SchioMese n 952

Page 1

SchioMese

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino

Il Collettivo dà voce alle donne - p.16

anno XIII n. 120 - marzo 2024

◆ Un bosco urbano accanto alla stazione - p.20

Tutti in campagna (elettorale)

SCHIO: In attesa che scenda in campo l’atteso terzo candidato sindaco, quello di Fdi e Lega, i due in lizza – Cristina Marigo e Cristiano Eberle – vanno avanti per la loro strada, in una campagna per il voto che adesso davvero entra nel vivo.  TORREBELVICINO: La gara qui è fra il sindaco in carica Emanuele Boscoscuro e l’ex sindaco Piero Collareda, che rientra nell’agone politico. VALLI DELPASUBIO: All’ombra delle Piccole dolomiti se la giocano Damiano Rizzo e Gianvalerio Piva

Schio Torrebelvicino Valli del Pasubio

Bene i murales, se raccontano la città

ggi che le cartoline sono diventate un oggetto da mercatino di modernariato, visto che nessuno le spedisce più e che peraltro sono scomparse anche le cassette postali, ecco che un’enorme cartolina da dieci metri per tre è comparsa all’improvviso in uno degli ingressi alla città più battuti, la rotonda di Porta Venezia, quella del “cono di luce” per intender-

SchioMese

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino

Supplemento mensile di Lira&Lira

Direttore

Stefano Tomasoni

Redazione

Elia Cucovaz

Mirella Dal Zotto

Camilla Mantella

Grafica e impaginazione

Alessandro Berno

Per inviare testi e foto: schiothienemese@gmail.com

Per le inserzioni pubblicitarie

Pubblistudio tel. 0445 575688

si. Una vera e propria cartolina gigante, in effetti, è il nuovo murale di “benvenuti a Schio” comparso sul muro soprastante la rotonda, lungo il percorso pedonal-ciclabile che corre dalla stazione alla De Pretto. Un lavoro realizzato da tre street artist, Fabio Fabris, Giovanni Speranza e Adamo Filippozzi, uniti nello pseudonimo di Kato. Nel suo sviluppo, il murale riassume un po’ tutti i simboli della città. Si comincia con un primissimo piano dell’orologio della torre del Castello, si prosegue con il Castello vero e proprio (torretta ed ex chiesetta di Santa Maria della Neve) e poi con la statua dell’Omo; al centro del murale campeggia un’enorme scritta gialla con il nome della città, accompagnata dallo scudo del gonfalone; nella parte destra dell’opera, infine, trova spazio un particolare del monumento ad Alessandro Rossi e l’immancabile veduta della Fabbrica Alta. Il tutto sovrastato dalla skyline delle montagne del territorio, Piccole Dolomiti e Pasubio.

Insomma, c’è l’intera iconografia artistico-monumental-storica scledense, un biglietto da visita in piena regola. Dal punto di vista stilistico il tutto risulta un po’, come dire, fumettistico, ma l’effetto voluto - quello di farsi notare in pochi secondo a chi affronta la rotonda, dando una sorta di benvenuto in città - è sicuramente raggiunto.

E dopo la megacartolina al “cono di luce”, negli ultimi giorni un secondo murale è comparso in piazza Almerico, lungo la parete centrale di cemento, opera di Acme

107, uno street artist noto in città per aver già realizzato il grande murale sulla parete ovest del Faber Box. In questo caso il disegno è una “striscia”, anch’essa discretamente lunga, che si rifà al pioniere del volo a cui è intitolata la piazza, il conte Almerico, e al dirigibile da lui realizzato agli inizi del Novecento. Un’opera bella da vedere, niente da dire, soprattutto coerente con il luogo. In questo caso, in effetti, il murale restituisce a Cesare quel che è di Cesare, o meglio ad Almerico quel che è di Almerico, dopo l’affronto fattogli con l’installazione in piazza dei cestini dei rifiuti di metallo colorato con incisa la scritta “piazza del bao”. Perché ci sta che nell’immaginario collettivo il quadrato dei condomìni sia ormai diventato “piazza del bao”, ma aver ufficializzato la cosa attraverso dei cestini dei rifiuti dev’essere stato troppo anche per il povero conte, la cui anima temiamo possa aver sviluppato, come reazione, una eterea ma pur sempre fastidiosa gastrite.

Questi due ultimi arrivi, la cartolina di Porta Venezia e la “striscia” di piazza Almerico, vanno ad aggiungersi ad altri murales di dimensioni importanti realizzati negli ultimi anni in altri punti della città. Basti ricordare, per tutti, i due più notevoli, quelli visibili sulle due pareti strette del Faber Box.

«Con questi murales non puntiamo solo a riqualificare alcune aree di Schio, ma vogliamo anche trasmettere dei messaggi importanti, valorizzando e facendo cono-

Di mese in mese

scere la storia del nostro territorio attraverso un linguaggio artistico che arriva anche alle nuove generazioni”, dice l’assessore alla cultura, Barbara Corzato.

Su questa traccia, allora, segnaliamo lo spunto che ci è arrivato da una affezionata lettrice, la quale vedrebbe bene un bel murale realizzato sulla triste parete di quella palazzina apparentemente abbandonata all’angolo tra via Pasini e via Baccarini, in faccia al monumento a Rossi, quella dove ha chiuso di recente anche lo storico tabaccaio. Non sappiamo se la cosa si potrebbe fare, trattandosi di edificio privato, ma a ben vedere non è questo che conta, quanto il fatto che se una signora non più giovane come la succitata lettrice - che avrebbe tutto il diritto, dal punto di vista generazionale, di non essere in linea con i canoni della street art - ci ferma per proporre un’idea di questo tipo, forse vuol dire che sta prendendo piede la convinzione che quando un murale è ben fatto e ha una sua coerenza sia dal punto di vista del luogo in cui è realizzato che del contenuto, può diventare uno strumento interessante per “arredare” qualche punto critico del centro urbano e nel contempo per comunicare aspetti condivisi della città e della sua storia. ◆

Lo Schiocco

Bidoni dell’acqua

Ma perché i bidoni neri del secco che lasciamo la sera fuori casa li ritroviamo la mattina dopo sempre con il coperchio spalancato? Magari c’è una spiegazione tecnica, del tipo che il coperchio ricade aperto per forza di gravità quando il bidone viene posato a terra dopo lo svuotamento. Oppure vengono volutamente lasciati aperti per far capire ai proprietari che il contenuto è stato prelevato e si può ritirare il contenitore. Non abbiamo appurato, ma vorremmo avanzare ad AVA la richiesta di istruire gli addetti alla raccolta affinché possano usare l’accortezza di richiudere i coperchi dopo lo svuotamento. Mica per niente, ma lasciare il bidone con lo sportello aperto comporta possibili scocciature per il cittadino. Ad esempio succede che, se il giorno della raccolta piove per ore e ore, nel bidone spalancato finiscono col depositarsi due o tre centimetri di acqua piovana prima che il “proprietario” possa scendere a ritirarlo, con il disagio di doverlo rovesciare in

strada per non riportarsi in casa bidone e acqua. Si provi a pensare questa incombenza a carico di un povero anziano o anziana ottuagenaria. Si capisce che, oltre a essere pesante e fastidiosa, può diventare una pratica anche rischiosa. A meno che il motivo dei bidoni spalancati non sia la vecchia idea, ormai superata dai cambiamenti climatici, che Schio sia ancora “l’orinal di Dio”. Vuoi vedere che il bidone del secco lasciato spalancato vuol essere un nuovo servizio gratuito per dotare gli scledensi di un pluviometro? [S.T.]

Di mese in mese

ancano solo due mesi e mezzo al voto per l’elezione del nuovo sindaco, ma non tutto il quadro politico cittadino ha ancora preso posizione sui blocchi di partenza. Lo hanno fatto da tempo la maggioranza uscente e il centrosinistra, questo lo si sa, ma nel momento in cui scriviamo manca un dettaglio non proprio di secondo piano: l’attesa lista, con relativo candidato, da parte di Fratelli d’Italia e Lega. A meno che nei pochi giorni che intercorrono tra la chiusura del mensile e la sua distribuzione non siano arrivate novità. Tant’è: al momento la situazione vede in campo soltanto i due candidati noti: Cristina Marigo e Cristiano Eberle. Arriverà il terzo, è praticamente certo, e questo eviterà che si verifichi una situazione senza precedenti a Schio, ossia quella di una tornata elettorale già in partenza certa di non andare al secondo turno, essendoci appunto già in partenza due soli candidati. Se si pensa che in anni passati si era arrivati ad avere anche sette aspiranti sindaco e comunque difficilmente meno di cinque, si capisce l’anomalia della cosa. Ma andiamo con ordine, e ricapitoliamo la situazione, così come si presenta a due mesi e mezzo dal voto.

