iNBiCi magazine- anno 3 - Numero 13 - Maggio 2011

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anno III -

n 13

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foto ULIANO STARINERI

DMITRI NIKANDROV

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SOMMARIO 10

68/74

di Maurizio Rocchi

di Nicoletta Brina

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80

L’Editoriale

Vi presento il mio showroom

In copertina

Classiche del Week End di Bruno Achilli

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di Matteo Gozzoli

a cura di PH.D. Elena Casiraghi (Enervit)

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di Gian Paolo Mondini

di Diego Madeddu

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L’Intervista

Energia e integrazione Inbici

Consigli & Riflessioni

Bike Evolution

Biomeccanica Inbici di Massimo Camanzi - Tecnico Velosystem

L’alimentazione del ciclista a cura del Dott. Dario Corsi (Be Dynamic)

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di Nicoletta Brina

di Bruno Achilli

36

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Il personaggio

I nostri giovani

Marche Inbici

Promosport

di Luigi Notariani

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Integratori per campioni a cura del Centro Ricerche Keforma

100

Benvenuti nel fuoristrada di Fabrizio Montalti

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di Enrico Cavallini (PlayFull)

a cura del Prof. Luca Bartoli

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Direzione e Amministrazione Via Anita Garibaldi, 12 - 47100 Forlì

Direttore Responsabile Andrea Agostini Vice Direttore Maurizio Rocchi Capo Redattore Maurizio Rocchi In Redazione Fabrizio Fagioli (Equipe Velosystem), Equipe Enervit, Centro Ricerche Keforma, Gian Paolo Mondini, Prof. Luca Bartoli, Nicoletta Brina, Massimo Giuliani, Bruno Achilli, Fabrizio Montalti, Enrico Cavallini, Matteo Gozzoli, Giuliano Traini Fotografi Playfull, Studio5, foto Castagnoli, Bettini photo, Giuseppe Maroncelli, Ido Talenti, Ricci Ensini, Secondo Casadei, Leonardo Morelli, Giorgio Sabatini Archivio fotografico Gianni Rocchi Collaboratori Carlo Brasini, Palmiro Belletti, Distribuzione Express Service S.r.l. Responsabile Grafica Angelica Mascella Responsabile Facebook Nicola Negosanti Stampa Bagra www.bagra.net Responsabile marketing Sara Falco Resp. relazioni esterne Massimo Scagnelli. Diritti e proprietà Gruppo MY RY Productions S.r.l. - Iscriz. Registro Tribunale di Forlì n° 24/09 del 04/11/2009 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, foto e disegni senza autorizzazioni della MY RY Productions S.r.l.


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Con ancora negli occhi l’impareggiabile affresco dei dodicimila della Nove Colli, uno dei momenti cult del calendario cicloturistico internazionale, ecco sbocciare l’estate, la stagione ideale per chi, da esperto o da neofita, coltiva l’amore per la bicicletta. Addio alla calzamaglia, al lupetto e al paraorecchi, il “nemico” adesso non è più il gelo, ma il caldo. Cambiano dunque le tecniche di preparazione, i consigli per una dieta equilibrata, le indicazioni tecniche per assicurarsi l’assetto meccanico più performante. Su e giù per il Belpaese, gli appuntamenti con il ciclismo amatoriale, come sempre, non mancano. C’è solo l’imbarazzo della scelta: si può optare per qual-

che Gran Fondo costiera, cimentarsi su un tracciato ibrido oppure, per chi ama l’aria corroborante della montagna, spostarsi in qualche località in alta quota per misurarsi con tracciati più impegnativi, gustandosi la suggestione di qualche scorcio alpino. Per chi invece ama il ciclismo, ma ha già appeso la bicicletta al chiodo o, in ogni caso, preferisce vivere la magia della bicicletta da spettatore, dopo lo spettacolo del Giro d’Italia, in tivù scocca l’ora del Tour de France. Anche nella stagione più calda dell’anno, la redazione di InBici vi terrà compagnia con le rituali rubriche, proponendovi le novità del mercato, i rivenditori certificati e le occasioni

commerciali da non lasciarsi sfuggire. In agenda, anche gli approfondimenti degli esperti ed i consigli dei tecnici più autorevoli. Non mancherà il focus sui campioni e la tradizionale galleria dei “consigli per gli acquisti” con i modelli di biciclette e la componentistica scelta per voi con i criteri più rigidi e selettivi. L’obiettivo, anche per questo numero, è sempre lo stesso: offrirvi un prodotto editoriale ricco e, soprattutto, credibile, una guida preziosa e sempre aggiornata su tutto lo scibile ciclistico, da quello dei carneadi della domenica ai super professionisti del World Tour. E allora, abbassate la visiera, riempite la borraccia e buona pedalata a tutti.

