Anzio-Space 28 - Maggio 2011

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Non tutto il male vien per nuocere

Come ben sanno i nostri lettori, alcuni mesi fa l’Associazione 00042 ha presentato al Comune di Anzio un progetto per la realizzazione di un Centro Polifunzionale dei Giovani. Per raggiungere quest’obiettivo ci sono volute idee, organizzazione e grande forza di volontà. Il progetto che ne è risultato è quello di struttura ecosostenibile, funzionale e non eccessivamente costosa (300mila euro). Le firme raccolte tra i cittadini di Anzio, in quattro mesi di lavoro, sono state 1700 e dettagliate informative sono state inviate a tutti i consiglieri e gli Assessori del Comune. Sarà per la crisi economica, sarà perché la proposta arrivata da un’associazione un po’ troppo critica o per un vizio di forma molto diffuso all’interno dell’amministrazione locale, ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta scritta sulla possibile discussione del progetto in Consiglio Comunale. Ma non tutto il male vien per nuocere. Infatti la validità del progetto, riscontrata anche nei diversi contatti con i nostri amministratori, ci ha consentito di offrire quest’idea alla consulta dei giovani, in modo che possano essere proprio loro a curarne nel tempo lo sviluppo e la realizzazione. A Villa Sarsina il 7 aprile si è insediata ufficialmente la consulta giovanile del Comune di Anzio, un passo importante per le future leve della città, che avranno per la prima volta a disposizione un organo ufficiale che li rappresenti e che rappresenti i loro progetti per Anzio. In questa occasione l’Associazione Culturale 00042 è stata invitata dall’Assessore alla Cultura a descrivere il progetto del centro polifunzionale ai giovani partecipanti dell’assemblea. Ci auguriamo che questo, come altri obiettivi potranno essere sostenuti e realizzati dalla consulta e che i ragazzi non perdano mai di vista il motivo per il quale si sono uniti: proporre e sviluppare idee per migliorare la vita dei propri coetanei. La 00042 si adopererà per realizzare il Centro Polifunzionale insieme a tutte le associazioni del territorio e quelle presenti all’interno della consulta e metterà a disposizione le proprie risorse perché il progetto si concretizzi, a cominciare dall’individuazione di spazi adeguati. Speriamo che l’Amministrazione Comunale si impegni ad approvare il progetto presentato. Andrea Mingiacchi

CHIUDE IL CENTRO TRASFUSIONALE DEL RIUNITI A Velletri un unico centro per l’ASL rmh

REFERENDUM 2011: A GIUGNO FAI VINCERE IL Sì

I quesiti acqua pubblica e legittimo impedimento. A rischio il nucleare

INTERVISTA A TULLI SUL FUTURO DEL PD ANZIATE

“Per vincere le elezioni serve un candidato di spessore”

LE 10 DOMANDE BASE SUI NUOVI LAVORI DEL LITORALE Speranze e incertezze sulla realizzazione di 15 pennelli e una barriera soffolta

UNA BALENA A LARGO DI ANZIO “Il cetaceo avvistato nei giorni scorsi non è un capodoglio, ma un balenottera comune”


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A Velletri un unico centro trasfusionale per l’Asl Rmh

CHIUDE IL CENTRO TRASFUSIONALE Ad Anzio rimane il punto raccolta sangue e la frigo emoteca

Alla fine il ridimensionamento tanto annunciato dal governatore del Lazio, Renata Polverini, sta avvenendo. Il centro trasfusionale dell’Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno presto verrà chiuso e l’unico centro trasfusionale per l’Asl RM-H sarà il Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (S.i.m.t) della struttura ospedaliera di Velletri, che “rifornirà” il sangue a tutta l’Asl RM-H. Sul nostro territorio rimarrà, invece, un punto raccolta sangue e un frigo emoteca. Al punto raccolta si potrà donare il sangue ma non si potrà né lavoralo né distribuirlo direttamente ai reparti secondo le richieste dei vari interventi chirurgici, come è stato sino ad oggi. Tutto il sangue raccolto dovrà essere inviato al centro trasfusionale di Velletri, dove verrà lavorato, conservato e poi distribuito secondo le esigenze dei vari nesocomi dell’Asl RM-H. L’ospedale Riuniti, oltre al centro raccolta sangue, rimarrà però provvisto di un frigo emoteca (una sorta di frigorifero) dove si conserveranno alcune sacche di sangue di gruppo sanguigno universale utilizzabili in caso di urgenza, in attesa che dai Castelli arrivi il sangue richiesto dal Riuniti, compatibile con il gruppo del paziente. Anzio dunque perderà il suo polo di eccellenza, che fino ad oggi ha soddisfatto, entro sessanta minuti, una media mensile pari a 181 richieste di sangue. Già a fine febbraio si era parlato di un ridimensionamento

e i due sindaci, Luciano Bruschini e Alessio Chiavetta, si erano mobilitati contro un’eventuale chiusura ribadendo l’importanza di un centro trasfusionale che nel 2010, ha soddisfatto il 66 per cento delle richieste urgenti dell’intera Asl RM-H. Eppure tutto ciò non è bastato. Il piano di rientro della sanità della Polverini, presentato nel marzo 2010, ha continuato per la sua strada. Secondo il governatore del Lazio i tagli sono indispensabili per sistemare l’andamento della sanità. Ma sarà proprio così? La chiusura del centro trasfusionale del Riuniti avrà una serie di conseguenze sui lavoratori, sui pazienti in attesa di interventi chirurgici e sulle funzionalità delle sale operative, per non parlare delle richieste urgenti che arrivano all’ultimo momento e l’invio di campioni da compatibilizzare dall’Ospedale di Anzio al S.i.m.t di Velletri. Elementi che non vanno sottovalutati. Pensiamo ad esempio a tutto lo staff medico che ogni giorno dovrà spostarsi da AnzioNettuno o dai paesi limitrofi per arrivare a Velletri, unito allo stress del viaggio e alla congestione delle macchine sulla strada. C’è poi la questione del fiorino, il mezzo messo a disposizione per il trasporto delle sacche di sangue da un ospedale all’altro, che sarà a disposizione 24 ore su 24 per le richieste dei vari interventi chirurgici, per gli interventi programmati e per le urgenze. Il fiorino, il cui servizio è ovviamente a pagamento, dovrà

percorrere ogni volta quaranta km per fare Velletri-Anzio e viceversa. Pensate d’estate in caso di traffico quanto ci potrebbe impiegare per percorrere quaranta chilometri, mentre i medici stanno aspettando con urgenza l’arrivo delle sacche del sangue. Un assurdo dentro l’assurdo, se pensiamo che solo ad Anzio nel 2010 si è registrato un incremento del 2,76 per cento della popolazione rispetto al 31 dicembre del 2009. L’aumento dei residenti, unito nel periodo estivo alla notevole presenza di turisti e villeggianti, determinano all’ospedale Riuniti un aumento dell’emergenze mediche e chirurgiche, che senza un centro trasfusionale in loco saranno più difficili da gestire. red

IL PIANO SANITÀ - POLVERINI Il piano della sanità della Polverini è stato approvato il 30 marzo 2010 con l’obiettivo di ridurre gli sprechi all’interno della sanità laziale. Ecco i punti del piano di ridimensionamento: - riconversione di 2865 posti letto in esubero in posti di degenza infermieristica; - la “riconversione” di 24 ospedali pubblici in“ospedali di territorio” che meglio rispondono alle esigenze dei cittadini. Forniti di guardia medica, piccola diagnostica, poliambulatorio, laboratorio analisi e punti di primo intervento; - telemedicina e assistenza domiciliare saranno potenziate con il coinvolgimento dei medici di famiglia; - un DEA di 2° livello per ogni provincia del Lazio, cioè un ospedale che assicuri le funzioni di più alta specializzazione: cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva neonatale, chirurgia vascolare e toracica. Il paziente viene preso in cura dagli Spoke (gli ospedali distrettuali), assistito, stabilizzato ed eventualmente trasferito negli Hub (DEA di secondo livello); - tre nuovi ospedali: l’ospedale dei Castelli, del Golfo e di Anagni e di Frosinone; - potenziamento del reparto di Cardiochirurgia del S. Filippo Neri.

Sta nascendo un comitato di cittadini per fermare il trasferimento del centro trasfusionale, al quale la nostra associazione aderirà senza alcun dubbio.


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Il 12 e 13 giugno si vota sui quesiti referendari. Potrebbe invece saltare quello sul nucleare,

UN Sì PER DIRE NO ALL’ACQUA PRIVATA PERCHÈ È IMPORTANTE ANDARE ALLE URNE E COSA CAMBIERÀ SE SI RAGGIUNGERÀ IL QUORUM Si avvicina la data dei referendum abrogativi 2011. Il 12 e il 13 giugno saremo chiamati a votare su tre distinti quesiti referendari: due sull’acqua pubblica e uno sul legittimo impedimento. Al momento il quarto quesito, quello sul nucleare che era previsto a giungo, dovrebbe saltare dato che il Governo, con un emendamento al decreto legge Omnibus, ha abrogato la norma per la realizzazione delle centrali. I referendum sul legittimo impedimento e l’energia nucleare sono stati organizzati su iniziativa dell’Italia dei Valori, mentre i quesiti a favore dell’acqua pubblica sono stati promossi dal Forum Italiano movimenti dell’acqua, composto da numerose associazioni che nei mesi passati hanno raccolto un milione e 400 mila firme in tutta Italia.

L’appuntamento del 12 e 13 giugno può rappresentare per l’Italia una svolta decisiva, perché saremo noi votanti a decidere il futuro del nostro Paese. Votando Sì: sarà bloccata la privatizzazione dell’acqua (Decreto Ronchi). Votando Sì: verrà abrogata la legge del 2010 sul legittimo impedimento, che consente al Presidente del Consiglio e ai ministri di non presentarsi in udienza penale durante la loro carica. Ma lo scoglio più duro da superare sarà l’affluenza alle urne. È dal 1996 che un referendum abrogativo non riesce più a raggiungere il quorum, cioè la metà più uno degli aventi diritto al voto. Negli ultimi anni si è registrata un’affluenza bassissima, tra il 19 e il 32 per cento. Nel 2009, ultimo referendum, l’affluenza si fermò al 23,84 per cento nonostante fosse stato accorpato con il secondo turno delle elezioni amministrative. Quest’anno speriamo che la “musica” cambi. Ecco un breve focus sui temi referendari.

Acqua, due Sì per dire basta alla privatizzazione: nel momento in cui

investito, abrogando una parte del comma 1 dell’art. 154 del Decreto Lgs. 152/2006. In questo modo verrebbe impedito alle aziende di realizzare profitti e, di conseguenza, non renderebbe conveniente agire su questo mercato. L’affluenza alle urne è dunque determinante se vogliano che l’acqua torni ad essere un bene comune. In città come Berlino e Parigi il Comune si è ripreso la gestione completa del servizio idrico sottraendola alle multinazionali Veolia e Suez, ora tocca a noi.

andiamo in stampa dopo l’emendamento a sorpresa del Governo sul nucleare, arriva la notizia che l’Esecutivo sta valutando anche la possibilità di un secondo intervento legislativo ad hoc, per bloccare proprio sul filo del traguardo anche il referendum sull’acqua. Spunta infatti l’ipotesi di un decreto legge che istituisca un’autorità per il settore idrico. È quanto afferma il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani a Radio Anch’io: “Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo”. Nella speranza che i cittadini possano andare alle urne il 12-13 giungo per esprimersi sul quesito referendario ed esercitare la propria democrazia diretta, ricordiamo che l’acqua non è una merce, è un bene di tutti e il suo utilizzo deve rispondere ai criteri di pubblica utilità. Nel mondo un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e ogni anno, secondo l’Unicef, più di un milione di bambini muoiono per malattie prevenibili legate all’acqua, come la diarrea. Lo scenario che appare oggi è quello di un globo spaccato in due: da una parte c’è chi muore per mancanza di acqua, dall’altra c’è invece tanto spreco e una cattiva gestione che spesso è in mano ai privati. In Italia il Governo Berlusconi nel 2009 con il Decreto Ronchi ha affidato il servizio idrico alle società private. Una decisione che ha visto la reazione forte e decisa dei cittadini che attraverso una serie di comitati si sta battendo affinché l’acqua non venga considerata una merce. Il 12-13 giugno saremo chiamati a votare su due quesiti relativi al cosiddetto “oro blu”: il primo riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali. Se vincesse il Sì si bloccherebbe il processo di privatizzazione dell’acqua pubblica, abrogando l’art. 23-bis della Legge n. 133/2008. Il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Se vincesse il Sì s’impedirebbe ai gestori privati di ottenere un guadagno dal capitale

Legittimo impedimento, vota Sì per riaffermare i diritti: il

referendum del 12-13 giugno sarà anche l’occasione per riaffermare il principio democratico che la “legge è uguale per tutti”. Votando Sì, infatti, verrà abrogata la legge del 7 aprile 2010 n.51 sul legittimo impedimento, che consente al Presidente del Consiglio e ai ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica. In origine la norma consentiva al premier e ai ministri di autocertificare il proprio impedimento a presentarsi in udienza: dopo la sentenza della Consulta invece l’impedimento deve essere stabilito dal giudice (che tuttavia difficilmente può negarlo in caso di incontri internazionali, consigli dei ministri ecc). Se a giugno si raggiungesse il quorum la legge sul legittimo impedimento, composta solo da due articoli, verrebbe abrogata del tutto, quindi il Presidente del Consiglio e i ministri potrebbero avvalersi del legittimo impedimento né più né meno degli altri cittadini.

