Anzio-Space 37 - Febbraio 2012

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Anzio Cementi s.p.a. Il desiderio largamente diffuso nella coscienza popolare di vedere lo sviluppo e la crescita di Anzio su una linea di valorizzazione delle sue bellezze naturali, delle sue tradizioni, del suo ambiente, della sua storia, è sempre più deluso dalle scelte dell’A mministrazione Comunale. E questo desiderio si estingue nell’azione arida di una classe dirigente politica, che definitivamente sceglie di investire tutte le energie per lo sviluppo della città sul cemento. Dopo più dieci anni dall’approvazione del piano Regolatore Bruschini-De Angelis, che sta seppellendo la città sotto una cortina grigia, ulteriore input all’impresa edile viene dato dal comune di Anzio con l’approvazione consiliare di dicembre del “piano casa”, sul quale hanno votato contro il PD, Rifondazione e, stranamente, anche FLI, la cui sensibilità politica (il precedente sindaco Candido De Angelis) ha sempre sostenuto la devastazione del territorio voluta dal nuovo PRG (e qui gatta ci cova!). Pertanto Anzio Cementi s.p.a. continua la sua espansione, nella convinzione che, quando tutto il territorio sarà sommerso dal cemento, si saranno risolti i problemi di ogni tipo e i cittadini saranno più contenti e soddisfatti avendo una casetta o una cameretta in più, pur se inserita in un contesto urbano sempre più squalificato e periferico. Effetto, questo, del pensiero della Giunta Comunale attuale: muovere affari nel presente, senza alcun obiettivo futuro per lo sviluppo di Anzio. Nota positiva di questa approvazione saranno i contributi che i cittadini verseranno nelle casse del comune per avviare gli ampliamenti inerenti al piano casa. Peccato però che anche questo fagottello servirà, come avvenuto in passato, a mantenere un costoso impianto amministrativo e non certo per migliorare i servizi per la città. … E lo stato di abbandono in cui versa il territorio lo dimostra. Andrea Mingiacchi

FUTURO INCERTO PER L’INPS Potrebbe diventare un punto info

TELECAMERE COME FUNGHI La manutenzione spetterà al comune di Anzio

IL LIBRO COME PUZZLE

Alla biblioteca comunale il corso di scrittura creativa


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Proseguono i lavori sulla costa. Meno polemiche. Tante speranze. Poche certezze.

Buon senso e vane speranze C’eravamo lasciati tempo fa, dopo una lunga serie di articoli, iniziative ed eventi, per una pausa riflessiva e osservatrice, ma con tanta speranza per come sarebbero andati avanti i lavori in corso lungo il Lido delle Sirene. Perché questa pausa? Il perché come forse qualcuno ricorderà è legato ad un incontro tra il sindaco della città di Anzio, Luciano Bruschini, e alcuni diretti interessati: associazioni sportive, da noi (GreenOceanSurfing) rappresentate, ed esponenti del Sindacato Balneari. Durante questo colloquio, dopo aver ribadito le posizioni di ognuno ed avendo tutti convenuto sull’assurdità concettuale e pratica di una barriera soffolta all’esigua profondità di 50 centimetri, si è finalmente giunti a concertare una soluzione dettata dal buon senso e dal desiderio di tutti di arrivare ad una conclusione efficace e pratica nel contempo. Ad una barriera ininterrotta che avrebbe dovuto collegare i 5 pennelli in costruzione si sono aggiunti dei varchi centrali larghi non meno di 20 metri e la profondità della barriera restante sarebbe passata da mezzo metro ad un metro e mezzo. Tutto questo, a detta del tecnico intervenuto telefonicamente nella discussione, sarebbe stato realizzato nel lotto dei lavori attualmente in corso d’opera. Per i seguenti lotti si è deciso di intervenire con mezzi diversi, direttamente dal mare e con la realizzazione dei soli pennelli. Ovviamente mai, nemmeno per un attimo, abbiamo pensato di aver ottenuto queste modifiche grazie ai continui interventi sui media, o alle iniziative intraprese con Legambiente, che ha sostenuto la causa con Goletta Verde ed il circolo locale. Molto più probabile è che dopo un’entusiasmante (per le ruspe….) prima metà dell’anno con il mare pressoché piatto da Febbraio a Giugno 2011, i tecnici dell’ARDIS (l’Agenzia Regionale esecutrice dei lavori), abbiano capito che col mare non si scherza e che l’idea di procedere con una strada in mezzo al mare come cantiere in opera fosse una follia e che molto più proficuo sarebbe stato procedere da terra. Questo dopo un’interminabile sequenza di tratti realizzati, sconquassati dalle mareggiate e poi rifatti e ri-demoliti dal mare e rifatti ancora…. E ancora: dopo aver visto i risultati dei soli pennelli nei tratti già realizzati, forse, ma forse, si è capito che in fondo quella barriera sarebbe stato un inutile orpello che ci si poteva benissimo risparmiare e che come si evince dalle stesse “Linee Guida per il Piano Regionale della Difesa delle Coste”, redatto dalla stessa Regione Lazio i pennelli sono di per loro un efficacissimo metodo di intervento.

Ma la pausa è finita. È tempo di aggiornare i distratti sulla situazione. Le ruspe, nel tratto attualmente già tolto non hanno lasciato il fondale stabilito: le rocce sono a pelo d’acqua e il passaggio dalla spiaggia al mare aperto è veramente difficoltoso attraverso un tappeto di rocce di diversa grandezza molto affilate e rese scivolose dalle alghe. La barriera, come più volte prospettato dalle nostre previsioni, è sì ad una profondità media di 50 centimetri, ma con un minimo movimento del mare molte rocce sono a filo d’acqua e molto insidiose. Problemi tecnici? Vale solo per questo primo tratto fra i primi pennelli? Le cose andranno meglio per i chilometri a venire? In questo preciso momento stanno realizzando il quinto pennello finale all’altezza del C.N.C. Quello che rimane è una costa diversa. Sì, ancora in fase di cantiere, ma il risultato è questo. Sotto gli occhi di tutti. Una roccia pesante sul cuore di tutti coloro che amano questo tratto di costa. Cosa succederà prima della fine dei lavori di questo primo lotto? Quali altre sorprese? Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo imminente stralcio di lavori? Verranno realizzati i pennelli come promesso o anche queste “certezze” finiranno sotto i sassi? La maggior parte delle persone viene sulla falesia e osserva i lavori dall’alto. Ma da lassù non si capisce la situazione che giace sotto la superficie dell’acqua. Per questo è necessario, riteniamo, che qualcuno si assuma il compito di monitorare l’andamento dei lavori. La ruspa stessa toglie i massi finché può ma certamente il tecnico non ha la percezione di quanto tolto sotto l’acqua divenuta torbida. Molto spesso ciò che è nascosto è molto più rilevante di ciò che appare. Bruno Pepe GreenOceanSurfing.com

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Installate in centro, negli incroci stradali, nelle rotonde, all’entrata delle scuole e nel porto

IN CITTÀ SPUNTANO TELECAMERE COME FUNGHI UTILI ALLA SICUREZZA DEI CITTADINI, SONO IN FASE DI COLLAUDO. MA FONDAMENTALE SARÀ LA “MANUTENZIONE” CHE SPETTERÀ AL COMUNE

BREVI: Il Sindaco Bruschini: “Servizi Inps inadeguati sul nostro territorio” Sulla vicenda dell’Inps di Anzio, che sembrerebbe essere stata sostituita da un semplice Punto Informativo, arriva anche la replica del primo cittadino Luciano Bruschini: “I servizi prestati dall’Ufficio Inps di Anzio e Nettuno sono inadeguati ed è inammissibile che i cittadini siano costretti ad ore ed ore di fila, fin dalle prime ore dell’alba, per tentare di avere qualche risposta a tutta una serie di istanze che riguardano pratiche di primaria importanza”.

Grappoli di telecamere coprono vaste zone di Anzio e dintorni, basta alzare il naso per accorgersene. Questi occhi elettronici sono situati soprattutto nel centro di Anzio, nelle rotonde, negli incroci delle principali arterie stradali e nei cortili d’entrata delle scuole. Gli impianti sono affidati momentaneamente alla polizia locale, dove si trova la cabina di controllo. Altre telecamere, che saranno gestite dalla guardia costiera e si trovano nel porto coprendone il territorio quasi per intero, sono ancora in fase di collaudo e la manutenzione sarà a carico del comune. Si tratta di centinaia di telecamere montate da diversi soggetti, dall’ingegnere locale alle ditte fuori zona, con fondi regionali ed europei, istallate in diversi tempi e relativamente alle possibilità economiche. Oggi la cittadina si ritrova un piccolo patrimonio utile anche alla sicurezza, se non fosse che l’attuale amministrazione non investe un centesimo per la manutenzione. Al comando dei carabinieri di Anzio Colonia alla domanda se le telecamere siano servite a rintracciare i vari autori dei molteplici furti ai negozianti del centro è stato risposto: “Qualcosa è stato fatto ma ora come sono non servono a molto, avrebbero bisogno di più manutenzione.” L’ingegnere che ha realizzato l’opera maggiore del centro si sta organizzando per ottenere i permessi ad un progetto chiamato “Milleocchi”, che terrebbe viva tutta la struttura. Si tratta di dare in gestione ad un

istituto di vigilanza tutte le telecamere del territorio in modo che faccia da filtro per un eventuale allarme da girare a polizia o carabinieri. Invece la manutenzione rimane di responsabilità comunale. Samuele Carannante, veterano della polizia locale, afferma: “Il garante della privacy ha concesso l’uso delle telecamere per visionare il traffico locale nonostante ciò due anni fa sono stati acciuffati dei malviventi che avevano commesso un furto notturno in un negozio del centro, ma soltanto perchè passavano a distanza ravvicinata dalla telecamera” Nella cabina degli uffici della polizia locale vi erano una decina di video che riprendevano persino l’interno del Museo Archeologico, ma circa la metà, quelli di Piazza Garibaldi e Piazza Pia sono spenti, perchè, spiega Carannante “proprio in quel momento stanno facendo della manutenzione dopo molto tempo.” E riguardo a chi debba gestire l’impianto: “Non credo che un istituto di vigilanza essendo privato possa occuparsi di queste telecamere, anche perchè i costi sarebbero moltiplicati”. Bisogna dire che la visione di alcuni dei video accesi era davvero pessima come se ci fosse stata la nebbia, ma siccome quella era una mattinata uggiosa è venuto spontaneo pensare che la causa fosse stata la condizione meteo anche se il dubbio che qualcosa non andasse per il verso giusto rimase. Alessandro Tinarelli

Prevenzione del melanoma e della spirometria: al via le visite gratuite Il comitato lotta contro il cancro informa i cittadini che è ancora possibile fissare appuntamenti per l’esame del melanoma della pelle con le visite gratuite del dottor Salvatori, il martedì e il giovedì, fino al 15 marzo 2012, presso l’ambulatorio dermatologico a Nettuno. Per prenotazioni telefonare il lunedì, dalle ore 10 alle 12, al 331 8024197. Per l’esame della spirometria, eseguito dal dott. Montone presso l’ospedale di Villa Albani di Anzio, nei mesi di febbraio e marzo le prenotazioni sono invece riservate solo a persone “over 50”. Telefonare al 345 9818902, lunedì e mercoledì dalle ore 10 alle 12.

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Disagi e dubbi per i servizi che si potrebbero perdere

L’INPS DI ANZIO DIVENTA UN PUNTO INFO La nostra centrale operativa INPS si sta trasformando in un “punto Info” che servirà ad indirizzare le persone nei centri di Pomezia e Roma Eur, dando qualche rassicurazione sullo stato delle pratiche. I servizi che le cinque persone rimaste negli uffici possono ancora offrire dal 23 gennaio sono: disoccupazione e mobilità per le prestazioni temporanee; prime liquidazioni di anzianità, vecchiaia, assegni ordinari d’invalidità, pensioni d’invalidità, pensioni indirette, reversibilità, trasformazioni e ricostituzioni contributi. Il nuovo orario: dal lunedì al venerdì mattina e pomeriggio, orario ufficio. Veramente difficile la situazione negli uffici del centro Anteo che ricoprono tutto il territorio di Anzio e Nettuno servendo quasi 120 mila residenti, e lascia perplessi la poca attenzione che al momento le istituzioni locali stanno dimostrando.. In questi giorni non sono mancate le file interminabili di anziani e invalidi imbufaliti. Lo sportello di Anzio finora ha perso la possibilità di produrre molti servizi tra cui: cessione del quinto; prime liquidazioni assegni sociali; sportello artigiani e commercianti; disoccupazione agricola; autorizzazioni assegni familiari; invalidi civili, liquidazioni alle cause… Qualche anno fa i dipendenti nel centro erano venti, lo smantellamento è iniziato

nel 2007 con la mancata sostituzione degli impiegati andati in pensione e un decesso. Dopo lo scandalo che ha visto protagonista una dipendente del centro che è stata definitivamente condannata per aver lucrato illecitamente servendosi dello sportello, la situazione è “crollata”. Ci sono stati trasferimenti e pensionamenti mai sostituiti; fino ad arrivare oggi a sei persone che saranno a breve in cinque, e siccome c’è un prossimo al pensionamento si arriverà a quattro. I “Fantastici 4” dovranno assistere decine di miglia di utenti. Poi oltre a perdere quei pochi servizi che sono rimasti, si teme che essendo semplicemente un punto info si arrivi ad un solo dipendente. Martedì 17 gennaio i

dipendenti superstiti si sono fatti ricevere per avere dei chiarimenti sul da farsi a Roma Eur dalla direttrice generale, dott.ssa De Micheli che risponde: “Posso garantirvi che tutto l’arretrato sarà evaso nel giro di un anno, la situazione si normalizzerà e gli utenti di Anzio e Nettuno non avranno più problemi”. C’è da chiedersi perchè non hanno normalizzato prima di chiudere e perchè devono chiudere un servizio in una zona altamente popolata lasciandola scivolare ancor di più in uno squallido degrado. I cittadini si stanno organizzando per una protesta civile che partirà con una raccolta di firme e uno spronamento a questa amministrazione dormiente. Alessandro Tinarelli

Linda Galasso: “Per motivi di salute lascio i progetti a chi verrà’”

SI DIMETTE IL PRESIDENTE DELL’AVIS LOCALE

Linda Galasso, presidente dell’Avis Anzio-Nettuno da tre anni e in attività nell’associazione dal 2000, ora si dimette per motivi di salute associati al notevole impegno di reperibilità che tale incarico richiede. Dottoressa cosa ha fatto in questi tre anni di Presidenza Avis? “Per avvicinare e sensibilizzare i ragazzi delle scuole superiori di Anzio-Nettuno alla

consapevolezza dell’utilità sociale nell’essere donatori di sangue, ho creato tramite l’Avis un concorso di opere artistiche con relativa vincita di Borsa di Studio. Lo scorso anno si è svolta la prima edizione con buona partecipazione delle amministrazioni comunali, dei ragazzi e dei docenti di otto istituti che facevano parte della commissione giudicante. Il progetto, che si chiama “Angelo Vassallo, modello di legalità”, comprendeva convegni con autorità ed esperti medici della Finanza e della Polizia in cui si spiegava ai ragazzi come e perchè donare il sangue.” Adesso che si è dimessa a che punto è il progetto? “Abbiamo fatto tutti i convegni come da programma con la partecipazione di Massimo Vassallo fratello del sindaco assassinato nel Cilento dalla camorra. Non so quali siano le intenzioni della nuova direzione Avis di

Anzio-Nettuno, spero si continui con forze fresche a favorire l’avvicinamento dei ragazzi tramite il concorso di espressione artistica, anche perchè per il 10 marzo è prevista la consegna delle opere dei ragazzi. Vedremo.” Ha trovato problemi particolari nella conduzione dell’associazione? “Mi è stato impossibile far partecipare attivamente i ragazzi all’interno dell’associazione perchè avrei dovuto chieder loro di pagarsi le spese di trasporto e vitto e questo per un ragazzo anche se volontario non è semplice. Io stessa ho anticipato le spese di ogni genere per attivare e pubblicizzare il servizio che ho sempre ritenuto e ritengo di estrema utilità sociale ma i rimborsi dall’Asl arrivano con ritardi di due anni circa.” Adesso è il dott. Alessandro Rinaldi, vicepresidente vicario, il responsabile Avis, in attesa della nuova nomina definitiva. A.T.


