Geronimo Stilton | Mille Meraviglie

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Nato a Topazia, la capitale dell’Isola dei Topi, è il direttore dell’Eco del Roditore, il giornale più famoso dell’Isola dei Topi, fondato da suo nonno Torquato Travolgiratti. Nel tempo libero, Geronimo colleziona antiche croste di formaggio del Settecento, ma soprattutto adora scrivere libri dal successo eccezionale: pubblicati in 50 lingue, hanno venduto 37 milioni di copie soltanto in Italia, 170 milioni in tutto il mondo! Per scoprire le avventure di Geronimo Stilton e dei suoi amici, visitate il sito www.geronimostilton.com

È un progetto realizzato per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’obiettivo di avvicinare le ragazze e i ragazzi di tutto il mondo alle tante bellezze artistiche e culturali dell’Italia, anche le meno conosciute. È distribuito attraverso la rete delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti Italiani di Cultura.

Cari amici roditori, allacciate le cinture e tenetevi pronti: un viaggio incredibile ci aspetta! Venite con me, anzi con noi… Si parte! Era una luminosa mattina d’estate e io ero in aereo, pronto per una tranquilla vacanza in compagnia della mia famiglia. Ma… altro che vacanza! Quello fu l’inizio di un viaggio incredibile! Sì, perché io, Geronimo Stilton, ero stato iscritto dai miei amici alle Mille Meraviglie, una caccia al tesoro strabiliante tra città, borghi e paesaggi bellissimi. Tappa dopo tappa, da Roma a Venezia, dall’Appennino alle Alpi, io e la mia squadra abbiamo visitato luoghi unici al mondo! E se anche voi volete lasciarvi sorprendere da un Paese in cui la bellezza, l’arte, la storia e la natura sono di casa, preparatevi a viaggiare con noi… L’avventura sta per cominciare!


Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

ARRIVO

PARTENZA

APP UNTI DI VIAGGIO

Il nostro viaggio inizia e finisce in aereo, con un volo da Topazia a Roma (alla partenza), e da Venezia a Topazia (al ritorno)!

Con zaino e scarponi abbiamo raggiunto luoghi stratopici… Visitare l’Italia a piedi è un viaggio dentro al viaggio!

In macchina abbiamo macinato centinaia di chilometri, dandoci i turni alla guida e sfruttando i passaggi degli amici! Durante le tappe in bici, abbiamo scoperto paesaggi davvero unici! E per chi è meno allenato, vai con le biciclette a pedalata assistita! Io ho adorato il pullmino, più piccolo di un pullman ma più spazioso di un’auto… A bordo ho fatto dei sonnellini memorabili!

Evviva il treno, un mezzo super versatile! Tra alta velocità, linee locali, ferrovie storiche e treni di montagna, la scelta è ricchissima!

Per le isole, tutti in traghetto! Lo abbiamo preso per andare in Sicilia e Sardegna, ma anche sull’Isola Bella, sul Lago Maggiore!


partiene a Questo libro ap



Pronti, partenza... via!

Testi di Geronimo Stilton Coordinamento editoriale di Patrizia Puricelli Editing di Benedetta Biasi Copertina di Alessandro Muscillo Graphic Designer: Mauro De Toffol / theWorldofDOT

Era una fresca mattina d’estate. Anzi, era una stratopica alba d’estate! Squiiit, era davvero prestissimo: il SOLE stava per sorgere e… io ero appena arrivato all’aeroporto internazionale di Topazia, pronto per una vacanza stratopica. Destinazione: Italia!

Illustrazioni storia e interno sovraccoperta di Ivan Bigarella (disegno) e Christian Aliprandi (colore) Coordinamento artistico di Roberta Bianchi Grafica di Marta Lorini Da un’idea di Elisabetta Dami www.geronimostilton.com © 2020 - Mondadori Libri S.p.A., per il marchio PIEMME info@edizpiemme.it International rights © Atlantyca S.p.A. Via Leopardi, 8 - 20123 Milan - Italy www.atlantyca.com - contact: foreignrights@atlantyca.it

Edizione speciale realizzata per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura

Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO

Stilton è il nome di un famoso formaggio prodotto in Inghilterra dalla fine del 17° secolo. Il nome Stilton è un marchio registrato. Stilton è il formaggio preferito da Geronimo Stilton. Per maggiori informazioni sul formaggio Stilton visitate il sito www.stiltoncheese.com È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro, così come l’inserimento in circuiti informatici, la trasmissione sotto qualsiasi forma e con qualunque mezzo elettronico, meccanico, attraverso fotocopie, registrazione o altri metodi, senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

Stampa: ELCOGRAF S.p.A. - Verona


Pronti, partenza… via!

Pronti, partenza... via!

Mia sorella Tea, mio cugino Trappola e i miei nipoti Benjamin e Trappy mi stavano già aspettando. Con loro c’era anche nonno Torquato, che voleva salutarci prima della partenza . Appena mi vide, esclamò: – Ero sicuro che saresti arrivato in ritardo, nipotastro! Pensa: sono venuto apposta a controllare! Poi guardò l’orologio, e la sua voce si addolcì: – Ma per una volta ce l’hai fatta: sei puntuale! Mi raccomando, eh?! Voglio essere fiero di te! Io ero un po’ perplesso , così chiesi: – Ehm, sì, nonno! Ma… per che cosa dovresti essere fiero? Lui allora sbraitò: – Come per cosaaa? Questo viaggio è importantissimooo!!! Non lo hai ancora capitooooo?! Uhm, ero sempre più perplesso… Da quando il nonno si interessava così tanto alle mie vacanze? Ma certo! Forse gli stava a cuore quella vacanza, perché era stata una sua idea!!! Così risposi: – Niente paura, nonno! Ti prometto solennemente che farò tutto il possibile perché questo viaggio sia… stratopico! Lui ribatté soddisfatto: – Così ti voglio, nipote! In bocca al gatto!

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Poco dopo, seduto sul sedile reclinato dell’aereo, mentre sotto di noi scorreva una distesa di nuvole sofficissime, dissi alla mia famiglia: – Ah, l’ Italia... ha proprio ITALIA tutto! Musei e monumenti METE IMPERDIBILI per chi ama la cultura; 1. Roma e il Colosseo (Lazio) 2. Firenze e gli Uffizi una natura stratopica per (Toscana) gli spiriti avventurosi; 3. Venezia e Piazza San Marco (Veneto) tradizioni locali per i curiosi 4. Milano e il Duomo (Lombardia) e una cucina prelibata per 5. Le Cinque Terre (Liguria) i golosi! Ho qui un e l enco 6. Napoli (Campania) 7. Pompei, Capri e Sorrento di tutte le cose che non (Campania) possiamo proprio perderci... 8. La Valle dei Templi di Agrigento (Sicilia) Non feci in tempo a finire la 9. Salento (Puglia) 10. Matera (Basilicata) frase, che Benjamin squittì: – Ma, zio G, non so se avremo tempo! Se vogliamo vincere la G A RA dovremo essere pronti a scattare da un posto all’altro! E non saremo noi a decidere le tappe! Io sobbalzai: – Uh? Vincere? Gara? Tappe? Benjamin, di che cosa stai parlando?

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Pronti, partenza… via!

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Una volta atterrati a Roma, la prima cosa che vidi in aeroporto fu un enorme cartello con scritto:

BENV EN UT I , ST I LTON ! Lo teneva una roditrice, che ci accolse e ci lasciò il regolamento… A bordo del pullmino che ci avrebbe portati al B&B dove avremmo alloggiato, noi lo studiammo attentamente. Per mille mozzarelle…

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Tea, Benjamin, Trappy e Trappola si scambiarono un’occhiata interrogativa, poi cominciarono a chiedersi:

– Geronimastro, sei il solito impiastro! – sbuffò Trappola. – Perché non ti sei informato come si deve? Pensavi davvero che il nonno ci mandasse soltanto in vacanza? Niente affatto! Parteciperemo alle M i l l e M e r av i g l i e , una stratopica caccia al tesoro alla scoperta delle bellezze dell’Italia! Io esclamai: – Ehm… caccia al tesoro?! E Tea rispose: – Proprio così! Sarà un’esperienza indimenticabile! Ma ora rilassati, fratellino: scopriremo tutto al nostro arrivo a Roma…

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Comincia l’avventura! UNA CAC CIA AL TES ORO AVV ENT URO SA ED EMO ZIO NAN TE ALL A SCO PER TA DEL LE MER AVI GLI E SEG RET E D’IT ALI A!

REG OLA MEN TO

1. Le tappe saranno comunicate di volta

in volta tramite messag gio su cellulare: per individuarle, la squadra dovrà risolvere un indovinello. 2. Raggiunta la meta, la squadra dovrà scattare un self ie e inviarlo ai giudici. 3. A quel punto arriverà un nuovo messaggio con la tappa successiva, e via così fino al termine della gara! 4. Durante il viaggio, la squadra dovrà tene re un diario online, in modo che tutti, ma proprio tutti, possano sognare insieme a loro... e scoprire le meravig lie segrete d’Italia! CHE COS A NON SI PUÒ FAR E Saltare le tappe! Comportarsi scorrettamente! Non rispettare l’ambiente! Annoiarsi!

VIN CIT ORE

CHE COS A SI PUÒ FAR E Cercare informazioni e curiosità sui posti visitati! Imparare qualche parola di italiano! Conoscere nuovi amici! Assaggiare la cucina locale! Divertirsi!

La squadra che metterà online il Diario di viag gio più stratopico, interessante e divertente, vincerà un nuovo viaggio in Italia, alla scoperta di altre… mille meraviglie!

Regione: Lazio Capoluogo: Roma

Eccoci finalmente sistemati nel nostro B&B, in una delle città più belle al mondo: Roma! Mentre sulla terrazza mi godevo il Ponentino, il famoso venticello romano, ammiravo entusiasta la vista sulla città eterna che si godeva da lassù!

La definizione di ROMA come ‘città eterna’ appare per la prima volta in un verso di Albio Tibullo (poeta latino del I secolo a.C.). Già allora questa città era leggendaria, anche se nessuno ancora poteva immaginare che la sua storia sarebbe proseguita per due millenni e oltre!


Comincia l’avventura!

Lazio

BIP BIP

Ma ecco che sullo schermo del mio smartphone apparve il gara Ben arrivati alla iglie e… misterioso messaggio delle Mille Merav ! in bocca al gatto che tutti stavamo Ecco l’indicazione e er ng iu per ragg aspettando. Squiiit, ppa! la vostra prima ta che emozione… CO BU IL RO NT DE La nostra avventura A, DELLA SERRATUR E TROVERET italiana stava per UN CAPOLAVORO RA! entrare nel vivo! DI ARCHITETTU Mi schiarii la gola e lo lessi a voce alta. – Uhm… –­mormorò Trappola. ­– Come fa una serratura a racchiudere un capolavoro di architettura, che poi sarebbe (immagino) un monumento?! – Ma è impossibile! – strillò Trappy. – E invece una soluzione c’è! – esclamò Tea. Benjamin annuì: – Dobbiamo solo trovarla! Eravamo concentrati su quello strano indovinello, quando una voce trillò: – Trappola, amico mio! Come stai? – Claudiooo! – esclamò mio cugino, di rimando. – Che sorpresa! Ma dove ti eri nascosto?!

Cari amici roditori, dovete sapere che Trappola era già stato a Roma qualche tempo prima per seguire un corso di cucina romanesca! Ed è così che ha conosciuto Claudio, un roditore simpatico e chiacchierone che lavora come tuttofare proprio per il B&B in cui eravamo alloggiati! Dopo le presentazioni, Claudio disse: – Sono così orgoglioso che partecipiate alle Mille Meraviglie! Per questa tappa nel Lazio potete contare su di me e su… Provolone. – Provolone?! – rispondemmo tutti noi, come un sol topo. Claudio si spiegò meglio: Provolone era il nome del suo pullmino color giallo formaggio! Trappola non perse tempo: gli fece leggere subito l’enigma della serratura e lui disse sorridendo: – Ho capito! Venite con me, amici!

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Comincia l’avventura!

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Lo seguimmo fino al pullmino giallo e salimmo a bordo… – Vi piace Roma? – ci chiese Claudio, mettendosi alla guida. – Non solo è una delle città più del mondo, ma nasconde misteri e curiosità, come quella che stiamo per scoprire! Poi si fermò in una piazza deserta e ci disse: – Siamo fortunati! Di solito c’è una lunga fila, e invece oggi non c’è nessuno! Io chiesi: – Ehm… Che cosa dovremmo fare qui? Anzi, dove siamo esattamente? Lui ci sorrise, misterioso: – Siamo davanti alla Sede del Gran Priorato di Roma dell’Ordine di Malta... Ed è qui che dovete cercare la serratura! Io non ci capivo una crosta… La serratura? In mezzo a una piazza?! Ma Trappy rispose: – Certo! Diamo un’occhiata alle porte qui intorno! In quel momento Trappola (che era già partito a razzo) si lasciò sfuggire un: – Oooh! Per mille mozzarelle, mio cugino era curvo davanti al portone della Villa del Priorato, con l’occhio alla serratura . – Guarda, Geronimozzo, non fare il babbeozzo!

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Io allora mi avvicinai al portone e… – Incredibile! Dal buco della serratura si vedeva, nitida e ben inquadrata, la cupola della Basilica di San Pietro!

LA BASILICA DI SAN PIETRO, progettata – tra gli altri – dal genio di Michelangelo Buonarroti, è considerata uno degli edifici più grandi del mondo, con una superficie di circa 23.000 metri quadrati! La sua cupola, affettuosamente chiamata ‘Cupolone’, supera i 133 metri di altezza!


Comincia l’avventura!

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Quando tornammo indietro, Claudio vide le nostre facce meravigliate ed esclamò: – Non male come prima tappa! Poi mandammo il selfie richiesto dal regolamento e in risposta ci arrivò questo messaggio… I miei nipoti erano un po’ delusi: – Ma come, Bra Per vi, Stil abbiamo già finito? ogg ton! iè A dom tutto – Niente paura – ani ! ! intervenne Claudio. – La visita di Roma continua… con me! – Evviva! – squittì Trappy. – Dove ci porti? Trappola chiese, speranzoso: – Al ristorante? Ma Claudio non lo sentì. Mio cugino borbottò: – Umpf, di sicuro avrà pranzato con un piattone di carciofi fritti, lui! Di sicuro non pensa alla merenda, lui! E chissà quando vorrà cenare, lui! Il nostro amico ci chiese: – Da dove volete cominciare il giro? La Bocca della verità, le Catacombe... c’è solo l’imbarazzo della scelta!

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Per scoprire la città, salimmo a bordo di Provolone. – Quelle sono le Mura Aureliane – disse Claudio. – Erano lunghe più di 18 chilometri in origine, ma oggi ne rimane solo una parte! L’imperatore Aureliano le fece costruire per difendere la città dai barbari, i popoli stranieri nemici di Roma. Avevano porte di entrata e di uscita, come la Porta San Paolo che vedete laggiù!


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Lazio Claudio parlava, parlava, parlava… Era un vero piacere stare ad ascoltarlo! Si stava dimostrando un vero cicerone. Dopo ore e ore e ore di autentiche meraviglie, Roma ci regalò anche un tramonto

VIAGGIO NEL TEMPO Marco Tullio Cicerone fu un uomo politico e un oratore romano vissuto nel I secolo a.C. Sono note le sue orazioni, cioè i suoi discorsi pronunciati per sostenere le sue idee. L’oratore, infatti, è chi sa parlare davanti a un pubblico. Oggi fare da cicerone a qualcuno significa guidarlo alla visita di una città, di un monumento, di un museo...

spettacolare! Finalmente però (e dico finalmente), era venuta l’ora di mettersi a tavola: quel tour mi aveva fatto venire una fame felina! Così, dopo una cena tipica romanesca, a base di bucatini, carciofi fritti, saltimbocca e altre delizie assortite, ce ne andammo tutti a dormire, stanchi ma felici! Il giorno dopo ci svegliammo al suono delle campane e della voce squillante di Claudio: – Sveglia, amici! C’è una gara che vi aspetta! E infatti, mentre facevamo colazione sulla terrazza del B&B, ci arrivò il messaggio per la seconda tappa delle Mille Meraviglie.

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Come sempre, lo lessi ad alta voce:

– Abbiamo gli occhi, ma non vediamo... Ma chi ci guarda, noi spaventiamo! Uff, non ci capivamo una crosta! A un tratto, però, Benjamin ci mostrò il tablet: – Zio G, guarda qui! Potrebbe trattarsi di questo posto, un giardino pieno di… mostri di pietra! Ci avvicinammo a dare un’occhiata: vicino a Viterbo, e quindi non lontano da Roma, sorgeva il Parco dei Mostri di Bomarzo.

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Il Sacro Bosco di Bomarzo Il Sacro Bosco di Bomarzo, detto il Parco dei Mostri, è unico al mondo. Nella seconda metà del Cinquecento, Vicino Orsini, signore di quelle terre, diede vita a questo luogo decisamente originale facendo scolpire i massi affioranti dal terreno e ricavandone mostri, draghi, creature mitologiche e sedili, su cui iscrivere dei motti misteriosi.

Un posto magico!


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– Grande, Ben! – esultò Claudio. – Non ci avevo pensato! Nel Parco dei Mostri di Bomarzo si cammina tra draghi, animali mitologici e MOSTRI di pietra. Di sicuro si tratta della vostra prossima tappa! Siete pronti? Vi accompagno io! Salutammo i proprietari del B&B, poi caricammo i bagagli a bordo di Provolone e ci mettemmo di nuovo in viaggio. Nel giro di un paio d’ore, arrivammo a Bomarzo e facemmo il nostro ingresso nel Parco dei Mostri. Benjamin, pietrificato per la meraviglia davanti a un’orca di pietra, esclamò: – Ma è STRATOPICO! Trappy annuì, con il muso all’insù davanti alle statue di due giganti che lottavano. Io uscii dalla Casa Pendente barcollando e con lo stomaco sottosopra… Glom, in quell’edificio sbilenco avevo perso i punti di riferimento! Dopo un po’ di esplorazioni in quel luogo incredibile, mi accorsi che mancava qualcuno! Così chiesi: – Ma dov’è Trappola? Tea mi guardò: – Non era davanti a te? – No! – risposi io. – Pensavo che fosse con voi. Improvvisamente sentimmo strillare: – AA A A A IU TOOOO!

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Squiiit, era la voce di mio cugino. E veniva dalle profondità misteriose di una bocca, la bocca di un gigantesco mostro barbuto! Brrr! Mi feci coraggio e corsi subito verso la statua. Ma all’improvviso: – Cucù! Trappola balzò fuori da quelle FAUCI di pietra, ridacchiando: – Te l’ho fatta, Geronimello! Guardati, sei pallido come una mozzarella!


Comincia l’avventura!

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Umpf, Trappola è sempre il solito! Ma avevamo perso fin troppo tempo, così esclamai: – Ehi, è il momento del selfie! Trappy scattò una foto davanti al mostro di pietra e la inviò ai giudici delle Mille Meraviglie. Benjamin commentò: – Questa gara è uno spasso! Subito dopo, ci arrivò un nuovo messaggio... avevamo completato la tappa del Lazio! – Evviva! – esultammo. – Ce la siamo cavata benone! – commentai io. a, b m a g ati in Poi aggiunsi: – Grazie Siete st te concluso ve A ! n . o t io il t z S e del La a te, Claudio! Il tuo aiuto le tapp satevi! o Ora rip puntaè stato prezioso!!! o ap Prossim Napoli… a o t men Il nostro amico ci lanciò iorni! tra tre g uno sguardo sornione: – Dato che avete qualche giorno di pausa, vi porto io a visitare un paio di posticini davvero speciali! Che ne dite? Noi Stilton ci scambiammo uno sguardo d’intesa, poi Trappola rispose per tutti: – Ovvio che sì! Così ci accomodammo di nuovo a bordo di Provolone. Dopo circa mezz’ora di viaggio,

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Claudio si fermò in una piazzola lungo la strada e ci fece scendere ad ammirare il panorama . Quello che vedemmo ci lasciò a bocca aperta: la strada proseguiva su un p o n t e lunghissimo, che portava a un piccolo borgo arroccato in cima a un colle. Claudio esclamò: – Sapete che quel paese lassù ha solo una decina di abitanti?!


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– Davvero?! – rispose Tea sbalordita. – Ne ha così pochi? Il nostro amico ci spiegò: – A causa di una serie di frane , purtroppo, il borgo è stato lentamente abbandonato. Io non stavo più nella pelliccia per la curiosità: – Che cosa stiamo aspettando? Torniamo a bordo di Provolone e raggiungiamolo! Claudio mi guardò stralunato: – Oh, no no no, Geronimo! Il ponte si può percorrere solo a piedi! Io strabuzzai gli occhi: – A piedi?! Lui annuì: – Proprio così! Comunque è lungo appena 300 metri! – Ma è in salita! – esclamai io, che ero sempre più preoccupato. In realtà non avevamo alternative, così ci mettemmo in marcia e dopo una faticosissima sfacchinata in salita di 300 metri… – Benvenuti a Civita di Bagnoregio – esclamò Claudio. – Questo nucleo abitato fu fondato dagli Etruschi 2.500 anni fa… Passammo così qualche ora a esplorare quel borgo, formato da suggestive abitazioni in pietra , in un’atmosfera sospesa e fuori dal tempo.

Quella sera eravamo davvero stanchissimi, ma VIAGGIO NEL TEMPO la nostra esplorazione Gli Etruschi si insediarono del Lazio non era finita! in Italia a partire dal IX secolo a.C. Abitavano in I successivi due giorni, un’area compresa tra Toscana, Umbria e Lazio, infatti, li passammo in che da loro prende il giro per la regione insieme nome di Etruria. Una curiosità? Gli Etruschi a Claudio… Dopodiché per scrivevano da destra a sinistra! noi venne il momento di ripartire per la tappa successiva delle Mille Meraviglie, la Campania! Salutammo Claudio con la promessa di rivederci presto. Durante il viaggio in treno verso Napoli, Ben e Trappy cercarono in rete delle curiosità sui luoghi che avevamo visitato, dando vita al Diario di viaggio della nostra meravigliosa caccia al tesoro in giro per l’Italia!

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

La necropoli di Cerveteri

Le bellezze di Viterbo

Per vincere la fifa, Zio G ha avuto bisogno... di una spinta! Visitare la necropoli etrusca di Cerveteri è stata un’esperienza stratopica! Volete sapere che cos’è una necropoli? Facile: è uno dei luoghi in cui si seppellivano i morti nell’antichità. Quella di Cerveteri risulta una delle più importanti del Mediterraneo! Gli affreschi e gli oggetti ritrovati nelle tombe ci raccontano la vita quotidiana, i miti e le cerimonie degli antichi Etruschi, come in un vero… viaggio nel Tempo!

VIAGGIO NEL TEMPO Le tombe di Cerveteri sono migliaia e sono organizzate come una vera e propria città, con strade, piazzette e quartieri. Alcune sono trincee scavate nella roccia; altre sono tumuli, spesso contenenti più di una tomba; altre ancora hanno la forma di capanne o casette di pietra.

Viterbo è una bellissima città del Lazio. Claudio ci ha raccontato che qui, il 3 settembre di ogni anno, più di 100 uomini, detti ‘facchini’, portano in giro per le strade una struttura alta 30 metri: è la Macchina di Santa Rosa, che regge la statua della santa patro na di Viterbo, cioè la santa protettrice della città. I facchini sono vestiti di bianco e rosso e portano un fazzoletto in testa… proprio come i pirati!