Marigo e la maggioranza in carica

La candidatura della vicesindaco Cristina Marigo ha l’appoggio della lista di appartenenza, ossia la corazzata di “Noi Cittadini” che in questi dieci anni ha dominato la scena politica cittadina, e della lista civica “SchioAttiva”, dove sono confluiti alcuni esponenti delle precedenti liste SchioDando e Fare.

In questa seconda lista non manca una presenza un po’ a sorpresa, quella di un personaggio di spicco come l’assessore allo sport Aldo Munarini, che ha scelto di non ricandidarsi con la lista di cui ha fin qui fatto parte, “Noi Cittadini”, ma di farlo appunto con gli “Attivi”.

Tutti in campagna (elettorale)

In attesa che scenda in campo l’atteso terzo candidato sindaco, quello espressione di Fdi e Lega, i due in lizza – Cristina Marigo e Cristiano Eberle – vanno avanti per la loro strada, in una campagna per il voto che adesso davvero entra nel vivo.

In appoggio a Cristina Marigo dovrebbe arrivare anche la nuova lista “Civitas”, che ha come primo motore l’assessore all’ambiente Alessandro Maculan. E qui c’è un dettaglio interessante, che potrebbe aprire analisi su possibili sviluppi politici futuri. La lista non ha ancora annunciato il sostegno ufficiale a Marigo, mostrando la volontà di marcare un’identità forte. E in effetti, se da un lato non si vede perché Maculan dovrebbe rompere con la maggioranza di cui è stato fin qui espressione, dall’altro non si può non notare che la “dichiarazione di in-

tenti” con cui “Civitas” si presenta sul sito internet inizia con le parole “In una città liberata dalla politica delle parti”, e prosegue rivendicando “diversità di metodi” e definendosi “un movimento dedicato al cambiamento”.

D’altronde, se da un lato la lista insiste molto sulle sfide legate all’ambiente e alla sostenibilità (al suo interno ci sono parecchi giovani, e questa è già da sola una bella notizia), temi di cui si è occupato per anni l’assessore, dall’altro lato attinge anche al linguaggio politico pentastellato, come mostra la presenza di Marco Vantin, uno dei protagonisti della nascita del Movimento 5 Stelle a Schio, già consigliere comunale per un mandato e poi candidato sindaco appunto del M5S nel 2019. Ma la distanza fin qui marcata da “Civitas” nei confronti della candidatura Marigo forse può essere interpretata anche in prospettiva: l’impressione è che in questo modo Maculan punti a sottolineare una sorta di autonomia politica, per cominciare ad accreditarsi come possibile futuro leader. Su queste colonne già cinque anni fa abbiamo preconizzato una futura candidatura a sindaco da parte di Maculan, e del resto fino a un anno fa appariva come l’alternativa a Marigo qualora la vice di Orsi avesse deciso di non candidarsi. Maculan

[4] ◆ SchioMese Elezioni Comunali 2024

è giovane ma nel contempo ha già maturato un’esperienza decennale tra consiglio e giunta. Quindi la prospettiva di vederlo candidato a questo ruolo, prima o poi, rimane più che concreta. Attenzione a “Civitas”, dunque, perché entra in scena in una fase amministrativa delicata e di passaggio, e perché la chiave di lettura con cui nasce è quella di un soggetto politico, e di un suo leader, destinato con tutta probabilità a uscire più apertamente allo scoperto in un secondo momento.

Eberle e l’occasione del centrosinistra

Passando dall’altra parte, il campo di Cristiano Eberle si va definendo come previsto. I passaggi seguiti per la costruzione dell’alternativa a Marigo, da parte delle forze di centrosinistra, hanno fin qui seguito il percorso tracciato: prima è nata l’associazione “Una nuova Trama” con l’obiettivo dichiarato di avviare un dibattito politico sul futuro di Schio e con quello meno sbandierato di costruire un soggetto politico alternativo all’attuale maggioranza. Poi l’associazione è evoluta nell’omonima lista civica e Eberle ha reso pubblica la sua candidatura a sindaco, fin lì sottotraccia, marcandone la natura civica. Nella fase successiva è iniziato l’avvicìnamento dei partiti e delle liste al candidato. Per ora hanno comunicato il proprio appoggio Coalizione civica” di Carlo Cunegato e la lista di Maura Fontana “Schio per tutti”, a breve sarà la volta del soggetto principale della coalizione, il Partito democratico.

La campagna elettorale di Eberle, in effetti, mostra di seguire il canovaccio di quella vincente di Giacomo Possamai l’anno scorso a Vicenza, e d’altra parte la strategia di comunicazione è seguita dallo stesso team, quello di Giovanni Diamanti e di Quorum, una “macchina da guerra” per campagne elettorali, già sperimentata e risultata vincente ad esempio a Roma con l’elezione

del sindaco Gualtieri, a Verona con quella di Tommasi e appunto a Vicenza con quella di Possamai.

Ulteriore conferma della riproposizione della strategia messa in atto nel capoluogo arriva anche dall’idea di portare il candidato sindaco nei quartieri per incontri informali con i cittadini in bar e locali pubblici, così come fatto appunto nella campagna di Possamai. L’iniziativa, chiamata “Aperitivo con Cristiano”, ha già fatto in questi giorni tappa a SS.Trinità, a Ca’ Trenta, in centro e a Sacro Cuore ed è da immaginare che altre

Il terzo candidato sindaco, in arrivo, eviterà che si verifichi una situazione senza precedenti a Schio: quella di una tornata elettorale già in partenza certa di non andare al secondo turno. Se si pensa che in anni passati si era arrivati ad avere anche sette aspiranti sindaco, si capisce l’anomalia della cosa.

occasioni seguiranno. Nel frattempo, hanno cominciato ad apparire in certi punti della città anche i grandi manifesti pubblicitari da sei metri per tre tipici delle campagne elettorali nelle medio-grandi città. E se l’esperta squadra di Quorum utilizza ancora parecchio questo strumento in ogni occasione, vien da pensare che il canale delle buone vecchie affissioni conservi ancora un suo peso e non sia da sottovalutare nella costruzione di un candidato, specie quando si tratta di un’elezione locale.

Aspettando Fdi e Lega

Ed eccoci al punto di domanda. Il centrodestra. Fin qui è rimasto assente dall’agone della campagna, ma più per responsabilità delle segreterie provinciali e regionali di Fdi e Lega, che non si sono ancora “decise a decidere” come muoversi a Schio, che per colpe degli esponenti locali dei due partiti, a loro volta in attesa di un segnale definitivo dai livelli superiori.

Forza Italia già da più di un mese ha espresso appoggio a Marigo. Un ulteriore endorsement alla candidata della maggioranza, questo piuttosto sorprendente, è arrivato più di recente dall’ormai ex segretaria della Lega, Ilenia Tisato, candidata sindaco di quel partito cinque anni fa, che a fine febbraio ha abbandonato il suo partito e ha annunciato il suo sostegno alla vicesindaco, senza risparmiare critiche pesanti

Elezioni Comunali 2024

agli esponenti leghisti cittadini. In avvicinamento a Marigo è anche Enrico Bandolin, attuale consigliere comunale leghista, che in più occasioni ha lanciato segnali di apprezzamento per l’avvocata, arrivando da ultimo a polemizzare apertamente con Alex Cioni, principale esponente locale di Fratelli d’Italia, accusato di aver sabotato sul nascere, con frequenti attacchi e punzecchiature a Orsi e Marigo, ogni tentativo di verificare la disponibilità a un confronto e a un dialogo con lo schieramento della maggioranza uscente.

