Lotte Unitarie 10/2015

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Lotte Unitarie OTTOBRE 2015

In trincea per la conquista dei diritti Una stagione di rinnovi contrattuali per la difesa del salario e per la dignità del lavoro Fabio Favola Segreteria FILCAMS CGIL Alessandria n’ intensa agenda per la Filcams dove gli impegni assunti sono tanti. Tanto è stato fatto e tanto c’è da fare. Un’attività quasi interamente programmata con iniziative e appuntamenti per rimettere al centro la qualità del lavoro e migliori condizioni di tutela, in attesa della tanto proclamata uscita dalla crisi. Tra i maggiori impegni presenti e futuri della Filcams, vi è indubbiamente la risoluzione dei diversi tavoli contrattuali. La situazione dei contratti è ancora molto complicata. Nel 2014 si è concluso nel Turismo l’accordo di rinnovo con Federalberghi. Nel 2015 si sono chiusi due importanti contratti, quello del Terziario, distribuzione e servizi con le parti datoriali aderenti a Confcommercio e quello degli Studi professionali, con una consistente platea di lavoratori coinvolti. Risultanti importanti, ai quali fanno da contraltare i nove tavoli negoziali aperti, di cui molti da più di 18 mesi; addirittura il settore termale è in attesa di un contratto da più di tre anni. In sofferenza anche i settori delle pulizie/multiservizi e della vigilanza privata, con i tavoli di trattativa aperti ma senza risultati concreti e postivi. Le soluzioni per portare a casa i rinnovi rischiano quotidianamente di essere compromesse. Sono passati troppi mesi e in alcuni casi, sia-

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mo vicini alla condizione di saltare una tornata contrattuale. Tra l’altro, non riuscire a chiudere il cerchio dei rinnovi ci impedisce di dare risposte concrete e omogenee ai nostri iscritti e ai lavoratori e rischia di indebolire proprio quei segmenti che il rinnovo lo hanno sottoscritto. Si sta creando uno squilibrio legato al dumping contrattuale, soprattutto nei due maggiori comparti, turismo e terziario, dove migliaia di lavoratrici e lavoratori sono in attesa di risposte sia sul profilo salariale che normativo. E se ogni tavolo contrattuale ha una diversa storia, nostro obiettivo comune è quello di interrompere il continuo dilazionarsi del tempo, perché le condizioni sono ormai mature per comprendere se realmente c’è la volontà e la determinazione delle controparti di arrivare a un punto di svolta. Non si può non considerare la crisi economica che ha colpito l’Italia in questi ultimi anni, ma soprattutto una ripresa che tarda ad arrivare, in particolare nel settore del commercio. È vero, la crisi non ha colpito nello stesso modo tutte le aziende e le aziende non hanno reagito allo stesso modo alla crisi. È evidente però che davanti alla proiezione di un ottimismo messo in campo dal governo, diversi comparti continuano a vivere una complessiva sofferenza. A consumi che non crescono corrisponde un giro d’affari stazionario o in decremento che lascia inalterato quel rapporto negativo costo del lavo-

ro/fatturati che inchioda e costituisce il paradigma su cui ci scontriamo ai tavoli di trattativa. Mentre si invoca la crescita, si continua a penalizzare il lavoro, cercando di intervenire sul contenimento dei costi che altro non fa che peggiorare le condizioni di lavoro e la qualità di prodotti e servizi. Inoltre, i negoziati si sono svolti, e continueranno a svolgersi, in una condizione che vede una progressiva frammentazione delle associazioni di rappresentanza delle aziende e diversi orientamenti sul ruolo della contrattazione e sulla sua struttura che rappresentano un dato di ulteriore complicazione. Mobilitazioni, scioperi, manifestazioni, nazionali e territoriali hanno reso faticoso, impegnativo e difficile il nostro percorso. Le nostro lavoratrici e i nostri lavoratori, nonostante le difficoltà quotidiane e i sacrifici cui sono stati chiamati, hanno dato un contributo fondamentale. Come nel settore Turismo dove lo sciopero e le mobilitazioni del mese di settembre hanno ottenuto che la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) tornas-

se sui suoi passi con la revoca della disdetta del Contratto nazionale. Una decisione che va nella direzione giusta per una ripresa della trattativa e la definizione di un accordo, con non poca soddisfazione della FILCAMS e dei lavoratori che hanno sostenuto le buone ragioni della lotta sindacale. Passi avanti che non registriamo sui tavoli della grande distribuzione organizzata e la distribuzione cooperativa. Un negoziato, quello finalizzato alla definizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per la grande distribuzione, che si protrae da ormai due anni e che continua a scontare posizioni di assoluta rigidità da parte di Federdistribuzione. Federdistribuzione inoltre, nonostante il recente rinnovo contrattuale sottoscritto da Filcams, Fisascat e UuiTuCs con Confcommercio lo scorso 30 marzo, ad oggi, continua a dichiarare indisponibilità rispetto all’erogazione degli aumenti previsti, con la conseguenza che l’ultimo incremento salariale corrisposto ai lavoratori risale ad ottobre del 2013. A questo si aggiunge la continua di-