Una struttura che pesa circa 50 quintali! Squiiit!

Ha il centro medievale piu grande d’Europa!


Un’immersione fuori programma

Campania

Tea si fiondò in cassa: – Ragazzi, mi spiace lasciare un posto così bello, ma la nostra gara ci aspetta!

Il proprietario del locale le fece un inchino e le disse, con aria galante: – Signorina, il mio locale è bello, ma lei lo è molto di più! Mia sorella gli SORRISE e approfittò per mostrargli il telefono: – Lei che è così gentile, potrebbe aiutarci con questo indovinello? Il roditore rispose: – Semplice! Scendete nel metrò! Per arrivarci, girate a destra e poi a sinistra. E ci indicò una strada che attraversava l’incredibile centro storico di Napoli. Io riflettei tra me e me: ‘Che strano! Avrei pensato a un posto sul mare… Forse ci arriveremo con la metropolitana, chissà…’. In quel momento Trappola, che era avanti e stava già scendendo la scalinata del metrò, mi chiamò: – Vieni, Geronimino, segui il tuo bel cugino! Un attimo dopo lo sentii esclamare: – Uau! Questa città è davvero s t raordinaria! Persino la metropolitana è un capolavoro!

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Regione: Campania Capoluogo: Napoli

Cari bocconcini di grana, volete sapere quale fu la prima cosa che esplorammo, una volta arrivati a Napoli? Ma i dolci tipici, naturalmente! Seduti al tavolino di una pasticceria storica napoletana, stavamo gustando delle sfogliatelle, quando ci BIP BIParrivò il messaggio delle Mille Meraviglie, squiiit! E conteneva l’indovinello che ci avrebbe portati alla prima tappa della Campania! Io lessi ad alta voce:

– Qui a piedi si parte e si arriva, ma sembra di stare al largo o a riva.


Un’immersione fuori programma Noi ci precipitammo a raggiungerlo. E in un batter di baffo ci trovammo avvolti da MOSAICI blu che riflettevano la luce come fanno le onde in mezzo al mare. Che spettacolo meraviglioso! Tea commentò: – Ma certo! La prima tappa della Campania è la fermata Toledo della metropolitana di Napoli! Siamo sottoterra, ma sembra di essere al mare!!! Benjamin esclamò: ­– Il mare!!! Ma dopo andremo a vedere anche quello, vero?! Io risposi: – Sì, Ben! Te lo prometto! Prima, però, facciamo il selfie per le Mille Meraviglie.

LA FERMATA TOLEDO è una ver a e pro pria ope ra d’arte, che ha ricevuto molti premi per la sua originalità. Tra questi, c'è quello dell’International Tunnelling Association: in pratica, l'Oscar delle opere sotterranee!

Campania Avevo appena spedito la nostra foto davanti ai mosaici della metropolitana, quando mi arrivò il messaggio con l’indovinello successivo. B I P BIP Lo lessi a voce alta:

– Vedete un tempio molto antico? Alzate i musi, fate come dico! Trappy esclamò: – Tempio? Ma qui non c’è nessun tempio… E Tea disse: – Qui non c’è, ma tutto cambia se fate come dice l’indovinello: alzate i musi! Infatti, in un cartello sopra le nostre teste erano disegnati templi, colonne e vasi di terracotta: era la pubblicità del Sito Archeologico di Paestum. Io esclamai: – Giusto, Tea! Ecco dove dobbiamo andare! Corriamo a prendere il treno! Nel giro di qualche ora ci ritrovammo in uno strabiliante sito archeologico , tra templi antichi, alberi solitari e uno scintillante cielo azzurro… Trappy chiese, entusiasta: – Ma davvero tutto questo è stato costruito più di 2.000 anni fa? Io risposi: – Sì, e si è conservato… davvero benissimo! Pensa che quando gli antichi Greci fondarono questa città, la chiamarono Poseidonia,

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Campania in onore di Poseidone, il dio del mare. Poi i Romani le cambiarono il nome in Paestum. Mandammo il selfie alle Mille Meraviglie e poco dopo ci arrivò il messaggio di risposta. Lo lesse Tea per tutti:

– Bravi Stilton, ora riposatevi! La caccia al tesoro ripartirà dalla Calabria!

VIAGGIO NEL TEMPO A Paestum si possono ammirare, tra le altre meraviglie, tre magnifici templi dedicati alle divinità greche. Il più antico risale al VI secolo a.C. Il più grande, del V secolo a.C., è caratterizzato da un colore dorato che cambia tonalità a seconda delle ore del giorno. L'ultimo, infine, fu costruito nel VI secolo a.C. e in epoca medievale fu trasformato in una chiesa.

Trappola esclamò: – Oh, finalmente possiamo andare a mangiare! Non so voi, ma io ho una fame felina! Raggiungemmo una pizzeria da cui veniva uno stratopico profumo, e Vincenzo, il proprietario, ci disse: – Vi preparo subito una pizza, la mia specialità. Poco dopo arrivò con cinque pizze fumanti ... Trappy esclamò: – Che delizia! Non avevo mai mangiato una pizza così buona!!!

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Un’immersione fuori programma

Campania

Vincenzo allora si avvicinò ai nostri tavoli e chiese ai miei nipoti: – Sapete quando nacque la pizza? Le sue origini risalgono alla notte dei tempi e l’impasto prevede ingredienti semplicissimi: olio, acqua, sale e farina. Nel 1889, però, il cuoco Raffaele Esposito volle omaggiare la regina Margherita di Savoia preparando una pizza a base di pomodoro, mozzarella e basilico, i tre colori della bandiera italiana. Secondo la leggenda fu questo l’atto di nascita della pizza Margherita! Mentre tornavamo a Napoli (questa volta con un pullman), all’improvviso Trappy esclamò: – Guardate il Vesuvio! Nella luce dorata del tramonto, l’enorme vulcano ci lasciò senza parole. Ben aggiunse: – Lo sapete che è alto quasi 1.300 IVO ancora oggi? metri ed è A Io sobbalzai: – Poffartopo… ancora attivo? Basta che non faccia scherzi, eh?! A proposito di vulcani, l’indomani decidemmo di visitare il Parco sommerso di Baia, un’intera zona costiera che, a causa di fenomeni geologici molto particolari, oggi si trova 5 metri sotto il livello del mare!

Si può visitarlo in tanti modi diversi: comodamente seduti su una barca con il fondo trasparente, da cui ammirare i resti sommersi; facendo snorkelling ; immergendosi con le mute da sub! Io non avevo dubbi, cari bocconcini di grana! Appena arrivammo, mi fiondai a comprare i biglietti per il comodo giro in barca. Ma mia sorella fu più veloce di me e, con uno scatto felino, mi passò davanti. Poi prenotò la barca per Ben, Trappy e Trappola, mentre per me e per lei scelse un’immersione guidata alla scoperta delle bellezze di Baia. g l o m!

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VIAGGIO NEL TEMPO La più famosa eruzione del Vesuvio avvenne nel 79 d.C., quando coprì di cenere, lava e lapilli le città romane di Pompei ed Ercolano. I moderni scavi archeologici hanno portato alla luce edifici, templi, strade, case, rimasti sepolti per quasi 2.000 anni.


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

All’inizio ero un po’ perplesso (sono un tipo, anzi un topo, pigro e sedentario, io!), ma alla fine indossai muta e bombole e mi tuffai alla scoperta di quegli antichi reperti sommersi . E fu davvero un’esperienza stratopica! Tra mosaici perfettamente conservati, statue stupende e colonne maestose, quella fu la degna conclusione del nostro viaggio in Campania!

CIRA

Tecnologia al servizio dell’ambiente!

In Campania abbiamo camminato, ammirato paesaggi mozzafiato e visitato posti strabilianti. Per esempio, a Capua, a 40 chilometri da Napoli, c’è il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. Qui si fanno test per la qualifica spaziale dei satelliti, si studiano sistemi innovativi per l'osservazione della Terra e nuove tecnologie per ridurre l'impatto ambientale degli aerei!

Oggi offro io!

IL CAFFÈ SOSPESO! Una mattina, mentre facevamo colazione, il barista ci ha spiegato che a Napoli chi prende un caffè ne paga spesso un altro per chi verrà dopo di lui: si chiama caffè sospeso ed è una tradizione tipica di questa città! Trappola è stato così entusiasta di questa scoperta, che ha lasciato un caffè sospeso anche lui!


Un’avventura… millenaria! Regione: Calabria Capoluogo: Catanzaro

I giudici di gara ci avevano appena comunicato che dovevamo raggiungere Cosenza, in Calabria. Prenotammo il primo treno disponibile e, dopo poche ore, eravamo già in viaggio. Una volta a destinazione, mi arrivò un indovinello, che lessi anche agli altri:

– Non sono un piccolo pollo, ma un luogo amato... Tra le mie frasche trovi il pino loricato! Trappola chiese: – Comeee? C’è scritto pollo?! Quindi dobbiamo cercare una fattoria? Ben rispose: – Ma no, zio Trappola! L’indovinello dice l’esatto contrario! Leggi bene il testo. Dice: Non sono un piccolo pollo! E Trappy esclamò: – L’indizio giusto è il pino loricato! Cercalo sul tablet, Geronimetto!

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Calabria Qualunque cosa sia, ci servirà per risolvere l’indovinello! IL PARCO NAZIONALE DEL In effetti, appena finii di POLLINO è uno dei più digitare sul tablet la parola estesi d’Italia, a cavallo tra Basilicata e Calabria. pino loricato, si aprì il sito Nel parco si trovano del Parco Nazionale piante rare e animali tidel Pollino. pici, per esempio il gufo real e, il lupo appenninico Tea, che stava leggendo dal e il corvo imperiale. suo cellulare, commentò: – Indovinello risolto! Pollino non è un piccolo pollo, ma un parco , di cui il pino loricato è il simbolo! Ed è anche la nostra prossima tappa! Ben e Trappy esultarono in coro: – Andiamo! Noleggiammo un’auto e raggiungemmo il cuore verde del Parco del Pollino con la sua natura incantevole e sorprendente. Io sospirai felice: – Ah, che paesaggi stupendi! Zaino in spalla e attrezzati per l’escursione in montagna, raggiungemmo il Giardino degli Dei, a più di 1.500 metri di altezza! Era un luogo davvero speciale, popolato da tanti esemplari di pino loricato quasi millenari. Io mormorai: – Che luogo magico!

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Calabria

Nel Parco Nazionale del Pollino si trova l'esemplare di PINO LORICATO più antico d’Europa: si chiama Italus e ha 1.230 anni! Alto più di 10 metri, ha un diametro di più di 1,5 metri!

Inviammo il selfie alle Mille Meraviglie, e subito ci arrivò la risposta. Lessi ad alta voce:

BIP BIP

– Bravi, Stilton! La caccia al tesoro continua... tra tre giorni! Godetevi la Calabria e le sue bellezze! 38

I ragazzi dissero: – Evviva, è davvero una notizia fantastica! Proponiamo di fermarci ancora un po’ nel parco! Io esclamai: – È un’idea STRATOPICA! Preso dall’entusiasmo, mi misi a fischiettare, cercando di imitare il canto di un cardellino, che cinguettava sul ramo di un albero vicino. Ma Tea si tappò le orecchie, Trappy e Ben scossero il capo e Trappola si nascose dietro un gruppo di turisti, che si allontanarono sbuffando! E alla fine persino il volò via! Squiiit, mi ero dimenticato che i suoni della natura vanno ascoltati senza DISTURBARE! Scusandomi con tutti, finii per fare amicizia con gli altri turisti in visita al parco. Uno di loro ci disse: – Qui nei dintorni potete trovare un bosco di faggi secolari! Alcuni hanno più di 500 anni… Trappy esclamò: – Davvero? Non possiamo perderci questi giganti verdi!

cardellino

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Calabria

BIP BIP

L’indomani quindi ci ritrovammo a passeggiare nell’ antica faggeta primordiale di Cozzo Ferriero! Posta al confine tra la Calabria e la Basilicata, comprende circa 70 ettari di faggi monumentali! Tra queste piante secolari trascorremmo un’altra giornata indimenticabile. Dopo due giorni, ricevemmo il messaggio delle Mille Meraviglie, con l’indovinello per la tappa successiva. Lo lessi tutto d’un fiato:

– Le nostre case sul dorso portiamo, mentre nella sabbia le uova deponiamo! Trappy squittì, entusiasta: – Ma certo! Questo indovinello parla delle tartarughe Caretta caretta!!!

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Tea osservò: – Hai Quando gli esperti avvistano un ragione! Ho letto che NIDO, lo recintano e lo segnalano per proteggerlo, e anche per queste tartarughe evitare che passanti distratti fanno il nido lungo lo danneggino. Trascorsi alcuni mes i, tornano sul luogo per conalcune spiagge della trollare la schiusa e aiutare le costa jonica. Se tartarughe neonate a raggiungere il mare. Una curiosità: se immaginiamo l’Italia la temperatura supera i 29 °C, come uno stivale , la alla schiusa le tartarughine costa jonica corrisponde saranno in prevalenza femmine! proprio alla punta! Benjamin esclamò: – Andiamoci subito! Raggiungemmo così uno dei punti di nidificazione. Lì per lì non vedemmo nulla, ma dopo un appostamento interminabile, avvistammo una tartaruga che risaliva la spiaggia per deporre le uova ... Che emozione! Ci tenemmo a rispettosa distanza, senza disturbare. Che spettacolo meraviglioso… La mattina dopo scoprimmo che la nostra prossima tappa era la Sicilia: yuppiii!

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Grotta delle Ninfe

La foca monaca

Nel Parco del Pollino abbiamo visitato la Grotta delle Ninfe, con le sue caratteristiche pareti di roccia calcarea. Secondo la leggenda, le ninfe (creature mitologiche dall’aspetto di fanciulle meravigliose) custoW i fanghi divano qui il segreto della loro terapeutici... eterna bellezza. Sapete qual era? Una piscina naturale di acqua calda, intorno alla quale si sono sviluppate le terme di Cerchiara! Con quest’acqua, che arriva fino a 30 °C, si possono fare fanghi terapeutici con proprietà curative. E noi non potevamo non provarli!

Un animale tenero… come il mascarpone! Un turista, che abbiamo incontrato alla Grotta delle Ninfe, ci ha raccontato che lungo le coste calabresi sono stati avvistati alcuni esemplari di foca monaca. Incontrarla è un evento più che speciale! Si tratta infatti di uno dei mammiferi marini più rari al mondo, una specie in pericolo di estinzione. Si calcola che ne rimangano oggi poche centinaia di esemplari. Lo sapete che una foca monaca adulta può arrivare a pesare più di 300 chili ed essere lunga quasi 2,5 metri? Può immergersi fino a 70 metri in profondità, trattenendo il respiro anche per dieci minuti! Eccezionale! Riuscire a vederla è davvero un'emozione grandissima!!!


Sulla vetta del vulcano Regione: Sicilia Capoluogo: Palermo

Eravamo appena sbarcati dal traghetto che da Reggio Calabria ci aveva portati a Messina, in Sicilia. Per rinfrescarci, stavamo gustando un delizioso latte di mandorla, mentre una brezza al profumo di fiori d’arancio ci solleticava i baffi. BIP In quel momento il telefono trillò… Chissà che BIPcosa ci avrebbe riservato la prossima tappa! Passai lo smartphone a Trappy, che lesse:

– Oltre i 3.000 mi innalzo lassù, se mi arrabbio cenere e lapilli butto giù! Benjamin squittì dalla gioia: – Stratopico! Parla dell’Etna, ne sono sicuro! Lo abbiamo studiato a scuola: è il vulcano più alto d’Europa ed è ancora in attività! Io esclamai: – Come… ancora in attività?! Siamo sicuri? Dobbiamo proprio andarci? Tea alzò gli occhi al cielo: – Coraggio, Ger, un po’ di spirito di avventura! Sarà un’escursione sicura al cento per cento. Andiamo!

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Sicilia Un attimo dopo, salimmo sul fuoristrada che ci avrebbe portati a esplorare quello stratopico

vulcano! Che panorami incredibili… Squiiit! Sembrava proprio di passeggiare sulla Luna! Facemmo una sosta per il pranzo e ne approfittammo per gustare degli stratopici arancini . Poi inviammo il nostro selfie ai giudici delle Mille Meraviglie e ricevemmo subito il secondo indovinello. Tea lo lesse ad alta voce:

– A Neapolis, nella roccia fu scavato... e da allora un grande palco è diventato! Trappy disse: – Non mi viene in mente niente! In quel momento si avvicinò a noi il simpatico cameriere del locale, che ci disse: – Mi chiamo Manfredi, piacere di conoscervi! Non ho potuto

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Sulla vetta del vulcano fare a meno di ascoltarvi… Partecipate alle Mille Meraviglie, vero? – Sì – squittimmo noi, in coro. – Bene! L’indovinello parla del Teatro Greco di Siracusa! Neapolis è il nome del parco archeologico che lo ospita. È lì che dovete andare! TAORMINA è una città a Squiiit, che bel colpo dir poco straordinaria di fortuna! dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico. Ringraziammo Manfredi e Dal suo teatro antico, il partimmo subito verso secondo della Sicilia per la nostra nuova tappa. dimensioni, si vedono le coste della Calabria, la Poco dopo, seduti cima dell’Etna e... un mare sull’auto elettrica presa a meraviglioso. noleggio, superammo il cartello stradale che indicava Taormina, un luogo unico, in cui sicuramente saremmo tornati! Tea stava consultando la guida della Sicilia. Esclamò: – Stiamo passando vicino a Pantalica. Pensate, è una necropoli formata da migliaia di tombe scavate nella roccia, a partire da un’epoca molto antica, il XIII secolo a.C.! Io squittii: – Tombe? Brrr… Non abbiamo proprio il tempo di visitarle, giusto?

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Il nome PANTALICA potrebbe avere origine dalla parola araba Buntarigah, che significa 'grotte'.

Trappola r dacch ò : – Ma dai, Geronimello, non fare il fifoncello! Propongo di farci un saltello! E così ci fermammo a Pantalica per una tappa fuori programma. Ma Trappola aveva fatto benissimo a insistere: quel luogo fu per noi una SCOPERTA straordinaria, un sito stratopico, ricco di fascino e di mistero! Nel frattempo, però, si era fatto tardi, così decidemmo di rinviare al giorno dopo la visita al Teatro Greco di Siracusa. E… Poffartopo, che luogo straordinario!

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Sulla vetta del vulcano

Sicilia

Seduto su quei gradoni, mi sentivo come se la Storia con la S maiuscola mi stesse facendo l’occhiolino tra quelle pietre antiche. Chissà quanti spettatori si erano seduti dov’ero passato io… e a quanti spettacoli meravigliosi avevano assistito!

VIAGGIO NEL TEMPO Quasi interamente scavato nella roccia, il Teatro Greco di Siracusa fu considerato fin dall’antichità uno dei teatri più importanti del Mediterraneo. In epoca romana ha ospitato persino spettacoli con i giochi d’acqua! Ancora oggi è uno dei teatri antichi più imponenti e insieme meglio conservati al mondo.

E la magia continua, perché ancora oggi, in primavera e in estate, migliaia di spettatori possono assistere alla rappresentazione di antiche tragedie greche! Con i baffi che mi frullavano dall’emozione, scattai il selfie previsto dal regolamento. Il messaggio di risposta ci regalò ancora qualche giorno di riposo, e io ne approfittai per prenotare un paio di camere a Piazza Armerina. – Voglio portarvi in un posto molto speciale: il Geoparco Rocca di Cerere! – dissi ai miei compagni di squadra.

Oltre alla Rocca di Cerere, in questa zona si possono ammirare POSTI MERAVIGLIOSI, tra cui il Lago di Pergusa, unico lago naturale della Sicilia centrale, il Parco Minerario di Floristella, famoso per le miniere di zolfo, e il castello di Lombardia, uno dei più antichi castelli medievali, simbolo della città di Enna.


Sulla vetta del vulcano – È un’area che si estende per più di 1.200 chilometri quadrati! Al suo interno si possono visitare luoghi di interesse archeologico, geologico, naturalistico e preistorico! Dopo un viaggetto in macchina arrivammo a destinazione e ci dedicammo all’esplorazione della zona. Naturalmente non potemmo non fermarci nella splendida, ma che dico meravigliosa, ma che dico stratopica Villa Romana del Casale, uno scrigno di preziose sorprese. VIAGGIO NEL TEMPO La Villa Romana del Casale si estende per circa 3.500 metri quadrati ed è famosa per i suoi mosaici, che ritraggono scene di vita quotidiana di eroi e di divinità. Queste decorazioni pavimentali, davvero notevoli, sono rimaste intatte in tutto il loro splendore, nonostante siano davvero molto antiche: pensate che la loro origine risale al III-IV sec. d.C.!

Sicilia L’indomani mattina gustammo tutti la classica La GRANITA SICILIANA ha colazione siciliana: granita una consistenza cremosa con brioche! Quando gli e leggermente granulosa. I gusti più diffusi fu servita, quel gran goloso sono limone, mandorla e di mio cugino aveva già gelso. Insieme alla tipica brio che, la granita è la divorato due stratopici colazione siciliana per arancini. Noi lo fissammo eccellenza! perplessi, ma lui disse, tranquillo: – Lo sanno tutti che il dolce viene dopo il salato… He he he! BIP Ma ecco che ricevemmo BIPun nuovo messaggio. Io lo lessi ad alta voce ed esclamai: – A proposito di salato, la nostra prossima tappa parla proprio di sale! Ascoltate:

– Vasche da cui si estrae sale: sono proprio un posto speciale! Tea ci guardò sorridendo: – Ma certo! Questa è facile: devono essere le Saline di Trapani! Ci mettemmo di nuovo in auto, percorrendo l’interno della Sicilia.

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Sulla vetta del vulcano Mentre ci avvicinavamo alla nostra destinazione, il paesaggio si ricopriva di fichi d’india, alberi di gelso e limoni a perdita d’occhio. Arrivati alla Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, incontrammo la nostra guida, un roditore simpatico, di nome Salvatore.

Sicilia Grazie a lui, scoprimmo che ancora oggi il sale viene estratto secondo una tecnica antica di secoli. – L’acqua del mare viene fatta arrivare in vasche speciali, dove a poco a poco evapora per effetto del vento e del calore del sole – ci spiegò Salvatore. – In questo modo, dopo un po’, nelle vasche rimane solo il SALE , che potete vedere depositato in cumuli simili a montagnole bianche. Noi eravamo rapiti da quel panorama dai colori cangianti, ma Salvatore ci spronò: – Venite, amici! Essendo una delle più importanti zone umide costiere della Sicilia, quest’area ospita anche tantissimi uccelli migratori. Andiamo a scoprirli! A fine giornata, dopo il selfie di rito, ci arrivò il messaggio delle Mille Meraviglie: potevamo goderci un po’ di riposo, prima di ripartire per… la Basilicata!


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Palermo

I pupi siciliani

Un incrocio di storie e stili diversi!

Trappy ha insistito per vedere uno spettacolo di pupi siciliani... Che idea stratopica! I pupi sono una tradizione secolare siciliana. A differenza delle marionette comuni, hanno uno speciale sistema di costruzione che ne rende più rapida l’animazione da parte dei pupari (i burattinai che danno loro vita negli spettacoli!).

