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People

QUELLA DI OGGI E DI IERI. SENZA CHE DEBBA DIVENTARE ANCHE QUELLA

DEGLI ALTRI. LA VALTELLINA RACCONTATA IN UN ALTRO MODO PER

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PEOPLE, IL CONTENITORE DI RACCONTI VERI FATTI DA PERSONE VERE

Niente eccessi, niente maschere. Nessun protagonista dietro una porta che si apre su storie di donne e uomini veri. Diversi. Oreste Peccedi, Fernando Bassi, Maurilio Giacomelli, Carlo e Giovanna Redaelli sono la Valtellina del presente e del passato. Vivono o hanno vissuto la realtà di questi posti per lavoro e professioni differenti. Parlano delle loro esperienze, delle loro vite e degli episodi che regalano immagini nuove e sconosciute di questa terra. Persone normali, piacevolmente normali, raccontano il luogo della loro quotidianità. Tante cartoline mai spedite. Bormio, Livigno e tutta la Valle rivivono nelle immagini che questi quattro racconti evocano con nuovi toni e curiosità diverse. Per una Valtellina ai più inedita, ancora più affascinante...

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Oreste Peccedi

LA STORIA DELLO SCI ALPINO ITALIANO PASSA DA LUI. CLASSE 1939, L’ALLENATORE IN PISTA DEI CAMPIONI DELLA VALANGA AZZURRA L’ANNO PASSATO HA PERCORSO SETTANTAMILA METRI DI DISLIVELLO CON LA BICICLETTA. “IN VALTELLINA ABBIAMO TRE POSTI BELLISSIMI, UNICI: IL BERNINA, LO STELVIO E LA VAL MASINO”

“Mi hanno conosciuto per i successi con lo sci alpino, ma pochi sanno che la mia vera passione è la montagna. È stato il mio amico Heini Hemmi (lo sciatore svizzero che nel 1976 batté Thöni vincendo la medaglia d’oro nello slalom gigante maschile ai Giochi olimpici invernali di Innsbruck) a convincermi a comprare una bicicletta assistita dopo che l’aveva presa per sua moglie”. Parte da questo aneddoto la chiacchierata con Oreste Peccedi, un fiume di ricordi e tante emozioni nel ripercorrerli. “Per i Mondiali di Sci Alpino del 1985 a Bormio, io e Aldo Anzi eravamo intenzionati a fare qualcosa che rimanesse nella storia. Una cosa che tutti si sarebbero ricordati negli anni. Andavamo anche di notte sulla montagna a studiare e pensare a un tracciato. È nata così la Pista Stelvio, la più difficile al mondo e tra le tre più belle con Kitzbühel (la più spettacolare) e Wengen (la più lunga). Anche se l’arrivo l’avevamo studiato in un altro punto, fuori dal paese, che avrebbe scongiurato i noti problemi per il poco spazio al parterre”. Tanti i campioni che Peccedi ha allenato e conosciuto: “La gente normale non vince! Gustav Thoeni saltava più di 20 centimetri con 220 chili caricati in spalla”. La grinta che è oggi presente nei racconti dell’allenatore bormino doveva sicuramente contagiare i suoi atleti. “Scherzosamente mi chiamavano il piccolo führer. Ricordo la soddisfazione quando recuperai Franco Bieler che poi riuscì per due volte a battere Ingemar Stenmark. Oppure Fausto Radici e la sua voglia di essere più forte dell’handicap che lo costringeva a gareggiare con un occhio solo”. Le Olimpiadi incroceranno il futuro della sua Bormio nel 2026: “Sono contento che le gare di sci alpino si disputeranno qui. Lo sono ancora di più per lo sci alpinismo. Il mio auspicio? Che ritorni l’entusiasmo della popolazione locale come lo abbiamo vissuto nel 1985”.

