Anzio-Space 39 - Aprile 2012

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Politica fragile Quello che è accaduto nei giorni scorsi ai danni del Vice Sindaco Placidi offende la nostra città. Chi ha agito in questo modo ferisce l’intera comunità, che non è avvezza a certi stili. Allo stesso tempo questo gesto ci pone di fronte ad una evidente problema: la fragilità della politica. La società sta cambiando e la nostra città segue rapidamente questo processo. Il tessuto sociale del nostro territorio si trasforma di giorno in giorno in un insieme molto complesso: siamo tanti, di diverse origini ed estrazioni sociali. E tra tanta brava gente, e una crisi che avanza, ospitiamo anche individui capaci di azioni così deplorevoli. Oggi il buonsenso (quando c’è!) o il vecchio stile clientelare del fare politica non è più sufficiente e adeguato ad un uomo pubblico per affrontare al meglio e in sicurezza il mandato espresso dai cittadini. Oggi il politico è fragile. E al di là delle strumentalizzazioni del fatto specifico (opportune e meno opportune), credo sia importante cogliere l’occasione di questo gesto ai danni di Placidi e della sua famiglia, per riflettere in maniera seria sulla necessità di un supporto formativo per la politica e gli amministratori comunali di oggi e di domani, al fine di migliorare il dialogo con la città. Il politico ha bisogno di maggiori strumenti per gestire al meglio rapporti interpersonali con i cittadini, per poter prevenire o padroneggiare momenti di confronto con possibili criminali e malintenzionati, per agire sempre nella legalità, nella trasparenza e nella sicurezza dei cittadini e della propria famiglia. Esortiamo le forze politiche della città, prima di scegliere gli uomini delle loro liste solo in base a criteri elettoralistici, a dare vita a corsi di formazione diretti agli amministratori attuali e futuri e agli attivisti della politica. Corsi nei quali professionisti della comunicazione, della legalità e dell’intercultura, possano fornire ai partecipanti strumenti tecnici e rafforzare le capacità critiche di chi si interessa della cosa pubblica. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle deficienze dei nostri politici. Se fatti come questi offendono la città,cominciamo a difenderci con una maggiore conoscenza. Iniziamo a migliorare. Andrea Mingiacchi

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INPS VIA A LUGLIO, SCADE IL CONTRATTO D’AFFITTO Istruzioni per chiedere il trasferimento ad Anzio

AMBIENTE, PESCA E BALNEARI Il declino del nostro litorale

IL TRIBUNALE DI ANZIO A RISCHIO CHIUSURA Bruschini: “Siamo pronti ad assumerci i costi”

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ANZIO: CC Anteo, V.le Antium 6 1° piano; Via Roma 41 ARDEA - Tor San Lorenzo: L.go San Lorenzo 5 www.biomondoshop.com


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via di Villa Claudia, 36 - ANZIO

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Spari contro il cancello dell’abitazione di Patrizio Placidi, vicesindaco di Anzio

SIAMO ARRIVATI A TANTO?

La notizia è di quelle toste, che appena le senti fanno drizzare i capelli: sei colpi di pistola sono stati esplosi contro il cancello della villa dell’assessore all’ambiente del comune di Anzio, Patrizio Placidi. I fatti risalgono all’inizio del mese quando intorno alle tre del pomeriggio, da una Smart for four di colore grigio, ignoti hanno deciso di compiere tale gesto. Cinque dei sei colpi di pistola sono finiti sul cancello, mentre un altro lo ha addirittura oltrepassato. Fortunatamente in quel momento nel giardino non c’era nessuno; l’assessore era da poco rientrato a casa dopo una mattinata

di lavoro in comune e stando a quanto riferito dagli inquirenti sembrerebbe che colui che ha compiuto un gesto simile abbia proprio aspettato che lo stesso Placidi rincasasse. Stando sempre alle prime ipotesi sembra escludersi la pista mafiosa; a prendere corpo è sempre più la possibilità che si tratti di un gesto di qualche disperato che si sia sentito rispondere no ad una possibile richiesta di lavoro. Già perché sentendo ciò che dice Placidi, ormai, il suo assessorato è diventato una sorta di ufficio di collocamento, dove tutti, persone di destra, sinistra e centro, vanno a chiedere. Proprio il giorno degli spari qualcuno e più di uno pare abbiano alzato la voce. La solidarietà è arrivata da tutto il mondo politico locale, tanto che il giorno dopo il fatto è stata convocata una conferenza stampa dove era presente l’intera giunta e nella quale il sindaco ha precisato, ancora una volta, che la situazione è sotto controllo e non c’è alcun condizionamento da parte della criminalità

organizzata verso l’amministrazione, oltre a ribadire la propria solidarietà all’assessore. Al momento di andare in stampa le indagini sembrano avvolte nel mistero e tutte le ipotesi sono al vaglio degli inquirenti. Placidi afferma di non aver mai ricevuto minacce; fatto sta che ad Anzio è la prima volta che avviene un fatto del genere: è vero che tra il 2002 e il 2004 venne più volte incendiato lo stabilimento balneare dell’assessore al turismo Succi (anche se all’epoca dei fatti era ancora consigliere comunale). Nel 2003 venne fatta esplodere una bomba carta contro il negozio dell’ex assessore ai servizi sociali Pennata e sempre nello stesso anno l’auto dell’ex sindaco De Angelis fu cosparsa di benzina e incendiata in pieno giorno e in pieno centro da uno squilibrato. Esprimendo anche noi di Anzio Space la nostra solidarietà all’assessore ci auguriamo che quanto prima venga fatta chiarezza su tale gesto. Leonardo Tardioli

INPS VIA A LUGLIO, SCADE IL CONTRATTO D’AFFITTO ISTRUZIONI PER RICHIEDERE IL TRASFERIMENTO NELLA FUTURA SEDE

Come gli utenti hanno potuto constatare molti servizi dell’Inps non vengono effettuati più nella sede di Anzio, diventata soltanto un punto info. La decisione di sopprimere alcuni servizi fondamentali, sui quali tutti noi abbiamo sempre pagato il nostro contributo, è stata affrontata in silenzio e a piccole dosi non rimpiazzando più i dipendenti che venivano a mancare per diversi motivi. Il Comitato “Salviamo l’Inps di Anzio” ha incontrato il Sindaco Luciano Bruschini, sempre disponibile e sensibile a questo problema, per fare insieme il punto della situazione. Per quanto riguarda la nuova sede da assegnare si sta mettendo a punto la convenzione migliore nel rapporto tra lo spazio necessario e il numero di impiegati indispensabili a ripristinare l’Inps di Anzio come era qualche anno fa, quando i prodotti venivano lavorati direttamente. Tra questi vi erano disoccupazione agricola, disoccupazione con requisiti ridotti, pensioni marittime e di invalidità, assegni familiari e altro che oggi

sono stati trasferiti tutti in altre sedi mentre ad Anzio rimane un punto informazioni. Per discutere la risoluzione logistica dovrà venire in loco la direttrice regionale Gabriella Di Michele e valutare le possibilità che il comune offre. Il problema è che alcuni locali della struttura situata nel quartiere Europa sono stati già assegnati al Centro per l’Impiego appena trasferito da Anzio Colonia. Non sarà possibile quindi sfruttare tutti i 250 metri quadrati. Ma il Sindaco garantisce che per raggiungere la metratura necessaria e soddisfacente agli osservatori dell’Inps è disponibile a costruire altri vani nella piazzola antistante. Il risparmio dell’Inps, se si accetteranno le condizioni, sarà di diecimila euro al mese e siccome il contratto attuale scadrà a luglio si dovrebbero accelerare i tempi. Sia la signora Di Michele sia il Sindaco credono possibile realizzare la nuova Agenzia di Anzio per l’inizio dell’anno nuovo. Non si comprende ancora quale sarà la nuova sistemazione da luglio a gennaio, ma il Comitato ha collaborato attivamente alla ricerca del personale e sono ben otto le persone qualificate che hanno richiesto il trasferimento all’Inps di Anzio. Ricordiamo che il centro di Anzio serve quasi 120 mila utenti e la sua sala d’aspetto accoglie almeno quaranta persone ogni ora. Il Comitato chiede gentilmente alla Direttrice Inps e al Sindaco

un atto di comprensione e buona volontà per tutta la situazione in modo da superare i tempi biblici della burocrazia a vantaggio degli anziani, degli invalidi, dei disoccupati e delle donne in gravidanza di Anzio e Nettuno. red

Qui Radio Nerone Possibile alchimia Sindacus! Anch’io come te sono nato ad Anzio e l’essere estroso, come tutte le creature che beneficiano del clima di Antium, mi appartiene da sempre! La fantasia e la creatività hanno sorretto il mio impero, e tu lo sai! Ho fatto del bene all’umanità, pur pagando ancora oggi per le mie strategie spesso non condivise. Credo ancora nella capacità degli alchimisti di trasformare il “piombo” in “oro”. Quanti ne ho conosciuti di personaggi che avevano quest’obiettivo! Caro Lucianus, credo che ad Anzio tu possa farcela! Il piombo sparato alla Domus del vostro generale, puoi trasformarlo in oro. Come? Metti tutti i tuoi pretoriani in pensione. Sindacus! Pago io!


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AMBIENTE, PESCA E BALNEARI: Anzio era soprannominata “la perla del Tirreno” non a caso. Negli anni ‘60 e ‘70 il turismo implodeva nella cittadina più amata di quei tempi, dove il clima è da sempre stato tra i migliori e la verginità della natura e del paesaggio erano l’unica vera attrazione. D’estate vi risiedevano personaggi del calibro di Claudio Villa o Amedeo Nazzari, ma anche Re Farouk d’Egitto che ogni anno ormeggiava la sua barca nel porto e passava tutta l’estate giocando a carte con i più grossi imprenditori di Roma, Gianni Agnelli che affidava il suo motoscafo offshore alle cure del miglior meccanico marino dell’epoca, Pierino Gargana. Nascevano campioni come Giulio Rinaldi che raggiunse il primato europeo dei pesi massimi di boxe. Al Paradiso sul Mare si giravano film come “Polvere di stelle” diretto e interpretato da Alberto Sordi e Monica Vitti, oppure “Amarcord” di Federico Fellini e ancora “Cleopatra” interpretata da Liz Taylor e Richard Burton vestito da Marcantonio già ubriaco alle 11 di mattina. Oltre a questi almeno un’altra trentina di scene di vari film, dal dopoguerra, venivano girati in questi lidi. I villeggianti prevalentemente di Roma se ne stavano di giorno sulle spiagge da

maggio a ottobre e la sera andavano a ballare nelle ville dei lungomare dove c’erano feste tutte le sere con obbligo del vestito elegante. Anzio si chiamava Portodanzio, tutto girava intorno al porto illuminato ancora oggi da albe che lasciano senza fiato. Ma la verginità naturale il paese l’ha persa e la crescita come città non è stata all’altezza della gloriosa storia. Le pressioni da Bruxelles con le nuove regole non ci hanno aiutato e i nostri governi locali non hanno avuto mai amministratori eccezionali ma solo uomini “normali” trascinati dagli eventi esterni come la crisi mondiale. La spontaneità di un tempo si è tramutata in pretese megalomani di progetti atti a colpire più la fantasia che la realtà. Una realtà produttrice di traffico, nuovi residenti, caos e delinquenza organizzata non sempre gestiti a dovere. Negli anni ottanta con la costruzione del Marina di Nettuno, i vicini nettunesi anno dopo anno hanno rubato la scena turistica ad Anzio. Situazione che non è durata molto, l’amara vicenda del sequestro della stessa Marina per gravi infrazioni sull’ampliamento del porto turistico ha siglato l’ultimo atto del declino del nostro litorale.

PESCATORI FINITI NELLA NASSA DELLE DIRETTIVE EUROPEE

fino alla sospensione temporanea dell’attività. Ogni 18 punti persi la penalità raddoppia fino al ritiro completo della licenza se questi punti si moltiplicassero per 5-6 volte. Tra le richieste dei pescatori vi era l’annullamento dell’obbligatorietà a compilare il giornale di bordo che prevede la trascrizione entro 48 ore di ogni giornata di pesca con orari, zone di pesca, pesce pescato, dichiarazione a chi viene venduto e il peso preciso all’ultimo etto. Un dopolavoro per i pescatori a cui dopo 12 ore per mare si ordina di contabilizzare tutto il pescato e la pena in caso di poche ore di ritardo è una multa di 2 mila euro. Per quanto riguarda la piccola pesca che fornisce il pesce bianco di prima qualità ai ristoranti locali, le cose non vanno meglio: si impongono, ad esempio, modalità molto particolareggiate su come devono essere i segnali delle reti, pignolerie che porterebbero nel caso di non rispetto della legge a multe da 4 mila euro e punti in meno sulla licenza. Metà dei gozzi della piccola pesca sono stati costretti a spendere ingenti somme per cambiare i motori che non corrispondevano alla stessa potenza trascritta nelle licenze ormai vecchie. Insomma i tempi cambiano si velocizzano i sistemi ma i pescatori devono rimanere arretrati. Questa norma poteva essere rivista per i gozzi che non usano i motori per fare la pesca a strascico ma per arrivare al punto di pesca e tornare in fretta in caso di maltempo. Venerdì 16 marzo nella sala consiliare di Villa Sarsina-Corsini si è tenuto un dibattito tra i pescatori, il sindaco Luciano Bruschini, i rappresentanti sindacali e il vicepresidente della commissione pesca a Bruxelles Guido Milana. Durante l’incontro è stato spiegato che visto che i pesci del nostro mare sono sempre di meno e sempre più piccoli, certi provvedimenti sono inevitabili e vanno rispettati ma c’è l’impegno dei nostri rappresentanti a fare il possibile per far arrivare gli aiuti economici predisposti dall’Europa per il comparto pesca. L’aiuto per la conversione di barche da pesca in pescaturismo, l’acquacoltura e la creazione di riserve di pesca sfruttabili potevano essere iniziative lusinghiere e mirate alla rinascita del turismo. Invece, spesso, la “punizione” sembra essere l’unica vera parola d’ordine dall’Europa e dal governo italiano che ne recepisce le direttive trasformandole in legge e deprimendo così un settore già in crisi.