Un’opera d’arte a cielo aperto! Non potevamo lasciare la Sicilia senza passare per Palermo! Siamo rimasti stregati da questa città fatta di strade eleganti, vicoli stretti, palazzi barocchi, mercati pieni di colori e roditori vocianti. Naturalmente, non ci siamo fatti mancare nemmeno un tuffo nel mare azzurro di Mondello! E Trappola ha voluto assolutamente farci assaggiare la cassata, un dolce siciliano tipico proprio di questa zona!

LA CASSATA La ricetta della cassata (pan di spagna farcito di ricotta e pezzetti di cioccolato) è molto elaborata. Le decorazioni a base di frutta candita ne fanno una vera opera d’arte, per la vista e per il palato!

Gibellina

Prima di arrivare alle saline abbiamo visitato Gibellina Vecchia, un piccolo paese distrutto da un terremoto nel 1968 e poi trasformato da Alberto Burri, un artista contemporaneo, in un’opera monumentale a cielo aperto.


Basilicata

Si salvi chi può! Regione: Basilicata Capoluogo: Potenza

Io e la mia stratopica squadra (che poi è anche la mia stratopica famiglia ) non solo eravamo arrivati in Basilicata (con una combinazione di traghetto e pullman), ma ci trovavamo già davanti ai famosissimi Sassi di Matera. Mio cugino Trappola esclamò: ­– Incredibile! E Tea aggiunse, con aria sognante: – Da non crederci… Sembra di essere in una fiaba! Sotto di noi scorreva il TORRENTE che nel tempo ha scavato la gravina di Matera, un burrone in cima al quale si è sviluppata la città.

Mentre ammiravamo quel paesaggio, si avvicinò a noi una roditrice gentile: – Benvenuti! Mi chiamo Carmela… È la prima volta che visitate Matera? Ci fermammo a parlare con lei e scoprimmo che i suoi nonni erano nati in una casagrotta. Trappy chiese: – Si tratta di una delle antiche grotte per cui questa città è famosa?


Si salvi chi può!

Basilicata

Carmela annuì: – Sì! Negli anni l’abbiamo ammodernata, trasformandola in un confortevole B&B. Volete essere miei ospiti? Ci bastò uno sguardo, e rispondemmo come un sol topo: – Sarà un’esperienza fantastica, grazie! P I B Avevamo appena posato le valigie BIP nel B&B, quando ci arrivò il nuovo indovinello delle La casa Mille Meraviglie. dentro , o s s a s n u Trappy trillò: – Li abbiamo la città e d n ra è un g anticipati! Siamo già qui! masso! Facemmo il selfie per la caccia al tesoro, poi Carmela ci indicò delle foto in bianco e nero. Ritraevano alcuni anziani roditori con il loro bestiame, in una grotta arredata con oggetti semplici, in ferro battuto. – Questi sono i miei nonni… – disse la nostra amica. – Fino a una settantina di anni fa, erano in tanti a vivere così. In fondo i Sassi sono nati proprio come rifugi scavati nella montagna… Pensate che erano abitati già 9.000 anni fa! Carmela fece una pausa per offrirci dei biscotti tipici, le strazzate. Che delizia!

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Poi continuò: – Verso la metà del secolo scorso, agli abitanti dei Sassi furono assegnate case più confortevoli, così le casegrotte furono svuotate. Ben e Trappy chiesero, col fiato sospeso: – E poi? Carmela continuò: – A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, le vecchie abitazioni furono rinnovate e la città tornò alla vita! E così andammo a scoprire le casegrotte, inerpicandoci fra stradine e sentieri (in salita!) GIOIELLI SCOLPIT IN In tutto il territ ELLA ROCCIA e ammirando le bellissime or si contano og io di Matera g i chiese rupestri. scavate nel tu 155 chiese fo, quali affrescate molte delle con immagini sacre, antiche di secoli!


Mi ero fermato un attimo per riprendere fiato, quando un suono che ormai conoscevo mooolto bene mi fece trasalire. Estrassi il cellulare e lessi:

BIP BIP

– A volo d'uccello scoprirete giganti di rocce, guglie e sagome segrete!

Subito chiesi aiuto a Carmela, che esclamò: – Si tratta delle Dolomiti Lucane… Sono montagne bellissime che con i loro profili disegnano mille forme diverse! C’era però qualcosa che mi sfuggiva: – Ma perché parla di… volo? Vidi che Tea si consultava a quattr’occhi con Trappola. Poi mia sorella disse: – Oh, non è niente di che, Ger! Lo capirai quando saremo là! Poche ore più tardi, a bordo di un pullmino a noleggio, eravamo sulla salita per Castelmezzano, uno dei borghi più belli d’Italia! Quando scendemmo, vidi che gli altri continuavano a confabulare fitto fitto. Uhm, che strano! Poi Trappola esclamò: – Geronimetto, è venuto il momento di lanciarci verso Pietrapertosa! Io sospirai: – Ma come? È sulla cima opposta a questa… Come ci arriviamo?

E i ragazzi risposero: – È facile: volando! Io seguii il loro sguardo e alzai gli occhi… g l o m! C’era un cavo d’acciaio teso tra le due vette… E al cavo erano appesi dei roditori… E i roditori stavano volando verso Pietrapertosa!!! – Che cosa?!? Scordatevelo! Volete sapere com’è andata a finire? Alla fine mi sono lanciato davvero BIP BIP a volo d’uccello sulle Dolomiti Lucane! Compli m Quando ho rimesso le zampe Stilton, enti, a superat vete a terra, le ginocchia mi success o con o questa anche prova! tremavano come ricottine! Arrived erci in Puglia! E fu allora che mi arrivò il nuovo messaggio delle Mille Meraviglie…

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Craco

Le strazzate

Ecco il paese fantasma... Brrrrrrrr!

Gnam... che bontà!

Che fatica scarpinare su e giù, di qua e di là, a destra e sinistra... Ci siamo meritati dieci strazzate a testa per merenda! Sono i biscotti tipici di Matera, e la signora Carmela ci ha dato anche la ricetta... Buon appetito! A circa 50 chilometri da Matera si trova il paese di Craco, immerso in un paesaggio lunare, quello dei calanchi. A causa di una frana, nel 1963, la parte vecchia del paese fu evacuata e gli abitanti dovettero abbandonare le proprie case, per trasferirsi altrove. Da allora Craco Vecchia è conosciuta come il paese fantasma... E noi non potevamo perdercela! La visita è stata emozionante, in un silenzio quasi irreale, interrotto solo dal frinire delle cicale!

Ingredienti (per 15-20 biscotti): • 200 g di zucchero • 200 g di man-

I CALANCHI Sono solchi profondi, scavati dalle acque, sulle pendici di terreni facilmente intaccabili (come quelli argillosi) e con scarsa vegetazione. Creano un paesaggio davvero suggestivo!

dorle tostate e tritate • 200 g di farina • 2 uova • 50 g di cioccolato fondente tritato • 20 g di cacao amaro in polvere • un pizzico di cannell a • un pizzico di noce moscata • un pizzico di sale • 8 g di ammoniaca per dolci • la scorza grattugiata di un limone

1. Versate tutti gli ingredienti in un recipiente e lavorateli con le mani fino a ottenere una pasta compatta. 2. Lasciate riposare l’impasto per 30 minuti in un luogo fresco, coperto con la pellicola per alimenti. 3. Staccate piccoli pezzettini di pasta grandi come una noce e disponeteli su una teglia rivestita con la carta da forno. 4. Fatevi aiutare da un adulto a infornare, poi lasciate cuocere i biscotti a 160 °C per 18 minuti. 5. Lasciateli raffreddare prima di gustarli!


Una scorpacciata di... orecchiette! Regione: Puglia Capoluogo: Bari

La nostra prima notte pugliese la passammo ospiti di Nicoletta, una cara amica di Tea. Nicoletta è una cuoca stratopica, che ha deciso di trasferirsi da Topazia nel Salento (nel sud della Puglia), dove ha aperto un agriturismo . Quando ha scoperto che avremmo partecipato alle Mille Meraviglie, si è subito offerta di farci da guida durante la nostra tappa in questa regione.

Il SALENTO è la zona più a sud della Puglia, stretta tra il mar Jonio a ovest e il mar Adriatico a est. Se guardate la cartina dell’Italia, vedrete che assomiglia a uno stivale. Ecco, il Salento corrisponde al tacco!

Puglia Al mattino, di buon’ora, ci arrivò il messaggio ormai abituale che ci indicava la nuova meraviglia da scoprire. Lo lessi subito agli altri:

– C’è una zona nella regione dove i muretti fanno un figurone...

BIP BIP

Chiesi, perplesso: – Uh? Ci capite qualcosa? Nicoletta sorrise ed esclamò: – Facilissimo! Parla dei muretti a secco, uno dei simboli del Salento. Siete fortunati: per vederne qualcuno vi basterà… fare quattro passi! La seguimmo fuori dall’agriturismo, mentre continuava a spiegarci: – I muretti sono un elemento caratteristico del nostro paesaggio. I contadini li costruivano posando semplicemente le pietre una sull’altra: servivano a segnare i confini delle proprietà e anche a evitare che vi entrassero gli animali. Per esempio, si chiamano paralupi i muretti costruiti con una tecnica particolare e dotati di questa funzione anti-intrusione! Io squittii: – Hai d-detto paralupi?! P-Perché… qui ci sarebbero i lupi?! Glom! Per tutta risposta, quel simpaticone di Trappola iniziò a ululare … e tutti scoppiammo a ridere!

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Una scorpacciata di... orecchiette! Ci bastò fare pochi passi per trovarne uno (un muretto a secco, non un lupo… Squiiit!). Era perfetto per il nostro selfie!

Nicoletta continuò: – Realizzare questi muretti era un mestiere da tramandare di padre in figlio; chi li costruiva era chiamato paritaru. Intanto io avevo mandato la nostra foto, ed era subito arrivato anche il nuovo messaggio dalle Mille Meraviglie, con la nuova tappa da indovinare. Lo lesse Tea per tutti:

– Le mie otto facce fan di me una bellezza, ma in verità io sarei una fortezza. 66

Nicoletta esclamò: – Ah! Sono sicura che vi piacerà! Si parla del famoso Castel del Monte! Fu fatto erigere da Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, nel 1240, sopra un’altura da cui si vede il mare. Andammo a prendere il FUORISTRADA a sette posti di Nicoletta con i baffi che ci frullavano dalla curiosità: non vedevamo l’ora di raggiungere la nostra nuova tappa! Mentre Ben e Trappy giocavano a nascondino dietro ai giganteschi tronchi degli ulivi , Nicoletta ne approfittò per continuare a raccontarci: – Queste piante sono secolari, anzi millenarie! Alcune hanno quasi tremila anni! Io esclamai, stupefatto: – Tremila anni?! Per mille mozzarelle, sono dei veri monumenti vegetali! Ben aggiunse: – E sono perfetti per giocare a nascondino!

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Una scorpacciata di... orecchiette! Appena salimmo a bordo del fuoristrada, la nostra amica esclamò: – Tutti pronti? Si parte! Sulla strada verso Castel del Monte, i miei nipoti mi fecero notare che si era fatta ora di pranzo … Dato che ci stavamo avvicinando a Bari, decidemmo di fare BA R I una sosta. Girando per la città vecchia, Trappola si fermò incantato : davanti ai suoi occhi affamati si apriva una strada piena di tavoli su cui venivano impastate migliaia e migliaia di orecchiette, la tipica pasta pugliese.

Puglia Ben sorrise, poi consultò il tablet ed esclamò: – Che spettacolo! Dev’essere la famosa strada delle orecchiette! Dopo aver pranzato, ci rimettemmo in viaggio. Nicoletta ci diede molte informazioni a proposito fatta costruire di Castel del Monte, la da Federico II, ma niente di quello che ci raccontò poteva prepararci a ciò che vedemmo una volta arrivati.

fortezza

LE ORECCHIE Le orecchiette TTE si ch così perché han iamano no di... tante picco la forma le Vengono prep orecchie! arate rigorosamente a m an loro forma con o, dando il pollice.


Una scorpacciata di... orecchiette! Tea esclamò, entusiasta: – Ma è stupendo! Non ho mai visto niente di simile! Io annuii: – Ha una STRUTTURA davvero originale! Mentre Trappy inviava la foto ai giudici delle Mille Meraviglie, Benjamin chiese, con aria molto seria: – L’imperatore Federico II era appassionato FEDERICO II di geometria? Si dice che parlasse ben sei Tea sorrise: – Potrebbe lingue: siciliano, francese, tedesco, latino, greco e arabo! essere… In effetti anche le torri, il cortile e la fontana di Castel del Monte hanno una perfetta forma ottagonale! Di sicuro per Federico l’ottagono aveva un valore simbolico. Chissà, magari è proprio legato alle influenze delle molte culture che si incontrarono alla sua corte: la greca, la latina, l’araba, l’ebraica e la germanica. In quel momento arrivò un nuovo messaggio. Come sempre, lo lessi ad alta voce:

– Obiettivo raggiunto, squadra Stilton! L’avventura continua… in Molise! 70

VIAGGIO NEL TEMPO Tra le tante passioni di Federico II c’era la falconeria, cioè la caccia praticata con l’aiuto di un falcone per catturare le prede. In una delle sale al primo piano di Castel del Monte, infatti, si trova un ambiente chiamato Torre del Falconiere. Secondo la leggenda, il sovrano l’avrebbe fatta costruire per ospitarvi il suo fedele falcone. Ma si tratta di una credenza: Federico, come tutti gli amanti dei rapaci, sapeva bene che il falco ha bisogno di grandi spazi per volare e spiegare le sue maestose ali. È più probabile che la torre in questione, buia e inaccessibile agli ospiti del castello, servisse a Federico per un’altra delle sue grandi passioni: l’osservazione del cielo, delle stelle, dei corpi celesti!


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Alberobello Quando torneremo in Puglia passeremo qualche giorno ad Alberobello, in un trullo, cioè in una tipica antica abitazione della Puglia centromeridionale. I trulli hanno il tetto conico, formato da pietre incastonate. In cima, svettano i pinnacoli decorativi: un tempo si credeva che servissero a scacciare la sfortuna.

Monte Sant’Angelo

I trulli... case delle favole!

Un luogo… tra cielo e terra!

Prima di lasciare la Puglia, siamo saliti al Santuario Garganico di San Michele. È una costruzione ricavata nella roccia, sulla cima di Monte Sant’Angelo, a 800 metri d’altezza. Comprende una parte sotterranea, una vera e propria grotta in cui si trova la cappella dedicata a San Michele. Stupendo ma... che faticaccia arrivare fin lassù!

Foresta Umbra All’interno del territorio del Gargano, nel nord della Puglia, si trova la Foresta Umbra, un’area naturale protetta. Il nome non deve trarre in inganno: l’aggettivo umbra, infatti, non si riferisce alla regione Umbria, ma significa cupa e ombrosa. Qui si trovano più di 2.000 specie vegetali. Ma anche molti animali: per esempio caprioli, cinghiali, tassi e ghiri si aggirano indisturbati nel bosco, mentre picchi, barbagianni, gazze e gufi reali volteggiano in mezzo agli alberi.

Foresta Umbra, sei unica!


Molise

Ma dove nascono le campane?

Io dissi a mia sorella: – Forza, facciamoci un selfie davanti a uno dei campanili! Pochi secondi dopo ci arrivò un nuovo messaggio:

Regione: Molise Capoluogo: Campobasso

Quando ricevemmo il primo indizio sul Molise, come spesso ci accadeva, non ci capimmo una crosta! eravamo ancora in compagnia di Per Nicoletta, così provammo a leggerlo tutti insieme ad alta voce e le chiedemmo aiuto. La nostra amica ci pensò un attimo, poi ci consigliò Lì i rin toc hanno chi fat di recarci ad Agnone, la stor to ia... Chiedi incantevole borgo a chi ne ser ba in provincia di Isernia, memo ria! senza svelarci nient’altro… Avremmo capito una volta arrivati là! Così, noleggiammo un nuovo pullmino e, appena arrivati, sentimmo i meravigliosi ri ntocch i di cui parlava l’indovinello, e scoprimmo che Agnone è conosciuta anche come il paese delle campane!

– Poffartopo! – esclamai. – Abbiamo indovinato il paese, ma non il posto! Ma che cosa vuol dire la culla delle campane?! Trappy indicò un cartello ed esclamò felice: – Sarà il posto in cui nascono! Proviamo là, nella Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone! E così scoprimmo un luogo stratopico! Incontrammo Francesco, un roditore gentile che lavorava lì e che ci accompagnò in una visita guidata.

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fortuna

Stilton, siete vicini, ma... non ancora nel posto giusto! Vi diamo un aiuto: è la culla delle campane che dovete cercare!


Ma dove nascono le campane? Ci spiegò che proprio in quel luogo si creano le campane dal suono squillante, che svegliano le città al mattino, battono le ore e fanno da colonna sonora alle giornate di tanti paesi italiani, soprattutto alla domenica! La fonderia di Agnone è una delle più antiche al mondo e porta avanti una tradizione artigianale importante e di grande prestigio, realizzata a partire da modelli in cera. Affascinati da quel racconto, Ben e Trappy non la finivano più di fare domande alla nostra guida.

Molise Sfiorando una campana massiccia, Trappy chiese: – Ma davvero questa ha mille anni? E il nostro amico rispose: – Proprio così. L’ha realizzata un antenato della famiglia Marinelli… Perché questo lavoro è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione! I ragazzi ascoltavano incantati. La spiegazione continuò: – Sapete, oggi il suono delle campane è affidato quasi solo all’elettronica ; nel passato, invece, dipendeva da un campanaro che, per produrre una certa melodia, doveva azionare delle CORDE collegate alle campane. Trappy commentò: – Caspita, doveva essere un tipo, anzi un topo, davvero in zampa! Francesco ridacchiò.

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Ma dove nascono le campane? Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Poi aggiunse: – Già! Era un lavoro importante, il suo, perché i rintocchi servivano a scandire i vari momenti della giornata. Svegliavano i roditori al mattino; suonavano alla sera, quando la giornata era finita; avvertivano le persone in caso di pericolo e rintoccavano persino per chiamare tutti a raccolta in occasioni … Dopo aver scoperto tutti i segreti delle campane, ci preparammo a rimetterci in viaggio: era appena arrivato l’ultimo messaggio delle Mille Meraviglie, che ci avvisava che la nostra prossima tappa sarebbe stata l’Abruzzo, una regione immersa nella natura. E noi… non vedevamo l’ora di scoprirla!

particolari

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Caciocavallo silano

Una pausa da leccarsi i baffi!

In una vecchia trattoria, abbiamo ordinato il famoso caciocavallo silano, una specialità originaria della Sila, in Calabria, e poi diffusa in Basilicata, Molise e Puglia. Noi Stilton adoriamo il formaggio… E il caciocavallo silano è stata una scoperta stratopica!

COME NASCE IL CACIOCAVALLO? Prima di tutto si parte dal latte, che subisce un processo chiamato cagliatura: significa che viene riscaldato e integrato con il caglio, che lo rende pastoso. Il composto ottenuto viene poi messo a fermentare, cioè a maturare, per un tempo che va dalle 4 alle 10 ore. Si ottiene così un cordone di pasta che viene modellato con le mani, posto a raffreddare in acqua e, successivamente, conservato in salamoia (una soluzione di acqua e sale, che serve per insaporire il formaggio). Poi, con uno spago, la cima di ogni pezzo viene legata per chiudere la forma. Alla fine, le forme vengono legate a coppie e lasciate a stagionare per un mese o più… a cavallo di una trave. Ecco da dove il caciocavallo prende il suo nome!


Tutti in carrozza! Regione: Abruzzo Capoluogo: L’Aquila

Stavo guidando il pullmino che avevamo preso a noleggio in Molise, quando ci arrivò un nuovo messaggio. Tea lo lesse per tutti:

– Un monumento su rotaie vi darà un passaggio... attraverso un magnifico paesaggio! Trappola fece un sorrisone e disse: – Ah, questa la so! Modestamente, sono un esperto di treni d’epoca! Si tratta della linea ferroviaria che unisce l’Abruzzo al Molise! È una tratta storica, le cui carrozze furono realizzate negli anni Venti del secolo scorso! Se ricordo bene, dovrebbe partire da Sulmona… Guardammo sulla cartina e scoprimmo che eravamo vicinissimi! Ben consultò il tablet e confermò: – Bravo, zio Trappola! Dalla stazione di Sulmona parte un treno conosciuto come la Transiberiana d’Italia. Trappy esclamò: – Transiberiana come… la linea ferroviaria che attraversa la Russia?

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Abruzzo Benjamin annuì: – Sì, ma in versione italiana! Si parte da Sulmona, in Abruzzo, e si arriva a Isernia, in Molise, attraversando montagne e gole, parchi naturali e borghi… Anche se in Molise siamo appena stati, questo viaggio vale la pena! Per mille mozzarelle, fu davvero emozionante! Con il muso appiccicato al finestrino del treno, ammirammo paesaggi davvero stratopici. Vicino a noi sedeva una simpatica roditrice, che si mise subito a chiacchierare: – Siete turisti, vero? Piacere, io mi chiamo Rossella, abito a Sulmona.


Tutti in carrozza!

Abruzzo

Avete scelto un posto magnifico per passare le vostre vacanze. Questo breve viaggio in treno sarà indimenticabile, vedrete! Poi si rivolse ai miei nipoti: – Lungo il tragitto passeremo da Rivisondoli-Pescocostanzo: con i suoi 1.200 metri, è una delle stazioSCIO O M CO ni ferroviarie più alte d’Italia! CA ENN IN I P AP Trappy esclamò, entusiasta: – Uau! – E poi entreremo nel Parco Nazionale della Majella – disse Rossella, – un vero gioiello della natura! A quel punto indicò le pendici di una montagna e continuò: – Vedete quelle macchie lassù, quelle che… si muovono? Sono camosci appenninici; rischiavano l’estinzione ma ora, per fortuna, sono stati reintrodotti nel parco. Oggi se ne contano circa un migliaio. LUPO

APPENNINI

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CO

Da lontano avvistammo cervi e caprioli, e facemmo conoscenza anche con il lupo appenninico, ma per fortuna solo attraverso una fotografia che ci fece vedere Rossella! Ben e Trappy erano un po’ delusi, mentre io ero felicissimo: la sola idea di trovarmelo davanti mi faceva frullare i baffi dalla fifa!!! All’improvviso Trappola indicò il cielo e squittì: – Guardate! Vi presento sua maestà l’aquila reale! Per mille mozzarelle, era un uccello con un’apertura alare LE AQUILA REA di più di due metri! Quando arrivammo a Carovilli, facendo una breve incursione in Molise, sentimmo uno scampanio festoso e ripensammo alla meravigliosa fabbrica di campane di Agnone… Sì, proprio quella che avevamo appena visitato! Facemmo un giretto e infine risalimmo in carrozza per tornare a Sulmona. Che gita fantastica! Appena rientrati, scattammo un selfie davanti alla locomotiva del treno. C L I C K!

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Tutti in carrozza! L’indomani il messaggio delle Mille Meraviglie non mi lasciò affatto tranquillo… Lo lessi e rilessi più volte per capire bene:

– Trote e gamberetti nell’acqua argentata, pagaia alla mano per una fresca giornata! Per mille mozzarelle, si parlava di sicuro di un giro in canoa sul fiume Tirino, che è famoso… per l’acqua freddissima! I miei nipoti sembravano entusiasti dell’idea, perciò non potevo certo tirarmi indietro, anche se il pensiero di un bagno GELATO non mi attirava affatto!

