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Civo e Dazio, ieri e oggi

Alla scoperta delle antiche mappe catastali

Venerdì 5 agosto 2022 presso la Sala Polifunzionale di Dazio si è svolta la serata dedicata alla presentazione di “Civo e Dazio, ieri e oggi” alla presenza di un folto pubblico di circa un centinaio di residenti provenienti dai due Comuni organizzatori e turisti. Lo studio è stato commentato dalla curatrice della ricerca Cristina Rainoldi, la quale in collaborazione con il marito Marco Matricardi ha creato una collana di pubblicazioni editata attraverso la loro personale casa editrice “Matricardi.com” Tra questi volumi ottimamente illustrati spicca quello dedicato alla Costiera dei Cech assieme alla Valmasino e Ardenno. La collana propone anche altri volumi che coprono tutta la provincia di Sondrio annoverando approfondimenti sui Distretti di Chiavenna, Morbegno e Traona, oltre a Sondrio e Ponte, per finire con l’alta valle di Tirano e Bormio. Allargando l’orizzonte troviamo anche pubblicazioni di altre ricerche riguardanti la Valcamonica, Bergamo, Genova e Cortina d’Ampezzo. La manifestazione è stata aperta dal Sindaco di Dazio Antonio Cazzaniga che ha ringraziato tutti i partecipanti e sottolineato la presenza in sala anche del Sindaco di Ardenno Laura Bonat. Ha proseguito presentando la relatrice e annunciando i contenuti della serata. È seguito il saluto ai presenti da parte del Sindaco di Civo, Barbara Marchetti la quale ha ceduto la parola alla relatrice dopo aver sottolineato quanto l’argomento in trattazione suscitasse particolare interesse e curiosità. Cristina Rainoldi ha esordito raccontando della sua grande passione per questo tipo di ricerche storiche che l’hanno impegnata nella scoperta di tante vicissitudini legate a un territorio a lei molto caro perché nativa di Ponte in Valtellina e quindi non solo ha avuto il piacere della scoperta delle proprie radici, ma ha potuto beneficiare anche di un revival di ricordi tramandati dai racconti delle precedenti generazioni. Le immagini delle mappe catastali del 1813 predisposte inizialmente dal Regno Napoleonico per dotarsi di strumenti fiscali per la riscossione dei tributi delle comunità dell’allora Dipartimento dell’Adda sono state implementate e completate negli anni successivi con l’avvento del nuovo Regno Lombardo Veneto. In sala si sono potuti visionare i pannelli esposti di circa un metro per un metro e cinquanta con le copie delle mappe del Catasto Lombardo Veneto. Gli originali sono tuttora conservati nell’Archivio di Stato di Milano. Questi rilievi, confrontati con le odierne foto satellitari, hanno permesso di tracciare un “fil rouge” di duecento anni di storia e tradizioni attraverso la disamina e l’evoluzione del territorio amministrativo, geografico e politico. Si sono così potuti constatare i cambiamenti nella fisionomia economica del territorio, nel rinnovarsi delle strade e del paesaggio, delle strutture rurali e residenziali, nonché la trasformazione architettonica dei paesi che nel tempo si sono dotati di nuovi edifici pubblici e privati, di giardini, piazze e parcheggi: quest’ultime aree di servizio rappresentano esigenze indispensabili dell’oggi, ovviamente assenti ed inimmaginabili nel passato. Si rilevano inoltre dimore nobiliari scomparse o lasciate degradare rispetto ad altre più importanti e fortunate divenute sedi storiche recuperate attraverso intelligenti restauri. Osservando poi le chiese e i luoghi religiosi si riscontrano i segni di un percorso storico legato al passaggio dal Protestantesimo dei Grigioni al Cattolicesimo post-napoleonico instauratosi nel corso dell’ottocento. In questa trasformazione non possiamo tralasciare il risvolto di una economia di sopravvivenza all’inizio prettamente contadina su terreni quasi sempre di dimensioni modeste con coltivazioni povere: segale, patate e castagne. Come pure piccoli allevatori con pochi capi di bestiame: mucche, capre e pecore, utili più che altro a soddisfare le necessità famigliari, per finire in tempi più recenti a una zootecnia organizzata e più orientata verso l’offerta in un ampio raggio di mercato. A questo proposito un esempio emerso nella disamina delle mappe ci mostra nell’ottocento uno dei primi piccoli vigneti sul versante soprastante il Masino in località Cevo (oggi comune di Civo) probabilmente per un consumo prettamente locale, oggi scomparso a favore di una coltivazione della vite a livello industriale sui versanti retici della Valtellina con una vocazione di smercio non solo nazionale, ma anche internazionale. Anche il nostro fiume Adda, che ha contribuito a disegnare la morfologia della valle, evidenzia cambiamenti importanti attraverso interventi di regimentazione delle acque ottenute ad esempio con piccoli sbarramenti come quello che possiamo osservare nel territorio di Ardenno o con l’attuale canalizzazione delle acque nel punto dove l’Adda sfocia direttamente nel Lago di Lecco che ha sostituito l’antico sbocco in territorio paludoso nella zona del lago di Mezzola. Un ultimo elemento di particolare rilevanza portato all’attenzione della platea dalla curatrice del progetto è la dinamica evolutiva della situazione anagrafica e territoriale dei borghi e dei Comuni nel corso di questi ultimi due secoli poiché in termini numerici la loro popolazione è stata particolarmente condizionata dall’assetto amministrativo di governo che è spesso variato assemblando o suddividendo le comunità della Costiera dei Cech. Esempi di ciò sono riscontrabili per i borghi di Selvapiana, Ponte Ganda, San Bello, Campovico, Regolido, Caspano e Cevo, aggregati a turno a Morbegno, piuttosto che a Traona o Ardenno. Infine gli applausi hanno chiuso l’evento, esprimendo il gradimento per la ricca esposizione di fatti storici e curiosità proposti dalla relatrice Cristina Rainoldi.

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