Nucleare, in forse il quesito referendario: il Governo fa

dietrofront sull’atomo inserendo nel decreto legge “Omnibus” un emendamento relativo all’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione degli impianti nucleari nel Paese. La decisione potrebbe far saltare il quesito referendario sul nucleare in calendario il 12-13 giugno. Ma il condizionale è d’obbligo. Spetta infatti alla Cassazione decidere se cancellare o meno il quesito del referendum


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dopo lo stop del Governo che ha abrogato la norma per la realizzazione delle centrali

E AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO e per pronunciarsi dovrà aspettare che il decreto Omnibus, approvato nei giorni scorsi dal Senato, abbia l’ok della Camera e venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Intanto in molti vedono nella manovra del Governo un “trucco” per far saltare il quorum per gli altri tre quesiti referendari. Nell’attesa di sapere se il nucleare rimarrà o meno in calendario a giugno, Anzio-Space ha deciso ugualmente di dedicare un breve focus informativo al quesito. Il quesito referendario 2011 sul nucleare vuole cancellare il progetto atomico promosso dalla maggioranza. Se il 12-13 giugno vincesse il Sì sarebbero abrogati gli articoli di legge di alcuni provvedimenti governativi (decreto legge 25/6/08 e collegati) e si impedirebbe la costruzione di centrali sul territorio italiano. L’energia atomica è pericolosa, costosa e non serve all’Italia. La catastrofe giapponese di Fukushima ha mostrato la fragilità della tecnologia atomica e al tempo stesso segna il crollo delle fonti energetiche sulle quali si è basato fino ad ora il modello economico. All’indomani della tragedia del Sol Levante, il governo italiano ha lanciato una moratoria sostituita, come abbiamo detto in apertura, da un emendamento che cancella la norma sulla realizzazioni delle centrali. Una decisione che non deve trarre in inganno. Se la Suprema Corte decidesse di non cancellare il referendum, il 12-13 giugno dobbiamo lanciare un segnale forte: votando sì si dirà un no definitivo al nucleare. Luisa Calderaro

Energia atomica

LA RETROMARCIA DEL GOVERNO A meno di un mese dal referendum del 12-13 giugno, il Governo con un emendamento dice addio al programma sul nucleare. L’emendamento, contenuto nel decreto Ominbus, sostituisce la moratoria di un anno e abroga tutte le norme relative alla realizzazione di nuovi impianti in tutta Italia. La retromarcia dell’Esecutivo mette ora in forse il quesito referendario. Il drecreto Omnibus è stato approvato nei giorni scorsi dal Senato e ora passerà al vaglio della Camera che dovrà decidere se convertirlo in legge entro il 30 maggio. “Abbiamo rivisto l’impostazione sul nucleare data nel 2009 e rinviamo una decisione così importante a un chiarimento complessivo in sede Europea”, ha detto Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo economico con riferimento all’incidente di Fukushima. Ma proprio in questi giorni arriva la doccia fredda della Commissione dell’Unione Europea per l’Energia. Il commissario Gunther Oettinger ha ribadito che “l’UE non è competente sulle scelte dei governi sul nucleare. Il mix energetico è una competenza nazionale e sta interamente agli stati membri decidere se avere il nucleare o meno”. red

LA PESANTE EREDITÀ DELL’AVVENTURA NUCLEARE Dal Giappone a Borgo Sabotino dove 2mila manifestanti hanno detto no all’energia atomica

Venticinque anni dopo Chernobyl nel mondo torna l’incubo nucleare. Questa volta a tremare è il Giappone, dove l’11 marzo un terremoto, seguito da uno tsunami, ha colpito la città di Fukushima e il suo impianto atomico. Una tragedia dentro la tragedia, perché la città nipponica non solo è stata completamente distrutta dalla furia della natura, ma ora gli ingenti danni causati alla centrale rischiano di avere conseguente disastrose sulla salute umana e sull’intero ecosistema. Ancora una volta il mondo paga la pesante eredità dell’avventura nucleare come fonte di approvvigionamento energetico e ora il Giappone dovrà cercare

di tamponare “una profonda ferita” che impiegherà anni a rimarginarsi. In Italia l’onda emotiva di quanto accaduto a Fukushima e lo spettro di un ritorno al nucleare, smentito dall’emendamento contenuto nel dl Omnibus presentato dal Governo, ha portato circa 2mila persone a manifestare il proprio “no” di fronte all’ex-centrale di Borgo Sabotino. L’impianto di Latina, costruito nel 1958, è stato disattivato dopo il referendum abrogativo del 1987 con il quale gli italiani si sono detti contrari all’atomo. Ventisei anni dopo, l’ex centrale di Borgo Sabotino torna ad essere il simbolo per dire no al nucleare. Il 17 aprile migliaia di manifestanti, provenienti da tutto il Lazio, si sono dati appuntamento a foce verde per poi dirigersi verso il sito dismesso, simbolo della pesante eredità lasciata dall’avventura nucleare italiana degli anni’60. Un coro unanime di persone ha così affermato l’insostenibilità del nucleare e l’importanza di rilanciare le energie pulite. La manifestazione del 17 aprile è stata pensata proprio in vista del referendum di giugno, ma dopo gli ultimi sviluppi politici, anche se il quesito referendario sul nucleare venisse

annullato, resterà sempre forte tra la gente il no all’atomo. Come ha sottolineato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, dopo lo stop del Governo all’energia atomica ci sia “la spinta decisiva per avviare un nuovo piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili, che escluda definitivamente il ritorno all’atomo, rispondendo positivamente agli obiettivi internazionali e garantendo al Paese occupazione e sviluppo di qualità’’. red

La 00042 SCENDE IN PIAZZA In occasione del prossimo voto del 12-13 giugno, l’Associazione Culturale 00042 scende in piazza a fianco dei cittadini per promuovere il SI ai referendum. Domenica 8 maggio da mattina a sera ci troverete in Piazza Pia ad Anzio con il nostro gazebo. Ti aspettiamo. Sostieni anche tu con noi il SI al prossimo referendum!


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Nel territorio sono nate in poco tempo un ammasso caotico di case senza un disegno organico

CHI VUOLE LA MORTE DEL CENTRO STORICO?

è stata veramente una bella opera) e si sta completando ora il rifacimento della parte alta della villa, quella circostante il Palazzo Centrale e gli uffici comunali. Sicuramente sono in corso altre opere ammirevoli nel Centro della Città: ma quello che non condividiamo è lo spirito con il quale queste cose vengono fatte; perché è questo spirito che non è segno di buona amministrazione. Lo spirito che sottostà a questo fare è quello di nascondere il brutto che si è fatto sull’intero territorio negli ultimi anni, le cui conseguenze dovremo portarci dietro per i prossimi decenni con problemi di servizi pubblici, di vivibilità, di scarsa qualità, per i quali gli amministratori comunali del futuro manderanno chissà quanti cattivi pensieri a quelli di oggi. Perché una cosa è certa in questo momento: che per arrivare alla perla del nostro territorio, per arrivare alla passeggiata sul molo innocenziano, dobbiamo fare una traversata di sette chilometri di una trafficatissima e intasata Nettunense o di una sempre più pericolosa Ardeatina, che passano ormai sotto un muro di case, una uguale all’altra o una peggio dell’altra,

L’unico quartiere che ancora è riconoscibile è proprio il Centro Storico, almeno fino ad oggi. Almeno fino a quando non inizierà, se mai inizierà, la costruzione del nuovo megaporto che verrà a deturpare l’unica parte del territorio di Anzio che è rimasta pressoché salva dalle spinte speculative, eccetto per quei casi citati nel numero del mese scorso. Ed è proprio con alcuni interventi di imbellettamento sul Centro che i nostri amministratori pensano di mettere a tacere i rimorsi di coscienza che (speriamo!) hanno per quanto di negativo fatto nella città che avrebbero dovuto amministrare nell’interesse di tutti e che hanno invece gestito a favore di pochi. Almeno così a noi sembra. Così sono spuntati tanti fiori nelle aiuole all’ingresso del Centro, sotto le palme di Viale Paolini, e così via. È stata altresì sistemata la parte destinata a parco cittadino di Villa Adele (e questa

Il prof. Cervellati e il suo Piano Regolatore

-Terza Puntata-

Alla luce delle puntate precedenti, per chi ha avuto la bontà di seguire i nostri ragionamenti, c’è da aggiungere ben poco all’analisi che abbiamo fatto delle decisioni che i nostri amministratori comunali hanno preso sull’assetto del territorio di Anzio. Decisioni, ricordiamolo, supportate dalla sapienza tecnica dell’esimio Prof. Cervellati di Bologna, un grande urbanista postosi al servizio dell’Amministrazione Comunale, ovviamente a fronte di una sostanziosa parcella di, sembra, 500 mila euro, come è giusto che sia per un professionista, specie se importante come lui. La realtà dei fatti è quella che ciascuno può vedere ogni giorno: un ammasso caotico di case senza alcuna qualità sta sorgendo sul nostro territorio, senza un disegno organico, senza servizi, senza strade, senza illuminazione pubblica, e soprattutto senza marciapiedi e senza fognatura per le acque bianche. Non esistono più i contorni dei quartieri che prima, bene o male, si riconoscevano: tutto è sfumato fra i vecchi centri di quartiere e le nuove informi edificazioni che invadono tutti i terreni circostanti, senza alcuna interruzione, senza una qualche area verde a demarcare una zona dall’altra.

Interventi di imbellettamento sul centro sorico di Anzio

come fosse tutto un grande insediamento popolare. E pensare che il grande Cervellati nella sua relazione al Piano Regolatore non faceva altro che magnificare la grande qualità che sarebbe derivata al nostro territorio dalla realizzazione delle sue proposte progettuali. Basta guardarsi intorno per rendercene conto! Ma il Prof. Cervellati se ne è tornato già da tempo nella sua Bologna a discettare della stabilità delle torri della sua città e a battersi contro il cervellotico sistema del trasporto pubblico voluto dall’ex sindaco Guazzaloca. Ma non ha mai disconosciuto la paternità del Piano Regolatore di Anzio. Qui da noi, secondo lui, va tutto bene. Allora, dal prossimo numero, cominceremo il confronto fra quello che scrive il Professore e quello che Lui ha fatto ad Anzio. Vito Colagrossi


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L’Associazione 00042: “la cultura come tema prioritario”

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IL DILEMMA SUL PALAZZO DELL’EX PRETURA

Abbiamo incontrato Angelo Proto che tanto si è battuto per un utilizzo concreto

LA SCOMMESSA DEL CENTRO POLIFUNZIONALE Venti anni buttati al vento, ma c’è ancora chi non dispera. Nonostante l’assoluta indifferenza da parte dell’amministrazione anziate sulla collocazione dell’ex Pretura, ad Anzio vi sono realtà che continuano a credere fortemente nell’incidenza della cultura sui giovani del territorio. Una di queste è rappresentata dall’Associazione Culturale 00042 e dal suo presidente Andrea Mingiacchi, che negli ultimi due anni ha portato linfa nuova ad Anzio attraverso il progetto di un centro polifunzionale. “Stiamo lottando ormai da tempo su questo perché riteniamo la cultura un tema prioritario - ha dichiarato Mingiacchi -. Abbiamo depositato presso il comune la proposta di delibera per la realizzazione di un centro polifunzionale. Un’idea che è stata sostenuta da oltre 1500 firme, raggiungendo quel tetto minimo che consentirà al progetto di essere discusso in consiglio comunale. Ci rendiamo conto che la nostra idea necessita di un investimento corposo, ma ad ogni modo riteniamo che l’amministrazione ci debba sostenere, anche perché il centro non è della 00042 ma dei giovani che ne potranno usufruire. La sede dell’ex Pretura potrebbe anche rivelarsi idonea, a patto che ci venga lasciato uno spazio adeguato. Non è pensabile di racchiudere un centro polifunzionale in poche stanze. È chiaro che anche altre associazioni bussano alle porte dell’amministrazione - prosegue Mingiacchi -, noi siamo disposti a collaborare pienamente con esse e con la classe politica, ma non rinunciamo di certo al nostro progetto, che prevede spazi per l’informatica, le lingue, il cinema e tanto altro ancora. È assurdo che in questi venti anni l’ex Pretura non abbia trovato la giusta collocazione, così come è impensabile che l’amministrazione di turno non investa in modo deciso sulla formazione dei giovani solo perché non c’è un ritorno economico. È ora che Anzio si adegui ad altre realtà, magari più piccole, dove però i cittadini possono contare su biblioteche, teatri e spazi per i giovani. Ad Anzio finora tutto ciò è stata un’utopia, noi contiamo di trasformarla in realtà”. Marcello Bartoli

La proposta dell’Associazione Culturale 00042 e relativo progetto del centro polifunzionale per i giovani sono nati da un indiscutibile principio: la cultura ha bisogno di spazi. Spazi che nel nostro territorio non emergono… Non che non siano presenti. Ed è da questo assunto che vogliamo parlare della questione del palazzo dell’ex pretura. Già dal 1990 un gran numero di associazioni si sono unite in nome di un centro polivalente che potesse ospitare le attività culturali associazionistiche. Abbiamo incontrato Angelo Proto, referente dell’associazione Soweto, attivista nel territorio da molti anni, che ha istituito uno sportello per l’immigrazione tuttora operante nell’ufficio della sede del partito di Rifondazione Comunista ad Anzio. La storia inizia appunto nel giugno 1990, quando varie associazioni creano un coordinamento per gestire un centro polivalente poiché “mancano spazi per l’aggregazione giovanile, iniziative culturali che non siano calate dall’alto”. La storia si ripete; è evidente che nel nostro territorio gran parte della cultura viene dal basso, dai cittadini stessi e da quelli che “non hanno perso la voglia di fare”, al contrario di passate e presenti mancanze amministrative. Dopo una prima delibera che non concede gli edifici promessi, il 17 giugno 93’ viene deliberato che gli uffici dei locali della ex pretura in via Aldobrandini sono destinati alle attività culturali e associazionistiche designate. Passano i mesi ma il progetto non prende vita. A dicembre dello stesso anno l’amministrazione comunica l’avvio di un nuovo censimento per beni immobili nell’intento di razionalizzare l’uso del patrimonio disponibile. Il 10 febbraio 1994 la giunta comunale revoca la delibera 379 del 17 giugno 1993, per l’interessamento all’acquisto da parte della 9’ legione della Guardia di Finanza. Perché in ventuno anni (da lì ad ora) di potenziale utilizzo non è mai stato concluso nulla? Perché non c’è la volontà di donare ai cittadini e agli operatori culturali, pur essendovi le opportunità, spazi per lo sviluppo artistico e sociale del nostro paese? Siamo felici che vent’anni fa altre persone abbiamo pensato qualcosa di simile al nostro Centro Polifunzionale, anche se con le dovute differenze, e ci identifichiamo con loro; certo ci rattrista però il fatto che in vent’anni nulla sia cambiato: cambiano le amministrazioni, il colore politico, ma invertito l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Continuiamo ad avere stabili inutilizzati come l’ex pretura e persone realmente affamate d’arte e cultura che non hanno modo di comunicare e di sviluppare i propri progetti. Stefano Chiappini


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A tre mesi dall’inizio dei lavori antierosione ancora incomprensioni…

le 10 domande base sui nuovi lavori del litorale speranze e incertezze accompagnano la realizzazione di 15 pennelli e una barriera soffolta

A cura di Bruno Pepe

Molti cittadini ancora non sanno niente dei lavori antierosione che si stanno svolgendo sul litorale di ponente, molti non hanno le idee chiare sulla consistenza di tali lavori; altri, gli stagionali, non sanno cosa aspetta le loro vacanze… 1. In cosa consiste il progetto esecutivo? Dalla relazione del progetto esecutivo del 1° stralcio e dai grafici del progetto, apprendiamo quanto segue. La ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) ha redatto, nel marzo 2009, il progetto esecutivo per i lavori di difesa e ricostruzione della spiaggia Tor Caldara e Capo D’Anzio, circa 4 km di litorale, suddividendo i lavori in più stralci per tempi e appalti. I lavori appena cominciati per il primo stralcio prevedono la realizzazione di 5 di 15 pennelli (moli perpendicolari alla costa) emergenti di 1 metro dal livello del mare e a forma di T per una larghezza di 5m. Tali pennelli saranno posti ad una distanza l’uno dall’altro di circa 200 m e estesi nel mare per una lunghezza variabile di circa 100m. Le testate di questi pennelli (lunghe 46m) saranno collegate tutte da una barriera posta a mezzo metro sotto il livello del mare per una larghezza di 10m. Ovviamente ne consegue che questa barriera, a opera compiuta, avrà una lunghezza, senza

soluzione di continuità, di circa 4km. Pennelli e barriera concorrono a “la formazione di “celle” aventi dimensioni circa pari a 100x200m al fine di garantire l’arresto dei fenomeni erosivi in atto nelle aree oggetto del presente intervento e il naturale ripascimento del litorale”. 2. Quali sono le finalità dell’opera? Il titolo del progetto è: “Difesa e ricostruzione della spiaggia Tor Caldara e Capo D’Anzio”. Pertanto lo scopo dell’opera è la salvaguardia del litorale dall’erosione del mare e la sua ricostruzione. A tal fine, probabilmente ci sarà un ultimo quarto lotto che prevede il ripascimento meccanico di più di 700.000 mq di costa (si pensi a quanti metri cubi di sabbia sviluppano). Comunque tutte le autorità contattate, così come i tecnici dell’ARDIS stessi, hanno asserito che l’unico scopo dell’intervento è la sola difesa antierosione. 3. Con che finanziamento viene compiuta l’opera? L’opera viene compiuta con finanziamenti regionali ed è compresa in un quadro di interventi più generale su tutte le coste laziali. L’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Marco Mattei, ha annunciato poco tempo fa lo stanziamento di oltre 25 milioni di euro per la protezione delle coste dall’erosione dal mare. 4. La parte di barriera fra 2 pennelli andrà eliminata?

