iNBiCi magazine- anno 4 - Numero 11 - Novembre 2012

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO LA “RIVIeRA deLLe PALme” NON CI TROvIAMO IN UNA LOCALITà BALNEARE d’OLTRE OCEANO MA NELLA NOSTRA ITALIA. UN’INSOLITA PASSEGGIATA ESOTICA ALL’OMBRA dI OLTRE 8000 PALME ATTRAvERSO LA LOCALITà TURISTICA PIù NOTA dELLA COSTA MARChIGIANA, SAN BENEdETTO dEL TRONTO.

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Potrà sembrare strano ma il simbolo di questa città sull’Adriatico, San Benedetto del Tronto, è il lungomare, progettato sin dai primi anni ’30 per stupire con i suoi trenta metri di larghezza e i sei chilometri circa di lunghezza, ormai eletto a via principale di comunicazione e luogo turistico per eccellenza. Ciò che ne fa un posto unico è la presenza di una grande varietà di piante per tutta la lunghezza della passeggiata e nei suoi lussureggianti giardini tematici, che si aprono come oasi naturali sul mare. Oltre alla presenza di moltissimi stabilimenti balneari e chalet, alcuni dei quali hanno mantenuto l’aspetto originario, la passeggiata è incredibilmente attrezzata con numerose strutture per l’intrattenimento sportivo, fra cui campi da tennis, una pista di pattinaggio e una ciclabile che collega Cupra Marittima a Porto d’Ascoli, diventando parte integrante del progetto della Ciclovia Adriatica, pensato per collegare tutta la costa da nord a sud. Quest’asse, grazie anche alla presenza della ferrovia, ha avuto ed ha ancora un grande ruolo per le attività commerciali, fra cui soprattutto la pesca, altra grande vocazione di questo polo. Oggi San Benedetto può vantare una zona portuale recentemente ammodernata, dove si erge imponente il Faro della città, e diverse altre strutture collegate con l’attività della pesca, fra cui un importante Mercato Ittico, e strutture per la cantieristica navale. Attività che, come in nessun’altro luogo di mare, sono perfettamente integrate con la peculiarità turistica della zona. Infatti, accanto al moderno, convivono le testimonianze storiche della tradizione marinara, visibili ancora in quei vicoli dove esistono ancora le strette e alte case dei pescatori. Sul lungomare nord c’è un punto nevralgico per la città, costituito dalla cosiddetta “Rotonda” da dove parte perpendicolarmente al

mare un altro asse, lo storico corso principale, oggi ristrutturato e completamente pedonale. Questo è il luogo d’incontro preferito dai cittadini e dagli abitanti delle zone limitrofe per la presenza di locali storici ed esercizi commerciali. L’arte moderna è, poi, onnipresente sia lungo il corso che sul lungomare: si possono ammirare sculture di Ugo Nespolo, Enrico Baj, Mark Kostabi, Mario Lupo, Aldo Serigiacomi e molti altri personaggi noti nel panorama mondiale artistico.

foto RIccARdo SBT

Un’immagine del lungomare di San Benedetto del Tronto recentemente rinnovato con la bella ciclovia

Non dimentichiamo però che il nucleo più antico di San Benedetto del Tronto si erge sulla collina poco distante dal mare, il cosiddetto “Paese Alto”. È qui il Castrum Truentinum, visibile attraverso le testimonianze recentemente scoperte di sepolture e reperti di epoca romana, mentre prima di questi ritrovamenti, l’origine della città era attribuita a Benedetto, soldato della guarnigione romana, che avrebbe trovato sepoltura qui dopo essere stato giustiziato per aver professato la religione cristiana. Nel nucleo storico caratterizzato da stretti viottoli lastricati in cotto, e nei dintorni, si trovano ancora le tracce di una fiorente vita medievale: i resti del Castello, la torre Gualtieri, la torre Guelfa e numerosi edifici religiosi che ancora oggi conservano capolavori artistici di grande pregio.

Il centro storico offre ancora la possibilità di ascoltare gli abitanti parlare il caratteristico idioma locale, con echi di antiche invasioni provenienti dal mare, e per gli appassionati di tradizioni gastronomiche qui c’è l’opportunità di gustare un piatto tipico, “il brodetto alla sanbenedettese”, accompagnato dai premiati vini delle colline ascolane. San Benedetto del Tronto è, quindi, un centro di storia, arte e cultura da cui poter proseguire per esplorare il ricco entroterra piceno, sempre se non si vuol sostare nella piacevole oasi che offre una ricettività turistica di altissima qualità con alberghi per ogni esigenza, oltre che occasioni d’incontro, svago e sport con impianti di ogni tipo. Non c’è che da scegliere!

foto RIccARdo SBT


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FiNALE LiguRE NeLLA TeRRA deL gLoRIoSo “mARcheSATo deL cARReTTo”

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Nel lembo di terra della Riviera Ligure fra Capo Noli a est e il promontorio di Caprazoppa ad ovest, si estende un’area abitata di quasi 35 km2 che unisce sotto l’unico comune di Finale Ligure tre borghi differenti: i due sul mare di Finalmarina e Finalpia, con Finalborgo, il centro più antico nell’entroterra, che ebbe il suo splendore durante il medioevo come capitale del Marchesato del Carretto. Oltre a questi quattro borghi principali numerose altre piccole frazioni completano la variopinta corolla di Finale Ligure.

Per la sua estensione, questa città riunisce i diversi connotati storici e culturali di ciascun borgo e fa sì che il paesaggio veda incontrarsi il mare con la montagna. Quest’ultima, facendo da barriera alle correnti più fredde che provengono dal settentrione, crea un microclima piacevole in ogni stagione dell’anno, con temperature miti in inverno ed estati calde ma non troppo umide. Per questo, Finale Ligure è l’ideale stazione balneare, insignita più volte, anche nel 2012, della Bandiera Blu, per la qualità delle sue spiagge e riconosciuta anche da altri importanti organismi per la tutela riservata all’ambiente e l’attenzione agli animali.

I riconoscimenti alla città non finiscono qui. Il rione di Finalborgo è stato ascritto fra i “Borghi più belli d’Italia” per le ricche testimonianze artistiche e architettoniche che coprono secoli di storia. Si va dal Quattrocento, con le porte di accesso alla città, le mura di cinta, le fortezze

foto dgL

Ad Fines ERA IL TERMINE CON CUI I ROMANI ChIAMAvANO QUESTA zONA ChE SEGNAvA IL CONFINE TRA I LIGURI SABAzI E I LIGURI INGAUNI. TERRA dI CONFINE A QUELL’EPOCA, FINALE LIGURE OGGI È IN UNA POSIzIONE STRATEGICA, NON LONTANO dA SAvONA, dA GENOvA E dALLA COSTA AzzURRA, E FACILMENTE RAGGIUNGIBILE dALLE GRANdI METROPOLI dI TORINO E MILANO.

Il sontuoso barocco, attribuito alle scuole dei grandi maestri del Seicento, è certamente tipico delle facciate e degli interni di alcuni fra gli edifici religiosi più interessanti, presenti in tutto il tessuto urbano, dove, andando a ritroso, è possibile ammirare anche strutture romaniche, paleocristiane, bizantine, romane e preromane. E si arriva perfino a constatare la presenza di una fervida vita risalente al Paleolitico, grazie ai ritrovamenti delle grotte del territorio finalese (alcune delle quali ancora accessibili), oggi custoditi nel museo civico di Finalborgo. L’offerta turistica di Finale Ligure è, quindi, vastissima dal punto di vista culturale e lo è altrettanto sotto tanti altri aspetti: il relax, anzitutto, fruibile lungo i quattro chilometri di spiaggia sabbiosa e passeggiando per un lungomare verdeggiante e profumato; la buona cucina valorizzata dalle ricette classiche, in cui le olive taggiasche, la pasta fatta in casa, La Collegiata di San Giovanni Battista a Finalmarina la tipica focaccia ligure, il pesce, accompagnati dai caratteristici vini locali sono gli ingredienti ed i piatti forti; l’intrattenimento offerto dagli eventi di musica, letteratura, cinema (per tutte le età e per tutti i gusti) dai mercatini, dai locali aperti fino a tardi, dalle feste tradizionali fra cui quella estiva medievale “del Marchesato”. E non si non dimentica nemmeno lo sport, al quale sono dedicate molte competizioni durante l’anno. Qui è possibile cimentarsi in tantissime attività sportive per le possibilità che offre il mare, fra cui vela, windsurf ed escursioni subacquee, e per la varietà del paesaggio montano che accende gli animi appassionati di chi pratica arrampicate, parapendio, escursionismo e mountain bike. e i famosi torrioni medievali, che rivelano la potenza del Marchesato, al Rinascimento, con Sicuramente Finale Ligure è un’ottima tappa i bei palazzi poi rimaneggiati all’epoca della in tutte le stagioni, per soffermarsi durante un dominazione spagnola, tanto da lasciar visibili weekend o programmare una vacanza più le tracce di un forte stile barocco negli stucchi lunga e godere appieno di tutte le opportunità decorativi che ancora oggi resistono al tempo. offerte di cultura e svago.


U O Y

Y A L P

E V I L SFIDA LE MONTAGNE. SFIDA TE STESSO. PREPARATI. INDOSSA L’INTIMO TECNICO ALTAMENTE PERFORMANTE.

w w w. b i o t e x . i t


SommARIo 10

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a cura di Maurizio Rocchi

a cura di Roberto Zanetti

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L’Editoriale

Grandi Eventi

Salute Inbici

In copertina

a cura del Dr. Alessandro Gardini

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a cura di Andrea Agostini

a cura di Paolo Mei

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a cura di Renato Rotunno

a cura dell’Equipe Enervit

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a cura di Nicoletta Brina

a cura del Dr. Piero Fischi

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a cura del Centro ricerche Keforma

a cura di Alessandro Mariano

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a cura di Leonardo Olmi - Max Lelli

a cura di Arnaldo Priori

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a cura di Andrea Pelo Di Giorgio

a cura di Nicoletta Brina

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a cura di Roberto Zanetti

a cura di Fabrizio Montalti

L’Opinione

Protagonisti

Energia e integrazione Inbici

Biomeccanica Inbici

Donna In... Bici

Bike Evolution Team

Integratori per campioni

La tua crono

Dossier sport e medicina

Classiche del week end

Inbici per il mondo

Prossime gare

Il telaio ideale

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FRANCESCO MOSER

a cura di LEONARDO OLMI

office@leonardoolmi.com

L’ITALIANo coN PIù VITToRIe NeLLA SToRIA deL cIcLISmo, IL 3° A LIVeLLo moNdIALe 273 IL RECORd dI vITTORIE dETENUTO dA FRANCESCO MOSER A LIvELLO ITALIANO, ChE PRECEdE IL SUO RIvALE dI SEMPRE SARONNI CON 193, E CIPOLLINI CON 189. TERzO AL MONdO, PRECEdUTO dA RIK vAN LOOY CON 379, Ed UN CERTO MERCKX CON BEN 426 vITTORIE IN CARRIERA, NUMERI dA CAPOGIRO.

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L’ennesima occasione per scambiare due battute con Francesco Moser (classe 1951) è stata l’inaugurazione dei nuovi show-room di Nencini Sport (la grande catena di negozi toscana specializzata un po’ in tutti gli sport) aperti di recente a Calenzano, alle porte di Firenze. Oltre al campione di ciclismo, invitato per rappresentare il brand delle bici che portano il suo nome, per questa bella festa di settembre, il marketing di Nencini aveva invitato anche altri campioni dello sport, tra cui Umberto Pelizzari per l’apnea e Stefano Baldini per la maratona. Quella della Toscana non è una terra sconosciuta per Moser, tutt’altro, dato che è da queste colline che partì la carriera del corridore trentino, quando a 18 anni iniziò a correre per la Bottegone. Francesco Moser all’interno di uno dei negozi di Nencini Sport a Firenze, durante l’inaugurazione dello scorso settembre, rivenditore di zona per le bici che portano il nome del campione trentino

Passò professionista nel ’73, a 22 anni, e vinse subito una tappa al Giro d’Italia. da qui in avanti partì una escalation ed una lista di vittorie interminabili che lo vide protagonista sulla scena e sulle strade del ciclismo italiano e mondiale per la sua lunga e gloriosa carriera, durata 15 anni, fino al 1988. Anno in cui si ritirò dal professionismo, ma non appese per niente la bici al chiodo, continuando a pedalare e ad essere gradito ospite d’onore in molti eventi e manifestazioni ciclistiche, dimostrando la sua grande modestia e generosità, che da sempre lo contraddistinguono nella vita di tutti i giorni. Anche se in corsa lo chiamavano “Sceriffo”, per via della sua grande capacità di gestire il gruppo. Non poteva essere altrimenti, un campione che nel suo palmares può vantare 3 vittorie consecutive alla Parigi-Roubaix (’78’79-’80); 1 Milano-Sanremo (1984); 2 Giri di Lombardia (’75-’78); 2 Campionati del Mondo, uno su pista nel ’76 e uno strada nel ’77; 2 Campionati Italiani (’79-’81); ed 1 Giro d’Italia nel 1984. Oltre a tutto ciò, Francesco Moser è colui che a Città del Messico nel 1984 riuscì a battere il Record dell’Ora (max distanza percorsa in 1 ora), fin allora detenuto dal Cannibale Eddy Merckx, con 50,808 km portandola a 51,151 km quattro giorni dopo. ma tra tutte queste vittorie, qual è quella che ti ha lasciato il ricordo più bello? «Una che forse nessuno si immaginerebbe neanche potessi dire, perché la gente di solito si ricorda solo delle grandi classiche e dei grandi giri. invece per me è il secondo Giro di Lombardia che ho vinto nel ’78, dove ho battuto Hinault in volata che mi aveva corso a ruota tutto il giorno, in quanto c’era in ballo il super Prestige Pernod, che per vincerlo dovevo solo arrivare davanti a lui. Mi piace ricordare questo titolo, perché allora il super Prestige Pernod era un po’ come la Coppa del Mondo di oggi. ne sono molto orgoglioso, perché nei 29 anni della sua storia (1959 – 1987) sono stato l’unico italiano a vincerlo, con la premiazione che avveniva a fine anno a Parigi con una bella cerimonia. Tra l’altro, sempre in quell’anno, avevo appena perso il Mondiale da Knetemann, per cui il super Prestige mi ripagava di quella medaglia d’argento che avevo preso nürburgring in Germania. il ’78 è l’anno in cui sono andato più forte nella mia carriera quando, non a caso, oltre al Lombardia ho vinto anche la prima delle mie tre Parigi-Roubaix consecutive, anch’esse da mettersi nel cassetto dei ricordi più belli. Poi, ovviamente, non posso non ricordare il Campionato del Mondo in linea di san Cristóbal nel ’77 in Venezuela, la vittoria del Giro d’italia dell’84, una corsa che ho inseguito per tutta la mia carriera, conquistato proprio nell’ultima crono di Verona davanti a Fignon, ed il successivo Record dell’Ora di Città del Messico, che comunque è una corsa diversa, in quanto individuale.» e come tutti sappiamo hai collezionato un palmares da grande campione quale sei stato. ma dopo il ritiro dal professionismo ti sei dedicato a fare l’imprenditore, nella produzione di bici da corsa prima, ed in quella del vino poi. Parlaci un po’ di queste tue due esperienze? «Quella della produzione di biciclette è stata sicuramente una esperienza importante, ma poi mi sono accorto che quello delle bici da corsa pian piano è diventato un mercato sempre più saturo e difficile, specialmente in questi ultimi anni. Con il passare del tempo ho capito che,


trovandomi già qua a Firenze, parteciperò alla granfondo cicloturistica Alfredo Martini, in onore del grande Alfredo, organizzata da saverio Carmagnini presidente dell’Asd Giglio d’Oro. Oltre che per pedalare sulle belle strade del Mugello, sarà anche l’occasione per rivedere vecchi amici. Comunque, anche quando vado a seguire il Giro d’italia faccio spesso la parte finale della tappa. Per chi non lo sapesse, vorrei ricordare che ogni anno facciamo “La Francesco Moser”, una pedalata cicloturistica di 73 km attraverso le strade della Valle dell’Adige con partenza da Gardolo ed arrivo alle mie cantine del Maso Villa Warth a Gardolo di Mezzo, dove sotto al tendone offriamo da mangiare e bere a tutti. di solito la facciamo a giugno e quella di quest’anno è stata la 24a edizione. Chi vuol venire il prossimo anno è benvenuto, ci contatti sul nostro sito.» ma quando sei in gruppo con gli amatori come ti trovi? come vanno? «Faccio quello che posso fare, in quanto ormai contro l’età si può fare ben poco, la testa ci sarebbe ancora ma è il fiato che manca, anche se devo dire che le gambe rispondono ancora bene, non mi fanno male. Forse se andassi in bici almeno tre volte la settimana durerei meno fatica, ma mi diverto comunque ad organizzare il gruppo, anche perché molti non sanno neanche come si fa a tirare (e qui Moser conferma il suo ruolo di Sceriffo, che ovviamente ha sempre nel sangue). Anche se devo dire che molti amatori vanno veramente forte. L’ho notato, oltre che ad una granfondo che ho fatto di recente in sicilia, dove ho dovuto lasciar andar via i primi che menavano di brutto, anche con voi giornalisti nella gara di Francesco Moser, sempre in ottima forma alla gara del Campionato Italiano ex Professionisti dell’anno scorso a Lonate Pozzolo

Francesco Moser che a 60 anni ha ancora voglia di vincere, conquistando l’ennesima maglia tricolore; questa volta è quella di Campione Italiano ex Professionisti 2011

o fai un grande investimento come hanno fatto le grandi aziende oltre oceano, o altrimenti è molto difficile rimanere a galla. Purtroppo, non è più come una volta, quando le biciclette le facevano principalmente gli artigiani italiani, ed erano apprezzate in tutto il mondo e considerate le migliori sulla piazza. Adesso, il mercato si è allargato troppo, ed è difficile far prevalere il Made in italy in giro per il mondo, anche se, ovviamente, i brand italiani hanno sempre la loro valenza e la loro importanza all’estero, oltre che in italia. ed è per questo che ho preferito uscire fuori dalla gestione diretta dell’azienda cedendo il marchio a terzi, pur rimanendo sempre testimonial, motivo per cui mi trovo anche qui oggi nei nuovi showroom di nencini sport, concessionario di zona per le bici che portano il mio nome. Quella del vino, invece, è una passione di famiglia, che mi è stata tramandata da mio padre, e che adesso continuo a gestire insieme ai miei figli. Quando ancora correvo, infatti, ho comprato dei terreni, dai cui vigneti, oggi, produciamo vini trentini doc e spumanti. sempre all’interno dell’azienda agricola Maso Villa Warth, abbiamo ricavato un agriturismo, piccolo ma accogliente e non lontano da Trento.» Nonostante ti dedichi molto alla produzione del vino, vediamo che sei sempre in ottima forma e sappiamo che non hai per niente attaccato la bici al chiodo, continuando ancora ad andare in bici e partecipando a varie iniziative ed eventi sportivi, giusto? «diciamo che ultimamente, tra impegni vari con il ciclismo ed il lavoro in azienda riesco ad andare in bici solo una volta alla settimana. Ma essendo invitato spesso ad eventi ciclistici come testimonial dai tanti amici che ho un po’ sparsi ovunque in italia, salgo in bici anche al weekend. Come ad esempio domani, dove,


Campionato italiano che abbiamo fatto insieme a Pergine Valsugana lo scorso 2 settembre (vedi INBICI di ottobre pagg. 28-29) non andavate per niente piano, i primi pedalavano veramente forte.» ovviamente, non posso fare a meno di chiederti di spendere anche due parole su tuo figlio Ignazio e tuo nipote moreno. «ignazio passerà in una squadra Continental della BMC, dove avrà l’opportunità di confrontarsi con i professionisti. di recente ha vinto anche qui in Toscana, ed ha comunque fatto degli ottimi piazzamenti, anche perché essendo un passista deve tirare la volata ad i velocisti e quindi si piazza spesso intorno alle prime cinque posizioni. non potrà mai diventare uno scalatore, perché pesa più di 80 kg, ma dovrebbe cercare di dimagrire un po’. Quando correva tra gli Juniores era più magro, ma poi ha fatto un salto nella crescita tutto di un botto, infatti è anche più grande e peso di me. Mentre Moreno è molto più asciutto e più piccolo, peserà sui 63-65 kg, e gli piace correre dietro per poi dare le sue sparate brucianti. dicono che assomiglia a saronni, ma invece secondo me fa un po’ come facevano Bitossi e Argentin. Te lo dico perché so bene come correvano loro e conosco abbastanza mio nipote per sapere come corre lui. Tra l’altro, oltre ad allenarsi spesso insieme ad ignazio, entrambi hanno corso per la Lucchini fino all’anno scorso, che poi ignazio ha lasciato per andare alla Trevigiani. Per il futuro mi auguro che ignazio possa diventare un uomo da classiche, da gare di un giorno, un po’ alla Bonen per intenderci. Mentre Moreno credo abbia avuto troppa fretta nel firmare il contratto che ha firmato, forse poteva aspettare e valutare più con calma cercando di capire chi sarebbe diventato il nuovo sponsor della ormai ex Liquigas, che come tutti sapete è diventata Cannondale. dico questo perché con tutte le corse che ha vinto, Moreno aveva richieste da molte squadre e quindi poteva scegliersi comodamente sia quella che gli assicurava il miglior team che quella dove guadagnava meglio.»

solo di farsi notare, senza rispettare il ruolo del gregario. io, comunque, se andava via una fuga non stavo lì ad aspettare il gregario, cercavo subito di andare a prenderli. Mentre saronni non tirava mai, faceva tirare sempre i suoi (e qui si fa sentire di nuovo la rivalità con il suo antagonista di sempre, il grande Giuseppe Saronni). Una volta la gente guardava le corse con più interesse, mentre oggi guardi e non capisci neanche cosa fanno.»

come vedi il ciclismo italiano ed in generale per il futuro? «io lo dico sempre: non possiamo più pensare che tornino i tempi nostri, perché la concorrenza aumenta sempre di più e la torta è sempre la stessa. Prima ci si spartiva tra italia, Francia, spagna, Belgio, Olanda, un po’ di inglesi, ma tutti quelli dell’est fino agli anni ’80 non esistevano. Adesso invece tra un po’ in italia non abbiamo più neanche una squadra. Penso che i corridori siano un po’ troppo coccolati, non abbiamo nessuno che va a cronometro, e questo è gravissimo. io non avevo paura ad andare ad allenarmi per la cronometro, è una disciplina che a parere mio va curata di più. devi avere la mentalità per farla, per avere la capacità di concentrarti ed esprimere il massimo in quella mezz’ora tre quarti d’ora. Un altro problema, credo sia legato anche al fatto che la velocità aumenta, anche se di poco, ma sempre di più ogni anno; le medie si alzano, e quindi è sempre più difficile che vadano via delle fughe, perché il gruppo le riprende troppo facilmente. Poi, entrano di mezzo anche le radioline che fanno diventare i corridori radiocomandati, con i direttori sportivi che decidono quando far scattare, tirare o non tirare uno. e nonostante questo poi, a volte, anche loro sbagliano. Ai nostri tempi non aspettavamo che ci dicesse quando tirare il direttore sportivo, i capitani erano capitani per questo motivo, perché decidevano loro la corsa. Comunque, ribadisco che la velocità è la nemica del ciclismo, lo dimostra la Parigi-Roubaix, una corsa durissima dove arrivano tutti scaglionati, mentre nella maggior parte delle corse arQuali sono le differenze tra rivano in gruppo fino a pochi il ciclismo dei tempi di mometri dall’arrivo. ecco che per ser e quello di oggi? evitare questo, gli organizzaFrancesco Moser vincitore del Giro d’Italia 1984, qui con la maglia rosa che indosserà fino all’ultima tappa di Verona «È cambiato tutto, poiché una tori inseriscono, come accade volta si correva per il capitano. ultimamente nel Giro d’italia, Ogni capitano aveva la sua squadra ed ogni squadra lavorava per il delle salite lunghe e dure, ma tanto è inutile, perché i corridori si guarsuo capitano, punto! io avevo la mia, saronni la sua e così Gimondi, dano fino all’ultima salita e poi fanno la corsa solo su quella, perché Battaglin, Bitossi e tutti gli altri. il motto era che era il capitano che prima hanno paura di attaccare, e diventa solo una corsa a sfinimento arrivava, mentre i gregari si staccavano e alla fine davanti rimanevano sugli ultimi 3-4 km senza mai vedere nessun attacco fatto prima. Un sempre i migliori che lottavano per la vittoria. Questo faceva divertire ciclismo davvero diverso da quello dei nostri tempi!» sempre di più la gente, che sapeva che su quelle salite avrebbe visto passare i propri idoli. Oggi invece vai a vedere le corse dove vincono Azienda Agricola moser – maso Villa Warth corridori che la gente non sa neanche chi sono. invece, una volta vin- Gardolo di Mezzo, Trento – tel. 0461-990.786 cevano sempre e solo i migliori, perché tutto veniva indirizzato con quel www.cantinemoser.it – info@cantinemoser.it sistema. sarà giusto o sbagliato, non lo so, ma i gregari erano gregari, punto e basta. Adesso invece ognuno corre per conto suo e cerca Bici MOSER - www.ciclimoser.com


Collezione autunno 2012 Batmania calzature - Via F.lli Rosselli, 8 - 47023 Cesena (FC) - t. 0547.612001


Voglio aprire questo mio editoriale con la frase dello scrittore inglese di fantascienza Herbert George Wells: «Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza». Una frase tornata di moda prepotentemente oggi snocciolando i dettagli di vendita del celebre ed ecologico mezzo: 1.750.000 bici vendute contro 1.743.143 automobili. Un sorpasso che non avveniva dal dopoguerra. Un dato che oltre ad indicare una nuova coscienza “wellness” viene spinto dalla

recente crisi economica che sicuramente non invoglia a comprare auto. Ma anche merito dei nostri produttori e di un settore che ha saputo evolversi in questi anni e fare diventare “cool” un mezzo percepito povero fino a qualche decennio fa. Oggi la creatività, il marketing, la salute – in senso di benessere – hanno spinto il “nostro” mondo e gli amanti delle due ruote non motorizzate. Oggi farsi vedere su una bicicletta a passeggiare per le principali vie della città equivale al fare la “vasca” con

un’auto nuova appena uscita, tanto di moda qualche decennio fa. Merito di un mondo come il nostro che ha saputo evolversi e stare al passo coi tempi a cui non posso che fare un grosso plauso esortandolo a continuare su questa strada. La crisi finirà, non so quando, ma finirà. E il vantaggio che il mondo della bici sarà riuscito a conseguire in questi anni sarà fondamentale per ripartire più forte di prima. È una considerazione personale oltre che un augurio.

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L’EDiTORiALE l’editore MAURIZIO ROCCHI



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iN COPERTiNA LA gRANde comBINATA 2013 SAN BeNedeTTo deL TRoNTo - RAVeNNA

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Una vera occasione da non perdere quella proposta dal Team Rossetti di Ravenna in grande sinergia con il Pedale RossoBlu di San Benedetto del Tronto. Un modo di unire il ciclismo e territorio della nostra Costa Adriatica. Una vera rarità che propone tra l’altro due granfondo al prezzo di una. Per chi vorrà partecipare alle due gare, iscrivendosi entro il 31/12/2012 pagherà solo 30 euro, chi lo farà entro il 31/01/2013 35 euro. L’iscrizione alla combinata darà ai partecipanti la possibilità di entrare in particolari classifiche riservate solo ai “combinatisti” con premi veramente interessanti quali biciclette e premi in natura per un montepremi davvero interessante. Saranno redatte classifiche a punti per le due prove sia individuali (assolute e per categorie) sia a squadre e ci sarà una classifica a tempo che premierà i più veloci in assoluto e le squadre più competitive. Essendo le due manifestazioni inserite in circuiti molto frequentati quali il marche marathon e il Romagna challenge, sarà data la possibilità a chi è abbonato (o ha intenzione di farlo) di aggiungere la prova che non fa parte del proprio brevetto, partecipando quindi alla combinata, al prezzo di 12 euro fino al 31/12/2012 e di 15 euro fino al 31/01/2013. La granfondo marchigiana si svolgerà domenica 5 maggio 2013 mentre la romagnola sarà di scena domenica 13 ottobre 2013.

comune di San Benedetto del Tronto

comune di Ravenna



A CESENA TORNA RuOTANDO a cura di NICOLETTA BRINA La crono più originale d’Italia? È a Cesena nell’ambito di “Ruotando Ruotando”, la kermesse dedicata alle due e quattro ruote. L’evento si svolge nel quartiere fieristico di Cesena (FC), sabato 24 e domenica 25 novembre, organizzata da Cesena Fiera. Si tratta di un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di bici, moto, auto nuove e d’epoca. Accanto all’esposizione vera e propria (20.000 metri quadrati al coperto), nella parte esterna e “riconvertita” a pista da corsa, si potrà assistere (in entrambe le giornate) ad esibizioni mozzafiato e di grande abilità, con spettacoli acrobatici di auto e moto. da sottolineare il fatto che la rassegna si qualifichi non soltanto come “mostra”, grazie allo scambio ed esposizione di auto, moto e bici. E al pedale sono dedicati ampi spazi, con modelli da sogno e di alta gamma, nonché biciclette per i più pigri – saranno infatti disponibili tante proposte di modelli a pedalata assistita – e, a testimonianza dell’importanza dell’evento, non mancherà la partecipazione di quasi tutte le associazioni sportive della zona. Infine, anche quest’anno si correrà la cronometro più originale d’Italia: la particolarità sta nel fatto che le squadre partecipanti dovranno obbligatoriamente essere formate da tre ciclisti uomini ed una donna, la quale dovrà insindacabilmente terminare il percorso e giungere al traguardo. Una sfida da prendere sul serio, basti pensare che nelle scorse edizioni, c’è chi ha vinto percorrendo il tragitto con una media di 42,9 chilometri orari. Nella giornata di sabato, inoltre, tornerà per la seconda edizione anche la “Cronocoppie”, ovvero una competizione riservata alle coppie che pedalano insieme su strada. Quest’anno, in via sperimentale, sarà aggiunta la categoria Over 80 anni. Tanto la cronometro per quattro, quanto la Cronocoppie sono organizzate dal GS Corebo in collaborazione con Cesena Fiera e ACSI-Settore ciclismo. Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 25 novembre (tel. 0547317435, cell. 338-7181678).

NEL QuARTiERE FiERiSTiCO TORNA SABATO 24 E DOMENiCA 25 NOVEMBRE, RuOTANDO RuOTANDO, L’EVENTO TuTTO DEDiCATO ALLE DuE E QuATTRO RuOTE. DA NON PERDERE LA CRONO PiÙ ORigiNALE D’iTALiA


in foto: Nonna Eva, 92 anni.

I D N E C C A I R LA ! E N O I S S A P E DUE E PER L RO RUOTE TT LE QUA

Organizzato g da:

-19.00 | Ingresso 6.00â‚Ź | Parcheggio g ratuito Orari: 9.30

PRESSO QUARTIERE FIERISTICO


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SCATTO FiSSO - BiCyCLE! a cura di LUCIANA ROTA

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IL SoRPASSo

WRRRRMMM. LA BICI SOPRASSA L’AUTO. ANzI LE BICICLETTE SORPASSANO PER NUMERO dI COPIE vENdUTE LE AUTOMOBILI. IN ITALIA. È UN’INdAGINE dI MERCATO CON dATI FORNITI E RELATIvI AL 2011. E NEL 2012 NON POTRà ChE ANdARE MEGLIO.

L

La notizia è stata persino ripresa da dagospia, testa, agenzia, blog che si occupa solo di cose che fanno parlare. eccola: «Questa non l’avevano prevista nemmeno i Maya. nel 2011 in italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più. Uno scarto minimo, se la si butta in matematica. in realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani. Perché è vero, la crisi, e sì, c’è maggiore attenzione all’ambiente, ma quel dato racconta una rivoluzione degli stili di vita... La fantascienza è diventata realtà, la bicicletta oggi si vende più della macchina. e anche se dall’altro lato della medaglia si scorge la più grave crisi del settore automobilistico degli ultimi decenni (il mercato è ripiombato ai livelli del 1964, ad agosto si è avuta la nona contrazione consecutiva a due cifre, con un meno 20 per cento di vendita rispetto al 2011), qualcosa si muove in avanti». Non è finita qui, per il nostro piacere fisico e morale l’articolo rincara la dose: «Anche perché alle biciclette vendute vanno aggiunti 200 mila restauri. Racconta Pietro nigrelli, direttore del settore cicli di Confindustria Ancma. sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-150 euro i negozi specializzati, ce ne sono 2700 sparsi in italia, ti propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso (senza movimento libero dei pedali, ndr), telaio riverniciato. Così si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio». Ah. Che bellezza. Una notizia di cui gongolarsi. Noi che il ciclismo. E lasciamoci al piacere di questo sorpasso che farà felici i costruttori italiani e i commercianti di biciclette a prescindere. vendetene e compratene. Che in bici è bello. vuoi vedere che oggi sta per nascere una cultura della bicicletta? Perché, diciamoci la verità, fra di noi di inBiCi, quindi target molto preciso, anzi, una bella cricca: in questi ultimi decenni ne abbiamo combinate di tutti i colori “noi che il ciclismo” per l’immaginario collettivo. Per i moralisti. Per quelli che i valori… Sì, il doping. Ad esempio. Che poi guarda bene attorno non è che… sia un gran

bel mondo. E non per fare sempre quelli che devono giustificarsi puntando il dito sugli altri. Ma basta con le ipocrisie. Quindi: se tornasse davvero questa ondata di passione vera di mobilità a due ruote poco pochissimo inquinante… Non sarebbe proprio male. E se è vero che ai numeri dobbiamo credere, bello poter scrivere di una buona notizia. Che non farà vendere una copia in più ma ci piace. A noi di IN BICI. Un clan che si muove e muove… E a proposito di buone notizie, di cultura ciclistica, di passione anche un po’ “urbana” ecco un successo poco annunciato che potrebbe suonare proprio come altro campanellino d’allarme positivo sulla ritrovata felicità delle due ruote silenziose: anche quest’anno si è svolto a Milano il Bicycle Film Festival. È accaduto a metà ottobre e per la settima volta a Milano. La prossima? Sarà in Toscana. Perché Firenze pedala verso i Mondiali e ci mette anche questo appuntamento per gli appassionati delle due ruote e del cinema che pedala. La rassegna, nata e promossa nello stile di quegli eventi un po’ “cult” e troppo snob se vogliamo, ha finalmente aperto ad un pubblico più vasto. E contribuisce a fare cultura ciclistica. È una rassegna internazionale che coinvolge numerose città in tutto il mondo: è partita da New York, manco a dirlo, per pedalare a Buenos Aires, Sidney, Tokyo, Londra, Parigi… Il Bicycle Film Festival ha messo in scena quasi 50 proiezioni cinematografiche, tutte in lingua originale e ha proposto un contorno “coi

fiocchi” di mostre fotografiche, cicloraduni, alleycat, scatto fisso eccetera. due i luoghi coinvolti: il sacro cinema Mexico di Milano (quello di The Rocky horror Picture Show per capirci) e lo Spazio ex Ansaldo. video immagini bici anche musica e gente che la ama la bicicletta. Tutto qui. E ci piace. Qualcosa si potrà rivedere e rivivere andando al sito ufficiale. Mentre inizia qui il tam tam toscano. Il Mondiale che arriva e non sarà solo un film, ma tanti. Firenze 2013 arriviamo. Link consigliato: http://www.bicyclefilmfestival.com/milano Libro consigliato: Tutta mia la città di Roberto Peia (Ediciclo, pagg. 208, € 13,00) Sito: www.ediciclo.it



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L’OPiNiONE a cura di ANDREA AGOSTINI

IL TouR, ARmSTRoNg e I SoLITI PoTeRI

I

Io Andrea Agostini, dalla piccola Cesenatico, alla presentazione della centesima edizione del Tour de France a Parigi. Mi sono sentito così, piccolo, durante la fastosa presentazione della Grande Boucle che compie 100 anni. O meglio, che parte per la centesima volta perché la celebrazione del secolo dalla nascita i francesi l’avevano già fatta nel 2003 con una partenza sotto la torre Eiffel. Mi guardavo attorno mentre giravano sul maxi schermo le meravigliose immagini della passata edizione prima di passare alle tecnologiche proiezioni che facevano da pertugio al percorso 2013, e devo dire che i cugini transalpini sono sempre stati bravi a vendere i loro prodotti. Meglio di noi italiani. Il Tour è il loro capolavoro e una grossa mano, per assurdo, gliel’ha data proprio il texano che ha portato in modo prepotente la lingua anglofona all’interno del gruppo, soprattutto in terra francese per ben sette anni di fila. Un’eternità, se ci pensate bene, nel mondo dello sport professionistico. Ma ebbene di quell’atleta neanche una traccia nelle maestose immagini che hanno ipnotizzato il folto pubblico di invitati al Palais des Congres di Parigi. Solo un velocissimo fotogramma di quando nel tour 2003 per evitare una

agostini@gocom.it

caduta in discesa si è improvvisato ciclocrossista, e siccome era una immagine meravigliosa perché vedere correre nei prati un atleta in maglia gialla era impagabile, è stata inserita. Ma niente più. Era solo ad onore dello spettacolo. Per il resto Armstrong è stato cancellato. deleted. Effaceér. Christian Prudhomme, direttore della corsa Gialla, apre la conferenza dicendo che «il Tour de France sarà più forte del doping e di chi bara. e che questo sarà il Tour della rinascita». Come se il male del ciclismo degli ultimi dieci anni fosse stato l’Americano. Sono invece, più d’accordo quando Amstrong dice che ha vinto le sue gare alla pari con gli altri. Erano altri tempi, fortunatamente. I bari, probabilmente, ci saranno sempre, ma la recente storia dice che prima o poi questi vengono beccati. d’altronde non mi risulta che non ci siano più criminali al mondo perché c’è la Polizia oppure nessuno superi i limiti perché ci sono i Tutor. In mezzo al fasto Francese quindi, oltre a sentirmi piccolo piccolo, ho anche realizzato per l’ennesima volta che nel mondo del ciclismo l’ipocrisia sembra non avere fine. Il capro espiatorio di turno è stato trovato. Tutto come prima. A cominciare dai poteri.

Un’immagine della platea all’interno del Palazzo dei Congressi di Parigi



MOA SPORT LuI e LeI, L’ALLeNAmeNTo “INBIcI” è SeRVITo!

Perché, diciamocelo pure, quanto è bello pedalare in coppia vestiti con abbigliamento performante, stiloso e perfettamente abbinato allo stesso tempo? Nalini la sa lunga, quindi non solo capi per professionisti, ma anche per amatori ed amanti del mondo ciclistico. La stagione fredda è ormai alle porte e presto sarete costretti ad affrontare il noioso, ma inevitabile cambio di stagione per cui, una volta archiviati pantaloncini e magliette, è tempo di procurarsi qualcosa di nuovo, caldo ed altamente protettivo. I clienti che scelgono Nalini sono così appassionati, grintosi e tenaci che non rinunciano alla bici nemmeno quando le temperature scendono precipitosamente. E come dar loro torto? La collezione inverno 2012/2013 propone abbigliamento adeguato ad ogni condizione climatica, sempre perfetto per agevolare l’attività fisica, dal design inconfondibile e dalle eccellenti caratteristiche sartoriali. Per esempio, un uomo che sceglie di affidarsi alla linea Nalini Full Season sa che avrà per le mani capi trasformabili e reversibili, realizzati anche nella versione femminile, appositamente studiata per la sua lei. I tessuti impiegati sono altamente traspiranti per garantire una piacevole sensazione di corpo asciutto, sono pratici per permettere a chi pedala di muoversi in totale libertà, sono tecnici per assicurare elevate performances a coloro che vogliono ottenere risultati ottimali. Lui con giacca Zaratan e salopette grendel, con al fianco lei che indossa giacca huldra e pantalone Valchiria, fantastico no? Entrambe le giacche sono termiche, dotate di protezione antivento e trattamento anti goccia, caratteristiche fondamentali per l’allenamento all’aperto anche quando il tempo è poco clemente, freddo e piovoso. Le maniche di zaratan sono staccabili ed il sistema di aerazione della giacca migliora il microclima corporeo, agevolando la dispersione del sudore e l’intercambio con l’aria esterna. huldra, realizzata in tessuto stretch, si adatta perfettamente a tutte le silhouette, è performante e bella allo stesso tempo, perfetta per donne che amano fare sport ed essere sempre alla moda. La salopette Grendel è dotata di bretelle molto strette, elastico siliconato al fondo gamba per una perfetta vestibilità ed è possibile averla scegliendo due fondelli diversi. valchiria è un pantalone con fascia scalda pancia, il cui girovita non stringe e non segna, il sogno di tutte praticamente, inoltre il tessuto aderente e lo scalda ginocchia permettono di pedalare in totale libertà. E, per una protezione perfetta, l’intimo: capi senza cuciture che vestono come una seconda pelle, impercettibili al tatto, ma altamente performanti, finemente realizzati sia per lui che per lei. La nuova collezione è così ricca e variegata che ci perderete la testa, talmente precisa da rispondere a tutte le vostre esigenze, irresistibile nei colori e nelle proposte tecniche. E voi, avete già scelto i vostri capi preferiti?