Abruzzo Salire in canoa (senza cappottarci) non fu proprio semplice, ma dopo pochi minuti eravamo in mezzo al fiume : io e Trappola su una canoa; Tea e i ragazzi su un’altra. Che paesaggio mozzafiato! Per mille mozzarelle, però… Trappola lasciava remare solo me… Che faticaccia! Puff! Pant! Tea se ne accorse e disse: – Non c’è niente di meglio di una bella pagaiata per ammirare la natura! Ehi, Trappola! Ma che fai? Dormi? Su, rema anche tu! Non può fare tutto Geronimo! Trappola si mosse per prendere il remo, ma fece oscillare paurosamente la canoa. A I UT O O O O O !!!


Tutti in carrozza!

Abruzzo

Proseguendo lungo il fiume placido, quello che mi colpì di più furono i colori: l’acqua azzurra e turchese incorniciata dai salici bianchi e fatta risaltare dai tronchi scuri sulla riva. Un gioco di sfumature davvero incantevole! Tea osservò: – Lo sapete? Qui si trovano facilmente i gamberi di fiume, ma pare che queste acque piacciano a un solo tipo di pesci! Benjamin rispose: – Sì! Ho letto che questo fiume è speciale Le MICROSORGENTI sono fessure perché, grazie alle che fanno sgorgare l’acqua direttamente dalla terra. microsorgenti che lo caratterizzano, la temperatura è sempre di 11 °C, sia d’estate sia d’inverno. E la Trota fario è il solo pesce in grado di sguazzare in un’acqua così fredda. Scendemmo dalla IO T R O TA F A R canoa rinfrescati, rilassati, ma soprattutto… ancora asciutti, giusto in tempo per ricevere un nuovo messaggio!

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Io allora mi schiarii la voce e lo lessi agli altri:

– Sulla torre voi salirete, e vedrete il Tirino che già conoscete. Trappy gridò felice: − Io, io, io! So di che cosa parla! È la torre del castello di Rocca Calascio! L’ho notata arrivando! Da lassù il panorama dev’essere STRATOPICO! Io ci pensai un po’ e poi proposi: – Che ne direste di andarci domani? Se partiamo presto, sulla strada potremmo perfino incrociare cervi e caprioli! Trappy e Benjamin non persero un secondo ed esclamarono, come un sol topo: – SÌÌÌ! Nel frattempo, ci eravamo meritati una cena coi baffi e una dormita da re in una locanda lì vicino! L’indomani salimmo a Rocca Calascio. Decidemmo di affidarci alle spiegazioni di una guida, perché volevamo conoscere la storia e le curiosità di questa località così affascinante e suggestiva! Scoprimmo così che la Rocca comprende il CASTELLO e un piccolo borgo medievale. Il primo, costruito poco dopo l’anno 1000, sorge su un’altura da cui si gode un panorama spettacolare.

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Tutti in carrozza!

Abruzzo

La guida spiegò: – Il castello serviva come torre di AVVISTAMENTO : infatti, come vedete, da questa posizione si dominano tutte le valli e i territori circostanti. Dopo un violento terremoto all’inizio del Settecento, la parte più antica del borgo purtroppo iniziò a spopolarsi. Poi si rivolse ai miei nipoti e disse: – Sapete che qui sono stati girati anche dei film? Ben esclamò: – Uau! Sarebbe fantastico farci un selfie con una star del cinema! , In realtà non incontrammo alcun attore ma facemmo il nostro solito selfie e lo inviammo subito…

Ed ecco la risposta: la tappa in Abruzzo era finita, ci aspettava l’Umbria! – Che peccato! – esclamò Ben. – Speravo ci fosse tempo per un’escursione sulla Majella! O, ancora meglio, per una SCIATA , se fossimo stati in inverno! Lo sapete che da lassù si vede il mare? Tea allora disse: – Niente paura, ci torneremo con la neve , promesso! Preparatevi, ragazzi… perché sarà davvero stratopico!!!

famoso

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Andare a SCIAR E. mare? In Abru .. con vista zzo si può! Se salite sulle p is prensorio Pass te del como - Majelletta, su Lanciano l della Majell massiccio a, potreste scorgere in lo n mar Adriatico tananza il !

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

I Laboratori Nazionali del Gran Sasso Dagli eremi...

Gli eremi

alla scienza!

Oltre alla natura spettacolare, in Abruzzo si possono ammirare dei luoghi spettacolari, gli eremi. Sono posti (spesso appartati e difficili da raggiungere) dove le persone si isolano per raccogliersi in meditazione e in preghiera, a contatto con la natura. Alcuni sono davvero ben nascosti tra boschi e rocce!

Lavori di rinascita in corso!

L'Aquila

L’Aquila è il capoluogo della regione. Il simbolo della città è il maestoso Forte Spagnolo, un castello costruito nella prima metà del Cinquecento. Nell'anno 2009 il territorio dell’Aquila fu colpito da un forte terremoto, e i lavori di ricostruzione sono ancora in corso.

In Abruzzo non ci sono solo eremi scavati nella roccia, ma anche luoghi futuristici come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), il più grande centro sotterraneo al mondo dedicato allo studio del neutrino e delle astroparticelle! Si trova a ben 1.400 metri di profondità sotto il massiccio del Gran Sasso. Ogni anno ospita eventi e attività interattive per far scoprire, a grandi e piccoli, i segreti della fisica e della scienza, attraverso esperimenti, laboratori didattici e conferenze. Tra le varie iniziative, ci sono incontri riservati ai più giovani, che possono così conoscere i ricercatori ed esplorare le meraviglie del planetario. Ci torneremo, garantito al formaggio!


In cerca di ispirazione... Regione: Umbria Capoluogo: Perugia

Decidemmo di spostarci in Umbria utilizzando il nostro fedele pullmino a noleggio. Appena varcato il confine della regione, sostammo nella bottega di un paesino per comprare dei prodotti tipici. Fu proprio lì che ci raggiunse il nuovo messaggio delle Mille Meraviglie! Ecco che cosa diceva:

Campi coperti di mille colori, lenticchie, papaveri e splendidi fiori!

A colorare i campi di CASTELLUCCIO sono il giallo dei fiori della senape selvatica, il rosso dei papaveri, il bianco della camomilla, il blu dei fiori detti specchio di Venere e, naturalmente, il violetto della lenticchia fiorita. È però vietato nel modo più assoluto cogliere o calpestare questi bellissimi fiori: è uno spettacolo da ammirare e rispettare!

Umbria Trappola indicò un poster, appeso alla vetrina del negozio, ed esclamò: – Guardate: qui c’è scritto che a Castelluccio di Norcia si può ammirare la fioritura delle lenticchie… e di tante altre piante disseminate lungo la piana che circonda il borgo! Io risposi, entusiasta: – Bravo, Trappola, hai trovato la soluzione all’indovinello! Il negoziante ci fece l’occhiolino, dicendo: – Castelluccio non è lontana da qui. Perché non ci andate in bicicletta? Sarà un’esperienza unica! Poche ore dopo, mentre sfrecciavamo in sella alle bici, apparve ai nostri occhi uno spettacolo stratopico, fatto di campi rossi, viola, gialli e azzurri!


tto, hai compost onime el poemetto? o r e G un b

In cerca di ispirazione... Ed era veramente un paesaggio incredibile, cari bocconcini di grana! Scattammo un selfie coloratissimo , e il messaggio di risposta delle Mille Meraviglie ci confermò che avevamo azzeccato il luogo! Ma l’indovinello successivo tardava ad arrivare, così decidemmo di pernottare a Castelluccio, per visitare il giorno dopo un bellissimo posto lì vicino: le Fonti del fiume Clitunno. Squiiit, era da così tanto che sognavo di passare qualche ora su quelle rive incantevoli! Spiegai ai miei nipoti: – Lo sapete che tanti VIAGGIO NEL TEMPO poeti del passato Il fascino di questo fiume ha ispirato molti poeti: tra questi Virgilio si sono ispirati (70 a.C.– 19 a.C.) che ne lodò la purezza e la potenza delle correnti. passeggiando proprio Oltre alle bellezze naturalistiche, su queste sponde? la zona è ricca di vestigia storiche. A breve distanza dalle fonti, si trova Mi sarei volentieri infatti il Tempietto del Clitunno, un piccolo gioiello architettonico, conmesso a scrivere siderato una delle più importanti anch’io in quell’antestimonianze della presenza in Italia dei Longobardi, un popolo golo di pace, se non di origine germanica che, tra il VI e l'VIII secolo, diede vita, nella fossi stato disturbato penisola italica, a una fiorente dagli scherzi di civiltà. Trappola.

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Dai dai dai, l’ispirazione? dov'è

L’hai cercata ene bene? bene b


In cerca di ispirazione... Alla fine, sbuffai: – Basta, mi arrendo! Mio cugino sospirò: – Sono d’accordo! Belli questi posti, ma… non hai fame?! In effetti era ora di pranzo , così decidemmo di andare a mangiare nella bellissima (e vicina) Spoleto, una delle città umbre più antiche e ricche di storia! Tea commentò: – Willy, un mio amico regista, ogni anno viene qui per partecipare al Festival dei Due Mondi; la prossima volta lo accompagnerò!

Umbria Trappy esclamò: – Zia, che bella idea! Ma che cos’è il Festival dei Due Mondi? Tea sorrise e rispose: – È una manifestazione , danza e teatro! internazionale di Mia sorella venne interrotta dal suono che conoscevamo ormai molto bene. BIP Era un nuovo messaggio e Tea lo lesse al volo: B I P

musica

– Grazie al tondo che ha tracciato, in tutto il mondo è artista amato. Trappy balzò in piedi: – Io la so! È una storia che ci ha raccontato il professore di arte . C’era una volta un papa, che si chiamava Bonifacio VIII, che cercava l’artista giusto a cui affidare l’incarico di ritrarlo, e un giovane di nome Giotto tracciò a mano libera un CERCHIO ... perfetto!

VIAGGIO NEL TEMPO Giotto è stato uno dei pittori più importanti dell’arte italiana. Nacque nel 1267 vicino a Firenze. Fin da piccolo, dimostrò di avere grandi doti artistiche: si dice che, un giorno, durante l’apprendistato dal grande pittore Cimabue, avesse disegnato una mosca talmente bella e realistica che il maestro tentò di schiacciarla... perché credeva fosse vera! Al di là della leggenda, Giotto fu uno dei più grandi innovatori dell'arte occidentale; fu infatti il primo a rappresentare i personaggi sacri mettendo in evidenza la loro umanità e i loro sentimenti. E fu sempre lui a rendere lo spazio, in cui questi personaggi si muovevano, vivo e articolato. Questa fu una vera rivoluzione pittorica!


In cerca di ispirazione... Sbalordito dalla capacità del pittore, il papa gli affidò subito il suo ritratto. Io esclamai: ­– Allora dev’essere proprio Giotto la risposta al nostro indovinello! Nella Basilica di Assisi ci sono diversi suoi affreschi… Andiamo subito a dare un’occhiata! A bordo del pullmino, raggiungemmo Assisi e la bellissima Basilica di San Francesco, proprio mentre il sole stava tramontando.

Umbria Il giorno dopo, ammirando gli di Giotto, VIAGGIO NEL TEMPO scoprimmo che Nato ad Assisi nel 1181 (o forse ognuno descriveva nel 1182) da una ricca famiglia del posto, Francesco visse per un momento della vita molti anni negli agi e nella ricchezza. Dopo aver combattuto di san Francesco, una guerra, però, tornò talmente il santo che visse sconvolto dagli orrori visti che decise di spogliarsi di tutto ciò proprio in questa città che possedeva, per dedicare la tra il XII e il XIII secolo. sua vita ad aiutare gli altri: indossò un saio e abbandonò la La sua storia è davvero sua casa. Visse in povertà e fece della sua vita una missione al stratopica e la porterò servizio dei bisognosi e dei più deboli. sempre nel cuore! Quella sera spedimmo la nostra foto scattata ad Assisi e in risposta ci arrivò il messaggio delle Mille Meraviglie… Trappola lo lesse, tutto contento:

affreschi

– Bravi, Stilton! Appuntamento tra due giorni nelle Marche!

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Perugia Per nulla al mondo potevamo perderci la visita di Perugia, la città del cioccolato! Scorpacciate a parte (vero, Trappola?!) abbiamo scoperto tanti segreti legati a questo delizioso ingrediente. A Perugia, infatti, c’è una delle fabbriche più conosciute in Italia e nel mondo! Sapete come si ottiene il cioccolato? Da un seme, la fava di cacao! La fava viene aperta, fatta fermentare ed essiccata al sole. I semi vengono quindi tostati, sbucciati e tritati. Ma non è ancora finita! Per ottenere il cioccolato, bisogna lavorare in un’impastatrice la granella ottenuta dalla trasformazione delle fave di cacao. Poi vengono aggiunti

Beccato in pieno!

zucchero, burro di cacao, più eventuali altri ingredienti, e si è finalmente pronti a ‘stampare’ il tutto nelle famose tavolette!

UMBRIA JAZZ Perugia ha un incantevole centro storico ricco di fascino e ospita il più importante festival di jazz italiano, l’Umbria Jazz, nato quasi 50 anni fa! Un motivo in più per tornare!

Pozzo di San Patrizio

Un pozzo... delle meraviglie! Il Pozzo di San Patrizio, nel centro storico di Orvieto, fu costruito nel XVI secolo da Antonio da Sangallo il Giovane, per garantire acqua agli abitanti della rocca in caso di assedio. È profondo più di 50 metri e largo 13! Intorno al pozzo girano due scale a chiocciola che non si incontrano mai: la struttura era stata progettata in questo modo per evitare che chi scendeva a prendere acqua incontrasse chi stava risalendo. Ogni scala ha 248 scalini ampi e comodi, per consentire il passaggio anche agli animali da soma (cioè da carico), un tempo usati come mezzi di trasporto. Grazie alle 72 finestre sulla struttura, e al lucernario superiore, il pozzo era perfettamente illuminato durante il giorno.


Magie sotterranee! Regione: Marche Capoluogo: Ancona

Io e la mia famiglia viaggiavamo sul nostro fedele pullmino a noleggio, diretti verso le Marche. Eravamo di ottimo umore, grazie anche al sacchetto di cioccolatini che avevamo acquistato durante la nostra visita a Perugia… In quel momento… B I P B I P A-ha! Era il suono che annunciava il nuovo indovinello! Mia sorella lo lesse a voce alta:

– Meraviglie a forma di goccia, magie sotterranee… castelli di roccia! Tea commentò: – Non ho la più pallida idea di che cosa possa essere… Neanche a farlo apposta, in quel momento passammo davanti a un c a r t e l l o stradale,

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Marche con la scritta Grotte di Frasassi. Ben esclamò: – Avete visto il cartello? Forse l’indovinello parla proprio di grotte! Com’è che diceva? Magie sotterranee… castelli di roccia! E Trappola concluse: – Che cosa aspettiamo? Andiamoci subito! Mentre guidavo, Tea fece una telefonata, ma parlò a voce bassa bassa bassa. strano … – Fatto! – disse poi. – Prenotata la visita alle grotte! E ci sarà anche... una piccola sorpresa! Squiiit, ma che cos’aveva in mente? Non so perché, ma avevo un bruttissimissimo presentimento! E infatti, quando arrivammo, scoprii che la mia avventurosa sorella aveva prenotato (per me e per sé) un percorso di... speleologia?! Ben esclamò, felice: – Forte, zio G! Gli speleologi scendono nelle grotte con corde e torce… Io conclusi: – … E con coraggio, squiiit! Tea sorrise: – Vedrai che sarà bellissimo! Trappola aggiunse: – Non fare la scamorza, Geronimastro! Quando ti capiterà ancora di calarti in una grotta scura, umida e scivolosa? Umpf, mio cugino è sempre il solito!

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Comunque, per prima cosa le guide speleologiche ci fornirono imbragatura , casco e stivali. Poi vi fu una breve introduzione e infine l’esplorazione ebbe inizio… dentro a una voragine profonda 30 metri! Brrr, che fifa felina! Tea mi diede la carica: – Coraggio, Ger! Le guide sono preparatissime, il percorso avverrà in tutta sicurezza! Io sospirai: – Bene! Quindi c’è un’altra strada? La guida sorrise: – Passeremo proprio di lì, a sinistra. Niente paura, però, adesso vi mettiamo in sicurezza, agganciandovi a questa fune! Io diventai pallido come una mozzarella! Ma poi mi feci coraggio e, devo ammetterlo, fu un’emozione in-cre-di-bi-le! La visita si svolse attraverso scenari spettacolari e passaggi... strettissimi!

ni sono formazio Le STALAGMITI risalgono dal e di calcare ch l'alto, prodotte so pavimento ver ua che deposiq i d dalle gocce ac ti di minerali. ra st tano strati su

Le STALATTITI sono formazioni calcaree che pendono dalla volta delle grotte (cioè dal ‘tetto’) verso il basso.

Infatti mi ritrovai a: strisciare… camminare a quattro zampe… arrampicarmi… scivolare sul... sot tocoda! Quando ci ritrovammo all’uscita delle grotte con i ragazzi e Trappola (loro avevano appena finito il percorso normale!), eravamo entusiasti. Trappy squittì: – Zio G, hai visto? Le stalattiti sembrano enormi g iaccioli appesi ai soffitti! Ben esclamò felice: – Che paesaggi stratopici!


Magie sotterranee! Ma si stava facendo tardi, quindi ci affrettammo a farci il selfie per le Mille Meraviglie. E subito dopo ci arrivò il nuovo messaggio.

Due cinte e una torre che sale, dove l’amore diventa immortale... Io dissi, pensieroso: – Ho letto sulla guida che questa regione è piena di castelli, ma la torre più imponente è quella della Rocca di Gradara, alta 30 metri. Potrebbe essere il posto giusto?

Marche Raggiungemmo così VIAGGIO NEL TEMPO una piccola altura, Dante Alighieri è uno dei più dove le mura importanti poeti della cultura romanza, vissuto tra il XIII e il della ROCCA si XIV secolo. La sua opera più famosa è la Divina Commedia, sommavano alla che descrive il suo viaggio cinta muraria posta immaginario nell’Aldilà. Nel quinto canto dell’Inferno, a difesa del piccolo Dante racconta un amore indimenticabile: quello tra centro abitato. Paolo e Francesca, una fanVisitammo le stanze ciulla vissuta, pare, proprio nel Castello di Gradara! decorate con splendidi affreschi e scoprimmo che qui, probabilmente, visse Francesca da Rimini, una fanciulla descritta dal grande Dante Alighieri nel suo famoso poema, la Divina Commedia. Tea esclamò: – Ecco perché l’indovinello parlava di amore immortale: gli scrittori rendono immortali i personaggi di cui parlano nelle loro opere. Incuriosito dalle fortificazioni del castello, Benjamin volle percorrere il camminamento , cioè lo spazio dietro alla merlatura, che serviva a controllare la presenza di nemici. Alla fine mandammo il selfie anche di questa tappa: eravamo stanchi ma super felici!

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Magie sotterranee! In attesa di ricevere nuovi indizi, l’indomani proposi di fare un giro a Urbino, la città di Raffaello Sanzio, uno dei più importanti pittori italiani del Rinascimento, vissuto tra il XV e il XVI secolo: i suoi dipinti e affreschi sono dei capolavori! Spiegai ai miei nipotini: – In Italia ci sono tante città d’arte come Perugia, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo… Sono ricche di capolavori di tutti i tipi: monumenti, castelli, giardini e persino case-museo, come quella di Raffaello , qui a Urbino! Visitandole, ci si può immergere nell’atmosfera di chi le abitava, ammirando non solo le opere che vi sono conservate, ma anche gli oggetti di uso quotidiano, legati alla vita di tutti i giorni. Mentre passeggiavamo su e giù per le ripide strade della cittadina (chiamate piole), ammirammo affascinati gli splendidi palazzi. Spiegai ai miei nipoti: – Federico da Montefeltro, cioè il duca di Urbino, rese questa città un vero gioiello rinascimentale. Il Palazzo Ducale che fece costruire rimane uno dei simboli più famosi di quell’epoca. Ben, entusiasta, esclamò: – Questa volta vi faccio io da guida! Nel Rinascimento (lo abbiamo

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studiato a scuola) alcuni re e signori chiamavano nelle loro corti gli artisti più famosi per rendere le loro dimore e le loro città più belle! Mi accorsi solo in quel momento che da un bel pezzo non si sentivano le chiacchiere di mio cugino Trappola… Allora mi voltai per cercarlo, ma non era con noi! Dove si era cacciato? Tornammo sui nostri passi, tra porticati e palazzi: eravamo convinti che si fosse nascosto per architettare uno dei suoi soliti scherzi! Invece Trappy lo scovò appoggiato a un muro,

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Magie sotterranee! Diario di viaggio della famiglia Stilton!

impegnato a fare una super scorpacciata di dolcetti marchigiani appena comprati: anicetti, ciambelle di mosto e creme fritte. Mio cugino sospirò felice: – Ah, le Marche! Sono… dolcissime! Scoppiammo tutti a ridere, e io proposi di raggiungere l’albergo dove avremmo riposato un po’. Fu proprio lì che ricevemmo un nuovo messaggio delle Mille Meraviglie.

Ben fatto, Stilton! Appuntamento tra due giorni in Emilia-Romagna: gente accogliente, bellissime città e ottima cucina!

Fabriano

Fabriano è famosa in tutto il mondo per la produzione della carta. Al Museo della Carta abbiamo imparato che questo materiale straordinario fu inventato dai Cinesi, ma furono gli Arabi a diffonderlo in Occidente, dopo averne migliorato i processi di lavorazione. Come partecipanti alle Mille Meraviglie abbiamo ricevuto un invito a un laboratorio stratopico, dove abbiamo imparato a produrre la carta… con le nostre zampe!

Per mille mozzarelle, questo ‘biglietto da visita’ non poteva che renderci super impazienti di raggiungere la nostra prossima tappa!

Che emozione!

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Una cena stratopica! Regione: Emilia-Romagna Capoluogo: Bologna

Per raggiungere l’Emilia-Romagna, prendemmo un treno che ci portò a Rimini, una delle città più famose della riviera romagnola. Appena arrivati, ci sedemmo in una piadineria all’aperto, con i tavolini vicino al mare. La brezza ci solleticava i baffi, mentre gustavamo la famosa piadina romagnola, una focaccia sottile che si può farcire in tanti modi diversi. Ci stavamo chiedendo quale sarebbe stata la nostra prossima tappa, quando arrivò il IP messaggio che stavamo aspettando. B BIP Trappy prese il mio cellulare e lo lesse a voce alta:

– Tanti quadretti, tutti colorati, formano disegni nel mondo famosi e ammirati. 112

Emilia-Romagna Tea esclamò, con gli occhi che brillavano: – Parla di MOSAICI , ne sono certa! Ne abbiamo visti anche in Sicilia, vi ricordate? Io sorrisi e annuii: – Brava, Tea! Allora dobbiamo andare a Ravenna, ce ne sono di meravigliosi! Prendemmo il treno per Ravenna, poi chiedemmo indicazioni per raggiungere a piedi… – Il Mausoleo di Galla Placidia! – esclamai, vedendolo apparire davanti a noi. – Eccolo laggiù!


