ThieneMesePlus 903

Page 1

Thiene MesePlus

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 17 - maggio 2024

L’Alto Vicentino esprime tre Alfieri della Repubblica - p.6 ◆ Inaugurata la primaria unica “Martini” di Zanè - p.14

Un “Raggio di Sole” per ritrovare il sorriso

Da 28 anni l’associazione oncologica opera nell’Alto vicentino con l’obiettivo di eliminare l’isolamento in cui può sprofondare una persona a cui viene diagnosticato un cancro, aiutarla a combattere e a ritrovare il sorriso. Ad oggi conta 150 iscritti: molte volontarie sono state a loro volta pazienti, quindi conoscono perfettamente le esigenze e i bisogni di chi sta affrontando la malattia.

RCopertina

estituire alle donne malate di cancro la grinta e la voglia di vivere, aiutarle a scoprirsi forti e dare sostegno nella quotidianità a loro e alle loro famiglie.

Raggio di Sole, l’associazione di volontari voluta da Lucia Trecco e fondata nel 1996 a Marano Vicentino esiste per questo e da un piccolo gruppo originario ora conta centocinquanta persone impegnate nel campo sociale e psicologico con un obiettivo preciso: eliminare l’isolamento in cui può sprofondare una persona a cui viene diagnosticato un cancro, aiutarla a combattere e a ritrovare il sorriso.

La presidente Claudia Guido racconta cos’è Raggio di Sole, perché è nata e con che scopo. Raggio di Sole è un’associazione ODV (organizzazione di volontariato) senza fini di lucro fondata e fortemente voluta da Lucia Trecco, donna di vitalità generosa e con voglia di costruire qualcosa di utile per tutte quelle persone che come lei, colpite da malattia, si sono trovate spesso a gestire e superare prove e momenti difficili. L’associazione è formata da volontari e opera dal 1996 a Marano e nel territorio. Si occupa di persone con vissuto di malattia ed è un vero e proprio gruppo impegnato nel campo sociale e psicologico con lo scopo di aiutare le persone colpite da patologia oncologica e le loro famiglie.

Qual è il punto di partenza che stimola i vostri progetti?

L’associazione opera sulla convinzione che l’isolamento della persona malata è una sconfitta sul piano umano e sociale. Per questo un insieme di relazioni, informazioni ed attività è indispensabile per stimolare la volontà di vivere.

Quali sono i vostri obiettivi e come cercate di realizzarli?

Le finalità dell’associazione sono molteplici, cominciando dall’aiutare tutte

“Raggio di Sole” aiuta le donne a ritrovare il sorriso

L’associazione opera nel territorio dell’Alto vicentino e si occupa di persone con patologia oncologica. Si tratta di un vero e proprio gruppo impegnato nel campo sociale e psicologico con lo scopo di aiutare le donne malate di cancro e le loro famiglie. Settimanalmente vengono organizzati spazi di ascolto, incontri di formazione, corsi e laboratori, attività motorie. È stato attivato anche un originale spazio parrucche.

le persone colpite dalla malattia e i loro familiari, soprattutto quando effetti indesiderati, legati alla patologia, limitano e modificano i progetti di vita. Realizziamo spazi di ascolto e di incontro, con le attività si offrono opportunità di vivere attività motorie, ludiche e manuali-creative. Importante è anche proporre incontri di informazione sulla prevenzione, alimentazione, benessere psico–fisico e anche estetico della persona. Le donne non devono buttarsi giù, devono valorizzarsi.

Raggio di Sole annovera collaborazioni che consentono anche supporti professionali importanti?

L’associazione collabora con i reparti di oncologia e la senologia dell’ospedale di Santorso e coopera in maniera permanente con l’Ulss7. Collabora con varie associazioni di volontariato oncologiche della Regione e con associazioni di volontariato del territorio e con il Centro Servizi Volontariato della Provincia di Vicenza.

Quali sono le varie attività che vengono svolte? Servizio psicologico individuale e psicoterapia di gruppo, laboratori di arte terapia,

[2] ◆ Thiene MesePlus

ricamo, teatro, incontri sulla femminilità, consulenze di estetica oncologica, incontri di formazione, informazione e prevenzione, yoga, aquagym, fisioterapia. C’è poi il progetto Una Chioma per Sif, lo spazio parrucche per dare alle donne la possibilità di avere dei bei capelli nonostante la chemioterapia. Quanti sono gli iscritti all’associazione? E che riscontro hanno i volontari con gli utenti?

Gli associati sono circa 150. Molte nostre volontarie sono state a loro volta pazienti oncologiche quindi conoscono perfettamente le esigenze e i bisogni degli associati. Hanno trovato in Raggio di Sole uno spazio aperto e condiviso per restituire quanto l’associazione ha dato loro, consapevoli che approcciarsi ai pazienti oncologici e alle loro famiglie comporta impegno, sacrificio, preparazione. Alle volontarie spieghiamo sempre che ogni utente ha la sua storia e il suo percorso, diverso da quello di chiunque altro e come tale va accolto e supportato. Il fatto di non sentirsi soli e di vedere che ci sono persone che hanno superato la malattia è un valore aggiunto. La forza, la speranza e la determinazione che si respirano nella famiglia di Raggio di Sole è nutrimento costante. Abbiamo anche volontari che hanno scelto di accompagnarci per rendere prezioso il proprio tempo impegnandosi in piccole e grandi attività sicuramente mossi dalla volontà di rendersi utili e considerati preziosi dagli associati.

L’esperienza umana è importante per veicolare la Sanità, l’Ulss vi ascolta?

Abbiamo uno stretto rapporto di collaborazione con l’Ulss. Da sempre collaboriamo con il reparto di oncologia e da qualche anno anche con la senologia dell’Ospedale di Santorso. Accogliamo con entusiasmo le proposte di collaborazione e ci rendiamo utili per creare spazi di ascolto e momenti di formazione sia per l’utenza che con il personale, talvolta indicando loro le richieste delle pazienti. Confidiamo col tempo di riuscire a collaborare maggiormente magari proprio all’interno dei reparti. Con i nostri servizi vogliamo arrivare là dove l’assistenza sanitaria non può arrivare, talvolta anche in quel “salto nel buio” che è fra i momenti più delicati: ovvero quando i pazienti terminano le terapie e devono riprendere in mano la propria vita, con tutto lo strascico psico–fisico che ne consegue. La sanità locale in tema di tumori del genere femminile è all’avanguardia?