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LINEE: Uomo, doNNa bambINo, trIathLoN

tIpoLogIE dI magLIE

dIFFErENtI FINItUrE dEL capo

modELLI dI paNtaLoNcINI

FoNdELLI pErFormaNtI

accEssorI sUmmEr sU WINtEr


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Si È ACCESO uN gRANDE FARO a cura di LUCIANA ROTA

Twitter @lucianarota

FIoReNZo mAgNI

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Nel duomo di Monza, per il suo funerale, si è celebrata una corsa. Una corsaevento. Perché come era facile da prevedere c’erano tutti. Con i campioni e con gli amici. La qual cosa spesso coincide. Con quella bella famiglia che si stringeva attorno. In testa davide, uno dei numerosi nipoti. Quello che ogni tanto, specie negli ultimi anni, gli dava cambi tagliando l’aria anche controvento, pedalando forte per vincere nella sua ultima impresa: il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo, a Magreglio. E ovunque il respiro del suo Esempio s’è sentito. Anche fuori dalla Chiesa. Anche nella piazza insolitamente tiepida d’ottobre. Anche molto oltre. Più distante. Perché Fiorenzo Magni, il Leone delle Fiandre, quei respiri li sapeva gestire bene. Perché lui è il simbolo del ciclismo della sofferenza, del lottare per conquistare qualcosa di importante. E andare avanti. Mettendo lui davanti a tutti a dare l’Esempio. Il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo ad uscire. Anche a novant’anni. E soprattutto, alla fine di tutti quei respiri, è venuta fuori l’umanità. Tutto quello che lui ha fatto e costruito. Persino il coraggio, sì il coraggio e la forza di rimanere innamorato del suo sport e della fatica “bella” in un’epoca difficile come quella di questi giorni. Per il nostro ciclismo, che è anche il suo. È venuto tutto fuori, compreso, quando meno te lo aspetti, il lato più umano di quell’uomo tutto d’un pezzo. È accaduto con le parole di Alfredo Martini. Un insegnamento, questa volta e per sempre, di “questi due” (Magni e Martini) e non più “quei due” (Coppi e Bartali) come li chiamava lui: «Quei due, il Coppi e il Bartali… i miei grandi rivali cui devo dire grazie». Quindi questo respiro di umanità, di amicizia soprattutto, te lo bevi tutto d’un fiato. In un silenzio che è eterno come merita. Una due cento volte. Come i suoi cento anni che sono duecento e anche di più. Perché Fiorenzo Magni, l’Esempio, anche ora ti sta chiamando sul cellulare. E devi solo rispondere. Per sempre. “Comandi!”. Così che lui ti possa guidare e bene. Che di questi tempi non è facile con tutte quelle curve in discesa (dove era un califfo) e anche in salita (dove ci vuole allenamento). E dedizione. Ciao nonnino. Riposa in pace. Ascolta con tutti noi la preghiera più bella del ciclismo. L’ha scritta e declamata Alfredo, il Tuo amico. E non la dimenticheremo mai:

Fiorenzo Magni con l’amico Alfredo Martini

si è spento un grande faro che illuminava la via maestra. Ma non siamo rimasti al buio. A indicare la strada giusta ci sono i suoi esempi di onestà, intelligenza, fermezza. Anche stavolta è stato imprevedibile, come nelle corse. era dotato di grande forza, fisica e morale, sapeva credere in se stesso… noi viviamo del suo esempio, delle sue invenzioni che hanno salvato lo sport. È già via da quella cassa, è in fuga, è già in una lunghissima fuga nei cieli misteriosi. Perché i corridori vanno in Paradiso, soltanto per la fatica e l’altruismo ci devono andare in Paradiso. e san Pietro accoglie Fiorenzo, “Passa” – gli dice – “ci sono tanti tuoi amici, ci sono Binda e Girardengo, i tuoi commissari tecnici. e poi ci sono Coppi e Bartali. e poi nencini. Vai, Fiorenzo”. e Magni arriva in tranquillità dove non ci sono trofei o coppe, ma c’è un amore infinito. e mentre tutti vanno ad abbracciarlo c’è in disparte un giovanotto dalla faccia annerita dalla polvere di carbone della Foresta di Arenberg, e questo giovanotto sorride da persona onesta, lo abbraccia: “sei stato, Fiorenzo, un grande punto di riferimento, dal tuo insegnamento ho imparato il mestiere”. È Franco Ballerini. io vorrei che fosse un sogno, vorrei svegliarmi. Ci avevi promesso che per i tuoi cento anni avresti fatto un grande pranzo. Fiorenzo, sii sereno in Paradiso, perché noi tutti ti amiamo. (Alfredo Martini)

Un aneurisma ha portato via l’ultimo dei campioni del dopoguerra. Fiorenzo magni è morto a Monza a quasi 92 anni (li avrebbe compiuti il prossimo 7 dicembre), eroe sopravvissuto del ciclismo pioneristico, fuoriclasse assoluto che ebbe la “sfortuna”, o la “fortuna” dipende dai punti di vista, di vivere l’era di coppi e Bartali. E, per questo, di vedersi affibbiato il soprannome di «terzo uomo», il terzo “eroe” che però terzo non era proprio per nulla. Nato a vaiano, nel pratese, il 7 dicembre 1920, Magni fu un numero uno di razza, tanto da vincere per tre volte il Giro d’Italia (’48, ’51 e ’55), riuscendo così a spezzare il binomio coppiBartali. Legò però le sue fortune soprattutto al Giro delle Fiandre, dove si impose per tre anni di fila, tra il 1949 e il 1951, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Leone delle Fiandre”. Ma vinse anche dopo aver appeso la bicicletta al chiodo. A lui infatti si deve l’idea e la realizzazione del museo del ciclismo al ghisallo, meta delle pedalate di chi ha la bici nel cuore. di Magni si potrebbe scrivere un romanzo infinito. (Antonio Ruzzo dal Blog Vado di corsa http://blog.ilgiornale.it/ruzzo/)



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TRENTO CiTTà MONDiALE

pressoffice@newspower.it

a cura di NEWSPOWER

INcoRoNATA RegINA deLLo SPoRT LA cITTà dI TReNTo, NeL 2013 oSPITeRà IL moNdIALe gRANFoNdo SARà, INFATTI, LA CITTà dI TRENTO Ad OSPITARE dUE EvENTI CICLISTICI dI RILIEvO INTERNAzIONALE dA PRIMA LA LEGENdARIA ChARLY GAUL ChE SI dISPUTERà IL 21 LUGLIO 2013 E A SEGUIRE IL CAMPIONATO dEL MONdO UCI WORLd CYCLIG TOUR dAL 19 AL 22 SETTEMBRE 2013. ChI PARTECIPERà, INFATTI, ALLA GF ChARLY GAUL AvRà GROSSE POSSIBILITà dI PARTECIPARE POI AL MONdIALE. L’UCI hA FORTEMENTE vOLUTO ChE L’EdIzIONE 2013 dEL “MONdIALE” SI SvOLGESSE SULLE RAMPE dEL MONTE BONdONE vISTO ChE LA QUALITà ORGANIzzATIvA, IL TIPO dI GARA E LA LOCATION dE LA LEGGENdARIA ChARLY GAUL SONO STATI dEFINITI dI GRANdE LIvELLO, SOPRATTUTTO dOPO L’EdIzIONE 2012 ChE AL vIA hA ACCOLTO QUASI 2000 ISCRITTI dA TUTTO IL MONdO.

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Si scrive UCI World Cycling Tour, si legge Coppa del Mondo delle Granfondo e questa volta, signori granfondisti, la finale “mondiale” si corre in Italia e più precisamente in Trentino. Saranno assegnati proprio in casa nostra i titoli iridati granfondo e a cronometro, in quello scrigno dell’UWCT che rappresenta la materializzazione di un sogno per amatori e master del ciclismo, cioè poter gareggiare in un mondiale ad hoc sotto l’ala protettrice della Federazione internazionale. Nella stagione passata la prima Coppa del Mondo UWCT ha infilato 15 eventi dislocati in ogni angolo del pianeta, validi come qualifica per la prova conclusiva, il “Mondiale” amatoriale, in tutto questo l’Italia e la città di Trento in particolar modo hanno giocato un ruolo fondamentale, con La Leggendaria Charly Gaul valevole come unica tappa italiana. Ancora maggiore sarà il ruolo di Trento nel 2013, con una prova di qualifica seguita dal… gran finale dei colori dell’iride. Ma procediamo con ordine. La prima data da segnare in rosso sul calendario è quella del 21 luglio prossimo, quando La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone – Trofeo Wilier Triestina tornerà ai nastri di partenza, e la città del Concilio e il Monte Bondone si vestiranno a festa. Partenza come sempre dal centro di Trento, davanti al duomo, poi ci saranno da gestire i passaggi per le vicine Gardolo e Lavis e la salita alla volta della valle di Cembra fino al primo GPM a Palù di Giovo, proposto per la prima volta quest’anno e apprezzato da tutti. di ritorno verso il capoluogo trentino, coloro che sceglieranno il percorso Granfondo di 138 km e 4014 mt/dsl o Mediofondo (68 km e 2203 mt/dsl) si allungheranno fino al paese di Aldeno per poi attaccare il Monte Bondone dall’impegnativo versante di Garniga Terme. Raggiunta la località viote, ai mediofondisti non resteranno che le ultime pedalate fino al traguardo di vason, a 1654 metri, mentre i granfondisti saranno appena alla metà della loro opera, visto che dovranno ancora tuffarsi in valle dei Laghi e risalire il Bondone da Sopramonte e Candriai, immettendosi infine nella mitica salita Charly Gaul. Alla “Leggendaria Charly Gaul” si potrà scegliere anche il percorso Corto, che al ritorno a

Trento imboccherà la salita Charly Gaul fin dal principio dei suoi 17,6 km, spalmati lungo una strada fatta da 38 tornanti e con una pendenza media del 7,8%. Quest’estate vason ha ospitato il traguardo ed anche tutti i servizi post gara, per il prossimo anno c’è nell’aria una novità perché, si sussurra, il quartier generale potrebbe essere spostato a Trento città, terminata la gara si scen-

derebbe quindi nella location di partenza per il pasta party e le premiazioni in stile “mondiale”. L’UCI World Cycling Tour è un autentico giro del mondo in sella, che nella passata stagione ha toccato il continente australiano, l’Europa, il Sud America e l’Africa, dove si è concluso in agosto con la prova di Pietermaritzburg, in Sud Africa. dai vertici della UCI assicurano che lo spettacolo e il divertimento foto NeWSPoWeR cANoN


foto NeWSPoWeR cANoN

E così per i granfondisti italiani partecipare alla prova conclusiva dell’UCI World Cycling Tour con in palio medaglie e maglie iridate può essere un sogno alla portata, occorre qualificarsi in almeno una delle gare di “Tour”, entro il primo 25% dei classificati della propria categoria. E nel 2013 l’occasione è decisamente allettante. Chi partecipa alla GF Charly Gaul ha grosse possibilità di partecipare poi al mondiale. L’UCI ha fortemente voluto che l’edizione 2013 del “Mondiale” si svolgesse sulle rampe del Monte Bondone visto che la qualità organizzativa, il tipo di gara e la location de La Leggendaria Charly Gaul sono stati definiti di grande livello, soprattutto dopo l’edizione 2012 che al via ha accolto quasi 2000 iscritti da tutto il mondo. «se guardiamo all’universo della bici su strada come una piramide», ha commentato Andrea Marcellini Mendonça, una delle coordinatrici dell’unione internaziofoto NeWSPoWeR cANoN

saranno confermati per la nuova stagione di Coppa, e gli eventi potrebbero anche crescere dal punto di vista numerico e andare oltre le 15 gare della stagione passata. dopo aver pedalato in giro per il mondo, nel 2013 si tornerà, come detto, in Italia, con Trento che raccoglierà il testimone della prova iridata, in calendario dal 19 al 22 settembre 2013. Il programma del fine settimana “mondiale” prevede una prima prova a cronometro il venerdì, probabilmente in città o nell’immediata periferia, mentre alla domenica si attaccherà la grande montagna, ovvero il Bondone. Il dettaglio dei tracciati per la finale iridata ancora non c’è, i responsabili UCI faranno il punto durante il sopralluogo di novembre ma è indubbio che Trento ospiterà la partenza, poi ci saranno i percorsi “lungo” e “medio” e forse per le categorie dei più… navigati negli anni anche un “Corto” sulla falsariga della Leggendaria Charly Gaul.

nale UCI, «il professionismo è chiaramente in cima, ma occupa una porzione quanto mai piccola. subito sotto ci sono un numero impressionante di amatori, anch’essi parte fondamentale della famiglia UCi. È oltremodo legittimo dare anche a loro la possibilità di correre per un titolo mondiale.» Oltre alla caratura sportiva c’è da considerare anche l’aspetto turistico, la prossima estate il ciclismo amatoriale farà da impareggiabile vetrina promozionale per Trento, la sua montagna e la vicina valle dai Laghi. Pedalare tra specchi d’acqua, romantici castelli, il centro cittadino e il verde delle montagne sarà un’esperienza unica per gli aspiranti campioni del mondo, ma sarà anche e soprattutto un modo per far conoscere a tutti una bella zona, ciclisticamente parlando e non solo. Ed infatti a supportare la gara, anzi le gare, è l’Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, valle dei Laghi, che quest’anno ha fatto sì che la propria granfondo avesse uno spazio principesco all’interno del palinsesto Rai, con quasi tre ore di messa in onda. Restando in tema di comitato organizzatore, al vertice del team che orchestra gli eventi in questione c’è Elda verones, una delle “donne al comando” che abbiamo presentato nei mesi scorsi su queste pagine: energica, solare e sempre al lavoro per garantire il massimo a pubblico e corridori. Lo scorso luglio questo lavoro ha dato i suoi frutti e la perfetta perizia organizzativa ha colpito i vertici UCI, il che non stupisce perché oltre a ristori, percorsi e servizi, anche la sicurezza era impeccabile, con le strade chiuse al traffico per lasciare pedalare i granfondisti in completa tranquillità. La sfida lanciata per il 2013 è quella di… migliorare il meglio, obiettivo che ad oggi pare centrato in pieno visto che il titolo mondiale sarà assegnato a Trento a fine estate, un’estate che anche con La Leggendaria Charly Gaul nel mese di luglio sarà davvero rovente come mai prima d’ora.


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L’EROiCA

*mail*

a cura di LEONARDO OLMI

oLTRe 5000 gLI eRoIcI dI gAIoLe IN chIANTI

office@leonardoolmi.com

foto FoToeVeNTI

SI È SvOLTA dOMENICA 7 OTTOBRE LA PIù CELEBRE dELLE MANIFESTAzIONI ChE RIEvOCANO IL CICLISMO dEL PASSATO, QUELLO EROICO. LE BICI STORIChE E LE STRAdE BIANChE dELLA PROvINCIA dI SIENA SONO STATE LO SCENARIO INEGUAGLIABILE PER ESPRIMERE UNA PASSIONE IN ARRIvO dA TUTTI I CONTINENTI.

Ciclisti Eroici lungo la prima Strada Bianca in discesa dopo il passaggio dal Castello di Brolio. Nella foto Giorgio Olmi, precede il figlio Leonardo (autore di questo servizio) che per l’occasione ha documentato tutto il percorso di 38 km con una GoPro adattata sul caschetto d’epoca

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Per risalire alle origini dell’Eroica dobbiamo andare indietro nel tempo di 15 anni, ossia fino al 1997, quando un gruppo di amici partiti da Gaiole in Chianti alla ricerca del ciclismo autentico, decise di organizzare una pedalata che rievocasse il mito di uno sport duro, faticoso e per questo affascinante, in un territorio fortemente caratterizzato dalle sue origini rurali e per questo più vicine all’uomo. L’Eroica, infatti, si svolge in gran parte sulle “Strade Bianche” della provincia di Siena su quattro diversi percorsi: 38, 75, 135 e 205 chilometri ed è aperta alla partecipazione di tutti purché dotati di bici d’epoca, biciclette cioè con leve del cambio a telaio, fili dei freni esterni, pedali a gabbietta. È importante ricordare che l’Eroica non è una gara o una competizione ma una cicloturistica, pur di un certo impegno nel suo percorso lungo. La partenza è nella forma detta “alla francese”, cioè libera dalle ore 5.00 alle ore 7.00 per i percorsi da 135 e 205 chilometri e dalle ore 8.30 alle ore 9.30 per i percorsi di 38 e 75 chilometri. I controlli dei passaggi avvengono per punzonatura e non viene stilata nessuna classifica finale, ma si dà, in ordine alfabetico, l’ora di partenza e di arrivo di ogni concorrente. Sul percorso sono presenti numerosi ristori con prodotti tipici locali, mol-

to apprezzati dai ciclisti che vi spendono volentieri anche più di un quarto d’ora, tanto non c’è nessuno stress per la competizione contro il tempo o contro l’avversario. All’Eroica siamo tutti uguali, tutti amici, tutti sullo stesso piano, tutti attirati dalla stessa passione, quella della bicicletta. Sensazioni uniche che si possono provare solo in poche altre manifestazioni ciclistiche dell’era moderna. Tra l’altro, da alcuni anni L’Eroica si può vivere tutto l’anno grazie al percorso permanente segnalato da appositi cartelli stradali e da numerosi esercizi commerciali convenzionati nei quali si può rivivere l’atmosfera di un tempo ed ottenere il timbro di convalida per conquistare il prezioso diploma numerato personalizzato. Sicuramente, a Gaiole in Chianti non ci sono più quelle atmosfere che vi erano quella lontana domenica di Settembre del ’97 quando l’Eroica ebbe inizio. Ma da allora in poi, l’Eroica di strada ne ha fatta veramente tanta. di quella avanguardia che per prima esplorò un modo nuovo di fare ciclismo, che immedesimandosi negli Eroi del passato, riscoprì la passione per gli antichi sapori, il sudore, la polvere e la gioia per il risultato qualunque esso fosse, sono rimasti pochi superstiti, che domenica 7 ottobre non sono mancati al via della loro sedicesima Eroica.


foto LeoNARdo oLmI

foto LeoNARdo oLmI

regala una visione particolare dell’Eroica è che il 42% dei partecipanti risulta fosse laureato; la stessa percentuale di partenti vanta un diploma di scuola media superiore, segue il 14% con titolo di studio pari alla scuola media inferiore. La sedicesima edizione dell’Eroica è stata pedalata da ben 5479 appassionati; di questi 1450 erano stranieri da 33 Paesi diversi; un gran successo internazionale, dunque, sottolineato anche dal progetto eroica Japan, in programma nel mese di maggio 2013. L’Eroica è sempre più un appuntamento da non perdere; un occasione per incontrarsi e condividere le più forti emozioni che solo la bicicletta è in grado di regalare. Specialmente se si tratta di biciclette d’epoca e percorsi di assoluto splendore naturale come quelli che si incontrano nella Toscana del Chianti. dei partenti 2590 si sono cimentati nei due percorsi di 38 e 75 chilometri. Altre curiosità in ordine sparso; al via si sono schierate ben 450 donne. Sono stati tantissimi anche i grandi campioni del Una bici d’epoca con le classiche borracce d’alluminio posizionate di fronte al manubrio; anche le guaine dei freni fuori dal manubrio sono un must per partecipare all’Eroica ciclismo di un tempo, tra cui Francesco Moser, Franco Bitossi, Giuseppe Guerini, Mirco Gualdi, Sono passati 15 anni, ma in termini di evoluzione della manifestazione Fred Morini, Sante Ranucci, Idrio Bui, Silvano Contini, Livio Trapè; Brett equivalgono ad un’era, poco meno di cento erano la prima volta, quasi Lancaster, Morena Tartagni, Tommy Prim. 5500 sono partiti la seconda domenica di ottobre. L’aumento dei partecipanti, inizialmente graduale, ha registrato una crescita esponenzia- A sottolineare l’importanza raggiunta dall’Eroica come evento mediale negli anni successivi, siamo infatti passati dai 400 del 2004 ai quasi tico, lo sottolinea il fatto che lunedì 8 Ottobre, vi è stata una diretta di 3000 del 2008, e solo la scelta di limitare la partecipazione unicamente mezz’ora nel programma Mattina Sport, in onda su Raisport 1, con alle biciclette d’epoca è stata il motivo della piccola flessione del 2009. l’ideatore dell’Eroica Giancarlo Brocci e Luciano Berruti, icona del cicliNel contesto, è importante sottolineare come la macchina organizza- smo d’epoca, ospiti di Piergiorgio Severini. Le immagini dell’Eroica sono trice sia stata capace di procedere di pari passo con le nuove neces- andate in onda anche su Raisport 2 durante il programma Radiocorsa sità, riuscendo sempre a farvi fronte, con grande merito degli amici, il del giovedì successivo all’evento. Oltre all’annuncio dell’Eroica Japan cui numero è andato crescendo di anno in anno, che volontariamente la sedicesima edizione dell’Eroica va in archivio con un’altra importante hanno dedicato e dedicano il loro tempo all’Eroica. notizia, l’accordo con Bianchi, sponsor dell’evento dal 2013. L’Eroica del 7 Ottobre è stata quella dei Grandi Numeri, anzi, possiamo sicuramente affermare dei Grandissimi Numeri. Sui quattro per- L’eroica: corsi a disposizione della passione, che in questo caso non conosce www.eroicafan.it – www.eroica.it - info@eroica.it confini geografici, di razza, religione, cultura ed età hanno infatti peda- Cell.: 334-938.0512 (Franco) – 335-693.4126 (Claudio) lato ben oltre cinquemila ciclisti o per meglio dire amanti del ciclismo più vero ed autentico, quello dei campioni eroici, delle strade, delle uff. Stampa: biciclette e delle maglie di lana di un tempo. Il tutto, nell’incomparabi- Start communication le paesaggio toscano per un’avventura a pedali di fortissimo tenore e Livio Iacovella e Angela Towey per questo di ineguagliabile sapore sportivo. Coloro che hanno preso Cell. 335-687.2661 – 329-637.0009 parte all’Eroica sono ciclisti davvero speciali, che non rincorrono il livio.iacovella@startcommunication.net - www.eroica-ciclismo.it risultato ma l’amore per l’ambiente, la natura, la bellezza della strada e del progetto sportivo che si intende perseguire per il gusto della Servizio fotografico curato da Fotoeventi: conquista da raccontare un anno intero. Sono coloro che hanno tra- Cell. 329-934.4861 - www.fotoeventi.com - info@fotoeventi.com scorso un anno a lavorare attorno alla Ciclisti Eroici in coda per il primo timbro, pronti a partire dalle strade di Gaiole in Chianti propria bicicletta d’epoca, attraverso un restauro ed una ricostruzione che assume un valore culturale inestimabile. Otre ai quasi 5500 iscritti vi erano anche quei tenaci appassionati delle Strade Bianche che, nonostante non fossero riusciti ad ottenere un numero da attaccare sulla schiena (le iscrizioni si erano infatti chiuse con qualche mese di anticipo), hanno comunque voluto vivere lo spirito dell’Eroica nell’appuntamento di Gaiole in Chianti. Ma come ben sappiamo, di solito i Grandi Numeri suscitano anche Grandi Curiosità. dall’analisi del tabulato degli iscritti si rileva, infatti, la numerosissima partecipazione femminile; ben l’8% dei partecipanti erano, infatti, donne. L’altro dato importante riguarda gli stranieri presenti al via, ben il 26% del totale, che vuol dire una cifra che supera abbondantemente i mille partecipanti. Numeri da capogiro! Un ultimo dato che


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CRAiNOx E CiCLi COPPARO a cura di NICOLETTA BRINA

brina@gocom.it

uN LegAme INoSSIdABILe LA PASSIONE PER IL CICLISMO ChE SI FONdE IN UNA PARTNERShIP ChE SI RINNOvERà ANChE NEL 2013. dA UNA PARTE IL TEAM CICLI COPPARO SINTESI E dALL’ALTRA LA CRAINOX, AzIENdA ChE PROdUCE MACChINARI IN ACCIAIO INOSSIdABILE PER IL SETTORE FARMACEUTICO Ed ALIMENTARE.

W

Walter Pazzaglia, titolare della Crainox e appassionato di ciclismo, è il trade union tra l’azienda marchigiana e la Cicli Copparo Sintesi, formazione anconetana molto nota nel panorama granfondistico nazionale. La partnership è nata da amicizia e passione, inossidabili come l’acciaio.

riuscito a passare professionista, aveva cominciato ad appassionarsi a granfondo e così mi ha coinvolto ed abbiamo iniziato a fare le gare insieme come amatori. diciamo che inizialmente era semplicemente un hobby, qualcosa da fare nel tempo (poco) libero che avevo a disposizione,

soddisfazione me la sono tolta; gli anni scorsi erano andati anche meglio, ho una media di circa 40 gare l’anno, da 10 anni a questa parte.»

di cosa si occupa e dove si trova l’azienda? «L’azienda è la Crainox, con sede a Piobbico, in provincia di Pesaro-Urbino. Ci occupiamo di costruire macchine dedicate al settore farmaceutico ed alimentare in acciaio inossidabile. La distribuzione è su tutto il territorio nazionale. L’azienda è composta da 40 persone su di una superficie di 5mila metri. L’azienda è nata nel 1999 da quattro soci che avevano maturato, ognuno per proprio conto, esperienza nel settore delle costruzioni e, come detto, si è sviluppata negli anni, arrivando a coprire il territorio nazionale, nel ramo farmaceutico ed alimentare, anche se produciamo macchinari anche di altro genere, come depurazione e petrolchimico.»

dunque, prevalentemente nel periodo estivo, mentre ora è una vera e propria passione che mi è entrata nel sangue e pratico regolarmente il ciclismo.»

«Mi è capitato di seguire anche Kris Huber nelle granfondo, Michele Maccanti, insomma, i nostri campioni e cerchiamo di supportarli sia come gregari, ma anche a livello di tifo. La stagione è andata molto bene, Michele ha già vinto 4 granfondo e 6-7 gare a circuito, anche Kris è andato molto bene. Come sponsor, prima ancora che come membro della squadra, posso dirmi molto soddisfatto, oltretutto abbiamo voluto mettere il nostro logo sulla spallina della maglia dei ciclisti ed il fatto che questi arrivino primi, a favore di telecamere e fotografi, è indiscutibilmente una pubblicità importante per noi e fonte di grande orgoglio.»

Pratica ciclismo? «La mia è una passione che è nata 25 anni fa tramite un amico: questi aveva terminato l’attività da dilettante e non essendo

come è arrivato alla partnership con la cicli copparo? «diciamo che nel percorso di crescita di questa passione, ho incontrato Raffaele Consolani, patron della Cicli Copparo ed è nata un’amicizia. L’anno scorso abbiamo deciso di collaborare e sono entrato in squadra sia come atleta che come sponsor del progetto. il motivo? La grande passione che ci accomuna e il fatto che creda molto in questa squadra.» Sponsor e membro della squadra, com’è andata la stagione? «Quest’anno fortunatamente, visti i tempi, sono stato impegnato col lavoro, così, anche in gara ho avuto un rendimento altalenante, anche se ho vinto il campionato regionale con le cronometro e qualche

Per quanto riguarda la squadra, come valuta la stagione?

ha voluto dare fiducia alla squadra anche per la prossima stagione? «Assolutamente sì, per il prossimo anno al 100 per cento saremo al fianco del team. La situazione economica mette tutto in dubbio, ma se nelle stagioni a venire non dovesse cambiare nulla, resteremo con loro ancora per un bel po’ di tempo.»

Cicli Copparo - Via Beniamino Gigli, 33/38 - 60128 Ancona - t. 071 896801 - e. liala.ciclicopparo@alice.it


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www.ciclicopparo.it

Grazie ai nostri partner


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gAERNE 50Th ANNiVERSARy a cura di ROBERTO ZANETTI

robyzanetti@alice.it

BuoN comPLeANNo “SIgNoR gAeRNe”

“G

“Gaerne” non è altro che l’abbreviazione, o acronimo che dir si voglia, di gazzola ernesto, titolare e fondatore della storica ditta di scarpe da motocross e da ciclismo con sede a Maser, in provincia di Treviso. Oggi, 18 ottobre 2012, il signor Ernesto compie 80 anni e l’azienda da lui creata 50 (1962-2012): due ricorrenze importanti, celebrate con la presentazione di un libro ricco di significato, orgoglio e sentimento. gaerne 50th Anniversary 1962-2012, questo il titolo (Bolis Edizioni), nasce da un’iniziativa editoriale di Gino Cervi, che si è avvalso della collaborazione dei colleghi giornalisti Giulio Gori (per quanto riguarda la parte moto) e Guido Rubino (che, invece, ha seguito la parte bici), e vuole essere la testimonianza di ricordi ed esperienze del signor Ernesto Gazzola, della sua famiglia, dei suoi dipendenti e dei suoi più vecchi collaboratori. Le imprese degli eroi del motociclismo e del ciclismo di ieri e di oggi si intrecciano immancabilmente con la storia di Gaerne, un’azienda manifatturiera che ha saputo infondere nel lavoro di un’intera vita tanta passione e grande professionalità.

nuove erano un lusso impensabile. Proprio a lui, a quel ciabattino, un giorno mio padre chiese se uno dei suoi figli poteva venire a bottega per dare una mano, per imparare quel mestiere. Fu così che iniziai a tredici anni imparando l’arte del tirar i spaghi».

La famiglia Gazzola al gran completo negli uffici della Gaerne

Il signor Ernesto Gazzola taglia la torta del suo ottantesimo compleanno e del cinquantesimo della nascita di Gaerne

Signor ernesto, come ha iniziato a lavorare in proprio? «in fabbrica lavoravo nove, dieci ore; poi tornato a casa continuavo per conto mio, per altre quattro, cinque ore, è così che iniziai nel 1961. sacrifici e passione: forse questa è la risposta. Con la Vespa andavo al mercato di Montebelluna con qualche modello realizzato, iniziavo così a farmi conoscere e a raccogliere l’apprezzamento e la fiducia dei primi clienti.»

Attualmente Gaerne è una delle aziende più note nella produzione di stivali da moto, calzature da montagna e scarpe da ciclismo. In questa importante ricorrenza, vogliamo lasciare tutto lo spazio che merita al suo principale protagonista. Ernesto Gazzola, emozionato come un bambino alla sua prima comunione, si commuove e con queste semplici parole si racconta nell’intervista curata dal collega Giulio Gori: «Provengo da una famiglia che ha sempre lavorato la terra. sono cresciuto a pane e latte. Mio padre, con otto figli a carico, sapeva bene che la terra non sarebbe bastata per tutti. Allora mi disse: bisogna che impari un mestiere. Mio padre portava le scarpe a riparare da un ciabattino, perché allora di soldi ce n’erano pochi e le scarpe

Signor ernesto, c’è stato un momento decisivo che ricorda in gaerne? «A metà degli anni settanta abbiamo iniziato la produzione degli stivali da moto. diversificare fu importante e vitale e la scelta di settorializzarci all’interno del panorama della scarpa sportiva, prima con le moto e poi con le biciclette, ci ha consentito di restare al passo con l’innovazione.» Signor gazzola, siamo alla fine del nostro incontro. guardando verso il futuro, cosa le piacerebbe fare? «Quello che vorrei fare in futuro? Beh, ho in programma tra breve di ampliare ancora l’azienda. Mia moglie mi dice: “Ernesto, hai ottant’anni! Perché vuoi prenderti ancora questi fastidi?”. io le rispondo: “vittoria, hai ragione. Sono sacrifici. Però la vita va avanti!”. Ho sempre fatto questo mestiere con tanta passione e tanti sacrifici: ma ho avuto anche tante soddisfazioni. Quindi… vado avanti: perché se mi manca il lavoro, mi manca una mano!»


www.gaerne.com

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COPPA PiEMONTE

info@playfull.it

a cura di ENRICO CAVALLINI

VeRSo IL 2013 coN TANTe NoVITà SI SONO SvOLTE A BRA (CN), dOMENICA 28 OTTOBRE, LE PREMIAzIONI ANNUALI dELLA COPPA PIEMONTE. OLTRE 200 GLI INvITATI AL PRANzO OFFERTO dAL COMITATO ORGANIzzATORE, MENTRE È STATA COMPLETAMENTE GREMITA LA SALA dELL’AUdITORIUM PER LE PREMIAzIONI. QUALChE NOvITà PER L’EdIzIONE 2013.

B

Bra (cN) – Sono stati i locali di MoviCentro a Bra, a ospitare il pranzo annuale della Coppa Piemonte che, domenica 28 ottobre, ha anticipato la cerimonia di premiazione finale. Oltre 200 i commensali che dopo un aperitivo di benvenuto, hanno preso posto nei tavoli approntati nella struttura polivalente della cittadina braidese. Al termine del pranzo, ci si è spostati tutti all’interno dell’Auditorium del Centro Polifunzionale G. Arpino. Una sala totalmente gremita ha applaudito i numerosi atleti e le società premiate. La cerimonia di fine stagione è stata anche l’ottima occasione per anticipare qualche novità sull’edizione 2013 che vedrà alcuni cambiamenti all’interno della Coppa Piemonte. La più eclatante è sicuramente lo spostamento della prova valdostana da Saint-vincent a Cervinia. Una location tutta nuova con un percorso altrettanto nuovo per potere offrire agli abbonati della Coppa Piemonte un prodotto di altissima qualità. Un’altra novità è l’anticipazione di una settimana della Granfondo Prologo Giovanni Lombardi, che varierà anche i percorsi. Il cambio di nome della Granfondo di Casella (GE) in Granfondo Oro Italiano è l’ultima notizia legata alla Coppa Piemonte 2013. Tutti i dettagli sulla nuova edizione del circuito piemontese verranno pubblicati nelle prossime settimane. Questo il calendario ufficiale della coppa Piemonte 2013: 7 aprile, Novi Ligure (Al) - GF dolci Terre di Novi

21 aprile, Casella (Ge) - GF Oro Italiano 5 maggio, Bra (Cn) – GF Bra Bra “dalle Langhe al Roero” 26 maggio, Mondovì (Cn) - GF valli Monregalesi 9 giugno, voghera (Pv) - GF Prologo Giovanni Lombardi 30 giugno, Cervinia (Ao) – Cervino Cycling Marathon Leader di categoria granfondo F1: 1. Sabrina de Marchi (Team Cinelli Glass’Ngo); 2. Raffaella Canonico (Gsr Alpina Bikecafe’); 3. Roberta Bussone (Cicli dedonato Road Runners); F2: 1. Anna Maria Nunia (Sc vigor Cycling Team); 2. Ylenia Polti (Mt Bike Team); 3. Maria Budasu (Asd Carpinello Cycling dream Team); ASS: 1. Piergiorgio Camussa (Bike Evolution Rodman Team); 2. Niki Giussani (Team Carimate Kuota); 3. Roberto Napolitano (Team Cinelli Glass’Ngo); SeN: 1. Stefano Consolino (Sc Cicli Pepino); 2. Jacopo Padoan (Gs Ciadit Cicli Sumin); 3. daniele vincitorio (Makakoteam); mAS1: 1. Yuri droz (Team Cinelli Glass’Ngo); 1. Filippo Fessia (Team Guru Planet X Selleitalia); 3. Osvaldo Colombano (Gsc Racconigi Cicli Mc Groppo); mAS2: 1. Emiliano Paiato (Asd Cycling Center); 2. Luca Bertero (Asd Gs Passatore); 3. Paolo Ramella (Asd Biella Biking); VeT1: 1. Alberto Passera (Gs Polisp.Besanese); 2. Paolo Minuz (Asd New Team); 3. Mauro Camplani (Gs Polisp.Besanese);

foto PLAYFuLL NIKoN

Premiati i leader della Mediofondo

VeT2: 1. Massimo Grappeja (Asd Carpinello Cycling dream Team); 2. Alessandro Panelli (Asd C.C. Piemonte); 3. Claudio Sereno (Asd Cycling Center); geN: 1. Massimo zocchi (Asd Novara Che Pedala); 2. Gianmarco Manzone (Speed Wheel Team); 3. Roberto Fila (Asd Pedale Cossatese); SgeN: 1. Giacomo Scatena (Gs Fornasari Auto); 2. Claudio Calvarese (Asd C.C. Piemonte); 3. domenico Lotito (Cusati Bike Racing Team). Leader di categoria mediofondo F1: 1. Raffaella Palombo (Team Cinelli Glass’Ngo); 2. Lorenzina Rosset (Team Cinelli Glass’Ngo); 3. Sabina Monaco (Asd Gs Passatore); F2: 1. Patrizia Cabella (Bike Evolution Rodman Team); 2. Paola Scaglione (Team Edilcase 05); 3. Monica Cuel (U.C. Ezio Borgna hersch Cycling Team); SeN: 1. Luca Roberi (U.C. Ezio Borgna hersch Cycling Team); 2. Alessandro Peyrot (Asd Team Licheri Bike); 3. Luca Borgna (Uc Ezio Borgna hersh Bike Team); mAS1: 1. davide Gallo (Team Edilcase 05); 2. davide Aufiero (Uc Ezio Borgna hersh Bike Team); 3. Giacomo Greco (Team Edilcase 05); mAS2: 1. Cristiano Bo (Team Edilcase 05); 2. Giovanni villano (Team Edilcase 05); 3. Marco Grimaldi (Team Marchisio Bici); VeT1: 1. Massimo Luzzati (Team Edilcase 05); 2. Claudio Sacco (Gs Arredamenti Berutti Alba); 3. Massimiliano Buonpensiero (Gruppo Sportivo Esercito); VeT2: 1. Francesco Bellia (Asd Team Sixtynine); 2. Mauro Pavan (Asd New Team); 3. Marco Giusto (Speed Wheel Team); geN: 1. Fulvio Magnaldi (Uc Ezio Borgna hersh Bike Team); 2. Letterio Lo Galbo (Asd Polisportiva Com Arzachena); 3. Luciano vierin (Cicli Benato); SgeN: 1. Aldo Calvo (Cusati Bike Racing Team); 2. Giovanni Fabbri (Team Errebi); 3. Ermanno Martignoni (Asd New Team). SocIeTà: 1. Asd Jolly Europrestige (37854); 2. Team Fantolino (32725); 3. Asd Gs Passatore (31265); 4. Makakoteam (24846); 5. Cusati Bike Racing Team (22140); 6. Asd C.C. Piemonte (19354); 7. Team Cinelli Glass’Ngo (17362); 8. Bike Evolution Rodman Team (15242); 9. Asd Alba Bike Team (14084); 10. Asd Team Cycling Center (13576).



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BiOMECCANiCA iNBiCi

a cura di RENATO ROTUNNO – 2 Ruote Biomeccanica – Giussano (MB) LabVelò – Velosystem info@velosystem.com

INTeRPReTARe Le mISuRe deL TeLAIo

I

Premessa Il periodo autunno inverno rappresenta per molti la fase ideale per il passaggio ad un nuova bicicletta. La scelta del nuovo telaio rappresenta sempre un momento importante in cui una serie di valutazioni tecniche, estetiche ed economiche si fondono con le aspettative e l’emozione per il nuova compagna d’avventure. Le valutazioni tecniche riguardano in primo luogo le dimensioni e la geometria del telaio. Fin qui tutto logico; scendendo, però, all’atto pratico si può constatare che le informazioni tecniche reperibili nelle schede descrittive fornite dai costruttori non sono sempre presentate in modo univoco. L’esempio più evidente è rappresentato dalla descrizione della taglia del telaio; alcune aziende utilizzano riferimenti in lettere (es. XXS, XS, S, M, L, XL, XXL) altre aziende utilizzano, invece, un riferimento numerico (es. 52, 54, 56, 58 o altri numerici diversi). Non solo, due telai proposti da aziende diverse aventi la stessa taglia identificativa (numerica o in lettera o in sigla) non possiedono mai, la stessa dimensione effettiva né, tantomeno, la stessa geometria. Se si dovessero comparare ad esempio due taglie descritte in modo univoco come M, difficilmente dimensioni e geometria dei due telai risulterebbero identiche. diventa perciò, fondamentale saper leggere e comparare i parametri di dimensione effettivi del telaio al fine di poter comparare dimensioni e geometria di più taglie di uno stesso modello di bici o di modelli diversi. Fra tutti i parametri di dimensione presentati dalle aziende nelle schede tecniche tre sono quelli chiave che descrivono in modo univoco dimensione e geometria del telaio: lunghezza orizzontale, altezza tubo sterzo e angolo piantone (fig. 1).

L’altezza sterzo definisce l’altezza del telaio in quanto condiziona la posizione di altezza del rispetto alla superficie sella. dal momento che l’altezza sella grazie all’ampio margine di regolazione del cannotto trova sempre margini di regolazione sia in una taglia piccola che in una grande, un tubo di sterzo troppo corto o troppo lungo impedirebbe di ottimizzare lo scarto sella manubrio con conseguente riflesso negativo sull’efficienza e sulla posizione. Il tubo di sterzo viene sempre descritto (F-F) fine-fine, ovvero da un estremo all’altro del tubo. L’angolo del tubo piantone, sotto il profilo della posizione, svolge il ruolo di permettere alla sella di posizionarsi ad un arretramento adeguato rispetto alla verticale sul movimento centrale. I valori angolari presenti sul mercato variano da 75,5° - 75,0° (fino anche a 78° in qualche telaio crono) e minore nei valori bassi 72,5° - 72,0°. Tendenzialmente, per motivi realizzativi e di guidabilità, gli angoli elevati (piantone più verticale) sono tipici delle taglie piccole, mentre i 72,0° - 72,5° (piantone più inclinato) sono caratteristici delle taglie grandi. Negli ultimi anni alcune aziende americane hanno introdotto, con l’intento di semplificare la definizione della dimensione del telaio due nuovi parametri descrittivi: lo stack a il reach (fig. 2).

Fig. 2 – Reach e Stack : due nuovi parametri descrittivi che intendono definire lunghezza e altezza del telaio

Fig. 1 – I parametri A (Lunghezza Orizzontale), B (Altezza Tubo Sterzo) e C (Angolo Piantone) sono i tre parametri fondamentali per la descrizione della dimensione del telaio

I tre parametri sono descritti in modo univoco dai costruttori e per tale motivo essi risultano comparabili. Ciò non avviene ad esempio per il tubo piantone, descritto in modo differente dai vari produttori e per questo non comparabile. La lunghezza orizzontale rappresenta il parametro di lunghezza del telaio e definisce in modo primario la lunghezza della posizione del ciclista. L’orizzontale può coincidere con il tubo reale nella geometria tradizionale, oppure è rappresentato dall’orizzontale virtuale o linea orizzontale nella geometria sloping.

Il reach del telaio è costituito dall’avanzamento dello sterzo rispetto alla verticale del movimento centrale misurata in corrispondenza del centro dell’estremità superiore del tubo sterzo. Lo stack è rappresentato invece l’altezza del tubo sterzo rispetto al piano corrispondente al centro del movimento centrale; la misura si intende sempre rispetto al centro dell’estremità superiore del tubo sterzo. Nell’intento dei promotori di questa modalità descrittiva il reach vuole rappresentare la lunghezza del telaio, mentre lo stack ne deve rappresentare l’altezza. Secondo i fautori di questa modalità descrittiva i parametri lunghezza orizzontale, altezza sterzo e angolo piantone risulterebbero superati dai due nuovi parametri. Secondo chi scrive, ciò non è condivisibile in quanto l’angolo del tubo piantone condiziona in modo concreto la dimensione di lunghezza telaio e di posizione nonché la posizione di altezza del ciclista rispetto allo sterzo. Per questo motivo lunghezza orizzontale, altezza del tubo sterzo e angolo del piantone rimangono i tre parametri fondamentali per una corretta descrizione e rappresentazione della dimensione del telaio.


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DiETRO LE QuiNTE a cura di ANDREA AGOSTINI

agostini@gocom.it

IL TeAm BuILdINg: VINceRe FAceNdo gRuPPo

I

Il Team Building, la costruzione di un team l’apice della montagna dove vincente. È questa la traduzione di questa era stato nascosto un “cucfrase anglofona che ha saputo entrare nel chiaio di legno” da recuperare lessico comune degli italiani. Corrente di come passepartout e tornare pensiero figlia delle grandi multinazionali al campo base a ricongiundove imparare a fare squadra è fonda- gersi con le altre squadre. mentale per avere successo nei mercati, Pranzo e festa per tutti. Non ha contagiato, da qualche anno, il mondo una competizione: non c’era sportivo. Il fare gruppo è superiore alle, tempo limite o classifica. L’opur forti e sempre necessarie, individua- biettivo era riportare al campo lità. Negli sport ad alti livelli si combatte base le varie parti della bicisu più fronti: fisico, mentale, col supporto cletta per poi rimontarla comdel team. E non s’intende solo compagni pletando un lavoro di equipe. di fatica, ma anche grazie all’entourage Anche il Team Building, scoperché dietro ad una squadra che corre nosciuto fino a poco tempo fa e vince ci sono una miriade di componen- ai più, è un segnale di quanto ti che devono funzionare e che spesso si il ciclismo sia sempre in evotrovano a fronteggiare diverse difficoltà. luzione e quella fatta negli ulIl Team Building, quindi, coinvolge tutti timi 7/8 anni ha fatto sì di troquanti. Nel caso del ciclismo: meccanici, varsi di fronte varie e proprie massaggiatori, dottori e tutto il manage- multinazionali che lavorano in ment. Perché ogni settore si deve senti- modo scientifico per il comure parte di un progetto che li coinvolge. ne obiettivo del successo. E La Katusha ne ha appena concluso una stagione vincente si couno in Austria. durante il tradiziona- mincia a preparare in inverno, le ritiro di fine stagione per gettare le a cominciare da un ghiacciaio basi 2013 il Team Russo, con un forte di 3000 metri di altitudine. accento internazionale, ha dedicato una intera giorIl team Katusha uniti per la vittoria nata a questa attività: sei squadre da 10/12 persone dovevano recuperare parti di una bicicletta smontata e nascosta su un ghiacciaio a 3200 metri di altezza. Il Briefing del giorno prima per apprendere le regole base di una scalata con tanto di “Racchette” da neve per non sprofondare corde, imbragature e consegna di un GPS dove inserire le coordinate satellitari e, all’indomani, gettarsi nell’avventura. Un’esperienza sicuramente entusiasmante dove il gruppo fa la differenza: aspettare e aiutare quello meno allenato, quello in difficoltà a causa dell’aria rarefatta; recuperare il materiale scendendo all’interno di una voragine con un gioco di squadra perfetto per sorreggere il candidato a scendere per poi recuperarlo con l’obiettivo in spalla. dirigersi verso

Viacheslav Kuznetsov recupera l’ultimo oggetto per completare la missione


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foto PLAYFuLL NIKoN

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Maria Cristina Prati

poi nell’agosto ’98 ho comprato la prima bici da corsa, ma ho dovuto quasi subito appenderla al chiodo perché sono rimasta incinta. nel 2000 ho partecipato alla mia prima granfondo, ma era poco più che una passeggiata, non avevo la mentalità della gara. Poi ho conosciuto daniele e mi si è aperto un mondo nuovo, iniziando dal 2004 ad allenarmi seriamente.» cesenaticense doc, Pantani e Nove colli sono nel suo dna… «Be’, nel ’97-’98 abbiamo cominciato a seguire Marco e le sue imprese, nel ’98 ha fatto doppietta e la passione è salita. Tra l’altro avevo comprato la bici da corsa proprio perché seguivo Pantani, perché prima uscivo con la city bike. Ci aggiungiamo che la pausa indotta dalla maternità ha implementato la voglia di salire in sella. La nove Colli è l’altro elemento che ha inciso sull’acquisto della mia prima bici: io ed un’amica, proprio nel ’98, abbiamo assistito alla partenza della granfondo, alla quale prendevano parte alcuni nostri amici. Ci siamo entusiasmate così tanto che ci siamo ripromesse l’anno successivo di partecipare. Purtroppo, si fa per dire, io, all’edizione ’99 non ho potuto presenziare perché ero in dolce attesa, ma mi sono rifatta nel tempo.»