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Contro il carovita, ecco un modo economico e di qualità di comprare i beni alimentari

GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE AD ANZIO

Esiste ormai da un anno una realtà nuova nel panorama sociale di Anzio: si tratta del Gruppo di acquisto popolare (Gap). Nati da un’iniziativa del dipartimento Partito sociale di Rifondazione comunista, i gruppi di acquisto e le altre strutture del Partito sociale vogliono essere la risposta concreta che i comunisti cercano di dare alla devastazione sociale e materiale che la crisi economica sta causando alla nostra società, soprattutto nei confronti delle classi lavoratrici. Abbiamo incontrato il responsabile per Anzio dei Gap, Roberto Macrì, per farci spiegare meglio come funzionano e quali sono le loro finalità. Calabrese, residente ad Anzio da vent’anni, militante di Rifondazione, operaio della Palmolive, Macrì è da anni impegnato nelle lotte e nelle attività che il suo partito organizza nel nostro territorio. Roberto, quali sono le motivazioni per far nascere un Gruppo di acquisto? In una fase come questa che stiamo vivendo, assume una valenza prioritaria il prezzo dei beni di prima necessità, sottoposti a ingiustificati aumenti dovuti anche a speculazioni commerciali e finanziarie senza scrupoli. Formare un gruppo di acquisto significa smarcarsi dalle grandi reti di distribuzione e andare ad acquistare prodotti direttamente dal produttore, ad un prezzo conveniente per lui e per noi consumatori. Essere un Gruppo di acquisto popolare vuol dire risparmiare ma anche chiedersi che cosa c’è dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che lo hanno trasformato, quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione; qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto; fino a metter in discussione il concetto stesso di consumo attuale e il modello di sviluppo che lo sorregge.

Guardando il volantino con i prezzi dei prodotti si nota che sono convenienti, ma qui non si tratta solo di risparmiare, è molto di più. Esatto, si tratta di auto-organizzarsi e iniziare a praticare una alternativa sociale, che stimoli una produzione più responsabile socialmente ed ecologicamente. L’obiettivo è diffondere certe pratiche sociali nella popolazione e stimolare i Comuni ad aprire spacci popolari, dove i produttori locali possano offrire ad un prezzo equo per loro e per i consumatori i propri prodotti. Non si tratta di carità o beneficenza ma di cittadinanza consapevole. Inoltre tale pratica dimostra che è possibile ridurre i costi di filiera per i prodotti di prima necessità, che è possibile tutelare le produzioni locali, il lavoro e i diritti di chi consuma. Se non lo si fa abitualmente è perché manca la volontà politica da parte delle istituzioni. Come è nato il Gap a Anzio? Abbiamo costituito con i compagni del Prc di Nettuno e altri soggetti un’associazione, le Officine Popolari, affiliata alla rete associativa del Prc e abbiamo cominciato le attività di acquisto sotto la sigla del Gruppo di acquisto popolare Anzio Nettuno/Officine Popolari. Attualmente però i compagni di Nettuno sono alla ricerca di una nuova sede per la loro attività politica, cosicché hanno sospeso i Gap, che continuano a svolgersi solo nel nostro comune. Che caratteristiche deve avere un produttore scelto dal Gap e come si aderisce ad esso? Bisogna innanzitutto verificare se nell’azienda da cui si va ad acquistare non ci sia sfruttamento di manodopera e si rispettino tutti gli standard sanitari e fiscali, poi si verifica la genuinità del prodotto. A quel punto si acquistano da parte dei cittadini organizzati nel Gap i prodotti ad un prezzo superiore rispetto a quello che normalmente viene pagato ai produttori dai grandi distributori, cosicché si salta completamente la filiera distributiva, con i rincari di prezzo che essa comporta. Si ripaga il lavoro del produttore e contemporaneamente si compra un prodotto ad un prezzo competitivo per le tasche di chi non arriva a fine mese. Per aderire basta sottoscrivere la nostra carta di intenti, lo spaccio dei prodotti avviene ogni giovedì pomeriggio presso il Circolo Prc di Anzio in Via O. Fratini 8.

Ci sono molte aziende che lavorano con i Gap? Ci sono una serie di aziende che forniscono alla rete dei Gap su tutto il territorio nazionale un paniere di prodotti da cui ci riforniamo, ma sono riuscito a trovare anche aziende a km 0 da cui rifornirsi. In più con questo metodo facciamo pervenire ad Anzio prodotti tipici della Calabria, come salumi e olio extravergine, provenienti da aziende agricole certificate. Più aderenti al Gap ci saranno più riusciremo a spuntare un prezzo sempre più competitivo anche per i prodotti a km 0. Inoltre quello che vorremmo fare è istituire sul territorio dei servizi popolari, come ripetizioni, assistenza legale, servizi medici e dentistici e così via. Per far ciò siamo alla ricerca di giovani insegnanti e professionisti che vogliano mettere a disposizione la loro professionalità al servizio di chi in questo momento paga maggiormente il prezzo della crisi: come i lavoratori/e, i precari/e, i disoccupati/e gli immigrati/e, ad un prezzo equo. Presto è nostra intenzione organizzare un’assemblea pubblica per spiegare e diffondere sempre di più le nostre pratiche, anche in un territorio come il nostro in cui purtroppo scarseggia l’abitudine alla solidarietà. Per qualsiasi informazione i cittadini e coloro che vogliano vendere i propri prodotti o fornire le proprie prestazioni tramite il Gap possono contattarci alla mail: manido@ hotmail.it, oppure ai cellulari 3456423160 o 3496800579. Umberto Spallotta

MODULO

D’ACQUISTO – ___________________________________________ PRODOTTI

1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) 26) 27) 28) 29) 30) 31) 32) 33) 34)

Riso arborio Pasta stabilimento Rummo Pane di Genzano (solo ad Anzio) Pane di Lariano (solo a Nettuno) Salumi calabresi (Nduja) Salumi calabresi (Soppressata) Salumi calabresi (Lonzino) Latte Murillo Formaggio sardo Parmigiano reggiano 27 mesi (Modena) Mozzarelle Murillo Ricotta Murillo Formaggio primo sale Murillo Formaggi vari Murillo Primo sale piccoli Murillo Olio calabrese extravergine d’oliva Olio calabrese vergine d’oliva Olio bio Olio san Sebastiano di Panicale Patate di Pescina Pelati Rominella Pelati Rominella Pomodorini di collina Rominella Passata di pomodoro Rominella Legumi Rominella: borlotti, lenticchie, piselli, ceci Legumi secchi: borlotti, cannellini, ceci, lenticchie Miele Parchi d’Abruzzo Miele Parchi d’Abruzzo Vino sfuso rosso o bianco Cacchione di Nettuno Biscotti e ciambelle di Genzano Kiwi di Aprilia Detersivo lavatrice Detersivo pavimenti Detersivo piatti

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U.M. 1 kg 500 g 1 kg 1,2 kg 1 kg 1 kg 1 kg 1 lt 1 kg 1 kg 450 g 400 g Al kg Al kg Al pz. 5 lt 5 lt 5 lt 1 lt 5 kg 400 g 800 g 400 g 400 g 400 g 1 kg 1 kg 500 g 5 lt 500 g 3 kg 4 lt 2 lt 2 lt

PREZZO € 1,10 € 0,50 € 1,30 € 2,50 € 8,50 € 9,00 € 11,00 € 1,00 € 10,00 € 14,00 € 3,00 € 1,50 € 7,50 € 8,50 € 0,75 € 30,00 € 20,00 € 25,00 € 4,50 € 2,00 € 0,40 € 0,80 € 0,60 € 0,35 € 0,35 € 2,00 € 6,00 € 3,00 € 5,00 € 2,20 € 2,50 € 3,90 € 1,50 € 1,50

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COGNOME

QUANTITA’

TOTALE

modulo d’acquisto _ GAP GAP ANZIO Luoghi di distribuzione: via Oberdan Fratini n. 8, Anzio Info: Roberto tel. 3456423160 manido@hotmail.it

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IL PUNTO SUL PIANO CASA: LA LEGGE REGIONALE E SVILUPPO SUL TERRITORIO

Un tema di cui, nella seconda metà del 2011, si è discusso molto è stato quello del piano casa. Nel Lazio la legge in questione è la n. 21 dell’agosto 2009, il testo è composto da 29 articoli. L’oggetto e le finalità della norma si trovano all’articolo 1: in sintesi viene riportato un rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia nel rispetto dei vincoli paesaggistici, culturali e ambientali. Come si applica il piano casa Il provvedimento si applica a tutti gli edifici realizzati in modo legittimo, a quelli che hanno acquisito il titolo abitativo in sanatoria e anche a quelli non ultimati ma che abbiano il titolo abitativo edilizio. La legge offre la possibilità di ampliamento anche alle abitazioni che si trovano in zone agricole o in zone naturali protette; quest’ultima, però, può essere applicata solo con alcune prescrizioni. L’ampliamento del 20% rimane fissato ad un massimo di 70 mq, ma può essere applicato anche ai fabbricati superiori ai 1000 mc. Inoltre sono previsti una serie di possibili interventi, sia di iniziativa privata che di iniziativa pubblica, che servono al cambio di destinazione d’uso degli edifici non residenziali che sono stati dimessi o non completati. Cosa significa e qual è lo scopo? Significa che si possono costruire case su aree dove prima sorgeva, ad esempio, una fabbrica. Lo scopo è quello di recuperare aree da destinare a fini residenziali, lasciando una quota da destinare ad housing sociale: cioè una locazione a canone concordato. Il piano casa è in vigore? La legge approvata e in vigore è la n.10/2011,

che apporta delle modifiche sostanziali alla precedente sopracitata. Questa offre ai cittadini la possibilità di “continuare a presentare le istanze per realizzare degli interventi di ampliamento, sostituzione edilizia e recupero degli edifici esistenti”, stando a quanto si legge sul sito della Regione Lazio. Come si applica il piano nei Comuni La regione lascia scelta ai comuni: la legge sul piano casa può essere applicata così com’è oppure può essere modificata in base alle esigenze previste nel proprio piano regolatore. Ed è proprio alle norme comunali che si deve riferire chi vuole fare degli interventi di ampliamento, ristrutturazione e demolizione e ricostruzione. IL PIANO CASA AD ANZIO Nella città neroniana il piano casa è stato uno dei motivi che hanno portato alla rottura tra il sindaco di Anzio Luciano Bruschini e l’ex assessore all’urbanistica Ruggero Garzia. Il suo posto è stato preso da Sebastiano Attoni, che dopo consultazioni con tutte le forze politiche del territorio ha portato la delibera riguardante il piano casa nel consiglio comunale del 20 dicembre 2011. La delibera è passata con i soli voti della maggioranza, hanno votato contro il Pd e Fli, che si è vista bocciare i quattro emendamenti presentati. “Con la delibera - dice il sindaco Bruschini – abbiamo precluso l’applicazione del piano casa ad Anzio centro, lungo la fascia costiera e aree limitrofe in modo da tutelare la valenza paesaggistica, agli edifici e complessi edilizi realizzati o in

corso di realizzazione in aree classificate come comparti C di espansione e ai palazzi storici del territorio. Inoltre, nella delibera, abbiamo precluso cambi di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale per gli immobili situati in zone industriali e agricole. Ringrazio il neo assessore Attoni per l’ottimo lavoro svolto e i diciassette consiglieri comunali della maggioranza che, con l’approvazione della delibera, hanno dato un importante contributo alla salvaguardia del nostro territorio”. Chiaro anche il commento dell’assessore Attoni: “Con l’atto approvato ieri dal consiglio comunale abbiamo voluto seguire la filosofia con la quale il piano casa era stato concepito, ossia consentire a tante famiglie che vivono in spazi limitati, di ricavare una stanza e i metri quadri necessari per ampliare la propria abitazione secondo la legge; allo stesso tempo ci siamo preoccupati di tutelare le aree di pregio del nostro territorio ponendo delle limitazioni all’impatto del piano casa. Appena ricevuta la delega dal sindaco Bruschini, il mio primo atto è stato quello di incontrare tutte le forze politiche cercando di andare incontro a tutte le varie proposte, per tentare di approvare un atto condiviso dall’intero Consiglio Comunale. Sono dispiaciuto per il voto contrario dell’opposizione, ma ci tengo a ringraziare la maggioranza e tutti tecnici degli uffici comunali che, sin dal primo giorno del mio insediamento, hanno dato prova di grande professionalità e disponibilità”. Leonardo Tardioli


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UNA PENNELLATA BIZANTINA A VILLA CLAUDIA