Cioni non ha mancato ovviamente di replicare. “Sono stati i ‘civici pentastellati’ di Orsi e Marigo a non aver mai avuto alcuna intenzione di fare una scelta di campo trasparente in alternativa al centro sinistra. Prima di convogliare a nozze, è necessario essere entrambi d’accordo. Il tira e molla che va avanti da mesi, non solo mi ha stancato, lo ritengo indegno. In questi 5 anni di consiglio comunale ho sempre mantenuto un approccio aperto al dialogo, ma non trovo alcuna soddisfazione a farmi prendere per fesso. C’è solo un modo per chiudere definitivamente a queste sterili ed estenuanti polemiche che ci distraggono dall’obiettivo di lavorare nell’interesse della città: scendere in campo con un nostro candidato sindaco e una lista che rappresenti il centro destra. Il tempo è scaduto”. Eh sì, il tempo in effetti è scaduto, ogni ulteriore attendismo o polemica non farebbe che appesantire la situazione di uno schieramento che, a dispetto del consenso elettorale ottenuto in chiave nazionale, in chiave locale è fin qui rimasto chiuso dalla forza espressa dalla maggioranza. Dunque l’atteso terzo candidato dovrebbe essere in arrivo. E tuttavia in questa situazione - con premesse poco edificanti in termini di polemiche interne, con la candidatura Marigo destinata ad attingere a una buona fetta di elettori di area centro e centro-destra e con un centrosinistra agguerrito e accreditato di un sicuro posto al ballottaggio - quello di Fdi e Lega rischia di essere un candidato sindaco di testimonianza. Sufficiente, comunque, per aprire le porte al turno di ballottaggio tra Cristina e Cristiano. A quel punto, però, inizierà un altro match, e in quel caso eventuali indicazioni da parte dei vertici di Fdi e Lega potrebbero avere un loro peso.

La partita è aperta. A giocarla sono le liste in campo, ma a deciderla, l’8 e 9 giugno, sarà il pubblico sugli spalti. Come dice De Gregori, la storia siamo noi. Nessuno si senta escluso. ◆

SchioMese ◆ [5]

VALLI DEL PASUBIO

Se la giocano Piva e Rizzo

alli del Pasubio va al rinnovo del governo cittadino con una curiosità di fondo: i due candidati sindaco in lizza sono espressione di altrettante liste civiche, ma sono entrambi riconducibili a un campo di centrosinistra. Per succedere a Carlo Bettanin, che ha deciso di chiudere la sua esperienza con la fascia tricolore e di non correre per un altro mandato, sono Gianvalerio Piva con la lista “Noi per voi” e Damiano Rizzo con la lista “Valli Insieme”.

Piva, “Rivitalizzare il centro urbano e le contrade”

“Rappresentiamo l’esperienza di tanti anni e in molteplici settori e vogliamo metterla a disposizione dei nostri concittadini a tempo pieno, con l’ambizione di riportare il nostro paese agli antichi splendori”. Così Gianvalerio Piva presenta la sua lista civica “Noi per voi”. Con i suoi 60 anni e due figli grandi, pensionato da pochi mesi dopo una vita di lavoro in Cias e poi nella società partecipata Alto Vicentino Ambiente, affiancando le amministrazioni nella programmazione della gestione dei rifiuti, Piva non rappresenta certo un volto nuovo per la politica valligiana. Infatti ha già prestato servizio come assessore e poi vicesindaco nei due mandati della giunta Cunegato dal 2009 al 2019. Tuttavia si è messo a disposizione “con l’idea di rappresentare una discontinuità con l’amministrazione

All’ombra del Pasubio e delle Piccole dolomiti sono in lizza Gianvalerio Piva e Damiano Rizzo per raccogliere l’eredità di Carlo Bettanin. Tra le loro priorità ci sono il centro del paese ma anche le contrade, i giovani a cui dare occasioni e interessi, le scuole e l’ambiente.

attuale, pur nel rispetto delle persone che si sono accollate l’onere di amministrare il territorio in anni oggettivamente difficili”. Piva, noto in passato anche come dj e poi organizzatore di concerti, dal punto di vista dell’orientamento politico si dichiara di centro-sinistra “per tradizione familiare”. Attualmente comunque, non ha tesse-

re di partito né si riconosce in uno degli schieramenti nazionali. A livello caratteriale si descrive come un uomo leale e caparbio: “Come si suol dire - spiega -: l’omo per la parola e il musso per la cavessa”. Un difetto che si riconosce, invece, è l’eccessiva schiettezza, “che in politica spesso è un male perché per riuscire a trovare i compromessi necessari è sempre meglio saper contare fino a dieci”.

Tra i componenti della lista anche diversi volti noti del paese: l’ex comandante della stazione dei carabinieri Nazareno Passeri, due ex amministratori della lista Cunegato, Gianni Dalle Nogare e Giuliano Cumerlato, due consiglieri uscenti, Franco Munafò, delegato alla sicurezza e Stefano Pozzera, con la delega allo sport e Antonio Spadaro, oggi nel Cda della casa di riposo “Penasa” e presidente dell’associazione nazionale carabinieri.

Per quanto riguarda il programma amministrativo, Piva indica alcune priorità. “Due obiettivi da realizzare subito – spiega - saranno dare un nuovo impulso alla pista ciclabile, già finanziata cinque anni fa dalla nostra amministrazione e rimasta

→ segue a pag. 8 [6] ◆ SchioMese Elezioni Comunali 2024

Ecografie e Mammografie al seno

Ecografia al seno

L’ecografia è una tecnica diagnostica basata sugli ultrasuoni, completamente indolore e non invasiva. Si tratta di una metodica che non presenta effetti collaterali e/o controindicazioni: non utilizzando radiazioni essa è consigliabile anche ai soggetti giovani.

Mammografia con tomosintesi

La mammografia con tomosintesi è un esame radiografico approfondito, che permette di ottenere un’immagine volumetrica (e non 2D) della mammella. Le linee guida consigliano l'esecuzione di questo esame a partire dai 40 anni di età (fonte: American Society of Breast Surgeons). La mammografia con tomosintesi permette di studiare in modo

scrupoloso la mammella e di individuare anche i noduli maligni di piccole dimensioni. Inoltre, il Mammografo Hologic assicura un maggiore comfort in fase di acquisizione delle immagini rispetto a quella di una Mammografia 2D, lasciando il seno in compressione il minor tempo possibile (l’acquisizione in Tomosintesi dura pochi secondi).

Elevata tecnologia Risposta immediata SENOLOGIA
Thiene & Schio (VI) poliambulatorisangaetano.it 0445 37 22 05 Direttore Sanitario Dr. Zancan Renzo, Dr. Zancan Giuseppe & Dr.ssa Spezzapria Maria

Elezioni Comunali 2024

“Per dare nuovo slancio al nostro paese dobbiamo puntare sui giovani, ricchezza di oggi e speranza per il futuro”, afferma Damiano Rizzo.

“Partiremo con la realizzazione di un business plan per capire in che direzione vuole andare la Valli del futuro”, spiega Gianvalerio Piva.

← segue da pag. 6

in un limbo, e realizzare un laghetto sotto il ponte di San Giovanni, che rappresenterà un importante presidio contro il rischio di incendi boschivi riportando in vita un elemento paesaggistico che esisteva già in passato”.

Invece un progetto di lungo termine che impegnerà vari anni sarà quello di rivitalizzare il centro urbano, arrestando la moria di negozi in corso. “Partiremo con la realizzazione di un business plan per capire in che direzione vuole andare la Valli del futuro, coinvolgendo anche i centri di Staro e Sant’Antonio e mettendo in rete tutte le realtà esistenti, sia da un punto di vista relazionale, ma anche tecnologico, con l’installazione di nuovi ponti radio per garantire l’accesso a internet in tutte le zone di interesse turistico”.

“Valli, fortunatamente ha ancora molti punti di forza - continua il candidato sindaco - tra questi in primo luogo la bellezza naturale e la sentieristica. Il territorio potrebbe essere valorizzato con un progetto di co-housing pubblico-privato nelle contrade. E poi l’acqua, con le fonti ancora non sfruttate commercialmente, e anche la tranquillità e il buon vivere che oggi sempre più rappresenta un valore per la gente di pianura e che si potrebbe capitalizzare attraverso un progetto di ripopolamento delle contrade, ad esempio con l’idea delle ‘case a 1 euro’, ma ben normata”. Piva comunque non si nasconde di fronte ai problemi del paese: “Il primo è senza dubbio la mancanza di ricambio generazionale, poi il territorio sempre più fragile e infine l’agricoltura di montagna sempre meno attrattiva per i giovani: problemi

collegati gli uni agli altri a cui va cercata una soluzione il più possibile organica. Ce la metteremo tutta, con l’impegno e la passione di chi ama il proprio paese”.

Rizzo, “Tra le priorità i giovani, la scuola e l’ambiente”

“Per dare nuovo slancio al nostro paese dobbiamo puntare sui giovani, ricchezza di oggi e speranza per il futuro. Con questa idea ho raccolto una squadra di uomini e donne entusiasti e appassionati”.