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L’EDITORIALE

l’editore MAURIZIO ROCCHI

Maurizio Rocchi



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IN COPERTINA DMITRI NIKANDROV PER LA SUA PERFORMANCE HA SCELTO QUESTI PARTNER Dmitri Nikandrov nasce a Yekaterinburg, negli Urali in Russia, il 25 maggio 1979. Sposato con Natalya Nikandrova che ad ottobre gli regalerà un bambino. Frequenta la scuola dell’obbligo e quella di ciclismo in Russia. Tra gli allievi si aggiudica il campionato russo corsa a punti, poi decide di trasferirsi in Italia. Nella stagione ’97 arriva alla Technostone Leader Pump, dopo un anno approda tra i dilettanti con i colori della nazionale russa diretta Latipov. Resta per tre anni alla nazionale prima di passare alla Casprini guidata da Tortoli. Prima di approdare tra i professionisti milita per due stagioni nella formazione ternana Carbonio Gomme di patron Capponi. Nella sua carriera dilettantistica non riesce a conquistare successi, ma diversi piazzamenti. Tra i professionisti veste per tre stagioni la magli dell’Universal Caffè (dal 2005 al 2007), poi passa alla marchigiana Centri della Calzatura Partizan e nel 2009 chiude la sua esperienza tra i professionisti. Decide di continuare a gareggiare tra i cicloamatori e sceglie la Val di Foro CyclinG Team. Nel 2010 centra sette successi, tra cui quattro Gran Fondo (Tollo, Gargano, Ostuni e il campionato europeo a Teramo). Nel 2011 è stato confermato alla Val di Foro, sostenuta dall’azienda Kyklos , e ha già conquistato quattro affermazioni, Gran Fondo Cesarini a Terni, Gran Fondo Tollo, Gran Fondo Gargano e la Gran Fondo Masciarelli. In attesa della nascita del figlio, Nikandrov segue i corsi di studi universitari in Russia, ed è al terzo anno di Scienze Motorie. Dmitri Nikandrov, portacolori della Val Di Foro Cycling Team. Per la sua scelta tecnica si affida a Kyklos Bike, via Alfonso di Vestea, 25 Pescara.

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L’INTERVISTA di MATTEO GOZZOLI

OLIMPIONICI Campioni sì, ma non di ciclismo. Eppure, sempre più atleti di alto livello, per affinare la preparazione atletica o per semplice diletto, pur provenendo da altre discipline sportive, scelgono di cimentarsi nelle Gran Fondo cicloturistiche. Lo fanno con l’entusiasmo dei debuttanti, dimenticando – per un attimo – le loro sontuose bacheche e quella biografie sportive che grondano trionfi. Si gettano nella mischia come atleti qualunque, sgomitano e lottano con l’obiettivo di tutti: divertirsi e, quando si può, mettere la ruota davanti a quella dell’avversario. Un drappello di questi campionissimi – tutti olimpionici – si è dato appuntamento lo scorso 22 maggio a Cesenatico per partecipare alla leggendaria Nove Colli. E’ stata l’occasione per capire le ragioni di una passione che, più passa il tempo, e più appare contagiosa. Anche per i plurimedagliati. E’ il caso di Juri Chechi, signore degli anelli, oggi presenza fissa in molte cicloturistiche: Le analogie con la ginnastica – dice non sono tante, ma dopo aver abbandonato l’attività agonistica, il ciclismo è una di quelle discipline che ti consente di mantenerti in forma. Per questo, insieme ad Antonio Rossi, abbiamo fondato un nostro team. E proprio il canoista, campione olimpico e mondiale di kayak, un altro abituato a lavorare soprattutto con gli arti in-

Antonio Rossi, Jury Chechi con il Campione del Mondo Fabrizio Macchi.

feriori, si dice perfettamente a suo agio sui pedali: Il ciclismo è uno sport aerobico formidabile – conferma Rossi – in più l’elemento agonistico è sempre molto accentuato e questo, per atleti abituati al confronto, è un aspetto importante. Certo, affrontiamo questi appuntamenti senza alcuna velleità, ma solo per il gusto di tenerci in forma divertendoci. Un altro campionissimo che ama cimentarsi con la bici è il fondista Cristian Zorzi, medaglia d’oro alle olimpiadi di Torino e molto competitivo anche quando sale sui pedali: Il ciclismo lo considero un po’ il mio secondo sport - ammette – del resto, per chi vuole mantenersi atleticamente al top, pedalare è un’ottima soluzione. E così la pensa anche Alessandra Sensini, anche lei innamorata del ciclismo: E’ uno sport completo – spiega l’olimpionica del surf – che ti consente di confrontarti con te stessa e con gli altri. Per una velista il lavoro aerobico è essenziale ed il ciclismo ti allena nel modo giusto. Infine, Stefano Baldini, il maratoneta azzurro, da qualche anno prestato al ciclismo: Correre e pedalare si fa sempre la stessa fatica – conclude l’eroe di Atene – ma il ciclismo come il podismo conserva anche una grande capacità aggregativa. Nelle Gran Fondo a cui partecipo, al di là della prestazione agonistica, è sempre questo l’elemento più bello.


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CONSIGLI & RIFLESSIONI di GIAN PAOLO MONDINI

INVENTARIO CORPOREO È estate! In questo periodo molti di voi hanno già fatto una decina di gran fondo (o medio fondo) e percorso fino a 15000 km. Quindi? Alcuni pensano che non serva neanche più allenarsi. Partecipano a tutte le competizioni possibili e facendo 3/4 gare a settimana credono di mantenere la condizione ottimale. In realtà questo sarebbe il momento migliore per fare il punto della situazione, facendo, cioè, un vero e proprio inventario corporeo completo. . Innanzitutto non sarebbe sbagliato fare gli esami del sangue: per monitorare lo stato di salute generale, verificare i livelli di minerali,