Nella chiesa di S. Maria in cielo l’affresco di Zoran Djurovic, artista-sacerdote serbo, già famoso per le sue opere d’arte al Centro Ecumenico Metti il catino di un’abside spoglio di decorazione, aggiungi un giovane parroco con la voglia di dare un senso al riavvicinamento ‘religioso’ voluto dal Concilio, e associali ad un artista serbo dal grande talento iconografico e teologico; shakera il tutto in una sorta di cocktail e ne esce fuori il piccolo capolavoro che decora, da fine dicembre, l’abside della chiesa di S. Maria in cielo a Villa Claudia. Una decorazione molto particolare che racchiude tutta una serie di immagini e concetti che vanno dall’iconografia bizantina alla tecnica dell’affresco medioevale, fino al richiamo del moderno con un’immagine proveniente dallo spazio remoto. Ma andiamo con ordine, conoscendolo personalmente e avendolo visto all’opera nella chiesa del ‘Corpus et Verbum Domini’ di Lavinio stazione, don Carlos Tomè Hernandez, parroco di Villa Claudia ha deciso di commissionare a Zoran Djurovic, quarantatreenne artista, teologo e sacerdote serbo, il catino dell’abside della chiesa di via del mare, con un affresco che esaltasse la figura della Madre del Cristo. Con molto spirito d’iniziativa, l’artista serbo che vive a Nettuno da alcuni anni, ha interpretato a modo suo l’incarico avuto e ha dato vita ad una raffigurazione che ha tutta una serie di richiami spirituali e teologici. La mano di Dio, raffigurata proprio al culmine del catino, incarica lo Spirito Santo di fecondare e dar vita, non solo all’Universo, ma anche alla Madonna, in modo da concepire il ‘Verbo’, facendogli assumere così una consistenza di carne, lui che è solo Spirito. Una consistenza corporea richiamata dalla figura posta in basso e da sempre considerata il simbolo del Cristo: l’agnus Dei; ai suoi lati, sono ritratti, infine, due coppie di pavoni, simboli spesso raffigurati nell’iconografia bizantina, posti a rappresentare l’Eden, il paradiso terrestre. Al centro del catino, in un ipotetico cielo dipinto col colore tipico dell’arte bizantina, l’oro, ci sono due angeli (da sempre visti come le creature celesti più

vicine a Dio e che sembrano essere usciti da un affresco di una delle tante chiese ortodosse della terra natia dell’artista) che alzano, portandolo in volo, il Santissimo, racchiuso dentro una struttura a forma di mandorla. E il richiamo alla figura degli angeli torna anche nell’arco che racchiude l’abside, dove in una coreografia che richiama l’arte cosmatesca del XIII secolo, sono raffigurati in altrettanti ovali, le nove gerarchie angeliche. “L’idea di questo progetto – ci spiega Don Carlos – è nata dal desiderio di creare una comunione con la chiesa ortodossa. Abbiamo voluto mettere insieme la tradizione orientale e quella Cristiana. Papa Giovanni Paolo II diceva che nella spiritualità cristiana bisogna respirare con due polmoni: la chiesa latina e la chiesa bizantina per scoprire le ricchezze delle due tradizioni giungendo alla riconciliazione e alla comunione delle chiese. Nell’affresco si sono voluti manifestare i due misteri della fede cristiana: l’Unità e la Trinità di Dio e l’incarnazione, passione, morte e resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.” Una particolarità dell’affresco è il cielo primordiale della creazione, che viene particolarmente esaltato dal grande disco centrale, realizzato con un acceso colore arancione, dove la figura dello Spirito Santo aleggia sull’immagine della nebulosa dell’aquila, nella costellazione del serpente, così come venne captata dal telescopio Hubble nel 1995. L’irruenza di quel colore

così forte vuole mostrare l’esplosione della creazione; da essa si irradiano le striature blu cobalto del cielo primordiale, con le stelle dalle forme tipicamente medioevali (che ricordano quelle di S.Maria sopra Minerva a Roma, o della volta pre-michelangiolesca della Cappella Sistina), che formano, in maniera stilizzata, le braccia di una croce, in modo da far intendere che forse, nella mente di Dio e del piano divino, la croce fosse un elemento presente già al momento della creazione. Quasi a sostenere l’ipotesi che fosse già tutto segnato, tutto previsto. “Particolare riguardo va alla croce.” – continua don Carlos – È fondamentale. Qui è vista come l’elemento che viene a manifestare non solo l’amore di Dio per l’umanità, ma anche il riscatto dell’Umanità stessa. La croce non è un disguido, non è uno scacco in attesa di riparazione, ma il segno che il Signore ha usato per dimostrare tutto il suo amore. Io amo immaginare la croce non come un imprevisto nella vita di Gesù, ma come un’ombra che passa attraverso tutta la sua vita; l’Evangelista che racconta la nascita di Gesù, ci dice che Egli venne deposto nella mangiatoia, con lo stesso termine con cui dirà poi che Egli fu deposto sulla croce e nel sepolcro. La croce è un elemento che segue tutta la vita di Gesù, dalla nascita alla morte. Come per dire che nella vita cristiana la croce è un passaggio obbligatorio. Dicevano gli antichi: Chi cerca Gesù senza la croce, troverà la croce senza Gesù. Come dire che troverà la croce senza la forza di portarla”. Dunque un piccolo capolavoro artistico e teologico, realizzato in un paio di mesi con la tecnica michelangiolesca del ‘buon fresco’, usando cioè dei colori che vengono stemperati nell’acqua e dipinti sopra un intonaco fresco, appena steso. Si ottiene così una reazione chimica tra la calce dell’intonaco e il carbonio dell’aria, che porta i colori a fissarsi in maniera insolubile e acquistare una forte solidità. Maurizio D’Eramo


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La cultura del sospetto C’è da interrogarsi seriamente sul perché ogni qual volta si parli di possibili infiltrazioni mafiose ad Anzio, i massimi esponenti del centrodestra locale reagiscano in modo così veemente. Puntualmente ad ogni sollecitazione di associazioni anti mafia o di deputati del nostro Parlamento, la risposta consueta del sindaco Bruschini e del senatore De Angelis è : “nessuno può permettersi di infangare la città di Anzio”. Chi la sta infangando sul serio? Non credo personalmente che un’interrogazione parlamentare volta a fare chiarezza su eventuali connubi tra malavita e classe politica debba essere interpretata come un attentato alla dignità del cittadino anziate. Nessuno ha tirato in ballo la nostra città cercando di infangarla, al contrario l’intento di queste richieste è proprio quello di assicurarsi che i cittadini neroniani vivano in una città priva di radici mafiose. Purtroppo l’ultima iniziativa dei deputati Touadì e Veltroni mette in luce diversi fatti di cronaca inquietanti, ed è sacrosanto che la magistratura intervenga per fare chiarezza. Il sottoscritto insieme all’esponente de “Il Giovanotto” Federico Arancio e alla collaborazione di Anzio Futura ha organizzato un convegno volto proprio a cercare di riportare dati oggettivi sul fenomeno mafia nel territorio. Nell’occasione (tenutasi lo scorso 13 gennaio) abbiamo invitato tutti gli esponenti politici e del mondo civile, tra cui anche il senatore De Angelis, che ha avuto modo di esprimere liberamente il suo pensiero (senza ascoltare le risposte di molti cittadini). Credo che Anzio stia vivendo un momento molto delicato della propria storia recente, sia a livello economico, sia in termini di prospettive politiche. In qualità di esponente del Pd anziate, mi sento di affermare che le recenti interrogazioni sicuramente necessitano di alcune integrazioni, cosa riconosciuta dallo stesso senatore Vita, ma allo stesso tempo vanno sostenute in toto. Sarebbe interesse di tutti, anche degli esponenti del centrodestra, sapere con certezza se esistano o meno legami tra la malavita e alcune frange della classe politica. Io sono fautore di un profondo rinnovamento della politica neroniana e credo che si potrebbe partire già adesso, lanciando un segnale trasversale e accogliendo con favore un’eventuale commissione di accesso. D’altronde, se tutti auspichiamo che i nostri rappresentanti politici abbiano lavorato onestamente, perché temere una semplice interrogazione parlamentare? Sarebbe opportuno che si partisse già dal basso, magari presentando le dichiarazioni dei redditi, che numerosi esponenti del centrodestra continuano ostinatamente a non presentare. Chi vi scrive è fautore della trasparenza a tutti i livelli, quindi cominciamo già adesso! Io non voglio vedere Anzio infangata dalle eventuali infiltrazioni mafiose, e non da una semplice interrogazione parlamentare. Marcello Bartoli- Direttivo Pd Anzio-.

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Polemiche sulla refezione scolastica e la possibilità di portare il cibo da casa per il pranzo

NON SI PLACA LA PROTESTA DEI GENITORI DEL ‘COLLODI’

Credo non sia errato, parafrasando il termine di ‘mala-sanità’, cominciare a parlare di ‘malascuola’ per inquadrare l’intera vicenda che vede come protagonista il plesso scolastico del ‘Collodi’, così come crediamo sia doveroso (per chi non ha avuto modo di seguirlo fin dall’inizio) fare un piccolo riassunto dell’intero episodio. Il tutto è iniziato quando i genitori di un gruppo di alunni che frequentano la scuola elementare di via Machiavelli, ha deciso di ritirare i propri figli dalla refezione pregando il dirigente scolastico, dott.ssa D’Orso, di poter usufruire di un’aula o un angolo della mensa stessa per far pranzare i propri figli con i cibi portati da casa. Al rifiuto del dirigente, i genitori si sono raccolti in un piccolo comitato e hanno scritto una lettera aperta al nostro giornale, dove illustravano le loro tesi. Sul numero passato, Anzio-Space ha dato modo alla dottoressa D’Orso di rispondere ai genitori e di illustrare le argomentazioni che l’hanno portata a maturare la decisione di negare i locali. Ma a quanto sembra le spiegazioni fornite non hanno trovato riscontro tra i genitori; anzi, lungi dal risolversi, la querelle sta diventando un ‘piccolo caso’ di “mala-scuola”, con i genitori schierati da una parte, sempre più decisi a far valere le loro richieste, e la dirigenza scolastica e i responsabili dell’Amministrazione cittadina che sono schierati sull’altro versante, o che fanno finta di niente, evitando di cercare una risoluzione al caso. Stavolta D.L., diventato l’anima della rivolta, ha voluto incontrarci di persona e dire la sua su tutta questa ‘strana’ vicenda. “Sembra proprio che ci vogliano obbligare” – esordisce

l’uomo- “a far mangiare a tutti i costi i nostri figli nella mensa. Per tanti è quasi impossibile, lavorando lontano da Anzio, tornare all’ora di pranzo, prendere i figli, portarli a casa e poi riportarli a scuola un’ora dopo, come vorrebbe la D’Orso. Sulla carta ci sono poche vie d’uscita: o ti licenzi o li lasci in mensa. Ma se poi uno non ha i soldi per pagarla, la mensa? Ti dicono che sei ‘moroso’ e ti mandano la cartella esattoriale di Equitalia. Abbiamo letto le argomentazioni fornite del Dirigente scolastico ma abbiamo, in merito, molte cose da replicarle. Nell’intervista la dottoressa dichiara che c’è una nota del Comune, in vigore già dallo scorso anno scolastico, che vieta di mettere un tavolo aggiuntivo nella mensa, per i bambini che non fruiscono dei pasti della ‘Serenissima’; da parte sua l’Assessore Del Villano, con cui ho parlato personalmente, dice che non ci sarebbero da parte del Comune, pregiudiziali a riguardo, e che il divieto è frutto della volontà del dirigente scolastico e di una convenzione fatta con la ditta che fornisce i pasti. A chi bisogna credere?” Sembrerebbe di stare nel bel mezzo del solito gioco di far rimbalzare le responsabilità da una parte all’altra? “Proprio così, solo che in mezzo a tutta questa storia ci sono diverse decine di famiglie. Genitori che secondo queste tesi sarebbero così pazzi da preparare cibi cattivi per i propri figli, cibi ‘contaminati’… anche perché la tesi della possibilità che questi cibi portati da casa possano ‘contaminare’ i bambini che presentano patologie di intolleranza regge fino ad un certo punto. Il bambino intollerante, infatti, ha più

possibilità di toccare il cibo ‘normale’ preparato in sede dalla ‘Serenissima’, del vicino di tavola e quindi rischiare di sentirsi male, di quella che può avere di mangiare il cibo portato da casa di un bambino che sta su un tavolo distante da lui, in un angolo della mensa. E poi cosa sarebbe la storia di questa convenzione che vede la ‘Serenissima’ dettare delle condizioni? Mi domando come sia possibile accettare un vincolo del genere, che solo qui ad Anzio sembra esistere. E gli organi preposti alla vigilanza, come hanno potuto accettare tutto ciò? E, soprattutto, il signor Sindaco cosa ne pensa? Spero proprio che, comunque sia, i cittadini al momento delle prossime elezioni si ricordino di tutti quei politici di Anzio che non sono riusciti a dare delle valide spiegazioni alle nostre richieste, o che continuano a perdere tempo dietro polemiche di poco conto. Ricordo a tutti che le persone non sono dei manichini da direzionare con i fili”. Per concludere, cosa chiediamo a questa classe politica? “Diciamo solo che siamo a gennaio e che il tempo passa. L’anno scolastico è già per metà trascorso. Cosa aspettano le Istituzioni a risolvere questo problema dandoci delle valide risposte? Che finisca l’anno? Basterebbe che invece di fare polemiche o scaricarsi le responsabilità di dosso, affrontassero il problema cercando di risolverlo. Anche perché ricordo loro che stiamo parlando della scuola dell’obbligo e il diritto alla cultura dovrebbe essere gratuito. Specialmente in un momento di crisi come questo bisognerebbe venire incontro alle famiglie. Invece la scuola che dovrebbe essere pubblica e gratuita ci costa sempre di più: tra attività extra-didattiche, libri particolari da comprare a parte, le gite che se per caso non ci mandi i figli, questi si sentono discriminati, fino alla carta igienica da doversi portare da casa… Mi chiedo ma se uno non ha i soldi, magari sta in cassa integrazione, se fa parte di una famiglia monoreddito o addirittura è disoccupato, come può risolvere questo problema? Sì è vero ti dicono ci sono delle esenzioni in base alle aliquote ISEE per cui puoi anche non pagare, ma le aliquote sono così basse che solo pochissimi rientrano in tali categorie. Basta che uno lavori e non abbia uno stipendio da fame, che stai già fuori. Ai miei tempi la scuola dell’obbligo era gratuita, non come adesso…” Maurizio D’Eramo


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I SOSTENITORI DEL COMITATO ANTI-CONSORZIO DICONO LA LORO L’ARRIVO A DICEMBRE DELLE LETTERE CON CUI IL CONSORZIO DI LAVINIO RIBADISCE L’ORDINE DI PAGARE LE CARTELLE ARRETRATE, SCATENA LA REAZIONE DEI CONSORZIATI DISSIDENTI

