Speleologia n. 49 - Dicembre 2003

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I Tempi solcati Cronaca del Congresso Nazionale di Speleologia

Settant’anni di Congressi Nazionali Bologna festeggia così anche la fondazione della prima Società Speleologica Italiana Come si è svolto Si è tenuto dal 27 al 31 agosto del 2004 a Bologna con la partecipazione di 114 iscritti, provenienti per il 45% dal Nord, il 35% dal Centro e il 20% dal Sud Italia. Per il concomitante Simposio Internazionale sulle Evaporiti erano presenti anche autorevoli rappresentanti del mondo scientifico della carsologia ed ospite la Fédération Française de

Spéléologie con un suo delegato. Una ventina i Gruppi italiani formalmente iscritti. Impeccabile l’organizzazione della manifestazione, curata dai gruppi GSBUSB con il supporto della FSRER e del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. L’Aula Magna del Dipartimento di Scienze delle Terra e Geologico Ambientali dell’Università di Bologna, sede

dei lavori, ha dato voce nell’arco dei cinque giorni dell’evento, alla presentazione di 28 contributi, discussi tutti a sessioni unite. La tavola rotonda inerente lo “Stato della ricerca e dell’esplorazione scientifica e speleologica” ha concluso brillantemente il congresso nazionale. Visto il modesto numero dei partecipati e, non ultima, la torrida condizione climatica dell’estate

La parola agli organizzatori SE FARLO Ricevere ufficialmente, con alcuni anni di anticipo, l’incarico dalla SSI in occasione del centenario della sua fondazione, nonché l’appoggio incondizionato della Federazione Speleologica Regionale Emilia Romagna e la collaborazione del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (in occasione del concomitante Simposio Internazionale sul Carsismo dei Gessi) ha costituito lo stimolo iniziale per un piccolo gruppo di stoici del Gruppo Speleologico Bolognese (GSB) e dell’Unione Speleologica Bolognese (USB) a buttarsi nell’impresa. PERCHÈ FARLO Per lo stesso motivo che ci porta in luoghi che alla maggior parte delle cosiddette persone “normali” creano problemi, se non addirittura repulsione: passione, curiosità, ricerca. E comunque per “comunicare la Speleologia”, sia dentro che fuori la cerchia degli “addetti ai lavori”. QUANDO E COME FARLO L’anno era già predeterminato. Il periodo è stato la diretta conseguenza della disponibilità offertaci dalle strutture universitarie bolognesi facenti capo alla Facoltà di Scienze della Terra e Geologico-ambientali che da tempo ospitano anche il Centro di Documentazione Speleologica “F. Anelli” dell’SSI. Poi è bastato lavorarci per un paio d’anni, gestendo quotidianamente logistica, commissione scientifica, sponsor, patrocini, ufficio stampa, redazione Atti, traduzioni, iscrizioni, fornitori, trasporti, circolari informative, sito WEB ed alcune altre centinaia di cosucce, ben “sintetizzate” nell’archivio riepilogativo delle comunicazioni in ingresso ed uscita di circa 2.000 pagine senza la presenza all’interno dei Gruppi di un nucleo di una decina di professionisti e relative risorse sarebbe stato impossibile. Tale capillare organizzazione è stata frutto dell’estrema

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eterogeneità dei partecipanti (per esperienza, età, provenienza, preparazione). ASSOLUTAMENTE DA EVITARE Le risorse di chi fa queste cose per passione, come ben sappiamo, sono scarsissime anche se, in fondo, la nostra vera forza sta proprio in questo. Quindi qualsiasi forma di “concorrenza negativa” tra Gruppi, manifestazioni e blocchi più o meno contrapposti di speleologi altro non sarebbe che una tristissima guerra tra poveri. BOLOGNA 1982 - BOLOGNA 2003 Forse l’era dei congressi formali va declinando. Probabilmente la formula “mista” inventata lì per lì ad agosto dell’anno scorso, nella sua semplicità, potrebbe risultare una traccia da seguire, per noi è stata questa: presentazione dei lavori in mattinata in un contesto serio e non serioso; escursioni pomeridiane spesso accessibili anche agli accompagnatori; sempre e comunque disponibilità a riservare spazi conviviali sì, ma soprattutto occasioni di scambio di esperienze ed opinioni (commissioni, tavole rotonde, associazioni, ...) con particolare attenzione anche al mondo esterno, cioè la cittadinanza. Ma in fondo non è quello che accadde anche nel 1982? Chi di voi è abbastanza vecchio da esserci stato ricorderà certamente il XIV Congresso (con la “C” maiuscola), le “Spipoliadi” e quello che ancora non si chiamava “Speleobar”, ma che di fatto ne è stato il progenitore. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Buon senso quindi, un Gruppo (o una serie di Gruppi e di persone motivate) alle spalle e tanta voglia di fare. Noi Speleologi bolognesi per i prossimi 21 anni siamo a posto. Per chi verrà dopo di noi, in bocca al lupo! Stefano Cattabriga, GSB-USB


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