I GHIACCIAI E I CAMBIAMENTI CLIMATICI

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I GHIACCIAI E I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Elaborato di Educazione Civica di Camilla Castelletti


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I GHIACCIAI E I CAMBIAMENTI CLIMATICI

SOMMARIO I cambiamenti climatici

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La formazione di un ghiacciaio

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Il Ghiacciaio del Ventina

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Il Ghiacciaio di Fellaria

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Altri ghiacciai

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...in conclusione

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI La vita sulla Terra esiste grazie alla combinazione di tre fattori: la giusta distanza dal Sole, la composizione chimica dell’atmosfera e la presenza del ciclo dell’acqua. L’atmosfera, in particolare, assicura al nostro pianeta un clima adatto alla vita grazie al cosiddetto effetto serra naturale. Quando i raggi solari raggiungono la superficie terrestre, vengono solo in parte assorbiti, mentre in parte vengono riflessi verso l’esterno; in assenza di atmosfera si disperderebbero nello spazio, ma vengono invece in buona parte trattenuti e quindi reindirizzati verso la Terra da alcuni gas presenti nell’atmosfera.Il risultato è un’ulteriore quantità di calore che si somma a quella proveniente dai raggi solari assorbiti direttamente. Cambiamenti climatici ci sono sempre stati, nella storia del Pianeta. Ma quello a cui stiamo assistendo da circa 150 anni è anomalo perché innescato dall’uomo con le sue attività. Si chiama effetto serra antropico e si aggiunge all’effetto serra naturale. Con la rivoluzione industriale l’uomo ha improvvisamente rovesciato in atmosfera milioni di tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra portando la quantità di CO2 presente in atmosfera ad un livello doppio rispetto ai minimi degli ultimi 700 mila anni. Gli impatti del cambiamento climatico sono già osservabili e si prevede che diverranno ancora più evidenti. Eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, siccità e alluvioni, diventeranno presumibilmente più frequenti e intensi. In sostanza, le temperature più calde (con il cambiamento dei modelli di

precipitazione) hanno alterato l’inizio e la fine delle stagioni di crescita, hanno contribuito alla riduzione della resa delle colture regionali, a una ridotta disponibilità di acqua dolce e hanno messo la biodiversità sotto ulteriore stress, aumentando la mortalità degli alberi. Lo scioglimento dei ghiacciai è una delle immediate conseguenze di questi fenomeni: essi sono degli indicatori climatici. I ghiacciai sono sensibili alle fluttuazioni di temperatura e alla frequenza delle precipitazioni nevose (conseguenza della temperatura) quindi sono in grado di fornire indizi sugli effetti del riscaldamento globale. Con poche eccezioni, i ghiacciai di tutto il mondo si sono ritirati e alcuni di essi sono scomparsi del tutto. Altri si stanno ritirando così rapidamente che, probabilmente, scompariranno entro pochi anni. Gli scienziati attribuiscono questo ritiro agli effetti involontari della rivoluzione industriale e all’uso moderno dell’energia. Le attività umane rilasciano gas, come l’anidride carbonica e il metano, nell’atmosfera influenzando il nostro ambiente. Nel corso delle ere geologiche si sono verificate numerose fluttuazioni dei ghiacciai, nell‘800, ad esempio, c’è stata la cosìdetta piccola glaciazione, durante la quale c’è stato un grande avanzamento; poi un costante ritiro fino agli anni ’70 dove si è verificato un lieve aumento fino al 1990; dopo di che c’è stato un ritiro consistente che continua ancora oggi.