Questa è la domanda a cui bisogna dare una risposta chiara. Ogni qual volta si parla con qualcuno di quest’opera, compresi i gestori degli stabilimenti balneari (primi interessati da quest’intervento) ci si scontra con la convinzione generale che la barriera verrà rimossa a conclusione dei lavori. Non sarà così. Il progetto esecutivo non lo prevede in alcun modo e senza ombra di dubbio. La modalità dei lavori è la seguente: dai cantieri Gallinari (adiacenti lo stabilimento Tortuga) si è partiti con la creazione del primo pennello dopodiché, parallelamente alla linea di costa, verrà protratta una vera e propria strada fino ad arrivare a Tor Caldara. Da lì si proseguirà a ritroso, creando i 5 pennelli dal mare verso terra e man mano che si arretrerà, verrà smantellata la strada fino a raggiungere la quota di progetto a 50cm sotto il livello medio marino, lasciando fuori dall’acqua le testate dei pennelli che saranno lunghe 46m. Questo è il progetto esecutivo e non altro. Il sindaco Bruschini ha chiesto all’ARDIS delle modifiche, ma ancora non è stata ufficializzata la cosa con una variante al progetto esecutivo. 5. Come si passerà dall’interno di una cella al mare aperto? La barriera che rimarrà a lavori ultimati sarà sotto il livello del mare di mezzo metro, costituita da massi molto probabilmente ricoperti di alghe e avrà un’estensione in larghezza di 10 m. Ciò vuol dire che per passare dall’interno della “cella” al mare aperto bisognerà superare 10 m di rocce sconnesse a piedi o tentare a nuoto, se si ha il braccio abbastanza corto. Peraltro molto probabilmente lo strato di acqua sopra la barriera sarà interessato da forti turbolenze e una forte corrente, data la diminuzione di sezione improvvisa. 6. La sabbia aumenterà naturalmente o verrà dragata con un ripascimento meccanico? Con ogni probabilità i tecnici garantiscono che almeno una ventina di metri di pennello verranno ricoperti in modo naturale. Per i restanti 80m si ventila l’ipotesi di un quarto lotto di lavori che preveda il ripascimanto forzato. Ciò avverrà nella migliore delle ipotesi fra 4 anni.


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....ed è evidente che siano ancora necessarie informazioni di base.

7. Ci sarà abbastanza ricambio d’acqua all’interno della cella? Dalle esperienze precedenti di lavori di questo genere (vedi Focene, Foce Verde, Marina di Massa, Nettuno…) si evince che nonostante tutte le rassicurazioni, l’acqua, soprattutto nei mesi estivi, non sarà più la stessa. Così come afferma il biologo marino interpellato, Dr. F. Antognarelli del CNR: “Il mancato ricambio idrico sommato all’aumento delle temperature della stagione estiva e del carico trofico, può generare un fenomeno di accelerata “eutrofizzazione”, che consiste in imponenti fioriture microalgali, d’intensità innaturale, che rimangono localizzate presso la costa. La morte delle alghe e la loro deposizione sul fondo innesca meccanismi di decomposizione che sottraggono importanti quantità di ossigeno (in relazione all’imponente biomassa generata dal turnover algale) che portano a situazioni ipossiche (carenza di ossigeno) se non addirittura anossiche (assenza di ossigeno). La scarsità di ossigeno comporta la migrazione e/o la morte degli organismi bentonici modificando (se non distruggendo) la composizione delle biocenosi del fondo… Tali processi possono avere altresì un forte impatto sugli ambienti marini costieri adiacenti e sulle economie locali”. 8. Quanto dureranno i lavori? L’opera finita prevede un intervento su tutti gli oltre 4km di costa che vanno da Capo D’Anzio a Tor Caldara. Essa sarà divisa in 3 stralci il primo dei quali, quello in opera al momento attuale, prevede 1,5km dal Tortuga alla Torre. Per questo stralcio sono previsti 220 giorni di lavoro sospesi per una pausa estiva da giugno a ottobre. Il secondo stralcio dal Tortuga al Marinaro è stato finanziato, ma non appaltato. Il terzo, ancora non è stato finanziato. A conti fatti non prima di 3-4 anni, se poi si somma l’ipotetico quarto lotto del ripascimento. 9. Quale sarà la situazione del primo stralcio quest’estate?

A fine aprile era prevista una sospensione per il sopraggiungere della stagione estiva, data prorogata a fine maggio; a giudicare dalla velocità dei lavori, essendo stata messa in opera almeno un sesto della strada che proseguirà fino a Tor Caldara possiamo presumere che al primo di giugno saranno andati avanti per altrettanti 500m se non più. Ciò vuol dire che, salvo modifiche all’ultimo momento, quest’estate più di mezzo chilometro di spiaggia avrà una strada parallela alla linea di costa alta più di un metro e mezzo. Una contro domanda: cosa succederà alle prime piogge e con l’afa estiva a quei 60.000m quadri di acqua chiusa? La domanda è stata posta soprattutto conoscendo la zona ad alto rischio considerando la presenza di uno “sfogo” delle acque grigie in prossimità del primo pennello. Ancora in attesa di risposta. 10. Che garanzie di successo ci sono a fronte di un’opera siffatta? In chiusura delle 5 pagine della relazione del progetto esecutivo si trovano le conclusioni dei tecnici, così come confermato da successivi incontri. Non ci sono previsioni di sorta. Si raccomanda un costante monitoraggio per prevedere interventi correttivi ed eventuali manutenzioni. Chi vivrà vedrà….

Un chiarimento

Nel n. 15 de “il Granchio” a pag. 11 è stata riportata la “conferma della stipulazione di una solida intesa tra il sindaco L. Bruschini e le associazioni sportive Anzio-Surf e GreenOceanSurfing” in merito all’ottenimento di alcune modifiche sul progetto. Le parti in causa smentiscono tale affermazione rimanendo contrarie all’intervento in tali condizioni e in particolar modo alla barriera soffolta. Si ringrazia il sindaco per la disponibilità, ma si raccomanda alla redazione de “il Granchio” di usare opportunamente le parole. - Aggiornamenti sugli sviluppi: www.greenoceansurfing.com gosblogsurf.blogspot.com www.surfculture.it - Raccolta Firme presso: GODZILLA SURFSHOP - Via Ardeatina 186, Anzio

Intanto qualcuno pulisce le spiagge

I surfisti saranno pure nell’immaginario collettivo giovani spensierati pronti a spalmarsi di crema solare e perdere tempo in riva al mare, e nell’immaginario dei promotori delle “dighe” degli scansa fatiche interessati solo al divertimento, ma sono anche coloro, da anni ormai, che in barba a chi dovrebbe farlo veramente, si mettono in prima persona con i sacchi in mano e puliscono un pezzo di spiaggia libera. Domenica 3 aprile, con un’iniziativa promossa da Surf Rider Foundation Europe, Anzio-Surf e GreenOceanSurfing, un nutrito gruppo di persone si è dato appuntamento sulla spiaggia nord di Tor Caldara ed ha pulito un bel tratto di litorale. Fantastica la presenza di numerosissimi bambini che hanno dato un contributo non indifferente soprattutto al morale di tutti…. Loro sono il futuro e su queste basi si può ben sperare! Alla fine del duro lavoro barbecue e musica da KDB….


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Tra tradizione e passione, le tecniche e le attrezzature per pescare ogni qualità di pesce

VIAGGIO NEL MONDO DELLA PICCOLA PESCA ognuna con le proprie misure e caratteristiche. Il Cinciolo è la rete a circuizione usata con la lampara che la notte col suo bagliore attira grandi quantità di pesce. Il cinciolo ceco (maglia stretta) serve a pescare sarde e alici, mentre il cinciolo chiaro (maglia più larga) si usa a ridosso di scogli e secche per i “pesci di volo” quali ricciole, orate, calamari o maccarelli. Il cinciolo chiaro si usa anche di giorno con l’aiuto dell’ecoscandaglio, uno strumento che permette l’intercettazione di grossi banchi di pesce, in particolare di marmore e orate. Questa rete è alta svariati metri e si cala velocemente per circondare il pesce “intercettato”, un cavo d’acciaio passante in anelli fissati sulla cima inferiore della rete viene teso dal verricello di bordo per stringere la rete e intrappolare i pesci che vi sono caduti dentro. Alessandro Tinarelli

Intervista ad Arseni

“LA GENTE DI MARE HA FIDUCIA NEL FUTURO” La piccola pesca, piccoli gozzi, grande passione. Un lavoro in simbiosi con la natura che dà l’opportunità di apprezzarne i valori sensoriali ed emozionali, dalle albe viste ogni giorno con una faccia diversa al vento impertinente e fastidioso. Sacrifici di una vita in perenne movimento e trasformazione a rincorrere il meteo, le correnti, le fasi lunari. Nella città neroniana la piccola pesca è formata da una flottiglia, tra Anzio e Nettuno, di oltre 40 unità e ogni barca ha vari attrezzi per pescare, diversi per ogni stagione e per ogni qualità di pescato. Il Tramaglio da posta è formato da tre strati di rete sovrapposti in modo che il pesce formi una tasca che dalle maglie più piccole passa in quelle più grandi. Questa rete è in grado di pescare qualsiasi tipo di pesce fino a 10kg, e anche seppie e polipi. I Tramaglioni, in sostanza, si differenziano per il fatto che sono composti da materiale più robusto e che pescano intorno a scogli e secche in cerca di aragoste e capponi (grossi scorfani). La Schietta, invece, ha un solo strato di rete spesso chiamato “barracuda” e composto da un nylon trasparente tipo la lenza, il pesce rimane incastrato dopo aver infilato la testa nella maglia, in gergo si è “chiavato”, quindi più la maglia è “chiara” (larga) più il pesce sarà grande, più la maglia è “ceca” (stretta) e più il pesce sarà piccolo ma superiore in quantità. Tutte queste reti con piccole modifiche si possono trasformare in “Sbracatelle”, cioè reti che si sdraiano sul fondale per la pesca a sogliole e rombi. Solo con la schietta ceca si fa la pesca a merluzzi per il caratteristico avvolgersi come un salame del pesce e perchè viene innescata da pesciolini di cui il merluzzo ne è perennemente vorace. La schietta chiara serve a pescare grossi pesci bianchi pregiati subito dopo le mareggiate, tipo i saraghi le spigole o le ombrine. I Nassitelli per le lumache di mare (maruzzelle) sono a forma piramidale con un buco superiore in cui le lumache e gli sconcigli risalendo il nassitello per andare a mangiare l’esca vi cadono dentro senza poterne più uscire. Le coffe o palamiti sono delle lunghissime lenze chiamate “travi” a cui è legata ogni 10 metri circa una lenza più fina, il “bracciolo” a cui è fissato l’amo. Questi attrezzi possono arrivare anche a duemila ami e hanno la caratteristica di far percepire la lotta tra il pesce vivo e l’uomo. Ci sono coffe per saraghi, dentici, gallinelle, ma anche per tonni e pesci spada,

Alfredo Arseni, vicepresidente della cooperativa SS. Pio e Antonio di Anzio, quella più vecchia e con maggior numero di soci pescatori, si trova spesso nella banchina bassa a ricucire (“sarcire”) reti danneggiate dagli scogli. Oggi è la prima giornata di tempo cattivo dopo un lungo periodo soleggiato. Ne approfittiamo per fare una chiaccherata con lui. Alfredo, nell’arco di un anno quante sono le giornate di pesca? Noi della piccola pesca, a differenza dei pescherecci con lo strascico, siamo limitati nelle uscite avendo imbarcazioni più piccole e attrezzature più delicate, per cui basta un po’ di mare mosso per lasciare i gozzi legati in banchina. Ogni giorno un addetto della Capitaneria di Porto controlla tutte le imbarcazioni che sono presenti all’ormeggio. La media di uscite per i gozzi della piccola pesca è di 130-140 giornate l’anno. Quali difficoltà, oltre al meteo, riscontrate in questa attività? Purtroppo la costante scarsità di pescato ci ha obbligati ad allungare gli strumenti da pesca, quindi il lavoro diventa sempre più pesante sia in mare sia a terra quando dobbiamo riparare le reti o farne di nuove. Anche se con l’ultima crisi economica qualche nostalgico della pesca si è riaffacciato in questa attività, non abbiamo il ricambio generazionale e temo che nel giro di 25 anni possano decimarsi se non estinguersi tutti i gozzi della piccola pesca. E quali sono le soddisfazioni? Molti ci invidiano il contatto con la natura e il fatto che mangiamo sempre pesce fresco. È vero, anche se dobbiamo prenderci la natura come si presenta nel bene e nel male. Il nostro è il primo vero lavoro precario da decenni, abbiamo imparato ad avere fiducia nel futuro e nelle nostre forze. La gente di mare come noi interagisce in modo diverso da altri ambienti di lavoro. Possiamo animarci per una discussione di sport o di politica, mandarci a quel paese per motivi di lavoro ma il giorno dopo ci sentiamo A.T. sempre più uniti e solidali.