“Abito in via dei gladioli dal 2000. Non ho mai visto rifare il manto della nostra strada, se non per un piccolo tratto” – ma, sarcasticamente aggiunge – “Va detto, però, che lì ci abita un ‘personaggio’ molto noto, e solo il pezzetto davanti l’ingresso della sua villa è stato sempre sistemato… mi sembra giusto!” Così si apre il nostro incontro con la sig. ra S.M., dirigente della Dogana di Pomezia, e una delle più accanite sostenitrici del Comitato che si batte per la chiusura del Consorzio di Lavinio. L’avevamo vista durante il dibattito pubblico del 6 novembre al multisala Lido, dove intervenne insieme ad altre persone per parlare delle cose che non vanno a Lavinio. Quel giorno, come quasi sempre le accade, memore di tante battaglie svolte durante una più che decennale militanza sindacale, arrivò ad infervorarsi sui temi legati alle cartelle esattoriali arrivati ai consorziati. “Io ho comprato casa a Lavinio nel 2000 e nel mio contratto non è specificato, cosa prevista dalla legge, né tantomeno il notaio me ne ha informato, della presenza di un Consorzio obbligatorio sul territori di Lavinio mare. Per cui, per me, questo contributo non è dovuto! Quando l’architetto Nicolò ha cominciato ad interessarsi alla vicenda Consorzio, ho subito dato il mio appoggio all’iniziativa, contribuendo - visto il lavoro che faccio - ad evidenziare il fatto che le cartelle che vengono notificate a tutti noi per la riscossione del tributo, sono un atto a mio giudizio illegale. Equitalia nasce con uno scopo ben preciso, come concessionaria per la riscossione soltanto dei tributi che riguardano le Pubbliche Amministrazioni. Infatti la cattiva fede di queste cartelle si evince dal fatto che, nonostante chiedano tributi regressi, sbagliando anche sul periodo degli arretrati, che non arrivano a dieci anni, ma solo a cinque, non prevedono,

stranamente, delle sanzioni. Questo fatto sembrerebbe, da parte di Equitalia, una grande superficialità, spiegabile solo con un’ipotesi: che i vertici dell’Ente, non avendo compreso ancora bene se il Consorzio sia pubblico o privato, non abbiano voluto esporsi troppo. Come dire: ‘io le cartelle te le spedisco, ma ti chiedo solo il tributo e nient’altro…” A lei la cartella è arrivata? “Sì, quando mi è arrivata ho subito spedito la diffida sia a Equitalia sia al Consorzio di Lavinio, suggerendo anche agli altri del mio condominio e dei condomini vicini, di segnalare la cosa anche alla Procura della Repubblica di Velletri, in modo che anche essa venisse investita del problema. Tanti davanti alle cartelle hanno avuto paura ed hanno pagato… addirittura c’è l’esperienza del ‘sentito dire’, che parla di persone che hanno fatto delle vere e proprie trattative, un mercanteggiare con quelli del Consorzio. Io non posso affermare la cosa, ma ho sentito dire da più d’una persona, che tanti si sono recati al Consorzio a patteggiare la loro quota. ‘Invece di darti 1000, te ne do subito 300’. Ripeto girano queste voci…” Sono invece molti quelli che, non essendo andati nella sede di Corso S. Francesco, si sono visti arrivare a fine anno una lettera da parte del Consorzio, con una delibera approvata dal Consiglio di amministrazione del 4 agosto, che rigetta la richiesta di non pagare il tributo. La risposta alle tante richieste è la solita che l’Ente indica in tutte le sue comunicazioni: “l’obbligatorietà di riscossione dei ruoli mediate EquitaliaGerit è sancita dalla Legge 1446/1918 (…) una volta costituito è obbligatoria la partecipazione al Consorzio di tutti gli utenti/frontisti delle strade vicinali (…) e che i rappresentanti del Consorzio approvato dall’assemblea dei delegati, operano in regime di prorogatio”. Una delle persone che hanno fatto opposizione e che hanno avuto come risposta le motivazioni di cui sopra, è il sig. A.S., proprietario di un immobile in via Stella Marina. È decisamente molto “arrabbiato”, anzi “Dica

pure che sono incazzato! Perché è così!” ha voluto subito precisare l’uomo all’inizio del nostro incontro. “Nel rogito di acquisto della mia casa non c’è scritto nulla che riguardi il Consorzio, ma mi sono visto arrivare una cartella che mi intimava di pagare dieci anni di arretrati. Paghiamo già l’addizionale regionale, quella comunale, perché mi domando, dobbiamo pagare un’altra tassa? Poi per un qualcosa che non esiste. Che significa tenere in vita un Consorzio stradale, se la mia strada non è stata mai asfaltata? L’unica toppa che è stata fatta in tanti anni è la spruzzata di catrame, gettata dopo che sono passati quelli del gas. Sono quasi trent’anni che ho casa in quella via e la strada è rimasta sempre così, piena di buche, con i pali della luce vecchi, i fili scoperti… un vero immondezzaio. Com’era allora è adesso! Non pagherò mai! Farò pure 40 cause, ma non voglio pagare quello che per me è, e rimane, un sopruso!” Maurizio D’Eramo

Qui Radio Nerone Lucianus! È crollato un altro pezzettino della mia villa! Il popolo di Anzio è in allarme, si lamenta, ti rinfaccia il fatto che crollino le penniche in faccia al mare! Ahahahahah! Quanto è stolto il popolino, ma per chi ti ha preso, per il dio Nettuno?! Non si rende conto che la forza della natura è incontrollabile, vorrebbe solo farti buttare un altro po’ di soldi. Visto che il tuo è un comune virtuoso, non te ne curare Sindacus! Il popolo non sa. Non sa quanto costa mantenere i tuoi palazzi di governo, i tuoi generali e tutti i servi. Spendi bene Sindacus, pensa alla tua corte e ai cortigiani. I plebei li incarto io! Altro che sassi a mare! Ah, per me e la mia villa non preoccuparti, mi accamperò con te a Villa Sarsina!


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Polemiche e dubbi sulla struttura operativa di supporto per le pubbliche amministrazioni

Il PUNTO SULLA FONDAZIONE LOGOS TULLI, CAPOGRUPPO DEL PD: “SEMBRA ESSERCI UN COMUNE NEL COMUNE” Tempo di crisi. Tutti, chi più chi meno, cercano di risparmiare. Ad Anzio invece sembrano andar di moda gli sprechi: tra opere incompiute, che non vedranno la luce prima di due anni, opere utopistiche, con annesso spreco di settecentomila euro per ritirare un “pezzo di carta”, all’amministrazione è venuto in mente di aderire a una fondazione e pagarla per compiti che sarebbero di competenza dei dipendenti comunali. Si tratta della Logos, una fondazione di partecipazione pubblicoprivata che nasce come struttura operativa di supporto per le pubbliche amministrazioni, alle quali offre le proprie risorse e professionalità. Alla fondazione possono aderire persone fisiche, persone giuridiche ed enti. Ed è proprio su questo che bisogna soffermarci: la quota di adesione per gli enti pubblici, in particolare i comuni, varia in base al numero degli abitanti del comune stesso; la quota che l’amministrazione neroniana paga annualmente si aggira tra i 2000 e i 4500 euro. A queste vanno poi aggiunti i soldi che il comune sborsa per i servizi che svolge la Logos, cifre che si aggirano sui diecimila euro annui. Se tutto va bene. Chiunque aderisca entra a far

parte del collegio dei partecipanti: si tratta di un organo che formula pareri consultivi e proposte sulle attività, programmi e obiettivi della Fondazione e si trova al terzo posto della struttura della fondazione. Naturalmente tra i comuni che ne fanno parte non c’è solo Anzio: tra gli altri troviamo Nettuno, Ariccia, Marino e anche l’Asl Roma H. I servizi che svolge rientrano perfettamente nella norma di quelli di un ente pubblico e dei suoi uffici, salvo l’eccezione di fare, per questi, la rassegna stampa dei quotidiani nazionali e altri compiti tra cui la risposta a vari quesiti: cioè l’adesione al servizio consente di proporre pareri di carattere giuridico, tecnicoamministrativo e contabile; e di consultare la banca dati contenente casi già risolti dagli esperti del servizio. La prima adesione risale al 2007 per poi essere rinnovata ogni anno. “La Logos è entrata in punta di piedi già nel 2003 perché nel comune non era previsto l’ufficio per il controllo di gestione – esordisce Paride Tulli, capogruppo del Pd in consiglio comunale – il tutto iniziò con una fattura di adesione di 1500 euro fino ad arrivare alle cifre esorbitanti di oggi. Questa fondazione

fa un po’ da secondo comune, dato che produce atti amministrativi che i dirigenti non sono in grado di produrre”, poi spiega gli oggetti delle determine “Si parla sempre dell’aggiornamento dello statuto, che non è mai venuto in consiglio comunale: inoltre da un paio di anni escono fuori fatture ai soci della Logos, ai quali viene assegnato l’inventario degli stabili di Villa Sarsina – tavoli e sedie per essere chiari – in ogni determina si legge che non c’è il personale competente: allora o si hanno dirigenti incapaci di apprendere, oppure c’è un organo che ci costa fior di milioni per fare ogni anno le stesse cose.”. In conclusione afferma: “La Logos era stata messa dietro anche alla Costa dei miti, dove non ci doveva essere, salvo poi veder ritirata la delibera dal sindaco in consiglio comunale. Il punto però è un altro: la Logos chi l’ha scelta? Perché appare? Sembra esserci un comune nel comune: una casta di dirigenti che hanno sostituito i politici facendo partecipare il comune dove non vuole aderire. L’unica cosa che mi basterebbe capire è quale beneficio porta”. Anche a noi. Leonardo Tardioli

12 febbraio 2012 si terranno Primarie per rinnovare Assemblea Regionale del PD Lazio ed eleggere il Segretario Regionale. I candidati sono Enrico Gasbarra, Marta Leonori e Giovanni Bachelet. I seggi, come nelle precedenti elezioni, saranno dislocate nei vari quartieri di Anzio e salvo dei Pini nella omonima zona. indicati nella Tessera 12 febbraio 2012 sidell'ultima terranno Primarie rinnovare Assemblearaggrupperà variazioni ora per sono ed ognuno i vari seggi Potranno votare tutti i cittadinialche si riconoscono nel Partito Regionale del PD Lazio ed eleggere il Segretario Regionale. Elettorale: Piazza Pia per Anzio Centro, Chalet Comitato di Quartiere Quartiere Europa, Democratico ovvero che non si trovino in una condizione I candidati sono Enrico Gasbarra, Marta Leonori e Giovanni Largo Venezia ad Anzio Colonia, Parco Colaceci a Falasche, Bar Cavallino Bianco a di incompatibilità con lo Statuto e il Codice etico del PD. Bachelet. Lavinio su Via di Valle Schioia, Hotel Lido dei Pini nella omonima zona. I seggi, come nelle precedenti elezioni, saranno dislocate nei vari Gli elettori verseranno un contributo di € 2,00. Potranno tutti dell’ultima i cittadini cheedsiognuno riconoscono neloccorre Partito Democratico ovvero che di Per votare la tessera elettorale e/o un documento quartieri di Anzio e votare salvo variazioni ora sono non sii trovino una condizione di incompatibilità con lo Statuto e il Codice etico del PD. raggrupperà vari seggiinindicati nella Tessera Elettorale: Piazza riconoscimento. GliAnzio elettori verseranno un contributo € 2,00. Maggiori informazioni saranno divulgate nei prossimi giorni Pia per Centro, Chalet Comitato di Quartiere aldi Quartiere Per votare occorre la tessera e/o untramite documento di riconoscimento. la stampa locale, su facebook ( Circolopd Anziocentro ), sul Europa, Largo Venezia ad Anzio Colonia, Parcoelettorale Colaceci a Falasche, sito www.pdanzio.it. Bar Cavallino Bianco a Lavinio su Via di Valle Schioia, Hotel Lido Maggiori informazioni saranno divulgate nei prossimi giorni tramite la stampa locale, su facebook ( Circolopd Anziocentro ), sul sito www.pdanzio.it.

elezioni primarie per il pd

Seggio Anzio Centro Sportello Consumatore Gazebo Bar Parco Colaceci Bar Cavallino Bianco Horel Lido dei Pini

Indirizzo Piazza Pia Largo Venezia

Elettori iscritti alle sezioni 1-2-3-4-5-6-12-13-14-33 7-8-9-10-11

Via Jenne

15-16-17-18-19-20

Via di valle Schioia, 138 Via Ardeatina, 702

21-22-23-24-25-26-27-28 29-30-31-32


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Dal 1° febbraio alla biblioteca di Anzio il corso gratuito di scrittura creativa

IL LIBRO COME UN PUZZLE “Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”, diceva Emilio Salgari. Scrivere significa liberare i propri pensieri, le proprie idee; dar vita a storie, avventure, saggi facendo viaggiare e riflettere se stessi e gli altri. Dal 1° febbraio alla biblioteca comunale di Anzio partirà il corso gratuito di scrittura creativa: “Il libro come un puzzle”, rivolto ai ragazzi delle ultime classi delle superiori. Il corso, curato dal docente Aaron Ariotti in collaborazione con la Scuola Holden di Torino, vuole avvicinare i giovani al piacere della lettura e della scrittura insegnando loro le tecniche narrative. L’appuntamento è per ogni mercoledì, a partire dal 1° febbraio, per un totale di otto lezioni, teoriche e pratiche, della durata di due ore, dalle ore 17.00 alle 19.00, presso la mediateca della sezione ragazzi della biblioteca comunale. Immaginando il libro come un “puzzle”, durante il corso saranno analizzati i tanti “tasselli” che lo compongono: dalla struttura ai protagonisti. Il docente Ariotti, partendo da una selezione di uno o più libri, accompagnerà i corsisti in un lavoro sul testo e sulla scrittura. Sarà analizzata la struttura tecnica di un racconto o di un romanzo: dall’incipit alla trama, dal dialogo alla descrizione per passare poi al ruolo del protagonista e dei personaggi secondari per arrivare al finale. Saranno poi spiegati i ruoli

storici che rendono indimenticabili le storie: dalle grandi figure femminili ai nemici, i cosiddetti “cattivi”, dai momenti del racconto più avvincenti alle scene d’amore per arrivare ai conflitti più accesi, al silenzio e al colpo di scena. Alle lezioni teoriche seguirà un laboratorio pratico, dove i ragazzi potranno esercitarsi nella scrittura di racconti brevi. Le storie saranno esaminate e condivise in aula insieme al docente Ariotti. Nato a Torino nel 1975, Ariotti ha studiato alla Scuola Holden della stessa città. Nel 1997 si trasferisce a Roma dove frequenta un corso di sceneggiatura organizzato dalla Rai e, nel 2000 frequenta la Scuola Fiction Mediatrade. Ariotti ha curato la sceneggiatura di numerose serie-tv come: i Cesaroni, Ugo!, Don Luca 2, Sottocasa, Centovetrine, Grandi domani, Il tredicesimo apostolo. Al momento gira l’Italia per la Scuola Holden conducendo, come docente, diversi progetti didattici rivolti ai giovani come “Il libro come un puzzle”. Un modo per far capire l’importanza dello scrittura e come diceva Plinio il Vecchio: “Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga”. Il corso è totalmente gratuito, ma è gradita una pre-iscrizione. Per maggiori informazioni: biblioteca@comune.anzio.roma.it; oppure chiamare allo 06- 98499 402403. Luisa Calderaro

Notizie culturali

“Caligola e Nerone”: il 4 febbraio la presentazione del libro di Marigliani Sabato 4 febbraio a Villa Sarsina (Anzio), ore 18, sarà presentato il libro “Il mondo di Caligola e Nerone, vicende e opere dei due imperatori di Anzio”, scritto dal Proffesor Clemente Marigliani. Oltre all’autore dell’opera, interverranno il sindaco Bruschini, Valeria Sanpaolo, direttore del museo archeologico nazionale di Napoli, Alessandro Maria Jaja dell’università La Sapienza di Roma e l’assessore alla cultura del comune di Anzio, Umberto Succi.