Abbiamo potuto constatare durante il convegno “Passato e Futuro: progressi e nuove prospettive nella diagnosi e cura delle neoplasie mammarie” svoltosi a Santorso l’esistenza di un’ottima equipe multidisciplinare. I medici del nostro distretto hanno presentato una sintesi delle nuove eviden-

ze della ricerca e dimostrato come il nostro ospedale sia assolutamente all’avanguardia sia in ambito preventivo, diagnostico che curativo. Ci ha colpiti la ferma volontà di voler agire nell’ottica non solo della cura, ma del prendersi cura delle donne. Siamo consapevoli che oltre al centro senologico, l’Alto Vicentino vanta anche un Unità operativa di ginecologia all’avanguardia che presta particolare attenzione alla ginecologia oncologica.

Sapete quante sono le malate di cancro nel nostro territorio?

Non abbiamo il totale su tutte le patologie oncologiche ma per quanto riguarda il tumore al seno nel 2023, 190 donne sono state avviate ai trattamenti, 70 a Bassano e 120 a Santorso.

Come vi approcciano le donne che cercano sostegno o aiuto da voi?

Molte trovano i nostri recapiti nei reparti ospedalieri, in questo è prezioso il contributo degli infermieri e di tutta l’equipe ospedaliera che consigliano le nostre attività. Molte donne ci contattano proprio nella fase iniziale della malattia e nel momento più delicato: la caduta dei capelli. Spazio Parrucche è lo sportello più frequentato. Le volontarie accolgono le utenti e restituiscono loro un sorriso e un nuovo look, stringono un legame importante che poi porta le signore alla ricerca di altre attività all’interno dell’associazione (sportive, ludiche o creative). Molti ci contattano invece tramite il nostro recapito telefonico proprio perché hanno bisogno di aiuto e conforto. La nostra esperta segretaria filtra le varie richieste e propone le nostre attività, lo sportello psicologico individuale o di gruppo.

Cosa si può fare per aiutare una donna malata di cancro?

Offrire supporto emotivo, essere presente per lei, ascoltare i suoi pensieri e sen-

timenti e offrire conforto e ascolto quando ha bisogno di parlare dei suoi timori, preoccupazioni o speranze. Ogni persona affronta la malattia in modo diverso, è importante essere sensibili alle esigenze individuali. Rendere piacevole il tempo insieme, fare attività rilassanti o piacevoli, essere pazienti e comprensivi. La malattia può portare a fluttuazioni emotive e fisiche. Offrire sostegno pratico a lei ma anche alla famiglia: se la persona malata ha persone che si prendono cura di lei, potrebbero a loro volta avere bisogno di sostegno emotivo o di aiuto con le responsabilità quotidiane. Rispettare la privacy e la sua dignità. Chiedere sempre il suo permesso prima di condividere informazioni personali con gli altri.

Ricordare che ogni situazione è unica, quindi è importante comunicare apertamente con la persona malata e chiedere cosa può fare per aiutarla nel modo migliore possibile.

Vi dedicate anche alla raccolta di capelli per le parrucche.

Negli anni abbiamo raccolto numerose parrucche, ora ne abbiamo 125 e dal 2019 ad oggi sono state assegnate 106 parrucche. Vista la crescente domanda di donazioni di trecce abbiamo preso contatti con la Fondazione Prometeus che attraverso il Progetto Smile raccoglie le trecce destinate alla creazione di parrucche.

Qual è la vostra maggiore soddisfazione e cosa vorreste fare ma non ci siete ancora riuscite?

Abbiamo realizzato il sogno di Lucia Trecco: vincere l’isolamento sociale del paziente oncologico. Abbiamo aperto le porte alle giovanissime con serate dedicate alla prevenzione, uno step fondamentale nella lotta al cancro. Il nostro cruccio è la scarsa adesione maschile, vorremo coinvolgerli e siamo assolutamente aperti a qualsiasi proposta. ◆

Thiene MesePlus ◆ [3]
Copertina

TIl personaggio

ra il dire e il fare c’è di mezzo un mare sì, ma di sabbia. Con le dune al posto delle onde, e il sudore da asciugarsi dalla fronte anziché l’acqua salata da togliersi dalla pelle. Così come la sabbia, appunto, praticamente da ovunque, ad ognuno dei sei traguardi tagliati.

Pane quotidiano, per così dire, per chi affronta la Marathon des Sables, competizione internazionale leggendaria di endurance che dura circa una settimana ai confini tra Algeria e Marocco e che mette a dura prova gli atleti più arcigni e allenati a correre in condizioni estreme, sviluppandosi quasi per inter in ambiente sahariano.

L’avventura di un runner estremo

Tra questi anche due vicentini nella 38esima corsa di metà aprile 2024. E tra i due pure un thienese, cresciuto a Zanè, ingegnere meccanico e docente: Alessio Zambon, classe ‘92, specialista del trail - vincitore della Trans d’Havet 2022 giusto per dirne una -, “Kevin” per gli amici come soprannome, capace di portare a termine i 250 km totali del percorso estremo con 35-36° di media (“over 40” quelli percepiti), dislivelli mica da ridere e una battaglia quotidiana di sopravvivenza che travalica la sezione sportivo-agonistica della corsa in Nord Africa.

Partiamo dall’arrivo: Alessio oltre a fregiarsi del titolo di finisher che su queste imprese è già di per sé un traguardo personale mica da ridere, si è classificato al 15° posto assoluto a livello individuale. Su un parter-

Una corsa sulle dune sfidando caldo e sete

Alessio Zambon, 32 anni di Thiene, ingegnere meccanico e docente, ha la passione per le sfide estreme. Recentemente ha agguantato un prestigioso 15° posto individuale nella Marathon des Sables, competizione internazionale che si disputa in Marocco. «Mi metto sempre in viaggio con la motivazione forte di arrivare in fondo»

re di partenti di circa 900 runners, concorrenti giunti da tutto il globo per cimentarsi in una delle prove più dure al mondo in assoluto. Più di un centinaio di loro si sono ritirati “corsa facendo”.