Emilia-Romagna Io dissi alla mia famiglia: – Finiamo il giro e poi andiamo a vedere anche la Basilica di San Vitale! Quando entrammo nella basilica, rimanemmo colpiti da tanto splendore! Cari bocconcini di grana, saremmo rimasti con il naso all’insù per delle ore ad ammirare quelle splendide TESSERE che componevano immagini strabilianti, ma le Mille Meraviglie ci chiamavano: dovevamo proseguire la gara! Quindi uscimmo e ci scattammo il selfie.

Da fuori poteva sembrare un semplice edificio in mattoni, ma una volta dentro… ci ritrovammo e in mezzo a un mare di mosaici COLORATISSIMI … Per mille mozzarelle, che spettacolo! Trappy commentò: – Pensate quanta pazienza ci è voluta per fare queste opere d’arte con dei pezzetti di vetro così piccoli! I mosaici fecero ammutolire perfino quel chiacchierone di Trappola: sembrava ipnotizzato . O forse… dal soffitto a volta pieno di stava cercando di contarle?

scintillanti

stelle

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Una cena stratopica! Proprio lì fuori ci arrivò il nuovo indovinello…

Piove ma non hai l’ombrello? Qui non ti bagni neanche un capello! – La so! – esclamai. – Parla di Bologna! Ha così tanti portici che si può girare per il centro stando sempre al coperto. Ecco perché, se si dimentica l’ombrello… si resta all’asciutto! Sul treno diretto verso il capoluogo emiliano, Trappola disse: – Bologna è chiamata la rossa, la dotta e la grassa, lo sapevate? Il detto si riferisce

Emilia-Romagna alle sue case di mattoni rossi; al fatto che ospita una delle più antiche UNIVERSITÀ d’Europa (dotta significa sapiente!) e che si mangia in modo sopraffino e sostanzioso (ecco perché grassa)! Arrivati in città, ci precipitammo a vedere i famosi portici… Io chiesi: – Dove scattiamo la foto per la gara? Ben e Trappy squittirono: – Quiii, zio G! Ma mentre Ben e Trappy indicavano il portico alla loro sinistra, Trappola puntò quello alla sua destra. Squiiit… E adesso?


Una cena stratopica!

Emilia-Romagna

Alla fine fu Tea a decidere: ci condusse in via Marsala, dove si trovano i portici più antichi della città, e ci fece fare un selfie davvero… al top! C L I C K ! Nel frattempo, non ci eravamo accorti di aver bloccato il passaggio a una roditrice carica di borse della spesa. Ci scusammo, e i miei nipoti si offrirono di aiutarla. La signora, che era diretta al suo ristorante , ci invitò a seguirla!

I PORTICI di Via Marsala, tra i pochi rimasti in legno, sono tra i più suggestivi di Bologna.

Poco dopo, davanti a un delizioso piatto di tagliatelle al ragù, la signora Agnese ci raccontò i segreti della cucina emiliano-romagnola, per poi concludere: – Non perdetevi il parmigiano! È una delle eccellenze gastronomiche di questa zona! Trappola disse: – Per me una forma intera, grazie! Agnese rise: – Guarda che pesa circa 40 chili , come pensi di trasportarla?! Mio cugino indicò me: – Ci penserà LUI! Squiiit, per fortuna Trappola si distrasse con un bel piatto di tortellini… e si dimenticò della forma di formaggio! Fu davvero una cena stratopica, il modo migliore per concludere la giornata, in attesa della tappa successiva. A proposito… quale? Il messaggio che ci arrivò dalle Mille Meraviglie era chiaro: dovevamo raggiungere… la Toscana!

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

La piadina

Vie d’acqua

Piadina, che passione!

Un tempo Bologna era percorsa da canali, che servivano per trasportare le merci e per far funzionare mulini e antiche fabbriche, chiamate opifici. Poi, poco alla volta, strade e marciapiedi presero il posto dei vecchi corsi d’acqua. Ma chi si affaccia alla finestrella di via Piella può vedere un canale ancora scoperto!

Bologna... sull’acqua!

Mai più senza piadina! Ci è piaciuta così tanto, che abbiamo chiesto una ricetta per provare a farla a casa! Volete cimentarvi anche voi? Ecco qui tutto quello che vi serve! Ingredienti: • 500 g di farina 0 • 170 g di acqua (o di latte, per un impa-

sto più morbido) • 125 g di strutto (o 80 g di olio d'oliva, per la versione vegetariana) • 15 g di sale • un cucchiaino e mezzo di bicarbonato

1. Unite gli ingredienti in una ciotola, aggiungendo l’acqua (o il latte) poco alla volta. Impastate bene e, quando il composto sarà omogeneo, mettetelo sul piano di lavoro e formate una palla. 2. Lasciatela riposare 30 minuti, poi dividetela in porzioni più piccole di circa 100 g ciascuna. 3. Infarinate il piano di lavoro, poi stendete ogni pallina con il matterello per formare delle sfoglie alte circa 3-4 mm. 4. Cuocete le sfoglie su una padella antiaderente già calda e leggermente unta con un po’ di olio: ci vorranno circa due minuti per lato, finché la superficie non sarà leggermente dorata. 5. Lasciate raffreddare, poi dividete ogni piadina a metà e farcitela a piacere. Un'idea? Formaggio morbido e prosciutto crudo!

MUSEO FERRARI Avremmo tanto voluto fermarci al Museo Ferrari, a Maranello, per rivivere la storia di una delle case autom obilis tiche più prestigiose del mondo. Ma non ne abbiamo avuto tempo, uff! Ci andremo la prossima volta e magari proveremo l’emozione di guidare una monoposto. Tea, ovviamente, non vede l’ora!


Su e giù per le colline toscane Regione: Toscana Capoluogo: Firenze

Per raggiungere la Toscana dall’Emilia-Romagna attraversammo le montagne dell’Appennino a bordo di una confortevole e silenziosa auto elettrica . Squiiit! Che panorami mozzafiato! Durante il tragitto ricevemmo il messaggio delle Mille Meraviglie. Benjamin prese il telefono e lesse ad alta voce:

– Cercate un posto molto speciale: in mezzo a una piazza ha una vasca termale! Non sapendo quale fosse la soluzione, decidemmo di fare tappa a Firenze, il capoluogo della regione, nonché una delle città più famose al mondo. Capimmo di essere arrivati quando vedemmo all’orizzonte la cupola di Santa Maria del Fiore, la cattedrale progettata da Filippo Brunelleschi nel XV secolo.

Toscana Mi frullavano i baffi per l’emozione: – È stata realizzata 600 anni fa, eppure ancora oggi resta la più grande cupola in muratura mai costruita! Posteggiammo la macchina e ci incamminammo per le vie del centro, continuando a rimuginare sull’enigma da risolvere. A un tratto Trappy esclamò: – Se a Firenze ci fosse una vasca in mezzo a una piazza, sarebbe segnalata su tutte le guide turistiche, giusto? Non feci in tempo a rispondere, perché Benjamin, con gli occhi che gli brillavano, mi passò il tablet. Pensavo si trattasse di un ‘aiutino’ per risolvere l’enigma, invece… era un bonus riservato alla nostra squadra! Tea esclamò: – Questa sì che è una sorpresa! Le E Trappola aggiunse: rega Mille Mer avig lan l – Ehilà, cuginozzo! Stilt o alla sq ie on u uadr n gi a Chia Non sei contento? ro n cinq ti, a bo nel r u Io squittii: – A dire mo e bici do di clet lto te com il vero… non ode ... ! tanto! Speravo in qualcosa di più

riposante! 123


Su e giù per le colline toscane – Su col morale, Ger! – mi disse Tea. – Ho guardato le foto delle biciclette che ci aspettano nel Chianti: sono quelle elettriche con pedalata assistita ... sono confortevoli e veloci, ideali per un tipo, anzi un topo, pigro come te! Squiiit! Quella sì che era una bella notizia! Trascorremmo un pomeriggio tra i capolavori artistici di Firenze e concludemmo la giornata con una passeggiata sul Ponte Vecchio, il più famoso dei ponti sull’Arno, il fiume che attraversa la città. Il mattino seguente partimmo per il Chianti, un territorio famoso in tutto il mondo per i suoi vigneti leggendari, tra le province di Firenze, Siena e Arezzo.

Toscana Devo ammettere che girare per la campagna toscana, punteggiata di antichi casolari e sottili cipressi, con il vento che ci scompigliava la pelliccia (e senza fare fatica)… fu un’esperienza stratopica! A un certo punto esclamai: – Però, si è fatta sera! E dobbiamo ancora risolvere il nostro misterioso indovinello!


Su e giù per le colline toscane Trappola rispose: – Ma non si può ragionare bene a stomaco vuoto, quindi propongo di concederci una gustosa cenetta! Andammo al ristorante insieme a due simpatici roditori conosciuti lungo la strada quel pomeriggio: Manlio e Gaia. Furono loro a raccontarci dei prodotti tipici della zona del Chianti, tra cui l’olio, il pane e i vini. Manlio spiegò: – L’olivo e la vite qui crescono bene per tanti motivi: la composizione del terreno, l’altitudine, la forte differenza di temperatura tra giorno e notte. Per questo le olive e le uve del Chianti si trasformano in oli e vini leggendari! Tea invece raccontò della nostra caccia al tesoro e dell’indovinello ancora senza soluzione. Gaia ci suggerì: – Nella Val d’Orcia, in provincia di Siena, c’è un paese con una piazza… che è una piscina termale! Si chiama Bagno Vignoni. Tea ringraziò: – Ma certo! Ecco la nostra prossima meta! Grazie mille, Gaia! All’idea di una pausa rilassante in una vasca termale, i baffi mi frullavano dall’emozione! Esclamai: – Non vedo l’ora di fare un tuffo nel benessere!

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Manlio spiegò: – Dalla piazza principale l’acqua delle terme raggiunge punti diversi della cittadina, e nel Parco dei Mulini, per esempio, potrete mettere le zampe a mollo! Il giorno seguente raggiungemmo in macchina Bagno Vignoni. Che sogno: sorgenti termali, a gogo! acqua tiepida, ma soprattutto Una volta scattato il selfie richiesto dal regolamento, mi sarei fermato lì per qualche giorno a godermi il meritato riposo… se non fosse arrivato un nuovo messaggio delle Mille Meraviglie. Lo lessi subito agli altri:

relax

– Non crederete ai vostri occhi... Un salto nel mondo incantato dei Tarocchi! 127


Su e giù per le colline toscane Trappy sventolò la mappa della Toscana e disse: – Questa la so io! Parla del Giardino dei Tarocchi di Capalbio. Io sospirai: – Non c’è tempo da perdere! Peccato… avrei voluto portarvi all’Isola d’Elba: si raggiunge facilmente Il GIARDINO DEI TAROCCHI è stato da qui e fa parte della ideato da un’artista americana ture scul ta Ospi to. ecen Nov del Riserva della Biosfera giganti, alte dai 12 ai 15 metri, delle Isole di Toscana, dedicate ai Tarocchi, delle speciali carte da gioco, illuche racchiudono strate con figure mitologiche e una grande diversità simboliche. L’artista stabilì che fare ono dev nel parco non si biologica, geologica visite guidate, perché ognuno e geomorfologica… deve guardare e dare una per one tazi rpre inte propria Tea squittì: – E a me sonale delle opere esposte. sarebbe piaciuto visitare il Museo Piaggio, a Pontedera, dove si trova una collezione di mezzi di trasporto davvero storica! Pensate che fu la Piaggio a creare la Vespa, uno SCOOtEr ormai leggendario in tutto il mondo. Benjamin prese appunti sul tablet e ci rassicurò: – Niente paura! Li visiteremo la prossima volta in cui verremo in Italia! Li segno già nella lista…

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Arrivati in auto a Capalbio, ci dedicammo all’esplorazione del giardino ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, seguendo l’ispirazione del grande artista spagnolo Antoni Gaudí per realizzare delle STATUE che riproducono le figure delle carte dei Tarocchi. Scattammo tantissime foto divertenti, ma decidemmo che la migliore era quella di Trappy! La inviammo alle Mille Meraviglie… e subito ci arrivò la risposta:

Bravi, Stilton! Anche questa tappa è conclusa! Preparatevi a partire... per la Sardegna! 129


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Palio di Siena

Le cave di marmo di Carrara Le cave di marmo di Carrara sono famosissime in tutto il mondo. Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi scultori di sempre, vissuto tra il 1475 e il 1564, andava di persona a procurarsi il materiale per scolpire le sue opere. Voleva vedere da vicino i vari tipi di marmo a disposizione, cosa che poteva fare solo stando a stretto contatto con i cavatori, cioè con coloro che lavorano questo materiale. Oggi si possono visitare le stesse cave nelle quali si recava Michelangelo. Che emozione!

Che il famoso Michelangelo (tanti secoli fa) sia passato proprio dove siamo noi in questa foto?

Uno spettacolo incredibile… Squiiit! Il Palio di Siena è la corsa di cavalli storica più famosa d’Italia. Consiste in tre giri di Piazza del Campo, nella città di Siena, e il vincitore è il cavallo che arriva per primo, con o senza fantino. Questa corsa, che ha davvero origini molto antiche, è sempre stata una vera e propria passione per i senesi, che la vivono intensamente, impegnandosi tutto l’anno nella sua organizzazione, divisi per contrade (i ‘quartieri’ della città). L’ambitissimo premio è il drappellone, una grande tela dipinta ogni anno da un artista diverso, che rimane esposta nel museo della contrada vincitrice.


Una terra dai mille volti Regione: Sardegna Capoluogo: Cagliari

Ci imbarcammo sul traghetto a Piombino (che distava un centinaio di chilometri da Capalbio) e arrivammo in Sardegna, a Olbia, all’alba. Il fresco vento di Maestrale ci accolse con un pungente profumo di MIRTO, una pianta molto diffusa in Sardegna. Avevamo da poco posato le zampe in terra sarda, quando ricevemmo un nuovo indizio della nostra caccia al tesoro. Decisi di leggerlo io per tutti:

BIP BIP

– Sottoterra qui han lavorato: conosci i posti dove hanno scavato!

MACCHIA MEDITERRANEA La vegetazione che caratterizza le coste della Sardegna è fatta di arb usti sem pre ver di com e il lentisco, il ginepro, l’olivastro, il cisto giallo... e soprattutto il mirto.

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Sardegna Mi voltai e chiesi: – Ci sono delle MINIERE qui? La mia famiglia, però, si era già incamminata verso il centro di Olbia, così alla mia domanda rispose Antonio, un simpatico roditore che stava passando di lì per caso! – Ma certo! – esclamò. – Il sottosuolo sardo è ricco di minera l i , e l’attività estrattiva ha avuto un ruolo decisivo nella nostra economia. Per questo, il Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna è stato dichiarato il primo Parco Geominerario al mondo! Nel frattempo gli altri mi avevano raggiunto e stavano ascoltando.


Una terra dai mille volti Tea chiese: – Un parco?! PARCO GEOMINERARIO, STORICO E dove si trova? E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA Il parco copre un’area di 3.800 Antonio ci spiegò che chilometri quadrati, coinvolgenil PARCO era molto do ben 81 comuni! In Sardegna, l’attività mineraria ha modellato esteso e ci consigliò un il paesaggio ma anche la cultura luogo in particolare… della zona. Il parco tutela quinla Grande Miniera di di sia l’ambiente naturale, sia i villa ggi degli operai, i pozzi di Serbariu a Carbonia, estrazione, le gallerie sotteruna scelta STRATOPICA! ranee, gli impianti industriali, le antiche ferrovie, ma anche gli Poi il nostro amico si archivi documentali e la memooffrì di farci da guida. ria di generazioni di minatori! Fu così che noleggiammo un pullmino, diretti verso il Sulcis, nel SUD della Sardegna! In quest’area del parco l’attività estrattiva è iniziata a metà dell’Ottocento, per arrivare al periodo più intenso tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento. Venne conclusa definitivamente tra gli anni ’70 e ’90. In particolare, la Grande Miniera di Serbariu fu attiva tra gli anni ’30 e ’60. C’era anche una stazione ferroviaria per trasportare il materiale estratto fino al porto di Sant’Antioco, dove veniva imbarcato su delle grandi navi per essere portato nel resto d’Italia.

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Ci eravamo appena scattati il selfie all’uscita della MINIERA, quando ci arrivò il nuovo messaggio. Lo lessi ad alta voce:

VIAGGIO NEL TEMPO Per lavorare nelle miniere, la forza lavoro arrivava da tutta Italia. Nel 1940 erano occupati a Serbariu più di 3.000 minatori, oltre al personale addetto ai trasporti e alla lavorazione dei materiali estratti.

– Mucchi di pietra per veder nemici o stelle? Costruzioni assai antiche, misteriose e belle. Tea non esitò un istante prima di esclamare: – Di sicuro sono i NURAGHI , le antichissime costruzioni in pietra sarde! E Trappy esultò: – Ho sempre sognato di vederle!

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Una terra dai mille volti

Sardegna

Antonio, la nostra guida, fu molto orgoglioso del nostro entusiasmo e ci spiegò: – Avete ragione, la parola nuraghe dovrebbe significare mucchio di pietre… In effetti, queste costruzioni tipiche della nostra isola sono ottenute proprio da GROSSI SASSI sovrapposti. Trappola intervenne: – Sarà come dici, ma che cosa c’entrano i nemici con le stelle? Antonio proseguì: – Si pensa che i nuraghi potessero essere torrette di avvistamento per difendersi … dai nemici , oppure osservatori Trappola sgranò gli occhi: – Gastronomici? In che senso osservatori gastronomici?! Io sospirai: – Trappola!!! Antonio ha detto… astronomici, non gastronomici!

astronomici

VIAGGIO NEL TEMPO Il sito archeologico di Su Nuraxi è il più famoso complesso difensivo nuragico. Sorge sulla collina della città di Barumini e venne costruito nel II millennio a.C. In mezzo a un labirinto di pozzi e cisterne, si innalza una torre circondata da altre quattro, probabilmente aggiunte in un secondo momento. La costruzione centrale, detta mastio, era alta in origine più di 18 metri e comprendeva al suo interno tre camere comunicanti.

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Antonio riprese: – A Barumini si trova l’area archeologica di Su Nuraxi: è il sito nuragico meglio conservato. Vi consiglio di andarci! Ben e Trappy risposero, come un sol topo: – SÌÌÌ! Il giorno dopo, quando finalmente arrivammo a destinazione a bordo del nostro pullmino, rimanemmo a bocca aperta: il complesso di Su Nuraxi era davvero spettacolare!


Una terra dai mille volti Quella sera stessa, mentre il sole che ci aveva accompagnato per tutto il giorno stava per tramontare , ci scattammo una bellissima foto. Poi, felici per quella giornata ricca e piena di avventure, trovammo un albergo per riposarci. Qui Trappola ci lesse il messaggio appena arrivato delle Mille Meraviglie:

– Stilton, siete proprio dei viaggiatori coi baffi! La Liguria vi aspetta, ma prima di allora… godetevi il mare della Sardegna! Noi prendemmo il messaggio in parola: l’indomani ci spostammo sulla

Sardegna costa orientale dell’ isola , chiamata Ogliastra. Qui ci regalammo due giorni di relax, tra SPIAGGE sempre diverse: ciottoli bianchi, sabbia finissima, scogli di roccia rossa… Poi, un po’ a malincuore, ci imbarcammo al porto di Arbatax su un traghetto diretto in Liguria, e precisamente a Genova. Io esclamai: – È un peccato dovercene andare, ma presto ci faremo una bella scorpacciata di

trofie al pesto!

Dico bene, Trappola? Ehi, ma dov’era finito mio cugino? – Eccolo, zio G! – esclamò Ben, indicando un roditore che stava correndo sulla passerella del traghetto, veloce come un razzo. – He he he! Deve aver fatto una sosta fuori programma… in pasticceria!

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Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Maschere e carnevale sardo

Bravi, bis!

Canto a tenore Il canto a tenore è un canto polifonico della tradizione sarda. È composto da quattro voci maschili chiamate bassu, contra, boche e mesu boche, ciascuna con caratteristiche stilistiche diverse. Gli uomini cantano in piedi, in circolo. Spesso si ritrovano in locali o taverne, ma si esibiscono anche durante il Carnevale o nelle cerimonie religiose. Anche Trappola ha voluto provare!

Tutti in maschera!

Mamuthones e Issohadores sono le viseras, le tipiche maschere del Carnevale Sardo modellate da abili artigiani. Quelle da indossare per muoversi in corteo devono essere maneggevoli e leggere, mentre quelle da appendere al muro come decorazioni sono pesanti, perché vengono intagliate in legni pregiati. I Mamuthones sono cupi, vestiti di scuro, e sulla schiena portano grandi campanacci. Gli Issohadores, che danno il ritmo alla danza che intrecciano con i Mamuthones, hanno maschera bianca e giacca rossa. Durante le giornate del Carnevale, chi si maschera subisce una vera e propria metamorfosi, calandosi in un mondo di mistero antico e solenne.

Surf a Capo Mannu

Nella costa centro-occidentale della Sardegna c’è una spiaggia perfetta per gli amanti di surf, windsurf e kitesurf. Grazie alla sua esposizione, è battuta da parecchi venti, primo fra tutti il Maestrale. Pensate che a Capo Mannu le onde possono raggiungere alcuni metri di altezza!


Liguria

Tra terra e mare

Acquistammo i biglietti e ci tuffammo in un mondo

Regione: Liguria Capoluogo: Genova

Appena sbarcammo dal traghetto, al porto di Genova, ci fiondammo a fare colazione con una mega porzione di focaccia al formaggio: è una specialità di Recco, un paese vicino a Genova. Squiiit, è una delizia da far frullare i baffi! Il messaggio delle Mille Meraviglie ci riportò subito con le zampe per terra. I P B Lo lessi ad alta voce: BIP

– Hanno pinne per nuotare, ma non le devono indossare! Trappy capì al volo e squittì: – È chiaro: qui si parla di pesci . Scommetto che dobbiamo andare all’Acquario di Genova! Non ci fu bisogno di informarci su dove fosse: le indicazioni erano chiarissime e potemmo arrivarci a piedi, dal porto, con una piacevole passeggiata.

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sottomarino entusiasmante! Delfini, pinguini, foche, meduse… L’Acquario di Genova ospita centinaia di specie animali e vegetali; ha anche una vasca tattile dove (con le dovute accortezze, per non danneggiarli) si possono accarezzare degli esemplari di razza, e ospita una stratopica vasca dedicata agli squali… Squali?!

Br rr, ch e f if a

f el in a!


CLICK !

Dopo ore e ore di divertimento e scoperte, venne il momento di farci un selfie (senza flash!) in compagnia dei miei cetacei preferiti, i simpaticissimi

Dopo pranzo, mentre camminavamo tranquilli per le vie della città, spiegai: – Vedete questi palazzi così Dovete sapere che Genova era una città molto potente dal punto di vista commerciale. Aveva una posizione strategiCa ed era il porto da cui passavano illustri uomini d’affari, mercanti, signori e principi di Paesi stranieri…

eleganti?

delfini!