I 20 anni d’informazione del “Granchio” Anzio e Nettuno lo scorso mese hanno festeggiato i 20 anni de “Il Granchio”, il settimanale d’informazione locale. Uscito in edicola per la prima volta l’11 gennaio del 1992, da allora il giornale non ha mai saltato un numero ed ogni settimana informa e racconta, attraverso articoli ed inchieste, i fatti che accadono sul territorio. Al “Granchio” gli auguri dalla redazione di Anzio-space.

Fino al 19 febbraio al museo archeologico la mostra d’arte di Pennacchini

“DONNA E TANGO” Il mondo del tango “danza” con la pittura e l’archeologia. Una “ballo” insolito e singolare, ma carico di emozioni. E’ la mostra “Donna e tango” di Paolo Pennacchini, che dal 3 al 19 febbraio sarà allestita al museo civico archeologico di Anzio (MCA). L’allestimento, curato dalla direttrice del polo museale, Giusi Canzoneri, in collaborazione con il gruppo di studenti iscritti al corso di formazione R.di.A.O., vuole creare un dialogo tra l’archeologia e l’arte contemporanea. La mostra è un viaggio pittorico nel mondo del tango. La passione, la sensualità e l’energia di questo ballo, unita a quella dei suoi danzatori, “prende così vita” nei dipinti di Pennacchini. Le sue opere sono d’immediata comprensione come semplice e asciutta è la stesura pittorica. Il colore dominante è il rosso “infuocato”, che mette in risalto il linguaggio del corpo dei ballerini. Ecco allora che la femminilità della

donna viene ritratta negli abiti eleganti che indossa esaltandone le forme, il movimento delle gambe e delle anche. Invece la virilità degli uomini viene espressa in abiti più comuni come camicia, pantaloni, bretelle o cappelli che ombreggiano lo sguardo, e dove “lo sforzo muscolare di sostegno nella danza - scrive Paolo Levi - trapela dalle pieghe delle stoffe sempre bianche o nere, e nella forza trattenuta delle mani. Pennacchini - aggiunge Levi - è l’interprete di un rito sensuale e scenografico, in cui si celebra, più che la passione amorosa, lo scontro e l’incontro fra due corpi in movimento, che si attraggono e si respingono, in un gioco impenetrabile di sguardi e di gesti, isolati dal mondo, apparentemente incuranti di chi li guarda, e interpreti assoluti di una partitura prefissata e ogni volta reinventata”. Definito il pittore del tango, Pennacchini,

dopo un periodo di sperimentazione, si è dedicato alla pittura ad olio dipingendo ambienti esterni-interni e raffigurando nelle sue tele il mondo visibile e invisibile del tango argentino. Nel 1998 collabora con la Diners Club Italia all’illustrazione del calendario, partecipa a diverse rassegne come la “Biennale nazionale d’arte Città di Milano” e “Alitalia per l’arte”, che propone la sua pittura negli aeroporti internazionali di tutto il mondo. Agli inizi del 2008 espone a Londra e Buenos Aires, nel 2009 partecipa a Vitate, Forlì Arte Immagine. Nel 2010, il catalogo arte Mondadori d’arte contemporanea, Bolaffi, lo inserisce tra i primi 32 artisti italiani consigliati. Il tema del “tango” ha segnato gran parte della sua produzione divenendone un filo conduttore. La sua mostra resterà aperta fino al 19 febbraio, tutti i giorni dalle: 10.30-12.30 e dalle 16-18. L.C.


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La band con la sua musica “esplosiva” coinvolge e conquista il pubblico

FATHER OF INVENTION

Se proviamo a immaginare una band che dal primo all’ultimo pezzo è in grado di coinvolgere il pubblico al tal punto che chiunque non riesca più a stare fermo né a riposarsi cinque minuti per una birra o uno shortino, forse, così su due piedi, non ci riusciamo. Se però abbiamo la fortuna di andare ad un concerto dei Father Of Invention, allora sì, possiamo farcela. Con Alessandro Meozzi che accompagna la sua chitarra con una voce degna dei migliori interpreti del Rock’n Roll, Fabio Giannelli alla batteria e Simone “Louis” Giannelli al basso,

questo gruppo, attivo dal 2005 ma diventato “adulto” l’anno successivo, ha la capacità di smuovere anche quelle persone che in genere passano i concerti stando fermi, affogando le serate senza pensare agli effetti dell’alcool che assumono ora dopo ora. Dal Rock’ n Roll di Elvis e Chuck Berry, al Surf dei Beach Boy’s, passando per il Rock Psichedelico di Sid Barrett e i Pink Floyd fino ad arrivare all’anarchia musicale di Frank Zappa e all’emozione delle sonorità di Ennio Morricone senza dimenticare mai un pit-stop doveroso con i Beatles. L’unione di questi ingredienti crea la miscela esplosiva che caratterizza i concerti della band, a cui gli stessi componenti danno ogni volta il tocco di classe mettendo in scena un look estremo (a quanto si racconta pare che abbiano anche gli slip con inciso il nome del gruppo!) che ricorda lo stile dei Who e di Jimi Hendrix. Il resto della coreografia lo fanno il carisma e la professionalità

con cui toccano gli strumenti del mestiere e lo straordinario coinvolgimento del pubblico. E pare proprio che sia il pubblico il vero “promoter”, manager e ispiratore del gruppo in quanto, come ci dicono gli stessi Father “è stata la gente che ci ha seguito e ci segue tutt’ora che ha cominciato a credere in questo progetto contribuendo nella promozione e soprattutto scatenandosi creando una struttura solida di divertimento, fatta di ottima musica e tanto ritmo.” Dopo essersi esibiti nel nostro territorio creando un seguito numeroso e soprattutto appassionato, il gruppo è diventato solidissimo ed ha avuto un’affermazione tale da essere impegnato in innumerevoli serate in Italia e in Europa. Per chiunque decida di partecipare ad una serata dei Father Of Invention consigliamo di non stabilire in anticipo l’orario di rientro, perché ogni volta che la band suona gli strumenti è difficile che non si arrivi a notte fonda o addirittura alla mattina successiva. Per conoscerli meglio e scoprire ciò che in queste poche righe non abbiamo avuto la possibilità di scrivere, potete consultare il loro myspace e l’omonima pagina di facebook. Valerio Bruni

Dal 27 gennaio il film di Miller. Profumo di Oscar per Brad Pitt, protagonista assoluto

L’ARTE DI VINCERE Chi ha il potere ed i soldi vince, chi non ha né l’uno né gli altri perde. Ormai il baseball non è più un gioco onesto. Questo il messaggio di partenza della pellicola di Bennett Miller, nelle sale italiane a partire dal 27 gennaio. In un mondo che avvantaggia le persone che hanno i soldi, Billy Beane, il general manager dell’Oakland Athletics, deve combattere con un basso budget a disposizione. È costretto quindi a pensare e agire in modo completamente diverso dagli altri. La situazione finanziaria della sua squadra lo rende portatore di una nuova teoria basata sull’analisi statistica che scopre il valore dei giocatori ignorati da altre squadre. Questo gli permette di accaparrarsi atleti sconosciuti ma validi a costi sostenibili. Billy Beane è profondo conoscitore del baseball ma anche disincantato e deluso da uno sport per il quale ha avuto, nella Major League, una carriera insoddisfacente. Come giocatore Billy non ha potuto controllare le sue emozioni. Come dirigente ancora una volta lancia una sfida al mondo sportivo. Contrariamente a quanto si possa pensare, il film non si concentra sulle

scene delle partite e gli incontri sono raccontati indirettamente. Non si può certo dire, quindi, che questo sia un film sportivo. In effetti il protagonista non è un giocatore, né un allenatore e né una squadra. È il general manager che non segue le partite allo stadio (pensa di portare sfortuna alla squadra) e non ascolta l’opinione né degli osservatori né dell’allenatore. Quando è solo poi, mostra un accentuato senso di solitudine e di sconfitta. È un riformatore stravagante, perché, dentro di sé, è dilaniato dall’incertezza. Utilizza un sistema razionale ma si comporta in modo irrazionale, con una rabbia repressa che lo porta ad assaggiare tutto quello che gli capita. Billy è un protagonista contraddittorio che ammira il razionalismo e si appoggia alla superstizione. Le scene delle partite non sono entusiasmanti, ma nelle conversazioni i personaggi scandagliano le intenzioni degli altri. Alludono e capiscono il significato sottinteso. Aaron Sorkin, lo stesso sceneggiatore di “The Social Network”, si ritrova anche qui e come “The Social Network” le scene delle discussioni e delle negoziazioni sono eccellenti. Yoshiro Izumi


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RITRATTI DI DONNA

SERENELLA_PRISCILLA_GLADYS_FORTUNATA_EMANUELA_ PATRIZA_ORNELLA_BARBARA_MONICA_GIUSI Sono priva di idee. Stanca. Piena di dubbi. Amletici e non. Volevo intervistare Ornella. Le ho chiesto un appuntamento. Ornella una donna incredibile. Intelligente. Caparbia. Tenace. Sempre in prima linea. Una donna che combatte da anni. Perde le battaglie e vince le guerre. Le sue. Quelle che la fanno disperare e non la lasciano sognare. Ornella. La sua casa. Un apparato scenico di circostanze accessorie. Piena di bottonifiliconchigliefogli-perlenastristoffe. L’universo mondo di presenze e di assenze. ‘Vicoli ciechi e convivenze coeve’. Volevo raccontare Ornella. La sua sapienza. La sua capacità di domesticare materiali moderni assegnati a strutture arcaiche. Le sue ibridazioni formali. Pratiche antropiche applicate a materiali e a sagome che rendono Ornella una donna avventurosa. Il suo grande viaggio attraverso le diversità materiche. Una fase della sua vicenda umana nella quale riesce, attraverso ‘il fare’ a raggiungere culture vicine e persone lontane. Discordanze culturali. Intrecci e fili. Migrazioni di saperi e di sapienze. Culture vagabonde che si incontrano poco e si scontrano molto per poi ineluttabilmente avvicinarsi. Mentre le idee, nuove e vecchie, si legano e si slegano come nodi marinari. Ed ecco Ornella capace di trasformare. Di mettere insieme. Di raccontare storie. Un rapsodo. ‘Il cucitor di canti’. Ornella riesce a suscitare emozioni in chi l’ascolta. Racconta e spiega con passione, metodo e devozione. Ornella. le sue mani. Le sue short-story di filo. Il tempo. Il suo. Prezioso ‘capitale’. Ornella ha fretta. Ornella non spreca nulla. Nemmeno un minuto. Neppure un foglio. Un secondo. Un fiore. Un sorriso. Lavora a voce alta. Si arrabbia. E’ puntuale. Affidabile. Perbene. Trova tòpoi adeguati alla sua voglia di sapere, al suo bisogno di trasmettere. Il Liceo Artistico di Anzio. Il Museo. La sua Parrocchia. Parla, chiede. Impara e insegna ai giovani, adulti e non. Stili di vita. Modi di pensare. L’esperienza che riesce a vivere e sopravvive, mentre il tempo, il suo, inesorabile raccoglie convinzioni e semina dubbi. ‘Un’immagine immobile di eternità’. Ornella capelli rubati all’ordine e indotti al disordine. Un corpo sapido. Complessione adusta. Segaligna. Un accento ‘straniero’. Ornella mi ha risposto: - Capito mi hai? Ho detto No -. Ho chiesto a Barbara. La mia amica di sempre. Una giovane donna. Ragionevole. Creativa. Piena di giudizio e senza. Una giovane donna che combatte da anni. Perde le battaglie e vince le guerre. Le sue. Quelle che la fanno disperare e la lasciano sognare. Imprenditrice. Capace. Intelligente. Ostinata. Idee giustapposte. Tre lingue. Tante esperienze. Ravenna. Anzio. Tanti viaggi in nave. La sua casa WIP. Work In Progress. Piena di stoffefiliconchigliepellenastrizipborse. Barbara pensa. Si muove. La sua prerogativa: esplorare. Colonizza nuovi territori. Non si arrende. Sa di farcela. Ce la ‘deve’ fare. Barbara se l’è cavata da sola, sempre. Quando frequentava l’università a Bologna il sabato lavorava nei pub. Non ha mai chiesto nulla ai suoi. Sapeva amministrare le sue risorse. Lo ha sempre saputo fare. La vita ha fatto il resto. Barbara è così. Indipendente. Insofferente. Anarchica. Vuole essere padrona del suo tempo. Delle sue idee. Ha messo su una società con il sostegno di nessuno. Né di mamma. Né di papà. Antonio poi, suo padre, è morto. Da qualche anno la sua

voce rassicurante non la sostiene più. Il suo ricordo si. Il ricordo di Antonio padre l’accompagna sempresempre. Antonio un uomo dolce. Un padre che le ha insegnato i valori della terra. Le ha insegnato che la terra appartiene al mondo. Che la terra è di tutti e di nessuno. Non ha padroni. Quando deve prendere decisioni importanti. Quando deve battere e combattere la sorte avversa, Antonio la sostiene e la conforta attraverso ciò che le ha trasmesso con l’esempio. La cultura del sacrificio. Il valore del denaro. I comportamenti sensati, assennati e adeguati. Un’etica comportamentale. Una grande eredità. Barbara ha inventato il lavoro. Il suo. Barbara ha inventato la vita. La sua. Sola. Onesta. Pioniera dello style-bags: Argilla. E’ all’inizio del nulla. Parte. Va a Milano con il camper. Torna a Roma. Vende. Compra. Crea. Barbara è preoccupata. Barbara è coraggiosa. Mi chiama: - Giù vado a fare quattro passi al mare ho bisogno di aria - . - Non posso venire sono soffocata dal caos. Vieni a prendere un caffè così parliamo un pò… Vorrei intervistarti -. Barbara mi ha risposto: No. Ho chiesto a Monica. Mamma. Affettuosa. Attenta. La conosco da tanto tempo. La frequento da pochissimo. Monica è alta. Magra. Capelli lunghi. Bruna. Accento straniero. A Monica piacciono gli happy hour e la bottarga. Anche a me. A Monica piace la famiglia. Anche a me. Io preferisco la famiglia con tanti riferimenti. Tante mamme e tanti papà. Tanti fratelli e tanti figli. Di tutte le età. Razze. Confessioni religiose. Monica ha nostalgia del suo Paese. Ha nostalgia della sua gente. Di suo padre. Di suo fratello. Del suo amore. Io ho nostalgia del mondo. Ho nostalgia di tutti i padri che non conosco e di tutte le mamme che non ho mai incontrato. E’ un momento difficile per Monica. Ascolto i suoi pensieri. Vivo le sue difficoltà. Mi accorgo che parloparloparlo. Mi accorgo che pronuncio parole utili e funzionali solo a me. Accogliere è un’altra cosa. E’ com-prendere. Con-tenere. Una stagione di passaggio per Monica. Una donna giovane, intelligente combattiva e triste. Pronta a vincere battaglie e guerre. Le sue. Quelle che la fanno disperare e sperare. Una stagione difficile. Inaspettata. Arrivata in punta di piedi. Monica aspetta un vento nuovo. Un nuovo giorno. Ho Chiesto a Monica se potevo intervistarla. Monica mi ha risposto: - No -. Allora mi sono fermata. Mi sono seduta sul divano del soggiorno. Ho acceso la lampada. Ho cominciato a leggere gli articoli che avevo scritto su: Serenella_Priscilla_Gladys_ Fortunata_ Emanuela_ Patrizia. Storie di donne raccontate, pensate. Storie di donne che vivono la vita con determinazione. Senza pause. Senza sconti. Senza sprechi. Ho pensato e ripensato anche alla mia vita. Alla mia infanzia felice. Alla mia adolescenza triste senza mio padre. Agli addii. Alle sofferenze. A mio figlio che amo e stimo. Alla mia Caparbietà. Alle mie battaglie perse e a qualche sporadica guerra vinta. Alle mie aspirazioni. Ai miei sogni. Sogni sognati. Ad occhi aperti. Ad occhi chiusi. All’improvviso mi sono accorta di non essere sola. Che le aspirazione. Le sofferenze. I sogni. Le tristezze. Le pause. Gli sconti. Gli sprechi, rappresentavano un patrimonio condiviso. Una conferma silenziosa. Un sospiro. Un respiro. Un profumo di rose. Grazie a tutte. Grazie di tutto. Giusi Canzonèri, 22 Gennaio 2012


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Lo sapevi che.... – Prima di usare lo scalogno in cucina, è consigliabile tritarlo e metterlo a bagno in acqua fredda per qualche ora, cambiando l’acqua un paio di volte. Se lo tritiamo al momento di cucinarlo, rischiamo di renderlo indigesto. Inoltre, l’acqua del ricambio non buttiamola via, ma usiamola come vermifugo per le piante.