L’amata e prelibata frittura di paranza potrebbe sparire dalla tradizione e dai ristoranti Portodanzesi, perché da Bruxelles vengono dettate nuove misure dei pesci pescabili. Avremo ad esempio il merluzzo che deve essere più lungo di 25 centimetri. Lo sciopero di circa due settimane, gli scontri in Piazza Montecitorio con la polizia durante la manifestazione dei pescatori del 25 gennaio scorso non hanno sortito alcun vantaggio alla categoria, quindi permane il disagio e la difficoltà aggiunta ad un mestiere già duro. I pescatori chiedevano il ritiro della licenza a punti, un sistema che ad ogni infrazione oltre a sancire una multa salatissima toglie punti alla licenza di pesca


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IL DECLINO DEL NOSTRO LITORALE BALNEARI: DOPO ANNI D’INVESTIMENTI RISCHIANO DI ESSERE “SLOGGIATI” Un’altra direttiva europea, definita “Bolkstein”, dal nome del suo promotore, reclama la libertà di qualsiasi cittadino comunitario a lavorare e stabilirsi in ogni zona d’Europa. Per questo motivo si richiede la possibilità per tutti di partecipare a bandi pubblici delle concessioni balneari. Quando il precedente governo guidato da Berlusconi recepisce la direttiva, senza consultare i relativi sindacati, abroga l’articolo 37 comma 2 del codice di navigazione che garantiva un rapporto fiduciario tra Stato e concessionari balneari, chiamato “Diritto d’insistenza”, che rinnovava automaticamente le concessioni in cambio di alcuni carichi onerosi da parte degli imprenditori balneari. Oltre al canone, tutti gli impianti idraulici, elettrici, fognature, eventuali pozzi, servizi igienici, pulizia spiagge, salvataggio nelle acque antistanti, linea telefonica, dovevano essere a carico dell’azienda presente sul sito demaniale. In cambio lo Stato garantiva il rinnovo automatico della concessione. Naturalmente i balneari hanno altre spese ordinarie come l’enel, i bagnini, la manutenzione delle cabine, ombrelloni, lettini, pattini che periodicamente vanno anche sostituiti. La direttiva europea è stata recepita e tramutata in legge dal nostro Parlamento senza che si sia tenuto conto di alcune incongruenze. Lo stabilimento balneare è un prodotto made in Italy che non troveremo in gran parte del resto d’Europa, quindi il tedesco potrà venire ad investire sulle nostre coste ma noi italiani non sapremo dove andare a compensare questa perdita. Non di certo nel mare del nord o in Inghilterra. Il rischio che il bando per le nuove concessioni venga fatto da persone di malaffare per il riciclaggio del denaro sporco è oggettivamente elevato. Le spiagge in concessione in Italia sono solo il 27% in prossimità di centri abitati, se teniamo conto che molti tratti di costa sono impraticabili per un’azienda, tipo le zone interdette per le esercitazioni militari oppure i tratti scogliosi ed impervi. Rimangono comunque sempre circa il 45% di spiagge libere e potenzialmente valide ad essere concesse, non si comprende quindi perché togliere il lavoro agli imprenditori che già sono sulla breccia da molti anni. Maurizio Criscuolo segretario del SIB (Sindacato Balneari) locale afferma: “Insieme alla FIBA, Assobalneari e ITB rappresentiamo il 97% degli operatori balneari. Nell’ottobre del 2011 abbiamo firmato un documento unitario nel quale chiediamo al governo che possa intercedere verso gli organi competenti per una deroga nell’applicazione delle concessioni. Ci possono chiedere di migliorare il servizio balneare, di tenere pulite le spiagge tutto l’anno ed altro ma non di andarcene a casa”. Attualmente il Parlamento Europeo si impegna a considerare ogni situazione negativa che la direttiva può provocare. Intanto le nostre spiagge sono oggetto di strani desideri occulti da cui non è ancora chiaro come se ne uscirà fuori visto che l’imprenditore balneare è frenato dal fare grossi investimenti con debiti a medio-lungo termine per il miglioramento della qualità del servizio perché il suo futuro è troppo incerto. Nel frattempo il 12 marzo è stato incendiato un deposito dello stabilimento Dea Fortuna. Ogni anno poco prima di iniziare i lavori stagionali il fuoco è una costante negli stabilimenti balneari e ancora non si comprende se è opera di vandalismo gratuito oppure c’è qualcosa di più grave.

IL NUOVO PORTO E PROBLEMI AMBIENTALI IRRISOLTI Sembra quasi naturale per queste giunte di centrodestra, una volta spalmato di cemento il nostro territorio, affacciarsi verso il mare come se quello spazio divenisse la loro unica attrazione d’interesse. Neanche si dovessero costruire quelle bizzarre composizioni di isole che solo gli arabi potevano fare nel Mar Rosso. Il nuovo porto turistico, alias “nuova chimera”, in un periodo in cui la nautica ha appeso compasso e squadrette per la navigazione al muro, sembra essere rimasto solo un argomento pre-elettorale, per fortuna. Il nuovo bacino progettato è la più grossa pazzia da evitare. L’ingresso del nuovo canale adiacente al vecchio così come predisposto si insabbierebbe naturalmente e farebbe insabbiare ancor di più il vecchio canale. Ma la cosa più grave è occupare un’area di mare già soggetta a forti correnti e onde più alte dei tratti costieri lineari. Inoltre basti pensare a cosa succede se mettiamo un sasso dentro un bicchiere d’acqua: questa fuoriesce. Allo stesso modo il nuovo bacino prendendo una vasta zona di mare, in seguito questo mare tornerà a prendersi il suo spazio altrove creando inevitabilmente quella che chiamiamo erosione. Ma queste amministrazioni ne sarebbero felici perché avrebbero altro lavoro da appaltare altre dighe orribili da fare tipo quelle della riviera di ponente ormai violentata e snaturalizzata con dighe inaccettabili, sicuramente si poteva fare meglio per i problemi di quel tratto di costa. Mentre per la costruzione del molo di sopraflutto del nuovo porto sarà necessario, prima del disastro ambientale, rimuovere il relitto del peschereccio affondato più di 4 anni fa con 16 mila litri di nafta nella pancia. Massimo Creo (PD) e Beniamino Colantuono (PRC) hanno fatto un’interrogazione al sindaco di Anzio Luciano Bruschini per sapere cosa si sta facendo per la rimozione di tutto quel carburante della nave affondata a poche centinaia di metri da Capo d’Anzio, in prossimità del nuovo bacino da costruire. Molto probabilmente, a breve, si farà un’altra interrogazione, stavolta in Parlamento e diretta al Ministero dell’Ambiente assolutamente passivo al problema. Va bene la decadenza del nostro litorale a causa di fattori esterni come la crisi mondiale, ma se poi ci mettiamo anche noi con la nostra inerzia e il nostro egoismo che ci fa muovere solo per interessi personali e affaristici alla fine rischieremo davvero il totale collasso delle risorse. Alessandro Tinarelli


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Comunica anche tu ad Anzio-Space la tua proposta per migliorare la nostra città scrivendo a redazione@anziospace.com e mettendo come oggetto della mail “la proposta”. Saremo lieti di pubblicarla e diffonderla. Fatti parte attiva dello sviluppo del nostro territorio. La tua idea è importante! Associazione Culturale 00042

La Proposta di Benito

Gentile redazione, non sono così bravo nell’arte dello scrivere, ma mi ha affascinato la vostra iniziativa di dare spazio alle idee dei cittadini, e pertanto scusatemi in anticipo per una forma non troppo professionale del mio scritto. Ma è l’idea quella che conta! No? Troppo spesso si pensa che sono i grandi investimenti che possono migliorare la qualità della vita del cittadino e si trascurano soluzioni molto più economiche e semplici, pur sempre adatte allo scopo. Si parla sempre della rivitalizzazione del centro storico di Anzio, dove c’è una grande necessità di parcheggi e conseguentemente di passaggio di persone. Ovviamente i primi a farci le spese sono gli esercizi commerciali, che stentano sempre di più a rimanere attivi in tanto deserto, e spesso sono costretti a

chiudere. La mia proposta è quella di ricavare dei parcheggi abbattendo il terrapieno che è su via Gramsci, che risulta adiacente a Villa Adele. Solo con questa operazione si potrebbero ricavare decine di parcheggi al centro e volendo, visto che il terrapieno confina con una parte della villa che non è utilizzata né curata (quella alla destra dell’ufficio tecnico, per intenderci), l’area di parcheggio potrebbe essere ancora più ampia e collegarsi con il maialetto. In questo modo i cittadini potrebbero beneficiare di una zona di sosta comoda e centrale e potrebbero essere più stimolati a fare una passeggiata in centro e dello shopping! Spero di essere stato di aiuto e che i nostri amministratori possano considerare la mia proposta. Grazie dell’o spitalità

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BREVI: Ad Anzio lo “Sportello Donna”, un servizio gratuito di consulenza È stato quasi ultimato l’intervento di potatura e bonifica della pineta in località Anzio Due predisposto dall’assessore alle Politiche Ambientali del comune di Anzio, Patrizio Placidi. “Sono stati potati circa 350 alberi – ha detto Placidi – con la sistemazione e bonifica di un’area di particolare pregio del nostro territorio. Da marzo, inoltre, interverremo con un trattore per il livellamento dell’area che, in seguito all’intervento di potatura, sarà particolarmente soleggiata con un miglioramento per la fauna del parco”.

A Nettuno furto di rame e ferro, 2 arresti I carabinieri della stazione di Nettuno nei giorni scorsi hanno arrestato un 34enne ed un 17enne, entrambi della città del tridente e con pregiudizi penali, per tentato furto aggravato nei pressi del borgo medievale. I due uomini sono stati sorpresi mentre erano intenti ad “asportare” le grondaie ed i discendenti in rame di un edificio nonché un vaso ornamentale, sempre in rame, di proprietà del comune di Nettuno.

Successo per il convegno dell’Associazione Teorema

PIÙ CULTURA ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ Legalità, rispetto dell’altro e delle regole di una società civile. Tre concetti fondamentali a cui l’associazione culturale Teorema, presieduta dal senatore Giorgio Pasetto, ha dedicato un convegno dal titolo “Per una nuova cultura della legalità” tenutosi lo scorso 21 marzo presso il Forte Sangallo di Nettuno. L’incontro ha visto la presenza tra gli ospiti del sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Travaglini, dell’avvocato Stefano Bertollini, del dottore commercialista Claudio D’Angiolella e della sociologa Valeria Lupidi. L’Associazione Teorema, attraverso anche le parole di Pasetto ha rimarcato l’importanza del tema della legalità, quanto mai attuale e sviscerato in modo profondo da diverse prospettive (quella giuridica, fiscale e criminale). L’incontro del 21 marzo è stato solo il primo di una serie di appuntamenti che l’associazione capitolina

proporrà sul litorale con un doppio scopo. Il primo sarà quello di attirare l’attenzione delle nuove generazioni, il secondo di ridare visibilità e prestigio ad una fascia di territorio sempre più attanagliata dalla crisi economica e sociale. Questi sono stati alcuni dei punti salienti espressi dal senatore Pasetto e dal presidente del consiglio comunale di Nettuno Nicola Burrini. Il pm Giuseppe Travaglini ha effettuato un’ampia dissertazione sul concetto di legalità e su quello di rispetto della legge e obbligo di ristabilirla da parte degli organi preposti. Inoltre il pm ha posto l’accento sulla non ineluttabilità del ricorso alla magistratura e sulle carenze della classe politica, accusata di gestire in modo privatistico la res publica (basti pensare a come si svolgono i consigli comunali locali). Dura e lucida l’analisi dell’avvocato Stefano Bertollini, che ha

puntato l’indice contro il sistema dei partiti e allo stesso tempo ha annunciato con amarezza l’inevitabile chiusura del Tribunale di Anzio, nonostante lo sforzo profuso dall’amministrazione di Nettuno. Il commercialista Claudio D’Angiolella ha illustrato con dovizia di particolari il tema del riciclaggio del denaro sporco, mentre la criminologa Valeria Lupidi quello della devianza minorile, riuscendo ad attirare l’attenzione di tutta la platea. Il convegno ha riscosso un enorme successo in termini di presenze, tra cui spiccavano quella del sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta, dell’assessore provinciale Aurelio Lo Fazio e di numerosi esponenti delle forze dell’ordine. Il dato più confortante è stato senza ombra di dubbio la presenza di molti giovani. Marcello Bartoli Comunicazione Teorema


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IL TRIBUNALE DI ANZIO A RISCHIO CHIUSURA

Nell’ultima manovra del governo Berlusconi, quella presentata ad agosto, tra i tanti tagli che rientravano c’era anche quello riguardante l’accorpamento delle sedi distaccate dei tribunali a quelle centrali. La cosa riguarda anche il tribunale di Anzio, che è una sede distaccata di quello di Velletri. Con tale manovra si andrebbero a sistemare tutti quei piccoli tribunali con meno di quindici giudici che forniscono un servizio ridotto e per certi versi inadeguato. “I tagli fanno parte del decreto competitività – ci spiega l’avvocato Mario Marcellini - sembrerebbe che ci sia l’ipotesi di chiudere il tribunale di Anzio per accorparlo a Velletri. I cittadini di Anzio e Nettuno, ai quali si aggiungono anche

quelli di Ardea, si vedrebbero privati di un servizio così importante che raccoglie un bacino d’utenza di 140 mila persone.” Ma non è tutto “i servizi che offre – aggiunge l’avvocato - sono quelli di contenziosi ordinari, e del giudice di pace: il quale ha competenza in temi di sinistri stradali e ricorsi per quanto riguarda le multe. Il tribunale di Velletri non dispone di molte aule, per cui se si raggruppasse il tutto nella sede centrale se ne dovrebbero prendere delle altre: a questo punto mi chiedo il risparmio dov’è?” Significativo anche il commento dell’assessore provinciale alle politiche della caccia, della pesca e dell’agricoltura, oltre che consigliere comunale di Anzio, Aurelio Lo Fazio: “Sia i consiglieri