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Intervista a Nicola Maio, curatore del Museo Zoologico dell’Università di Napoli Federico II

UNA BALENA AL LARGO DI ANZIO In seguito agli articoli apparsi su altri giornali che riportavano dell’avvistamento di un Capodoglio al largo della costa anziate, abbiamo intervistato il dottor Nicola Maio, curatore del Museo Zoologico dell’Università di Napoli Federico II. Dal 2007 è responsabile di zona del Centro Studi Cetacei per la Campania e membro del Direttivo del centro studi cetacei. Dalle foto che le abbiamo inviato e dalla descrizione dei comportamenti del mammifero riportati dall’equipaggio, è certo che si trattasse di un capodoglio? Lo escludo. Innanzitutto perché la pinna dorsale è di grandi dimensioni. Inoltre non sono presenti le piccole gibbosità che caratterizzano il dorso di questo mammifero e, fatto ancor più importante, il Capodoglio non riemerge a poca distanza dal punto di immersione, come è stato descritto dall’equipaggio che lo ha avvicinato. E quindi di quale specie si tratta? Di una balenottera comune (Balaenoptera physalus -Linnaeus, 1758). È il secondo animale più grande mai esistito sulla terra con una lunghezza del corpo che nelle acque italiane oscilla tra i 18 e i 20m e un peso compreso tra 50 e 80 tonnellate. I neonati misurano alla nascita circa 6 metri e pesano 2 tonnellate. Le Balenottere non sono campioni di immersione. Di solito si immergono per una decina di minuti fino a 26 minuti di apnea, per poche decine di metri anche se è documentato che possono superare i 350 metri di profondità. È una specie comune nei nostri mari? Gli avvistamenti sono frequenti? Nel Mediterraneo la specie è molto più

abbondante nel bacino occidentale che in quello orientale. Molto frequente in estate nel mar Ligure, in Corsica e in Sardegna. Gli avvistamenti nel Tirreno non sono comunissimi ma sono ben noti. Comunque sono più frequenti in estate, dove si osservano soprattutto esemplari singoli o coppie, erratici o in alimentazione. Molto più raramente gruppi con piccoli. La presenza di questa specie nelle acque laziali è comunque documentata sin dal XVII secolo con un famoso spiaggiamento a S. Marinella (Roma) nel 1624. Di cosa si nutrono? La dieta della Balenottera comune è piuttosto varia. Le componenti principali sono krill (piccoli crostacei planctonici), pesci e piccoli cefalopodi. La tecnica di caccia è particolare: si avvicina a notevole velocità a un branco di pesci per gettarsi nel punto in cui questo è più fitto. Quindi, distende la regione golare, che può anche raddoppiare il diametro della parte anteriore del corpo, e ingoia acqua e pesci. Quanto vive una Balenottera? Non esiste una stima precisa, non essendo questi animali mai stati mantenuti in cattività. Si presuppone che possano vivere tra i 50 e gli 80 anni, forse fino a 100. Da dove provengono? Sicuramente gli esemplari osservati nel Mediterraneo provengono dall’Atlantico settentrionale soprattutto d’estate, ma si riproduce anche nel Mediterraneo. Forse la popolazione mediterranea è costituita sia da individui stanziali che da esemplari che migrano. Si tratta di animali monogami? La monogamia come la intendiamo noi è

un evento molto raro nei mammiferi. Le balenottere non fanno eccezione. Un tempo si riteneva che fossero monogame perché si avvistavano spesso in coppia. In realtà, recenti ricerche hanno confermato che questi animali hanno un comportamento riproduttivo variabile e alquanto promiscuo. Si sa ancora poco del loro comportamento ma è certo che non mantengono gruppi sociali stabili come altri cetacei. È un animale pericoloso? Assolutamente no ed è ad alto rischio di estinzione. Si riproducono facilmente? Il ciclo riproduttivo è legato alle migrazioni. Il concepimento avviene generalmente d’inverno nelle acque temperate, ma non è una regola fissa. Il periodo di gestazione è di 11-12 mesi. Proprio nei giorni scorsi si è tenuta una conferenza sullo spiaggiamento di tali mammiferi? Si, si tratta di un incontro organizzato dall’Ist. Zooprofilattico di Lazio e Toscana con Capitanerie, ASL ecc. per coordinare gli interventi in caso di spiaggiamenti di cetacei lungo le coste del Lazio. Elle C.


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Paride Tulli, capogruppo del Pd anziate, fa il punto sulla situazione del partito

“CON UN CANDIDATO DI SPESSORE, LA SINISTRA PUÒ VINCERE LE ELEZIONI”

Dopo la tempesta, la bonaccia… Non possiamo descrivere se non così le settimane che hanno caratterizzato la vita politica del PD di Anzio, dopo le dimissioni di Paride Tulli da Capogruppo al Comune. “Quello che è successo nel Consiglio Comunale del 28 marzo” – precisa Tulli – “è stato troppo eclatante per non prendere una decisione del genere. Se io prendo tre ore prima accordi con gli altri gruppi e poi vengo smentito dal mio stesso partito, che altro posso fare se non dimettermi? Un consigliere non può intervenire direttamente in Consiglio contro le indicazioni del capogruppo, così facendo mette in difficoltà non solo me, ma l’intero gruppo. Poi c’è stato un chiarimento politico in un paio di riunioni dei vertici del partito che mi hanno convinto a tornare sulle mie decisioni. L’importante è che si sia chiarito che certi incidenti di percorso non accadano più in avvenire.” Di che cos’altro si è dibattuto in questi incontri tra i vertici del PD? “È stata presa in considerazione la proposta del consigliere Toselli di uscire dalle Commissioni” Ma non doveva essere solo una proposta provocatoria? “Per me si trattava solo di una provocazione, ma il Partito ha deciso di metterla ai voti. Devo dire che non sono molto convinto della cosa, ma si è deciso di attuare una linea, per così dire, ‘mediana’. Per il momento faremo un esposto al Prefetto e poi in una conferenza stampa annunceremo un’auto-sospensione temporanea da tutte le commissioni finché la maggioranza non cambierà registro”. Quali sono le sue perplessità sull’uscita dalle Commissioni?

“Secondo me i consiglieri comunali non possono ritirarsi dalla battaglia, anche perché non credo che il nostro elettorato riesca a comprendere bene questa specie di ‘Aventino’. Se le commissioni non funzionano, la colpa è della maggioranza e noi dobbiamo metterla in mora. Io faccio parte della commissione mensa e sono l’unico consigliere ad uscire insieme ai genitori. I due consiglieri della maggioranza non si presentano mai… e i genitori sono arrabbiatissimi con loro. Mica con me. Anche questo è un modo per far vedere che le cose non funzionano e di chi è la colpa. Un consigliere, l’opposizione la deve fare non solo nelle riunioni consiliari o con gli articoli sui giornali o gli annunci in conferenza stampa, ma anche andando tutti i giorni per gli uffici a controllare se le delibere e le determine che la maggioranza approva, sono in regola…” Nel sito internet della Fondazione Saragat, c’è una foto che la ritrae giovanissimo al fianco all’allora ex Presidente della Repubblica. Questo per dire che lei è uno dei ‘vecchi’ della politica, quelli della cosiddetta ‘Prima Repubblica’. Cosa manca ai politici d’oggi? “La foto è del 1980. Allora avevo 28 anni ed ero iscritto al PSDI già da 14. Quindi conti alla mano sono quarantaquattro anni che faccio politica. Oggi manca la passione e l’ideologia. Purtroppo la Seconda Repubblica si basa sui comitati d’affari, sulle convenienze, sui compromessi. Non c’è il faro dell’ideologia che dava una linea etica. Una volta uscire o essere cacciato da un partito era un’onta, un’ignominia.

Adesso in tre anni di legislatura comunale, ben otto consiglieri hanno cambiato partito. Per fortuna noi del PD quelli eravamo e quelli siamo rimasti. C’è stata la massima coerenza, segno che nel nostro interno il legame ideologico ancora tiene, cosa che non è avvenuta nell’altro raggruppamento dove in certi momenti siamo stati al mercato delle vacche”. Tre anni fa, prima delle elezioni comunali, un esponente della sinistra disse: “Se l’espressione della sinistra ad Anzio è Paride Tulli, e quando le vinciamo le elezioni?” Cosa manca oggi alla sinistra per vincere ad Anzio? “Lasciando perdere la provocazione del compagno, devo dire che fino a oggi sono stato l’unico candidato sindaco scelto con le primarie; se il popolo della sinistra mi ha indicato con 1.200 preferenze, vuol dire, che sono stato scelto su indicazione popolare e non da giochetti di corridoio. Non è impossibile farlo, l’episodio Mastracci del 1997 ce lo insegna. Bisogna però vedere gli errori commessi dopo quella vittoria per capire il perché poi abbiamo sempre perso. Quando si vuol creare un’egemonia all’interno del centrosinistra da parte di Tizio e Caio e gli interessi personali prevalgono sul quadro d’insieme e si cominciano a scacciare consiglieri e assessori, in nome di egoismi e poltrone, è chiaro che si depaupera il ‘mercato’ elettorale. Non a caso il PCI passò da otto a due soli consiglieri. Molte volte non è bravo chi vince, ma somaro chi perde… Io persi sapendo di dover perdere, perché davanti a un monoblocco di centrodestra non si poteva fare niente. Sono stato l’agnello sacrificale e ho accettato questo ruolo. “ Il pd vincerà le prossime elzioni? “Sono convinto che il centro-sinistra può vincere se il centrodestra commetterà l’errore di presentarsi con due candidati. Certo bisogna mettere in campo un candidato scelto dalla base con le primarie e di un certo spessore. Se qualcuno pensa di tirare fuori dal cilindro un coniglio all’ultimo momento… Noi abbiamo una base che è abituata a riflettere e quando va a votare vuole qualcosa di credibile. Se il candidato non è condiviso, c’è anche il pericolo che i nostri elettori non vadano a votare per niente”. Maurizio D’Eramo


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La sentenza sulle consulenze false e la mancata riscossione tributo Iciap

LA CORTE DEI CONTI CONDANNA L’EX GIUNTA DE ANGELIS

I politici coinvolti dovranno risarcire l’erario entro 60 giorni dalla notifica della provvedimento giurisdizionale. Pena il decadimento della carica pubblica

Arriva la resa dei conti. Dopo numerosi anni di carte bollate e diverse vicende giudiziarie, alcuni esponenti dell’amministrazione di Anzio hanno ricevuto le carte delle prime sentenze definitive sulla vicenda delle consulenze false e per la mancata riscossione del tributo Iciap, oltre ai canoni di locazione dei locali commerciali. Vicende che risalgono alla fine degli anni ‘90 e gli inizi del Duemila, quando la città era guidata dall’attuale senatore Candido De Angelis. I provvedimenti da parte della Corte dei Conti sono stati trasmessi allo stesso De Angelis, all’assessore all’Ambiente Patrizio Placidi, all’allora direttore generale del Comune Giorgio Zucchini, all’ex esponente di Forza Italia Vito Presicce, al consigliere comunale Sebastiano Attoni e al responsabile dell’Ufficio Tributi Trinci. Tutti gli esponenti politici sono stati condannati a risarcire l’Erario con somme che variano dai 148mila euro (Placidi e De Angelis) fino ad arrivare a soli 8mila euro. Somme che dovranno essere versate entro sessanta giorni dalla notifica della sentenza pena il decadimento della carica pubblica, in sostanza l’assessore di turno sarebbe costretto a dimettersi. “È una sentenza prettamente politica - ha dichiarato con astio l’assessore Placidi-. Chi doveva giudicare non ha avuto neanche la cura di andarsi a leggere le carte, in ogni caso stiamo

valutando se appellarci alla Corte Europea (unica possibilità di appello). Ora chiederemo al sindaco Bruschini la possibilità di poter rateizzare questa somma. Per quanto mi riguarda sono tranquillo e pronto a versare le somme dovute”. Punta l’indice contro il Pdl il senatore De Angelis. “Questa notizia fatta circolare ad arte dagli ambienti Pdl dimostra solo una cosa -sostiene l’ex sindaco -, dentro il Pdl è già partita la caccia alle poltrone che contano, è chiaro l’intento da parte di alcuni di screditare l’operato degli amministratori per poterne prendere il posto. In ogni caso la sentenza riguarda vicende vecchie e già note, quindi non vedo motivo di alzare un polverone”. Nel frattempo in seno al centrosinistra anziate si stanno studiando a fondo le carte e c’è già in cantiere l’ipotesi di chiedere un consiglio comunale per avere dei chiarimenti sulla vicenda. Secondo alcuni esponenti dell’opposizione non è plausibile che i condannati siano coperti dalle assicurazioni (cosa che invece Placidi ha confermato) così come rimane da chiarire la vicenda legata all’eventuale decadimento della carica pubblica. Aspetti che solo alcuni legali potranno valutare, dopo aver letto attentamente le carte. Si attendono sviluppi importanti sia dal punto di vista giudiziario, sia in ambito politico. Marcello Bartoli

Qui Radio Nerone

‘Ste baracche? …Orrore! Orrore! Orrore! Da qualche mese sono sorte baracche di legno sulla spiaggia di levante. Ma caro Sindacus! come puoi permettere questi scempi?! Sai bene che amo passeggiare per le riviere di questa mia Città e quanto ci tengo a contemplare la linea dell’orizzonte! E tu che fai? Permetti che vengano costruite simili barriere visive, che privano il mio sguardo di tale letizia? Voglio assolutamente vederti agire e venire incontro al tuo Nerone, caro Luciano. Se ti occorre qualche consiglio puoi sempre rivolgerti a me. Sai bene che sono un esperto nell’eliminazione di baracche di legno! Ebbi lo stesso problema a Roma...

Il partito centrista si adegua alle politica del Pdl. Il Fli, invece, è in crisi

“L’INCONGRUENZA” DELL’UDC ANZIATE Ad Anzio la politica rimane un mondo tutto da decifrare. In particolare con l’avvento del Terzo Polo si è venuto a formare un quadro ancora più confuso, in virtù delle scelte poco cristalline da parte delle varie forze in campo. Il Fli ad esempio, partito con presupposti interessanti si è perso per strada, facendo registrare una graduale uscita di scena di tutti i suoi componenti a cominciare dal senatore Candido De Angelis. Un partito fantasma allo stato attuale delle cose, destinato probabilmente a rientrare presto nell’ovile del Pdl o a cercare strade alternative tutte da verificare. In una maggioranza di centrodestra che continua a mostrare crepe, non fa mancare il suo apporto determinante l’Udc, che in netto contrasto con le direttive nazionali, si è adeguato alla politica pidiellina. Un’incongruenza che non può non essere

notata, per un partito che predica il ripristino della legalità e della trasparenza e poi in ambito locale agisce solo in base ad una linea utilitaristica. Difficile pensare che i vertici dell’Udc anziate non abbiano notato le vistose lacune dell’amministrazione Bruschini: come si può predicare la trasparenza e la legalità e poi affiancare una maggioranza i cui consiglieri si guardano bene dal presentare le loro dichiarazioni dei redditi? Allo stesso tempo bisognerebbe comprendere quale criterio muove i centristi nel sostenere un centrodestra che è stato messo di nuovo alla berlina dalle ultime cronache giudiziarie (basterebbe leggere le ultime sentenze della Corte dei Conti sulle vicende Iciap e non solo che hanno colpito numerosi esponenti della maggioranza). Ci sono numerosi temi vitali per il futuro della città sui quali l’Udc non ha mai preso una posizione netta, chissà se in

qualche misura possa influire il fatto di essere il partito dei grandi interessi immobiliari ed edilizi… A sinistra nel frattempo il Pd si sta mobilitando per dare vita a un’opposizione più incisiva. Solo intercettando in modo concreto i cittadini, attraverso un programma chiaro si può pensare a costruire un’alternativa valida all’attuale centrodestra. Il Pd anziate, che sta percorrendo la via del rinnovamento, punterà con decisione su temi basilari quali il mondo del lavoro, il rilancio dell’economia locale e lo sviluppo turistico. Su questi temi ed altri ancora il centrosinistra conta di recuperare gran parte dell’elettorato smarrito o non votante, puntando nel contempo a smascherare le reali intenzioni di alcuni partiti di cui ancora non si conoscono le reali intenzioni. Marcello Bartoli


