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L’incompatibile (in)sostenibile La Casa Comunale di Villa Sarsina è davvero una perla architettonica della nostra città. Da circa due anni è divenuta la sede del salotto Bruschini. Un salotto accogliente dove i partecipanti, oltre a sedere su comode poltrone, godono della massima tolleranza del Primo Cittadino, che con grande umanità sopporta le marachelle dei salottieri e li lascia spesso esprimere nella massima libertà. Esempio lampante è quello dell’assessore Patrizio Placidi, Vice Sindaco di Anzio e Assessore all’Ambiente, che risulta da mesi condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di una somma notevole per mancate riscossioni tributarie del nostro Comune, ai tempi della sua partecipazione alla giunta dell’allora sindaco Candido De Angelis. A tutt’oggi risulta che l’assessore Placidi è inadempiente. La legge parla chiaro, un amministratore che non ha pagato interamente quanto dovuto per la sua condanna è incompatibile a svolgere la sua missione politico-amministrativa. Ma a Villa Sarsina la tolleranza è massima. C’è chi ha pagato da pochi giorni il debito (come ad esempio il consigliere Zucchini) e chi, dopo tre anni dalla condanna, inizia ora a pagare il primo rateo (Placidi appunto). Questo relativismo e buonismo che si respira nel salotto di Bruschini non è più tollerabile. Oggi più che mai abbiamo bisogno di vedere il buon esempio dei nostri amministratori. La nostra città ha bisogno di buoni esempi, senso di responsabilità e legalità. Pertanto auspichiamo una presa di posizione decisa da parte del nostro Sindaco riguardo alla revoca del mandato per “l’incompatibile Placidi”, o un passo indietro del diretto interessato; a meno che lo stesso non completi il pagamento. E se poi questa giunta non avesse i numeri per governare, tutti a casa. Potrebbe essere la volta buona che rinnoviamo il volto della classe politica anziate, ormai superata dai nuovi tempi che viviamo. La città avrebbe bisogno di essere amministrata. Andrea Mingiacchi

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ENTRO IL 1 GENNAIO 2013 RIAPRIRÀ L’AGENZIA TERRITORIALE

INPS: SINDACO E DIRIGENTE ENTE FIRMANO LA CONVENZIONE COSA ERA SUCCESSO ALL’INPS

Dopo il consiglio comunale di fine maggio in cui è stata votata all’unanimità la bozza di convenzione è nella mattinata del 14 giugno, subito dopo l’arrivo di S. Antonio, che avviene il miracolo e le firme definitive tra Comune ed Inps siglano l’accordo ratificandolo. I locali offerti in comodato dal Comune però, sono insufficienti e il Sindaco, che è colui che si è attivato in prima persona, ha promesso in consiglio comunale che con l’ampliamento previsto i locali raggiungeranno lo spazio necessario alla riapertura, cioè il 1° gennaio 2013, data condivisa nella convenzione per l’attivazione della nuova Agenzia Territoriale. Questo passaggio è il più importante nonostante la completa mancanza, nell’accordo scritto, dello spazio totale necessario. In sostanza sono stati promessi a voce, ulteriori 100 metri quadrati. Il comitato per l’Inps che ha partecipato attivamente, consultandosi con esponenti dell’opposizione nell’ultimo consiglio comunale, attende le prossime tappe senza troppo ottimismo ma pronto in caso di necessità a coinvolgere la cittadinanza per protestare pubblicamente nel caso in cui la convenzione e le date relative non vengano rispettate. Oltre centomila abitanti tra Anzio e Nettuno hanno il diritto di avere un’Agenzia Territoriale Inps con tutti i crismi, altrimenti l’alternativa può essere soltanto la drastica riduzione della tassa relativa all’ente. L’informazione preziosa del momento è che nella sede Anziate da qualche giorno si possono lavorare di nuovo i prodotti

per l’invalidità civile. Chiunque ne avesse bisogno può rivolgersi agli sportelli del centro Anteo. Permangono gli altri servizi: disoccupazione ordinaria e prime liquidazioni di anzianità e vecchiaia. Alcuni dei servizi decentrati sono i seguenti: tutte le ricostituzioni documentali, le invalidità ordinarie, le cessioni del quinto, gli assegni di maternità, il contributo per la mobilità. L’intenzione dell’Inps è far lavorare le pratiche per via telematica. In questo caso una richiesta di mobilità che riguarda Anzio può essere sbrigata online da un impiegato di Belluno. La notizia peggiore è che sembra che dal 1° luglio gli sportelli saranno adibiti soltanto al ritiro della documentazione. Non sarà possibile fare domande e ci si dovrà recare a sbrigare le proprie pratiche solo su appuntamento. La “potenza” dell’Inps è dovuta certamente all’enorme giro economico che solleva, tutti paghiamo tasse per questo ente in modo rilevante per cui non possiamo essere privati dei servizi almeno per quanto riguarda la situazione locale dove la sede è ridotta in sostanza ad un punto informativo. Non è facile per i nostri rappresentanti politici competere con un ente simile soprattutto quando è ormai chiaro che gli amministratori della città, a cominciare dal primo cittadino, non appaiono molto autorevoli e determinati a risolvere i problemi degli enti locali, basti notare le difficoltà in cui versano il tribunale e l’ospedale di Anzio. Alessandro Tinarelli

a) L’ultima riforma previdenziale accorpava l’Inpdap e l’Empals all’Inps e rivedeva tutte le proprietà immobiliari per ridisegnarne la logistica. Questo in sintesi il progetto a grande scala .b) Localmente nella sede di Anzio, già Agenzia Territoriale, quindi dotata di numerosi operatori con direttore che producevano direttamente i servizi, si stava consumando una grave truffa commessa al suo interno da un’impiegata e che danneggiava enormemente l’Inps. Questa impiegata è stata poi condannata dalla Corte dei Conti a risarcire il danno per 585mila euro ed è in attesa di giudizio penale. c) Nel frattempo l’ex ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta faceva varare una legge attraverso la quale non si poteva più riassumere personale nei siti a regime pubblico. Non potevano quindi essere sostituiti coloro che andavano in pensione o venivano a mancare per altri motivi. d) C’è da segnalare anche una lotta interna di potere sindacale su cui è difficile fare chiarezza. In questa ridda di coincidenze la direttrice regionale dell’Inps Gabriella Di Michele progetta la graduale estinzione dell’Agenzia di Anzio, approfittando del triste momento vissuto dalla sede a causa di responsabilità individuali di un’operatrice. Nel giro di due tre anni a causa del pensionamento di ex dipendenti il centro diventa un semplice punto Inps e gli impiegati da 14, compreso il direttore, diventano 4. Non si offrono più servizi e la sede diventa un ufficio di ricezione documenti poi trasferiti a Pomezia e Roma Eur. A parte la lunga attesa dovuta a questo trasferimento di dati, si fa strada anche la possibilità che alcune pratiche vengano smarrite. Il punto informativo Inps diventa ufficiale dal 31 dicembre 2011. Questa la situazione fino a quando da un gruppo facebook nasce un comitato a salvaguardia dei diritti previdenziali di oltre 100mila residenti tra Anzio e Nettuno e la macchina della ricostituzione AT dell’Inps si mette in moto.


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Guida Blu 2012: le pagelle del mare di Legambiente e Touring Club

VELE BLU PER ANZIO E NETTUNO Il turismo ecosostenibile può battere la crisi, ma per Anzio e Nettuno la strada da percorrere in questa direzione è ancora lunga. Mete turistiche amate dai romani e dai vacanzieri che vogliono trascorrere le ferie al mare, a pochi chilometri da Roma, le due città laziali anche quest’anno sono state citate dalla Guida Blu 2012, l’annuale vademecum dell’estate di Legambiente e Touring Club Italiano che segnala le mete di mare e lago per una vacanza all’insegna della tutela del territorio e premia con le 5 vele l’eccellenza dei comuni balneari italiani. Anzio ha ottenuto una sola vela blu, mentre Nettuno, insieme ad Ostia e San Felice Circeo, ne ha ricevute due. Un punteggio ben lontano da quello assegnato alle altre coste laziali: 4 vele per Montalto di Castro e Sperlonga; tre vele blu per Gaeta, Ponza, Sabaudia, Tarquinia, Ventotene e Santa Marinella. La città neroniana e quella del tridente devono fare ancora molto per raggiungere almeno il livello delle “sorelle laziali” valorizzando maggiormente il territorio e le bellezze naturali, veri punti di forza da non dimenticare. Saper integrare natura, arte, tradizione ed enogastronomia, con forme di accoglienza sostenibili e a basso impatto sul territorio, può dare infatti un impulso determinante all’economia legata ai

flussi turistici che ormai si orientano verso luoghi con condizioni ambientali in qualche modo garantite. Secondo un recente sondaggio realizzato da IPR Marketing per Fondazione UniVerde, il 35% dei turisti europei valuta gli aspetti ambientali molto importanti nella pianificazione della vacanza. Senza contare che la sostenibilità è considerata un’opportunità di crescita per le destinazioni (45%) e addirittura una necessità (42%), tanto che il 56% degli italiani è “disponibile a pagare qualcosa in più se c’è garanzia per l’ambiente”. Nel complesso però per le località laziali c’è stata una tendenza al miglioramento, anche se nessuna si è aggiudicata il punteggio massimo che quest’anno ha visto primeggiare la Sardegna, la Sicilia, la Toscana, la Puglia e la Basilicata. “Amministratori ed imprenditori – spiega Cristina Avenali, direttrice di Legambiente Lazio – stanno cominciando a capire che migliorare il territorio significa far crescere il turismo. Per questo bisogna continuare a puntare sulla qualità e la sostenibilità dimenticando cemento e assurde cementificazioni”. Tra le spiagge più belle del Lazio la Guida Blu segnala: quella dell’Angolo a Sperlonga, le Dune di Sabaudia, Serapo a Gaeta, ma anche Capocotta a Ostia e Torre LC Astura a Nettuno.

