a Brusasco superando i posti di blocco senza che mi venisse richiesto il lasciapassare. L'esecuzione dei fascisti A seguito di scontri con i nazifascisti il distaccamento che operava a Sommariva Bosco dovette ritirarsi e si unì al distaccamento di Piancerreto dove io chiesi di andare a operare. Eravamo già una sessantina e ogni giorno arrivavano nuovi volontari. Arrivarono circa 20 carabinieri e

Gabiano Mostra fotografica

“Come eravamo…” a cura di :

Mario Vellano Carlo Odisio

9-10-11 maggio dalle 9:00 alle 20:00 presso le :

scuole elementari Inaugurazione :

ore 16 di sabato 10 maggio La storia attraverso le immagini:

Dai porti sul Po, ai campioni del ciclismo locale, agli antichi mulini ad acqua Organizzato in collaborazione con: Comune di Gabiano G&d Gabiano&dintorni Comitato festeggiamenti “la Tabarina” gente che arrivava da Bergamo e Brescia. Avevamo fatto due posti di blocco, uno a Piancerreto e un altro al Molino di Montalero. Avevamo 17 macchine e si pattugliava sino a Ozzano e spesso si catturavano dei "Repubblichini" anche giovani. Franco, che era il nome di battaglia del nostro comandante insieme ad altri li interrogava e purtroppo capitava spesso che venissero passati per le armi. L'ordine codificato per non farsi capire dai condannati era quello di accompagnarli al posto n° 3 dove la condanna veniva eseguita. Veniva detto loro che sarebbero stati liberati, gli veniva messa la benda sugli occhi con il pretesto di non far riconoscere la strada. Arrivati al cosiddetto posto di blocco n° 3 gli veniva detto di stare fermi due minuti per consentire ai partigiani che li accompagnavano di allontanarsi senza essere riconosciuti e solo dopo di sbendarsi ed andarsene. A quel punto gli accompagnatori, invece, fatto qualche

passo indietro con qualche raffiche di mitra eseguivano l'ordine di condanna a morte ed i corpi venivano sepolti lì vicino in fosse poco profonde che erano state preparate. Il nostro ed altri distaccamenti che operavano sul territorio dipendevano da un colonnello che portava il nome di battaglia "Elle" e che ebbi modo di conoscere personalmente una volta nella quale venne a trovarci e parlando del più e del meno mi disse di conoscere bene Cantavenna in quanto era amico dell'vvocato "Pinin" Brusasca. Qualche tempo dopo venni a sapere che fu catturato dai nazi-fascisti a Torino e fu anche lui passato per le armi. Il rastrellamento Eravamo ben organizzati, il gruppo era arrivato ad essere costituito da circa 120 partigiani, avevamo anche quattro cuochi ed avevamo il deposito ben fornito. Un mattino presto di settembre vennero le nostre spie di Piancerreto che ci avvisarono che arrivavano i tedeschi, ci gridavano che ci stavano circondando, che erano arrivati su 10-15 camion in Valle Cerrina e stavano risalendo da Murisengo verso Villadeati. Nel caos generale scappammo nei boschi lì attorno. Il nostro capo "Franco" diede ordine di disperdersi e ritrovarsi al Cascinotto di Vallegioliti cercando di prendere tutto ciò che si poteva dal magazzino che in quel periodo era molto ben fornito sia di viveri che di armamenti e che doveva essere abbandonato. Poco dopo i tedeschi arrivarono al Cascinotto sede del deposito e fecero saltare tutto. L'esplosione fu notevole anche perché dentro avevamo depositato molte bombe che, se fosse stato necessario, avrebbero potuto far saltare il ponte sul Po a Trino. Nascosto nei boschi sotto Villadeati vidi volare per aria i frantumi della casa ed anche l'auto, una Aprilia, che usavamo che era stata abbandonata lì vicino non potendo usarla sulle strade piene di tedeschi. Io portai un amico ferito ad un gamba che non poteva camminare ad una signora che allora stava a Cantavenna e che pensò a curarlo.