Ridendo e scherzando, si era fatta ora di pranzo. Andammo in città: dai vicoli arrivava un , profumino… era quello della uno dei piatti tipici genovesi! Scoprimmo anche che i vicoli si chiamano caruggi e sono caratteristici dei centri storici di tutte le città liguri, piccole e grandi. In un batter di baffo ci ritrovammo seduti davanti a un piatto di trofie (un tipico formato di pasta fresca ligure) condite con il leggendario pesto! Mmmh… che delizia!

pasta al pesto

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d'oro rofia t a L


Tra terra e mare

Liguria

Quando arrivavano in città, venivano ospitati nei palazzi più belli, con stanze da stucchi e affreschi, scalinate imponenti ed eleganti giardini. Queste dimore prendono il nome di Palazzi dei Rolli, proprio perché una volta facevano parte di un rollo, cioè di un rotolo (o elenco), di dimore prestigiose. Trappy chiese: – Anche noi saremo ospitati in uno di questi palazzi? Io sorrisi, divertito: – La prossima volta! Per questa sera dormiremo in una bellissima pensioncina!

decorate

Poi Ben domandò: – Zio G, è vero che a Genova è nato Cristoforo Colombo? Io risposi: – Certamente! Nel 1492 salpò da Palos, in Spagna, con tre caravelle. Dopo alcuni mesi di navigazione, toccò finalmente terra: credeva di essere arrivato in Asia, invece era in America! Tea aggiunse: – Io adoro un altro genovese famoso: Emanuele Luzzati . È stato un artista stratopico: EMANUELE LU pittore, costumista e anche Lele Luzzati si ZZATI se n ti to p ro fo è sempre scenografo… n is p ir a to d a ll d a m e n te a p ro p ri a I nostri discorsi su Genova città, Genova, d ov nel 1921 e mor e nacque e sui genovesi furono ì nel 2007. Il suo amore pe r il interrotti dal messaggio nato da bamb teatro è in si divertiva o, quando delle Mille Meraviglie: ad animare burattini per intr poffartopo, ci eravamo quasi sua sorella. La su attenere a dimenticati della gara! ta fantasia ha fa sconfinatto di lui un artista molto ap Lo lessi subito ad alta voce: prezzato.

– Case tutte colorate, su uno scoglio arrampicate! Si era fatto tardi, però, quindi decidemmo di pensare all’indovinello con calma: avremmo ripreso la gara l’indomani.

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Tra terra e mare

Liguria

La mattina dopo, appena sveglio, lessi l’indovinello a Giovanni, il proprietario della nostra pensione: era un tipo, anzi un topo, di poche parole, ma si l e pronto ad aiutarci. dimostrò molto Disse solo: – Prendete l’autobus, la vostra destinazione è Porto Venere! Dopo un piacevole viaggio lungo la costa, arrivammo a Porto Venere, che meraviglia!

genti e

PORTO VENERE è un borgo sulla sponda occidentale del Golfo di La Spezia, caratterizzato dalle case dai colori vivaci. Davanti al centro abitato, separata da uno stretto braccio di mare, si trova l’isola di Palmaria. Rinomata per le sue acque cristalline, fa parte del Parco Naturale Regionale di Porto Venere.

Avevamo appena fatto il selfie, quando ci arrivò il nuovo messaggio:

Bene, Stilton! Questa tappa è finita: il Piemonte vi aspetta!

sospirò

Tea : – Che peccato lasciare questi posti… Io sorrisi: – Non pensarci, Tea! Andremo in treno a Manarola, nelle Cinque Terre, e percorreremo un tratto del Sentiero Azzurro, che comprende al suo interno anche la famosa Via dell’Amore . Il Piemonte può attendere fino a domani!

La VIA DELL’AMORE è un sentiero a picco sul mare tra Riomaggiore e Manarola. Questa romantica passeggiata fa parte di un percorso più ampio, il Sentiero Azzurro, che va da Riomaggiore a Monterosso al Mare, sullo sfondo dei borghi delle Cinque Terre. Attualmente non tutto il Sentiero Azzurro è aperto al pubblico e rimane accessibile solo in alcuni tratti.


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Genova e i grandi cantieri navali

Il pesto ligure

La tradizione dei cantieri navali di Genova ha un ruolo importantissimo nello sviluppo economico di questa città. Dalla seconda metà dell’Ottocento alcune grandi società, come quella di Raffaele Rubattino e l’Ansaldo, iniziarono la costruzione di grandi navi che hanno fatto la storia della navigazione transoceanica! A testimonianza del legame tra Genova, il mare e la navigazione, ogni anno la città ospita il Salone Nautico Internazionale, una manifestazione che richiama esperti e appassionati da tutto il mondo. È un appuntamento da non perdere... E di sicuro ci torneremo! Un viaggiatore grande… anzi grandissimo!

IL TRANSATLANTICO REX Costruito nei cantieri navali genovesi e varato nel 1931 alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena, fu festeggiato quell’anno come il più grande transatlantico dell'epoca. Non era solo grande, ma anche veloce: poco più avanti, nel 1933, vinse il Nastro Azzurro, il trofeo per la traversata più veloce dell’Oceano Atlantico! Proprio un viaggiatore coi baffi, squiiit!

Ingredienti per condire 2 piatti di pasta: • 1/2 spicchio d’aglio • 25 g

di foglie di basilico • 35 g di grana • 15 g di pecorino • 50 ml di olio extra vergine d’oliva • sale grosso (un pizzico) • 8 g di pinoli

1. Lavate bene il basilico e lasciatelo asciugare. 2. Mettete nel mortaio l’aglio sbucciato e qualche grano di sale grosso. Pestate bene gli ingredienti nel mortaio e, quando l’aglio si sarà ridotto in crema, aggiungete il basilico con qualche altro grano di sale. 3. Schiacciate bene con il pestello fino a ottenere una crema morbida. 4. Unite quindi i pinoli e pestateli finemente. 5. Aggiungete i formaggi grattugiati e, per ultimo, l’olio d’oliva a filo, sempre mescolando con il pestello. Buon appetito!

Lo sentite anche voi il profumino?


Tra fiume e monti Regione: Piemonte Capoluogo: Torino

Eravamo tornati a Genova, quando ci arrivò il nuovo messaggio delle Mille Meraviglie. BIP Tea afferrò il telefono e lesse ad alta voce: BIP

– Dal primo traforo alpino passava prezioso sale marino! Poi esclamò: – Traforo alpino? Allora è su in montagna che dobbiamo andare! Noleggiammo un’auto e ci mettemmo in viaggio. Tea sapeva perfettamente dove dirigersi: – Credo proprio che l’indovinello parli della galleria delle Traversette, conosciuta Il traforo, noto come BUCO nel o vat sca è non O, DI VIS anche come Buco di Viso… monte Monviso, come il È stato il primo traforo nome farebbe supporre, ma poco più in là, alpino della storia, realizzato alle pendici del Monte alla fine del Quattrocento Granero. È una meta molto sti, ioni urs ambita dagli esc il comune per che possono godere di italiano di Crissolo a quello viste mozzafiato. francese di Ristolas.

collegare

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Piemonte Trappy commentò: – Forte! Quando entri dici Buongiorno e quando esci… Bonjour! Benjamin trafficò sul suo tablet e disse: – Possiamo raggiungere il traforo al termine di un’escursione lungo l’antica via dei carovanieri! Zio G, prenotiamo l’attrezzatura e andiamo! Potevo forse negare qualcosa al mio tenero cuoricino di grana? Ovviamente no! Per cui, con grande delusione di Trappola, che già sognava un pranzo a base di tartufo nella città di Alba, ci dirigemmo verso il Colle delle Traversette. Il TARTUFO è un fung sottoterra e v o che cresce iv con le radici d e in simbiosi i alcuni alberi , come la querc ia, tiglio e il piopp il nocciolo, il o. cresce dove c’ Il tartufo non è quindi se lo tr inquinamento, oviamo signific a che siamo in un a zona salubre !

La traversata del Buco di Viso è riservata solo agli escursionisti esperti , ma noi potevamo fare comunque una bella passeggiata.

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Tra fiume e monti

Piemonte

Attrezzati con zaini e bastoncini da trekking, seguimmo Bartolomeo, una guida esperta e sicura, sulla mulattiera che portava al traforo. Bartolomeo disse: – I carovanieri facevano entrare in Italia il prezioso sale della Camargue, una regio; mentre ne del Sud della Francia ricca di da qui partivano stoffe, riso e olio. Dopo una bella camminata arrivammo finalmente di all’ingresso del traforo: potevamo essere noi… e lo eravamo!

Le LANGHE, la z Piemonte dove ona del sorge Alba, sono costellate d che dominano le i castelli v edifici soprattut alli; sono to di epoca medievale, pro pri famiglie nobili età delle del tempo, che da lì gove rn loro terre e si pro avano le teggevano dai nemici.

saline

fieri

Ci affrettammo a farci il selfie da inviare ai giudici delle Mille Meraviglie e ripartimmo, indecisi se dirigerci verso le Langhe, coperte di verdi vigne e castelli, o Torino, il capoluogo ricchissimo di musei e monumenti. Fu il nuovo messaggio delle Mille Meraviglie a decidere per noi. Eccolo:

Cinema, auto e Mole, le vostre zampe ci arrivan da sole! Io esclamai: – Ma certo! Il messaggio parla di Torino e di alcune delle sue eccellenze : il Museo del Cinema, il Museo dell’Automobile e la Mole Antonelliana!

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Tra fiume e monti E così tutti esclamammo, come un sol topo: – Evvai! Prossima tappa… Torino! Passammo la notte in un albergo sulle sponde del fiume Po e al mattino andammo al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino: nato negli anni ’30 del Novecento, racconta la storia dell’auto dalle origini a oggi. Durante la visita, Trappola esclamò: – Ta-daaa! Ecco l’auto per un giovanotto come Geronimo! Squiiit, ma stava indicando un modello del 1912! Io sbuffai: – Umpf, come sei spiritoso! Trappy e Ben, però, ne approfittarono subito per scattarci la foto proprio lì davanti!

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Usciti dal museo dell’auto, ci dirigemmo al Museo Nazionale del Cinema, che si trova nella Mole Antonelliana, vero simbolo della città. Progettata e iniziata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863, venne conclusa solo nel 1889. È alta 167 metri, e un ascensore panoramico porta su su su… fino al tetto, da cui si può ammirare una vista mozzafiato sulla città e sulle Alpi! Noi ci lanciammo subito alla scoperta dei segreti, della storia e della magia del cinema. Trappy non Quello di Torino è il pi ù im faceva che ripetere: museo in Italia de portante dicato al CINEMA: ne raccon – Stratopico! ta la nascita e i segreti attraver so Sdraiati su comode polbozzetti, locandine, fil disegni, m, manifesti e apparecchiature. trone, ammirammo sopra Da centrale si accede a un lla sala a rampa che i nostri musi la cupola ricorda una pellico la percorrendola, si srotolata: della Mole, mentre vede la sala centrale dall’alto e si ha le pareti intorno a alle mostre tempora accesso nee. noi erano tappezzate

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Tra fiume e monti di schermi dove scorrevano film o foto di volti simbolo del cinema: una vera meraviglia per gli appassionati! Stanchi ma felici di aver scoperto una città straordinaria, tornammo in albergo per riposarci. Il giorno dopo fui svegliato dal messaggio delle Mille Meraviglie. Lo lessi mentre B I P BIP facevamo colazione tutti insieme:

– Con due ruote, Stilton, ora pedalate sul vento, per un viaggio silenzioso e più lento.

Piemonte Io ero perplesso: – Come si può pedalare sul vento? Ma Tea esclamò: – Ho capito! VenTo è il nome di un progetto di pista ciclabile lungo il Po! È un acronimo, cioè una parola che racchiude delle iniziali: VEN per Venezia e TO per Torino, le due città che saranno collegate dalla ciclabile . Io dissi: – Glom! Pedaleremo fino a Venezia?! Tea mi rassicurò: – Nooo: il percorso non è completo, anzi, più che un percorso, è un progetto! Ma esistono già dei tratti pedalabili. Noi ne faremo un pezzettino per ammirare il fiume Po : con i suoi 652 chilometri, è il fiume più lungo che nasce e sfocia in Italia! Poco dopo, noleggiammo cinque bici rosse fiammanti e ci lanciammo sulle due ruote.


Tra fiume e monti

Piemonte

Tea ci esortò: – Dai che ci aspetta un bel picnic! Trappola rispose entusiasta: – Aaah, un picnic! Questa sì che è una bella notizia! Accompagnati solo dal fiume, dal silenzio e dal cinguettio degli uccellini, pedalammo lentamente per tutta la mattina: intorno a noi c’era solo una meravigliosa natura. Quando ci fermammo per mangiare qualcosa… schiacciammo anche un pisolino, cullati dal dolce sciabordio del fiume! Poi ci scattammo un selfie immersi nel verde e, un secondo più tardi, ricevemmo il messaggio che ci dava appuntamento alla tappa successiva. Tea lo lesse, tutta orgogliosa:

– Bravissimi Stilton, godetevi la gita! Appuntamento in Valle d’Aosta tra due giorni! Ben e Trappy esclamarono: – Evviva, abbiamo un po’ di tempo libero. Dove andiamo? Tea rispose: – Alle Isole Borromee, sul Lago Maggiore! Appartengono alla parte piemontese del lago, che si estende tra Piemonte e Lombardia. Trappola chiese: – Isole… Borromee?

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Mentre tornavamo verso la città in sella alle bici, Tea ci raccontò: – Prendono il nome dai Borromeo, la famiglia nobiliare che ne divenne proprietaria cinquecento anni fa! Ma ciascuna di loro ha un nome: l’Isola Madre, l’Isola Bella, l’Isolino di San Giovanni e lo Scoglio della Malghera, oltre all’Isola dei Pescatori. Le più grandi ospitano g e splendide architetture. E così passammo gli ultimi due giorni sul Lago Maggiore, cullati da un’infinita

iardini

bellezza!


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Geoparco della Valsesia e della Val Grande

Monviso

Dal Monviso nasce il fiume Po!

Il Geoparco della Valsesia e della Val Grande si estende tra la Valsesia e il Parco Nazionale Val Grande, e comprende i territori limitrofi di Valsessera, Prealpi biellesi, Val Strona, bassa Val d’Ossola e alto Verbano. Si tratta di una vastissima area ricca di paesaggi, forme viventi e tradizioni. Qui si trova addirittura il Supervulcano fossile del Sesia (squiiit!): attivo fino a 280 milioni di anni fa, con le sue eruzioni era in grado di oscurare l’atmosfera e alterare il clima del mondo intero! Nel Geoparco si trovano tre Sacri Monti, luoghi di culto molto speciali, immersi in un paesaggio di laghi, montagne e boschi. Il più antico di questi luoghi, ricchi di spiritualità, natura e arte, è il Sacro Monte di Varallo, che comprende una cinquantina di edifici. Da ricordare anche quelli di Domodossola e Ghiffa.

Alto 3.841 metri, il Monviso è la montagna più alta del Piemonte e ai suoi piedi, a Pian del Re, nasce il fiume Po. Il suo nome deriva dal latino Mons Vesulus, che significa montagna ben visibile. In effetti, guardandolo dalla Pianura Padana, la sua tipica forma piramidale lo rende subito riconoscibile, anche da grandi distanze. Questa montagna, chiamata anche il Re di Pietra, è una meta perfetta per lo sci alpinismo, perché la stagione della neve dura molto a lungo, fino a primavera inoltrata.


Sul tetto d’Europa Regione: Valle d’Aosta Capoluogo: Aosta

Quella mattina mi svegliai di ottimo umore e saltai giù dal letto per andare ad aprire le finestre. Ammirai le splendide vette della Valle d’Aosta: eravamo arrivati nel meraviglioso villaggio di Cogne la sera prima, con un’auto a noleggio. Non stavo nella pelliccia dall’emozione al pensiero di trovarmi nella regione con le m o n t a g n e più alte d’Europa: il Gran Paradiso, il Cervino, il Monte Bianco, il Monte Rosa...

Valle d’Aosta L’incanto fu spezzato da Trappola, che brontolò, assonnato: – È già ora di colazione? Non feci in tempo a rispondergli, che arrivò il nuovo indovinello delle Mille Meraviglie. BIP Afferrai il telefono e lessi al volo:

BIP

– Presto, correte, si son già svegliate, han chiamato col fischio: che cosa aspettate? Trappola infilò la testa sotto il cuscino e mugugnò: – Io non ci capisco una crosta. Torno a dormire: stavo sognando una fontina squisita… Trappy invece lanciò un urletto e si fiondò a recuperare dallo zaino gli scarponcini da escursionista: – Sveglia, squadra Stilton! È ora di muoversi. L’indovinello parla delle marmotte, degli animaletti troppo simpatici: sono dei gran fischiatori e, insieme ai camosci, sono il simbolo del Parco Naturale del Gran Paradiso!

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Sul tetto d’Europa

Valle d’Aosta

Per convincere Trappola a mettere le zampe fuori dal letto, dissi: – Forza pigrone! Le marmotte ti piaceranno! Un po’ ti assomigliano: dormono come sassi e, quando si svegliano, hanno una fame felina! A bordo della nostra auto, superammo i boschi di fondovalle coperti di larici, abeti rossi, pini cembri e abeti bianchi. Poi salimmo verso i pascoli alpini, costellati di fiori . In lontananza scintillavano rocce e ghiacciai. Una volta raggiunto il punto di ritrovo all’interno del parco, chiedemmo a Orietta, una guida esperta, di accompagnarci nell’escursione e, nel giro di pochi minuti, ci mettemmo in marcia. Appena imboccammo il sentiero, Orietta ci spiegò perché dovevamo camminare in silenzio: – Dopo il lungo inverno, stambecchi e camosci hanno a disposizione solo i mesi estivi per arrivare in forze e ben nutriti alla stagione degli amori, in autunno. Per questo è fondamentale osservarli da lontano, senza disturbare: così potranno mangiare in pace! Quanto alle marmotte, anche loro hanno bisogno di quiete per accumulare grasso e prepararsi ai lunghi mesi di letargo…

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All’improvviso, un fischio squarciò l’aria: era proprio una MARMoTTA ! Orietta si voltò e indicò un punto alla nostra sinistra, poi porse il BINOCOLO a Trappy. Lei non stava più nella pelliccia per l’emozione! Orietta spiegò: – Le marmotte sono animali sociali: stanno sempre in branco! Sono anche molto simpatiche: amano prendere il sole e giocare .


Sul tetto d’Europa Trappola si illuminò e mi sussurrò all’orecchio: LE MARMOTTE Il loro peso raggiunge difficilmente – Avevi ragione tu, i 7 chili e, anche per questo, sono Geronimetto! Mi molto agili. Le loro tane invernali ria, galle a lung sono formate da una piacciono queste che porta a un rifugio, foderato di MARMoTTe , fanno fieno. In una stessa tana possono e bre otto (tra rgo leta andare in una gran bella vita! aprile) da 3 a 15 marmotte. Durante Mentre Trappy mi il letargo, consumano piano piano in le scorte di grasso accumulate cedeva il binocolo, primavera e in estate. La socialità Orietta continuò: è molto importante per loro: più i, dos dan stanno vicine, più, scal – Là in alto invece e iver avv sopr di tà abili prob o hann potete vedere degli al freddo dell’inverno. . Ben li osservò e chiese: – Ma come fanno a restare in equilibrio? Quelle rocce sono ripidissime… Orietta rise: – Sono provvisti di muscoli poderosi, e i loro ZOCCOLI hanno una base particolarmente morbida, che li aiuta a mantenere la presa! A furia di guardare tutti quegli stambecchi in bilico sugli strapiombi, io cominciavo… ad avere le vertigini! Squiiit! Proposi di scattare il selfie per le Mille Meraviglie, per poi tornare indietro (con calma).

stambecchi

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Una volta terminata la nostra escursione, promettemmo solennemente a Orietta di tornare a vedere il Giardino Botanico Alpino Paradisia, a Valnontey, una frazione vicino a Cogne: in estate si possono ammirare oltre mille specie vegetali, e si può visitare anche il giardino delle farfalle! Dopo aver salutato la nostra guida, tornammo in albergo. Avevo appena riacceso il mio cellulare quando… B I P B I P. Un nuovo messaggio! Lo lessi alla mia famiglia:

– Per vedere tre salti, forza, si cammina. Riposatevi bene, partirete domattina! Trappola sospirò e disse: – Mi arrendo! Questo indovinello è troppo difficile… a stomaco vuoto!

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Sul tetto d’Europa In effetti, la passeggiata nel parco aveva messo a tutti una gran fame! Perciò quella sera decidemmo di goderci le specialità valdostane, sperando che ci potessero dare l’ispirazione giusta! E infatti mangiammo qualcosa che, da sola, valeva tutto il viaggio: la fonduta! Mentre ci leccavamo i baffi, mostrammo l’ultimo indovinello a Daniela, la proprietaria del ristorante.

RICETTA DELLA FONDUTA • 30 g di burro • 4 tuorli Ingredienti per 4 persone: • 400 g di fontina d'uovo • 400 ml di latte la a fettine e mettete le 1. Eliminate la crosta dalla fontina, tagliate fettine in una ciotola. in frigorifero per una notte. 2. Ricopritele con il latte e lasciate riposare in una casseruola. Tenete Poi togliete la fontina dal latte e trasferitela il latte da parte. nomaria, mescolando con 3. Sciogliete la fontina nella casseruola a bag all’inizio forma una massa un cucchiaio di legno. Non preoccupatevi se compatta, continuate a mescolare. consistenza cremosa, 4. Quando il composto avrà raggiunto una freddo. Mescolate ancora. aggiungete un tuorlo alla volta e poi il burro io, aggiungete un po' di 5. Aggiustate di sale e di pepe e, se necessar to più fluido. latte tenuto da parte, per rendere il compos che avrete tenuto in caldo, 6. Versate la vostra fonduta nelle ciotole e servite!

– Secondo me si tratta delle Cascate Rutorine – disse. – Nascono dal ghiacciaio Rutor, il terzo più grande della regione, e sono tre salti d’ che si gettano in precipizi e gole! Così, la mattina dopo, molto presto, raggiungemmo in macchina La Joux, nel comune di La Thuile, e da lì, dopo una splendida camminata, arrivammo alle cascate. Erano davvero maestose! E poi… Colpo di fortuna! Erano coronate da un magnifico arcobaleno! Che sfondo stupendo per un selfie! Mentre ci godevamo il panorama, ricevemmo un nuovo messaggio, questo:

acqua

La gita in Valle d’Aosta è finita, Stilton: prossimo appuntamento in Lombardia! 171


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

La Capanna Regina Margherita

Chamois Chamois non è solo un paesino di montagna con un nome speciale (Chamois, infatti, vuol dire ‘camoscio’!) e fiori coloratissimi alle finestre e ai balconi delle case... Ha un’altra caratteristica che lo rende davvero speciale: per le sue strade non girano macchine! E di questo, le persone che vi abitano sono giustamente molto fiere: niente inquinamento e niente rumore! Per le strade si gira in bici, a cavallo e, naturalmente, a piedi! Il paese può essere raggiunto dalla località di Buisson, tramite una funivia, oppure a piedi da La Magdeleine, attraverso una piacevole passeggiata aperta anche alle biciclette.

Evviva la natura!