vitamine, difese immunitarie e stato di intossicazione. Poi si prende in considerazione la respirazione. Sapevate che i valori spirometrici si abbassano in questo periodo anche del 20% rispetto al periodo di inizio preparazione? Il decremento é causato dal fatto che, mentre l’allenamento è uno sforzo controllato, la gara (seppur facile), è uno sforzo indotto, che tende a mandare il nostro sistema respiratorio in affanno e a contrarre l’attività polmonare. . Riguardo alla muscolatura, già molto sollecitata finora, vale lo stesso ragionamento della respirazione e la componente climatica accresce gli stati di affaticamento. Per questo motivo è consigliato svolgere allenamenti della durata non superiore alle tre ore. Cercate di inserire 2/3 salite brevi, ma dure da fare al ritmo medio senza accumulare acido lattico (bruciore muscolare) e cercate di controllare il respiro facendo, cioè, inspirazioni profonde della stessa durata delle espirazioni. I muscoli in condizioni di alte temperature rendono di più, aiutano a perdere massa grassa, ma le prestazioni risultano ridotte nel tempo a causa dell’alto bisogno di liquidi per raffreddare i muscoli sotto sforzo. Con questi allenamenti troverete il modo di ristabilire il giusto tono muscolare, recuperare capacità polmonare e aumentare la preparazione allo sforzo. Questo può essere il periodo ideale per fare delle attività che vi rimettano in contatto corpo e mente. Mi riferisco a: massaggi, training autogeno, rilassamento guidato… - Infine la psiche. Ciò che permette di legare i settori dell’inventario corporeo è sempre il vostro stato mentale. Il vostro rendimento dipenderà dal grado di coinvolgimento mentale che riuscirete ad esprimere in questa fase, quindi, se riuscirete a trovare un buon grado di concentrazione e di contatto col vostro corpo, riuscirete anche a capire se avete delle carenze alimentari e a sopperire con integratori o con cibi nobili. Se avete programmato le ferie, di quale categoria fate parte? Siete stakanovisti? Programmate le ferie per fare sport: fate coincidere con una iper-attività fisica come se fosse un giro a tappe? Solitamente avete bisogno di una settimana per riprendervi dal tour de force feriale? Oppure siete quelli stanchi? Staccate completamente la spina e al massimo giocate coi bambini a biglie sulla spiaggia? In entrambe i casi cercate di mantenere i tre settori di cui ho parlato sopra. Se staccate cercate almeno di fare qualche attività alternativa come il nuoto e/o il running. Il vostro scopo dovrà essere quello di ritrovare la vostra forma fisica, senza stancarvi troppo, evitando di tornare dalle ferie con 5 chili in più e col senso di colpa! Insomma…usate la testa!! Magari se vi mettete il casco, vi potrebbe venire in mente a cosa serve…

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LA SCELTA DEL MANUBRIO Il manubrio rappresenta uno dei tre elementi, oltre a sella e pedali, attraverso cui il ciclista entra in contatto con la bicicletta. La sua scelta è legata anche all’importanza delle funzioni a cui assolve: controllo del mezzo di supporto dei comandi (freno e cambio) di supporto della parte superiore del corpo (busto e braccia) supporto del computer. In particolare, le dimensioni e la forma del manubrio sono parametri che meritano di essere attentamente valutati prima di effettuare la scelta. Il manubrio di una bici da strada per la sua particolare forma viene definito anche piega manubrio o curva manubrio si caratterizza per tre dimensioni: larghezza, reach o avanzamento e drop o caduta. La larghezza del manubrio è data dalla distanza esistente fra le parti inferiori destra e sinistra del tubo rilevabile in due modi: 1) da centro a centro dei due tubi (misura A); 2) da esterno a esterno dei tubi (misura B). Normalmente la differenza in centimetri fra la misura esterno/ esterno e la misura centro/centro varia da 2 cm a 2,5 cm in funzione del diametro del tubo utilizzato. La tabella di conversione che qui presentiamo si riferisce alle misure di manubrio presenti in commercio: Misura Centro/Centro (cm)

Misura Esterno/Esterno (cm)

35.5 - 36

38

37.5 - 38

40

39.5 - 40

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40.5 - 41

43

41.5 - 42

44

43.5 - 44

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La larghezza del manubrio deve essere adeguata alla larghezza delle spalle del ciclista. Più precisamente la misura centro/centro del manubrio deve coincidere con la larghezza delle spalle misurate da articolazione destra a quella sinistra. La relazione esistente fra larghezza spalle e larghezza manubrio è giustificata dalla necessità di permettere alle tre articolazioni (polso, gomito e spalla) di assolvere alla funzione di controllo e di sostegno in modo bilanciato ed equilibrato con un valore di tensioni ridotto. L’avanzamento della curva manubrio o reach costituisce un parametro molto importante ai fini della posizione in sella. Il reach infatti condiziona sia la lunghezza della posizione sulle leve freno e sia la posizione bassa sul manubrio. A fronte di un valore medio di profondità manubrio di 90 mm (misura centro/ centro) si può trovare una differenza fra i modelli più profondi e quelli meno profondi di 10-15 mm. Ciò significa che l’estrema attenzione che viene rivolta alla scelta della lunghezza del telaio e dell’attacco manubrio deve essere rivolta anche alla scelta delle dimensioni del manubrio. La caduta della curva o drop assume una notevole importanza relativamente all’adozione dell’impugnatura bassa sul manubrio. Anche per questo parametro, come nel caso del reach, vi è una sensibile differenza fra i modelli più alti e quelli più bassi; l’entità è di circa 20 mm. I valori di drop delle curve manubrio variano infatti da 120 mm e 150 mm (misura centro/centro) con un valore medio di 135 mm. Questa dimensione del manubrio

deve perciò essere presa in attenta considerazione al fine della regolazione dell’attacco manubrio in altezza, e quindi dello scarto sella-manubrio. La diffusione della tipologia di manubrio compatta con valori di reach e drop contenuti rispettivamente a 70-80mm e 115125mm ha modificato sensibilmente le distanze delle impugnature al manubrio con conseguente necessità di modificare, anche in modo importante, l’entità delle regolazioni di scarto sella manubrio (altezza del manubrio) e di distanza sella manubrio. In particolare la tipologia compatta di manubrio ha favorito un aumento dello scarto sella manubrio, manubrio più basso, a causa dell’avvicinamento della impugnatura sulla curva (drop ridotto), e un leggero aumento della lunghezza della pipa, dettato dall’avvicinamento della impugnatura alla leva (reach ridotto).

