Artigianato 52

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Grande piatto raku di Maristella Perin.

tecnica è espressione di una concezione della vita che aspira all’armonia tra la natura e l’uomo: l’uomo infatti è coinvolto in una serie di azioni nelle quali gli elementi determinanti sono la terra, il fuoco e l’acqua, tre elementi che costituiscono l’essenza della vita. Questo legame tra creatività umana e vitalità degli elementi naturali ha spinto Maristella Perin, giovane artista artigiana di Castelseprio, verso il “raku”, arte che ha saputo assimilare ed interpretare con sapienza e raffinatezza. Le sue forme pure, come le particolari piastrelle o i grandi piatti, sono attraversate e contaminate da suggestioni cromatiche e textures complesse. L’armonia delle proporzioni viene spezzata da linee inusuali e affascinanti che si insinuano in queste forme archetipiche, risultati che sono frutto in parte della componente casuale propria di questa tecnica e che ci ricordano il forte legame con i pro(I.T.) cessi naturali. Nina Ceramista originaria di Erevan (Ar-menia) vive e lavora a Parigi; a lei la Galleria Magenta 52 dedica una per-sonale dal 13/1 al 7/2/2004. Nina

si è lasciata affascinare dalla forma ance-strale della sfera evocatrice della terra in tutta la sua pienezza e sferiche so-no tutte le sue sculture in ceramica, elementi primitivi e misteriosi. Legata alla purezza delle sue sfere mistiche, Nina interviene solamente con un bicromatismo: nero e bianco. Il disegno si assoggetta alla forma, un disegno raffinato in cui si esprime tutta la forza espressiva dell’autrice. Corpi che si avviluppano su queste sfere, corpi di cui possiamo leggere la storia attraverso un percorso di poesie e racconti che accompagnano le opere e le completano. (I.T.)

Rino Limido Pittore, scultore, ceramista, un vero artista poliedrico, una personalità complessa e affascinante nel panorama artistico del varesotto. Schivo alla mondanità e riservato nel parlare del suo lavoro, Rino Limido si definisce semplicemente un ricercatore, uno sperimentatore nell’arte. Numerose sono le mostre collettive a cui ha preso parte (ricordiamo anche un’importante personale presso la Galleria 3 di Varese nel 1989), sue opere figurano in importanti collezioni private e pubbliche, molti sono i giornalisti e i critici d’arte che hanno parlato di lui come l’amico Silvio Zanella: “Le sue opere sono forma, disegno, materia, colore; sono spontaneità e improvvisazione. Sono anche risultato di ricerca e casualità: può sembrare contraddittorio, ma è così, perché così è la vita” (Silvio Zanella). Negli anni ’80, la sua attenzione comincia a spostarsi anche verso la ceramica: proprio mentre nei suoi quadri si avverte un progressivo sgretolarsi del segno che potrebbe rimandare alla pittura segnica e informale ecco il recupero della forma con un nuovo materiale, un’esigenza che avverte come primaria. “Le tentazioni della forma” rappresentano per Limido il tema costante della sua sperimentazione nel campo della ceramica, arte appresa attraverso la frequentazione di artisti ceramisti come Luciano Morosi e proseguita da autodidatta nella sua casalaboratorio, dove si è concentrato soprattutto sul raku affascinato da quella componente in parte casuale e spettacolare tipica di questa tecnica. Nelle sue opere sembrano trapelare echi dell’infanzia, i colori rosa e gli azzurri di un romanticismo sofferto, mai gri-

dato, interiorizzato e apparentemente sublimato, un immaginario fantastico dove però la tragicità e l’inquietudine dell’esistenza emergono con sottile ironia attraverso un accostamento stridente con altri materiali come legno, tronchi segnati dal tempo, vetri colorati ma taglienti e forme archetipali ricorrenti. (I.T.) Welma Carità Sperimentatrice nel campo della ceramica, come ama definirsi, ha scoperto il piacere di manipolare l’argilla dal fortunato incontro con il maestro cileno Sergio Tapia Radic, artista ceramista con cui ha condiviso parte del suo lavoro. Nel corso degli anni l’esigenza di approfondire lo studio intorno al tema delle arti applicate l’ha indotta a sperimentare anche altre tecniche (pittura a olio, lavorazione del legno, progettazione di gioielli a cera persa, batik, ecc.), ma la ceramica è diventata ora la sua vera vocazione. Nel suo laboratorio, a Cerro Laveno, Welma affianca alla Vaso in raku di Welma Carità.

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