INCOGNITA PARCHEGGI PER LE AUTO DEI TURISTI Porto: intasamento della viabilità e dubbi sull’idoneità dei posteggi facilmente autorizzati Cooperative che nascono come funghi, senza fare ricerche di mercato, tanto per buttarsi nella mischia e senza bandi pubblici che ne garantiscano democraticamente gli appalti. Tre, quattro, cinque squadre di ragazzi con tanta voglia di lavorare come parcheggiatori al servizio dei turisti che prendono l’aliscafo per Ponza e desiderano mettere al sicuro la propria auto. C’è la formazione blu, la rossa, la più vecchia è bianca ma c’è anche l’arancione che porta lo stesso nome di una cooperativa che si occupa di trasporti per i servizi sociali. Tutti impegnati dalle sette di mattina a “gettarsi” sotto le auto per accaparrarsi il diritto a parcheggiarle. Da questa competizione il cliente ci guadagna perché i prezzi si sono abbassati talmente tanto che converrebbe persino ai residenti ogni tanto mandare la loro auto a “dormire” fuori casa. Chi ci guadagna? Di certo non i lavoratori del settore che sono spinti in una spietata concorrenza tra loro, litigandosi i soliti clienti e riducendo le entrate. Probabilmente il guadagno di immagine e di prestigio va agli amministratori che permettono tali fatti. Dopo

i ripetitori telefonici impiantati su proprietà private di assessori ora abbiamo i parcheggi per auto facilmente autorizzati. Così la mattina tra la riviera di ponente e il porto si formano file di auto ad attendere le direttive di questi volenterosi ragazzi, ignari del gioco in cui si trovano. Un fatto che non è passato inosservato, tanto che a dirigere il traffico domenica 10 giugno sono arrivati una mezza dozzina di vigili senza però riscontrare ingorghi o problemi. È chiaro che la domenica è un giorno di rientro per i turisti che vanno a Ponza e forse il controllo andava fatto il venerdì quando c’è maggiore intasamento stradale. In attesa del nuovo porto (la chimera), più cooperative sono dentro oggi, più domani avranno la possibilità di stare nel nuovo affare. Posizioni strategiche sono la sala del gioco d’azzardo e i parcheggi, situati in luoghi di dubbia idoneità. Sarebbe bene informare meglio la cittadinanza delle gare che si possono fare per aprire a tutti la possibilità di un lavoro red imprenditoriale.


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Amici e alunni uniti per ricordare Prignano, morto tragicamente sul monte Guadagnolo

A TOR CALDARA L’ULTIMO SALUTO AL PROF, TRADITO DAL SUO AMORE PER LA MONTAGNA in numerose mostre internazionali, come Aree Intermediali (a Roma), Estate Fiesolana (Fiesole) e Ciclo Orkestra (Portogallo), tanto per citarne alcune. Ma la sua grande passione, oseremo dire quasi la ‘vita’, era la montagna: era guida ambientale dell’A.I.G.A.E. ed esperto alpinista. Dal 2001 era responsabile del Gruppo Escursionistico ‘Semprevisa’, convogliando in centinaia di ragazzi tutto l’amore che aveva per la natura e mettendo a disposizione di essi tutta la sua esperienza. Proprio l’ultima escursione fatta con i suoi allievi era terminata due giorni prima ed aveva visto come palcoscenico quei dove lui da bambino, aveva effettuato la sua prima escursione con i genitori, ricordata in un bellissimo racconto dal titolo “Selva grande”. Proprio una copia di questo racconto, attaccato su uno dei palloncini che il 5 giugno sono stati lanciati dai ragazzi al passaggio del feretro all’uscita della riserva di Tor Caldara. Maurizio D’Eramo Per onorare la sua grande passione per la natura, la moglie Grazia e le figlie Luce e Gaia lo scorso 5 giugno hanno deciso di far rendere l’ultimo saluto a Manilio Prignano all’interno della Riserva di Tor Caldara. Il verde della riserva con i suoi lecci, sugheri e querce ha fatto da sfondo ad una toccante cerimonia che ha visto amici, colleghi e soprattutto studenti, quelli del presente e del passato, uniti in un abbraccio collettivo per salutare un’ultima volta Prignano, docente di musica alla scuola media Falcone di Anzio, fotografo e guida escursionistica morto tragicamente il 27 maggio durante una scalata sul monte Guadagnolo presso Capranica Prenestina. Gli allievi del coro scolastico della scuola Falcone, che Prignano dirigeva, hanno dato vita spontaneamente ad un piccolo concerto con le canzoni imparate in classe. Per i suoi alunni Prignano non era solo un professore, era soprattutto un amico, quell’amico che durante le escursioni del “Progetto scolastico Semprevisa” si fermava ad allungare una mano a chi non riusciva a salire il sentiero o a dare coraggio a chi si fermava davanti ad un ostacolo. Una scolaresca che non trova pace e non riesce ancora a credere che sia stata proprio la montagna, il grande amore di Prignano, a tradire e a portare via il loro professore. Prignano, 51 anni, aveva deciso di passare la giornata del 27 maggio scalando, con degli amici, il monte Guadagnolo. Un’arrampicata semplice per uno scalatore del suo livello, ma il distaccamento improvviso di un blocco di roccia sulla parete dove si era aggrappato ha trasformato un giorno di allegria in disgrazia. Un volo di oltre trenta metri, e per l’uomo non c’è stato scampo. Prignano era un uomo che stupiva, per i suoi interessi e i suoi trascorsi, chiunque lo conoscesse. Diplomatosi al conservatorio, era anche un ottimo fotografo e guida ambientale escursionistica di grande spessore. Passioni che molte volte s’intrecciavano dando vita ad una serie di attività affascinanti. Il suo amore per la fotografia, ad esempio, che lo aveva portato a intraprendere dei veri studi su l’esplorazione e la scomposizione dei colori, senza l’ausilio di filtri, con eccezionali risultati cromatici, era nata dopo l’incontro con il compositore d’avanguardia Agostino Di Scipio in una collaborazione del tutto particolare con registi e scenografi per la realizzazione di opere teatrali, balletti ed eventi di musica elettronica. Le sue particolari immagini hanno trovato posto

Scempio ecologico Cari lettori, ancora una volta vi scrivo per segnalare uno scempio avvenuto nel nostro territorio che non ha avuto il giusto risalto sugli organi di stampa. Alcune cose possono sfuggire ai più in concomitanza con le osannazioni della bandiera blu. Alcuni cittadini ci hanno segnalato che in località Lido dei Pini, all’interno di un noto campeggio, è stato di recente realizzato un bel piazzale adibito a parcheggio dal lato mare. Il fatto strano e inaudito è che l’area si trovi in una zona di notevole pregio, sottoposta al vincolo paesaggistico e per di più zona S.I.C (sito d’interesse comunitario). Stiamo parlando di Lido dei Gigli. Ora ci chiediamo, soprattutto in un momento dove sventolano bandiere blu ovunque, come sia possibile una cosa del genere. C’è stato un intervento delle autorità? È possibile che siano state rilasciate autorizzazioni per un’opera di questo tipo? Cercheremo di saperne di più, di verificare anche con le associazioni ambientaliste (e magari con qualche amministratore locale più sensibile alle tematiche ambientali) cosa stia avvenendo e cosa sta facendo il comune di Anzio per proteggere una delle poche aree ancora verdi del nostro litorale. Andrea Mingiacchi


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NETTUNO: È TEMPO DI CANDIDATURE POLITICHE Abbiamo giocato, ci siamo divertiti, adesso… palla al centro. C’è modo e modo di lanciare una candidatura e certo il modo in cui l’ex sindaco di Nettuno Vittorio Marzoli lo ha fatto nella conferenza organizzata il 6 giugno è piuttosto singolare. Dovrebbe essere responsabilità e correttezza del primo cittadino tutelarsi quando accadono cose del genere. Dovrebbe essere premura di chi da anni fa politica - è stato amministratore e tiene alla propria città - assicurarsi che dopo una pagina buia come quella dello scioglimento degli organi elettivi per accertato condizionamento mafioso, che si avvii un percorso che possa ridare alla stessa città lo smalto perduto. Dovrebbe essere nell’interesse di chi (a suo dire) si è sempre ritenuto estraneo ai fatti di collusione e condizionamento, accettare con serenità quanto dichiarato dai tribunali e dagli organi investigativi della Repubblica e migliorare la propria immagine con buon senso senza contrapporsi alla decisione di tali organi che legittimamente hanno preso determinati provvedimenti e che altrettanto legittimamente rappresentano le cittadine e i cittadini. Dovrebbe essere espressa gratitudine a chi dal parlamento e dal Consiglio dei Ministri ha fatto emergere il problema e ha fatto notare agli amministratori

di allora (quelli completamente estranei ai misfatti) cosa accadeva in alcune stanze del Comune e cosa facevano altri elementi dell’amministrazione magari sotto banco e senza consultare chi rappresentava la stessa amministrazione allora al governo della città. Dovrebbe giovare a tutta la popolazione, sia quella impegnata in politica, sia quella che

non lo è, il fatto che molte volte gli organi dello Stato in cui viviamo funzionino e vigilino sulla nostra sicurezza. Dovrebbe essere l’autocritica il principio cardine da cui ripartire per iniziare un nuovo percorso politico che possa essere credibile agli occhi di chi si recherà alle urne per rinnovare gli stessi organi elettivi. Capire dove si è

sbagliato, quando e soprattutto perché si è arrivati a tanto. A farsi sfuggire di mano la macchina comunale a tal punto che ora ci si ritrova in mezzo ad un mare che non si voleva navigare, con una ciurma che depreda senza scrupoli la maggior parte del bottino. Dove chi è al timone tira dritto senza voler vedere le scogliere su cui la nave si infrangerà prima e affonderà poi senza la speranza di salvare nemmeno una scialuppa che possa far approdare su un lido più sicuro. La nave quindi affonda. Ma il capitano non ne prende atto. Non si ritira a vita privata ammettendo la sconfitta sia morale che politica. Al contrario! Ritira fuori tutto, ma proprio tutto. Fa riemergere il discorso sui condizionamenti mafiosi, ripete per filo e per segno le dichiarazioni fatte a poche ore dallo scioglimento, accusa gli organi dello Stato di non aver agito in termini di legge. Tutto questo perché… in Italia quando un politico è sconfitto e ha fallito tanto a livello istituzionale quanto nella politica in generale, pensa che il modo migliore per rinascere sia rimettersi in mezzo alla mischia, magari rientrando dalla finestra. Ma la domanda (multipla) che dovrebbe porsi è: a chi giova il mio (re)ingresso in politica? A me stesso o alla cittadinanza? A chi appartiene la città? OMNIA SUNT COMMUNIA… Gert Dal Pozzo

Il 22 giugno al Forte Sangallo sarà presentato il libro di Stefano Fassina, economista e politico