Si presenta così la lista civica “Valli Insieme”, per bocca del suo animatore e candidato sindaco, Damiano Rizzo. Da sempre impegnato nel terzo settore, nel cui ambito ha fondato la cooperativa sociale Gaia impegnata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, Rizzo, 58 anni, sposato con tre figli grandi, ha presieduto per oltre un decennio la società polisportiva valligiana. Ha alle spalle l’esperienza di consigliere comunale in due mandati, ma fino ad oggi ha preso parte alla politica locale sempre dai banchi dell’opposizione. Questa volta invece punta dritto alla stanza dei bottoni.

“Daremo seguito alle cose buone fatte da questa amministrazione, ma la nostra comunità ha bisogno di aprire un nuovo capitolo per superare l’impasse in cui si trova oggi”.

Non vuole sbilanciarsi sulla sua fede politica: “Anche perché - precisa - credo che la mia storia personale possa parlare per me: in ogni caso non sono iscritto a partiti politici”.

Rizzo si riconosce come pregio quello di saper valorizzare le persone “per non lasciare indietro nessuno e consentire a ciascuno di fare il meglio per la causa comune”, ma, d’altra parte, si descrive come poco a suo agio nello stare sotto i riflettori, “cosa che

sicuramente non è un bene per uno che si candida a una posizione di vertice”. Della sua lista fanno parte, tra gli altri, Giorgio Dalle Molle, medico specialista in cardiologia, competente per tutto ciò che riguarda i temi sanitari, l’Ulss e l’ospedale, l’architetto Silvia Dalle Molle, professionista ed esperta dei rapporti con gli uffici comunali, Paolo Brunello, con alle spalle una lunga esperienza di lavoro nella pubblica amministrazione, nonché cittadini e professionisti di vari settori desiderosi di mettere a frutto le loro competenze per il bene comune come Cristina Pianalto e l’ing. Samuele Pozzacchio.

Le idee del gruppo si concretizzano in traguardi da raggiungere con uno sprint e altri da affrontare come una maratona. Fra i primi la sistemazione del campo da gioco oggi poco accessibile in particolare per la mancanza di illuminazione, “perché dobbiamo dare sempre più spazi di aggregazione ai nostri giovani”, e l’assistenza alle associazioni in ottica di snellire il carico burocratico e di responsabilità civile che grava su chi organizza eventi “che vanno a beneficio di tutta la comunità e meritano il nostro sostegno”.

Più lunga invece sarà la gestazione del ripristino del centro giovanile, che per Rizzo rappresenta un obiettivo strategico: “Il progetto esiste già, il confronto con la parrocchia per l’acquisizione è avviato e abbiamo già adocchiato anche dei fondi da dirottare: oltre a una sala per le attività giovanili al piano terra, realizzeremo spazi attrezzati con camerate e cucine per ritiri di squadre o gruppi e per i pellegrini della Romea Strata che già oggi avrebbero bisogno di un punto di sosta”.

Ma quali sono, per Rizzo e la sua lista, le prime tre emergenze da risolvere in paese? “La prima patata bollente per il nuovo sindaco, molto concreta, è quella relativa alle scuole: va istituita subito una commissione per fare chiarezza sullo stato attuale dei finanziamenti e trovare soluzioni per la messa in sicurezza. Ma le emergenze più gravi sono sicuramente la mancanza di partecipazione e il calo demografico per affrontare le quali bisogna che le istituzioni riaprano le porte ai cittadini e in particolare ai giovani che cercano soluzioni abitative in paese. Fortunatamente la realtà valligiana ha tante energie da mettere in campo, in primis sicuramente i giovani, la cui capacità di coordinarsi e attaccamento al territorio ci viene invidiata da tutti i comuni limitrofi e in generale le tante realtà associative presenti. Infine va data attenzione all’ambiente, che va tutelato anche con progetti concreti come un nuovo ecocentro e un nuovo impianto termico a biomasse per la casa di riposo”.

[8] ◆ SchioMese

Elezioni Comunali 2024

“La squadra che ho guidato in questi dieci anni ha fatto un buon lavoro, sono orgoglioso dell’impegno che abbiamo profuso nell’amministrazione della cosa pubblica”, dice il sindaco Boscoscuro.

“Desideriamo costruire un rapporto più proficuo tra amministrazione e cittadini, un Comune capace di dare risposte nel rispetto dei limiti e delle normative”, afferma lo sfidante, l’ex sindaco Pietro Maria Collareda.

ra i comuni che andranno al voto per le amministrative di giugno c’è anche Torrebelvicino. Da un lato Emanuele Boscoscuro, sindaco uscente, si candida per il terzo mandato consecutivo assieme alla squadra di “Fare Insieme” che ha guidato il paese nell’ultimo decennio. Dall’altro Pietro Maria Collareda, che era stato sindaco a sua volta per due mandati tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, si ripresenta con un nuovo gruppo civico, “Un comune amico”, formato prevalentemente da giovani che, nell’ultimo biennio, si sono organizzati per proporre un’alternativa alla gestione attuale.

Boscoscuro, nel segno della continuità

“Credo che negli ultimi dieci anni la squadra che ho guidato abbia fatto un buon lavoro, soprattutto considerando che siamo stati limitati dal periodo pandemico”, spiega Boscoscuro, che viene da una matrice politica di centro destra.

“Il nostro è un gruppo coeso e affiatato, che ha badato alla sostanza dei progetti. Ci siamo fatti poca pubblicità, probabilmente, ma abbiamo portato a casa risultati importanti: ad oggi tutte le scuole del paese sono antisismiche – siamo uno dei pochi casi in Italia – e abbiamo reso antisismico anche lo storico ponte delle Capre, che viene transistato anche da mezzi pesanti e che era a rischio di deterioramento. Abbia-

TORREBELVICINO In campo Boscoscuro e Collareda

A Torrebelvicino si sfidano il sindaco uscente Emanuele Boscoscuro e l’ex sindaco Piero Collareda. Per chiunque dei due risulterà eletto si tratterà del terzo mandato, visto che Boscoscuro ne ha appena conclusi due e per Collareda è un ritorno sulla scena politica locale dopo i due mandati da primo cittadino tra anni Novanta e primi Duemila.

mo lavorato al restauro e alla conservazione della chiesetta di San Rocco e ci siamo occupati della gestione ordinaria, curando asfaltature e sanando periodicamente le frane che sono così tipiche della morfologia del nostro territorio. Abbiamo cercato di finanziare tutti gli interventi maggiori con fondi extra-bilancio ottenuti vincendo bandi e raccogliendo contributi esterni, così da non gravare eccessivamente sulle casse comunali”.

Fin qui, quello che è stato fatto. Ma per il futuro? “Sicuramente desideriamo completare le progettualità che sono avviate, prima tra tutte quella della viabilità del centro, promuovendo la mobilità dolce e dedicandoci alla sicurezza di pedoni e biciclette –prosegue Boscoscuro -. Ci piacerebbe lavorare per costruire marciapiedi transitabili

e per collegare i vari parchi cittadini con percorsi ciclabili e pedonali. Torrebelvicino è un paese dinamico e potremo renderlo ancora più a misura di residente investendo sul muoversi in modo sostenibile. Vogliamo proseguire nel mantenimento dell’ordine, del decoro e della pulizia del paese, elementi fondamentali per poter offrire ai nostri concittadini un ambiente curato dove vivere. Cercheremo di impegnarci di più sul fronte del sociale, approfondendo la collaborazione con il nuovo ambito territoriale che fa capo all’Ulss e che riunisce tutti i vari comuni, sfruttando le opportunità che la rete può offrirci: da soli possiamo poco, visti i vincoli che ci permettono di avere un solo assistente sociale part-time, situazione che condividiamo con molti altri municipi delle nostre dimensioni. Dal punto di vista culturale stiamo già operando per recuperare la memoria storica del paese, soprattutto nei suoi aspetti geominerari che lo rendono un luogo unico nel suo genere. L’idea è quella di promuovere Torrebelvicino come paese con le sue caratteristiche peculiari, sostenendo le realtà associative che lo valorizzano proponendo festival e incontri e dando maggior visibilità possibile ai tanti artisti turritani – siamo terra di scrittori e musicisti – che meritano maggior considerazione”.

L’esperienza da sindaco, per Boscoscuro, è stata positiva e il desiderio è quello di terminare il lavoro avviato.