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LA RICETTA DEL MESE

Bomboloni di Carnevale

– Per preparare tagliolini o tagliatelle a mano, aggiungete sempre un po’ di farina di semola nell’impasto: così la sfoglia di pasta sarà più compatta e asciutta. – Per ottenere delle meringhe più fragranti è bene utilizzare albumi sgusciati e conservati per un giorno, in quanto perdono così la parte umida al loro interno. Vanno inoltre montati a temperatura ambiente. - Per un purè di patate senza grumi e perfettamente amalgamato è necessario usare del latte bollente per stemperare le patate schiacciate. - Per eliminare i cattivi odori rimasti nel forno, dopo averlo pulito cuocetevi alcune bucce d’arancia a 180°. - L’uovo in frigorifero va conservato con la parte piccola verso il basso: la sua freschezza si riconosce dal fatto che, se immerso in acqua fredda, non resta a galla e, una volta aperto nel piatto, si presenta tondo e duro nel tuorlo e denso nell’albume. - Il modo migliore per sgusciare un uovo sodo: rotolatelo sul tavolo con il palmo della mano, la sua superficie si sgretolerà e il guscio si staccherà facilmente. - Le mele dureranno più a lungo se vengono sistemate con il picciolo rivolto verso il basso. - Le bistecche diventeranno più morbide se per 2h le teniamo immerse in un composto di olio e aceto, girandole di tanto in tanto. Elisabetta Civitan

Tributo a Meryl Streep: la “lady di ferro” Una donna fiera, intelligente, dal carattere forte. Un’attrice unica, dall’infinito talento, un monumeto del cinema americano. E’ Meryl Streep. A lei Vogue Usa, il celebre magazine statunitense, le ha dedicato la copertina del numero di gennaio 2012. Ed è la prima volta che il prestigioso mensile di moda pubblica in “cover” la foto di una donna avanti con l’età. L’attrice ha infatti 62 anni e nonostante ciò resta una donna dal grande fascino anche con qualche ruga di troppo. Ma come diceva Anna Magnani: “Le rughe non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire”. Rughe simbolo di vecchiaia, ma anche di chi si sa accettare ed amare. E ad Hollywood sono rimaste in poche a pensarla così visto che ormai la maggior parte delle attrici fa ricorso al bisturi. Nella copertina di gennaio di Vogue, la Streep indossa uno scamiciato beige leggero, con la naturalezza e la semplicità che l’hanno resa famosa. La grande attrice è di nuovo sul grande schermo nel film “Margaret Thatcher, The Iron Lady” (La donna di ferro ndr), dove interpreta magistralmente il ruolo dell’ex primo ministro britannico e per il quale è anche la candidata favorita agli Oscar che saranno assegnati il prossimo 26 febbraio. La Streep è infatti in lizza come miglior attrice protagonista. Il film proprio in queste settimane è arrivato anche in Italia, mentre sale l’attesa per la Notte degli Oscar. red

Ingredienti per 8 persone: -320 g di patate bianche - 400gr di farina + quella per lavorare - 130gr di zucchero - 50gr di burro - 20gr di lievito di birra - scorza di un limone - olio per friggere - sale fino PrOCEDIMENTO: Setacciate la farina con un pizzico di sale su una spianatoia, fate un buco al centro e versatevi quasi tutto lo zucchero e la scorza del limone, aggiungete quindi il burro ammorbidito e fatto a pezzetti e il lievito di birra che avrete sciolto in un 100 ml di acqua tiepida. Impastate tutto e lavoralo per qualche minuto, fino a che sarà elastico e non si attaccherà più. Formate una palla, coprite e lasciate riposare per circa 2 ore: la pasta deve raddoppiare il volume! Stendete una sfoglia dello spessore di 1 cm e con un tagliapasta ritagliate dei dischi di 10 cm di diametro, poi con uno più piccolo fate un foro al centro. Lasciate riposare un’ora. Friggete i bomboloni in olio bollente, sgocciolateli, assorbite l’unto con la carta assorbente e spolverizzateli con lo zucchero rimasto e con i granellini colorati. Servite i bomboloni caldi. Buon appetito! E. C.

QUESTO SPAZIO PUò ESSERE TUO!!!! Per informazioni: 333.73.50.189 pubblicita@anziospace.com


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Da Anzio il nuovo talento della danza che ha conquistato i teatri italiani

MARTA MARIGLIANI: NATA PER DANZARE Scopre a cinque anni la sua passione: la danza. Marta Marigliani, 21 anni, è un talento che si sta facendo conoscere nei maggiori teatri d’Italia e con molteplici collaborazioni. Da gennaio 2012 è entrata a far parte del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e per motivi lavorativi si è trasferita a Firenze. Ma la distanza non le fa dimenticare la sua terra natale: la città di Anzio, da qui è partita la sua storia, la sua passione per la danza, il suo sogno: quello di ballare. Nata ad Anzio il 16 gennaio del 1991, Marta ha passato la sua adolescenza da pendolare, prendendo la mattina il treno, sempre accompagnata dalla mamma e la nonna, per frequentare la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. Qui ha avuto l’occasione di studiare, tra gli altri, con Pablo Moret e Ofelia Gonzalez del Balletto Nazionale di Cuba. Ha studiato ogni giorno, si è esercitata con costanza conseguendo ottimi risultati e il diploma con votazione 14,50/20. La sua famiglia le è stata vicina e l’ha sostenuta in ogni momento. “Sono stati loro a spronarmi sempre – spiega Marta –

Hanno fatto tanti sacrifici per me fino ad oggi, ma ne è valsa la pena”. Nel maggio 2009 la ballerina ha concluso gli studi alla Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma con il corso di perfezionamento. Marta, nonostante la giovane età, ha alle spalle un ottimo curriculum: già dall’età di 11 anni è comparsa ne “La Bella Addormentata” con la compagnia del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2007, nella stessa compagnia, è in “Giselle” diretta da Carla Fracci. Nel 2009 arriva il ruolo da protagonista in “Coppelia” con la Scuola del Teatro dell’Opera. Nell’ottobre 2010 inizia la sua collaborazione in qualità di danzatrice nella compagnia nazionale Raffaele Paganini danzando nella produzione “Un americano a Parigi”. Collabora anche con Massimiliano Volpini

ed entra nel corpo di ballo de “La Bella Addormentata” nella compagnia del Teatro Massimo di Palermo e nel ruolo di una delle amiche si Swanilda in “Coppelia”. Ad Anzio, balla al fianco di Raffaele Paganini sul palco di Villa Adele. E nel suo futuro Marta vede la danza. “Sicuramente spero di ballare in un teatro e di essere valorizzata per quello che so fare”. Noi ti auguriamo di realizzare i tuoi sogni e di mantenere la stessa umiltà che hai oggi. In bocca al lupo per la tua vita, orgoglio di Anzio! Melania Maranesi

Il 7% dei ricercatori va all’estero. Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Cina le mete preferite

TALENTI ITALIANI IN FUGA

Sono in molti e sempre di più i giovani talenti italiani che emigrano all’estero per motivi professionali: è l’ormai famosa “fuga di cervelli”. Secondo le stime dell’Istat dal dicembre 2009 al febbraio 2011 sono stati circa il 7% i ricercatori che sono andati via dal nostro paese: quasi 1300 su un totale di 18mila. Sono in maggioranza maschi, mediamente trentenni e provenienti soprattutto dalle regioni del nord Italia. L’emigrazione è più frequente per i dottori di ricerca nell’area delle scienze fisiche, matematiche o informatiche, oppure per

quelli nel settore dell’ingegneria o dell’informazione. La metà di loro, tra l’altro, afferma che il ritorno in patria è una possibilità molto remota. I motivi? Innanzitutto maggiori opportunità di carriera e di crescita professionale, e a seguire c’è il fattore remunerazione. Gli stipendi all’estero infatti sono più consistenti che in Italia, e spesso non di poco: in alcune professioni un giovane a distanza di pochi anni dalla laurea guadagna fino al 50% in più di un collega italiano. Questa grave perdita di giovani talenti c’è costata in venti anni circa 4 miliardi di euro, e il fenomeno, con relative perdite per l’Italia, non sembra arrestarsi. Le mete preferite dai nostri connazionali sono ancora i paesi europei, in primis il Regno Unito, a seguire Francia e Spagna. Consistente è poi il numero di quelli che scelgono come destinazione gli Stati Uniti, soprattutto coloro che sono alla ricerca di finanziamenti per i loro progetti, e

sono molti, seppur in numero minore, quelli che invece preferiscono il Giappone. Ma non deve essere trascurata la mobilità interna, sempre maggiore, dei laureati italiani. Le circa 34mila persone che, armate di laurea, si trasferiscono in un’altra regione di solito provengono dal mezzogiorno e si spostano verso il nord Italia. Sono meno quelli che fanno il percorso inverso. Spesso questa migrazione inizia durante gli anni dell’università e nella maggioranza dei casi i giovani che hanno cambiato regione per motivi di studio poi continuano a vivere in quella stessa regione. Ultimamente, però, c’è chi cerca di “vederci lungo” e medita di trasferirsi in quei paesi considerati in via di sviluppo, come il sempre più gettonato Sudamerica, in modo particolare Argentina, Brasile e Venezuela, e non poteva mancare la sempre più potente Cina, che probabilmente si trasformerà da qui a non molto nel paese ideale, almeno dal punto di vista professionale, in cui emigrare. Il futuro, pare, profuma d’oriente! Jessica Quaranta


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Albero diffuso nel bacino mediterraneo e dalla corteccia unica. È la quercia da sughero

“UN’ANIMA DI SUGHERO”

La sughera, Quercus suber, è presente un po’ ovunque ad Anzio. Passeggiando per le vie della città o camminando per i sentieri della riserva naturale di Tor Caldara se ne possono ammirare anche esemplari di grandi dimensioni: bellissimi alberi sempreverdi dalla chioma fluente e da una corteccia unica, usata sin dall’Antico Egitto per realizzare svariati oggetti come piccoli galleggianti per la pesca. Nel nostro territorio queste alberature sono state risparmiate dai tagli del dopoguerra e della successiva urbanizzazione, a volte scellerata. La sughera è una specie protetta dalla Direttiva Habitat del 1994, può raggiungere i 20 metri di altezza e ha una chioma molto allargata, data da un’inserzione alterna dei rami. La vita media di questo albero, che cresce spontaneo nel nostro territorio come in tutto il bacino mediterraneo, è di circa 250 anni. La sua caratteristica peculiare è la corteccia, da millenni utilizzata per vari usi e che comunemente chiamano sughero. Tra i prodotti ricavati dal sughero ci sono: i tappi da sughero, parti delle scarpe o anche i cosiddetti pavimenti di sughero. L’estrazione della corteccia, che va comunque operata secondo tempistiche ragionate, non comporta l’abbattimento degli alberi e, quindi, la copertura arborea rimane inalterata a

proteggere i terreni da erosione e inaridimento. Il sughero si presenta di colore grigio-rossastro nei rami di alcuni anni di età, dapprima con screpolature grigio-chiare, poi più larghe e irregolari a causa dell’accrescimento in diametro del fusto. Quando viene rimosso il sughero, il fusto ha un marcato colore rossomattone che nel tempo vira al rosso-bruno fino al bruno scuro. Le foglie sono verdi e coriacee, variabili di dimensioni a seconda del grado medio di umidità dell’ambiente circostante, con un picciolo corto e una lamina da ovata a oblunga. Il margine della foglia è per lo più dentato e spinoso, ma può presentarsi anche intero nella pianta adulta, ed è arrotolato su se stesso in modo più o meno marcato. Le foglie della sughera possono essere confuse con quelle del leccio, di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Anzio-Space, da cui si distinguono per il minore numero di nervature. I fiori sono unisessuali, quelli maschili sono riuniti in infiorescenze a grappolo di colore giallo-verdastro, quelli femminili sono generalmente riuniti in piccoli gruppi da 2 a 5 fiori, eretti, di colore verdastro ed appaiono sui rami nuovi. La sughera fiorisce tra maggio e giugno. Il suo frutto è una ghianda ovale di colore verde

quando è acerba, bruna quando giunge a maturazione, è lunga fino a 3 cm con apice molto breve. La cupola è più conica rispetto a quella della ghianda del leccio e la ricopre per una lunghezza variabile da un terzo a metà, con squame grigio-verdastre a volte retroflesse. La produzione di frutti inizia in media da quando la pianta ha 15/20 anni. La sughera teme il gelo, ma ha però una resistenza al fuoco maggiore rispetto ad altri sempreverdi e ciò la rende particolarmente adatta in aree a rischio incendi. Nel prossimo numero conosceremo meglio il Rosmarinus officinalis, il noto rosmarino. Filippo Valenti

“ Sono indignato ...per questo bel giardino.... verde.... non usato.... e abbandonato !!!!!”


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DIETA MEDITERRANEA? A zona? La SCIENZA suggerisce

L'UNIVERSITA' DI PADOVA HA MESSO A CONFRONTO LA DIETA MEDITERRANEA E QUELLA A ZONA CON LA DIETA TISANOREICA. I DATI LO DIMOSTRANO: NON CI SONO PARAGONI. Il metodo Tisanoreica è stato testato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Padova, attraverso un confronto con altre diete tradizionali, come la dieta mediterranea e quella a zona. Lo studio è durato 40 giorni ed ha coinvolto 30 soggetti, maschi e femmine, divisi in 3 gruppi. Il primo, evidente dato emerso è stato il drop out (abbandono): il 50% dei soggetti hanno abbandonato la dieta mediterranea, il 40% quella a zona e solo il 20% la dieta Tisanoreica. Durante lo studio è stata valutata la composizione corporea dei soggetti coinvolti: il protocollo Perchè non non basta Perchè basta una una dieta dieta dimagrante ipocalorica? dimagrante ipocalorica?