Curva Classica

Curva Ergonomica

Curva Compatta

Fig.1 Le tre tipologie di curva manubrio strada oggi presenti sul mercato

Ad oggi sul mercato si trovano disponibili tre tipologie di curva manubrio: classica, ergonomica, e compatta; è importante coglie re di ognuna gli specifici aspetti tecnici al fine di ottimizzare la scelta e adeguare correttamente le regolazioni in funzione di comfort e aerodinamica.


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GRANFONDO MAREMONTI KRYS E D’ANDREA, DUE EX PROFESSIONISTI VINCONO LA GRAN FONDO MAREMONTI QUASI 600 ISCRITTI DA TUTTA ITALIA E ANCHE DALL’ESTERO IN GARA ANCHE FABIO ROSCIOLI, YURI CHECHI E IL SINDACO GASPARI. Gli organizzatori della Gran Fondo Maremonti hanno avuto coraggio, anche se qualcuno l’aveva chiamata incoscienza, ad allestire una maratona ciclistica in un momento di recessione nel quale molte manifestazioni gettano la spugna. Ma la fortuna aiuta gli audaci e, così, il debutto della Maremonti registra un successo al di sopra delle aspettative, a cominciare dagli iscritti che sfiorano quota 600. Padrini della Maremonti l’olimpionico Yuri Chechi e Fabio Roscioli, che si schierano al via in testa al gruppo, accanto al sindaco Giovanni Gaspari e al capitano dei carabinieri Giancarlo Vaccarini. A fare da apripista, con la sua ammiraglia, il selezionatore della squadra azzurra Luigi Bielli. Lussuoso anche l’ordine d’arrivo con due ex professionisti che svettano in cima a tutti gli altri: Alessandro D’Andrea, nel Medio, e Huber Krys, nel Lungo. Ed è proprio quest’ultimo il mattatore con un’impresa d’altri tempi: quasi 130 chilometri di fuga, in pratica quasi tutta la corsa. Krys, infatti, allunga sulle prime rampe della salita di Acquaviva Picena, sullo slancio del primo scatto della giornata, effettuato da Calosi, il corridore polacco parte in contropiede e inizia la sua lunga cavalcata. Solo Calcagni prova ad agganciarlo ma resta alla sua ruota solo per qualche centinaio di metri: la corsa è lunga e dura, non è consigliabile rischiare il fuori giri subito. Krys procede

Yuri Chechi e Fabio Roscioli

con un passo impressionante, il gruppo dei migliori, che si forma alle sue spalle, insegue ma non riesce a guadagnare terreno. Nemmeno quando si assottiglia a causa della separazione dei percorsi. L’ex professionista polacco guadagna progressivamente terreno, anche quando alle sue spalle si ritrova un quartetto ben assortito e affiatato formato da D’Ascenzo, Ciccarese, Calcagni e Nikandrov. A 60 chilometri dal traguardo il vantaggio è di 3’20” e arriva a sfiorare i 5 minuti al traguardo. La suspense della gara, quindi, si riversa tutta nella volata per il secondo posto che si traduce in un lunghissimo testa a testa fra il russo Nikandrov e il campione d’Italia Ciccarese, che tagliano il traguardo nell’ordine, seguiti a pochi metri da Calcagni e D’Ascenzo. Il sesto posto va a un altro corridore straniero, Arthur Krol che vince la volata del primo gruppo inseguitore. Cronaca appena più movimentata nella Medio Fondo dove, almeno, resta l’incertezza fino al traguardo. Davanti, infatti, ci sono D’Andrea e Fazzini inseguiti a pochi secondi da nove corridori. I due fuggono a una ventina di chilometri dall’arrivo, sulla salita verso Ripatransone, ed è subito un tira e molla, con il vantaggio che oscilla fra i 10 e i 35 secondi. Gli inseguitori danno più volte l’impressione di poter raggiungere i fuggitivi, ma procedono a singhiozzo a causa di un accordo difficile da trovare. Così sul rettilineo

d’arrivo si presentano l’ex campione del mondo D’Andrea e il bikers Fazzini, per una volata senza storia che lancia il portacolori della New Limits sul gradino più alto del podio. Molto più incerto lo sprint per la terza piazza con il serrato testa a testa fra Panichi e Pierotti, finito al fotofinish.In campo femminile la solita Michela Gorini vince il Lungo, al secondo posto Lorena Zangheri, terza la rientrante Monia Gallucci, vittima di una caduta. Nel Medio ottima prestazione di Veronica Pacini davanti all’umbra Arianna Frasinetti e a Ines Macchiarola. Il Pasta Party a base di pesce, con mezze maniche allo scoglio e frittura, rinfranca i corridori delle fatiche sopportate sui saliscendi dell’entroterra. Grande successo di partecipazione, dunque, alla Maremonti, e non poteva essere diversamente vista la grande tradizione ciclistica di San Benedetto del Tronto, la città che da oltre 40 anni è sinonimo di Tirreno Adriatico. E grazie alla Corsa dei due Mari molti corridori hanno scoperto e si sono innamorati di queste strade, della grande varietà di percorsi che le valli e le colline offrono a chi pedala, per professione o per diletto. Molti ciclisti, provenienti in gran parte dal Nord Italia e una decina anche dall’estero, hanno approfittato del lungo week end pasquale per una breve vacanza nella Riviera delle Palme. La Maremonti fa parte del Circuito Marche in Bici allestito dalla Federazione Ciclistica Italiana.

Classifica Granfondo Uomini 1) Krys Hubert (Cicli Copparo) Km 127 in 3h32’06” alla media di 35,93 2) Nikandrov Dmitri (Val Di Foro) a 4’49” 3) Ciccarese Fabio (Le Grottaglie) Donne 1) Gorini Michela (Fausto Coppi Fermignano) Km 127 in 3h52’08” alla media di 32,83 2) Zangheri Lorena (Givi Plast) a 6’ 3) Gallucci Monia (Tubozeta) a 29’25” Classifica Mediofondo Uomini 1) D’andrea Alessandro (New Limits - Studio Moda) Km 100 in 2h46’07” alla media di 36,12 2) Fazzini Giulio (Superbike Inergia) a 4” 3) Panichi Mario Mariano (Team Matè) a 4’06 Donne 1) Pacini Veronica (Speedy Cesena) Km 100 in 3h52’08” alla media di 32,11 2) Frasinetti Arianna (Bicimania) a 6’52” 3) Macchiarola Ines (Massi) a 16’07”


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IL PERSONAGGIO di NICOLETTA BRINA

RICCARDO ZANNONI PATRON DI LGL ETICHETTIFICIO UN IMPRENDITORE APPASSIONATO DI CICLISMO Riccardo Zannoni, è un imprenditore di Santarcangelo di Romagna appassionato di ciclismo da tanti anni, titolare della ditta etichettificio LGL di via del Frumento 13. La sua attività si occupa principalmente di produrre etichette adesive per il settore food, dall’ortofrutta alle carni, fino alle etichette per supermercati ed industriali. LGL è sponsor e partner di molte squadre amatoriali e dilettantistiche in Italia. Il connubio tra azienda e ciclismo, d’altro canto, nasce proprio da una passione forte. «La passione – spiega Riccardo Zannoni – nasce nel ’98 e sfocia nella creazione, da parte di un gruppo di amici, del LGL Bike Team. La società quest’anno parteciperà per il decimo anno al Prestigio, ottenendo peraltro un premio per la presenza decennale, e siamo già stati premiati per la nostra fedeltà anche alla Nove Colli.»

Come è nato il gruppo? «Siamo circa un centinaio tra amatori e cicloturisti, provenienti dalla zona di San Vito di Rimini e Santarcangelo di Romagna. A fondarlo io ed Eros Tassinari, lui in veste di presidente-corridore ed io di sponsor-corridore. In realtà pedalo dal ’98, fino ad allora avevo praticato gli sport più vari, ma poi sono approdato al ciclismo che ritengo sia uno sport meno traumatico e che senza dubbio ha molti vantaggi, come il permettere di stare con gli amici e visitare luoghi che prima vedevo solo dal finestrino dell’auto.»

Come si sostanzia l’attività dell’LGL Bike Team? «Facciamo uscite domenicali, chi vuole partecipare alle granfondo col proprio gruppo si sposta liberamente, partecipiamo alla Nove Colli, ci teniamo in costante allenamento. Tra di noi la sfida non viene mai meno e questo ci costringe a tenere sempre sott’occhio la forma fisica, la dieta, ma anche le novità in fatto di tecnologie da applicare alle biciclette. E’ molto stimolante tutto questo, poi se vi aggiungiamo anche le gare, il mix diventa irresistibile.»

Riccardo Zannoni


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MARCHE INBICI di LUIGI NOTARIANI

LA GRAN FONDO DELL’ADRIATICO AUMENTA I PREMI E LE SORPRESE. ANDREA TONTI È IL TESTIMONIAL. UNA GRIGLIA PER GLI AMICI DI FACEBOOK. GRANDE ATTENZIONI ANCHE ALLA CICLOTURISTICA GOURMET E ALLA RANDONNÉE. Con la filosofia dei piccoli passi, la Gran Fondo dell’Adriatico dopo due sole edizioni ha raggiunto una precisa e prestigiosa identità nel folto calendario nazionale delle maratone ciclistiche. Una filosofia, tutta marchigiana, quella di non fare il passo più lungo della gamba ma di puntare sempre al meglio, agli obiettivi più alti senza voler accelerare i tempi. Così è arrivato un prestigioso riconoscimento da parte della Federciclismo, che ha assegnato alla manifestazione di Senigallia la prova del Campionato Italiano, e l’onore di un testimonial d’eccezione come Andrea Tonti. Ma domenica 12 giugno i ciclisti troveranno tantissime novità, a cominciare dalla logistica: per evitare disagi il villaggio si è spostato dal lungomare al Foro Annonario, uno dei luoghi più suggestivi del centro storico. Tantissimi e prestigiosi i premi, anche a sorteggio (con estrazioni prima della partenza), fra i quali coppie di ruote, manubri in carbonio e copertoncini, oltre a 20 soggiorni gratuiti e a due porchette per le società. Tre i percorsi proposti: il lungo di 151 chilometri (1.938 m. di dislivello); il medio di

