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Dea Fortuna di Anzio La fortuna quando arriva lo fa sempre all’improvviso e senza preavviso. Bisogna saper cogliere al volo le opportunità che offre, riconoscere la forma nella quale si manifesta, afferrarla e cambiare. Altrimenti sfuggirà e altri (più attenti a leggere i sottili segnali della sua apparizione) l’accoglieranno, lasciandoci in balia di una sorte immutabile. Il lido di Anzio e Nettuno è stato per secoli sede del tempio Romano della Dea Fortuna. Questa antica figura pagana influenzava la vita dei mortali sostenendo la buona sorte per le loro imprese. Proprio in questi giorni la sua antica presenza nel territorio sembra riproporsi sotto nuove sembianze. Ad Anzio, infatti, sembra proprio che le vibrazioni e gli echi ormai lontani della Dea stiano propagandosi ripetutamente nell’aria, attraverso le parole delle persone, i desideri dei cittadini e la voglia di cambiare di tanti giovani di ogni età. L’amministrazione ha fatto di tutto per risvegliare l’anima della regina della buona sorte, creando presupposti fondamentali per la costruzione di nuove alleanze, che possano mandare in esilio l’attuale giunta comunale, che ha fatto retrocedere questo territorio da splendida cittadina turistica a borgata di periferia. È tempo di cambiare, di fare scelte coraggiose, che superino i personalismi e gli egoismi dei partiti, mettendo al centro persone in ragione di competenze e virtù, che possano finalmente lavorare per la nostra città, per il bene comune e non per quello di pochi. Basta con i politici delle cooperative personali, basta con i politici che denunciano i cittadini che partecipano, basta con i politici in naftalina, basta con gli amministratori del voto clientelare, basta con la degenerazione della politica delle tre carte, inattiva e antimoderna. Auspico che per Anzio si concretizzi un governo diverso, giovane e dinamico. E che ad aprile la Dea Fortuna possa togliersi la benda, guardare una nuova classe dirigente, fare un bel sorriso e augurare a tutti un buon lavoro con un grandissimo bacio. Andrea Mingiacchi

Riviera Zanardelli 45 – Anzio Tel 06 98340765 - fax 06 98342058 Per informazioni: 333.73.50.189 pubblicita@anziospace.com


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Intervista a Bernardone, candidato alle primarie PD per la carica di candidato-sindaco

“ANZIO HA BISOGNO DI PERSONE NUOVE E COMPETENTI”

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Ivano Bernardone all’indomani della presentazione della sua candidatura alle primarie del PD per la carica a candidato-sindaco. 47 anni, ingegnere civile, origini abruzzesi, ma residente ad Anzio da quasi trent’anni, e consigliere comunale da cinque. È alla guida della Segretaria del PD di Anzio dal novembre del 2010, riuscendo a traghettare fino ad oggi un partito dalle mille anime e dalle cento contraddizioni. Ha scelto di vivere e aprire il suo studio professionale a Lavinio Stazione, dove vive con la moglie e due bambini, ed è lì che nasce il suo impegno in politica, da sempre incentrato sul recupero dei quartieri. Curiosando nel suo privato abbiamo trovato la parrocchia e le radici cattoliche, un passato da ufficiale dei carabinieri, molti sport (arti marziali, basket, nuoto, tennis, paracadutismo), un cane sempre al seguito e la passione per i cavalli e l’equitazione. Ingegner Bernardone, come è nata la sua candidatura? “Non nasce sulla scorta di ambizioni personali o di parte ma è animata dall’idea di costruire una nuova squadra di governo. Sono stato scelto da tanti amici come centravanti, sono grato per la loro fiducia e spero di non deluderli, ma il nostro resta un progetto corale e insieme lo porteremo a termine”. Chiunque vinca le prossime elezioni, si troverà a governare in una situazione economica drammatica e farà fatica a far quadrare i conti pubblici… “Anzio si trova in un punto estremamente critico della sua intera storia perché sconta in un unico momento gli effetti di una difficile congiuntura economica generale e quelli di una gestione locale miope e disastrosa durata per quindici anni. Chi ha governato Anzio ha dissipato l’enorme potenziale di questa città; ha favoleggiato per anni un futuro fatto di casinò e porti faraonici ma ci ha consegnato un territorio gravemente compromesso da un piano regolatore sbagliato, un porto che affonda nel degrado, un tessuto commerciale e produttivo ridotto allo stremo delle forze, una città ai limiti della vivibilità e nessuna politica e prospettiva di sviluppo e lavoro specie per i nostri giovani. Oltre questo, se non basta, abbiamo incassato lo svilimento delle istituzioni democratiche disastrate da interessi poco trasparenti e scandali ricorrenti a causa di una classe

dirigente del tutto inadeguata. Il risultato di queste condotte è che ora Anzio, più di altre città, è vulnerabile e debole rispetto agli attacchi della crisi generale e non si può più permettere che la governino ancora quelli che l’hanno costretta in questa situazione”. Qual è la miglior cura che propone per salvare questa città così in pericolo? “Ad esempio una radicale riforma della macchina amministrativa per garantire piena trasparenza e correttezza dei processi. Una migliore regolamentazione degli appalti, l’eliminazione delle tante ombre che incombono sul sistema di cooperative che ruotano intorno ai soliti personaggi, l’organizzazione e la razionalizzazione della gestione amministrativa sono da sole misure in grado di liberare risorse ed energie preziose. Ci sono poi tutta una serie di iniziative che possono migliorare la qualità della vita cittadina e che non comportano grandi investimenti, quali ad esempio piani del traffico e della sosta a beneficio della vivibilità dei quartieri, oppure misure per favorire la nascita di una rete di relazioni stabili tra gli operatori economici necessarie al rilancio economico e occupazionale attraendo investimenti qualificati sul territorio. Infine occorre imporre una visione nuova della città e del suo futuro, avere capacità di ridisegnarla attraverso progetti che partano dal basso con il coinvolgimento diretto dei cittadini e orientati al blocco della cementificazione indiscriminata, al recupero del centro storico e dell’identità dei quartieri, alla tutela e valorizzazione anche economica delle risorse ambientali e storiche, alla difesa e al rilancio del litorale da considerare spina dorsale dello sviluppo, alla corretta ricollocazione strategica di Anzio nel suo contesto territoriale per sottrarla al ruolo di dormitorio e fruire del bacino turistico rappresentato da Roma. Non sarà semplice né immediato, ma è possibile e non dobbiamo perdere la speranza né cedere a isterismi rabbiosi e irrazionali come qualche guru di turno ci suggerisce”. Un richiamo, quindi, a quel rinnovamento della classe politica e alla questione morale, voluto un po’ da tutti? “Il primo passo da fare è scegliere persone dal passato limpido, che abbiano reali competenze e che conosciamo esser capaci di difendere il bene comune. Le forze politiche, tutte indistintamente, devono raccogliere la sfida del rinnovamento etico e morale proponendo persone nuove e valide mentre i cittadini devono scegliere con rigore, non cedere a lusinghe o promesse e premiare con la fiducia solo persone che davvero la meritano. Senza questo primo impegno ogni sfida è persa”. Ultima domanda. Cosa si può fare per dare un futuro ai giovani di Anzio? “Lo stato impietoso dei nostri quartieri pregiudica in particolare la qualità della vita di giovani e anziani. Mancano luoghi e occasioni di aggregazione, socializzazione e promozione socioculturale, devono inoltre essere migliorate le condizioni di accesso allo sport e a possibili attività extra scolastiche. Inoltre ogni progetto di rilancio socio economico va pensato in primo luogo per favorire l’occupazione giovanile. Due iniziative da perseguire con convinzione sono per esempio un centro socio-culturale e un’iniziativa ispirata alla “Città dei Mestieri e delle Professioni”, sperimentata con successo in tante città per sostenere con consulenze qualificate l’insediamento di nuove imprese in ogni campo. Ai giovani di Anzio deve solo essere riconosciuta la possibilità di esprimersi; se ne avranno l’opportunità sapranno costruire il futuro che tutti auspichiamo”. Maurizio D’Eramo


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Tra i temi in agenda: più servizi, stop al consumo di suolo e più interazione con i cittadini

ECCO I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA Sono cinque i candidati alle primarie di Anzio che si svolgeranno il 13 gennaio 2013. Ivano Bernardone (che abbiamo intervistato a pag. 3), Giovanni De Micheli, Lina Giannino, Enzo Toselli del PD e Silvia Bonaventura indipendente per SEL. Una variegata scelta che finalmente comprende anche una discreta quota rosa. È importante per chi andrà a votare alle primarie cominciare a conoscere i candidati, i loro programmi ed eventuali ulteriori alleanze. De Micheli, 50 anni, imprenditore edile, “nasce” politicamente alla fine degli anni ‘70 quando, si mobilitava nelle file dell’MLS-Pdup (movimento lavoratori per il socialismo). Dopo una lunga pausa rientra a far politica attiva nel 2005 con le regionali, da cui inizierà tutto il percorso politico fino a diventare consigliere comunale del PD. Alla domanda su quali siano le urgenze programmatiche da perseguire ad Anzio risponde: “Innanzitutto il progetto già attivo chiamato “Anzio Forum 2018” che a breve sarà anche sul web e mira soprattutto al dialogo, alla partecipazione e alla risoluzione dei problemi dei cittadini”. De Micheli spiega anche quali sono le priorità per la città: “Mettere l’accento sulle pari opportunità e realizzare alcuni asilo nido, agevolare uno sviluppo sostenibile dell’ambiente, trasporti ed energia, ad esempio ribaltando il concetto di rifiuto come problema e trasformarlo in risorsa creando siti di riciclo dei materiali. Ma anche riqualificare i centri dei quartieri e bloccare l’espansione e il consumo del suolo.” E sulle alleanze sostiene: “Sottoscrivo la carta d’intenti che lega PD e SEL, pur essendo consapevole che bisogna allargare le alleanze in quei pezzi di società organizzata e non, attraverso forme associative o di volontariato.” Silvia Bonaventura, 45 anni, laureata, funzionaria-esperta alla sostenibilità ISPRA, ente pubblico di ricerca. Tra i soci fondatori del circolo locale LegambienteLe Rondini di cui è stata presidente, ha anche partecipato attivamente per anni al Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno; attualmente partecipa al “Laboratorio partecipativo per l’alternativa ad Anzio” nato da esigenze democratiche di movimenti e associazioni. La Bonaventura espone in modo lineare il suo programma: “Tetto agli stipendi del sindaco, degli assessori e dei dirigenti pubblici, con analisi attenta

agli sprechi di bilancio. Promozione dello sviluppo sostenibile, nuovo turismo balneareculturale-ambientale, portualità innovativa invece che megaprogetto porto, valorizzazione R.N.R Tor Caldara e gestione dei rifiuti come risorsa, vera ed efficace raccolta porta a porta. Legalità, trasparenza, pari opportunità, comunicazione chiara e periodica diretta fra cittadini e amministratori sull’operato del comune. Migliorie nel trasporto pubblico. Riqualificazione edilizia ed energetica con uno stop totale al consumo del territorio e alle speculazioni. Attenzione per i beni comuni come l’acqua e pari opportunità nei servizi socio-sanitari.” Per le alleanze di un nuovo governo per la città propone quelle più lontane dalle forze politiche e dalle persone che hanno sostenuto il malgoverno per oltre quindici anni. Enzo Toselli, 62 anni, laureato in architettura, ha militato nel P.C.I. fin da giovanissimo e ne è stato segretario e consigliere comunale seguendo fedelmente l’evoluzione che oggi porta al PD di cui è consigliere. È stato assessore all’urbanistica di Nettuno. Del suo programma dice: “Cambiare la politica ripartendo dalle persone per bene e dai valori quanto mai attuali della sinistra. Recuperare la fiducia dei cittadini nel comune di Anzio che non può essere percepito come luogo di mercimonio e di traffici poco limpidi. È importante che le decisioni per individuare le priorità su come ottimizzare le spese siano discusse con tutta la città al fine di non tagliare i servizi primari. Uguaglianza nelle opportunità, nella società, negli studi e nel lavoro. L’emergenza lavoro è il tema principale su cui dedicare ogni sforzo. Costruire un futuro migliore per i giovani con interventi nel campo della cultura della formazione e per la creazione di nuove opportunità di lavoro. Non ritengo utili alleanze elettorali spurie che potrebbero compromettere chiarezza e lungimiranza della nostra proposta politica. Nell’ambito del centrosinistra c’è bisogno di programmi politici chiari che non possano creare confusione o dubbi di inciuci elettorali. È questa la condizione principale per riconquistare tutto il popolo di una sinistra variegata, che anche ad Anzio rappresenta tanta parte della società locale, e anche l’elettorato moderato stufo della politica squalificata di una destra che ha fallito su tutti i fronti.”

