Speleologia n. 58 - giugno 2008

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Notizie italiane LOMBARDIA Giunzione tra Fornitori e Stoppani al Pian del Tivano (CO) Con l’avvento dell’inverno sono cessate le esplorazioni in Grigna e si è tornati al Pian del Tivano, sopra Como. A Fornitori in dicembre 2007 l’Associazione Speleologica Comasca, lo Speleo Club Erba e il Gruppo Grotte Milano hanno esplorato diverse diramazioni per un totale di 1 km. In particolare, in un’uscita, è stato esplorato un ramo lungo quasi 400 metri nella zona di “Australia”. Poi, a gennaio 2008, una scoperta sensazionale: nel corso di una uscita dedicata alla revisione di un ramo secondario in Fornitori, si è notato un piccolo buco. Lo scavo di tre strettoie ed il superamento di diversi cunicoli scomodi e fangosi ha permesso di collegare Fornitori con la Stoppani (lunga 9,2 km) nelle zone dopo il sifone “Magico Lipton” di quest’ultima grotta. Il sistema così ha raggiunto 35,5 km. Intanto gli stessi tre gruppi, assieme al Gruppo Grotte Saronno, al Gruppo Speleologico Le Nottole e allo Speleo Club Romano di Lombardia hanno continuato le esplorazioni ed il rifacimento del rilievo vecchio nei rami finali della Stoppani. A Pasqua viene organizzato un campo interno di tre giorni nel quale, dopo un lungo scavo, è stato esplo-

Tratto di galleria freatica in Stoppani appena dopo il cunicolo della giunzione (Foto A. Maconi)

rato il “Ramo Campo Profughi” lungo 600m nella zona di “Nettare di Vino”, avvicinandosi alla grotta Tacchi, lunga quasi 10 chilometri. A metà aprile il rilievo del sistema ha raggiunto i 37 km; da osservare che non sono ancora riprese le ricerche nella zona della Stoppani compresa tra il “sifone dell’Orecchio” ed il “sifone Marco Getta la Spugna”, nella quale – salva la necessità di utilizzare la muta - probabilmente si concentreranno le maggiori scoperte. Nello stesso periodo il rifacimento del rilievo delle zone finali della Stoppani ha permesso il reperimento di un passaggio che dovrebbe fungere da by-pass degli scomodi cunicoli che portano alla giunzione con la Stoppani, anche se il nuovo punto di giunzione non riduce il dislivello (oltre 500 m) per arrivare in queste zone. Anche quest’anno il gruppo InGrigna! organizzerà nel mese di agosto un campo estivo in Grigna per continuare le esplorazioni dei numerosi abissi, tra cui in primis Kinder e Topino. Chi fosse interessato può reperire altre informazioni sul sito http://ingrigna.altervista.org Andrea Maconi, InGrigna!

TRENTINO Ulteriori notizie (recenti e remote) sulla Grotta di Tornarezza (TN), chiamata anche “delle Pale Rosse” Qui parlo della cavità, situata ai confini SE della provincia di Trento (già in Notizie Italiane del n° 46-giugno 2002 di Speleologia). “Tornarezza” è un sito montano che consiste in una radura di pascoli in lieve pendio attraversata da una fascia boscosa dirupante che la divide in due gradoni di differente quota (intorno ai m 1.200). Sul pianoro superiore è costruita da oltre un secolo la malga omonima detta “di sopra”, mentre su quello inferiore un’analoga costruzione, chia-

mata “T. di sotto”, esisteva fino agli anni Ottanta circa (ultimamente in stato di completo abbandono), infine demolita dai Forestali a vantaggio di quella superiore, che è stata egregiamente restaurata. Rispetto alla grotta, “Tornarezza” ne è il punto di insediamento umano più vicino. Entrambi i toponimi figurano tuttora sulle carte a 1:25.000. La caverna è situata all’incirca a m 700 in linea d’aria dalla malga T. di sopra, in direzione pressoché NNW, sotto certi tratti di parete verticale detti appunto “Pale Rosse”. Dall’esame della tavoletta IGM in cui appare il luogo si potrà notare quanto detto e inoltre, purtroppo, anche un errore ortografico in cui sono incorsi i rilevatori IGM in una delle ultime edizioni. Si tratta della malaugurata inversione tra le due vocali A e O nel nome della valletta che salta all’occhio e dà il mal tollerabile risultato di “VAL COARA”, vocabolo privo di significato mentre l’esatto è invece “VAL CAORA”, che in quel dialetto significa “capra”, ma nel gergo di quei cacciatori sta a indicare la femmina del camoscio. Il primo accenno all’esistenza della caverna ci perviene dal professore bellunese Tommaso Antonio Catullo, docente di Scienze Naturali all’Università di Padova sotto l’Imperial-Regio governo austro ungarico e autore di numerosissime pubblicazioni di “geognosia”, tra le quali un ponderoso trattato “Sulle Caverne delle Provincie Venete” che contiene appunto la notizia. Data la assai difficile reperibilità della pubblicazione del 1845, riporto qui testualmente la segnalazione, che vi compare alla fine della pag. 36: ...Mi è poi di conforto sapere adesso... invogliato l’egregio Sig. Jacopo Facen, naturalista di Lamon, ad occuparsi di quelle [caverne] che vi sono nell’agro feltrino e principalmente della spelonca di Jornarezza [leggasi Tornarezza] posta sulla china orienta-

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