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Strutture scolastiche domanda culturale/balneare combinata con un’attrattività dei poli archeologici, Classi e alunni/studenti delle come pure forme di turismo tradizionale più stanziale, prevalentemente familiare e di turismo di Eccellenza e criticitàComuni di un Scuole territorio Scuole medie infanzia Scuole elementari Scuole medie inferiori affari legato alla presenza di porti o di zone superiori statali Nei precedenti quattro numeri di Anzio Space è stata analizzata la situazione demografica, commerciali, 21 alberghi (a Nettuno 7), per economica e finanziaria di Anzio e Nettuno, confrontata con i rimanenti sette Comuni del complesso Classi di posti- letto rispettivamente Classi Alunni Scatassa, Classi sui un Alunni Alunni Classi Studenti litorale roman0. Prosegue in questo numero l’ indagine, a cura di Giancarlo pari a 1.242 e 421. L’ attrezzatura ricettiva si principali servizi pubblici in funzione nei due Comuni. Anzio 61 2 187 130 3 824 70 2 333 143 4 915 completa di 99 Nettuno 55 2 049 111 3 343 con la presenza 64 ad2 Anzio 190 134fra 3 992 IV PARTE. Sistema scolastico. Organizzazione sanitaria L’ offerta di strutture scolastiche ad Anzio Posti Posti e Nettuno, che insieme compongono il Altro Totale letto day Comuni Ospedali Medici Infermieri letto distretto scolastico 43, maglia elementare personale personale ordinari Hospital dell’ organizzazione territoriale dei servizi Anzio e scolastici, è adeguata alle esigenze del 3 126 434 304 867 153 19 Nettuno territorio ed in linea con quanto si rileva nei contesti geografici di riferimento, due Comuni frequenta all’ interno del alloggi, campeggi, ecc.., con 7.470 posti letto e specificamente il litorale romano, l’ distretto senza essere costretta ad un a Nettuno di 13 (1.969 posti letto). quotidiano, faticoso pendolarismo e hinterland e il complesso della Provincia. I dati forniti dall’Ente bilaterale del turismo Ad Anzio sono funzionanti 29 scuole con solo il 3% al di fuori del distretto. evidenziano per Anzio un numero annuale 404 sezioni e 13.259 alunni e/o studenti, a Il maggior numero di studenti della di arrivi superiore a 67 mila (oltre 30 mila Nettuno 27 scuole con 364 sezioni e 11.574 scuola media superiore del distretto Anzio a Nettuno), che si è ridotto in entrambi i Nettuno frequenta il Liceo scientifico alunni e/o studenti. Comuni del 20% negli ultimi anni soprattutto Due notazioni interessanti: solo il 6% (23% del totale), segue l’ Istituto tecnico per il decremento degli arrivi di italiani (che degli studenti del distretto scolastico 43 industriale (19%), l’ Istituto tecnico rappresentano il 64% del totale ad Anzio e frequenta scuole private e oltre 1.ooo sono commerciale (18%), il liceo classico (15%), l’ 86% a Nettuno). Stabile invece il flusso di l’ Istituto professionale commerciale e gli alunni stranieri. presenze annuali (189 mila ad Anzio e poco Il 35% delle classi attive ad Anzio e il turistico (13%), l’ Istituto alberghiero (7%) più di 70 mila a Nettuno) con una presenza 37% a Nettuno riguarda le scuole medie e l’ Istituto d’ arte (3%). media pari a 2,8 giorni ad Anzio e 2,3 a superiori; seguono le scuole elementari (32 Nettuno. % ad Anzio e 30% a Nettuno) e le scuole Organizzazione sanitaria Sistema di raccolta dei rifiuti solidi medie inferiori (17 % ad Anzio e 18 % a Anzio e Nettuno, inserite sotto il profilo urbani funzionale ed organizzativo nella ASL RM Nettuno). Gli ultimi dati disponibili sulla raccolta La presenza di strutture scolastiche H che comprende anche la zona di Pomezia dei rifiuti solidi urbani si riferiscono al secondarie di 2^ grado statali nel distretto ed Ardea e quella dei Castelli romani, 2007 ed evidenziano come nel complesso scolastico 43 è veramente significativa, dispongono di 13 presidi sanitari pubblici dei 9 Comuni del litorale romano vengano come si evince dai risultati di una recente e privati convenzionati (di cui 3 ospedali raccolte oltre 285 mila tonnellate di rifiuti, indagine sulla mobilità degli studenti e/o case di cura) nei quali prestano servizio di cui 16 mila tonnellate (5,6%) riguardano che frequentano questo tipo di scuole oltre 860 operatori. la raccolta differenziata. fra i distretti della Provincia di Roma Le strutture ospedaliere dispongono di 153 Ad Anzio sono state raccolte in totale poco per analizzare l’ eventuale squilibrio posti letto ordinari e di 19 posti letto in meno di 39 mila tonnellate di rifiuti solidi localizzativo e qualitativo di tale scolastica day hospital, per un complesso di 172 posti urbani, di cui 2.300 attengono alla raccolta (che genera asimmetrie di opportunità letto e 20 branche specialistiche. differenziata (6 % del totale, lievemente tra i vari territori comunali e distrettuali Annualmente, vengono curati e dimessi superiore al valore medio del litorale). alimentando per di più anche faticosi e dalle strutture degli ospedali in funzione A Nettuno sono state raccolte nello stesso costosi spostamenti quotidiani pendolari ad Anzio e Nettuno più di 5.000 pazienti, anno 26,7 mila tonnellate di rifiuti, di cui dal Comune di residenza a quello di con oltre 108 mila giornate di degenza 706 sono rifiuti differenziati, pari al 2,6% ordinaria e oltre 23 mila in day hospital. frequentazione). del totale. Questa incidenza è veramente La ricerca ha consentito di classificare 7 molto modesta rispetto a quella rilevata distretti scolastici come fornitori o clienti Strutture turistiche per Anzio, perla media dei 9 Comuni del a seconda che ricevano o cedano studenti. Risultano attivi ad Anzio, interessato ormai, litorale, per l’ ATO 5 in cui sono compresi Il distretto 43 è stato invece definito al pari di Nettuno, quasi esclusivamente Anzio e Nettuno, pari al 5,8%, e per l’ autosufficiente in quanto il 97% della ad un turismo balneare mordi e fuggi, hinterland (complesso dei Comuni della popolazione studentesca residente nei essendo praticamente inesistente una Provincia, esclusa Roma), pari al 5,7%.

ANZIO e NETTUNO

Strutture scolastiche

Classi e alunni/studenti delle Comuni

Scuole infanzia statali Classi

Anzio Nettuno

61 55

Scuole elementari

Alunni

Classi

2 187 2 049

130 111

Alunni

Scuole medie inferiori Classi

3 824 3 343

Organizzazione sanitaria

Alunni 70 64

2 333 2 190

Scuole medie superiori Classi 143 134

T

Studenti

Class

4 915 3 992

40 36

Nel prossimo numero di Anzio Space ci occuperemo della finanza pubblica, analizzando le risorse umane e finanziarie a disposizione delle Amministrazioni comunali per erogare prestazioni e servizi ai cittadini e come vengono utilizzate.

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n.28_maggio 2011

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La vicenda del discusso ente varca i confini provinciali

NESSUN OBBLIGO DI PAGAMENTO PER LE RATE DEL CONSORZIO

Arch. Nicolò: “sosteniamo la ricerca di affermazione dei diritti dei residenti” BREVI: Acqua all’arsenico, la Commissione Europea concede la deroga

La querelle che oppone il Consorzio di Lavinio e il comitato “Cittadini Dissidenti Consorzio Lavinio’ (CLD) trova nuovi spettatori, varcando i confini non solo comunali, ma anche quelli provinciali, continuando ad avere in compenso il ‘silenzio’ dell’ambiente politico anziate. Così mentre nessuno nell’Assise Comunale si è ancora degnato di rispondere all’interpellanza presentata dal capo gruppo consiliare del Pdl, Mario Pennata, che aveva chiesto delucidazioni sull’orientamento della Giunta nei confronti del Consorzio (ricordiamo che in base ad una convenzione, il Comune trasferisce annualmente, a titolo di rimborso, una consistente somma di denaro pubblico, che quest’anno è stata quantificata in 170 mila euro, per delegare al Consorzio una serie di alcuni compiti che dovrebbe e potrebbe gestire in proprio) un’emittente televisiva pontina e il quotidiano ‘Latina Oggi’, hanno dedicato due servizi alla vicenda, imperniando il loro intervento sull’obbligatorietà del pagamento imposta dalla dirigenza del Consorzio ai cittadini di Lavinio mare. Ci siamo già dilungati molto, nell’ultimo numero di Anzio-Space, sull’infinità di documenti trovati dal presidente del CLD, l’architetto Nicolò, e che ha presentato agli oltre 150 intervenuti alla Conferenza del 12 marzo scorso illustrando in modo essenziale le tesi e le iniziative del Comitato. Documenti che continuano ad essere screditati dalla dirigenza di corso S. Francesco, che si limita solo a mandare, tramite il proprio legale, lettere per così dire ‘minatorie’ ai consorziati, con l’ordine perentorio di pagare quanto dovuto (con tanto di multa di 250 euro), a cui hanno fatto seguito negli ultimi tempi le cartelle esattoriali arrivate dalla GERINT, con gli arretrati degli ultimi 10 anni, in barba alla prescrizione quinquennale prevista dall’art. 2948 del Codice Civile. Nella polemica scaturita dall’arrivo di queste bollette, per così dire ‘gonfiate’, è entrato anche un noto commercialista di Lavinio, che dalle pagine de ‘Il Granchio’ ha criticato l’operato del Consorzio e la sua volontà di riscuotere

dieci anni di arretrati, in base ad una deroga prevista dall’art. 2946 del Codice stesso. Il presidente dei Dissidenti, ci tiene ancora una volta a precisare che si sta battendo affinché la riscossione (già per altro non dovuta), non venga fatta tramite i ruoli della Gerint. “È inammissibile – dice - che ciò avvenga, in quanto il Consorzio è nato da tre soggetti giuridici privati, che avevano il solo scopo di lottizzare la zona, e quindi non obbligato dal Comune, ma solo approvato un anno dopo la costituzione. Tra l’altro la natura di Ente Pubblico, tanto sbandierata dalla Dirigenza del Consorzio, è stata di fatto ritenuta non applicabile da un parere della Prefettura di Roma in data 6 marzo 1964, che di conseguenza escludeva l’applicazione per il Consorzio in questione, delle norme previste nel Decreto Luogotenenziale del 1° settembre 1918, n°1445 e sue modificazioni”.

Se da una parte il presidente del Comitato, Nicolò, sembra essere contento dell’interessamento che la sua lotta sta avendo tra i media, anche di altre province, conclude l’intervista che ci ha concesso con una nota polemica su di un giornale locale che, pubblicando un Comunicato Stampa del CLD, lo ha titolato come fosse la posizione personale di un membro del direttivo. “Non m’è piaciuto per niente quel titolo. Ricordo a tutti che il dottor Brio, oltre a ricoprire un ruolo importante nel Direttivo, è stato investito dell’incarico di Addetto stampa del Comitato stesso. Additare noi e tutti quei cittadini che ci stanno appoggiando con l’appellativo di “QUELLI DI…”, è quasi volerci accostare ad una setta, o a qualcosa di peggio… noi non siamo ‘quelli’ di nessuno! Siamo solo un gruppo di cittadini che vogliono essere tutelati nei propri diritti e lo faremo andando fino in fondo, a questa faccenda”. Maurizio D’Eramo

La Commissione Europea con un decreto comunitario lo scorso 25 marzo ha concesso alla Regione Lazio una concentrazione di arsenico presente nell’acqua potabile superiore ai valori consentiti (i 10 microgrammi per litro). Così, fino al 31 dicembre 2012, il livello massimo consentito passa da 10 a 20 mc per litro e i municipi laziali coinvolti nell’emergenza, tra cui Anzio, avranno circa un anno di tempo per ripristinare la qualità dell’acqua nei limiti stabiliti dall’Ue.

Accordo tra Anzio e Marina Militare: la storica imbarcazione San Giuseppe Due sarà ospitata nella città neroniana Il Comune di Anzio e la Marina Militare Italiana hanno sottoscritto l’accordo che consentirà di custodire ad Anzio, presso la sezione velica, la storica imbarcazione “S. Giuseppe Due” con la quale il Comandante Ajmone Cat, deceduto nel 2007, aveva raggiunto le acque antartiche nel 1969, salpando dal Porto anziate. La “San Giuseppe Due” verrà usata per le uscite in mare degli studenti degli istituti scolastici della città di Anzio.

Sport, a giugno il “Trofeo città di Nettuno”. Si correrà nel verde di Torre Astura Il 5 giugno torna l’appuntamento con la gara podistica “Trofeo città di Nettuno”, giunta alla quinta edizione. Quest’anno per la prima volta si correrà nel verde di Torre Astura, dentro la struttura dell’ex poligono militare. All’interno della manifestazione sono previste: a) una gara competitiva, che si svolgerà su un percorso di circa 10/12 km; b) una camminata non competitiva, di 1 km con iscrizione.


maggio 2011_n.28

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Dal 29 aprile aprono al pubblico gli studi romani e i set di Scorsese e Ferretti

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CINECITTÀ SI METTE IN MOSTRA Per i suoi 74 anni Cinecittà apre per la prima volta le porte al pubblico con una mostra unica dal titolo “Cinecittà Si mostra”. L’esposizione, curata da Elisabetta Bruscolini, dal 29 aprile svela i segreti, le magie e le tecniche di lavorazione del mondo del cinema, tra set e scenografie che hanno decretato il successo di molte produzioni italiane e internazionali. Per l’o ccasione il visitatore potrà finalmente accedere dallo storico ingresso di via Tuscolana 1055. La mostra si articola all’interno di due palazzine storiche, quella presidenziale e la Fellini, all’interno delle quali si ripercorrono le tappe della realizzazione del film: dalla sceneggiatura alla produzione (con montaggio, sviluppo e stampa) seguendo così il lavoro di tutte le figure professionali del mondo cinematografico, comprese quelle che lavorano “dietro le quinte”. Nella sala dedicata ai costumi si potranno ammirare alcuni abiti delle più famose sartorie cinematografiche e indossati dalle dive del cinema. Nella sala dedicata alle scenografie saranno esposti plastici e bozzetti realizzati dalla grande abilità degli artigiani. Nella sala della post produzione, pensata come una video-installazione, sarà proiettato un documentario per spiegare le tecniche del montaggio di un film. Il salone successivo sarà destinato alla visione del film finito con una selezione di immagini delle pellicole più rappresentative girate negli Studios. La mostra culminerà con la visita dei grandi set all’aperto: si va dall’imponente Foro della Roma Imperiale, alla Broadway realizzata dal due volte Premio Oscar Dante Ferretti per il film di “Gangs of New York” di Martin Scorsese. Definita da molti come “l’Hollywood sul Tevere”, Cinecittà dal 28 aprile 1937, giorno della sua inaugurazione, ad oggi vanta un patrimonio artistico stupefacente: tra le sue mura sono stati girati più di 3mila film, tra i quali 90 hanno ottenuto la nomination agli Oscar e 47 sono stati premiati. Le location dei film di registi come Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti e Federico Fellini, gli studi sono ancora oggi il cuore pulsante dell’attività cinematografica italiana e straniera. Tutti i più importanti registi italiani scelgono di girare ogni anno negli Studios come recentemente hanno fatto Nanni Moretti, Pupi Avati, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi e Neri Parenti. Il biglietto d’ingresso è di 10 euro (5 per i bambini) e l’apertura è dalle 10.30 alle 10.30 tutti i giorni escluso il martedì. Silvia Arena

La Terza Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e Nettuno prenderà il via venerdì 20 maggio alle ore 18 presso il Museo Civico Archeologico di Anzio (Via di Villa Adele 2), alla presenza del Sindaco, Luciano Bruschini, dell’Assessore Umberto Succi e di Elke-Christina Roeder, Sindaco di Bad Pyrmont, città gemellata con Anzio. L’esposizione degli artisti partecipanti si svolgerà dal 20 al 30 maggio nelle tre location del Museo Civico Archeologico e del Parco Archeologico di Anzio e del Forte Sangallo di Nettuno seguendo gli orari di apertura dei siti. La premiazione degli artisti vincitori avrà invece luogo nella Sala dei Sigilli del Forte Sangallo di Nettuno, venerdì 28 maggio alle ore 18. Silvia Arena