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LA FORMAZIONE DI UN GHIACCIAIO Cos’è un ghiacciaio? I ghiacciai sono masse di nevato e di ghiaccio, originatesi per metamorfosi da accumuli nevosi che hanno resistito a più periodi di fusione (estati) che contengono inclusioni di gas (bolle d’aria), sostanza organica (polline) e detriti rocciosi (morene), e che dalla zona di alimentazione dove l’accumulo è eccedente defluiscono sino alla zona di ablazione, dove si sciolgono. Si possono pertanto avere ghiacciai solo dove per molti anni di seguito le precipitazioni solide (neve o grandine) superano la quantià di neve che si scioglie, ciò è quanto si verifica al di sopra del limite delle nevi persistenti. Perché si cominci a formare un ghiacciaio, è necessario che la quantità di neve che cade e che si accumula nell’arco di un anno, superi la quantità di quella che viene persa per fusione o sublimazione cioè vi sia un

effettivo accumulo perenne nell’intero anno. Questo avviene nelle zone polari e di alta montagna, dove la temperatura rimane bassa tutto l’anno e le precipitazioni nevose sono abbondanti. La neve si accumula nel tempo al di sopra di una quota detta limite delle nevi permanenti; a quote più basse generalmente tutta la neve fonde nel corso dell’anno. Pertanto, come già detto, il limite delle nevi perenni dipende sia dalla temperatura che dall’intensità delle precipitazioni nevose. Un ghiacciaio può sembrare un blocco di ghiaccio, ma in realtà si sta muovendo molto lentamente. Il ghiacciaio si muove perché la pressione esercitata dal peso del ghiaccio lo deforma

Surplus annua di neve

Deficit annuo di ghiaccio Bacino di accumulo

Bacino ablatore

Linea di equilibrio

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e lo fa muovere. L`acqua che si scioglie sotto il ghiacciaio ha funzione lubrificante e facilita il suo scorrimento sulle rocce sottostanti. La Valtellina è una valle scavata dai ghiacciai del quaternario, a Morbegno lo spessore del ghiaccio era notevole (intorno ai 1500 metri) e la fronte del ghiacciaio della Valtelllina

arrivava fin oltre Lecco. Tra tutti i ghiacciai della provincia di Sondrio ho scelto di analizzare due ghiacciai della Valmalenco: il Ventina e il Fellaria orientale. Nel corso della ricerca ho però analizzato l’evoluzione di altri ghiacciai di Val Masino e Val Malenco che confermano in modo inequivocabile il ritiro in atto. In fondo all’elaborato riporto alcuni esempi.

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IL GHIACCIAIO DEL VENTINA Risalendo la Valtellina all’altezza di Morbegno compare il Monte Disgrazia (3.678m), fra le massime elevazioni della montagna lombarda e la più alta interamente in territorio regionale.Dalla vetta del monte Disgrazia si dipartono quattro valli alla testata delle quali si trovano altrettanti ghiacciai: a nord

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la val Sissone con la grande spianata del ghiacciaio del Disgrazia, a sud-ovest la valle di Predarossa con l’omonimo ghiacciaio, a sud-est la Val Torreggio con il ghiaccio di Cassandra e infine ad est la Val Ventina, alla testata della Valmalenco, con il suo ghiacciaio.


Dalla Piccola Età Glaciale ad oggi non esistono significative notizie o descrizioni della Val Ventina e del suo ghiacciaio. Le informazioni sulle dimensioni e sulle variazioni del Ghiacciaio Ventina in questo periodo possono pertanto essere ricavate dalla posizione e dalla presunta età delle morene. Poco a monte dell’Alpe Ventina si ritrovano infatti una coppia morene frontali che possono essere datate con il metodo della lichenometria, utilizzando la misura dei diametri dei licheni insediatisi sui massi. Con questo sistema è stato possibile ipotizzare che il ghiacciaio abbia deposto fino a 1965 m di quota la morena più avanzata nel XVII secolo, raggiungendo probabilmente le massime dimensioni degli ultimi duemila anni. Poche decine di metri a monte si ritrova la seconda morena, che presenta licheni meno sviluppati e che può essere attribuita ad una fase di avanzamento avvenuta, analogamente ad altri ghiacciai alpini, intorno alla metà del 1800. Durante il periodo della Prima Guerra Mondiale le visite diventano occasionali e le misure non confrontabili. Disponiamo però di due dati importanti: l’avanzamento della fronte di 23 metri dal 1915 al 1923 e un progresso di una sessantina di metri fra il 1916 e il 1921. Successivamente inizia un nuovo periodo di riduzione non solo lineare ma anche di spessore. Il ritiro, dapprima modesto e limitato, Nella pagina a fianco: il Monte Disgrazia con i ghiacciai del Ventina a sinistra e del Disgrazia a destra. Le riprese sono state effettuate nel 1909 e nel 2009. Sopra a destra: l’evoluzione del Ghiacciaio del Ventina dal Pizzo Rachele (est) dal 1920 al 2015.