[10] ◆ SchioMese

“Come sindaco ho avuto l’opportunità di conoscere tante persone che si dedicano alla comunità e che la tengono viva offrendo il proprio tempo libero agli altri. Sono orgoglioso dell’impegno che abbiamo profuso nell’amministrazione della cosa pubblica nell’ultimo decennio e so che possiamo proseguire le attività intraprese nonostante quelle che potranno essere le difficoltà sul nostro cammino. Assieme agli uffici comunali siamo stati in grado di finanziare una serie di opere, soprattutto legate all’efficienza energetica, senza pesare sul bilancio, e abbiamo consapevolmente scelto di non concentrarci su fondi, come quelli legati al PNRR, che ritenevamo di difficile gestione e rendicontazione. Credo che le notizie dell’ultimo periodo ci stiano dando ragione. Abbiamo preferito concentrarci sulle collaborazioni con enti di area vasta, come l’Unione Montana, che ci hanno permesso di essere tra i beneficiari dei finanziamenti per il bando sulla costituzione della Green Commuity locale”. “Spero che i turritani possano apprezzare gli sforzi fatti – conclude Boscoscuro -. Il nostro è un comune sano e abbiamo ripagato oltre 6,5 milioni di debiti lasciati dalle amministrazioni precedenti, chiudendo mutui e liberando risorse per il futuro”.

Collareda, l’esperienza dentro una squadra di giovani

“La mia è una candidatura che coniuga continuità e novità - racconta da parte sua Piero Collareda -. Credevo che la mia esperienza amministrativa fosse terminata dopo i due mandati conclusisi circa vent’anni fa, ma la possibilità di un terzo mandato ha rimesso in gioco nuove possibilità”. Storicamente appartenente al centro sinistra, Collareda ha attorno a sé un gruppo di persone – circa un’ottantina – di cui fanno parte numerosi giovani, per la maggior parte laureati.

“Circa un paio d’anni fa – prosegue - abbiamo iniziato a interrogarci sulla possibilità di dare un’alternativa amministrativa al paese dopo il doppio mandato di Boscoscuro. Il nostro primo obiettivo era quello di creare un gruppo, il più civico possibile, che convergesse poi in una lista in grado di presentarsi alle elezioni: riteniamo infatti che, in un’ottica di dialettica democratica, avere una sola lista da poter scegliere in una realtà come quella di Torrebelvicino sia una limitazione forte. Ci siamo così messi a lavorare, creando un laboratorio politico che ha condotto indagini e questionari in tutto il comune. Il progetto si è chiamato “Il Sacco delle Idee” e ci ha permesso di raccogliere spunti e informazioni che ci hanno consentito di riflettere e di stilare un programma che risponda alle esigenze dei cittadini. Dalla discussione

del programma e dall’impegno di un gruppo ristretto è nata la lista “Un Comune Amico”, che si compone di tanti giovani e di alcune figure senior, con esperienze importanti alle spalle. Credo sia il giusto mix per poter amministrare con freschezza, lungimiranza e consapevolezza”.

Il primo obiettivo, quello di arrivare a elezioni con due liste, è stato raggiunto. Ma se dovesse vincere, su cosa si concentrerebbe il nuovo gruppo?

“La nostra proposta ruota attorno ad alcuni punti fondamentali, che in buona sostanza potrei sintetizzare nel lavorare per una migliore qualità della vita per i turritaniafferma Collareda -. Desideriamo costruire un rapporto più proficuo tra amministrazione e cittadini: un Comune amico, che non significa un Comune che lascia passare tutto, ma che è trasparente, onesto e capace di dare risposte nel rispetto dei limiti e delle normative. Vogliamo poi concentrarci su due fasce della popolazione che ci stanno molto a cuore: gli anziani, lavorando assieme all’Ulss per la creazione di un centro diurno nell’ex scuola materna di proprietà comunale di Pievebelvicino, e i bambini, per una migliore integrazione della scuola dell’infanzia all’interno dell’istituto com-

Elezioni Comunali 2024

prensivo, riconoscendo il ruolo fondamentale che ha nella crescita dei cittadini del domani. Il grande sogno è quello di dare vita a un Patto Educativo, che viene già sperimentato in altri Comuni, come Marano Vicentino. L’obiettivo è creare una comunità auto-educante, dove tutti i soggetti - insegnanti, genitori, nonni, animatori, educatori... – con compiti educativi lavorino per una Torrebelvicino a misura di bambino e ragazzo. Non ci dimentichiamo della sicurezza, che per noi deve andare di pari passo con la solidarietà: nell’ottica di una collaborazione proficua con le forze dell’ordine, l’idea è quella di impegnarci perché le persone siano sempre più in contatto tra loro, creando reti di vicinato che più che fare ronde o controlli siano realtà fatte di parole amiche, sostegno reciproco e possibilità di fare affidamento gli uni sugli altri”.

“Un ultimo aspetto - conclude Collareda -. Ho una storia e un’esperienza personali che mi portano a preferire la costruttività alla critica. Sono molto grato per tutti quelli che hanno amministrato Torrebelvicino, sia prima di me che dopo di me, compreso il gruppo attuale. So quanto impegno e quanta responsabilità comportino lo stare in municipio. Mi auguro che la campagna elettorale sia nel segno del rispetto e della propositività. Sento spesso muovere critiche sulle passate gestioni del bilancio, ma mi si permetta di dire che nei miei due mandati precedenti, a fronte di 8 milioni di euro spesi, ne sono entrati 18 in opere. La variante al centro, come pure altri interventi della zona, sono il frutto del lavoro anche di amministrazioni precedenti a questa. In una comunità locale ogni nuova amministrazione aggiunge un tassello e ciascuno cerca di fare del suo meglio: lo faremo anche noi, qualora i cittadini decidano di dare fiducia ad un gruppo che sta lavorando, con fair play e umiltà, su nuove proposte”. ◆

Madre Arlotti “Giusta dell’Umanità”

Al Giardino dei Giusti di Milano, Madre Luisa Arlotti, canossiana, direttrice dell’ex Asilo Rossi, “partigiana combattente” e Cavaliere della Repubblica per meriti partigiani, è stata nominata “Giusta dell’Umanità”. Alla cerimonia era presente anche il sindaco Orsi con altre autorità e rappresentanti di associazioni cittadine, ma è doveroso ricordare che spetta a Ugo De Grandis, studioso della Resistenza locale, il merito di essersi attivato in prima persona per far sì che entrambi i religiosi ottenessero un riconoscimento così im-

portante, soprattutto in tempi come i nostri, che hanno bisogno di conoscere e valorizzare figure di elevata statura morale. In occasione della Festa della donna, al Lanificio Conte, c’è stata una serata teatrale interamente dedicata a Madre Luisa Arlotti, introdotta storicamente da De Grandis e diretta da Rudy Anselmi; affidata alle donne (Elena Polidoro e Paola Daddelli) sia la narrazione che l’accompagnamento musicale (Cecilia Bonato): un modo diverso e toccante per ricordare una splendida figura femminile. [M.D.Z.]

SchioMese ◆ [11]

ra un paio di mesi Palazzo Garbin vedrà il cambio della gestione politica. A prescindere da chi sarà il candidato sindaco vincitore, giunta e consiglio comunale si rinnoveranno come ogni cinque anni. Le amministrazioni comunali sono fatte così: c’è la parte politica, che scade a ogni nuovo mandato, e la componente tecnica, composta da dirigenti, responsabili, impiegati e operai che mandano avanti operativamente la macchina. I politici vanno e vengono, mentre spesso i tecnici rimangono. È essenziale, perciò, poter contare su un gruppo di tecnici organizzati, motivati e impegnati.

Abbiamo svolto una ricognizione per capire che macchina burocratica si troverà di fronte il nuovo sindaco e se è sufficientemente attrezzata per far fronte alle esigenze dei cittadini.

È innegabile che negli ultimi anni il personale si sia contratto: pur cercando di mantenere attivi tutti i servizi essenziali per i cittadini, la struttura comunale ha dovuto ridurre il personale amministrativo e gestionale a causa di nuove regole imposte dallo Stato. Negli ultimi tre anni si sono persi 15 posti di lavoro.

“Ancora una volta si è dato vita a una riforma del personale pubblico fatta di tagli drastici che non tengono conto delle specificità locali - dichiara il sindaco uscente Valter Orsi -. Schio ha storicamente una gestione virtuosa della sua macchina amministrativa, con una pianta organica che si aggira sui 250 dipendenti. Altri comuni italiani, delle stesse dimensioni, hanno anche 400 dipendenti. Tuttavia si è fatta una valutazione orizzontale, che ha colpito tutti indiscriminatamente, anche quelle realtà che si erano distinte, come la nostra, per l’efficacia e l’efficienza gestionale”. Dal 2020, in applicazione al Decreto legge 34/2019, la capacità di assunzione degli en-

Quelli che fanno funzionare il Comune

A causa delle nuove regole a livello nazionale, anche il Comune di Schio ha dovuto ridurre il personale amministrativo e gestionale, perdendo 15 posti di lavoro negli ultimi tre anni. E intanto l’età media dei dipendenti sale: oltre il 60% ha più di 50 anni, mentre a essere sotto i 35 anni sono soltanto in quattro.

ti è infatti dettata dal non superare un certo rapporto tra spese del personale ed entrate correnti, al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità. Fuori dal “burocratese”, significa che più sono le entrate del Comune (in buona parte dipendenti dalle tasse versate dai cittadini) e maggiore il contenimento della spesa, più sarà possibile assumere. Non è però sempre così semplice: bisogna tenere conto che ogni nuova assunzione non deve impattare negativamente sulla capacità assunzionale degli anni successivi, quindi entra in gioco un meccanismo di equilibri complessi. Basta, ad esempio, un aumento contrattuale degli stipendi dei dipendenti in servizio per “bruciare” possibilità di assunzione.