Rosalba Giannino (detta Lina), laureata in Medicina Veterinaria lavora nella ASL RM H dove si interessa di randagismo e benessere animale, ha attività anche in un suo ambulatorio. Ha sempre militato in politica dai tempi del liceo prima nella sinistra della DC fino ad arrivare al PD senza ricoprire cariche politiche di rilievo. Per quanto riguarda il programma sostiene: “Bloccare la cementificazione ad Anzio che ha urgente bisogno di servizi, ad esempio mancano asili nido per permettere alle donne di continuare a lavorare. Trasporti pubblici a gpl o metano che mettano in contatto diretto tutti quartieri e il centro storico, che va rivalutato e ripopolato, in modo da invogliare i cittadini a non usare il mezzo privato. La costruzione di un canile/ gattile (secondo la legge 34/97) che prevede che ogni comune si munisca di una struttura dove poter ricoverare e curare gli animali randagi. Un segno di civiltà che porterebbe al nostro comune un notevole risparmio. Promuoverei iniziative come la Pet Terapy per i soggetti più fragili proprio con l’aiuto degli animali. Dare particolare attenzione alla qualità dei cibi serviti nelle mense scolastiche. Non ho ideali e strategie di alleanze, farei un accordo esclusivo solo con i cittadini che oggi formano il partito delle persone vere e oneste che si sono allontanate dalla politica a causa dei mestieranti della politica.” Alessandro Tinarelli

DONARE: GESTO DI CIVILTà, ATTO D’AMORE Mercoledì 5 dicembre 2012, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale Innocenzo XII in via Ardeatina 87, dalle 9.20 alle 11.20, si terrà una conferenzadibattito sul tema: “Donare: gesto di civiltà, atto d’amore”. Relatori saranno il dottor Fabio Ambrosini, Coordinatore locale per i trapianti di organi e tessuti; il dottor Andrea Pinto, Primario del reparto di rianimazione dell’Ospedale di Anzio; il sig. Roberto Costanzi, segretario dell’Associazione Malati di Reni; alcuni membri dell’AVIS di AnzioNettuno; referente il prof. Patrizio Vitiello. Destinatari saranno i giovani studenti delle quinte classi della sede della scuola. Per ulteriori notizie scrivete alla mail: patrizio. vitiello@fastwebnet.it.


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FURTI, RAPINE, ISOLAMENTO E SCARSO COMMERCIO NELL’ISOLA DEL CENTRO

“APRITE VIA XX SETTEMBRE” I commercianti chiedono sostegno al sindaco Ricordare la serenità che regnava un tempo tra Piazza Pia e Piazza Garibaldi è possibile ascoltando i racconti di tanti cinquantenni, che hanno vissuto l’infanzia e l’adolescenza nel centro storico di Anzio. Ex bambini che, pian piano giocando a picca, ai quattro cantoni, al gioco della campana e tre tre giù giù, si sono presi il titolo di “piazzaroli”, dando vita ad una numerosa serie di comitive ricche di ragazzi che socializzavano allegramente nel corso dei pomeriggi e delle sere, magari appoggiati sulle auto degli amici, fino all’attesa di migrare in specifici appuntamenti mondani. Magari ci fosse stata un’isola pedonale a rendere più sicuri tutti quei ragazzi negli anni ‘70. Oggi queste piazze non ci sono più, come se l’averle rinnovate in uno stile ibrido (che contrasta fortemente con il Liberty del centro), le abbia anche snaturate di tutto quell’evolversi di vitalità che abbracciava persone di ogni età. Piazze in cui nessuno si riconosce più e i bambini che vi sfrecciano oggi con il loro skateboard e la bici o che vi giocano a palla sono sempre più spesso ammoniti dall’amministrazione, che chiede loro di stare fermi in silenzio e non fare certi giochi. Come lo chiede da anni ai commercianti, imponendo scelte amministrative senza il loro ascolto. E i commercianti hanno detto basta. Mercoledi 7 novembre. All’alba le fioriere che ornavano via XX Settembre sono state spostate in un angolo di piazza Pia e sostituite da un cartello sistemato su una transenna con scritto: “10 anni di promesse, grazie! I Commercianti”. Esplode la rivolta dei commercianti del centro, che da anni chiedono la riapertura al traffico per avere più visibilità e opportunità di mercato, ma soprattutto più sicurezza. Hanno deciso di muoversi in un’azione che esprime tutta la riluttanza per l’ennesima scelta imposta dall’amministrazione. Infatti il comune, invece, di dare risposte sull’apertura della via ai commercianti che da anni la richiedono ha arredato con dei vasi neri fuori ordinanza (in quanto l’ordinanza del Sindaco prevede un arredo urbano con vasi esclusivamente bianchi) tutta via XX Settembre. Per togliere i bulloni fissati sull’asfalto e spostare i vasi nel corso della serata, i commercianti avranno impiegato circa un’ora, e questo dimostra la mancanza di sicurezza che vige costante nel centro storico e che permette da anni a malintenzionati di saccheggiare e rapinare negozi e negozianti.

Anzio, chiusa al traffico, è diventata un paesaggio surreale, dove molte serrande delle attività commerciali sono chiuse fino a tarda mattinata oppure aprono solo nel week-end, altre, come la storica profumeria Bartoli, chiudono definitivamente dopo 92 anni di attività. La crisi, la mancanza di una vigilanza adeguata e continuata, nonchè la disattenzione e la sordità dell’amministrazione sono gli input che hanno dato forza a coloro che sono il centro della vita del paese: i commercianti. Venerdì 9 novembre. La Polizia Locale, insieme ad operai comunali, cerca di rimettere al loro posto i vasi spostati, ma i commercianti si oppongono con determinazione e chiedono un incontro con l’amministrazione. Paolo Pollastrini, proprietario da generazioni di una pescheria, afferma: “Non chiediamo nulla di impossibile e insensato. L’isola pedonale può rimanere tutta l’estate, i sabati e le domeniche del resto dell’anno, ma i giorni feriali che si apra la strada anche solo per un periodo sperimentale”. Altre richieste dei commercianti suggeriscono un sistema di sosta veloce per i clienti senza scappatoie per i furbetti, l’usufrutto del parcheggio dietro il porto per tutti i lavoratori del centro, la gestione del parcheggio “La piccola” a privati con servizio navetta costante. Samuele Carannante, comandante della Polizia Locale, afferma: “Al di là di ogni valutazione politica sulla riapertura della via al traffico, ritengo tecnicamente possibile congiungere via XX Settembre a via Gramsci con accorgimenti sulla sicurezza e lavori per un massimo di 10mila euro”.

Giovedì 15 novembre. Circa 50 commercianti del centro si riuniscono sotto l’ufficio del sindaco Luciano Bruschini che però inizialmente fa un po’ di melina per riceverli. Dopo l’incontro con tre rappresentanti del CCN, il sindaco promette la riapertura di via XX Settembre verso corso del Popolo nei giorni di poco affollamento, ma si prende una settimana di tempo per organizzare tutto e fissare i paletti per il corridoio pedonale. È impressionante l’adesione alla protesta dei commercianti, non era mai successo prima che si trovassero d’accordo e uniti per la stessa richiesta. Alcuni di essi affermano:“Nei prossimi giorni decideremo se confluire tutti nel CCN oppure creare un’altra associazione parallela” Domenica 25 novembre. Dieci giorni dopo l’incontro tra commercianti e sindaco tutto è ancora come prima. Angelo Graziosi, presidente del Centro Commerciale Naturale, ci informa che i paletti sono stati ordinati e la riapertura tra via XX Settembre congiunta a corso del Popolo è prevista entro il 10 Dicembre. Un bravo amministratore della città dovrebbe mantenere l’isola pedonale dall’otto dicembre (l’Immacolata) al 6 gennaio (l’Epifania) in modo che durante le feste non ci siano disorientamenti dei pedoni. Il rischio è che la rivolta dei commercianti venga sedata per sfiancamento degli stessi con una tecnica già sperimentata dai nostri amministratori. L’augurio è che l’amministrazione di Anzio sia finalmente più disponibile e pronta al dialogo e alla risoluzione dei problemi dei cittadini nel modo più celere ed equilibrato possibile. A.T.


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VIGILI DEL FUOCO POCHE RISORSE, GRANDE CUORE

Un violento nubifragio si è abbattuto sull’intero litorale laziale lo scorso 31 ottobre causando l’esondazione di un corso d’acqua in zona Tor San Lorenzo, frane, cadute di alberi e numerosi allagamenti di cantine e piani interrati. Le chiamate al centralino dei Vigili del Fuoco di Anzio sono state innumerevoli e, nonostante le risorse drasticamente ridotte a causa dei tagli ai fondi, i VV.FF. hanno provveduto a contenere le emergenze e in seguito ad affrontare le situazioni meno critiche filtrandole attraverso il 115. Abbiamo fatto visita alla sede anziate dei Vigili del Fuoco e grande è stata la disponibilità e la capacità di accoglienza di questa che si può definire una “comunità” di lavoratori, visto l’affiatamento e la condivisione di problematiche professionali del tutto particolari. Questo distaccamento ha a disposizione solo un APS (auto pompa di soccorso) più un mezzo a supporto con carrello e con questa esigua attrezzatura riesce a far fronte a circa 1300/1400 interventi annui di varia tipologia. È da sottolineare che l’autocarro di soccorso utilizzato in questo periodo è un autoveicolo piuttosto obsoleto (con i rischi che questo comporta quotidianamente per gli operatori), poiché quello nuovo a loro assegnato è in riparazione nell’officina centrale addirittura da un anno: altro effetto dei tagli. I turni sono divisi in quattro fasce per 8 unità e ciascun turno dura 12 ore, senza differenza tra quello diurno e quello notturno. Fanno parte del servizio aggiornamenti continui ad alto contenuto specialistico e protocolli precisi entro i

quali agire in funzione delle varie tipologie di urgenze: in sostanza, ciò che divide la professionalità dal volontariato. Tipicamente ci si accorge della scarsità dei mezzi destinati ai servizi di pubblica utilità solo durante o subito dopo le emergenze e troppo spesso pensiamo ai tagli dei fondi come all’effetto di una crisi che investe senza motivo non solo noi ma buona parte dell’Europa, proprio come quel nubifragio che presto o tardi passerà. Ebbene bisognerebbe soffermarsi più approfonditamente su ciò che ha ridotto ai minimi termini ormai tutte le strutture nodali del pubblico servizio italiano ad oggi: gli sprechi. Dovremmo ricordarci che circa tre anni fa, esattamente il 17 dicembre 2009, Gianni Letta fece approvare dal Consiglio dei Ministri il decreto voluto da Silvio Berlusconi in cambio del ritiro delle annunciate dimissioni di Guido Bertolaso. Una mossa che ridusse il Parlamento a muto spettatore. Con il passaggio chiave: “Il rapporto di lavoro dei dipendenti della società è disciplinato dalle norme di diritto privato”, di fatto Berlusconi trasformò la Protezione Civile in una super s.p.a. sulla quale calava da quel momento una cortina di “riservatezza”, diciamo così, su forniture, contratti, assunzioni, consulenze e progetti per centinaia di milioni di euro all’anno, che con la scorciatoia dell’urgenza non erano più sottoposti ai normali controlli per la trasparenza pubblica. Ma già ben prima del 2009, attraverso procedure e poteri straordinari, ingenti risorse venivano deviate e sottratte ai VV.FF. oltre che alla ricerca. Piuttosto

che destinarli alla prevenzione degli eventi descritti dal dossier choc della Commissione Nazionale Rischi Sismici e Vulcanici, allegramente ignorato, vennero impiegati per organizzare summit, feste esclusive, adunate religiose, eventi sportivi o addirittura per asfaltare strade e rotonde. E ora? Ora il decreto 59/2012 del Governo Monti tenta di arginare la decennale emorragia, ma ormai le risorse sono esigue; al contrario, le emergenze aumentano a causa di un territorio martoriato dalla cementificazione, dall’inquinamento e dalla delinquenza. I Vigili del Fuoco continuano ad operare per la profonda motivazione etica facilmente intuibile dietro la devozione al mestiere di aiutare gli altri. Il 115, ricordiamolo, registra tra le proprie competenze istituzionali (come specificato nel relativo statuto): - l’opera tecnica di soccorso in occasione di incendi, di incontrollati rilasci di energia, di improvviso o minacciante crollo strutturale, di frane, di piene, di alluvioni o di altra pubblica calamità; - l’opera tecnica di contrasto dei rischi derivanti dall’impiego dell’energia nucleare e dall’uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche. Oltre a queste azioni se ne aggiungono altre riguardanti la difesa del territorio da rischi derivanti atti criminosi e il salvataggio di animali. La recente amministrazione non si è distinta per l’accuratezza della gestione di simili presidi di civiltà e bene comune, ma molto dipende anche dalla pubblica opinione che dovrebbe sentire come prioritaria la preservazione di un servizio così prezioso. Nicoletta Scalera