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Fortunatamente in quell'occasione nessuno venne catturato o ucciso. Lo scioglimento della Monferrato Oltre a carabinieri e gente onesta si unirono al gruppo anche gente di malaffare talvolta fuggita dalle prigioni. Quando il colonnello "Elle" venne a sapere di furti ed altre ruberie intervenne per allontanare questi personaggi. Uno di questi soprannominato "Brescia" arrivò a minacciarlo con la mitragliatrice, in seguito onde evitare di pagare le conseguenze del suo gesto dovette fuggire. Il distaccamento del "Cascinotto" fu poi soppresso. Per l'inverno venne l'ordine di sospendere le azioni sino alla primavera. Quando tornai a Cantavenna trovai Guerrera, il comandante di divisione della divisione Patria e mi unii a loro e con altri 15 uomini si fece il distaccamento a Case Garello. I lanci Andavamo su un bric a Mincengo venivamo avvisati con messaggi via radio e la notte venivano fatti i lanci. Stavamo all'ascolto della radio e quando veniva ripetutamente trasmesso il messaggio "bocchino è rotto" significava che il lancio era per noi. Una successiva parola in codice indicava la notte in cui sarebbe avvenuto il lancio. Per l'occasione si preparavano 7 mucchi di paglia formanti una -V-

con direzione Crea che venivano accesi quando si sentiva arrivare l'aereo. L'aereo faceva un segnale luminoso prestabilito a cui noi rispondevamo con un analogo segnale fatto con i fanali di una macchina o motocicletta. Solo a questo punto veniva fatto il lancio di 15/20 casse con paracadute in cui c'era di tutto, armi, munizioni, viveri, scarpe ecc. Complessivamente vennero fatti 4 lanci, 3 a Mincengo e 1 a Priasca. Furono paracadutati anche dei militari americani: 1 maggiore, 1 sergente e 1 soldato. Dopo i lanci dovevamo provvedere a nascondere bombe, bazzuka, mitra, munizioni ecc. Venivano di solito nascosti o in qualche cappella del camposanto o nei pozzi. A primavera si facevano poi i distaccamenti della Divisione Patria (Undicesima divisione autonoma). Il nostro distaccamento era ora costituito di circa 60 persone che controllavano da Gaminella a Murisengo sotto il mio comando. Verso sera si facevano i posti di blocco. Altri distaccamenti operavano da altre parti del territorio, uno era a Odalengo Grande al comando di un certo Aldo Francese un altro era a Gabiano presso la caserma, il Comando di brigata era a Monte Croci a Villamiroglio. Il comandante di divisione era Martino Edoardo ed abitava a Carpegna. Prima della fine della guerra arrivammo ad avere il pieno controllo del territorio, praticamente

Una cassa dei lanci. Porta ancora sbiadite ma leggibili le sigle dell'esercito americano

comandavamo noi, prima di agire si an-dava al comando di divisione per discuterne ed ottenere l'autorizzazione ad agire. Oltre alla divisione Patria operava anche un'altra divisione, ma non dalle nostre parti, era la Garibaldi, filocomunista. Noi eravamo però molto meglio armati ed equipaggiati, infatti alle volte ci venivano a chiedere armi.

Ma quanti leggono G&d? E’ certamente una domanda che ci siamo posti e che probabilmente anche qualche nostro lettore si è fatto. Per rispondere pubblichiamo i dati sui contatti di nostra conoscenza, con Internet non è mai facile capire quanti sono. Basti pensare che molti amici copiano G&d e lo inviano ai loro amici… Cominciamo dalla edizione sfogliabile (quella sulla piattaforma Issuu). Il record di contatti con letture e “scarico” del giornale ce l’ha l’edizione di gennaio 2014: 2.914 contatti: mica pochi per un giornalino locale, seguono: settembre 2013: 2.544 contatti; 1.152 l’edizione di ottobre 2013 e quarto a poca distanza G&d novembre 2013 con 1.045 contatti. A questi vanno aggiunti quelli visti o

