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Notizie estere

LAOS

La grotta più lunga del Laos settentrionale L’équipe “Laos 2009” è reduce da una fortunata spedizione condotta nelle regioni di Oudomxay e di Vieng Thong nel Laos del Nord. L’esplorazione più significativa – e punto culminante delle spedizioni iniziate dal 2002 - è stata l’indagine del sistema Ban Chom Ong, situato 25 km a nord-ovest della città di Oudomxay. Questo sistema si estende lungo una dorsale montuosa di 4 km ed ha al suo interno due livelli paralleli di gallerie fossili e attive che si intersecano. Nel giro di cinque giorni sono stati esplorati e rilevati 11.5 km ma numerosi passaggi rimangono ancora da

Northern entrance (sink)

large chamber

E

supposed parallel river

Middle entrance (sink)

Resurgence and dry entrances

N Lungo il corso attivo della Ban Chom Ong Cave (Foto archvio Northern Lao-European Cave Project)

vedere. Ora si stima che questa grotta sia la più lunga del Laos settentrionale e una delle prime 20 grotte più lunghe del Laus. La dimensione degli ambienti ha un’ampiezza media di 20-25 m di diametro. Due enormi sale marcano la connessione tra i rami fossili e il fiume sotterraneo. La Ban Chom Ong Cave è una cavità di attraversamento e può essere percorsa praticamente dall’ingresso attivo fino alla risorgenza. L’intera traversata richiede circa tre ore e mezza (+ 3 ore per ritornare al villaggio di Chom Ong). La grotta ora è correntemente sfruttata per itinerari ecoturistici. Durante le esplorazioni abbiamo ottenuto il pieno appoggio dell’Ufficio Provinciale del Turismo (in collaborazione con il German Development Service - DED) che ha coperto le spese della nostra permanenza al villaggio di Chom Ong. La direzione dell’Ufficio invitandoci per una prossima spedizione ci ha promesso la realizzazione di un elenco delle grotte presenti della provincia di Oudomxay. Infine la visita a Vieng Thong ha concesso l’esplorazione di ulteriori 3.7 Km di grotte, di cui, la Tham Kokai è la più importante. Questa grotta è costituita da una galleria di un chilometro di sviluppo per 20 metri di altezza, con vaschette fossili tappezzate di centinaia di pisoliti del diametro di 2-3 cm. In due settimane sono stati rilevati un totale di 15 km di grotte. Questo progetto speleologico tornerà a Oudomxay nel gennaio del 2010.

Northern Lao-European Cave Project (testo fornito da M. Laumanns)

VENEZUELA

Chimanta Tepui 2009 Nel febbraio 2009 si è svolta una nuova spedizione organizzata dall’Associazione La Venta sui Tepui venezuelani con l’obiettivo di ampliare il quadro conoscitivo del carsismo nelle quarzoareniti, in particolare per quanto riguarda le indagini di carattere: idrogeologico, speleogenetico e biospeleologico. Obbiettivo specifico sono stati i rilievi orientali del grandissimo Chimanta Tepui, rilievo che copre una superficie di quasi 1200 km quadri suddiviso topograficamente in diversi rilievi minori, tra i quali l’Akopàn ed il Churì. In essi, durante una prespedizione tenutasi nel gennaio 2008, erano stati avvistati numerosi importanti ingressi carsici, alcuni caratterizzati da imponenti risorgenze. Il problema principale che si

La Galleria Occhialini nel sistema AkopanDal Cin. (Foto V. Crobu)

è dovuto affrontare è stato il raggiungimento delle cavità, che si aprono sulle alte pareti dell’Akopan Tepui, affrontando impegnative calate di oltre 200 metri. Fondamentale è stato l’uso dell’elicottero per raggiungere la sommità del massiccio elitrasportando piccole squadre autonome. Nel corso della spedizione è stata realizzata una imponente documentazione fotografica (oltre 4000 scatti) e video (14 ore di girato). Per la prima volta in una spedizione speleologica è stato sperimentato il sistema di collegamento satellitare Inmarsat, della Intermatica. Sistema che ha permesso di aggiornare quotidianamente e in tempo reale una pagina di news. Tra i principali risultati esplorativi raggiunti vi è stata l’esplorazione del sistema Akopàn-Dal Cin-Maripak, che su enormi gallerie attive sviluppa 3,5 km. Ulteriori notizie sul prossimo numero di Kur e di Speleologia.