Un plotone di francesi oltre ai marocchini “padroni di casa” hanno dettato legge al MdS: i primi sul fronte quantitativo e i secondi citati su quello qualitativo per le posizioni di vertici, ma a fianco - il più delle volte dietro meglio dire - al 32enne di Thiene ci sono stati atleti giunti da Messico, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Hong Kong, Sud Africa, Russia e tanti altri stati europei.

Tra loro una decina di connazionali italiani appena, tra cui Alessio Zambon nella speciale (e virtuale) classifica tutta tricolore si sarebbe guadagnato una medaglia d’argento, proprio dietro all’amico e compagno di avventure Roberto Mastrotto (10°, lui vive a Chiampo). L’accoppiata di temerari vicentini ha completato con lo svedese Petter Restorp il terzetto in gara per la società della Val di Fiemme “La Sportiva”, salendo sul podio al 3° posto - e a premionella classifica per team grazie a 10°, 12° e 15° posto finale del trio.

Quattro mesi di preparazione per affrontare il terribile Sahara

Invertendo... l’attacco di questa storia tra il fare, vale a dire i duecentocinquanta km macinati in sei steps di diverse lunghezze (la più lunga da 80 km in pieno stile ultramaratona), e il dire, solo una volta rientrati in Italia si recupera il fiato per raccontare un po’ questa bellissima avventura. Riavvolgendo il nastro a quando la Marathon des Sables per “Kevin” era solo un... miraggio. “Diciamo che fino a 6 mesi fa era per me una di quelle gare che senti nominare da tanto tempo e tante volte, su cui pensi ‘prima o poi la farò anch’io’ ma non era minimamente nei mie programmi per il 2024”. Fino a quando? “Fino a quando Roberto (ndr Mastrotto) mi ha chiamato proponendomi di entrare nel team e, vista l’empatia che ci lega oltre all’amicizia, la risposta era già scontata nonostante ancora non sapessi bene cosa avrei affrontato 4 mesi dopo. Era un’occasione unica, da non perdere”. Un lasso di tempo non certo ampio per prepararsi a dovere per una race in condizioni ambientali che definire come particolari è un eufemismo. A proposito, come ci si prepara?

[4] ◆ Thiene MesePlus

“Correndo tanto prima di tutto, e quello lo facevo di mio, da gennaio ad aprile ho macinato 1.700 km a piedi, e preparandosi alla sabbia e al fatto di caricarsi sulle spalle uno zaino di una decina di chili. Per esempio, abbiamo fatto una sessione di allenamento speciale in spiaggia a Caorle prima di partire. Poi, va specificato come sì nel Sahara si corra su saliscendi tra le dune, ma anche su terreno duro, e sulle rocce dei monti della catena dell’Atlante, con dislivelli anche impegnativi. Per fortuna non ho avuto particolari problemi, visto che andare su e giù per noi del team è un po’ il nostro habitat, dove ci siamo trovati più a nostro agio. In breve, non è 100% sabbia in cui si sprofonda fin oltre le caviglie ma al 100% percorsi aridi, indubbiamente, con tutte le problematiche relative alla corretta idratazione annesse”.

Una sfida impegnativa che coinvolge mente e corpo

Sei partito da casa con un obiettivo preciso di classifica? “Non parto mai con l’idea di andare a fare una scampagnata, tanto per provare, tenendo conto oltre che del team che finanzia la spedizione anche dei sacrifici personali, nel mio caso ad esempio chiedere una settimana di permesso dal lavoro: come minimo ci si mette in viaggio

con la motivazione forte di arrivare in fondo. Poi, nel cuore della corsa ho sentito di trovarmi bene, maturando poi la consapevolezza che potevo giocarmi una posizione tra i top 15. Ragionando come team sapevamo che le potenzialità c’erano per fare bene ma eravamo consci delle tante variabili presenti: non basta essere un buon atleta di ultramaratone, questa è solo una delle componenti. Bisogna mettere sulla bilancia se nel bivacco notturno si è dormito poco o male, se si è mangiato poco o male, la zavorra dello zaino e altre ancora”. Tra que-

ste giustamente vanno considerati anche gli avversari.

Ma sono così imbattibili questi atleti marocchini di casa nel Sahara, con due coppie di fratelli ai primi quattro posti?

“Credo sia impossibile batterli nel loro ambiente, sono atleti in tutto e per tutto che allenano per buona parte dell’anno anche l’abitudine a quelle condizioni particolari. Però, nelle tappe con dislivello, abbiamo tenuto testa anche a loro, mentre sulla distese di sabbia lunghe chilometri sembrava mettessero il turbo!”. ◆

SABATO 1 GIUGNO ore 21.00 TEATRO ASTRA INFO E BIGLIETTI WWW.SACROFEST.IT SCHIO
Thiene MesePlus ◆ [5]
Il personaggio

Attualità

Ci sono anche tre giovanissimi vicentini tra i 29 nuovi Alfieri della Repubblica nominati dal Presidente Sergio Mattarella, che ha conferito gli attestati d’onore che valorizzano le azioni di volontariato e gli esempi di cittadinanza attiva ai ragazzi che nel 2023 si sono contraddistinti in tema di solidarietà per l’ambiente e per la cultura. La cerimonia di conferimento del prestigioso attestato d’onore si terrà in Quirinale il 13 maggio.