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scaricati direttamente dal sito (siamo a 5.000 contatti), quelli scaricati dai siti amici che attraverso link si collegano ai nostri giornali e che non conosciamo. Tutti i nostri giornali sono ad accesso libero, pubblico e gratuito anche nel download da internet. In più ci sono quelli visti su facebook, circa 700 amici, oltre a quelli che si sono iscritti alla nostra mailing list circa 2.000. Tutto questo per il formato telematico; per il formato cartaceo, distribuito nei 20 comuni, contiamo altre 2.000 copie circa. Lasciamo ai nostri let-

La copertina del numero di G&d di gennaio 2014 con quasi 3.000 contatti

tori la stima totale delle copie lette. Aggiungiamo anche che i video di G&d su Youtube hanno totalizzato 4.875 visualizzazioni. Con un po’ di orgoglio crediamo di aver dato il nostro modesto aiuto alla nostra terra e tutto, naturalmente, “aggratis” solo grazie all’impegno dei (sempre pochi) volontari che ci hanno sostenuto. Ah dimenticavamo, negli indirizzari ed anche su facebook ci sono alcuni Monferrini che abitano in... America. L’invito che facciamo ai nostri lettori è quello di aiutarci a far conoscere a più amici possibile G&d, il mensile dal Nost Munfrà.


Alcuni documenti presenti alla mostra “Come eravamo…”

La Stampa - 20 ottobre 1993

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La Stampa - 25 agosto 1961

Da: La Nuova Stampa - Mercoledì 21 maggio 1952

Riportiamo in anteprima, per i nostri lettori, alcuni articoli presenti nella mostra di Vellano e Odisio che raccontano fatti che hanno come protagonisti il nostro territorio e i nostri compaesani. Emozioni intense per i meno giovani che quelle vicende hanno conosciuto nel momento in cui accadevano e che hanno lasciato un segno nella memoria comune. Una memoria che ci accomuna e che fa la differenza.


Il Sol levante sulle nostre colline L’immagine della bandiera giapponese ben si addice alle nostre colline che, anche d’inverno, emergono dalla pianure nebbiose scaldandosi ai raggi del sole e meglio ancora in estate quando la nostra stella è l’artefice principale della vita e... della vite che da secoli cresce grazie a lei. Poche righe di omaggio a un noto artista giapponese Hiroaki Asahara che è venuto ad abitare da anni nel nostro Monferrato. Come sia accaduto che un nativo di Tokio abbia deciso di risiedere in quel di Rosingo frazione di Cerrina ad un tiro di schioppo da Varengo ve lo racconteremo. L’artista è nato sul finire dell’ultimo conflitto mondiale, nel 1944, anche se come molti orientali non dimostra certo i suoi 70 anni. E’ gentile, affabile, modesto, riservato come la tradizionale cultura Giapponese insegna, qualità che si ritrovano nelle sue sculture di… carta. Hiroaki infatti è un grande esperto nell’arte della preparazione della carta in cui l’oriente ha una antica tradizione: chi non ha visto almeno un film storico ambientato in quelle terre in cui le pareti delle case erano realizzate in pannelli di carta spesso finemente decorati. Tutte le sculture che prepara sono infatti realizzate con nervature di midollino e rivestite da fogli di car-

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ta che lui stesso prepara facendo arrivare la materia prima, la corteccia di Kozo, una varietà di gelso, direttamente dal Giappone. Questa arte Hiroaki la insegna anche nei corsi che periodicamente svolge sia con adulti che con le scuole, e da come ci viene descritta deve essere una esperienza molto interessante, coinvolgente ed istruttiva dove arte sensibilità e tecnica si fondono per creare un materiale dalle infinite possibilità. La più interessante è la capacità di “giocare” con la luce. Infatti secondo le caratteristiche con cui la carta viene realizzata può variare la sua trasparenza, consistenza e resistenza, mantenendo sempre la sua leggerezza, e se poi viene adeguatamente colorata ecco che l’ambiente che ospita queste sculture viene inondato da colori e sfumature cangianti oltre che nel