Con una una dieta dimagrante equilibrata Con equilibrata sisi mangia di di tutto ma in mangia in quantità quantità ridotte, ridotte, prolungando il regisme prolungando regime restrittivo nel nel tempo. Il Il nostro tempo. nostro corpo corpo percepisce percepisce questa riduzione riduzione come come “carestia” questa “carestia” ee per per difendere ii grassi grassi cerca difendere cerca di di limitare limitare ii consumi abbassando abbassando ilil metabolismo consumi metabolismo basale, riducendo riducendo la basale, la massa massa muscolare muscolare che consuma consuma più più energia. che energia. Ecco Ecco perchè perchè spesso durante durante una una dieta spesso dieta ipocalorica ipocalorica cici sente spossati. sisi sente spossati. Questo Questo dimagrimento dimagrimento inoltre porta frequentemente inoltre porta frequentemente anche anche perdita di di tonicità tonicità muscolare perdita muscolare ee tissutale. tissutale. poi si Yo-Yo si EE poi si rischia rischiaililtipico tipicoeffetto effetto Yo-Yo, tende a riacquisire massa grassa e si tende a riacquisire massa grassa e sisi deve ricominciare da capo, col rischio deve ricominciare da capo, col rischio di danneggiare nel tempo la massa di danneggiare nel tempo la massa muscolare. muscolare. Con la Tisanoreica si stringono i tempi Con la Tisanoreica si stringono i tempi della dieta, ma si continua a nutrire la della dieta, ma si continua a nutrire la massa muscolare, mentre si ricava massa mentre si ricava energia energiamuscolare, usando solo i grassi accumulati. usando solo i grassi accumulati.

Tisanoreica è stato quello che ha fatto perdere, in termini significativi, più grasso rispetto agli altri due protocolli. È stata valutata inoltre la percentuale di massa muscolare, importante in quanto determinante il metabolismo basale: anche qui, la Tisanoreica ha fatto perdere meno muscolo rispetto alle altre diete. Durante lo studio è stato valutato anche il quoziente respiratorio (QR), che esprime quale substrato energetico utilizzano i muscoli per ricavare l'energia necessaria: QR alto: i muscoli ricavano energia dai carboidrati; QR basso: i muscoli ricavano energia dai grassi.

Conclusione: il protocollo Tisanoreica ha abbassato il QR in modo maggiore, sarà dunque più semplice mantenere il peso raggiunto. I risultati dell'ematochimica per valutare la funzione epatica e renale hanno rilevato che la dieta Tisanoreica non affatica né reni, né fegato.

IN PRATICA.. Il metodo Tisanoreica è quindi, a tutti gli effetti, un programma di dimagrimento scientificamente realizzato e testato, da seguire esclusivamente sotto controllo medico e di personale qualificato Tisanoreica.

I NUMERI PARLANO CHIARO ! Mediterranea

Zona

Tisanoreica

Riduzione KG

3.03 KG

5.75 KG

8.08 KG

Riduzioe massa grassa

2.04 KG (8.63%)

3.34 KG (15.55%)

4.86 KG (22.08%)

50%

40%

20%

Abbandono dieta

GLI EFFETTI DEI PROTOCOLLI TISANOREICA BASE (20giorni)

MEDIO (30 giorni)

URTO (40 giorni)

Riduzione KG

4 KG

5.6 KG

7 KG

Circonf. fianchi

- 5.27 cm

- 6.33 cm

- 7.90 cm

Circonf. vita

- 6.31 cm

- 7.83 cm

- 9.70 cm

Casistica medoto Tisanoreica. Atti del XXXI congresso della Società Italiana di Mecina Interna, Bologna 17/02/09

Per maggiori informazioni, o per una consulenza gratuita, il Personale Qualificato Tisanoreica ti aspetta persso il Centro InTisanoreica ad Anzio, Via Aldo Moro, 13. Tel. 06 83083311 – 392 6671439


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Rubriche

n.36_gennaio 2012

Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno

DETTI PORTODANZESI “Anacapito ‘nacapanzio nun so’ de Roma, so’ de Anzio”, breve ritornello usato spesso nei periodi estivi dai residenti originari di Anzio. I romani invertivano il significato (...so’ de Roma, nun so’ de Anzio). “Lemme, lemme”, “locchi, locchi”, piano piano e con circospezione. “Tra riffe e raffe”, tra una cosa e l’altra, “Ticche e tacche” e il passar del tempo. “Cippe e cioppe”, per indicare due persone affiatate come i personaggi di Walt Disney, i due scoiattoli Cip e Ciop che agivano inseparabili. “Flicche e flocche”, vecchio giochino d’infanzia in cui si incrociavano le dita medie con l’amico e nel momento che si liberavano bisognava dire contemporaneamente o flick o flock: se si diceva la stessa parola si poteva esprimere un desiderio. “Tinghete e tanghete ce rintuzzica”, insistere in un modo o nell’altro per riprovarci. “Ma ‘ndo stanno ‘ste traverse?” sta a significare:dove sono queste opportunità, queste occasioni positive? Le traverse sono riferite ai grossi ciocchi di legno che tengono fermi i binari sia della ferrovia che, in questo caso, dello scalo dei vecchi cantieri navali che serviva per tirare a secco le barche adibite alla manutenzione. “Alla spiaggia vacce, a bottega stacce”, vecchio detto estivo di Anzio usato per far tornare i figli al lavoro dopo essere stati a fare un bagno refrigeratore al mare. “Me stai a fa venì e’ latte alle ginocchia”, mi stai stancando così tanto che mi si piegano le ginocchia. “Ariva nonno ‘n carozza”, si diceva ai bimbi quando si sentivano in lontananza i tuoni di un temporale. Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli

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Anzio-Space dà spazio ai lettori Scriveteci un sms al:

“La città è abbandonata. Vivo ad Anzio da tre anni. Leggo autocelebrazioni della classe politica in ogni giornale. Poi ai cittadini non pensa nessuno!” Claudio “Prima o poi alla rotonda di Lavinio stazione ci scappa il morto!” Massimo

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Spor t e ambiente

MAENZa

TRA FASCINO STORICO E BELLEZZE NATURALI Alla scoperta del piccolo paese in provincia di Latina Cari lettori, oggi vi parleremo di Maenza, un piccolo paese della provincia di Latina all’estremità orientale dei monti Lepini al confine con le province di Roma e Frosinone. Dal paese, quando il cielo è sereno, è possibile vedere le isole Pontine di Ponza, Palmarola e Zannone. Il territorio di Maenza è molto vario. Si hanno i monti alle spalle del paese, un paesaggio collinare scendendo verso valle, per finire con una zona pianeggiante verso i confini con il comune di Priverno. La zona collinare brulica di oliveti, disposti su “balconi” costituiti da muri a secco per rendere il terreno più pianeggiante, e vigneti. Il centro abitato è ricco di testimonianze storiche partendo dal castello baronale, che spicca in alto sopra il borgo, fino a scendere ad ogni angolo che racchiude i segni della vita millenaria di questo piccolo paese. Il castello fu originariamente costruito come torre d’avvistamento intorno al 1100-1200. Successivamente vi si insediarono le famiglie feudatarie che lo modificarono e ampliarono nel corso degli anni. La più importante di esse è quella dei Conti da Ceccano. Durante il loro feudo, la città fu sede del primo miracolo di S. Tommaso d’Aquino, che vi si recava spesso per far visita a sua nipote Francesca. La natura ha mantenuto nei secoli l’aspetto mediterraneo con la presenza delle sue essenze più tipiche: il lingustro, la roverella, l’acero campestre, il carpino nero ecc… Bellissimi i boschi di castagni contrapposti ai fitti lecceti; mentre via via che si sale in quota prendono consistenza i boschi di faggio che si estendono fino ai 1439 metri di Monte Gemma. Numerosa la fauna presente sul territorio: tra i mammiferi più diffusi ci sono il cinghiale e l’istrice, ma anche e branchi di equini e bovini ancora allo stato brado. Come potete immaginare le passeggiate nei boschi che circondano questo paese non saranno prive di belle sorprese. Tra le tante tradizioni popolari in particolare vi ricordo nel venerdì santo, dal 1970, ideata da Padre Fastella, si rappresenta la spettacolare Passione di Cristo dal 2000 iscritta alla Europassione e la festa del patrono S. Eleuterio che si svolge il 29 maggio con una bella fiaccolata vespertina che partendo dal paese arriva sino alla chiesetta di campagna dedicata al Santo. Per domande e curiosità dei lettori potete scrivere alla mail: blogasan@gmail.com http://blogasan.blogspot.com


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La squadra di Mr Lanza è quintultima con 21 punti, ma dato più allarmante sono i 34 goal subiti

ANZIOLAVINIO, IN PIENA ZONA PLAYOUT Black out in casa Anziolavinio, qualcuno ha staccato la corrente e non si riesce più a trovare l’interruttore. Una metafora che calza perfettamente con il clima che si sta vivendo in questo periodo in casa Anzio. C’eravamo lasciati con la squadra vicina alla zona pericolo e la ritroviamo in piena zona playout con la retrocessione diretta distante solo 5 punti. Arrivati alla terza di ritorno, l’Anziolavinio è quintultimo con 21 punti, ma dato più allarmante sono i 34 goal subiti, la seconda peggior difesa del girone. Bisogna fare qualcosa al più presto, c’è bisogno di una sterzata importante, c’è da tirare fuori gli attributi restare uniti e risalire la china. Quella che abbiamo “ammirato” nelle ultime uscite è una squadra molle, senza cattiveria e incapace di tirare in porta per 3 partite consecutive. È vero che la prima regola è non prenderle, ma qui la situazione si fa critica, non solo l’Anzio incassa goal a più non posso, ma è incapace di essere pericoloso in avanti, va tutto bene fino al limite dell’area di rigore, poi il buio, il vuoto, il niente. È una situazione che ancora non possiamo definire tragica ma ci siamo molto vicini. E pensare che il nuovo anno era partito con

il piede giusto, un pareggio (0-0) in quel di Sora, squadra con 4 portodanzesi in organico che punta diritta ai playoff. Sembrava potesse essere un buon viatico per ripartire di slancio nel girone di ritorno e invece, nelle due partite successive, si è ripiombati nel baratro. Sconfitta

in casa (0-2) contro una formazione di pari livello come il Palestrina, con sì un arbitraggio scandaloso (ha espulso due giocatori e il mister) ma che non giustifica la squadra e non può essere una scusa per il nulla espresso anche in 11 contro 11. In formazione rimaneggiata si è andati ad affrontare in terra sarda l’ultima della classe, il Sant’Elia che chiudeva la classifica con 13 punti. Poteva essere il match della svolta, per provare a ripartire nuovamente vista la caratura degli avversari, ma a testimonianza del pessimo momento che sta attraversando la squadra, è arrivata una sonante sconfitta (41) che non lascia spazio a commenti e giudizi. C’è bisogno che il presidente intervenga in maniera drastica. C’è da parlarsi, restare uniti e non mollare ma, cosa più importante, i giocatori si devono ricordare che quella maglia che indossano va onorata e rispettata ogni domenica. Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso. È degli ultimi minuti la notizia dell’esonero di Mr. Lanza, al suo posto torna sulla panchina anziate Mauro Pernarella che ha vinto il campionato di Eccellenza 2004/2005 ed è rimasto in carica per 21 partite nel campionato seguente di Fabrizio Tirocchi Serie D.

LA NERONIANA RUGBY SI RITIRA DAL CAMPIONATO La squadra dice addio alla Serie B. La società: “Il ritiro è dovuto a problemi economici” La notizia era nell’aria da un po’ di tempo, ma dal 2 gennaio 2012 è diventata ufficiale: la società anziate Neroniana Rugby con una lettera inviata in Federazione rende noto che a causa di motivi economici è costretta a ritirare la squadra dal campionato in pieno svolgimento non riuscendo più a coprire le spese per le trasferte e i rimborsi spese dovuti ai giocatori facenti parte della rosa che vengono

da fuori Anzio. Brutta notizia questa per un movimento, quello del rugby che in questi ultimi anni aveva sempre più preso piede nella città neroniana per cui rappresentava un vanto avere una squadra in Serie B. Purtroppo gli sponsor sono venuti meno alle loro promesse e forse, anche a causa della crisi economica che c’è a livello nazionale, hanno dimezzato il budget. Così facendo, le spese per la società sono diventate insostenibili, al punto di dover ritirare la squadra a campionato in corso. Ricordiamo che la Neroniana era inserita nel girone 4 della serie B. Nonostante ci sia stato un disperato tentativo di trovare qualche altro sponsor per riuscire a finire il campionato, la squadra si è trovata impossibilitata ad affrontare la trasferta di Palermo chiudendo anticipatamente un campionato che la vedeva all’ultimo posto in classifica. Ora l’intenzione del presidente Francesco Nitti è quella di ripartire il prossimo anno dalla serie C con nuovi sponsor e con una rosa composta da giovani rugbisti della zona ma soprattutto far crescere il più

possibile il settore giovanile che è l’unica speranza per far continuare il rugby ad Anzio e rappresenterebbe un serbatoio importante per la prima squadra. La speranza del popolo anziate è quella che da questa disfatta si possa ripartire tutti insieme, società, sponsor e comune (ricorderete la querelle per i fondi che il comune dovrebbe al rugby) innanzitutto intervenendo sulle strutture: il campo del quartiere Europa necessita interventi importanti e cercando di portare più bambini possibile ad appassionarsi a questo sport nobile con sani e veri principi. Una città come Anzio merita di avere una squadra di rugby perlomeno nella serie B nazionale. Questi della Neroniana sono stati 5 anni importanti, è stata costruita una squadra vincente, ripartire da dove si è dovuto interrompere è prerogativa fondamentale. Viva il rugby, viva la Neroniana. Siamo certi che uniti si arriva fino in cima. Il nostro in bocca al lupo va al presidente Nitti, persona amante di questo sport che siamo certi riporterà la società ai livelli che gli competono. F.T.