PEOPLE Fernando Bassi

LUI CHE È NATO A BORMIO, IL SUO PRIMO RISTORANTE L’HA APERTO A BAJA SARDINIA DOPO QUALCHE ANNO AL SERVIZIO DELL’AGA KHAN. “LA VALTELLINA IN CUCINA SI STA MUOVENDO BENE GRAZIE ANCHE AI GIOVANI CHE INTRAPRENDONO QUESTA PROFESSIONE. CUCINA DEL TERRITORIO? CERTAMENTE SÌ, MA CON PIATTI MODERNI CHE LO SAPPIANO VALORIZZARE”

“Faccio il cuoco”. In tre parole Fernando Bassi racchiude con ironia una vita che ha molto da raccontare. Un percorso che esprime l’amore e la passione che sono indispensabili per ottenere dei successi nella vita. Un attento girovagare tra templi dell’ospitalità come ad esempio il Kronenhof di Pontresina e il Palace di Sankt Moritz. O come i due anni al Dorchester di Londra “che allora era considerato il terzo hotel al mondo per prestigio”. Però la prima esperienza dopo la scuola alberghiera di Bormio fu a Lignano Sabbiadoro: “Mi ricordo ancora che facevo il commis di cucina e avevo a che fare con uno chef molto esigente, per usare un eufemismo... Da lì è partita la mia avventura”. Tante esperienze che hanno forgiato la sua idea di cucina, che non deve essere solo a chilometro zero. “Perché ad esempio non posso pensare di offrire a un mio cliente a Bormio un gambero di Mazara del Vallo? È una provocazione, ma dobbiamo sempre riflettere sulla cucina che abbiamo in mente, perché chi si ferma non si forma”. Cucina, ospitalità e territorio. “Negli anni Ottanta, dopo essermi sposato, sono rientrato a Bormio prendendo in gestione l’allora hotel Fumagalli. Poi ci fu il ristorante Caminetto, sempre a Bormio: ho saputo solo dopo un po’ di tempo che stavamo per prendere la Stella Michelin”. Per anni responsabile per l’estero per la Federazione Italiana Cuochi e giudice internazionale per la World Association of Chefs’ Societies, Fernando è molto legato anche a Livigno, dove per vent’anni ha gestito con la moglie Angela lo Sport Hotel. “Poi ancora Bormio con le nuove attività che sto portando avanti con la mia famiglia. Perché vedo il futuro molto stimolante, soprattutto per la vetrina internazionale che le Olimpiadi del 2026 offriranno alla nostra Valle”.

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Oreste Peccedi Maurilio Giacomelli