colore anche nell’intensità. E’ il risultato di una vita passata nella ricerca ed affinamento artistico che è iniziato in giovane età, sotto la guida di famoso artista e maestro giapponese Tatuya Nakamoto di cui è stato allievo per 10 anni. Nel 1965 Hiroaki viene in Italia per studiare in nostro Rinascimento... e vi resterà per sempre. Perché l’Italia? “il Giappone ci dice ha uno spirito di efficienza, competizione che non lascia spazio alla creatività, alla fantasia allo spirito artistico molto più presenti nella nostra cultura italiana”. Ha vissuto qualche tempo a Parigi ma alla fine ha preferito il nostro paese più solare, spontaneo, meno snob dei “cugini” d’oltralpe. Così ha girato le Accademie di mezza Italia dalla Brera di Milano, dove su 12 allievi 8 erano giapponesi, Venezia, Firenze dove ha conosciuto lo scultore Fazzini, Roma che non le è piaciuta, e Torino dove passeggiando al Valentino lungo il Po vi ha riconosciuto una piccola Parigi. Ed è qui che prende il diploma di scultura alla accademia Albertina di Belle arti come allievo di Sandro Cherchi. Da anni si è trasferito a Rosingo dove ha potuto acquistare un grande casa che potesse contenere le sue sculture che occupano molto spazio e che in occasione di mostre e personali vengono esposte. Nel suo curriculum troviamo anche l’attività di designer grafico per importanti industrie, le sue prime attività espositive sono iniziate nel 1963 a Tokio, per proseguire poi, con collettive e personali in Italia e


all’estero con numerosi premi e riconoscimenti fra i quali: Gottemborg in Svezia, “The World Festival of Art on Paper” di Kranj in Slovenia, “Isole dell’utopia” di Potsdam, Germania, “Terre d’acqua” a Vercelli, “Notti di Luna – obscura iam luce” al Castello di Moncucco Torinese, “L’ho dipinto con…” alla Casa del Conte Verde di Rivoli, “Symposium – Siviera” di Verbania, “Artissima” al Lingotto di Torino, “Cubo: la scommessa dei cinque sensi” al Porto Antico di Genova, “La cultura l’ingegno le mani” Carmagnola, “Cartasia” Città di Lucca, “Itinerario di Carta” Città di Siena e la “Sofia International Paper Art Biennial 2011”. Con il suo ottimo italiano, che l’imperdibile inflessione giapponese rende piacevolmente esotico, la sua arte che certamente è influenzata dalle luci e dai colori della nostra terra, le sue scelte che lo hanno portato a vivere nella tranquillità delle nostre colline, il suo carattere gentile e schivo non dissimile da quello della nostra tradizione contadina, possiamo considerare Hiroaki un nostro compaesano honoris causa e ci auguriamo che come tutti gli altri eccellenti artisti che hanno eletto a dimora le nostre colline, le amministrazioni sappiano valorizzare anche come elemento qualificante del territorio queste presenze. E’ appena il caso di segnalare che se soggetti particolarmente attenti e sensibili alla bellezza, come lo sono gli artisti, scelgono di venire a vivere nelle nostre terre, un motivo ci deve essere, accogliamoli quindi con favore e con piacere. Per chi poi non si accontenta delle produzioni di massa ma cerca qualche bel prodotto artistico, sia esso un quadro o una scultura da mettersi in casa o per fare un regalo qualificante e di prestigio, siam certi che il Hiroaki saprà stupirlo con gli effetti speciali creati dalla “luce di carta”. Come fa la carta Si fa macerare la corteccia di Kozo con Soda caustica, poi si disfano le fibre aiutandosi con un martello di legno e si sciolgono nell’acqua, quindi con un setaccio si raccolgono le fibre di cellulosa che vengono a galla formando uno strato più o meno sottile sulla rete, si spremono comprimendole e formando un foglio che si fa essiccare.