Donna In... Bici

a cura di NIcoletta BrINa

mARIA cRISTINA PRATI: «dALLA cITY BIKe ALLA ToP FIVe NeLLe gRANFoNdo» Una mamma sprint che aveva l’agonismo nel sangue, ma che usava la bici al massimo per andare a comprare il pane. Oggi è tra le più forti granfondiste d’Italia, stregata per caso da Pantani e Nove Colli. Il suo tallone d’Achille? I dolci, cui fatica a rinunciare.

L’istinto killer c’era, si trattava solo di sapere dove si fosse nascosto e, una volta trovato il mezzo – in questo caso, sarebbe più corretto dire “il veicolo” – per farlo emergere, il resto è venuto naturale. Una campionessa, una mamma, una donna “easy”, alla mano. Senza troppi fronzoli, ma concreta e determinata. È Maria Cristina Prati, cesenaticense doc, 45 anni, campionessa della Cicli Matteoni, una delle cinque granfondiste più forti a livello nazionale.

come ha iniziato ad andare in bici? «Ho iniziato seguendo il mio gruppo di amici e poi per tenermi in forma, poi negli anni ho cominciato a sentire un po’ più l’agonismo, complice la conoscenza di daniele Bertozzi, divenuto in seguito mio allenatore, che mi ha avvicinato alle gare: ha visto in me che c’era qualcosa in più. Mi ha anche convinta di questo, perché non pensavo certo di arrivare a questi livelli. Arrancavo infatti su di una city bike

Niente trafila nelle giovanili per lei, una partenza “pronti… via” per la sua passione… «Ho cominciato da cicloturista e mi sono trasformata in agonista quando ho conosciuto daniele che ha alimentato la mia passione inquadrandola in una certa direzione. Lui scherza dicendo che ha tirato fuori la corridora che c’era in me, io che usavo la bici giusto per andare a prendere il pane. Oggi mi alleno 5 volte la settimana, con metodo. il più grande ostacolo? La dieta. sono una golosa e mi costa tanto dovermi controllare, è di certo la scalata più dura, anche se negli ultimi due anni sono stata brava.» essere tra le prime 5 granfondiste a livello nazionale: una pesante responsabilità o un biglietto da visita che incute timore nelle avversarie? «dipende, sicuramente è una grossa soddisfazione anche perché le prime volte, quando andavo alle gare, guardavo chi – delle campionesse – ci fosse o no. Adesso diciamo che la lista delle avversarie da tenere d’occhio si è ristretta. dall’altra parte è certamente una bella soddisfazione perché abbiamo fatto tanti sacrifici e se i risultati ci sono, è proprio perché c’è stato grande impegno. non credo infatti di essere stata una predestinata, ma probabilmente il fatto di non aver praticato sport a livello agonistico da più piccola, ha fatto sì


foto PLAYFuLL NIKoN

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che nel momento in cui ho avuto l’opportunità di esprimere questa parte della mia natura, essa è esplosa e mi ha portato, con non poco sacrificio, a questi risultati. C’è anche da dire che daniele ha avuto un bel daffare nel convincermi delle mie capacità e, insomma, ha avuto ragione lui.» c’è una gara cui tiene particolarmente? «sicuramente la nove Colli ed il rammarico è non averne ancora vinta una. È comprensibile però, perché è la gara che in assoluto presenta il livello più elevato. Ho tentato di arrivare sul podio, ma è durissima: cinque anni 4ª e quest’anno 3ª. Questa è una delle gare per le quali mi alleno tutto l’anno. Ci tengo, è a casa mia.»

com’è andata la stagione 2012? «direi decisamente bene: ho vinto 9 gare come prima assoluta e, a parte un paio di 5’ e 6’ posti, sono sempre arrivata sul podio. Poi ho privilegiato i percorsi più lunghi, partecipato a gare con le più forti e sono riuscita a cavarmela bene e a rendere loro più dura la gara, quindi sono ancor più soddisfatta. sono stata un po’ sfortunata perché avrei potuto fare ancora meglio, ma qualche sfortuna in gara mi ha penalizzata.» Prima di essere ciclista, è donna e mamma. Ama vita mondana, trucchi e lustrini? «Mi piace, se devo uscire qualche volta,

‘tirarmi’ un po’, ma non ho tante occasioni per farlo, dato che comunque devo combinare la vita da atleta con quella mondana e non è facile. Certo, tengo al mio aspetto, al mio corpo, ma non sono maniacale. Anche il trucco… il minimo indispensabile. non sono di quelle che si trucca quando va in gara.» e invece, che mamma è? «Bisognerebbe chiederlo a mia figlia, ma penso di essere abbastanza comunicativa e comprensiva, cerco di essere aperta e di farle vedere le cose dal mio punto di vista e forse qualche volta sono anche ‘pallosa’… essendo una sportiva, ci tengo a che faccia movimento e mangi sano e probabilmente certe volte le faccio qualche pressione di troppo. d’altro canto però so cosa si ottiene con uno stile di vita sano.» Anche sua figlia crede seguirà le sue orme? «Lei non è agonista, è un po’ meno interessata allo sport, se non altro perché non le piace far fatica. Per contro, il mio sport è faticoso e se non sei portata per il sacrifico, è difficile ottenere risultati. Ha i suoi interessi e comunque fa judo. non sempre viene alle gare, ma si informa dei miei risultati. Mi piace però, quando torno a casa, sentirla chiedermi se c’è qualcosa – tra i premi – per lei o dove troverà posto una nuova coppa!»


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SANDRO VALBONESi

brina@gocom.it

a cura di NICOLETTA BRINA

«coRRo PeR TeNeRe AcceSA LA FIAmmA deLLA SPeRANZA» IL CICLISTA dEL TEAM RENOvA È SALITO IN SELLA PER RACCOGLIERE FONdI PER L’ISTITUTO ROMAGNOLO PER LO STUdIO E LA CURA dEI TUMORI dI MELdOLA E PER SENSIBILIzzARE LA GENTE SUL TEMA ONCOLOGICO. TRA LE IMPRESE AFFRONTATE, IL COAST TO COAST NEGLI USA E LA 70K21 SULLE ALPI.

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Sandro valbonesi, 34 anni, di Forlì, anomalo ciclista del Team Renova, nella scuderia di Gabriele Limarzi. Per lui ciclismo e podismo sono le passioni principali, ma alle granfondo ed alle gare che pur frequenta, preferisce di gran lunga le prove estreme, quelle che combinano la tecnica alla resistenza e che fanno leva su un elemento ulteriore, vale a dire la determinazione che proviene da uno scopo, da una missione ben precisa da compiere. com’è nata la passione per il ciclismo? «Amo la bici da 12-13 anni, da quando ho iniziato a seguire Pantani, intorno alla fine degli anni ’90, poi mi sono fermato ed ho ripreso circa due anni fa. sono salito di nuovo in bici, dopo che ho ricominciato a correre a piedi tre anni fa.» ha avuto infatti uno stop piuttosto lungo e ha ripreso questa passione per un motivo ben preciso… «A fine 2008 è stato diagnosticato a mia mamma un cancro allo stomaco. Lo sport è stato la mia valvola di sfogo. La prima maratona nel 2009, poi ho continuato a piedi ed ho ripreso la bici un anno dopo, nel 2010. Ho ricominciato a livello agonistico-dilettantistico, sia a piedi che in bici. La bici, come la corsa a piedi, mi fa stare bene, più mi muovo e meglio sto. Poi mi sono legato alla corsa a piedi, dopo l’operazione a mia mamma: è stato strano ma

in concomitanza con il miglioramento del suo stato, cresceva in me la sensazione di aver fatto qualcosa di buono per lei e quindi mi sono attaccato ancora di più a questi sport.» da allora e in quello stesso periodo, si è fatto portatore di un messaggio… «Quando ho ripreso a correre a piedi, mi sono sentito di voler fare qualcosa, di voler accendere una lampadina per mia mamma, così ho pensato subito alla maratona, lo stesso è valso per le granfondo in bici. Tutti i chilometri percorsi in allenamento, in salita, era per me un chilometro di speranza. non solo per me, ma anche per gli altri, per chi stava vivendo un momento così difficile. io sono stato fortunato nel riuscire a trasformare l’energia negativa di questa malattia, in energia positiva e probabilmente questa si è trasferita nella mia famiglia. sono onesto, di questa malattia ho sempre avuto paura.» c’è un progetto dietro queste attività che è Life Runner, in cosa consiste? «Life Runner vuole dare continuità ed una logica alle mie imprese, dando altresì loro visibilità. L’anno scorso mi sono cimentato in un coast to coast negli stati Uniti fatto in duathlon, quindi corsa e bici. Quest’anno invece, da fine luglio a metà agosto, mi sono dedicato alla 70K21, un’impresa sulle Alpi. Life Runner è tutto il progetto, dalle podistiche alle gran-

fondo, che vuole sensibilizzare la gente al progetto oncologico, visto che quel che ricavo da queste imprese, viene donato all’irst di Meldola per lo studio e la cura dei tumori. Gabriele Limarzi in questo è stato uno dei miei primi sponsor: l’anno scorso con lui ho creato una bici su misura per il coast to coast e quest’anno anche per la 70K21, insieme ad altre realtà della zona. Quest’anno poi per allenarmi ho fatto la Transalp con Matteo Bergamini, mio compagno di squadra nel team Renova.» Quali prove ha in cantiere? «Mi piacerebbe tornare negli Usa e probabilmente fare qualcosa là, forse tutto in bici. sogno di riattraversare le montagne rocciose da ovest a est e perpendicolarmente da nord a sud. Col progetto negli stati Uniti siamo riusciti a raccogliere diverse migliaia di euro, idem per quanto riguarda la 70K21 ed è una bella soddisfazione. » cosa dice sua madre di queste sue iniziative? «Mia mamma è orgogliosa e felice… anche se spera che non torni più negli stati Uniti perché sono stato via per troppo tempo (ride, ndr.). dal canto mio, sento che devo continuare con queste iniziative, per tenere accesa quella lampadina di speranza che può aiutare tanti. sento necessario farlo e mia mamma è orgogliosa di me.»



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gRANFONDO CAMPAgNOLO ROMA a cura di ENRICO CAVALLINI

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5500 LegIoNARI ALLA coNQuISTA deI cASTeLLI RomANI INUTILE NEGARLO: È STATA UNA vERA EMOzIONE! PEdALARE NEL CENTRO dI ROMA SAPENdO dI AvERE A dISPOSIzIONE, ANChE SOLO PER POChE ORE, LA CITTà ChE È STATA LA CULLA dELLA CULTURA dELL’EUROPA INTERA È STATO vERAMENTE QUALCOSA dI UNICO. È INUTILE NEGARE LA PRESENzA dI QUALChE PECCA, MA METTERE IN PIEdI UNA GRANFONdO IN UN TERRITORIO ChE NON NE hA MAI vISTA UNA dI TALE PORTATA, È STATA UNA SCOMMESSA, COMUNQUE vINTA. MA vEdIAMO COME È ANdATA.

E

Ero stato a Roma tantissimi anni fa, ancora prima di sposarmi, quando la bicicletta non occupava neanche un neurone del mio cervello, ma non ricordo di avere provato un’emozione del genere. Sarà stato che la verde età forse mi faceva prediligere di più una discoteca rispetto ad un anfiteatro romano, ma le grandi emozioni provate nel fine settimana del 14 ottobre sono state veramente uniche. Parto il venerdì per potermi godere due giorni pieni nell’Urbe, il tempo minimo che la città Eterna si merita. So che dovrò dividermi tra il serio e il faceto e parte del mio tempo la dovrò dedicare al lavoro, ma poco è sempre meglio di nulla. Passo a prendere dei conoscenti a Montecatini con i quali condividerò il lunghissimo viaggio. Roma caput mundi. È vero... da casa mia Roma è proprio in “capo al mondo”! Giungiamo a Roma venerdì nel tardo pomeriggio, quando ormai è già buio. Siamo ospiti a casa di un amico, o meglio, io so solo chi è, ma non ho mai avuto il piacere di incontrarlo prima. dopo avere sistemato le valigie, i bagagli e montato le biciclette, ci si avvia a cena; il tempo passa iniziando a conoscersi, come è normale quando ci si incontra tra sconosciuti. Una cosa mi colpisce in particolar modo; siamo in cinque: un piemontese, un toscano, un laziale, un pugliese e un siciliano: da Nord a Sud, insieme, nella Capitale, tutti con un fine comune! Abbiamo unito l’Italia, come nemmeno Garibaldi ha saputo fare! Si decide l’indomani di andare in bici a vedere la zona logistica e l’ultimo chilometro. Il risveglio del sabato mattina è decisamente umido. durante la notte ha piovuto e le strade sono bagnate. Si decide di posticipare la partenza, che avviene così verso le 10.30, quando ormai le strade sono asciutte. Siamo decentrati di circa una quindicina di chilometri, ma siamo ancora in città. dietro la guida esperta del nostro cicerone sfrecciamo con le nostre bici per le vie cittadine. Passare sul Tevere è il primo brivido, al quale ne seguiranno parecchi altri. Giungiamo al centro e riusciamo anche a dedicarci ad un micro giro turistico attraverso i più importanti monumenti e piazze. Qualcuno di noi scalpita per il mancato allenamento, ma viene subito sedato dal resto del gruppo. Si giunge alle Terme di Caracalla. Purtroppo la pioggia caduta e il cielo bigio (e minaccioso) non creano certo un ambiente ottimale, ma pensare che qui, dove sono presenti gli stand delle maggiori aziende del settore, oltre 2000 anni fa i Romani si dilettavano in bagni termali, beh, è un’emozione veramente unica. Inizia a piovere, poco, ma quanto basta per farci optare per il ritorno. Peccato! Un’altra grande emozione è stata sicuramente sfrecciare con le nostre bici in mezzo al traffico romano, consci di scatenare l’invidia degli automobilisti fermi nella loro perenne coda. Torneremo nel pomeriggio per ritirare i numeri di gara. Si pranza in casa, tutti insieme, chiacchierando e continuando il nostro percorso di conoscenza, l’uno degli altri.

foto gRANFoNdo cAmPAgNoLo RomA

Come pianificato, il pomeriggio si torna alle Terme di Caracalla a ritirare il necessario. Così come accade alla Novecolli, il mondo granfondistico è stato praticamente chiamato in adunanza e non si riescono a percorrere venti metri consecutivi senza fermarsi a chiacchierare con qualche conoscente. L’organizzazione mi appare subito di alto livello. Si riconosce la mano di Piol e un ambiente vagamente Maratona-style. La maglia della manifestazione, gli immancabili prodotti Enervit, piccole cose, che a chi è del settore non sfuggono. Una specie di timbro che accomuna gli eventi di alto livello. È ora di cena. Ormai i cinque attori di questa esperienza hanno fatto gruppo: un po’ come a militare. Si ride, si scherza, ci si prende in giro e, organizzando la “spedizione” del giorno dopo, si passa una piacevole serata. L’indomani si è scelto che il gruppo va in bici alla partenza, mentre io andrò in macchina, in modo di essere poi pronti per tornare a casa. ho l’ansia del parcheggio, arrivo tardi in loco; sono già le otto, ma magicamente scovo una piazza completamente libera a circa 200 metri dalla partenza. Spettacolo! La giornata inizia bene. Le griglie sono piazzate in viale Numa Pompilio, il quale nome ci riporta ai banchi di scuola quando imparavamo la Storia Romana. Un’enorme folla di gente, ben 5350 ciclisti (una Legione) sono raggruppati in questo immenso viale pronti a prendere il via per la prima edizione della Granfondo Campagnolo Roma, che nell’animo della gente è ormai la Granfondo di Roma. Sono in prima griglia, subito dietro a quella vIP, tanto quanto basta per potere facilmente raggiungere il fronte, salutare alcuni amici e scattare alcune foto. Il presidente federale di Rocco, Miguelone Indurain, Alex zanardi, Paolo Bettini, l’accoppiata Sky Chechi/Rossi, e tanti tanti altri ancora... A Roma non ha voluto mancare nessuno.


foto gRANFoNdo cAmPAgNoLo RomA

Si parte! I legionari sono pronti a darsi battaglia sulle strade che porteranno sui due percorsi tracciati nella zona dei Castelli Romani: la mediofondo da 95 chilometri per 1218 metri di dislivello e la granfondo da 150 chilometri e 2250 metri di dislivello. Sono quattro le erte da affrontare per il percorso maggiore e solo due quelle per la mediofondo. I primi chilometri si percorrono a velocità controllata attorno ai Fori Imperiali e nella Roma Antica. Qui purtroppo, forse per l’inesperienza della Polizia Locale o chissà per quale altro motivo, ma dubito per una volontà degli organizzatori che in bici ci vanno e non mi sembrano dei maghi del “surplace”, la velocità, che GIUSTAMENTE doveva essere mantenuta ridotta in modo da creare una passerella attorno a questi monumenti unici al Mondo permettendo al ciclista di assaporarseli appieno, è stata tenuta troppo bassa, tanto da non permettere alle ruote delle biciclette di fungere da giroscopio e mantenere dritto il mezzo. dopo poche centinaia di metri si scatena il panico generale e i ciclisti sono obbligati a manovre da funamboli per non cadere. Morale: nessuno si è goduto lo spettacolare panorama, così come era negli obiettivi dell’organizzazione. Sicuramente il “giro di lancio” sarà da ripetere perché ne vale la pena, ma ci auspichiamo che chi di dovere dia il permesso di percorrerlo ALMENO a 20km/h, tanto da tenere la bici dritta senza funambolismi. All’inizio dell’Appia Antica, caratterizzata dai sanpietrini, comunque pedalabilissima, viene dato il via ufficiale. vuoi per la tensione accumulata, vuoi perché il trambusto ha rimestato le griglie mandando indietro chi meritava di stare davanti, si scatena una bagarre che pare essere l’attacco delle Legioni contro l’invasione dei Saraceni. La velocità si porta subito prossima ai 60km/h complice anche la pendenza negativa. I miei primi 20 chilometri me li ricordo tutti in soglia, al punto che a Frascati, all’inizio della salita verso Monte Compatri, mando tutti al diavolo, butto giù il 34 e lascio che il cuore rientri nei limiti della sopravvivenza. Mi voglio guardare attorno, che diamine! ho percorso 700 chilometri per venire a Roma e ora ne faccio 150 guardando il manubrio? Mai!

re, che è stato qualcosa di avventuroso. Ormai le auto avevano messo in atto una “class action” contro i ciclisti e ci siamo trovati costretti a pedalare nel pieno traffico domenicale. Onestamente, ripeto, non mi sento di biasimare l’organizzazione. Alcune cose sulla carta possono anche funzionare, ma quando poi ci si ritrova sul campo di battaglia, le situazioni spesso cambiano. Sono altresì certo che il direttivo di Bicitaly, la società che formalmente ha organizzato la manifestazione, domenica sera avesse già un blocco notes pieno di appunti, da tenere in considerazione per l’edizione del 2013. L’arrivo nel centro storico è stato senza dubbio l’ultima emozione portata a casa, sebbene, portare l’arrivo davanti al Colosseo sarebbe il massimo... ma non chiediamo troppo alla pazienza dei romani! La vittoria è andata al toscano Alfonso Falzarano, che ha vinto di prepotenza con una lunga fuga di sessanta chilometri nata sulla salita di Segni. dietro di lui la volata tra Massimo Folcarelli, campione italiano ed europeo di cross country, e l’ex professionista davide Torosantucci, giunti in questo ordine.

foto PLAYFuLL NIKoN

volata a ranghi stretti nella mediofondo. Sull’Appia Antica prova un alInnesto la modalità Touring e osservo il panorama, scattando anche lungo Piergiorgio Giacovazzo, ben noto ai più in quanto giornalista del qualche foto qua e là. In cima alla prima salita il primo ristoro che, secon- TG della RAI, ma l’arrivo è ancora troppo lontano e il rischio di “cuocersi” do il mio modesto parere era un po’ tanto anticipato. Siamo al 25esimo è elevato. Ripreso dal gruppo, ai 200 metri parte la volata, regolata dal chilometro e abbiamo impiegato meno di un’ora per giungere qui. Come forte cicloamatore laziale Matteo Cecconi, davanti proprio a Giacovazzo mia abitudine in questi casi mi fermo e rabbocco appena la borraccia e ad Angelo Martorelli. ancora oltre la metà. Tra le donne è Elena Cairo ad apporre la prima firma sull’Albo d’Oro della Si riprende la marcia in discesa verso la seconda erta: la cronoscalata a granfondo, davanti a Cristina Bernardini, e a Irene Gemignani che veste Rocca Priora. La salita è abbastanza impegnativa, ma mai impossibile. i colori giallo-rossi dell’AS Roma. Qui servirebbe il ristoro di prima, ma invece dovremo attendere un bel La mediofondo è stata vinta dalla siciliana Lucia Asero, davanti a Maria po’ prima di trovare il successivo. Si scende e dopo un lunga tratto di Adele Tuia e a Sandra Marconi. pianura si raggiunge la scalata a Segni. Il panorama che ci accompagna Tornando alla mia esperienza, con cosa sono tornato a casa dalla gita per tutta la salita è veramente spettacolare. Giunti in cima, ecco l’ago- romana? Con un bel fine settimana passato nella culla dell’Europa, con gnato ristoro: il secondo. Ma la salita non è terminata.., un lungo mangia- la partecipazione all’evento dell’anno, ma soprattutto, e questa è la cosa e-bevi sembra messo lì apposta per stroncare le gambe. La vista che si più importante, con quattro nuovi amici! gode da qui, però, lascia senza fiato. Bella e Arrivo vittorioso di Alfonso Falzarano divertente la discesa che ci porta a velletri. Qui iniziano a materializzarsi i dubbi che si nutrivano sulla gestione del traffico della manifestazione. Partiamo dal presupposto che di personale agli incroci ce n’era veramente parecchio, ma mi è sembrato (ma forse mi sbaglio io) che non avesse proprio ben compreso come gestire al meglio la situazione. Inoltre, il blocco ecologico di Roma, ha scatenato i romani verso i Castelli, andando così a congestionare una zona già di per sé a rischio di traffico. La discesa sul lago di Albano è stata veramente qualcosa di unico, peccato che l’alta velocità non abbia dato il tempo necessario per goderselo come merita. Il tratto sull’Appia Nuova che da Castel Gandolfo porta verso Ciampino, dobbiamo ammette-


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gRANFONDO DELL’iSTRiA

info@inbici.net

a cura di SAURO SCAGLIARINI

LA cRoAZIA SI PReSeNTA coN LA SuA PRImA gRANFoNdo LA MANIFESTAzIONE AL dEBUTTO SI dIMOSTRA ALL’ALTEzzA dELLE ASPETTATIvE, NON FACENdOSI MANCARE NULLA – dAI RICChI RISTORI AGLI EvENTI dI CONTORNO PER GRANdI E PICCINI – INSERENdO COSÌ, A PIENO TITOLO, ANChE L’ISTRIA NEL MONdO dELLE GRANFONdO. L’ASPETTO SPORTIvO ASSOCIATO A QUELLO TURISTICO ESCE dALLA KERMESSE vINCITORE, E GIÁ SI LAvORA PER IL 2013.

C

Con la prima edizione, appena conclusa, della Granfondo dell’Istria, anche la Croazia entra nel mondo dei cicloamatori evoluti con una bella manifestazione che ha il merito di portare i ciclisti nell’incontaminato interno della regione, dove il bilinguismo (croato e italiano) è salvaguardato dallo Stato. L’evento ha il privilegio di nascere fruendo dell’esperienza di diverse granfondo mtb che si svolgono sul territorio da molti anni (Istria Terra Magica in maggio e Parenzana in settembre), con l’organizzazione inglobata nel team del Consorzio dell’Istria nord-occidentale, la società che raggruppa le aziende alberghiere Istraturist di Umago e Laguna Novigrad ed i Comuni di Umago e Cittanova, insieme a quelli collinari di Buie e verteneglio, dove il percorso, mai piatto, si sviluppa. Con una base così solida, il progetto Granfondo ha un respiro pluriennale ed è parte integrante del programma di eventi del territorio, dove lo sport del ciclismo, in tutte le sue declinazioni, è in cima ai gradimenti del Consorzio. I percorsi sono due – il lungo di 161 km (disl. 1550 m) ed il corto di 84 km (disl. 800 m), che riprendono quelli delle due tappe del Giro d’Italia 2004. L’unico tratto dritto, ma non totalmente piatto, lo si trova solo negli ultimi chilometri che riportano a Umago con un falsopiano piacevolmente confinante con il mare. L’interno invece è completamente differente: mai strappi ripidi, ma si è sempre a mulinare sul cambio ogni poche centinaia di metri. L’asfalto è buono e ben tenuto, ma il pezzo forte è il paesaggio che si alterna fra le colline ricoperte di ulivi e viti, i due prodotti dell’eccellenza enogastronomica istriana, e i boschi di querce dove funghi, ma soprattutto tartufi, sono abbondanti e a buon mercato. Potrebbe sembrare la Toscana, ma anche l’Alto Adige. Poi, in cima alla collina, si vede in lontananza il mare e si ritorna immediatamente alla realtà, aiutati anche dalla piacevole sensazione del clima mite e dall’aria piacevolmente profumata dalla vicinanza del mare. Il primo ristoro è stato la conferma che l’organizzazione conosce i ciclisti: un lungo tavolo in cima ad una salita, con tanti vassoi di strudel ben spolverati di zucchero a velo. A poca distanza, file di bicchieri ben ordinati, pieni di succo di mela, insieme a tanti altri prodotti adatti ai ciclisti. E, mentre si assa-

pora la tipica torta, anche il gusto può confondersi sul luogo: pare di essere, infatti, in un ristoro di una granfondo altoatesina. La partenza e l’arrivo sono posti a Umago, la prima cittadina che si trova entrando in Croazia, subito dopo il confine. La partenza è proprio sul mare, in un’ampia zona dedicata agli sport, dove uno stadio per il tennis, che ospita un importante torneo ATP, sorge a ridosso della pineta. Ampissimo il parcheggio gratuito, servizi offerti dal grande circolo tennis e tanto spazio per stand, pista dedicata ai bambini e tutto quello che serve per una domenica di relax, compresa la pasta al dente e tanta birra gratis. I partenti sono stati 400, sloveni e italiani i gruppi più numerosi, superiori addirittura ai croati. La centralità dell’Istria sarà la sua forza nelle prossime edizioni per avere ciclisti di tante nazionalità, già 11 al primo ciak. Alla partenza anche tre professionisti, i migliori atleti croati attualmente in attività: vladimir Miholjevic, campione croato in carica del team Acqua & Sapone, i fratelli Robert e Emanuel Kiserlovski, il primo alla Astana e il secondo, vincitore della manifestazione sul percorso lungo. Il ciclismo per la Cro-

azia è uno sport emergente e anche i loro atleti più significativi sono piacevolmente coinvolti nella promozione degli eventi di casa, consci del ruolo di ambasciatori del ciclismo. Spulciando le classifica, fa piacere notare che nel corto si è classificata 13ª assoluta, e prima di tutti gli italiani, la triatleta Marina Novel che faceva parte di un secondo gruppetto, terminato a poca distanza da quello dei primi, e nel quale rientrava anche l’ex-pro Rodolfo Massi, che indossò la maglia a pois al Tour del ’98, in Istria per accompagnare un gruppo di amici ciclisti. L’organizzazione è già sintonizzata sul 2013: probabile conferma di data nel primo week-end di ottobre, maglia tecnica in omaggio agli iscritti, altre attività extra-ciclistiche e cicloturistiche soft, pensando ai bambini e agli accompagnatori non ciclisti che avranno la piacevole occasione di conoscere un territorio così ricco di fascino. Classifiche e curiosità su www.coloursofistria.com/ciclismo/2012/ istria-granfondo


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INTEGRATORI PER CAMPIONI a cura del CENTRO RICERCHE KEFORMA

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Creatina e Mountain Bike

L’

L’integratore creatina fa spesso notizia in quanto è l’integratore più diffuso e sul quale i media ricamano più articoli. Purtroppo spesso accade che la conoscenza si fermi solo al nome, i più ignorano i meccanismi che questo alimento attiva. La creatina è una sostanza che è stata tracciata nella carne addirittura nel 1832; già nel 1912 era noto che prendendo creatina per via orale, se ne determinava un aumento della massa muscolare. I nostri muscoli, come massimo, ne possono contenere 4,6 grammi per ogni chilogrammo; non sono però valori validi per tutti: soltanto il 30% circa della popolazione arriva a queste concentrazioni o è molto vicino. L’organismo umano in condizioni ottimali è capace di fabbricarne ogni giorno un solo grammo; in questa situazione si parla di creatina endogena. La quantità restante deve essere assunta con l’alimentazione, in particolare con le carni; questa creatina è detta creatina esogena, viene assorbita dal nostro intestino e trasportata dal sangue ai muscoli. Quali sono i vantaggi che traggono gli atleti che hanno 4,6 grammi di creatina per ogni kg di muscolo nei confronti di quelli che ne hanno un po’ meno, o addirittura non arrivano a 3 grammi? Per gli sportivi la parola d’ordine è fosfocreatina. Attraverso un legame tra la creatina stessa e un fosfato (un legame molto

energetico) si forma fosfocreatina molecola organica in grado di fornire energia, partendo dall’ADP trasformandolo in ATP, l’unica fonte di energia che il nostro muscolo è capace di usare: è questo il meccanismo in grado di ricostruire nella maniera più rapida ATP. Ci sono anche altri sistemi per ricreare questa “benzina” e anche in questo caso interviene la creatina. Uno è quello di combinare zuccheri e grassi attraverso una serie di reazioni biochimiche con l’ossigeno; questa produzione avviene nei mitocondri. Quando nel singolo mitocondrio si produce ATP, si ha il problema che questa molecola non è in grado di entrare nel citoplasma, in quanto troppo grossa per passare attraverso la doppia membrana del mitocondrio. Ed è proprio qui che la creatina entra in gioco svolgendo la funzione di carrier, ossia entra nel mitocondrio, prende il fosfato, tramutandolo in fosfocreatina, esce e dà il fosfato a una molecola di ADP, facendola diventare ATP. Quali sono gli sport nei quali gli atleti traggono più vantaggio dal fatto di assumere creatina per via orale? Dati ricavati empiricamente dicono che sono fondamentalmente due i gruppi di sport in cui c’è un vantaggio nella prestazione quando si ha un aumento del tasso di creatina nei muscoli: 1) le prove con grossa produzione di acido

lattico, per esempio i 200 o ancora di più i 400 metri dell’atletica, in piano o con ostacoli; le prove di nuoto fino ai 100 metri; il chilometro da fermo nel ciclismo, le prove della durata di circa un minuto nella canoa o nel pattinaggio, e così via; 2) le discipline in cui ci sono sforzi intensi, non però continui, ma intervallati da periodi di recupero, periodi in cui si dice che “si paga il debito di ossigeno”, per esempio, la mountain bike, il calcio, il basket e il tennis e così via. L’integrazione di creatina nella mountain bike dà sicuramente dei vantaggi per quelle discipline dove si alternano strappi vertiginosi a discese, come l’xc, l’enduro e a volte anche il marathon. In queste discipline si ha bisogno di ricaricare l’ATP tante volte e velocemente, quindi la quantità di creatina ingerita deve coprire questo fabbisogno. Keforma propone una soluzione che oltre a fornire creatina utile per affrontare questi tipi di fatica, i così detti sport a scatti ripetuti, la fa arrivare all’interno della cellula più velocemente, attraverso un sistema di trasporto dedicato, diminuendo così i tempi di ricarica energetica. CGT Explosion va preso già alla partenza e consumato durante la prima ora. Sono poi aggiunti anche importanti glucidi come sostegno energetico e aminoacidi come glutammina e taurina, utili all’utilizzo della creatina e al contrasto del catabolismo muscolare.



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GIRO dEl GRANduCATO dI TOsCANA

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a cura di ENRICO CAVALLINI

eCCo i vinCitori del Prestigioso CirCuito tosCano

Tanti ospiti presenti per la premiazione all’interno della sala conferenze delle Terme di Casciana foto PlaYFull nikon

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20 ottobre 2012, Casciana terme (Pi) – Si è svolta, all’interno della Sala Conferenze delle Terme di Casciana totalmente gremita, la premiazione del 14° Giro del Granducato di Toscana, ben diretta dallo speaker Gianni Mauri. Numerosi i rappresentanti delle istituzioni che hanno preso la parola, a cominciare dall’amministratore unico delle Terme di Casciana, dott.sa Arabella Ventura, per passare al Sindaco di Casciana, Giorgio Vannozzi, e al Vice Presidente Regionale FCI, Giacomo Bacci. Presenti in sala anche il Vice Sindaco e Assessore allo Sport, Luca Fracassi e il Presidente Provinciale FCI, Roberto Spadoni. Sono saliti sul palco i primi cinque classificati di ogni categoria sia per il percorsi di granfondo che per quelli di mediofondo. Il primo classificato ha indossato la maglia da leader. Tra le società la vittoria è andata al GS Cicli Gaudenzi, davanti al GS

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È AVVENUTA A CASCIANA TERME (PI) LA PREMIAzIoNE FINALE DEL GIRo DEL GRANDUCATo DI ToSCANA, NUMERoSI I PREMIATI DI CATEGoRIA, MENTRE LA CICLI GAUDENzI DoMINA TRA LE SoCIETà. LA GRANFoNDo VAL DI CECINA E LA GRANFoNDo IL DIAVoLo IN VERSILIA SARANNo LE NEw ENTRy. IL GRANDUCATo APRIRà AL CICLoTURISMo SU TUTTE LE SUE PRoVE E NE AGGIUNGE ALTRE DUE.

ARCI Perignano e al GS Cicloamatori Pontedera. Premiati, con 50 litri di vino, anche i primi dieci cicloamatori del Memorial Lombardi che sono rimasti maggiormente in sella. Il lituano Raimondas Rumsas e la fiorentina Ilaria Rinaldi hanno vinto la classifica dei GPM promossa dalla rivista INBICI e da VelòSystem. Matteo Cipriani si è aggiudicato il telaio Parkpre estratto a sorte. Numerose le novità della 15a edizione del Giro del Granducato di Toscana. In primis il calendario che vede l’ingresso della Granfondo Val di Cecina e della Granfondo Il Diavolo in Versilia, che andranno così ad affiancarsi alla Cronosquadre del Tirreno, alla Greenfondo Paolo Bettini, alla Granfondo Casciana Terme e alla Granfondo della Vernaccia.


leader di Categoria granfondo DIS: Sebastiano Signorino ES: Marco Morrone M1: Marco Poccianti M2: Fabio Quercioli M3: Dimitri Colferai M4: Roberto Francini M5: Roberto Rosati M6: Claudio Baronti M7: Giuseppe walter Passuello M8: Roberto Righini TM: Raimondas Rumsas Tw: Ilaria Rinaldi w1: Letizia Dini wS: Maria Cristina Nisi Mediofondo DIS: Stefano Giovannoni ES: Mattia Anzalone M1: Federico Cerri M2: Nicola Ramacciotti M2: Alessio Saccardi M3: Andrea Balli M3: Stefano Del Carlo M4: Stefano Marsili M5: Aliano Giordani M6: Danilo Saletti M7: Alessandro Plotegher M8: Giovanni Anfuso w1: Elena Riccomi w2: Claudia Macchi wS: Laura Vagheggi

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I leader della granfondo del xIV Giro del Gran Ducato di Toscana I leader della mediofondo del xIV Giro del Gran Ducato di Toscana

Altra novità è una maggiore apertura al cicloturismo. Tutte le granfondo vedranno la possibilità di partire alla francese per ognuno dei tre percorsi proposti prima della partenza agonistica. Al fine di offrire al cicloturista un pacchetto ancora più ampio, faranno parte del Granducato cicloturistico,

foto PlaYFull nikon foto PlaYFull nikon

Maurizio Rocchi editore della rivista inbici premia Ilaria Rinaldi vincitrice del G.P.M. VeloSystem – inbici

anche il Giro di Toscana, organizzato da BiciSport a Firenze, e la Chianti Classic di Castelnuovo Berardenga. ovviamente la quota per i cicloturisti sarà sensibilmente ridotta. Al termine delle premiazioni ai partecipanti è stato offerto un rinfresco ai sapori toscani. Il filmato delle premiazioni andrà in onda su Canale 50 con un servizio di 25’ all’interno della rubrica Focus, mercoledì 24 ottobre alle ore 22.00 e in replica giovedì 25 alle ore 12.00 e alle 23.30. Info su: www.girodelgranducato.com


lA ChIAvE dINAMOMETRICA dA sTRuMENTO sCONOsCIuTO A MIGlIORE AMICO dEl CIClIsTA MOdERNO a cura dell’UFFICIO TECNICO EFFETTO MARIPOSA

La Giustaforza in azione nel video tecnico

La ricerca di prestazioni sempre maggiori nelle biciclette da competizione ha portato negli anni ad una progressiva riduzione del peso. L’affinamento dei componenti imponeva però una maggiore cura nell’assemblaggio ed i fabbricanti di gruppi, ormai quasi un ventennio fa, hanno iniziato a specificare sui loro documenti tecnici la coppia di serraggio massima specifica per ogni singola vite, espressa in newton per metro, nm. Molti meccanici ciclisti hanno inizialmente considerato questa informazione superflua, dato che la loro esperienza e sensibilità era la migliore garanzia per il serraggio adeguato di viteria in acciaio su componenti in alluminio o acciaio. Era sostanzialmente vero: la resistenza dell’acciaio lasciava un buon margine di sicurezza, oltre a fornire sensazioni molto chiare in fase di serraggio ad una mano esperta. le cose iniziarono a cambiare con l’utilizzo della viteria in titanio e poi con il proliferare della componentistica in carbonio: la leggerezza era ottenuta a fronte di minori margini di errore in fase di montaggio, e le indicazione sulla coppia di serraggio massima iniziarono a comparire sui componenti stessi. Ignorare questo valore affidandosi all’esperienza era/è ancora possibile, almeno nella maggior parte dei casi, ma il numero di rotture per serraggi non professionali è in costante aumento, dato che i pesi continuano a calare e le tolleranze sono sempre più strette. i rischi associati ad un serraggio non controllato, in termini di responsabilità in caso di infortuni, sono da soli talmente elevati da giustificare per il negoziante l’acquisto dello strumento di cui molti parlano con timore e sospetto: la chiave dinamometrica. Affermatasi in altri campi (sostanzialmente legati all’automobilismo ed alla meccanica di precisione) prima di approdare nel ciclismo, la chiave dinamometrica permette di serrare le viti ad un valore di coppia prestabilito. Proprio perché provenienti da altri settori, le chiavi dinamometriche inizialmente utilizzate per il ciclismo erano pesanti ed ingombranti, poco maneggevoli. Pesanti chiavi industriali, anche se regolabili sui valori impiegati nel ciclismo, non fornivano la giusta sensibilità in fase di serraggio, per cui a bassi valori era impossibile avere le giuste sensazioni nel serraggio. Sembrerebbe sbagliato parlare di “sensazioni” associate ad uno strumento di precisione, ma non è così. la chiave dinamometrica è uno “strumento” per il meccanico, ma non sostituisce la sua sensibilità. Una chiave deve essere dimensionata, anche come peso ed ingombri, all’utilizzo per cui viene progettata. Una chiave troppo lunga fornisce una leva eccessiva, per cui si raggiungono coppie basse di serraggio

con eccessiva facilità: il neofita tenderà a superarle danneggiando la vite, il meccanico esperto sarà comunque dubbioso, anche a serraggio avvenuto. Per questa ragione effetto Mariposa ha progettato e realizzato una chiave dinamometrica specifica per il ciclismo, giustaforza, con valori di coppia regolabili tra 2 e 16 nm. una chiave piccola, ma di grande qualità e facilità d’uso, pensata per utilizzo professionale e per durare nel tempo. La Giustaforza 2-16, alla seconda generazione e declinata ora in due versioni (con testa semplice e testa a cricchetto), è stata un piccolo grande successo di Made in Italy a livello mondiale e continua ad essere ogni giorno “scoperta” da nuovi utenti, oltre ad accompagnare ormai migliaia di meccanici ciclisti nel loro lavoro di ogni giorno. Di recente introduzione è la Giustaforza 1060, una chiave di maggiori dimensioni, per movimenti centrali e serraggi da 10 a 60 Nm, anche questa ormai apprezzata per la sua facilità d’uso e robustezza. Analizziamo nel dettaglio le chiavi dinamometriche. Le due famiglie più diffuse sono costituite dalle chiavi meccaniche a scatto (dove un “click” ed un movimento della testa testimoniano l’avvenuto raggiungimento della coppia) e da quelle digitali (dove l’avvenuto serraggio è testimoniato dall’accensione di appositi led). Noi consideriamo le chiavi digitali poco pratiche per l’uso ciclistico perché mal sopportano lo sporco, le cadute accidentali e l’utilizzo sporadico (trovarsi con la pila QR-code al video Giustaforza scarica quando più si ha bisogno della chiave sarebbe in questo caso probabile): le chiavi meccaniche a scatto, e nello specifico la Giustaforza, sono robuste, resistono agli urti e non necessitano di pile. l’unica accortezza per avere un funzionamento ottimale nel tempo è riportare la coppia impostata al valore minimo prima di riporre la chiave (per non deformare la Chiave molla calibrata all’interno). dinamometrica l’utilizzo della giustaforza (chiave Giustaforza dinamometrica a scatto) è semplice, come II 2-16 Pro mostrato anche nel video tecnico accessibile DeluxeGiustaforza tramite QR code e sul nostro canale youtube (www.youtube.com/effettom): - soprattutto se inutilizzata da molto tempo, far scattare la testa della chiave con il pollice, impostata al valore minimo (2 Nm): in questo modo si previene l’impuntamento al primo scatto, fenomeno raro ma comune a qualsiasi dispositivo meccanico con lubrificazione; - impostare il valore di coppia desiderato, inserire l’inserto adatto alla testa della vite da serrare; - avvitare lentamente la vite, fermandosi non appena la chiave scatta; - al termine dell’uso della chiave, riportare il valore di coppia impostato sulla chiave al minimo (2 nm) e riporla nella scatola. Apriamo una parentesi sul valore di coppia da impostare. le coppie indicate sui componenti sono generalmente quelle MassiMe. Dove riportato “Max 5 Nm”, significa che 5 Nm è la coppia da non superare, non che bisogna obbligatoriamente serrare a 5 Nm. Ad esempio, 4 Nm potrebbe essere più che sufficiente. il valore da utilizzare lo decide, ancora una volta, la sensibilità del ciclista. Sottolineiamo inoltre che, in caso di accoppiamento tra due componenti dove sia indicato su ognuno un valore massimo di serraggio (a esempio uno per il frontalino dell’attacco e uno sul manubrio), il massimo da non superare è quello minore tra i due.


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lA TuA CRONO a cura di LEONARDO OLMI

Dall’esperienza di Max Lelli come migliorare la propria performance nella cronometro info@maxlelli.com

CoMe deve essere la PosiZione in BiCi?

2a Parte

IN QUESTA PUNTATA ANDIAMo A CoNSIDERARE QUALE DEVE ESSERE LA CoRRETTA PoSIzIoNE ChE DoBBIAMo ASSUMERE SULLA BICI DA CRoNo, PER PoTER ESPRIMERE AL MEGLIo LA MIGLIoRE E MAGGIoRE PoTENzA NELLA PEDALATA.