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115 le donne uccise nel 2012, di cui 74 dal proprio partner

BASTA VIOLENZE SULLE DONNE Storie di vite interrotte, sfigurate o spezzate: donne violentate, picchiate da mariti, compagni o fidanzati a volte troppo gelosi; donne costrette a prostituirsi oppure bambine vendute, spesso con il consenso della famiglia, catapultate, con ancora l’orsetto di peluche stretto tra le braccia, in un inferno popolato di orchi e streghe cattive che di favola purtroppo non ha proprio nulla! Storie quasi impossibili ma che invece avvengono ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, in un Paese dove ogni anno vengono uccise 120 donne; 115 sono quelle uccise nel 2012, di cui 74 dal proprio partner. Senza contare che nella Penisola la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni è la violenza domestica. Dati vergognosi e allarmanti, che evidenziano un male che attanaglia l’Italia, dove il gentil sesso muore per “troppo amore”. Sono poche quelle che hanno la forza di denunciare i propri violentatori o aguzzini. Il 90 per cento, invece, preferisce tacere, perché ha paura o perché non si sente supportata dallo Stato, come ha ricordato l’associazione Alzaia di Anzio e Nettuno, che insieme ad altre associazioni locali, ha promosso la scorsa settimana una serie di incontri in occasione della XII giornata internazionale contro la violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre. Una settimana di incontri e dibattiti per affrontare il tema della violenza in tutte le sue forme: dalla tratta a scopo di sfruttamento sessuale al femminicidio per arrivare ad analizzare il delicato rapporto tra donne e criminalità organizzata. La tratta è utilizzata non solo per la prostituzione ma anche per il lavoro e persino per il traffico di organi e non ha niente da invidiare alla schiavitù esercitata in epoche più o meno lontane. E non tragga in inganno il fatto che alcune vittime dichiarino che sono venute qua in Italia volontariamente, poiché spesso si tratta di bugie raccontate sotto l’effetto della violenza fisica e psichica messa in atto dagli aguzzini. Nei rari casi di prostituzione volontaria è, comunque, sempre presente lo sfruttamento da parte dei cosiddetti “protettori”. Il reclutamento può avvenire nella stessa famiglia di origine o nell’ambito d’istituzioni di assistenza, come in Romania, oppure all’interno di una comunità che anticipa i soldi per il “passaggio”, come in Nigeria. Le associazioni che operano sul campo, grazie alla legislazione italiana che

prevede assistenza e integrazione alle vittime di tratta prestano sia il primo soccorso, con le unità di strada, sia l’assistenza legale, materiale, sanitaria e psicologica a chi decide di scappare dalla rete dello sfruttamento. Di donne e mafia invece ci sarebbe, ed è stato fatto, da scrivere interi volumi. Storicamente il ruolo femminile all’interno dell’ “onorata società” è sempre stato quello di trasmettere la cultura mafiosa alle nuove generazioni, oppure quello di prendere le redini della cosca in mano nel momento in cui il capofamiglia viene arrestato o ucciso. Non così nella ‘ndrangheta e nella camorra, dove invece le donne agiscono in veste di organizzatrici “militari” delle attività, fino ad arrivare

persino ad andare a chiedere il “pizzo”. Ciò che invece fa sì che una donna decida di recidere il legame e collaborare con la giustizia è quasi sempre la presa di coscienza, in seguito all’uccisione di un congiunto. La scelta femminile si caratterizza comunque per la sua “radicalità” e per la “forza rivoluzionaria della gentilezza” (dall’intervento di una giovane donna impegnata in Sicilia nell’ambito dell’associazione Libera, che si occupa di assistere le coraggiose donne che decidono di uscire allo scoperto). Storie di donne, di tempi e luoghi diversi ma con un comune denominatore: la determinazione caparbia nel dire “basta!” ad ogni genere di sfruttamento. Rossella Romano

DATI STATISTICI SUL FEMMINICIDIO

DATI SULLA TRATTA A SCOPO SESSUALE

Tratti dal “Rapporto ombra” elaborato dalla piattaforma italiana del CEDAW Lavori in Corsa: 30 anni CEDAW, i dati statistici riportati si riferiscono agli anni dal 2006 al 2010. Per quello che riguarda gli episodi di femminicidio in Italia si è passati da 101 nel 2006 a 127 nel 2010. La distribuzione geografica vede gli omicidi concentrati per il 50% al nord, per il 21% al centro, per il 19% al sud e per il 10% nelle isole. La relazione tra autore e vittima ha subito una variazione percentuale nel corso degli anni di osservazione e si è passati, per fare un esempio, dal 63% del 2006 al 31% nel 2010, con alti e bassi negli anni intermedi, per la categoria “mariti, partner, amanti”, mentre c’è stato un quasi costante progressivo aumento, passando da un 11% nel 2006 ad un 23% nel 2010 per la categoria “ex marito, ex partner, ex amante”. Le percentuali riguardanti altri parenti, conoscenti, clienti e sconosciuti rimangono comunque basse rispetto a quelle dei congiunti più stretti. L’età media delle vittime si concentra maggiormente tra le fasce 26-35 anni (21%), 36-45 (28%) e 46-60 (34%), ma non mancano donne di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 70. Invece per quello che riguarda l’età dell’omicida il grosso si estende tra i 36-45 (29%) e i 46-60 (38%). I moventi più diffusi sono separazione (19%), raptus (13%), relazioni conflittuali e motivi economici e lavorativi (12%). Il luogo più a rischio risulta essere l’abitazione della vittima (38%).

Le principali leggi italiane a tutela delle vittime di tratta sono la n. 286\2008 (art. 18) e la n. 220\2003 (art. 13). Dati raccolti dal Dipartimento diritti e pari opportunità nel 2007: sono circa 13.000 persone che hanno aderito ai progetti e 6.000 che sono impiegate presso i centri lavoro. La maggior parte delle donne interessate al fenomeno della tratta è di nazionalità rumena e nigeriana. L’età media è tra i 20 e i 30 anni (la maggioranza delle donne risulta essere maggiorenne) Due sono i progetti di emersione e assistenza a cura della Provincia di Roma: 1 - “FUORI GIOGO” che prevede unità di strada e unità territoriale operativa, sportello CIE di Ponte Galeria e prima accoglienza; 2 - “SI TRATTA DI ME” che agisce tramite programmi di assistenza e integrazione ai sensi dell’art. 18 legge 286\2008. NUOVE FRAGILITA’: aumentano le minorenni, aumentano i giovani maschi, aumenta lo sfruttamento psicologico, presenza di disturbi psichiatrici o di ritardi cognitivi e di sviluppo, aumento di ragazzi rom. EMERGENZE CRONICHE: clandestinità, isolamento linguistico, turn over (le vittime vengono spesso spostate di zona), sesso non protetto, gravidanze indesiderate e IGV, pratiche di autocura, deterioramento della qualità della vita. (numero verde antitratta 800290290)


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DENUNCIATECI TUTTI DAY

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Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai quattro cittadini querelati dall'Amministrazione per avere segnalato e lamentato le critiche condizioni igieniche del mare verificatesi sul litorale di Anzio ed aggiungiamo la nostra ferma condanna per i metodi intimidatori e vili con cui questa amministrazione aggredisce chi osa esprimere il proprio dissenso. L'inquinamento delle acque balneari, è stato segnalato da centinaia di cittadini, turisti ed operatori, ampiamente riscontrato dagli organi di vigilanza e denunciato da tutti i partiti del centrosinistra unitamente a numerose associazioni. Evidentemente i gravi rischi per la salute subiti non sono bastati e l'amministrazione vi aggiunge un vile attacco alla libertà di espressione ed alla democrazia. E' semplicemente assurdo che ai cittadini che manifestano un disagio e peraltro segnalano un oggettivo problema, l'amministrazione comunale risponda con infondate querele dirette alle singole persone. Se l'obiettivo era quello di intimorire i cittadini, denunciarne quattro per dare l'esempio e far tacere tutti gli altri, il Sindaco e la sua giunta sappiano di averlo mancato. Noi siamo dalla parte di quei cittadini, denunciateci tutti ma non siamo disposti a tacere. L'interesse al bene pubblico, la partecipazione alle vicende cittadine, l'espressione delle opinioni anche se critiche, sono comportamenti da apprezzare e valorizzare; ciò che invece deve essere denunciato sono l'incapacità dell'Amministrazione, i ritardi e le omissioni che hanno messo a rischio la salute delle persone a causa di acque marine inquinate da materia fecale. Siamo indignati, l'amministrazione invece di rendere conto dei provvedimenti che non ha saputo assumere, sporge denunce inconsistenti a carico di quattro liberi cittadini a cui va solo riconosciuto il merito di avere ancora la voglia ed il coraggio di sentirsi parte attiva della città. Al Sindaco ed al suo Vice diciamo: prendete atto della vostra inadeguatezza, ritirate quella vergognosa querela oppure abbiate il coraggio e DENUNCIATECI TUTTI. Associazione Culturale 00042 Associazione Culturale Sinistra senza Aggettivi Associazione ALZAIA Anzio-Nettuno Associazione Interculturale PONTUM Associazione Culturale Ibis Onlus Collettivo ANZIO un Progetto Democratico Circolo Legambiente “le Rondini” Anzio-Nettuno Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno Comitato Acquapubblica Anzio - Nettuno


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“NON BISOGNA AVER PAURA DI EQUITALIA!” È quanto afferma il Comitato dei Cittadini Dissenzienti il Consorzio In questi giorni, i sostenitori e soci del CDL (Cittadini Dissidenti Consorzio Lavinio) hanno ricevuto via e-mail un libretto di 46 pagine con tutta la cronistoria della battaglia che il Comitato Dissidenti ha scatenato da due anni a questa parte contro il Consorzio di Lavinio, ricostruendo anche la storia dell’Ente di Corso S. Francesco (o dovremmo dire di Via S. Nicola da Tolentino?) fin dalla sua nascita. Una nascita avvenuta nel 1950 con scopi prettamente di lottizzazione del territorio e non come prevedeva, invece, il tanto ricordato (negli atti del Consorzio) decreto Luogotenenziale del 1918, che era diretto alla costruzione di strade interpoderali, cioè soggette a uso pubblico, atte a raggiungere i poderi agricoli. Questa piccola, si fa per dire, differenza è alla base di tante problematiche passate e attuali. Infatti se l’intenzione delle tre Cooperative, che unendosi hanno creato il Consorzio, fosse stata la seconda, il nuovo Ente rientrava sotto la giurisprudenza del suddetto decreto; invece visto che fin dall’inizio è stato il contrario, non solo risulta tutt’oggi registrato all’Agenzia delle Entrate nella categoria ‘lottizzazione di terreni connessa con urbanizzazione’, ma non ha ricevuto all’epoca neanche il riconoscimento del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, che non ha “ritenuto di riscontrare nella zona un premunente interesse agricolo”. Ma la cosa più buffa di tutta questa parte del libricino riguarda il nome del Consorzio e la sua sede. Infatti a seconda delle carte, delle occasioni o degli interessi, il Consorzio si chiama di ‘Lavinio – S. Olivo’ o di ‘Lavinio, S. Olivo e S. Anastasio’ e la sua sede la troviamo a Roma in via S. Nicola da Tolentino al numero 41 o in Corso S. Francesco 84 ad Anzio… di una cosa siamo certi, però! Che in barba alle leggi dello Stato e di tutti i regolamenti contabili, ambedue i Consorzi hanno lo stesso Cofice Fiscale il n°82004680581. Qui qualcosa non quadra! È inammissibile che due Enti abbiano lo stesso numero. Eppure in tutta questa storia, non diciamo all’italiana, ma proprio alla portodanzese, di cose che non quadrano ce ne sono tante! Un’altra è sicuramente quella legata alla Convenzione stipulata dal Comune di Anzio col Consorzio, che costa alle casse cittadine ben 170mila euro, e che dovrebbero andare a coprire parte delle spese sostenute dall’Ente diretto dal dottor Antinori per gli scopi istituzionali per cui esso è nato. E qui altro giallo: tra le premesse che inducono il Comune a rifondere al Consorzio tale somma, si fa riferimento ad un atto notarile che invece riguarda tutt’altra cosa e tutt’altro Ente, visto che parliamo di un’assemblea straordinaria del Consorzio di Lido dei Pini (sic!) Ma non solo, ad una attenta lettura dei bilanci del Consorzio scopriamo che le spese da lui sostenute sono molto più basse della somma rifusa dal Comune. Somma che invece va a coprire le spese relative al personale, 8 dipendenti che costano a tutti noi (e sì, perché c’eravamo scordati di dire che i soldi che escono dalla convenzione, sono quelli che tutti noi paghiamo con le tasse comunali) oltre 144 mila euro. Ma passiamo alla tematica più importante dell’opuscolo, quella legata a Equitalia. Il CDL invita tutti i suoi sostenitori a non aver paura delle cartelle che arrivano, perché in quasi tutti i casi sono viziate da errori che ne annullerebbero l’efficacia. Per prima cosa esse portano il riferimento di un codice tributo (lo 0810) inesistente, con la descrizione di ‘Consorzio stradale’ richiesto a nome del Consorzio Lavinio, S.Olivo e S.Anastasio, quando abbiamo visto che l’ente che si chiama in altro modo e soprattutto svolge altra attività, per poi indicare come “responsabile del procedimento di iscrizione a ruolo è: Placidi Ilaria”. Cosa anche questa improponibile visto che Ilaria Placidi è una dipendente del Consorzio e non di Equitalia. Sempre dal volumetto, così si apprende che Equitalia non può