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one della situazione glaciale in nte le fasi tardiglaciali Gschnitz e Daun i, 1930) Pizzo Bernina

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diviene imponente negli Anni Quaranta e Cinquanta. Negli Anni Sessanta la lingua si frammenta e si isolano masse di ghiaccio morto, non più collegate con il corpo glaciale, che fondono rapidamente. Agli inizi degli Anni Settanta termina questa lunga fase di ritiro e di importanti modificazioni morfologiche: dopo un breve periodo di sostanziale stazionarietà la Il rilievo topografico A partireincomincia dal 1984 è iniziata un’attività di rilievo topografico mediante l’utilizzo didi strumenti fronte ad avanzare. Il fenomeno, di precisione per determinare l’andamento della fronte del ghiacciaio in ogni sua parte. Nell’estate del 1984, con il primo rilievo, si è provveduto a fissare la posizione e la quota grande importanza i glaciologi, possono delle stazioni di misura frontali, per utilizzando come punto noto che di partenza il Rifugio Gerli e, con una poligonale aperta, si è raggiunta la fronte del ghiacciaio. Durante questo percorso sono stati anche individuati e battuti tutti quei punti che indicavano la presenza osservare direttamente i meccanismi del del ghiacciaio negli anni passati, in modo da ottenere una carta dell’andamento storico del complesso glaciale. Negli anni successivi il rilievo è stato eseguito sempre nello stesso progresso glaciale, comporta un avanzamento periodo e precisamente tra la fine del mese di Settembre e la fine del mese di Ottobre, in modo da avere dati confrontabili. Sono state utilizzate come base di misurazione complessivo dale1973 1989 di alla oltre metri. con due stazioni fisse (GC80 A82) benal collocate rispetto fronte100 e georeferenziate precisione. Da queste due basi, reciprocamente visibili, sono state misurate secondo direzioni fisse le distanze del limite della fronte al contatto con la roccia sottostante per Infine gli effetti delle condizioni climatiche ottenere l’entità dello spostamento annuale. Un altro tipo di misurazione, effettuata nel periodo dal 1985 al 1991, è stata la sfavorevoli al glacialismo, chesommità si sono verificate determinazione della variazione di quota sulla della fronte glaciale per una serie di tre punti, determinati con distanza e direzione costanti a partire dalla stazione topografica GC80. a partire dagli Anni Ottanta con scarse I valori medi dei tre punti ottenuti mostrano un incremento tra il 1985 e il 1987 (+ 1.10 m), una leggera flessione tra il 1987 e il 1989 (-0.65 m) ed una notevole perdita di spessore precipitazioni nevose ed alte temperature estive, tra il 1989 e il 1991 (-28 m). A partire dal 1995, con l’avvento e la diffusione delle tecnologie GPS e Laser, sono stati effettuati rilievi della posizione frontale queste metodologie. Si può notare che la innescano dal decennio con successivo un nuovo fronte si comporta diversamente nel proprio movimento, e precisamente si ha un’attività più accentuata nella parte destra idrografica con un avanzamento costante fino al 1989 periodo ed un seccodi ritiroregresso. a partire dai primi anni ‘90, una situazione pressoché statica nella parte sinistra idrografica mentre nella parte centrale la propaggine più avanzata della fronte subisce continue modificazioni a causa di crolli frequenti, mantenendo una tendenza a Pertanto il ghiacciaio riprende il ritiro, prima spostarsi verso la parte sinistra idrografica. ogni caso l’intera propaggine ha iniziato un marcato e costante ritiro a partire dal 1991. inInLemisura modesta, poi con valori sempre più variazioni frontali per gli anni dal 1984 al 1989 rimangono con segno positivo mentre per gli anni immediatamente successivi danno segnali di staticità. Dal 1991 ad oggi la importanti e paragonabili a quellicostante. abituali tendenza si è invertita dando luogo ad un arretramento registrati in precedenza. I cambiamenti che il ghiacciaio ha subito dalla fine della Piccola Età Glaciale non si sono limitati solo alla fronte ed alla lingua, ma hanno riguardato tutto il corpo glaciale. La forte riduzione ha comportato ad esempio la separazione di due parti laterali prima confluenti, divenuti individui a se stanti.