IL LAVORO PRIMA DI TUTTO Ripartire dal lavoro per restituire dignità alle persone che ogni giorno lavorano. Da qui parte la riflessione che Stefano Fassina, economista e politico, spiega e racconta nel suo ultimo libro “Il lavoro prima di tutto” offrendo un’analisi del contesto socioeconomico e delle sue prospettive. Il testo sarà presentato a Nettuno dall’associazione culturale Biblion Tekhe e la libreria Fahrenheit 451, venerdì 22 giugno alle ore 18.30 presso la Sala dei Sigilli del Forte Sangallo di Nettuno. “Non siamo dentro una lunga crisi ma nel mezzo di una grande transizione – spiega Fassina - Tra il 2007 e il 2008 si è rotto l’equilibrio, insostenibile sul piano

macroeconomico, sociale e ambientale, promosso nel trentennio alle nostre spalle dal paradigma neoliberista. La causa di fondo della rottura non è la finanza avida e irresponsabile. È la regressione del lavoro, dei padri e dei figli, e la conseguente impennata della disuguaglianza di reddito, ricchezza, mobilità sociale e, inevitabilmente, potere economico, mediatico e politico.” Secondo l’autore la bussola da seguire per riaffermare il lavoro in tutta la sua dignità è un umanesimo neo-laburista. Fassina è responsabile Economia e Lavoro del PD nazionale, è stato per un lungo periodo economista al Fondo

monetario internazionale e, prima e dopo, consigliere economico al ministero dell’Economia con Carlo Azeglio Ciampi e Laura Pennacchi, con Tommaso Padoa Schioppa e Vincenzo Visco. Si è laureato all’università Bocconi in Discipline economiche e sociali. Alla presentazione del testo, oltre all’autore, interverranno il sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta: Marco Damilano, giornalista e scrittore, Roberto Gualtieri, europarlamentare PD, Giorgio Pasetto, presidente dell’associazione culturale Teorema. Moderatore dell’evento sarà Giovanni del Giaccio, giornalista de “Il Messaggero”. Silvia Arena


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BIBLIOTECA COMUNALE: SOGNO O REALTÀ? Polo di cultura e integrazione sociale, non dovrebbe mancare in nessuna città ma non è così… Se è vero che i libri sono il cibo della mente allora Nettuno sta morendo di fame. La carestia di conoscenza, sapere e cultura regna sovrana nella città del tridente: manca una Biblioteca Civica. La costruzione di una biblioteca deve costituire una priorità della pubblica amministrazione visto che rappresenta uno strumento strategico per lo sviluppo di reti sociali e la promozione di politiche interculturali, soprattutto quando questo riguarda una comunità tanto popolosa e multiculturale come quella nettunese. Ormai la Biblioteca pubblica moderna si sta evolvendo superando la vecchia concezione di una struttura finalizzata alla sola consultazione e prestito di libri per diventare invece una struttura sempre più attenta alle trasformazioni del tessuto sociale. Ed è per questo che deve tendere a diventare un polo di attrazione e di aggregazione tra le persone, un luogo di interscambio culturale in cui possano formarsi dei forti valori e una rinnovata identità comune. In questo senso pensiamo a tutti gli immigrati presenti sul nostro territorio: chi arriva da una terra straniera grazie alle porte aperte di una

Biblioteca può iniziare a conoscere la nostra cultura, i nostri valori e così imparare a condividerli e rispettarli dando inizio a quel processo di integrazione indispensabile per una convivenza civile e pacifica.

attraverso prestiti di libri a domicilio, per citare alcuni esempi di cose che in concreto si potrebbero fare. L’idea è quella di dare finalmente vita ad una struttura che soddisfi il bisogno urgente di crescita culturale di questa città: la Nettuno città dei “ragazzi del Borgo”, piena di giovani carichi di intelligenze ed entusiasmo che hanno bisogno di vivere in un luogo che sappia raccogliere queste energie e dare loro stimoli per crescere, maturare e diventare persone adulte in grado di prendere il futuro nelle loro mani. La pubblica amministrazione non può continuare ad ignorare questo bisogno fondamentale. La Biblioteca civica non deve essere considerati dai cittadini solo un sogno! È giunto il tempo che si trasformi in realtà. Cristiana Cavalli

Altrettanto prezioso è il ruolo di Metrebus Lazio: al via i rincari biglietti collaborazione che la struttura bibliotecaria BREVI: può avere con le realtà associative del L’annunciata stangata è arrivata. Dal 25 maggio c’è stato un aumento netto del 50% del prezzo del territorio che fanno sempre molta fatica a biglietto ATAC di Roma, di Cotral e Trenitalia Lazio Nettuno, che fanno parte truffa del consorzio a Metrebus. danniDa Inps trovare spazi interazione oppure il ruolo di l’unica differenza che il biglietto, invece di 75 1,00 euro perdi Roma si è passati ad 1,50 euro, con per 200mila euro minuti, neche dura 100. Nessuna differenza invece, se non quella di prezzo, per i biglietti giornalieri, sostegno potrebbe svolgere nei confronti quelli settimanali, gli abbonamenti mensili e gli annuali. I rincari si fanno sentire, soprattutto se non delle persone in difficoltà fisica o di quelle Riscuotevano le pensioni sociali di anzianità di sono accompagnati da un miglioramento del servizio. L’efficienza dei trasporti pubblici regionali costrette a anni starerisulta in casa da malattie gravi parenti e conoscenti morti truffando così l’Inps negli ultimi addirittura peggiorata. Lo sanno bene soprattutto i pendolari che viaggiano sulla Roma-Nettuno, una linea che continua imperterrita a ricevere puntualmente da Legambiente per un importo complessivo di circa 200ilmila premio Caronte assegnato alle peggiori tratte ferroviarie. Fortuna che, sono una volta ad aAnzio, euro. Le truffe statearrivati scoperte Nettuno, troviamo la bandiera blu. dove i finanzieri del comando Silviaprovinciale Arena di Roma hanno arrestato due persone e denunciato a piede libero altre quattro per NUOVE TARIFFE INTEGRATE METREBUS REGIONE LAZIO truffa ai danni dell’Inps. Due donne di Nettuno ABBONAMENTI ABBONAMENTI sono state sorprese in flagranza di reato ed MENSILI ANNUALI arrestate, altre quattro persone, due sempre di (da trenitalia.it) (da trenitalia.it) Nettuno, una di Anzio e una di Roma, sono 1 zona 172,00 € 24,50 € state segnalate a piede libero alla procura della 2 zone 245,30 € 36,00 € 3 zone 404,00 € 59,50 € Repubblica di Velletri per il reato di truffa 4 zone 488,10 € 73,50 € aggravata ai danni dello Stato. 5 zone 590,80 € 91,00 €

Metrebus Lazio: al via i rincari biglietti L’annunciata stangata è arrivata. Dal 25 maggio c’è stato un aumento netto del 50% del prezzo del biglietto ATAC di Roma, di Cotral e Trenitalia Lazio che fanno parte del consorzio Metrebus. Da 1,00 euro per Roma si è passati ad 1,50 euro, con l’unica differenza che il biglietto, invece di 75 minuti, ne dura 100. Nessuna differenza invece, se non quella di prezzo, per i biglietti giornalieri, quelli settimanali, gli abbonamenti mensili e gli annuali. I rincari si fanno sentire, soprattutto se non sono accompagnati da un miglioramento del servizio. L’efficienza dei trasporti pubblici regionali negli ultimi anni risulta addirittura peggiorata. Lo sanno bene soprattutto i pendolari che viaggiano sulla RomaNettuno, una linea che continua imperterrita a ricevere puntualmente da Legambiente il premio Caronte assegnato alle peggiori tratte ferroviarie. Fortuna che, una volta arrivati ad Anzio, troviamo la bandiera blu. Silvia Arena

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Km 1-10 Km 11-20 Km 21-30 Km 31-40 Km 41-50 Km 51-60 Km 61-70 Km 71-80 Km 81-90 Km 91-100 Km 100-125 Km 126-150

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BIGLIETTI COTRAL (da cotralspa.it) 1,10 € 1,30 € 2,20 € 2,80 € 2,40 € 3,90 € 4,30 € 4,50 € 5,00 € 5,30 € 6,10 € 6,90 €

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Anzio, il 24 giugno Festival Creatività e Integrazione Una giornata di festa all’insegna della cultura e dell’integrazione per conoscere le associazioni culturali e di volontariato del territorio insieme ad artisti di diverse nazionalità. Domenica 24 giugno, dalle ore 9.30 alle 21.30, ad Anzio Piazza Pia e Piazza Garibaldi diventeranno il teatro del “Festival Creatività e Integrazione”, realizzato dall’Associazione 00042. Tanti gli eventi in programma di musica, spettacolo, danza, ma anche dibattiti culturali. Info su: http://www.00042.it/ oppure su Facebook, Anzio-Space (Ass. Culturale 00042).


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Tante incognite per la stagione estiva anziate: a Lavinio affitti troppo cari e pochi turisti

CRISI E DECLINO TAGLIANO LE VACANZE

Che stagione sarà quella che è appena iniziata? Se lo domandano in molti a Lavinio mare tra esercenti, albergatori, negozianti e agenzie immobiliari della località anziate. Le previsioni però non sono delle migliori, e tra il maltempo che ha funestato gran parte dei week end primaverili e la crisi economica ormai cronica in cui ci hanno gettato poteri forti e politici incapaci, le presenze turistiche sono state abbastanza ridotte se non addirittura scarse nei mesi pre-estivi. Non si tratta purtroppo di una novità per la località balneare: sono ormai decenni che si assiste ad un calo delle presenze nella stagione turistica, lontani sono i tempi in cui si potevano registrare significative presenze di villeggianti già a partire da maggio e giugno, con il pienone a luglio e agosto. I motivi di questo declino sono molti: dalla possibilità odierna di spostarsi anche all’estero con pochi soldi, dalla conseguente maggiore ampiezza di scelta turistica, dal cambio di mentalità che fa preferire brevi periodi di vacanza in più luoghi, piuttosto che una lunga permanenza nella casa al mare. Senza contare come accennavamo prima il puro e semplice crollo dei redditi di chi abitualmente frequentava la nostra città, quel ceto medio sempre più a rischio di estinzione. Ma certamente il colpo di grazia al turismo lavininiense lo ha dato il fatto che questa località come tutto il territorio della nostra città, ha subito da un lato un’aggressione

edilizia senza precedenti che ha devastato paesaggio e coste, e dall’altro non ha sviluppato un adeguato rinnovamento nei servizi e nell’offerta turistica. Si è chiuso ad esempio qualche anno fa il vecchio cinema all’aperto di Corso S. Francesco senza provare a creare qualcosa che lo sostituisse e che fosse all’altezza dei tempi: il Multisala nato da una quindicina d’anni, è comunque distante dalla località balneare e per andarci c’è bisogno dell’automobile o di mezzi pubblici inesistenti al momento. Così come è stato un fallimento l’apertura venti anni fa del parco acquatico ormai chiuso e ridotto ad un insieme di malinconiche rovine. Eppure nonostante il calo delle presenze, gli affitti stagionali delle case continuano ad essere altissimi: evidentemente i proprietari storici di seconde case a Lavinio non hanno alcun interesse ad abbassarli, e vogliono trarre il massimo profitto dalle loro proprietà, rivolgendosi soprattutto a quelle famiglie che per motivi vari non vogliono o non possono allontanarsi troppo da Roma per andare al mare. Il risultato di tutto ciò è che al momento a luglio non sono stati quasi per nulla stipulati contratti di affitto, segno che ormai la recessione non lascia margini di manovra e non permette a nessuno la coltivazione di una propria nicchia al riparo dal disastro sociale che ci circonda. Ci domandiamo a questo punto cosa facciano le istituzioni, il comune in primo luogo o la regione, ci domandiamo dell’utilità del

