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DA LVMH A L'ORÉAL Trimestre sopra le aspettative per i big brand

DA LVMH E KERING A L'ORÉAL

TRIMESTRE SOPRA LE ASPETTATIVE PER I BIG BRAND E I LORO LICENZIATARI

● Trimestrali sopra le aspettative per Hermès, Lvmh e Kering, bene Moncler e L'Oréal torna a volare. Nonostante permanga il segno meno rispetto alle performance dell'anno precedente, i grandi gruppi internazionali del lusso rendono evidente la ripresa del settore dopo i mesi di primavera penalizzati dal lockdown. Hermès nel terzo trimestre dell’anno ha registrato un +4% (+7% a cambi costanti). Nei nove mesi al 30 settembre scorso il giro d’affari della maison ha perso il 14% (-11% a cambi costanti) per poco meno di 4,3 miliardi di euro. Il dato evidenzia un miglioramento rispetto al -24% del primo semestre e al -41% del solo secondo quarter, il più penalizzato (per il momento) dalle restrizioni anti-Covid. Lvmh (nella foto, una borsa di Louis Vuitton) ha registrato un fatturato di 30,3 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2020 (-21% su base organica), ma il terzo trimestre è stato sopra le aspettative degli analisti: i ricavi sono diminuiti del 7% su base organica, riflettendo un netto miglioramento. Kering, a cui fanno capo Gucci e Saint Laurent, nel trimestre ha totalizzato vendite consolidate di 3,7 miliardi, in calo del 4,3% (-1,2% su un perimetro comparabile). Moncler ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi consolidati a 765,1 milioni (-23%, a cambi costanti -22%), ma la perdita è stata decisamente minore nel terzo trimestre, in cui il fatturato è stato di 361,8 milioni (-15%, a cambi costanti -14%). Premiato chi lavora sulle licenze del lusso: L'Oréal è tornato a crescere nelle vendite (+1,6%) e ha chiuso i conti al 30 settembre a 20,11 miliardi di euro (-7,4% e -6,9% a cambi costanti). Anche EssilorLuxottica ha registrato un terzo quarter in ripresa progressiva rispetto al secondo trimestre 2020: risultato, ricavi consolidati oltre 4 miliardi (-5,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, -1,1% a cambi costanti).

FASHION ECONOMIC TRENDS

PER LA MODA ITALIANA IL 2020 POTREBBE CHIUDERE FRA -27% E -31%

● Nel terzo trimestre del 2020 le aziende del settore moda hanno registrato un calo del fatturato del -27,5% rispetto al 2019, in netta decelerazione rispetto al -36,2% del primo trimestre e al -39% del secondo. È quanto risulta da un'indagine svolta da Confindustria Moda su circa 300 aziende del settore. «Certo, siamo calati meno rispetto ai trimestri precedenti, ma restano dati negativi, specie se si pensa che nello stesso periodo il Pil italiano è rimbalzato del +16,1%», dichiara Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, commentando i dati relativi all’impatto del Covid-19 sulle imprese del settore. Secondo le stime aggiornate del centro studi di Confindustria Moda, la contrazione del fatturato complessivo per il 2020 si attesta a -29,7%, contro il -32,5% previsto a luglio, per una perdita totale stimata di 29 miliardi. «Anche l’andamento del fatturato nel terzo trimestre - prosegue Marcolin - conferma una debolezza più marcata rispetto ad altri settori, dovuta da una parte alla diminuzione del mercato domestico e, dall’altra, alle grandi difficoltà nell’export, oltre all'assenza in Italia aziende del panel prevede perdite nei ricavi annui superiori al 10%, nettamente peggiori rispetto alle previsioni che vedono il Pil italiano ridursi dell'8%. Per quanto riguarda i mercati esteri, alla data della rilevazione per il 62% delle aziende italiane nessun mercato risulta ripartito. «L'unica, vera grande reazione positiva - aggiunge Cirillo Marcolin - arriva dalla Cina, ma questo è un mercato che tocca più i grandi gruppi e meno le Pmi». Il presidente non esclude un ridimensionamento degli occupati, non appena la normativa renderà possibili i licenziamenti. «Prima o poi le aziende dovranno affrontare il tema occupazionale - conclude -. Alcune terranno duro, nell'ipotesi di un rimbalzo delle attività, ma per altre non sarà così».

Un calo compreso tra -1% e -9%

Interbrand-Best Global Brand 2020 Luxury

Rank

Luxury del turismo internazionale». Circa l'86% delle

17 21 28 32 73 83 94 97 99 Brand 2020

Louis Vuitton Chanel Hermès Gucci Cartier Dior Tiffany & Co. Burberry Prada 2020 Value USD (BV) % change (CY)

31,720 21,203 17,961 15,675 7,494 5,988 4,966 4,809 4,495 -2% -4% 0% -2% -9% -1% -7% -8% -6%

INTERBRAND: I MARCHI DEL LUSSO PERDONO QUOTA. SI SALVA HERMÈS

● Dopo aver conquistato il titolo di settore a maggiore crescita per due anni consecutivi nella classifica Best Global Brands di Interbrand, il lusso registra nel 2020 una battuta d’arresto, con un calo del valore tra l’1% e il 9% per tutti i marchi del comparto, tranne Hermès (#28), che rimane stabile sullo stesso valore del 2019. Louis Vuitton occupa la prima posizione nel settore lusso della graduatoria (e la 17esima a livello globale), precedendo altri due francesi: Chanel ed Hermès. A interrompere il dominio transalpino ci pensa Gucci, che si trova al quarto posto (e al 32esimo generale). Meglio del lusso fa lo sportswear: Nike (#15) e Adidas (#50) crescono rispettivamente del 6% e dell’1%.

NEL 2021 BALENCIAGA AVVIERÀ IL PRIMO CENTRO PRODUTTIVO IN ITALIA

● Balenciaga avrà un centro di produzione e formazione in Italia. Il marchio del gruppo Kering ha infatti annunciato l'apertura nel 2021 di un laboratorio di produzione di pelletteria e centro di formazione in Toscana.Lo stabilimento sarà inaugurato a Cerreto Guidi, a 40 chilometri da Firenze, e nascerà dal rinnovamento di un edificio già esistente, dando espressione a un progetto architettonico di particolare rilievo. Questa apertura dovrebbe portare alla creazione di 300 posti di lavoro.

ARNAULT RISPARMIA 430 MILIONI DI DOLLARI

TIFFANY & CO ACCETTA LA PROPOSTA "SCONTATA" DI LVMH

● Alla fine di una lunga querelle, sfociata anche in Tribunale, Tiffany & Co ha accettato la proposta d’acquisto rivista al ribasso da parte di Lvmh. Il gruppo pagherà 131,50 dollari per azione e non più 135 come previsto dall’accordo originario, siglato nel novembre del 2019. Grazie alla nuova valutazione di 15,8 miliardi di dollari, il colosso francese del lusso guidato da Bernard Arnault risparmierà 430 milioni di dollari sui 16,2 miliardi stabiliti in precedenza.

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