BRUSCHINI: “PRONTI AD ASSUMERCI I COSTI” Per fare il punto sul tribunale della città neroniana e scongiurare la paventata ipotesi di chiudere la sede distaccata del tribunale di Anzio, il Sindaco di Anzio Luciano Bruschini ha incontrato il presidente del tribunale di Velletri Francesco Monastero. “Per evitare la soppressione del tribunale abbiamo dato la disponibilità ad assumerci i costi di gestione dell’edificio di proprietà del nostro comune” - commenta Bruschini “Chiudere il Tribunale di Anzio, per accorparlo a quello di Velletri, non appare una scelta dalla quale scaturirebbero economie di scala significative mentre, invece, sarebbero molto più evidenti i disagi derivanti da un simile provvedimento”. “Il Presidente del Tribunale - conclude il primo cittadino - ha preso atto della volontà delle città di Anzio e Nettuno di mantenere attiva la sezione distaccata e si è riservato di trattare la vicenda con il Ministero della L.T. Giustizia”.

comunali di Anzio che quelli di Nettuno hanno presentato un’interrogazione, a metà febbraio, rispettivamente nei comuni di appartenenza; il tema è stato poi inserito nei rispettivi ordini del giorno: dove a Nettuno è stato votato all’unanimità, mentre ad Anzio se ne deve ancora discutere. Auspico che venga approvato il più presto possibile. Il tribunale serve a dare un servizio alle persone e agli avvocati; togliere il tribunale significa privare un’utenza del genere, come quella del litorale, di un servizio essenziale”. Negli ultimi anni per la sede distaccata del tribunale di Anzio era stata preposta anche la possibilità di diventare una vera e propria sede di tribunale autonoma, un tribunale del litorale, per essere chiari. E ormai stato rilevato che l’attuale sede, nel contesto del litorale, ha assunto anche un valore da preservare a tutela della legalità, della sicurezza e della serenità dei cittadini. Un provvedimento del genere causerebbe anche lo spostamento dei dipendenti nel tribunale di Velletri ed un costante allungamento dei procedimenti civili in corso. Sembra essere una situazione pesante per tutti, senza l’ombra di un qualche possibile risparmio. Leonardo Tardioli

primarie pd: parla Lo Fazio

“IL RINNOVAMENTO VA FATTO SULLA SOSTANZA, NON SULLE PAROLE” Aurelio Lo Fazio, assessore provinciale e consigliere comunale di Anzio, risponde alle polemiche diffusesi nella città neroniana e riguardanti le primarie per segretario regionale del Pd, dove aveva presentato una sua lista “La mia lista – spiega Lo Fazio - è stata la prima in tutto il Lazio. Il partito nazionale però deve regolamentare meglio e più dettagliatamente le primarie, altrimenti si rischia di inquinare il voto degli elettori del Pd. Qualcuno, in città, dice di essere il rinnovatore: ci facesse sapere come intende rinnovare e quale è la sua posizione su temi caldi come il porto, il piano regolatore e il piano casa, che stando alle ultime notizie che provengono dalla Pisana, la regione ha bocciato la delibera con il quale è stato approvato ad Anzio. Il rinnovamento va fatto sulla sostanza, non sulle parole”. L.T.


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Parla Pietro Cesario, tecnico delle luci e rigger, sopravvissuto al crollo del palco della Pausini

“UN LAVORO BELLO MA RISCHIOSO. LA TRAGEDIA È SEMPRE IN AGGUATO” ore ad altezze notevoli, sollevando pesi considerevoli, protetti dalla sola imbracatura di sicurezza che spesso neanche ammortizza gli eventuali urti come dovrebbe e poi, come si è visto a Reggio, la tragedia è sempre in agguato.

Conosciamo da tempo Pietro, vivendo nello stesso quartiere di Anzio e frequentando amici in comune. Pietro fa il montatore di palchi e strutture per concerti e grandi eventi: un lavoro duro, dove i rischi non mancano come quello che ha corso durante l’allestimento del palco che avrebbe dovuto ospitare il 5 marzo a Reggio Calabria il megaconcerto di Laura Pausini. Quando il palco è crollato a causa di un improvviso cedimento strutturale, alcuni operai stavano fissando le illuminazioni aeree: tra questi c’era anche Pietro. Lui ha riportato diverse contusioni, mentre un suo collega, Matteo Armellini, è morto. Un’altra vittima sul lavoro. Abbiamo incontrato Pietro: ci ha parlato del suo lavoro, di quello che è accaduto quel 5 marzo. “Il mio è un lavoro bello ma rischioso – ci dice l’operaio – La tragedia è sempre in agguato. Comunque vedo nel mio lavoro una possibilità di crescita personale e professionale, anche se sono costretto a stare lontano da casa” Pietro, di cosa ti occupi esattamente nel mondo dello spettacolo?

Io sono tecnico delle luci e rigger, cioè colui che si occupa di tutto ciò che sta appeso al tetto del palco, soprattutto dei motori elettrici che sollevano le cosiddette “americane” , i tralicci dove sono sistemate le luci o il materiale scenico. Ho cominciato a lavorare nel settore grazie alla cooperativa a cui sono tutt’ora associato - l’azienda cooperativa è molto diffusa nel settore dello spettacolo - ma all’inizio ero un semplice facchino. Dopo un anno di quella mansione sono diventato tecnico delle luci, cioè colui che le monta e, come dicevamo prima, rigger. Ho lavorato ai tour di Vasco Rossi, ogni anno allestisco il palco per il concerto del primo maggio a S. Giovanni, e quest’anno abbiamo montato anche il palco per il capodanno in piazza a Roma. Ti piace il tuo lavoro? Moltissimo, perché ti da la possibilità di viaggiare, di fare esperienza e avere occasioni di divertimento, inoltre i compensi generalmente sono buoni. Ma si tratta di un lavoro rischioso, visto che si deve lavorare per lunghe

Cosa è successo quel 5 marzo durante la fase di allestimento del palco? Siamo partiti il 4 marzo alle ore 8 del mattino, giunti a Reggio Calabria nel pomeriggio, ci siamo riposati un paio d’ore in albergo e poi siamo andati al palazzetto dello sport dove sarebbe dovuto avvenire il concerto la sera del giorno dopo. Quando arrivammo li, un’altra squadra di tecnici aveva appena finito di montare la struttura portante e se ne stava andando, mentre noi nel frattempo dovevamo aspettare l’arrivo degli autotreni con il materiale da montare. Gli autotreni sono arrivati solo alle ore 22 impedendoci di lavorare fino a quell’ora. Dopo un’ora di lavoro a terra sono salito sul tetto del palco per effettuare i soliti montaggi di luci e scenografia, ma ad un certo punto, mentre mi spostavo da un lato all’altro della struttura, mi sono accorto che questa cedeva. Nei 10/15 secondi che ha impiegato ad oscillare lateralmente e poi a cadere su di un fianco sono riuscito a tenermi saldo sulle travi metalliche che nel frattempo erano diventate delle micidiali altalene. Poi quando la struttura è caduta, sono rovinato su di essa e mi sono ritrovato a terra; mi sono poi liberato dell’imbracatura di sicurezza e sono rimasto immobile ad attendere i soccorsi: l’imbracatura mi aveva salvato, ma non mi aveva impedito di riportare diverse contusioni al petto e alla schiena guaribili in venti giorni. Ti sei accorto di quanto è invece accaduto al tuo collega Matteo Armellini? Per la verità no, me lo hanno riferito solo in un secondo momento e ne sono rimasto sconvolto! Lo conoscevo dato che aveva cominciato a lavorare nel settore presso la mia stessa cooperativa. Umberto Spallotta


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Intervista a Maria Cupelli, rappresentante dell’associazione “Sinistra Senza Aggettivi”

DONNE: UNITE NELLA LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE Donne, accoglienza, integrazione. Ogni giorno le donne affrontano una miriade di problemi che incidono nella loro vita quotidiana come la disugaglianza. Proprio alle donne domenica 11 marzo in piazza Pia ad Anzio l’associazione “Sinistra Senza Aggettivi” ha dedicato e organizzato un’importante iniziativa interculturale. Maria Cupelli, rappresentante dell’associazione, ci racconta come è nata l’idea di questa manifestazione dedicata al gentilsesso e ai temi interculturali. Come si è svolto l’evento e come è nata l’esigenza di realizzare un progetto multiculturale ad Anzio? “L’evento è stato organizzato dalle donne dell’Associazione “Sinistra Senza Aggettivi” che, in occasione della giornata internazionale della donna, hanno voluto impegnarsi sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione. Le donne dell’Associazione hanno invitato altre donne di paesi e culture diverse ad incontrarsi in Piazza Pia per regalare le une alle altre un po’ della propria cultura attraverso racconti di vita, lettura di brani, poesie e canzoni sul ruolo della donna.” Quali obiettivi volevate raggiungere come associazione? “Lo scopo era quello di incontrarsi e stare insieme per conoscersi. La sensibilità e la concretezza delle donne vuole solo dimostrare che non ci può essere integrazione senza un percorso di conoscenza e di condivisione. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso una concreta dimostrazione che nella nostra città c’è voglia di integrazione, conoscendo e rispettando l’immigrato, affinché venga considerato un valore aggiunto.” Quali sono le nazionalità che hanno partecipato? “All’incontro hanno preso parte giovani donne indiane, ucraine, bulgare, polacche e russe, le quali hanno accolto con vero interesse l’opportunità di raccontarsi e raccontarci del nostro paese.” Quale è stata la risposta dei cittadini anziati?

“L’iniziativa è stata voluta in Piazza Pia, il centro della nostra città, a dimostrazione simbolica che il tema dell’accoglienza e dell’integrazione riguarda l’intera città e non solo i quartieri dove il tema è particolarmente sentito, a causa della forte presenza di immigrati. L’evento è stato accolto con interesse e simpatia sia dagli abituali frequentatori di Piazza Pia, sia dai turisti della domenica. Se qualcuno ha mal digerito l’iniziativa perché interprete di un malsano luogo comune secondo il quale gli immigrati devono stare al “loro posto”, dovrà rassegnarsi perché la nostra città è sensibile e attenta al tema dell’accoglienza e dell’integrazione.” Sono stati pianificati eventi futuri? “Eventi futuri sono in cantiere, le amiche immigrate hanno chiesto di conoscere meglio la nostra Associazione per poter fare altre cose insieme”. Ilaria Cioè

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Tra l’incredulità di residenti e commercianti, le strisce per parcheggiare sul marciapiede

LE STRISCE DELLA DISCORDIA

“In via di valle Schioia sono state fatte delle strisce per parcheggiare sul marciapiede”. Quando ci è arrivata questa segnalazione in redazione, abbiamo pensato che fosse uno scherzo. Presi dal dubbio, ci siamo chiesti: e se fosse vero? No, dai sicuramente sarà stato uno scherzo, comunque controllare non costa nulla. E così quando siamo arrivati sul posto le strisce sul marciapiede c’e rano davvero: alla faccia dello scherzo! Si trovano, come già detto, in via di valle Schioia, all’altezza della libreria “La Teca” e sembra che siano state realizzate nei giorni tra il 2 e il 5 marzo.

Il “grido” che arriva tra residenti e commercianti è un misto tra incredulità e rassegnatezza per una situazione che ormai è diventata “un’indecenza” - spiega un passante, che poi dice – “parcheggiano sui marciapiedi da molto tempo, un disabile neanche riuscirebbe a passare. Ho chiamato i vigili, per denunciare la situazione e mi sono sentito rispondere dal comandante che loro i miracoli non li possono fare. A questo punto la denuncia non rimane che farla alla Procura della Repubblica”. A rincarare la dose ci pensano i commercianti che hanno il negozio proprio nella zona

adiacente alle strisce della discordia: “Le strisce sono state fatte da poco, almeno si è tentato di dare un ordine al disordine. Prima si parcheggiava come si voleva, ora magari lo si fa un pochino meglio e le persone possono passare. E proprio per questo che sono state fatte, come di fronte è stata fatta la zona di scaricomerci; addirittura inizialmente volevano fare il passaggio pedonale nella parte esterna del marciapiede e il parcheggio in quella interna”. Ma i vigili in tutto questo tempo cosa facevano? “I vigili? Prima passavano, fischiavano e se il proprietario della macchina non arrivava facevano la multa. Il comune, in questa situazione, ci ha sguazzato e mangiato per molto tempo, almeno ora, hanno tentato di dare una sistemata: ma per quanto si potrà andare avanti?”. La situazione sembra essere abbastanza chiara. L’auspicio da parte nostra, ma soprattutto da parte delle tante persone che risiedono a Lavinio o che hanno una loro attività, è che i parcheggi sul marciapiede non siano una soluzione definitiva; d’altronde siamo nel 2012 ed è possibile che si debba premiare sempre l’inciviltà mentre a pagare siano i cittadini onesti che in questo caso si sono visti privare anche dello spazio-passaggio a loro riservato? Leonardo Tardioli

La voce dello zodiaco Il Quartiere Zodiaco non è solo rappresentato da quel comprensorio di case di edilizia popolare che si estende a ridosso del centro commerciale omonimo, all’interno del quale le vie sono parzialmente illuminate, ma comprende anche la nuova edilizia fatta da case bi, tri e quadri famigliari costruite in questi ultimi anni. Il Quartiere Zodiaco ruota lungo le strade di collegamento fra la Nettunense e via dell’Armellino, vale a dire via Saturno e via della Fonderia e tutte le parallele alla Nettunense, come via Venere e le strade limitrofe. Il quartiere ospita centinaia di famiglie composte da genitori, nonni e bambini che non hanno altro modo per muoversi che quello di utilizzare la macchina. Infatti per raggiungere il più

vicino negozio non è possibile andare a piedi a causa della mancanza totale di marciapiedi. Senza contare poi la velocità con cui le auto e le moto transitano su queste strade. Impossibile diventa percorrerle di sera, quando col calare del sole rimangono completamente al buio per la mancanza di lampioni in tutte le vie e viette, al di fuori di via della Fonderia. Il comune, poco tempo fa, ha effettuato dei lavori di riqualificazione nel quartiere Zodiaco, facendo una pista ciclabile di circa 1km, non ultimata e del tutto inutile in quanto inutilizzabile per vari motivi. Se i soldi spesi per questa opera fossero stati impiegati per mettere 10 lampioni su via Saturno o un’altra via, sicuramente il Sindaco Bruschini avrebbe avuto più consensi.