Consorzio di Lavinio, visto il costo che questa istituzione ha per i cittadini contribuenti, dato che riceve contributi dal comune e fa pagare delle imposte ai suoi consorziati. Perché non si provvede a migliorare la vivibilità della località, mediante l’istituzione di aree verdi, costruzione di marciapiedi e piste ciclabili, una migliore depurazione delle acque soprattutto in agosto? Perché non ci si concentra a trovare le risorse per simili progetti, in momento in cui la spesa pubblica sciaguratamente viene abbattuta? Si potrebbe valorizzare l’ingente patrimonio edilizio attraverso la creazione, ad esempio, del sistema dell’albergo diffuso, sfruttando il mercato internazionale, forti anche della vicinanza con Roma. E mentre ci facciamo queste domande e proviamo a darci delle risposte, passeggiamo tranquillamente tra i viali deserti della Lavinio a noi cara dall’infanzia, un tempo d’estate popolata di famiglie e ragazzini della nostra età e forse destinata a un ineluttabile declino. Umberto Spallotta

La voce dello Zodiaco Con la voce dello Zodiaco torniamo in questo numero sul problema dell’illuminazione stradale e della mancanza dei marciapiedi nel quartiere. Nonostante la questione sia ben nota al sindaco di Anzio e a parte degli amministratori, via Saturno continua a rimanere sprovvista e sembrerebbe ci sia poca volontà di agire in tempi brevi. Pensiamo, qui nel nostro quartiere, che via Saturno sia un’arteria importante della nostra area e che non debba essere penalizzata per un numero di residenti minore di altre zone. La strada è un collegamento importante ed è percorsa a piedi quotidianamente da moltissimi cittadini, nell’insicurezza più totale. E non pensiamo sia così impensabile per un’amministrazione ricca come quella di Anzio, predisporre un lampione ogni 50 metri, qualche dosso per le auto ed un marciapiede pedonale. I cittadini dello Zodiaco pagano le tasse come tutti, vorrebbero però più soddisfazione. Massimo Casa


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Acqua: qualcosa si muove per migliorare le gestioni

I primi provvedimenti per la riforma delle gestioni del servizio idrico iniziano ad operare. Il governo Monti ha introdotto nel decreto “Salva Italia” un emendamento che assegna la sorveglianza del servizio all’Autorità per l’Energia elettrica e il gas (Aeeg). È stato pubblicato lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che individua le funzioni di regolazione del servizio idrico trasferite all’Aeeg, includendo: a) l’utilizzo efficiente delle risorse idriche; b) la definizione di un equo sistema tariffario; c) la tutela dei diritti degli utenti; d) la gestione dei servizi idrici in condizioni di efficienza e di equilibrio economico e finanziario. Tra le funzioni trasferite risultano di particolare rilievo la vigilanza sulla modalità di erogazione del servizio e la definizione delle componenti di costo, inclusi i costi finanziari degli investimenti e della gestione, per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato. Ci sono poi la revisione periodica del metodo tariffario e la vigilanza sull’applicazione delle tariffe, l’approvazione delle tariffe proposte dalle Autorità dell’ATO, la tutela i diritti degli utenti. Per conoscere la realtà del servizio idrico è necessario rifarsi al prezioso rapporto “Blue Book” appena pubblicato, dal quale appare che il costo dell’acqua in Italia è tra i più economici tra quelli dei paesi comunitari. Il costo in euro/metro cubo è di 3,46 per il Lussemburgo, 3,44 per il Belgio, 3,15 per l’Austria, 3,07 per la Germania, 2,82 per la Francia, e via via gli altri stati europei fino all’Italia con 1,42. Dunque in Italia l’acqua costa meno che nel resto dell’Europa, anche se esistono differenze notevoli tra le diverse aree regionali. Così il costo dell’acqua per metro cubo è 1,24 nel Nord Ovest, 1,59 nel Nord Est, 1,53 nel Centro, 1,34

nel Sud, 1,44 nelle Isole 1,42 media Italia. La spesa annua (2011) in euro per famiglia e per consumi di 150 metri/anno, risulta: 185,34 per il Nord Ovest, 237,84 per il Nord Est, 229,86 per il Centro, 201,67 per Il Sud, 216,63 per le Isole, 212,89 media Italia (corrispondente a 71,0 euro/anno per abitante). Questa situazione è destinata a cambiare se si vuole un servizio efficiente in molte aree del paese. Al primo posto la sostituzione degli acquedotti “colabrodo” che disperdono, soprattutto nel Mezzogiorno, più del 50% dell’acqua immessa (contro ad esempio il 9% in Germania). Anche il sistema depurativo è largamente insufficiente coprendo a mala pena i due terzi della popolazione, tanto da aver già fatto scattare due procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Si stima che nei prossimi 30 anni occorreranno investimenti per 65,15 miliardi di euro (2,17 miliardi euro/anno) È previsto un finanziamento pubblico di soli 5,63 miliardi (8,6% del totale) che probabilmente diminuirà se perdurerà lo stato disastroso delle finanze statali. Questa è la vera situazione attuale certificata dagli studi della Fondazione Utilitatis con il supporto dell’Associazione Nazionale Enti d’Ambito. La leggenda “dell’acqua cara” propagandata dai Comitati per l’Acqua Pubblica che consentirebbe ai gestori utili colossali è del tutto infondata, considerando che il costo dell’acqua in Italia è circa la metà dei costi europei. È certamente vero che molte famiglie stentano ad arrivare con le spese a fine del mese ma sostenere che tra le cause principali vi sia la spesa per l’acqua è del tutto improprio. Nessuno si cura ad esempio di mettere in evidenza che mediamente un italiano, neonati compresi, spende 1.260 euro annui per giochi,

scommesse, concorsi a premio, lotterie in confronto a 71,0 euro per l’acqua. Le iniziative prese dai Comitati per Acqua Pubblica per l’autoriduzione delle bollette sono illegali e incomprensibili, in quanto le tariffe sono approvate dalle Conferenze dei Sindaci ATO, unico organo autorizzato per legge, mentre l’eventuale annullamento per effetto di ricorsi può essere ottenuto solo mediante ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Comunque questa sterile contestazione delle tariffe è destinata presto a cessare non appena l’Autorità per l’energia e il gas entrerà in piena funzione, approvando il nuovo metodo per la determinazione delle tariffe stesse e la loro applicazione da parte dell’Autorità ATO, in quanto nessuno oggi contesta le tariffe per l’energia elettrica e il gas determinate dall’autorevole Aeeg. Nel nuovo metodo tariffario è esplicitamente prevista l’inclusione di componenti di costi finanziari degli investimenti e della gestione. Nel futuro non sono da aspettarsi diminuzioni delle tariffe ma anzi aumenti per gli investimenti necessari a migliorare l’efficienza del servizio idrico, considerando che il ricorso ai finanziamenti pubblici è limitato a meno del 10%. Naturalmente è sempre possibile continuare ad avere servizi inefficienti come avviene da troppi anni a questa parte, ma risulterebbe ridicolo piangerci poi sopra. Se in Europa per avere servizi adeguati spendono per l’acqua il doppio dell’Italia non è possibile pensare che stiano buttando soldi dalla finestra. Anche negli altri paesi esistono associazioni di utenti che sorvegliano attentamente e con raziocinio sia l’aumento delle tariffe sia la qualità del servizio idrico. Guglielmo Natalini Consulente Ambientale

Incitatus

Hihihihihi! Ad Anzio è in scena da 15 anni “L’opera da tre soldi” di Brecht! Hihihihihi! La parola d’ordine della giunta presente e delle passate sta nella celebre frase: “prima la pappatora, poi la morale”. Hihihihihi!


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Anzio tra punti di eccellenza e lacune da colmare con un lavoro concreto e immediato

GUARDARE OLTRE LA BANDIERA BLU In media stat virtus (la virtù sta nel mezzo). Non può non essere come asserivano i latini, se pensiamo alla consueta bagarre scatenatasi sull’assegnazione della Bandiera Blu ad Anzio. Il riconoscimento ufficiale della Fee (Fondazione per l’Educazione Ambientale) ha incoronato la città neroniana per il terzo anno consecutivo. Dall’altra parte della bilancia non mancano i dati diffusi da Legambiente e Touring Club Italiano, che nella Guida Blu 2012 ha bocciato Anzio e Nettuno assegnando rispettivamente una e due vele blu su un totale di cinque vele. Secondo l’associazione ambientalista sono numerosi i punti disattesi dalla città tirrenica, a cominciare dalla scarsa diffusione della raccolta differenziata, per non parlare dell’eccessiva cementificazione del territorio che ha prodotto danni ingenti all’ambiente. Anche la qualità delle acque lascia a desiderare, così come lo stato di degrado in cui versano

molti arenili. La verità è che Anzio ha diversi punti di eccellenza (mare, gastronomia), ma anche molte lacune su cui bisognerebbe lavorare in modo concreto e immediato. Anche perché a prescindere dai premi assegnati, le quotazioni della città di Nerone a livello turistico sono in netta flessione. Una nuova via per coniugare le esigenze degli operatori turistici è stata percorsa dalle associazioni Teorema e Anzio Futura, che con un grande sforzo stanno tentando di valorizzare il turismo locale attraverso preziose sinergie. Il futuro della città neroniana, spesso snobbato dalla classe politica sempre più ripiegata su se stessa, passa attraverso i movimenti spontanei e dal basso, anche se per arrivare ad una squadra è necessario che gli operatori di settore uniscano tutte le forze a disposizione. Non ci sono alternative, anche perché le casse comunali sono

prosciugate, in attesa di essere rimpinguate da Tia e Imu, con la prima tariffa addirittura anticipata di due mesi rispetto allo scorso anno. Situazione anomala per un comune che ha sempre sventolato la bandiera della virtuosità, dichiarando urbi et orbi un bilancio sano. Per quale motivo il direttore generale Pusceddu ha richiamato l’attenzione del sindaco Luciano Bruschini, denunciando chiaramente la difficile situazione finanziaria delle casse comunali? Un’amministrazione che versa in una situazione simile può ancora permettersi il lusso di parlare di megaporto o di casinò, alzando pericolosamente l’asticella? Con questa condizione non esistono i presupposti per un rilancio dell’azione turistica, quindi per i cittadini, al di là della Bandiera Blu, non resta altro che rimboccarsi le maniche e guardare altrove. Marcello Bartoli