obbligare i cittadini a pagare perché non si tratta di TRIBUTI dello Stato, ma di CONTRIBUTI; ecco spiegato perchè a molti cittadini che non li hanno mai pagati, da oltre 5 anni, non è accaduto nulla, anche se Equitalia ha intimato di pagarli entro 60 giorni. Ma non solo. Per essere efficace, una cartella esattoriale non arriva per posta, ma deve essere notificata dal un Ufficiale Giudiziario. Proprio per combattere tutte queste ‘stranezze’, il 25 maggio scorso il CDL ha denunciato alla Procura della Repubblica di Velletri il Consorzio per truffa (codice penale); bene, è notizia proprio di questi giorni che la Magistratura ha cominciato a fare il suo corso e proprio a seguito di quella denuncia, chiedendo informazioni ad alcuni cittadini di Lavinio e ai responsabili del Comitato. Mentre il Consorzio sembrerebbe essere stato convocato presso il Tribunale Civile di Anzio. Si preannuncia un fine d’anno proprio coi botti! Maurizio D’Eramo

Stelle di Natale AIL Ogni malato di leucemia ha la sua buona stella Grazie a oltre 20.000 volontari il 7,l’8 e il 9 dicembre accendiamo 4.000 piazze italiane. Con un contributo minimo di 12 euro potete continuare a far progredire la Ricerca e a dare ogni anno nuove speranze di vita. Partecipate insieme a noi!


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In calo il numero di turisti, due alberghi del litorale chiudono i battenti, delusi i cittadini

IL TURISMO DIVORZIERÀ DA LAVINIO MARE? per ammodernare strutture e servizi, fungendo da fattore di ristagno economico. La direttiva, pur concepita per tutelare l’ambiente e la trasparenza, esaltando il ruolo del mercato, rischia di favorire chi nel mercato è più forte a danno del più debole, senza che la società nel suo complesso se ne avvantaggi. Indubbiamente i gestori di stabilimenti non hanno brillato per trasparenza e rispetto delle regole nei decenni passati, sia nell’occupazione dell’arenile sia nelle modalità di assunzione del personale. Inoltre Anzio possiede pochissime spiagge libere dove chi non vuole o non può andare presso gli stabilimenti balneari, può comunque accedere al mare. Ma ora il processo di privatizzazione rischia di portare ad una situazione ancora più drammatica, dove centinaia di famiglie del posto vedranno portarsi via quella che considerano la loro impresa, che invece sarà appannaggio di grandi gruppi, spesso contigui o organici con capitale frutto di illegalità. La malavita organizzata infatti vede in queste occasioni di investimento dei sicuri metodi di riciclaggio, e come sappiamo dagli atti giudiziari, si è già giovata delle opportunità concesse dal territorio.

Hanno chiuso altri due alberghi a Lavinio Mare. Si tratta dell’Hotel La Playa, un tempo Luci Lugi, e l’Hotel Belvedere. Tali chiusure seguono di pochi anni quelle che hanno visto coinvolte altre strutture tra alberghi, ristoranti e bed and breakfast, a testimonianza di un lento declino dell’economia turistica di questo quartiere e della nostra città in generale. I motivi specifici di queste chiusure non sta a noi ricordarli. A noi possono interessare le cause generali che vedono la città di Anzio sempre meno appetibile da parte dei turisti e che stanno minando il tessuto sociale della città e stanno rendendo scarsamente conveniente l’investimento turistico. TURISMO IN AFFANNO - La perdita di posti di lavoro nel settore va ad aumentare la già grave situazione occupazionale di Anzio con la disoccupazione che si attesta a circa il 22% della popolazione attiva, ben 10 punti sopra la media nazionale. In questi anni, evidentemente, poco si è fatto per invertire questo trend, come se ci si fosse rassegnati a un destino fatto di precarietà e disagio sociale, formidabile brodo di coltura per illegalità diffusa e criminalità organizzata. La situazione non è rosea per nessuno ma manca la capacità di reagire. Perché? Parlando con un gestore di un noto stabilimento balneare abbiamo toccato con mano la principale preoccupazione della categoria: la direttiva Bolkenstein. Secondo questo dispositivo comunitario, nel 2016 le concessioni demaniali su cui sono costruiti gli stabilimenti balneari, dovranno essere assegnate secondo un’asta pubblica europea. Gli attuali gestori difficilmente potranno competere con grandi capitali stranieri o italiani, e rischiano così di perdere la loro impresa, che secondo la legge attuale passava di padre in figlio alimentando l’economia locale. È una prospettiva che scoraggia evidentemente ogni investimento

POCHI EVENTI CULTURALI - Ma i problemi per il turismo laviniense non finiscono qui. I turisti, sempre di meno e sempre legati alla proprietà della loro seconda casa o all’affitto stagionale, lamentano l’assenza di divertimenti, luoghi di aggregazione e socializzazione. Il cinema Enea non esiste più da anni, così come il Parco Acqualand. Gli eventi culturali sono sporadici e occasionali. Manca la volontà di valorizzare le molte associazioni culturali del territorio disposte a creare per pura passione occasioni di svago e cultura, con l’organizzazione di eventi teatrali o musicali a costo zero. L’amministrazione preferisce spendere decine di migliaia di euro per far venire grandi personaggi a Villa Adele ma non si preoccupa ancora una volta del destino delle periferie, elaborando progetti ad hoc. E così la vita culturale si spegne nel deserto dei viali di quello che un tempo era un gioiello sul mar Tirreno, Lavinio appunto. QUESTIONE MARE - Il mare poi è un altro punto dolente, dato che troppo spesso cittadini e turisti ne lamentano l’inquinamento, nonostante sventoli la tanto discussa Bandiera Blu. E guai a chi osa criticare l’amministrazione per questo aspetto! È noto che chi scrive, insieme ad Andrea Mingiacchi, Claudio Petriconi e Paolo Salvucci, è stato denunciato dall’Assessore Placidi per aver diffuso i dati Arpa – pubblici - che testimoniavano per alcuni giorni di questa estate gli alti livelli di inquinamento in alcune aree del litorale anziate. Ma il tutto è aggravato anche da un certa mentalità particolaristica. Infatti pare che molti commercianti difficilmente si impegnino per organizzare eventi di piazza, anche quando questi necessitano di un esborso minimo e possono portare molto pubblico. È il caso del concerto della Di Francesco e della Blu Band organizzato quasi in solitario da una nota pizzeria di Piazza Lavinia alla fine di luglio. Nessun commerciante, tranne qualche eccezione, ha voluto contribuire all’evento che poi si è rivelato un successo. Quando poi il gestore della pizzeria ha avvicinato alcuni suoi colleghi commercianti per sapere se erano soddisfatti dell’aumentato volume di affari nella serata del concerto, si è sentito rispondere che comunque loro avrebbero lavorato lo stesso anche senza organizzare simili serate, con buona pace dell’impegno profuso e non retribuito per organizzarla. Umberto Spallotta


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Anzio: arrestati l’assessore Colarieti, la dirigente Santaniello e il presidente De Berardinis

NUOVA BUFERA POLITICA In un 2012 da dimenticare per l’amministrazione comunale di Anzio. Per il suo sindaco Luciano Bruschini e per il suo vice questa ennesima bufera politica non ci voleva. La Guardia di Finanza ha arrestato, con l’accusa di abuso d’ufficio e concorso in corruzione, l’assessore ai servizi sociali Italo Colarieti, la dirigente del comune di Anzio, Angela Santaniello e Augusto De Berardinis, presidente della cooperativa Rainbow. La vicenda riguarda la proroga dei contratti di assistenza domiciliare integrata ai disabili; proroga che, stando ai magistrati, è avvenuta senza un regolare contratto. I tre sono al momento agli arresti domiciliari. In Italia non si è colpevoli sino alla condanna definitiva, perché il rispetto della presunzione di innocenza è una regola fondamentale, e ciò vale anche ad Anzio. Ma nella città neroniana quest’ultima vicenda politica rappresenta la “ciliegina sulla torta” per un’amministrazione che quest’anno (e non solo) ha fatto “acqua da tutte le parti”. Facendo un rapido flashback torna subito in mente la denuncia perpetrata dal vice sindaco nei confronti di quattro cittadini, rei di aver diffuso su facebook le analisi dell’Arpalazio riguardanti un tratto di mare che presentava un numero di batteri Escherichia Coli superiori alla legge. Si potrebbe parlare, inoltre, del sindaco che ha tenuto secretato in un cassetto un parere del ministero dell’Interno riguardante l’incompatibilità dell’assessore Placidi, o dello stesso sindaco che dopo il consiglio comunale sul bilancio si è fatto accompagnare a casa da Presicce, reo qualche ora prima di aver tenuto in piedi la baracca, ecc. Si potrebbe parlare di questo e molto altro, ma farlo significherebbe infierire su un’amministrazione che è forse “morta” da tempo e che forse non è mai nata. L’assessore Colarieti ha provveduto a rassegnare le dimissioni, che sono state prontamente accettate dal sindaco; ma la vicenda è solo la punta dell’iceberg di un sistema che ad Anzio non funziona bene ormai da troppi anni. Un sistema di servizi dove le cooperative svolgono un ruolo importante, e i politici seduti oggi in consiglio che le posseggono sono molti. Sembra quasi che ormai, queste, ad Anzio, siano l’unico modo per lavorare, basti vedere quante ce ne sono d’estate a fermare le auto e a gestire il parcheggio per Ponza (se ne contano almeno tre e una dovrebbe essere la Rainbow). E come dimenticare gli spari sul cancello di casa di Placidi, a

detta dell’assessore avvenuti per un no ad una richiesta di lavoro? Un modo di amministrare che ha inciso sull’alto tasso di disoccupazione del litorale. Si continuano a promettere mille nuovi posti di lavoro con il “porto che verrà” (scommettiamo che questi posti, se non tutti, la maggior parte, saranno gestiti da cooperative?), tralasciando, o facendo finta di farlo, la realtà. Un segnale chiaro di un’economia cittadina in crisi, arriva dalla protesta dei commercianti del centro di qualche settimana fa che chiedono urgentemente l’apertura della piazza. Piazza che, aggiungiamo, andrebbe completamente rifatta poiché decade sempre di più il progetto del nuovo porto di Anzio del centro destra, che vedeva questa piazza come agorà al suo servizio. Leonardo Tardioli

BREVE BIOGRAFIA DELL’ASSESSORE Italo C olarieti, oggi agli arresti, inizia nel 1994 quando, insieme a Umberto Succi, diventa presidente a interim dell’Anziolavinio. Nel 1996 la squadra viene venduta a Franco Rizzaro e C olarieti torna a fare il dirigente della clinica Villa dei Pini. Nel 2003 il tecnico radiologo prova ad entrare in politica. Ottiene pochi voti per essere eletto ma entra lo stesso in consiglio comunale surrogando chi è diventato assessore. Nel 2008 si ricandida, viene eletto e nominato assessore. Nel 2009 lascia la guida di Villa dei Pini per assumere quella della casa di riposo L a Francescana, di cui diventa Direttore Generale. Fino a giungere alle storie di questi ultimi giorni, che dimostrano quanto sia fragile e poco vigilato il nostro apparato amministrativo, e quando siano ormai maturi i tempi per esigere una nuova amministrazione per la città. Un’amministrazione più trasparente e meritocratica. L.T.