Rinnovi CCNL

Paolo Parodi Segretario generale FILCTEM Alessandria el corso del mese di settembre si sono svolte le assemblee nazionali di settore che hanno varato le piattaforme per il rinnovo dei rispettivi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, in particolare per i settori più grandi della categoria: ■ Chimicofarmaceutico (171 mila addetti, 123 euro di richiesta salariale) ■ Gomma plastica (140.000 addetti, 105 euro di richiesta salariale) ■ Gasacqua (48.000 addetti, 128 euro di richiesta salariale) ■ Elettrico (60.000 addetti, 140 euro richiesta salariale)

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■ Energiapetrolio (37.000 addetti, 134 euro di richiesta salariale), È stato un lungo lavoro di costruzione quello svolto nei mesi scorsi, iniziato all’indomani della richiesta di Federchimica di una restituzione salariale di 82 euro/mese, a fronte della deflazione che si registrava in quel momento nel paese. La stagione contrattuale che si apre non sarà quindi ‘ordinaria’, tanti sono i fattori che concorrono a determinare un quadro inedito, almeno per la storia recente, che non consente nessuna facile previsione sul-

l’epilogo finale. Anni di recessione o bassa crescita con bassi consumi interni, richiederebbero uno sforzo per riconoscere una valenza anticlica alla contrattazione, dopo le ricette neoliberiste che hanno favorito una crescita smisurata delle disuguaglianze, al contrario ci sono soggetti che vogliono sfruttare questa fase per un ulteriore indebolimento del lavoro, in particolare: ■ il Governo, che dopo l’intervento nefasto sul tema dei diritti individuali (mercato del lavoro) dichiara la sua volontà di intervenire a gamba tesa in

materia di contrattazione, in mancanza di accordi tra Confindustria e Organizzazioni Sindacali, con ipotesi di reddito minimo per legge che farebbe saltare diversi CCNL e lascerebbe spazio solo alla contrattazione aziendale, dove si ha la forza per farla; ■ la Confindustria che attraverso il suo Presidente manifesta una debolezza evidente tentando di scimmiottare il modello ‘FIAT’ e stoppando l’avvio dei rinnovi contrattuali a partire proprio dal Contratto Chimico, una radicalità che ha alla base il tentativo di recuperare in associazione il più grande gruppo industriale, (la FIAT appunto), o di impedire ulteriori fuoruscite. Propone di riconoscere gli aumenti in base all’inflazione ma solo a consuntivo, cioè solo dopo che si è verificata. Per la prima volta dopo molti anni in cui, specie nel settore chimico, si rinnovava il contratto in tempi ragionevoli o addirittura prima della

sdetta degli integrativi aziendali con un forte arretramento di salario, diritti e tutele. Queste le ragioni che hanno condotto FILCAMS, unitamente a FISASCAT CISL e UILTUCS, a proclamare due giornate di sciopero: il 7 novembre e il 19 dicembre. Una fase di mobilitazione che vedrà la Filcams impegnata a tutti i livelli. Considerata la gravità della situazione, per la conquista del contratto nazionale e per la difesa dei diritti, è necessario il massimo coinvolgimento dei lavoratori e la riuscita delle iniziative di lotta che verranno messe in campo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Oltre ai tavoli contrattuali aperti la Filcams combatte ogni giorno con tante difficili situazioni, come la definizione di un concreto futuro per le lavoratrici e i lavoratori degli appalti, per non citare il complicato mondo delle cooperative e le tante forme di lavoro irregolare e precario, che il Jobs Act non ha minimamente risolto. Siamo quindi in una stagione di conflitto e di lotta con in campo una FILCAMS di trincea ma quanto mai determinata.

scadenza, potremmo trovarci nella condizione di doverci conquistare un tavolo di confronto. In questo difficile contesto Filctem Femca Uiltec hanno scelto di provare a ricomporre un’unità d’azione proprio a partire dai rinnovi contrattuali, lo hanno fatto costruendo le piattaforme ma anche dandosi regole sulla gestione del percorso che impegnano le organizzazioni sindacali ad una gestione unitaria che eviti firme separate. In ogni caso è chiaro alle Organizzazioni Sindacali, e ai lavoratori, l’esigenza di avere un rinnovo dignitoso del CCNL, ponendo l’esigenza di recuperare sui diritti alcuni elementi fondamentali in tema di licenziamenti disciplinari e collettivi, messi in discussione dalle recenti innovazioni legislative del governo, per questo sono state costruite piattaforme rivendicative che ‘si fanno carico’ del contesto e dell’andamento inflattivo registrato negli scorsi mesi che obbliga le parti ad un riallineamento, ma senza restituzioni, impossibili da condividere. Mentre andiamo in stampa è stato convocato il tavolo di trattativa del Contratto Chimico


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