L

Le bici da cronometro sono indubbiamente molto belle esteticamente, dalle forme aggressive ed accattivanti, rivolte alla ricerca dell’aerodinamicità estrema che si esplica in linee uniformi e futuristiche, uniche nel suo genere. Ma inutile avere una bella bici, che ci guardano e ci invidiano tutti, con ruote lenticolari e alti profili da 90 mm, protesi al top, cambio elettronico, ecc., ecc., se poi la nostra posizione su quella bici non è tale da poterci consentire di dare il meglio e spingere al massimo, trasmettendo a terra tutta la potenza che siamo capaci di esprimere dalle nostre gambe. Per fare una buona cronometro, conta sicuramente avere un mezzo all’altezza, ma conta anche e soprattutto che il “motore” (ossia il nostro corpo con le nostre gambe), sia posizionato al meglio su quel telaio. Ecco che in questa 2a puntata, il nostro Max Lelli, dopo averci illuminati lo scorso mese sulla scelta della bici da crono, ci dirà come dobbiamo essere posizionati su di essa. arretraMento e alteZZa sella: Max, come deve essere la posizione ideale della sella e qual è il suo giusto arretramento ed altezza? «Sicuramente leggermente inclinata in basso sulla punta, il cosiddetto fuori bolla. Poi, come abbiamo detto nella puntata precedente, ogni volta dobbiamo considerare il tipo di percorso che andiamo a fare. Ad esempio, su quello completamente pianeggiante dobbiamo pedalare il più possibile sopra il movimento centrale, quindi con la sella molto avanzata, minimo di 4-5 cm rispetto alla posizione normale. Se invece fossimo su un vallonato basteranno anche solo 2,5-3 cm. Mentre bisogna stare attenti a copiare quella tendenza che nelle crono la sella va alzata di 2-3 mm, perché quello che conta più di tutto è la fluidità della pedalata. Andando a variare quella che è la nostra normale posizione sulla bici da strada, potremmo perdere tale fluidità e non esprimere più il massimo della nostra performance. Nel ciclismo moderno, a differenza di quando correvo io, conta sempre di più la cadenza della pedalata, poiché è fondamentale per non indurire le gambe.» Quindi viene da sé chiederti come deve essere la sella, ce ne sono di specifiche? «Per le cronometro ci sono delle selle dedicate che hanno la punta più corta, proprio per facilitare quell’avanzamento del corpo sul movimento centrale che si diceva prima. Da quando nel mondo del professionismo è stata messa la regola della distanza minima (di 5 cm ndr) tra movimento centrale e punta sella con il filo a piombo, le grandi aziende hanno cominciato a fare delle selle specifiche per la crono, evitando La sella deve essere avanzata rispetto alla bici da strada, ma anche fuori bolla con la punta leggermente inclinata verso il basso

Oltre a controllare che la sella sia leggermente fuori bolla, dobbiamo controllare anche la distanza del piombo della punta sella al centro del movimento centrale, che se non vi sono regole, in un percorso piatto possiamo ridurre anche a zero

che le squadre segassero la punta delle selle tradizionali per poterla avanzare. Se non vi sono regole specifiche a cui è soggetta la crono che andiamo ad affrontare ed il percorso è completamente piatto, meglio portare il piombo a zero, ossia la posizione che ci consentirà di esprimere la potenza e quindi la spinta massima. Personalmente trovo molto comode quelle selle leggermente rialzate sulla parte posteriore, dove riesci ad appoggiarti meglio, tipo SMP per intenderci. Per coloro che sono più mingherlini, tengo a precisare di non preoccuparsi di aver scelto la bici sbagliata o di aver posizionato male la sella se quando provano ad andare oltre i 50 kmh tendono a scivolare in avanti, in quanto è del tutto normale. Semplicemente perché quando non c’è peso si perde di potenza tendendo a scivolare in avanti. Ecco perché le crono sono, tendenzialmente, più adatte a coloro che pesano oltre i 70 kg che a quelli sotto i 60 kg. Come ben sappiamo, un ciclista di 58 kg andrà sicuramente meglio in salita che a crono in confronto ad uno di 75 kg, e viceversa, ossia la differenza tra scalatore e passista. Come molti si ricorderanno, un esempio lampante dello scivolamento in avanti lo si è visto a Contador in maglia gialla durante la crono di due


anni fa al Tour de France. Non vi è dubbio che Specialized lo avesse posizionato perfettamente in bici, ma la sua leggerezza lo portava inevitabilmente a perdere potenza quando spingeva ad alte velocità.» a proposito di tour de France, visto che ne hai fatti “solo” 14, oltre a 7 giri d’italia, so che ci tenevi a sottolineare qualcosa? «Sì esatto, ossia che dopo 16 anni da professionista, posso garantirti che di corridori posizionati in bici ne ho visti veramente tanti, stranieri ed italiani, e posso assicurarti che noi, in Italia, siamo molto bravi nel curare la posizione in bici in confronto ai corridori stranieri che, spesso e a mio modesto parere, non sono messi benissimo in bici. Questo è un merito che ci compete e di cui dobbiamo essere orgogliosi.» PosiZione delle BraCCia sulle Protesi: quale deve essere la giusta postura e impugnatura delle protesi durante la crono? «Nella scorsa puntata avevamo detto che, sicuramente, la tendenza è quella che porta ad utilizzare protesi dritte. Alcuni corridori le tengono addirittura rivolte verso il basso, per tagliare l’aria il più possibile, come se si dovesse “inforcare” l’aria, aprirla in due, per rendere più performante l’avanzamento. Lo scopo è quello di esasperare al limite del possibile la posizione chiusa, ovviamente tutto questo lo dico per la mia esperienza fatta in galleria del vento. Anche se dobbiamo considerare che se poi ti chiudi troppo è probabile che non riesci più a rendere al 100%. Quindi, per trovare il giusto compromesso si renderanno necessarie un po’ di prove. Ritorno di nuovo a ribadire il concetto che ci deve essere sempre e comunque un buon dislivello tra sella e manubrio (almeno 15 cm), la schiena deve stare bassa o parallela al terreno il più possibile. Per far ciò avremo bisogno di una buona postura che potremo migliorare e raggiungere solo se ci prepareremo con un paio di mesi in anticipo dall’appuntamento con la nostra crono, che sicuramente non dovrà e non potrà mai essere improvvisata. Ecco che allora diventa importante fare molto stretching ed un buon allenamento un paio di mesi prima, ma di questo ne parleremo quando andremo a trattare la puntata dedicata alla preparazione ed all’allenamento specifico per la crono.» PosiZione della testa e CasCo: dove e cosa dobbiamo guardare mentre pedaliamo? e il ciclo computer dove lo mettiamo? «Premetto che durante una cronometro è molto importante essere coordinato e concentrato al massimo, dobbiamo seguire una linea e cercare di andare a tutta per quello che ci consentono la nostra condizione e le nostre possibilità di quel giorno. Inutile guardare continuamente il contachilometri, poiché questo ci farà soltanto perdere concentrazione e secondi preziosi che, sommati tra loro, alla fine potranno fare una bella differenza. La causa è la coda del casco che abbassando la testa si alza, creando resistenza all’aria, ancora un esempio di ciò che è stato provato e testato in galleria del vento. Questa è una delle ragioni per cui alcuni costruttori hanno optato per dei caschi senza coda, vedi Sky con Wiggins all’ultimo Tour de France. Da ciò deriva il fatto che è meglio posizionare il nostro ciclocomputer in mezzo alle protesi, circa a metà della loro lunghezza, che non sulla pipa manubrio, che ci costringerebbe ad abbassare ancor di più la testa alzando troppo la coda del casco. Recentemente, alcune case hanno infatti sviluppato delle staffe di prolunga che consentono di posizionare il computerino anche oltre le protesi, senza però interferire con i manettini del cambio. Tutto a vantaggio dello sguardo che non ci costringerà più ad abbassare la testa

Se il percorso è completamente piatto, più pedaliamo sopra il movimento centrale e meglio esprimeremo la nostra massima potenza. Posizioni delle braccia sempre sulle protesi e sguardo lungo, cercando di piegare la testa il meno possibile. La borraccia è meglio tenerla sul tubo piantone

alzando la coda del casco. Inoltre, ci tengo a sottolineare che nelle mie lezioni di bici, anche quando non si tratta di crono, ad esempio in quelle che faccio in collaborazione con Davide Cassani, non finisco mai di ricordare ai ciclisti che lo sguardo deve essere sempre lungo, e questo vale soprattutto nella crono. Ovviamente, la posizione ferma e statica ma aerodinamica, a lungo andare potrà arrecarci del dolore al collo, alle spalle, alle braccia ed avambracci, ecco perché diventa fondamentale lo stretching a cui accennavo prima. Infatti, devo dire che, se come italiani abbiamo molta cura e precisione nel badare alla posizione in bici, ne abbiamo un po’ meno rivolta alla pratica dello stretching prima di una gara, che purtroppo tendiamo a trascurare. Un merito che invece devo ammettere appartenere molto di più agli stranieri dai quali, sotto questo aspetto, forse, avremmo ancora qualcosa da imparare. È comunque vero che una crono, data la sua postura diversa da quella sulla bici da strada, necessiterà di un adattamento muscolare a questa specialità che dovrebbe essere affrontata da un granfondista che mediamente pratica già un minimo di 12-15.000 km all’anno. Non ci si può avvicinare alla crono così, a caso, ma ci vuole un po’ di esperienza alla base.»

PosiZione della BorraCCia: serve portarsela dietro? dove è meglio tenerla per farne un uso che non comprometta il nostro ritmo di pedalata? «Serve portarla dietro se facciamo una crono di 20 km o oltre. Altrimenti in un prologo di una decina di chilometri, potremmo anche farne a meno. E poi, a seconda della distanza, dobbiamo valutare quanta acqua metterci, per 20 km direi mezza e non di più. Ci sono varie possibilità per posizionare la borraccia sulla bici da crono, oltre alla posizione classica nel triangolo del telaio, ossia dietro la sella o in mezzo alle protesi. Queste ultime due soluzioni sono usate di più nel triathlon, ossia adatte per le lunghe distanze, ma sono diverse tra di loro e, a parere Il ciclocomputer è meglio posizionarlo in mezzo alle protesi che non sulla pipa manubrio, mio, sconsigliate entrambe per le crono su strada. Quella di in modo da non costringerci ad abbassare troppo la testa alzando la coda del casco tenere la borraccia davanti tra le protesi, anche se l’uso della cannuccia consente di bere senza sfilarla, è una soluzione comoda ma non molto aerodinamica. Quella di posizionarla dietro è, all’opposto, molto scomoda, e richiede dei movimenti e delle contorsioni che, oltre ad essere rischiosi, fanno anche perdere aerodinamicità e tempo. Quindi, a mio parere, la soluzione migliore rimane quella delle borracce piatte o da 66 mm di diametro (più piccole rispetto alle tradizionali e quindi più aerodinamiche) da posizionare sul tubo piantone e non su quello obliquo, in quanto su un telaio piccolo potrebbero risultare più difficili da estrarre.» Max lelli Marsiliana (GR) tel. 0564-60.99.20 / cell. 346-120.4150 www.maxlelli.com / info@maxlelli.com


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GRANfONdO ITAlIA

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a cura di ENRICO CAVALLINI

giusePPe di salvo vinCe in volata la 10a ediZione È IL PALERMITANo GIUSEPPE DI SALVo A VINCERE 10A GRANFoNDo ITALIA IN UNA VoLATA A NoVE. GRADELLINI VINCE LA MEDIoFoNDo. TRA LE DoNNE LA VITToRIA DEL PERCoRSo MAGGIoRE VA ALLA VENoSTANA MARINA ILMER, MENTRE L’ARETINA MIChELA GoRINI FIRMA LA MEDIoFoNDo.

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13 ottobre 2012, Carpi (Mo) – È andata al palermitano di Bagheria Giuseppe Di Salvo, alfiere del Team Maggi Saint-Gobain FRw, la vittoria della 10a edizione della Granfondo Italia, manifestazione che fa da preludio alla ben famosa Maratona d’Italia, evento clou della stagione podistica. È il modenese Stefano Nicoletti a rompere gli indugi e dare vita alla prima fuga di giornata. I due battistrada proseguono di comune accordo fino al bivio dei percorsi dove Nicoletti vanta oltre il minuto di vantaggio. Il gruppo non sta però a guardare e sulla prima salita inizia la corsa vera. Alessandro Bertuola, hubert Krys, Tommaso Elettrico, Michele Maccanti e Giuseppe Di Salvo alzano l’andatura e creano la prima vera selezione di giornata. Poco prima dello scollinamento, il fuggitivo viene ripreso e la testa della corsa resta forte di una decina di elementi. foto elisa solida / PlaYFull nikon foto elisa solida / PlaYFull nikon

Giuseppe di Salvo vince la 10a Granfondo Italia

Tra le donne la vittoria è andata alla forte venostana Marina Ilmer, che precede Candice Criscione e Angela Ternelli. È Silvio Gradellini a firmare l’albo d’oro della mediofondo, davanti ad Andrea Volpi, e Fabio Bulgarelli. L’aretina Michela Gorini va a cogliere l’ennesima vittoria stagionale, davanti Michela Bergozza e Laura Ruggeri. granFondo MasCHile 1. Di Salvo Giuseppe (Team Maggi Frw); 03:10:38; 42,63 km/h 2. Elettrico Tommaso (Asd Calcagni Sport); 03:10:38; 42,54 km/h 3. Maccanti Michele (Asd Cicli Copparo Ancona); 03:10:38; 42,57 km/h

Sul podio della Granfondo Di Salvo Giuseppe, Elettrico Tommaso, Maccanti Michele

Al secondo GPM è Maccanti ad attaccare, seguito da Nicoletti e da Di Salvo. I tre proseguono di comune accordo, ma non riescono a dare soluzione all’azione venendo presto ripresi dal gruppo. I tentativi di fuga insistono, ma il gruppo non lascia mai troppo spazio ai temerari. La corsa va quindi risolta in volata; ai 300 metri i nove si guardano, si studiano e come uno scoppio di fucile parte la volata. A regolare tutti è il siciliano Di Salvo che riesce anche ad alzare le braccia al cielo davanti a Elettrico e a Maccanti.

granFondo FeMMinile 1. Ilmer Marina (Rsv Vinschgau Raiffeisen); 03:29:09; 38,74 km/h 2. Criscione Candice (G.S. Cicli Gaudenzi); 03:45:32; 36,03 km/h 3. Angela Ternelli (Frignano Bike); 3:57:53; 34,10 km/h MedioFondo MasCHile 1. Gradellini Silvio (Pedale Bellariese); 02:05:26; 45,92 km/h 2. Volpi Andrea (Vivo Asd); 02:05:27; 46,03 km/h 3. Bulgarelli Fabio (Gs Sportissimo Toplevel); 02:05:31; 45,96 km/h MedioFondo FeMMinile 1. Gorini Michela (Team Fausto Coppi); 02:12:45; 43,39 km/h 2. Bergozza Michela Giuseppina (hot wheels Team Asd); 02:14:16; 42,96 km/h 3. Ruggeri Laura (Mollificio Modenese Cittadella); 02:14:18; 42,94 km/h



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INBICI PER Il MONdO a cura di ANDREA PELO DI GIORGIO

andigio@alice.it

il doMani arriva seMPre

A

Aprire gli occhi, accorgersi che già ci stai pensando, già sei immerso in quell’ennesima sfida che da solo, con la tua sana irrazionalità apparente e quella verve di incoscienza che ti contraddistingue, ti sei lanciato. Ce l’hai dentro, nel profondo, non puoi fare a meno di accorgertene più volte al giorno, ogni volta che rallenti col pensiero, distogliendolo dal lavoro, dall’impegno che stai seguendo… è lì, presente con il suo fascino, le sue difficoltà e con i suoi impegni, per far sì che il tutto venga organizzato al meglio. Diversa dal solito, senza agonismo, senza un numero di pettorale e compagni di competizione, ma con un grande fascino aggiunto: lei è la tua. Solo con me stesso, immerso in un ambiente scelto con cognizione di causa. Adriatic Coast Run Extreme, una linea immaginaria che unirà la città di Cervia a quella di Santa Maria di Leuca, dove il mar Adriatico si fonde con lo Ionio. La spiaggia e il mare, i miei compagni di corsa a ricordarmi il deserto. Estremamente diversi, ma in fondo simili, sabbiosi e senza confini.

La magia di uno sguardo che si perde nell’orizzonte, senza trovare ostacoli, cullata dalla colonna sonora di onde che si infrangono sulla battigia, tutto avvolto nei tenui colori del mare d’inverno. I miei passi, il mio respiro a scandire il tempo che inesorabilmente, ma lentamente, passerà sul mio corpo, donandomi quella sensazione di vita. Giornate lunghe… tutto ciò che voglio. Sentire passare lentamente il tempo, diversificandolo dal susseguirsi di fine settimana che arrivano uno dietro l’altro, facendoti scappare gli anni, senza lasciare segni. Probabilità di non riuscire? Tante, certo, forse di più di quelle di portare a termine l’evento. Non è importante o meglio non ha l’importanza assoluta, quella è ben salda dentro alla convinzione che mi porta a partire, a continuare a sfidarmi per esplorare i miei limiti, per capire le reazioni del mio fisico, diventando artefice e complice della mente. Dare il massimo è l’aspetto che ti conferisce il premio di vincitore, qualunque cosa accada. Il pianeta “potenza mentale” mi rapisce, immenso da esplorare, da percorrere a piccoli passi, che mi stanno portando a varcare limiti impensabili in un recente passato. Emozioni che inesorabilmente stanno assumendo un ruolo sempre più importante, creando un sano bisogno di essere scovate e vissute. L’impegno profuso nell’organizzazione di tutto ciò che può essere inerente ad una passeggiata di tali proporzioni, crea di per sé emozioni, spingendo la mente a vivere con anticipo quello che potrà essere in quei giorni. Ascolto il battito cardiaco, è già diverso, magico.


Il mio impegno con Amref mi sospinge e diventa tutt’uno con i miei viaggi fisico/mentali: in questo caso abbraccerà la campagna Nazionale “Stand Up for the African Mothers” che ha l’obiettivo di fornire tutti i mezzi che servono a garantire una normale gestazione, parto e proseguo della maternità, alle mamme africane. Una mamma su sedici non sopravvive per mancanza di vaccini, cure e strumenti medici. Troppe. Informazioni dettagliate su come donare e su tutto quello che sarà l’evento a 360° sono disponibili sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/AdriaticCoastRunExtreme e sul mio blog personale http://andreapelodigiorgio.blogspot.com/p/ adriatic-coast-run-extreme.html, mentre per informazioni di qualsiasi genere, nonché circa le azioni di sostegno alla sfida, ci si può rivolgere direttamente a me tramite mail andigio@alice.it o telefono 348-7245395. Nessuna tappa prefissata, spazio alla libertà, alle sensazioni, alla

magia di poter correre nottetempo sotto la luna piena che riflette sul mare, piuttosto che sotto ad un timido sole di dicembre. Un equipaggio (lo ringrazio fin da ora) si occuperà della mia sicurezza e tranquillità, organizzandomi tutto quello che è il contorno, permettendomi quindi di concentrare tutte le mie energie sulla corsa. La compagnia, il saluto di amici colleghi sportivi (runner/ciclisti… meglio in mtb, vista la sabbia) sarà cosa gradita ed auspicata, non garantisco ritmi importanti, ma sorriso e cordialità sempre. Grazie a tutte le aziende, a coloro che mi appoggiano e a INBICI che in questo caso la bici la vedrà sul cavalletto. Lunedì 26 novembre alle ore 12 in Piazza Garibaldi a Cervia, il via ufficiale. Poco più di un chilometro e sarà “sabbia sotto ai piedi”. L’emozione è pronta!


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COPPA lOMBARdIA a cura di ENRICO CAVALLINI

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CHiusa la CoPPa loMBardia – C-PerForManCe Con MoMenti di grande CoMMoZione SI È ChIUSA CoN GRANDI MoMENTI DI CoMMozIoNE E DI GIoIA L’EDIzIoNE 2012 DELLA CoPPA LoMBARDIA – C-PERFoRMANCE. oLTRE 400 GLI INVITATI ALLA CERIMoNIA ChE È TERMINATA CoN IL CoNSUETo PRANzo. DATo IL VIA UFFICIALE AL GRAN TRoFEo MULTIPowER – CoPPA LoMBARDIA: oTTo PRoVE IN QUATTRo REGIoNI.

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Forcola (so) – Sono stati poco oltre 400 i Multipower - Coppa Lombardia. Si allarghepartecipanti alle premiazioni della Coppa rà a otto manifestazioni sparse in quattro Lombardia C-Performance, che si sono ritro- regioni iniziando in Liguria il 24 febbraio con vati domenica 28 ottobre a Forcola, all’inter- la Granfondo Internazionale Laigueglia, per no dei locali del Ristorante La Brace, mentre proseguire il 14 aprile in Emilia a Carpanela neve cadeva copiosa. to Piacentino (PC) con la Granfondo della Si è chiusa così, con la consueta cerimonia delle premiazioni di categoria per i percorsi di granfondo e mediofondo, l’edizione 2012 del circuito lombardo. Non sono mancati i momenti di profonda commozione, quando in sala è giunto Giancarlo Piras, cicloamatore molto noto nell’ambiente, soprattutto al Nord, che il giugno scorso, durante un allenamento è stato investito da un’auto. Da quel giorno Giancarlo, categoria M7, a causa di una lesione spinale, non ha più potuto camminare. È stata una vera ovazione ad accogliere l’ex finanziere, ora in pensione, quando ha fatto il suo ingresso in sala, sulla carrozzina spinta dalla figlia. A Giancarlo, oltre al premio della quarta Le società vincitrici della classifica riservata ai team posizione di categoria, meritato sul campo prima dell’inci- Coppa Piacentina DoP, e poi il 12 maggio in dente, è stato omaggiato un quadro che lo Lombardia a Brescia per la Granfondo Valli ritrae in griglia a Laigueglia, firmato da tutti Bresciane. Il 26 maggio si tornerà in Emilia, i presenti. a Reggio Emilia, per la Granfondo La due A Giancarlo vanno i migliori gli auguri del GS passi Matildica, per tornare in Lombardia il Alpi di rimettersi presto in piedi. 23 giugno, all’Aprica con la Granfondo In“The show must go on” e così le premia- ternazionale Giordana. Da qui si salterà in zioni hanno preso il via dopo la consueta Valle d’Aosta il 21 luglio per la Granfondo anticipazione dell’edizione 2013 del circu- La Montblanc e terminare in Lombardia il 1° ito, che vedrà un’espansione verso altre settembre a Chiesa in Valmalenco (So) con regioni. Grazie a Multipower, azienda lea- la rinnovata Granfondo delle Alpi. der nel settore dell’integrazione alimentare Maggiori informazioni sul Gran Trofeo Multisportiva, prenderà il nome di Gran Trofeo power – Coppa Lombardia verranno pubbli-

cate nei prossimi giorni e sono già disponibili sul sito http://www.coppalombardia.it/ o http://www.grantrofeo.it/. Al termine della cerimonia di premiazione tutti i partecipanti hanno preso parte al pranzo offerto dal GS Alpi, dove sono stati

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serviti piatti tipici valtellinesi, tra cui la ben famosa bresaola e gli amati pizzoccheri. Si è conclusa la giornata con le premiazioni del Gran Trofeo, la combinata che includeva la Granfondo Laigueglia, la Granfondo delle Alpi, la Granfondo Giordana e la Granfondo Noberasco. Ben 85 i premi estratti a sorteggio tra tutti i presenti. Totale è stata la soddisfazione da parte di tutti, sia per la bella giornata passata insieme, sia per le gradite novità annunciate per l’edizione 2013.



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GRAN fONdO sITè dA PRìA

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a cura di ENRICO CAVALLINI

gianluCa Mirenda si aggiudiCa la seConda ediZione della g.F. sitè da Prìa È IL SICILIANo GIANLUCA MIRENDA A VINCERE LA SECoNDA EDIzIoNE DELLA GRANFoNDo SITÈ DA PRìA, ChE DoMENICA 30 SETTEMBRE hA PoRTATo SUL LUNGo MARE DI PIETRA LIGURE (SV) 500 CICLISTI. LA ToRINESE oLGA CAPPIELLo DoMINA LA CLASSIFICA FEMMINILE. IL SoDALIzIo ToRINESE CC PIEMoNTE È IL PIù NUMERoSo A PRENDERE IL VIA.

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30 settembre 2012, Pietra ligure (sv) – È stato il siciliano Gianluca Mirenda a cogliere in volata la vittoria alla 2a Granfondo Sitè da Prìa, andata in scena domenica 30 settembre, nella cittadina savonese di Pietra Ligure.

sti hanno trovato al risveglio domenica mattina, dopo un forte maestrale e la pioggia, che hanno rovinato la bella festa del sabato e che hanno dissuaso i partecipanti dell’ultimo minuto dalle iscrizioni, spaventati dalle previsioni catastrofiche della domenica.

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L’arrivo vittorioso di Gianluca Mirenda Team Maggi Frw

La corsa entra nel vivo al chilometro zero, quando si inizia a dar vita alla prima fuga di giornata. A Spotorno sono una dozzina i ciclisti che affrontano la prima salita verso le Manie. Il gruppo resta unito fino alla seconda scalata alle Manie, quando sul tratto di falso piano, prendono il largo il siciliano, trapiantato in Toscana, Gianluca Mirenda, il biellese Andrea Paluan e il brianzolo Stefano Sala. Alle loro spalle sono gli uomini della Maggi, compagni del siciliano, a tenere a bada gli inseguitori, permettendo al terzetto di testa di incrementare il vantaggio. Il battistrada prosegue unito fino alla salita del Colle del Melogno, dove Paluan e Mirenda allungano il passo, obbligando Sala a lasciarli andare. La situazione resta così invariata fino all’arrivo, dove è la volata tra il siciliano e il biellese a dare spettacolo. Il giovane Gianluca Mirenda ha una marcia in più e vince facilmente su un indomito Andrea Paluan. Arrivo in solitaria per Stefano

Sono stati 500 i ciclisti che si sono presentati nelle griglie di partenza poste sul lungo mare pietrese, pronti ad affrontare il percorso da 97 chilometri tracciato sulle montagne dello splendido entroterra savonese. Tra questi anche l’ex-professionista Andrea “Brontolo” Noè e la professionista whitney Gaggioli, testimonial della manifestazione, intrattenuti dalla capace animazione dello speaker-dj ligure Ugo De Cresi. Un bellissimo cielo terso e una temperatura più che gradevole sono stati il regalo che i cicli-

foto PlaYFull nikon

Alcuni minuti prima del via


foto PlaYFull nikon

I due fuggitivi Andrea Paluan e Gianluca Mirenda

Sala, tra gli applausi del pubblico a premiare la sua tenacia. Tra le donne la vittoria è andata alla coriacea torinese olga Cappiello che fin dalle prime rampe ha preso il controllo della corsa. Non si

deve attendere molto per vedere giungere al traguardo la ligure Donatella Padi che sale sul secondo gradino del podio, che viene completato dalla valenzana Raffaella Palombo. È stata la società torinese CC Piemonte a pri-

Sul podio femminile Olga Cappiello (Team Cinelli Glass’Ngo) Donatella Padi (Cycling Lavagna) e Raffaella Palombo (Team Cinelli Glass’Ngo)

meggiare tra le squadre, lasciando dietro di sé la ligure Ezio Borgna hersh Bike e la milanese Team Cinelli Glass’nGo. La Granfondo Sitè da Prìa, è stata l’epilogo della kermesse ciclistica pietrese “Pietrabikefest” che ha portato nella cittadina tre giorni di ciclismo. Annullate purtroppo, a causa della pioggia e del forte vento, le attività del sabato: la Ciclopedalata pietrese e la maratona di spinning. La festa si è conclusa con le gambe sotto al tavolo del pasta party, dove i solerti Alpini di Loano, hanno servito un pranzo a base di pasta al pesto, arrosto, pane, frutta e dolcetti. Le ricche premiazioni ha messo la parola fine a questa seconda edizione. Premiazioni che sono state seguite da quelle del Gran Premio Mare d’Autunno, circuito di cui la granfondo era la prova conclusiva. «Siamo soddisfatti di come sia andata questa edizione – dichiara Pier Nicola Pesce, organizzatore della LoaBikers, la società che ha organizzato la manifestazione – Il brutto del tempo del sabato e le previsioni che promettevano acqua alla domenica hanno limitato le iscrizioni, ma alla fine il sole ha voluto premiarci e regalare ai partecipanti una bella giornata. Diamo a tutti l’appuntamento a febbraio per la Granfondo di Loano». «Un ringraziamento particolare – continua Pesce – va a tutta l’amministrazione comunale di Pietra Ligure e in particolare all’assessore Pietro Cassanello, che ci hanno dato tutto il supporto necessario. Ma un grande ringraziamento va anche alle Forze dell’Ordine che ci hanno coadiuvato, ai numerosi volontari sul percorso e a tutto lo staff della LoaBikers che ha veramente dato il massimo per offrire una bella giornata di festa ai partecipanti.» Info su: www.loabikers.com/gran-fondo-di-pietra-ligure

ClassiFiCa assoluta MasCHile 1. Gianluca Mirenda (Team Maggi Frw); 02:45:09; 33,32 km/h 2. Andrea Paluan (Asd Team Cycling Center); 02:45:10; 33,42 km/h 3. Stefano Sala (Team Carimate Kuota); 02:46:33; 33,05 km/h 4. Valentino Carriero (Team Maggi Frw); 02:47:38; 32,83 km/h 5. Alfonso Falzarano (Team Maggi Frw); 02:47:38; 32,83 km/h

foto PlaYFull nikon

ClassiFiCa assoluta FeMMinile 1. olga Cappiello (Team Cinelli Glass’Ngo); 03:16:16; 28,01 km/h 2. Donatella Padi (Cycling Lavagna); 03:17:24; 27,87 km/h 3. Raffaella Palombo (Team Cinelli Glass’Ngo); 03:19:56; 27,49 km/h 4. Maria Cristina Nisi (Asd Max Lelli Pellegrin); 03:27:17; 26,56 km/h 5. Monica Cuel (Uc Ezio Borgna Isdc); 03:28:40; 26,36 km/h foto PlaYFull nikon


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vI PREsENTO lO sPEAkER

brina@gocom.it

a cura di NICOLETTA BRINA

giovanni Mauri, oltre dueMila eventi sPortivi Presentati CRoNISTA, NARRAToRE, INTRATTENIToRE, NoN SoLo UNA VoCE ChE PARLA AL MICRoFoNo. EMozIoNI, PASSIoNE, CoNoSCENzA DELLA DISCIPLINA, DEI TEMPI D’INTERVENTo E DEI SILENzI. NoN SoLo SPEAKER. A PRESENTARE IL MESTIERE, L’ESPERIENzA ULTRAVENTENNALE DI GIANNI MAURI, SPEAKER E FoRMAToRE.

giovanni Mauri, 54 anni, milanese e voce nota nel panorama sportivo nazionale: come è approdato a questa attività? «Da atleta a giovane allenatore, poi speaker: a 18 anni ho iniziato ad allenare e a 27 anni ero già tecnico per le squadre nazionali di at-

letica. Sono stato per anni l’allenatore delle marciatrici azzurre, vivendo tutte le più grandi manifestazioni (esclusa l’Olimpiade). Sentivo l’esigenza di raccontare la bellezza del ciclismo, dello sport e dei suoi protagonisti. Nella vita di tutti i giorni seguo l’area media e stampa di un grande ospedale, quindi il giornalismo è il mio mestiere.» Quali eventi ha seguito? «Tutte le manifestazioni più importanti in Italia – dai campionati mondiali giovanili, alla Coppa Europa, ai Campionati europei di corsa campestre, ai meeting, ai campionati italiani – a livello di atletica. Adoro occuparmi anche delle gare di atletica giovanili perché l’entusiasmo dei ragazzi è davvero alle stelle. Quanto al ciclismo, sono speaker di varie granfondo sia su strada che mtb. Tra ciclismo ed atletica, ho superato le 2000 manifestazioni, intervistando oltre 50 campioni olimpici: mi piace quello che faccio, mi diverte, è bello conoscere persone, valorizzare gli atleti e raccontare le loro storie. Non sono solo storie di sport, ma di uomini, donne, famiglie, mogli e mariti che aspettano all’arrivo o che, nervosi, attendono la fine delle prove sugli spalti, per poi sciogliere l’emozione in un applauso. Sono lo speaker da marciapiede, quello che si muove tra la gente, che non resta sul palco.»

foto roBerto Mandelli

È

È il filo rosso che collega le varie fasi di un evento ed i protagonisti dell’evento stesso, permettendo che questo diventi fruibile al maggior numero di persone, addetti ai lavori e non. Ma lo speaker è ancora di più. Giovanni “Gianni” Mauri, oltre 2000 eventi sportivi seguiti, un’esperienza ultraventennale e da tre anni telecronista di Eurosport tv, svela a INBICI i segreti del mestiere.

Qual è l’importanza dello speaker in una manifestazione sportiva? «Lo speaker può diventare uno snodo per le esigenze del pubblico, dei media, degli atleti, degli organizzatori, degli sponsor, deve saper portare l’attenzione là dove serve senza mai

calare l’intensità. Occorre trovare le chiavi di lettura per parlare a tutti, non è solo una corsa in bici o una gara di atletica, ma l’evento offre la possibilità di far conoscere un territorio, la cultura, la gente, una storia, per far vivere a tutti quello che sta accadendo.» Quali sono i requisiti fondamentali per uno speaker? «Nel corso di ‘Speaker per lo sport’ a Milano, che organizzo con la dottoressa Rosanna Massari, ricordo sempre l’importanza di vivere la passione, conoscere le regole degli sport, ma soprattutto prestare attenzione a ciò che accade. La precisione, la capacità di tenere alta l’attenzione attraverso l’utilizzo di un timbro di voce colorato e non monotono, e, ancora l’uso corretto della lingua italiana, la preparazione, intendendo con ciò l’importanza di documentarsi, di studiare per preparare l’evento, senza mai perdere di vista ciò che accade sul momento. Sono questi i requisiti che ritengo fondamentali.» e gli errori più comuni? «Innamorarsi delle proprie parole, compiacersi del suono della propria voce: ci si deve ricordare di dare informazioni utili ed interessanti senza distrarsi. Occorre aver ben presente il proprio ruolo, richiamando così una presenza partecipata a determinati momenti. Non si sta facendo una semplice cronaca di ciò che accade, ma si devono costruire chiavi mediante le quali attirare l’attenzione dell’ascoltatore, coinvolgendolo. L’autocelebrazione, la monotonia stancano l’ascoltatore, l’intensità e passione si avvertono nella voce. Occorre dire le cose giuste e le parole giuste e con misura.» Ci sono differenze nel raccontare i diversi sport? «L’atletica è un multi evento (su pista si arriva a 6 gare in contemporanea, corsa, salti in estensione, salti in elevazione, lanci e premiazioni), quindi la difficoltà sta nel raccontare in simultanea più gare e momenti importanti, dando a tutti pari dignità perché ogni gara ed ogni atleta merita di vivere quel momento come qualcosa di speciale. Nelle telecronache veniamo affiancati in genere da esperti (a me è toccato il bravo velocista Daniele Colli e il superpreparato ds Marco Saligari) perché è importante l’aspetto tecnico, e perché, malgrado l’esperienza, l’errore può essere in agguato.»





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Il TElAIO IdEAlE a cura di ROBERTO ZANETTI

look 675, l’eFFiCienZa integrata

robyzanetti@alice.it

LooK CyCLE È DA SEMPRE AI VERTICI DEL MERCATo MoNDIALE CoN INNoVAzIoNI ChE DI VoLTA IN VoLTA hANNo RIVoLUzIoNATo IL MoNDo DEL CICLo, CoME, PER ESEMPIo, NEL 1984, IL LANCIo DEI PEDALI AUToMATICI A SGANCIo RAPIDo PP 65, CoN I QUALI BERNARD hINAULT VINSE IL 71° ToUR DE FRANCE. SE SI PENSA ChE NEGLI ULTIMI 10 ANNI LA CASA FRANCESE hA DEPoSITATo CIRCA 200 BREVETTI, APPARE ChIARo CoME QUESTA SIA UN’AzIENDA CoSTANTEMENTE RIVoLTA ALLA RICERCA DI NUoVI PRoGETTI E SoLUzIoNI oRIGINALI. L’ENNESIMA MA NoN ULTIMA SFIDA ChE hA ACCoLTo DI RECENTE È Lo SVILUPPo DELL’INTEGRAzIoNE ToTALE APPLICATA AL TELAIo DI UNA BICICLETTA: LA 675 È LA TESTIMoNIANzA PIù TANGIBILE E CoNCRETA DI QUESTA TECNoLoGIA.

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Quando nel luglio del 2010 mi ritrovai a pedalare con una Look 695 sulla pista di Magny Cours, in occasione della presentazione in anteprima mondiale di quella che è ancora oggi il top di gamma della casa francese, ricordo benissimo di avere provato un’emozione particolare. Mi sembrava impossibile che delle biciclette potessero calcare l’asfalto sul quale solitamente sfrecciano i bolidi della Formula 1 o della Moto GP, ma Nevers, la città sede di Look Cycle, è proprio a pochi chilometri dal famoso autodromo. Da quel giorno non ho più avuto modo di testare una Look e quando, a distanza di due anni, sono montato in sella alla 675, ho riprovato le stesse sensazioni di allora. Come dire: Look è sempre Look.

Diverso è il luogo, diverse sono le sigle, diverse sono a tutti gli effetti le due biciclette, ma “essere differenti”, secondo il Look pensiero, vuole anche dire “essere unici”. Da quella data Look ha dato il via a una nuova generazione di modelli dal design moderno e innovativo, come appunto la 675, una specialissima dal forte impatto estetico ma anche un mezzo efficiente e affidabile sia in allenamento che in gara. Nella scala di valori, la nuova proposta di Look per il 2013 si colloca in fascia media, appena al di sotto del modello principe che resta sempre la 695. La geometria della 675 è studiata per ottenere una bici polivalente, molto rigida nella parte del triangolo anteriore e inaspettatamente confortevole sul posteriore, che presenta Prova in salita della 675

anche l’integrazione del collarino reggisella; mentre alla vista l’attacco manubrio sembra essere il prolungamento naturale del tubo orizzontale del telaio. Il gruppo adottato è lo Shimano Ultegra Di2 che, con il passaggio dei cavi all’interno del tubo obliquo, contribuisce a rendere ancora più “integrato” e finemente pulito il profilo e i lineamenti del mezzo. Nella mia valutazione complessiva merita di essere citata anche la forcella in carbonio monoblocco: ottima l’angolazione che, in fase di pedalata, assorbe molto bene le vibrazioni dell’avantreno confermando la rigidità verticale e laterale garantita dalla tecnologia dCsC applicata al carbonio (Dual Confort and Stiffness Concept), anch’essa “made” in casa Look.


La batteria del gruppo Shimano Ultegra Di2 è posizionata nella parte terminale bassa del tubo obliquo. Come si può notare dall’immagine i fili di collegamento sono totalmente integrati nel telaio Fascetta reggisella integrata nella quale si alloggia un tubo reggisella Look Carbon da 27,2 mm e, in primo piano, la comoda sella fìzi:k Ardea bianca con forchetta in manganese

in evidenza: Come ho già scritto altre volte, l’aspetto estetico è sempre qualcosa di molto personale e soggettivo. Detto questo, da qualsiasi angolazione guardi la 675, mi sento di esprimere un giudizio molto buono: linee fluide e compattezza rendono l’idea di una bici solida, senza dubbio fuori dagli schemi e dalle geometrie tradizionali. Quello dell’integrazione è un nuovo progetto di cui Look è precursore, magari non condiviso da tutti, ma molto coraggioso e avveniristico.

L’idea di unire in un’unica soluzione ciclista e bicicletta prende il nome di direct drive: grazie a essa, cioè una serie sterzo corta conica di 1” ½ in basso e di 1” 1/8 in alto con l’eliminazione degli spessori, si sono ottimizzati tutti i parametri del posizionamento. In questo modo, le regolazioni in altezza e in lunghezza dell’attacco manubrio integrato a-stem risultano esatte anche senza l’aggiunta di distanziali e conferiscono maggiore precisione e stabilità nella guida.

Caratteristiche tecniche - telaio: in carbonio hIM (high Modulus Carbon) - Cambio: Shimano Ultegra Di2 elettronico - deragliatore: Shimano Ultegra Di2 - guarnitura: Shimano Ultegra Di2 compact 50x34 – pedivelle 172,5 mm - Catena: KMC x 10 Silver - ruota libera: Shimano 105 10V 12x25 - Movimento Centrale: Advanced Press Fit BB86,5 - Freni: Shimano Ultegra Di2 - Forcella: hSC675 in carbonio monoblocco – 350,00 gr di peso - serie sterzo: head Fit 4 integrato – 1” 1/2 x 1” 1/8 - attacco manubrio: Look A-STEM 3 mm integrato in alluminio - Piega manubrio: 3T Ergonova in alluminio - reggisella: Look Carbon diametro 27,2 mm - sella: fì’zi:k Ardea con forchetta in manganese - Cerchi: Mavic Cosmic SLE in carbonio, h 52 mm - Coperture: copertoncini Mavic yKSion Pro Griplink - Mozzi: Mavic Cosmic SLE - Pedali: Look Keo 2 Max - Portaborraccia: Look (2 supporti di serie) - taglie: XS-S-M-L-XL - Colori: Black Label o Black-white-Red (come bici test) - Peso telaio con forcella: 1150,00 gr (tg. M) - Peso bici completa (come bici test): 7,5 kg comprensiva di pedali

in vendita a partire da: Disponibile da dicembre 2012. tempo di consegna: 20 giorni lavorativi dalla data dell’ordine. Prezzo: Telaio + forcella + attacco manubrio + reggisella: 2399,00 euro al pubblico, iva inclusa. Completa, come modello testato: 5690,00 euro al pubblico, iva inclusa.


Attacco manubrio A-Stem completamente integrato al design del telaio. Oltre all’esclusivo aspetto estetico, questa integrazione permette di applicare il concetto Direct Drive, cioè di ottimizzare tutti i parametri della posizione di guida

da rivedere: Non sempre è possibile raggiungere la perfezione, soprattutto quando si parte da un livello di qualità già molto elevato. Direi che, nell’insieme, la 675 è una buona bicicletta da corsa, che va a inserirsi perfettamente nel proprio segmento di mercato, quello della gamma media, e che quindi per ovvi motivi di contenimento dei costi non può avvalersi di soluzioni al top come quelle adottate dai modelli più prestigiosi. Una per tutte, la compattezza unica in fase di spinta data dalla guarnitura Zed, brevetto esclusivo Look montato di serie sulla 695. Invece, quello che vorrei consigliare alla 675 è una piccola cura dimagrante. Così come è sempre imbarazzante prescrivere una dieta a una bella donna, lo è anche nel caso della 675, ma ridurre il peso di un “chiletto”, considerato l’indubbio fascino del mezzo, potrebbe essere un suggerimento interessante. Traguardo che sicuramente con un altro allestimento (per esempio gruppo Sram Red, ruote full carbon medio/basso profilo e una bella copia di tubolari) non è impossibile da raggiungere. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Look, marchio noto per assicurare la massima affidabilità dei propri prodotti e materiali (principalmente in carbonio), cura in modo maniacale il collaudo prima, durante e dopo la fabbricazione attraverso severi test di laboratorio, garantendo così al cliente finale un elevato standard qualitativo dei propri mezzi. Inoltre, è una delle poche aziende che fornisce agli amatori o ai semplici appassionati gli stessi telai usati dai professionisti. Ciò rappresenta non solo una garanzia ma un notevole valore aggiunto, che contribuisce a distinguere il brand francese da altre realtà del settore. il Produttore: Look www.lookcycle.com

Con il sistema BB Press Fit 86,5 mm i cuscinetti sono inseriti e pressati nel telaio tramite delle capsule in poliammide. Inoltre, la scatola del movimento centrale over size, aumenta la rigidità laterale e assicura al ciclista un maggiore trasferimento di potenza alla pedalata Angolazione della forcella e compattezza del telaio che garantiscono assorbimento delle vibrazioni e rigidità verticale/laterale

il distributore per l’italia: LooK Italia srl Via Giacomo Leopardi, 5 21047 Saronno (VA) Tel. +39 02 96705309 Fax. +39 02 96368948 E.mail: aldo.micco@gmail.com web site: www.lookcycle.com accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: - Casco: Limar 777 www.limar.com - occhiali: Eassun X-Light www.eassun.com - scarpe: Diadora Jet Racer www.diadora.com - abbigliamento: Look Pro Team www.lookcycle.com - strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it - Pedali: Look Keo Karbon www.lookcycle.com



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GRANdI EvENTI

robyzanetti@alice.it

a cura di ROBERTO ZANETTI

la “Festa” di Claudio: 1a granFondo FrW ChI PENSA ChE UNA CoRSA IN BICICLETTA SIA SoLo SUDoRE E FATICA SI SBAGLIA. IL wEEKEND ChE SI È APPENA CoNCLUSo (QUELLo DEL 13 E 14 oTToBRE, TANTo PER INTENDERCI) hA VISTo RAVENNA, CENTRo SToRICo RoMAGNoLo RICCo D’ARTE E CULTURA, ANIMATA DA UN MIGLIAIo DI CICLISTI ChE, CoN LE RISPETTIVE FAMIGLIE, LE hANNo DATo VITA E CoLoRE NoNoSTANTE IL TEMPo MINACCIASSE FREDDo E PIoGGIA. ALLA “FESTA” DI CLAUDIo, AL SECoLo BRUSI, PRESIDENTE DI FREEwhEELING, C’ERo ANCh’Io. CoNFESSo ChE NoN ME LA SAREI MAI PERSA, E VI CoNFERMo ChE SoNo MoLTo CoNTENTo DI AVERVI PARTECIPATo, CoME INVITATo E CoNCoRRENTE, PERChé IL wEEKEND FRw È STATo UN EVENTo RICCo DI INIzIATIVE LEGATE AL MoNDo DELLA BICI VISTo E VISSUTo A 360°. oRA NoN MI RESTA ALTRo ChE RACCoNTARVELo...

