Mestieri d'arte e design 12

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I templi del savoir-faire

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Usiamo legni di riforestazione e riuso, come il kauri, rimasto sepolto per millenni nel terreno Cantù è una cittadina brianzola che vanta da generazioni un legame profondo e produttivo con la lavorazione del mobile. Il mobile canturino ha conosciuto un’apertura straordinaria al progetto durante l’epoca della Selettiva, vivace periodo durato 20 anni, dal 1955 al 1975, durante il quale i migliori architetti italiani e internazionali (Carlo De Carli, Ico Parisi, Gio Ponti, i finlandesi Alvar Aalto e Tapio Wirkkala, per citarne solo alcuni) frequentavano le botteghe di Cantù lavorando fianco a fianco con gli artigiani. In quegli anni si realizzarono, pienamente e consapevolmente, i migliori obiettivi di progetto, produzione e mercato nel settore dell’arredamento, grazie ad artigiani e imprenditori capaci e aperti alla collaborazione con personalità che provenivano dalla cultura del progetto, portando il mobile brianzolo a incarnare al meglio i principi e il successo del design italiano. È nel solco di queste esperienze che si inserisce la storia di Riva 1920, una delle aziende del mobile canturino più conosciute che si distingue per una forte personalità nell’approccio alla produzione e per un aspetto che mi piace definire «estetica dell’etica», come meglio comprendiamo dalle parole di Maurizio Riva, guida dell’azienda di famiglia (di cui è titolare con i fratelli Davide e Anna), che abbiamo incontrato presso la sede canturina di Riva 1920: fabbrica, showroom e anche Museo del legno, dove è esposta una collezione, realizzata con pazienza e passione dai fratelli Riva, di oltre 2mila macchine e utensili storici per la lavorazione di questo mateirale. domanda Come siete riusciti ad affermare la vostra identità aziendale ed esprimere il grande valore del legno? Quanto contano i vostri progetti che oltrepassano la semplice produzione di mobili? risposta Il nostro atteggiamento imprenditoriale parte da un concetto che io continuo a portare avanti con grande forza: produrre per tramandare. è il concetto che si basa su delle leggi che ho fatto mie; la prima di queste è usare legni di riforestazione e di riuso. Ad esempio, il legno kauri, che utilizziamo per i nostri tavoli, viene

estratto dal terreno dove è rimasto sepolto per millenni, seppellito da acqua e fango in seguito a grandi cataclismi; per rispetto verso il materiale, usiamo il kauri per produrre tavoli, in modo che la sua identità e la sua forza vengano conservate e valorizzate. Altro esempio si riferisce ai progetti che realizziamo con le briccole della laguna veneziana e che di fatto rappresentano la terza vita del legno: la prima è stata quella della pianta stessa; la seconda vita è stata offrire un servizio alla città di Venezia, indicando le vie da percorrere alle imbarcazioni in laguna; la terza vita è quella che abbiamo dato noi, realizzando mobili e complementi su progetto di grandi designer. Un ulteriore esempio dell’uso e riuso del legno è rappresentato dal grosso progetto che abbiamo sviluppato in favore della comunità di San Patrignano (per il recupero dalle dipendenze, ndr): abbiamo creato mobili riutilizzando il legno di vecchie botti per il vino, attivando un laboratorio di falegnameria all’interno della comunità. Questo è un esempio di recupero, non solo del legno, ma anche di persone fragili e bisognose di supporto per riprendere in mano la propria vita. d. Riva 1920 è sinonimo di grande qualità di materiali e lavorazioni preziose. Come si conciliano nella vostra azienda le esigenze produttive con il dettaglio fatto a mano? r. Con le nuove tecnologie si riescono a ottenere lavorazioni precise al decimo di millimetro che non sarebbero possibili se eseguite a mano da un falegname. Il lavoro è cambiato: per poter realizzare alcuni progetti (come la libreria Piano Design che ha richiesto un anno di progettazione e sviluppo) è inevitabile l’uso di alcuni macchinari tecnologicamente avanzati. La sintesi di questo pensiero è: tecnologia più manualità è uguale a qualità. Per quanto riguarda il legno, quello che utilizziamo è sempre massello, mai truciolare. Il nostro prodotto «mobile» ha una scocca tutta in multistrato e listellare bordato e placcato successivamente, come faceva mio nonno, con il legno massello, applicato però con la precisione di macchine tecnologicamente

Nella pagina a fianco, la «cucina» di Riva 1920. Gli oli e le cere dati a mano, l’attenzione al dettaglio, la cura di ogni particolare sono elementi fondamentali che, insieme alle più sofisticate tecnologie, costituiscono la qualità del prodotto Riva. «Con le nuove tecnologie si riescono a ottenere lavorazioni precise al decimo di millimetro che non sarebbero possibili se eseguite a mano da un falegname», spiega Maurizio Riva, a capo dell’azienda di famiglia. «Tecnologia più manualità è uguale a qualità» (www.riva1920.it).

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