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Educare ai limiti e regole

Nei due articoli precedenti ho voluto trasmettere l’importanza di conoscere i cambiamenti che avvengono nel cervello e nella mente di un adolescente e l’importanza del contesto sociale e familiare in cui una persona cresce e dal quale assorbe modelli comportamentali e costruisce la propria personalità e i propri valori identitari.

Ma cos’è l’Educazione? Come avviene l’educazione in famiglia? Prima ancora di parlare di limiti e regole i genitori devono chiarire la loro personale cornice pedagogica di riferimento. Mi chiedono come intervenire, perché, dicono: “le abbiamo provate tutte” sia con figli in età dell’infanzia che in adolescenza.

La miglior consulenza pedagogica che si possa fare in queste situazioni è accompagnare i genitori a ridefinire seriamente il loro “Progetto Educativo”. Spesso si scopre che non c’è, che “è scontato”, “non occorre specificarlo”, poi, tuttavia, si tende a faticare a verbalizzare questo progetto, proprio perché non si è mai realmente ben definito.

Da queste riflessioni nascono moltissime argomentazioni, che poi saranno le stesse che si trasmettono ai figli nell’educazione ai limiti e alle regole!

Inizialmente gli adulti sono infastiditi, perché non comprendono la necessità di partire da se stessi e si sentono in difficoltà, sotto esame, perché, rintracciare e definire ciò che si dà per scontato, è un’attività faticosa. Le strategie arrivano molto dopo, quando si è ben compreso che ha maggior valore l’educare ai limiti e alle regole che non trasmetterli come un regolamento da rispettare. Inoltre è un messaggio molto più potente e decisamente più faticoso, che urlare, minacciare e punire.

È faticoso non solo perché richiede tempo, ma soprattutto esige una relazione e un dialogo costante con i propri figli.

L’educazione è un processo, significa che non termina con l’età adulta, attraverso il quale si trasmettono valori morali e culturali per formare la personalità intellettuale e le capacità di comportamento sociale. [Rif. Dizionario di Pedagogia Clinica]. Educare quindi significa promuovere l’individualità della persona, far emergere le sue potenzialità affinché le possa esprimere al meglio per realizzare se stessa. Se limiti e regole sono stati ben trasmessi all’interno della relazione, allora la loro trasgressione e violazione avrà un valore riparativo e non punitivo. Il dialogo disinnesca escalation di rabbia, spesso ad opera di genitori poco solidi e poco riparativi. Con facilità il dialogo manca in quegli adulti più punitivi e forse ancora immaturi dal punto di vista generativo, inteso come accompagnamento nella formazione della persona, nella sua costruzione di una personalità forte e sicura. Un’espressione principe in Pedagogia è la seguente: la relazione è educazione e l’educazione è relazione. Quindi la domanda importante da porsi è: Quanto tempo trascorro con mio figlio/mia figlia? Come lo trascorriamo? Di cosa parliamo quando siamo insieme? In totale sospensione di giudizio, la consulenza educativa dovrebbe accompagnare i genitori attraverso un dialogo maieutico. Maieutica diversamente intesa da quella socratica in cui si mirava a realizzare la perfezione morale dei cittadini. Per la Pedagogia Clinica, si intende una Nuova Maieutica, capace di offrire ai genitori il modo da far emergere e portare alla luce, grazie alla grande riserva di forze che si ha in sé, le proprie difficoltà, le proprie idee-forza e giungere a una vera conoscenza di se stessi. Solo così è possibile educare l’uomo a formare un adulto rispettoso, onesto ed equilibrato. Per ricevere strategie e indicazioni pratiche puoi metterti in contatto con l’autore, se vuoi approfondire questo tema con la lettura, i consigli sono i seguenti: Mario Polito. I confitti in famiglia con i figli adolescenti e Mario Polito. Soluzioni alternative alle punizioni e castighi in famiglia. Inquadra