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101 (1.097 m.); il cicloturistico Gourmet, di 48 chilometri. Un percorso molto tecnico che presenta continui cambiamenti di pendenze, imponendo variazioni di ritmo e rapporti. Per emergere occorre essere un corridore completo, capace di primeggiare in salita e di sapersi destreggiare in discesa, con doti da passista e un’ottima capacità di recupero. La Gf dell’Adriatico apre le porte ai tanti amici di Facebook, con un’apposita griglia e relativa classifica e premiazione. Una novità assoluta, destinata ad essere emulata rapidamente. Inoltre, viene dato ancora più spazio ai cicloturisti, a tutti coloro che salgono in bici per il solo gusto di pedalare alla scoperta di nuovi paesaggi e gusti, senza assilli di classifica. È per loro che è stato sviluppato il progetto Gourmet con una serie di agevolazioni per le squadre e per i partecipanti. E per incentivare la pedalata slow gli organizzatori hanno pensato di raddoppiare l’offerta con una proposta autunnale: la Cicloturistica dell’Adriatico, il 9 ottobre. Una manifestazione strettamente legata alla prima, tanto che gli iscritti ai percorsi Medio e Lungo della Gran Fondo po

tranno partecipare gratuitamente. L’offerta per chi ama pedalare prosegue con la Randonnée dell’Adriatico, è valida per il Brevetto Audax, che si sviluppa in tutta la provincia di Ancona, sconfinando fino alla bella Urbino. C’è anche un percorso ridotto di 200 chilometri per chi vuole testare questa specialità ancora di nicchia. Tante manifestazioni collaterali che si svolgeranno negli spazi allestiti per i più giovani, come la Città dei ragazzi Mc Donald’s, uno spazio riservato ai più giovani dove si terranno anche tornei di Basket, Calcetto e Badmington. E dopo la partenza della Gran Fondo, prenderà il via la seconda edizione di Bici x Gioco, la passeggiata riservata ai bambini e alle loro famiglie. Oltre al Campionato Italiano Gran Fondo Fci, la Gf dell’Adriatico mette in palio punti preziosi anche per il Campionato regionale e per il circuito Marche in Bici. Al vincitore viene assegnato anche il titolo e la maglia (con stampate le scritte della maglia sociale) di Campione dell’Adriatico. La manifestazione ha anche un risvolto sociale grazie alla collaborazione con la Fondazione Balducci Rossi impegnata in opere umanitarie in Africa.


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L’OSSIDO NITRICO E IL CICLISMO

In tutti gli sport di resistenza, (ciclismo, podismo, sci di fondo) uno dei fattori fondamentali per ottenere una performance ottimale è rappresentato dall’apporto di ossigeno ai tessuti. Parlare nel ciclismo di trasporto plasmatico di ossigeno è sempre argomento molto delicato. Solitamente si associano a questo tema, pratiche dopanti, in particolare l’uso di eritropoietina. L’EPO è riconosciuta universalmente nel mondo ciclistico, anche se a dir la verità, si conoscono più le proprietà che gli effetti collaterali che l’uso di quest’ormone causa all’ organismo. Non è comunque questa la sede dove affrontare argomenti di questa portata. In questo articolo si parlerà di come sia possibile aumentare il flusso di ossigeno ai tessuti con metodi legali e soprattutto senza subire effetti collaterali derivati dall’uso di sostanze dopanti. Prima di introdurre qualche consiglio è utile fissare i motivi per cui un maggior apporto di ossigeno porta ad ottimizzare le prestazioni. Per meglio comprendere questo si può fare un pa-

rallelo con le automobili. Quando un’auto si muove a bassi regimi, ha un consumo di carburante limitato. Quando invece schiacciamo il piede sull’acceleratore, i consumi aumentano notevolmente e il motore richiede quantità di benzina più elevate. L’ossigeno nel nostro organismo viene utilizzato per produrre energia ed è direttamente proporzionale allo sforzo. Arrivati alla soglia massima di ossigeno, entrano in ballo altri meccanismi per la produzione energetica, ma al tempo stesso inizia la produzione di acido lattico. Per questi motivi aumentare la portata di ossigeno permette all’atleta di alzare la soglia aerobica con tutti i benefici che la situazione determina. Il consiglio di base è allenarsi. Con l’allenamento il cuore aumenta il suo volume e la sua gittata. Allenandosi costantemente si può aumentare il volume del cuore del 25%. In più aumenta anche la capillarizzazione dei muscoli allenati, con un incremento della differenza arterovenosa di circa il 15%. È facile comprendere come con un’aumentata gittata cardiaca e una miglior capillarizzazione comporti un maggior afflusso di ossigeno ai tessuti. Per ottenere questi risultati però non basta fare l’uscita la domenica mattina con gli amici, ma si deve allenare il fisico almeno tre volte a settimana e magari la domenica per un’ uscita impegnativa. Risulta essere particolarmente interes-

sante invece un meccanismo, studiato per i body builder, che aiuta nella volumizzazione vascolare specie nella fase pre work-out. Si è verificato come certe sostanze possono concorrere alla produzione di ossido nitrico, che svolge un’azione di vasodilatazione e migliora la perfusione muscolare di nutrienti. Come già descritto sopra una migliore ossigenazione tissutale, ottimizza la prestazione del corridore in quanto mette a disposizione dei muscoli una quantità maggiore di ossigeno e nutrienti. In questo processo un ruolo fondamentale lo gioca l’arginina specie nella sua forma alfa-chetogluterato. L’arginina Akg è un composto formato da due molecole di arginina combinate con una molecola di alfa-chetoglutarato. Grazie a questa combinazione sono migliorati, il passaggio di acqua, glicogeno e altri nutrienti dal flusso ematico ai tessuti muscolari. Keforma sull’onda di questi studi propone NitroGold, un integratore pensato specificatamente per il ciclista. Oltre all’arginina Akg di cui si sono già descritte le proprietà sopra, nella formulazione, sono presenti Beta Alanina e Kre Alkalyn utili nell’azione tampone dell’acido lattico. Si consiglia di assumere tre compresse di Nitrogold circa quaranta minuti prima della corsa per permettere ai nutrienti di svolgere la loro azione.