Gli appuntamenti per il mese di maggio

MUSEO CIVICO DI ANZIO Continuano gli appuntamenti al Museo Civico Archeologico di Anzio per il mese di maggio, con ancora tanti corsi e lezioni da seguire. Nell’Area Formazione continua e permanente abbiamo: l’8 maggio a La fanciulla di Anzio, l’ultimo incontro con Poesia e territorio: Laboratorio tra poesia e archeologia, corso curato dal poeta Luigi Salustri e dalla Docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Innocenzo XII” di Anzio, Laura Latorre; Mithra, la divinità solare, a cura di Roberto Libera, già Direttore del Museo Civico di Albano, dove il 3 maggio affronterà una lezione su La storia del culto mitraico, il 10 maggio su Il rito e il tempio, e il 17 maggio sulla Simbologia mitraica. Ancora il 12 maggio sarà affrontato da Ester Capuzzo, Docente di Storia Contemporanea – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, l’interessante tema Il Grand Tour al femminile. Turiste d’eccezione tra l’Urbe e la Campagna Romana, e il 24 maggio Livia Guidolin, laureanda in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico ci parlerà de La Costituzione Italiana. Riforma del titolo V - Legge costituzionale n° 3/2001 e Legge n° 131/2003. Tutela, valorizzazione, e fruizione dei beni culturali. Il 27 maggio verrà a trovarci, sempre dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Marcello Carlino, Ricercatore di Storia della critica letteraria, per affrontare il tema su la Letteratura e arte: momenti di passione. Per quanto riguarda l’Area Didattica per le Scuole, proseguono, per tutto il mese di maggio, Progetto SAM - Scuola Adolescenti Museo. Progetta il Tuo Museo e il IX Progetto di Didattica Museale Sperimentale Integrata al Counseling Io sono arrab biato… Tu sei arrabbiato… Egli è arrabbiato… Noi siamo arrabbiati… Voi siete arrabbiati… Essi sono arrabbiati, tutte e due a cura di Giusi Canzoneri, Responsabile del Museo di Anzio. Nell’Area Promozione del MCA_ANZIO Attività Esterne, domenica 29 maggio, in piazza Garibaldi ad Anzio, ci sarà Il Museo in Piazza. Edizione di Anzio, con gli ospiti: Antiquarium Villa di Traiano di Arcinazzo Romano, il Museo dello Sbarco di Anzio, e le Classi 2^ e 3^ H, 2^ B del Liceo Scientifico “Innocenzo XII” di Anzio accompagnate dalla Prof. ssa Laura Latorre, che presenteranno la conferenza 140 anni Roma Capitale… dialogare della romanità. Nell’Area Eventi, dal 6 al 15 maggio, Livia Guidolin curerà la mostra pittorica di Santa di Cosmo – La Memoria di marmo; mentre dal 20 al 30 maggio il museo ospiterà Shingle22j. 3ª Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e Nettuno – Eco-Arte, a cura di Andrea Mingiacchi, Responsabile artistico di Shingle22j e presidente dell’Associazione Culturale 00042, organizzatrice dell’evento. Elisabetta Civitan


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La band conquista il litorale con ritmi funky, reggae e blues

LA MUSICA “INDIE ROCK” DEI NIANDRA La cultura metropolitana dell’indie rock ha raggiunto anche il litorale. Un genere che a volte è passato inosservato e che altre volte invece è entrato in maniera dirompente nell’opinione pubblica e nella scena musicale del globo. A portarlo dalle nostre parti, e oggi sulle pagine di AnzioSpace, sono stati i Niandra. I quattro musicisti, tutti reduci da altre formazioni, si riuniscono nella primavera del 2010 e danno vita ad un progetto che da subito fa sentire una forte determinazione e senza troppi complimenti si impone sui palchi del territorio. Il filone indie del gruppo è composto da un intreccio di generi che si incontrano e si scontrano allo stesso tempo. Le sonorità psichedeliche si fondono con onde sonore armoniche e soffuse che a loro volta vanno a inserirsi a ritmiche funky per poi sfociare addirittura nel reggae il quale viene poi accompagnato molto spesso da due giri di blues che non ci stanno mai male. Con Giuliano Scardala alla voce, Luca Pianconi alla batteria, Alberto Cardinali alla chitarra e Giorgio Guarini al basso, la band si afferma progressivamente nel panorama musicale di Roma e provincia. La giovane

età dei componenti non impedisce agli stessi di incidere da subito propri pezzi come Fallin’, Comedia Di-Vino e aFREEca. Grazie a questa registrazione datata 2011, nella prossima estate il gruppo parteciperà al contest nazionale Sonic Waft. Affiatati e in perfetta sintonia, i quattro giovani musicisti riscuotono un bel successo già alle prime apparizioni e arrivano così ad esibirsi in importanti scene come quella romana del ConTestaccio. La buona riuscita delle loro apparizioni porta la band ad ampliare ulteriormente il repertorio con pezzi in lingua madre (inglese) che permettono di lanciare i loro messaggi in maniera ancora più incisiva. Il sound è talmente coinvolgente che ogni concerto vede la partecipazione di un sempre crescente numero di persone. Consapevoli di questo, i Niandra hanno in cantiere nel prossimo periodo un mini-tour che farà tappa ad Anzio, Nettuno e Roma. La prossima stagione estiva sarà senza dubbio di importanza fondamentale sia per la definitiva consacrazione della band sia per

la sua affermazione in situazioni e contesti sempre più ampi che diano la possibilità ai ragazzi di ampliare notevolmente le loro conoscenze musicali e di interagire con altre realtà dello stesso genere. Un altro obiettivo da raggiungere al più presto è una registrazione discografica di un certo rilievo che possa far sì che il gruppo si affermi in maniera definitiva nel panorama musicale con un primo album ufficiale. Informazioni su concerti, gruppo o singoli componenti si possono trovare nel profilo facebook: NiandraRockband. Valerio Bruni

Dal 6 maggio il nuovo film di Rodriguez nelle sale italiane

MACHETE: NÉ MACHO, NÉ EROE L’attesissimo film di Robert Rodriguez ha origine dal finto trailer inserito all’inizio del suo film Planet Terror nella raccolta Grindhouse (2007). Questo trailer immaginario è diventato un film che ha le stesse caratteristiche dei B-movie di Grindhouse. Si potrebbe anche dire che fa parte del filone di blaxploitation (da black - nero- ed exploitation - sfruttamento-) degli anni ‘70 che aveva come pubblico di riferimento gli afroamericani, con la differenza però che il protagonista di Machete è messicano. La storia contiene scene splatter di violenza esagerata, scontri di veicoli sgargianti, colpi di pistola alla cieca, erotismo grottesco. Tuttavia la trama tocca anche problemi attuali come quello dell’immigrazione, della droga e del razzismo, del divario crescente tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. L’attore Dany Trejo svolge bene il suo ruolo di protagonista. Machete è di poche parole, non è socievole ed è temuto. Ma ha quel suo po’ di ingenuità che a volte lo rende comico. È un

personaggio né macho e né eroe in un’epoca in cui è difficile essere un eroe macho. Questa mancanza è pari a quella dell’assenza di catarsi nella storia. Se esistono l’eroe e il male, è facile trovare una catarsi. Ma in questo film si inseguono e alternano tante sfaccettature del male che si tradiscono tra loro. Il male ne risulta così confuso che Machete non può comportarsi da vero supereroe. La storia è alla rinfusa e mancano forti emozioni. Machete sicuramente brucia dal desiderio di vendetta ma non se ne scorgono le scottature. E alla fine gli spettatori rinunciano ad empatizzare con il protagonista, che non riesce ad essere macho ed eroe insieme. I mercenari (2010) di Sylvester Stallone è dedicato al genere dei muscolosi degli anni ‘80, quasi che il protagonista macho sia diventato un ricordo nostalgico. Fino al ritorno dell’epoca del macho non ci resta che allenare i nostri muscoli e vedere film d’azione degli anni ‘80, senza beffarci di lui o prenderlo in giro. Come-back macho! Yoshiro Izumi


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Per ogni suggerimento, idea, iniziativa per noi donne scrivetemi a: donna@anziospace.com LA RICETTA DEL MESE

Cake pasquale

(antipasti)

Ingredienti per 6 persone: • 180 g. farina setacciata • 3 uova • 1 dl. di yogurt magro • 1 dl. di olio extra vergine di oliva • 50 g. pecorino romano grattugiato • 50 g. grana grattugiato • 1 bustina di lievito per torte salate setacciato • Sale e pepe q.b. • Burro e pangrattato per lo stampo Ripieno: • • • •

50 g. di emmenthal a cubetti 50 g. pecorino toscano (poco stagionato) a cubetti 80 g. salame a cubetti (o prosciutto cotto, pancetta, ecc.) 50 g. olive nere o verdi (facoltativo)

Procedimento:. Scaldare il forno a 180°. Imburrare uno stampo da plum-cake e cospargere di pangrattato (oppure usare carta da forno). In un’insalatiera, sbattere leggermente le uova con l’olio e lo yogurt. Aggiungere la farina setacciata, i formaggi grattugiati, i cubetti di salame, i cubetti di formaggi e/o le olive. Salare e pepare a piacere. Mescolare e incorporare delicatamente il lievito setacciato. Versare nello stampo e infornare subito. Far cuocere per circa 45 minuti (dipende dal tipo di forno). Fare la prova dello stecchino inserendolo nell’impasto quando il cake sembra pronto. Se lo stecchino esce asciutto allora il cake è pronto. Togliere dal forno e lasciare raffreddare nello stampo prima di sformarlo. N.B. Si possono usare anche dei stampini per muffins per avere porzioni individuali anziché lo stampo unico. Monica Martini Il consiglio di Cesare Del Gatto Molte le soluzioni per questo abbinamento. Un Montefalco rosso, da uve sangiovese e sagrantino, andrebbe bene se consumato da solo, ma essendo la torta al formaggio è uno dei componenti della colazione di pasqua e quindi sempre accostata a salame, cioccolata e uova sode è il caso di provare un marsala o un sherry semisecco. Personalmente andrei a cercare un vino rosso di gran corpo, che potrei terminare a pranzo, come un amarone riserva Zenato, un Kurni Oasi degli Angeli, un graticciaia Vallone o un Sfurzat Negri, tutti vini da uve tardive o appassite che rivelano profumi decisi di liquirizia, cacao, prugne secche e sapore vigoroso e avvolgente.


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AMO UN BASTARDO

(ma non è il mio cane) Il primo romanzo di Debora Villa. Il pubblico televisivo la conosce come la svampita Patty di “Camera Café” o per la più disinibita sit-com al femminile “Così fan tutte”. Ma la versatile Debora Villa, attrice e comica italiana, si presenta qui nelle vesti inedite di scrittrice con il suo brillante primo romanzo dal titolo: “Amo un bastardo (ma non è il mio cane)”, edito Mondadori. Lo spunto è il tradimento, ma ciò che risalta nel libro è soprattutto la storia di una grande amicizia tutta al femminile. Perché noi donne, si sa, in questi casi, (le “corna”!), ci alleiamo, ci facciamo forza, progettiamo e organizziamo serate tutte per noi, tra film d’amore strappalacrime, abbuffate di pizza e sbronzate! Il romanzo racconta la storia di Alice, normalissima trentenne milanese con un lavoro già meno normale (pet-sitter, dai cani ai serpenti alle iguane), la cui vita cambia quando, durante un’inaspettata sosta dal benzinaio, vede suo marito Richi baciare una biondina notevolmente più giovane e con un “fondoschiena” da competizione, la solita belloccia che spesso irrompe nei matrimoni felici e li distrugge. Da quel momento Alice inizia un vorticoso viaggio all’indietro per cercare di far luce sulle cause e le circostanze del tradimento. Per fortuna è sostenuta dalla migliore delle terapie, l’amicizia solida e sincera di Ilaria e Beatrice, fedeli amiche del liceo con cui condivide tutto. Alleate e inseparabili, le due amiche vanno incontro ad Alice nei momenti più impensati e la distraggono, loro sì, con amore. Dalle sbronze colossali degli aperitivi alle cenette etniche con lettura dei tarocchi non la perdono d’occhio un solo momento. Come tutti sanno, però, “non si può svegliare un sonnambulo”, e per una donna innamorata, non c’è indizio che tenga: per quanto le prove contro Richi siano schiaccianti (e tutto sarà perlustrato, dal borsone del calcetto alla schiena del fedifrago addormentato!), Alice si trasforma da “detective disperata” ad ancor più disperata avvocata del diavolo, arrampicandosi sui vetri per difendere il traditore e salvare il proprio matrimonio, in ricordo di quel giorno “che ne vale diecimila” e che ora sembra lontanissimo. In amore e in guerra tutto è permesso e Alice non si risparmia niente. Ma le cose cambieranno indipendentemente dalla sua volontà. La comicità in Italia sta attraversando un periodo molto fortunato e quando salgono sul palco le donne, la risata diventa ironica con un pizzico d’intelligenza. Non abbiate dubbi, non resterete seri a lungo mentre le pagine scorrono velocemente e la storia si snoda in una trama, in fin dei conti, semplice. Un tradimento non è cosa da ridere, ma Debora Villa riuscirà a coglierne i lati comici. Elisabetta Civitan

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In aumento i medici donna. Resta però difficile conciliare carriera e famiglia

IL FUTURO DELLA MEDICINA ITALIANA È ROSA La sanità italiana è sempre più rosa. Con un’avanzata lenta ma totale, in questi ultimi anni sono sempre di più le donne che in qualità di medico lavorano tra le corsie degli ospedali, sorpassando i colleghi maschi. Nel nostro Paese ben il 63,8% dei medici “under 30” è donna. Sono i numeri degli iscritti alla Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), illustrati nei giorni scorsi a Firenze al convegno Leadership in sanità: interpretazione al femminile, innovazioni, opportunità. Analizzando i dati della Fnomceo, si scopre infatti che nella fascia di età tra i 24 e i 29 anni i “medici in gonnella” sono 5.490 (circa il 64%), mentre gli uomini sono 3.118. Se poi si sale di qualche anno, nella fascia di età tra i 29 e i 34 anni, le donne medico iscritte all’A lbo sono 16.810, mentre i camici bianchi maschi sono 9.351. Percentualmente, in questa fascia, le donne rappresentano quindi il 64,25% degli iscritti. Se si prende invece in esame il totale degli iscritti (399.641), le donne sono 147.826, mentre gli uomini 251.815. I “camici rosa” rappresentano quindi il 37% del totale degli iscritti all’A lbo dei medici e degli odontoiatri. Attenzione però: se il medico è donna, per lei conciliare carriera e vita privata sarà quasi impossibile. La leadership, infatti, in Italia rimane saldamente nelle mani degli uomini che nella maggior parte dei casi ricoprono il ruolo di primario. Solo il 30 per cento delle donne medico riesce ad arrivare ai vertici di carriera, ma sono per lo più single o separate. Per quanto riguarda infine il tipo di specializzazioni, tra le donne è sempre in testa la preferenza per la pediatria con 8500 iscritte, seguita da ginecologia (4.479) e ondontostomatologia (3.606). Resta agli ultimi posti la chirurgia generale (1.177) edoncologia con 1076 iscritte, anche se tra le giovani generazioni le preferenze cambiano. Anche la chirurgia - da sempre carente di “camici rosa” - sembra guadagnare consensi. Negli ultimi dieci anni il numero delle donne medico che hanno scelto il bisturi come proprio strumento di lavoro è aumentato di circa il 15%. red