Marson Sangiorgi Cristofaro

Campiotti Meazza Minazzi

Daverio Nangeroni Riva

Saibene Buzzetti Catasta

Smiraglia Casartelli Stella

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Butti Mariani Lojacono

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metri OPERATORI

-26,8 -35 -22 -24 -24 -40,5

2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014 2014-2015 -1300

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1954-1956 1956-1957 1957-1958 1958-1959 1959-1961 1961-1962 1962-1963 1963-1964

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sicuro avanzamento della fronte avvenuto fra il primo e il secondo decennio del secolo, testimoniato sul terreno da un evidente arco morenico frontale. Disponiamo però di due dati importanti: l’avanzamento della fronte misurato da Sangiorgi di 23 metri dal 1915 al 1923 e un progresso di una sessantina di metri fra il 1916 e il 1921 rilevato da Alfredo Corti. Successivamente inizia un nuovo periodo di riduzione non solo lineare ma anche di spessore: la superficie della lingua incomincia ad abbassarsi, tanto che diventano impraticabili i tradizionali itinerari alpinistici di salita ai pianori superiori del ghiacciaio che sfruttavano il filo delle morene. Il ritiro, dapprima modesto e limitato, diviene imponente negli Anni Quaranta e Cinquanta. La grande conca fra le morene laterali va progressivamente liberandosi dal ghiaccio. Negli Anni Sessanta la lingua si frammenta e si isolano masse di ghiaccio morto, non più collegate con il corpo glaciale, che fondono rapidamente. Agli inizi degli Anni Settanta termina questa lunga fase di ritiro e di importanti modificazioni morfologiche: dopo un breve periodo di sostanziale stazionarietà la fronte incomincia ad avanzare. Il fenomeno, di grande importanza per i glaciologi, che possono osservare direttamente i meccanismi del progresso glaciale, comporta un avanzamento complessivo dal 1973 al 1989 di oltre 100 metri, quasi tutto avvenuto fra il 1972 e il 1978 (+ 77 metri). Infine gli effetti delle condizioni climatiche sfavorevoli al glacialismo, che si sono verificate a partire dagli Anni Ottanta con scarse precipitazioni nevose ed alte temperature estive, innescano dal decennio successivo un nuovo periodo di regresso. Pertanto il ghiacciaio riprende il ritiro, prima in misura modesta, poi con valori sempre più importanti e paragonabili a quelli abituali registrati in precedenza. I cambiamenti che il ghiacciaio ha subito dalla fine della Piccola Età Glaciale non si sono limitati solo alla fronte ed alla lingua, ma hanno riguardato tutto il corpo glaciale. La forte riduzione ha comportato ad esempio la separazione di due parti laterali prima confluenti, divenuti individui a se stanti. Uno di questi è l’attuale Ghiacciaio del Canalone della Vergine, fino alla seconda metà del XIX secolo unito sul lato sinistro alla lingua valliva, l’altro è il Ghiacciaio del Pizzo Rachele, separatosi verso la fine degli Anni Trenta del secolo scorso, oggi modesto apparato, confinato all’interno del suo circo.