IL NUOVO TEATRO DI ANZIO? GIÀ ESISTE In queste ultime settimane si è discusso molto del nuovo progetto per un teatro che un privato dovrebbe regalare ad Anzio. Un’idea lungimirante e propositiva per una città che andrebbe a colmare una lacuna storica. Il teatro dovrebbe sorgere in zona Padiglione, anche se il generoso privato disposto ad investire potrebbe rendersi conto che non c’è bisogno di una spesa così ingente. Al centro della città, nella rinnovata Villa Sarsina, esiste già un luogo deputato alle recite: si tratta del consiglio comunale, dove spesso le prove vanno in scena la mattina quando gli spettatori difficilmente possono assistere agli spettacoli. Prove comunque ben organizzate, considerato l’elevato tasso tecnico degli attori protagonisti, tra i quali si possono annoverare tutte le figure classiche del teatro internazionale. Ci sono gli urlatori, a cui ogni tanto scappa il braccio per salutare in modo romano (che nessuno si offenda, è solo recitazione). Ci sono le comparse silenziose, che anziché contrapporsi agli attori protagonisti attendono il loro turno, preferendo lasciare il centro del palcoscenico ai big della compagnia, sapendo che poi dietro le quinte riceveranno comunque lauti ringraziamenti. Ovviamente non possono mancare all’appello i giullari di corte e i “rugantini” locali, così come ogni tanto spunta un predicatore isolato che si guarda

intorno trovando il vuoto. Da segnalare che nelle ultime settimane sono andate a ruba le prenotazioni per la piece teatrale “Incompatibili? Ma de che… incontenibili!”, un’opera dialettale in cui sono presenti tutti gli ingredienti del folclore neroniano. Uno spettacolo pirotecnico in cui comare un mix irresistibile di comicità e di giallo all’italiana, nell’ambito di un racconto dove ci sono leggi che si trasformano in pareri, lettere che finiscono nei cassetti e intrighi di corte. Domina la scena il protagonista indiscusso, ovvero l’assessore Invincibile, che è un grado di dominare gli eventi contrari, riuscendo a mantenere saldo il posto di comando. Un eroe moderno che riesce a battere nemici, leggi, pareri e nel frattempo riesce anche ad issare centinaia di bandiere blu, colore che richiama in modo inconfondibile il suo mantello. Le prove spesso si svolgeranno a porte chiuse perché il Presidentissimo, geloso della sua privacy e poco amante del gossip, non tollera i flash della stampa, quella Casta che si permette di raccontare gli eventi. Si segnalano fuori dal teatro le proteste veementi di cittadini e associazioni, ma la Grande Compagnia si sta organizzando, proponendo di nuovo il duo comico “C’ero io, no prego ritorna tu...” e l’allestimento di nuove cooperative teatrali. MB

Qui Radio Nerone Generali! Generali di Anzio! Come devo fare con voi? È un anno che vi faccio campagna elettorale e puntualmente mi fate venire il latte alle ginocchia! Ora ci mancava pure l’incompatibilità di alcuni di voi per la reggenza. Mamma mia che casinisti che siete! Altro che Pretoriani, vi devo seguire come dei bambini! Vabbè, lo sapete, il vostro Nerone è un buono e non vuole vedervi tristi e all’angolo. D’altronde sono un dittatore come voi! Ma non fatemi perdere troppo la pazienza! Eh! Ora ascoltatemi bene! Il popolo è scontento e parla di rivolte e assalti. Questo stato di cose non è possibile, è arrivato il momento di contenere tutti questi plebei che desiderano insorgere e che osano criticare e attaccare il regime. Vi consiglio di mettere alla gogna tutti coloro che osano contrastare il vostro operato e ostacolare i nostri festeggiamenti per il ventennio. Nerone è con voi! Ma non fatemi perdere troppo la pazienza! Eh!


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Successo per i festeggiamenti in onore di S. Antonio Abate

falasche IN FESTA PER IL SANTO DEL POPOLO Cresce sempre più il successo ottenuto dai festeggiamenti del quartiere anziate di Falasche in onore del Patrono Sant’A ntonio Abate. Il nostro Santo è chiamato anche Sant’A ntonio il Grande, Sant’Antonio del Fuoco, Sant’A ntonio d’Egitto. Fu un eremita di origine egiziane che venne considerato colui che fondò il Monachesimo cristiano e soprattutto fu il primo abate. Nel Calendario della Chiesa cattolica viene ricordato il 17 gennaio. Oggi le sue reliquie si trovano nella città di Arles in Francia dopo esser state a anche a Costantinopoli e ad Alessandria d’Egitto. Conosciamo la vita grazie alla biografia scritta dal suo discepolo Atanasio. Malgrado appartenesse ad una famiglia piuttosto agiata, mostrò sin da giovane poco interesse per le lusinghe e per il lusso della vita mondana: alle feste ed ai banchetti infatti preferiva il lavoro e la meditazione e alla morte dei genitori distribuì tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò nel deserto e li cominciò la sua vita di penitente. Compiuta la sua scelta di vivere come eremita, trascorse molti anni vivendo in un’antica tomba scavata nella roccia, lottando contro le tentazioni del demonio, che molto spesso gli appariva per mostrargli quello che avrebbe potuto fare se foste rimasto nel mondo. A volte il diavolo si mostrava sotto forma di bestia feroce - soprattutto di porco allo scopo di spaventarlo, ma a queste provocazioni Antonio rispondeva con digiuni e penitenze di ogni genere, riuscendo sempre a trionfare. I riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di S. Antonio sono antichissimi e legati strettamente alla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio “santo” del

popolo. È considerato il protettore contro le epidemie di certe malattie, sia dell’uomo sia degli animali. È stato invocato come protettore del bestiame e la sua effigie era collocata sulla porta delle stalle. Il Santo è invocato anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota come “fuoco di Sant’A ntonio” o “fuoco sacro”. Quest’anno i festeggiamenti in suo onore sono iniziati con una novità: dopo le sante messe è arrivata la notizia che non si sarebbero state le tradizionali giostre nel campo dietro la Chiesa. Notizia che ha lasciato molti giovani, che dall’anno scorso l’aspettavano, allibiti. Molti pensavano che fosse l’unico momento di svago in una località come Falasche. Altri hanno addirittura deciso di non partecipare alla celebrazione religiosa in segno di protesta. In ogni caso la tradizionale processione per le vie del quartiere ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e devoti di Sant’A ntonio Abate e della Beata Vergine. Dopo la funzione religiosa della domenica di festa è avvenuto il cambio del Santo e dello Stendardo tra le famiglie. Gran finale con i tradizionali fuochi artificiali. Un grazie alla Confraternita per l’impegno e per ciò che sono riusciti a realizzare, dall’apertura della “Sagra dei Ciciotti” alla musica e al ballo con l’orchestra spettacolo; grazie anche agli sponsor che come ogni anno ci permettono di godere di tutto questo. Ai giovani vorrei dire, quest’anno è andata così, l’anno prossimo facciamo qualcosa di concreto per ottenere quello che vogliamo; si parte sempre da qualcosa di “piccolo” per acuire esperienza e sicurezza in ogni campo della vita. Melania Maranesi

I nostri giovani tra piccole difficoltà e qualche volta grandi problemi

e per la loro rigidità e scarsa modificabilità costituiscono la spia di una diversità carica di sofferenza. La Scuola è messa a dura prova dalle continue provocazioni e dall’opposizione massiccia e quotidiana; di lui gli insegnanti dicono spesso “è un ragazzo che ha più sogni degli altri, ma nella sua impermeabilità non permette un approccio, parla continuamente di ingiustizie subite senza però percepire il significato delle parole e delle motivazioni degli altri, adulti o coetanei che sia”. Questi bambini hanno difficoltà a “calarsi nei panni dell’altro” ma anche a riconoscere dentro di sé affetti e pensieri. Con il loro comportamento e modalità di comunicazione tendono a minare profondamente il ruolo del genitore: “ci attacca continuamente, siamo sempre noi la causa della sua insoddisfazione o dei suoi insuccessi…”. Un bambino che non sa parlare dei suoi sentimenti, che si sente sempre al centro delle critiche, che chiede conferme delle sue ragioni, che si chiude in un mutismo saccente, è un bambino che sta vivendo un momento di dolorosa solitudine affettiva. L’isolamento sul piano sociale e interattivo, la difficoltà ad esprimere e a vivere senza esperire un senso di catastrofe incombente, le esperienze affettive e cognitive proprie dell’età sono gli indicatori di un conflitto profondo. Molti di questi comportamenti sono infatti il risultato di una rigidità difensiva (mi isolo perché non so come comunicare) e non di un autentico desiderio di evitare le relazioni con adulti e coetanei. Saremo lieti di leggere i vostri commenti su PSI.CO su Facebook. Luigi Cecchini e Alessandra Pangrazi

Il bambino con un brutto carattere È sempre con qualche trepidazione che andiamo periodicamente a “parlare” con gli insegnanti dei nostri figli: il vissuto che pochi di noi sono in grado di consapevolizzare è che il giudizio sul profitto e ancora di più sul comportamento del figlio implichi una valutazione sull’operato dei genitori! Ma questo è un nostro problema del quale potremo discutere una delle prossime volte. Prendiamo ad esempio il bambino che viene descritto dagli insegnanti come attaccabrighe, rabbioso, ostinato, che tende a chiudersi in se stesso e che non accetta mediazioni o compromessi. Spavaldo e fragile allo stesso tempo, può esprimere il suo disagio in diversi modi: isolato dai coetanei, non si fida e non si affida, non ha e non desidera un amico “del cuore”; bizzarro anche nelle scelte della sua età (vestiti, musica, hobby) pieno di rancorosa rabbia verso i/il genitori/e che “tenta/no di spingerlo fuori del nido”. Questi bambini mostrano spesso intense paure che sovente portano al blocco delle normali attività sociali arrivando a deridere chi si mette in gioco. Questi comportamenti costituiscono l’espressione di una distorsione del processo di organizzazione della personalità