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Nove punti ancora da assegnare e l’obiettivo dei play off distante 4 punti

CALCIO, SPRINT FINALE DI STAGIONE PER L’ANZIOLAVINIO

Un buon finale di stagione per l’Anziolavinio. Mancano 270 minuti al termine del campionato che si concluderà l’8 maggio in casa contro il Fidene. Dunque ci sono gli ultimi 9 punti da assegnare, che se conquistati possono portare i ragazzi a raggiungere quel traguardo insperato ad inizio stagione chiamato playoff ad oggi distante 4 punti. Dopo 31 giornate i ragazzi di Mr. Caputo hanno 44 punti in classifica e negli ultimi tre incontri disputati hanno raccolto 4 punti. Il primo dei 3 match che andiamo ad analizzare, è l’immeritata sconfitta arrivata

nell’incontro disputato al Rocchi di Viterbo. Un 2-1 frutto di un primo tempo regalato agli avversari. La squadra è entrata in campo timorosa, lasciando spazio e giocate agli avversari che hanno chiuso la prima frazione avanti 2-0. Rimangono però forti dubbi sui due goal viterbesi, viziati entrambi da una presunta posizione di fuorigioco dell’attaccante Federici. Nella ripresa, un Anzio diverso, con una marcia ed un Mirko Riccardi in più che ha dato filo da torcere ai difensori viterbesi. Una squadra dal doppio volto quella dell’Anzio, paurosa nella prima metà e coriacea, aggressiva e con animo volitivo quella della ripresa che ha accorciato le distanze al 36 s.t. con Riccardi ed ha sfiorato più volte il pareggio con la Viterbese che nei secondi 45 minuti si è rintanata nella propria metà campo cercando di difendersi dagli attacchi di Gamboni e compagni. Archiviata la trasferta di Viterbo nella domenica successiva è sceso sul terreno di gioco del Bruschini lo Zagarolo di Mr. Scarfini, ex mai dimenticato dalla tifoseria anziate. Uno Zagarolo lanciato verso i playoff che si è dovuto però arrendere all’undici di Caputo vittorioso per 2-1. Una vittoria

bella e importante che fa sognare la piazza e vendica in parte la pesante sconfitta (4-0) subita all’Elio Mastrangeli nella partita di andata. Match iniziato in salita, con gli ospiti che nei primi 25 minuti giocano un calcio spettacolare e che vanno avanti al 40 p.t. con una splendida punizione del capocannoniere Carlini e sfiorano in più occasioni il raddoppio. Quando sembrava archiviato il primo tempo, ecco che al 45° l’assist man Gamboni estrae il coniglio dal cilindro, salta due avversari e pennella un cross sulla testa di Riccardi che insacca l’1-1. Come contro la Viterbese, negli spogliatoi succede qualcosa. I ragazzi rientrano in campo con uno spirito diverso, annichiliscono gli avversari e prima di segnare il definitivo 2-1 sfiorano più volte il goal con Giuffrida. La svolta arriva al 26 s.t. quando dalla panchina si alza il re dei bomber Antonelli a cui bastano 6 minuti per realizzare il suo 297 goal e dare i 3 punti alla squadra. Nell’ultimo turno pareggio per 1-1 in terra sarda contro il Porto Torres con rete realizzata da Daniele Bosi. Ora tuffiamoci negli ultimi 270 minuti di stagione con un solo obiettivo chiamato playoff. Fabrizio Tirocchi

Battuta dall’Atletico Sabotino, la squadra chiude comunque con un’ottima stagione

IL FALASCHE DICE ADDIO AI SOGNATI PLAYOFF Il Falasche ha sognato di arrivare ai playoff. Per un paio di domeniche c’è stata questa possibilità vanificata dalle ultime due sconfitte che hanno riportato la squadra con i piedi per terra. Resta una stagione ottima quella della squadra di Mr. Bindi che si è salvata con largo anticipo e a 47 punti in classifica si giocherà il finale di stagione soltanto per difendere l’onore e per valorizzare i tanti giovani che ha in organico. Si era arrivati a credere nei playoff dopo la doppia vittoria contro Vjs Aurelia 3-0, con doppietta di Porcari e goal di Buchicchio, e dalla bella trasferta vittoriosa contro il Borgo Podgora, squadra che mira a salire di categoria. Una vittoria meritata, arrivata però solo negli ultimi minuti di gioco. I biancoverdi si portano avanti al 30 p.t. con il solito Buchicchio che riceve palla, vince un contrasto e batte l’ex portiere del Falasche Fabrizio Marinelli. La prima frazione termina 1-1 con pareggio locale ad opera di Lubirati. Nella ripresa il Falasche le prova tutte ma la rete arriva al

86esimo con Daniele Lauri che infila sotto la traversa un gran tiro da lunga distanza. Allo scadere arriva la terza rete con Gabriele che salta due avversari e batte ancora Marinelli. Una vittoria cercata, voluta e ottenuta contro una grande squadra,

che ha alimentato le speranze playoff per 7 giorni, fino alla domenica successiva quando è arrivata la sconfitta a domicilio ad opera dell’Atletico Sabotino assetato di punti salvezza. Un 1-2 finale con vantaggio iniziale del Falasche ad opera di Porcari su rigore. Sabotino bravo a pareggiare lo svantaggio prima, e a realizzare poi il goal da 3 punti con Mangili, attaccante ex Anzio e Nettuno. Questa è stata la partita che ha fatto crollare la possibilità di arrivare ai playoff e anche mentalmente la squadra ha capito di aver concluso la stagione senza rimpianti, ma con la consapevolezza di averci provato fino in fondo. Nell’ultima domenica prima di andare in stampa ancora una sconfitta a S.M. delle Mole in cui l’unica cosa in palio era l’onore. Adesso ci saranno due settimane di pausa a causa della Pasqua e del torneo delle regioni. Si tornerà in campo il 1° maggio, giorno del derby contro il Nettuno ancora in lotta per non retrocedere. F.T.


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Dopo due sconfitte e due vittorie, il 23 aprile si gioca in casa contro il Modena

ANZIOBASEBALL: PARTITO IL NUOVO CAMPIONATO

Ci siamo, anche il campionato di serie A federale di cui fa parte l’A nzio Baseball è iniziato. Il roster del confermato coach Carlo Morville è stato inserito nel girone B insieme ad altre 8 squadre, vista la mancata iscrizione dei Warriors Catania. Questo comporterà uno stravolgimento al girone, ci sarà sempre una squadra che settimanalmente riposerà e, cosa importante, non ci sarà la retrocessione diretta, ma l’ultima classificata giocherà il playout contro la nona del girone A. Per quanto riguarda i playoff invece la situazione resta invariata, con le prime due classificate che accederanno alla post season. Anche il roster di quest’anno è in parte cambiato, sono partiti Mauro Salciccia, Floryan e Paoletti accasati all’Urbe Roma. Sono arrivati da Nettuno Romolo Salciccia, Marco Belvisi e Gianluca Scerrato. Torna ad Anzio anche un gradito ex come Fabio Mariani, lanciatore esperto che ha giocato in serie A con l’Anzio nel 2000. Alla corte di Morville anche il potente battitore Andrea Castrì e il ritorno all’attività agonistica di uno dei lanciatori più bravi che siamo mai

sbarcati ad Anzio come Mario Sangilbert. Il capitano resta Danilo Scorziello che è alla 15esima stagione in maglia anziate e vanta il record dei 250 punti battuti a casa. Il campionato è partito il 2 aprile con la trasferta di Arezzo in cui Origlia e compagni hanno rimediato una doppia sconfitta sul campo, ma in gara uno c’è stato un grave errore dello staff Aretino

che ha fatto entrare un giocatore straniero invece di uno italiano, e questo comporterà la vittoria a tavolino per l’Anzio. Un errore grossolano che non si è lasciato scappare lo staff Anziate e che porterà una partita vinta anche se sul campo il punteggio era di 12-3 per i locali. Come accade da un po’ di anni, l’inizio di stagione è sempre complicato, di questa partita c’è sicuramente poco da salvare ma il campionato è lungo e ci sarà tutto il tempo per recuperare. Il sabato successivo è arrivata la prima doppia vittoria per 15-11 gara 1 e 6-5 gara 2 nell’e sordio stagionale al “Reatini” contro una formazione già in forma e con ottimi giocatori come il Sala Baganza. Nella terza giornata l’Anzio ha riposato come imposto da calendario. Si tornerà in campo il 23 aprile in casa contro Modena. Facciamo un grosso in bocca al lupo alla società del presidente Monaco e a tutto lo staff per una stagione da vivere da protagonisti, con l’augurio che anche quest’anno i ragazzi possano raggiungere i playoff e continuare a dare gioie ai tifosi portodanzesi. F.T.

Imparare a difendersi e a valutare il pericolo con le tecniche Krav Maga

A LEZIONE DI AUTODIFESA PERSONALE Dopo l’Associazione Sportiva Fitness house club De Cesari, la prima Associazione di Anzio ad essere affiliata alla Federazione Italiana Krav Maga (F.I.K.M.), ha aperto i battenti anche l’Associazione Sportiva Dilettantistica FIT&FIGHT che organizza corsi di difesa personale e antiaggressione femminile che prevedono un’ora di preparazione atletica e un’ora di tecniche di difesa personale. La preparazione atletica comprende esercizi di aerobica, pre-pugilistica e fitboxe, invece la difesa personale si basa sull’apprendimento delle tecniche di Krav Maga, di difesa personale, di prevenzione e valutazione del pericolo, di autostima. Il Krav Maga nasce nel dopoguerra nello stato di Israele in qualità di lotta militare di autodifesa ed ha subito nel corso degli anni numerose evoluzioni e perfezionamenti, così da essere considerato oggi la quintessenza della tattica per l’autodifesa, del combattimento corpo a corpo e la

protezione di terza persona. Le tecniche che si apprendono aiutano ad affrontare i reali pericoli della strada e con un’ intelligente ed immediata valutazione della pericolosità dell’aggressione e delle circostanze, anche ambientali in cui ci si trova, si impara a scegliere l’azione più opportuna da utilizzare per salvaguardare la propria incolumità. Nelle tecniche del Krav Maga non vi è nulla di superfluo, ma solo estrema efficacia, istintività, condizionamento, velocità di esecuzione delle combinazioni fino all’eliminazione del problema che può voler dire sia dileguarsi che colpire e fuggire o arrivare anche alla risoluzione più estrema. Essendo un vero sistema di autodifesa semplice e rapido da apprendere, si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi, di qualsiasi corporatura e peso ed è per questo che sta prendendo sempre più piede tra la gente comune in molti paesi del mondo. Stefano Murgia


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Estratti dal giornalino della Scuola Media Statale Giovanni Falcone di Via Ambrosini

FURTO AL MUSEO DI BAGHDAD Vetrine rotte, scheggiature qua e là, questo è quello che è accaduto al museo egizio di Baghdad a seguito delle recenti rivolte. Mummie e oggetti preziosi sono stati rubati a volte anche fatti pezzi e usati per nascondere le statuette rubate. Il furto è stato scoperto solo alla fine dell’intervento dei militari e della popolazione. A darne notizia è lo stesso Hawass (ministro delle antichità egiziane volto noto di tanti programmi televisivi dell’antico Egitto), sul suo popolare sito, sotto al titolo “Sad News”, notizie tristi, cosiderando la lista dei reperti saccheggiati. Dalle sale sono spariti 18 reperti. Il più importante è la statua di Akhenaton, il re eretico e ribelle che cercò di introdurre il monoteismo in Egitto. Tra questi reperti anche due mummie, ancora non sappiamo quali, e un numero non precisato di preziose antichità sono state danneggiate, in alcuni casi anche distrutte da vandali venerdì notte secondo quanto informa la tv araba Al Jazeera che ha trasmesso le immagini dell’interno del museo.”I cittadini egizi hanno cercato di impedirlo ed a loro si è unito la polizia”, ha spiegato Zawass che ha aggiunto che durante l’assalto è stato rubato anche il denaro dell’entrate. Le antichità sparite sono: una delle 11 statuette in legno di Yuya; una statuetta di pietra di uno scriba di Amarna; scarabeo di Yuya; regina di Nefertiti; testa in arenaria di una principessa di Amarna; statua di Akhenaton il faraone ribelle; statua di Tutankhamon mentre pesca con l’arpione; statua in legno dorato di Tutankhamon portato da una dea. Al momento della pubblicazione di questo articolo siamo venuti a conoscenza che gran parte dei reperti sono stati recuperati. Giulia Bei e Maria Cristina Terzo 2ªB

LE RIVOLTE DEI PAESI ARABI Delle strane rivolte si sono manifestate recentemente nei paesi nordafricani. La causa di queste manifestazioni civili è senza dubbio la grande crisi economica che ha prosciugato denaro dalle maggiori potenze mondiali. Le sommosse iniziano direttamente dalla Tunisia, dove l’aumento dei prezzi degli alimenti impediscono la sopravvivenza alle famiglie meno agiate. Questa “rivoluzione” è rivolta ai capi del governo, i quali vengono definiti dittatori dal popolo. La gente africana non può accettare questo sopruso economico già alimentatore dell’immigrazione nelle nostre terre. La polizia locale e l’esercito tunisino sono incapaci di placare la rivolta; giungono voci di alcuni spari verso la folla: sta succedendo qualcosa, come se fossero gli anni ‘70 nel nostro paese, i cittadini ormai in gran parte istruiti, si rendono conto della situazione. La folla chiama l’uscita di scena del “tiranno” tunisino Ben Ali. La paura è che possa prendere luogo un grave scontro civile e un probabile colpo di stato. Già dalla decolonizzazione in Africa presero il potere dittatori potenti che accumularono ricchezze per se stessi lasciando ben poco alla popolazione. La stessa situazione è avvenuta per l’Egitto dove il premier Mubarak si è dovuto dimettere a causa degli scioperi che ormai avevano preso il sopravvento. L’Egitto, che basava la sua economia sul turismo delle fantastiche coste del Mar Rosso, ha avuto una grande crisi soprattutto per il pericolo che corrono i visitatori. Anche in Libia il popolo chiede libertà al premier Gheddafi, naturalmente senza alcun senso perché, purtroppo, l’egoismo dei potenti ha sempre dominato sui più deboli ma l’unione fa la forza, come dice un vecchio detto. Gheddafi interviene con la forza contro la folla: carrarmati e mercenari del Benin anche alcuni bombardieri che però si sono rifiutati di sparare ai loro fratelli. Il presidente non vuole mollare il comando ma siamo sicuri che l’ideale di uguaglianza vincerà. Saverio Nicoletti e Francesco Fabio Chiarello 3ªD


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L’ITALIA: CHE SIGNORA ANZIANA!! Ragazzi, lo sapete che quest’anno si festeggiano i 150 anni di Italia? Siiii! Esattamente 150 anni fa, l’Italia, era tutta spezzettata in otto piccoli stati indipendenti l’uno dall’altro. Molti giovani sono morti: i partigiani! Ragazzi che volevano vedere il loro paese unito in un unico stato: lo stato italiano! Oltre ai partigiani, molte persone si sono battute per “costruire” un’Italia unita; tra queste, una in particolare: Giuseppe Garibaldi. Egli nacque nel 1807 a Nizza e morì nel 1882 a Caprera. Fu una delle persone che si impegnarono di più, per far sì che l’Italia diventasse uno Stato unito. Per questo venne eletto primo re d’Italia, dell’Italia unita, intendo! Poiché l’unione di Italia fu un grande avvenimento, il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha organizzato una festa favolosa, con canti, discorsi e… tanti applausi! Fantastico, no? Voi, cosa pensate dell’unità d’Italia? Io penso, che sia una cosa magnifica! Voi no? Spero di sì. Ma ora, gridate insieme a me: viva l’Italia! Forti 1ªB