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te dell’Alpe Ventina.

metri

Peroschi Cambieri Urso

Bracchi Rolfi Colombo, Gussoni

1989 1985 2000

1984

2003 2004 2005

2006 2007 2008 2009

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Il Sentiero Glaciologico è una iniziativa del Servizio Glaciologico Lombardo, associazione di volontariato che si occupa del monitoraggio dei ghiacciai lombardi e della divulgazione scientifica in ambito glaciologico. Il percorso è intitolato a Vittorio Sella (Biella, 20 agosto 1859 – Biella, 12 agosto 1943), precursore della fotografia alpina, che ci ha lasciato splendide immagini delle montagne valtellinesi della fine del XIX secolo, documentando con accuratezza il grande sviluppo del glacialismo dell’epoca. Inaugurato nel 1992 è stata la prima realizzazione di questo tipo nelle Alpi italiane.

Nei grafici: sopra la variazione della fronte del Ghiacciaio del Ventina dal 1989 al 2015, nella pagina a fianco le fluttuazioni della fronte dal 1895 al 2015 Nelle foto sopra il Ventina negli anni ‘50 del ‘900 e nel 2021 A sinistra: la fronte nel 1993, dietro il Canalone della Vergine.

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orrione Porro

Marson Sangiorgi Cristofaro

Campiotti Meazza Minazzi

Daverio Nangeroni Riva

Saibene Buzzetti Catasta

Smiraglia Casartelli Stella

Butti Mariani Lojacono

variazioni in metri

-700

-800

-900

-1000

-1100

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metri OPERATORI

-90 -81 -90 0 0 -10 +27 +15 +9 0 +16 -2 +12 +8 +3 +5 +2 +5 +2 0 +7 +1 -9 -3 -11 -15 -10 -14 -8 -14 -8 -7 -20,5 -9 -22,5 -11 -17,5 -13,5 -38 -6 -23,5 -26,8 -35 -22 -24 -24 -40,5

1964-1965 1965-1966 1966-1970 1970-1971 1971-1972 1972-1973 1973-1974 1974-1975 1975-1976 1976-1977 1977-1978 1978-1979 1979-1980 1980-1981 1981-1982 1982-1983 1983-1984 1984-1985 1985-1986 1986-1987 1987-1988 1988-1989 1989-1990 1990-1991 1991-1992 1992-1993 1993-1994 1994-1995 1995-1996 1996-1997 1997-1998 1998-1999 1999-2000 2000-2002 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2009 2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014 2014-2015 -1300

-15 -3 -20 +5 -65 -14 -11 -10 -10 -11 +32 - 24 +4 -4 -12 -6 -13 -10 -7 -5 -11 -12 -6 -16 -15 +3 -8 -30 -20 -13 -38 -12 -17 -21 -16 -28 -21 0 -36 -20 -18 -20 -30 -19 -40 -11 -8 -131

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0

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e ed ato gni ata, 899 esto che iale un olo, ò di dal da ma ano iaio ene i va ae ono anti nte ono nto e il mo, alte sso. pre

1895-1896 1896-1897 1897-1898 1898-1899 1899-1907 1907-1910 1910-1911 1911-1912 1912-1913 1913-1915 1915-1923 1923-1925 1925-1926 1926-1927 1927-1928 1928-1929 1929-1930 1930-1931 1931-1932 1932-1933 1933-1934 1934-1935 1935-1936 1936-1937 1937-1938 1938-1939 1939-1940 1940-1941 1941-1942 1942-1943 1943-1945 1945-1946 1946-1947 1947-1948 1948-1949 1949-1950 1950-1951 1951-1952 1952-1953 1953-1954 1954-1956 1956-1957 1957-1958 1958-1959 1959-1961 1961-1962 1962-1963 1963-1964