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LA RICETTA DEL MESE

Melanzane ripiene INGREDIENTI Per 2 persone: - 1 cucchiaino di semi di finocchietto selvatico - 100 g di carne di manzo tritata - 1 grossa melanzana - aceto di vino bianco - sale grosso - olio extravergine di oliva - 2-3 rametti di prezzemolo - 1 cipollotto - 2 dita di vino bianco - 2 cucchiai di passata di pomodoro - pepe - sale - 15 g di burro - 15 g di farina - 150 ml di latte - 40 g di groviera - noce moscata PrOCEDIMENTO Mettete un cucchiaino di semi di finocchietto selvatico nel mortaio e pestarli. Sbriciolate il manzo macinato e mescolarlo in una ciotola con il finocchietto tritato. Lavare la melanzana sotto acqua corrente e tagliarla a metà nel senso della lunghezza; incidete la polpa con una serie di tagli orizzontali e uno verticale. Metterle a bagno con acqua e aceto per cinque minuti. Scolarle, cospargerle di sale grosso e metterle in un colapasta per 10 minuti circa ponendole in verticale, in modo da favorire il flusso del liquido di vegetazione. Trascorso il tempo scrollarle dal sale rimuovendolo accuratamente aiutandosi con un pennello da cucina. Scaldare la piastra in ghisa sul fuoco, ungerla con un filo d’olio e asciugarla bene con carta da cucina. Grigliare le melanzane dal solo lato della polpa per 5-10 minuti a fiamma bassa, fintanto che non si saranno intenerite; lasciarle intiepidire e scavarle per rimuovere la polpa aiutandosi con un coltellino e un cucchiaio. Cercare di lasciare integro il guscio della melanzana. Raccogliete la polpa su un tagliere e ridurla a pezzettini. Lavate il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle con la mezzaluna su un tagliere. Lavate il cipollotto sotto acqua corrente, rimuovere le radichette e affettarlo sottile, farlo imbiondire in una padellina con 2 cucchiai d’olio; quando si sarà ben ammorbidito unite la carne e farla uniformemente colorire, girando di frequente con un cucchiaio di legno. Unire il vino bianco e farlo sfumare a fiamma vivace. Aggiungete la polpa della melanzana, mescolate accuratamente, unire la passata di pomodoro, una generosa macinata di pepe e un cucchiaino di prezzemolo tritato. Amalgamate con cura tutti gli ingredienti e proseguite la cottura a fiamma media per 5 minuti, fintanto che la melanzana non si sarà ben intenerita. Mettete i gusci delle melanzane in una teglia leggermente oliata; ungere l’interno dei gusci con un filo d’olio e cospargerlo uniformemente con un pennello. Salare leggermente. Sciogliete in una casseruola, preferibilmente antiaderente, il burro e incorporare la farina girando con la frusta affinché non si formino grumi; versate il latte tiepido, poco per volta, stemperandolo bene. Quando la crema comincia a fumare aggiungere metà del groviera grattugiato e una grattugiata di noce moscata. Mescolate accuratamente e, se necessario, regolare di sale. Riempite i gusci delle melanzane con uno strato di carne, unire un po’ di crema, quindi completare con la carne. Decorare in superficie con la crema rimasta, il formaggio, un po’ di prezzemolo tritato, una grattugiata di pepe e infornare a 200° C per 25-30 minuti circa..Buon appetito! Elisabetta Civitan

Lo sapevi che.... - Prima di usare la cipolla, teniamola in frigo, oppure nel freezer e, mentre l’affettiamo, bagniamo spesso il coltello di modo che l’acqua, a temperatura ambiente, imprigioni le particelle responsabili del fastidioso bruciore agli occhi. - Per non rovinare i tubi di scarico del lavello della cucina, quando si scola la pasta, o le verdure lessate, è raccomandato far scorrere l’acqua fredda. - Se decidiamo di acquistare le verdure in busta, facciamolo con attenzione: le confezioni più esterne sono esposte all’escursione termica fra quella di conservazione e quella dell’ambiente circostante. Perciò, è sempre meglio prelevare confezioni più interne. - La padella di ferro è la migliore per friggere: non deve essere lavata dopo averla usata, ma solo pulita con la carta da cucina bianca, quella assorbente. - Quando lessiamo le verdure cerchiamo di non eccedere con l’acqua di cottura: maggiore è la quantità, più alta sarà la dispersione del contenuto vitaminico e dei sali minerali delle verdure. Per bollire, regoliamoci sulla minima quantità d’acqua possibile. - Per far conservare un bel colore verde a broccoli o fagiolini, la miglior cottura è la lessatura in abbondante acqua salata. La grande quantità mantiene bassa la concentrazione degli acidi, mentre l’utilizzo del sale aiuta la conservazione del colore. Attenzione hai tempi di cottura: le verdure cotte troppo a lungo diventano brunastre. - La patata è cotta alla perfezione quando tutti i grani di amido sono gonfi e teneri. Per ottenere risultati eccellenti in padella dobbiamo lessare preventivamente le patate, ma solo per poco tempo: ciò fa sì che si ricoprano di uno strato di gel che impedisce ai grani di amido di assorbire troppo olio. Inoltre la crosta esterna può più facilmente sopportare le alte temperature dell’olio senza bruciare, anzi: avremo, così, un guscio croccante e dorato. E.C.


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Quest’anno ad arricchire la festa, il primo Palio del Mare

AL VIA I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DEL SANTO PATRONO DI ANZIO Il 29 giugno si aprono i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, patrono della città neroniana, che si susseguiranno ininterrotti per due giorni. Il programma, presentato alla cittadinanza il 14 giugno a Villa Sarsina, prevede la solenne processione (30 giugno) e, novità assoluta per quest’anno, il Palio del Mare (1° luglio) seguito da musica e cabaret in Piazza Garibaldi. A chiudere il tutto, come di consueto, lo spettacolo pirotecnico. “Sarà un’estate ricca di appuntamenti – ha affermato l’Assessore alla Cultura di Anzio Umberto Succi – con l’importante primo Palio del Mare che vedrà sette imbarcazioni, in rappresentanza dei quartieri del territorio, cimentarsi in un’appassionante competizione velica con il percorso compreso lungo l’intera costa anziate.” A contendersi il Palio saranno dunque Anzio Centro, Anzio Colonia, Falasche - Villa Claudia, Quartiere Europa, Lavinio Stazione, Lavinio Mare, Lido dei Pini – Sacida. La competizione velica, alla sua prima edizione, si propone di riscoprire e

valorizzare la storica tradizione marinara della città neroniana. Organizzato dalla Pro Loco Città di Anzio e dal Centro Missionario Ss. Pio e Antonio, l’evento vede la collaborazione tecnica dei Circoli Velici del territorio, il Circolo della Vela di Roma, il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, la Lega Navale Italiana Sezione di Anzio, lo Yacht Club Anzio, il Circolo della Vela Anzio Tirrena e la Sezione Velica della Marina Militare Italiana di Anzio. In coda al Palio partirà la veleggiata di Sant’Antonio aperta a tutte le imbarcazioni. La partenza della competizione è prevista per domenica 1° luglio alle 12 dal Porto di Anzio; mentre il 29 giugno, in Piazza Cesare Battisti,

alle ore 19 ci sarà la cerimonia di presentazione del Palio con il corteo in costumi storici che attraverserà le vie del centro. Sabato il corteo sfilerà nella Solenne Processione in onore di Sant’Antonio da Padova con partenza alle ore 21 dalla chiesa dei Santi Pio e Antonio. La premiazione del Palio del Mare è prevista per domenica alle ore 18 in Piazza Pia. Silvia Arena

UN LIBRO PER L’ESTATE

Figgi de Zena di Alessandra di Lorenzo: la vita difficile di un bambino ai limiti della povertà

È una vita difficile quella di Carlos, undici anni trascorsi per le strade dei quartieri più malfamati di Genova. Sua madre, Cinzia, in attesa del suo quinto figlio, divide la casa con un uomo violento, non il padre di Carlos, ma un compagno che assomiglia più a un torturatore e che infierisce spesso e volentieri su di lei e sui suoi figli. L’autrice, Alessandra di Lorenzo, sa descrivere perfettamente e con maestria l’ambiente squallido in cui vivono i suoi protagonisti, senza tralasciare né una finestra, né un balcone dei marciapiedi dei carruggi dove Carlos passa intere giornate,

spesso saltando la scuola. Si tratta della zona di Prè, nel centro storico di Genova, dove Cinzia è scappata ancora giovane per un orgoglio smisurato, per fuggire dall’ingerenza dei suoi genitori nella sua vita, genitori incapaci di contenere il temperamento di una figlia divenuta madre troppo presto e segnata dalla tossicodipendenza. Eppure Prè è anche il luogo in cui Carlos ha messo su la sua banda, i Figgi de Zena. Da piccolo boss pieno d’idee e d’iniziative, intelligente e sveglio com’è, pianifica furti in giro per le zone ricche della città contribuendo in questo modo al sostentamento della famiglia, di cui si occupano soltanto lui e sua madre. Il patrigno si limita a sperperare i soldi che con tanta fatica i due riescono a mettere da parte. Cinzia è una madre incapace di avere un rapporto normale con il figlio, che ama e odia allo stesso tempo, perché è suo figlio e perché le ricorda l’uomo che ha amato. Così il bambino trascorre la sua infanzia sulla strada, tra la delinquenza dei quartieri malfamati della città marinara. Cresciuto troppo in fretta è lui

ad occuparsi dei fratelli e delle sorelle quando la madre non c’è. È lui a difenderli dalle violenze del patrigno quando questi torna a casa la sera ubriaco. Ma prima o poi una vita tale diventa insostenibile per chiunque, anche per Carlos e la sua famiglia. Se ne accorgono anche altre persone, con le quali bene o male il bambino è costretto a confrontarsi. Ed è proprio il loro interessamento, quello dei professori, dei vicini, degli amici e delle suore, a consentire a lui, a sua madre e ai suoi fratelli una svolta verso una vita più normale. Figgi de Zena è un romanzo che tocca nel profondo il lettore. Incentrato su una famiglia segnata dall’estremo disagio, dall’incomunicabilità più totale tra madre e figlio, dai soprusi di un uomo sempre più violenti e inaccettabili, la storia avvince e coinvolge dalla prima all’ultima pagina. La narrazione è realistica anche per la sua evoluzione, quando alla fine arriva per tutti il momento di rialzare la testa, di risolvere i tanti problemi e di fuggire da un destino negativo già scritto. SA


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La loro musica fatta di accordi limpidi e grintosi conquista il pubblico

Yellow Slippers: armonia e sensualità di una band al femminile

Dal giorno del loro esordio, il 25 aprile 2012 a Piazza del Mercato a Nettuno durante il concerto per la Liberazione organizzato dalla sezione locale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, un gruppo di ragazze sta facendo parlare di sé molto molto spesso e sta riscuotendo le simpatie delle diverse realtà che organizzano serate live ad Anzio e Nettuno. Stiamo parlando delle Yellow Slippers, in principio Green Pajamas. Dopo varie sperimentazioni di percorsi musicali rivelatesi per molti versi un vicolo cieco difficile da superare, le brillanti gemelle Tania

e Tatiana Monteriù, TNT per la loro natura indiscutibilmente esplosiva, rispettivamente voce e chitarra insieme alla loro migliore amica Eleonora Clementini, bassista a dir poco superlativa, sono riuscite a creare un nucleo creativo con cui esprimere al meglio le loro potenzialità. La qualità del sound è chiara già dai primi accordi, limpidi e assolutamente chiari, grintosi e a volte spregiudicati, ma allo stesso tempo inevitabilmente armonici e sensuali. Nonostante la giovanissima età delle componenti della band, a cui va aggiunta la formidabile batterista Elli, un vero talento che tratta grancassa e rullante per non dire i piatti come fossero parte del suo corpo e crea un ritmo serrato riempiendo così l’atmosfera di euforia e coinvolgimento, le Yellow Slippers danno filo da torcere a chiunque si esibisca con loro in una jam o in un contesto che prevede l’intrecciarsi di più gruppi. Generi diversi e sonorità che ricordano i bei tempi del BoogieWoogie si susseguono una dopo l’altra in ogni loro apparizione dal vivo. Partendo dal

country rock degli anni sessanta, le ragazze trasmettono la giusta adrenalina per iniziare un live degno di questo nome, per proseguire poi all’interpretazione vera e propria del miglior blues made in USA, con il quale definitivamente conquistano un pubblico che appena arriva il momento dei pezzi rock’n’roll va letteralmente in pazzia consacrando una band che anche se giovane di età e di attività riesce a trasmettere emozioni come pochi sanno fare. Non è il caso poi di dimenticare qualche spruzzo fondamentale del miglior rock anni ottanta, che sembra colorare l’aria di tonalità irrefrenabili, disegnando così uno scenario a dir poco sublime. Vibranti, elettriche, soft e coinvolgenti, come le definiscono coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarle dal vivo. Nei prossimi mesi saranno non poche le occasioni in cui sarà possibile assistere ad uno dei loro concerti, ragion per cui invitiamo i lettori di music@space a tenersi pronti per quelle che si prevedono serate indimenticabili. Valerio Bruni