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La squadra di mr Bindi continua la sua volata e si trova con le grandi a ridosso della vetta

CAMPIONATO DI PROMOZIONE IL PUNTO SU FALASCHE E NETTUNO Il Nettuno continua a soffrire, ma arrivano due vittorie a ridare speranza e fiducia C’eravamo lasciati alla vigilia del derby tra Falasche e Nettuno. Bene, la partita è terminata 0-0 con il Falasche che ha giocato meglio e usando un termine pugilistico avrebbe vinto ai punti. È stato un bel match che ha visto i bianco verdi giocare a viso aperto con il Nettuno, abile a difendersi senza mai concedere troppo agli avversari. Un punto che tutto sommato va meglio ai verde blu anche se la notizia importante in casa Nettuno è il cambio di allenatore. La società ha accettato le dimissioni di Neno Cesarini (che resterà comunque all’interno della società con incarichi dirigenziali) dopo la sconfitta interna contro il Ciampino. Dopo un giro di consultazioni e di colloqui con diversi mister, si è parlato con Fabio Facci e Nunzio Iardino, la società ha optato per una soluzione interna affidando la squadra al mister della juniores Giuseppe D’Agostino (sponsorizzato da Nocera), papà del calciatore del Siena Gaetano. L’unica incognita riguarda la poca esperienza a livello di prima squadra. Dopo aver ottenuto tanti successi a livello di

settore giovanile, il mister si è lanciato in questa nuova avventura con il massimo impegno e con il suo credo offensivo, schierando un modulo spregiudicato che sembra iniziare a dare i propri frutti. D’Agostino è in carica da 3 match e dopo un brutto inizio, sconfitto in casa (1-2) dall’Ostiantica, sono arrivate due vittorie, due 1-0 contro Sabotino in trasferta e Borgo Flora in casa. Entrambe le reti che sono valse 6 punti

portano la firma di Lollo Bernardi. Due vittorie che ridanno fiducia e speranza alla squadra che dopo 20 turni di campionato è 6° con 35 punti, distante solo 5 pt dalla terza piazza, posto ultimo per accedere alla post season. Per una squadra che si sta riprendendo dopo il cambio di guida tecnica, ce n’è una che naviga solida e a gonfie vele. Il Falasche di mr. Bindi partito come ogni anno per una salvezza tranquilla, puntualmente al giro di boa si trova con le grandi a ridosso della vetta. Una squadra giovane costruita a Km 0, con tutti ragazzi della zona che danno del filo da torcere a qualsiasi avversario. Nelle ultime due partite sono arrivati 4 punti, grazie alla roboante vittoria interna (60) contro il Grottaferrata e al pareggio contro la Samagor (2-2) con i pontini bravi a recuperare le due reti di svantaggio nei minuti finali. Nel prossimo turno il Falasche sarà impegnato contro la seconda della classe: il Cava dei Selci è il giusto avversario per capire dove può arrivare questa banda di ragazzi terribili. Fabrizio Tirocchi

Promette bene il campionato di calcio I categoria, girone C

UNA PANORAMICA SULLE SQUADRE LOCALI IN CAMPO Ecco i team: Atletico Nettuno, Virtus Nettuno, Lido dei Pini e Real Marconi Per la prima volta sulle pagine del nostro giornale vi proponiamo una panoramica sul campionato di calcio di prima categoria. Focalizziamo l’attenzione sul girone G che vede impegnate 4 nostre squadre, due nettunesi, l’Atletico Nettuno e la Virtus Nettuno e due di Anzio, il Lido dei Pini e il Real Marconi. Il campionato è quasi al giro di boa, per l’esattezza sono passate 14 giornate e in testa al girone c’è solitario il Lido dei Pini, squadra costruita in estate con l’obiettivo di vincere il campionato. Sono stati fatti investimenti importanti sulla rosa e fino a questo momento se ne stanno vedendo i risultati. La squadra è affidata ad uno dei mister più preparati a livello locale, Aldo Panicci che si trova a guidare una fuori serie. Del team fanno parte giocatori

importanti come Tomassi, Franco e Alessio Panicci, gente esperta che conosce bene la categoria ed è in grado di far fare il definitivo salto di qualità. Le prerogative per continuare a fare bene ci sono tutte. L’obiettivo promozione è nel mirino, speriamo a fine anno di poter brindare tutti insieme per la vittoria. Le altre nostre squadre navigano nella parte media del campionato, in ordine troviamo la Virtus con 15 punti, l’Atletico Nettuno con 13 e il Real Marconi quartultimo con 10 punti. La Virtus Nettuno è una società importante del litorale, con una scuola calcio ben organizzata e tecnici preparati. La prima squadra è stata promossa quest’anno, l’obiettivo è quello di mantenere la categoria e per questo il roster è stato affidato ad un guru come Pino Pollastrini, mister che ha ottenuto risultati importanti a livello di settore giovanile che sta provando questa nuova avventura con i “grandi”. La rosa è di buon livello con i vari Scagnetti, Padula e Gabriele. Sicuramente non avrà problemi

visto l’importante squadra che il presidente Alessandro Mauro ha messo a disposizione del mister. Anche il Real Marconi è una neopromossa, ricordiamo che gioca le partite casalinghe al San Bonaventura di Anzio Colonia (dove giocava l’ex Vasas). Il team guidato da Lucioli sta avendo qualche difficoltà ma siamo certi ne verrà fuori e si risolleverà in classifica anche grazie a giocatori esperti come Raffaelli e Serpa che conoscono bene la categoria. Chiudiamo la nostra panoramica con l’Atletico Nettuno: la società del presidente Pasquino ha da poco cambiato guida tecnica, visto che per problemi lavorativi Altarocca ha dovuto lasciare la squadra che è stata affidata a Leonardo Graziosi, mister esperto che ha guidato anche l’Anziolavinio nell’eccellenza 2007-2008. La squadra lotterà fino alla fine con il coltello tra i denti per ottenere una salvezza che darebbe lustro a questa società nata dalle spoglie dell’ex Sandalo Calcio. F.T.


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Sul numero 1-2012 de “Il Granchio”, l’articolo “Dallo Statuto al controllo di gestione. Una fondazione per tutte le stagioni” informa che dal 2007 ad oggi, ad una fondazione (Logo Pa) e a uno studio di consulenti che ne fanno parte, sono stati erogati dal comune di Anzio circa 250 mila euro (mezzo miliardo di vecchie lire, tanto per intenderci!) per “vari interventi”. “Ma come”, è stato il mio commento, “in un periodo in cui il Paese è oppresso da una crisi micidiale che morde il reddito percepito, tanto che fasce sempre maggiori di famiglie entrano in “zona povertà” non riuscendo ad arrivare a metà del mese con un reddito da lavoro che mediamente non supera 1.200-1.500 euro, chi dovrebbe utilizzare i soldi pubblici (derivanti da un prelievo fiscale insopportabile!) con oculatezza e proficuità, continua nella politica di dispersione di denaro per remunerare attività costosissime affidate ad organismi esterni mentre potrebbero essere svolte all’ interno della struttura”. Si ha un bel dire che l’amministrazione non dispone di “risorse umane che possono rendere prestazioni qualificate, in quanto trattasi di attività ad alto contenuto di complessità”, a questa mistificazione si ricorre sempre quando si vogliono varare operazioni di dubbia legittimità. A noi non interessa se questi consulenti abbiano consegnato all’amministrazione prodotti, perché, ripetiamo, si sarebbero potuti ottenere risultati validi utilizzando le risorse umane disponibili, che peraltro non scarseggiano anche sotto l’ aspetto quantitativo. Basterà citare qualche dato ufficiale. L’amministrazione comunale dispone di un impianto burocratico di tutto rispetto. Risultano in servizio circa 230 dipendenti, fra cui un segretario generale, un direttore generale ed altri cinque dirigenti, oltre ad un nutrito numero di funzionari. La retribuzione annuale lorda complessiva dei sette dirigenti è di circa 742.000 euro, mediamente oltre 100 mila euro pro capite, con punte che vanno da 61 mila euro a 148,8 mila euro. Bisogna poi aggiungere un ulteriore 30-40% di oneri previdenziali e differiti a carico dell’amministrazione. Bene, siffatte professionalità (non mortificate da un trattamento economico inadeguato!) se fossero state investite della competenza di svolgere i “vari interventi” assegnati all’esterno, certamente l’ avrebbero svolta proficuamente. Perché allora si è preferito agire diversamente? Se le informazioni riportate dal giornale non saranno smentite dall’ Amministrazione, ci troveremmo di fronte ad un evidente uso disinvolto (per non usare altri aggettivi, che sarebbero più appropriati!) di denaro pubblico. Cosa può fare allora un cittadino? Attendere che l’amministrazioni esprima il proprio punto di vista, non attendere che i politici celebrino i propri riti perché passerebbe un lasso di tempo non breve, come pure che facciano sentire la loro voce i rappresentanti sindacali (che avremmo voluto vedere indignati ancor prima della pubblicazione dell’ articolo), ma, nell’ ipotesi di omessa o inadeguata risposta, ribellarsi ricorrendo ad un importante strumento previsto dal nostro ordinamento e cioè la segnalazione (sarò io stesso a farlo, senza ombra di dubbio!) del fatto alla Corte dei Conti, cioè alla magistratura contabile, perché svolga una accurata indagine e, nel caso di accertamento di danno erariale, condanni i responsabili alla refusione in solido delle somme erogate. Ovviamente, è impregiudicata la possibilità di accertare responsabilità di altro ordine. Nessuna strumentalizzazione, nessuna caccia alle streghe, ma solo un doveroso rispetto per la finanza pubblica, che deve essere gestita con imparzialità e trasparenza, senza soprusi di sorta! Segnalerò alla Corte dei Conti anche un’altra notizia letta sullo stesso numero de “Il Granchio” e che riguarda il pagamento, da parte dell’amministrazione comunale, della somma di 15mila euro ad un’associazione dilettantistica per finanziare corsi di tennis frequentati nella scorsa estate a Monte Livata da 18 ragazzi. Naturalmente non

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siamo contrari a queste iniziative, ma pensiamo che le procedure seguite non siano state le più trasparenti ed imparziali. Ad esempio, quali sono stati i criteri di selezione dei partecipanti, sulla base del talento sportivo o, come sarebbe più corretto, in ragione della disponibilità reddituale delle famiglie? Giancarlo Scatassa

Caro Stefano, con un forte abbraccio pieno di bei ricordi, ci uniamo ai tanti amici ai quali hai lasciato indelebile l’immagine del tuo sorriso e della tua allegria. Associazione Culturale 00042

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Decreto Salva Italia: il limite all’uso del contante a mille euro a cura di Marco Minoccheri Con il DL 201/2011”Decreto Salva Italia” convertito in legge a fine anno il “Governo Monti” ha ridotto ulteriormente il trasferimento di denaro in contanti tra soggetti diversi portando a 9.999 euro il limite consentito per l’uso di carta moneta. A partire dal 6 dicembre 2011, è quindi vietato il trasferimento di denaro contante (o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore) effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi quando il valore oggetto di trasferimento è complessivamente pari o superiore a 1.000 euro. Il trasferimento è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori, alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. Il DL 201/2011 ha, quindi, disposto un ulteriore abbassamento della soglia relativa all’utilizzo del denaro contante, incidendo su uno strumento normativo nato nell’ambito della disciplina antiriciclaggio, ma che sempre più tende ad assolvere compiti di contrasto all’evasione fiscale. Analoghi limiti valgono per gli assegni trasferibili. Gli assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiori a 1.000 euro devono recare quindi non solo l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario, ma anche la clausola di non trasferibilità. Gli assegni circolari, i vaglia cambiari e postali possono essere richiesti, per iscritto, dal cliente senza clausola di non trasferibilità solo se di importo inferiore a 1.000 euro. Quanto ai libretti di deposito bancari o postali al portatore, è precisato che il relativo saldo non può essere pari o superiore a 1.000 euro. I libretti con saldo pari o superiore a 1.000 euro devono essere estinti ovvero il loro saldo deve essere ridotto ad un importo inferiore a 1.000 euro, entro il 31 dicembre 2011. Variazioni dei limiti relativi all’uso del contante, degli assegni liberi e dei libretti al portatore Fino al 29 aprile 2008 - 12.500 euro;dal 30 aprile 2008 al 24 giugno 2008 - 5.000 euro; dal 25 giugno 2008 al 30 maggio 2010 - 12.500 euro; dal 31 maggio 2010 al 12 agosto 2011 - 5.000 euro; dal 13 agosto 2011 al 5 dicembre 2011 - 2.500 euro; dal 6 dicembre 2011 - 1.000 euro. Sanzioni La violazione della disposizione in esame implica, una sanzione amministrativa pecuniaria dall’1% al 40% dell’importo trasferito tuttavia la sanzione amministrativa pecuniaria non può comunque essere comunque inferiore nel minimo a 3.000,00 euro. In relazione alle violazioni di importo pari o di poco superiori alla soglia di 1.000,00 euro, quindi, si corre il rischio di una sanzione fino a 3 volte superiore all’importo trasferito. Esclusione delle sanzioni per infrazioni commesse fino al 31 gennaio 2012 Rendiamo tuttavia noto che in sede di conversione in legge del DL 201/2011 è stato tuttavia stabilita l’esclusione delle sanzioni per le violazioni all’uso di contante commesse nel periodo compreso tra il 6 dicembre 2011 e il 31 gennaio 2012. È stata inoltre esclusa ogni sanzione anche per la mancata estinzione dei libretti al portatore con saldo pari o superiore a 1.000 euro fino al 31 marzo 2012 ed in caso di inadempimento, è stata prevista una attenuazione della sanzione per i libretti con saldo inferiore a 3.000 euro, prevedendo per tali infrazioni una sanzione pari al saldo del libretto stesso ove questo sia inferiore a 3.000 euro.

Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia: • vivibile e interessante per i giovani • viva culturalmente • all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio • arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per migliorare il territorio in cui vivono. Al momento abbiamo tre iniziative: • Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com • Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, info su www.shingle22j.com • Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che vorremmo costruire.

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Registrazione presso il Tribunale Civile di Velletri, n. 7 del 12-03-2009 Direttore responsabile: Maria Chiara Mingiacchi Caporedattore: Luisa Calderaro (redazione@anziospace.com) Coordinatore di redazione: Silvia Arena Coordinatore Space Donna: Roberta Treglia (donna@anziospace.com) Garante del lettore: Avv. Enrico Maria Morelli (garante@anziospace.com) Direttore IT: Stefano Murgia Progetto e grafica: Domenico Condello Composing e grafica: Bruno Pepe Foto: Pietro Frisina Redazione: Andrea Mingiacchi, Stefano Chiappini, Maurizio D’Eramo, Elisabetta Civitan, Fabrizio Tirocchi, Alessandro Tinarelli, Cristiano Di Rosa, Quirino Pollastrini, Yoshiro Izumi, Melania Maranesi, Gino Querini, Umberto Spallotta, Valerio Bruni, Manuela Vela, Giusi Canzoneri, Leonardo Tardioli, Filippo Valenti. Stampa: Tipografia Capriotti, via Pordenone 19, Pomezia (RM) -Distribuzione GRATUITA su tutto il territorio di Anzio e NettunoEditore: Associazione Culturale 00042, Via della pineta 10A, Anzio (RM) Presidente: Andrea Mingiacchi Tieniti aggiornato sulle nostre iniziative: www.00042.it www.shingle22j.com www.anziospace.com http://centropolifunzionaledeigiovani.blogspot.com/ Iscriviti al gruppo di FACEBOOK “Anzio-Space” Contatti PUBBLICITÀ: 3337350189 - pubblicita@anziospace.com Le collaborazioni sono da intendersi gratuite salvo diversi accordi scritti. È vietata ogni tipo di riproduzione di testi, immagini, foto, grafica e pubblicità; tutto quanto pubblicato è coperto dalla corrente normativa in termini di diritto d’autore e copyright.

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