Lotte Unitarie 10/2015

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Lotte Unitarie OTTOBRE 2015

Buon Appetito... spezzatino FS

Marco Maugeri FILT CGIL Alessandria ome in tutto il mondo del lavoro, anche nel gruppo F.S. stiamo vivendo un momento di mutamento e nuova organizzazione in tutti i suoi settori, profondo cambiamento, ma sicuramente l’attenzione deve essere posta nelle ultime vicenda che hanno portato, i lavoratori delle Ferrovie e lavoratori degli Appalti Ferroviari del Piemonte, ad intraprendere due azioni di sciopero il primo di 8 ore ed il secondo di 24 ore, per le gare del Trasporto Ferroviario Regionale con la Frammentazione in 3 lotti, con l’inevitabile rischio del futuro del servizio Ferroviario in Piemonte. La Regione Piemonte con delibera n. 24/2014 ha posto le basi per l’avvio di procedure di gara volte all’affidamento dei servizi sulla rete ferroviaria regionale piemontese suddividendoli nel: lotto 1 SFM Torino ‘bacino metropolitano’ di Torino coincidente con l’attuale Servizio Ferroviario Metropolitano; lotto 2 SFR Piemonte ‘bacino centro-nord’ che comprende la direttrice Torino-Milano e le linee ad essa afferenti; il lotto 3 SFR Piemonte ‘bacino centro-sud’ che comprende le direttrici Torino-Genova, Torino-Alessandria, Torino-Cuneo,

C

Torino- Savona e le linee ad esse afferenti, questa scelta avrà, sicuramente, ricadute sulla qualità e quantità del servizio offerto penalizzando e marginalizzando ulteriormente i bacini provinciali dell’Alessandrino, del Cuneese e del Novarese. Contrariamente a quanto auspicato dalla Regione il frazionamento in lotti e la potenziale presenza di TRE diverse aziende di trasporto ferroviario, risponde solo all’esigenza della Regione di fare cassa e sopperire alla esiguità delle risorse pubbliche stanziate a livello Nazionale e Regionale per il TPL senza un reale beneficio per gli utenti. Il 19 gennaio 2015 è stata sottoscritta una lettera di intenti tra Trenitalia e GTT finalizzata alla costituzione di una NEWCO a cui la Regione affiderebbe direttamente la gestione del nodo di Torino, rimandando la gara ad un momento successivo, solo per Il Lotto 1 Torino coincidente

con il bacino metropolitano di Torino, unico appetibile perché realmente remunerativo, in modo da consentire ad eventuali competitors interessati di poter concorrere all’aggiudicazione del servizio. Ma perché siamo contrari alla lottizzazione? Tale operazione che al momento è stata interrotta dalle nostre azioni di sciopero, al suo nascere non ha previsto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Altresì c’è stata la più totale assenza di necessarie informazioni dato che questa NEWCO rende di fatto irreversibile la procedura di gare su TRE LOTTI; avrà ricadute sul personale che transiterà nella NEWCO in quanto, in assenza di clausole sociali concordate, non avrà certezza sul tipo di CCNL che gli verrà applicato nè tantomeno sulla tipologia di contratto con cui verrà assunto nella nuova società (viste anche le recenti mo-

difiche introdotte dal Governo alla normativa sul mercato del lavoro); avrà ricadute sul personale dell’indotto ferroviario. Tutto questo non può che farci preoccupare per lo scenario che si va delineando, per i lavoratori interessati. Il procedere sulle gare (con questo sistema!!) e la frammentazione in lotti del servizio ferroviario del Piemonte, produrrà tutta una serie di effetti negativi tra cui le diseconomie e disagi per la mancanza di sinergie e integrazione fra i servizi nei diversi lotti, la mancata integrazione con le modalità di trasporto e con la rete nazionale, l’assenza dell’integrazione tariffaria con un inevitabile aumento delle tariffe; creerà l’ulteriore inevitabile riduzione dei servizi che marginalizzerà ulteriormente i territori ‘non appetibili’ che sono già stati gravemente colpiti da tagli e ridimensionamenti negli anni passati; la mancanza di un

reale piano dei trasporti che metta al centro la qualità e l’efficienza dei servizi attraverso una vera integrazione delle diverse modalità di trasporto su tutto il territorio regionale; la politica dell’amministrazione Regionale che punta a risanare le proprie casse alle spalle dei cittadini utenti e lavoratori del settore Trenitalia con ricadute su tutti i lavoratori del Trasporto Regionale e sui lavoratori degli Appalti in assenza di clausole sociali concordate. Per questi ed altri motivi ci siamo mobilitati chiedendo un confronto serio, basato su dati reali e non su slogan pubblicitari che sono tanto di voga in questo periodo, per scongiurare scelte diseconomiche, insostenibili e deleterie per lavoratori ed utenti. Come sempre, per difendere il livello e la dignità occupazionale in Piemonte ed aumentare l’efficienza del sistema di Trasporto Regionale.