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la Cronometro femminile FrW Nella tarda mattinata di sabato, mentre sulla mia auto mi avvicinavo alla sede di Freewheling, cominciavo già a percepire nell’aria un non so che, un’atmosfera diversa da quella che normalmente si respira nella zona industriale di Fornace zarattini. In una tranquilla giornata autunnale, tutto sommato mite per il periodo nonostante le avverse previsioni meteo, donne giovani e meno giovani si accingevano a inaugurare la “Due giorni” di ciclismo firmata FRw con una gara contro il tempo a loro dedicata: 16 km interamente pianeggianti da correre “a tutta”, senza mai distogliere lo sguardo dalla ruota anteriore della bicicletta, senza mai rifiatare. Tutte, indistintamente, hanno offerto lo

spettacolo più bello che gli amanti delle due ruote potessero immaginare, dimostrando che la passione per la bici si può anche tingere di rosa. Ad aggiudicarsi la 1a Cronometro femminile FRw è stata Maria Cristina Prati del gs Cicli Matteoni FrW, che ha vinto in 23m.51s dopo aver pedalato i 16 km a una media di 41 km/h. Munita di una speciale bici da crono e di un filante casco aerodinamico ha preceduto non di molto veronica Pacini dell’asd speedy Cesena, anche lei dotata di bici con assetto ribassato e ruota posteriore lenticolare, che ha concluso la sua prova in 24m.17s. Terza classificata con un tempo di 25m.07s è giunta Monica Cuel dell’u.C. ezio Borgna Hersh Bike, l’unica

delle tre atlete sul podio a prendere il via con una bici di serie accessoriata solo con una coppia di ruote in carbonio ad alto profilo. Claudio Brusi, presidente del team femminile amatoriale oro nero rvB FrW, del quale tutte le 10 tesserate hanno preso parte alla kermesse (positive le prove di daria salsi – 26m.48s, valeria Ciani – 29m.10s e Mirella valdinoci – 29m.29s), è risultato entusiasta dell’evento e mi ha confessato: «Dopo questa crono sono sicuro che altre donne vorranno avvicinarsi alla bicicletta. Il team Oro Nero crescerà con i valori che cerchiamo di portare avanti tutti i giorni: amore per lo sport e per la vita, per l’amicizia, disponibilità a soffrire per raggiungere un obiettivo».

Cinque minuti dopo il via il gruppo, in entrata nel centro abitato di Ravenna, è ancora tutto compatto foto WWW.Fotoravenna.CoM


foto WWW.Fotoravenna.CoM

meno di 1.000 mt di dislivello e “il lungo” di 136 km con circa 1.600 mt di dislivello. Altimetrie non impossibili, anzi oserei dire modeste per una granfondo, ma sin dalle prime pedalate dopo lo start dato da Liliana con tanto di bandierina a scacchi la velocità non è mai scesa (sul mio computerino) al di sotto dei 45/48 km orari almeno per i primi trenta chilometri. La divisione dei percorsi, al 45° km nell’abitato di Meldola, ha fatto da spartitraffico tra lungo e corto. Le salite (4 per il corto e 6 per il lungo), purtroppo, non hanno prodotto quella selezione che in altre gare avviene in modo naturale, quando la lunghezza e le pendenze cominciano a farsi sentire. ovviamente parlo per quei ciclisti foto WWW.Fotoravenna.CoM che hanno corso per la classifica, Terminata la pianura si comincia ad affrontare la prima asperità di giornata. cercando di restare nelle posizioni Alla divisione dei percorsi, i ciclisti che affrontano il corto cominciano a salire alla Rocca delle Caminate più avanzate o nei gruppetti più agguerriti come, per esempio, quello la granfondo FrW in cui mi sono trovato io. Ma c’è anche chi La neonata Granfondo FRw ha preferito godersi una bella giornata di sole non si è fatta mancare proprio autunnale (alle 10, in griglia di partenza, con nulla. Alla sua prima edizione è il cielo plumbeo e l’umidità nelle gambe, non entrata a far parte del “romasi pensava di certo che la giornata si potesse gna Challenge” e del “Brevetaprire e un caldo tepore ci accompagnasse to dell’appennino”, essendofino al traguardo) attraversando in sequenza ne anche la gara conclusiva, Teodorano, Rocca delle Caminate, Motevecui sono seguite le premiazioni scovo, Predappio, Castrocaro, Terra del Sole dei due circuiti regionali svolfino alla panoramica dei Sabbioni, per giuntesi entrambe all’interno della gere al traguardo di Fornace zarattini in tutta sede di Freewheeling. Inoltre, il tranquillità. Alla fine, il pasta party allestito all’inpercorso corto era valevole anterno di Freewheeling e curato dalle sapienti che come prova del campiodoti culinarie del sig. Marangoni e del suo staff, nato “erba vita udace/acsi”, autentici romagnoli DoC, ha premiato tutti i cicontribuendo così a innalzare clisti giunti, chi prima chi dopo, sul traguardo. la qualità del già elevato livello dei concorrenti iscritti. Convegni FrW ed eventi collaterali: L’evento, che punta a diventare La “festa” di Claudio, a parte la componenuna “classica” di fine stagione, te agonistica della manifestazione, ha avuto il si è svolto tutto in casa FRw: suo momento più significativo nel tardo poverifica tessere, consegna meriggio di sabato. Come da programma, pacchi gara, area espositiva, negli uffici della Freewheeling si sono tenuti partenza, arrivo, pasta party e alcuni importanti convegni che riguardano premiazioni, Ciò è stato possida vicino il mondo del ciclismo. ha esordito bile grazie alla collaborazione Alessandro Bertuola del Team Rossetti che opera della Viner-Miche.Lgl-Nautilus vince in volata in simbiosi con Freewheeling e il percorso lungo della 1a edizione della GF FRW Monica Cuel nelle fasi finali della cronometro individuale donne che ha organizzato tutta la kermesse. Claudio Brusi e Liliana foto WWW.Fotoravenna.CoM Raimondi, titolari del marchio ravennate, con l’infaticabile Paolo Franchi (il loro uomo di fiducia e alter ego all’interno dell’azienda) hanno dato il benvenuto ad agonisti e semplici amatori che domenica mattina alle 10 esatte sono partiti a testa bassa sul viale principale di Fornace zarattini, nella periferia industriale di Ravenna. I tracciati previsti e accuratamente presidiati dai volontari e dalle forze dell’ordine erano due: “il corto” di 111 km (a dire il vero, io che l’ho pedalato, ne ho contati 116…) con poco


le classifiche

venti che hanno gratificato molto Cronometro femminile 16 km i relatori. Il via al 1°) Maria Cristina Prati GS Cicli Matteoni FRw 23m.51s dibattito è stato 2°) Veronica Pacini Asd Speedy Cesena 24m.17s dato da giusep3°) Monica Cuel U.C. Ezio Borgna hersh Bike 25m.07s pe Poggi, membro del team Percorso lungo 136 km – 261 classificati (di cui 21 donne) assoluta maschile rossetti e fon1°) Alessandro Bertuola Viner-Miche-Lgl-Nautilus 3h.44m.09s datore di un pro2°) Simone Boscaini Turnover Studio Rehab 3h.44m.10s getto davvero in3°) Luca Celli Tean Lgl Jollywear 3h.44m.11s teressante: «Non 4°) Luciano Mencaroni GC Pedale Fermano Amatori 3h.44m.11s vogliamo essere 5°) Michele Miglionico GC Pedale Fermano Amatori 3h.44m.30s i primi della clasassoluta femminile se» ha sottoline1°) Monica Bandini Somec-Mg.K Vis-Tubozeta 3h.57m.07s ato Poggi «ma 2°) Maria Cristina Prati GS Cicli Matteoni FRw 4h.10m.20s essere normali e 3°) Roberta Monaldini zaff Bike 4h.10m.20s dimostrare che 4°) Marina Lari Max Team 4h.16m.21s 5°) Kerstin Brachtendorf Individuale 4h.16m.23s per svolgere la nostra abituale Percorso corto 111 km – 374 classificati (di cui 34 donne) attività ciclistica assoluta maschile non occorre fare 1°) Angelo Menghini New Limits 3h.00m.55s ricorso ad aiuti 2°) Paolo Di Leonardo Team Calcagni 3h.00m.58s esterni». Grazie 3°) Gabriele Bezzi Individuale 3h.00m.59s a un “laborato4°) Silver Lazzari Keforma Idea Ruote 3h.00m.59s rio di certifica5°) Iader Fabbri Team Passion Faentina 3h.01m.00s zione etica” un assoluta femminile pool di medici 1°) Manuela Bugli GS Cicli Matteoni FRw 3h.20m.05s 2°) Francesca Bertozzi ASD Medinox 3h.21m.16s verifica perio3°) Monica Ceccarelli ASD Superteam 3h.24m.44s dicamente con 4°) Monica Cuel U.C. Ezio Borgna hersh Bike 3h.24m.46s prove ematiche 5°) Cristina Coletti ASD Filippelli Vecchia Parma 3h.24m.46s e test di valutazione funzionale i cicloamatori che il dottor Massimiliano Muccini, collaborato- decidono di farne parte. Il dottor Marco Mare di inkospor, qualificato marchio tedesco gnani, che all’interno del progetto si occupa di integratori molto conosciuto e utilizzato sia dei prelievi ematici, e i dottori Matteo scarpa nel mondo professionistico che in quello ama- e Pierluigi Fiorella del centro olympus che toriale. Il compito di Muccini è stato quello di analizzare nel dettaglio, negli sport di endurance come il ciclismo, l’importanza della corretta integrazione alimentare prima, durante e dopo l’attività fisica sia in allenamento che in gara. Il clou della serata è stato raggiunto quando sono stati toccati argomenti di cui Claudio Brusi e il suo team di lavoro sono da sempre promotori in prima persona: la “Coscienza sportiva” e il “Progetto oro nero”. Il tema della “CoScienza Sportiva” ha acceso l’interesse della platea con domande e inter-

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Il campione di ciclismo Gianni Bugno intervistato dal conduttore Stefano Bertolotti

svolgono le valutazioni funzionali dei ciclisti, ci confermano che si può essere forti atleti senza fare ricorso a sostanze dopanti. Quindi, tutti gli appassionati che praticano le granfondo potrebbero decidere spontaneamente di munirsi di una sorta di passaporto biologico e monitorare periodicamente il loro stato di salute sportiva. Un’idea che va controcorrente in un momento di crisi etica e dei valori della società. Una proposta che vuole includere anche i comportamenti su strada dei ciclisti: basta cartine e borracce buttate a terra durante le gare e in allenamento, basta alle imprecazioni contro auto e passanti. Insomma, la presa di “CoScienza Sportiva” vuole creare ciclisti “gentiluomini” inattaccabili sotto ogni profilo. Per quanto riguarda il “Progetto oro Nero”, la parola è passata a Claudio Brusi, che ha fatto il bilancio consuntivo dopo un anno di attività del suo team femminile di casalinghe e lavoratrici comuni, tutte tra i 35 e i 55 anni (ovviamente dotate di bici FRw, modello Napa Valley Limited Edition). Le sue atlete “non professioniste”, come ci tiene a sottolineare sempre Claudio, hanno confermato quanto sia stata importante per loro questa esperienza sia a livello sportivo che umano; e si sono fatte portavoce di come il ciclismo e la bicicletta possano essere un forte strumento di aggregazione, sport e divertimento, partecipando il sabato alla prova a cronometro e la domenica presentandosi tutte ai nastri di partenza della granfondo. Se è vero che a una festa non può mancare una buona torta, la ciliegina ce l’ha messa gianni Bugno, che con la sua presenza ha regalato a Claudio quel tocco di autorevolezza

Una fase del convegno, al centro il dottor Marco Magnani con il presidente del team Rossetti FRW Giuseppe Poggi

che solo uno degli ultimi grandi “signori” del ciclismo mondiale (e non la penso così solo io) poteva dare. Due volte campione del mondo, un Giro d’Italia vinto dalla prima all’ultima tappa sempre in maglia rosa e ora, appesa la bici al chiodo già da qualche anno, presidente dell’Associazione Corridori Professionisti. Sempre schierato dalla parte di coloro che pedalano, pronto a difendere e tutelare i loro diritti, Gianni ha ancora una volta dimostrato disponibilità, classe e stile, auspicando che iniziative di tale importanza, come la “CoScienza Sportiva”, possano essere presenti non solo nel ciclismo ma anche in altri sport.


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PROsECCO CYClING a cura di MAURO FERRERO

Quando il CiClisMo dÀ sPettaColo

B

Bollicine e coriandoli. Musica e grandi ospiti. La Prosecco Cycling non è soltanto la passerella di migliaia di appassionati che ogni anno, la prima domenica di ottobre, si ritrovano a Valdobbiadene per celebrare l’ultimo appuntamento della stagione ciclistica.

foto loris vettoretto

PASSIoNE PER LA BICI E PRoMozIoNE DEL TERRIToRIo: UN BINoMIo VINCENTE PER UN EVENTo ChE CoNFERMA TUTTo IL SUo FASCINo. oLTRE 1.700 ATLETI, PRoVENIENTI DA 19 NAzIoNI, hANNo PEDALATo TRA I VIGNETI IN UNA DoMENICA DI GRANDE SPETTACoLo. NEL PERCoRSo LUNGo (120 KM) TRIoNFo DI RoBERTo CUNICo E MARINA ILMER. NEL CoRTo (68 KM) SUCCESSI DEL TREVIGIANo ALESSANDRo BIANChIN, PUNTA DI DIAMANTE DEL PRoSECCo TEAM, E DI ASTRID SChARTMULLER. LA PRIMA VoLTA DI GIANCARLo MoRETTI PoLEGATo, IL RIToRNo DELL’oLIMPIoNICo GALTARoSSA. E NEL 2013 L’EDIzIoNE DEL DECENNALE.

È anche un evento che, come pochi, valorizza il territorio e i suoi tesori. Il Prosecco in primis, che diventa una sorta di bandiera da sventolare tutto l’anno. Il vessillo che contribuisce a trasformare la passione per la bicicletta in un grande veicolo di promozione turistica.

foto loris vettoretto

La mattinata della Prosecco Cycling inizia con un brindisi da record: quello dei cento sommelier portati in Piazza Marconi dall’Ais Veneto, presieduto dal trevigiano Dino Marchi. Prosegue con la musica di “Volare”. E si colora di una pioggia di coriandoli, la festa che accompagna le prime pedalate.

La festa è stata doppia per Roberto Cunico e Marina Ilmer. Il vicentino e la bolzanina hanno confermato il successo del 2011, imponendosi, entrambi per distacco, sul percorso lungo. Cunico ha preceduto il lucano Tommaso Elettrico e il veronese Simone Boscaini. La Ilmer si è lasciata alle spalle la genovese Donatella Padi e la padovana Valentina Gallo.

Su, verso le colline ricamate da vigneti, dove la fatica è un po’ meno fatica e magari, al termine della rampa più attesa e temuta, il mitico Muro di Ca’ del Poggio, capita di essere accolti da un campione come Franco Pellizotti, testimonial – si fa per dire – di un ristoro assolutamente inedito a base di fasolari e Prosecco.

Nel corto (68 km), prima vittoria sulle strade di casa per Alessandro Bianchin, punta di diamante del Prosecco Team. Il ciclista di Crocetta del Montello si è imposto in volata su Dmitry Parfimovich, russo d’adozione trevigiana (risiede a Cordignano). Terzo Alberto Bet, di Farra di Soligo. Il risultato, un inedito podio di Marca.


La Prosecco Cycling è sempre più un evento che, sia pur con radici saldamente piantate nel territorio, dove trova linfa ed entusiasmo, guarda decisamente oltre: all’Italia (diciotto le regioni rappresentate al via, dall’Alto Adige alla Sicilia) e più ancora all’estero.

foto loris vettoretto

Dall’estero è giunto anche Charles Versaggi, americano d’origini siciliane, il vincitore dello speciale premio riservato al ciclista proveniente da più lontano. Riporterà a San Francisco, in California, dove abita, una pregiata opera in vetro di Murano, realizzata dal maestro Luciano Gambaro, oltre all’originale collana di tappi, perfetta sintesi di una giornata da ricordare sulle colline del Prosecco.

Il percorso corto è stato l’occasione per il primo impegno ciclistico di Giancarlo Moretti Polegato. Il presidente di Villa Sandi, partito con il numero uno, è giunto al traguardo in meno di tre ore (2h 56’ 02”, 760°). Poi ha sottolineato la bellezza dei luoghi («Un bell’aiuto nei momenti di difficoltà»), confermando il suo apprezzamento per l’evento. Sempre nel corto, bella prova di Mauro Benetton (2h 00’ 39”, 106°), che ha preceduto il campione olimpico di canottaggio, Rossano Galtarossa (2h 12’ 44”, 254°), affezionato frequentatore della Prosecco Cycling e, anche oggi, tra gli atleti più applauditi. Al traguardo pure il principe dei procuratori sportivi, Claudio Pasqualin (2h 32’ 21”, 534°), e il vice sindaco di Valdobbiadene, Pietro Giorgio Davì (3h 11’ 37”, 814°). I numeri – oltre 1.700 iscritti – confermano che la Prosecco Cycling, a dispetto del difficile momento economico, resta un traguardo da non perdere. Il gran finale di

Insieme a Charles, hanno accolto l’invito della Prosecco Cycling atleti di 19 nazioni, quattro in più del 2011. Segno che l’evento è in crescita e sta allargando gradualmente i propri orizzonti.

stagione, per moltissimi appassionati, è qui, tra vigneti e cantine, tra dolci saliscendi e il sorriso ospitale della gente. Qui, dove si pedala senza fretta, perché ogni momento va assaporato con calma.

Il confine della Prosecco Cycling ormai non è più l’Italia, ma il mondo. E da domani inizia il conto alla rovescia in vista dell’edizione 2013: il decennale di un evento che crescerà ancora. La scommessa, con un bicchiere di Prosecco in mano, è che le pagine più belle sono ancora da scrivere.

Esattamente come si farebbe con un buon bicchiere di vino, magari degustato nell’ormai tradizionale Palagusto, una sorta di salone delle eccellenze gastronomiche che a Valdobbiadene, da tre stagioni, sostituisce il classico Pasta Party.

foto loris vettoretto

Tra le donne, netto successo di un’altra bolzanina Astrid Schartmuller, che ha bissato, come la conterranea Ilmer la vittoria del 2011 (per lei è anche il quindicesimo sigillo di una stagione da ricordare). Sugli altri gradini del podio, la bellunese Gloria Bee e la vicentina Michela Bergozza.

Classifiche Percorso lungo (120 km, 1.700 metri di dislivello) uomini: 1. Roberto Cunico (Lugo Cicli Beraldo) 3h 14’ 45” (media 36,81 km/h), 2. Tommaso Elettrico (Calcagni Sport) 3h 15’ 58”, 3. Simone Boscaini (Turnover Studio Rehab) 3h 19’ 02”. donne: 1. Marina Ilmer (Vinschgau Raiffeisen) 3h 30’ 05” (media 34,13 km/h), 2. Donatella Padi (Cycling Lavagna) 3h 37’ 39”, 3. Valentina Gallo (Team Armistizio hard Service) 3h 42’ 10”. Percorso corto (68 km, 821 metri di dislivello) uomini: 1. Alessandro Bianchin (Prosecco Team) 1h 46’ 17” (media 38,55 km/h), 2. Dmitry Parfimovich (Cieffe Banca della Marca Eurovelo) 1h 46’ 20”, 3. Alberto Bet (Cicli Spezzotto) 1h 46’ 58”. donne: 1. Astrid Schartmuller (Lamacart Cycling Team) 1h 48’ 57” (media 37,61 km/h), 2. Gloria Bee (Gs Fonzaso) 1h 57’ 52”, 3. Michela Bergozza (hot wheels Team) 1h 58’ 41”.


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sAluTE INBICI a cura del Dr. ALESSANDRO GARDINI

l’ePatoProteZione riMedi Per un’aZione dePurativa sul Fegato

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Il fegato è il più grosso organo del corpo umano ed assolve a molteplici funzioni metaboliche dell’organismo. Il fegato può essere paragonato ad un operario modello: sempre puntuale, efficiente e che difficilmente si ammala o si lamenta per il troppo lavoro. Purtroppo l’abuso di farmaci, una dieta non idonea, agente inquinante e uno stile di vita squilibrato possono causare a lungo termine problemi di insufficienza epatica o altri ben più gravi (epatocarcinoma). Per insufficienza epatica si intende la compromissione della funzionalità epatica che può portare ad un’insufficienza generale di tutto l’organismo. Questa situazione patologica vede alterate differenti funzioni come la coagulazione del sangue e si manifesta anche con ittero, prurito, parziale o totale incapacità di digestione dei grassi alimentari, ipoalbuminemia e ipocolesterolemia, intolleranza agli zuccheri, irregolarità nel ciclo mestruale o amenorrea, ginecomastia, anemia, manifestazioni di tipo neurologico quali confuso stato di coscienza, tremori e scatti agli arti superiori, colorazione più scura della cute. Frequente è anche la sensazione di facile affaticamento, l’anoressia, l’astenia e la diminuzione della massa muscolare. Proprio perché consapevoli dell’importante funzione che svolge, è bene mantenerlo sempre nelle migliori condizioni ed effettuare, qualora si presenti la necessità, periodi di detossificazione. La natura ci permette l’utilizzo di numerosissimi rimedi vegetali con azione depurativa ma prima di questo occorre tenere presente sempre una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura, priva o con moderato uso di alcolici. Moderare il consumo di grassi, fritture, latticini, cibi affumicati, insaccati. Evitare l’uso eccessivo di farmaci e la concomitanza con bevande alcoliche, limitare il fumo di sigaretta e mantenere sempre il proprio peso corporeo nella norma. Quando la disfunzione epatica è in atto potrebbe essere utile coadiuvare la guarigione ottimizzando l’alimentazione attraverso l’utilizzo di alcuni integratori nutraceutici. Tra i principali rimedi vi sono gli estratti vegetali di Cardo Mariano, Carciofo, Tarassaco, Boldo e recentemente derivati “sintetici” che aiutano la sintesi endogena del glutatione. Il Cardo Mariano, noto fini dai tempi antichi per le sue proprietà disintossicanti, deve le sue proprietà epatoprotettive alla presenza di tre importanti principi attivi noti come silibina, silicristina e la più nota silimarina. Migliaia di studi confermano il suo grande impiego in terapia, si utilizza alla dose di 200 mg una o due volte al dì prima dei pasti. La sua funzione epatoprotettrice è dovuta all’aumento della sintesi proteica con conseguente stimolazione della rigenerazione epatica, all’azione sulle cellule infiammatorie con effetto antinfiammatorio ed all’aumento del glutatione (antiossidante endogeno) con aumento dei processi di detossificazione.

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Il Carciofo, noto anche per le sue proprietà digestive, deve la sua azione a livello epatico a due sostanze, l’acido clorogenico e la cinarina, per le quali sono state documentate proprietà di abbassare il colesterolo e di rendere il fegato “meno grasso”. L’uso del Tarassaco come depurativo risale alla medicina popolare dove era impiegato principalmente come rimedio per eliminare le sostanze tossiche accumulate nei periodi invernali o dopo malattie con lunghe degenze. Contiene moltissime sostanze benefiche come tannino, inulina, flavonoidi, glucidi, vitamine e sali minerali. Recenti studi hanno confermato le sue proprietà di stimolazione della bile e della secrezione biliare grazie alla capacità di fludificare il flusso biliare influenzando positivamente l’attività del fegato. La tecnologia farmaceutica ha prodotto nuove sostanze chiamate “fitosomiali” che permettono un maggior assorbimento dei principi attivi rispetto agli estratti tradizionali; quindi nella scelta dei prodotti è bene valutare quelli con una maggior efficacia clinica. Nella moderna terapia nutraceutica si cerca di favorire, nelle terapie depurative, la sintesi endogena di un potentissimo antiossidante come il glutatione. La somministrazione di glutatione tal quale non dimostra vantaggi, in quanto a causa della sua natura molecolare viene assorbito più lentamente dei singoli amminoacidi che lo costituiscono. Per questo è più conveniente utilizzare gli amminoacidi precursori quali Cisteina, Glicina e Acido Glutammico. È dimostrato che attraverso l’alimentazione possiamo facilmente introdurre glicina e glutammato mentre non è disponibile la cisteina. Il dosaggio utile è intorno ai 200-300 mg al giorno, come glutatione puro. Efficace è l’utilizzo di NAC (N-Acetilcisteina) un precursore amminoacidico: porta alla sintesi endogena di glutatione con potenti effetti antiossidanti, a un miglioramento del sistema immunitario e ad una diminuzione del cortisolo. Il NAC viene usato con dosaggi di 400-800 mg spesso associato ad altre molecole antiox quali acido lipoico, luteina, selenio, vitamine C ed E. Concludendo, in base al vostro stile di vita, ricordate di favorire sempre la detossificazione del fegato: effettuando cicli depurativi anche più volte l’anno per avere sempre un organismo al massimo della forma.

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COI TEMPI ChE CORRONO a cura di ROBERTO ZANETTI, con la collaborazione di MONICA CUEL

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Cara gara! Ma Quanto Mi Costi?

C

Correre costa, lo sappiamo tutti, da sempre, anche se in questi ultimi anni il budget per partecipare alle gare sta diventando particolarmente salato. Infatti, oltre al costo dell’iscrizione alle singole manifestazioni (che in parte può essere calmierato acquistando l’iscrizione all’intera coppa o circuito), bisogna calcolare la sempre maggiore incidenza dei costi di trasferta, specie dopo gli ultimi aumenti della benzina. Tuttavia, esiste un’altra voce, molto particolare, alla quale abbiamo rivolto la nostra attenzione: il costo del cronometraggio. Non quello sostenuto da parte degli organizzatori della manifestazione (che non è affatto irrilevante e che indubbiamente ha un suo peso nel costo complessivo dell’evento, e di conseguenza nel pagamento della quota d’iscrizione da parte del singolo corridore). No, non quello. Bensì quella “piccola tassa” che è stata introdotta all’inizio della passata stagione e che grava – forse impropriamente – sui corridori. Si tratta di una sorta di abilitazione del proprio chip, senza il pagamento della quale – ahimè – non si risulta in classifica. Pensavo fosse un’esclusiva della più importante società di cronometraggio italiana, quella che a conti fatti gestisce l’80 per cento del cronometraggio delle gare ciclistiche nazionali (e mi permetto di aggiungere con ottimi risultati) e che quest’anno ha richiesto a tutti i corridori l’acquisto di un nuovo “chip”. Ma mi sbagliavo. Infatti, in occasione della Granfondo Avesani, al ritiro del pacco gara mi è caduto l’occhio su un cartello in cui si avvisavano i corridori di verificare ed eventualmente convalidare i propri chip. Per pura curiosità ho fatto un veloce controllo, scoprendo invece, con un certo disappunto, che per risultare in classifica avrei dovuto pagare sempre la stessa “piccola tassa” per attivare quest’altro mio chip (finora non utilizzato in altre manifestazioni), tassa che mi avrebbe abilitato per l’intera stagione, che questo caso, ahimè, era già bell’e finita... A conti fatti, ho dovuto pagare per la seconda volta un piccolo sovrapprezzo per regolarizzare la mia posizione con il cronometraggio. Due “chip”, due “piccole tasse”. A questo punto, per fortuna solo due, mi è venuto spontaneo pensare... Da qui una piccola riflessione generale. Abbiamo assistito in questi ultimi anni all’affermazione su tutte di tre società di cronometraggio, ognuna dotata di un proprio specifico sistema di cronometraggio e di un proprio “chip”, che una volta acquistato è personale e abilitato a vita, o che può essere noleggiato di volta in volta in occasione della partecipazione alla competizione al costo di 3 euro (più cauzione). Solo dalla passata stagione, per due di questi gestori, l’abilitazione va fatta di anno in anno, pagando la “piccola tassa” di cui sopra (5 euro). Quindi ancora oggi, con due società di cronometraggio, per partecipare alle loro gare è necessario l’acquisto più il costo di abilitazione dei loro “chip”, sempre che non si decida per il noleggio giornaliero. Cosa che invece non avviene con il terzo gestore. Le cose non sono sempre state così. Infatti, fino a qualche anno fa, ricordo che molti organizzatori si sono presi anche l’onere del cronometraggio della loro manifestazione, imponendo

l’utilizzo di un loro chip di validità giornaliera che veniva consegnato insieme al pacco gara e restituito alla fine della corsa. Molto probabilmente, l’incidenza di questo costo sia sulla quota d’iscrizione alla gara da parte del corridore che sul costo complessivo della manifestazione ha fatto desistere le varie società organizzatrici dal proseguire in questa direzione. A questo punto, non ancora contenti, abbiamo deciso di fare un piccolo sondaggio, per scoprire più da vicino quale sia la realtà delle tre principali società di cronometraggio italiane, che sembra stiano facendo sempre più la parte del leone nel bilancio dei costi di una manifestazione. Ma sarà poi vero? Abbiamo parlato personalmente con: Christian Memè di Champion Chip (sdaM), andrea scaglioni di Winning time e alessandro vedovetto di timing data service. Ecco, molto schematicamente, cosa abbiamo appurato. • Champion Chip Costo del cronometraggio per il comitato organizzatore: variabile, a secondo delle dimensioni e dell’importanza dell’evento (numero di partecipanti). L’incidenza del costo dipende dal numero di rilevazioni e di “tappeti” che verranno collocati sul percorso o, nel caso ce ne fosse più di uno, dei percorsi. Il costo dipenderà anche dalla forza lavoro (cronometristi impiegati nei vari passaggi) e dalla strumentazione utilizzata sul campo gara. acquisto del chip: 10,00 euro una tantum + 5,00 euro per l’attivazione del chip, che è rinnovabile annualmente. Costo deposito cauzionale del chip giornaliero: 7,00 euro da restituire al temine della gara. Costo noleggio del chip giornaliero: 3,00 euro a ogni gara. Web site: www.championchip.it A-Chip di Champion Chip (SDAM) montato con un supporto in plastica sul tubo verticale del telaio di una bicicletta da corsa


• Winning Time Costo del cronometraggio per il comitato organizzatore: dipende dal tipo di servizio richiesto. Nel “pacchetto” proposto ci possono essere delle varianti come, per esempio, l’elaborazione completa o parziale di tutti i dati e delle classifiche finali (assolute, per categoria e per squadra). Il costo varierà anche in funzione del numero di partecipanti regolarmente iscritti o delle postazioni di rilevazione sui percorsi (partenza, intermedio e arrivo). acquisto chip: 15,00 euro complessivi, dei quali 5,00 sono per l’abilitazione annuale, che va rinnovata di anno in anno. Costo deposito cauzionale chip giornaliero: 7,00 euro cauzionali da restituire a fine gara. Costo noleggio chip giornaliero: 3,00 euro a ogni gara. Web site: www.winningtimesportservices.it Il Chip di Winning Time saldamente ancorato agli sganci della ruota anteriore di una mountain bike

maggiori enti della consulta, riuscire ad avere un unico “chip” che il corridore compra una sola volta ad vitam e che valga qualunque gara egli faccia? Un “chip” che sia riconosciuto da tutt’e tre le società? Siamo certi che questo faciliterebbe anche gli organizzatori: niente più code per ritirare i chip giornalieri, che poi bisogna anche ricordarsi di restituire a fine gara per riavere la cauzione (7 euro), niente più errori nel nome dell’atleta e della società di appartenenza nelle classifiche, visto che a ogni chip verrebbe allegata la scheda anagrafica aggiornata dell’atleta, niente più dubbi su quale chip usare se non ci si ricorda chi fa il cronometraggio... ovvio che tutto questo inciderebbe sul business (se di business si può parlare, visto gli utili ridotti all’osso...) delle società di cronometraggio, ma corridori e organizzatori ne trarrebbero, forse, un bel vantaggio. Non si trova completamente d’accordo con la nostra conclusione l’ingegner Alessandro Vedovetto, responsabile di Timing Data Service, che sostiene che «se tutti usassero lo stesso chip il risultato sarebbe una riduzione della concorrenza, la quale consente di avere i prezzi odierni, che sono veramente bassi. Inoltre, i vari sistemi a chip hanno caratteristiche diverse e spesso la scelta dell’organizzatore è anche guidata da fattori legati alla tecnologia adottata, quali, per esempio, la precisione, la velocità di allestimento, l’ingombro, la trasportabilità ecc. Caratteristiche, queste, che possono cambiare anche di molto da un sistema all’altro e possono influenzare la scelta del timing partner. Ovviamente si presuppone che il risultato, nei limiti della tecnologia, sia sempre garantito per tutti i sistemi utilizzabili». Altro interessante spunto su cui riflettere. Ma, ci chiediamo, è davvero così impossibile, per le società di cronometraggio trovare una soluzione comune che ovviamente non le danneggi e al tempo stesso ci (ciclisti e organizzatori) renda tutto più semplice? Pensateci: quante volte vi siete accorti di avere preso con voi il chip sbagliato? o vi siete dimenticati di fissarlo alla ruota (sempre che non lo abbiate fisso al telaio) perché, a seconda della gara cui partecipavate, cambiava il sistema di cronometraggio? Un’altra interessante soluzione potrebbe essere l’utilizzo anche per il ciclismo di “chip a perdere” (cosa che peraltro Timing Data Service già fa soprattutto per MTB e podismo da oltre un anno), così come accade in altre discipline sportive.

• timing data service Costo del cronometraggio per il comitato organizzatore: possono essere formulate molteplici proposte personalizzate, sulla base di un listino che comprende una serie articolata di servizi. Quanti spunti su cui riflettere... Avvalendosi di moderne tecnologie,Timing Data Service Il Chip di Timing Data Service integrato nel numero da apporre sul manubrio, garantisce la precisione al centesimo di secondo delle come si può notare dal transponder rosso in rilievo sul retro del numero stesso rilevazioni in gara e la corretta stesura delle classifiche anche in eventi con un elevato numero di partecipanti. acquisto chip: non previsto. Nel caso di circuiti che raggruppano una serie di gare (anche gestite da comitati organizzatori diversi) Timing Data Service propone un “chip permanente” che il concorrente può acquistare al momento dell’iscrizione al circuito. Costo deposito cauzionale chip giornaliero: non previsto. In alcuni casi, che prevedono il pagamento della cauzione all’atto dell’iscrizione alla gara, questa sarà restituita al partecipante direttamente dal comitato organizzatore e non dal gestore del cronometraggio (in questo caso Timing Data Service). Costo noleggio chip giornaliero: non previsto. Web site: www.tds-live.com Ecco cosa ci chiediamo, e forse vi chiedete anche voi. In questa realtà, in cui sopravvivono, e a fatica, ormai solo tre società di cronometraggio, sarebbe impossibile, magari con un’operazione di coordinamento della FCI o dei


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PROTAGONIsTI a cura di PAOLO MEI

JoHnnY Cattaneo. dall’atletiCa al CiClisMo Fuoristrada, il Passo è Breve CLASSE 1981, UN PASSATo NELLA SQUADRA NAzIoNALE DI CoRSA IN MoNTAGNA, SPECIALITà NELLA QUALE VANTA UN SETTIMo PoSTo IN CoPPA DEL MoNDo ED UN PRESENTE AD ALTo LIVELLo NELLA DISCIPLINA DELLA MoUNTAIN BIKE.

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Partiamo da lontano, dagli albori, sappiamo che arrivi dall’atletica praticata ad alti livelli, poi cos’è successo? «Ormai un decennio fa, dopo aver realizzato quello che per me era un sogno, ossia il 3° posto di categoria (Cat. Promesse) nel campionato italiano di Mazza Maratona di Arezzo, ebbi un infortunio piuttosto serio, una lesione muscolare al quadricipite femorale destro. Furono momenti difficili.» in famiglia avete sempre respirato aria di sport grazie anche a papà, e a quanto pare il tuo fratellino roberto sta crescendo molto bene. «Volendo partire da ancora più lontano, anche il nonno finché corse in bicicletta (sulla specialissima, però) raggiunse buoni risultati da dilettante e passò pure ad una sorta di professionismo per me eroico per qualche stagione. Poi il lavoro lo richiamò alla famiglia. Erano decisamente altri tempi. Mio padre, invece, è il classico amatore, spinto dalla passione, e nel post lavoro si gode il bello della libertà sulle due ruote, mentre mio fratello Roberto si sta concedendo, dopo alcuni incoraggianti piazzamenti tra gli Juniores, una pausa riflessiva... Vedremo!»

ritorniamo al tuo primo amore, la corsa a piedi, sappiamo che hai ottenuto ottimi piazzamenti in World Cup, ma non disdegnavi, a livello giovanile, le distanze lunghe. Per te, un terzo posto nella categoria Promesse in mezza maratona… «Venendo dal classico paesino di montagna, era per me difficile praticare altri sport da ragazzo, se non, appunto, l’atletica leggera. Grazie all’Atletica Valle Brembana, che tutt’ora ha una struttura efficiente e ben organizzata, conobbi l’atletica, in particolare la corsa in montagna. E quando ci misi un po’ d’impegno (dai 17 anni in poi) ottenni anche qualche discreto risultato, tra i quali un 6° e un 7° posto ai Campionati del Mondo di corsa in montagna, dei podi ai Tricolori e anche qualche convocazione in Nazionale... Ero insomma gasato ed appagato per quel che facevo! Alcuni personali: 1h 06’50’’mezza maratona, 9’15’’ sui 3000 siepi, 30’55’’ nei 10.000 metri (ottenuti tutti nelle categorie giovanili, ovviamente).» nel 2003, a causa di una lesione al quadricipite, la tua vita agonistica è costretta a cambiare. Che cosa succede? «Mi faccio male, il problema persiste, mi dico che con lo sport è finita, invece un amico, Claudio Oprandi, mi presta una mtb. Giunge la prima gara, la GimondiBike: scollino insieme al gruppo dei primi 10, buco e mi ritiro. Non è stata la fine, ma l’inizio della mia seconda vita.» il 2006 è un anno determinante: smetti di lavorare per dedicarti alla mtb a tempo pieno…

«Lavoro nel mio Comune, un lavoro tranquillo e sicuro, ma non mi accontento. Alcuni amici mi offrono un’opportunità, ossia provare a fare il corridore. Insomma, ho un altro sogno da realizzare e ci provo. Sto con il Lissone Mtb due anni, vinco alcune gare, mi piazzo al 6° posto all’Europeo marathon e 13° al Mondiale nello stesso anno. Sono risultati che mi spingono ad insistere.»

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le stagioni successive ti regalano molte soddisfazioni: incontri un personaggio trentino che in carriera ha vinto 2 giri d’italia e nel 2008, forse un po’ tardi, provi a giocare le tue carte su strada, ai massimi livelli. Che ricordi hai di quell’esperienza? «Devo dire che in quel periodo la mia formazione ciclistica ha registrato una forte accelerazione. Una squadra pro nella quale crescere e fare esperienza, credo sia il massimo per uno che va in bici solo da 2 anni. Ringrazierò sempre Il Gibo (Simoni, ndr) e la Famiglia Fontana (Cicli Olympia) che mi permisero di testarmi anche su strada e di vivere situazioni nuove. Ho comunque terminato quell’esperienza comprendendo tuttavia che la mtb è e resta il mio mondo!» ritornato in pianta stabile al fuoristrada, probabilmente trovi la tua dimensione, la tua amicizia con Marzio deho si fortifica. Condividete corse e vittorie. raccontaci di lui, bandiera italiana delle lunghe distanze da 20 anni. «Pettine in tasca, sempre pronto! (ride, ndr) Con questo si può capire lo spirito di Marzio!! E da lui ho imparato (anche a vincere) molto, fuori e dentro le gare. Abbiamo condiviso molte esperienze, alcune anche


gli appassionati, gli addetti ai lavori ti ritengono specialista delle longdistance, ma quando hai partecipato agli italiani XC non sei andato lontano dalla vittoria. Quale delle due specialità preferisci? «Io mi ritengo un atleta polivalente, certo il crosscountry e le marathon si stanno allontanando molto in termini di preparazione fisica. Finché mi sarà possibile, cercherò di tenere il piede in due scarpe perché una non esclude necessariamente l’altra. E in fondo mi piacciono entrambe le discipline.» entrando nel settore tecnico: 26, 27.5 o 29? «Forse il giusto compromesso è la 27.5, ma non ne ho ancora avuta una; la 26’’ è la bici che preferisco, tuttavia in alcune competizioni, come le gare a tappe ad esempio, ritengo sia migliore una 29’’.» gli appassionati vorrebbero assolutamente sapere come ti alleni, com’è la tua settimana tipo? «Durante la stagione, una settimana tipo prevede un paio di giorni di fatica su strada, tipo il martedì e il giovedì, nei quali si fa la distanza con i lavori, cui si aggiungono un paio di giorni di recupero attivo e il resto mtb su percorsi divertenti e nervosi.» il più bel ricordo agonistico? e il peggiore? «Indubbiamente una vittoria al Campionato Italiano Marathon e, per contro, l’averlo perso qualche anno prima, quando ormai lo sentivo mio.» Puoi stilare un bilancio del tuo Mondiale Marathon? foto neWsPoWer Canon

foto neWsPoWer Canon

estreme come ad esempio la vittoria ottenuta nel 2008 nella Trans Rockies in Canada: fantastico!»

«Il mio 2012 è stato un anno positivo, mi son tolto alcune belle soddisfazioni, vincendo durante tutta la stagione. Il mio Mondiale è stato di buona qualità, nonostante nell’ultima gara mi sia ritirato per un guasto meccanico quando un piazzamento nella top 5 sarebbe stato possibile... Ho avuto un’altra bella lezione di vita della quale fare tesoro.» Hai concretizzato molto, nonostante la tua carriera ciclistica sia ancora giovane, ma c’è un titolo, una vittoria che ti è sempre sfuggita e che vorresti inanellare? «Chi non vorrebbe vincere una gara simbolo tipo una Dolomiti o una Roc d’azur?» Hai un idolo sportivo? «Più di uno. Da che sport inizio? Nella mtb ammiro uno che ha saputo vincere tanto sia in XC che marathon, Thomas Frischknecht, una bandiera!»

Hai qualcuno da ringraziare dopo tanti anni di agonismo? «Ovviamente, ho molte persone da ringraziare, a partire dalla mia fidanzata Nadia, la mia famiglia fino agli inossidabili amici del mio fan club.» una volta sceso dalla sella della bicicletta, cosa fai nel tempo libero? «Durante la stagione agonistica non ho praticamente vita privata. Tutto ruota attorno alla mtb. Fortunatamente nei due mesi di transizione, ho molti hobbies: oltre a visitare nuovi angoli di mondo durante le vacanze, mi piace sciare, andare in moto, concedermi serate tra amici.» Hai 31 anni, hai già pensato ad un futuro, al termine della carriera? «Ancora no... in fondo ho appena iniziato.»


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ENERGIA E INTEGRAZIONE INBICI a cura dell’EQUIPE ENERVIT

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Nel corso del XXXII Congresso Mondiale di Medicina dello Sport, tenutosi a Roma dal 27 al 30 settembre 2012 presso l’hotel Cavalieri hilton, ha riscosso un grande successo il workshop dell’Equipe Enervit di scienza della nutrizione dal titolo “Prima, durante e dopo lo sport”. Più di cento i medici che hanno assistito al Simposio manifestando grande interesse. Moderatore è stato il professor Giovanni Scapagnini, biochimico dell’Università del Molise. La prima relazione è stata tenuta dal prof. Enrico Arcelli, già professore associato al Dipartimento di Alimentazione, Sport e Salute dell’Università di Milano. Arcelli ha elencato le molte novità che si sono avute negli ultimi anni nella dietologia dello sport, per esempio quelle riguardanti il ruolo che ha nell’anemia dell’atleta l’epcidina, un ormone che rende più difficile l’assorbimento del ferro e l’utilizzo del ferro già contenuto nei depositi dell’organismo. La concentrazione dell’epcidina si eleva con l’aumento dello stato infiammatorio dell’organismo, mentre tende a tornare verso la norma, oltre che in seguito a una dieta antinfiammatoria (quale è la zona), in seguito all’utilizzo costante di olio di pesce, proprio perché si riduce lo stato infiammatorio dell’organismo. Molto importante è anche il timing dell’assunzione delle proteine in seguito al lavoro eseguito in palestra con l’obbiettivo di ottenere il massimo incremento possibile della forza o della massa muscolare. L’effetto maggiore si ottiene se, subito dopo la seduta, si assumono – assieme ad alcune decine di grammi di carboidrati – circa 30 grammi di proteine, fra l’altro apportatrici di oltre 2,5 grammi di leucina, l’aminoacido a catena ramificata che ha di per sé la capacità di favorire la sintesi proteica.

