4 minute read

CAREERS Da Martens per Diesel a Ruth Diaz da Amazon: i giri di poltrone della moda

NEW ENTRY, SVOLTE, RITORNI

CON GUIBERT AL TIMONE PIÙ INTERNAZIONALIZZAZIONE E FORSE NUOVE ACQUISIZIONI PER MAUS FRÈRES (LACOSTE)

● Nato a Ginevra nel 1902 e tuttora privately owned, il gruppo Maus Frères si affida alla guida del neonominato ceo Thierry Guibert, per affrontare una nuova fase nel suo sviluppo. Il manager prende il posto di Didier Maus - che ha tenuto le redini dell’azienda per 28 anni - e del quale è stato dal 2014 il braccio destro con il ruolo di ceo di Lacoste, oltre che responsabile della divisione internazionale. Proprio il business global è stato determinante lo scorso anno per raggiungere ricavi pari a 3,2 miliardi di euro, comprese le licenze, con un incremento di oltre il 40% dal 2015 a oggi. Ed è sempre merito di Thierry Guibert se la label di punta Lacoste ha esteso l’offerta al footwear e agli accessori, nel contesto di un riposizionamento che ha portato a privilegiare le vendite a prezzo pieno e a rivedere il network distributivo, soprattutto negli Stati Uniti, con risultati tangibili (+11% di turnover nel 2019 e +28% nel 2018). Dall’acquisizione di Devanlay (Lacoste) nel 1998, il gruppo ha costruito un portafoglio di label internazionali focalizzate su abbigliamento e accessori che comprende anche Gant, Aigle, Tecnifibre e il più recente The Kooples, rilevato nel 2019 (oltre alle realtà svizzere Manor e Jumbo). Ora

punta a diventare un importante player internazionale nei settori

premium e sport lifestyle. Un’evoluzione in cui rientra il progetto di acquisire nuovi marchi premium moda, sport e accessori.

PETER BALDASZTI, L’IMPRENDITORE VENUTO DALL’UNGHERIA CHE SCOMMETTE SU SUNNEI

● Peter Baldaszti: il suo nome è poco noto nel mondo del fashion, ma probabilmente sentiremo parlare di lui. Di recente l’imprenditore ungherese ha rilevato con altri investitori, per 6 milioni di euro, la maggioranza di Sunnei, griffe fondata da Loris Messina e Simone Rizzo, che hanno mantenuto la direzione creativa. Una venture condotta attraverso la piattaforma di investimento ungherese Vanguards, lanciata all’inizio del 2020 e frutto dell’esperienza di Baldaszti, che ne è il ceo, insieme ad Agoston Gubicza, azionista di maggioranza del private equity GB&Partners e alla Hungarian Export-Import Bank. Baldaszti si è messo già in luce con il marchio ungherese Nanushka, di cui è il ceo dal 2016, e che ha portato da 700mila a 22,8 milioni di euro di fatturato, dandogli una dimensione globale. Un successo di cui farà tesoro nell’avventura con Vanguards, cui oggi oltre a Nanushka fanno capo il marchio di abbigliamento Aeron e il software di fashion commerce Skala. Tramite Sunnei è

arrivato il momento di confrontarsi

con una dimensione internazionale. «Vediamo un potenziale enorme in questa etichetta fortemente orientata al digital, in grado di creare un lifestye d’impatto», ha dichiarato l’imprenditore, il cui obiettivo è creare un fashion group. Dal prossimo anno nel mirino ci sono altri investimenti.

GLENN MARTENS PRIMO CREATIVE DIRECTOR DI DIESEL: COSÌ IL MARCHIO SI PROIETTA NEL FUTURO

● «Un direttore creativo? Forse, ma non ora», aveva dichiarato il ceo di Diesel, Massimo Piombini, in un’intervista recente a Fashion. Invece poco dopo è arrivata la notizia: il belga Glenn Martens, dal 2013 creative director del brand francese Y/Project, ha preso le redini stilistiche del marchio del mohicano, e anzi, ne è il primo designer creative director in 42 anni. Segno di quanto sia prioritario ora agire sul prodotto, dopo la lunga fase di riorganizzazione del business e riposizionamento dei canali retail e wholesale. Un percorso che ha cominciato a dare i primi risultati nel 2019, quando il fatturato della label è tornato a salire (+2,6%), anche se sul 2020 pesa l'incognita Covid. La griffe, che oggi copre circa il 60% del business di Otb (1,53 miliardi di euro lo scorso anno), punta a riagganciarsi al suo dna, il denim, a cui intende ridare consistenza affidandosi a un creativo in grado di reinterpretarlo con nuova energia e una visione moderna.

Martens sembra la persona giusta, fatta dello stesso stampo degli stilisti audaci e grintosi

che piacciono a Renzo Rosso (si veda John Galliano per Maison Margiela) e da tempo nel suo radar. Nel 2018 l’imprenditore lo aveva “arruolato” per il progetto di colab Red Tag, un anno dopo che si aggiudicasse il premio Andam, di cui Otb è sponsor e mentore.

SEMPRE PIÙ MODA IN EUROPA PER AMAZON CON RUTH DIAZ A CAPO DEL FASHION

● In America, secondo le stime di Wells Fargo e Morgan Stanley, Amazon sta diventando il maggior retailer di abbigliamento, con 30 miliardi di dollari di vendite su un mercato dal valore stimato di 390 miliardi (il gruppo non fornisce cifre dettagliate). In Europa è tempo di cavalcare il potenziale di tale segmento. Per questo il colosso di Jeff Bezos ha affidato il ruolo di Director Fashion Europe a Ruth Diaz, una delle 500 donne più influenti in Spagna, secondo El Mundo. A lei è affidato il compito di guidare tutti gli aspetti del business, tra

cui l’ampliamento dell’offerta e il miglioramento della customer

experience in Italia, Spagna, Francia, Germania e Uk. Con nove anni di militanza nel gruppo, Diaz ha le carte in regola per scalare il mercato, dopo essere stata responsabile di svariate categorie di prodotto in Spagna e Italia ed essere stata a capo dell’Home Innovation Program per l’Europa. Esperienze precedenti la vedono da Entradas.com, Universal Pictures e PriceWaterHouse Coopers in Spagna. La moda in Europa è già una realtà in divenire per il colosso del digital: «Con lanci come SavageXFenty vol 2, The Drop (colab con influencer, ndr), Style Snap e Amazon Fashion Connects - afferma Diaz - è stimolante vedere quanto l’azienda continui a innovare».

This article is from: