EyeSee 2/2022

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ANNO IV

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RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA

L’OFTALMOLOGIA CHE NON GUARDA ALTROVE La comunità oftalmologica dalla parte dei colleghi ucraini in guerra

CASI DA INCUBO

A Long Day: dalla PCIOL alla pupilloplastica con Amar Agarwal

RIFLETTORI SULL’ESPERTO Magda Rau

LARGO AI GIOVANI

Tra mille peripezie: il difficile percorso di chi vuole essere specializzando

FGE S.r.l.-Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) - Anno IV - N. 2/2022 - Trimestrale

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ANNO IV

/2022

RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA

SOMMARIO

L’OFTALMOLOGIA CHE NON GUARDA ALTROVE La comunità oftalmologica dalla parte dei colleghi ucraini in guerra

CASI DA INCUBO

A Long Day: dalla PCIOL alla pupilloplastica con Amar Agarwal

RIFLETTORI SULL’ESPERTO Magda Rau

LARGO AI GIOVANI

Tra mille peripezie: il difficile percorso di chi vuole essere specializzando

FGE S.r.l.-Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) - Anno IV - N. 2/2022 - Trimestrale

Redazione Timothy Norris Laura Gaspari, MA redazione@eyeseenews.it www.eyeseenews.it Pubblicità info@fgeditore.it tel 01411706694 Direttore responsabile Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Grafica e impaginazione Cristiano Guenzi Coordinamento scientifico Vittorio Picardo, MD Hanno collaborato a questo numero: Amar Agarwal, M.S., FRCS, F.R.C.Ophth Roberto Bellucci, MD, Febos-CR Lucio Buratto, MD Carlo Cagini, MD Umberto Camellin, MD Francesco Carones, MD Michele Figus, MD, PhD, FEBOphth Oliver Findl, MD, MBA, FEBO Michele Iester, MD, PhD Rita Mencucci, MD Tom Ogilvie-Graham Vincenzo Orfeo, MD Emilio Pedrotti, MD Magda Rau, MD Scipione Rossi, MD Matteo Sacchi, MD Giuseppe Scarpa, MD Edoardo Villani, MD Paolo Vinciguerra, MD

2 EDITORIALE 4 COVER TOPIC

L’OFTALMOLOGIA CHE NON GUARDA ALTROVE

12 RIFLETTORI SULL’ESPERTO L’OCCHIO DEL CICLONE

16 LARGO AI GIOVANI TRA MILLE PERIPEZIE

20 CASI DA INCUBO A LONG DAY

22 APPROFONDIMENTI

DRY EYE E CHIRURGIA DELLA CATARATTA AD AICCER 2022

24 NEWS 28 TECNICHE CHIRURGICHE XEN GEL STENT: SEMPLICE, RAPIDO, EFFICACE

Editore FGE srl – Fabiano Gruppo Editoriale Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) Sede legale: Regione Rivelle, 7 14050 Moasca(AT) Tel 0141/1706694 Fax 0141/856013 Registrazione presso il Tribunale di Asti n. 1/2020 del 05/02/2020 Copia omaggio

32 EVENTI CONGRESSUALI 34 OTTICA FISIOPATOLOGICA

LA VISTA PER UNA GUIDA SICURA

38 CONTROVERSIE

XEN PROCEDURA AUTONOMA O XEN CON ESTRAZIONE DEL CRISTALLINO?

40 NEWS DALLE AZIENDE 1

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EDITORIALE

L’ESCRS ED I MEDICI OCULISTI DI FRONTE ALLA GUERRA

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di Dottor Roberto Bellucci, Febos-CR, Presidente ESCRS 2014-2015

Tutte le interviste contenute in questo numero sono consultabili collegandosi al sito:

www.eyeseenews.it

La presenza di una guerra fra Stati in Europa è un evento inedito per la generazione che rappresento, ed ha posto nuovi interrogativi alla comunità scientifica in generale, ed alla nostra comunità di oftalmologi in particolare. La Società Europea dei Chirurghi della Cataratta e della Refrazione (ESCRS) ha ritenuto proprio dovere sia etico sia sociale prendere posizione nei riguardi del conflitto e dei suoi attori fin dall’inizio delle operazioni militari. In tal senso è stato redatto e pubblicato nel sito web il comunicato di condanna che tutti possono leggere. Si è poi deciso di aiutare la comunità oftalmologica ucraina mediante l’invio di materiali chirurgici che permettessero di eseguire i

numerosi interventi riparativi delle lesioni oculari prevedibili in un conflitto come questo. In aggiunta è stato deciso di sospendere i pagamenti dovuti dai colleghi ucraini, sollevandoli anche dalle quote congressuali nel caso potessero venire al convegno di settembre a Milano. Uno dei problemi che si pone ad una comunità scientifica come la nostra è quanto la ESCRS possa sentirsi un’isola dove possano convivere oftalmologi delle due nazioni attualmente in conflitto fra loro. Molti di noi hanno amici sia ucraini che russi, io stesso ho preso parte come docente a corsi sia in Ucraina che in Russia, e vediamo con molta tristezza questi colleghi ora da parti opposte della guerra. Per noi oftalmologi è la nostra disciplina a costituire il nostro mondo, una specie di patria surrogata che poco si interessa di nazioni geografiche, di questioni economiche, di sopraffazioni etniche, di conflitti armati. Probabilmente i nostri colleghi russi hanno quindi poco a che vedere con l’aggressione messa in atto dal loro governo contro un’altra nazione Europea, ma comunque non sembra opportuno e non sarà possibile nell’immediato vederli partecipare a congressi come se nulla fosse. Ci auguriamo che questa sospensione dell’amicizia fra colleghi sia solo temporanea, e che oculisti ucraini e russi possano ancora partecipare attivamente e insieme alla nostra Società, come è sempre stato fino ad oggi.

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Cover Topic

L’ OFTALMOLOGIA CHE NON GUARDA ALTROVE La comunità oftalmologica dalla parte dei colleghi ucraini in guerra

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Intervista al Professor Oliver Findl, Presidente ESCRS e Direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale Hanusch di Vienna, e a Tom Ogilvie-Graham, Managing Director di ESCRS

Dopo due anni di pandemia, con tutto quello che ha comportato in termini sia sanitari che sociali ed economici, l’Europa e il mondo intero sono stati scossi da un evento di enorme portata storica, che è entrato nel nostro quotidiano e che difficilmente può lasciarci indifferenti: l’invasione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina. Scene terribili di bombardamenti e operazioni militari in un’invasione su larga scala, come quelle a cui stiamo assistendo dal 24 febbraio 2022, sono straordinarie per un continente abituato a vivere in pace, nonostante siano ancora nella nostra mente le immagini devastanti delle guerre jugoslave degli anni ‘90, del conflitto in Georgia nel 2008 e dell’annessione della Crimea nel 2014 da parte sempre della Federazione Russa in ambo i casi. Lo spettro della guerra ci sta accompagnando ogni giorno,

mentre osserviamo la resistenza ucraina, le notizie allucinanti dei massacri e degli orrori contro i civili di Bucha e Irpin, i bombardamenti a Kyiv, l’assedio di Mariupol e ora l’offensiva focalizzata nella regione del Donbass, con tutta la devastazione di un Paese dove la vita scorreva normale fino al giorno precedente l’attacco. Guerra significa combattimento ed eserciti, ma la guerra è anche ferite, perdite e necessità di assistenza medica tempestiva ed efficace, sia per i soldati che per i civili coinvolti. L’assistenza medica in tempi di guerra è fortemente protetta e regolamentata dalle prime due Convenzioni di Ginevra del 1949 e fa parte di uno dei dettami fondamentali del diritto internazionale umanitario, o più semplicemente, del diritto internazionale di guerra. La violazione di tali norme, come l’attacco ad ospedali, personale

Professor Oliver Findl, Presidente di ESCRS

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di Laura Gaspari

Abbiamo previsto un hub di stoccaggio a Cracovia, in Polonia e uno a Lviv, nell’ovest dell’Ucraina. Significa che il materiale arriva in Polonia, che è ancora Unione Europea e poi viaggia direttamente in Ucraina con un trasporto speciale. Da lì viene poi distribuito a tutti gli oftalmologi del Paese, grazie ad una straordinaria organizzazione dei colleghi ucraini stessi

Professor Oliver Findl

medico e installazioni di assistenza da campo, comporta il commettere un grave crimine di guerra, come ribadito anche dallo Statuto della Corte Penale Internazionale. Le ferite e i traumi oculari dovuti a esplosioni di bombe e combattimenti armati, così come la perdita della vista risultante dalla mancanza di ulteriori cure di routine in tempo di guerra sono diffuse e devastanti e il bisogno di assistenza specializzata è di vitale importanza. Numerosi sono gli studi che sottolineano l’importanza di cure tempestive per salvare la vista delle persone colpite agli occhi a causa di azioni belliche e la necessità per i soldati di utilizzare occhiali protettivi. A questo proposito, la comunità oftalmologica europea e mondiale non è rimasta a guardare. Nella straordinaria catena di solidarietà per il popolo ucraino, la Società Europea di Chirurghi di Cataratta e Chirurgia Refrattiva (ESCRS) assieme ad altre società scientifiche tematiche come Euretina, EU Cornea e alla Società Europea di Oculoplastica e Chirurgia Ricostruttiva (ESOPRS), ha deciso di coordinare e organizzare un’iniziativa a favore dei colleghi ucraini per fornire loro quanto necessario per continuare a lavorare e intervenire in questo terribile contesto. Di questo progetto, della sua origine e di ciò in cui consiste, abbiamo parlato con i due ideatori e promotori principali: il Professor Oliver Findl, Presidente di ESCRS e Direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell’Ospedale Hanusch di Vienna, e Tom Ogilvie-Graham, Managing Director di ESCRS. UNA RISPOSTA PRONTA ED IMMEDIATA La reazione di ESCRS è stata pressoché immediata: insieme ad un

Tom Ogilvie-Graham, Managing Director di ESCRS

forte messaggio di condanna dell’invasione, si sono attivate le iniziative di solidarietà e aiuto per far sì che gli oftalmologi ucraini non rimanessero soli. “Siamo partiti già il secondo giorno dopo la notizia dello scoppio della guerra e abbiamo preso la decisione di aiutare offrendo supporto logistico ai colleghi ucraini”, racconta il Professor Findl. “Abbiamo ritenuto che questa fosse la forma più utile di aiuto, dato che come società scientifica abbiamo una molteplicità di contatti con persone, aziende, oftalmologi e chirurghi in Europa e nel mondo, compresi quelli in Ucraina”. Questa tempestiva risposta alla situazione di emergenza è nata anche - e soprattutto - dalla vicinanza che ESCRS ha con le società oftalmologiche ucraine. “Il venerdì della prima settimana di guerra doveva svolgersi un simposio della ESCRS Academy a

Kyiv, durante il loro meeting nazionale dei chirurghi oftalmologi. Due mesi prima avevamo deciso di programmarlo online ed era tutto pronto. Ovviamente, a causa della guerra, il congresso è stato cancellato. Anche per questo motivo abbiamo deciso che qualcosa doveva essere fatto”, rimarca Findl. L’organizzazione è passata dunque nella mani del Managing Director di ESCRS, Tom Ogilvie-Graham, con già alle spalle un proficua esperienza nell’organizzazione e distribuzione di aiuti umanitari, anche in campo medico e oftalmologico, in contesti di guerra come Gaza, l’Afghanistan, l’Iraq, il Ruanda e la Bosnia. “Ci siamo consultati con i colleghi ucraini per capire di cosa avevano più bisogno, e siamo così riusciti a creare un database”, spiega Ogilvie-Graham. “Nel frattempo il Professor Findl si è mosso per coinvolgere anche le aziende

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Cover Topic I medici ucraini sono persone pratiche, e si sono adattati a questa situazione sconvolgente molto velocemente, aiutandosi a vicenda. Questi chirurghi sono rimasti là, lasciando indietro le loro vite, per concentrarsi su quello che sta accadendo, per offrire il loro aiuto a chi ne ha bisogno

Tom Ogilvie-Graham

e la risposta è stata molto buona”. Per coprire più aree possibili, ESCRS ha deciso di coinvolgere anche altre società scientifiche di riferimento a livello europeo. “Noi ci occupiamo per lo più del segmento anteriore, ma nei traumi oculari tutto l’occhio è coinvolto. Per questo abbiamo chiesto di partecipare anche a società come Euretina e l’ESOPRS, e la cooperazione è stata straordinaria”, spiega Findl. La rete che si è costruita ha permesso di espandere la raccolta di informazioni e di intervenire in maniera capillare. “Abbiamo chiesto ad ognuno di dirci di cosa c’era bisogno secondo quello che avevano sentito dai loro contatti sul posto e abbiamo aggiunto tutte queste informazioni al database”, aggiunge Tom Ogilvie-Graham. “I supporti medici che inviamo di più sono materiale da sutura, viscoelastici, lenti per i casi di trauma, loupe chirurgici, pacchi procedurali per vitrectomia anteriore, tutti donati dalle aziende. Un’azienda ci ha prestato anche due macchine compatte per vitrectomia anteriore, con tutti gli strumenti”, elenca Findl. “Poi ancora, teli chirurgici, camici, guanti, bottiglie, gocce e tutto ciò che è stato raccolto nel database e che può essere utile, soprattutto per la chirurgia”. Si sta cercando inoltre di fornire strumenti utilizzabili anche al di fuori delle strutture specializzate. “Cerchiamo di inviare materiale per la chirurgia oculare d’emergenza che sia appositamente pensato per il campo di battaglia, set che possono esseri usati fuori dai dipartimenti di oftalmologia e da qualsiasi chirurgo e dove le strutture sono molto limitate. Siamo stati in grado di reperire un facovitrectomo Stellaris che possa essere utilizzato nell’ospedale militare di Kyiv e in grado di supportare fino a sei ope-

razioni chirurgiche al giorno, al servizio sia di civili che del personale militare”, spiega Ogilvie-Graham. Un’ulteriore azione compiuta per supportare i colleghi ucraini è stata quella di istituire un fondo ristretto e riservato alle donazioni dei soci di ESCRS, aziende e società sorelle, in aggiunta alle risorse messe a disposizione dall’associazione per l’acquisto di prodotti. “Il fondo ristretto è un’iniziativa del tutto nuova per ESCRS: verrà utilizzato solo ed esclusivamente per aiutare direttamente gli oftalmologi in Ucraina”, spiega Ogilvie-Graham. Recentemente, insieme alle donazioni dirette dalle riserve di ESCRS, il fondo è stato utilizzato per pagare i colliri, il trasporto di materiali in Ucraina, lo stoccaggio in Polonia e, per Ogilvie-Graham sarà utile per poter valutare la situazione in Ucraina. Il database di ESCRS è in continuo aggiornamento per monitorare e rispondere tempestivamente ai bisogni che mano a mano emergono, sia ricorrendo alle aziende partner, che con i fondi propri di ESCRS. UNO SFORZO LOGISTICO CONTINUO E NOTEVOLE “Abbiamo previsto un hub di stoccaggio a Cracovia, in Polonia e uno a Lviv, nell’ovest dell’Ucraina. Significa che il materiale arriva in Polonia, che è ancora Unione Europea e poi viaggia direttamente in Ucraina con un trasporto speciale. Da lì viene poi distribuito a tutti gli oftalmologi del Paese, grazie ad una straordinaria organizzazione dei colleghi ucraini stessi” spiega Findl. Le sfide logistiche non sono poche. In un contesto di guerra e con pesanti combattimenti in corso, ci sono zone molto difficili da raggiungere. “Il materiale che serve agli oftalmologi è estremamente specifico e necessita di essere re-

capitato direttamente nelle loro mani. Il rischio più grosso in questo tipo di iniziative è che il materiale rimanga stipato in qualche magazzino e non distribuito o dato solo a pochi centri medici. Per questo motivo abbiamo deciso di fare le cose per conto nostro, senza appoggiarci a grandi organizzazioni”, afferma Ogilvie-Graham. “La risorsa più grande che abbiamo è il legame speciale con i chirurghi ucraini, anche quelli fuori dal Paese, che hanno una rete ben consolidata di amici, colleghi e famigliari. Lavorare con loro è molto più efficace. Lo stoccaggio e la distribuzione sono più facili con l’attrezzatura medica, un po’ meno con i farmaci”. I farmaci, specialmente gocce antibiotiche e steroidi, sono molto difficili da reperire e devono essere distribuiti in fretta. “Le gocce oculari sono molto difficili da reperire: una strada è comprarle direttamente in Polonia e da lì distribuirle in Ucraina”, spiega Findl. “C’è particolare urgenza di questi farmaci ed è difficile reperirli per molte ragioni. Anche la loro distribuzione è spesso problematica, nella mia esperienza questi prodotti vanno persi. Fortunatamente abbiamo contatti di alto livello con la dogana ucraina, che facilita di molto la logistica. Abbiamo stimato che siamo riusciti a raggiungere circa l’80% degli oftalmologi ucraini”, afferma Tom Ogilvie-Graham. SUL CAMPO, SENZA PERDERSI MAI D’ANIMO Tom Ogilvie-Graham si è recato personalmente a visitare gli hub di Cracovia e Lviv a fine marzo scorso. Specialmente a Lviv, città non molto colpita per ora, ma primo approdo di tutti i profughi che fuggono dalla parte orientale del Paese, ha descritto la situazione come surreale. “Lviv non è stata molto

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Non ci sono questioni: l’oftalmologia deve essere presente. Quando ti trovi vicino ad un fronte di guerra, bisogna avere a che fare con questi traumi e situazioni. È quello che bisogna fare, che ci piaccia o meno

Professor Oliver Findl

Una statua di Lviv avvolta per proteggerla dai bombardamenti

colpita, ma se da una parte è una bellissima città medievale Europea dove la gente si muove, fa compere, e fa cose normali, dall’altra si mettono dei sacchi di sabbia intorno ai monumenti e alle chiese per proteggerli dai bombardamenti.

La sensazione è quella della calma che precede la tempesta”, racconta Tom Ogilvie-Graham. ESCRS non smette mai di essere in contatto con i colleghi ucraini. “Siamo in contatto con ogni mezzo, Whatsapp, email e telefono,

per coordinarci al meglio. Sono molto organizzati, hanno fatto rete e si aiutano con ogni mezzo, anche per il trasporto del materiale medico ai colleghi che più ne hanno bisogno. Tuttavia hanno sempre bisogno perché gli stoccaggi sono sempre meno”, spiega Findl. Moltissimi medici oftalmologi ucraini sono dunque rimasti nel loro Paese per aiutare e resistere, senza mai perdersi d’animo. “I medici ucraini sono persone pratiche, e si sono adattati a questa situazione sconvolgente molto velocemente, aiutandosi a vicenda”, afferma Ogilvie-Graham. “Questi chirurghi sono rimasti là, lasciando indietro le loro vite per concentrarsi su quello che sta accadendo e per offrire il loro aiuto a chi ne ha bisogno”. Nonostante gli oftalmologi ucraini non si stiano perdendo d’animo, continuando a resistere e lavorare incessantemente contando per di più sulle loro forze, ESCRS sta prevedendo di creare una rete di teleconsulto con medici europei, statunitensi e canadesi per dare loro supporto, soprattutto per far fronte ai numerosi casi di trauma oculare. “L’idea è fornire un secondo parere da parte di un chirurgo specializzato. Si sta cercando di costruire una rete di volontari che copra tutte le sottospecialità oftalmiche via videochiamata. Dovremmo riuscire a coprire sia il giorno che la notte grazie ai vari fusi orari coinvolti. Per ora i nostri colleghi ucraini dicono di non averne bisogno e che sono ancora in grado di arrangiarsi da soli. Tuttavia, noi siamo pronti e lo saremo anche in un secondo momento quando ce lo diranno loro”, afferma Findl. “Anche se molti chirurghi ucraini hanno guadagnato una solida esperienza nel gestire i traumi a partire dal 2014, si pensa che essere in grado di discutere i casi

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Cover TopiC La comunità degli oftalmologi dimostra così di essere non solo una specialità medica, ma un gruppo solidale di persone che si supportano, a lungo termine, finché perdurerà la necessità di farlo

Tom Ogilvie-Graham

Un complesso residenziale bombardato i primi giorni di guerra a Kyiv

con chirurghi in tutto il mondo sia un’opportunità di grande valore mentre condividere la conoscenza sarà un processo bidirezionale”, aggiunge Ogilvie-Graham. UNA COMUNITÀ OFTALMOLOGICA MONDIALE STRETTA E UNITA L’iniziativa di ESCRS sta dimostrando che gli oftalmologi possono essere una grande comunità solidale sparsa in tutto il mondo, pronta ad intervenire quando qualcuno è in difficoltà, che riconosce i valori dell’aiuto e del supporto e che, prima di tutto, crede nella medicina e nel suo ruolo fondamentale per salvare vite umane e la vista anche in contesti terribili. “Gli eserciti si sono molto ridotti e anche i medici specializzati in chirurgia di guerra sono molto rari. Eppure gli occhi sono a serio rischio: salvare la vista è estremamente importante, soprattutto subito dopo una ferita”,

spiega Tom Ogilvie-Graham. L’oftalmologia, come chirurgia specializzata, deve essere dunque protagonista e impegnata. “Non ci sono questioni: l’oftalmologia deve essere presente. Quando ti trovi vicino ad un fronte di guerra, bisogna avere a che fare con questi traumi e situazioni. È quello che bisogna fare, che ci piaccia o meno”, afferma Findl. La situazione è catastrofica e lo dimostrano le notizie che arrivano dal fronte, come il bombardamento russo del reparto di oftalmologia a Mariupol, riportato da Ophthalmology Times a marzo, e i primi casi condivisi dai medici ucraini, che ESCRS ha pubblicato su EuroTimes. Si tratta quattro casi di gravi traumi oculari presentati dal Professor Ihor Novytskyy della Lviv National Medical University e che fanno capire quanto gli occhi siano estremamente vulnerabili in un contesto del genere: un ragaz-

zo di meno di 22 anni che, mentre si lavava i denti davanti alla finestra del bagno, ha subito un grave trauma oculare per le ferite causate da uno shrapnel; un giovane soldato, con ulcerazioni della cornea, prolasso dell’iride, cataratta traumatica ed emorragia del vitreo in entrambi gli occhi a causa di un’esplosione; un ragazzo con un foro maculare traumatico e che aveva subito l’amputazione di entrambe le gambe; un comandante sul campo, rimasto completamente cieco. Davanti a quest’ inferno, l’oftalmologia mondiale non è rimasta in silenzio a guardare. La straordinaria resistenza e resilienza dei chirurghi oftalmici ucraini ha smosso sicuramente gli animi dei colleghi. “Come esseri umani cerchiamo sempre di vedere tutto in positivo e gli Ucraini, non solo i medici, ma anche chi ci sta aiutando con la logistica, si sono fatti avanti con uno straordinario senso di solidarietà”, commenta Ogilvie-Graham. “La comunità degli oftalmologi dimostra così di essere non solo una specialità medica, ma un gruppo solidale di persone che si supportano, a lungo termine, finché perdurerà la necessità di farlo”, conclude. In un ultimo comunicato sul sito di ESCRS, il Professor Oliver Findl ha sottolineato l’importanza del network mondiale di oftalmologi anche per la presa in carico di traumi secondari nei vari centri europei, e il supporto professionale ai rifugiati ucraini in tutta Europa. L’impegno dunque è costante. “Tutto l’aiuto possibile è ben accetto, e chiunque ci sta aiutando e ci aiuterà verrà citato perché è importante. Questo è il modo in cui possiamo essere presenti, e le risposte sono state molto positive da parte di tutti gli attori coinvolti”, conclude il Professor Findl.

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RIFLETTORI SULL’ESPERTO

L’OCCHIO DEL CICLONE Innovazione, successo e caparbietà di una specialista come Magda Rau

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Intervista alla Dottoressa Magda Rau, Augenklinik Dr. Rau, Cham, Germania

Se c’è una costante o una caratteristica che meglio può definire la figura professionale, meglio ancora, la vera essenza della Dottoressa Magda Rau, è l’innovazione. Tra le figure chiave per l’introduzione di nuove tecnologie oftalmologiche in Germania, Rau è stata una dei primi chirurghi oftalmologi al mondo ad utilizzare le lenti Premium, ad applicare soluzioni Mix-and-Match, ad accogliere la MIGS con l’uso dei primi stent. Attiva nell’Editorial Board di molte illustri pubblicazioni internazionali e nominata tra i più influenti specialisti di chirurgia refrattiva, Magda Rau può essere a buona ragione considerata l’occhio di un ciclone d’innovazione per l’oculistica europea ed internazionale. Ai microfoni di EyeSee, Magda Rau, MD, si racconta. Gestisco una clinica a Cham, nella Germania del sud, dove ci occupiamo di chirurgia della cataratta e del glaucoma. La Germania è il Paese che mi ha accolto una volta terminati gli studi, ma non volendo perdere il contatto con la mia città d’origine e il luogo dove mi sono formata ho deciso comunque di aprire una piccola clinica anche a Praga, in Repubblica Ceca.

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

Lei è un’oftalmologa di successo, conosciuta a livello internazionale. Qual è stato il suo contributo allo sviluppo dell’oftalmologia moderna? Sono sempre stata e sono tuttora interessata all’innovazione. Ho fatto parte di studi clinici riguardanti l’uso di microstent per il trattamento del glaucoma e della presbiopia. In particolare ho fatto parte degli studi clinici europei sul microstent CyPass, di cui ho deciso di essere pioniera impiantando i primi modelli. Sono stata anche tra i primi ad impiantare e testare differenti tipi di lenti multi-

Dottoressa Magda Rau

focali. Ho anche sviluppato una mia tecnica di viscodissezione LASEK. Da anni mi occupo anche della differenza nell’approccio alla lente multifocale tra pazienti di sesso diverso, in modo da superare le divergenze biologiche e massimizzare la soddisfazione del paziente da ambo le parti. Ci sono state delle difficoltà in quanto donna nel diventare un’oftalmologa di successo? Sì, ed è ancora oggi un problema da considerare. Mi sono presentata ad un simposio OSN ed ero l’unica donna tra i relatori. Penso che ci sia ancora un divario in oftalmologia che deve essere colmato in futuro. C’è anche meno partecipazione a livello di congressi, anche se lo spostamento al virtuale a causa del COVID ha portato un po’ più donne a farsi coinvolgere. Chi sono state le persone più d’ispirazione per la sua carriera? Chi definireb-

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di Timothy Norris

Penso prima di tutto che sia necessario un onesto interesse nei confronti dell’innovazione. La chiave è quella di ricercare metodi sempre più confortevoli e meno invasivi per il paziente

Magda Rau

be come suo mentore? Il mio mentore è stato il Professor Dieter Dausch, il pioniere della chirurgia con laser ad eccimeri. È stato lui ad eseguire per la prima volta al mondo la prima ablazione per il trattamento ipermetropia. Un chirurgo preciso e dal tocco gentile. Ho imparato tantissimo da lui. Il mio secondo maestro è stato un collega da Israele, Oded Ben-Haim. Quali sono i segreti per una carriera dinamica che porta a diventare specialisti di spicco a livello internazionale? Ci sono delle qualità da avere o delle cose che è necessario fare? Penso prima di tutto che sia necessario un onesto interesse nei confronti dell’innovazione. La chiave è quella di ricercare metodi sempre più confortevoli e meno invasivi per il paziente. Inoltre, se si riesce ad avere accesso ad una nuova tecnologia, questa va portata ai congressi

Una delle più grandi passioni della Dottoressa Rau è l’equitazione

internazionali, e sicuramente un po’ di interesse collettivo lo si riesce ad ottenere.

La Dottoressa Magda Rau visita una paziente nella sua clinica

Quali sono i suoi interessi al di fuori della professione? Sono sempre stata interessata nello sport, nell’equitazione. In Repubblica Ceca ho partecipato a dei tornei. Ora ho un cavallo di mia proprietà e adoro cavalcare. L’altro mio interesse è l’arte: dipingo per rilassarmi, per scacciare via lo stress di una professione molto impegnativa. Un hobby è sicuramente necessario.

Un desiderio, un’innovazione che vorrebbe avere per i suoi pazienti. È evidente come il trattamento della presbiopia sia al momento semplicemente un compromesso, tra ablazione e impianto di multifocali. Non tutti i pazienti riescono ad essere davvero soddisfatti con le soluzioni che siamo in grado di dare loro. Il mio desiderio sarebbe quello di riuscire a ringiovanire l’occhio. Sono al momento consulente di un’azienda che sta sviluppando una terapia laser sclerale LSM che mira proprio a recuperare le capacità accomodative dell’occhio. 13

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PAGI

UNA BARRIERA CONTRO I POLLINI PER UNA MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA

PRURITO, ROSSORE, LACRIMAZIONE PER UN SOLLIEVO RAPIDO E DURATURO INSORGENZA D’AZIONE MINUTI 1

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PREVENZIONE stabilizzazione dei mastociti2,3

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FASE ACUTA antistaminica2,4

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FASE TARDIVA

inibizione dell’attivazione degli eosinofili2,5

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1. Greiner J.V .V. .V V. et al. Clin Ther 2003;25(7):1988-2005 • 2.Ketoftil. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto • 3. Schoch C. J Ocul Pharmacol Ther 2003;19:75-81 • 4 Bielory L. et al. Curr Opin Allergy Clin Immunol 2005;5:437-4440 • 5 Schoch C. J Ocul Pharmacol Ther 2003;19:153-1159

Materiale promozionale destinato ai medici. Vietata la distribuzione e l’esposizione al pubblico. PROPRIETÀ ESCLUSIVA DI POLIFARMA SPA

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1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione 1 ml contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Ketoftil gel oculare 1 g contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Eccipiente con effetti noti Il flacone multidose e il gel oculare contengono benzalconio cloruro. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Collirio, soluzione (contenitore multidose). Collirio, soluzione (contenitori monodose). Gel oftalmico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche - Congiuntiviti e cheratocongiuntiviti acute e croniche di natura allergica (primaverili, atopiche ed altre). 4.2 Posologia e modo di somministrazione - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 o più volte al dì, secondo prescrizione medica. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 volte al dì. 4.3 Controindicazioni - Ipersensibilità al ketotifene o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Generalmente controindicato in gravidanza (v. paragrafo 4.6). 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni d’uso - Ketoftil collirio, soluzione (contenitori multidose) e Ketoftil gel - Le formulazioni di Ketoftil collirio multidose e Ketoftil gel contengono benzalconio cloruro come conservante che potrebbe depositarsi sulle lenti a contatto morbide; pertanto Ketoftil non deve essere usato se il paziente indossa questo tipo di lenti. Le lenti devono essere rimosse prima dell’applicazione ed è necessario attendere 15 minuti prima di rimetterle. I prodotti contenenti benzalconio cloruro come conservante potrebbero decolorare le lenti a contatto morbide. Il benzalconio cloruro può causare irritazione oculare, occhio secco, alterazione del film e della superficie corneali. Da usare con cautela nei pazienti con occhio secco e con compromissione della cornea. I pazienti devono essere monitorati in caso di uso prolungato. Ketoftil, nelle sue diverse forme farmaceutiche, può determinare al momento dell’applicazione un leggero e fugace bruciore. Ketoftil gel oftalmico, per la natura dei suoi eccipienti, può causare al momento dell’applicazione un lieve e transitorio offuscamento visivo. Ketoftil collirio, soluzione e gel - Nessuna particolare avvertenza. 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione - Se Ketoftil viene utilizzato in concomitanza con altri medicamenti oculari, è necessario far intercorrere almeno 5 minuti tra un’applicazione e l’altra. La somministrazione orale di ketotifene può potenziare gli effetti dei medicinali depressivi sul SNC, degli antistaminici e dell’alcool. Anche se questi fenomeni non sono stati osservati con Ketoftil, la possibilità di tali effetti non può essere esclusa. 4.6 Fertilità, gravidanza ed allattamento - Gravidanza Non sono disponibili dati sull’uso di ketotifene in gravidanza. Studi su animali con dosi orali tossiche hanno mostrato un incremento della mortalità pre- e postnatale, ma non hanno evidenziato effetti teratogeni. I livelli sistemici di ketotifene dopo l’applicazione oftalmica sono molto più bassi di quelli raggiunti dopo somministrazione orale. Si dovrebbe comunque usare cautela nel prescrivere questo medicinale a donne in gravidanza. Allattamento Anche se i dati di studi su animali dopo somministrazione orale dimostrano l’escrezione del principio attivo nel latte materno, è improbabile che la somministrazione topica nella donna possa produrre quantità di principio attivo rilevabili nel latte materno. Ketoftil può essere usato durante l’allattamento. Fertilità Non sono disponibili dati relativi agli effetti del ketotifene fumarato sulla fertilità negli esseri umani. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari - In soggetti sensibili, Ketoftil, all’inizio del trattamento, potrebbe attenuare la capacità di reazione. Se il paziente avverte visione offuscata o sonnolenza a seguito della somministrazione di questo medicinale, non deve guidare veicoli o utilizzare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati - Le reazioni avverse provenienti da studi clinici (tabella 1) sono elencate in base alla classificazione MedDRA per sistemi e organi. All’interno di ogni classe per sistemi e organi, le reazioni avverse sono riportate in ordine di frequenza, con le reazioni più frequenti per prime. All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente per gravità. In aggiunta, la corrispondente categoria di frequenza per ogni reazione avversa è basata sulla seguente convenzione (CIOMS III): Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000,<1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Tabella 1. Reazioni avverse • Disturbi del sistema immunitario Non comune: ipersensibilità • Patologie del sistema nervoso Non comune: mal di testa • Patologie dell’occhio Comune: irritazione oculare, dolore oculare, cheratite puntata, erosione puntata dell’epitelio corneale Non comune: visione offuscata, (durante l’instillazione), occhio secco, disturbi palpebrali, congiuntiviti, fotofobia, emorragia congiuntivale. • Patologie gastrointestinali Non comune: secchezza della bocca • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: rash, eczema, orticaria • Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: sonnolenza. Reazioni avverse dall’esperienza post-marketing (frequenza non nota) Sono state osservate anche le seguenti reazioni avverse post-marketing: • reazioni di ipersensibilità incluse reazioni allergiche locali (in prevalenza dermatiti da contatto, gonfiore della zona oculare, prurito palpebrale ed edema) • reazioni allergiche sistemiche con inclusi gonfiore/edema facciale (in alcuni casi associate a dermatiti da contatto) • riacutizzazioni di condizioni

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allergiche pre-esistenti quali asma ed eczema. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verifificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. 4.9 Sovradosaggio - Ketoftil multidose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale di questo medicinale non è raccomandata. L’ingestione per via orale del contenuto del flacone multidose da 10 ml o del tubo è equivalente a 5 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). I risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene. Ketoftil monodose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale del contenuto del contenitore monodose è equivalente a 0,25 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). I risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche - Categoria farmacoterapeutica: Oftalmologici-altri antiallergici, codice ATC: S01GX08 Ketoftil è un medicinale antiallergico e antiistaminico attivo per via locale in tutte le forme di cheratocongiuntivite allergica. La sua attività antianafilattica, di tipo non steroideo, si esplica sia attraverso una inibizione del release dei mediatori chimici della allergia e flogosi locale dai mastociti (istamina, SRS-A, etc.),che attraverso una inibizione della attivazione degli eosinofili da parte degli antigeni o del fattore attivante piastrinico (PAF). L’effetto antistaminico si manifesta attraverso una inibizione degli effetti della istamina sui recettori H1 periferici. 5.2 Proprietà farmacocinetiche - Per via orale (nel ratto) l’emivita di assorbimento del ketotifene è di 0,5±0,2 ore e quella di eliminazione è di 8,4 ore. La sua eliminazione avviene per il 25%-30% attraverso l’emuntorio renale. Somministrazione oculare (coniglio): con ketotifene fumarato marcato con C14, la massima concentrazione nei tessuti oculari si rileva 15 minuti dopo la somministrazione; il livello massimo si raggiunge nell’epitelio corneale, seguito da congiuntiva, cornea, iride, sclera, corpo ciliare e umore acqueo. Il tempo di ritenzione medio a livello congiuntivale è di 5,7 ore. La concentrazione ematica per dosi oculari ripetute è stata calcolata essere pari a circa 1/70 di quella congiuntivale. 5.3 Dati preclinici di sicurezza - Il ketotifene presenta una bassa tossicità acuta. La DL50 è riportata nella tabella seguente: mg/Kg PER OS SOTTOCUTE ENDOVENA

TOPO 408±61 820±78 14,9±1

RATTO 468 ± 107 430 ± 54 5,4 ± 0,8

Nessun effetto tossico è stato riscontrato per dosi orali ripetute e largamente superiori a quelle utilizzabili per l’impiego clinico-terapeutico. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose): Sorbitolo, benzalconio cloruro, TS- Polisaccaride e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (con tenitori monodose): TS-Polisaccaride, sorbitolo e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/g geloftalmico: Idrossietilcellulosa, sorbitolo, benzalconio cloruro e acqua per preparazioni iniettabili. 6.2 Incompatibilità - Non note. 6.3 Validità - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione - flacone multidose da 10 ml 3 anni a confezionamento in tegro. Il flacone multidose non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. Ketoftil0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose 0,5 ml 30 mesi a confezionamento integro. I fla concini monodose non contengono conservanti antimicrobici atti a preservarne la sterilità in fase d’uso e perciò,una volta aperto il contenitore, il prodotto in esso contenuto deve essere utilizzato immediatamente. Il prodotto che eventualmente dovesse avanzare deve essere gettato. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico 3 anni a confe zionamento integro. Il prodotto non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose) Un flaco ne contagocce in polietilene da 10 ml, dotato di tappo ad apertura razionale e non istintiva. Ketoftil 0,5 mg/mlcollirio, soluzione (contenitori monodose) Scatola da 25 contenitori in polietilene da 0,5 ml. I contenitori, in stecche da 5 unità, sono racchiusi in bustine di politene-alluminio-poliestere. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico Tubo in alluminio da 10 g, internamente ricoperto da resine epossidiche, con punta oftalmica. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione - Collirio Flacone multidose Per apri re, premere la capsula di chiusura e contemporaneamente svitare. Dopo l’uso richiudere avvitando a fondo.Contenitore monodose Separare un flaconcino dalla stecca e aprire. Dopo l’uso, gettare anche se rimane del contenuto. Gel oftalmico Per ottenere un migliore gocciolamento, durante l’applicazione tenere il tubetto perpendicolare e non obliquo. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO POLIFARMA S.p.A. - Viale dell’Arte 69 - 00144 Roma 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO KETOFTIL 0,5 mg/ ml collirio, soluzione - flacone da 10 ml: A.I.C. 029278013 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose: A.I.C. 029278025 KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico: A.I.C. 029278037. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: 13 Maggio 2000 Data del rinnovo più recente: 13 Maggio 2010. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO Giugno 2020. FASCIA C SOP 15,40 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - flacone da 10 ml: A.I.C. 029278013 €14,50 16,70 KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose: A.I.C. 029278025 €16,20 16,00 KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico: A.I.C. 029278037 €15,00 Prezzi di vendita a discrezione e soggetti a possibili variazioni SISTEMA DI GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA CERTIFICATO

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Largo ai Giovani

TRA MILLE PERIPEZIE Il difficile percorso di chi vuole essere specializzando

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Intervista al Dottor Umberto Camellin, specializzando presso la Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università degli Studi di Messina

Il Dottor Umberto Camellin presso la missione Missione Kidane Mehret, 2019

Ci sono storie di percorsi tumultuosi, in un sistema molto complesso come quello dei concorsi per le scuole di specialità: ne è un esempio la storia del Dottor Umberto Camellin, ora specializzando al secondo anno presso la Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università degli Studi di Messina, diretta dal Professor Pasquale Aragona. Con il Dottor Camellin abbiamo ripercorso le sue vicissitudini, dai tentativi per entrare in specialità, alle esperienze all’estero, al lavoro intenso per non perdere mai un secondo della propria formazione, il tutto per coronare un grande sogno: diventare a tutti i costi un oculista. UN PERCORSO TUMULTUOSO SENZA MAI PERDERSI D’ANIMO “Ho deciso che nella vita avrei voluto fare l’oculista a 12 anni quando mio padre mi portò al Congresso ESCRS a Monaco di Baviera. Sapevo che di mestiere è un oculista, ma non capivo bene quale fosse il suo ruolo. Al congresso mi hanno fatto giocare con un occhio di maiale in un wet lab e mi

sono innamorato di questo mestiere: è stato il momento in cui mi sono detto che io nella vita vorrei diventare oculista”, spiega Umberto Camellin. Classe 1991, Umberto Camellin ha da quel momento incentrato tutta la sua formazione per coronare il suo sogno, incontrando più di qualche ostacolo. “Ho studiato al liceo scientifico e una volta uscito ho subito provato il test di medicina. Purtroppo, al primo tentativo non sono passato”, spiega. Un primo inciampo che però non l’ha assolutamente fermato. “Mi sono iscritto a scienze biologiche, che di certo mi è stato d’aiuto per la preparazione del test al secondo tentativo. Contemporaneamente sono andato in Inghilterra qualche mese, su consiglio della mia famiglia, per imparare la lingua che non conoscevo bene ed è sempre utile. L’anno successivo sono poi riuscito ad entrare a medicina a Ferrara, dove ho studiato per sei anni, sempre con in mente l’obiettivo finale”, racconta Camellin. Dopo la laurea e una tesi sul calcolo delle lenti intraoculari, arriva dunque il momento di affrontare il concorso per entrare in specialità. “Ho tentato la prima volta una settimana dopo aver svolto l’esame di Stato: non mi ero preparato benissimo per via del poco tempo. Comunque ho fatto un punteggio onesto, sarei sicuramente finito da qualche parte, ma non è stato abbastanza per oculistica”, spiega. Nemmeno quello era il tempo di perdersi d’animo. “Ho deciso dunque di non perdere altro tempo e andare a lavorare in clinica da mio padre al fine di iniziare a muovere i primi passi in questo campo. Ho iniziato ad interessarmi ai calcoli di lenti intraoculari, alla chirurgia refrattiva, tutte cose che mi appassionavano molto”, racconta Camellin. “La mattina stavo con lui in clinica e al pomeriggio tornavo a casa a studiare per il test di ingresso dell’anno successivo: era impegnativo ma sono riuscito ad equilibrare le due cose”.

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di Laura Gaspari

Il consiglio che do io a chi ha finito medicina è di non mollare, nessuno vi deve scoraggiare, bisogna rimboccarsi le maniche perché spesso le cose non arrivano da sole, a volte bisogna fare in modo che accadano a costo di qualche sacrificio

Umberto Camellin

Purtroppo per il Dottor Camellin, nemmeno il secondo tentativo di entrare in oculistica va a buon fine. Comunque, non si dà per vinto, continuando a lavorare e studiare e fare esperienze all’estero, sia di formazione che volontariato. “Sono andato qualche giorno come observership al Moorfields Eye Hospital a Londra dal Professor Maurino, e nel 2019 sono partito come medico volontario per una decina di giorni con l’Associazione Medici Oculisti per l’Africa (AMOA) per Adwa in Etiopia, insieme a mio padre e Sergio Tabacchi, allora Vicepresidente AMOA. Lì visitavamo soprattutto pazienti con cataratta, che poi venivano operati. Un’esperienza che mi ha aperto molto la mente, mi ha fatto vedere situazioni molto complesse, e che sicuramente rifarò dopo aver terminato la specialità”, afferma Camellin. Arriva il terzo tentativo di ingresso in specialità e, oltre a ritentare il test, il Dottor Camellin inizia anche a valutare altri Paesi europei dove poter eventualmente spostarsi e continuare il suo percorso per diventare oculista. “Quell’anno il test fu molto difficile e il mio punteggio era proprio al limite. Nel frattempo, finché aspettavo un eventuale ripescaggio, ho valutato un po’ di realtà in Europa, scegliendo la Romania e la Lituania”, spiega.

Il Dottor Camellin davanti la clinica di Kaunas, Lituania

L’ESPERIENZA IN LITUANIA Cercare di capire come funzionano gli altri sistemi di specializzazione in Europa non è semplice. “Uno studente di medicina o un neolaureato che vuole conoscere le varie prospettive in Europa non trova molte informazioni in giro e quindi non è facilitato, nonostante il grosso lavoro che le associazioni di specializzandi stanno facendo per dare questa possibilità. Inoltre, come in Italia, spesso le modalità di valutazione per entrare in specialità cambiano”, spiega Camellin. Umberto Camellin ha deciso dunque

di iniziare il suo percorso in Lituania, uno dei tre Paesi Baltici, seguendo i consigli di un collega lituano che aveva studiato a Kaunas, la seconda città del Paese. “Sono partito a gennaio 2021, in pieno lockdown. Mi ero preparato mesi prima studiando lituano su Skype. La realtà mi è subito piaciuta tantissimo. La struttura di Kaunas è molto grande e complessa, con dieci sale operatorie e circa 50.000 interventi l’anno, tanto da essere punto di riferimento nei Baltici”, racconta Camellin. “Per accedere alla specialità, viene consigliato di fare una

postgraduate fellowship di un anno nella branca scelta al fine di farsi conoscere ed imparare a visitare in lingua lituana. Ottenuto un certificato intermedio di lingua lituana, valutando le tue conoscenze ed il tuo curriculum, è possibile sostenere l’esame orale, a dimostrazione delle tue abilità. Se piaci, sei dentro e fai i tuoi tre anni di specialità (non quattro come in Italia) per diventare oculista”. In Lituania però il Dottor Camellin è rimasto solo quaranta giorni perché, inaspettatamente è riuscito a rientrare, tramite ripescaggio, nella Scuola

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Largo ai Giovani Umberto Camellin e i suoi compagni di specialità, insieme al Professor Aragona e al Professor Meduri

di Specializzazione in Oftalmologia di Messina sotto il Professor Aragona. “Ho guardato per puro caso e ho visto che ero rientrato. Ho fatto i bagagli in pochi giorni e sono tornato in Italia, lasciando con dispiacere la realtà lituana”, afferma. LA VITA DELLO SPECIALIZZANDO “Ho iniziato la specialità a febbraio 2021 e ora entro nel mio secondo anno. Il primo anno, almeno a Messina, si impara ad eseguire pre-ospedalizzazioni dei pazienti e le prime visite. È molto utile perché si inizia a destreggiarsi in reparto iniziando a prendere confidenza nella valutazione complessiva di occhi vergini ed occhi operati. Successivamente, si viene assegnati ai vari servizi specialistici. Il Professore vuole che giriamo ogni tot mesi al fine di poter garantire a tutti la possibilità di apprendere dalle varie branche dell’oftalmologia”, spiega Camellin. La Scuola di Specializzazione di Messina è dotata di tecnologie all’avanguardia: tra di esse il simulatore chirurgico, che permette agli specializzandi di fare un po’ di pratica e acquisire confidenza con la coordinazione occhio-mano. Non solo, è prevista una stanza a disposizione per gli specializzandi, anche dal primo anno, con 3 postazioni fornite di microscopi e facoemulsificatori a disposizione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per il wetlab e drylab. “Fare chirurgia in autonomia durante la specialità è comunque difficile visti i risvolti medico-legali a cui sono sottoposti gli strutturati che, nonostante tutto, ci danno fiducia. A Messina veniamo seguiti molto attentamente

dal Professor Alessandro Meduri”, spiega Camellin. “In sala operatoria si va il terzo e l’ultimo anno. Ci si allena tutti i giorni con il simulatore. Poi ogni settimana ti fanno approcciare piano piano alle varie chirurgie e alle varie fasi degli interventi. Si parte con la cataratta, con i vari accessi. Se questo non è fatto bene ti fermi e procede il tutor, in caso contrario vai avanti con le altre fasi”. Esistono poi diverse possibilità per conoscere altre realtà durante la specialità. “Ci sono la rete formativa e la mobilità: la prima consiste nel passare un periodo presso una struttura in zona o che rientra nella rete del Policlinico Universitario di riferimento. Ne ho già usufruito per tre mesi presso l’Azienda Ospedaliera Papardo ed è stata una bellissima e stimolante esperienza, ho avuto spazio, tanto da fare già le mie prime iniezioni intravitreali al primo anno di specialità”, racconta Camellin. “La seconda è la mobilità, di cui si usufruisce verso la fine della specialità, e che permette di andare per un massimo di 18 mesi, in accordo con il Direttore della Scuola, in un’altra realtà italiana o europea. Si tratta di una grossa possibilità”, racconta. RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI NON È SEMPLICE La difficoltà del test di ammissione alla specialità, soprattutto per oculistica, è un collo di bottiglia che spesso ferma anche i più volenterosi e non tutti hanno la caparbietà e la possibilità materiale di continuare a lottare. Nonostante il pensare comune, raggiungere i propri obiettivi e lottare

per essi non è facile nemmeno per chi è figlio d’arte. La gavetta è lunga per tutti e gli ostacoli che si possono frapporre sono sempre dietro l’angolo. “Ci sono due componenti di cui tenere conto nel risultato di questi test di ingresso: la preparazione e la fortuna. Oculistica è forse la seconda o la terza branca della medicina con il rapporto più basso tra posti di specialità in tutta Italia e il numero di persone che tentano l’accesso, con un punteggio da raggiungere molto alto”, afferma Camellin. “Non tutti poi possono permettersi di tentare e ritentare, ci sono ragazzi e ragazze che hanno bisogno di cominciare ad essere autonomi economicamente e nella vita, e che non possono buttare sei anni rinunciando ad occasioni meno appetibili. Io sono stato fortunato, grazie alla mia famiglia ho potuto studiare e dedicarmi all’oculistica ancor prima di entrare in specialità”. Sebbene ora le maglie si stiano un po’ aprendo, il dibattito sulle borse di specialità continua a rimanere aperto, e sempre più neo-medici tentano e ritentano. “Il consiglio che do io a chi ha finito medicina è di non mollare, nessuno vi deve scoraggiare, bisogna rimboccarsi le maniche perché spesso le cose non arrivano da sole, a volte bisogna fare in modo che accadano a costo di qualche sacrificio. Necessario è che vi sia una specie di cooperazione, una rete formativa, a livello europeo tra le scuole, e che ci sia più informazione per chi vuole tentare anche fuori dal proprio Paese di origine”, spiega Camellin. L’oculista sta diventando una figura sempre più necessaria nel panorama sociale, di cui il futuro avrà bisogno. Si stima che circa il 50% della popolazione nel 2050 sarà miope. “I dati e le previsioni che ci arrivano sono scoraggianti. Inoltre, la popolazione italiana e quella europea stanno invecchiando, conseguentemente ci saranno aumenti di cataratte, degenerazioni maculari senili, patologie della superficie oculare, con le relative conseguenze. Bisogna far fronte a questo problema, cercando di allargare l’accesso alle scuole di specialità in oftalmologia, ma senza abbassare il livello di formazione. Un grande plauso va alle associazioni di specializzandi, che stanno facendo grossissimi sforzi e ci stanno riuscendo, ma il dialogo è ancora molto difficile”, conclude.

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CASI DA INCUBO

A LONG DAY Dalla PCIOL alla pupilloplastica. Storia di un’escalation a lieto fine

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Intervista al Professor Amar Agarwal, Dr. Agarwal’s Eye Hospital and Eye Research Centre, Chennai, India

Quelle giornate dalla lunghezza eccessiva, quelle che lasciano al calare del sole con la stanchezza emotiva, la frustrazione di essere finiti in un turbinare ed un concatenarsi di vicissitudini e sfortune, che non guardano in faccia a nessuno, neppure se ci si chiama Amar Agarwal. “Che giornata lunga!”. Esclama Agarwal nella descrizione di un caso che lo ha visto protagonista, un caso inizialmente di grande semplicità che, a partire dalla prima poco significativa scocciatura, si è presto trasformato in una procedura complessa e per nulla prevedibile. Dalla semplice operazione di conversione di una lente intraoculare dalla camera anteriore alla posteriore con vitrectomia, al dover optare per una necessaria pupilloplastica. Una giornata che da un secondo all’altro diventa una di quelle. “Il paziente è arrivato da noi con una PCIOL innestata in camera anteriore a seguito di una rottura della camera posteriore durante un precedente intervento. Si trattava comunque di un’operazione molto semplice da eseguire: riposizionare la lente intraoculare in camera posteriore trasformandola in una glued IOL”, spiega Agarwal.

Amar Agarval, M.S., FRCS, F.R.C.Ophth non è un semplice oftalmologo di Chennai. A capo di una grande famiglia tradizionalmente legata all’oftalmologia, Agarwal è Presidente e Direttore del Dr. Agarwal’s Eye Hospital and Eye Research Centre, che conta più di 103 ospedali in un totale di 11 nazioni tra il subcontinente indiano e l’Africa. Un vero pioniere di innumerevoli tecniche chirurgiche per il segmento anteriore come la Phakonit e la FAVIT, primo ad impiantare una glued IOL e ad usare il trypan blue per la colorazione della membrana epiretinica in camera posteriore, e molto altro. “Mentre stavo preparando un side port, il coltello ha reciso un’aptica della lente, lasciandoci come unica opzione la sua completa rimozione”, spiega Agarwal. “A quel punto è stato approntato un tunnel sclerale, ma nel momento in cui si è tentato di rimuovere l’aptica recisa, questa non si è voluta staccare dall’iride”, aggiunge. “Era incastrata e fortemente adesa”. Come un arpione in una rete da pesca. I primi tentativi di disincastrare tirando non hanno assolutamente sortito l’effetto desiderato.

Professor Amar Agarwal

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di Timothy Norris

Consiglio a tutti di padroneggiare in particolare la pupilloplastica single pass 4 throw. Tra tutte è davvero quella tecnica che ti può, davvero, salvare la giornata

Professor Amar Agarwal

L’aptica della IOL si rompe sotto il bisturi del Professor Agarwal

“Si è proceduto a due mani e a doppio forcipe, e tutto quello che si è ottenuto è stato un danno all’iride”, spiega Agarwal. “Avessimo continuato, avremmo creato un danno irreparabile”. Lasciare l’aptica nell’iride non era tuttavia un’opzione percorribile, e la soluzione ad un problema semplice si è presto rivelata complessa. “A quel punto è stato necessario tagliare attraverso l’iride usando il vitrectomo per liberare l’aptica incastrata e poi completare la rimozione della lente intraoculare e poter finalmente inserire una glued IOL in camera posteriore”, osserva Agarwal. “Questa doveva essere la parte facile della procedura, resa più semplice ancora dalla Handshake Technique”. L’iride, tuttavia, aveva subito visibilmente il danno causato dall’aptica in-

castrata. La vera sfida iniziava in quel momento. “Come risistemiamo l’iride? Ci siamo chiesti immediatamente dopo aver impiantato la nuova IOL, osservando il danno esteso che essa aveva sofferto”, racconta Agarwal. “Abbiamo optato quindi per una pupilloplastica single pass 4 throw, usando una sutura in prolene 10-0 e ci siamo messi all’opera”, prosegue. “Usando l’endoilluminatore del vitrectomo per visualizzare meglio l’area, siamo riusciti nella delicata impresa di riparare l’iride in una decina di minuti, osservando però la presenza di iridodialisi in più punti”. Agarwal tuttavia non aveva terminato le cartucce a sua disposizione. “Abbiamo optato per la tecnica hangback assistita da trocar, che ci permette di far passare una sutura di prolene in camera anteriore per due punti riagganciando l’iride sotto limbus: una variazione della

hangback di Michael Snyder, con aggiunta della guida del trocar, dell’AC maintainer e di un ago da 30 gauge da usare come rotaia, per ottenere una tecnica ancor più sicura ed efficace”, descrive Agarwal. “Al termine dell’intervento era facile notare che l’immagine Purkinje P1 era dritta al centro della pupilla. Abbiamo applicato la colla fibrinica e abbiamo terminato l’operazione”. Nonostante il caso inaspettatamente complesso con l’improvvisa necessità di optare per una pupilloplastica, l’intervento è andato a buon fine proprio grazie alla conoscenza di tecniche specifiche adatte a risolvere simili problematiche. “Il paziente ha recuperato bene”, afferma Agarwal. “Consiglio a tutti di padroneggiare in particolare la pupilloplastica single pass 4 throw. Tra tutte è davvero quella tecnica che ti può, davvero, salvare la giornata”. 21

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Approfondimenti

di Laura Gaspari

DRY EYE E CHIRURGIA DELLA CATARATTA AD AICCER 2022 Il punto degli esperti sull’importanza della valutazione pre e post chirurgica

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Quanto è importante la valutazione dell’occhio secco nel pre - e post chirurgico? È la domanda a cui si è cercato di rispondere durante il simposio promosso da Alcon dal titolo “La superficie oculare nella chirurgia della cataratta: more than meets the eye”, svoltosi in occasione del XXIII Congresso Nazionale AICCER. A fare il punto della situazione un importante panel di esperti, tra cui Rita Mencucci (Scuola di Oftalmologia dell’Università di Firenze e AO Careggi Firenze), Vincenzo Orfeo (Clinica Mediterranea di Napoli e Segretario Nazionale AICCER) e Edoardo Villani (Università degli Studi di Milano e Eye Clinic San Giuseppe Milano). La diagnosi di occhio secco in un paziente è estremamente importante nella fase pre-operatoria della chirurgia della cataratta, poiché proprio questa sindrome incide sulle misure biometriche, come ricorda il Professor Orfeo. “Nella chirurgia della cataratta è assolutamente importante fare delle valutazioni pre-chirurgiche perché i pazienti dopo l’intervento riferiscono, in una percentuale che si avvicina quasi al 35%, di disturbi di vario tipo che noi chiamiamo ‘discomfort post-operatorio”, spiega. Il discomfort post-operatorio è una condizione molto fastidiosa per il paziente ed è compito del chirurgo fare il possibile per evitarla, per garantire un post-operatorio più tranquillo per entrambi. “Dobbiamo studiare il caso e preparare la superficie oculare. La valutazione pre-operatoria è utile per avere una biometria precisa, che potrebbe subire grandi alterazioni se interveniamo su un occhio con una condizione di dry eye importante”, aggiunge Orfeo. “Queste alterazioni, soprattutto sui K corneali, incidono molto sui risultati, spe-

cialmente su lenti premium, trifocale ad aumentata profondità di fuoco”. Un buon sostituto lacrimale è quindi fondamentale e deve avere determinate caratteristiche per essere efficace, come ci ricorda Rita Mencucci. “Una buona lacrima artificiale dovrebbe avere due caratteristiche fondamentali: non appannare appena messa e garantire una buona permanenza sulla superficie dell’occhio”, afferma. Queste due caratteristiche sembrano in contrasto l’una con l’altra, in quanto una lacrima viscosa garantisce permanenza, ma allo stesso tempo può creare dell’appannamento che non è gradito ai pazienti. Che soluzioni adottare dunque? “Unire HP-guar e acido ialuronico può presentare un’ottima sinergia perché ha un’ottima permanenza. Inoltre, come sappiamo l’acido ialuronico è ben tollerato e gradito ai nostri pazienti”, spiega Mencucci. Ci si è anche chiesti se un sostituto lacrimale possa guarire una cornea abrasa, domanda alla quale la Professoressa Mencucci ha risposto. “Non esiste a mio avviso un vero e proprio fattore riepiteliante. Alcune lacrime artificiali però creano una matrice propedeutica alla riparazione sulla superficie dell’occhio, un ambiente favorevole per un buon processo di guarigione di una cornea danneggiata”, afferma. Il fenomeno dell’occhio secco nei pazienti che si sottopongono a intervento è molto diffuso, come sottolinea Edoardo Villani. “La percentuale è estremamente rilevante: se si pensa alla chirurgia della cataratta senile sappiamo che circa il 30-50% della popolazione over 60 soffre di occhio secco. Esiste certamente una predisposizione maggiore nel sesso femminile, ma è noto che c’è un grande

numero di pazienti con una patologia nascosta della superficie oculare che potrà emergere dopo la chirurgia”. In conclusione, le implicazioni dell’occhio secco si stanno estendendo dalla chirurgia della cataratta ad altre chirurgie. Infatti, il tema è ancora in parte sottostimato nonostante l’importante impatto sugli outcome visivo e di soddisfazione del paziente. “Ad esempio nella chirurgia refrattiva le implicazioni delle superfici oculari sono molto rivelanti e note da tempo. Anche altre chirurgie, come quelle del glaucoma, possono avere implicazioni importanti per quanto riguarda l’occhio secco”, ricorda Villani. “Non si deve dimenticare che su una superficie oculare infiammata la chirurgia del glaucoma non solo potrà dare un maggiore discomfort al paziente, ma anche dei risultati meno soddisfacenti in termini di compenso della pressione intraoculare di quanto non sarebbero in una situazione di una superficie oculare sana”, conclude.

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Lente per il controllo della progressione miopica nei bambini ed adolescenti La miopia sta diventando un problema sempre più diffuso a livello planetario. Per rispondere a questa problematica Ital-lenti ha sviluppato MYOPKIDS, un’innovativa lente con defocus periferico, con lo scopo di limitare lo sviluppo della progressione miopica nei bambini e negli adolescenti.

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News

BEOVU APPROVATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA PER L’EDEMA MACULARE DIABETICO

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Novartis ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato Beovu 6 mg (brolucizumab) per il trattamento dell’edema maculare diabetico. Si tratta della seconda approvazione per l’utilizzo di brolucizumab, dopo quella ottenuta nel 2020 per la degenerazione maculare senile. La decisione della Commissione Europea è arrivata dopo l’analisi dei dati di fase III degli studi randomizza-

ti e a doppio cieco KESTREL e KITE, dove brolucizumab ha raggiunto l’endpoint primario di non inferiorità rispetto ad aflibercept nella variazione media della migliore acuità visiva corretta dalla baseline al primo anno. Un numero inferiore di pazienti trattati con Beovu ha registrato la presenza di fluidi intraretinici e sottoretinici alla cinquantaduesima settimana rispetto ai pazienti trattati con aflibercept. KESTREL e KITE sono i primi studi clinici ad aver valutato l’intervallo tra dosi di 6 mesi di un anti-VEGF nella fase di carico, suggerendo che Beovu può garantire meno iniezioni, dall’inizio del trattamento fino al primo anno di terapia. Gli effetti collaterali registrati al primo anno sono stati più comunemente emorragie congiuntivali, nasofaringiti e ipertensione. Il tasso di infiammazioni intraoculari riportate nello studio KESTREL è stato del 3,7% (incluso lo 0,5% di vasculiti retiniche) con la dose 6 mg di brolucizumab, rispetto allo 0,5% con aflibercept. Nello studio KITE, le infiammazioni intraoculari sono state l’1,7% in entrambi i gruppi, senza nessun caso di vasculiti retiniche. I tassi di occlusioni venose retiniche è stato dello 0,5% con brolucizumab 6mg in KESTREL e 0,6% per aflibercept e brolucizumab nello studio KITE. Fonte: https://www.novartis.com/news/ media-releases/novartis-announces-european-commission-approval-beovu-people-living-diabetic-macular-edema

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TEAM INTERNAZIONALE IDENTIFICA L’IMPATTO DI PIÙ GENI NELL’IPOPLASIA FOVEALE

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Per la prima volta, un team internazionale di ricercatori ha descritto i difetti genetici che influenzano lo spettro della vista e causano problemi nello sviluppo degli occhi dei bambini. Lo studio, il più grande nel suo genere fino ad oggi, ha coinvolto numerosi centri in tutto il mondo, coordinati dall’Università di Leicester. La ricerca ha analizzato i geni associati all’ipoplasia foveale, una malattia neonatale rara,

debilitante e incurabile, che ha gravi conseguenze sulla capacità dell’individuo di condurre una vita normale sin dalla prima infanzia. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista dell’AAO, Ophthalmology, e ha arruolato un totale di 523 pazienti da 12 centri in 9 Paesi con diagnosi confermata di albinismo, PAX6, SLC38A8, FRMD7, AHR o acromatopsia. Ulteriori dati da 384 pazienti sono stati estratti da un database pubblico disponibile dalla letteratura precedentemente riportata. Le scansioni OCT foveali sono state raccolte tra gennaio 2011 e marzo 2021. Ogni singolo caso è stato classificato utilizzando il Leicester Grading System e confrontato con marker genetici per identificare i geni associati alle diverse gravità della condizione. Lo studio ha caratterizzato la struttura fenotipica e genotipica dell’ipoplasia foveale, insieme al periodo di tempo definito di arresto dello sviluppo foveale. Secondo gli autori dello studio, questi risultati forniscono una visione meccanicistica dei disturbi associati all’ipoplasia foveale e hanno un valore prognostico e diagnostico significativo. Fonte: Kuht HJ et al. Genotypic and Phenotypic Spectrum of Foveal Hypoplasia: A Multi-centre Study. Ophthalmology. 2022 Feb 11:S0161-6420(22)00126-9. doi: 10.1016/j.ophtha.2022.02.010. PMID: 35157951. 25

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News

INDAGINE GLOBALE FA LUCE SUL PESO DELL’ATROFIA GEOGRAFICA SULLA QUALITÀ DELLA VITA DEI PAZIENTI

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Apellis ha annunciato in un comunicato stampa i risultati di un’indagine globale. Condotta dall’Harris Poll, l’indagine ha approfondito il carico emotivo e l’impatto sul grado di indipendenza dei pazienti affetti da atrofia geografica (GA). Coinvolgendo 203 adulti con GA, lo studio ha rivelato che due terzi dei pazienti sono costretti a chiedere aiuto ad un caregiver. La malattia ha inoltre influito negativamente sulla capacità di guidare nel 95%, leggere nel 96% e viaggiare nell’88% degli intervistati. Come riportato da Apellis, quasi 7 pazienti su 10 con atrofia geografica ritengono che l’impatto della malattia sulla qualità della vita sia peggiore delle aspettative. Quasi la metà dei pazienti soffre di ansia, quattro su dieci provano un senso di impotenza e uno su tre lamenta un senso di frustrazione. In

particolare un paziente su tre ha deciso di astenersi completamente dalla vita sociale a causa della malattia. “Per le persone che vivono con una patologia senza trattamento come l’atrofia geografica, il forte carico emotivo e l’impatto devastante sull’indipendenza causato dalla perdita della vista sono elementi troppo spesso trascurati”, riporta Nancy Holekamp, Direttrice dei servizi di retina presso il Pepose Vision Institute, St Louis, Missouri. “Questo sondaggio ci ha fornito degli importanti spunti di riflessione che si spera siano in grado di incoraggiare il dialogo tra lo specialista e il paziente, in particolare per quanto riguarda gli esiti fisici ed emotivi di questa malattia”. Un ulteriore elemento emerso dall’indagine riguarda le concezioni sbagliate della malattia da parte dei pazienti. Prima della diagnosi di GA, ben tre pazienti su quattro (76%) consideravano la diminuzione della propria acuità visiva come parte del naturale processo di invecchiamento e non come un processo patologico. I risultati sottolinea quindi l’importanza di un’informazione più ampia e specifica sull’atrofia geografica allo scopo di mantenere il paziente informato e pronto a gestire il peso della patologia. Questo suggerimento è ulteriormente rafforzato dal fatto che il 91% dei pazienti dello studio ha espresso il desiderio di avere più informazioni e opzioni proprio allo scopo di avere un maggiore controllo sulle conseguenze della propria malattia. Fonte: https://investors.apellis.com/news-releases/news-release-details/apellis-announces-results-new-global-survey-conducted-harris

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RIDUZIONE DEGLI SPRECHI NEI FARMACI TOPICI IN OFTALMOLOGIA: UNA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELL’ASCRS, AAO, AGS E OOSS

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La American Society of Cataract and Refractive Surgery (ASCRS), l’American Academy of Ophthalmology (AOO), l’American Glaucoma Society (AGS) e la Outpatient Ophthalmic Surgery Society (OOSS) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sulle raccomandazioni per ridurre lo spreco di farmaci topici nella chirurgia oftalmica. “Le strutture chirurgiche dovrebbero essere autorizzate a utilizzare farmaci topici in contenitori multidose su più pazienti fino alla data di scadenza indicata dal produttore, se vengono seguite le linee guida appropriate. Se applicabile, i pazienti sottoposti a chirurgia che richiedono un farmaco topico non utilizzato per altri pazienti dovrebbero essere autorizzati a portare a casa quel

farmaco parzialmente utilizzato per l’uso post-operatorio”, Queste raccomandazioni si basano su prove pubblicate e chiarimenti sulle politiche delle agenzie di regolamentazione e di accreditamento con giurisdizione sulle strutture chirurgiche. Lo spreco di farmaci topici aumenta esponenzialmente il costo e l’impronta ecologica della chirurgia oftalmica. La Ophthalmic Instrument Cleaning & Sterilization (OICS) Task Force, un gruppo di specialisti comprendente membri delle sopracitate società scientifiche americane, ha elaborato delle linee guide specifiche per l’oftalmologia per la sterilizzazione e il trattamento degli strumenti chirurgici e si occupa di sottoporre ai chirurghi oftalmologi dei sondaggi focalizzati anche sul tema della riduzione dei rifiuti oftalmici. “I nostri sondaggi hanno dimostrato che esiste un’ampia variazione nel fatto che i flaconi multidose vengano riutilizzati su più pazienti chirurgici e, in tal caso, per quanto tempo”, ha affermato il Dottor David F. Chang, che guida la task force. “Documentando le politiche di più agenzie nazionali di regolamentazione e accreditamento, questo documento di sintesi basato sull’evidenza chiarisce che i flaconi multidose possono essere utilizzati su più pazienti e non devono essere scartati arbitrariamente alla fine della giornata, della settimana o del mese”. Fonte: https://ascrs.org/advocacy/regulatory/guidelines/topical-drug-waste 27

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Tecniche chirurgiche

XEN GEL STENT: SEMPLICE, RAPIDO, EFFICACE L’importante risorsa delle MIGS-plus nella gestione del glaucoma ad angolo aperto

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Intervista al Professor Michele Figus, Università di Pisa