IL NOBILE E IL CONTADINO

IL MUSICAL DEI PROMESSI SPOSI ARRIVA AL SISTINA

Tanto tempo fa, nel corso dell’era feudale, viveva un umile contadino dedito fin dall’infanzia a coltivare campi e servire i feudatari. Nonostante il duro lavoro a cui veniva sottoposto, egli aveva un animo sereno e garbato purchè il suo unico figlio lo rispettasse. La moglie, anch’essa povera di denaro ma ricca di cuore, amava il contadino e decise di trasferirsi con lui nella corte feudale. Un giorno, nel calar della sera, l’agricoltore udì strane grida provenienti dal castello: era l’arciduca Orlando intento, come al solito, a maltrattare violentemente un suo inserviente; il contadino stranamente non si stupì, era attratto dal cielo stellato e dal crepuscolo che rifletteva su un lontano poggio, deboli raggi di una calda luce. D’improvviso, l’estate andò via, come un incantesimo destinato a finire. Giunse il freddo inverno e il figlio del contadino si ammalò gravemente; naturalmente il denaro per comprare le dovute medicine non abbondava, così il contadino disperato chiese cortesemente aiuto al temuto arciduca Orlando. Il nobile feudatario rifiutò malignamente la richiesta dell’agricoltore umiliandolo davanti ad altri impiegati. La moglie del contadino invocava l’aiuto di Dio mentre il marito assisteva il povero figlio: la sua malattia peggiorava e dopo alcune giornate il giovane morì. Arrivò in seguito il periodo della caccia: l’arciduca Orlando organizzò una competizione e casualmente scelse come suo assistente proprio il povero contadino; il cielo si annebbiò e Orlando incrociò nel suo cammino un folto branco di lupi. Uno del gruppo attaccò e così fecero gli altri. Il nobile venne brutalmente azzannato ma il contadino, gettando un legno infuocato a terra, riuscì ad allontanare gli animali. La vita del feudatario era in mano all’agricoltore, solo lui poteva salvarlo. Egli non pensò al passato, a quel crudele rifiuto di aiutare il defunto figlio e consegnò Orlando al più vicino dottore. Il rimorso dell’arciduca lo stava deteriorando, quel bruciante senso di colpa di non aver salvato un bambino… Fu così che il nobile, in segno di gratitudine, lasciò ogni suo avere al contadino, il quale visse una vita umile, di carità per il resto dei suoi giorni. Non so con certezza che fine fece il pentito Orlando, ma egli dedicò la sua vita all’aiuto dei bisognosi per colmare quell’ingiustizia che il denaro lo indusse a commettere. Saverio Nicoletti 3ªD

Il 10 febbraio con la nostra classe, accompagnati dalle professoresse di italiano, siamo andati al Teatro Sistina per assistere al musical “I Promessi Sposi”, messo in scena dalla compagnia “Delle Stelle” e tratto dal romanzo di Alessandro Manzoni. Lo scrittore, massimo esponente del romanticismo italiano, nasce a Milano nel 1785 e lì muore nel 1873. Era figlio del conte Pietro Manzoni e di Giulia Beccaria, sposò Enrichetta Blondel, da cui ebbe molti figli. Un evento importante della sua vita si verificò nel 1810 quando si convertì al cattolicesimo. Lo spettacolo narra delle vicende di Renzo e Lucia e del loro travagliato amore. I due giovani stanno per essere uniti in matrimonio da Don Abbondio, il quale viene minacciato dai bravi di Don Rodrigo, nobile locale. I ragazzi sono costretti a fuggire dalle grinfie del nobile, ma purtroppo si separano. Lucia si rifugia presso la monaca di Monza, mentre Renzo va a Milano, dove si vede coinvolto in disavventure pubbliche, come l’assalto ai forni. Quando Don Rodrigo scopre che Lucia si trova in un convento, si rivolge all’Innominato per farla rapire. Renzo, dopo aver vissuto per lungo tempo a Milano decide di mettersi a cercare Lucia e, grazie a Fra’ Cristoforo, riesce a rincontrarla e alla fine a sposarla. I personaggi sono Lucia e Renzo, un po’ ingenui e provinciali, Don Rodrigo, un arrogante e capriccioso nobile, l’Innominato, il potere positivo; Don Abbondio, che rappresenta la chiesa nel suo lato peggiore, mentre la chiesa positiva è raffigurata da Fra’ Cristoforo. Le comparse sono Geltrude e il cardinale Federico Borromeo. La storia è ambientata all’e poca della dominazione spagnola in Lombardia, mentre gli ambienti sono vari: Milano, Monza e il Lago di Como. Il narratore era rappresentato da Pino Delle Ghiaie, che aveva il compito di rendere più leggera e divertente la storia, anche arricchendola di battute spiritose. I costumi ci sono sembrati curati e originali, le musiche e le scene erano proprio adatte al testo, le coreografie ben integrate con i dialoghi. Lo sfondo, pur non cambiando mai era comunque adatto alla rappresentazione. Filippo Riggio 3ªB e Ginevra Riggio 3ªD


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DETTI PORTODANZESI

Quando si cercava casa per andarci ad abitare e non si trovava, si diceva: “Ma ‘ndo vai a abbità? Alle grotte de Mariannella?” Mariannella e Giovannino abitavano dentro le grotte di Nerone, dove d’inverno era caldo e in estate fresco... “‘Nsurti la gente?... ma che sei parente a Baffo de Cane?” Baffo de Cane, era il soprannome di un burbero signore nato e vissuto ad Anzio che, se lo incontravi per strada, trovava sempre un pretesto per insultarti. “Chi gira lecca e chi sta a casa se secca!” Chi va in giro trova occasioni di guadagno, chi sta a casa no. “’Na scapocciasarde s’è sposata co’ ‘no spellaranocchie (o magnaranocchie)! Che finaccia!” L’antica rivalità tra Portodanzesi (scapocciasarde) e Nettunesi (magnaranocchie) dava rilevanza ad ogni tipo di scambio umano e commerciale. “Tanto-era-tanto-antico” Figura retorica, detto per gioco musicale. “Mio, mio piagne er morto e frega er vivo” Rivolto a persona furba e ingannevole che mostra falsa sensibilità pronta ad approfittare della compassione e della generosità. “O te magni ‘sta minestra o te butti da la finestra.” Modo di dire in Anzio per l’educazione del figlio a tavola. Non si sprecava nulla. “Se chiude ‘na porta se apre ‘n purtone” Detto importato, molto comune, che incoraggiava chi aveva perso un lavoro oppure un partner a sperare e attendere un nuovo e migliore evento. “Senza sòrdi nun se canta messa” Questo modo di dire marca la realtà e il condizionamento del denaro. “Allegalline”. Lega lì! Assonanza. . Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”. amministrato da Tinarelli Alessandro e Salustri Pina

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Anzio-Space dà spazio ai lettori Scriveteci un sms al: 3337350189 “Sto leggendo la pag. 9 del n.27 del vostro giornale. Vorrei aggiungere il nome del compianto prof. VictorHugo Antei tra i nomi delle grandi personalità di Anzio, sottolineando la promessa e le proposte dell’ex sindaco De Angelis a far intitolare un’ala della biblioteca comunale a lui definendolo “la memoria storica di anzio”. Sono passati tre anni dalla sua scomparsa e sembra che non sia mai esistito. E ne ha fatte di cose per la sua amata Anzio! Che vergogna! ” La nipote De Angelis Luana

GUARCINO, PITTORESCO CENTRO TRA I MONTI ERNICI Tra faggete secolari, sorgenti d’acqua e grotte Cari lettori, oggi visitiamo un piccolo centro nel cuore dei Monti Ernici: Guarcino. Il paese, sorto intorno all’VIII secolo a.C., era l’antica Vercenum degli Ernici, strategicamente importante per il passaggio nella valle dell’Aniene e nota come località ricca di acque. Pittoresco centro dei monti Ernici, è un ideale luogo di villeggiatura, grazie anche all’accoglienza dei suoi abitanti e alla sua squisita cucina. La cittadina, che conserva nel centro storico elementi architettonici e decorativi tipicamente medioevali (portali, bifore e mura in pietra viva), è circondata da un territorio di notevole rilevanza turistica: alle sue spalle s’innalza il massiccio di Campo Catino, che ospita una stazione sciistica tra le più frequentate nel Lazio. Nei pressi del centro abitato si trova la fonte di Filette, le cui acque curative sono molto apprezzate. Con i suoi 625 metri di altitudine, è un ottimo punto di partenza per ogni tipo di escursione. Infatti si può camminare per ore tra faggete secolari incontrando spesso sorgenti d’acqua e numerose grotte che si aprono nel calcare dei monti circostanti (una delle più note è l’Abisso del Vermicano accessibile solo a speleologi). Anche qui il C.A.I. cura ottimamente la sentieristica e questo ci permette di percorrere quelle montagne con indicazioni dettagliate dei luoghi. Guarcino, inoltre, è un centro rinomatissimo per la lavorazione del maiale, un’antica tradizione locale che coniuga l’abilità dei norcini guarcinesi con i benefici del clima montano, ed offre prodotti prelibatissimi e di alta qualità, come il tipico prosciutto. Per informazioni consultare: www.comune.guarcino.fr.it Manrico Martini, Associazione Sport, Ambiente e Natura “Su e Giù” http://blogasan.blogspot.com


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Unisciti al nostro gruppo “00042” su: Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia: • vivibile e interessante per i giovani • viva culturalmente • all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio

Gentile Redazione,

non posso che appoggiare e condividere l’editoriale apparso sul n.27 di Anziospace riguardante il problema nucleare. La nostra maggiore preoccupazione come uomini e come padri di famiglia è lasciare un ambiente salubre per la nostra discendenza. È innegabile che la cementificazione, non solo ad Anzio ma sull’intero territorio nazionale sta depauperando le zone verdi, spazi dove vivere il contatto con la natura insieme ai nostri figli ed insegnare loro il rispetto e la meravigliosità della stessa. Però ora basta! Tutti eravamo concordi nel dire no alla turbogas, invece è lì pronta ad inquinare! Abbiamo detto no al nucleare e ora dobbiamo votare per la reintroduzione! Perché gli interessi speculativi devono sempre prevaricare celati da una logica di necessità energetica? Siamo pronti a consumare di meno! Riduciamoci le erogazioni… ma non ci avveleniamo e non avveleniamo il futuro dei nostri figli! Avv. Mauro Gallinari

• arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per migliorare il territorio in cui vivono. Al momento abbiamo tre iniziative: • Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com • Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, info su www.shingle22j.com • Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che vorremmo costruire.

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Chiuso in redazione venerdì 22 Aprile 2011


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SKATEPARK AD ANZIO: CI SIAMO!

Il Sindaco Bruschini: “Chiediamo la massima collaborazione dei cittadini” Ad Anzio Colonia è in arrivo una nuova gestione della raccolta rifiuti. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha approvato la delibera riguardante l’avvio del progetto di raccolta dei rifiuti porta a porta, che coinvolgerà il quartiere Marconi. “La raccolta dei rifiuti porta a porta – ha spiegato il Sindaco Luciano Bruschini - è un progetto difficile, inizialmente costoso, per l’attuazione del quale è fondamentale la totale collaborazione dei cittadini che, in un futuro non troppo lontano, ci riserviamo di premiare con incentivi ed eventuali riduzioni della tariffa d’igiene ambientale”. Il progetto, varato insieme alla provincia di Roma, sarà presentato il 4 maggio alle ore 10 a Villa Sarsina. Inoltre, giovedì 12 maggio alle ore 18 presso l’Hotel Lido Garda di Anzio, è previsto un incontro pubblico con i cittadini del quartiere di Anzio Colonia, che sabato 15, 22 e 29 maggio potranno recarsi al punto informativo costituito a Largo Caboto, dove si potranno ritirare gli opuscoli con il regolamento per la raccolta differenziata. I contenitori, distribuiti a circa 1700 utenze, saranno cinque: Marrone: per i rifiuti alimentari e organici che vengono trattati in impianti di compostaggio industriale dove viene prodotto un compost di qualità per uso agricolo; Giallo: per imballaggi in plastica e metalli, avviati al recupero nelle industrie; Verde: per il vetro, avviato al recupero nelle industrie; Bianco: per carta e cartone che vengono avviati nelle cartiere per la produzione di nuova carta, cartone e cartoncino; Grigio: per materiali non riciclabili che saranno smaltiti con particolari procedure, in modo da provocare il minor danno possibile all’ambiente. I cittadini che risiedono in abitazioni con giardino possono richiedere gratuitamente all’Ufficio Ambiente del Comune la compostiera per i rifiuti alimentari e organici che potranno essere riutilizzati come fertilizzante. Per informazioni 06 98499467 – 06 98499469. Silvia Arena

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Bar Beach, Via di Valle Schioia 152, Lavinio, tel 069866038 Bar dei Graziosi, Corso del Popolo 3, Anzio, tel 069846389 Bar Gemma, Viale Adriatico 23, Falasche, tel 069874637 Bar Nolfi, Viale Marconi 18, Anzio, tel 069830716 Caffè Grand’Italia, Piazza Pia 2, Anzio Caffè dei Platani, Via delle viole 27, Lavinio, tel 069821021 Cartolibreria Parolalibera, Via di Valle Schioia 146, Lavinio, tel 069862459 Chiosco del Parco, Via Ienne, Falasche Minibar, Via Ambrosini 5, Anzio, tel 069830291 Multisala Cinema Lido, Via delle Cinque Miglia, Padiglione, tel. 0698981006 Supermercato Arpesca (Pam), Via Goldoni 62, Lavinio Stazione, tel 069874751 Edicola “Non solo giornali”, Via di Valle Schioia 8. Lavinio, Tel. 0688922908 Tabaccheria Mingiacchi, Via Porto Innocenziano 24, Anzio, tel 069848495 Titti caffè, Via dei Fabbri 11, Anzio, tel 069831192 Uragan Caffè, Piazza Palomba, Anzio, tel 069845553 Vintage Caffè, Viale del Sole, Lavinio Mare

Un sogno che diventa realtà: Anzio avrà presto una pista per lo skateboard. L’amministrazione pubblica ha approvato il progetto e stanziato i fondi. Domenica 17 aprile al Centro Ponte Ponente del quartiere Zodiaco a Lavinio, dove verrà realizzato lo skatepark, c’è stato un incontro tra il progettista dello skatepark, Arch. Bruno Pepe, le associazioni interessate e i ragazzi, per spiegare il progetto e avere un riscontro direttamente da chi ne fruirà. All’incontro ha anche partecipato il Consigliere Comunale Sebastiano Attoni, che ha illustrato come si svolgerà l’iter amministrativo e come il progetto stia arrivando a compimento. La storia della realizzazione di uno skatepark nella città neroniana inizia nel 2003. Da allora si sono susseguiti diversi progetti e sono state raccolte firme; le associazioni e i negozi di surf e skate locali si sono interessate alla vicenda, ma ogni volta non si arrivava mai a una conclusione fattiva. Finalmente ora pare che ci siamo grazie anche al consigliere L. Bruschini.

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