Nelle fotografie Nella pagina precedente: Hiroaki Asahara spiega come prepara le sue opere, foto accanto il maestro giapponese con il professor Ermanno Barovero insegnante all’ Accademia delle Belle arti di Torino, di Cantavenna, in basso un particolare delle diverse “tessiture” di carta realizzate per comporre un’opera. In questa pagina, oltre alla bandiera giapponese, sono visibili sculture e quadri di Hiroaki. Per chi volesse approfondire, l’artista è su facebook (profilo Hiroaki Asahara) e le sue opere sono reperibili alla galleria d’arte Caracol arte contemporanea di Torino (www.caracolarte.it) Il suo telefono 0142 - 943864

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La patria degli Iris A Gabiano risiede una azienda nota nel mondo per la produzione di fiori, ed in particolare di una specie: l’Iris, nota anche con il nome di Giaggioli. Il titolare dell’azienda è Augusto Bianco, piemontese che lavora e vive a Gabiano e svolge la sua attività che consiste nel creare ibridi sempre nuovi e più belli, il catalogo conta ormai circa 400 varietà di provenienza continentale ed altre continueranno ad essere aggiunte in futuro. Augusto accudisce anche il grande vivaio adiacente la propria abitazione di Gabiano di Iris ed Hemerocallis o Emerocallidi o Belle di giorno, altro fiore molto bello. A chi percorre la SP5 che nel capoluogo porta il nome di Via San Pietro, proprio davanti alle scuole elementari al civico 126, può vedere nella tarda primavera, il grande campo con le numerose coltivazioni di questi fiori che nel periodo di fioritura offrono uno spettacolo unico. E’ possibile anche visitare l’azienda e i fiori che produce previo appuntamento. Le Iris create dall’Augusto hanno avuto importanti riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Sempre lui in collaborazione ad altri esponenti del settore, ha contribuito alla realizzazione del libro-catalogo "Le Iris tra botanica e storia" promosso dal Museo Regionale di Scienze Naturali di

Torino. Un volume che tutti gli amanti degli Iris posseggono, in esso si illustrano la collezione di Iris del Giardino Botanico Rea che è parte integrante del Museo di Scienze Naturali di Torino e si trova in Val Sangone nel cuore delle Alpi Cozie a 450 metri di quota, inoltre si riportano i caratteri delle Iris, i consigli per la coltivazione, il collezionismo e la storia della ibridazione in Italia. Il libro è ricco di illustrazioni e ha un compendio in inglese. Nei nostri giardini e lungo le strade delle nostre colline capita spesso di vedere questi bellissimi fiori che assumono colori diversissimi fra loro a seconda delle varietà e che trovano nella nostra terra un habitat ideale. Non richiedono particolari cure e le varietà più rustiche si moltiplicano con una certa facilità tant’è che ogni anno verso aprile maggio li vediamo fiorire quasi per incanto senza aver dedicato a quei cespugli formati dalle loro lunghe foglie, particolari cure. Il più diffuso che ci può capitare di vedere è l’Iris germanico dalle tipiche tonalità di azzurro, ma le più ricercate sono proprio tutte quelle varietà multicolori che l’azienda di Bianco “crea” con un paziente lavoro di ibridazione che consiste nell’impollinare artificialmente i fiori scegliendo le varietà più interessanti da “incrociare” per otte-

Alcune delle infinite varietà di Iris prodotti da Augusto

Augusto Bianco nel suo vivaio a Gabiano

IRIDE di Augusto Bianco Via San Pietro, 126 15020 Gabiano (AL) Tel/Fax 0142 945408 Cell. 328 2589282 www.biancoiride.it iride.a@libero.it

nere varietà sempre più belle. L’azienda grazie al suo sito internet vende in tutto il mondo ed è conosciuta da tutti gli amanti di questo genere floreale. Se Coniolo ha saputo trarre fama dalle Rose che ne dite se Gabiano diventasse famosa grazie ai suoi Iris? Ma visto l’argomento trattato merita dare spazio alle immagini che sono più eloquenti di tante parole (vedi anche la copertina).


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