Filippo Mutta, 18 anni, residente a Marano e studente del Liceo scientifico Tron Zanella, si è distinto nella ricerca tecnologica grazie alla realizzazione e alla messa a disposizione gratuita un sistema operativo che offre maggiore difesa da attacchi informatici e protegge dai rischi del ‘back door’ in tutti i settori, sanità inclusa. «Ha saputo coniugare la passione per la scienza con l’alto senso civico», è la motivazione dell’attestato d’onore. Il sistema operativo del giovane maranese si chiama MicroKosm e aveva portato l’Italia sul podio in un contest europeo. Si tratta di un software che funziona su vari dispositivi, dai cellulari ai computer, garantendo maggiore sicurezza in presenza di attacchi informatici. Filippo ha deciso di condividere gratuitamente la propria realizzazione, affinché privati e aziende possano utilizzare i loro dispositivi in maniera più efficiente. «Tutta la nostra comunità si congratula con Filippo Mutta e si stringe a lui con orgoglio per questo importantissimo traguardo» è il messaggio che arriva dal Comune di Marano Soddisfazione è stata espressa anche dall’amministrazione comunale di Schio, sede del Liceo Tron Zanella: «La tecnologia e l’innovazione sono strumenti strategici per lo sviluppo della nostra società. Ci fa ben sperare vedere come i giovani mettano a disposizione competenze e talenti specifici per trovare soluzioni capaci di migliorare la qualità di vita della collettività, per

L’Alto Vicentino esprime tre Alfieri della Repubblica

Il Capo dello Stato ha scelto di premiare anche tre giovani vicentini per i loro meriti in campo scientifico e sociale dove hanno brillato per intelligenza, intraprendenza e altruismo. Filippo Mutta di Marano, Fatima Sadkaoui di Torrebelvicino e Lorenzo Sassaro di Valdagno hanno reso orgogliose le loro famiglie, le scuole e l’intera comunità.

creare ‘le fondamenta per un mondo nuovo’, come dice Filippo».

Fatima Sadkaoui, 15 anni di Torrebelvicino, studentessa del Liceo Martini, è diventata Alfiere della Repubblica grazie al suo senso civico e alla sua profonda solidarietà. Nata in Italia e di origini tunisine, da sempre Fatima si è dimostrata sensibile alle difficoltà di integrazione che incontrano altri ragazzi di famiglie emigrate ed è proprio la sua esperienza personale ad averla spinta ad aiutare un compagno arrivato lo scorso anno dal Senegal, condividendo con lui i testi utilizzati per imparare la lingua italiana e traducendo in francese, lingua veicolare del compagno, quanto richiesto dagli insegnanti. Grazie a Fatima, alla sua solidarietà e al suo impegno di mediatrice culturale il giovane studente è riuscito progressivamente ad integrarsi all’interno della classe. «È una grande soddisfazione vedere una nostra giovane concittadina insignita di un’onorificenza così prestigiosa – sottolinea Emanuele Boscoscuro, sindaco di Torrebelvicino – Le sue qualità di altruismo e sensibilità sono state riconosciute anche dalla scuola e dall’amministrazione che le hanno assegnato il Premio Andrea Casolin, una delle borse di studio del 2023. Il titolo conferitole dal Presidente della Repubblica è un ulteriore dono che Fatima offre a tutti noi, dimostrando che a Torrebelvicino, così come in tutte le picco -

le comunità, i veri valori della Costituzione sono ben presenti e che l’integrazione sostenuta dalle giuste condizioni è concreta e produttiva. Confido che possa essere da esempio per i suoi coetanei e anche per noi adulti. Grazie Fatima».

Lorenzo Sassaro, 17 anni, studente del Liceo GG Trissino di Valdagno dove vive, ha scoperto una nuova stella. Il titolo di Alfiere della Repubblica gli è stato conferito «Per l’impegno e il rigore metodologico utilizzato nella ricerca astronomica, che gli ha consentito di scoprire una nuova stella. Il suo esempio può aiutare altri giovani studenti a coltivare la passione per la scienza e la ricerca». La grande passione per le scienze astronomiche ha portato Lorenzo a scoprire, a soli 16 anni, una stella variabile, cioè una stella che per cause fisiche varia la sua luminosità nel tempo. La scoperta, eccezionale in considerazione della giovane età del ragazzo, è avvenuta nell’ambito di un progetto dell’Osservatorio astronomico di Marana di Crespadoro. Dopo mesi di osservazione e studio della Nebulosa Carena e dei dati recuperati da telescopi survey posizionati sulla Terra e sui satelliti, l’impegno di Lorenzo è stato ripagato dalla scoperta di questa nuova stella che, dopo essere stata approvata, riconosciuta e censita dall’ente internazionale per le stelle variabili dell’American Association of Variable Star Observer, ora porta anche il suo nome. ◆ [A.B.]

[6] ◆ Thiene MesePlus
Filippo Mutta Fatia Sadkaoui Lorenzo Sassaro

L’Attualità

associazione musicale Recitar Cantando di Thiene sale sul palco di Sanremo con le sue giovanissime cantanti e conquista un nuovo successo al Gef, Festival Mondiale della Creatività. Tra oltre 50 partecipanti provenienti da tutto il mondo, è arrivata finalista guadagnandosi un diploma di menzione speciale ed un grande apprezzamento da parte del pubblico. Una strepitosa performance ispirata agli Abba, con un medley delle loro cinque canzoni più famose, è stata apprezzata da giuria e platea che si sono lasciate coinvolgere dal vivace canto e ballo, accompagnato da una performance di ottimo livello.

Complice la giovane età delle cantanti e dei musicisti, tutti under 19 grintosi e determinati, complici i costumi coloratissimi anni ’70, ma soprattutto merito dei talenti valorizzati dall’insegnante e direttrice della scuola soprano Alisa Zinovjeva, che da anni coltiva e dedica professionalità ed energia alla passione per la musica e della performance dei suoi allievi.

Il Gef, Festival Mondiale della Creatività, è un grande “contenitore” di eventi educativi, culturali e artistici per le scuole di ogni ordine e grado e per le associazioni, riservato agli studenti dai 5 ai 19 anni e si articola in diversi settori: musica, canto, musical, danza, ginnastica, teatro, moda, cinema, scrittura, disegno, progetti delle scuole.

La venticinquesima del Gef, Global Educational Festival è il termine internazionale, si è svolto a Sanremo dal 17 al 20 aprile e sul palco del Teatro Ariston il Gruppo C-J dell’Associazione musicale Zinovjeva Recitar Cantando APS di Thiene è salito da finalista.

Alla conquista di Sanremo cantando gli Abba

Sei giovani cantanti dell’associazione thienese Recitar Cantando sono arrivate in finale al Festival Mondiale della Creatività, ospitato al teatro Ariston. Giada Rossi, Emma Andalò, Chanel Dilecta Apolloni, Stella Aralis Azzolin, Emma De Fino e Alice Cazzador hanno eseguito un medley del famoso quartetto svedese.