La Capanna Regina Margherita si trova sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa e, con i suoi 4.554 metri d’altezza, è il rifugio alpino più alto d’Europa. Molto attento all’impatto ambientale, ospita un importante laboratorio per la ricerca scientifica: tra le altre cose, studia i disturbi legati all’altitudine e agli effetti dell’aria rarefatta. Nel 1893, anno dell’inaugurazione, accolse un’ospite illustre: la regina Margherita di Savoia. Ecco perché si chiama così! Per raggiungere il rifugio, è possibile salire da Staffal, in Valle d’Aosta, oppure da Alagna Valsesia, in Piemonte. Il percorso è comunque impegnativo, trattandosi di un’escursione su un ghiacciaio. Per questo il periodo migliore per raggiungere la Capanna Regina Margherita è luglio o agosto. Tea ha già messo in programma un viaggio tutto in salita… con l’accompagnamento di una guida alpina!


Lombardia

Viaggio tra mille capolavori Regione: Lombardia Capoluogo: Milano

Lasciammo la Valle d’Aosta di buon’ora, diretti in Lombardia. Ancora non sapevamo dove ci avrebbero condotti le Mille Meraviglie… In attesa di scoprirlo, avevamo deciso di andare a Milano, Due volte all’anno, capoluogo della regione, nonché la SETTIMANA DELLA MODA riempie la città punto di riferimento per il design di modelli, modelle, e la moda in Italia. Il messaggio fotografi e addetti ai ci arrivò mentre io ero al volante, lavori. In quei giorni ci sono eventi e sfilate in così fu Trappola a leggerlo:

cui gli stilisti presentano al mondo le loro nuove collezioni.

L’annuale SALONE DEL MOBILE, invece, è un appuntamento imperdibile per chi si occupa di design e arredamento. È un evento di risonanza mondiale che riempie Milano di professionisti del settore, ma anche… di curiosi e turisti!

BIP BIP

– Siete tutti invitati alla cena più importante: dipinta sul muro di una chiesa affascinante!

Sobbalzai sul sedile. Trappola forse non aveva capito e si stava leccando i baffi pensando a una cena supergolosa , ma io sapevo bene la risposta…

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Per mille mozzarelle, mi frullavano i baffi dall’emozione: l’indovinello parlava dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci! E noi avremmo visto quel capolavoro nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, una delle chiese più belle di Milano! Non ci potevo credere! Era un regalo stratopico, anche perché per ammirare l’Ultima Cena c’erano sempre liste di attesa lunghissime! Una volta arrivati a destinazione, una guida ci stava aspettando per accompagnarci nella visita. Cari bocconcini di grana, io sono un VIAGGIO NEL TEMPO Appena finita l’opera, Leonardo giornalista e uno si accorse che la tecnica di pittuscrittore (e di parole ra che aveva usato era inadatta all’umidità dell’ambiente. Col me ne intendo!), ma passare del tempo, infatti, la parete a poco a poco comindescrivere il ciò a scrostarsi, e la polvere di Leonardo è diffiannidata negli interstizi provocò la perdita dei colori. Nel cilissimo, perché… è 1977 ebbe inizio una grande opera di restauro, durata più una vera meraviglia! di 20 anni, che, grazie a tecniE anche gli altri, di che di avanguardia, cercò di frenare il deterioramento e di solito così chiacchieriportare questo capolavoro all’antico splendore. roni, erano sopraffatti dall’emozione .

dipinto

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Lombardia Mentre Trappola e i ragazzi si precipitavano nella galleria Vittorio Emanuele II (detta il ‘salotto dei milanesi’ per la sua eleganza), con i suoi mosaici meravigliosi, un B I P B I P ci avvisò che avevamo ricevuto un nuovo messaggio.

Raggiungete la città degli archetti e scovate gli accordi perfetti. Mi voltai verso Tea e dissi: – Quasi sicuramente parla di Cremona e dei suoi VIOLINI . Andiamoci subito, sei d’accordo? – È semplicemente… stupendo! – squittimmo noi, come un sol topo. Restammo lì, imbambolati come degli stoccafissi, ad ammirare in silenzio un grande capolavoro sopravvissuto ai secoli grazie a un lunghissimo e minuzioso lavoro di restauro. Poi ci scattammo il selfie previsto dal regolamento e, in attesa di scoprire che cosa ci avrebbe riservato il resto della giornata, camminammo per le vie lastricate del centro, fino ad arrivare nella vicina piazza Duomo, con la stupenda cattedrale, che è il simbolo della città.

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Viaggio tra mille capolavori

Lombardia

Tea sgranò gli occhi perplessa e protestò: – Con tutto quello che c’è ancora da vedere a Milano? Il Castello Sforzesco, il Teatro alla Scala, i navigli?! Io sospirai: – Hai ragione, ma… prometto solennemente di tornare con te in questa città per un’intera settimana, parola d’onore di roditore! Ottenuta l’approvazione di Tea e recuperati Trappola e i ragazzi, ci mettemmo in strada in direzione della città degli archetti! Durante il nostro breve viaggio in auto, Trappola non la finiva di lodare la bontà del TORRONE , il dolce tipico di Cremona! Avevamo appena parcheggiato la macchina, dolcissime. Le quando udimmo delle seguimmo fino… alla bottega di un liutaio! VIAGGIO NEL TEMPO Antonio Stradivari, nato e La liuteria tradizionale vissuto a Cremona a cavallo tra XVII e XVIII secolo, è stato di Cremona (cioè l’antico uno dei più grandi e famosi sapere artigianale che liutai. In particolare, i suoi violini sono riconosciuti tra i miporta alla costruzione di gliori mai costruiti al mondo. Tra coloro che utilizzarono come strumenti a le sue creazioni, ci fu anviolini, viole, violoncelli e che Niccolò Paganini, uno dei più geniali musicisti e contrabbassi) è famosa in compositori di sempre. tutto il mondo!

note

corde

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All’interno della bottega trovammo Carlo, che ci raccontò tutto del suo mestiere. – Da quasi 500 anni la liuteria caratterizza questa città, tanto che ne è diventata un simbolo. Qui si è sviluppata una tecnica considerata unica al mondo… Quello del liutaio è un lavoro che si tramanda: conoscerne i segreti è come custodire un tesoro! Ma il vero tesoro per noi fu la possibilità di vedere un mastro liutaio al lavoro e di poter ascoltare il suono di un VIOLINO che aveva appena preso vita.


Viaggio tra mille capolavori Non scorderemo mai il profumo di legno della bottega, così intenso che ci sembrò davvero di trovarci in mezzo a un bosco . Di sicuro avremmo portato quell’emozione con noi fino alla prossima tappa. Ci scattammo un selfie per le Mille Meraviglie sullo sfondo dei violini di Carlo e, poco dopo, sentimmo il noto B I P B I P. Lessi ad alta voce:

– Siete super, Stilton! La vostra caccia al tesoro proseguirà... in Trentino-Alto Adige! Appuntamento tra due giorni! Stava scendendo la sera, perciò decidemmo di fermarci a dormire a Cremona. A cena scambiammo due chiacchiere con Silvia, la proprietaria del ristorante . Visto che eravamo diretti in Trentino, ci consigliò di fare una tappa in Val Camonica, in provincia di Brescia. Ci disse: – Lì potrete vedere le incisioni rupestri dei Camuni, l’antichissima civiltà che abitò quelle zone fin dal Paleolitico. È una valle meravigliosa! Io esclamai: – Ci andremo sicuramente…

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Lombardia E Silvia aggiunse: – Ci dovrete tornare a marzo La maggior parte delle INCISIO NI RUPESTRI DELLA VAL o a settembre! Due volte CAMONICA sono databili tra la all’anno, intorno al 21 fine del Paleolitico Superiore (intor no al 10.000 a.C.) e l’età marzo e al 21 settembre, del Ferro (I millennio a.C.) e cioè in corrispondenza con ci raccontano momenti della vita quotidiana e religiosa l’ eq u i nozi o di primavera dell’antica civiltà dei Camuni. e con quello di autunno Il fenomeno delle incisioni, comunque, proseguì anche (ossia quando il giorno e in età romana, medievale e la notte hanno uguale persino moderna. durata), avviene qualcosa : un fascio di luce di del sole sembra spuntare dalla profonda fessura del Monte Concarena… Il fenomeno è conosciuto come lo Sposalizio tra cielo e terra e sembra che fosse noto già ai Camuni. Guardate, vi faccio vedere una foto! Dopo aver ammirato l’immagine sul telefono di Silvia, Ben non perse tempo e aggiunse quel fenomeno eccezionale alla lista di luoghi ed eventi del nostro prossimo viaggio in Italia! Più tardi ringraziammo la nostra amica, che ci aveva catturato con i suoi racconti, e andammo a dormire felici.

magico

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Viaggio tra mille capolavori Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Il giorno dopo eravamo di nuovo in modalità esploratori, concentrati sui meravigliosi graffiti della Val Camonica! La visita guidata fu molto interessante e cercammo di capire come interpretare i vari disegni… Tra questi, il più famoso è sicuramente quello della rosa camuna: talmente celebre da essere diventato il simbolo della regione Lombardia!

Il trenino rosso del Bernina

Proprio un trenino coi baffi, parola d’onore di roditore!

ROSA CAMU

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NA

In Lombardia si trova la tratta italiana della Ferrovia Retica dell’Albula e del Bernina, meglio conosciuta come il famoso Trenino Rosso del Bernina: una mitica linea ferroviaria che da Tirano (a poco più di 400 metri di altitudine) arriva al Passo del Bernina (sopra i 2.000 metri), per poi scendere in modo dolce fino ai 1.800 metri di St. Moritz, in Svizzera. Tra viadotti, salite, laghi, vecchi paesi e prati infiniti, il viaggio regala panorami davvero suggestivi. Senza contare la sua importanza culturale, economica e sociale, per il contributo dato a far uscire dall’isolamento le comunità montane che attraversa.


Trentino-Alto Adige

Una mummia venuta dal freddo Regione: Trentino-Alto Ad Capoluogo: Trento

Mentre salutavamo Marco, la nostra guida alle incisioni rupestri della Val Camonica, ci arrivò il primo messaggio delle Mille Meraviglie dedicato al Trentino-Alto Adige. Mia sorella Tea lo lesse a voce alta:

– Giganti di pietra con indosso il cappello: in Val di Cembra sono un vero gioiello! Come avevamo fatto tante volte nel corso di quell’avventura, provammo a chiedere aiuto. E infatti fu Marco a indirizzarci, a colpo sicuro: – Sono le piramidi di Segonzano! Si trovano proprio in Val di Cembra, in provincia di Trento. Trappy esclamò curiosa: – Piramidi? Come quelle egizie? Il nostro amico sorrise e spiegò: – Eh, no… Queste sono formazioni di roccia di forma piramidale, dalla caratteristica colorazione grigio-ocra. Si sono formate nel corso di secoli, anzi di millenni, grazie all’erosione dei ghiacciai

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ige

e alla conseguente disgregazione della montagna. Sono sicuro che vi piaceranno! E così, l’indomani, una volta parcheggiata l’auto, imboccammo un comodo sentiero nel bosco e raggiungemmo le famose piramidi trentine... Alla faccia del gorgonzola, che spettacolo! Tea e Trappy erano entusiaste: – Che meraviglia! Sembra di essere in una fiaba! Ben esclamò: – A me invece sembrano dei giganti con il cappello in testa, come dice l’indovinello!


Una mummia venuta dal freddo Ma il commento che lasciò tutti a bocca aperta fu quello di Trappola: – Poffarbaffo! Sembrano colate di formaggio fuso , con un crostino di pane tostato in cima! A proposito, non avete fame?! Quando mio cugino ha la pancia vuota c’è solo una cosa da fare: portarlo a mangiare in fretta! Così ci scattammo un selfie con queste colonne di pietra sullo sfondo e ci incamminammo sulla via del ritorno, in cerca di un ristorante. Viaggiammo godendoci il panorama finché trovammo un locale tipico, con un bel pergolato e dei tavolini dalle tovaglie a quadretti bianchi e rossi. Fu proprio lì che ci sorprese il secondo indovinello della giornata, che Trappy recitò ad alta voce:

– Strati di roccia come strati di storia: andate a camminare... dentro alla memoria! Immerso nel suo piatto di canederli, Trappola commentò: – Non ci capisco una crosta! I CANEDERLI, tipic o e dell'area m piatto della regione itteleuropea, so gnocchi di pa ne, latte e uo no v a. Ci sono poi tante v ar con speck e form ianti, per esempio verdure e salu aggio, oppure con mi diversi.

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Trentino-Alto Adige Per fortuna, invece, Benjamin aveva la risposta pronta: – Lo so io! È il Geoparco di Bletterbach: l’ho scoperto prima, facendo una ricerca sulle Dolomiti. Lì si trovano orme di animali, vissuti centinaia di milioni di anni fa, e resti di piante fossilizzate. In pratica, ogni strato di roccia corrisponde a un’era geologica : è questo che significa l’indovinello! E sapete qual è la cosa più stratopica? Si possono prenotare delle visite guidate per noi ragazzi!


Una mummia venuta dal freddo E infatti, una volta arrivati, Ben e Trappy fecero il percorso che conduce fino alla gola del fiume Bletterbach guidati da Silvano, che mostrò loro fossili di piante e conchiglie e spiegò i segreti di rocce e minerali. Passeggiare fra quelle pareti rocciose era come camminare a ritroso nel T empo ! Ecco perché l’indovinello diceva andate a camminare... dentro la memoria! Squiiit, mi frullavano i baffi dall’emozione! Al termine di quella lunga giornata, andammo al simpatico B&B che avevamo prenotato lì vicino. Il mattino seguente, mentre facevamo colazione , ricevemmo il nuovo messaggio delle Mille Meraviglie. Trappola afferrò subito il telefono e lesse ad alta voce:

– Bravi! Avete superato anche questa tappa. Godetevi il viaggio fino al Friuli-Venezia Giulia. A domani! Io sospirai soddisfatto allungando le zampe sotto al tavolo: – Ah, che bello! Possiamo prendercela comoda fino a domani.

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Trentino-Alto Adige Mia sorella mi rivolse uno sguardo allibito ed esclamò: – Ma cosa dici, Geronimo? Che fine ha fatto il tuo spirito d’avventura? Siamo venuti fin qua e tu vuoi restare tutto il giorno in panciolle a far niente? Poi Tea chiamò a raccolta la famiglia: – Forza, ragazzi! Questa regione è una miniera di meraviglie da scoprire. Per esempio, che ne dite di andare a visitare il Labirinto del Latemar? Bastò sentire la parola labirinto, perché Ben e Trappy si fiondassero a infilare gli scarponcini… Non stavano più nella pelliccia dall’emozione! Attraversammo valli coperte di boschi e pascoli e finalmente raggiungemmo l’inizio del sentiero escursionistico del Labirinto del Latemar.

Il LATEMAR (o Gruppo del Latemar) è la catena montuosa delle Dolomiti che segna il con fine del Trentino e quella dell’Alto Adige. tra l’area Il ‘Labirinto’ è un sentiero ai piedi del Latemar, costituito da rocce e pietre cadute nel tempo dal le pareti delle montagne. Affascinata da questo pae saggio lunare, la famosa scrittrice britannica Aga tha Christie (1890-1976) ambientò qui una scena di un suo famosissimo romanzo giallo, Poirot e i qua ttro.

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Una mummia venuta dal freddo Poffartopo, sembrava di essere sulla L una ! Ci fu presto chiaro perché quella passeggiata era stata chiamata labirinto: se qualcuno non avesse s e gn a t o il sentiero con riconoscibili tracce di vernice rossa e bianca, perdersi tra tutti quei macigni sarebbe stato facilissimo! E come sempre, Tea aveva avuto ragione: quella gita si era rivelata un’esperienza STRATOPICA!

Trentino-Alto Adige Dopo aver concluso la gita con un bel selfie, risalimmo a bordo dell’auto e ci mettemmo in strada, in direzione di Bolzano. Per niente al mondo potevamo perderci una visita a quella città incantevole! A me frullavano i baffi dall’emozione all’idea di portare i miei nipotini al Museo Archeologico dell’Alto Adige, dove è conservata… una mummia che risale a 5.300 anni fa! Proprio così! Pensate, è una mummia talmente famosa che le hanno dato un nome: Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio! Quando l’abbiamo potuta ammirare dal vivo, siamo rimasti tutti a bocca aperta. Benjamin chiese: – Ma dove l’hanno trovata? Tea rispose: – È stata scoperta per caso nel 1991, ai piedi del GHIACCIAIO di Similaun, tra Italia e Austria. Grazie allo strato di neve e ghiaccio che l’ha ricoperto per secoli, il corpo si è conservato perfettamente! Io annuii: – Ma la cosa davvero straordinaria è che si sono conservati anche i suoi indumenti e gli attrezzi che aveva con sé. Questo ci ha permesso di scoprire tante informazioni su di lui

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Una mummia venuta dal freddo Diario di viaggio della famiglia Stilton!

e sull’epoca in cui ha vissuto. Si pensa che Ötzi potesse essere stato un pastore, oppure un mercante, o magari addirittura un capotribù… E Tea aggiunse: – Sul suo corpo si sono individuati anche molti tatuaggi (sono ben 61), che per ora risultano i più antichi della storia! Poi mia sorella si avvicinò alla ricostruzione di Ötzi: – Non è stupefacente? Grazie alla perfetta conservazione della mummia e all’utilizzo della strumentazione medico-legale, gli studiosi sono riusciti a capire quale dovesse essere il suo aspetto e a ricostruirlo! Trappy esclamò: – Ma è... st r a t o pic Sembra propr o

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Lago di Resia Un campanile… nel lago?!

Il suggestivo campanile che emerge al centro del Lago di Resia è divenuto il simbolo della Val Venosta, situata nella parte occidentale del Trentino-Alto Adige. Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, vennero completati i lavori di costruzione di una diga per la produzione di energia idroelettrica. Purtroppo l’operazione comportò l’allagamento di più di 600 ettari di terreno. Le famiglie che abitavano questi luoghi furono costrette a lasciare le proprie case e a trasferirsi: i due paesi, di Resia Vecchia e Curon, furono ricoperti dalle acque. Dei due villaggi, ora, si scorge solo il campanile di Curon che spunta solitario dal lago.


Un abile maestro d’ascia! lia Regione: Friuli-Venezia Giu Capoluogo: Trieste

Stavamo per lasciare Bolzano, quando, con tempismo perfetto, ci arrivò il messaggio delle Mille Meraviglie. Tea si schiarì la voce e lesse:

BIP BIP

– In Friuli-Venezia Giulia gli scavi rivelano una grande civiltà... tra le rovine di una splendida città!

Mia sorella cominciò a riflettere: – Scavi… Grande civiltà… Splendida città. Ma certo! Si riferisce ad Aquileia! Io sorrisi: quella città era molto famosa per i resti di epoca Fondata nel 181 a.C., AQUILEIA romana e per gli splendidi fu una delle più importanti città dell’Impero Romano. MOSAICI che decorano Grazie alla sua posizione la sua Basilica Patriarcale! geografica, infatti, rappresentava un luogo strategico Commentai entusiasta: dal punto di vista commer– Credo che tu abbia ragione! ciale. Dell’epoca romana si Poi mi rivolsi ai ragazzi conservano ancora oggi il foro, il porto e tanti altri e dissi: – Tutti a bordo, si resti. Divenne anche sede riparte… per Aquileia! di un famoso Patriarcato (fu cioè un importante centro di potere religioso) fino al 1751.

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Friuli-Venezia Giulia Quando, qualche ora più tardi, parcheggiammo l’auto, eravamo impazienti di lanciarci nella visita della città. Passeggiammo tra i resti del PORTO FLUVIALE di epoca romana, uno dei meglio conservati al mondo, e poi tra le rovine di quello che era il foro, cioè la piazza principale di Aquileia al tempo degli antichi Romani. Infine, entrammo nella Basilica Patriarcale e rimanemmo a bocca spalancata! Non riuscivamo a smettere di guardarci sotto le zampe! Il pavimento della chiesa, infatti, era tutto un mosaico!


Un abile maestro d’ascia!

Friuli-Venezia Giulia

Benjamin continuava a guardare a terra, come se avesse perso qualcosa. Così gli chiesi: – Benjamin, tutto bene? Lui mi sorrise: – Sì, zio... Sto solo cercando di scegliere il mio MOSAICO preferito, ma non ci riesco. Sono tutti stupendi! Trappola a quel punto esclamò: – Hai ragione, peccato che non ci si possa sdraiare per terra per farsi una foto con i mosaici… E magari anche un pisolino , he he he! Trappy aggiunse: – Zio Trappola, che cosa dici? Questi mosaici sono molto preziosi e vanno trattati con il massimo rispetto! Poi si rivolse a noi: – E avete visto lassù? Noi allora alzammo lo sguardo: squiiit, mia nipote aveva ragione. Anche il soffitto della basilica era stratopico! Alla fine decidemmo di scattare il selfie (rigorosamente senza flash , come prescritto dal regolamento della visita alla basilica) accanto a dei magnifici mosaici con il mare e i pesci, e poco dopo ci arrivò puntuale il B I P B I P di risposta. Mi schiarii la voce ma… non riuscii a leggere nemmeno una parola!

Trappola mi aveva preso il cellulare dalle zampe e se l’era messo in tasca. Poi disse: – Non ci pensare nemmeno, Geronimuccio… a leggere subito questo nuovo messaggiuccio! Io non ci capivo una crosta, così dissi: – Ma... perché? Non capisco! Trappola fece spallucce e spiegò: – Aquileia ha ancora molto da offrirci. E noi non possiamo certo andare via così, a stomaco vuoto! Scoppiammo tutti a ridere. In effetti mio cugino aveva ragione! Ci concedemmo ancora una lunga passeggiata fra antichi palazzi e colonnati, finché ci imbattemmo in una pasticceria molto, molto, molto invitante! Ci fermammo lì per una ricca merenda , poi mia sorella Tea riprese in mano la situazione.

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Un abile maestro d’ascia! – Allora, Trappola, adesso vuoi ridare il telefono a Geronimo? Sono curiosa di conoscere il prossimo indovinello delle Mille Meraviglie. Mio cugino annuì e io lo lessi a tutti:

– Dove le vele si riempiono di vento... Se si arrabbia, la Bora è un portento! Tea esclamò subito: – Sta parlando del golfo di Trieste, ne sono sicura! È dove ogni anno si tiene la Barcolana, la storica R E G ATA di vela! Ho sempre sognato di partecipare! Mia sorella non finiva mai di stupirmi: c’era forse qualche evento sportivo a cui non fosse interessata… o di cui non fosse sempre informata?! Benjamin fece una rapida Il nome BORA deriva da e Borea, personificazion ricerca sul tablet e del vento del Nord nella annunciò: – Ci vorrà mitologia greca. È un venrafficon o’, to ‘discontinu un’oretta per arrivare! che più forti intervallate Trappola, a quel punto, da altre meno forti. Nella zona di Trieste le raffiche chiese: – Ok, ragazzi, (che si chiamano refoli) tutto chiaro! Ma… cos’è possono superare i 150 chilometri all’ora! la Bora di cui parla l’indovinello?

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Friuli-Venezia Giulia Benjamin, con il tablet ancora tra le zampe, fu il più veloce a rispondere: – È un vento che soffia con raffiche fortissime da Est e da Nord-Est! Pensate, prende il nome da un personaggio mitologico: Borea! Arrivammo a Trieste che ormai il sole era tramontato, ma…

… la città era splendida!

Noi però eravamo stanchi, così dopo una passeggiata in Piazza Unità d’Italia, filammo in albergo.

Pia zza UNI TÀ D’IT ALI A è la più grande piazza d’Europa affacciata sul mare!