Infine, a distanza di circa un anno dalla fine dei lavori della rotonda di Lavinio Stazione, c’è da considerare il pericolo che corrono i cittadini che a tutte le ore del giorno e della notte attraversano la via Nettunense dallo Zodiaco alla stazione e viceversa. Il passaggio pedonale è pericolosissimo in quanto le auto continuano ad arrivare a ridosso del medesimo ad altissima velocità nonostante siano state messe in atto misure tali da indurre gli automobilisti a rallentare. Augurandoci che vada sempre tutto bene, invitiamo le amministrazioni preposte nel rivedere e correggere quell’attraversamento pedonale anche trovando soluzioni alternative di buon senso. Massimo Casa


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Se si fosse scelta una soluzione più semplice e partecipata, l’avremmo fatto da tempo. E ora?

PORTO: RISCHIO FIUMICINO La mania di grandezza di qualche nostro amministratore comunale (tanto per fare un esempio, l’ex sindaco di Anzio Candido De Angelis), insieme all’ambizione del nostro attuale primo cittadino Luciano Bruschini di passare alla storia, come l’imperatore Nerone o il Papa Innocenzo XII che fecero i due porti di Anzio (tanto da fare una statua a Nerone, dimenticandosi quella al papa), insieme alla superficialità dell’ex governatore del Lazio Storace, che a suo tempo ha garantito l’approvazione del progetto del mega-porto di Anzio senza uno straccio di prova in vasca o simili (superficialità dimostrata anche per l’autostrada RomaLatina che, per ora, costa al Lazio 45 milioni di euro da dare ai costruttori dell’A RCEA senza aver realizzato un solo metro quadrato di strada): tutti questi fattori messi insieme sono alla base dell’attuale stato di degrado del Porto Innocenziano, che non vede più interventi da 15 anni, cioè dalla salita al soglio sindacale del simpatico e prepotente Candido. Questi, infatti, a fronte dei diversi precedenti progetti comunali che prevedevano solo la sistemazione della banchina da sempre riservata alla nautica da diporto, decise che bisognava avere anche un nuovo porto turistico a nord di quello esistente e che da questo si sarebbero reperite le risorse per rifare non solo l’intero bacino portuale, ma anche la riviera di levante, i cantieri navali, il mercato ittico, i locali per tutte le attività legate alla nautica e, infine, una nuova cervellotica viabilità che avrebbe sconvolto l’intero assetto viario del centro storico, con lavori di una durata imprecisata che avrebbero paralizzato il centro e il suo cuore pulsante, appunto il porto, per chissà quanto tempo. La soluzione proposta, e approvata in tutte le sedi, era alquanto pericolosa proprio per i rischi che la città poteva correre nella fase di realizzazione dell’opera, che andava infatti ad incidere non su una parte qualsiasi del nostro territorio, ma sul luogo-impianto della città, sulla struttura intorno alla quale Anzio è risorta dopo l’abbandono medievale, e quindi con tutti i rischi derivanti da lavori lunghi e complessi nel corso dei quali si sarebbero potuti

verificare eventi imprevisti che avrebbero paralizzato la città. Come è avvenuto in altre realtà consimili. È notizia di questi giorni, infatti, che a seguito dell’arresto dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, i lavori del nuovo porto della scajolana Imperia si siano fermati a causa delle indagini della Magistratura. Inoltre quelli del tanto atteso nuovo porto di Fiumicino, affidati anch’e ssi a Caltagirone, sono fermi da oltre un anno per motivi, sembra, di disponibilità economiche. Non solo, ma in questo caso molti imprenditori locali che prestavano i loro servizi alla società costruttrice sono rimasti creditori verso la Società di Caltagirone per milioni di euro e rischiano ora il fallimento. Sono infatti rimbalzate sulle cronache del Lazio le proteste delle imprese di trasporto non pagate che hanno bloccato la città con i loro mezzi per ottenere quanto loro dovuto. Se avessimo cominciato l’opera, oggi ci troveremmo nelle condizioni di Fiumicino, per cui già si parla di “ecomostro” riferendosi alle opere del porto ferme da mesi, con il Centro di Anzio sottosopra e bloccato chissà per quanto tempo e l’economia della nostra città, già languente, in via di totale fallimento. Intanto una cosa oggi è certa e sotto gli occhi di tutti: il porto da 15 anni è fermo, tutte le attività che ruotano intorno alla nautica da diporto sono ridotte al lumicino, lo spettacolo che offre il molo turistico è molto deprimente, con le banchine in legno ormai logore e pericolose; non c’è più neanche il distributore di carburante che era stato realizzato qualche tempo fa; le barche di una certa importanza si sono ormai da anni rifugiate nel moderno porto di Nettuno o altrove; la Riviera di Levante, a cui nessuno ha più messo mano, è sempre più abbandonata e malridotta, vivendo solo una grama vita durante luglio e agosto. Non parliamo poi della Riviera di Ponente. E adesso? Come vuole procedere il comune con la Società Capo d’A nzio, cosiddetta pubblica, ma in realtà per

circa un terzo in mano a privati che si apprestano a subentrare a Italia Navigando, cioè alla Società di grande prestigio che doveva fornire il sapere e il fare, il know how per realizzare il nuovo porto? La prevendita dei posti barca è andata male e le prenotazioni e i versamenti effettuati non bastano neanche alla sopravvivenza della Capo d’Anzio. Quindi non esistono i mezzi finanziari per dare inizio ai lavori e, soprattutto, per consentire di bandire una regolare gara d’appalto per l’assegnazione degli stessi. A chi è giovato tutto questo? Certamente non ai cittadini e agli operatori economici di Anzio. Forse solo a chi ha fatto il progetto o forse solo a chi ha fatto su di esso diverse campagne elettorali e che ha ottenuto grandi vantaggi politici. Parliamo di De Angelis, di Bruschini, comunque di tutti i partiti, e relativi esponenti, della maggioranza unica di centro-destra che ha governato Anzio negli ultimi 15 anni e che oggi appare spaccata solo per una questione, sembra, di gestione di questo fantomatico porto. Altra cosa certa è che se avessimo adottato un progetto più limitato, magari interessante solo il molo turistico e la darsena Pamphili, oggi avremmo un “marina” moderno ed appetibile sotto ogni aspetto e la città si sarebbe giovata di una struttura turistica di alto livello; e avremmo la Riviera di Levante sistemata, nuovi parcheggi, nuove attività economiche. Iniziare in questo periodo di recessione economica e di lotta all’evasione fiscale la realizzazione di un’opera faraonica quale è quella concepita dai nostri amministratori comunali appare quanto mai difficile e sconsigliabile; mentre sarebbe saggio ammettere che si è sbagliato e ricercare un consenso più ampio per arrivare ad una soluzione più praticabile, più adatta ai tempi che stiamo vivendo, più condivisa con le forze sociali ed economiche della città, le sole che oggi continuano a valorizzare il Porto Innocenziano: così com’è e come piace ai residenti e ai villeggianti affezionati. Vito Colagrossi


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Intervista a tutto tondo a Ruggero Garzia, ex assessore ed ex vicesindaco di Anzio

IL PUNTO SU: POLITICA, PORTO E CENTRO CITTADINO Torna a parlare Ruggero Garzia. Lo avevamo lasciato con una lettera spedita a tutte le testate locali dove spiegava la vicenda del suo allontanamento dall’assessorato all’urbanistica. Oggi ha deciso di fondare un movimento apartitico e la presentazione di questo è stata un’occasione per fargli alcune domande sulle ultime vicende. Un’intervista a tutto tondo: dalla cosiddetta “cacciata” dall’amministrazione Bruschini all’uscita dal Pdl, per passare poi al piano regolatore, al nuovo porto, arrivando alla tanto discussa piazza di Anzio, bella ma dove “andrebbero rinnovate le attività commerciali – spiega Garzia – e migliorati i servizi perché sembra una cattedrale nel deserto”. Alla fine si è dimesso o l’hanno cacciata? Mi sono dimesso, non condividevo le scelte dell’amministrazione Bruschini in merito all’urbanistica. Sono andato in consiglio comunale per spiegare le mie dimissioni, ma non mi hanno fatto parlare. Così il sindaco ha pensato bene di mandarmi una lettera a casa nella quale c’era scritto che mi toglieva le deleghe. Dal suo allontanamento ad oggi cosa è cambiato nell’assessorato? Si è peggiorato sempre di più, mi dicono che siamo arrivati al livello di un mercato settimanale con un via vai di gente che entra ed esce a prendere le pratiche. Come si spiega la nomina di Attoni ad assessore all’urbanistica? Credo che sia una figura di comodo che è stata messa al mio posto per sorreggere un’amministrazione arrivata al capolinea e che non ha la qualità per amministrare una città come Anzio. Che idea si è fatto dell’amministrazione Bruschini? Intanto dovremmo sentire i cittadini. Da cittadino mi sembra di essere tornato all’età della mia giovinezza, gli anni ‘90, quando era sindaco proprio lo stesso Bruschini, che è una brava persona, ma ha dei pensieri stanchi. Basti vedere come è organizzato il comune che dovrebbe dare servizi e non disservizi. C’è gente che fa la fila per giorni solo per prendere un modulo, quando oggi è tutto ondine. Io come gli altri cittadini vediamo la città immobilizzata, che non ha fatto investimenti in opere pubbliche. Nella sua precedente intervista ad Anzio Space ha affermato che il piano era partito

in modo “troppo veloce”. Cosa intendeva con quel “troppo veloce”? Non c’era una regolamentazione, è partito tutto insieme su tutto il territorio. Sarebbe stato meglio, sotto il profilo socio economico, farlo partire zona per zona anche per dare respiro ai disagi che si creano durante la costruzione di una zona. A chi vanno le maggiori colpe del fallimento del piano? (Ride). Quando un ragazzo sbaglia il 50% è colpa sua, ma il restante 50% è dei genitori. In questo caso il genitore sono le amministrazioni che non hanno saputo gestire il piano. È stato dato più spazio all’aspetto costruttivo e commerciale. Si è ancora in tempo per correggerlo? Se ci fosse la volontà sì, ma se si va avanti di questo passo… Come mai ha deciso di lasciare il Pdl? Ero già deciso a lasciare il partito alla presentazione delle liste per le regionali, oggi non si premia più la meritocrazia. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’amministrazione, per come è organizzata, non arriverà a fine mandato. Qualche membro del partito le ha espresso la propria solidarietà? No, nessuno mi è venuto a chiedere perché, neanche il coordinatore provinciale. Ormai i partiti sono una scatola vuota. Ha detto di aver perso 3 anni di vita, ma dal 2008 ad oggi di cosa si è parlato nel Pdl? Le uniche riunioni sono state fatte grazie a me quando ho cominciato a dire sui giornali che il piano regolatore era sbagliato. Da lì si sono tutti irrigiditi e mi hanno messo sotto accusa. A quel punto ho salutato e me ne sono andato Oggi che rapporti ha con il sindaco Bruschini? Sono una persona educata, se lo incontro lo saluto, ma a livello politico sono venuti meno alcuni aspetti. Uno su tutti è stata calpestata la mia figura di vicesindaco e assessore. Cosa pensa della politica anziate? Se la maggioranza dura, Anzio ha perso cinque anni di sviluppo. L’opposizione è troppo morbida Il Fli ha fatto bene a passare all’opposizione? Credo che la scelta sia stata dettata dal fatto che non hanno più trovato la condivisione del programma, logicamente non potevano rimanere.