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L’amministrazione politica di Anzio spiegata dalla lettera A alla Z

DIZIONARIO DELLA GIUNTA BRUSCHINI

A come Attoni, ovvero il simbolo del trasformismo dell’amministrazione anziate. Un giorno nemico del sindaco Bruschini, poi fedele alleato; un giorno con Storace, l’altro da indipendente con un passaggio anche nella scuderia del Fli. B come Borrelli, la personificazione di una politica che non è mutata nel corso degli anni. Il suo capolavoro finale è stata la cacciata dal “tempio” del consiglio comunale dei temibili giornalisti, rei solo di aver svolto il proprio lavoro. B anche come la mitica Bandiera Blu, ma insomma possibile che i Puffi debbano per forza dimostrare di essere cittadini di Anzio? Che stravaganti. C come Consigli comunali, che nel passato rappresentavano la massima espressione della dialettica politica, ora ridotti dal centrodestra ad un’assise domestica, con un linguaggio degno dei film trash anni ‘70. D come Dichiarazione dei redditi, obbligatoria per legge, meno che per i consiglieri comunali della maggioranza, che non intendono far sapere ai cittadini quali e quanti siano i loro guadagni. E come Emergenza democratica. Anzio, mai come in questi ultimi anni, sta pagando un deficit democratico, con cittadini ridotti ormai a forme di sudditanza, grazie anche alla rete delle numerose cooperative dei “disperati”, gestite in modo padronale dal politico di turno. F come Fatti incresciosi. La città neroniana ha fatto segnare un’escalation senza precedenti di criminalità e numerosi episodi sono lì a certificarlo. Spari agli assessori, arresti eccellenti di politici e altro ancora testimoniano in modo eloquente che i cattivi maestri non sono di certo i cittadini… G come Giardini. La botanica, ovvero la grande passione del sindaco Bruschini, che ha rivalutato Villa Adele e ha piantato fiori ovunque. Una cosa degna di nota, che ha ridato colore ad alcuni punti della città. Un modo anche per coprire la valanga di cemento che ha sommerso la città grazie ad

un piano regolatore killer. Per le prossime elezioni molti giardinieri, consapevoli che la loro arte può bastare per amministrare, stanno avanzando la loro candidatura. H come Hospital, ovvero l’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno, che la presidente della Regione Polverini ha ridotto a pezzi grazie anche all’assenso del Pdl locale, troppo impegnato a portare avanti l’utopia del nuovo porto, assecondando la politica dei tagli indiscriminati. I come Immobili, ovvero una voce illimitata nella politica attuata dal centrodestra neroniano. Gli esempi di Bambinopoli, Villa Adriana e non solo, sono la fotografia emblematica di una programmazione urbanistica deleteria per il territorio. L come Livello di inquinamento del mare di Anzio. Passiamo avanti, altrimenti bisogna andare in commissariato a spiegare le nostre ragioni… M come Mafia. Un convegno di Anzio Futura denunciò in modo vibrante la presenza di infiltrazioni mafiose nel territorio. Le associazioni antimafia lo gridano da numerosi anni, ma per la classe politica locale è pura fantasia. Leggere la sentenza del processo Sfinge per delucidazioni in materia. N come Nessun dorma. Alle prossime consultazioni elettorali (previste per marzo) c’è da augurarsi che gli elettori non abbiano dimenticato in fretta i danni prodotti da numerosi anni di centrodestra. O come Opposizione. Non saremmo credibili se parlassimo del centrosinistra come del mondo perfetto, ma è indiscutibile che le uniche battaglie di spessore morale sono arrivate dai consiglieri del Pd. P come Placidi, basta la parola (come recitava un vecchio spot della Falqui…). P anche come passiamo avanti… Q come Quelli di Anzio Space, che negli ultimi quattro anni hanno dato vita ad una voce alternativa, tenendo alta l’attenzione sulle problematiche sociali, ridando linfa anche al mondo della cultura, grazie a numerose iniziative di spessore. R come Ragionare a lungo, ma non trovare nulla di eclatante con la lettera R. Si accettano consigli dai lettori… S come Sogni impossibili. Il Porto (diventato ormai una leggenda, con Innocenzo XII che si sta rivoltando nella tomba e gli antichi romani che vorrebbero cambiare cittadinanza). Il Casinò. La Città artigiana. Il mare pulito…

T come Trasparenza, ovvero questa illustre sconosciuta, sia nelle mancate dichiarazioni dei redditi dei consiglieri, nei siti internet, nell’incompatibilità di alcuni esponenti della maggioranza (con le lettere del prefetto dimenticate nei cassetti…) U come Udc, l’ago della bilancia. Il partito che si divide in due anime e che potrebbe essere determinante nelle prossime elezioni. Un partito che ha preso le distanze dall’amministrazione Bruschini, anche se non ha ancora sciolto diverse riserve. V come Viale del tramonto. Tutti i cicli nella vita si esauriscono, anche in politica. L’amministrazione di centrodestra anziate, sulla scia di quanto accaduto anche in ambito regionale e nazionale è avviata a chiudere la sua pessima esperienza. Z come l’ultima lettera (non chiusa nei cassetti…) Marcello Bartoli

Qui Radio Nerone “Placidi giorni” Lucianus, tu sì che mi conosci bene! Solo tu puoi capirmi! Sei un mio pari e abbiamo le stesse forze, ma anche le stesse debolezze! Noi vogliamo sempre… vogliamo sempre fare, caro Lucianus! Ti confido che proprio non riesco a vivere in questo sonno eterno e ho voglia di concretizzare qualcosa come ai vecchi tempi, quando il sangue scorreva nelle mie vene e il cuore batteva come un tamburo! Pertanto, con un amico patrizio abbiamo costituito la cooperativa Adele e abbiamo intenzione di portare avanti progetti importanti per la città di Anzio (tanto cooperativa in più o cooperativa in meno…). Vogliamo creare un centro per politici in pensione e per tutti quei politici stressati dal grande lavoro. Il centro si chiamerà “Placidi giorni” e potrà ospitare dai 20 ai 30 utenti, tutti accolti e trattati con guanti di velluto da un personale altamente qualificato nella cura del benessere psicofisico del cliente. Abbiamo intenzione di essere operativi già dalla primavera del prossimo anno. Tu sai indicarci una struttura che faccia al nostro caso? Noi abbiamo pensato a Villa Sarsina, tu come la vedi? Grazie Lucianus, Nerone è con te!


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Anche i giovani di Anzio e Nettuno in piazza contro i tagli del governo

“NOI CI SIAMO “ In questo periodo di crisi il nostro Governo ha operato quella che viene definita una politica di austerity. È proprio contro questa che nel mese di novembre i giovani sono scesi in piazza a manifestare. Il 14 novembre si è svolto uno sciopero generale europeo che ha portato migliaia di persone in strada nelle più importanti città. La manifestazione più grande nel nostro paese è stata quella di Roma, dove migliaia di studenti hanno deciso di attivarsi per far sentire la loro voce contro i tagli del Governo. Il corteo degli universitari è partito dal Piazzale Aldo Moro dell’Università la Sapienza, per poi far tappa di fronte alla Stazione Termini dove si sono aggiunti studenti di altre università e scuole superiori, professori e normalissimi cittadini che si sono voluti unire alla protesta studentesca. Il corteo ha attraversato le strade della capitale in modo pacifico, mostrando striscioni di protesta e urlando slogan soprattutto contro il premier Mario Monti e il ministro del lavoro Elsa Fornero. La pace si è poi purtroppo interrotta sul Lungotevere dove sono iniziati gli scontri con la polizia e di cui la cronaca si è già a lungo occupata. Anche i ragazzi di Anzio e Nettuno non sono voluti essere da meno e il 16 novembre hanno

organizzato una manifestazione per le vie di Nettuno intitolandola “Noi ci siamo”. Si sono dati appuntamento davanti alla posta centrale della città del tridente e già all’inizio erano in molti; provenivano da tutte le scuole del

territorio: Emanuela Loi, promotrice iniziale del movimento, I.t.i.s. Trafelli, Chris Cappell College e Colonna-Gatti. La manifestazione si è svolta pacificamente per tutta la durata dell’itinerario, scortata da polizia e carabinieri, e con arrivo finale al Piazzale Santa Maria Goretti. Il sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, si è unito al corteo e ha preso la parola affermando di essere dalla parte dei

giovani e di manifestare anche per coloro che verranno dopo. Ad ogni tappa i rappresentanti delle scuole hanno esposto le problematiche che li hanno spinti a manifestare coinvolgendo così anche chi si trovava lì per caso e ha deciso di unirsi perché d’accordo con loro. Molti sono stati gli slogan e i cartelloni che li hanno accompagnati come “Se ci bloccate il futuro, noi blocchiamo la città”, oppure “Un popolo di ignoranti è più facile da governare”. Purtroppo molte persone esterne all’ambito scolastico da molti anni, stando alle testimonianze di una giovane, Sara M. presente al momento, hanno criticato il corteo e i giovani, non credendo negli stessi ideali. Ecco come una ragazza, MariaRosaria Elefante, ha deciso di rispondere a chi non era dalla loro parte: “Non ci vogliono grandi menti per capire che con la nostra manifestazione non si risolve niente, ma è un modo per far sentire la nostra voce. Siamo il futuro dell’Italia, ed è a noi che stanno togliendo sogni, FUTURO e LAVORO! Non ci sto con ciò che stanno combinando e preferisco manifestare che sputare sentenze sugli altri seduti comodamente dietro un computer! Stamattina abbiamo dimostrato che non siamo superficiali come si crede!” Melania Maranesi e Jessica Quaranta

“La lotta è dura, ma non ci fa paura” È lo slogan che gridano assieme i giovani del territorio, frequentanti scuole diverse, ma uniti dai drammatici disagi che si abbattono su quest’ultime. Determinati, tenaci, arrabbiati, reclamano il diritto ad una scuola pubblica che li traini fuori dalle secche dell’ignoranza. Camminano a ritmo incalzante per le strade di Roma, gridando una richiesta d’aiuto, recriminando una scuola che per colpa della crisi e dei continui tagli è divenuta un cantiere di pensieri dove si forgiano le attitudini di uomini e donne di un domani che non c’è, che si è perso in un sistema che sta implodendo su se stesso. Sono lì, assieme agli altri cinquemila ragazzi nella capitale e come loro vengono dirottati altrove per impedire che raggiungano il Ministero dell’Istruzione. Sono delusi e arrabbiati ora; sono forti delle loro idee, convinti della necessità di far sentire la loro voce, non sono criminali, non capiscono perché non possono essere ascoltati.