-700

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VARIAZIONI FRONTALI DEL GHIACCIAIO VENTINA

anni

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Peroschi Cambieri Urso

Bracchi Rolfi Colombo, Gussoni

1989

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IL GHIACCIAIO FELLARIA Il gruppo del Bernina, a cavallo tra la Valmalenco e l’Engadina, è fortemente glacializzato. I ghiacciai più estesi sono sul versante nord in territorio svizzero, tra quelli che scendono verso la Valmalenco, il più vasto, è il ghiacciaio di Fellaria. Paragonabile alla storia del ghiacciaio del Ventina, il ghiacciaio Fellaria nella piccola età glaciale scendeva con un unica lingua fino all’Alpe Gera. Ora invece è diviso in ghiacciaio Orientale di Fellaria e in ghicciao Occidentale di Fellaria. Dall’altopiano di Fellaria a quota 3500

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m l’ampio bacino di accumulo si divide in 3 direzioni, una scende verso est all’Alpe Grum in Svizzera a formare il Vedret da Varuna, la seconda verso sud forma il Ghiacciaio di Fellaria Orientale e la terza verso sud-ovest va a formare il Ghiacciaio di Fellaria Occidentale. Nel 1996 è stato ideato e realizzato il sentiero glaciologico Luigi Marson: partendo dal rifugio Bignami, attravero l’alpe Fellaria, il sentiero conduce attraverso le morene lasciate libere dal ghiacciaio alla fronte del ramo orientale del Ghiaccio di Fellaria


Nella pagina a fianco: i ghiacciai di Fellaria in una foto di inizio ‘900 e in una foto recente. Sopra: due immagini che evidenziano il ritiro del Fellaria dal 1983 al 2016

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ALTRI GHIACCIAI

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Nella pagina a fianco: il Monte Disgrazia e il Ghiacciaio di Predarossa sopra in una ricostruzione al computer di come si ipotizza fosse all’inizio del secolo scorso e sotto nel 2019

Sopra: il Ghiacciaio di Scerscen inferiore nel 1984, quando ancora sulle sue nevi esistevanogli impianti per lo sci estivo, e nell’agosto del 2020

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Sopra: il Gruppo del Bernina con i Ghiacciai di Scerscen superiore e inferiore nel 1984 e nel 2020

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Sopra: da sinistra il Roseg, lo Scerscen e il Pizzo Bernina con il Ghiacciaio di Scerscen superiore negli anni ‘20 del novecento e nel 2015

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Sopra: il ghiacciaio di Caspoggio dal rifugio MarinelliBombrdieri in Valmalenco, nel 1995 e nel 2004

...IN CONCLUSIONE Come si può osservare nelle pagine precedenti il bilancio negativo dei ghiacciai è molto drastico ed è un effetto allarmante del cambiamento climatico. I ghiacciai prima di essere un elemento paesaggistico sono un ecosistema e una delle poche riserve di acqua dolce del nostro pianeta. In questa breve ricerca ho analizzato i ghiacciai della Valtellina pichè è la mia valle e mi stanno molto a cuore; tuttavia non sono gli unici

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ghiacciai che si stanno sciogliendo con una tale velocità. Conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai è poi l’innalzamento del livello dei mari e la scomparsa di isole e città costiere. So che non è facile, e dovremo forse rinunciare allo stile di vita che ha contraddistinto il ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo, ma credo sia essenziale per dare un futuro al nostro pianeta e alle generazioni future.


BIBLIOGRAFIA & SITOGRAFIA Robert C. Bachmann I ghiacciai delle Alpi Zanichelli 1978 Wikipedia A cura di Guido Catasta Il ghiacciaio Ventina e il sentiero glaciolocico Vittorio Sella 2012 Sito servizio glaciologico lombardo (SGL) Antonio Galluccio, Guido Catasta Ghiacciai Lombardia Edizione Bolis 1992

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