De Angelis si candiderà come sindaco? Cosa ci vede dietro la sua polemica con il sindaco Bruschini? Ci conosciamo da tanti anni. Quando ero consigliere c’è stato un confronto duro, ma allo stesso tempo costruttivo. Cosa che non ho avuto con Bruschini che sembra essere un muro di gomma. Lo scontro tra i due credo sia una questione di carattere dato che l’attuale amministrazione non ha avuto quella continuità di programma che ci si aspettava. Il porto riuscirà a vedere la luce? Quale risorsa porterà questo progetto? Se tutto andrà bene sarà realizzato tra dieci anni. Il giorno che vedrà la luce Anzio sarà una città fantasma, perché si sta spegnendo giorno dopo giorno. Inoltre mi giungono voci che non ci sono i soldi per rinnovare la concessione e la soluzione più accreditata sembra quella di vendere ad un privato. Farlo significherebbe svendere il paese. Questo progetto riuscirà ad incidere sull’economia della città? Se me lo avessero chiesto cinque anni fa avrei risposto senza ombra di dubbio sì. Oggi la nautica è in crisi, staremo a vedere che indotto porterà sulla città. A dieci anni dalla sua costruzione la nuova piazza ha inciso in maniera positiva o negativa sull’economia e sullo sviluppo della città? Per come è stata fatta è anche una cosa bella. Solo che andrebbero rinnovate le attività commerciali. Inoltre andavano fatti i servizi perché sembra una cattedrale nel deserto. La piazza rispecchia un po’ ciò che è il piano regolatore della città, vanno studiate anche iniziative commerciali, ludiche, attrattive. Deve essere un piacere stare in piazza. Se le dico Consulta Giovanile? Perché ne esiste una? Sono solo proclami. Un centro polifunzionale per i giovani ad Anzio come lo vedrebbe? Magari lo facessero. Perché ha deciso di fondare un nuovo movimento? Voglio creare un tavolo di confronto apartitico, dove ci sono tutte quelle unità della società civile, come associazioni, comitati e tante altre persone che vogliono mettere in campo le loro idee e fare da stimolo alle future amministrazioni. Leonardo Tardioli


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GLI SPARI ALLA CASA DI PLACIDI E I PROBLEMI ECONOMICI DELLA CITTA’ A parte lo sconcerto per quanto avvenuto in questi giorni con i colpi esplosi contro la casa del vice-sindaco di Anzio, Patrizio Placidi, e la doverosa solidarietà nei confronti suoi e dei familiari, rimane in tutti noi un senso di paura per quello che può succedere a chi gestisce la cosa pubblica ad Anzio. Paura di chi nell’ombra progetta tali atti e degli interessi che vi sottostanno; paura per la nostra città che non sappiamo più se è ancora la ridente cittadina in provincia di Roma o se è la periferia del Lazio e l’inizio della competenza dei poteri economici che già governano importanti realtà territoriali della provincia di Latina. Ma anche se non volessimo fare tali considerazioni, anche se ci dovessimo limitare alle affermazioni dell’assessore Placidi, che ritiene di poter attribuire il fatto avvenuto a questioni di posti di lavoro, c’è veramente da rimanere allibiti di fronte al fatto che, come da lui affermato, il suo assessorato è diventato “come un ufficio di collocamento”. Perché questo? Perché forse la pratica del clientelismo portata finora avanti da Placidi e compagni non può più soddisfare le necessità di tanta gente? Perché le persone senza lavoro sono ormai talmente tante che è impossibile dare una risposta a tutti? Ma perché l’assessorato alla Sanità di Placidi è diventato tutto questo? Non è certo compito suo, nell’attuale organizzazione comunale, trovare lavoro alla gente. Meglio: non è proprio compito del comune fare questo. Semmai è dovere degli amministratori comunali dare vita a politiche di sviluppo che consentano la creazione di attività economiche e, di conseguenza, di posti di lavoro. È veramente sconfortante sentire l’assessore Placidi affermare che nel nostro territorio non ci sono aziende che possano dare lavoro a chi ne ha bisogno, cioè che siamo una città povera. La cosa peggiore è che a fare tali affermazioni è uno degli amministratori  comunali più influenti degli ultimi 15 anni, una persona che in tale periodo è statA sempre assessore e spesso vice-sindaco, e che magari ambisce a ruoli ancora più importanti. È un capo del PDL di Anzio, con un pacchetto di tessere tra i maggiori, e di conseguenza è una persona che può influenzare per l’oggi e per l’immediato futuro le scelte di questo partito che finora è stato maggioritario nella nostra città. Di più, si dice che Placidi potrebbe abbandonare il Sindaco Bruschini e mettersi in proprio, giocando così un ruolo determinante nella diatriba elettorale che si annuncia piuttosto accesa, tra il PDL di Anzio, stretto intorno a Bruschini e il FLI di De Angelis, schierato ad oggi, in alternativa al medesimo Bruschini. Tornando allora a quanto affermato da Placidi, è chiara dunque l’ammissione del fallimento delle giunte di centro-destra di cui egli ha fatto parte negli ultimi 15 anni, e quindi l’amaro destino che aspetta i nostri giovani: non c’è più lavoro ad Anzio, specialmente quello qualificato; non ci sono aziende che garantiscano un impiego decente; chi vuole mettere a frutto gli studi e le qualifiche costate anni di duri sacrifici per sé e per le proprie famiglie, deve emigrare, cambiare città e avventurarsi in altri lidi. Qui da noi ad Anzio non c’è speranza. Gli abitanti, come risulta dal recente censimento, sono ormai più di 54.000, veri o fasulli, per motivi fiscali, che siano, ma comunque troppi per un territorio piccolo, delicato nelle sue caratteristiche ambientali e soprattutto troppi per avere un lavoro dignitoso sul posto. Di tutto questo dobbiamo ringraziare chi ci ha amministrato negli ultimi decenni: i partiti di centro-destra che hanno avuto la maggioranza assoluta, i sindaci che hanno riportato nelle elezioni risultati “bulgari” (De Angelis e Bruschini), gli Assessori tutti che si sono susseguiti nel tempo e che sono stati proni al potere esercitato e pensando solo ai propri orticelli (o piantagioni, nel caso di Placidi) di potere politico ed economico. Tutto ciò alle

nostre spalle e grazie alle tasse che ci hanno gravato addosso con aliquote sempre più alte. Un ringraziamento particolare lo dobbiamo infine all’esimio Prof. Cervellati, che ha redatto la variante di Piano Regolatore che ha consentito solo l’edificazione di case, senza criteri e senza urbanizzazioni, ignorando che su un territorio vanno incentivate anche le attività economiche ed imprenditoriali e non solo quelle dei costruttori. Speriamo solo che non ci vogliano altri spari ai nostri cancelli di casa o peggio, per poter conoscere altre amare verità sulla nostra città, come quelle rivelateci dall’Assessore e Vicesindaco Patrizio Placidi, al quale comunque rinnoviamo tutta la nostra umana Vito Colagrossi solidarietà.

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n.39 _ aprile 2012

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Successo per il progetto che ha coinvolto i ragazzi di Anzio, Nettuno e Ardea

GIOVANI VOLONTARI ALL’OPERA I giovani e il volontariato: sono sempre di più i ragazzi che ogni anno decidono di fare esperienze in questo settore come testimonia il successo del progetto “Giovani Volontari all’Opera”, finanziato dal dipartimento della gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci. Al programma hanno partecipato i ragazzi volontari di Anzio, Nettuno e Ardea che durante tutto lo scorso anno hanno appreso, sia a livello teorico sia pratico, l’importanza delle attività legate al mondo del volontariato ma anche le opportunità che possono nascere operando in questo settore. Ma il progetto è stata anche un’esperienza di crescita personale per tutti i giovani che hanno partecipato. Durante la cerimonia di chiusura progetto, presenziata dal consigliere Riccardo Iotti per il comune di Ardea, dall’assessore Roberta Bianchi per il comune di Nettuno e dall’assessore Umberto Succi per il comune di Anzio, sono state consegnate le borse di studio ai ragazzi più meritevoli e gli attestati di partecipazione alle associazioni che hanno collaborato

dimostrando così di essere una risorsa per il territorio. Sono stati poi ringraziati il Nucleo di Protezione Civile Airone, la Guardia Nazionale Ambientale, il Foro Giovanile, la Tartaruga Onlus e tutte le persone che hanno dato un prezioso contributo. Inoltre, grazie

al finanziamento del progetto, il comune di Ardea si è dotato di attrezzature come sedie con scrivania per convegni e un video proiettore, che saranno a disposizione di tutte

le associazioni del territorio. Lo stesso progetto ha proposto anche un concorso dal titolo: “Ecco la mia opera”, indetto dai comuni di Ardea, Nettuno e Anzio. L’iniziativa è stata ideata per valorizzare l’attività di volontariato giovanile e incentivare la creatività e la partecipazione dei giovani favorendo l’espressione degli stati d’animo. Il concorso è stato aperto a tutti i giovani di Nettuno e Ardea che hanno partecipato al percorso formativo dei “Giovani volontari all’opera”, e a tutti i ragazzi di Anzio di età compresa tra i 16 e i 25 anni che abbiano maturato esperienze di volontariato. I candidati hanno dovuto descrivere il proprio mondo attraverso un fotogramma (foto a colori o in bianco e nero) o un cortometraggio (video a colori o in bianco e nero) che rispecchiasse i propri interessi, le proprie emozioni, le priorità e le aspettative. Le prime tre opere saranno premiate rispettivamente con un premio di 500, 300 e 250 euro per ogni comune. Melania Maranesi e Jessica Quaranta

Voce ai genitori che raccontano il disagio giovanile

“I NOSTRI GIOVANI TRA PICCOLE DIFFICOLTÀ E PROBLEMI” Immaginiamo di percorrere un sentiero di montagna diretti ad un “rifugio” ove raggiungeremo amici e vettovaglie per un’allegra scampagnata. Camminiamo allegramente, il passo è spedito e già pregustiamo il ristoro e l’allegria degli amici. Ad un certo punto un piccolo corso d’acqua interrompe il sentiero; ci fermiamo sulla sponda e iniziamo a guardarci intorno per vedere come superare l’ostacolo: un ponticello o il punto più stretto del torrente in modo da poter saltare. Non vogliamo bagnarci e non vogliamo neanche correre il rischio di cadere in acqua, ed è altrettanto certo, però, che non vogliamo rinunciare a raggiungere la meta. Siamo lì che riflettiamo se sia opportuno rischiare il salto, valutando pro e contro di ogni opzione e intanto mentre ci chiediamo come abbiano fatto gli altri (sono stati più in gamba di noi?) il tempo passa e iniziamo a

pensare che non raggiungeremo in tempo la compagnia. Se l’ostacolo ci sembra insormontabile, con scoramento potremmo anche arrivare a pensare di rinunciare e di tornare indietro. È un brutto momento davvero! C’è una forte spinta a procedere rischiando un bagno fuori programma ma una resistenza altrettanto forte a proseguire per rimanere senza rischi sulla nostra riva del torrente. Poi, girandoci intorno notiamo dei grossi rami ed alcune pietre e, dapprima con diffidenza, iniziamo a porre rami e pietre in modo da costruire un guado. Intanto che procediamo ci sentiamo sempre più sicuri e quasi senza accorgerci, con gioia e sollievo, ci troviamo dall’altra parte. Crediamo che le tappe della crescita possano essere assimilate alla situazione appena descritta: la crescita altro non è se non l’attraversamento di numerosi torrenti e, a ben ricordare, è stato così

anche per noi genitori. Il momento di disagio è costituito proprio dalle ansie, dalle paure di non farcela di cui siamo stati preda prima di affidarci alle risorse intellettuali della maturità (reperire pietre e rami adatti alla bisogna) ed emotive(accettare l’idea che un bagno fuori programma non sia poi un dramma) per tentare l’impresa. Il superamento di ogni guado è un passo verso l’autonomia e l’indipendenza. A volte però non tutto procede così liscio! Grazie allo spazio concessoci, ci proponiamo di offrire alcuni punti di vista circa il disagio giovanile prendendo le mosse dall’osservazione di quei comportamenti, infantili e adolescenziali che sono sotto gli occhi di tutti. Chi ci legge potrà intervenire su Facebook (psi.co Studio di Psicoterapia Pomezia) offrendo la propria personale esperienza e le proprie considerazioni. Luigi Cecchini e Alessandra Pangrazi


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aprile 2012 _ n.39

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La band tutta al femminile conquista il pubblico con le sonorità indie, rock e pop

CALIPSO CHAOS FEMALE

L’appuntamento di music@space questa volta è tutto al femminile. Oggi parliamo del Calipso Chaos Female Trio. Impossibile individuare un genere ben preciso perché le tre ragazze ne esplorano diversi, creando così una miscela talmente esplosiva che dà vita a performance suggestive e originali. In ogni contesto in cui si esibiscono creano un’atmosfera coinvolgente al punto che chiunque assista ad un loro spettacolo sente prima o poi il bisogno di riascoltarle al più presto. Affermate nel panorama musicale del nostro territorio e già conosciute nel ben più ampio scenario della capitale, le tre componenti della band

esprimono al meglio le sonorità indie, rock e pop che da sempre entusiasmano gli amanti della buona musica. Ma a quanto pare non hanno limiti di genere né etichette fisse da mettersi addosso. Il loro forte è infatti la sperimentazione continua, la costante ricerca di contaminazione, che le fa approdare inevitabilmente verso nuove frontiere che solo loro stesse possono scoprire e allo stesso tempo narrare nel modo migliore. I brani inediti della cantautrice e leader del gruppo Laura Avallone, che sembra essere un corpo unico con la sua chitarra, vanno ad intrecciarsi al country, al blues, allo swamp rock dei Creedence, nonché al miglior pop di Madonna e Lady Gaga, per arrivare poi alla new wave made in England di Sting. È chiaro che il carisma e le capacità della cantante non possono da sole bastare alla messa in pratica dello strepitoso sound che la

band produce in ogni sua esibizione. Infatti la chitarra di Flavia Lucchetti, musicista delle Desperate Blues Girls e il basso imperniato di afrobeat e funk di Martina Bertini, completano il quadro di una compagine che in maniera sempre più dirompente si sta affermando nella scena musicale di Roma e provincia e che dimostra ogni momento potenzialità che ben presto la porteranno a varcare confini molto più lontani. Finaliste ad eventi di rilievo come il Martelive Festival e l’Umbria Pop Festival (solo per citarne alcuni), le Calipso Chaos Female Trio hanno inoltre vinto il primo premio al Festival Nazionale di Piombino e il Premio della Critica Fegiz al Contursi Festival. Forti del loro bagaglio e di un profilo di alto livello, si apprestano nel prossimo maggio a presentare il primo videoclip ufficiale. Nei prossimi mesi sono poi previste diverse serate in loro compagnia nei locali di Anzio e Nettuno, ragion per cui, per non arrivare impreparati, vi invitiamo a consultare l’omonima pagina di Valerio Bruni facebook e il loro myspace.