Ideato e gestito da Paolo Alberti, Cavaliere ed Ufficiale della Repubblica Italiana, Messaggero UNICEF e ideatore anche di Sanremo Junior, quest’anno il Gef ha accolto oltre cinquanta partecipanti da tutto il mondo.

“Il festival propone diversi generi artistici, tra i quali musica corale, musical, danza, moda, musica e musica d’insieme – spiega Alisa Zinovjeva – Il Gruppo C-J ha eseguito un medley del mitico quartetto svedese Abba composto dai loro cinque brani più conosciuti: Take a chance, Mamma mia, Dancing Queen, Super Truper e Gimme Gimme Gimme. La preparazione per la competizione è durata sei lunghi mesi durante i quali le ragazze hanno dimostrato grande impegno e determinazione, ma sono anche riuscite a divertirsi, dimostrando spirito di squadra”.

Le C-J sono Giada Rossi, Emma Andalò, Chanel Dilecta Apolloni, Stella Aralis Azzolin, Emma De Fino e Alice Cazzador e dal vivo sono state accompagnate dalla band composta dal chitarrista Pietro Toniello, dalla pianista Teresa Barbiero, dal bassista Lorenzo Girardini e dal batterista Matteo Frizzo.

“Per la performance abbiamo scelto costumi di scena degli anni ‘70 – continua Alisa

Zinovjeva, soprano professionista che non lascia nulla al caso – La coreografia, che è stata studiata nei dettagli, e l’armonizzazione a tre voci hanno trasmesso al pubblico un vero brivido e li hanno portati a tuffarsi nella bellissima musica del passato”. Il Festival, manifestazione di portata mondiale, garantisce grande visibilità grazie alla diffusione su numerose emittenti televisive nazionali ed internazionali, satellitari e terrestri, oltre che su radio riviste e giornali, italiani ed esteri.

“I nostri giovani artisti sono stati accompagnati e sostenuti dalle famiglie molto entusiaste della manifestazione e molto attive sia durante la performance che nelle preparazioni che riguardano le prove, la scelta dei costumi, il trucco, l’organizzazione del viaggio – racconta Alisa Zinovjeva –Io sono felicissima e soddisfatta dell’esito e soprattutto dell’esibizione del gruppo C-J in quanto è stata la loro prima competizione in assoluto ed è stata anche molto competitiva e piena di adrenalina. Naturalmente non ci fermeremo qui e stiamo già pianificando di ampliare il repertorio e partecipare agli altri contest importanti”. A settembre la scuola “Recitar Cantando” aprirà le porte ai nuovi iscritti e ai nuovi membri idonei per il Gruppo C-J. ◆

[8] ◆ Thiene MesePlus

Attualità

La cerimonia, che lo ha visto premiare insieme ad altri 82 lavoratori veneti, si è svolta al teatro Toniolo di Mestre. Gran lavoratore, timido e umile, secondo Lorenzi “Sono i sogni e la passione a guidare ogni successo nella vita. Il motore di tutto è dentro di noi, parte tutto da ciò che ci stimola e che ci spinge ad impegnarci”. Uomo stimato e impegnato, Lorenzi ritiene che siano i fatti a dover parlare e nell’ambito del lavoro sottolinea l’importanza di un team affiatato, collaboratori stimolati e manager dotati di intuizione.

La Stella al merito del lavoro è una onorificenza che viene consegnata con criteri precisi ed è necessario avere più di 50 anni, non avere pendenze con la giustizia e lavorare da almeno 25 anni in un posto. Cosa non facile di questi tempi, dove il famoso ‘posto fisso’ ha lasciato spazio alla voglia, o all’esigenza, di cambiare spesso. Un cambiamento dovuto alla mutazione dei tempi, Infatti proprio dagli organizzatori è stato sottolineato che oggi è raro trovare una persona che abbia una occupazione stabile per così tanti anni per questo si sta valutando di cambiare i criteri per l’assegnazione del prestigioso riconoscimento adattandoli ai tempi attuali e ad un criterio di lavoro più moderno. La cerimonia ha visto la parteci-

Stella al Merito a Lorenzi, direttore generale di Brazzale

Tra le nuove Stelle al merito del lavoro consegnate dalla Regione brilla quella di Fabrizio Lorenzi, direttore generale di Brazzale a da oltre 30 anni punto di riferimento dell’azienda casearia di Zanè.

pazione delle autorità civili e militari, dei rappresentanti del mondo imprenditoriale e dei lavoratori, nonché delle aziende di

Le Pro loco della zona rinnovano il patto

Sono quindici le associazioni appartenenti al Consorzio Medio Astico che ha appena rinnovato i vertici riconfermando alla guida Manuel Benetti, presidente della Pro Thiene.

Le 15 associazioni di promozione del territorio e della tradizione locale consociate nel Consorzio Pro Loco Medio Astico rinnovano il patto per il prossimo quadriennio. Una riunione importante, quella recente, che ha anche varato il “Benetti-bis”, conferendo al presidente uscente - a capo della Pro Loco di Thiene - la regia fino al 2028. Strette di mani dopo il voto per il rinnovo delle cariche, esposizione del bilancio 2023 e occasione di ritrovo associativo utile per fare il “punto” sulle attività in corso e quelle future. Questo nel rendez-vous della folta rappresentanza di associazioni che si offrono aiuto reciproco su più fronti. Intanto, da ricordare che la sede della Medio Astico è proprio a Thiene

e ne fanno parte le Pro Loco Fara, Breganze, Caltrano, Calvene, Carrè, Chiuppano, Lugo, Marostica, Piovene, Salcedo, Sarcedo, Thiene, Zanè, Zugliano e Maragnole.