Il professor Giuliano Fontani, dell’Università di Siena, è stato il secondo relatore del workshop. ha parlato delle ricerche compiute – con la collaborazione di Silvia Migliorini, Leda Lodi ed Enrico De Martino – riguardo l’effetto che hanno gli acidi grassi omega-3 su alcune caratteristiche di tipo neurologico capaci di influenzare la prestazione. Queste sono in particolare la capacità di mantenere e variare la concentrazione mentale, il controllo dell’esecuzione dei gesti motori, la reattività e la velocità dei movimenti. Tali fattori sono tutti influenzati dalla trasmissione nervosa e dalla permeabilità delle membrane, a loro volta influenzate dall’utilizzo di acidi grassi omega-3. Le ricerche dell’Università di Siena hanno dimostrato che gli acidi grassi essenziali omega-3 riducono i tempi di reazione, specie quelli complessi, particolarmente importanti in molti sport. Essi, per di più, migliorano il tono dell’umore. La relazione successiva è stata quella del professor Scapagnini che invece ha parlato dei polifenoli, le piccole molecole che derivano dagli alimenti di origine vegetale e che, una volta assunte, possiedono, con caratteristiche anche piuttosto differenti fra un polifenolo e l’altro, capacità antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali. Le popolazioni che vivono più a lungo e che hanno un’incidenza ridotta di malattie cardiache, di diabete e di cancro, del resto, sono consumatrici di grandi quantità di frutta e di verdura, spesso molto colorate e dunque ricche di polifenoli. Alcuni polifenoli inoltre sono in grado di favorire la biogenesi mitocondriale, vale a dire l’aumento dei mitocondri, quei corpuscoli nei quali viene prodotto l’ATP, la “benzina” utilizzata dalle cellule, comprese le fibre muscolari. foto BettiniPHoto


ha poi parlato Luca Mondazzi, dello Sport Nutrition Service della Mapei Sport e dietologo di molti atleti ed equipe sportive. Nel corso della sua relazione dal titolo “Alimentazione durante l’esercizio di endurance” Mondazzi ha per prima cosa escluso che l’assunzione di lipidi possa avere una qualche importanza nel corso delle prove lunghe. Il ruolo più importante è sicuramente quello svolto dai carboidrati. Se si assumono glucosio e maltodestrine (queste ultime danno origine, con la digestione, a molecole di glucosio) potranno essere utilizzati dai muscoli circa 60 grammi di carboidrati per ora poiché può essere sfruttata soltanto una via di transito dall’intestino al sangue. Se, invece, viene contemporaneamente assunto anche

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fruttosio (quest’ultimo zucchero in un quantitativo un po’ inferiore a quello delle maltodestrine o del glucosio) vengono utilizzati anche altri trasportatori, quelli appunto che trasportano il fruttosio dall’intestino al sangue, e aumenta sensibilmente l’apporto di carboidrati assorbiti dai muscoli. L’ultima breve relazione è stata presentata dal professor Mariano Casali, cardiologo pavese, il quale ha parlato dell’iponatriemia (vale a dire della diminuzione della concentrazione del sodio nel sangue, talvolta molto pericolosa) che si può determinare nel corso delle prove molto lunghe, più facilmente nelle donne. Talvolta si ha un edema di notevole entità agli arti inferiori. Per prevenire tali problemi, secondo Casali, è importante la prevenzione, basata soprattutto sulla dieta antinfiammatoria, con utilizzo di carboidrati a basso indice glicemico, di proteine “magre”, di polifenoli e omega-3. I relatori hanno poi risposto alle numerose domande dei presenti. Per info: mail: equipe@enervit.it numero verde 800 40 30 30

dalla ricerca e innovazione dell’equipe enervit è nato il progetto: enervit sport Competition, una vera innovazione nello sport dedicata ai giorni in cui si vuole ottenere il massimo in allenamento o in gara. enervit propone una linea di prodotti “durante” dall’altissima prestazione. le formulazioni avanzate e l’assimilazione ottimale dei componenti sono il risultato di studi dedicati a prolungare la disponibilità di energia e a dare una risposta pronta alla più intensa attività fisica. la giusta scelta per la linea enervit sport Competition inizia con la barretta tecnica: Power sport Competition al nuovo gusto arancia. 75% dell’energia da carboidrati, solo il 3% di grassi, ideale anche nei momenti di sforzo più intenso (euro 1,80 cad). il durante è completato poi da enervitene sport Competition, integratore energetico a base di carboidrati bilanciati secondo la formula C.oX, che contiene 25 mg di caffeina per cheerpack (l’astuccio da 5 cheer pack euro 17,90). ed infine un integratore di sali minerali, g sport Competition, caratterizzato da carboidrati bilanciati sempre secondo la formula C.oX., contiene 80 mg di caffeina per busta ed è un prodotto ipotonico: 1 bustina da 30 g si scioglie in una borraccia da 500 o da 750 ml. un sorso ogni 15/20 minuti (l’astuccio da 10 buste, euro 15,00). se si pedala per più di un’ora e mezza, è fondamentale assumere carboidrati con una certa regolarità. gli studi suggeriscono una miscela ideale composta da maltodestrine assieme a fruttosio che hanno un transito rapido attraverso lo stomaco. nei prodotti da assumere durante lo sforzo (liquidi, in gel, in barrette), il rapporto migliore fra maltodestrine e fruttosio è di 1,3 a 1, secondo la “formula C.ox” (“Carbohydrate oxydation”, ossidazione dei carboidrati). in questo modo, alcuni ciclisti potrebbero riuscire, in teoria, ad utilizzare fino a 1,7 grammi di carboidrati per minuto, ossia il 70% in più di quello che “bruciano” se prendono da soli il glucosio o le maltodestrine. il fatto che questa sia la miscela giusta di energia è suffragato fra l’altro da un recentissimo studio condotto su 10 ciclisti ben allenati da alcuni ricercatori dell’università di Wellington si è visto che, anche per un dosaggio di 80 grammi per ora, una miscela maltodestrinefruttosio risulta molto più vantaggiosa dell’assunzione di un solo carboidrato (maltodestrine o glucosio o fruttosio). il tempo medio impiegato in test sia in mountain bike che su strada, infatti, si è ridotto di circa il 2%. si è dimostrato, dunque, che anche per dosaggi più bassi vale quanto si era visto prendendo 150 grammi per ora della miscela “giusta”, quella di maltodestrine e fruttosio. grazie ad essa, infatti, si possono sfruttare due diversi gruppi di trasportatori di carboidrati dall’intestino al sangue mettendo così a disposizione dei muscoli una maggiore quantità di energia per ogni minuto. enervit sito: www.enervitsport.com



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uNI.TEAM TRENTO a cura di DANIELE MORAGLIA

d.moraglia@sport-time.co

un sogno diventato realtÀ LAUREARSI, CoNSEGUIRE RISULTATI SPoRTIVI E VENIRE INSERITI NEL MoNDo DEL LAVoRo: QUESTI SoNo GLI oBIETTIVI DEL PRoGRAMMA UNI.TEAM. 13 RAGAzzI AL LAVoRo PER CoSTRUIRE UN FUTURo ChE, A 3 ANNI DAL VIA AL PRoGETTo, CoMINCIA A DARE I PRIMI, PoSITIVISSIMI, FRUTTI. CoME DIRE, “GIoVANI CAMPIoNI, CRESCoNo”.

risultati sportivi ed introdursi nel mondo del lavoro con una marcia in più. I ragazzi sono andrea Pederzolli, tommaso Pavan, gianluca Pozzatti, gabriele Carretta, andrea Marcello Mambuca, Michele Zorzi, Bruno aor e ilaria Zane, ai quali si aggiungono le new entry luca Faidutti, nicola sessini, andrea Biani, riccardo Wasserman e nicolò Martinello. Chiacchierando con i responsabili del programma si capisce quanto sia duro riuscire a trasformare i sogni in realtà. Come tutte le novità, la fase più dura è quella di avviamento, durante la quale bisogna unire il gruppo e coinvolgere partner che possano aiutare il programma a crescere e a ottenere risultati. risultati arrivati quest’anno, frutto di un’accorta programmazione. Ultimo in ordine cronologico, il secondo posto al Campionato italiano a squadre svoltosi a Tirrenia, conquistato da degasperi, Pederzolli, Carretta, Pozzatti e Mambuca.

Altro importante risultato stagionale è stato conseguito da andrea Pederzolli, vittorioso al Campionato italiano di Triathlon Medio nella categoria S1. Non si devono dimenticare, sempre di Pederzolli, la vittoria al Triathlon di Treviso, il secondo posto al Triathlon di Nibbiano e a quello di Lido delle Nazioni, il terzo posto al triathlon di Piacenza; i terzi posti di Pozzatti a Porto Sant’Elpidio, di ilaria Zane al Triathlon di Sanremo e di gabriele Carretta al Triathlon di Nibbiano. Numerosi i partner, cresciuti anno dopo anno insieme al programma, che hanno deciso di investire con una sponsorizzazione tra cui ecomaterie srl, sport time srl e Casse rurali trentine, che ben si inserisce nel contesto, perché da tempo offre agli studenti universitari strumenti innovativi e servizi dedicati, quale ad esempio il Conto università, oltre al supporto tecnico di Bemme, fi’zi:k, Carrera, allenatime.com e new Balance.

foto Matteo Bridarolli

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uni.team è la storia di un gruppo di persone che crede fortemente nei propri sogni sino al punto di renderli reali. Il gruppo di persone è formato da professionisti di varia estrazione, uniti dalla passione per lo sport; il sogno è quello di pensare che nella realtà scolastica italiana ci possa essere spazio per conciliare al meglio studio e sport; la realtà è il Programma uni.team. I sognatori sono alberto Bucci, gianluca tasin, diego Pozzatti e alessandro degasperi che, supportati da Università di Trento, CUS Trento e Dolomitica Nuoto CTT, permettono al Programma UNI.Team di essere riproposto per il terzo anno consecutivo. Insieme hanno amalgamato un team di collaboratori composto da coordinatori, tecnici e comunicatori per lanciare un qualcosa di unico in Italia che, oggi, consentono a 13 studenti/atleti di provare a realizzare i loro sogni: giungere ad una laurea, conseguire


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BIkE EvOluTION TEAM a cura del DR. PIERO FISCHI

un anno di suCCessi IL LAVoRo DI SQUADRA INSIEME ALLo SPUNTo DEI SINGoLI CAMPIoNI, PER UNA STAGIoNE DI RECoRD DA INCoRNICIARE.

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Novembre è il mese in cui ci si ferma per tirare una riga e fare un bilancio della stagione appena conclusa; succede così anche per Bike Evolution, la squadra di Busalla – un paese in provincia di Genova – che ha al suo attivo numerose vittorie. ogni anno si cerca sempre di fare meglio di quello precedente e questo è lo stimolo che anima questa società, anche se in alcuni casi è impossibile migliorarsi, proprio perché si è raggiunto il vertice massimo. È il caso di Ezio Soro, già Campione del Mondo nel 2011 e confermatosi tale anche quest’anno: in casi come questo non c’è nulla da chiedere di più, perché ci si può solamente confermare sul gradino più alto. Pochi sono i ciclisti – stiamo parlando ad ogni livello – che sono riusciti a vincere il Campionato del Mondo e davvero pochissimi quelli che hanno fatto il bis: Soro appartiene a questa cerchia ristrettissima ed il fatto di avere per sempre il bordo della maglia con i colori dell’iride gli ricorderà la sua eccezionale doppia impresa. Anche quest’anno, l’azione da “finisseur” del corridore novese ha stroncato i rivali,

spalancando la porta ad un emozionante arrivo con le braccia al cielo. Sempre parlando di Campionati del Mondo, basta trasferirsi dall’Udace alla Fci per ritrovare ai vertici un’altra atleta della Bike Evolution: si tratta di Patrizia Cabella, medaglia di bronzo nella prova iridata Uci, corsa in Sud Africa. Brava nelle prove di qualificazione, Patrizia si è superata in una gara caratterizzata dal forte vento e che ha visto primeggiare i corridori “veri” come lei, dopo una prova lunga e molto dura. Questo è solo l’apice di una stagione condotta sempre ad altissimo livello e che ha visto l’atleta primeggiare anche nelle numerose gare in linea e granfondo disputate. A proposito di granfondo, non possiamo dimenticare le numerose vittorie del bosiese Piergiorgio Camussa, uno dei dominatori della stagione granfondistica e vincitore di molte gare e della prestigiosa Coppa Piemonte. L’ex professionista ha messo in fila il gruppo numerose volte, sfrecciando sempre tra i primissimi nelle manifestazioni in cui si è schierato al via. Patrizia Cabella e Ezio Soro

Da segnalare anche il primo posto di Luca Alessandri nel Campionato Italiano Bersaglieri della Compagnia Atleti nella categoria M5 e la vittoria della coppia Parodi-haupt nel Campionato Italiano Avvocati corso a Catania, dove haupt ha bissato il successo anche nella gara in circuito nella categoria M7. A suggello di tante vittorie individuali, si pone il primo posto assoluto di Bike Evolution nella gara di Campionato Regionale a cronometro a squadre, un successo prestigioso e ricercatissimo da ogni team. C’è molto altro nel team Bike Evolution, che vanta nell’annata ben 107 podi e 33 vittorie assolute: davvero un record impressionante e che fa della squadra ligure una vera e propria “corazzata” del ciclismo amatoriale. Certo, per ottenere le vittorie si deve pensare anche al lavoro di chi le ha propiziate e qui si dovrebbe elencare l’intero organigramma dei corridori; li accomuniamo tutti in un “bravo!” per gli ottimi risultati ottenuti in un’annata che ha visto ancora trionfare il nome di Bike Evolution. È questo il migliore augurio per un 2013 altrettanto esaltante.


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utiliZZo dei dissiPatori di tensione MusColare nello sPort

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Quando ci si vuole occupare di pratica motoria e sportiva non è facile conciliare il miglioramento del tono-trofismo dello sportivo senza irrigidirlo al tempo stesso. È altrettanto difficile ottenere alte performance nell’atleta senza esporlo al rischio di alterazioni posturali e traumi. Per un corretto approccio alla pratica o alla preparazione sportiva non vanno quindi mai persi di vista alcuni obiettivi che ci consentono, in modo efficace, di pervenire alla soluzione di alcuni di questi problemi. Dai risultati delle ricerche della nostra equipe è emerso che l’utilizzo dei dissipatori di tensione favoriscono un miglioramento della performance con una significativa riduzione di infortuni nonché un riequilibrio generale della postura. Qual è l’obiettivo di azione dei dissipatori di tensione? Per capire bene il meccanismo d’azione di questo tipo di lavoro dobbiamo fare alcune considerazioni; l’uomo e la natura sono costituiti di energia e materia. La materia è frequenza elettromagnetica condensata, e quindi tutti i corpi emettono frequenze (energia) e possono anche riceverle. Tutte le cellule del corpo umano funzionano come un trasmettitore-ricevitore e sono in continua connessione elettrica e modificano se stesse a seconda dei messaggi. Grazie a tecnologie basate sulla fisica si possono decodificare le trasmissioni intercellulari ed effettuare diagnosi e quindi una terapia basate sulle frequenze.

in pratica cosa sono i dissipatori di tensione muscolare? Sono dei microchip che vengono applicati sulle solette delle scarpe e vanno ad agire sulle catene muscolari. Applicati sotto il piede creano una riarmonizzazione del tono sia in clinostasi che in ortostasi. Probabilmente esiste una diretta proporzionalità tra ipertono ed accumulo energetico e quindi l’azione dei nostri dispositivi agirebbero da dissipatori di tono ed energia in eccesso. Lo studio dei pressocettori cutanei localizzati sulla pianta dei piedi è di primaria importanza; essi hanno la funzione di trasmettitori, ai centri superiori, affinché giunga l’informazione sulla posizione del corpo nello spazio gravitazionale. Attraverso le catene mio-aponeurotico-fasciali, partendo dal recettore pedale, si ha la frequenza che rimodula il tono-trofismo di tutto il sistema (rachide in toto). Come vengono applicati considerando la diversità delle persone: sesso, età, atleta professionista o amatoriale? Diciamo che utilizziamo un protocollo per determinare il posizionamento e la programmazione dei dissipatori (microchip) in base alle persone e allo sport praticato. Facciamo diverse valutazioni usando apparecchiatura computerizzata all’avanguardia: 1. Valutazione statica con pedana stabilometrica. 2. Valutazione dinamica con pedana baropodometrica.

Prova microchip e applicazione degli stessi su solette

3. Esame dinamico del rachide con Spinal Mouse. 4. Esame clinico in ortostatismo. 5. Esecuzione del gesto atletico sul campo (pedalata su strada per i ciclisti; 18 buche per i golfisti: simulazione di partita per i calciatori, cestisti e tutti gli sport di squadra; gesti specifici per tutti gli sport) con rilevazione elettromiografica e cinematica. Tutte le informazioni che noi raccogliamo con i vari dispositivi in nostro possesso, ci permettono di avere dati sufficienti per la Esami elettromiografici


programmazione dei dissipatori e la valutazione degli stessi successivamente. Gli studi da noi effettuati negli anni, su diversi tipi di pazienti, hanno evidenziato come il diverso posizionamento dei dissipatori sulla pianta dei piedi, possa variare l’intervento sulle catene muscolari e conseguentemente agire sulle zone riflesse in modo differente. Ad oggi siamo i soli a programmare fisicamente i dissipatori.

Quando viene consigliato l’utilizzo dei dissipatori nei soggetti che praticano attività sportiva? L’utilizzo viene personalizzato in base al paziente e quindi possono essere applicati in modo differente: 1. solo durante l’attività sportiva; 2. solo al di fuori dell’attività sportiva; 3. in entrambe le situazioni; 4. in casi particolari (es.: ciclisti professionisti durante i grandi giri) anche durante la notte.

Catene muscolari Pedana stabilometrica e suo rilevamento

Spinal mouse e suo rilevamento Tensione muscolare con e senza microchip

Ci sono altre ricerche sull’efficacia dei dispositivi energetici? Troviamo numerose ricerche effettuate da ricercatori indipendenti di diverse scuole di pensiero che hanno dato risultati sorprendenti sull’efficacia dei dispositivi energetici, ma nessuno è riuscito a stabilire in maniera univoca ed assoluta il perché ciò accade. Ci sono diverse risposte tutte valide, ma nessuna definitiva. Per concludere diciamo che l’efficacia di tali dispositivi è facilmente valutabile tramite l’analisi clinica.


Scegli la cura e l’innovazione della linea perSonalizzata Da oltre 30 anni lavora per il ciclismo garantendo qualità sartoriale, made in Italy, tessuti all’avanguardia, ottima vestibilità e design. Con questi presupposti l’azienda di Brogliano, in provincia di Vicenza, propone una linea personalizzata che risulta essere unica e speciale per ogni atleta e squadra. : dall’eTutto il processo di produzione è eseguito dai professionisti di laborazione grafica del bozzetto, alla stampa serigrafica o digitale, dalla scelta dei tessuti, al taglio e alla cucitura dei modelli, dall’applicazione a caldo degli elastici, a quella del fondello. ha portato a sviluppare capi ideali per poCosì, l’esperienza trentennale di tersi allenare in ogni stagione, da proporre sia all’uomo che alla donna, in quest’ultimo caso con vestibilità e tecniche costruttive che tengono conto delle esigenze femminili. Tra le novità dei capi estivi della Linea Personalizzata: • 4 differenti vestibilità: Drop, Race, Race3 e Race Carbon, tutte con fianchetto elasticizzato e cuciture interne ribattute per il massimo comfort; • diverse soluzione per il fondo manica e il fondo gamba: dal silicone taglio vivo, all’elastico a vista termosaldato, alla fascia in lycra elasticizzata e personalizzabile; • il pantaloncino estivo in lycra forata. adoperata nei capi da triathlon, per una maggiore traspirazione; • la vestibilità del pantaloncino, dotato di fondello X09, anatomicamente sagomato e dotato di un canale centrale che aiuta a diminuire la pressione dell’area perineale. Garantisce ottimo comfort e assorbenza all’urto. Altamente traspirante, mantiene la parte posteriore asciutta. L’assenza di cuciture riduce l’attrito al minimo e conseguenti sfregamenti; • la nuova linea di prodotti dedicata al mondo Free-ride; • una gamma completa di accessori nella quale spiccano i guanti con il palmo in pelle di canguro, dall’alta resistenza e dall’elevata morbidezza e i copri scarpa in neoprene e windtex; • la linea di prodotti dedicata al triathlon e al running; • l’utilizzo della innovativa membrana event® che, grazie alla rinuncia dello strato in poliuretano, aumenta vertiginosamente la traspirabilità senza perdere le altre caratteristiche di protezione. Tutte le nuove linee prodotti sono state sviluppate con Michele Bartoli, il “Leoncino delle Fiandre”, e alessandro degasperi, ex atleta della nazionale di triathlon olimpico e uno dei migliori triathleti italiani a livello internazionale nel circuito Ironman 70.3. Cos’è event®? event® è una membrana costituita da un sottilissimo strato di PTFE (PoliTetraFluoEtilene espanso) impermeabile, con milioni di pori microscopici che permettono al sudore di uscire verso l’esterno. A differenza dei sistemi sviluppati da altri produttori, la membrana event® rinuncia a uno strato aggiuntivo di PU (poliuretano). Questo serve solitamente a proteggere la membrana dal grasso corporeo, che potrebbe altrimenti modificare la tensione superficiale del materiale e impedire così la protezione dagli agenti atmosferici esterni. Al tempo stesso, però, questo strato aggiuntivo limita fortemente la traspirazione. Con event® è tutto diverso: ogni singola fibra, infatti, è rivestita in poliestere e in questo modo protetta dai grassi e dal sudore della pelle umana. Grazie a questa procedura – una sofisticata tecnologia sviluppata dal BhA Group, che fa parte della General Electric Company – la traspirazione della membrana event® aumenta vertiginosamente. Il team di event® è composto da personale altamente motivato e professionale, impegnato a progettare e sviluppare membrane super traspiranti. In buona sostanza event® non permette agli agenti esterni (acqua, vento, aria fredda) di entrare e al tempo stesso permette un altissimo grado di traspirabilità, mantenendo il corpo sempre asciutto.


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REGINA dEl TRIAThlON a cura di IVAN RISTI – SPORT TIME

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l’ironMan di kona, la sFida Più dura al Mondo REGINA DEL TRIAThLoN, LA GARA hAwAIIANA ChE ASSEGNA IL TIToLo MoNDIALE, SI CoNFERMA LA PIù AMBITA DI STAGIoNE. ALTISSIMo IL LIVELLo CoN I MIGLIoRI IRoNMAN AI BLoCChI DI PARTENzA IN QUELLA ChE RAPPRESENTA LA CULLA IN CUI NACQUE LA DISCIPLINA. TIToLo MoNDIALE IRoNMAN A PETE JACoBS ChE CoMPLETA NEL TERzo ANNo LA SALITA SUL PoDIo, MENTRE LEANDA CAVE RIMoNTA IN FINALE E SPAzzA VIA LA CoNCoRRENzA.

L’

L’Ironman è una sfida dura, complessa e imprevedibile. L’Ironman di Kona, in particolare, è la gara di triathlon più dura al mondo. Per le difficoltà del percorso e quelle climatiche e per il livello dei partecipanti. Sull’isola delle hawaii, infatti, solo i migliori atleti si sfidano per contendersi il titolo mondiale di Ironman. Quasi 2000 da tutto il mondo si sono guadagnati la “slot” per la finale che sancisce il campione di ogni categoria. Kona è una grande festa per il mondo del triathlon, il giorno della gara è il culmine di un’intera stagione di prove disseminate in tutto il mondo, ed è il momento in cui la piccola città di Big Island attira l’attenzione dell’universo della triplice. Una festa nel luogo che ha dato vita a questo sport e che tutti gli anni ne rinnova l’estrema passione dei suoi praticanti. La preparazione dura un anno intero, mesi di allenamento, fatica, sudore che culminano nelle poche ore che decidono il nuovo campione del mondo.

E così è stato anche sabato 13 ottobre. Come da tradizione, la sfida va in scena a partire dall’alba, quando il sole sorge. Alle 6.30 il colpo di cannone per lo start dei professionisti, 80 circa, e mezz’ora più tardi lo spettacolo della partenza unica dei 1900 “Age Group” che fanno ribollire le acque della piccola baia della cittadina hawaiiana. Nella gara maschile attesi i super favoriti Craig Alexander (AUS, già vincitore 3 volte), Chris “Macca” McCormack (AUS, vincitore 2 volte), Pete Jacobs (AUS – due volte sul podio), Andreas Raelert (GER – due volte sul podio, recordman mondiale sulla distanza), Marino Vanhoenacker (BEL – podio 2010) e altri outsider. In gara anche il nostro Daniel Fontana, due volte olimpico (Atene 2004 e Pechino 2008) e ora votato alle lunghe distanze, sulle quali ha raccolto un secondo posto al mondiale di Ironman 70.3 del 2009, due podi in Ironman del circuito mondiale, diverse vittorie e podi in gare del circuito Ironman 70.3.


In campo femminile, gara aperta a più contendenti, vista l’assenza di Chrissie wellington, dominatrice delle ultime edizioni, con 4 vittorie in 5 anni (nel 2010 non prese parte alla gara per problemi fisici). Giornata calda e ventosa, come dimostrano i tempi finali. La fuga di Andy Potts e Albert Marko detta i ritmi della prima parte di gara, tiratissima. Si staccano alcuni dei più forti, Macca, Marino, Raelert accumulano ritardo. Dopo il tentativo di Craig Alexander e Luke McKenzie di tenere un ritmo alto nella prima parte della frazione sulle due ruote, è Marino Vanhoenacker a prendere le redini della gara. Guadagna del margine e solo il tedesco Sebastian Kienle, già vincitore del Mondiale Ironman 70.3 2012, gli tiene testa. Al giro di boa di hawi (90 km), Kienle e Vanhoenacker sono insieme, il tedesco però fora dopo poco e rimane indietro, così Marino affronta il ritorno verso Kona in solitaria, guadagnando minuti sugli inseguitori. Chiude la bici in 4h25’, miglior split di giornata con 10’ di vantaggio sugli inseguitori. Tra l’altro si scoprirà dopo che in una collisione all’uscita dalla prima transizione, il belga aveva subito un guasto al cambio posteriore che lo ha costretto ad utilizzare solo i rapporti più piccoli. La maratona finale è avvincente. Vanhoenacker cede dopo pochi km, lo passa Pete Jacobs, da tre anni miglior podista della prova. La sua maratona è travolgente. Prende la testa della gara e non la molla più. Dietro, invece, è una lotta per il podio con Andreas Raelert, Frederik Van Lierde, Faris Al Sultan e Sebastian Kienle a darsi battaglia. Pete Jacobs conquista il suo primo titolo, chiudendo un tris di podi iniziato con il terzo posto 2010, il secondo 2011 e la vittoria di quest’anno. Dietro di lui, Andreas Raelert, già secondo nel 2010 e terzo l’anno passato. Poi Frederik Van Lierde, belga, new entry nel podio hawaiiano. Finisce quarto lo sfortunato Kienle e quinto Faris Al Sultan (già vincitore nel 2005).

Debacle eccellenti: Craig Alexander finisce dodicesimo, Macca si ritira e purtroppo anche il nostro Daniel Fontana è costretto al ritiro. Al km 120 della frazione in bici, l’azzurro si ferma, dopo una prima parte di gara difficile. Un buon nuoto nel primo gruppo, ma brutte sensazioni fisiche, Daniel ha provato più volte a reagire, ma è stato vano ogni tentativo. Si è arreso al suo fisico, che non ne voleva sapere di lottare per un grande risultato in quel momento. Lo stesso che gli ha permesso di ottenere grandi successi anche in questa stagione, ma che a Kona non ha risposto come Daniel desiderava. Tra le donne, Caroline Steffen, Leanda Cave e Mary Beth Ellis fanno la gara in bici, sapendo di dover staccare il più possibile l’aussie Mirinda Carfrae, campionessa nel 2010 e seconda nel 2011. Caroline Steffen tiene anche nella maratona, è in testa fino agli ultimi chilometri, ma si deve arrendere ad una strepitosa Leanda Cave che chiude la maratona in 3:03:13. La britannica conquista così il suo primo titolo a Kona, mettendo dietro la svizzera e la Carfrae. Per la Cave è doppietta dopo il titolo conquistato a settembre nel mondiale Ironman 70.3. Da segnalare lo splendido sesto posto di Natascha Badmann: la svizzera, quarantacinquenne, sei volte iridata a Kona, fa registrare il miglior tempo in bici e ottiene un risultato prestigioso e ammirevole. Tanti gli azzurri “Age Group” al traguardo. Il migliore è stato il sardo Giuseppe Solla: quinto posto di categoria. Finisher tra le donne, Michela Tessaro, Maria Cristina Colombara e Agnese Signorelli. E gli altri dieci uomini: Luca Figini, Edoardo Bernaschi, Danilo Palmucci, Franco Prezzi, Denis Del Bianco, Amedeo Bonfanti, Luca Messima, Diego Rossi, Claudio Panichi e Pierluca Pasquali. TOP 10 DONNE 1.

Cave leanda

gBr

9:15:54

2.

steffen Caroline

sWi

9:16:58

3.

Carfrae Mirinda

aus

9:21:41

4.

tajsich sonja

ger

9:22:45

5.

ellis Mary Beth

usa

9:22:57

6.

Badmann natascha

sWi

9:26:25

7.

Crawford gina

nZl

9:28:54

8.

Corbin linsey

usa

9:32:18

9.

snow Caitlin

usa

9:36:18

10.

Marsh amy

usa

9:38:15

TOP 10 UOMINI 1.

Pete Jacobs

aus

8:18:37

2.

andreas raelert

ger

8:23:40

3.

Frederik van lierde

Bel

8:24:09

4.

sebastian kienle

ger

8:27:08

5.

Faris al-sultan

ger

8:27:08

6.

timo Bracht

ger

8:30:57

7.

andy Potts

usa

8:31:45

8.

tim o’donnell

usa

8:33:28

9.

david dellow

aus

8:35:02

10.

dirk Bockel

luX

8:36:21


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Start romagna a cura di Nicoletta BriNa

Dall’autobuS ai peDali, il CRal Di StaRt RoMagna

brina@gocom.it

OLTRE CINQUANTA AUTISTI RIMINESI CON LA PASSIONE DELLA BICICLETTA ED UN PRESIDENTE, ANGELO MURATORI, CHE COORDINA LE USCITE. L’OBIETTIVO 2013, OLTRE ALLA SETTIMANA IN CORSICA – CON I PULLMAN A NOLEGGIO DI START ROMAGNA – L’INTRODUZIONE DI QUOTE ROSA CHE, AL MOMENTO, SCARSEGGIANO.

A

Angelo Muratori è il responsabile, nonché presidente del Cral – sezione di Rimini – di Start Romagna. Il Cral, acronimo di Centro ricreativo aziendale lavoratori, raggruppa autisti e impiegati di Start Romagna, la società nata dall’accorpamento delle aziende trasporti di Rimini,

Forlì-Cesena e Ravenna. La passione per il ciclismo diventa quindi occasione per ritrovarsi anche al di fuori del luogo di lavoro per vivere momenti di condivisione in allegria. Muratori, lei è appassionato di ciclismo ed ha in qualche modo coinvolto anche i colleghi… «Sono dieci-undici anni che lo pratico, mi sono avvicinato a questo sport cominciando per scherzo con gli amici e poi, pian piano ci siamo appassionati ed abbiamo creato un gruppetto di 50 amici. Da 11 anni sono presidente di questa società e ci dedichiamo a uscite amatoriali, a percorsi cicloturistici.»

Com’è organizzato il gruppo? «Nel gruppo abbiamo 40 stradisti e 10 bikers – io mi diletto in entrambe le discipline, sebbene dia prevalenza alla mtb. Organizziamo ed abbiamo un calendario interno di uscite domenicali con cicloturistiche sempre a livello amatoriale, non

c’è la velleità dell’agonismo. Il gruppo va da ciclisti di 40-45 anni ai 65 anni, a dimostrazione del fatto che il ciclismo sia veramente una disciplina che mantiene giovani, sia a livello di forma fisica, lucidità e per tempra. Tra gli eventi che organizziamo, come detto, oltre alle cicloturistiche, abbiamo una settimana dedicata alla montagna – ogni anno cambiamo itinerario, Dolomiti, Valle d’Aosta – prima di riprendere con le cicloturistiche autunnale. Quest’anno volevamo organizzare il giro della Corsica, vedremo se riusciremo.» Quale spirito caratterizza il gruppo? «Lo spirito è quello di stare insieme fuori dal lavoro, vederci la domenica o durante

la settimana, organizzando le uscite e gli allenamenti. Siamo comunque un gruppo di cinquanta persone del riminese molto affiatato e questi momenti sono molto piacevoli. Purtroppo manca la componente femminile, perché la nostra azienda – Start Romagna – non conta donne, ma è divertente il cameratismo tra di noi.» Start Romagna offre peraltro un servizio ottimo per i ciclisti, di che si tratta? «Si tratta del trasporto bici che noi stessi utilizziamo per le nostre gite. È un servizio di noleggio con diverse tipologie di autobus dotati di 4 carrelli per il trasporto bici pari a 26 bici per carrello. L’allestimento dei carrelli è assolutamente sicuro, dal momento che ben sappiamo quanto il ciclista tenga al suo mezzo. È un servizio che sta prendendo piede tra i ciclisti, dal momento che si sta insieme dentro l’autobus ed è una soluzione che molte società stanno sfruttando, oltre al discorso risparmio. Il momento dopo gara e dopo corsa offre infatti la possibilità di stare tutti insieme. Anche noi lo utilizziamo quando ne abbiamo bisogno. Peraltro è un servizio che in Romagna fornisce solo la Start e cui si appoggiano anche gli alberghi, oltre ai privati.» Quali sono gli auspici per il 2013? «Mi auguro che la stagione sia positiva come quella del 2012 perché quest’anno come gruppo abbiamo fatto davvero tante uscite, al di fuori anche del nostro bacino, poi ogni anno che passa il gruppo diventa sempre più grande e quindi c’è anche la soddisfazione mia personale. Mi auguro che al gruppo si aggiungano anche donne, sebbene la nostra azienda sia prevalentemente maschile e quel poco di rosa che c’è, pare non abbia intenzione di salire in sella.»



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gianetti Day

a cura di eNrico caValliNi

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una feSta peR gRanDi piCCini IL GIANETTI DAy è UNA FESTA POPOLARE. QUESTO è CIò CHE DICE L’ORGANIZZATORE E... NON DICE BUGIE. UNA VERA GRANDE FESTA, CHE SI SUSSEGUE ORMAI DA 16 ANNI, ORGANIZZATA DALL’Ex PROFESSIONISTA ELVETICO MAURO GIANETTI. CE N’è VERAMENTE PER TUTTI: GRANDI, PICCINI, FAMIGLIE E... CORRIDORI: ANCHE QUELLI VERI!

A

Avevo preso parte al Gianetti Day alcuni anni fa, nel 2007, quando partecipai per provare una nuova esperienza e per vedere come era una granfondo fuori dagli italici confini. Erano pochi anni che andavo in bicicletta, circa sette, di cui sei impegnato nelle granfondo. Ero sicuramente nella mia fase di “cicloscalmanato” (ebbene sì, ho passato anch’io quella fase) e fare la corsa con il traffico di fatto aperto era ai quei tempi, per la mia testa, assolutamente foto plaYfull niKon inconcepibile. A distanza di cinque anni sono tornato in Svizzera, domenica 7 ottobre, per vedere se le cose sono cambiate nel tempo. In effetti ho trovato tutto diverso, ma alla fine ho scoperto che non era il Gianetti Day ad essere cambiato, ma la mia testa, la mia concezione di vedere una gara, ma soprattutto il significato di FESTA! Parto di casa abbastanza presto per arrivare in loco in tempo per gustarmi ancora qualche kermesse dedicata ai più piccini: la configurazione di questo servizio era prevista con giornalista (io) in bici e fotografa in moto (mia moglie) al seguito della manifestazione. Imposto il navigatore e mi dice che in un paio di orette raggiungeremo la meta. “Be’” penso tra me e me “per andare in Liguria impiego lo stesso tempo!”. Alla fine la Svizzera è veramente dietro l’angolo. In effetti il buon “naviga” che tra noi chiamiamo Ninetta a causa della voce impostata che pare essere quella una zitella indispettita (“Svoltare a destra, svoltare a sinistra, prendere la esse esse trenta due”... che petulante!), non ha tenuto conto che il lago Maggiore il sabato pomeriggio è un tantino trafficato. Fatto sta che si giunge a Tenero, proprio in cima al Lago Maggiore, verso le 16.30. il campione Giuseppe Saronni ospite della manifestazione foto plaYfull niKon

Un cambiamento rispetto ad alcuni anni fa c’è stato: non si è più all’interno della caserma militare di Monte Ceneri, ma al Centro Sportivo Nazionale della Gioventù di Tenero: una vera e propria accademia dello sport. Un complesso enorme che comprende attrezzature all’aperto e al coperto adatte per praticare oltre una cinquantina di sport. Il Nirvana di ogni sportivo!

I bambini hanno ormai terminato la loro Mini Gianetti Day e non ci resta che vederli gioiosamente soddisfatti fare ritorno verso casa. Sigh! La mattina dopo un’amica mi ha confidato che sua figlia si è divertita come una matta! “Molto bene”, penso io “obiettivo raggiunto!” Incontriamo i responsabili dell’organizzazione, salutiamo gli amici cronometristi romani di Kronoservice e io procedo con il ritiro del numero di gara e del relativo pacco gara. Una vera strenna natalizia: be’ non esageriamo, ma dentro al comodo sacchetto-zaino hanno inserito veramente di tutto. Non smetto più di tirare fuori roba da mangiare: barrette, merendina, gomme da masticare, le Ricola (mitiche), frutta, succo di frutta e una lemonsoda e tanto altro ancora: chi più ne ha più ne metta. Andiamo a cenare in un simpatico motel nelle vicinanze e via, l’indomani siamo pronti per questa avventura. Da far notare che il personale del Motel (non un Bike Hotel, per fare capire) non ha avuto problemi nell’anticipare la colazione chiedendo, tra l’altro di sua iniziativa, se la mattina avremmo voluto la pasta! Altra cultura! I percorsi sono tre: il famigliare, di circa 13 chilometri, è tracciato nei pressi del Centro Sportivo e riservato a chi vuole farsi una piacevole passeggiata con la famiglia e godersi un’oretta


il pilota di Formula Uno Jarno trulli presente al Gianetti Day

foto plaYfull niKon

di pace; il classico di 52 chilometri e il mediofondo di 107 chilometri (circa 1100 metri di dislivello). Questi due sono invece agonistici e si snodano nelle valli a Nord di Bellinzona. Alle ore 9.30 è prevista la partenza dall’unica griglia presente sul viale. Chi prima arriva meglio alloggia (anche se l’infilamento all’ultimo minuto sembra essere lo sport preferito anche da queste parti). Con il saluto di Beppe Saronni e la benedizione di Mauro Gianetti, che ricorda che questa non è una gara, ma una sana pedalata tra amici, alle 9.30 precise (siamo in Svizzera e con gli orologi qui non si scherza) si parte. I primi chilometri necessari per portarsi sulla cantonale sono a velocità controllata, ma non appena il direttore di corsa dà il via, l’allegra sana pedalata tra amici, si scatena in un assalto micidiale. La velocità si porta subito prossima ai 50 km/h e la strada diventa terreno di battaglia. I percorsi sono corti e la voglia di portare fuori la fuga è tanta. Il tracciato non è impegnativo e l’unica salita vera, di circa tre chilometri al 5% medio, è riservata a chi sceglierà la mediofondo, ma la sua conformazione, che presenta un continuo susseguirsi di mangia-e-bevi lo rendono massacrante.

foto plaYfull niKon

Dopo un paio di zappellotti il gruppone dei 1100 ciclisti che hanno preso il via è già frantumato e al quinto strappetto mando il gruppo di testa a quel paese e mi stacco! Voglio godermi la mia sana pedalata “popolare”, che diamine! Al bivio dei percorsi, posto ad Arbedo a una ventina di chilometri dalla partenza, la velocità si riduce e i mediofondisti (ossia quelli che faranno il lungo) prendono un passo più consono. Ci si infila nella pista ciclabile che segue parallela la cantonale, tracciata a zig zag nella campagna: traffico zero! Siamo nella valle Mesolcina e stiamo risalendo il torrente Moesa. Uno spettacolo. Anche qui l’insidia maggiore sono ‘sti benedetti zappellotti: nulla di terrificante, ma è un susseguirsi di cavalcavia (per fare un esempio) posti in continua successione. Quando la strada appare piatta, in realtà è un falso piano a salire. Alzo la testa e mi guardo attorno. Purtroppo della nuvolaglia non mi permette di ammirare la cima delle montagne che ci circondano, ma il paesaggio è veramente spettacolare. Pedaliamo in questo fondo valle dove trovano posto alcune fattorie e di conseguenza i nostri più appassionati ammiratori sono le greggi e le mandrie che tranquillamente sono al pascolo. A Soazza il giro di boa. Ristoro, controllo elettronico e via, sulla cantonale verso la strada del ritorno. Ecco la salita vera: nulla di eccessivamente impegnativo. Tre chilometri immersi in un bosco di castagni che in autunno sanno dare meglio di loro stessi, e sulla destra il fondo valle. La bella e rapida discesa ci riporta sulla cantonale. Tira e molla, passando da un gruppetto ad un altro, mi ritrovo a pedalare con l’ospite di giornata: il pilota di Formula Uno, l’abruzzese Jarno Trulli: quale ghiotta occasione per scattagli una foto? Ora si percorre la strada dell’andata in senso inverso. L’ho già vista e quindi posso innestare la modalità “corridore” (vabbè, pseudo corridore...) e mi metto in testa al gruppo a fare l’andatura. I vari zappellotti che avevamo trova-

to all’andata è lapalissiano trovarli nuovamente, in senso opposto. Lo ammetto: non sono abituato ai cambi di ritmo e negli ultimi chilometri i crampi vengono a tenermi compagnia. Resisto e si continua verso l’arrivo. Nel nostro gruppo ci sono le prime due donne che si giocheranno la vittoria in volata, quindi non appena entriamo nel Centro Sportivo, mi sfilo e lascio a loro campo libero, ma anche perché non mi sembra cosa logica lanciarsi in uno sprint in un tratto con quattro curve a 90 gradi per il 100° posto! Ecco qui. Finita la Gianetti Day sotto le tre ore: alla faccia dell’allegra pedalata popolare! I primi sono arrivati già da una ventina di minuti! Giusto per informazione! La vittoria del percorso lungo è andata a yves Covi, uno svizzero tedesco, mentre il secondo posto si è piazzato un dilettante Under23, tal Manuel Sanchez, che sta inseguendo il passaggio al professionismo; terza piazza per il “nostro” Stefano Sala. La vittoria del percorso corto è andata al professionista Atapuma Darwin, portacolori del Team Columbia - Coldeportes, reduce dal Giro dell’Emilia del giorno prima. Sì, qui in Svizzera si corre tutti insieme: amatori, professionisti e dilettanti, senza distinguo, ma soprattutto senza lamentela da parte dei partecipanti, anzi ben contenti di potersi confrontare con chi in bici ci va per mestiere. Le docce non mancano: questo centro offre veramente ogni comfort per l’attività sportiva e sono poste proprio a fianco del pasta party. Qui, con il buono dato insieme al numero di gara, viene servito un piattone di pasta al sugo, veramente spettacolare. Alle 13.30 in punto (siamo ancora sempre in Svizzera) iniziano le premiazioni come da regolamento e alle 14.30, dopo avere salutato tutti ed essermi complimentato con Mauro Gianetti per la bella giornata passata, mi avvio verso casa, contento e felice come dovrebbe essere chiunque che pratica il nostro bello sport per passare una domenica lontano dallo stress del trantran settimanale. Cosa è cambiato al Gianetti Day dalla mia prima volta? Sicuramente la mia testa e la mia visione di queste manifestazioni: ora sono molto più capace di tornare a casa divertito e mai stravolto.


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CLaSSiCHe DeL WeeK enD a cura di arNalDo Priori

baRzetti e Volpi nel RiCoRDo Di “Willi” AVVINCENTE LA LOTTA ALLA MAGLIA DI CAMPIONE PROVINCIALE LODIGIANO, TRA CONTROPIEDE E RECUPERI IN VOLATA, UNA GIORNATA DI SPORT, IN MEMORIA DI UN AMICO SCOMPARSO.

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L’Asd Team Performance di Lodi si è presentata con una gara organizzata in modo perfetto, in ricordo di William Bianchi, un ragazzo ciclista amante delle due ruote scomparso prematuramente in un tragico incidente stradale. I suoi amici, guidati con maestria dalla presidentessa Loredana Invernizzi, hanno organizzato a Montanaso Lombardo una manifestazione ciclistica per tutte le categorie, che assegnava anche le maglie di Campioni provinciali lodigiani. Poco meno di due centurie al via, con i gentlemen e i super ad aprire le ostilità. Subito fuga di un terzetto, al secondo dei sedici giri in programma: davanti, tre gentlemen, Giuseppe Frigerio, Roberto Ampollini e il lodigiano Walter Castagna. All’undicesima tornata, il vantaggio si assottiglia sino a scendere sotto i venti secondi, ed è a questo punto che parte in contropiede il super “A” Secondo Volpi che, in un solo giro, annulla lo svantaggio e si riporta sul terzetto al comando. Al suono della campana, il più fresco Secondo Volpi tenta la sortita, nessuno reagisce e il pavese coglie una meritata vittoria, giungendo solitario al traguardo. Poco dopo, Walter Castagna regola i due compagni d’avventura, cogliendo il bottino pieno, vittoria e maglia provinciale. Tra i super “A”, Cosimo Balducci veste la maglia provinciale, mentre nei super “B” la vittoria arride a Silvano D’Andrea, con Alberto Susani campione provinciale. foto pRioRi I più giovani partono in orario e, al terzo dei diciotto giri, la prima fuga con Samuele Benigni, Valerio Di Bacco e Davide Pampagni, il tricolore della categoria junior, vero mattatore di giornata. Al terzo passaggio, Davide Pampagni fa gruppo con Fabio Gregori e Luca Sicuro, ma anche i due nuovi compagni perdono contatto e il tricolore resta da solo al comando, si gira e vede la sagoma di Daniele Passi, il compagno di colori alla Pata Jolli Wear, lo aspetta e comincia una crono a coppie che dura sino al dodicesimo giro con un vantaggio che non supera mai i trenta secondi. Il gruppo sempre allungatissimo, tuttavia, non vuole mollare i due al comando, Daniele Passi si aggiudica il traguardo volante e poi si rialza lasciando il

tricolore junior solitario al comando ancora per due tornate, poi l’inevitabile ricongiungimento e quindi volata di gruppo. Sono due veterani che si sono risparmiati, i protagonisti della volata finale: Alberto Barzetti che supera nettamente il veloce Francesco Gionfriddo, terzo assoluto e prima di categoria, il campione italiano junior Davide Pampagni, mentre il primo dei senior è Mirko Manzini, quinto assoluto. Maglie lodigiane per il cadetto Pavel Bokov, il russo alla corte dell’Edilferramenta, per il junior Luca Parmigiani per la gioia della presidente Loredana Invernizzi, Roberto Carinelli per i senior e Fabio Corona per la categoria veterani. Premiazioni dopo il saluto del sindaco Luca Ferrari che, con l’assessore Vittorio Gargioni e con il presidente provinciale Gianpaolo Rizzotto si alternano nelle vestizioni delle maglie. Un toccante e commovente momento in programma con un omaggio floreale e targa ricordo per Dora, la moglie di William “Willi”, stretta al piccolo Andrea, per una bella giornata di sport che il sindaco auspica di rivivere nella prossima stagione, e un momento d’incontro e di riflessione nel ricordare un giovane ragazzo prematuramente venuto meno all’affetto dei suoi cari.

Classifiche: Cadetti-junior 1. Davide Pampagnin - Pata Jolli Wear Mn 2. Luca Sicuro - MG KVis Cr 3. Daniele Passi - Pata Jolli Wear Mn Senior 1. Mirko Manzini - Simec Fanton 2. Ivan Abbiati - Ceramiche Lemer Mi 3. Angelo Sposito V.C. Cadorago Co Veterani 1. Alberto Barzetti - Trabattoni Co 2. Francesco Gionfriddo - Ceramiche Lemer Mi 3. Dario Rando - Team Bike Segrate Mi gentlemen 1. Walter Castagna - S. Angelo Edilferramente Lo 2. Giuseppe Frigerio - Team Bike Segrate Mi 3. Roberto Ampollini - Bellariese Fc Super a 1. Secondo Volpi - Vc Belgioioso Pv 2. Maurizio Marchesi - Cicloamatori Avis Crema 3. Ennio Piloni - Ciclistica Cremasca Super b 1. Silvano D’Andrea - Team 99 Milano 2. Gianfranco Avogadri - Team Quarteroni Bg 3. Emilio Longari - Capergnanica Cr

i nuovi campioni provinciali lodigiani


Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada Orari abituali di partenze e ritrovi: martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00

Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB

Una buona giornata comincia con noi... Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD

Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -

BAR CICCIO


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CHaLLenge giorDana a cura di Mario FaccHiNi

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feSta e pReMi peR il CHallenge gioRDana SVelati i piani peR la Stagione 2013 SABATO 6 OTTOBRE A ISOLA DELLA SCALA (VR) LE PREMIAZIONI DEL CHALLENGE GIORDANA 2012. SUL PALCO VINCITORI DI CATEGORIA E A SQUADRE, INSIEME AGLI ORGANIZZATORI DELLE SEI TAPPE. SVELATO IL CALENDARIO 2013 CON UN’INTERESSANTE NOVITà. CONFERMATE LE GARE DI QUEST’ANNO CON UNA NEW ENTRy PER LA CLASSIFICA A SQUADRE.

I

Il risotto, uno dei protagonisti del gran finale di diverse granfondo, alternativa sempre più gettonata alla classica pastasciutta del pastaparty conclusivo. Sabato 6 ottobre tanti ciclisti si sono concessi una bella scorpacciata di riso all’isolana, quello tipico di Isola della Scala, stavolta non per reintegrare le forze dopo una pedalata ma per festeggiare i traguardi raggiunti nel 2012. Ormai è una tradizione, all’interno della Fiera del Riso, l’expo gastronomico di Isola della Scala nel veronese, vengono ospitate le premiazioni del Challenge Giordana, il circuito su strada di casa tra Veneto, Trentino e Lombardia. Quest’anno si celebrava una ricorrenza speciale, la terza edizione dei record con 1.200 iscritti e quasi 800 ciclisti portati a brevetto (cioè con 4 prove su 6 completate), numeri importanti che denotano non solo la bontà della formula a circuito ma anche la buona salute della pratica ciclistica in Italia. In questa stagione il programma del Challenge è stato fitto, con due tappe nella provincia di Vicenza ad aprire i giochi, la GF Liotto di Valdagno ad aprile e la GF fi’zi:k - Città di Marostica ad inizio maggio. Successivamente il testimone è passato alla Marcialonga Cycling Craft di Predazzo, in Trentino, e alla veronese GF Eddy Merckx di Rivalta di Brentino Belluno, disputata a giugno proprio come la GF Giordana, nuova entrata di quest’anno. Altra novità era la granfondo “La Pina”, disputata nel trevigiano a luglio, valida per assegnare gli ultimi punti stagionali del circuito e designare vincitori e classifiche del Challenge Giordana 2012.

L’onore di salire sul palco delle premiazioni è spettato non soltanto ai primi in classifica, il Challenge Giordana ha riservato infatti dei premi a tutti i primi 10 di categoria. Chiaramente ai vari leader è spettato un riconoscimento in più, la speciale maglia firmata Giordana e disegnata appositamente per l’occasione. Nel settore granfondo hanno indossato la divisa da leader Carlo Muraro (ASS), Claudia Avanzi (F1), Valentina Gallo (F2), Mauro Gerarduzzi (S), Michele Bencivenni (M1), Davide Graziani (M2), Oscar Girardi (V1), Massimo Sansonetti (V2), Gianni Rosso (G1), Marco Poier (G2), Riccardo Gambato (SG1) e Mario Cremonese (SG2), mentre tra i mediofondisti questo speciale premio è spettato ad Andrea Masiero (ASS), Astrid Schartmüller (F1), Erica Venturini (F2), Davide Spiazzi (S), Marco Fochesato (M1), Massimo Cappelletti (M2), Massimo Gaiardelli (V1), Federico Nardi (V2), Claudio Bevilacqua (G1), Mario Stelvio Manza (G2), Onorato Semprebon (SG1) ed Ivo Segato (SG2). Una grande festa per i migliori “in campo” con una bella sfilata dei migliori di stagione, il pubblico della Fiera del Riso ha poi applaudito anche i grupponi delle squadre, cioè i ciclisti dei vai team che hanno riscosso i meritati premi della classifica per società, vinta dal Team GF Pinarello. La vera e propria anima degli eventi in questione sono gli organizzatori, un saluto alla platea lo ha dato Alessia Piccolo, team manager di Giordana, organizzatrice della GF Eddy Merckx nonché madrina dello stesso Challenge. Anche Pierangelo Liotto della GF Liotto, Barbara Vanzo in rappresentanza di Gloria Trettel della Marcialonga Cycling Craft, Vittorio Mevio della GF Giordana e Carla Pinarello della GF La Pina sono

i team vincitori foto neWSpoWeR Canon


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i vincitori del challenge 2012

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Podio femminile Granfondo

foto neWSpoWeR Canon

Gli organizzatori del challenge Giordana 2013

saliti sul palco delle premiazioni per presentare le loro gare e salutare i partecipanti, con Paolo Dossena di Sportservice, coordinatore del circuito, a fare gli onori di casa. Dopo le premiazioni c’è stato tempo anche per illustrare i piani per il 2013, solco della tradizione rispettato per quel che riguarda le sei prove in calendario, le granfondo di quest’anno sono tutte confermate anche nella prossima stagione, mentre le novità riguardano una sostanziosa aggiunta, una granfondo in più che andrà ad arricchire il calendario dell’estate a venire. Si tratta de La Leggendaria Charly Gaul di Trento, entrata nel Challenge Giordana ma soltanto per quel che riguarda la classifica per società, un primo passo in vista di un’entrata stabile nel circuito a partire dal 2014. A sottolineare questa nuova collaborazione alla festa del Challenge Giordana alla Fiera del Riso c’era l’organizzatrice Elda Verones, che ha spiegato caratteristiche ed aspetti della granfondo con partenza da Trento e traguardo sul Monte Bondone. Come detto il resto delle tappe è confermato a gran voce, si comincia domenica 14 aprile 2013 con la GF Liotto, seguita a breve distanza dall’altra prova vicentina, la GF fi’zi:k, leggermente anticipata da inizio maggio al 28 aprile. Il 26 maggio toccherà alla Marcialonga Cycling Craft, il 9 giugno alla GF Eddy Merckx e il 23 giugno alla GF Giordana, mentre sarà ancora una volta “La Pina” a chiudere i giochi il 14 luglio, mentre le società troveranno l’ultimo appello ne La Leggendaria Charly Gaul della domenica seguente. Info: www.challengegiordana.com Calendario Challenge giordana 2013 14 aprile 28 aprile 26 maggio 9 giugno

Granfondo liotto Granfondo fi’zi:k Marcialonga cycling craft Granfondo internazionale eddy Merckx 23 giugno Granfondo internazionale Giordana 14 luglio Granfondo Pinarello 21 luglio la leggendaria charly Gaul (solo per classifica squadre)


maUriZio CaiConti a cura di Nicoletta BriNa

brina@gocom.it

un agente Sui peDali MAURIZIO CAICONTI DEL TEAM SPEEDy NONSOLOTETTI è OGGI IL GREGARIO DI VERONICA PACINI. LA SUA PASSIONE PER IL CICLISMO è CRESCIUTA INSIEME ALL’ORGOGLIO: «NON POTEVO PERMETTERE CHE TUTTE LE DONNE MI PASSASSERO DAVANTI, COSÌ MI SON MESSO D’IMPEGNO PER PEDALARE PIÙ FORTE».

U

Un altro degli importanti elementi della famiglia del Team Speedy Nonsolotetti di Cesena, Maurizio Caiconti vive a Montaletto di Cervia, ha 48 anni ed è tecnico della Polizia di Stato a Forlì. Così pazzo di ciclismo da concedersi il lusso di percorrere 30 chilometri abbondanti quasi tutti i giorni per andare al lavoro, tempo permettendo. Ma non c’è estate o inverno che lo fermi.

A questo si sono aggiunti gli amici che mi hanno coinvolto…» Come è approdato al team Speedy? «Mia moglie ha conosciuto Veronica Pacini, ne è nata un’amicizia. Tutto il suo gruppo andava in bicicletta ed ho iniziato ad andare anch’io. Inizialmente andavo con il mio passo e mi sono reso conto che il

Maurizio caiconti con Veronica Pacini

Maurizio, com’è nata la sua passione per la bici? «A dire il vero sono sempre stato uno sportivo, sin da piccolo: dalla corsa a piedi al calcio, non sono mai riuscito a stare fermo. D’estate andavo in bici e mi piaceva guardare le gare in tv di Gimondi, Saronni. Diciamo che quella per il ciclismo è una passione cresciuta col tempo, anche perché andando avanti con l’età, giocare a calcio diventava sempre più difficile ed a rischio infortunio, così pian piano sono passato alla bici, più che altro per tenermi in forma.

ciclismo era un’altra cosa rispetto a come lo interpretavo io e quando ho visto che le donne mi passavano davanti, mi son detto che forse dovevo allenarmi di più. È scattato l’orgoglio maschile insomma. Quindi ho intensificato un po’ più gli allenamenti e mi sono appassionato tanto alla corsa su strada, quanto in mtb.» Come interpreta oggi il ciclismo, quindi? «Mi accontento di arrivare nei primi cento, non perseguo il risultato perché comunque ho iniziato tardi. Sono un gregario della

Pacini e mi sta bene, per andare forte e stare davanti ci vogliono troppi sacrifici. Mi piace andare via anche da solo, percorro fino a 300 km, lo faccio per mantenermi in forma, quindi non perseguo il risultato a tutti i costi. A dire il vero all’inizio lo speravo, ma poi mi sono reso conto di quali fossero le mie capacità. D’altro canto, ho inaugurato l’attività agonistica nel 2008.»

Sia mtb che strada: ha una preferenza? «Sono due specialità diverse: la mtb ti permette di guardare i paesaggi, di andare sullo sterrato, ma tendenzialmente esco più con la bici da strada, anche perché se vado solo in mezzo ai monti mi perdo. Se posso, molto spesso vado in bici al lavoro a Forlì: 32 chilometri e poi al pomeriggio allungo e faccio un giro più ampio per allenarmi. D’estate in particolare, ma anche durante l’inverno, coperto bene, vado. L’importante è che non piova.» Come si trova con il team? «Col team mi trovo bene, facciamo vacanze insieme ai ragazzi per andare in bici, ci troviamo la sera per uscire o per mangiare qualcosa. Con me c’è anche mia moglie che è appassionata e quindi la squadra è una grande famiglia che ci tiene tutti uniti ed il clima è davvero positivo.»



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ProSSime gare

brina@gocom.it

a cura di Nicoletta BriNa

iVano ognibene: “già al laVoRo peR il 2013” IL PATRON DEL TOUR 3 REGIONI E DELL’ITALIAN 6 RACE STILA IL BILANCIO DELLA STAGIONE E SI PREPARA ALLE RICCHE PREMIAZIONI PER I CIRCUITI, AL BIKE SHOW DI FORLÌ. AFFLUENZE RECORD E SODDISFAZIONE ALLE STELLE PER DUE KERMESSE CHE STANNO DIVENENDO PUNTO DI RIFERIMENTO NEL PANORAMA DELLE RUOTE GRASSE NEL CENTRO ITALIA.

I

Ivano Ognibene è la mente ed il braccio di due importanti circuiti dedicati alla mtb, vale a dire il Tour 3 Regioni e la Italian 6 Race. Le due manifestazioni, giunte rispettivamente alla quinta ed alla quarta edizione, sono punto di riferimento per gli appassionati di ruote grasse nel centro Italia, con un circuito che si snoda tra Toscana, Umbria e Marche.

appunto la possibilità ad altri paesi di associarsi al tour. Lo scopo col quale sono nati questi due eventi, è sicuramente agonistico, ma molto forte è l’aspetto turistico: sono state infatti inserite nel circuito, località che hanno peculiarità anche dal punto di vista culturale, tanto che nelle stesse iscrizioni sono indicati ai ciclisti i luoghi d’interesse che si trovano nelle località facenti parte della kermesse. È importante secondo noi curare tanto il ciclista che partecipa alla gara, quanto chi lo accompagna, famigliari o amici, perché riteniamo sia un’esperienza ancora più bella da condividere, un momento per stare insieme. Viene fatta attenzione anche al cibo fornito ai pasta party che, laddove possibile, presenta prodotti tipici del luogo.» Quali sono i punti forti dei due circuiti? «Come detto, hanno caratteristiche analoghe proprio perché la Italian 6 Race è nata per integrare ed ampliare di fatto la scelta di località del Tour tre regioni, ciò significa che in entrambi i casi abbiamo un chilometraggio non troppo lungo, un costo basso di abbonamento che ci porta ad avere una media di 480 abbonati quasi tutti gli anni, il pasta party per tutti, percorsi di alto livello, organizzazione di prim’ordine che significa dalle 80 alle 120 persone sul percorso, un pacco gara con un ricordo della gara.» Con quali dati hanno chiuso queste due edizioni? «Gli abbonati al Tour 3 Regioni e alla Six Race sono stati circa 415, oltre 200 dei quali provenienti dal 3 Regioni (vi sono quattro prove in comune, ndr). A livello di frequenza avevamo dalle 1000 alle 1500 persone alle tappe del Tour, mentre una media di 900 ciclisti alle prove di Six Race. Rispetto alle scorse edizioni, si tratta di un dato sempre in crescita, circa del 15 per cento. Sono aumentate le presenze giornaliere e contiamo di proseguire con questo trend che dimostra che i due circuiti si stanno facendo conoscere ed apprezzare.» Qual è la soddisfazione più grande che ha potuto raccogliere in queste edizioni? «Indubbiamente il fatto che vi siano pochi reclami e tanti complimenti, fa piacere. Riteniamo di non essere ancora arrivati alla perfezione e forse non ci arriveremo mai, ma un buon livello qualitativo, perseguito di edizione in edizione, evidentemente è stato raggiunto e ci viene riconosciuto da chi si iscrive ai circuiti.» Sono già aperte le iscrizioni per l’edizione 2013, ci sono delle novità? «Le iscrizioni sono già aperte – gratuite per esordienti, allievi e junior – e sono state inserite due località nuove all’Italian 6 Race, ad agosto Pianello (AR) e a fine settembre Pioraco (MC). Verrà garantita l’organizzazione della manifestazione agli stessi livelli delle scorse edizioni, con i rappresentanti, me compreso del circuito, presenti alla tappa.»

ivano com’è nata l’idea di organizzare questi due circuiti dedicati alla mtb? «Il primo a nascere è stato il Tour 3 Regioni e, viste le richieste da parte di diverse località di entrare a farne parte, è stata avvertita l’esigenza di creare un circuito di caratteristiche simili, che desse

il 10 novembre al bike Show di forlì si terranno le premiazioni dei circuiti 2012, in occasione di una grande festa del ciclismo… «Si terrà la premiazione delle società che hanno organizzato le tappe e degli sponsor che ci affiancheranno, poi si partirà dai riconoscimenti per tutti i giovani e poi le categorie. Poi presenteremo il calendario. Saranno premiati qualcosa come oltre due centinaia di ciclisti, sarà davvero una grande festa.»



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3t BiKe

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a cura di NeWSPoWer

Cattaneo e anDReeVa Volano alto JOHNNy CATTANEO PIEGA IL GRECO PERIKLIS ILIAS, SUL PODIO ANCHE FABIAN RABENSTEINER. TRA LE DONNE LA CALVETTI PUNZECCHIA LA ANDREEVA, MA LA RUSSA VINCE. PIOGGIA, FANGO, NEBBIA ED ANCHE IL SOLE PER UNA GARA CHE PIACE. TRENTINO MTB CALA IL SIPARIO, DESIGNATI I NUOVI CAMPIONI 2012.

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L’estate trentina delle ruote tassellate l’ha tirata per le lunghe anche quest’anno. Trentino MTB è ormai un “classico” stagionale e con le sue sette prove sparpagliate in provincia di Trento racconta tutta la bella stagione in sella, ma va anche oltre, perché in questo 2012 era cominciato a fine aprile e si è concluso domenica 30 settembre con l’appassionante 3T Bike. A Telve Valsugana si sono presentati in centinaia, tra semplici appassionati decisi a sfidare avversari e se stessi, e volti noti della mtb nazionale e internazionale, come Martino Fruet, Johnny Cattaneo, Johann Pallhuber, Periklis Ilias, e le ladies Lorenza Menapace, Serena Calvetti e Vera Andreeva. Un primo indiscusso protagonista della prova settembrina è stato il tempo, imbronciato e bizzoso per tutta la mattinata, con pioggia, sprazzi di sole e nebbia simil-padana ad accompagnare i bikers in gara. Il tracciato di conseguenza è divenuto ancora più tecnico (31 km e 1330 mt/ dsl complessivi) e fin dai primi chilometri di salita i più forti si sono staccati dal resto del gruppo, con il nazionale greco Ilias davanti a tutti tallonato da Fabian Rabensteiner e Andrea Righettini, e controllato da Cattaneo, che già aveva individuato il suo principale avversario di giornata. Dietro di

loro c’era un altro gruppetto composto da Fruet, Ferraro, Zamboni, Tabacchi e Costa, con quest’ultimo deciso più di tutti a tentare l’aggancio. Nella gara femminile, la prima

a mettere il naso fuori dal gruppo è stata la tricolore xC Under23 Serena Calvetti, sempre e comunque controllata dalla russa Andreeva.

andrea Zamboni e Martino Fruet conducono il gruppo foto neWSpoWeR Canon

La salita verso il GPM di Frisanco era ancora affare di Ilias, che dopo essere scollinato per primo si tuffava lungo una tecnica discesa verso Parise, un fangoso single track scavato nel bosco dove era necessario guidare con determinazione, velocità ma anche parecchia attenzione con sagge dosate di freni. In località Parise, al decimo chilometro circa, Ilias era il primo a ricevere gli applausi di un buon pubblico presente


foto neWSpoWeR Canon

nonostante la pioggia, a ruota però come un’ombra c’era anche Cattaneo, il quale guadagnava la testa della corsa sul single track successivo verso Castellalto. Nel frattempo anche Costa aveva messo le ali ed era terzo davanti a Rabensteiner e Pallhuber, con Fruet in affanno, complice anche il guasto meccanico alla posteriore che lo aveva interessato in apertura di gara, con un raggio ko. Lungo il saliscendi che portava a Torcegno (circa a metà gara), la sfida tra il bergamasco Cattaneo e Ilias si faceva più serrata e il primo “round” è sembrato aggiudicarselo il greco, bravo a meglio divincolarsi tra la fitta nebbia. Cattaneo tuttavia non ha mai mollato e al passaggio da Fratte, poco prima di Telve di Sopra, eccolo di nuovo al comando e questa volta con 20” di vantaggio. Al parco fluviale di Carzano Cattaneo aveva in tasca un rassicurante vantaggio di 1’30” su un Ilias che non riusciva più a farsi sotto, e così, dopo il terzo posto del 2009 e il secondo del 2011, il bergamasco quest’anno si è portato a casa il bottino più cospicuo. Ilias ha concluso la sua gara con 1’16” di ritardo (davanti a Rabensteiner e Fruet) ed è entrato nella storia come il primo straniero mai salito sul podio della 3T Bike. E a questo proposito, il nazionale bianco-azzurro è stato in piacevole compagnia visto che sul primo gradino della femminile, anche lei al “debutto” nell’albo d’oro trentino, è salita la ventiquattrenne russa Vera Andreeva (compagna di team, il Protek), brava a tenersi alle spalle la Calvetti e la trentina Lorenza Menapace «Nonostante non sia riuscita a provare il percorso prima della gara», ha commentato la russa, «mi sono divertita molto, e i continui saliscendi senza salite lunghissime sembravano fatti apposta per me». La 3T Bike di Telve, ancora una volta orche-

l’arrivo vittorioso di vera andreeva

strata con precisione dal Gruppo Sportivo Lagorai Bike, era come detto prova conclusiva di Trentino MTB e si sono laureati vincitori 2012 Lorenza Menapace (femminile), Mirko Tabacchi (Open), Nicola Risatti (Elite Sport), Ivan Degasperi (M1) Claudio Segata (M2), Mario Appolonni (M3), Tarcisio Linar-

di (M4), Joseph Koehl (M5), Silvano Janes (M6) e Fabio Aldrighetti (Junior). Chiuso il sipario sull’edizione 2012, sia la 3T Bike che il circuito Trentino MTB sono già con la testa al 2013. Ci sarà l’inverno di mezzo ma la buona stagione, quella delle ruote artigliate, non è troppo lontana in fin dei conti.


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aSD DaLZero.it a cura di Nicoletta BriNa

brina@gocom.it

paSSione peR il CiCliSMo LA GIOVANE REALTà BRESCIANA INCENTIVA LO SPORT E LA VOGLIA DI RITROVARSI A PEDALARE INSIEME. TRA I PROGETTI DA INCENTIVARE, IL CIRCUITO DALZERO.IT, DEDICATO ALLE MANIFESTAZIONI “DI CARATTERE”.

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Hai la passione del ciclismo e vuoi incontrare persone come te per fare gruppo, percorrere itinerari, o magari anche salite importanti e partecipare a granfondo italiane? La Asd Dalzero.it è quello che fa per te. Chi siamo L’Asd Dalzero.it è stata costituita il 2 novembre 2010 da Matteo Dalzero e alcuni amici a Monticelli Brusati (BS), in piena Franciacorta, uno dei territori italiani più interessanti dal punto di vista ciclistico. L’Asd è affiliata alla Federazione Ciclistica Italiana e iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche del Coni.

Cosa facciamo La società, con attività principalmente su strada, vuole incentivare lo spirito amatoriale nel praticare lo sport del ciclismo; il nostro scopo è quello di creare un gruppo di persone che, accomunate dalla passione per la bicicletta, si ritrovino lungo il territorio italiano. Sicuramente avendo sede a Monticelli Brusati vengono spesso proposti itinerari in zona, andando comunque a percorrere ambite salite come il Gavia, il Mortirolo e lo Stelvio. Per fare un esempio di come la società si muove, nel 2011 è stata organizzata una settimana in Abruzzo, con base a Castel di Sangro, per andare a scoprire salite importanti, come il Blockhaus da Roccamorice, ed un territorio tra i più incontaminati d’Italia compreso tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella.

Durante l’anno vengono proposte diverse partecipazioni alle granfondo sul territorio italiano ed una delle novità del 2013 sarà la possibilità per i tesserati di avere in omaggio l’iscrizione ad alcune di queste manifestazioni in base alla disponibilità del momento e alle adesioni già raccolte. Spirito di squadra Durante le uscite di squadra, l’importante è partecipare, ognuno con il proprio impegno, ricordandosi che siamo un gruppo, quindi in cima alle salite ci si aspetta. Ricordate lo scambio di borraccia tra Coppi e Bartali? Nel nostro piccolo è accaduto lo stesso, durante la salita del Gavia fatta ad agosto: devo ringraziare il compagno di squadra Giuseppe Caponi che ha condiviso con me l’acqua prima della cima. E così, tramite la società è nata tra di noi un’amicizia che ci lega da Brescia a La Spezia. il circuito Dalzero.it L’Asd Dalzero.it organizza il “Circuito Dalzero.it” che vuole essere una proposta di manifestazioni dal particolare interesse cicloturistico, andando a racchiudere granfondo consolidate ed altre giovani, ma di carattere. Quest’anno, l’elenco delle manifestazioni è ancora in fase di definizione, comunque, per quanto già definito, andremo dall’Umbria alle Cinque Terre, dalle Dolomiti al Bondone, passando dalla Costa Amalfitana, da San Gimignano, dall’Abruzzo e dall’ Emilia Romagna. Oltre a quote agevolate per le iscrizioni e la partenza in griglia agevolata, il circuito propone una classifica basata sul chilometraggio e non sull’ordine di arrivo. Nonostante le granfondo abbiano una loro classifica e un loro cronometraggio, ci piace chiamarle manifestazioni e non gare, proprio per indicare la partecipazione con spirito di divertimento. Certo, se uno è in grado, con il suo allenamento, di competere per le prime posizioni tanto meglio, ma sempre nel rispetto delle regole e nella correttezza verso gli altri. Molti ciclisti non si avvicinano a questi eventi proprio perché ritengono siano troppo agonistici. Venite con noi e scoprirete l’adesione amatoriale, vero spirito con cui sono nate le granfondo. Come tesserarsi Il tesseramento è rivolto a tutti coloro che credono nello spirito amatoriale e che cercano una squadra indipendentemente dalla zona geografica. Chi dovesse essere interessato al tesseramento trova su www.dalzero.it tutte le informazioni per richiedere il tesseramento 2013, tramite la compilazione di un apposito form.


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trentino mtB a cura di NeWSPoWer

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DegaSpeRi e MenapaCe inCoRonati Re e Regina a CaStel tHun FESTOSA CHIUSURA NELL’AFFASCINANTE MANIERO NONESO PER TRENTINO MTB. DEGASPERI E MENAPACE VINCITORI ASSOLUTI, DISPENSATI PREMI PER TUTTI I PROTAGONISTI. UNA SFILATA DI TANTI BIKERS CHE HANNO INFIAMMATO LE SETTE PROVE 2012. ANNUNCIATO IL CALENDARIO 2013, SI TORNA ALLE SEI TAPPE COME IN PASSATO.

E

Epilogo in Val di Non, tra le affascinanti mura di Castel Thun, per Trentino MTB 2012, circuito che si è sviluppato su sette tappe: ValdiNon Bike, Ledro Bike, 1000GrobbeBike - 100 Km dei Forti, Lessinia Bike, La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme, Polartec Val di Fassa Bike e 3T Bike. Molto affollata la Sala delle Guardie, gli organizzatori davvero non si aspettavano una partecipazione così massiccia, pochissime le assenze, per una premiazione ricca con riconoscimenti in denaro e in prodotti, soprattutto trentini, con un controvalore totale di circa 20.000 euro. La soddisfazione di Alessandro Bertagnolli, presidente di Trentino MTB, la si leggeva nel suo volto mentre snocciolava cifre e bilanci e rivolgeva il grazie alle istituzioni e agli sponsor. Bilanci oltremodo positivi, con oltre 6.000 iscritti nel corso della stagione, nonostante un’annata frenata dalla delicata situazione economica. Pochi gli interventi degli oratori e grande spazio ai premiati, una lunga serie iniziata con i due vincitori assoluti, che si sono visti… in difficoltà poi a lasciare la sala. A ciascuno è andata una mezza forma di Trentingrana oltre ad una confezione di mele Melinda, lo spumante trentino che non manca mai a Trentino MTB, e ancora prodotti tipici e bevande Gatorade. Ivan Degasperi, che ha contribuito notevolmente anche al successo del Team Todesco, protagonista tra le squadre, e Lorenza Menapace (Team Carpentari) oltre che vincere le rispettive categorie, la M1 e la femminile, sono i due vincitori assoluti 2012 che vanno così ad impreziosire l’albo d’oro. A metà premiazione è intervenuto anche l’assessore provinciale alla cultura Franco foto neWSpoWeR Canon

Panizza, il quale ha messo a disposizione la location a Castel Thun (oltre alle visite libere al maniero per premiati e accompagnatori), con la promessa che anche in futuro i castelli trentini saranno aperti a questa possibilità per l’apprezzato circuito di mtb. Podi quasi tutti completi, mancava solo il vincitore della “Open” maschile Mirko Tabacchi, con un posto vuoto dunque anche nella foto di rito di tutti i vincitori. Ad indossare la maglia di campione 2012 c’erano, oltre ai già citati Degasperi (M1 e assoluta maschile) e Menapace (donne e assoluta femminile), anche Nicola Risatti (Elite Sport), Fabio Aldrighetti (Junior), Claudio Segata (M2), Mario Appolonni (M3), Tarcisio Linardi (M4), Joseph Koehl (M5) e Silvano Janes (M6). Lorenza Menapace è poi salita per la terza volta sul gradino più alto del podio, vincitrice anche della classifica dello scalatore, in compagnia di Mario Appolonni. Affollata anche la premiazione tra le squadre, che dalla prossima edizione avrà riconoscimenti ancor più considerevoli. Ai primi tre posti si sono piazzati nell’ordine Team Todesco (353 punti), Bren Team Trento (284 p.) e Asd Petrolvilla Bergner Brau (240 p.). Sono stati premiati anche i fedelissimi, una settantina, che hanno preso parte a tutte e sette le prove di questa stagione, un simpatico riconoscimento a prescindere dal risultato in classifica. è stato anche annunciato il calendario del 2013, già definito nei dettagli. Si ritorna alla formula originale delle sei tappe, con gli eventi tradizionali di Trentino MTB: ValdiNon Bike a Cavareno (12 maggio), 1000GrobbeBike - 100 Km dei Forti a Lavarone (14/15/16 giugno), Lessinia Bike a i vincitori di trentino MtB 2012 Sega di Ala (28 luglio), La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme tra Ora e Molina (4 agosto), Polartec Val di Fassa Bike a Moena (8 settembre) ancora Coppa del Mondo, per chiudere con la 3T Bike a Telve Valsugana il 13 ottobre. Una scelta significativa di una gara al mese, da maggio ad ottobre, con un vero e proprio tour nelle zone più affascinanti del Trentino. Info: www.trentinomtb.com

Classifica finale trentino Mtb 2012 open maschile 1. Tabacchi Mirko L’Arcobaleno Carraro Team 8.115,00; 2. Bianchi Ramon Team Full Dynamix 7.548,75; 3. Egger Gunter Profi Bike Team 7.518,75. femminile 1. Menapace Lorenza Team Carpentari 12.325,00; 2. Paolazzi Claudia Gardaonbike 11.262,50; 3. Zocca Lorena L’Arcobaleno Carraro Team 10.300,00. Junior 1. Aldrighetti Fabio Mtb Lodrone Leoni Cicli 2.155,00; 2. Strazzer Andrea Asd Alto Vicentino Mtb 184,00. elite Sport 1. Risatti Nicola Mtb Lodrone Leoni Cicli 8.315,00; 2. Vaia Francesco Team Todesco 6.932,50; 3. Biasoli Andrea Team Todesco 5.920,00. M1 1. Degasperi Ivan Team Todesco 10.210,00; 2. Pintarelli Ivan Team Bsr 9.080,00; 3. Dmitriev Georgy Gs Bike Store Costermano 5.575,00. M2 1. Segata Claudio Bren Team Trento 8.311,25; 2. Modesti Dimitri Team Todesco 7.265,00; 3. Zampedri Luca Gsa Penne Sprint 6.665,00. M3 1. Appolonni Mario L’Arcobaleno Carraro Team 9.285,00; 2. Ludwig Stefan Bren Team Trento 8.635,00; 3. Bazzanella Michele Team Bsr 7.745,00. M4 1. Linardi Tarcisio Asd Petrolvilla - Bergner Brau 7.045,00; 2. Di Geronimo Michele Asd Petrolvilla - Bergner Brau 6.220,00; 3. Alvera’ Paolo Gs Cicli Olympia 6.110,00. M5 1. Koehl Joseph Bren Team Trento 4.910,00; 2. Inama Rolando Paduano Martina Racing 4.767,00; 3. Dellagiacoma Piergiorgio L’Arcobaleno Carraro Team 4.670,00. M6 1. Janes Silvano Asd Petrolvilla - Bergner Brau 9.365,00; 2. Oss Agostino Gsa Penne Sprint 2.393,00; 3. Dalla Paola Mario Team Zanolini Bike Professional 1.869,00. Scalatore uomini 1. Appolonni Mario L’Arcobaleno Carraro Team 2010; 2. Bazzanella Michele Team Bsr 1970; 3. Ludwig Stefan Bren Team Trento 1835. Scalatore donne 1. Menapace Lorenza Team Carpentari 2.080,00; 2. Paolazzi Claudia Gs Surfing Shop Sport Promotion 2.050,00; 3. Zocca Lorena L’Arcobaleno Carraro Team 1.725,00. Squadre 1. Team Todesco 353; 2. Bren Team Trento 284; 3. Asd Petrolvilla Bergner Brau 240.


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Un fine settimana con tempo incerto, con pioggia fino alle 4. Dalle 7, la schiarita verso una bellissima giornata, lasciava spazio alla buona riuscita della 6ª ed ultima prova della Gran Fondo Italian 6 Races, svoltasi domenica 30 settembre a Petrignano (PG). Alla partenza, oltre 470 concorrenti in rappresentanza di 24 società, provenienti da varie regioni. Il percorso di gara presentato dal G.C. Petrignano, si è sviluppato lungo un tracciato di 41 km con dislivello di 1.150 m. Partenza alle 9,30 dal centro sportivo con un breve trasferimento su strada pianeggiante e la salita di 2 km che vedeva Marco Cellini (Cicli Taddei), Simone Lunghi (Mondo Bici), Serghey Mikhailouski (Mondo Bici), Emiliano Dominici (Cicli Taddei) e Milo Burzi (Scott Pasquini) imporre, sin dalle prime battute, un ritmo di gara elevatissimo, tanto da staccare il gruppo costretto ad inseguire. Al termine della prima discesa tecnica, in corrispondenza del la Classifiche salita verso Carro Toselli, iniziava la fuga del terzetuomini km 41: 1° Marco Cellini Cicli Tadto composto da Cellini, dei, 2° Simone Lunghi Mondo Bici, 3° SerLunghi e Mikhailouski che ghey Mikhailouski Mondo Bici, 4° Emiliano transitava con un vantagDominici Cicli Taddei, 5° Milo Burzi Scott gio di 1’10’’ sui diretti avPasquini versari. Il percorso proseguiva Donne km 41: 1a Daniela Stefanelli Cicli lungo un tratto di crinaCingolani, 2a Nadia Pasqualini Free Bike, le molto suggestivo, con 3a Monia Conti Santarcangelo, 4a Marta una discesa in sigle track Bacherozzi Gruppo TNT, 5a Barbara Genga verso il fondo valle, per I Briganti affrontare la seconda scalata che portava fino alla Società vincitrice: Cicli Cingolani vetta di Monte Palazzo, ultima rampa a 10 km dall’arrivo, che vedeva Classifica finale italian 6 Races 2012 Cellini, in gran spolvero, arrivare al traguardo in Junior Gianmaria Renzi Cobran solitaria, con un tempo Don. W1 Daniela Stefanelli Cicli Cingolani record di 2 h 2’40’’, seDon. W1 Marta Maccherozzi Gruppo TNT guito a 1’45’’ da Simone elMt Roberto Rinaldini Scott Pasquini Lunghi e Mikhailousky a M 1 Milo Burzi Scott Pasquini chiudere il podio. M 2 Serghey Mikailousky Durantini M 3 Fabrizio Pezzi Torpedo Bike Per informazioni: M 4 Gilberto Perini Torpedo Bike 338 6834464 M 5 Davide Bertozzi Ecology Team www.romagnamtb.it M 6 Marco Calice Valle del Conca info@romagnamtb.it



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XC DeL monte CeCiLia a cura di GiaNlUca BarBieri

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A BAONE, DAVANTI AL PUBBLICO AMICO, PROTAGONISTI I BIKERS PADOVANI. PER LORO, OLTRE LA SODDISFAZIONE DI TRIONFARE IN CASA, UNA GRANDE FESTA RICCA DI FOLCLORE E DI QUELLO SPIRITO ALLEGRO E VIVACE TIPICO DI QUESTE MANIFESTAZIONI.

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è stata una gara spettacolare, quella svoltasi domenica 23 ottobre nello stupendo scenario del Monte Cecilia, sui Colli Euganei in provincia di Padova. Una gara, valevole come finale della prestigiosa “Coppa Colli Euganei” di Mtb cross country, circuito formato da otto prove, che ha visto la partecipazione di 300 bikers. Una corsa, quella vista a Baone, ad alto tasso agonistico, grazie al tricolore dei padovani Gianluca Boaretto e Luca Martini ed alle categorie femminili, che annoveravano la presenza di Monica Squarcina, subito protagonista della prova, accelerando i tempi e andando subito all’attacco, lasciando le avversarie ad inseguire. Sia Boaretto che la Squarcina, primi assoluti nelle rispettive categorie, tagliavano il traguardo solitari. Finalissima che ha veramente infiammato i bikers, lungo il classico circuito del monte Cecilia, merito anche dell’organizzazione professionale e della sicurezza garantite dallo staff Estebike e dal suo presidente Renzo Zordan. L’organizzazione ha saputo cogliere nel segno – testimonianza ne è stato il grande apprezzamento manifestato dai 300 partecipanti – creando una simpatica atmosfera, sia alla partenza che all’arrivo, mettendo a loro agio tutti i bikers e i loro accompagnatori con effetto di grande folclore, e facendo oltremodo risaltare il carattere e lo spirito amatoriale che contraddistingue questo genere di competizioni.

Nella classifica finale della Coppa Colli euganei di categoria, protagonisti di fronte al pubblico amico, sono stati i corridori padovani: Cat. Donne a: 1. Elisa Cappellari (Stones Bike); 2. Elisa Barina (Mtb Biga); 3. Marta Masato (Euganea Bike). Donne b: 1. Monica Squarcina (Team EsteBike); 2. Luisa De Lorenzo Poz (Mtb Biga); 3. Marina Allegro (11 Team). primavera f1: 1. Cristian Giusti (Mobiltre); 2. Matteo De Franceschi (Cicli De Franceschi); 3. Mattia Ropelato (Pederzolli). primavera f2: 1. Matteo Zanon (2Torri); 2. Mattia Bagnara (Euganea Bike); 3. Riccardo Tommasini (Sellaronda Pionca). primavera Donne: 1. Giorgia Battaglia (Bike Benato). Debuttanti: 1. Nicolò Galetto (2Torri); 2. Giacomo Scalzotto (Euganea Bike); 3. Mattia Righetto (T.Bike). Cadetti: 1. Gianluca Boaretto (Racing Team); 2. Federico Garbin (Biciverde); 3. Luca Elardo (Università Padova). Junior: 1. Manuel Piva (Stones Bike); 2. Emanuel Boschetto (Euganea Bike); 3. Alessandro Rizzi (Racing Bike). Senior: 1. Francesco Raccanello (2Torri); 2. Silvano Barbieri (Racing Bike); 3. Gianmaria Pertile (Hercules Bike Friends). Veterani: 1. Raffaele foto gianluCa baRbieRi Lattero (111Bike); 2. Massimiliano Beggin (Racing Bike); 3. Michele Marini (idem). gentlemen: 1. Roberto Ambrosi (Falchi di Tucson); 2. Luca Selmin (Team EsteBike); 3. Giampietro Zanella (Team Cycle Sport). Super a: 1. Giampietro Garofolin (Club Colli Euganei); 2. Maurizio Cherubin (Biciverde); 3. Paolo Chiodetto (Cicli Morbiato). Super b: 1. Luigi Inglesi (San Bortolo); 2.

Graziano Mosca (2Torri); 3. Lucindo Magagnin (Cicli De Franceschi). nella classifica finale di società: al 1° posto il Team Racing Bike; 2. Euganea Bike; 3. T.Bike. Questi gli ordini d’arrivo della gara di Baone: primavera f1: 1. Matteo De Franceschi (Cicli De Franceschi); 2. Christian Giusti (Mobiltre); 3. Johnny Realdini (Zeus Bike Team). primavera f2: 1. Matteo Zanon (2Torri); 2. Mattia Bagnara (Euganea Bike); 3. Riccardo Tommasini (Sellaronda Pionca). primavera Donne: 1. Giorgia Battaglia (Bike Benato). Cat. Donne a: 1. ylenia Colpo (xDrive Racing Team); 2. Valentina Donà (T.Bike); 3. Laura Belpiano (Euganea Bike). Donne b: 1. Monica Squarcina (Team EsteBike); 2. Luisa De Lorenzo Poz (Mtb Biga); 3. Marina Donò (idem). Debuttanti: 1. Nicolò Galetto (2Torri); 2. Andrea Martini (Bike Castelgomberto); 3. Giacomo Scalzotto (Euganea Bike). Cadetti: 1. Gianluca Boaretto (Racing Bike); 2. Luca Martini (Bike Castelgomberto); 3. Luca Elardo (Università Padova). Junior: 1. Manuel Piva (Stones Bike); 2. Emanuele Dapiran (Racing Bike); 3. Davide Zambolin (Cicli Morbiato). Senior: 1. Matteo Cimiotti (111Team); 2. Francesco Raccanello (2Torri); 3. Michele Melesi (xDrive Racing Team). Veterani: 1. Luca Frizzarin (Fizzik Team); 2. Davide Battistello (xDrive Racing Team); 3. Michele Marini (Racing Bike). gentlemen: 1. Roberto Ambrosi (Falchi di Tucson); 2. Giampietro Zanella (Team Cycle Sport); 3. Maurizio Borsato (Racing Bike). Super a: 1. Ruggero Maltauro (Cicli Mantovani); 2. Giampioetro Garofolin (Club Colli Euganei); 3. Maurizio Cherubin (Biciverde). Super b: 1. Luigi Inglesi (San Bortolo); 2. Valter Bagattin (BluBike); 3. Romeo Rubin (Uno Team Cittadella). la classifica per società della gara di baone ha visto prevalere l’Asd T.Bike davanti all’Asd San Bortolo; l’Asd Euganea Bike; l’Asd Racing Bike e Asd Stones Bike.