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GRANFONDO INTERNAZIONALE DI SAN MARINO di BRUNO ACHILLI

IL PISTOIESE SIMONE SGUERRI CONQUISTA LA 12^ GRAN FONDO INTERNAZIONALE DI SAN MARINO. AL RIMINESE MORENO GIULIANELLI LA VITTORIA NEL PERCORSO MEDIO. LA FORLIVESE MONICA BANDINI E LA CESENATICENSE MARIA CRISTINA PRATI DETTANO LEGGE NEL LUNGO E NEL MEDIO. MOSER ROMPE LA CATENA, MA POI RIPARTE CON UN’ALTRA BICICLETTA. I RETROSCENA.

Francesco Moser intervistato alla partenza

Gualdicciolo (San Marino) Vittoria allo sprint del pistoiese Simone Sguerri nella 12^ Gran Fondo Internazionale di San Marino, terza prova del campionato italiano Udace e del circuito Romagna Challenge. Una splendida mattinata ha accolto i mille ciclisti, ai quali sono da aggiungere gli oltre cinquecento cicloturisti, impegnati nella prova del campionato Rimini-San Marino, con grande soddisfazione dell’organizzatore Romeo Casadei. Una partecipazione pertanto in linea con le precedenti edizioni ma resa ancora più coinvolgente dalla presenza di Francesco Moser. Il campione di Palù di Giovo si è infatti ritrovato assieme ad alcuni vecchi amici e compagni di battaglie come l’ex gregario Glauco Santoni e un ex rivale che lo faceva soffrire in salita, Alfio Vandi. Tante le foto scattate dai reporter al campione, accanto ai numerosi concorrenti, felici di portarsi a casa un ricordo più unico che raro. In prima fila con l’ex recordman dell’ora era schierata la squadra della nazionale sammarinese di mountain bike e su strada. Dopo i preliminari e la passerella della partenza, al chilometro cinque, sul ponte del fiume Marecchia, colpo di scena: Moser è costretto a fermarsi. Motivo: ha rotto la catena! L’incredibile momento viene da noi documentato e ne rendiamo

testimonianza. Francesco, ricorda che in tanti anni di carriera, una sola volta aveva spezzato la catena, in una corsa in circuito, a Colbordolo di Pesaro, a trenta chilometri da qui. Tuttavia, non si è rassegnato a finire lì la sua prestazione. Anzi con l’aiuto del fidato Santoni, che lo ha spinto, è ritornato a Gualdicciolo, ha cambiato la bici ed poi ripartito in compagnia dello stesso Santoni e di Vandi. Insieme hanno effettuato il percorso medio, ricordando i giorni ormai lontani. Dopo questa doverosa parentesi andiamo a seguire la corsa. Nelle prime due salite quelle di Torriana e Verucchio il gruppo si è notevolmente allungato, portando all’avanguardia i migliori. All’ingresso in Repubblica, a Dogana, lungo la superstrada, al comando c’è il grintoso riminese Angelo Guizzarro, raggiunto poco dopo dal forlivese Christian Barchi, il quale poi prosegue da solo verso Domagnano; al culmine scollina con mezzo minuto su un gruppo forte di circa trenta concorrenti. Intanto i più forti si stanno dando battaglia: Christian Barchi viene raggiunto sulla salita di Montescudo, quarto gran premio della montagna della giornata, dove al comando sono rimasti soltanto in sedici. Dopo la discesa verso Osteria Nuova, attacco del caparbio bolognese Giuseppe Corsello, noto per le sue fughe avventurose; a Mon-

te Cerignone, il suo vantaggio è di 1’ 50”, però la sua pedalata si fa all’improvviso pesante, anche a causa del vento contrario e al 100 chilometro viene raggiunto da un gruppetto di sei inseguitori: Gaetano Colletta, Simone Sguerri, Valentino Carriero, Roberto Cunico, Fabrizio Lucciola, e Christian Barchi. Nella successiva salita di Villagrande l’ ormai esausto Giuseppe Corsello si stacca dai primi. Cunico intanto cerca a più riprese di liberarsi dei compagni, producendosi in numerosi allunghi, che frazionano il plotoncino. Al valico di Monte Serra in testa sono rimasti solo in tre Lucciola, Sguerri e Cunico, gli altri inseguono a 22 secondi, in discesa il vantaggio aumenta a 50 secondi, comunque i tre immediati inseguitori non demordono e sull’ultima salita di Monte Maggio riducono lo svantaggio. Tuttavia nella ripida discesa verso Gualdicciolo i tre attaccanti riescono a gestire la manciata di secondi e vanno a giocarsi la vittoria. E a prevalere è il 43 enne pistoiese Simone Sguerri, che batte nettamente Lucciola e Cunico, poi, staccati di pochi secondi Colletta regola Barchi e Carriero. Dopo quasi 4 minuti Spada regola Gorini e Fantini, al decimo posto Prospato con quasi 5 minuti di ritardo Per Sguerri è la prima vittoria di questa stagione. Donne: Monica Bandini, come da pronostico, ha vinto con ampio margine sulla Neri e la Cairo. Dominio invece dei ciclisti riminesi nel percorso di medio fondo. Ha prevalso Moreno Giulianelli, che nel finale ha staccato Mondaini, al terzo posto Falconi, ma è stato un ennesimo trionfo per tutta la squadra delle Frecce Rosse Rowabike. Vittoria romagnola anche nel medio femminile con la cesenaticense Maria Cristina Prati indiscussa leader, brava anche la sammarinese Monaldini, seconda arrivata, mentre terza s’ è classificata la riminese Morganti. Il vincitore Simone Sguerri