Arriva sul grande schermo il sequel firmato da Neveldine & Taylor

GHOST RIDER - SPIRITO DI VENDETTA È il sequel di “Ghost Rider” uscito nel 2007, ispirato ad un eroe della Marvel. In questo primo film il protagonista, Johnny Blaze, dopo il patto con Mefistofele per salvare la vita di suo padre con un cancro all’ultimo stadio, perde il genitore in un incidente. Nonostante ciò Johnny rimane lo stesso maledetto e si trasforma in “Ghost Rider”, uno scheletro infuocato. In questa prima pellicola l’azione non è particolarmente spettacolare e i nemici che Gost Rider sconfigge sono decisamente deboli. Del resto Ghost Rider uccide gli antagonisti semplicemente guardandoli negli occhi e quindi oltre l’azione manca il movimento. A superare questi difetti sono stati Mark Neveldine e Brian Taylor, già segnati dal successo con “Crank” (2006) e “Crank: High Voltage” (2009) che si sono occupati delle riprese del nuovo Ghost Rider, “Ghost Rider - Spirito di vendetta”, legato al primo dall’unico filo conduttore di Nicolas Cage, nel ruolo di protagonista in entrambi. Nel secondo film Johnny ancora non è riuscito a sfuggire dalla maledizione e si nasconde nel territorio dell’Europa orientale. Ma la sua condanna non lo lascia solo. Un

giorno il monaco Moreau bussa alla sua porta perché ha bisogno del potere di Ghost Rider per trovare una donna, Nadya, e suo figlio Danny, braccati dai diavoli. Il loro capo, Roarke, lo stesso che ha maledetto

Johnny, ha infatti mandato i suoi scagnozzi a cercare il ragazzo. È questo lo spunto che spinge Johnny a ricominciare la lotta contro i demoni e contro se stesso. Come nella serie di “Crank” degli stessi registi, le riprese sono decisamente movimentate e l’azione è palese rispetto al primo film ma non eclatante. La prima causa è il modo di Ghost Rider di uccidere le persone. La seconda è che Ghost Rider è un eroe legato al diavolo da un patto, quindi non un giustiziere del male al cento per cento. Non è un perfetto sostenitore dei giusti e dei deboli e nel suo cuore albergano allo stesso modo vendetta e giustizia. Ma questo alternarsi non è ben rappresentato. Sicuramente il film avrebbe guadagnato se avesse mostrato la lotta tra lo spirito della vendetta e della giustizia attraverso la battaglia tra il protagonista e i diavoli. Ci sarebbe stato anche bisogno del combattimento finale tra Ghost Rider, lo scheletro di fuoco e Roarke, il diavolo. Una visione vale comunque la pena per gli effetti speciali dello scheletro e della motocicletta, ma soprattutto per la presenza di Nicolas Cage. Yoshiro Izumi


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Parla Mario Contini Jr., presidente dell’associazione Pontum che si occupa d’immigrazione

A scuola s’impara a convivere con gli altri

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mario Contini Jr., immigrato di ritorno dal Brasile, autore del libro “Italiano per caso” e presidente dell’associazione culturale “Pontum” (sito internet: http://www. associazione-pontum.org; sede: Nettuno, Via Palermo 9). Eccone un breve estratto, la versione integrale la troverete sul nostro canale youtube. Di cosa si occupa l’associazione culturale “Pontum”? L’associazione culturale “Pontum” si occupa principalmente di immigrazione ed è nata a seguito di un corso di formazione per mediatori lingustico-culturali nel territorio di Anzio e Nettuno. Da lì è venuta l’idea di creare

quest’ass ociazione formata al momento da 30 persone di 17 nazionalità diverse. Oggi siamo conosciuti anche a livello nazionale, il che sembra strano per un’associazione piccola come la nostra che lavora con risorse locali. L’associazione lavora, ad esempio, con progetti nelle scuole con l’inserimento dei bambini appena arrivati in Italia, specie quando non parlano ancora italiano, anche attraverso attività di supporto all’interno delle classi. Che ruolo ha la scuola all’interno del processo d’integrazione? Secondo me la scuola è il punto di partenza, è da qui che deve iniziare tutto, perché è da bambini che s’impara a convivere con gli altri. Il razzismo è ignoranza, è muro contro muro mentre dovremmo costruire più ponti... Con i bambini lavoriamo in spazi senza banchi, sedie, ostacoli... Per loro è affascinante e le scuole, penso, dovrebbero funzionare così: in

cerchio, senza banchi. Inoltre la scuola dovrebbe far conoscere il territorio ai bambini, mentre la tendenza continua ad essere di dividere tutto in compartimenti stagni. Inoltre dovrebbe preparare alla vita in società mentre invece si è fusa alla società. S’influenzano i bambini in maniera negativa, e questi apprendono dagli adulti idee che andrebbero quantomeno messe in questione. Sulla legge immigrazione e le tutele per i bimbi nati da genitori stranieri. Cosa ne pensa? La nostra scommessa è questa: cercare di avere una riforma delle leggi sull’immigrazione per far ottenere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, così come a quelli che arrivano qui in età scolare e che fanno tutto il percorso scolastico in Italia. Oggi il figlio di genitori stranieri nato in Italia può diventare italiano a 18 anni se mantiene per questi anni la residenza senza cambiarla mai, ma prima di compierne 19 perché passati 18 anni perde questo diritto e deve aspettare altri 10 anni prima di poter richiedere la cittadinanza. (continua su http://www.youtube.com/user/ Associazione00042...) Manuela Vela e Gino Querini

Le foto dovranno essere inviate al comune della città neroniana entro le ore 12 del 20 aprile

CONCORSO FOTOGRAFICO: “ANZIO, LA PESCA E IL PORTO” Vite, storie e racconti legati al mare. Anzio è anche questo: la sua storia quotidiana s’intreccia con quella del mare, dei suoi pescatori, dei gabbiani che volano vicino ai pescherecci in arrivo al porto. Sulla banchina i pescatori si incontrano, lavorano, preparano le reti; mentre altri lasciano la terraferma pronti per una lunga giornata sulle barche. Allo stretto legame tra Anzio e il mare, la consulta giovanile della città neroniana ha dedicato il concorso fotografico dal titolo “Anzio, la pesca e il porto”. “Un’importante iniziativa – spiega il consigliere comunale, Roberto Giacoponi delegato del sindaco alle politiche giovanili – che vuole valorizzazione il nostro territorio, attraverso il coinvolgimento di giovani

che avranno voglia di cimentarsi nella competizione fotografica” . Il concorso si rivolge ai ragazzi di Anzio e Nettuno tra i 14 ed i 25 anni, che dovranno raccontare attraverso l’obiettivo della macchina fotografica i temi della pesca e del porto della città neroniana. Le foto dovranno pervenire, in busta chiusa, presso l’ufficio protocollo del comune di Anzio entro le ore 12 del 20 aprile 2012. Quelle pervenute in ritardo o non sottoposte all’esame della giuria, perché non conformi al regolamento, non saranno comunque restituite. Le opere finaliste saranno esposte dal 7 all’11 maggio presso Villa Corsini Sarsina per essere votate da una giuria popolare

previa esibizione di un documento di riconoscimento. I primi tre classificati riceveranno rispettivamente: 1- un buono di 500 euro spendibile in negozio di elettronica; 2- un corso di fotografia; 3 - abbonamento annuale alla rivista “Il fotografo”. Tutte le info relative alle modalità di partecipazione, si possono trovare sul sito: www.comune.anzio.roma.it/ web/consultagiovanile/ Su Facebook è stata creata la pagina dedicata all’evento concorso fotografico, “Anzio: la pesca e il porto”. Infine per ulteriori chiarimenti è possibile contattare Andrea Battiata chiamando al numero 327/1914773 o mandano un’e-mail: a.battiata@hotmail. it


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RITRATTI DI DONNA

margherita Sorridente. Ironica. Garbata. Margherita. Per tutti Rita Castaldi. FigliaMoglieMammaNonna che ogni genitore. Ogni marito. Ogni figlio. Ogni nipote avrebbe voluto avere. Se qualcuno poi mi domandasse cosa mi ha colpito di una donna che incontro saltuariamente e con la quale scambio sguardi e poche parole sincere, non esiterei a dire due cose: la sua serenità e la sua voglia giovane di capire gli altri nonostante tutto. Potrei anche affermare che Margherita è una donna di belle maniere. Distinta. Interessata alla vita. Intelligente. Una donna che ha saputo accettare con pari dignità tutto il bene e tutto il male del mondo. Una donna capace di scuotere la memoria. Svegliare risate. Allegrie. Corse mai dimenticate. Tacere silenzi. Un’infanzia ‘infanzia’ trascorsa a Piazza Pia a giocare sotto e sopra agli alberi. Tra ‘uno...due…tre… Stellaaa’ e ‘uno monta la luna’. Un’infanzia mai negata. Mai violata. Mai abusata. Terza di sei figli, Rita ricorda e sorride. Sorride e ricorda. I suoi occhi brillano di una luce che solo una vita libera, spensierata vissuta all’ombra e la protezione di un amore profondo, quello di papà Marcello e di mamma Anna prima e di Luigi suo marito dopo, possono accendere negli occhi di una persona anche quando il destino ha compiuto il suo ingrato dovere. – Mia madre era polacca. Di Cracovia. Si chiamava Anna Nikieforuk. Una storia lunga, dolorosa, a lieto fine. Mio padre Marcello durante la seconda guerra mondiale era imbarcato sul Cacciatorpediniere “Nicoloso Da Recco” che per una serie infinita di ragioni militari attraccò al porto di Civitavecchia. Una serie infinita di ragioni che gli fecero incontrare e conoscere mia madre. Si sposarono subito. Erano gli anni della guerra e i giovani non avevano tempo. Tempo di aspettare. Tempo di sperare. Si incontravano. Si amavano. Si sposavano. Subito. Mia madre aveva già sofferto tanto. Il padre era stato per lunghi anni prigioniero di guerra. Da Cracovia deportato in Italia a lavorare nelle miniere di allume sui monti della Tolfa. In seguito dopo essere stato liberato aveva trovato lavoro nei Cementifici italcementi di Civitavecchia e così aveva potuto riunire la famiglia, l’intera famiglia la quale dalla Polonia si trasferì definitivamente in Italia. A Civitavecchia appunto. - Anzio è Anzio. È la città dove sono nata. La mia città. La città di mio padre Marcello e di mio nonno Natale. La amo come si ama una persona. Io non potrei vivere in un altro luogo. Tutti i miei ricordi. Le mie nostalgie. Mi divertivo tantissimo con i miei fratelli. Stavamo sempre insieme. Dopo la scuola e i compiti, la piazza era la nostra seconda casa. Non c’erano pericoli di alcun genere. Ci conoscevano tutti e noi conoscevamo tutti. Mi ricordo che a Piazza Pia c’era la fermata del Pullman che conduceva a Nettuno e

un solo Taxi. Forse il taxi del padre di Elvio Stefanelli o di Bolero. Noi abitavamo al centro, in Via Luciano Manara al terzo piano. Quando giocavamo a nascondino davamo sfogo alla nostra sfrenata fantasia. Non ci era proibito niente. I miei fratelli mi portavano sempre con loro al mare. Andavamo all’Ondina. Ogni volta mi facevano arrampicare sui tetti ondulati delle cabine e mi incitavano a tuffarmi giù sulla spiaggia. Mamma dormiva sogni tranquilli. Mi sapeva in buone mani. – Una risata composta interrompe il racconto. Un commento ilare a sottolineare gli anni della ‘beata incoscienza’. Il ricordo torna a Piazza Garibaldi. Alla fontana bianca a forma di conchiglia. Alle carrozze. Ai cavalli. Ai ‘signori’ di Roma che risalivano la spiaggia per farsi accompagnare a casa in carrozza. Noi aspettavamo e poi via di corsa iniziava la gara per sederci dietro e farci trasportare fino a quando qualcuno ci imponeva di scendere. La mia adolescenza me la ricordo mista di paure e di gioie. Tutta la settimana la trascorrevo con la paura di essere scoperta da mio padre. Papà era molto geloso. Mi controllava continuamente. Ciò non mi impediva di andare tutte le domeniche a ballare con le mie amiche. E la mia amica del cuore, Marisa Campagnoli. I ragazzi ci invitavano e noi accettavamo. I luoghi deputati erano sempre le case. Le cantine adibite a discoteche. I terrazzi quando arrivava la bella stagione. Non facevamo nulla di male. Ci conoscevamo e conoscevamo proprio tutto di tutti. Mio marito Luigi Marcellini l’ho conosciuto quando avevo appena diciassette anni. Io stavo uscendo da un negozio mentre lui passava in macchina. Ci siamo guardati. Ci siamo piaciuti. Ci siamo innamorati. Ci siamo sposati. Il sedici Marzo duemilaedodici abbiamo festeggiato quarantatré anni di matrimonio. Ci siamo sposati nella Basilica di Santa Teresa. Dalla nostra unione sono nati due figli: Mario e Luca. Due figli che adoro. Il mio destino è quello di stare sempre con i maschi. I miei fratelli. I miei figli. I miei nipoti. Giovanni, figlio di Mario. Adesso tutta la famiglia è in attesa del secondo nipote. Sempre maschio. Ho due nuore stupende. Educate. Tranquille. Rispettose. Faccio la nonna con piacere e con affetto. Posso affermare con tranquillità di di essere stata una figlia fortunata. Di essere una moglie fortunata. Una mamma fortunata. Una nonna fortunata. Ringrazio la vita per tutto quello che mi ha regalato. Anche il dolore-. Scuoto la mia memoria Forse tra i suoi rami qualcosa Addormentato da anni si leverà con un frullo. Wislawa Szymborska, da “La fine e l’inizio”. Giusi Canzonèri - Anzio, 18 Marzo 2012