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Nell’universo in rapida espansione della chirurgia microinvasiva del glaucoma, e la pletora di proposte chirurgiche e tecnologiche più o meno sicure ed efficaci che ad essa si accompagnano, il Gel Stent di Allergan chiamato XEN ® si afferma come una delle tecniche più efficienti e veloci. Questo particolare tipo di stent viene definito MIGS-plus, in quanto prevede la manipolazione della congiuntiva. L’impianto viene effettuato nello spazio sottocongiuntivale allo scopo di favorire la filtrazione dell’umor acqueo. “L’impianto di XEN è una metodica che ha caratteristiche tipiche della MIGS (chirurgia del glaucoma mini-invasiva), in quanto veloce, poco traumatica e particolarmente mini-invasiva. Si tratta di un dispositivo di gelatina di origine suina, cross-linkata, che ha la funzione di mettere in comunicazione la camera anteriore con lo spazio sottocongiuntivale perforando il trabecolato ed uscendo a circa tre millimetri dal limbus a livello sclerale. Si esegue con un’anestesia topica creando un bypass dalla camera anteriore allo spazio sottocongiuntivale”, spiega Michele Figus, MD, PhD. “Si tratta di una tecnica di largo uso perché interessa il settore supero-nasale, che di norma non viene coinvolto in chirurgie tradizionali perché è relativamente semplice da impiantare e molto gradito dal paziente, tipo una chirurgia della cataratta e infine non ha alcuna necessità di ospedalizzazione. Sono tutte caratteristiche che potenzialmente potrebbero

spingere questa tecnica a diventare il primo intervento in diversi tipi di glaucoma se eseguito molto precocemente”, osserva. Michele Figus è Professore associato di Malattie dell’Apparato Visivo presso l’Università di Pisa, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia presso l’Università di Pisa e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica Universitaria presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. “Come indicazione lo XEN non prevede il glaucoma avanzato, ma quello iniziale o moderato. In particolare, rende molto bene se il paziente è giovane, con una pressione intraoculare maggiore di venticinque o trenta mmHg e con una congiuntiva sana che non sia compromessa da terapie topiche”, spiega Figus. “Se questi requisiti ci sono tutti il risultato è pressoché garantito”. Secondo Figus, tra le molteplici tecniche della galassia MIGS, assieme forse al dilatatore del canale di Schlemm Hydrus, XEN è tra quelle che più efficacemente è in grado di garantire una riduzione efficace della pressione intraoculare nel breve e nel medio termine. “Di fatto la letteratura ci dice che altre tecniche sono in grado di abbassare la pressione solamente di pochi mmHg. Un risultato parziale che non giustifica appieno il loro utilizzo, specialmente considerando il loro costo effettivo”, osserva Figus. “Anche XEN ha il suo costo, ma ha molti altri benefici che lo controbilanciano ottimamente, in particolare per la

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di Timothy Norris

Si tratta di una tecnica di largo uso perché interessa il settore superonasale, che di norma non viene coinvolto in chirurgie tradizionali perché è relativamente semplice da impiantare e molto gradito dal paziente, tipo una chirurgia della cataratta e infine non ha alcuna necessità di ospedalizzazione

Michele Figus

possibilità che dà questo tipo di impianto di gestire con versatilità la patologia”. La procedura richiede un tempo di poco superiore ai 5 minuti, e il paziente entra in ospedale ed esce lo stesso giorno, con tempi di recupero molto veloci. “Si inizia con una piccola paracentesi. Per ridurre il fastidio per il paziente si può usare una goccia off-label di lidocaina diluita in camera anteriore oppure una molecola approvata che però contiene anche tropicamide e fenilefrina e quindi dilata la pupilla”, spiega Figus. “A quel punto si procede con un’iniezione sottotenoniana di mitomicina 0.2 mg/ mL: usando una pinza serrafili si solleva la congiuntiva e la capsula di Tenone e si crea un ponfo sottotenoniano usando un ago da 30 gauge, il più possibile distante dal limbus per non causare infiammazione e permettere alla mitomicina di accedere in camera anteriore”, spiega. “Prima di procedere all’apertura principale si inserisce un po’ di acido ialuronico ad alto peso molecolare ed estremamente coesivo”. Una volta effettuate le procedure preliminari, inizia la fase di impianto dello stent. “A questo punto usiamo un bisturi da 15 gradi e si entra completamente in camera anteriore dal settore temporale inferiore, posizionandoci a circa un millimetro dal limbus in cornea chiara in modo da far arrivare il dispositivo dalla parte opposta seguendo perfettamente la curvatura della sclera”, suggerisce Figus. “Dopo aver rimosso i fermi di

Michele Figus, MD, PhD è Professore associato di Malattie dell’Apparato Visivo presso l’Università di Pisa, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia presso l’Università di Pisa e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica Universitaria presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana

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Tecniche chirurgiche

XEN viene inserito direttamente nello spazio sottocongiuntivale attraverso il trabecolato.

sicurezza, si entra con lo strumento che contiene lo XEN. Mantenendo la mano ferma si spinge l’impianto completamente nel trabecolato, e si rimuove l’iniettore”, spiega. “Dopo avere fatto questa manovra si va a vedere che la parte distale dell’impianto, quindi la coda, quella posizionata sotto la congiuntiva, abbia un movimento adeguato: serve a verificare che non sia posizionato sotto la capsula di Tenone, ma che sia proprio sotto la congiuntiva”, sottolinea Figus. “Dopodiché si inietta della fisiologica in camera anteriore per rimuovere l’acido ialuronico coesivo e già si può vedere la formazione della bozza congiuntivale, ad indicare che il dispositivo sta filtrando e un po’ anche per inizializzarlo”. L’intervento termina in modo non dissimile da una normalissima procedura microchirurgica. “A conclusione si può chiudere come si chiude una chirurgia della cataratta: con una idratazione dello stroma corneale ai due margini della ferita chirurgica e sulla porta di servizio, non dimenticandosi di iniettare 0,1 mL di cefuroxime 1mg/mL per prevenire il rischio di infezioni. Si modella un po’ la bozza congiuntivale che si

è formata per distribuire l’umore acqueo e allargare il settore di filtrazione, e la chirurgia è conclusa”, afferma Figus. Nonostante l’apparente semplicità dell’intera operazione di impianto di un dispositivo come XEN, il recupero post-operatorio necessita di un controllo attento per il primo mese. “Non è tutto rose e fiori purtroppo. Il follow-up richiesto deve essere ravvicinato perché XEN ha un volume interno molto piccolo e, quando capita che si chiuda, lo fa improvvisamente. Oggi potrebbe andare bene e tra qualche giorno il paziente ha la pressione a 30mmHg. La chirurgia tradizionale ha le sue complicanze, ma la formazione della cicatrice si può osservare gradualmente, mentre in impianti come questo succede tutto improvvisamente”, osserva Figus. “Serve quindi seguire il paziente in maniera stretta, per intercettare l’eventuale chiusura in modo tempestivo, cosa che avviene in genere nel breve termine”, consiglia. Nella sua sede di Pisa, assieme al suo team, Michele Figus effettua più di 450 interventi di glaucoma l’anno, di cui un’ottantina di

XEN e parimenti di PreserFlo, una trentina di impianti di valvole di Ahmed e numerose trabeculectomie. Il suo consiglio è di non avere il timore di considerare lo XEN tra le opportunità di cura dei pazienti, anche a fronte dei costi un po’ più elevati. “Non abbiate paura di mettere uno XEN. Si tratta sicuramente di uno dei dispositivi dal costo più elevato della fascia. Personalmente opto per un impianto di questo tipo ogni volta che mi trovo di fronte ad un paziente non troppo grave, con una pressione intraoculare elevata e una bella congiuntiva. Sconsiglio invece un impianto di XEN con una congiuntiva troppo infiammata”, suggerisce “Occorre preparare la superficie oculare alla chirurgia filtrante, perché se l’acqueo va a finire sotto la congiuntiva, questa deve essere in grado di riceverlo. Quindi, sospendere qualsiasi farmaco ipotonizzante topico particolarmente dannoso, usare lacrime artificiali, usare molecole senza conservanti, e trattare prima con cortisone o antinfiammatori non steroidei è cruciale per una buona riuscita dell’intervento”, conclude Figus.

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References: 1. Data on file, HOYA Medical Singapore Pte. Ltd, 2018. 2. Matsushima H, et al. Active oxygen processing for acrylic intraocular lenses to prevent posterior capsule opacification. J Cataract Refract Surg. 2006; 32:1035-1040; (PCO study in rabbit eye). 3. Comparative porcine eye study: study result. David J Apple International Laboratory for Ocular Pathology, University Hospital Heidelberg. Report on file. 4. Data on file, HOYA Medical Singapore Pte. Ltd, 2019. 5. Data on file, HOYA Medical Singapore Pte. Ltd, 2019.

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EVENTI CONGRESSUALI

CONGRESSO AICCER 2022 ASSOCIAZIONE ITALIANA DI CHIRURGIA DELLA CATARATTA E REFRATTIVA AICCER torna in presenza! Il congresso italiano dedicato ai chirurghi di cataratta e refrattiva si è svolto al MiCo di Milano dal 17 al 19 marzo 2021. Tre giornate dedicate a discussioni, relazioni, aggiornamenti tra gli specialisti italiani e le aziende, in un momento di ritrovo faccia a faccia dopo l’impedimento della pandemia. Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti di AICCER 2022, raccogliendo opinioni e impressioni da questo importante congresso.

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AICCER 2022 RIPARTE AL MICO DI MILANO Il Presidente uscente di AICCER, Paolo Vinciguerra, fa il punto sul successo del congresso 2022 al MiCo di Milano.

CHIRURGIA DELLA CATARATTA E CORNEA: FOLLOW UP A MEDIO TERMINE CON MICROSCOPIA CONFOCALE Carlo Cagini riassume la sua presentazione ad AICCER su uno studio condotto a Perugia che ha dimostrato che nelle settimane successive l’intervento di cataratta è presente un’infiammazione negli strati corneali superficiali, individuata con la microscopia confocale.

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IMPIANTO DI IOL EDOF E TRIFOCALI A CONFRONTO: RISULTATI CLINICI E SODDISFAZIONE DEL PAZIENTE Francesco Carones ha fatto il punto del simposio che ha moderato nella giornata di venerdì 18 marzo ad AICCER 2022 sulle lenti intraoculari che consentono la correzione della presbiopia, in particolare le IOL EDOF e le trifocali.

I DISTURBI POST-OPERATORI DELLA SUPERFICIE OCULARE NELLA CHIRURGIA DELLA CATARATTA Scipione Rossi parla delle strategie per ridurre i disturbi post-operatori della superficie oculare nei pazienti che si sottopongono a chirurgia della cataratta.

LE INNOVAZIONI NELLA CHIRURGIA REFRATTIVA DELLA CATARATTA PER UNA MIGLIORE QUALITÀ DELLA VISIONE Emilio Pedrotti va a riassumere tutte le soluzioni innovative nella chirurgia refrattiva della cataratta per una migliore qualità della visione discusse ad AICCER 2022 a Milano.

TECNICHE DI FISSAZIONE SCLERALE E TECNICHE DI FISSAZIONE IRIDEA Giuseppe Scarpa da AICCER 2022 ha parlato della sua relazione sulle tecniche di fissazione sclerale e iridea quando non c’è un supporto capsulare, soprattutto in quelle cataratte molto mature che oggi i chirurghi sono abituati a vedere post pandemia. 33

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OTTICA FISIOPATOLOGICA

LA VISTA PER UNA GUIDA SICURA La sicurezza stradale passa soprattutto dalla vista Vedere bene è importante, ma molte persone non ne sono consapevoli o non hanno gli strumenti per rendersene conto. Negli ultimi anni ci sono state diverse iniziative per promuovere una campagna di sensibilizzazione agli automobilisti sull’importanza di una buona vista, ma molto rimane da fare. Con 1,4 milioni di vittime di incidenti stradali nel mondo e 50 milioni di feriti gravi ogni anno, il tema è una priorità per tutti ed una buona vista è il requisito fondamentale per compiere scelte corrette e anticipare potenziali rischi al volante. La stessa Assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato il periodo dal 2020 al 2030 “Decennio d’azione per la sicurezza stradale” e ha fissato l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada del 50% esortando gli Stati Membri a introdurre misure atte a promuovere una cultura della sicurezza stradale, a sensibilizzare l’opinione pubblica con campagne di informazione, formazione e comunicazione soprattutto tra le fasce più giovani e a condividere buone prassi per quanto riguarda la sicurezza stradale. In linea con le direttive dell’ONU si pone anche l’impegno di EssilorLuxottica per rendere più sicure le strade. Ciò costituisce parte integrante delle sue responsabilità in qualità di azienda di riferimento del settore ottico e della sua mission per aiutare le persone a “vedere meglio, vivere meglio e godere appieno della vita”. In questo contesto si colloca il lancio della campagna globale “Action for Good Vision on the Road”, così da sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni, gli attori del settore della mobilità e i professionisti della cura della vista per rispondere all’appello delle Nazioni Unite a garantire una buona vista a tutti gli utenti della strada e migliorare così i sistemi nazionali di sicurezza stradale. Temi importanti e ben trattati nel libro “Occhio e Guida” del Dottor Lucio Buratto, e che EssilorLuxottica è felice ed onorata di sostenere la pubblicazione nella sua versione aggiornata.

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di Dottor Lucio Buratto, Centro Ambrosiano Oftalmico, Milano

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I dati citati sono impressionanti, tanto da poter definire gli incidenti stradali delle vere e proprie stragi, che possono, però, essere evitate, o quanto meno, drasticamente ridotte con opportuni accorgimenti. Le cause prevalenti degli incidenti sono ben note: distrazione, alcool, stupefacenti, situazioni alterate delle strade, condizioni atmosferiche avverse, mezzi automobilistici poco idonei e altre. A tutte queste però, se ne aggiunge una forse troppo spesso sottovalutata: la vista non ottimale, che è una causa delle più accertate di incidenti stradali. Gli occhi, dunque, sono al centro del problema: occhiali o lenti a contatto non appropriati o non utilizzati, difetti visivi non corretti, scarsa

percezione dei colori, comportano la non corretta lettura delle informazioni sulla strada, sulla cartellonistica e sul comportamento degli altri automobilisti. Demonizzare tutte le altre cause di incidente è doveroso, specialmente alcol e droga, ma non va ovviamente dimenticato che un incidente stradale spesso è causato da un problema visivo. Con un visus normale, naturale o corretto, in autostrada un cartello è ben leggibile da 100 m; già soltanto con una diottria di miopia in meno, invece, si riesce a leggerlo solo da appena 25 m di distanza. Questo significa che viaggiando a 120 km/h, anziché 3 secondi si hanno solamente 75 centesimi di secondo per leggere un cartello,

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elaborare l’informazione e reagire di conseguenza. Altro fatto importante è che almeno un automobilista su dieci non sa di avere problemi di vista e questo diventa ancora più preoccupante se si pensa che le informazioni necessarie alla guida sono fornite per il 90% dagli occhi e che alcune condizioni esterne e meteorologiche (nebbia, pioggia, alba, crepuscolo, entrata e uscita dalle gallerie, e altro) rappresentano momenti critici a causa di una significativa riduzione/alterazione delle capacità visive. Ciò nonostante, gli italiani sembrano curare meno del dovuto la propria efficienza visiva, come

confermano dati statistici che attestano circa al 40% la percentuale di portatori di dispositivi correttivi contro una media generale europea del 48-50%.