Non sono i provocatori che distruggono negozi e strutture pubbliche, la loro rabbia verso un sistema che li condanna ad un futuro vano sfocia con le sole parole; hanno solo voglia di essere ascoltati. Hanno voglia di gridare i loro pensieri, così, con organizzazione ordinata e precisa, si riuniscono e compiono un sit-in ritrovandosi assieme ad Anzio e poi a Nettuno, ascoltano le parole del sindaco Chiavetta colmi di domande e di qualche pretesa. Sono più di qualche centinaia, si parla di una o due migliaia di ragazzi, sono tanti e gridano forte. Non si arrenderanno queste giovani menti, che sia occupando la loro scuola o organizzando scioperi fuori di essa; sono convinti del voler plasmare in modo concreto l’idea di istituzione scolastica che sognano e meritano, sperando nell’appoggio dei propri docenti scolastici. Perché sono gli studenti che hanno il registro elettronico, ma sognano una scuola che non crolli sotto i loro piedi. Alessandra Toppetta


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LA RICETTA DEL MESE

Bacetti di frutta secca natalizi

Ingredienti per 80 cioccolatini circa - 400 gr di fichi secchi tritati - 150 gr di albicocche secche tritate - 250 gr di noci tritate - 250 gr di mandorle tritate - 150 gr circa di uvetta ammollata nel rum (diluito con un po’ d’acqua calda) - 3 cucchiai di canditi - 2 cucchiai di miele - 3 cucchiai di marmellata di pesche - 2 cucchiai di marsala - 50 gr di cioccolato fondente. - 1/2 kg di cioccolato fondente per la copertura PrOCEDIMENTO Mettere insieme tutta la frutta secca tagliuzzata finemente in una ciotola, mescolarla e versarla in una pentola. Aggiungiamo l’uvetta insieme al liquore, la marmellata, il miele e giriamo il tutto con un mestolo. Mettiamo la pentola sul fuoco e uniamo il cioccolato tritato e il marsala, lasciamo andare per una decina di minuti (sempre mescolando), finché il cioccolato non si sarà sciolto e il composto amalgamato. Facciamo raffreddare bene il composto e poi mettiamolo in frigo per almeno 3-4 ore. Prendiamo il composto e facciamo delle palline, che bagneremo nel cioccolato fondente fuso a bagnomaria. Il cioccolato non deve essere troppo liquido, ma temperato, in modo che si formi uno strato ben spesso intorno al ripieno. Buon appetito! Elisabetta Civitan

BASTA CON LE BUGIE SULLA PASTA! La pasta fa ingrassare: questa la frase più pronunciata da chi, non entrando più nel suo vestito preferito, comincia a ridurre drasticamente il consumo di tale alimento. Mossa del tutto controproducente per contrastare i centimetri di troppo. Ricordiamo che il nostro organismo ha bisogno di glucosio, lo zucchero più semplice che esista. Quali sono i modi per assumerlo? Proviamo a immaginare questo zucchero semplice come una piccola perla. A questo punto pensiamo alla possibilità di mangiare un sacchetto di perle sfuse, una collana di perle semplice, oppure una collana di perle più elaborata, che si avvolge su se stessa formando tanti nodi. A livello intestinale, ciascuna “perla” verrà assorbita e messa in circolo. Nel primo caso, le perle sono già pronte per essere rapidamente assorbite e immesse nel sangue. Leggendo la metafora in termini di glicemia, i livelli plasmatici di zucchero si impenneranno con estrema velocità, provocando un picco di insulina che tenderà ad abbassare altrettanto velocemente la glicemia per riportare i valori nella norma: il risultato sarà che avremo più fame di prima. Nel caso invece della collana annodata e avvolta su se stessa sarà più difficile per gli enzimi intestinali (da immaginare come “forbici” con il compito di liberare le singole perle) ottenere il glucosio semplice, e la lentezza che richiede questo processo garantirà una salita più lenta della glicemia, e soprattutto molto più duratura nel tempo. Spostando il termine di paragone dai gioielli alla nostra tavola, è facile comprendere come i famosi zuccheri semplici (le perle sfuse) non diano sazietà a lungo, favorendo la comparsa di attacchi di fame, che spesso si sfogano su alimenti spazzatura. La pasta, al contrario, va immaginata come una “collana di perle ingarbugliata”, cioè zuccheri complessi che, evitando il picco glicemico e insulinico, conferiscono un ottimo potere saziante, ulteriormente incrementato qualora prediligessimo la tipologia integrale. Un piatto di pasta a pranzo è quindi una riserva di energia indispensabile per affrontare il pomeriggio senza cali di attenzione, momenti di stanchezza o vacillamenti della forza di volontà davanti ad una prelibata fetta di torta. Smettiamo perciò di demonizzare la pasta, e consideriamola piuttosto una fedele amica del girovita, cominciando a pensare che ciò che fa ingrassare non è tanto la pasta, quanto i condimenti unti e grassi o le montagne di formaggio che adoperiamo su di essa! Dott.ssa Anna D’Angiolella, Nutrizionista


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A chi gli chiedeva se si sentisse napoletano o abruzzese rispondeva secco: “Abruzzese”

benedetto ABRUZZESE Il sogno di un bambino, quello di rivedere quel paese quasi fiabesco raccontato tante volte da sua madre. Nella sua mente appariva come “una città biancheggiante di neve, quasi divisa dal mondo”, e proprio lì c’era “una vasta casa dove si stava intimamente raccolti intorno al lieto fuoco del camino; nei quali si narrava di uomini forti e austeri, di pastori, di innumeri greggi, e poi ancora di soldati e di briganti, e meglio ancora di cacce e di orsi”. Quel piccolo villaggio biancheggiante, che sembrava essere uno di quei paesi da fiaba, esisteva veramente, era e si chiama Pescasseroli (Aq), e quel bimbo, Benedetto Croce, cresciuto nel tempo e diventato un grande filosofo e storico italiano, nell’agosto del 1910, all’età di 44 anni, vi volle tornare per ricostruire la storia della sua famiglia e riabbracciare simbolicamente la sua terra natia e la sua gente, perché è difficile dimenticare il paese d’origine. Il filosofo abruzzese amava dire che c’era qualcosa, “una regola, un istinto, un palpito” che lo legava a Pescasseroli. Terra di profonde tradizioni e storie, di pastori legati alla transumanza, di antichi artigiani della pietra e del legno, tutte persone apparentemente burbere ma dal cuore d’oro. Croce era nato proprio lì, il 25 febbraio 1866 a Palazzo Sipari, una elegante abitazione del centro storico di Pescasseroli, che nel 1910 sarebbe diventato fiore all’occhiello del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, istituito proprio in quell’anno. Il filosofo visse qui solo alcuni anni, poi ancora ragazzo si trasferì con la famiglia a Napoli, ma nonostante la lontananza amava rivendicare le sue origini. A chi gli chiedeva se si sentisse napoletano o abruzzese, rispondeva secco: “abruzzese”. Dagli abruzzesi, Croce aveva ereditato quel carattere forte e deciso, quella buona e sana cocciutaggine tipica di questa gente, che se hai il piacere di conoscere per caso o per amicizia scopri quanto sia vero. Persone abituate ad affrontare le difficoltà, a non arrendersi mai, ad essere forti e affascinanti come la natura che li circonda. Il filosofo, a suo modo, ha amato profondamente Pescasseroli, terra dove scorre il fiume il Sangro, circondata da alte e verdi montagne: il Monte Amaro, il Monte Tranquillo e il Monte Marsicano, magnifiche vette dove regnano sovrani il lupo e l’orso marsicano, quest’ultimo scelto come simbolo del parco nazionale. E chi decide di visitare o trascorrere qualche giorno a Pescasseroli riesce ad entrare in contatto con quell’anima profonda abruzzese che il filosofo sentiva dentro di sé: un’anima legata alla bellezza della natura, al gioco dei colori degli alberi, dal rosso dell’autunno, al bianco dell’inverno, al verde brillante dell’estate. E poi c’è il paese: la sua piazza centrale, oggi salotto cittadino con bar e tavolini dove affluiscono turisti e paesani, il centro storico con le sue chiese, come l’abbazia di San Pietro e Paolo fondata nel 1100 o la chiesa del Carmelo, e le sue fontane. La più caratteristica è quella dell’orso, una fontana a muro, posta all’uscita da Pescasseroli, andando in direzione Bisegna. Poi ci sono le stradine, tutte in sanpietrini, piene di negozietti di artigianato o di punti vendita dedicati ai prodotti locali come i rinomati formaggi, la carne d’agnello o la tipica pasta fatta a mano. Infine cuore del paese sono le antiche case in pietra del centro storico. I portoni di alcune abitazioni, tutti a forma di arco, hanno ancora inciso la data di costruzione e il nome siglato delle famiglie che posero la prima pietra della loro dimora. Ed è bello vedere quelle case, costruite anni e anni fa in pietra, dal fascino antico e immemore. Oggi i balconi sono decorati di fioriere piene di geranei rossi, bianchi e rosa. Passeggiare per Pescasseroli significa riscoprire tutti questi aspetti, ma anche i profumi, i colori, gli odori di una cittadina antica legata alla transumanza. Da qui partiva, infatti, l’antico tratturo che collegava Pescasseroli a Candela, l’Abruzzo montano al Tavoliere di Puglia, una strada di 211 km percorsa dai pastori, ed oggi invece meta

degli appassionati di bicicletta o degli amanti del trekking. Proprio qui, all’inizio dell’antico tratturo che parte da Pescasseroli, è stato affisso su un cartello il discorso che il filosofo Croce fece nel 1910 ai suoi paesani e leggere quel testo, abbracciati dal verde degli abeti e delle montagne, con il paese che in lontananza fa da sfondo, fa sentire anche gli altri, con grande orgoglio, abruzzesi. Luisa Calderaro

Presentazione Anno Culturale 2013 del Museo di Anzio Da non perdere l’11 dicembre alle ore 15.00 a Villa Sarsina, la presentazione del Nuovo Anno Culturale del Museo Civico Archeologico di Anzio. Verranno presentate tutte le attività culturali che si svolgeranno nel Museo da gennaio a novembre 2013.

Calendario dei concerti natalizi della Corale Città di Anzio DICEMBRE 2012 - Sabato 15 ore 17.30 S. Messa celebrata da Monsignor Giovanni D’Ercole presso la Basilica di San Pietro - Roma. - Domenica 16 ore 12.00 per la giornata del “Natale al Museo”, concerto di Natale presso il Museo di Anzio, sito in via degli Elci. - Domenica 16 ore 19.00 concerto di Natale presso la Chiesa s. Maria in Cielo di Villa Claudia - Anzio. - Sabato 22 ore 19.00 la corale eseguirà un concerto di Natale presso la Parrocchia dei S.S. Pio e Antonio di Anzio insieme al piccolo coro di voci bianche “Enjoy Choir”. - Domenica 23 ore 17.30 la Corale accompagnerà la Santa Messa nella Chiesa San Giovanni di Nettuno. A seguire alle ore 18.15 “Concerto Natalizio”. GENNAIO 2013 - Domenica 06 ore 18.00 “Grande Concerto della Befana” a cura della Corale Polifonica di Anzio e della Banda musicale di Anzio, presso l’Auditorio sito in via Nerone 1 ad Anzio. - Sabato 19 ore 17.00 “Open Day” dell’Alberghiero al Paradiso sul mare di Anzio, con la partecipazione della Corale Polifonica e della Banda musicale di Anzio.


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music@space Un musicista, un pezzo di storia del rock che ha segnato intere generazioni

OMAGGIO A JOE STRUMMER

Questo mese music@space non tratterà di una band del territorio ma ricorderà, a dieci anni dalla scomparsa, un pezzo di storia del rock, forse l’ultimo profeta del punk che ha segnato la vita di intere generazioni. Stiamo parlando di Joe Strummer, frontman “non voce” (come venne definito dalla critica dell’epoca) della leggendaria band The Clash. Le sue avventure musicali iniziano con un basso artigianale costruito da Pablo LaBritain, batterista dei 999. In quel periodo Joe ascolta le radici del rock tramite i dischi di Chuck Berry

e assume una notevole capacità nella scrittura grazie alla sua forte passione per i libri di George Orwell. Gli anni successivi li passò come musicista di strada in diverse capitali europee e successivamente imbracciò per diverso tempo un ukulele accompagnando gli spettacoli del violinista folk Tymon Dogg, il quale resterà al suo fianco, a fasi alterne, per tutta la sua carriera. Dal 1974 al 1976 con il nome di Woody, in onore del musicista americano Woody Guthrie, canta nei 101’ERS, band proto-punk che permette a Joe di entrare in contatto con Mick Jones e Paul Simonon, rispettivamente chitarrista e bassista dei London SS, i quali dopo aver assistito ad un concerto di Joe, che nel frattempo aveva già iniziato a farsi chiamare Strummer (lo strimpellatore), restano folgorati dal carisma e dalla grinta che questi esprime sul palco. Insieme fondano The Clash, la band che più dei Sex Pistols (ritenuti fondatori del punk) segnerà correnti musicali, subculture, generazioni di ribelli dalla fine degli anni settanta fino ai giorni nostri. Sperimentazione e contaminazione di generi diversi come il reggae e il dub, il funky e la new wave, il rockabilly e il british punk, sono all’ordine

del giorno per la band di Strummer, Jones, Simonon e Topper Headon. Dopo alcune vicissitudini e qualche screzio all’interno del gruppo, i Clash si sciolgono e Joe Strummer lavora sulle colonne sonore di alcuni film, collaborando anche con la band irlandese di Pogues. Ma la rinascita vera e propria arriva alla fine degli anni ‘90 con la formazione di Joe Strummer & the Mescaleros, band di notevole spessore che riporta il nostro strimpellatore allo splendore di un tempo. Con i Mescaleros, Strummer rielabora ancora una volta il concetto stesso di rock’n’roll e regala emozioni che non hanno nulla a che invidiare ai tempi d’oro dei Clash. La corsa di Joe si interrompe il 22 dicembre 2002 a causa di un arresto cardiaco. L’album Streetcore, uscito postumo l’anno successivo, sembra essere il manifesto definitivo di questo grande artista. Per ricordarlo il 21 dicembre 2012, nei pressi di Piazza del Mercato a Nettuno verrà organizzato un concerto a lui dedicato in cui band del territorio si esibiranno interpretando a modo loro brani dei Clash e altri pezzi scritti dallo stesso Joe. Valerio Bruni