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LA RICETTA DEL MESE

TORTANO NAPOLETANO

INGREDIENTI Per 6 persone: - 500gr pasta per pizza - 80gr scamorza affumicata - 80gr scamorza bianca - 60gr provolone piccante - 1 cacciatorino da 100gr - 2 uova - 100gr formaggio cremoso tipo stracchino - olio extravergine d’oliva

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Lo sapevi che.... - La pasta secca va cotta in acqua abbondante salata. Il condimento deve essere fresco, appena cotto in padella per qualche minuto, poi mantecato nuovamente insieme alla pasta, scolata al dente, per 2-3 minuti a fiamma vivace così continuerà a cuocere e a insaporirsi. - Affinché la frittura riesca croccante e dorata, l’olio deve raggiungere un punto di fumo ideale. Per capire se l’olio è caldo, toccarlo con la punta del manico di un mestolo di legno: se si formeranno intorno all’utensile tante bolle, vuol dire che è pronto per la frittura. - Per cucinare un buon risotto, è bene utilizzare l’apposito cucchiaio di legno con il foro al centro, che muove il riso in maniera delicata, senza spezzare i chicchi. - Per verificare se i fagioli sono buoni da mangiare, riponili in una ciotola piena d’acqua, quelli che galleggiano devono essere buttati. - Per ottenere una polenta morbida e senza grumi versala nell’acqua appena prima che cominci a bollire. - Nella pasta fatta in casa, per velocizzare i tempi, riscalda una ciotola di vetro, poni della farina all’interno e quindi il panetto di pasta. In questo modo lieviterà più velocemente. - Per tagliare meglio il petto di pollo mettilo per qualche minuto nel congelatore. - Le verdure già scottate e congelate hanno tempi di cottura minori e conservano gusto e proprietà nutritive. L’acqua di cottura delle verdure è ricca di vitamine, conservala per la preparazione di minestre e risotti. - Per evitare che gli aromi si guastino durante il soffritto aggiungi nell’olio 1 o 2 cucchiai di acqua. - Secca delle bucce d’arancia vicino ad una fonte di calore e polverizzale nel frullatore. La polverina, conservata in un barattolo di vetro, sarà perfetta per insaporire i dolci. E.C.

PrOCEDIMENTO: Mettete le uova in un pentolino, copritele d’acqua e cuocetele per 7 minuti dal momento dell’ebollizione. Raffreddatele sotto l’acqua fredda e sbucciatele. Togliete la pelle al cacciatorino, tagliatelo a fette spesse e quindi a dadini. Fate la stessa operazione con il provolone e i due tipi di scamorza. Stendete la pasta con un mattarello in modo da ottenere un lungo rettangolo di circa mezzo cm di spessore. Mescolate i cubetti di formaggio e quelli di salame con il formaggio cremoso e stendete il composto sulla pasta. Unite le uova sode a pezzetti, avvolgete la pasta su se stessa e sigillate i lembi. Adagiate il tortano in uno stampo a ciambella, spennellatelo con un po’ d’olio e cuocetelo in forno caldo a 200° per 30 minuti. Buon appetito! Elisabetta Civitan

....è sapienza.” (Seneca) SEGUI LE STAGIONI FRUTTA & VERDURA - Piazza Garibaldi, 27 - Anzio (RM)

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“Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e i suoi esempi....


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DETTI PORTODANZESI “I sordi tua co’ la capoccia mia”, molto usato in tutta la provincia romana. “Magna la polenta e bevi l’acqua , arza la chiappa e la polenta scappa”, pare che bere l’acqua mangiando polenta non sia l’ideale. “A prima cima de vento”, qualcosa d’importante all’inizio di un lavoro , di un avvenimento. “Antichità a piastrelle”, vecchia roba riproposta. “‘Na calla è bona pure er mese d’Agosto” il cibo caldo, magari alla brace è gradito sempre. “A Pasqua ogni poeta abbusca e ogni morto de fame se ne casca”, di origine romana detto comune anche ad Anzio. Evidente il vantaggio dell’animo poetico nel periodo pasquale. “Er santaro se frega ‘na vorta”, si dice quando si è stati ingannati, per evidenziare che non ricapiterà. “So’ arivati li frascatani”, quando il grecale o la tramontana rinfrescano l’aria molti usano dire questa frase perché Frascati è situata nell’entroterra, in una zona molto più fresca del nostro clima marittimo . “Sei annato a Roma hai perso la portrona... so’ stato ar Campidojio la portrona la rivojio” battuta e controbattuta per la contesa e il diritto di un posto perso o da conquistare. “Se sta a mozzicà li gomiti”, pentirsi di qualcosa perso per stupidità o per fatalità. Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli

SMS - Space

Anzio-Space dà spazio ai lettori Scriveteci un sms al:

“Non vogliamo le pallottole, ma solo fiori! E non al camposanto” Gianni D “Questa città mi delude sempre di più. Sono residente ad Anzio da tre anni e le decine di disservizi che riscontro a Lavinio ogni giorno, mi fanno rimpiangere il giorno che ho venduto casa a monte sacro! ” Luca “Ma possibile che dietro al porto ancora c’è la sabbia usata come base per i fuochi di Sant’Antonio dello scorso anno!? Anzio è sempre più sporca! Vergogna! ” Patrizio

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Stretto parente delle betulle, cresce sui terreni umidi, argillosi e in prossimità dei corsi d’acqua.

L’ONTANO NERO L’ontano comune (Alnus glutinosa), anche detto ontano nero, è una delle quattro principali specie presenti in Italia e piuttosto diffusa nella zona di Anzio. È fra i costituenti della vegetazione delle rive, su terreni argillosi o sabbiosi e poveri, che riesce a colonizzare, arricchendoli. Vegeta anche in ambienti periodicamente inondati o paludosi, formando boschetti puri o misti con pioppi, salici ed altre piante che amano l’acqua. È un albero che di solito ha una taglia piccola, però si può sviluppare fino a circa 10 metri e soltanto di rado raggiunge altezze superiori. Le foglie dell’ontano crescono una per nodo e orientate alternativamente da una parte e dall’altra, sono caduche ed hanno i margini irregolarmente dentati. L’ontano è una pianta monoica, cioè ha sullo stesso albero fiori sia maschili sia femminili riuniti in amenti, una sorta di spighe penzolanti che sbocciano tra febbraio ed aprile, quindi proprio in questo periodo, prima della fogliazione. Gli amenti maschili sono allungati, mentre quelli femminili sono di forma ovoidale e marcatamente più corti. Quest’albero caratteristico della flora anziate, imparentato con la betulla, si può distinguere da essa per il fatto che i frutti, di aspetto legnoso, non si sfibrano una volta maturi. Questa essenza autoctona del nostro litorale colonizza facilmente i terreni, anche quelli poveri, umidi, malsani. Per questa caratteristica l’ontano viene utilizzato anche in opere di bonifica, come nella vicina palude pontina avvenne nello scorso secolo. L’ontano cresce rapidamente e resiste a condizioni molto sfavorevoli e per questa ragione viene impiegato anche nella cosiddetta “bioremediation”, cioè nel recupero di cave dismesse, di siti d’estrazione mineraria o di aree che hanno subito gravi incendi. Questa pianta può anche ornare i nostri giardini e si presta bene alla realizzazione di bonsai. Il legno di ontano ha una straordinaria resistenza all’acqua, tanto che l’intera città di Venezia è costruita su fondazioni realizzate con pali di ontano. Per la stessa ragione veniva anche impiegato in passato per fare secchi e grandi tinozze che fungevano da vasche da bagno. Infine, un’ultima importante curiosità. Molti musicisti sanno che il legno di ontano è una delle essenze più utilizzate nella liuteria elettrica per la produzione di corpi per chitarre. La notissima marca Fender utilizza da decenni l’ontano per le sue chitarre elettriche, che oggi ritroviamo anche in lavorazioni sofisticate per corpi di strumenti parzialmente cavi. L’appuntamento è al prossimo numero di Anzio Space con un piccolo albero dai frutti gustosi che cresce spontaneo sul nostro litorale: il corbezzolo. Filippo Valenti


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La giovane di Anzio è una futura promessa di questa disciplina sportiva

CRISTINA DROGHINI: NEO CAMPIONESSA PROVINCIALE DI CARABINA La stagione di tiro 2012 di carabina si apre con grandi prestazioni da parte della giovane anziate Cristina Droghini. Al suo primo anno in categoria Juniores è già a buoni livelli, come dimostra il titolo di Campionessa Provinciale nella sua categoria per carabina aria compressa specialità 40 colpi a 10 metri conquistato il 6 marzo con il punteggio di 376. Da quest’anno però Cristina ha anche iniziato a tirare a fuoco e proprio con la sua nuova carabina Walther KK300 calibro 22 ha affrontato la prima gara in assoluto a fuoco nelle nuove specialità. L’allenatore Generale Pietro Di Canio le ha dato massima fiducia portandola subito in una gara nazionale, e infatti il 17 e 18 Marzo Cristina ha partecipato al I° Ranking Nazionale di Firenze con due specialità CST specialità non olimpica (60 colpi solo a terra a 50 metri ) e CS3P specialità olimpica ( 20 colpi a terra, 20 in piedi e 20 in

ginocchi sempre a 50 metri). La prima gara l’ha chiusa con un 563 su 600; la seconda giornata, invece, dopo i primi 20 colpi con ottime serie da 99 su 100 e 96 su 100, Cristina è entrata in panico. Al cambio posizione non ha trovato l’assetto giusto e la concentrazione, neanche dopo i consigli e i suggerimenti dell’allenatore, sbagliando un po’ troppo, ma il suo carattere è uscito fuori alla terza serie chiudendo così la competizione con un buon 538 che per essere la prima volta è un ottimo punteggio. Grandi le emozioni e bella la sede di gara. La giovane è rimasta entusiasta dell’esperienza fatta e si augura di migliorare sempre di più nel corso del tempo. Prossimi appuntamenti sportivi sono a maggio a Perugia, ma prima le regionali a Roma dove spera di salire sul podio. Quando gli chiediamo cosa vuole di più oggi, lei con un grande sorriso ci risponde: “uno sponsor perchè mi sono stancata di gravare

sui miei genitori”. Il tiro, infatti, anche se ha tantissimi iscritti e porta tanti risultati a livelli internazionali e mondiali non è molto conosciuto al grande pubblico e i poligoni di tiro non forniscono ai loro atleti neanche i rimborsi spese per i vari ranking nazionali. Sicuramente Cristina si sta facendo conoscere anche Anzio in giro per l’Italia e continuerà sempre più con i suoi ottimi risultati. Fabrizio Tirocchi

Nicola Di Nicola ci parla di quest’arte marziale che sarà anche alle Olimpiadi 2012

IL TAEKWONDO AD ANZIO, ASPETTANDO NUOVI CAMPIONI

“Avevo accompagnato mia figlia ad un corso, quando ho visto la palestra con i materassini e i sacchi da pugilato. Mi sono detto: Nicola, devi fare in modo di tirarci due pugni”. Così Nicola Di Nicola ci racconta il suo ‘incontro’ con la palestra ‘Pianeta Sport Benessere’ di via di Colle Cocchino, avvenuto circa un anno fa. Da quel momento per lui, ex-atleta da un più che decoroso passato agonistico (cintura nera, terzo Dan), è iniziata una sfida personale: riportare ad Anzio il taekwondo. “Ho parlato” – continua il maestro –“col titolare della palestra e l’ho convinto a fare questa

esperienza. Siamo partiti con pochi bambini, adesso abbiamo all’attivo due corsi serali (il martedì e il giovedì), formati da grandi e bambini e a metà maggio saremo pronti per fare le nostre prime gare ufficiali, anche perché nel frattempo oltre ad affiliare il Circolo alla FITA, la nostra Federazione nazionale, sono tornato a scuola per prendere il ‘patentino’ per insegnare ed affrontare al meglio questa ‘avventura”. Al contrario del judo, che è uno sport puramente difensivo, il taekwondo è un’arte marziale di ‘contatto’ ma sicura, visto che nelle gare gli atleti indossano delle protezioni obbligatorie (corazza, caschetto, paradenti, paratibia, ecc.); il combattimento che si svolge su un quadrato di 8 metri per 8, è diviso in tre round di due minuti l’uno, con l’assegnazione della vittoria ai punti, o al KO, qualora uno dei due contendenti sia atterrato definitivamente. Il regolamento della WTK, la federazione mondiale, prevede che l’atleta possa colpire l’avversario con calci e pugni solo sulla corazza,

mentre per i colpi alla testa si può usare solo la tecnica del calcio. Anche se potrebbe sembrare uno sport violento, la disciplina è dura e se qualche ragazzo arriva in palestra con qualche idea un po’ ‘malsana’, da bulletto, per una specie di ‘selezione naturale’ se ne va via quasi subito, perché insofferente alle ‘regole’. Il taekwondo, oltre ad essere lo sport nazionale coreano, è la seconda specialità di arti marziali ad essere presente ai giochi olimpici, ed ha già portato al medagliere azzurro un argento ai giochi di Pechino, col welter Mauro Sarmiento. A dare una mano al Maestro Di Nicola è un suo vecchio amico, Mario Marcellini, uno dei primi atleti taekwondisti di Anzio che aveva tentato, alcuni anni fa, di introdurre questo sport nella nostra cittadinama senza grande successo. La speranza di Di Nicola è proprio che alla riapertura dei corsi a settembre, l’entusiasmo che potrebbe nascere da altri successi azzurri nei Giochi Olimpici che si svolgeranno il prossimo agosto a Londra, porti nuovi adepti ad iscriversi ai corsi. Maurizio D’Eramo


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Nelle ultime tre partite giocate i portodanzesi hanno raccolto 5 punti