“Ci troviamo di fronte alla situazione paradossale per cui per riuscire ad assumere più personale dovremmo aumentare i tributi locali, pur avendo un bilancio sano ed equilibrato che ci permetterebbe, fuori da queste maglie così strette, di garantire un buon livello di servizi senza tassare ulte-

Bobby Solo e Risi&Bisi all’Astra

Dopo il successo dell’esibizione di Malo, l’accoppiata cabaret-rock’n roll va in scena anche a Schio. I Risi & bisi festeggiano i 40 anni di attività ospitando Bobby Solo e la sua band in concerto, in occasione dei 60 anni di “Una lacrima sul viso”.  Prima risate, poi grande musica con spa-

zio revival dedicato a Elvis Presley. L’appuntamento è per venerdì 31 maggio alle 21 e i biglietti (posti numerati)  sono già in vendita sui circuiti Ticketone e Vivaticket, oppure a Schio alla Fondazione Teatro Civico, da Discovery (galleria Conte) o a Posta Express di via Marconi.

riormente i cittadini – spiega Orsi -. Politicamente abbiamo scelto di spingere sulla digitalizzazione dei servizi e abbiamo chiesto uno sforzo ulteriore ai nostri dipendenti già in servizio, ma non tutto può essere risolvibile dall’innovazione tecnologica. Ci sono servizi che richiedono un front office attivo e presente, con persone in carne e ossa a rispondere alle richieste dei residenti”.

È chiaro che, diventando così complicato assumere nuove leve, la struttura fa principalmente affidamento su impiegati con una certa anzianità di servizio. Nel Comune di Schio oltre il 60% dei dipendenti ha più di 50 anni. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 50 e i 54 anni, in cui rientra più di un quarto dei dipendenti. La fascia giovanile presenta dati impietosi: sotto i 35 anni lavorano in municipio solo 4 persone, pari al 2% circa del totale. Dal 2023, in ogni caso, il Comune di Schio è riuscito a ricominciare ad assumere personale a tempo indeterminato, quantomeno per sostituire i pensionamenti nei settori prioritari per garantire la qualità del servizio ai cittadini.

“In realtà non siamo in grado di assumere tutto il personale di cui abbiamo bisogno - specifica Orsi -. Burocraticamente non è possibile e questo può comportare dei ritardi nell’erogazione dei servizi, situazione di cui ci dispiacciamo molto, ma che non riusciamo a risolvere direttamente perché è qualcosa di indipendente dalla volontà dell’amministrazione comunale”. ◆

[14] ◆ SchioMese
Attualità

IMirella Dal Zotto

l Collettivo Femminista Scledense è nato nel 2021 da un gruppo di persone che sentiva l’esigenza di confrontarsi e sensibilizzare sulle tematiche femministe e di adoperarsi per una società più inclusiva ed egualitaria. Nel mese dedicato alla Giornata internazionale della donna e dei diritti delle donne, parliamo con alcune aderenti del Collettivo, perché di femminismo c’è ancora bisogno.

“Il nostro gruppo è formato da una pluralità di persone, senza una struttura gerarchica – precisano Francesca ed Elena -. È un tentativo di democrazia diretta, che si basa sul principio dell’orizzontalità: tutte hanno la possibilità di esprimere il proprio parere, e tutte le voci sono valorizzate allo stesso modo. Attualmente siamo circa venti persone di varie età (dai 20 ai 50 anni), eterogenee culturalmente e professionalmente, provenienti da Schio e da comuni limitrofi dell’Alto Vicentino”.

Iniziative?

“Abbiamo scritto, stampato e distribuito la guida “Libera di scegliere” sull’interruzione di gravidanza, con le informazioni utili per accedere ai servizi del nostro territorio. Stiamo portando avanti nelle scuole superiori il Progetto Viola, in versione ridotta fornito anche a gruppi scout: è un percorso formativo di educazione all’affettività e alla sessualità, concentrato sulla relazionalità, sull’affettività, sulla cultura del consenso e del rispetto, sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale. Stiamo collaborando con il Cinema Campana di Marano per una rassegna femminista, ‘Donne al centro: reinventarsi per resistere’. Con la compagnia teatrale ‘Follia Organizzata’ abbiamo programmato per sabato 23 marzo lo spettacolo ‘In viaggio per Itaca’, al Bruco di Magrè. Il 6 aprile organizzeremo la presentazione del libro ‘POCHE. La questione di genere nell’industria culturale italiana’. Abbiamo ovviamente molto a cuore due giornate particolari, l’8 marzo e il 25 novembre, e in quelle date diamo vita a momenti di riflessione collettiva e azioni di piazza, in collaborazione con altre realtà associative del territorio. Di recente abbiamo contribuito all’organizzazione della commemorazione delle vittime delle rotte migratorie e abbiamo partecipato alla mobilitazione a sostegno della Palestina”. Torniamo al significato della parola “femminista”, a tanti anni dalla sua introduzione.

Il Collettivo dà voce alle donne

Da un paio d’anni è attivo a Schio il Collettivo Femminista Scledense, un gruppo di persone che si è messo al lavoro per favorire una società più inclusiva e egualitaria e dare un contributo a un cambiamento di mentalità, per contrastare le discriminazioni di genere.

“Secondo noi la persona femminista è colei che è in grado di accorgersi delle disuguaglianze e delle discriminazioni di genere, ma non solo, che riguardano lei e chi la circonda; si attiva e fa rete per portare un cambiamento concreto nella società, che dev’essere più rispettosa e inclusiva”. Vi definite “apartitiche”?

“Apartitiche non significa apolitiche, ogni nostra azione è politica, però nessuno dei partiti presenti nella scena attuale ci rispecchia; non sono realmente interessati ai problemi delle donne o di altre comunità marginalizzate, si limitano a strumentalizzare alcune questioni per ottenere un vantaggio in termini di consenso o di voti, senza cercare soluzioni concrete e durature”.

Avete contatti con lo Sportello Donna del Comune?

”Lo scorso anno abbiamo collaborato con gli Sportelli Donna di Malo e di Schio per il Progetto Viola. Siamo aperte a considerare qualsiasi proposta, ma il nostro ruolo è diverso da quello dello Sportello Donna e dei Centri Antiviolenza, che fanno un fondamentale lavoro di supporto, accoglienza e tutela di chi è in situazioni di violenza e fragilità: i finanziamenti che ricevono sono troppo scarsi rispetto alle esigenze che ci sarebbero... Noi ci limitiamo a cercare di

portare avanti un’attività di educazione e diffusione di informazioni, comunque necessaria”.

Dai dati in vostro possesso, sono in aumento nella nostra zona molestie e violenze?

“Dal report del centro ‘Maria Grazia Cutuli’ ci è stato segnalato che da gennaio a dicembre 2023 ci sono state 138 donne entrate ex novo nel servizio: 71 percorsi di consulenza e 67 prese in carico, che si aggiungono alle 64 degli anni precedenti. A queste richieste d’aiuto dobbiamo poi aggiungere le 295 segnalazioni arrivate al Centro da gennaio a metà novembre; in conclusione, i dati sono in leggero aumento rispetto al 2022, e si tratta della punta dell’iceberg. Dobbiamo essere coscienti del fatto che la violenza di genere è un problema sistemico della nostra società ed è necessario un cambiamento strutturale nella mentalità delle persone. La nostra linea di azione cerca di abbattere la piramide dal basso, perché non possiamo aspettare che avvengano stupri e femminicidi per prendere iniziative”.

Un invito?