L’organo collegiale di guida del consorzio è composto da Manuel Benetti con vice Mirko Bon (dal gruppo di Zugliano, altra conferma) e nei ruoli di tesoriere e di segretario Maurizio Grotto e Daniele Dal Santo. Corsi di aggiornamento per i volontari, di primo soccorso, di prevenzione dei rischi, per l’uso del defibrillatore. E ancora di consulenza fiscale, di pratiche amministrative e sulle norme utili nei rapporti con enti locali e aziende sanitarie Ulss. Questi i servizi coordinati offerti, tra gli altri, dalla “famiglia” delle Pro Loco amiche. “Rima-

appartenenza degli insigniti, a sottolineare l’importanza e il valore del contributo di questi lavoratori alla società. ◆ [A.B.]

niamo sempre a disposizione - conclude Manuel Benetti - delle Pro Loco per qualsiasi necessità, ringraziando ciascuno dei volontari perché senza di loro i vari eventi di cultura e tradizione popolare non esisterebbero più nei nostri Comuni”. ◆ [O.D.M.]

[12] ◆ Thiene MesePlus

Attualità

na nuova casa ad accogliere i bimbi dai 5 agli 11 anni è pronta. La scuola primaria unitaria di Zanè, che manda in pensione gli edifici dell’ex scuola elementare “Dante Alighieri” del centro e la “Giovanni XXIII-Ca’ Castelle” di località Campagne, è stata inaugurata in un clima di festa, con le note della banda di Centrale in sottofondo. Potrà ospitare fino a 416 alunni, oltre al personale docente e amministrativo. Sorge su un piano unico, nel rispetto dei parametri di accessibilità moderni, con 16 aule per le lezioni ordinarie nelle classi (con previsione di 26 posti per ciascuna) a cui vanno aggiunti altri locali dedicati a laboratori multimedialo, linguistico e attività artistiche-musicali. Quattro aule più piccole sono a disposizione della didattica di sostegno, poi le altre stanze ospitano l’aula docenti, la biblioteca, un ufficio, una mensa, una palestra e, infine, un auditorium da 200 posti. Una struttura funzionale e in unica sede per un comune da 6.500 residenti, per quasi 9 milioni di euro di investimento finale tra lavori e oneri vari.

L’accessibilità tra i criteri basilari tenuti a mente sin dal 2014, da quando il progetto di unificare i due istituti del paese in un’unica anima ha preso corpo ed è poi entrato gradualmente nella fase esecutiva (posa della prima pietra a settembre 2021). Facendo i conti con la pandemia e la carenza di materie prime.

Da evidenziare la scelta architettonica rispettosa dell’ambiente, realizzata con materiali ecocompatibili e ad elevato rendimento energetico, e contenuta nei

Inaugurata la primaria unica “Martini” di Zanè

In pensione i due storici istituti “Alighieri” in centro e di “Ca’ Castelle” in località Campagne, costruiti negli anni ‘50 e ‘70. Da settembre tutti gli alunni faranno il loro ingresso nella nuova sede che si è deciso di intitolare a Carla Liliana Martini, ex partigiana deportata nei lager

consumi. Istanze realizzate anche grazie all’orientamento delle aule, alla qualità della struttura esterna, all’utilizzo di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Fattori che portano benefici non solo in termini di risparmio, ma anche di benessere psico-fisico per chi frequenterà l’edificio e gli spazi intorno a partire da settembre. La scuola primaria è stata progettata non a caso in modo da ottenere le migliori condizioni di soleggiamento per le aule, esposte a sud, con ampi spazi verdi di fronte da sfruttare per attività didattiche all’aperto.

Dopo l’affollata cerimonia di inaugurazione (oltre alle autorità tante le famiglie del paese presenti con i bimbi), si apre una nuova era per l’Istituto Comprensivo Rezzara, che accomuna Carrè, Chiuppano e Zanè in un’unica gestione. Per così dire “riducendo” i plessi da 8 a 7 dopo la “fusione” delle primarie cittadine.

La nuova “culla della cultura” e della crescita dei bambini di Zanè è intitolata alla professoressa Carla Liliana Martini (scomparsa nel 2017), che insegnò a fianco alle medie Don Milani. Il suo nome è stato scelto dalla rosa di tre (Maria Montessori e Tina Anselmi le altre candidate ad memoriam) proposta dal Comune, poi il sondaggio tra gli alunni e le loro famiglie dopo aver raccontato la personale storia di ciascuna grande donna italiana. Origina-

ria del Polesine, da partigiana della Brigata Pierobon a 17 anni e mezzo fu arrestata dalle truppe nazifasciste e deportata insieme alla sorella nei lager (Mauthausen il primo, poi in altri). La “colpa” fu di aiutare 300 ebrei a lasciare l’Italia attraverso la Svizzera per sfuggire ai rastrellamenti. Una volta stabilitasi a Zanè dopo guerra, fu lei a porre le basi per l’istituzione della Biblioteca Civica.

Per i nostalgici un pizzico di tristezza per l’addio fra pochi mesi all’edificio che ospita la scuola Alighieri, costruita a fine anni ‘50 del secolo scorso. Sarà demolita e qui troverà posto un’area residenziale di pregio sul fronte abitativo. Lo stabile di via Colombo alle “Campagne”, invece, rimarrà in piedi (è sorto negli anni ‘70) e sarà destinato ad usi pubblici per le associazioni del paese e progetti sociali da definire.

Tornando ancora al giorno dell’inaugurazione, festa doppia per la comunità in via De Gasperi. Nella stessa mattinata, infatti, è stata posata la prima pietra, con benedizione del pozzetto, appena un centinaio di metri più in là, dell’edificio che sorgerà nell’ex parco della Don Milani dove sarà edificata la nuova scuola secondaria di 1° grado. Per completare così il nuovo polo unificato di Zanè, destinato a “lunga vita”, almeno 50 anni nelle previsioni, e ad ospitare più generazioni di sorrisi. ◆

[14] ◆ Thiene MesePlus

Attualità

Nessun camuffamento da “sceriffo” o da “spia” della porta accanto, quelli vanno tenuti buoni al massimo per il Carnevale, ma per il resto dell’anno va bene travestirsi da sentinelle del territorio, quando si tratta di mettere in atto la buona pratica del controllo di vicinato. In partenza anche nel centro città di Thiene, dopo che era di fatto già attivo nelle frazioni di Rozzampia, Santo e Lampertico, con il beneplacito del Prefetto di Vicenza come da norme e il tramite del Comune. Una formula, quella che si concretizza nella reciproca assistenza tra vicini di casa e di quartiere e insieme in un mix di prevenzione e deterrenza di atti di delinquenza e microcriminalità, che contribuisce dove applicata ad aumentare la percezione della sicurezza oltre che favorire la socializzazione tra persone e famiglie che magari da anni vivono a poche decina di metri una dall’altra, senza aver mai scambiato una parola.