ANZIOLAVINIO UN SOGNO CHIAMATO SALVEZZA Continua la marcia salvezza dell’Anziolavinio che dopo l’arrivo di mister Pernarella sulla panchina, sembra aver ritrovato voglia di lottare, spirito di sacrificio e attaccamento alla maglia. Diciamo che se il campionato finisse oggi Guida e compagni sarebbero salvi senza dover passare per i playout avendo 6 squadre sotto in classifica. Ma il campionato è ancora lungo, mancano 8 partite al termine e la cosa positiva è che di questi 8 match restanti cinque verranno giocati in casa, davanti al proprio pubblico che dovrà dare quella spinta in più ai ragazzi per cercare di fare bottino pieno e dare l’ultimo allungo decisivo per tenere a debita distanza le dirette inseguitrici affinché quel sogno chiamato salvezza si realizzi senza passare per la post-season. Nelle ultime tre partite giocate, i portodanzesi hanno raccolto 5 punti, frutto di 2 pareggi e di una vittoria. I due pari sono arrivati nella 24° e 25° giornata. Entrambe le partite sono terminate 0-0, la prima in trasferta contro la Cynthia, squadra ostica allenata dal portodanzese Scarfini che sta lottando come

l’Anzio per raggiungere la salvezza diretta. Una partita “jellata”, viste le tante chiare occasioni da gol mancate dagli avanti biancazzurri. In campo c’è stata una sola squadra, ma un po’ di sfortuna e un po’ di imprecisione non hanno consentito ai ragazzi di tornare da Genzano con l’intera posta in palio. L’altro pari è arrivato nel turno successivo, quando al Bruschini è sceso il Civitavecchia di mr. Pirozzi. Anche lei invischiata nella lotta per non retrocedere, ha

venduto cara la pelle, ed è uscita dal terreno di gioco con un punto grazie anche alla mira difettosa di Fanelli & co. che hanno tirato tanto e male verso la porta avversaria. Un punto comunque importante che ha mosso la classifica e proiettato la squadra alla bella vittoria nell’ultimo turno giocato in terra ciociara dove un netto 0-2 ha consentito a Trippa e compagni di espugnare il “Montorli” di Boville che pur essendo penultimo in classifica, veniva da diversi risultati utili consecutivi e sembrava in netta ripresa. Tre punti fondamentali arrivati grazie ad una bella prova di squadra con Amassoka autore della doppietta decisiva sugli scudi. Il distacco dalla sestultima è di un solo punto, la lotta salvezza sarà dura fino all’ultima giornata. Quello che possiamo fare noi è invadere lo stadio e far capire agli ospiti che difficilmente usciranno vincitori dall’“inferno” del Bruschini. La salvezza passa da “casa” nostra. Pubblico e squadra uniti per centrare l’unico obiettivo importante. Salviamoci insieme. Vince sempre chi più crede. Fabrizio Tirocchi

Raggiunto il III posto in classifica. Gli ultimi 3 match hanno portato 7 punti

FALASCHE CONTINUA LA CORSA IN CAMPIONATO

Il rullo compressore Falasche continua spedito la corsa in campionato. Raggiunto il terzo posto in classifica in coabitazione con il Morandi, sembra deciso a restare nelle parti alte della classifica fino al termine della stagione. Quel terzo posto tanto rincorso è stato raggiunto, ora c’è da stringere i denti e difenderlo perché ciò significherebbe giocarsi le proprie chance di salire di categoria tramite i

playoff. Il Falasche, ammirato negli ultimi tre turni di campionato, è una squadra splendida, che lascia poco o niente agli avversari e quasi sempre esce dal campo di gioco con l’intera posta in palio. Per la precisione, gli ultimi 3 match hanno portato 7 punti ma potevano essere tranquillamente 9, se l’estremo difensore Politi non avesse compiuto una “papera” nell’ultimo turno di campionato contro il Ciampino quando, al 3° di recupero del s.t., non ha trattenuto un traversone dai 40m che si è infilato in porta dando un punto ormai insperato alla squadra, quando ormai nell’aria c’era il profumo dei 3 punti che avrebbero dato il 3°posto in solitaria. Le due vittorie prima del mezzo passo falso col Ciampino sono arrivate contro il Palocco (2-1) con reti di Porcari e Maggiore e contro il Genazzano (0-3) marcato Del Grosso, Rito, Buchicchio. Confidiamo in un finale di

stagione ancora in crescendo perché in fondo, sognare l’eccellenza non costa nulla. L’altra nostra squadra impegnata in promozione è il Nettuno di Mr. D’Agostino che sta attraversando una fase involutiva visto che negli ultimi 3 incontri ha racimolato una sola vittoria e 2 sconfitte. I 3 punti sono arrivati contro la Samagor grazie ad un 2-0 casalingo con reti di Bastianelli e Frezzotti. Le altre due partite di questo miniciclo hanno portato 0 punti. I verdeblu sono stati sconfitti nelle trasferte di S. Pietro e Paolo (1-0) e contro la corazzata S. Maria delle Mole, squadra capolista che si appresta a vincere il girone C che ha strapazzato il Nettuno con 4 reti. Al termine della stagione mancano 9 turni, il distacco dei nettunesi dal 3°posto è di 7 lunghezze. Con 27 punti ancora da assegnare la speranza è l’ultima a morire. Deve valere il detto “insisti, resisti, raggiungi e conquisti”. F.T.


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I lupetti sono per la differenziata Il 4 marzo il gruppo Scout CNGEI ha organizzato nella spiaggia di nettuno l’evento “la giornata del pensiero” (appuntamento importante per i lupi, nel ricordo di Baden Powel) a favore della raccolta differenziata, in programma per il comune di Nettuno. L’evento è stato organizzato presso il santuario di Santa Maria Goretti. I ragazzi hanno sostenuto un confronto con passanti e negozianti sulla differenziata, e raccolto in differenziata i rifiuti pervenuti sulla spiaggia. Una bella giornata all’insegna di sani principi. I volontari del CAV di Anzio-Nettuno

grazie rita Dopo sette mesi di sofferenze, è morta, presso la propria abitazione, Rita Iacobelli, consorte del cardiologo Dott. Maurizio Castellari. Aveva 59 anni, era madre di due figli, professoressa presso una scuola media di Anzio e fino a quando le forze le hanno consentito, ha sempre fattivamente collaborato con il Centro di Aiuto alla Vita di Anzio e Nettuno, di cui è stata anche presidente. I volontari del Centro vedevano in lei una preziosa collaboratrice in grado di affrontare con delicatezza ed efficacia molti dei casi trattati, in cui erano in gioco le vite di nascituri e delle stesse madri, spesso senza punti di appoggio materiali e culturali per affrontare la maternità di una nuova creatura. Grazie, Rita, per quanto hai fatto! Grazie, Rita, per quanto farai ancora dalla casa del Padre a favore della vita! I volontari del CAV di Anzio-Nettuno

lETTERA DA UN LETTORE Egregi, ho letto “La proposta” di Arcangelo Panefresco, su ANZIO-SPACE di marzo 2012 (p. 8), in merito alla creazione di un percorso a mare che unisca i porti di Anzio e Nettuno. È una proposta molto interessante. Essendo il percorso quasi interamente in territorio nettunese, cercherò di stimolare il Comune di Nettuno a prendere in considerazione l’idea. Purtroppo la scarsa (o nulla) lungimiranza della classe politica e dirigente locale non lascia molte possibilità all’attuazione pratica del progetto. La situazione economica del Comune di Nettuno pure. Prevedo anche l’opposizione dei proprietari di case che si affacciano direttamente sugli scogli. Però l’idea è talmente bella e stimolante che va alimentata e fatta crescere; forse con l’intervento di privati (o il sostegno della Provincia di Roma) si potrebbe creare questa camminata a mare che valorizzerebbe il nostro territorio. In Liguria (conosco quelli di Genova-Nervi e delle Cinque Terre) ci sono bellissimi percorsi di passeggiate sugli scogli e sul mare, che attirano turismo. Il Comune di Anzio deve anche essere coinvolto in quanto di suo interesse. È lecito coltivare progetti interessanti, anche se sembrano irrealizzabili. Chissà, magari salta fuori qualche politico che non è interessato solo alla speculazione edilizia! Cordiali saluti Marco Mandelli, Nettuno

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LO CHEF-PIZZAIOLO FOTIA ALLA CONQUISTA DI PARIGI È in procinto di partire per Parigi, dove dal 2 aprile tornerà in gara davanti ad un forno per tentare di aggiudicarsi l’ennesimo titolo da mettere in bacheca: il campionato europeo assoluto. È Marcello Fotia, 31 anni, nato a Napoli ma trapiantatosi ad Anzio con la famiglia da oltre vent’anni. Titolare della Pizzeria-Ristorante ‘Divina Commedia’, sono in tanti, ormai, a conoscerlo soprattutto dopo gli exploit dei vari titoli o posti d’onore conquistati negli ultimi due anni nelle gare destinate al settore culinario. Ma sono in pochi a conoscere i suoi inizi. “Mi sono diplomato alla scuola alberghiera di Anzio”- ci racconta Marcello - “ma come cameriere. Poi la mia passione per i fornelli mi ha spinto a passare in cucina. Era il 2001”. Tre anni dopo lo ritroviamo titolare del locale di via Dante, in qualità di chef, fino a quando per necessità (il pizzaiolo si era licenziato), si ritrova davanti al forno. “Per mia fortuna il vecchio pizzaiolo non era il tipo che custodiva gelosamente il lavoro tutto per sé, per cui col tempo mi aveva insegnato i trucchi del mestiere…” Ad ogni modo Marcello decide di iscriversi al master per istruttori presso la scuola italiana pizzaioli di Caorle dove si ‘riconverte’ nel migliore dei modi in quella veste. Il destino sempre in agguato fa in modo di fargli conoscere, in questa occasione, il comasco Mario Signorile, che gli propone di fare una gara a quattro mani in un campionato del settore. Si fa convincere e vive la gara come una semplice esperienza, senza sapere che gli cambierà, in parte la vita. L’inizio è decisamente sfolgorante con la vittoria, proprio nella gara d’esordio, del campionato europeo di ‘pizza a due’, svoltosi a Parigi nel marzo del 2010 con la ‘pizza Julienne’. Si tratta di una particolare pizza con rucola, pesto di mandorle e fiori commestibili. “Me la chiedono in tanti, qui ad Anzio”- ci dice – Addirittura per il 21 aprile me ne hanno ordinate una trentina. Ma è una pizza complicata da preparare, per via degli ingrediente, difficili da reperire”. Come dice il detto, che in questo caso è azzeccatissimo, l’appetito vien mangiando e Marcello viene ‘risucchiato’ da questo sistema di gare, frequentandone parecchie e tutte con eccellenti risultati. Mentre parla con noi è alle prese con la preparazione del piatto che porterà a Parigi, una pizza con pasta di ceci, calamari e nero di seppia; a vederla è proprio una leccornia. Prima di andarcene diamo uno sguardo alla mensola che sta sul forno, dove in bella mostra ci sono i trofei conquistati (oltre al ricordato campionato europeo, il 2° posto ai mondiali di pizza su navi da crociera, 3° posto al trofeo mondiale ‘Heinz Berck’, il titolo di campione italiano nello spaghetto d’oro, 3° nella pizza in pala, 4° nella margherita d.o.c. negli ultimi campionati nazionali organizzati dalla U.E.P.T.); speriamo di vederne uno nuovo dopo gli europei di aprile e non ci dispiacerebbe neanche vedere un riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale per un suo cittadino che porta il nome di Anzio nel mondo. Ad Anzio, non c’è solo Nerone e Marcello col fuoco, per fortuna, ci cucina le pizze. Maurizio D’Eramo


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PILLOLE FISCALI a cura del Dott. Marco Minoccheri Settore nautico: piu cara nel 2012 la tassa annuale “di stazionamento” L’art. 16, commi 2-10 e 15-ter del DL 201/2011, ha introdotto, a decorrere dal 1° maggio 2012, una tassa annuale di stazionamento per le imbarcazioni che stazionano in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati. Con il maxiemendamento al “decreto liberalizzazioni” (DL 24 gennaio 2012 n.1), tuttavia, l’art. 60-bis ha previsto che tutte le unità da diporto dal 1° maggio di ogni anno siano soggette al pagamento di una tassa annuale (non sarebbe più una tassa di stazionamento in quanto tale locuzione è stata eliminata). Gli importi della tassa, che sono notevolmente aumentati rispetto agli importi stabiliti dal DL 201/2011, variano a seconda della lunghezza dello scafo Secondo la nuova formulazione, infatti, la tassa annuale è stabilita nella misura di: - 800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri (l’importo era fissato a 5 euro); - 1.160 euro per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri (era 8 euro); - 1.740 euro per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri (era 10 euro); - 2.600 euro per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 20 metri (era 30 euro); - 4.400 euro per le unità con scafo di lunghezza da 20,01 a 24 metri (era 30 euro); - 7.800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri (era 90 euro); - 12.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri (era 207 euro); - 16.000 euro per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri (era 372 euro); - 21.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri (era 521 euro); - 25.000 euro per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri (era 703 euro). La suddetta tassa è ridotta alla metà: - per le unità con scafo fino a 12 metri, utilizzate esclusivamente dai proprietari residenti, come propri mezzi ordinari di locomozione, nei Comuni delle isole minori e della Laguna di Venezia; - per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a vela con motore ausiliario il cui rapporto fra superficie velica e potenza del motore espresso in Kw non sia inferiore a 0,5. In ogni caso, l’art. 60-bis prevede che la tassa non si applichi per il primo anno dalla prima immatricolazione delle imbarcazioni.

Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia: • vivibile e interessante per i giovani • viva culturalmente • all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio • arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per migliorare il territorio in cui vivono. Al momento abbiamo tre iniziative: • Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com • Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, info su www.shingle22j.com • Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che vorremmo costruire.

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