“Certo: se siete curiose, e curiosi, di conoscerci, non esitate a mandare un messaggio alla nostra pagina instagram cfschio. official o su Facebook Collettivo Femminista Scledense – CFS, o alla e-mail collettivofemministascledense@gmail.com. ◆

[16] ◆ SchioMese Attualità

Attualità

C’è una doppia impronta scledense nel nuovo museo inaugurato dalla Congregazione delle Figlie della carità Canossiane a Verona nella Casa madre del complesso monastico dei santi Giuseppe e Fidenzio, in occasione dei 250 anni dalla nascita di Maddalena di Canossa. La prima impronta è quella di santa Bakhita, la cui presenza è evidente e concreta sia all’interno della casa canossiana veronese, sia nel museo stesso. La seconda impronta è quella dell’architetto Luisa Fontana, che ha progettato e realizzato il percorso espositivo insieme con il team del suo atelier, che ha lo studio in centro a Schio.

Il museo – inaugurato alla presenza della superiora generale delle Canossiane, madre Sandra Maggiolo, e della superiora pro-

L’impronta di Schio nel museo della Casa madre delle Canossiane

L’architetto Luisa Fontana ha progettato e realizzato l’innovativo percorso museale inaugurato nella Casa madre canossiana a Verona per i 250 anni dalla nascita di Maddalena di Canossa.

vinciale d’Italia, madre Elena Pilastro - racconta la vita di Maddalena, da marchesa di Canossa e nobildonna di primo piano nello scenario culturale e politico del tempo a religiosa devota alla causa dell’accoglienza, della crescita educativa e culturale dei più bisognosi e in particolare di giovani e donne. Un percorso museale che si snoda attraverso lo scenario del complesso monastico, concesso da Napoleone a Maddalena di Canossa, e che per l’occasione è stato attrezzato con allestimenti innovativi, spazi didattici e ludici e interfacce multimediali di ultima generazione.

Il progetto ha recuperato le teche espositive del padiglione cinese della Biennale di architettura di Venezia conclusasi a novembre, altrimenti destinate al macero, e la loro ricollocazione nei locali della Casa canossiana di Verona. Un nuovo modo

VISTO DAL CASTELLO /11

di agire all’insegna della sostenibilità e di quei nuovi stili di vita, di produzione e di consumo richiamati anche dal Papa. L’allestimento museale, innovativo nella forma, nell’organizzazione e nei contenuti, consente anche un’esperienza immersiva attraverso la realtà virtuale nel metaverso, risultato della collaborazione con il Politecnico di Torino e la Fondazione Links. Il Fuoco di Maddalena, rappresentato da un’installazione artistica sviluppata presso l’Architectural Association School of Architecture di Londra attraverso il design parametrico e la fabbricazione digitale, è il leitmotiv della mostra.

Il percorso museale è un progetto pensato per essere arricchito di ulteriori contenuti e per essere trasportato ovunque, a partire dai cinque continenti nei quali l’istituto canossiano è presente e opera. ◆ [S.T.]

Non svendiamo gli oggetti del passato

C’Mariano Castello

è stato un periodo nel secondo dopoguerra in cui la gente voleva liberarsi di tutto quello che poteva ricordare un passato di miseria. È stato un fenomeno che ha investito tutto, anche i mobili di casa. A Schio in via Mazzini c’era un falegname, che modernizzava i mobili vecchi. Se i mobili presentavano cornici o altri orpelli, venivano piallati con cura per poterci attaccare dei fogli di compensato. Maniglie di plastica stile novecento, una bella lucidata e via. Non si sa quanti pezzi di antiquariato anche di pregio siano stati sacrificati in questa corsa collettiva allo stile moderno, che consisteva più che altro nel togliere ogni decorazione (come imponeva già da qualche decennio lo stile razionalista in architettura).

Poi dagli anni sessanta avanzati ci fu la corsa all’antico. Si aprirono botteghe di

antiquariato anche in mezzo alla campagna, dirette da mezzi analfabeti in giacchetta e cravatta, che disputavano con supponenza di stili e di epoche. Uno mi ha detto con un certo sussiego: “Luigi quattordici el ciamaria el milequatrosento”. “Va in mona, va là” mi sarebbe venuto da dirgli, ma in realtà stavo al gioco di questi levantini nostrani, che facevano soldi anche vendendo aria.

Questi andavano nella direzione esattamente opposta a quella prima illustrata: cercavano cioè di antichizzare mobili relativamente recenti o comunque aggiungevano secoli. “Sto chì? El xe come minimo del milesinquesento, ma che no el sia anca più vecio. El varda, salo, che mi go vendù anca mobili del tre”.

“Del tre?” “Del miletrezento”. “E dove li galo trovà?” “In giro a granari e cantine”. Poi tutto questo mondo fatto di finti esperti e di mobili finti, che aveva messo a so -

qquadro tutti i granari d’Italia, crollò miseramente e i prezzi tornarono ad essere quelli più giusti e questo commercio tornò nelle mani di professionisti. Oggi se mai c’è il rischio opposto: che oggetti del passato frutto di abilità artigiane scomparse, vengano svenduti. Mi riferisco in particolare ai manufatti in rame battuto di uso comune, che hanno conosciuto prezzi folli fino agli anni novanta del novecento e che poi hanno subìto un crollo come tutto il resto, per cui oggi è anche difficile trovarli, data l’esiguità del prezzo al quale dovrebbero essere venduti. Io credo invece che dovremmo valorizzare tutto quello che è frutto della fatica dell’uomo e dell’abilità artigiana, tanto più che quest’ultima oggi è quasi totalmente scomparsa. Le nostre sono mani da tastiera di computer più che da artigiani. E allora non svendete: aspettate tempi migliori. Il ripetersi ciclico degli eventi è quasi una certezza.

[18] ◆ SchioMese

Attualità

Dopo la conferma dei contributi da parte di Area Urbana Pedemontana per la realizzazione di un bosco urbano tra il parcheggio di via Milano e via Istria, arrivano nuove risorse per l’ampliamento delle piantumazione di alberi e per la creazione di un bacino di raccolta delle acque piovane nell’area di sosta adiacente alla stazione.

Il Comune ha ottenuto un contributo di 270 mila euro da Fondazione Cariverona nell’ambito del bando “Capitale Naturale”. Il progetto finanziato prevede la messa a dimora di circa 200 piante nei parcheggi di fronte alla stazione ferroviaria e adiacente a via Baccarini. Nell’area retrostante la stazione sarà realizzato il bacino di raccolta delle acque piovane.

«Ampliando la piantumazione di alberi nelle zone delle aree di sosta si otterrà un benefico effetto di contrasto al formarsi di isole di calore all’interno delle aree urbanizzate. La presenza di alberi aiuterà anche a migliorare la qualità dell’aria, assorbendo CO2 e riducendo l’inquinamento atmosferico - spiega l’assessore all’ambiente, Alessandro Maculan -. L’installazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana permetterà di conservarla per utilizzi sia all’interno del parcheggio, sia nel parco circostante. Questo approccio alla gestione delle acque piovane contribuisce alla salute delle piante nel parco fornendo una

Detto tra noi

Un bosco urbano accanto alla stazione

Saranno messe a dimora circa 200 piante nei parcheggi di fronte alla stazione ferroviaria e adiacente a via Baccarini, mentre dietro la stazione sarà realizzato un bacino di raccolta delle acque piovane.

fonte di irrigazione naturale e riducendo la necessità di irrigazione artificiale, e aiuta a mitigare le inondazioni locali causate dal deflusso superficiale dell’acqua piovana, che rappresentano un rilevante problema di gestione del territorio. Dal punto di vista della sostenibilità, consente di affrontare la questione idrica sfruttando una risorsa naturale e riducendo la dipendenza da risorse idriche esterne».

Nella fase di pianificazione degli interventi verranno coinvolte le scuo -

le superiori e in particolare gli studenti dell’indirizzo “Biotecnologie ambientali” dell’Itis De Pretto, dell’indirizzo “Costruzioni Ambiente e Territorio” dell’Itet Pasini e dell’indirizzo “Architettura e ambiente” dell’IIS Martini, con la collaborazione di docenti del Dipartimento Tesaf dell’Università di Padova. Per la realizzazione delle opere a verde verranno coinvolte la cooperativa Socche alla Croce e il centro professionale Don Bosco, indirizzo “Operatore Agricolo”. ◆

Per inviare lettere e contributi a SchioMese, scrivere a: schiothienemese@gmail.com

Si prega di inviare i testi soltanto via posta elettronica e di contenere la lunghezza: testi troppo lunghi non potranno essere pubblicati a prescindere dai contenuti.