Dopo la riunione informativa recente in municipio che ha accolto i primi interessati tra i cittadini thienesi a questa buona pratica di cittadinanza attiva e nel contempo vigilanza passiva, prende corpo la figura della “sentinella”, con il compito di avvertire un proprio capogruppo o le forze dell’ordine in caso di situazioni a rischio, sospetto di reati in corso o altre istanze che richiedano il supporto delle forze dell’ordine. Il tutto senza mai travestirsi, oltre che da spie o sceriffi, nemmeno da supe-

Al via in città il progetto di Controllo di vicinato

Presentata nel corso di un incontro pubblico svoltosi in municipio, l’iniziativa ha l’obiettivo di trasformare i cittadini in sentinelle del proprio quartiere per prevenire eventuali situazioni di pericolo e aiutare anziani o famiglie in difficoltà.

reroi contro il crimine. Unica “arma” concessa per i volontari che vorranno entrare nei gruppi di vigilanza di quartiere sarà uno smartphone, e non certo da lanciare in testa ad eventuali malitenzionati, ma solo per avvisare chi di competenza: che si tratti di uno spacciatore avvistato in un parco, di un gatto su un tetto da salvare o di un mazzo di chiavi perso per la strada. Magari con uno sguardo attento sui più fragili, anziani e persone sole in particolare. Nulla di più lontano delle “ronde” militari, per capirsi.

Prevenzione dei reati, sicurezza urbana, solidarietà e collaborazione tra concittadini e tanta buona volontà sono le parole chiave intorno a cui ruota l’iniziativa in partenza, approfittando di uno strumento utile in linea con i tempi moderni: un gruppo whatsapp in cui si può liberamente accedere, con suddivisione territoriale, e dove possono arrivare messaggi di alert da parte di chi, a rotazione o anche solo per caso, saprà tenere gli occhi aperti sulla vita di quartiere, senza eccedere in comportamenti al di fuori delle righe. Anzi, delle regole. ◆ [O.D.M.]

La Casa Albergo apre le porte a nuovi ospiti

Il Comune di Thiene ha pubblicato il bando 2024 per l’ammissione alla struttura di via Corradini, la cui graduatoria verrà utilizzata per le assegnazioni dei minialloggi che si renderanno disponibili.

Nella Casa Albergo, che dispone di 46 minialloggi completi di servizi e cucina, gli ospiti hanno l’opportunità di condurre una vita autonoma e, nello stesso tempo, di condividere momenti di socializzazione, partecipando alle attività organizzate all’interno della struttura. Una soluzione ideale per chi è ancora in buona salute e non ha necessità di cure o attenzioni particolari tali da richiedere sistemazioni di tipo assistenziale.Ma anche un modo per mantenere una vita attiva, a

contatto con altri coetanei.Per poter partecipare al bando è necessario avere un’età superiore a 60 anni ed essere residenti a Thiene o essere stati residenti in città per almeno 30 anni. Inoltre, i cittadini che desiderano risiedere nella Casa Albergo devono essere fisicamente e psichicamente autosufficienti e disporre di risorse che consentano il pagamento della retta mensile. La domanda va compilata su apposito modulo disponibile in municipio e inviata via mail.

È inoltre possibile presentare la richiesta in forma cartacea all’ufficio servizi alla persona e alla famiglia, previo appuntamento. Nella formazione della graduatoria costituiranno titolo di preferenza l’età avanzata, il basso reddito, l’anzianità in graduatoria e la situazione alloggiativa attuale. ◆

[16] ◆ Thiene MesePlus

Sognano di diventare “grandi” nel futsal nazionale in rosa e tengono fede alla denominazione che le accompagna - Dream Five C5 - le teenager dell’Altovicentino che hanno conquistato il titolo interregionale Under 17 2023/2024.

Nella Final Four disputata in due giorni al palasport di Tombolo le ragazze dai colori neroverdi si sono confermate ai vertici del movimento giovanile, vincendo semifinale e finale dei playoff dopo aver concluso la regular season da imbattute (7 vittorie e un pareggio in precedenza).

Un tris di trofei completati con la coppa messa in palio domenica 11 aprile, dopo i successi del 2022 a Jesolo e di un anno fa in “casa” del club, a Passo di Riva, anche se il team gioca le partite al palasport di Sarcedo, uno dei migliori parquet per la pratica del futsal.

Siglando poi un record impensabile ai tempi della pandemia, quando l’attività sportiva era ripresa a stento e dopo una “rifondazione” necessaria, a causa dei postumi del Covid tra abbandoni e ragazze nel frattempo andate fuori età.

Da quel nuovo inizio, una scommessa in cui alla buona volontà bisognava aggiungere anche dell’altro, in questa categoria Dream Five C5 non ha mai perso una partita, occupandosi parallelamente di inserire rinforzi “dal basso”, in funzione futura : 26 successi su 28 incontri giocati nella competizioni ufficiali (due pareggi) in tre anni, anche se la gioia più grande rimane quella di essere riusciti a ripresentarsi in

Tris di trofei per il Dream Five C5

Per il vivaio di calcio a 5 femminile è il terzo successo in categoria in tre anni. Il record di imbattibilità è durato tre stagioni, ora un nuovo ciclo. La squadra è formata da 19 atlete provenienti da Montecchio Precalcino, Thiene, Dueville, Breganze, Sandrigo, Sarcedo, Villaverla, Molina di Malo, Cavazzale e Chiampo.

campo dopo il lungo break dovuto agli stop sanitari.

