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1.7.5. “Le Prata”, il Podere e la Casa delle Polline

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Foto 39 Lo Stradone del Caciaio evidenziato da due filari di lecci; sulla sinistra si estendono le Prata delle Polline ancora coltivate, mentre sulla destra vi è la parte delle stesse Prata, che è stata trasformata in un grande spazio verde, con ondulature artificiali e alberature sparse, di varie specie. Tale morfologia è data dalla sua iniziale destinazione a campo da golf. Foto 41 L’ingresso agli orti didattici realizzati negli spazi aperti pertinenziali della Casa del Caciaio, a nord della stessa. 40

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Foto 40 Il complesso della Casa del Caciaio situato lungo l’omonimo Stradone con l’abbeveratoio, in primo piano. Foto 42 Il suggestivo prospetto di un annesso, situato lungo lo Stradone e rimasto in piedi di fronte alla Casa del Caciaio; in questa zona c’erano anche i lavatoi, dove venivano le donne a lavare i panni.

1.7.5. “Le Prata”, il Podere e la Casa delle Polline

L’ambito è caratterizzato da terreni agricoli tenuti a colture cerealicole e foraggere (leguminose, erba medica, ecc.) (Foto 43, 44). In questa parte della Tenuta è stato sperimentato il progetto “La memoria dei semi” promosso dal Comune di Prato, che ha visto la semina di grani di vecchie varietà ai fini della produzione di farina e della “bozza pratese”, per la

Foto 43 Le Prata delle Polline, attualmente coltivate a seminativo, con l’omonima casa poderale, e la strada d’ingresso, completamente rinaturalizzata e invasa dalle piante infestanti. Foto 44 Le Prata delle Polline, tenute a seminativo; sullo sfondo emerge la Cascina laurenziana, con le quattro torri difensive

fornitura, a livello sperimentale, di pane di filiera corta per le mense scolastiche. I risultati del progetto sono stati presentati ad Expo 2015; la coltivazione dei terreni è stata affidata ad associazioni locali, interessate alle produzioni biologiche, con particolare attenzione alle specie di antica varietà. Tuttavia il progetto non ha avuto esiti successivi e al momento è concluso. I terreni agricoli hanno perso la trama minuta della coltura promiscua, ancora presente nella foto aerea del 1954 (Volo GAI) (fig. 72); la tessitura attuale è infatti a maglia larga e conserva l’orientamento originario, dettato dallo Stradone del Caciaio e ancora

ben evidenziato, all’interno delle Prata (parte est) e del Podere delle Polline, da alcuni fossi di scolo, le cui acque scendono verso valle, per confluire nel sistema dei canali contiguo al complesso della Cascina (comprensivo del Mulino/Brillatoio, ecc.). I campi sono attualmente privi dell’equipaggiamento paesaggistico che un tempo li caratterizzava e la rete dei percorsi poderali e dei fossi risulta degradata. Lo stesso complesso architettonico delle Polline è abbandonato e i suoi spazi aperti pertinenziali sono invasi dalla vegetazione infestante, così come l’antica strada di accesso, difficilmente percorribile. Da questo tracciato e dalle aree agricole contermini si può godere di una veduta privilegiata sulla Cascina turrita laurenziana, che emerge dai coltivi pianeggianti. La parte est delle “Prata” appartiene alla stessa proprietà del vicino Centro Ippico “Il Magnifico” (ex-Cascine s.r.l.), che si estende sulle antiche Prata del Fondaccio, a sud della Cascina. Nel 2018, tutti gli immobili appartenenti alla società sono stati messi all’asta per il fallimento dell’azienda, compresi questi terreni, posti lungo la Via Roma e la gora del Guanto (o del Palasaccio), che hanno un’estensione complessiva di oltre 24 ettari e, storicamente, risultano annessi all’ex casa colonica del Podere del Noce. Questi campi sono, in parte, separati dalle relative case coloniche; infatti, sia i terreni che un tempo appartenevano alla Casa delle Polline, che quelli facenti parte del Podere dell’Orto, risultano frazionati rispetto alle loro architetture rurali. Il Centro Ippico, nonostante le vicissitudini giudiziarie, non ha mai smesso di funzionare e oggi è gestito da un’associazione dilettantistica senza scopo di lucro. Questa sua gestione continuativa ha portato anche alla cura dei suddetti terreni, che sono stati coltivati a seminativo, così come quelli contigui di proprietà comunale. Lungo la gora del Guanto, che attualmente segue il tracciato di Via Roma, si sviluppa una consistente fascia ripariale di piante caducifoglie, anche di specie igrofile, difficilmente accessibile a causa della presenza di vegetazione infestante. Tale fascia costituisce, da un lato, un’importante componente ecologica da valorizzare e qualificare, dall’altro, una potenziale zona ombreggiata per la sosta, lo svago e il gioco, percorribile a piedi e in bicicletta, direttamente collegata con la Casa delle Polline e con la Cascina laurenziana; possono essere previste al suo interno zone per la sosta e attrezzature rimovibili di vario tipo. I campi coltivati a seminativo, anche in questo caso, sono privi dell’originario equipaggiamento paesaggistico e la rete dei percorsi poderali e dei fossi risulta degradata. La stessa tessitura agraria, pur mantenendo l’orientamento originario, dettato dallo Stradone del Caciaio, si è molto dilatata negli ultimi decenni. La rete agraria attuale è infatti a maglia larga e il suo disegno è ben evidenziato da due fossi di scolo principali, le cui acque scendono verso il sistema di canali che caratterizza il complesso della Cascina laurenziana; il fosso più a ovest segna il confine tra la proprietà comunale e quella privata, in contiguità con la Casa delle Polline.

Foto 45 Veduta dell’ingresso della Cascina dallo Stradone delle Risaie, evidenziato da un doppio filare di pini (Pinus pinea). Il tracciato è invaso dalla vegetazione infestante e difficilmente accessibile e percorribile. Foto 46 Gli spazi aperti a ovest della Tinaia/Magazzino dei Risi, dove, un tempo, c’erano i prati per il pascolo delle vacche da latte e il casino dei vaccai.