Dal 29 novembre torna al cinema Eastwood nel ruolo di un anziano scout di baseball

DI NUOVO IN GIOCO Dopo “Gran Torino” (2008), Clint Eastwood è finalmente tornato sullo schermo cinematografico come protagonista, impersonando in questo film un anziano scout di baseball, Gus Lobel. Gus ha sempre lavorato con grande abilità ed efficienza per gli Altanta Braves ma ora, con l’età che avanza, sta per essere “rottamato”. Questa difficile situazione, nonostante la sua bravura universalmente riconosciuta, a cui si aggiungono gravi problemi alla vista, lo costringe ad accettare l’aiuto della persona a cui meno avrebbe voluto chiederlo: la figlia Mickey, impersonata da Amy Adams, una avvocata di un prestigioso studio legale che vive lontano da Gus da tanto tempo. Mickey prova rancore verso suo padre perché dopo la morte della moglie non ha mai fatto molto per stare con lei. In occasione di un viaggio che intraprendono insieme per conoscere (ed eventualmente ingaggiare) un giocatore esordiente in Nord Carolina, il loro rapporto distaccato si evolve e matura in un affetto più vero. Nella difficile relazione tra Gus e Mickey si intrufola anche un giovane scout di una squadra avversaria, Johnny

Flanagan, impersonato da Justin Timberlake, che si innamora della ragazza. “Di nuovo in gioco” racconta il difficile recupero di un legame affettivo fra genitore e figlia durante un viaggio che rappresenta l’occasione per comprendere verità nascoste per troppo tempo, ma è anche un film sul baseball (oggetto misterioso per la maggior parte degli italiani), come lo è stato “L’arte di vincere” (2011), di cui Brad Pitt era l’aitante protagonista. “Di nuovo in gioco” e “L’arte di vincere” hanno una diversa visione di questo sport. “L’arte di vincere” mostra un general manager che per ingaggiare i nuovi giocatori considera soprattutto dati obiettivi. In “Di nuovo in gioco” invece lo scout persiste nel suo stile vecchio e tradizionale. Clint Eastwood esprime sempre nei film gli Stati Uniti vecchi e buoni e lo fa anche in “Di nuovo in gioco”. Tuttavia, se pure il regista è Robert Lorenz, che ha imparato il mestiere proprio da Clint Eastwood, in questo film manca qualcosa di intenso che i film di Clint Eastwood invece hanno. Yoshiro Izumi


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Space /Associazioni Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno La squadra risale la classifica e si porta 3 punti sopra la zona playout

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L’ANZIOLAVINIO IN STRISCIA POSITIVA L’Anziolavinio torna a respirare dopo le ultime vittorie ottenute davanti al pubblico amico. Al momento di andare in stampa è 3 punti sopra la zona playout. Ci eravamo lasciati con la bella vittoria contro il S. Elia al Massimo Bruschini che sembra essere diventato un fortino inespugnabile. Tutti hanno lasciato punti qui, compresa la capolista Turris che nella 12° giornata è scesa sul terreno di gioco forte di essere l’unica squadra ancora imbattuta del campionato. Qui però ha trovato un Anzio diverso, che ha impostato il suo gioco e portato a casa il bottino pieno davanti ad una bella cornice di pubblico grazie ai 500 tifosi giunti da Torre del Greco per incitare i Moxedano &Co. Ma procediamo per ordine e partiamo dalla nona giornata, quando i ragazzi di Mr. Pernarella sono andati a fare visita al Palestrina che si è imposto per 3-2. L’A nzio è “sceso” in campo dopo il terzo goal, quando una minima reazione ha portato alla doppia marcatura con Trippa e Caligiuri. Il turno

successivo rappresentava un crocevia importante per la stagione. Occorrevano 3 punti per risalire la classifica. La vittima sacrificale è stato il Budoni che pur giocando bene è uscito sconfitto. La rete di Amassoka che rientrava da un infortunio ha fatto esplodere di gioia le

gradinate del Bruschini. Con il morale alto si è affrontata la trasferta di Caserta. Ci troviamo a dirvi di un’altra sconfitta, l’e nnesima in trasferta. I campani si impongono per 3-1 anche se ci sono grosse polemiche per l’e spulsione di Manetta per

proteste dopo che gli sono stati messi 5 punti di sutura. Casertana che si porta in vantaggio ad inizio ripresa e, nonostante l’inferiorità numerica Caligiuri regala il pari ai biancazzurri. Ma nell’ultimo quarto d’ora il neo entrato Majella regala una doppietta che fa esplodere il Pinto di Caserta. Arriviamo alla bella vittoria contro la capolista nella 12° giornata. 2-1 il punteggio finale grazie alle reti di capitan Guida e di Caligiuri. Una vittoria insperata alla vigilia ma tanto cercata dai ragazzi che fin da inizio settimana hanno preparato in maniera particolare questa partita. E infatti fin dal primo minuto l’A nzio ha impostato la gara e ingaggiato duelli fisici con tutti gli avversari riuscendo a portare a casa la vittoria gettando il cuore oltre l’o stacolo. Chiudiamo con l’1-1 ottenuto nel tredicesimo turno contro il Civitavecchia. Prendo le ultime righe a mia disposizione per augurarvi un buon Natale e un felice Anno Nuovo. Portodanzesi bella gente! Fabrizio Tirocchi

La squadra di Mister D’Ambra ha 27 punti in classifica, unica del girone a non aver subito sconfitte

NETTUNO CAPOLISTA INDISCUSSA DEL GIRONE A

Continua a spron battuto il cammino delle tre nostre squadre impegnate nel campionato di promozione. Dopo 13 turni, i nostri team occupano le prime sei posizioni della classifica. Andiamo per ordine e cominciamo dalla capolista Nettuno che guida il girone A con 27 punti insieme al Cerveteri. La squadra di Mr. D’ambra è l’unica dell’intero girone a non aver subito ancora nessuna sconfitta. Con 7 vittorie e 6 pari è anche la squadra che

ha incassato meno goal. Potrebbe essere la stagione tanto attesa dal pubblico nettunese. Con la riapertura del mercato siamo sicuri che il presidente Nocera e il mister sapranno rinforzare un gruppo già forte per poter dare lo sprint finale e rimanere nelle prime posizioni nel mese di maggio che sappiamo essere quello decisivo. Scendiamo un po’ in classifica e al quinto posto troviamo la matricola Lido dei Pini. Negli ultimi incontri sembra aver perso un po’ di quella verve che aveva contraddistinto la squadra ad inizio stagione tanto da portarla a ridosso delle prime. È comunque una stagione importante questa, quella del ritorno in promozione e come tutte le neo promosse l’obiettivo stagionale dato dal presidente Montioni ai ragazzi è stato quello della salvezza. Negli ultimi 5 turni sono stati raccolti 6 punti. Una vittoria e tre pari, l’ultimo dei quali è arrivato nel derby contro il Falasche. Un bel derby giocato bene da entrambe le squadre che termina con il punteggio di 1-1. Vantaggio del Falasche che va in goal con l’ex di turno Sambataro. Il pari

del lido nonostante l’inferiorità numerica arriva nella ripresa grazie a Loreti. Un punto che fa morale e classifica a entrambe le squadre che si sono divise la posta in palio. Al sesto posto, un punto dietro al Lido dei Pini troviamo proprio il Falasche che avevamo lasciato in crisi di risultati. La classifica corta e il cambio di allenatore ha giovato e non poco ai bianco verdi. Per motivi di lavoro mister lucidi ha dovuto lasciare la panchina che è stata affidata al mister della juniores Gianni Antonelli. Antonelli scuola Anziolavinio ha sempre lavorato con i giovani (allenando anche il sottoscritto) ma ha deciso di accettare ugualmente l’incarico e trainare la squadra alla salvezza. I frutti sembrano premiare la scelta della società. Dall’arrivo del mister sono arrivati 10 punti (3v – 1p – 1s) che hanno proiettato Lauri e compagni a ridosso delle prime. Siamo certi che il mister porterà a termine la sua missione. Dicendovi di non credere alle profezie dei maya, vi auguro buon Natale e che il 2013 sia un anno magnifico per voi e per i nostri club. F.T.


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Rubriche

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DETTI PORTODANZESI “Ariconsolate co l’Ajetto” Quando si è perso tutto e hai poco per consolarti. In cucina in mancanza di tutto rimane uno spaghetto aglio e olio. “Li fij boni so’ quelli delle pecore” “Se quarcosa voi ottenè essi parente alla regina e non al re”, chiara l’allusione ironica al dominio generale delle mogli sui mariti. “Annamo a “leccammerdò”, io co’ la pala e tu cor bastò”, si diceva alle persone che scocciavano e volevano sapere troppo. “Dio ci guardi dal ricco impoverito e dal povero arricchito” detto anche locale di cui c’è una variante: “Meglio il ricco impoverito che il povero arricchito”. “Sei passato da Gasperino?” questa chicca era un detto di uso frequente dai primi del ‘900 per oltre 50 anni a seguire. Gasperino aveva una taverna nel centro e sul muro adiacente aveva appeso una padella dove era scritto “fatte li cazzi tua”. Chiunque voleva dire la stessa frase pronunciava il detto. “Si te fai pecora el lupo te se magna”, sta a significare che un atteggiamento passivo è causa di comportamenti di prevaricazione da parte di altri soggetti opportunisti. “Panza mia fatte capanna!” esclamazione detta in procinto di un pranzo luculliano, metafora per l’imminente evento florido. Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli

SMS - Space

Anzio-Space dà spazio ai lettori Scriveteci un sms: Dopo gli arresti al comune di Anzio, confidiamo nell’arresto del governo di questi inaffidabili amministratori! Elena Se Bernardone diventa Sindaco, accendo un cero a Santa Maria Goretti! Fulvio Ad Anzio le cooperative sono tutte legate ai politici, che ruspano a gogò! Claudio La Santaniello è proprio una bella e brava patonza! Non credo che si possa essere sporcata le mani con questi cartari del comune! Franco Bruschini, prima andate a casa e prima se fa giorno ad Anzio! Clinio Bisognerebbe dare la possibilità di scaricare alla discarica comunale anche 2 volte al giorno.... se si potano molte piante e non si dispone di una automobile capiente! Gianfranco