Un abile maestro d’ascia! Il giorno dopo camminammo, VIAGGIO NEL TEMPO Nel corso della sua storia, grazie camminammo e alla posizione di confine e all’atcamminammo… tività portuale, Trieste ha subito le influenze di culture diverse, in Ogni angolo particolare italiane, austro-ungariche e slave. Camminando per le della città riservava sue vie, si respira questo intreccio scorci, monumenti, di lingue, architetture, tradizioni gastronomiche e stili diversi. Fin dal edifici stratopici da Settecento la città è stata famosa per l’esportazione di caffè. E famosi ammirare. sono i suoi caffè letterari, cioè i Quando arrivammo locali dove scrittori importanti, come James Joyce, Italo Svevo al porto, infilai e Umberto Saba, hanno trovato l'ispirazione per comporre le loro il muso in un bellissime opere. capannone da cui venivano dei rumori curiosi e vidi un roditore che lavorava in mezzo a scafi, vele e cime. Quando si accorse di noi, ci venne incontro e disse: – Siete turisti? Piacere, mi chiamo Pepi e sono un maestro d’ascia . I ragazzi esclamarono: – Ascia? Ma allora tu… sei un guerriero? Lui scosse la testa e ci invitò a entrare: – Venite a dare un’occhiata! Vedete, l’ascia in realtà è uno strumento da taglio usato per sagomare il legno.

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Friuli-Venezia Giulia In passato, le imbarcazioni erano costruite tutte in legno e il lavoro del maestro d’ascia era essenziale, perché era con l’ascia maneggiata a puntino che venivano costruiti tutti i pezzi della barca. E io lo faccio ancora! Io squittii: – Davvero? Potresti farci vedere come fai? Pepi sorrise orgoglioso: – Ma certo! E così avemmo la fortuna di poter ammirare un abilissimo maestro d’ascia al lavoro: STRATOPICO!


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

L’altopiano del Carso

La Barcolana Ogni anno, la seconda domenica di ottobre, nel golfo di Trieste si tiene la mitica Barcolana, una storica regata velica internazionale famosa in tutto il mondo. Più che una manifestazione competitiva, si tratta di una festa della barca a vela, una vera dichiarazione d’amore per il mare. Se alla prima edizione, nel 1969, si presentarono 51 barche, oggi la partecipazione è enormemente cresciuta! Pensate che in occasione della sua 50a edizione, nel 2018, la Barcolana è entrata addirittura nel Guinness dei Primati: con 2.689 partecipanti, è stata la regata più affollata del mondo. L’avete già capito, vero? Abbiamo messo in programma un nuovo viaggio in ottobre: Tea ha tutta l’intenzione di partecipare!

Un... mare di vele! Una meraviglia... gigante! Tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia si trova l’altopiano del Carso, un luogo davvero straordinario per via della natura del suolo. Le rocce carsiche, infatti, essendo calcaree, vengono facilmente erose dall’acqua. La pioggia, goccia dopo goccia, crea delle vere e proprie cavità all’interno delle montagne. Questo fenomeno naturale è conosciuto con il nome di carsismo. Nella zona del Carso si possono effettuare tante escursioni, e noi non ci siamo lasciati sfuggire una visita alla Grotta Gigante, a pochi chilometri da Trieste e dal confine sloveno. Pensate: contiene la sala sotterranea accessibile ai turisti più grande al mondo! Visitarla è stata davvero un’esperienza stratopica, garantito al formaggio!


È proprio la fine?!

Sicuri sicuri?

Regione: Veneto Capoluogo: Venezia

Le Mille Meraviglie ci avevano dato appuntamento in Veneto, ma ancora non sapevamo dove di preciso. Quella mattina eravamo in fibrillazione, in attesa del messaggio che ci avrebbe dato l’indizio giusto. Avevamo appena finito la colazione quando… il mio cellulare trillò! B I P B I P Lessi subito il messaggio:

Veneto Il PANDORO è un dolce natalizio tipico di Verona, ormai diffuso dappertutto. Il suo nome deriva dal veneto pan de oro, che si riferisce al colore giallo dell'impasto, dovuto alla presenza, negli ingredienti, delle uova e del burro.

Tea dichiarò: – Questa è troppo facile! Secondo me è… – … L’Arena di Verona! – esclamarono subito Ben e Trappy, come un sol topo. – Ma Verona è anche la patria del pandoro! – commentò Trappola. – E il pandoro è uno dei miei dolci preferiti… lo sapete?! Sorrisi a mio cugino e risposi: – Hai ragione, ma in questo periodo dell’anno non credo che lo troveremo, è il dolce di Natale! Di sicuro

dovremo tornare in inverno, per assaggiarlo. Che cosa ne dici? Fu Tea a riportarci tutti con le zampe per terra: – Basta chiacchiere, mettiamoci in marcia! Ci fiondammo in macchina e nel giro di poche ore arrivammo a Verona. Per raggiungere l’Arena, facemmo una bella passeggiata per il centro storico. A un tratto, scorgemmo una lunga fila di roditori in attesa… Ci avvicinammo, curiosi, e scoprimmo che erano lì per visitare la Casa re ope le del una è A IETT ROMEO E GIUL di Giulietta, protagoteatrali più famose di William nista della storia più Shakespeare (1564-1616), dramra maturgo e poeta inglese. Nar romantica che sia l’amore tra due giovani che apmai stata scritta: partengono a due famiglie in lotta fapiù ne tra loro. In una delle sce Romeo e Giulietta, mose, Romeo dichiara il suo amore del grande William a Giulietta mentre lei è affacciata Shakespeare! al balcone del suo palazzo.

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– Dove un tempo si esibivano i gladiatori, ora si ammirano cantanti e attori.


Veneto

Affacciata al balcone della casa, Tea sospirò con aria sognante: – Che emozione, ragazzi! Riesco quasi a immaginare Romeo, laggiù, che sta dichiarando a Giulietta il suo amore eterno… Dopo quella scoperta inaspettata, ci dirigemmo verso Piazza Bra, dove svettava la maestosa Arena. Anche se l’avevamo già vista in fotografia, ammirarla dal vivo ci lasciò incantati. Io sospirai: – Ci pensate? È stata costruita 2.000 anni fa dagli antichi omani… e non ha perso nulla del proprio splendore!

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Trappy batté le mani entusiasta, poi disL’ARENA DI VERONA è un anfiteatro romano costruito intorno alla metà se: – Questo viaggio del I secolo d.C. Nonostante nel è stato stratopico, corso dei secoli sia stata usata anche come cava di pietra per la peccato che sia quasi costruzione della cinta muraria e alla fine… L’idea di di nuove abitazioni, l’Arena conserva ancora oggi il suo aspetto salutare l’ Italia mi originario. In epoca romana ospitava rende un po’ triste! i combattimenti tra gladiatori, i lotIo le sorrisi e la tatori che si affrontavano a duello, e le cacce di animali esotici e feroci. rincuorai: – Ma la Oggi, le opere liriche che vi vengono nostra avventura rappresentate durante la stagione estiva richiamano spettatori da tutto non è ancora finita! il mondo, per non parlare dei prePoi aggiunsi, indistigiosi concerti sinfonici o di quelli pop e rock legati ai grandi nomi cando un cartellone della musica leggera. pubblicitario in bella mostra davanti a noi: – Ci sono ancora tante cose da vedere in città… Che ne dite di tornare in Arena questa sera per assistere a uno spettacolo? – Un’opera lirica? – si intromise Trappola. – Verdi o Rossini? Puccini o Bellini? Forse Mascagni? O Leoncavallo?! Sono preparatissimo! L’Italia ha avuto tantissimi compo itori di opere, e io li conosco tutti… modestamente!

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È proprio la fine?! Sicuri sicuri? Tea esclamò: – Che idea meravigliosa! Corro subito a vedere che spettacolo c’è questa sera! Quando tornò, mia sorella aveva l’aria soddisfatta. – Ce l’ho fatta! Abbiamo cinque biglietti, ma ora forza! Scattiamo il selfie per la gara! Qualche ora dopo, eravamo seduti sugli spalti dell’Arena per goderci una delle opere più spettacolari di Giuseppe Verdi , l’Aida, in una cornice mozzafiato!

Veneto A spettacolo finito, mentre uscivamo, arrivò anche il messaggio delle Mille Meraviglie con un nuovo indovinello. Lo lessi a voce alta:

– Ricordate l’artista del tondo? Ha affrescato una cappella nota… in tutto il mondo! Trappy strillò: – Parla di Giotto! Un roditore accanto a noi sobbalzò per lo spavento, poi esclamò: – Che voce squillante, signorina! Trappy si scusò: – Oh, mi scusi… Credo di aver quasi risolto un indovinello! : – Un indovinello? Lui chiese, Tea spiegò: – Sì, noi stiamo partecipando alle Mille Meraviglie e abbiamo appena ricevuto l’indizio per la prossima tappa. Il roditore esclamò: – Poffartopo, avete detto Mille Meraviglie? Ho sentito molto parlare di questa GAR A ! Lieto di conoscervi, amici! Io sono Alessandro e insegno Storia dell’Arte all’Università di Padova. Sarei felicissimo di potervi aiutare! Dopo esserci presentati a nostra volta e avergli fatto leggere il messaggio, il professore esclamò: – Questo indovinello parla proprio di Giotto!

incuriosito

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È proprio la fine?! Sicuri sicuri? Si riferisce alla Cappella degli Scrovegni, che si trova a Padova. Non potete andarvene senza averla visitata: è un capolavoro assoluto! Noi ci guardammo un istante: in casi come questo, le Mille Meraviglie ci avevano sempre riservato l’entrata. Così, chiedemmo il permesso di invitare anche il nostro amico… nei panni di cicerone! La mattina dopo, di buon’ora, ci mettemmo in viaggio tutti insieme. Sul treno diretto a Padova, Alessandro ci spiegò: – Giotto affrescò la cappella tra il 1303 e il 1305 su richiesta di Enrico degli Scrovegni, l’esponente di una ricchissima famiglia padovana… Usciti dalla stazione di Padova, ci incamminammo a piedi e, dopo una bella passeggiata, facemmo il nostro ingresso nella cappella! Come raccontare a parole quella meraviglia? Persino Trappola rimase in silenzio, rapito dal blu di Giotto. oltremare degli Saremmo rimasti all’interno ancora a lungo, ma le visite avevano una durata ben precisa, e presto venne anche per noi il momento di uscire… Ma prima dovevamo scattare il selfie per la gara, così ci mettemmo in posa e infine ci avviammo

affreschi

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all’esterno. Mi affrettai a leggere il messaggio che arrivò in risposta alla nostra foto:

– Orsù andate: due isole colorate di enorme fama, in una si soffia, nell’altra si ricama. Alessandro prese la parola per primo: – Avete capito di quali luoghi parla, vero? Noi ci guardammo perplessi , poi io chiesi: – Ehm… non esattamente, ci puoi aiutare? Il nostro amico sorrise, mentre rispondeva: – Sono Burano e Murano, due isole famosissime della laguna di Venezia.

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È proprio la fine?! Sicuri sicuri? Io esclamai entusiasta: – Venezia! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?! Prima di salutarci, Alessandro ci diede un ultimo consiglio: – Vi suggerisco di andarci in treno … A Venezia le macchine non possono circolare! Ormai si era fatto tardi e decidemmo di pernottare a Padova. La mattina dopo, all’alba, eravamo già tutti svegli: non vedevamo l’ora di partire. Dopo un breve tragitto in treno, scendemmo alla stazione di Venezia Santa Lucia e, una volta fuori, prendemmo un vaporetto , un battello di linea che per i veneziani è una specie di autobus.

Percorremmo tutto il Canal Grande, che attraPIAZZA SAN MARCO si compone versa la città, diretti in di tre settori: Piazza san Marco propriamente detta, dove si Piazza San Marco, una affaccia la Basilica della città delle piazze più famose con il suo famoso campanile; la Piazzetta san Marco, con del mondo. Poffartopo, lo splendido Palazzo Ducale; che città incredibile! la Piazzetta dei Leoncini, che si sviluppa sul fronte nord Gondole e battelli della Basilica. scivolano tra i canali al posto delle macchine; i canali prendono il posto delle strade… E poi ci sono ponti e palazzi e giardini dappertutto. Trappy sospirò, trasognata, e mormorò: – È troppo bello qui…

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È proprio la fine?! Sicuri sicuri? Tea le posò una mano sulla spalla, dicendole: – Ci torneremo presto. Adesso però dobbiamo raggiungere le isole di cui parla l’indovinello! Ben e Trappy non persero tempo e chiesero informazioni a uno dei marinai del vaporetto. Si chiamava Alvise e conosceva Venezia come le sue tasche. – Ma è facile: l’isola in cui si soffia è Murano. È famosa proprio per i vetri che i suoi artigiani creano… soffiando. L’isola del ricamo invece è Burano. Vedrete, vi piacerà! Vi dirò io quali vaporetti dovete prendere per raggiungerle! Quella sì che era un’informazione utile: la laguna di Venezia ha tantissime isole! Così arrivammo facilmente a Murano, dove un mastro vetraio ci mostrò i segreti della sua arte… Squiiit, per me fu come assistere a uno spettacolo di pura Sempre usando il vaporetto, ci spostammo a Burano. Che luogo incantevole!

Una volta scesi dal battello, ci incamminammo verso Piazzale Roma (non lontano dalla stazione di Venezia Santa Lucia), dove prendemmo l’autobus per l’AEROPORTO . Quasi non ci credevamo: era venuto il momento di tornare a casa… Squiiit!

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magia!

Case variopinte, un bel Sembra che i primi MERLETTI campanile e delle artigiane DI BURANO, o merletti burache, fedeli alla tradizione, nelli, risalgano al Cinquecento. Inizialmente non si usava alcun ricamavano il cosiddetto supporto, semplicemente ago merletto buranello. e filo. Le merlettaie di Burano, cono sciute e apprezzate in tutTrappy era entusiasta: to il mondo, vennero chiamate – Facciamo qui il selfie! perfino in Francia per insegnare questa delicata arte. Eravamo da poco saliti sul vaporetto per rientrare a Venezia, quando… Per mille mozzarelle! Ricevemmo questo messaggio:

Congratulazioni, Stilton! Siete arrivati alla fine delle Mil e Meravigl e! Ricordatevi di caricare le ultime pagine del vostro Diario di viaggio e... in bocca al gatto! Tra qualche giorno saprete chi ha vinto la gara!


Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Torneremo a Venezia per...

Orto Botanico di Padova

LA BIENNALE Nel 1895 a Venezia venne fondata un’istituzione incaricata di promuovere le opere e le tendenze dell’arte contemporanea. Questa realtà, legata in origine alle sole arti visive, si chiama Biennale e oggi si occupa anche di Cinema, Danza, Teatro e Musica. Ad anni alterni Venezia ospita la Biennale d’Arte e la Biennale di Architettura nella cornice dei Giardini della Biennale e dell'Arsenale, a cui si aggiungono sedi diverse, sparse per la città.

IL CARNEVALE

Una festa di maschere e colori!

Venezia celebra il Carnevale con una grande festa che coinvolge tutta la città con eventi, sfilate e una grande partecipazione di maschere, che girano per le calli (così si chiamano le tipiche vie veneziane, dal termine latino callis, che significa sentiero) riempiendole di colori. Per il suo fascino e la sua atmosfera magica, il Carnevale richiama turisti da tutto il mondo. Anche noi Stilton vogliamo assolutamente partecipare: faremo in modo di tornare in tempo per goderci gli ultimi giorni e il gran finale con i fuochi d’artificio!

Un museo a cielo aperto! Inaugurato nel 1545, l’Orto Botanico di Padova era chiamato in origine Giardino dei semplici: con 'semplici' si intendevano le piante dalle quali si traevano medicamenti per la salute. È stato il primo al mondo a essere collegato con un’università: gli studenti avevano a portata di mano le piante che studiavano sui libri. Oggi ospita tantissime specie botaniche diverse e svariate migliaia di piante, tra cui alcuni esemplari molto longevi. È il caso, per esempio, della Palma di San Pietro, la più antica presente nel giardino, alta più di 12 metri. È diventata famosa anche per aver ispirato allo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe una teoria sulla metamorfosi delle piante... Zio G era davvero colpito!


Ci vediamo presto, Italia! Una volta arrivati in aeroporto, sentimmo l’altoparlante chiamare il nostro volo… Era venuto il momento di salutare l’ Italia! Io sospirai: – Sigh! Allora quest’avventura è davvero finita... Sono contento di tornare a casa, ma l’Italia mi mancherà! Tea annuì: – Anche a me! Non potrò dimenticare l’emozione di immergermi nel mare di Baia, tra colonne, statue e mosaici antichi… Trappy continuò: – E io non scorderò mai il giro in canoa sulle acque del fiume Tirino! Benjamin esclamò: – E che ne dite del volo sulle Dolomiti Lucane? Trappola aggiunse: – E la bontà della fonduta in Valle d’Aosta? Fu così che ci imbarcammo sull’aereo per Topazia di quello stratopico in compagnia di tutti i viaggio in Italia! Una volta a bordo, provai a schiacciare un pisolino, ma nella fila davanti a me sentivo ridere…

ricordi

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Ci vediamo presto, Italia! Trappola stava raccontando a una roditrice seduta accanto a lui tutte, ma proprio tutte, le scene buffe che avevamo vissuto durante la gara. Accanto a me, Ben e Trappy confabulavano fitto fitto mentre scrivevano sul tablet. Io diedi un’occhiata, per verificare che il tablet fosse in modalità AEREO , così i miei nipoti ne approfittarono per mostrarmi che cosa stavano facendo… Squiiit, ma era una lista di tutti i luoghi e di tutti gli eventi che avremmo dovuto vedere durante i nostri prossimi viaggi in Italia!

Diario di viaggio della famiglia Stilton!

Prossimi viaggi in Italia Partecipare alla Barcolana a Trieste; Assaggiare il Pandoro a Verona e assistere al Carnevale di Venezia; Visitare le Cinque Terre in Liguria; …


Ci vediamo presto, Italia! Pieno d’orgoglio per l’iniziativa e l’entusiasmo dei miei nipoti, dissi loro: – Ottimo lavoro! – Sarà una lista lunghissima! – esclamò Ben, soddisfatto. – E questo è solo l’inizio!!! Trappy annuì convinta: – Non vogliamo perderci niente, e le cose da fare sono così tante… Sospirai: – Be’, speriamo proprio di vincere il viaggio messo in palio dalle Mille Meraviglie! I miei nipoti mi rivolsero uno sguardo speranzoso, e io mi affrettai ad aggiungere: – Torneremo comunque in Italia, garantito al formaggio! Abbiamo ancora tanto da scoprire, esplorare e… – Assaggiare! – concluse Trappola. E così, sognando il nostro prossimo viaggio, atterrammo a Topazia. Appena scendemmo dall’aereo sentii il cellulare fare B I P B I P... Era un messaggio! Con i baffi che mi frullavano per l’emozione, lo lessi ad alta voce:

– Congratulazioni, Stilton! Avete vinto le Mil e Meravigl e! Complimenti per la vostra simpatia e la vostra capacità di scoprire, stupirvi e lasciarvi guidare! Ci rivediamo presto in Italia! 220

Ci vediamo presto, Italia! Senza dire una parola, ci prendemmo per le zampe ed esclamammo, come un sol topo: – MISSIONE

COMPIUTA, FAMIGLIA STILTON!

La nostra avventura italiana era finita, ma presto ne sarebbe cominciata una nuova! Parola d’onore di roditore, parola di...

Geronimo Stilton!


Tappa n. 10 - Marche Magie sotterranee!

Indice

Tappa n. 11 - Emilia-Romagna Una cena stratopica!

Pronti, partenza... via!

Tappa n. 1 - Lazio Comincia l’avventura!

Tappa n. 2 - Campania

Un’immersione fuori programma

Tappa n. 3 - Calabria

Un’avventura… millenaria!

Tappa n. 4 - Sicilia Sulla vetta del vulcano

Tappa n. 5 - Basilicata Si salvi chi può!

Tappa n. 6 - Puglia

Una scorpacciata di… orecchiette!

Tappa n. 7 - Molise

Ma dove nascono le campane?

Tappa n. 8 - Abruzzo Tutti in carrozza!

Tappa n. 9 - Umbria In cerca di ispirazione…

3

Tappa n. 12 - Toscana

Su e giù per le colline toscane

9

Tappa n. 13 - Sardegna Una terra dai mille volti

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Tappa n. 14 - Liguria Tra terra e mare

36

Tappa n. 15 - Piemonte Tra fiume e monti

44

Tappa n. 16 - Valle d'Aosta Sul tetto d’Europa

56

Tappa n. 17 - Lombardia Viaggio tra mille capolavori

64

Tappa n. 18 - Trentino-Alto Adige Una mummia venuta dal freddo

74

Tappa n. 19 - Friuli-Venezia Giulia

Un abile maestro d’ascia! 80 92

Tappa n. 20 - Veneto

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È proprio la fine?! Sicuri sicuri?

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Ci vediamo presto, Italia!

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ALLA SCOPERTALE UNESCO MONDIA DEL PATRIMONIO di questo ati alla fine

arriv grana: siete bocconcini di ri ca ti, en im Compl sto siano ro! sparse nel te stratopico lib alcune parole ai m e m ueste co iedendo iego subito! Q Se vi state ch cione, ve lo sp an ar ta et ich adizioni e da un’et e d’arte e tr accompagnat ste, cibi, oper fe ti, en la um on zazione e tute no luoghi, m parole indica mmi di valoriz ra og pr si olo io cc tig erno dei pres o prima un pi inseriti all'int Uhm, facciam ? ta at tr si . Di che cosa dell'UNESCO per Nazioni Unite ! passo indietro izzazione delle an rg l’O 3 è oggi conta 19 che l’UNESCO a dal 1946 e er Dovete sapere op ; ra ltu la Cu e la pace la Scienza e tivo è favorir l’Educazione, ti. Il suo obiet cia so as i es ione, della i e 11 Pa pi dell’Educaz Paesi membr ione nei cam az er op co la attraverso tra i popoli Lista lla Cultura. ate liste . La de Scienza e sono due rinom ci i os m o fa o ù te dall’uom ogrammi pi Tra i suoi pr opere realizza le de en pr m co entali sono fondam io Mondiale del Patrimon salvaguardia e za en sc no co Immateriale tura, la cui onio Culturale esistenti in na ri a del Patrim st Li La . ità itato dai nost man abbiamo ered per tutta l’u adizioni che llo tr de le ti ce ar ve i, in tela ressioni oral riconosce e tu o in vita (esp aperi e a manteniam or tt tu e ch e li, riti e feste, s antenati pratiche socia e, al on izi ad tr za igianato conoscen spettacolo, art verso). La loro natura e l’uni la i nt ne con modi di er to nc pratiche co uove il contat om pr li, po po le alogo tra i Italia i siti e permette il di reciproco. In o tt pe ris il molti: e incoraggia sono davvero vivere diversi ll’UNESCO da ti la te tu ola onosciuti e solo una picc tradizioni ric a esplorarne iti sc riu o m ggio sia are nel nostro via l’ora di torn non vediamo to es qu r pe e parte... meraviglie ch tutte le altre di ta er op sc alla quali cano! Scopri ancora ci man su www.unesco.it

Per sapere di più sulla lingua e cultura italiana, visitate il sito:

www.italiana.esteri.it Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale



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