Recuperiamo la “città giardino” di Alessandro Rossi: passa da lì la nostra identità

Come in un sogno ad occhi aperti immagino la città-giardino fatta costruire da Alessandro Rossi, imprenditore illuminato nella seconda metà dell’Ottocento. Vedo Via Maraschin chiusa a Nord dall’Asilo d’Infanzia e la Villa di Giovanni Rossi. Ammiro l’altro Asilo con ben 500 bambini. Rimango colpito dall’imponente mole della Fabbrica Alta e del grazioso Quartiere Operaio con i suoi giardini. Ma il sogno si interrompe bruscamente con la vista della città-giardino di oggi e provo tanta tristezza: nel generale stato di abbandono fatiscente. Osservo via Maraschin con il suo traffico eccessivo che fa una barriera fra le due zone della città: Alessandro Rossi probabilmente aveva fatto costruire la Chiesa di S. Antonio “proprio lì”, per meglio unire il Nuovo Quartiere Operaio con la restante città. Ora la mia mente va nella frazione di Crespi d’Adda di 400 abitanti, del comune di Capriate San Gervasio di 8158 abitanti, dove sono riusciti a conservare una analoga città-giardino più modesta e senza il giardino dei lavoratori come il nostro splendido e unico Giardino Jacquard. Nel 1995 sono riusciti ad inserire il loro gioiel-

lo di archeologia industriale fra i 55 beni Unesco dell’Italia come unico esempio. È ben conservato, ha un suo fascino e la vita lì scorre lenta. Molti sono i turisti e parecchi sono stranieri: è un turismo sostenibile non eccessivo.

Io amo la mia città e ho anche scritto un libro “La mia città”: la vorrei migliore su più aspetti: sulla nostra città-giardino auspico con le imminenti elezioni comunali che i candidati sindaci diano adeguata importanza al recupero di questi luoghi. Sono la nostra identità: la memoria di una brillante storia che unisce le persone.

[20] ◆ SchioMese

Cultura e spettacoli

Due serate con il quasi tutto esaurito all’Astra significa almeno milleseicento spettatori. Per chi? Per uno dei beniamini del pubblico scledense, richiesto nei questionari per le preferenze della Fondazione ogni fine stagione, da anni a questa parte: Natalino Balasso. Sarà perché è un conterraneo e come pochi conosce la realtà del nostro Veneto, sarà perché si esprime prevalentemente in dia-

Quale Callas?

Al Civico è andato in scena uno spettacolo di danza che ha proposto tre momenti distinti della vita di Maria Callas.

“Callas Callas Callas” è stato lo spettacolo che il Civico ha ospitato nell’ambito di Danza in Rete Festival, rassegna promossa dal Comunale di Vicenza. A mettere in scena la grande diva e la fragile donna sono stati i ballerini di COB (Compagnia Opus Ballett) che, va detto, sono tecnicamente perfetti e hanno grandi doti interpretative, indispensabili nella danza contemporanea. Sono stati proposti tre momenti ben distinti della vita della Divina: il primo, affidato alla coreografia di Adriano Bolognino, rappresentava la diva, l’attrice e la cantante, con quel “Casta diva” di sottofondo che ha permeato la sua carriera. Il secondo, coreografato da Roberto Tedesco, metteva in risalto amori e passioni, al ritmo compulsivo di “Mio cuore, tu stai soffrendo” cantato da Rita Pavone, con qualche incursione nella lirica. Il terzo, firmato da Carlo Massari, l’ha mostrata come icona sofferente. Il più riuscito? Il primo, per l’eleganza dei costumi e delle movenze, in perfetta sintonia con la musica. Il secondo l’abbiamo

Balasso fa sempre il pieno

Natalino Balasso arriva a Schio e fa sempre il tutto esaurito. Lo ha fatto anche stavolta, nelle due serate all’Astra, per un totale di 1.600 spettatori.

letto, sarà perché fustiga con battute sarcastiche che, se non fossero dette da lui, poco avrebbero di comico, sarà che solo a vederlo suscita simpatia, ma sa essere uno spasso. È stato così, a Schio, il 22 e 23 febbraio scorsi, quando un Balasso della prima ora, con il suo “Dizionario Balasso”, ha divertito e fatto pensare, senza rinunciare a stoccate sugli argomenti più vari, legati al locale: da noi per esempio ha brontolato per i parcheggi in centro e per le poltroncine in legno della galleria dell’Astra, ormai reperti storici adatti solo a chi ha il deretano sodo. Come sempre, accanto alla battuta sapientemente studiata, anche in questo lavoro c’è largo spazio per l’improvvisazione: Balasso invita il pubblico a proporre termini difficili e poi si lancia nella loro spiegazio -

trovato eccessivamente sincopato, ma abbiamo apprezzato l’idea della maschera, quella che tutti ci mettiamo, a seconda delle occasioni, e quella che Maria Callas (“Mi piacerebbe essere Maria, ma devo vivere all’altezza delle aspettative della Callas”) indossava quotidianamente. Il terzo a nostro avviso è stato il meno riuscito, perché ha ironizzato troppo sul soggetto.

Niente da dire sulla ricerca e sulla sperimentazione, però mancava un filo conduttore: Maria Callas doveva essere tre donne in una, non tre donne diverse con lo stesso nome. La compagnia, apprezzata a Schio (stagione ‘21-’22) in “Le quattro stagioni”, sa far dialogare la danza contemporanea con la musica classica e la lirica, ma stavolta doveva puntare maggiormente sul racconto di una vita e di una carriera eccezionali, legando meglio i tre momenti proposti e rendendoli più comprensibili. ◆ [M.D.Z.]

ne, sempre esilarante e sagace. Sul palco, c’è solo lui e un enorme libro di lemmi, scelti e sviscerati ad hoc, perché grande protagonista, in questo lavoro, è la Parola. E la politica? Anche no, appare velata e non sempre da svelare. Manca la voglia di farlo? La delusione serpeggia? Certo che sì, meglio parlare magari di ricordi legati all’infanzia. Il Balasso indignato e arrabbiato esce comunque alla fine e manda a casa tutti ricordando che nel foyer ci sono quelli di Emergency, se si vuol fare qualcosa di buono.

La televisione ufficiale per lui è ormai un lontano ricordo, ma la sua è molto seguita: richiede lo sforzo di pensare. Che più d’uno, per la verità e per fortuna, fa ancora volentieri. ◆ [M.D.Z.]

La comunità romena in mostra per la festa di Martisor

Nei primi tre fine settimana di marzo Palazzo Toaldi Capra ha ospitato una mostra curata dalla comunità romena, partecipe e attiva in città. Si è voluto celebrare la festa di Martisor, che segna l’inizio della primavera ed è molto sentita non solo in Romania, ma anche in Bulgaria, Moldavia, Macedonia del Nord e Grecia. Decine e decine di piccoli lavori-portafortuna ricamati o all’uncinetto, rigorosamente in bianco e rosso, colori simbolo di vita e morte, tappezzavano le pareti della sala esposizioni, intervallati da costumi, tessuti tipici e belle foto firmate da Sorin Onisor.

Marcel Galatanu, organizzatore dell’evento, ci ha simpaticamente guidato in una sorta di viaggio immaginario nella sua terra dicendosi pronto, e con lui più comunità non italofone presenti a Schio, a dar vita nuovamente alla bella, colorata e gustosa festa etnica che, fino a circa dieci anni fa, con grande partecipazione popolare, animava gioiosamente Piazza Falcone e Borsellino. Creare occasioni culturali e ricreative è un ottimo sistema per integrarci al meglio, e le comunità profondamente radicate nel nostro tessuto sociale sono un volano in grado di far crescere, anche grazie alla conoscenza di usi e costumi diversi, il rispetto e la tolleranza reciproci. [M.D.Z.]

Foto Massimo Battista
[22] ◆ SchioMese
Foto Paolo Bonciani

SCHIO VIA PARAISO 60

(LUNGO LA STRADA MARANESE)

PERSONAL TRAINING

Con Dottori in Scienze Motorie, Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata, Scienze e Tecniche dello Sport

CORSI FITNESS E SALUTE

Percorsi di dimagrimento e gestione patologie (diabete, cardiopatie)

RIABILITAZIONE

Percorsi sotto guida medicale per atleti professionisti e amatori

Inquadra per inviare un messaggio whatsapp

Dr. Zancan

Direttore Sanitario

Renzo, Dr. Zancan Giuseppe & Dr.ssa Spezzapria Maria
TEST DI PERFORMANCE
SPORTIVA
I NOSTRI SERVIZI FISIOTERAPIA | CHINESIOLOGIA E PREPARAZIONE ATLETICA | OSTEOPATIA | ORTOPEDIA FISIATRIA | NEUROCHIRURGIA DELLA COLONNA VERTEBRALE | MEDICINA DELLO SPORT
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.