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www.surfingshop.net torPaDo nearCo 27.5

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la “Virtù sta nel mezzo” yader Zoli, presentando la Nearco, esordisce citando Il pioniere della mountain bike Gary Fisher il quale sostiene che le ruote più grandi consentono performance migliori, grazie al fatto che riducono l’angolo di attacco (quindi facilitano il passaggio di ostacoli) e la porzione di contatto del copertone risulta maggiore. Anni di competizioni con le 26” uniti ai vantaggi della ruota più grande, hanno permesso a Torpado di sviluppare la 27,5”. Questa evoluzione, unisce i vantaggi della 29” (stabilità, sicurezza nell’affrontare l’attraversamento di ostacoli) mantenendo accelerazione, agilità e leggerezza della 26”. La 27,5” Torpado, è il frutto di un lavoro di squadra, dove le idee nascono dalla passione e da chi ha fatto della sua passione un mestiere. Studio, progettazione e sviluppo della Nearco si sono svolti all’interno dell’azienda con scrupolosità e particolare attenzione ai test effettuati dal Team Ufficiale Torpado Uci.

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torPaDo SUrFing SHoP a cura di SaNDra PiNato

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Stagione Da inCoRniCiaRe peR il teaM toRpaDo SuRfing SHop IL CAVALLINO ALATO VOLA ALTO DURANTE IL 2012: TANTI I SUCCESSI RACCOLTI, DAI TITOLI ITALIANI A QUELLI INTERNAZIONALI, LA SQUADRA DETTA LEGGE. NELLA PROSSIMA ANNATA IL TEAM AVRÁ UNA SUA SPECIALISSIMA, LA TORPADO NEARCO 27,5”, MTB CREATA DAL CAPITANO yADER ZOLI.

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La stagione 2011-12 è stata esaltante e ricca di successi per il “cavallino alato” del Team Torpado Surfingshop, con numerose vittorie e ben 5 titoli italiani conquistati. L’esordio è stato subito caratterizzato, nel mese di marzo, da due buoni secondi posti di Andrea Tiberi e Serena Calvetti al Cross Country Rampriprima di Rovereto, che hanno da subito fatto intendere che sarebbero stati protagonisti delle stagione. Il primo acuto nella specialità marathon non si è fatto attendere, grazie a Daniela Veronesi, con la splendida vittoria alla Mirko Celestino Andora Bike. Dopo la prima prova di Coppa del Mondo, in cui Tiberi ha conquistato importanti punti UCi per il ranking, la trasferta austriaca al Kamptal Klassik Trophy ha visto il nono e il decimo posto per lo stesso Tiberi e per la Calvetti. Serena calvetti Ottimo l’esordio agli Internazionali e Daniela Veronesi d’Italia, Marlene Sudtirol Sunshine Race, con la vittoria, tra le under23, di Serena Calvetti e il decimo posto tra le elite di Daniela Veronesi. Ad aprile, la Coppa del Mondo ha riservato un decimo posto a Serena Calvetti a Houffalize, in Belgio, un terzo posto a Daniela Veronesi alla Granfondo Paola Pezzo e la vittoria per Serena agli Internazionali d’Italia di Montichiari, con il quarto posto della compagna di squadra, Daniela Veronesi. L’ennesima vittoria per Serena Calvetti, questa volta alla Agnosine Bike, è stato il preludio per il primo titolo italiano conquistato, il tricolore Team Relay agli Internazionali d’Italia di Chies d’Alpago. Nella l’arrivo vittorioso di Daniela Veronesi

Serena calvetti chiude la Staffetta

gara individuale, tre atleti del “cavallino alato” sono arrivato tra i top10: Serena Calvetti terza, Daniela Veronesi quarta e Andrea Tiberi settimo. La gioia per la vittoria è arrivata a maggio anche per il capitano yader Zoli, che ha vinto due granfondo toscane di tutto rispetto, Costa degli Etruschi e Da Piazza a Piazza. In Coppa del Mondo, ancora una buona prova per Serena Calvetti che chiude undicesima a Nove Mesto. A giugno sono arrivati altri quattro titoli italiani, tutti al femminile: Serena Calvetti e Daniela Veronesi hanno conquistato prima gli Internazionali d’Italia e dopo il Tricolore Marathon a Schio. A luglio è stata ancora Serena Calvetti a portare in alto la bandiera del Torpado Surfingshop con il terzo posto alla Dolomiti Superbike e una splendida quinta posizione alla Coppa del Mondo in Val d’Isere. Nonostante la stagione fosse al termine, la Calvetti ha conquistato un ottimo nono posto al Mondiale Marathon, un secondo posto alla 3T e la vittoria alla Prevostura, dove anche Tiberi ha trionfato. Buone indicazioni e crescita costante si è vista anche dai due under23 del team, Nicolò Ferrazzo e Marco De Col, sempre nei top10 delle gare regionali a cui hanno preso parte, con qualche partecipazione a gare nazionali.


La stagione del downhill ha offerto prestazioni e risultati di alto livello di tutti gli atleti, culminando con la vittoria di Alia Marcellini al Circuito Gravitalia e il secondo e terzo posto tra gli open nella classifica finale per Marco Milivinti e Carlo Gambirasio. Nel dettaglio, la Marcellini ha conquistato il Gravity Race di San Lorenzo e la tappa del Circuito di Gravitalia a Fai della Paganella, oltre a due secondi posti; una vittoria e un secondo posto per Claudio Barreca, un primo posto per Marco Milivinti e buoni piazzamenti per Carlo Gambirasio. il team torpado Surfing shop campione italiano

La stagione è ormai giunta al termine e il bilancio è certamente positivo, sia per quanto riguarda i risultati, sia per la crescita dei più giovani e lo sviluppo delle bici, grazie anche all’attenta supervisione del capitano yader Zoli, che ha sempre messo a disposizione del team la propria esperienza e tranquillità. I cinque titoli italiani conquistati portano il Torpado Surfingshop ad essere tra i top team del nostro Paese. A livello internazionale, i portacolori del “cavallino alato” si sono ben comportati, indossando a più riprese la maglia della Nazionale Azzurra. Ci sono parecchie novità che bollono in pentola per la prossima stagione: intanto la nuova Torpado Nearco 27,5”, creata e sviluppata da yader Zoli, sarà la bici del Team 2013. Nearco, punta di diamante della collezione Impudent 2013, è proposta sia nella versione carbonio che alluminio. Tutti i contenuti tecnologici che la ricerca ha messo a disposizione, sono sintetizzati in questa mountain bike. Con Nearco 27,5”, Torpado entra di diritto tra i top ten della mountain bike, per contenuti, ampiezza di gamma e tecnologia.

ecco la scheda tecnica: Hardtail 27,5” Monoscocca carbonio (UDM) alto modulo Press Fit 30 Attacco deragliatore Direct Mount Sterzo conico Cavi integrati compreso freno posteriore Perno passante x12 mm Reggisella da 27,2 mm Colori 2 versioni bianca/nera/rossa e nera/ azzurra versione Torpado Peso telaio grezzo (Misura M) 990 gr


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i noStri gioVani a cura di Nicoletta BriNa

brina@gocom.it

peDale RiMineSe: piCColi CaMpioni CReSCono GIANLUCA GROSSI, BRUNO VICI ED ERCOLE DALLA TORRE ALLA CONDUZIONE DEI GIOVANISSIMI DEL TEAM: «DIVERTIMENTO COME PAROLA D’ORDINE. PER L’AGONISMO C’è TEMPO, ORA QUEL CHE IMPORTA è CHE I RAGAZZINI APPREZZINO QUESTO SPORT ED IL PIACERE DELLO STARE INSIEME PER UNA PASSIONE COMUNE».

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La passione che comincia da bambini. Quando si sale sulla bici per la prima volta e ci si ripromette di diventare campioni. E l’allenamento diventa l’occasione per sfidare gli amici, per vedere chi va più forte, per oliare i meccanismi di quel sano agonismo che porta alla voglia di migliorarsi continuamente. Il ciclismo è, prima di tutto, stare insieme, mettersi alla prova, sfidare gli altri e se stessi, lavorare insieme. Gioco di squadra e individuale, al contempo. E come tutti gli sport, anche il ciclismo rappresenta una palestra di vita non indifferente. Ecco perché il settore giovanile, nello sviluppo di qualsiasi ciclista, è pressoché determinante. I giovanissimi del Pedale Riminese (G1-G6) possono contare su un team di tre direttori sportivi, vale a dire Gianluca Grossi, Bruno Vici ed Ercole Dalla Torre, che seguono i ragazzi costantemente. Quanti sono i ragazzi e che età hanno? «Abbiamo circa una ventina di ragazzi nel settore agonistico, 22 per la precisione, – spiega Grossi – dai 7 ai 12 anni. Il gruppo dei Giovanissimi viene seguito insieme dal sottoscritto, da Vici e da Dalla Torre. Io sono presente da questa estate, Ercole da 7 anni, mentre Bruno è all’interno della società sin dai tempi in cui lui stesso correva, quindi è un po’ il guru di tutti, è un profondo conoscitore del ciclismo ed è un portatore di esperienza. Di fatto, insieme al

gruppo dei giovanissimi, noi tre collaboriamo anche nelle altre categorie.» la fascia d’età dai 7 ai 12 anni è molto impegnativa, se non altro perché i ragazzini sono piccoli. Come si sviluppano gli allenamenti? «Gli allenamenti hanno prevalentemente quale scopo, quello di far appassionare i ragazzini al ciclismo: vengono proposti loro giochi con un obiettivo che può essere prettamente ludico, o tecnico, per esempio, per fare apprendere loro appunto aspetti tecnici di questo sport. Ecco quindi le attività volte a sviluppare l’agilità, piuttosto che la resistenza, il tutto, ovviamente, facendoli giocare. Comprendiamo perfettamente il fatto che poi vogliano mettersi alla prova, magari sfidare l’amico, ma ci deve anche essere il lavoro di squadra, ecco perché in allenamento organizziamo anche delle volatine. In gara, tutti hanno voglia di fare bene e di mettersi in luce, ma dal canto nostro cerchiamo di non spingerli a cercare il risultato a tutti i costi, vogliamo che a questa età, primariamente si divertano. Se i risultati arrivano, meglio, ma ciò che importa è che si impegnino e si divertano. » Com’è andata la stagione dal punto di vista agonistico?

«I ragazzini ci tengono tanto a fare bene e l’hanno dimostrato durante tutta la stagione. Possiamo dire che di eccellenze durante l’annata ce ne sono state, 3-4 si sono fatti notare, si sono messi in evidenza, vincendo anche qualche gara. Credo tuttavia che il risultato più grande raggiunto da tutta la squadra, sia il fatto di esserci presentati alle gare, ogni volta, con i ranghi quasi al completo. Ventidue ragazzi che avevano voglia di fare, è indubbiamente una bella sfida vinta. Inoltre, quest’anno hanno tolto le premiazioni individuali nella nostra provincia e viene premiata la società alle gare: anche questa è stata una bella soddisfazione perché la vittoria, nel caso, veniva festeggiata da tutti.» Com’è il rapporto con le famiglie? «I genitori ci tengono molto perché vogliono che i figli facciano sport, altri li spingono perché vadano forte, c’è competizione anche tra i genitori, ma resta tutto nella sfera dell’accettabile, senza eccessi, insomma. Il legame con la società è abbastanza stretto: durante l’anno alcuni genitori sono stati indubbiamente un aiuto molto valido e prezioso, dato che ci hanno dato anche una mano ad accompagnare i bimbi alle gare, a seguirli. Si è instaurato, insomma, un bellissimo rapporto.»

Direttori sportivi da sinistra verso destra: Vici Bruno, Gamberini Giovanni (presidente), Grossi Gianluca, Della torre ercole


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tremaLZo SUPerBiKe

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a cura di GiaNlUca BarBieri

un Mig RuSSo SfReCCia a tReMoSine e VinCe la pRiMa tReMalzo SupeRbiKe SONO IL RUSSO ALExEy MEDVEDEV E LA ROMAGNOLA ELENA GADDONI, I PRIMI A SCRIVERE IL LORO NOME NELL’ALBO DELLA TREMALZO SUPERBIKE, UNA GARA CHE SEMBRA DESTINATA A UN GRANDE FUTURO.

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A Tremosine (BS), nel Parco dell’Alto Garda Bresciano, sono stati ben oltre cinquecento i concorrenti iscritti a questa prima edizione. Sicuramente un lancio in grande stile quello della Tremalzo Superbike, che pur collocata in calendario a metà ottobre, quando sono in molti ad aver tirato i remi in barca, pur proponendo un percorso tutt’altro che semplice, 50 km e circa 2000 metri di dislivello, ha ottenuto un grande successo, sia per l’affluenza, che per la soddisfazione dei concorrenti che hanno preso parte alla gara. La scalata al mitico Passo Tremalto ha un richiamo fortissimo per i biker, italiani ed esteri. E proprio un folto gruppo di stranieri, gestiti con i servizi offerti da Bike & More, sono uno dei maggiori vanti per gli organizzatori di questa gara.

la gara A pochi minuti dalle 9.30, sotto un cielo plumbeo, il lungo serpentone di concorrenti è schierato pronto per il via. Lo speaker Paolo Malfer intervista alcuni dei probabili protagonisti. Sono tanti i big al via, l’intero squadrone della Scott, con il Campione Italiano Juri Ragnoli, Daniele Mensi, Franz Hofer, Gigi Bettelli, Igor Baretto. Il team Full Dynamix con Johnny Cattaneo, Ramon Bianchi e Mike Felderer. Il team Scapin con i colombiani e i forti amatori. Il russo Alexey Medvedev (Elettroveneta Corratec), oltre a numerosi altri atleti elite e tantissimi amatori di altissimo livello tra i quali un certo Francesco Casagrande (Cicli Taddei). In campo femminile scorgiamo Elena Gaddoni, che ha i favori del pronostico, e atlete amatori del calibro di Lorena

Zocca, Antonella Incristi, Chiara Mandelli e tante altre. Alle 9.30 in punto Paolo Malfer da il via e il gruppo scatta lungo la salita asfaltata. Il gruppo procede abbastanza compatto. Uno scatto secco di Igor Baretto, gli altri si guardano, ma nessuno prende l’iniziativa di inseguirlo. La fuga di Baretto è di breve durata, rivelandosi più una provocazione per smuovere le acque che un vero tentativo di fuga. Dopo il primo tratto di salita su asfalto, il gruppo, ancora compatto, imbocca la strada di S. Michele, che porta all’attacco della salita per il Tremalzo. Poco dopo aver iniziato la salita, Medvedev prende l’iniziativa, con Ragnoli che si butta al suo inseguimento. Il Campione Italiano si accorge ben presto che il ritmo imposto dal russo è troppo elevato e decide di

il dottor Diego ardigò sindaco di tremosine festeggia i tre protagonisti della prova maschile


il podio. Francesco Casagrande è quarto e Andrea Righettini (Todesco) quinto. La gara femminile ha visto il dominio di Elena Gaddoni, che ha fatto gara solitaria. Alle sue spalle la lotta è stata tra Lorena Zocca e Chiara Mandelli. La veronese e praticamente stata sempre in seconda posizione, ma la Mandelli, accortasi della vicinanza della rivale, ha attaccato nel tratto finale, superando l’avversaria a pochi metri dal traguardo, precedendola di un solo secondo. Al quarto posto si è piazzata Antonella Incristi e quinta Ernestina Frosini. Gaddoni elena la vincitrice della prova femminile

desistere dall’inseguirlo. A questo punto si forma un gruppo con Ragnoli, Cattaneo e Casagrande, che procede regolare a poca distanza da Medvedev. La situazione resta invariata fino al passaggio al rifugio Garda, a circa un chilometro dallo scollinamento, quando Cattaneo opera un allungo che gli permette di transitare solitario in seconda posizione alla galleria in cima al passo. Ragnoli passa poco dopo, in terza posizione, seguito a breve distanza da Casagrande. La lunga e tecnica discesa, che porta a Passo Nota non cambia le posizioni. Dopo un tratto Medvedev alexey il vincitore della prova maschile

di salita inizia la seconda e lunga discesa, quella verso Piazzale Angeli, dove la prima parte, in single track, porta ad attraversare brevi gallerie scavate nella roccia, per poi prendere la larga strada bianca che conduce velocemente a Vesio. I quattro di testa proseguono passano a posizioni invariate sul tratto asfaltato che conduce verso la parte finale in Val di Brasa. Anche i divertenti single track finali non cambiano le posizioni e Medvedev si presenta solitario sul traguardo dopo 2h17’7’, dopo una trentina di secondi transita Cattaneo e a poco più di un minuto è Ragnoli a completare

Classifiche Maschile 1. Medvedev Alexey (ElettrovenetaCorratec) 02:17:07 2. Cattaneo Johnny (Team FullDynamix) 02:17:35 3. Ragnoli Juri (Scott Racing Team) 02:18:10 4. Casagrande Francesco (Cicli Taddei) 02:19:52 5. Righettini Andrea (Team Todesco) 02:21:20 6. Figini Francesco (Titici Lgl Pro Team) 02:22:25 7. Hofer Franz (Scott Racing Team) 02:24:09 8. Bianchi Ramon (Team FullDynamix) 02:27:02 9. Caro Silva Julio Humberto (Scapin Factory Team) 02:27:12 10. Burzi Vega (Cicli Taddei) 02:29:34 femminile 1. Gaddoni Elena (Frm Factory Racing Team) 02:56:48 2. Mandelli Chiara (Valcavallina Lovato Electric Axevo) 03:08:45 3. Zocca Lorena (Team Carraro) 03:08:46 4. Incristi Antonella (Ki.Co.Sys. Cussigh Bike) 03:14:00 5. Frosini Ernestina (Team Kona Bike Paradise) 03:18:24 6. Mistretta Beatrice (Cicli Taddei) 03:18:41 7. Amadori Valeria (Cicli Taddei) 03:22:10 8. Baggi Laura (Pikagio’) 03:22:59 9. Colpo ylenia (xdrive Racing Team) 03:25:29 10. Abumohor Teresa (Shot&Go Chile) 03:25:47


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A questo punto della stagione tutti i magazine del settore sono soliti dedicare un po’ di attenzione a quello che riguarda le news di mercato proposte come ogni anno alle fiere autunnali, e per poter divulgare un’informazione completa ci pregiamo di riportare in queste pagine un assaggio di quello che si è visto nei padiglioni della più importante fiera mondiale. Parliamo infatti niente di meno che della tedesca Eurobike che ogni anno ha luogo a Friedrichshafen, una piccola cittadina immersa nel verde delle campagne sulle rive del lago di Costanza. Ma non perdiamoci parlando di geografia e dedichiamoci a quello che è l’ingegneria ed il marketing che caratterizzano l’infinito mondo della due ruote a pedali. Anche quest’anno i padiglioni di Eurobike hanno potuto ospitare costruttori di tutto il mondo con proposte innovative ed interessanti al fine di dare una spinta ad un mercato che a detta di molti risulta essere in stallo a causa della cosiddetta crisi economica tipica dei giorni nostri. Si è visto anche un parziale ingrandimento dell’area espositiva interna per far fronte alla crescita esponenziale del numero di espositori del settore bici.

Il 2012 infatti è stato l’anno della consacrazione delle ruote maggiorate 29” e nessun costruttore si è fatto trovare impreparato in questo segmento. Alcuni più coraggiosi hanno preso in seria considerazione anche il nuovo standard 650b proponendo prodotti di varie gamme... tra questi troviamo Scott, Haibike, Corratec ecc.

Va detto che la fiera tedesca ha luogo in un periodo dove ancora alcune scelte produttive sono ancora in via di definizione e non è da escludere che nel corso della stagione compaiano nuove possibilità di opzione nei vari cataloghi. Andiamo ora a conoscere gli hilights di Eurobike!

A differenza di qualche anno fa, ultimamente si percepisce la voglia da parte degli addetti ai lavori di stupire gli appassionati ricorrendo ad esempio all’elettronica relegata per ora alle sospensioni, proponendo Mtb biammortizzate 650b (27”), utilizzando il materiali compositi in tutti gli ambiti ed ampliando i cataloghi includendo sempre più proposte con i vari diametri ruota a disposizione in base al tipo di utilizzo.

Fabrizio Montalti (...Bicio per gli amici), nasce a Cesena nel 1976 ed inizia la sua esperienza in Mtb nel maggio del 2003. Nel 2004 prende parte alle prime gare locali e dal 2005 in poi partecipa regolarmente alle gare xc/gf dei calendari UISP Nel 2007 assieme ad alcuni amici fonda il Team Essere & Switch e continua la sua avventura nel fuoristrada con risultati di tutto rispetto. Contemporaneamente intraprende l’attività di commerciante e meccanico di Mtb sportive per pura passione. Nel 2008 questo fipo di pratica diventa la sua occupazione principale e crea un negozio esclusivamente dedicato alla Mtb ed alle bici ad uso sportivo con una marcata inclinazione racing. In poco tempo si guadagna le simpatie di svariati clienti appassionati che Io accompagnano nella sua personale avventura nell’infinito mondo della Mountain Bike. Da pochi mesi a questa parte Bicio ha il piacere di esporre il proprio pensiero all’interno di questo periodico con alcune recensioni a tema con Io scopo di stimolare la riflessione dei Iettori nonché di chiarire i vari dubbi dei meno esperti.

La statunitense American Classic ha rivisto il proprio catalogo prodotti rivisitando completamente le grafiche ed inserendo come news alcuni set ruote 650b sia per utilizzo xc che per all mountain, confermandosi come un brand in grado di restare al passo con i tempi rinnovandosi senza perdere il proprio obbiettivo. Rock Shox propone invece un restyling di quasi tutte le forcelle in catalogo con in aggiunta la scelta di abbandonare il sistema dual air (doppia camera d’aria) per passare al cosiddetto “solo air” (camera singola). Con questo accorgimento il setup della sospensione dovrebbe essere semplificato notevolmente. I pesi sono pressoché invariati. Restando in casa Sram come non citare il tanto discusso gruppo xx1 ad 11 velocità. Da mesi visibile nelle riviste del settore, si propone come un’opzione interessante per i chi predilige i percorsi tipici delle gare cross country, quindi molto nervosi e privi di salite e discese particolarmente lunghe. Il gruppo completo


dovrebbe far risparmiare circa 300 gr rispetto al cugino xx 2x10 con la possibilità di gestire gli 11 rapporti disponibili con una corona singola selezionabile in base al percorso con la possibilità di scegliere corone da 28, 30, 32, 34, 36 e 38 denti. In più è possibile scegliere se gestire i rapporti con i classici comandi trigger o con comando rotante gripshift. Va detto inoltre che chi intende sostituire un classico 2x10 con un gruppo 1x11 deve accettare dei compromessi non da poco relativi agli sviluppi metrici inadatti ad un utilizzo granfondo e marathon. Si vocifera di un imminente arrivo di gruppi 1x11 declinati nelle gamme inferiori x.0 ed x.9 indirizzati all’enduro, dove le velocità e le tipologie di percorso ben si prestano a questo tipo di soluzione. Tornando in ambito 650b tra i vari stand trapelava la volontà di dare il proprio contributo nello sviluppo di questo standard nuovo di zecca e ditte come Formula, Rock Shox e Magura hanno inserito tra le loro proposte alcune forcelle per lo standard 27 pollici, che ha visto fino ad ora utilizzare in modo discutibile forcelle da 26 adattate con tutti i compromessi del caso... (scelta di sezioni gomme limitata, difficoltà di passaggio ruota con fango, ecc...) ed anche in questo senso è stato compiuto un passo in avanti. Alcuni produttori come ad esempio Fox e Crankbrothers hanno intrapreso questo standard solo negli allestimenti di primo montaggio senza proporre in aftermarket gli articoli visti nelle Mtb complete. Un atteggiamento un po’ attendista ma comprensibile. Per quel che riguarda le ruote, la oramai famosa realtà americana Enve Composite, ha riconfermato i prodotti 26 (xc, am, dh) e 29 (xc, am), inserendo in aggiunta gli acclamatissimi cerchi in composito nel nuovo diametro 650b in versione cross country e all mountain entrambi tubeless... peraltro disponibili già da settembre 2012. Altri marchi di minor risalto hanno a loro volta investito in questa direzione proponendo componenti dai costi meno impegnativi. Ce n’è per tutte le tasche!! E come non dedicare qualche riga parlando di pneumatici...

Sostanzialmente le novità sono davvero poche, soprattutto nel settore 650b, e come ci si aspettava, solo la tedesca Schwalbe ha saputo investire senza indugi battendo tutti

sul tempo. Visitando infatti l’esposizione di questi famosi costruttori di coperture, saltava immediatamente all’occhio l’intenzione di non voler sfigurare in fatto di standard 27. Oltre a proporre un nuovo battistrada per la famosa Rocket Ron 26 e 29 pollici, è stata inserita a catalogo quest’ultima variante con ben 2 sezioni a scelta tra 2.10 e 2.25. Inoltre l’oramai famosa Racing Ralph si riconferma con la sezione 650bx2.25, mentre la Nobby Nic vede ora una nuova opzione con scelta tra le sezioni 650bx2.25 e 650bx2.35 per utilizzi più spinti. A quest’ultima si affianca la nuovissima Hans Dampf sempre 650bx2.25 e 650bx2.35, indirizzata ai Biker con inclinazione “gravity”. Tutte le coperture ovviamente sono proposte in versione TLR (tubeless ready) con in aggiunta la versione a singola mescola (performance più economica...) per le versioni più xc. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Ed anche nel settore coperture la precedenza è stata data ai primi equipaggiamenti con meno attenzione per l’aftermarket da parte di molti famosi costruttori... fatta eccezione di Schwalbe che si ritaglia uno spazio da leader del settore a livello mondiale. Voltando pagina come non spendere 2 parole sulle tendenze che stanno pian piano mutando il modo di intendere la bici da fuoristrada, che non sono per forza legate al discorso diametri ruota ecc...

Mi riferisco a dilagare di materiali compositi anche in ambito all mountain ed enduro, alla sempre più massiccia diffusione dei perni passanti (anche posteriori...), all’utilizzo sempre più allargato dei reggisella telescopici remotati spesso presenti anche nelle bici da catalogo. Tutto questo grazie ad una fiera davvero ben concepita ed organizzata che si è guadagnata a pieni voti un prestigio di livello mondiale. Nelle aree esterne erano presenti oltre ad alcuni stand espositivi, anche un’ampia area predisposta per il

dirt jumping dove diversi Bikers potevano cimentarsi in salti ed evoluzioni mozzafiato in mezzo agli applausi del pubblico. Numerosi stand sono stati allestiti anche per dare la possibilità ai visitatori di poter testare le Bikes elettriche con l’opportunità di uscire dall’area fiera e percorre le smisurate piste ciclabili tipiche del paesaggio tedesco. Per le Bikes più specializzate in ambito sportivo Eurobike ha organizzato nei giorni precedenti alla fiera un “demo day” grazie al quale gli addetti ai lavori e gli appassionati più esigenti hanno potuto saggiare personalmente le innovazioni di innumerevoli marchi presenti sul mercato, grazie alle centinaia di bici test disponibili negli stand. Insomma, ce n’era per tutti i gusti. Ma gli argomenti da trattare sono davvero tanti ed è giusto farlo a piccole dosi. Nei prossimi numeri entreremo nello specifico di ambiti più complessi come ad esempio le sospensioni a gestione elettronica ed altre ghiotte novità presto disponibili per gli appassionati. Consiglio del mese: se mentre pedalate notate che i vostri talloni vanno a sfregare nei foderi bassi del carro della vostra Mtb vuol dire che state tenendo i piedi divaricati. Quindi correte ai ripari e, se avete dei pedali spd sarebbe il caso di cambiare le tacchette e rivedere la regolazione di ritenzione di sgancio. Se avete pedali diversi da questi ultimi, il consiglio è di cambiare pedali. I legamenti delle vostre articolazioni tireranno un sospiro di sollievo. Meglio tardi che mai. Si ricorda inoltre che le sopraccitate tacchette non sono immortali come molti pensano, ma vanno regolarmente sostituite come qualsiasi altra parte della bici. Casco sempre in testa e cartacce in tasca! Mi raccomando... Buon Mtb a tutti.


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a cura di iVaNo oGNiBeNe

CaSagRanDe, Dopo la fuga, la VittoRia INUTILE IL TENTATIVO DI CELLINI E DI MARCO DI COMPENSARE IL DISTACCO DAL FUGGITIVO CHE TRANSITA ALL’ARRIVO IN SOLITARIA. PRIMA TRA LE DONNE, BARBARA GENGA.

L

La bellissima giornata ha fatto da degna cornice alla Sinalunga Bike, sesta ed ultima prova del Tour 3 Regioni FRW 2012 di mtb. La gara di Sinalunga (SI), domenica 7 ottobre, ha segnato il nuovo record di presenze, con oltre 1.500 iscritti, in rappresentanza di 45 società. Perfetta l’organizzazione di gara, gestita dal Team Donkey Bike Club. Il percorso proposto dal Donkey Bike Club, prevedeva un tracciato di 53 km, con un dislivello di 1.670 m, con partenza e arrivo dal Centro commerciale I Gelsi. Partenza alle 9,30 con un passaggio di 2 km tra le vie cittadine di Sinalunga, per poi affrontare la prima salita di 550 m verso Petrolo. Sotto la spinta di Francesco Casagrande (Cicli Taddei), Davide Di Marco (Race Mountain) e Marco Cellini (Cicli Taddei), già nelle prime fasi di gara, si creava un notevole distacco – circa 30’’ – tra i fuggitivi e il gruppo di inseguitori. Superata la prima vetta, e dopo un tratto di discesa, iniziava la scalata verso Trequanda, 575 metri, che vedeva un Casagrande in grande spolvero imprimere un ritmo di gara forsennato, tanto da guadagnare circa 1’ 30’’ sui compagni di fuga. Lungo il tratto in direzione Farnetella, Di Marco e Cellini, tentavano invano l’aggancio del fuggitivo. Casagrande proseguiva, infatti, in perfetta solitudine, conarrivo solitario di Francesco casagrande

quistando un margine di 1’ 26’’ su tandem Di Marco-Cellini. L’ultimo tratto di percorso altamente suggestivo verso la località Scrofiano, riportava i concorrenti verso Sinalunga, nella zona di arrivo situata nel Centro commerciale I Gelsi. Il pubblico assiepato all’arrivo, assisteva così alla sfilata solitaria del portacolori della Cicli Taddei, Casagrande, col tempo record di 2h 7’35’’. Il motto “Con il Circuito Tour 3 regioni FRW, il Centro Italia si muove in mtb” si rivela quanto mai azzeccato, per la grande adesione al circuito, conclusosi in un crescendo di iscritti e una stagione ricca di soddisfazioni: a testimoniarlo 416 abbonati al circuito, per un totale di 6.980 atleti, presenti nelle 6 prove, con un incremento di oltre il 14%. A determinare questo successo, alcuni aggiustamenti importanti intervenuti, quali l’aumento del chilometraggio, il basso costo degli abbonamenti, le iscrizioni gratuite per le categorie esordienti, allievi e junior, un pacco gara di qualità ed un pasta party finale completo per tutti gli atleti e familiari. Ad incentivare la partecipazione, anche le premiazioni finali che assegnavano riconoscimenti fino al 15° classificato di ogni categoria ed un importante rimborso spese, alle prime 3 società a punteggio e alle prime 5 a presenza.

premiazioni finali: Sabato 10 Novembre, ore 15,30 presso la “Fiera Campionaria”, Via Punta di Ferro - Forlì anteprima Calendario 2013: Gara di apertura del circuito, con la “Rampichiana”, in programma Domenica 23 Marzo, in località Sant’Andrea a Pigli (AR) e chiusura Domenica 6 Ottobre con la “Sinalunga Bike” a Sinalunga (SI). Calendario tour 3 Regioni 2013 1a tappa 24 Marzo S.Andrea a Pigli (AR) Rampichiana 2a tappa 28 Aprile Cingoli (MC) 9 Fossi 3a tappa 9 Giugno Costacciaro (PG) G.F. Monte Cucco 4a tappa 1° Settembre Pratovecchio (AR) Straccabike 5a tappa 15 Settembre Camerano (PU) Rampiconero 6a tappa 6 Ottobre Sinalunga (SI) Sinalunga Bike abbonamenti 2013, con omaggio: € 120,00, entro il 9 Febbraio, € 130,00, dal 11 Febbraio al 9 Marzo tutte le notizie utili sul sito: www.tour3regioni.com www.romagnamtb.it - info@romagnamtb.it per informazioni: 338 6834464 www.romagnamtb.it - info@romagnamtb.it Classifiche uomini km 53: 1° Francesco Casagrande Cicli Taddei, 2° Davide di Marco Race Mountain, 3° Marco Cellini Cicli Taddei, 4° Agostino Mazzoni 180 BPM, 5° Marco Zappa WR Compositi. Donne km 53: 1a Barbara Genga I Briganti, 2a Daniela Strefanelli I Briganti, 3a Lucia Mancini Ciclissimo, 4a Roberta Monaldini Zaff Bike, 5a Monia Conti Santarcangiolese. Società vincitrice: Cavallino Asd Classifica finale del tour 3 regioni fRW 2012 Junior Alberto Pignati Castel Trosino MW 1 Barbara Genga I Briganti MW 2 Monia Conti Santarcangiolese elMt Roberto Rinaldini Scott Pasquini M 1 Milo Burzi Scott Pasquini M 2 Serghey Mikailousky Mondo Bici M 3 Fabrizio Pezzi Torpado Surfing. S. M 4 Gilberto Perini Torpado Surfing S. M 5 Alviero Scattini Testi Cicli M 6 Marco Calice Valle del Conca


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TiTiCi LGL Pro Team

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a cura di ENRICO CAVALLINI

uNa forMazioNe iN CreSCita LA SqUAdrA MANTOVANA PUNTA TUTTO SUI GIOVANI. OTTIMI rISCONTrI NEL 2012 PEr I NUOVI ATLETI ALL’ESOrdIO NEL MONdO ELITE. UN PIZZICO dI SFOrTUNA IN PrIMAVErA FrENA I rISULTATI dEL TEAM, MA ENTUSIASMO E dETErMINAZIONE FIrMANO LA rISCOSSA NEI MESI ESTIVI.

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19 ottobre 2012, Castiglione delle Stiviere (MN) – Già durante la presentazione del TiTiCi LGL Pro Team, nel mese di gennaio, si poteva respirare tutta la freschezza e la vitalità della formazione mantovana, che nel corso del 2012 ha deciso di credere fortemente nei giovani, investendo le proprie risorse nei corridori emergenti nel mondo Elite delle ruote grasse.

170 team che hanno portato a termine la competizione. Ancora Longa ha firmato poi il successo alla Ironbike di Ischgl in Svizzera, coronando così un’ottima annata. Tra le ragazze la protagonista assoluta è stata Alessia Ghezzo, capace di ottenere

Se la MTB è sempre stata il settore predominante nell’attività del TiTiCi LGL Pro Team, non sono certo mancate le soddisfazioni anche con la bici da strada. È stato infatti in occasione della granfondo “La Magnifica” che Francesco Bondi ha colto uno strepitoso successo, con una lunga

Francesco Figini e Mattia Longa atleti del TiTiCi LgL Pro Team

Lo spirito di innovazione è stato anche supportato dall’ingresso del nuovo partner tecnico TiTiCi, che ha fornito alla squadra le biciclette per la stagione agonistica, sposando il progetto di Francesco Bondi, con l’obiettivo di ottenere un feedback continuo dai corridori del team per un riscontro più diretto ed efficace sul prodotto. L’annata di gare è cominciata subito con numerosi piazzamenti che hanno sottolineato l’ottima preparazione invernale svolta dal team, preludio a quella che potrebbe essere stata una primavera vincente. Purtroppo la sfortuna ha bersagliato la compagine mantovana con una serie di infortuni che ha tolto dal proscenio i ragazzi di Bondi in uno dei momenti più favorevoli, ma le vittorie e i podi non sono tuttavia mancati, con il riscatto della squadra che è avvenuto nei mesi estivi. Se Anton Sintsov ha dovuto alzare bandiera bianca per un lungo e problematico infortunio al ginocchio, sono riusciti a mettersi in luce nel gotha della MTB Francesco Figini, proveninte dal mondo Elite su strada, Mattia Longa, al suo primo anno tra gli Elite dopo l’esperienza tra gli Under 23, e Andrea Zamboni, atleta Master “promosso” nella massima categoria. Numerosi i piazzamenti per i ragazzi del TiTiCi LGL Pro Team, con Zamboni sempre in evidenza nelle prove XC e con Figini e Longa a battagliare per le posizioni di rilievo nelle granfondo e nelle marathon. Sono stati proprio Figini e Longa a rimarcare la grinta della squadra in occasione delle Bike Transalp, la traversata a tappe delle Alpi dalla Germania al Trentino, manifestazione tra le più importanti del settore. I due hanno ottenuto un brillante 9° posto nella classifica finale, risultato di tutto riguardo se solo si considerano gli oltre

ben otto successi e due terzi posti nelle più impegnative granfondo, nonostante una frattura alla clavicola che la ha tenuta lontano dai campi di gara per più di un mese. Bene anche Francesca Bugnone, che nella parte iniziale della stagione si è contraddistinta per il 2° posto alla Vuelta a Ibiza, ottenuto in coppia con Walter Chicchi. Accanto al reparto Elite, durante tutto il 2012 si è messo in evidenza un compartimento Master di ottimo livello, con Luca Bacchiavini e Walter Chicchi a portare spesso e volentieri la maglia nero-verde sul podio. Molto bene anche Simone Mutti e Ivan Zanni. Per le donne sempre competitiva Orietta Tosadori, con la sua stagione che è culminata con il bronzo ottenuto ai Campionati Italiani Marathon.

cavalcata solitaria su un percorso durissimo e molto selettivo. Ancora Bondi ha poi ribadito la sua ottima condizione con il terzo posto nella cronoscalata a Punta Veleno, la salita più dura d’Italia. L’andamento del 2012 sicuramente ha dimostrato come l’impostazione della squadra si è rivelata ben strutturata e curata nei dettagli, consentendo ai più giovani di maturare da un punto di vista sportivo e sottolineando con i risultati conseguiti la lungimiranza dello staff del TiTiCi LGL Pro Team. Il 2013 sicuramente sarà occasione di consolidare il lavoro svolto e di puntare ad un’ulteriore crescita, potendo contare su un gruppo affidabile e su una gestione valida e competente.



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GraNFoNDo DeL BrUNeLLo FiNaLe aLL STar a cura di gIANLuCA BARBIERI

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a MoNtaLCiNo La LuNga Notte DeLLe “SteLLe”. vittoria Di Hofer Su CaSagraNDe ALLA GrANFONdO dEL BrUNELLO E dELLA VAL d’OrCIA, PEr LA SECONdA VOLTA L’ITALIA INTErA SI È rITrOVATA NEL SEGNO dELLA MTB. SAN GEMINI (Tr) SArà FINALE 2013. LA GArA È STATA VINTA IN VOLATA dA FrANZ HOFEr SULL’INTrAMONTABILE FrANCESCO CASAGrANdE. IN CAMPO FEMMINILE, VITTOrIA dI ELENA GAddONI.

È

È stato il magico Teatro Comunale degli Astrusi di Montalcino ad ospitare la cerimonia della consegna delle maglie All Star e dei Brevetti Tricolore, in un tripudio tutto italiano. «Una serata strepitosa, mai vista una cosa del genere», questo è stato il commento a caldo dei numerosissimi bikers arrivati a Montalcino (SI) per ricevere le maglie di rappresentativa dei tre gironi che compongono gli All Star della mtb italiana. Una location bellissima, all’interno di un teatro comunale che richiamava tutta l’atmosfera che solo questi ambienti riescono a regalare. Centinaia di persone, veramente tante, compresi curiosi, Il folto pubblico presente al Teatro degli Artusi

una bella immagine della partenza in tricolore

tutti seduti in platea e nei balconcini di questa chicca architettonica che il Comune di Montalcino ha voluto far scoprire agli ospiti, atleti ed accompagnatori. Serata abilmente condotta da Fabio Cecchi, lo speaker elbano che ha avuto in Massimo Stermieri, coordinatore del girone nord dell’IMA Scapin, una valida spalla nell’occasione. C’erano tutti, ma veramente tutti, gli organizzatori dei tre gironi: Ima Scapin, Circuito del Sole e Sapori e Trofeo Parchi Naturali.


La cerimonia di premiazione e consegna delle maglie All Star

È giunto il momento della consegna delle maglie: il silenzio è sceso in sala per capire da quale girone si partisse. È toccato al sud, con un plauso congiunto da tutta la platea. Poi la premiazione si è rivolta al centro, ed infine al nord. Momenti magici, di vera unione italiana sono trapelati quando tutti i detentori delle maglie sono saliti sul palco del Teatro Comunale per formare un grande Tricolore, cantando con forza l’Inno di Mameli. Momenti da pelle d’oca, unici, che sono rimasti nel cuore di tutti i presenti. Ma cosa sono gli All Star della mtb italiana? Sono l’unione dei tre circuiti di mountain bike più ampi d’Italia e che rappresentano di fatto il nord, con l’Ima Scapin, il centro con il Circuito del Sole e dei Sapori ed il sud Italia col Trofeo dei Parchi Naturali. questi tre circuiti sono autonomi, con l’unico obiettivo di mettere in evidenza i primi 5 bikers delle 8 categorie amatoriali previste dalla Fci, nonché le prime 5 società a punteggio. Bikers e società si ritrovano in una location individuata dagli organizzatori per disputare una finale: per due anni si è svolta a Montalcino, nel 2013 passerà a San Gemini Terme (Tr) a favore dell’Asd La Base di Terni di Giancarlo Cesaretti.

Arrivo vittorioso di Franz Hoffer su Francesco Casagrande

I bikers detentori delle maglie, la domenica mattina, si sono schierati alla partenza della GF del Brunello e della Val d’Orcia, organizzata dall’Orso on Bike di Montalcino, in una griglia dedicata, all’interno della quale hanno ricomposto il tricolore di fronte a centinaia di turisti assiepati dietro le transenne. Una cerimonia fantastica che sicuramente si ripeterà. È già nell’aria il toto finale, viste le numerose richieste di organizzazioni per poterla organizzare.

La Granfondo del Brunello è stata vinta da Franz Hofer, della Scott, che ha battuto in volata il sempre verde Francesco Casagrande. Una gara a due, iniziata con l’attacco di tutto il team Scott sul campione toscano, e sfociata successivamente in una gara a due con finale in volata. In campo femminile, la vittoria è andata alla romagnola Elena Gaddoni, in solitaria, sulla Campionessa Italiana MX Antonella Incristi.


24.11.2012 - Cronosquadre Mista - Corebo - Pievesestina (FC)

07.10.2012 - Montegrimano Terme - Euro Bike 14.10.2012 - Coriano - H3O Race Team 22.10.2012 - Mercatino Conca - Bike Valconca 28.10.2012 - San Clemente - Team Oliviero 04.11.2012 - Morciano di Romagna - Ottica Biondi 11.11.2012 - Misano Adriatico - Cobran Team 18.11.2012 - Serravalle - Zaff Bike 24.11.2012 - San Marino - San Marino MTB 02.12.2012 - San Clemente - Team Oliviero 09.12.2012 - Cesena - Valle Rubicone 15.12.2012 - San Giovanni in Marignano - Euro Bike

CALENDARIO ROMAGNA CHALLENGE 2013 17.03.2013 - XIX° Gran Fondo Davide Cassani 24.03.2013 - XV° Fondo Città di Riccione 21.04.2013 - VI° Gran Fondo Pantanissima 09.06.2013 - IV° Gran Fondo del Capitano Bagno di Romagna Terme 25.08.2013 - XIV° Gran Fondo Internazionale San Marino 22.09.2013 - IX° Gran Fondo Roberto Conti 13.10.2013 - II° Gran Fondo FRW Bicycles

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