LA STORIA DELLO SCI ALPINO ITALIANO PASSA La sua è una tradizione di famiglia. I primi passi DA LUI. CLASSE 1939, L’ALLENATORE IN PISTA nel negozio Da Giuseppina e poi la voglia di creare una realtà tutta sua. E così da quarant’anni è il volDEI CAMPIONI DELLA VALANGA AZZURRA to di Jack & Jack Livigno, perché Maurilio GiacomelL’ANNO PASSATO HA PERCORSO SETTANTAMILA li è uno che ci mette la faccia. La moda e la sua LiMETRI DI DISLIVELLO CON LA BICICLETTA. vigno sono un tutt’uno nelle sue parole. “Il Piccolo Tibet negli ultimi anni ha puntato molto sull’offerta “IN VALTELLINA ABBIAMO TRE POSTI active per promuovere con successo la località. AcBELLISSIMI, UNICI: IL BERNINA, canto allo sport non dobbiamo mai dimenticarci che LO STELVIO E LA VAL MASINO” ci sono tante altre opportunità che possono rendere davvero unica una vacanza da noi. Con un’enogastronomia sempre più di livello, è la linea fashion che può aiutarci a dare continuità a una certa fascia di ospiti top che sempre più spesso scelgono Livigno”. Idee chiare e tanta voglia di confrontarsi con il mondo. “Ogni anno seguo personalmente una trentina di fiere nel settore moda tra Italia, Germania, Francia e Stati Uniti. Perché è solo attraverso l’innovazione che riusciamo a tenere l’asticella sempre alta. Non solo a Livigno, ma anche in diverse realtà imprenditoriali del mio settore che in provincia di Sondrio da tanti anni sono punto di riferimento per il fashion”. E poi tra qualche anno da qui passeranno anche le Olimpiadi: “Sai cosa mi piacerebbe? Che Bormio, Livigno e tutta l’Alta Valle fossero protagonisti di una forte campagna promozionale unitaria. E i presupposti ci sono tutti, ma dobbiamo fare presto, perche le Olimpiadi quando arrivano sono già finite”. “Mi hanno conosciuto per i successi con lo sci al MODA E DESIGN NEL SANGUE. UNA pino, ma pochi sanno che la mia vera passione è PASSIONE CHE HA ATTRAVERSATO la montagna. È stato il mio amico Heini Hemmi (lo sciatore svizzero che nel 1976 batté Thöni vin TUTTA LA SUA VITA NUTRENDOSI cendo la medaglia d’oro nello slalom gigante ma GIORNO DOPO GIORNO DI RICERCA schile ai Giochi olimpici invernali di Innsbruck) E INNOVAZIONE. “LIVIGNO È LA a convincermi a comprare una bicicletta assistita dopo che l’aveva presa per sua moglie”. Par FASHION VALLEY: QUI ABBIAMO te da questo aneddoto la chiacchierata con Ore TUTTE LE CARTE DA GIOCARE ste Peccedi, un fiume di ricordi e tante emozio PER RENDERE IL BELLO ANCORA ni nel ripercorrerli. “Per i Mondiali di Sci Alpino del 1985 a Bormio, io e Aldo Anzi eravamo in PIÙ PROTAGONISTA, ANCHE tenzionati a fare qualcosa che rimanesse nel DELL’OFFERTA TURISTICA” la storia. Una cosa che tutti si sarebbero ricordati negli anni. Andavamo anche di notte sulla montagna a studiare e pensare a un tracciato. È nata così la Pista Stelvio, la più difficile al mondo e tra le tre più belle con Kitzbühel (la più spettacolare) e Wengen (la più lunga). Anche se l’arrivo l’avevamo studiato in un altro punto, fuori dal paese, che avrebbe scongiurato i noti problemi per il poco spazio al parterre”. Tanti i campioni che Peccedi ha allenato e conosciuto: “La gente normale non vince! Gustav Thoeni saltava più di 20 centimetri con 220 chili caricati in spalla”. La grinta che è oggi presente nei racconti dell’allenatore bormino doveva sicuramente contagiare i suoi atleti. “Scherzosamente mi chiamavano il piccolo führer. Ricordo la soddisfazione quando recuperai Franco Bieler che poi riuscì per due volte a battere Ingemar Stenmark. Oppure Fausto Radici e la sua voglia di essere più forte dell’handicap che lo costringeva a gareggiare con un occhio solo”. Le Olimpiadi incroceranno il futuro della sua Bormio nel 2026: “Sono contento che le gare di sci alpino si disputeranno qui. Lo sono ancora di più per lo sci alpinismo. Il mio auspicio? Che ritorni l’entusiasmo della popolazione locale come lo abbiamo vissuto nel 1985”.

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Carlo e Giovanna LA RISTORAZIONE E LA VALTELLINA NEL DNA. DAL 1843. IL RISTORANTE SAN CARLO DI CHIURO OGGI HA IL VOLTO DI GIOVANNA E CARLO, INTRAPRENDENZA E VOGLIA DI MIGLIORARE CHE STANNO LASCIANDO Redaelli IL SEGNO. “QUESTO TERRITORIO CI ENTUSIASMA DA SEMPRE, MA OGGI ABBIAMO NUOVI TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE INSIEME”

Lui con una laurea in teoria e tecnologia della comunicazione dopo la scuola alberghiera. Lei perito informatico con la pasticceria nel cuore. Lui un vulcano di idee, lei l’energia che dà continuità ai progetti. Carlo e Giovanna sono i protagonisti insieme a papà Amos di un nuovo corso per un’attività nata nel 1843. Idee ancor più cariche di significato perché modellate sulle sfide che la Valtellina dovrà saper cogliere. “Sapevo fin dall’inizio che questo sarebbe stato il mio lavoro. E così in ogni mia esperienza ho cercato di immaginare qualcosa che mi sarebbe potuto poi essere utile per il ristorante, anche quella volta che a Buffalo feci per un periodo il rappresentante di prodotti italiani per la ristorazione. Un momento molto stimolante” racconta Carlo. “Per noi oggi la Valtellina è più che mai storia e tradizione, gli elementi che ci guidano verso una nuova idea di ospitalità. Forse le cantine che abbia-

mo recentemente recuperato per la nuova sala del vino possono rappresentare una sorta di pietra miliare nel nostro percorso. Il vino, i terrazzamenti e la loro storia millenaria nel nostro progetto non sono solo un’opportunità. Li immaginiamo come punto di svolta per un territorio che sta decidendo cosa fare da grande e che ha davanti a sé sfide che guideranno il futuro delle nuove generazioni”.