I FATTORI DA TENERE IN CONTO DURANTE LA GUIDA E QUALCHE CONSIGLIO GENERALE Sono molteplici i fattori da tenere conto durante un viaggio in automobile e che possono seriamente influenzare la nostra capacità visiva. Ecco alcuni aspetti da considerare e qualche consiglio utile per una guida sicura: • Effettuare una visita oculistica: per prima cosa si dovrebbe preventivare almeno una visita oculistica completa all’anno; • Perfezionare la dieta e utilizzare integratori lacrimali con continuità; • Avere un buon stile di vita e guidare in posizione idonea: per una guida sicura è molto importante poter trovare la corretta postura; • Essere riposati prima di mettersi in viaggio: questo soprattutto se il tragitto è lungo; • Utilizzare un abbigliamento idoneo: indossare abiti non troppo stretti, che impediscano di effettuare le abituali manovre sui pedali e calzare scarpe comode, che aderiscano per intero ai pedali e che non scivolino; • Tergicristalli e specchietti: i tergicristalli dovrebbero essere puliti e regolati su una velocità che non deve distrarre. La spazzola deve essere in condizioni ottimali; • Luce interna: conviene accenderla il meno possibile mentre si guida perché, causando la contrazione della pupilla, essa riduce la capacità dell’occhio di adattarsi al buio; • Galleria: fare attenzione prima dell’ingresso, soprattutto quello scarsamente illuminato, moderando la velocità; • Climatizzazione: d’estate non scendere di più di 6 C° rispetto alla temperatura esterna. D’inverno la temperatura ideale dell’abitacolo dovrebbe essere sui 16-18°, idonea per non far seccare l’occhio e tutte le mucose dell’organismo, evitando di intorpidirsi;

I REQUISITI VISIVI NECESSARI PER UNA BUONA VISTA E PER UNA SICURA GUIDA • Ottima acuità visiva • Buona sensibilità al contrasto • Ampio campo visivo • Valida accomodazione • Buona acuità visiva dinamica

• Buona visione stereoscopica • Buona visione dei colori • Buona capacità di tollerare l’abbagliamento • Buona visione notturna

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OTTICA FISIOPATOLOGICA

• Non fumare: il fumo contiene sostanze tossiche per la retina e per il nervo ottico, irrita gli occhi e influisce destabilizzando il film lacrimale; • La radio: l’eccessivo volume sonoro, spesso presente nelle auto dei più giovani, alla lunga porta affaticamento sensoriale e distrazione, come consultare di continuo il navigatore o perdersi in discorsi inopportuni con gli altri passeggeri; • Telefono: ogni tipo di attività distrae il guidatore e l’utilizzo di telefoni cellulari è sicuramente la più diffusa; • Agenti atmosferici: nebbia, pioggia, e neve influiscono negativamente sulla vista e sulla sicurezza nella guida. Si vede quindi necessario moderare la velocità e aumentare la vigilanza visiva; • Condizioni delle strade: in presenza di forti vibrazioni, l’occhio si affatica maggiormente perché deve eseguire correzioni continue; • Velocità: la visione laterale si riduce progressivamente con l’aumento della velocità, il campo visivo si restringe e la percezione della profondità risulta alterata, cioè diminuita. Anche la percezione dello spazio del campo visivo e la capacità di notare ostacoli o imprevisti cambia al variare della velocità.

OCCHIALI O LENTI A CONTATTO: TUTTO CIÒ CHE DOBBIAMO SAPERE Per quanto riguarda gli occhiali, argomento di grande interesse per noi oculisti, se il guidatore ha problemi visivi è molto importante indossarli. In alternativa si possono usare lenti a contatto. È bene ricordare di utilizzare degli occhiali con la giusta correzione e che siano ben centrati davanti agli occhi, che abbiano lenti pulite, non rigate. Nella guida diurna con foschia, pioggia intensa o nebbia si consigliano lenti antiriflesso, in quanto aumentano la capacità di percezione delle immagini. Nella guida diurna con sole si consigliano lenti da sole a norma di legge. Nel caso di sole intenso si suggerisce per la guida l’uso di lenti polarizzate. Esse riducono i riflessi indotti dal parabrezza o da fonti esterne, attenuano l’abbagliamento, aumentano la saturazione dei colori migliorandone la percezione. Le lenti fotocromatiche si adattano meglio alle condizioni ambientali. Se si viaggia in strade dove ci sono molte gallerie occorre usare lenti che variano velocemente, come le Transitions, o utilizzare prodotti applicabili sugli occhiali da vista. In caso di maculopatie o alterazioni retiniche in generale (diabete, retinite pigmentosa, alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico) si consiglia di utilizzare lenti filtranti medicali di colore giallo. Assorbono, oltre che nell’UV, anche una parte dello spettro visibile a bassa lunghezza d’onda. Per quanto le lenti fil-

tranti per il sole, quelle di buona qualità devono riportare l’etichetta con la scritta 100% UV che indica una protezione sia dai raggi UVB che UVA. Nella guida notturna, invece, si suggeriscono lenti trasparenti o bianche, eventualmente con trattamento antiriflesso, dal momento che aumentano la capacità di contrasto. Per quanto riguarda invece le lenti a contatto, è importante che siano prescritte da un medico oculista, che ne deve verificare anche l’adattamento sulla superficie oculare, per evitare danni alla cornea, generare una cattiva visione o aberrazioni cromatiche. In conclusione, le alterate condizioni dell’occhio e le situazioni che possono distrarre il guidatore e incidere sulla sicurezza del viaggio sono tante, ma certamente un occhio riposato, dotato di buona vista e dotato di un appropriato occhiale, aiuta moltissimo a guidare bene anche in presenza di un difetto di refrazione o in caso di luce eccessiva o in condizioni atmosferiche disagevoli. Comunque una visita periodica dall’oculista può essere di grande aiuto nell’evitare incidenti che possono danneggiare gravemente la qualità della vita.

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CONTROVERSIE

XEN PROCEDURA AUTONOMA O XEN CON ESTRAZIONE DEL CRISTALLINO?

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

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Una controversia che interessa particolarmente gli specialisti di glaucoma riguarda la possibilità di procedere ad un impianto di XEN in combinazione con la chirurgia della cataratta oppure no. A riguardo, su EyeSee si confrontano due specialisti dalle opinioni contrastanti: a difesa della procedura autonoma il

Professor Michele Iester, associato di oftalmologia presso l’Università di Genova e impiegato nel Centro Glaucomi. A difesa invece della procedura con estrazione del cristallino il Dottor Matteo Sacchi, della Clinica Oculistica dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e Responsabile del Centro Glaucoma. Voi da che parte state?

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NEWS DALLE AZIENDE

PROTEZIONE COMPLETA DA ABBAGLIAMENTO, LUCE BLU E RAGGI UV.

ZEISS PHOTOFUSION X:

LA NUOVA SOLUZIONE PER I PORTATORI DI OCCHIALI CON LENTI FOTOCROMATICHE

L Per approfondimenti, vedi l’articolo scientifico:

Le variazioni di illuminazione risultano impegnative per l’occhio umano: passando da un ambiente interno a uno esterno, l’irradiazione luminosa può essere fino a 100 volte più intensa, provocando un fastidioso abbagliamento, oltre alla presenza di dannosi raggi UV. I pazienti di oggi richiedono per i propri occhiali lenti con rapidi tempi di schiarimento in interni e scure come un occhiale da sole all’esterno per proteggersi dall’abbagliamento fisiologico con perdita di sensibilità al contrasto e dalle nocive radiazioni solari ad alta energia. Per questo ZEISS ha re-inventato la tecnologia fotocromatica con la nuova generazione di lenti oftalmiche PhotoFusion X. Grazie ad una velocità di reazione alle variazioni di luminosità senza precedenti, da chiare a scure e viceversa, le nuove lenti risultano perfettamente chiare in interni e scure all’esterno, assicurando la stessa protezione dai raggi UV di un occhiale da sole e un’efficace riduzione della luce blu nociva. Rappresentano la soluzione ideale per i pazienti, di qualsiasi fascia d’età e difetto visivo, particolarmente sensibili alla fotofobia e che richiedono allo stesso tempo la giusta protezione da luce blu e raggi UV con un unico occhiale. Le nuove lenti fotocromatiche ZEISS sono infatti 2,5 volte più veloci a tornare chiare in interni (1) e garantiscono una protezione completa da:

• abbagliamento, diventando scure in soli 15 secondi (2) • luce blu anche in interni e all’esterno (3) • raggi UV fino a 400nm come un occhiale da sole di qualità (4) Per maggiori informazioni o richiedere ulteriori materiali per il suo studio, scrivere a: oculisti.vision@zeiss.com Riferimenti: 1. Test condotti da un laboratorio indipendente negli Stati Uniti nel 2021, in conformità alla norma ISO 8980-3. Sulla base della velocità media di schiarimento (%T/min) dallo stato di completa attivazione a T 80% a23 °C, colore grigio, indice 1.50 (CR607), solo trattamento indurente. Rispetto all’ultima generazione di lenti fotocromatiche grigie, indice 1.50, di un noto brand. 2. Analisi di Carl Zeiss Vision GmbH, divisione Technology & Innovation, Germania 2021, in conformità alla norma ISO 8980-3. PhotoFusion X Grigie o Extra Grey a 23 °C, indice 1.6, trattamento indurente. 3. Bloccano fino al 50% della luce blu potenzialmente dannosa allo stato chiaro e fino al 94% quando completamente attivate. Analisi di Carl Zeiss Vision GmbH, divisione Technology & Innovation, Germania 2021. Dati basati sull’indice BVB (Blue-Violet Block) che misura la quantità di luce compresa fra 400 e 455 nm bloccata dalle lenti, PFX Extra Grey, indice 1.6, trattamento indurente. 4. Protezione UV di serie su tutte le lenti oftalmiche ZEISS fino a 400nm, il più alto standard definito dalla Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) e dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection. Guidelines on limits of exposure to ultraviolet radiation of wavelengths between 180 nm and 400 nm (incoherent optical radiation). Health Phys 2004; 87 (2): 171-186.

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NEWS DALLE AZIENDE

NEUTRALID NET

L’EVOLUZIONE NELLA TRADIZIONE Aloe vera gel: una molecola naturale conosciuta da moltissimi anni particolarmente adoperata come facilitante i processi riparativi delle superfici del nostro organismo. Produce anche attività antinfiammatoria e lievemente antiallergica, peculiarità che aumenta ed amplifica l’igiene della superficie palpebrale con sensazione di freschezza e sollievo immediato Camomilla: prodotto vegetale le cui caratteristiche sono ben note e i cui effetti emollienti e rinfrescanti sono apprezzati da tempo immemorabile.

Le garze oftalmiche monouso Neutralid NET, grazie alle loro proprietà idratanti e lenitive sono un moderno device per l’igiene della zona perioculare di adulti e bambini. La pulizia e la detersione della rima palpebrale è fondamentale non solo ogni giorno come normale atto di igiene personale, ma soprattutto per prevenire quei numerosi fenomeni infiammatori e/o infettivi a carico della cute o delle strutture accessorie delle nostre palpebre che producono discomfort nei pazienti. Blefariti croniche, calazi, orzaioli sono le malattie più comuni che interessano la regione palpebrale e, per ovviare a queste patologie, da molto tempo si è data particolare importanza alla perfetta salute di questa area della regione oculare e peri oculare. L’integrità anatomica, e soprattutto quella funzionale, produce benessere anche sulla superficie oculare attraverso vari meccanismi meccanici e biochimici che si integrano a vicenda. Il sistema più semplice per assicurare integrità, pulizia ed igiene della rima palpebrale e della cute circostante

è senza dubbio l’uso di garze monouso, opportunamente medicate. Le garze oftalmiche monouso Neutralid NET, sono realizzare con tessuto non tessuto (TNT) attraverso un processo definito “Spunlace” che potenzia la struttura reticolare delle fibre componenti il fazzoletto, evitando che questi disperda filamenti, o altri residui, e che sia resistente all’azione meccanica prodotta dal loro uso. Queste caratteristiche strutturali facilitano ilcorrettoutilizzodellagarzeNeutralidNET senza produrre una pur minima sofferenza della cute palpebrale né irritazione. Le garze sono imbevute di Sodio ialuronato 0,10%: una molecola naturale con particolari capacità plastiche ed idratanti che produce sulla cute una azione di modica imbibizione, rendendola morbida e trofica anche per la caratteristica di trattenere acqua e riportando ad un giusto equilibrio la trama del tessuto cutaneo in tutte le sue componenti. Le proprietà mucomimetiche e mucoadesive facilitano una attività riepitelizzante, ma anche blandamente antiinfiammatoria

Il confezionamento delle garze oftalmiche monouso Neutralid NET è senza conservanti tossici, elemento che produce un’alta tollerabilità del prodotto anche nei pazienti più giovani e con cute sensibile. Consente anche l’utilizzo del device come sistema di pulizia nel post operatorio di qualunque chirurgia oculare perché assicura l’assenza di contaminazioni ed una bassa concentrazione di conservanti che ne aumentano la sicurezza senza produrre fenomeni negativi. L’uso regolare e costante di questo prodotto assicura una elevata igiene e detersione della rima palpebrale eliminando, ad esempio, i fattori irritativi provenienti da residui di trucco, per il pubblico femminile, o da fattori irritativi banali, come può accadere nei bambini . La compliance del paziente è assicurata pertanto dalla particolare formulazione con un perfetto equilibrio tra le varie componenti, dalla elevata qualità della struttura della garza che garantisce la resistenza del fazzoletto ai ripetuti passaggi sulla pelle, dalla speciale attenzione al confezionamento che in singola bustina sterile ne rende l’uso pratico e sicuro.