Dal 15 giugno nelle sale un film di Ami Canaan Mann

Le paludi della morte Ispirato a fatti realmente accaduti, “Le paludi della morte” è un thriller di Ami Canaan Mann ambientato a Texas City e racconta la storia di due poliziotti che investigano su una serie di omicidi di donne, alcune molto giovani, i cui corpi vengono ritrovati in una pericolosa zona della costa denominata killing fields. Attraverso la ricerca del criminale da parte degli investigatori, il film mostra in toni cupi un’area paludosa e maledetta in cui nel corso degli anni sono stati trovati numerosi cadaveri. Non sono quindi i due poliziotti i protagonisti di questo film ma le paludi della morte, i killing field. Lo stesso Texas, dipinto a toni foschi e oscuri, risulta quasi incomprensibile a chi viene da fuori e non è nato in questa terra. È il caso di uno dei due poliziotti: Brian Heigh, nativo di New York, incapace di capire il funzionamento del Texas e della palude. Concentrandosi soprattutto sul luogo dell’azione, il film lascia poco spazio all’immaginazione dello spettatore e ai suoi tentativi di capire chi sia il colpevole dei crimini. L’ambientazione avvolge tutta la trama, non c’è spiegazione sui dettagli e il film va avanti attraverso i frammenti degli omicidi

e il rapporto che instaurano i due poliziotti collegi, quello con l’ex moglie di uno di loro e la vita tormentata di una ragazzina, Little Anne, interpretata da Chloë Moretz. Non possiamo sapere perché Brian si intestardisce in modo così caparbio sugli omicidi dei killing fields anche se sono fuori della sua giurisdizione, né perché Mike (l’altro poliziotto) ha divorziato da sua moglie, né di che tipo di delinquenza sia stata protagonista Little Anne. Risulta invece chiara e lampante l’atmosfera squallida, deprimente e tetra delle paludi della morte. I killing fields sono un luogo che ammalia le persone e le sconvolge. Tra queste paludi spietate e uomini brutali pare che solo Little Anne sia in grado di mantenere e conservare dolcezza e sensibilità. Quando la ragazzina, cioè Chloë Moretz, esce dalle scene, permane la chiara comparazione tra una persona fragile e il mondo crudele. Non si può distogliere lo sguardo dalla vita di Chloë Moretz senza un po’ di speranza. Forse questo film dà la sensazione di essere incoerente allo spettatore che cerca una storia ben organizzata e una precisa descrizione dei personaggi. Yoshiro Izumi


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Ancora nessuna ufficialità sulla presunta trattativa

CALCIO, IPOTESI FUSIONE ANZIOLAVINIO-NETTUNO Da circa un mese ad Anzio e Nettuno sta circolando la voce di una possibile fusione tra i due club tirrenici. Il tutto è partito come un pourparler tra i due presidenti delle società. Tonino Nocera ha chiamato il patron anziate Franco Rizzaro proponendogli di unire le forze per tentare la scalata alla lega pro. Le parti si sono incontrate più di una volta, si è discusso di come poter strutturare la società. I nodi da sciogliere sono tanti, ad esempio dare un nome al nuovo club, in quale struttura far giocare le partite casalinghe, come gestire il settore giovanile e cosa più importante, come strutturare l’organigramma perché conoscendo i due presidenti, siamo certi che ognuno vorrebbe gestire il club in primis, e sembra difficile che uno dei due possa mettere delle risorse finanziarie importanti per poi farle gestire all’altro. Restiamo in attesa di nuovi sviluppi su questo fronte. Voci degli ultimi giorni parlano di una frenata tra le due parti con l’ipotesi fusione che sembra tramontata. Ma ad oggi non c’è l’ufficialità e di conseguenza non possiamo definire saltata la trattativa. Ci sono stati diversi commenti su questa ipotesi fusione, ognuno ha voluto dire la sua, abbiamo registrato qualche

parere favorevole e tanti contrari. Permettetemi di esprimere anche la mia idea. Il mio è un giudizio prettamente campanilistico. Credo che tutti gli abitanti di Anzio e Nettuno vorrebbero una squadra in Lega Pro come ad esempio ce l’ha Aprilia e Latina, ma è giusto che ognuno ci arrivi con le proprie risorse. Sono contrario alla fusione. L’Anziolavinio è una cosa, il Nettuno un’altra. Pur essendo due società importanti nel panorama calcistico laziale, da un po’ di anni hanno trovato la loro stabilità, l’Anzio in serie D grazie agli sforzi della famiglia Rizzaro che ogni anno investe tempo, denaro e passione per allestire una squadra importante. Il Nettuno al contrario è gestito da più persone, ognuno vuole dire la sua, non si capisce bene chi abbia il comando e sembra avere trovato la sua giusta dimensione nel campionato di promozione. Vado controcorrente e aggiungo che sarebbe ora di tornare a chiamare la squadra ANZIO 1924, visto che ormai non ci sono più esponenti di Lavinio nella

struttura societaria. Aspettando sviluppi, il club anziate ha iniziato a progettare la nuova stagione. Sono iniziati i colloqui con il mister e con alcuni giocatori. Il punto di forza sarà la conferma dei tanti giovani che hanno ben figurato con l’innesto di qualche esperto. Per ora di ufficiale c’è soltanto la nomina del nuovo direttore sportivo che è Nerino Tabanelli, ex Velletri e Artena. Sarà una calda estate sotto tutti i punti di vista. I rumors vi raggiungeranno anche in spiaggia! Fabrizio Tirocchi

Il Nettuno si candida ad ospitare la fase finale della coppa dei campioni

BASEBALL: BRILLA IL NETTUNO, STAGIONE DIFFICILE PER L’ANZIO

Con l’arrivo dell’estate, iniziamo a parlare di baseball sulle pagine del nostro giornale. Il campionato del Nettuno e dell’Anzio baseball è iniziato da un po’ di tempo. Vi ricordiamo che il Nettuno milita nel massimo campionato nazionale, mentre l’Anzio è impegnato nel campionato di serie A federale. Da poco si è concluso l’European Cup che ha visto il Nettuno trionfare in Olanda e candidarsi ad ospitare la fase finale della coppa dei campioni di baseball. C’è grande entusiasmo in città per questo avvenimento, non è ancora ufficiale ma c’è il gradimento della FIBS. A breve verrà

data l’ufficialità della sede. Intanto il Nettuno si gode la bella vittoria nel suo girone. Le gare di questo primo turno si sono svolte a Rotterdam e, nonostante il Nettuno abbia esordito con una pesante sconfitta contro il Barcellona, è riuscito a vincere il proprio girone imponendosi nelle 4 restanti partite. I ragazzi di Bagialemani hanno sconfitto in sequenza i francesi del Rounen per 4-2, il Technika Brno per manifesta (16-3) arrivando allo scontro diretto contro il Neptunus Rotterdam forti delle due vittorie e senza timore. Con una prova magistrale Imperiali & co. sono riusciti a ribaltare lo svantaggio iniziale imponendosi per 3-1. Nell’ultimo match del girone, è arrivata un’altra bella vittoria per 8-1 contro i tedeschi del Regensburg. Alla fase finale accedono dunque Nettuno, Rounen, Bologna e Amsterdam. Tornati dalla coppa ci si è rituffati nel campionato che è arrivato nella fase calda della stagione con il Nettuno che completa lo sweep contro Novara e allunga il vantaggio sull’inseguitrice Parma (+ 6 partite) in cerca

di un posto play off. Il prossimo turno vedrà il Nettuno impegnato nella difficile trasferta contro i campioni d’Italia del San Marino. Passando all’Anzio Baseball, nell’ultimo turno disputato, pesante sconfitta subita contro il Modena (11-1) – (8-0). Stagione difficile questa per l’Anzio visto che sono partiti tutti i migliori giocatori che c’erano nel roster. Dopo la prima giornata di ritorno i ragazzi di coach Bulfone sono ultimi in classifica, la speranza è quella che si possano alzare al più presto per finire la stagione nel migliore dei modi. Chiudiamo menzionando i ragazzi del Nettuno Baseball impegnati nella IBL2: l’obiettivo non era quello di vincere ma di far crescere i giovani da lanciare in prima squadra, ma i ragazzi di coach Lo Fazio non sembrano dello stesso avviso, visto che nel girone di ritorno sono ancora imbattuti con quattro vittorie in altrettante gare. Restate sintonizzati sulle nostre pagine sotto l’ombrellone sul lettino, con Coca Cola e AnzioSpace. F.T.