TRASPORTO PUBBLICO

La Regione Piemonte tra quelle che hanno tagliato maggiormente Giancarlo Topino FILT CGIL Alessandria egli ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole taglio di risorse nel trasporto pubblico da parte dei vari governi che si sono succeduti generando una forte crisi nel settore stesso. Senza mai affrontare i reali problemi legati a questo settore, si è pensato esclusivamente a sottrarre fondi destinati al servizio pubblico, provocando una contrazione dello stesso e generando disagi al servizio svolto per la popolazione. Le vere problematiche del settore su cui ormai da anni si discute, devono ancora essere tutt’oggi affrontate seriamente, come per esempio l’applicazione di costi standard a livello nazionale o almeno a livello regionale e una vera integrazione gomma ferro; la politica dei trasporti, insomma, in questo momento, risulta essere del tutto assente nel nostro paese. Tra le regioni italiane, la Regione Piemonte risulta

N

essere quella che ha effettuato un maggior numero di tagli e una tra quelle che hanno aggiunto il minor numero di risorse proprie. La politica dei trasporti di questi anni è risultata inadeguata e confusa. I tagli lineari effettuati a loro volta dalle Province senza una seria e vera riprogrammazione, hanno creato notevoli disservizi all’utenza. La recente modifica alla legge regionale 1/2000, senza l’inserimento di clausole sociali per l’occupazione, fa comprendere come ad oggi la riorganizzazione del settore avvenga solo con la riduzione della spesa e molte volte sulle spalle dei lavoratori di questo settore. è ormai da anni che la FILT-CGIL rivendica una politica dei trasporti seria. Le circa 120 aziende sul territorio piemontese sono troppe e si deve ragionare se non per l’intera regione, per lo meno per bacini, come avviene in molte altre nazioni europee ad un unico gestore. I consorzi di aziende in questi anni hanno dimo-

strato tutte le proprie lacune. Le gare per l’affidamento del servizio, inoltre, non possono essere fatte al massimo ribasso, ma devono avere regole nelle quali si garantisca un buon livello del servizio, l’occupazione e non avvenga quel dumping salariale che in molti casi si è già verificato. È anche per questo che si è cercato, voluto e ottenuto, il protocollo d’intesa sull’occupazione con la Regione Piemonte, nel quale si tutela sia l’occupazione e sia il salario dei lavoratori del settore in vista delle future gare. Anche la nostra Provincia, ormai prossima alle gare, vede il proprio futuro incerto perché non si sa se il comune di Alessandria entrerà a far parte del bacino o otterrà la deroga richiesta dell’affidamento diretto. Tale deroga, è stata richiesta per fare in modo di dare una prospettiva futura all’ATM poiché nella ricerca di un partner che riesca a sanare la situazione di pre-fallimento azien-

dale, sembrerebbe che abbiano richiesto un garanzia minima della gestione del servizio. Nel frattempo il Comune ha chiesto al C.d.A., un piano industriale credibile per abbattere il debito che genera ancora l’azienda. è con l’amaro in bocca che vediamo, nonostante i continui sacrifici richiesti ai propri dipendenti, che l’azienda sia ancora in questa situazione; con due anni di cassa integrazione fatta fare ad una parte dei lavoratori, non sono stati in grado di sanare tale situazione. La FILT in un primo momento firmò con le altre sigle sindacali la C.i.g. in deroga credendo che potesse servire ad avviare un risanamento aziendale. In seguito decise di non rinnovare più tale accordo poiché non era convinta di quella operazione in considerazione appunto che i sacrifici richiesti, erano solo in un’unica direzione e se non vi era un progetto al quale legarli, sarebbero stati vani. Avevamo ragione!

L’ispezione effettuata dal MEF rimarca in alcuni punti le stesse problematiche evidenziate dalla FILT. è anche vero ciò che sostiene la dirigenza aziendale cioè che si é in difficoltà dopo i tagli delle contribuzioni da parte delle istituzioni (Comuni, Provincia) poiché il servizio non è stato ridotto in modo proporzionale: praticamente il servizio erogato dall’azienda risulta essere superiore a quello effettivamente retribuito. Questo però non basta a giustificare l’ attuale situazione e alcuni errori di gestione come la presenza di contratti di collaborazione, le esternalizzazioni di alcune lavorazioni al posto dell’utilizzo di risorse interne, aumenti di livello assegnati mentre alcuni lavoratori erano in C.I.G in deroga e lo stesso utilizzo della C.i.g non utilizzata in modo equo tra gli stessi lavoratori. Il vero problema ATM è quello di molte ex municipalizzate d’Italia, ritenute oramai dei carrozzoni da una buona parte della po-

litica. Si fanno proclami, ma nessuno interviene fino a quando la situazione non si aggrava a tal punto da ritenere che la privatizzazione sia l’unica soluzione possibile. Ultimo esempio è l’Atac di Roma, in queste aziende c’è bisogno di una maggiore trasparenza e chi sbaglia nella gestione se non ha il ritegno di dimettersi, dovrebbe essere invitato a farlo e se ciò non bastasse, bisognerebbe pensare anche di richiedere in qualche modo un risarcimento danni per l’operato svolto e non liquidarli con dei compensi astronomici! Una domanda pare ovvia: ma se in due anni di tempo non sono riusciti a risolvere la situazione con gli ammortizzatori sociali, era opportuno richiedere oggi, alle stesse persone, un piano di risanamento? Spero che questo piano industriale non ricalchi errori già commessi in passato e non si richieda solo sacrifici ad una parte di lavoratori che di certo ancora una volta, risulteranno vani.


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