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NEWS DALLE AZIENDE

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INTRAVIT OFFHEALTH ®

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INTRAVIT® è un prodotto che nasce con l’obiettivo di rispondere in maniera concreta alle esigenze dei pazienti affetti da edema retinico o sottoposti a trattamento con intravitreali, costituendo un supporto razionale nel trattamento delle forme infiammatorie della retina INTRAVIT® è una formulazione mirata con componenti sinergiche fra loro: • ARTEMISIA (componenti principali dell’estratto secco) che grazie alle sue spiccate proprietà antiossidanti, si è dimostrata capace di contribuire al controllo di molti fattori coinvolti nel processo angiogenico quali VEGF e Metalloproteinasi. • CURCUMA (curcumina) che contrasta i processi flogistico-infiammatori riducendo anche lo sviluppo delle forme di neoangiogenesi. • ANANAS E BROMELINA, grazie alla loro attività proteolitica, favoriscono la risoluzione degli edemi e la riduzione dei fenomeni flogistici. • PEPE NERO (Piperina) che favorisce la biodisponibilità di estratti naturali, come la curcumina. Per sottolineare l’utilità di questo prodotto, risulta molto importante una recentissima pubblicazione multicentrica che ha valutato gli effetti di INTRAVIT® sull’acuità visiva, sulla densità dei vasi della retina e sullo spessore retinico centrale in pazienti

affetti da edema maculare diabetico, i cui autori e le relative conclusioni sono qui sotto riportate. “Effect of a Fixed Combination of Curcumin, Artemisia, Bromelain, and Black Pepper Oral Administration on Optical Coherence Tomography Angiography Indices in Patients with Diabetic Macular Edema.” Nutrients 2022, 14, 1520. Chiosi, F.; Rinaldi, M.; Campagna, G.; Manzi, G.; De Angelis, V.; Calabrò, F.; D’Andrea, L.; Tranfa, F.; Costagliola, C. “6 mesi di un complemento alimentare (INTRAVIT®, OFFHEALTH Spa, Firenze, Italia) contenente, in associazione fissa, Curcumina (200 mg), Artemisia (80 mg), Bromelina (80 mg) e Pepe nero, con una posologia di 2 cpr die, in aggiunta alla terapia per il trattamento del diabete, migliora CRT, BCVA e VD nei pazienti con DME moderato. L’uso di questa associazione può essere utile per rafforzare la terapia convenzionale per la DR e per trattare l’inizio di complicanze, come il DME, e può rappresentare una potenziale opzione nell’armamentario degli oftalmologi per il trattamento di questi pazienti”.

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10-11 giugno 2022

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Esperti nazionali e internazionali a confronto sul tema della Miopia, delle soluzioni per il controllo della progressione miopica e della prevenzione. Presentazione delle procedure più significative che hanno permesso di ottenere i migliori risultati. Prescrizione, applicazione e gestione del paziente.

MIOPIA

Conduce: Vittorio Picardo

PROGRAMMA PRELIMINARE Venerdì 10 giugno 2022 14.30 Presentazione e introduzione Alfonso Lisi e Daniele Petrini Saluto Autorità 14.45 SESSIONE 1 Collaborare è possibile: come l’oculista e l’ottico optometrista si integrano in un progetto sul territorio Enrico Zonghi Epidemiologia della miopizzazione delle nuove generazioni Paolo Nucci Rassegna della letteratura sui fattori ambientali e le soluzioni ottiche nell’insorgenza e progressione della miopia Fabrizio Zeri Come gestire l’esame refrattivo in età pediatrica Luca Buzzonetti Strategie relative alla progressione miopica in uso nella pratica di optometria e ottica Anto Rossetti Patologie retiniche e miopia Intervista a Stanislao Rizzo Tavola rotonda Coffee break 16.45 SESSIONE 2 HALT technology - Myopia Control Spectacle Lenses with Aspherical Lenslets: Two-year clinical trial results Bjorn Drobe Essilor® Stellest™ - Q&A session Guillaume Giraudet A long-term effect of D.I.M.S. spectacle lens on myopia progression: 6-year follow up study Carly Lam MiYOSMART spectacle lens with D.I.M.S. Technology: the development from R&D prospective Qi Hua Best practice ottiche e optometriche in un utilizzatore di occhiali con lenti oftalmiche e lac morbide per il rallentamento della progressione miopica Daniele Petrini

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Tavola rotonda 18.30 Fine lavori

Percorso FAD

20 crediti per Medici Oculisti

Sabato 11 giugno 2022 9.30 SESSIONE 4 Fattori di rischio per miopia e attuali possibilità di gestione Pasquale Troiano L’ATOM (Atropine for the Treatment of Childhood Myopia) Massimiliano Serafino Up to date ortocheratologia e controllo della progressione miopica Antonio Calossi Best practice ottiche e optometriche in un portatore di lenti ortho-k per il rallentamento della progressione miopica Alfonso Lisi Menicon Bloom™ - A Holistic Approach for Myopia Management Jacinto Santodomingo Rubido Menicon Bloom™ - La lente specificatamente progettata per il controllo della progressione miopica, utilizzando la geometria EDOF, sviluppata dal Brien Holden Vision Institute Mauro Frisani Tavola rotonda Coffee break 12:15 SESSIONE 5 Impegno scolastico e attività prossimale in relazione allo sviluppo della miopia Silvio Maffioletti Overview delle soluzioni ottiche per il rallentamento della progressione miopica Giancarlo Montani Controllo della progressione miopica: lo stato dell’arte in Italia Roberto Caputo Tavola rotonda 13.30 Lunch

info@fgeditore.it

FACULTY Luca Buzzonetti, Roma Antonio Calossi, Firenze Roberto Caputo, Firenze Bjorn Drobe, Singapore Mauro Frisani, Torino Guillaume Giraudet, Francia Qi Hua, Giappone Carly Lam, Cina Alfonso Lisi, Viterbo Silvio Maffioletti, Bergamo Giancarlo Montani, Monopoli (BA) Paolo Nucci, Milano Daniele Petrini, Roma Stanislao Rizzo, Roma Anto Rossetti, Padova Jacinto Santodomingo Rubido, Spagna Massimiliano Serafino, Genova Pasquale Troiano, Erba (CO) Fabrizio Zeri, Roma Enrico Zonghi, Viterbo Promotori

NUOVA OPTICA ITALIANA

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NEWS DALLE AZIENDE

MYOPYA CONTROLLO

DELLO SVILUPPO MIOPICO

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Generalmente, la miopia si evidenzia dai 5 ai 16 anni, e tende a peggiorare durante il processo di crescita, stabilizzandosi intorno ai 18 anni. Una miopia lieve non comporta conseguenze importanti per la salute dei nostri occhi. Al contrario, una miopia grave può portare ad una miopia patologica causando una riduzione irreversibile della visione che non può essere corretta con occhiali o lenti a contatto. Si stima che metà della popolazione mondiale – cinque miliardi di persone – sarà miope entro il 2050, e circa un milione sarà a rischio di patologie oculari associate alla miopia. Secondo gli ultimi studi, la miopia diventerà la principale causa di cecità nel mondo. I dati dimostrano che l’aumento di 1 diottria nella miopia è associato a un aumento del 67% della prevalenza di maculopatia miopica, la più comune e grave complicanza della miopia e la causa principale della perdita irreversibile della vista nel mondo. Per questo motivo, è necessario un controllo adeguato ad evitare, per quanto possibile, la progressione della miopia da uno stadio lieve a uno stadio grave. Rallentare la progressione della miopia di una diottria durante l’infanzia, dovrebbe ridurre del 40% il rischio di sviluppare maculopatia miopica. La lente MYOPYA di Filab tiene in considerazione le caratteristiche della rifra-

zione centrale e periferica dell’occhio miope attraverso i meridiani orizzontali e verticali per creare un prodotto con 3 caratteristiche uniche: Maggiore concentrazione di cellule retiniche nel meridiano orizzontale. Maggiore acuità visiva e sensibilità al contrasto nel meridiano orizzontale Ipermetropia periferica relativa nel meridiano orizzontale (invece della miopia periferica riscontrata nel meridiano verticale). Asimmetria neurale anatomica, la retina periferica nasale ha il 300% in più di cellule gangliari e il 40-45% in più di coni rispetto alla retina temporale. Si osserva una maggiore crescita della lunghezza assiale negli occhi miopi che hanno una prescrizione iniziale più elevata nella retina nasale, in particolare a 20º. Uno squilibrio nella sfocatura percepita tra gli occhi porta alla stimolazione della fusione binoculare. In generale, la prescrizione delle lenti MYOPYA by Filab dovrebbe includere le esigenze del paziente e fornire una valutazione completa dello stato refrattivo e visivo. Il paziente dovrebbe ricevere una consulenza professionale sulla scelta ottica e cosmetica più appropriata del tipo di lente. Ciò richiede un’attenta interpretazione della prescrizione e la conoscenza delle esigenze refrattive del paziente e dello stile di vita. La prescrizione della lente dovrebbe includere la misurazione della distanza interpupillare e dell’altezza di montaggio. Il montaggio deve essere conforme agli standard e bisogna assicurarsi che le lenti siano montate alla giusta altezza e centrate perfettamente. Per garantire una vestibilità ottimale, le montature deve essere perfettamente regolata e assestata, in una posizione naturale per chi li indossa. Si consiglia di seguire il seguente protocollo: All’interno del protocollo di vendita delle lenti MYOPYA by Filab inoltre viene offerto al cliente e di conseguenza ai genitori del bambino una Card di garanzia e protezione lenti per tutta la durata del periodo di utilizzo al fine di incentivare la proposta ed il percorso visivo.

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XXI CONGRESSO NAZIONALE DI IPOVISIONE

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ROMA,

30 Settembre - 1 Ottobre 2022 Presidente Sergio Z. Scalinci Vicepresidente con delega alla ricerca Enzo M. Vingolo Segretario scientifico Paolo G. Limoli

GENES AND CELLS News strategies in low vision therapy

SEGRETERIA SCIENTIFICA

PRESIDENTI DEL CONGRESSO

Paolo G. Limoli (Milano) - paololimoli@libero.it

Prof. Renato Meduri, Prof. Teresio Avitabile

SPONSOR MANAGEMENT

COMITATO SCIENTIFICO

Patrizia Costanzo - sanfrgian@libero.it

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA e PROVIDER ECM Reg. Rivelle 7/F - Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it

Paolo Carelli (Napoli), Federico Bartolomei (Bologna), Rocco Di Lorenzo (Palermo), Maria Rosaria Franco (Lecce), Emilia Gallo (Catania), Paolo Giuseppe Limoli (Milano), Marco Ulisses Morales (Padova), Marcella Nebbioso (Roma), Erika Rigoni (Latina), Sergio Zaccaria Scalinci (Bologna), Lucia Scorolli (Bologna), Gianfrancesco Villani (Verona), Enzo Maria Vingolo (Roma)

www.lowvisionacademy.org

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NEWS DALLE AZIENDE

HOYA VISION CARE COMUNICA

I RISULTATI DELLO STUDIO CLINICO DI FOLLOW-UP DI SEI ANNI, PRIMO NEL SUO GENERE, SULLE LENTI MIYOSMART

Forti evidenze dimostrano che l’efficacia delle lenti nel rallentare la progressione della miopia nei bambini prosegue nel lungo periodo.

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HOYA Vision Care, tra i leader nell’innovazione della tecnologia ottica, ha condiviso i risultati dello studio clinico di follow-up di sei anni sulla lente da vista MiYOSMART con tecnologia a Segmenti Multipli di Defocus Incorporati (D.I.M.S. ) alla conferenza dell’Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO) 2022 a Denver, Colorado, negli Stati Uniti. I risultati di questo studio, il più lungo su una lente oftalmica per la gestione della miopia, sono stati condivisi dalla professoressa Carly Lam del Centre for Myopia Research presso il Politecnico di Hong Kong, che ha condotto la ricerca. Lo studio clinico di sei anni condotto su 90 bambini in Asia ha esaminato la progressione della miopia nei bambini che indossavano le lenti MiYOSMART di HOYA. I risultati sostanziano maggiormente le evidenze del precedente studio di follow-up di tre anni1, che seguiva lo studio di controllo randomizzato (RCT) di due anni2, pubblicato sul British Journal of Ophthalmology. Tale studio dimostrava la forte evidenza dell’efficacia delle lenti nel rallentare la progressione della miopia nei bambini di 8-13 anni. Lo studio di follow-up a lungo termine di sei anni ha dimostrato che l’effetto di controllo della miopia nei bambini che indossano MiYOSMART è sostenuto nel tempo. Ha anche confermato che coloro che smettono di portare le lenti MiYOSMART non mostrano effetto rebound, sia rispetto alla progressione della miopia iniziale, emersa durante

lo studio di controllo randomizzato di due anni, sia rispetto alla popolazione in generale. “Questo studio clinico di follow-up di sei anni sulle lenti MiYOSMART, lo studio più lungo mai condotto su una lente oftalmica per la gestione della miopia, mostra che tali effetti sono sostenuti nel tempo, il che è una notizia straordinaria”, ha detto Natalia Vlasak, responsabile global Medical and Scientific Affairs di HOYA Vision Care. “Questo studio ha anche risposto a un’altra domanda chiave dei professionisti della visione, sull’effetto rebound della lente - siamo molto contenti che lo studio clinico dimostri che non c’è alcun effetto rebound se l’uso della lente viene interrotto”. “HOYA Vision Care si impegna ad essere leader nello sviluppo di un metodo sicuro ed efficace per gestire il crescente problema della miopia nei bambini”, ha aggiunto.

Riferimenti: 1 Lam CS, Tang WC, Lee PH, et al. Effetto di controllo della miopia della lente per occhiali defocus incorporated multiple segments (DIMS) in bambini cinesi: risultati di uno studio di follow-up di 3 anni. British Journal of Ophthalmology Pubblicato Online First: 17 marzo 2021. doi: 10.1136/ bjophthalmol-2020-317664 2 Lam CSY, Tang WC, Tse DY, Lee RPK, Chun RKM, Hasegawa K, Qi H, Hatanaka T, To CH. Le lenti per occhiali Defocus Incorporated Multiple Segments (DIMS) rallentano la progressione della miopia: uno studio clinico randomizzato di 2 anni. British Journal of Ophthalmology. Published Online First: 29 May 2019. doi: 10.1136/ bjophthalmol-2018-313739

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