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Rubriche

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DETTI PORTODANZESI “‘Ndò c’ha l’occhi c’ha le mano”, si dice di solito ai bambini ma anche a qualche adulto che ha la mania di toccare tutto. “Nun sa ne parlà né stasse zitto”, questo detto è preconfezionato per chi ha la sfortuna di non saper ascoltare e non è neanche un abile oratore. “Nun c’ha manco l’occhi pe’ piagne”, i pescatori lo dicono quando pescano un pesce molto piccolo ma è un detto che viene usato anche per chi è talmente povero da non avere neanche la possibilità di lamentarsi. “Me so fatto novo novo”, dopo un bel pranzo ma anche in occasione di eventi fortunati. “‘Na parola è poca e due so’ troppe!” detto come consiglio per tacere. “Chi nun dà retta a mamma e papà brutta fine fa” Si commenta da sé, ragazzi riflettete! “Mettece na pezza” corri ai ripari, rimedia ad una situazione critica. “Er sumaro porta la pajia er sumaro se la magna” mangiare il dono portato è un’azione da ignoranti, da somari. Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli

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Anzio-Space dà spazio ai lettori Scriveteci un sms al:

“La città è stanca di essere lasciata così abbandonata, Lavinio ormai è una baraccopoli. ” Alberto “Trovo questo giornale molto interessante e sempre ricco di spunti, vorrei collaborare con voi ” Maria Cristiana “Con l’ospedale dei castelli, il faina di certo chiuderà e il comune avrà un altro palazzo da occupare ” Sara “Assessore, caccia i soldi dal borsello, paga pantalone ” Flavio “Evviva l’estate ” Benedetto

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Appartenente alla famiglia del cipresso, l’arbusto sempreverde è molto diffuso ad Anzio

IL GINEPRO COMUNE

Il Juniperus communis, ginepro comune, si presenta come un arbusto con rami fitti o un piccolo albero sempreverde, alto da uno a dieci metri con foglie aghiformi e pungenti. La pianta appartiene alla stessa famiglia del cipresso, che comprende specie arboree e arbustive che spesso si sviluppano in modo spontaneo e sono largamente diffuse nella nostra flora locale. Il ginepro è una pianta adatta alla selvicoltura che comunemente predilige luoghi aridi, incolti o boschivi e con alcune sottospecie che nel corso di migliaia di anni si sono adattate alle alte quote, lo troviamo anche in ambienti montani, fino ai 2500 metri di altezza. La coltivazione del ginepro richiede di norma un clima temperato. Risultano molto buoni per il suo sviluppo zone dove le precipitazioni estive sono frequenti e cresce bene esposto in pieno sole o in mezz’ombra. Il suolo presente nel litorale di Anzio è ideale per il ginepro che infatti vegeta in suoli sabbiosi o carsici. Le numerose varietà di ginepro hanno foglie di colore verde-azzurro con un gradevole profumo resinoso e bacche dal colore bluastro. Il ginepro viene utilizzato spesso per decorare parchi e ampi giardini dove, anche ad Anzio, può capitare facilmente di trovarlo. Per il consolidamento di tratti litoranei sabbiosi si utilizza, per la sua resistenza alla salsedine, il Juniperus macrocarpa conosciuto come “ginepro coccolone”, scelto spesso dal circolo locale di Legambiente per le piantumazioni ad opera dei volontari durante iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e a trasmettere l’importanza di un rapporto sostenibile con l’ambiente. Nel caso del rimboschimento di zone particolarmente aride si utilizza invece preferibilmente il Juniperus communis. Il legno di ginepro ha un colorito rosso e un odore molto intenso di resina, viene usato per lavori di intaglio ma anche per fare fumigazioni che alleviano i dolori reumatici. Le bacche blu del ginepro, dette anche “coccole”, sono utilizzate sia in cucina per condire pietanze dai sapori molto pronunciati come la selvaggina e i crauti, sia per la produzione di superalcolici come il gin e la grappa di ginepro. Dalle bacche si estrae per distillazione un olio essenziale: l’essenza di ginepro. La medicina popolare dà altissimo valore curativo a quest’olio, indicandolo come rimedio per disturbi digestivi, malattie respiratorie, delle vie urinarie e reumatiche, ma attenzione, un uso eccessivo ha controindicazioni particolarmente serie. Nel prossimo numero di Anzio-Space impareremo insieme qualcosa di più su una pianta che seppur non originaria della macchia mediterranea, è da secoli massicciamente presente dalle nostre parti: l’oleandro. Filippo Valenti


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Aumento dei furti sul lungomare Buongiorno, sono un cittadino di Anzio residente dal 2009, di professione militare con sede lavorativa in Puglia. Vi scrivo con lo scopo di fornire un servizio utile d’informazione per tutti i lettori e soprattutto nella speranza di sensibilizzazione da parte delle istituzioni locali e forze dell’ordine sul problema dei furti nelle autovetture. Nella giornata di sabato 19 maggio sono stato vittima di un furto di diversi effetti personali (di poco valore fatta eccezioni per i documenti) che si trovavano nella mia auto in sosta presso il Lungomare delle Sterlizie, zona Lido dei Pini. Mi ero assentato per pochissimi minuti dalla vettura, il tempo utile per prendere un caffè presso lo stabilimento “GALAPAGOS” intorno alle cinque del pomeriggio e tornando al parcheggio ho trovato la mia auto con il finestrino posteriore rotto. Purtroppo nel giro di tre anni è la seconda volta che mi capita questo spiacevole episodio nello stessa zona, ma la cosa ancora più incredibile è che quel giorno su quella stessa strada c’erano almeno una decina di macchine che avevano i finestrini spaccati: un vero e proprio assalto! E nessuno ha visto nulla, neanche i residenti delle villette adiacenti al Lungomare. Praticamente la cosa va avanti ogni week end. Solamente quel pomeriggio, presso la stazione dei carabinieri di Lavinio c’erano tantissime persone che denunciavano furti simili al mio nella stessa zona! Se le forze dell’ordine non possono fare nulla per evitare ciò, viste le residue disponibilità di personale(anche se a parere del sottoscritto basterebbe come deterrente il passaggio semplice di un autovettura della polizia/carabinieri di tanto in tanto nella zona) spero almeno che voi possiate prendere in considerazione questa mia denuncia per farne un’utile informazione ai turisti e ai cittadini di Anzio. Silvio Persi

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Al Sindaco di Anzio Luciano Bruschini e all’attenzione dell’assessore Umberto Succi Sull’ultimo numero del GRANCHIO ho letto (con notevole sorpresa!) di una visita ad Anzio di una delegazione marocchina della città di LA AYOUNE , Sahara Occidentale occupato dal 1975 dal Marocco. Dal momento che si prospettava un possibile gemellaggio con Anzio si ricorda che da più di 30 anni la nostra città è gemellata con la città di Bou Craa, abitata dai profughi Saharawi del Fronte Polisario e ospitata in un territorio concesso dall’Algeria. Tra il Marocco e il Fronte Polisario esiste uno stato di guerra attualmente sospeso da un fragile armistizio. In passato Anzio ha più volte ospitato in estate bambini della città del Fronte Polisario con noi legata con patto di gemellaggio, approvato da una delibera del consiglio comunale e mai abrogato. Inoltre Anzio ha partecipato all’allestimento di carovane di soccorso per i Saharawi e alcuni di noi, tra i quali lo scrivente, Renzo Mastracci, Rita Federici hanno visitato i campi profughi e avuto contatti con la rappresentanza a Roma del Fronte Polisario, cosi come avvenuto per diversi comuni del Lazio e della Toscana. Tutto è possibile ma gemellaggi contemporanei con città divise da uno stato di guerra è una eccezionale novità che se si realizzasse, andrebbe segnalata all’ONU da tempo impegnata per una difficile soluzione di questo stato conflittuale. Guglielmo Natalini

L’anarchia è un’altra cosa La Federazione anarchica italiana, con la quale da sempre abbiamo ottimi rapporti, evidenziati anche dal fatto che tra i nostri collaboratori più costanti e significativi alcuni siano militanti di quella organizzazione: innanzitutto Massimo Ortalli, che per noi di fatto è un redattore di questa rivista. E poi Maria Matteo, Antonio Cardella e altri ancora. Noi di A non siamo militanti della Fai. Quando A nacque oltre 40 anni fa, la redazione era composta quasi esclusivamente da militanti dei Gruppi anarchici federati, un’organizzazione prevalentemente giovanile che poi si esaurì nella seconda metà degli anni ’70. In quanto tale, però, la rivista non ha mai fatto riferimento esclusivo a una “componente” dell’anarchismo organizzato, in una tradizione di apertura che in Italia è caratteristica prevalente delle varie testate, a partire proprio da Umanità Nova che, pur essendo “della Fai”, è sempre stata aperta. Che se ne faccia parte o no, questa è la Fai, la nostra Fai. Da qualche tempo ce n’è un’altra in giro, che vigliaccamente utilizza lo stesso acronimo, ma la cui ultima lettera sta per “informale” invece che “italiana”. Si tratta di un’operazione sporca, che sia opera di “compagni” o dei servizi segreti o di chi altro. Sporca, comunque. È grazie a questa scelta (provocatoria, si sarebbe detto in altri tempi) che in queste settimane i mass media si permettono di ripetere che la Fai gambizza, la Fai ha imboccato la strada della lotta armata, la Fai… Senza nemmeno più il pudore o l’attenzione di dire la Fai informale. Abbiamo seguito su A fin dall’inizio le gesta di questi informali, il loro uso della violenza, fisica e verbale. Li abbiamo seguiti e li seguiamo con l’attenzione e la preoccupazione che meritano, come ogni qualvolta si vuole confondere l’anarchismo con la violenza, il terrorismo, la vendetta, ecc. Abbiamo attraversato gli anni ’78 e ’80, stimolando dibattiti, approfondendo, discutendo ma soprattutto marcando per quanto possibile il baratro che ci divide da chi – in qualsiasi luogo, dal Potere ai movimenti – ritiene che violenza e anarchia facciano rima. Non fanno rima. A meno di stravolgerne il senso. Come fanno gli informali con sigla Fai. Questa pagina, per gentile concessione, è l’editoriale del prossimo numero di A, la storica rivista anarchica che prende una posizione netta contro la Federazione anarchica informale.


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PILLOLE FISCALI a cura del Dott. Marco Minoccheri Unico 2012: prorogato il versamento delle imposte al 9 luglio 2012 Con DPCM firmato il 06/06/2012 è stato prorogato dal 18 giugno al 9 luglio 2012 il termine per il versamento, senza interessi, delle imposte e dei contributi derivanti dai modelli UNICO 2012 (anche unificati) e IRAP 2012; slitta, invece, dal 10 luglio al 20 agosto 2012 il termine per il versamento con la maggiorazione dello 0,40%, a titolo di interesse corrispettivo. Le persone fisiche senza partita iva ed i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore avranno quindi tempo fino al prossimo 9 luglio 2012, per effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, da quelle Irap e dalla dichiarazione unificata annuale. Si sposta cioè in avanti la scadenza, ordinariamente fissata al 18 giugno 2012. I pagamenti potranno, quindi, essere effettuati entro il 9 luglio, senza alcuna maggiorazione, oppure dal 10 luglio al 20 agosto, maggiorando le somme da versare dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo. Slittano, inoltre, i termini per i pagamenti in caso di opzione per la rateizzazione ai sensi dell’art. 20 del DLgs. 241/97, con la conseguenza che le rate successive alla prima, differita al 9 luglio 2012, devono essere versate entro il giorno 16 di ciascun mese di scadenza, per i contribuenti titolari di partita IVA, ed entro la fine di ciascun mese di scadenza, per i contribuenti non titolari di partita IVA. Da ultimo, anche se con particolari modalità, la proroga in esame esplica effetti anche in relazione al versamento del saldo IVA da parte dei contribuenti che presentano la dichiarazione IVA relativa al 2011 nell’ambito del modello UNICO 2012. Il differimento dei termini di effettuazione dei versamenti è stato concesso per consentire il corretto svolgimento degli adempimenti connessi alla predisposizione delle dichiarazioni e alla definizione dei versamenti, nonché per permettere il superamento di criticità operative, riscontrate da parte dei soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore.

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Chiuso in redazione domenica 17 giugno 2012


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