“La passione e l’attaccamento di quelle ragazzine di allora che avevano iniziato da poco - spiegano i dirigenti del club giovanile - e la caparbietà nostra nel promuovere il calcio a 5 nelle scuole hanno permesso tutto questo. Abbiamo investito le nostre energie in questa direzione, rinunciando alla prima squadra, ed è stata una scelta che alla lunga ha ripagato. Per questo vanno ringraziati i tanti docenti di educazione fisica che ci hanno dato ospitalità e fiducia, contraccambiata con l’offerta di praticare uno sport di squadra che, insieme al calcio femminile, sta trovando sempre maggiore appeal tra le bambine e le adolescenti. Qui da noi sono le benvenute dai 7 anni su, fino alla categoria Under 19. Poi vedremo se sognare in grande tra le... grandi, da buon ‘Dream’, nel futuro prossimo”. Tornando alle fasi finali della kermesse recente, il Dream Five ha schierato un mix di ragazze in fascia d’età e baby delle formazioni più piccole (la più... baby è nata nel 2011, andata pure in gol su rigore in semifinale), battendo prima le coetanee del Cus Padova per 15-1 e poi nel derby tutto vicentino quelle del Futsal Cornedo per 3-0.

Alzando così il trofeo di fronte a genitori e sostenitori delle “Dreamine” in tribuna per sostenerle e poi per partecipare alla festa. Un ciclo che si rinnova di anno in anno, introducendo nuove appassionate ad ogni stagione per misurarsi con il pallone a rimbalzo controllato e raggiungere, insieme alle compagne, anche obiettivi prestigiosi oltre ai più importanti legati alla crescita tra amiche e alla pratica di uno sport. Guardando e riguardano le foto di quei sorrisi incancellabili dagli smartphone, un po’ come fino a qualche anno fa si diceva da “incollare all’album dei ricordi”.

A comporre la rosa di 19 atlete che si sono alternate sono le praticanti che provengono da Montecchio Precalcino, Thiene, Dueville, Breganze, Sandrigo, Sarcedo, Villaverla, Molina di Malo, Cavazzale e perfino da Chiampo. Una buona rappresentanza di loro sono già impiegate nella categoria superiore, l’Under 19 nazionale, con il Dream Five oggi unico team della provincia di Vicenza - e tra i soli tre in Veneto - a partecipare alla competizione d’èlite che annovera i migliori settori giovanili d’Italia, la quasi totalità legati a club di serie A. Più qualche “mosca bianca”, anzi, dalle ali neroverdi. ◆

[18] ◆ Thiene MesePlus Sport

Cultura e spettacoli

Esce al cinema il documentario dei registi bassanesi Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon sul crollo del ghiacciaio della Marmolada che causò la morte di 11 alpinisti, di cui sette vicentini. L’opera, in concorso al Trento Film Festival, ricostruisce una tragedia che ha scosso profondamente il Veneto e il Trentino Alto Adige: alle 13.45 del 3 luglio 2022, dopo settimane di caldo record, una gigantesca placca della calotta di Punta Rocca si staccò dal ghiacciaio travolgendo tre cordate di alpinisti.

La tragedia della Marmolada raccontata sul grande schermo

Esce al cinema il documentario dei registi bassanesi Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon sul crollo del ghiacciaio della Marmolada che causò la morte di 11 alpinisti, di cui sette vicentini. I due autori presenteranno il film al cinema Campana di Marano il 14 maggio.

Il bilancio finale fu di 11 morti - 8 veneti, un trentino e due stranieri - e 8 feriti. Attraverso i racconti di soccorritori, autorità, testimoni oculari e sopravvissuti, e con l’aiuto di immagini di repertorio e riprese inedite, i registi Lorenzato e Zarpellon restituiscono allo spettatore la complessità e la frenesia di quegli eventi, e la messa in moto della grande “macchina dei soccorsi”. Un racconto corale che si sofferma in particolar modo sull’impatto umano che la tragedia ha avuto sugli uomini e sulle donne che in quei giorni si prodigarono per aiutare e recuperare sopravvissuti e non.

“Fin dal primissimo momento in cui abbiamo deciso di fare questo documentario - hanno spiegato i registi, già autori del

La Grande Storia vista con gli occhi di un bambino

Cristina Lanaro, insegnante thienese, il 16 maggio presenterà in biblioteca a Thiene il suo nuovo romanzo “Giuseppe non va alla guerra”. L’autrice ha all’attivo la pubblicazione dei gialli “Dove inizia la nebbia” e “L’acqua del diavolo”, e dei volumi storici “Il conte e la strega” e “Pur donna essendo”.

L’ultima fatica letteraria di Cristina Lanaro è un romanzo ambientato a Thiene nei primi decenni del secolo scorso. La vita di quartiere, la fascistizzazione della scuola, il ruolo della stampa nella propaganda, l’arrivo della radio, i primi venti di guerra: questo ed altro fanno da sfondo alle vicende del piccolo Giuseppe. Il bambino ha infatti otto anni quando arriva al Nordera di Thiene, l’Istituto che per tutti è “La casa dei matti”. La notte prima ha visto ammazzare sua madre. Al di là del muro che circonda l’Istituto vive Giaco -

mo, figlio dell’ingegnere Pietro Chilesotti. Nonostante appartengano a mondi diversi, tra Giuseppe e Giacomo nasce una profonda amicizia. Mussolini è già nei discorsi della gente. La Grande Storia si intreccia con la loro.

La presentazione del libro, in programma giovedì 16 maggio a palazzo Cornaggia vedrà l’autrice, premiata due volte al concorso europeo Tragos del Piccolo Teatro di Milano, dialogare con Andrea Dal Bianco; l’attore Giampiero Pozza leggerà alcuni brani tratto dal romanzo. ◆

documentario Gino Soldà Una vita straordinaria - avevamo presenti due obiettivi: raccontare la potente coralità del lavoro dei soccorritori e rispettare i familiari, senza per forza esibire il loro dolore”. Non a caso i familiari delle vittime sono volutamente assenti in questo documentario. Un dolore che emerge con forza, dal racconto e dalla passione dei tanti, tantissimi che hanno speso quelle ore drammatiche per ritrovare i superstiti e per restituire alle famiglie delle vittime le spoglie dei loro cari.

I registi Lorenzato e Zarpellon presenteranno il documentario martedì 14 maggio alle 20.30 al cinema Campana di Marano; il film verrà proiettato anche mercoledì 15 maggio. ◆

[20] ◆ Thiene MesePlus
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.