Associazione di Esplorazioni Geografiche La Venta MESSICO Chiapas 2009 Nell’aprile 2009 si è svolta una nuova spedizione esplorativa sugli altopiani carsici che circondano il Canyon del Rio La Venta. Dopo il successo della spedizione dell’anno passato Ombligo 2008, quest’anno l’attività si è concentrata sugli altopiani situati sul versante in sinistra idorgrafica del Rio, presso le colonie Lopez Mateos e Lazaro Cardenas. Sono stati dedicati diversi giorni per la documentazione fotografica della meravigliosa traversata della Cueva del Rio La Venta. La grotta è stata percorsa con molta calma individuando i set fotografici più importanti e concludendo il lavoro di messa in sicurezza degli armi e di segnalazione con catarifrangenti del percorso. Hanno effettuato la traversata ben 25 persone, 17 italiani, 2 rumeni, 1 spagnolo, 5 messicani, mentre un altro gruppo di una decina di persone ha dato un indispensabile supporto esterno. Abbiamo avuto la possibilità di vedere la grotta ben illuminata grazie all’utilizzo massiccio dei faretti a led Mastrel, una vera rivoluzione nel campo della fotografia in grotta. Oltre al lavoro fotografico, lungo il percorso sono state esplorate alcune diramazioni laterali per qualche centinaio di metri di sviluppo e sono stati individuati alcune interessanti possibilità esplorative. Nella seconda settimana le attenzioni sono state concentrate nella zona di Lazaro Cardenas con l’esplorazione di varie risorgenze e inghiottitoi legati al complesso ClarinNeblina per circa 2 km di esplorato. Un altro gruppo è invece sceso sul fondo del Canyon per esplorare alcune risorgenze che non hanno però portato a grandi risultati. Le moltissime segnalazioni di ingressi in zona fanno però ben sperare per le prossime spedizioni.

Associazione di Esplorazioni Geografiche La Venta Nei primi pozzi della Cueva del Rio La Venta. (Foto G. Savino) La galleria Sueno Blanco nel primo tratto della Cueva del Rio La Venta. (Foto F. Lo Mastro)

GABON

La grotta più lunga rilevata in Gabon (Africa Centrale) Benchè l’“Atlas of the Great Caves and the Karst of Africa” indichi la grotta di Kessipougou (Lastoursville), come la cavità più lunga del Gabon (1550 m di sviluppo), questo paese in realtà non ha ancora rivelato tutti i suoi misteri. Infatti ora, grazie ad alcuni biospeleologi, geologi e archeologi, come Pierre Strinati, Richard Oslisly e Bernard Peyrot, la conoscenza delle grotte di questo paese sta lentamente aumentando. Nel 2007 una spedizione dell’Etude et Exploration des Gouffres et Carrières (EEGC) di Parigi ha documentato un interessante carso fossile nei dintorni di Tchibanga nella provincia Ngounié. Inoltre, lavori inediti di archeologia raccolti presso il Musée Royale d’Afrique Centrale di Tervuren in Belgio, proverebbero l’esistenza di numerose grotte nei dintorni della città di Ndendé nel Gabon del Sud. All’inizio del 2008 queste dicerie divengono una certezza, tanto che nel periodo Luglio/Agosto dello stesso anno una spedizione americana si pone come obiettivo l’esplorazione di questa area. La spedizione è sponsorizzata dalla National Geographic e dalla NSS. Così dopo un veloce contatto un gruppo di cinque si da appuntamento all’Ospedale Missionario Americano di Lébamba, una cittadina situata circa 15 km a Nord Est di Ndendé (provincia di Ngounié, Gabon del Sud) e base di partenza della spedizione. Nel giro di due settimane 13 grotte per uno sviluppo di circa 5,6 km vengono studiati. Queste grotte sono di fatto sbalorditive: innanzitutto si aprono all’interno delle rocce del Precambriano Superiore (800 – 2000 milioni di anni), in secondo luogo l’accesso alle grotte richiede una camminata di diverse ore nella giungla e, terzo, la biodiversità all’interno di queste grotte è incredibile. Vi dimora una gran quantità di enormi pipistrelli di varie specie, alcune delle quali sono note per diffondere il virus di Marburg. Per casualità abbiamo poi visitato la Mbenaltembe, una grotta esplorata per circa 700 metri da geologi francesi tra il 1982 e il 1987. Il risultato è che la grotta è molto più lunga, con più ingressi e nuovi passaggi. In 4 giorni, il rilevato è stato di 2380 metri, dato che pone la Grotta di Mbenaltembe al primo posto fra quelle del Gabon. Si tratta di un sistema fortemente controllato da fratture impostato su due livelli all’interno di una sottile stratificazione carbonatica. Il livello inferiore porta ad un piccolo corso sotterraneo attivo. Un’altra grotte rilevata è stata la Grotte di Nguedi Eduma sul fiume Nyombo. L’ingresso è costituito da un sinkhole che cattura le acque del fiume. Sotto, un complesso di gallerie labirintiche impostate lungo fratture, si sviluppa ai lati della

galleria attiva principale. A causa della mancanza di tempo la grotta è stata rilevata per 830 metri, ma la sua lunghezza supera sicuramente il chilometro. Un’altra grotta interessante è la grotta di Ndongou. L’entrata è sul fondo di una grande dolina alla base di una parete calcarea. La galleria principale, larga oltre 50 metri per 7 metri di altezza, si è formata in condizioni freatiche. La progressione è stata sospesa a 380 dall’ingresso da un profondo lago. La grotta, che continua con le stesse dimensioni, rimane tuttora inesplorata. In dettagliato rapporto che include la spedizione dell’EECG del 2007 sarà presto realizzata in francese e inglese (vedi www.speleo-berlin.de). Molto altro lavoro rimane da fare nei dintorni di Lébamba e nell’intero Gabon. Inoltre il paese è splendidamente occupata da vaste foreste equatoriali con mite clima equatoriale.

Michael Llaumanns (michael.laumanns@bmf.bund.de)