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Feste in arrivo: i consigli di Legambiente Scegliere di regalare e di regalarsi un Natale sostenibile significa donare piccoli pensieri capaci di dare un grande aiuto all’ambiente. Anche quest’anno Legambiente offre tante proposte, idee e suggerimenti originali e sostenibili per un Natale 2012 amico del Pianeta. ALBERO VERO O FINTO? Meglio quello vero, dato che in tutto il ciclo di vita gli alberi veri consumano meno energia di quelli finti (circa un quinto), con qualche accorgimento però. Se l’albero ha le radici recise o troppo corte sarà difficile che possa sopravvivere piantandolo di nuovo dopo le feste. Per questo sarebbe meglio scegliere dei cimali o punte di abete provenienti da attività controllate come quelli coltivati in vivaio o quelli provenienti da interventi di diradamento dei boschi che i forestali fanno abitualmente. Per tutti coloro che cercano una soluzione alternativa al tradizionale abete, il Corpo Forestale dello Stato consiglia di scegliere altre specie di piante sempreverdi (ginepro, alloro, leccio), che più facilmente si adattano bene al clima cittadino e di pianura. Bisogna però fare attenzione alla presenza di un bollino metallico o un’etichetta di riconoscimento che ne certifichino la provenienza italiana. Finite le feste, se non si ha la possibilità di piantarlo in giardino, si può donare l’albero ai centri di raccolta indicati da molti vivaisti o dai comuni che provvedono al recupero per farne legno o a ripiantarli in luoghi adatti all’attecchimento. ADDOBBI: Impariamo ad utilizzare led o lampadine a basso consumo di energia. Esistono ormai molte luminarie che sfruttano questa nuova tecnologia. Anche per l’albero o per decorare la casa è possibile realizzare addobbi con materiali naturali come legno, rafia, spago, pasta o con oggetti riciclati. CIBO: Per le tavole natalizie è meglio prediligere prodotti alimentari locali e di stagione che percorrono meno chilometri e sostengono le economie locali. E gli avanzi si possono consumare nei giorni successivi o riutilizzatere come ingredienti per dei nuovi piatti. AUGURI E IDEE REGALO: Per i vostri auguri, quest’anno Legambiente ha realizzato delle speciali cartoline natalize dedicate ai 2.639 cani di Green Hill, liberati e affidati a famiglie che li amano. Le cartoline avranno sulla copertina una tenerissima immagine con un cucciolo di beagle e acquistando i biglietti si contribuirà a sostenere la campagna legale dell’associazione ambientalista. Per le idee regalo, perchè non optare per un libro? Tra le tante letture da consigliare “Vengo via con te” è il libro dedicato alla storia dei beagle realizzato da Legambiente in collaborazione con Edizioni Altea e che sarà pubblicato a dicembre. Il libro raccoglie le storie e le fotografie dei tanti beagle che hanno iniziato una nuova vita lontano da Green Hill. Se poi si vuole aiutare un cane, ma non si ha posto per ospitarlo in casa, perché non regalare per questo Natale un’adozione a distanza? Ad esempio scegliendo l’amico a quattro zampe tra i cinque canili comunali di Roma (Vitinia ex Poverello, Ponte Marconi ex Cinodromo, Muratella, Valle dei Cuccioli) gestiti dall’associazione Volontari Canili di Porta Portese. Versando una quota annuale pari a 62 euro si potrà contribuire all’acquisto dei medicinali, del cibo specifico per cani con problemi sanitari, delle visite specialistiche e interventi non effettuabili in canile. Potrai venire a trovare il tuo cane preso in adozione a distanza quando vorrai e, accompagnato da un volontario, potrai stare con lui almeno per una ventina di minuti. Per info: http://www.iolibero.org/le-adozioni/adozioni-a-distanza/. L.C.


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TESI SU CUI RIFLETTERE Le esperienze dell’attuale crisi economica ci inducono a formulare alcune tesi su cui riflettere, come quelle sull’economia di mercato pura e precisamente per coloro che spesso si dichiarano a favore dell’economia di mercato pura, e precisamente per coloro che spesso si dichiarano a favore dell’economia sociale di mercato solo per ragioni propagandistiche, ma di fatto si discostano sovente dalla sua concezione. A lungo andare lo Stato non può spendere più di quello che i suoi cittadini possono e sono disposti a pagare con le tasse; una pressione fiscale eccessiva, come quella attuale, porta al lavoro nero ed all’evasione massiccia; se gli interessi a carico dello stato sono superiori al sopravanzo delle entrate derivanti dalla crescita economica, un suo nuovo indebitamento è inevitabile già solo per il pagamento degli interessi. Ma il continuo rinnovo del debito porta alla rovina delle finanze pubbliche ed infine, di fatto, alla bancarotta (vedi Grecia); lo Stato gonfiato va ridimensionato ed un’amministrazione pubblica lenta e dispendiosa come attualmente è la nostra deve essere snellita con operazioni che oggi tutt’al più contestano i burocrati incalliti o i marxisti tradizionalisti. Lo Stato sociale è diventato per molti un mostro burocratico privo di trasparenza; lo Stato si deve concentrare sul portare a termine i suoi compiti principali e controllare se ha a disposizione il budget necessario per farlo; a lungo andare nessuno può rifiutarsi di comprendere che un posto di lavoro non può costare più dell’utile che realizza; una macchina ridistributiva che uccide l’efficienza e premia la pigrizia nell’era della globalizzazione non è assolutamente uno strumento adatto ad una riforma strutturale fondamentale; risulta evidente che chi lavora deve guadagnare di più di chi non lo fa; non è aumentando le prestazioni sociali nei confronti dei cittadini che si garantisce un tenore di vita migliore nel long term, ma con una crescita economica adeguata, più posti di lavoro ed un incremento del reddito reale. Oggi, in economia si parla molto della realizzazione di “cinque I”: idee, impulsi, innovazioni, iniziative ed investimenti. Ma di sicuro non basta intendere con questi concetti il contenimento della spesa pubblica, l’accelerazione delle procedure, l’aumento dell’efficienza nell’assolvere i compiti, una politica di tassazione delle imprese che favorisca la concorrenza, la riduzione dei costi salariali e l’abolizione dei divieti sulle nuove tecnologie. I politici ed i manager, nelle loro proposte e nei loro propositi di riforma, potrebbero forse aver tenuto poco conto del fatto che una simile ristrutturazione dello Stato sociale non può prescindere dalla dimensione etica: se a lungo andare è impossibile per lo Stato provvedere a tutti i bisogni umani dalla culla alla bara, allora i singoli individui devono limitarsi. Perchè ciò avvenga lo Stato deve stabilire e far rispettare una serie di regole, ma ciò dipende naturalmente dal consenso e dalla collaborazione dei cittadini: limitarsi, rinunciare più o meno volontariamente a qualcosa, praticare la solidarietà sono atteggiamenti che riguardano eminentemente l’etica; se questa autolimitazione, che deve includere anche l’uso sensato ed ecologico delle risorse naturali, nasca da motivazioni esclusivamente politiche, puramente umanistiche o abbia un fondamento religioso, ha un’importanza relativa. Certamente le filosofie e le religioni, che hanno nel loro programma non solo l’autorealizzazione ed il soddisfacimento dei propri bisogni ed interessi, ma anche la responsabilità verso gli altri e la modestia, saranno capaci di fornire maggiori motivazioni. L’autolimitazione e la solidarietà tuttavia non si possono pretendere solo da una parte della popolazione, e possibilmente dalla piu’ debole. In un modo o nell’altro sono richiesti a tutti: lavoratori e datori di lavoro, governati e governanti. In primis, tuttavia, costituiscono un dovere per coloro i quali hanno un maggior margine d’azione e possono pertanto essere d’esempio col loro comportamento. Se a violare in modo scandaloso le norme etiche sono proprio i dirigenti ed i personaggi di spicco del mondo politico ed economico, per esempio usufruendo di privilegi esagerati o di bonus esorbitanti, ciò può ripercuotersi negativamente sull’intera sistema economico e politico.. . Eduardo Saturno Addetto Stampa Anzio in Movimento

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QUALITà - CORTESIA PROFESSIONALITà Dalla volontà di tre soci, Davide Tiberi, Alessio Altieri e Alessio Toselli, nasce lo scorso febbraio “CasamiKa”, un negozio che propone ai clienti una formula per i loro acquisti basata sul miglior rapporto qualità-prezzo. Dai sanitari alla rubinetteria alla ceramica, la scelta è vastissima e spesso accostandosi anche da “profani” non è facile scegliere il prodotto giusto per le nostre esigenze. Ecco allora che, forti un’esperienza pluriennale nel settore, da “CasamiKa” Davide e soci vi offrono una vera consulenza di esperti che seguendo le indicazioni del cliente sanno proporre il miglior prodotto nella fascia di prezzo richiesta. Quando si parla di “migliore”, infatti, è facile pensare a prezzi considerevoli e all’idea che a prezzi più contenuti la qualità scenda di pari passo. Non è così. Da “CasamiKa” infatti ogni articolo è garantito “Made in Italy”, come dimostra il marchio esposto. È uno dei punti forti di questa azienda che in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando preferisce ancora offrire prodotti di qualità, anche con margini di guadagno un po’ più bassi, ma garantendosi il ritorno dei clienti soddisfatti “prima-durantedopo” la vendita. Piccoli e grandi clienti saranno liberi di andare a trovare Davide e soci per una consulenza e troveranno persone competenti e cortesi nel mostrare loro, senza impegno, le soluzioni che cercano per la propria casa. Sapranno indicarvi i prodotti in cui sono più concorrenziali o se necessario, anche indirizzarvi verso altre aziende che sanno poter fare meglio. Così, liberi di confrontare, si potrà essere sicuri di aver scelto veramente il meglio senza spendere più del necessario. Da “CasamiKa” inoltre è possibile ottenere vantaggiosi finanziamenti con Fiditalia per acquistare oggi e pagare a partire da primavera. CasamiKa augura Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti i suoi clienti e ai lettori di Anziospace.

UN NATALE ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETA’ PER LE GUARDIE ZOOFILE DI NETTUNO Tra la gente dell’Emilia colpita dal terremoto Sono passati quasi sei mesi, ma le Guardie Zoofile di Nettuno non hanno dimenticato le popolazioni dell’Emilia colpite dal sisma di fine maggio, anzi. Il 16 dicembre una rappresentanza di volontari ripartirà da Anzio e Nettuno per portare a quelle popolazioni panettoni, pandori, torroni, caramelle… insomma tutti quei dolci tipici natalizi che possono far piacere a quella gente che sta vivendo un momento di crisi. Ad informarci di questa ennesima manifestazione di solidarietà è proprio il responsabile del gruppo, Silvio Marsili: “Dalle ultime notizie avute dai sindaci sappiamo che questa gente è purtroppo ancora ospitata negli alberghi o nelle case dei parenti, visto che i primi i moduli abitativi dovrebbero arrivare solo nella seconda metà di dicembre. Noi nel frattempo continuano questa sorta di catena di volontariato sperando di dar loro, nel nostro piccolo, più sostegno possibile”. Il numero di reperibilità delle guardie zoofile è il 339-6403704. Maurizio D’Eramo


dicembre 2012 _ n.47

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PILLOLE FISCALI

a cura del Dott. Marco Minoccheri

Cessioni di prodotti agricoli e agroalimentari: sanzionabili i pagamenti tardivi ai fornitori Dal 24 ottobre 2012 sono efficaci le disposizioni contenute nell’art. 62 del DL n. 1 del 24/01/2012, che disciplina le relazioni commerciali di prodotti agricoli e agroalimentari, fatta eccezione per i rapporti con il consumatore finale. Le novità riguardano: - Obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari I contratti di cessione dei prodotti agricoli e alimentari debbono essere stipulati obbligatoriamente in forma scritta ed indicare, a pena di nullità, la durata, le quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento. Le violazioni sono punite con la sanzione da 516 euro a 20.000 euro. - Divieto di pratiche commerciali sleali Il contraente che viola tali disposizioni è punito con la sanzione da 516 euro a 3.000 euro. - Rispetto dei termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari Per gli stessi contratti il corrispettivo deve essere pagato entro 30 giorni per le merci deteriorabili, entro 60 giorni per tutte le altre merci). Sono considerate “merci deteriorabili”: i prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza non superiore a 60 giorni; i prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi; i prodotti a base di carne; tutti i tipi di latte. Il calcolo dei giorni decorre dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura. Il mancato rispetto dei termini di pagamento sarà punito con la sanzione da 500 euro a 500.000 euro. Inoltre, dal giorno successivo decorreranno gli interessi al tasso maggiorato di due punti percentuali. Equitalia cancella d’ufficio le ipoteche per somme inferiori agli 8 mila euro Con Direttiva interna, Equitalia ha previsto l’annullamento delle ipoteche iscritte per debiti tributari e previdenziali di importo inferiore agli 8.000 euro, anche nel caso in cui non vi sia una esplicita istanza del contribuente. Per l’annullamento d’ufficio, il documento prevede un ordine prestabilito da seguire: in prima battuta verranno cancellate le ipoteche che gravano sui debitori per i quali è già stata avviata la procedura cautelare od esecutiva, sarà poi il turno di coloro che sono debitori di somme superiori ai 20.000 euro. In ogni caso, nonostante la cancellazione dell’iscrizione ipotecaria, l’azione esecutiva proseguirà con altri strumenti come, ad esempio, il fermo amministrativo od il pignoramento.

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L’Associazione 00042 vuole contribuire a rendere Anzio una città: - vivibile e interessante per i giovani; - viva culturalmente; - all’avanguardia nell’ecologia e nella preservazione del territorio; - arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue. Non siamo convinti di avere una risposta a tutte le domande o di essere i migliori. Siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito), che vogliono darsi a fare per migliorare il territorio in cui vivono. Tra le nostre iniziative: • Anzio-Space, che puoi scaricare gratuitamente ogni mese su www.00042.it • Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e Nettuno • Centro Polifunzionale per i Giovani e la Cultura che vorremmo costruire.

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Chiuso in redazione domenica 2 dicembre 2012


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