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cinghie e laccioli che quello conseguente alla morbidezza e leggerezza delle protezioni. Tutto ciò, ripetiamo, beneficiando di un elevato livello di protezione. La base è sempre quella del materiale SIXS con cui sono fabbricati capi sia intimi che esterni ma sempre da indossare direttamente sulla pelle e su questi sono posizionati gli alloggiamenti per le protezioni. Naturalmente è stata posta anche molta attenzione all’estetica che risulta originale e gradevole. Nell’impiego in bici evidentemente si ottiene una libertà di movimenti diversamente sconosciuta:


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sembra di non indossare nulla! Sono realmente i primi capi tecnici e protettivi pedalabili! L’uso non è riservato certamente ai più spericolati discesisti ma, grazie alla sua comodità, troverà applicazione soprattutto tra i semplici bikers domenicali come tra gli appassio-

nati di super-enduro o tra i freeriders. Oltre ai capi PRO TS2 da usare al posto della maglia intima e PRO BIKE 4, utilizzabile come unico capo sulla pelle quando la temperatura sale, nuovissimo è il PRO SLP 4, salopette dal comfort e funzionalità enormemen-

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GRANFONDO DELLA VERNACCIA 1000 TEMERARI SFIDANO IL DILUVIO ALLA GRANFONDO DELLA VERNACCIA 1500 ISCRITTI, 1400 PARTENTI E 950 ARRIVATI ALLA GRANFONDO DELLA VERNACCIA, DOVE LA PIOGGIA È CADUTA DALLA PARTENZA ALL’ARRIVO IN COSTANTE CRESCITA. VINCE L’EMPOLESE BECONCINI SUL PISTOIESE FALZARANO. TERZO IL RUSSO CHABURKA. TRA LE DONNE LA FIORENTINA RINALDI SPOPOLA. SACCOMANNI E LA LOMBARDO SI AGGIUDICANO LA MEDIOFONDO.O.

San Gimignano (SI),15 maggio 2011 Una giornata peggiore sotto il profilo metereologico sarebbe stato veramente difficile incontrarla, ma Paolo Marrucci e tutto lo staff organizzativo della 15^ edizione della Granfondo della Vernaccia, sono riusciti a gestire ottimamente anche questa situazione. Un sabato caratterizzato dal bel tempo ha catalizzato moltissimi ciclisti all’interno del vasto Open Village allestito all’interno del centro sportivo della frazione di Santa Lucia, con grandi marchi ad esporre i loro prodotti. Il colpo d’occhio multicolore delle divise degli oltre 1400 ciclisti dei 1500 iscritti stipate nelle piazze centrali del borgo storico di San Gimignano è stato veramente spettacolare e nessuno di loro avrebbe mai pensato che, appena usciti dalla porta nord, le gocce avrebbero iniziato a cadere, sempre più copiose man mano che i chilometri scorrevano sotto le ruote. Colti impreparati, molti ciclisti hanno dato forfait, mentre i più temerari hanno continua-

to, seppure con dotazioni tecniche non adatte alla forte pioggia. La perfetta gestione degli incroci e della sicurezza stradale ha fatto sì che tutta la gara si svolgesse comunque nel migliore dei modi. Una gara veloce con le migliori squadre pronte ad affrontare i tre percorsi proposti dall’organizzazione: la granfondo da 162km, la mediofondo da 110km e la cicloturistica da 67km. Il primo ad attaccare è il russo Anatoli Chaburka portacolori del Team Guru Planet X Selle Italia che si mantiene alcuni chilometri al comando, al quale, si avvicenda il livornese Matteo Cappè che, dopo averlo raggiunto, lo lascia al proprio destino prendendo in mano la corsa. L’alfiere del Team Maggi Saint-Gobain FRW mantiene la testa della gara fino allo scollinamento di Castellina in Chianti dove il suo passaggio registra un buon margine sugli inseguitori. La discesa verso Ca-

stellina Scalo però annulla il vantaggio e riporta la situazione di neutralità con un battistrada di una trentina di persone. Al bivio dei percorsi la corsa della granfondo vede al comando un drappello di sette uomini: Anatoli Chaburka, Alfonso Falzarano e Ivan Fanelli per il Team Guru Planet X, Devis Miorin, Gianluca Cavalli, Matteo Cappè e Andrea Beconcini per il Team Maggi. Il gruppo procede compatto fino alla salita di Sassi Bianchi dove in testa si portano il pistoiese Falzarano e l’empolese Beconcini. I due proseguono fino alla discesa di Castel San Gimignano dove il pistoiese cerca l’azione in discesa, ma invano. I due devono quindi trovare la vittoria in volata dove Beconcini ha la meglio su Falzarano. Volata del gruppo degli inseguitori per il terzo posto ben regolata da Chaburka.La mediofondo viene vinta da Enrico Saccomanni (Pol Vigili del Fuoco di Genova) allo sprint su Federico Cerri e Andrea Nencini, in fuga solitaria. Tra le donne la vittoria della granfondo va alla fiorentina Ilaria Rinaldi (Team Parkpre DMT Giordana) davanti alla grossetana Maria Cristina Nisi (Team Cinelli Glass’nGo), Terza piazza per Beatrice Cola (Ciclo Team 2001). Sulla mediofondo è la parmense Ilaria Lombardo (Team Borghi) a dominare la corsa femminile. Sul secondo gradino del podio sale la marchigiana Barbara Lancioni (Sintesi Cicli Copparo) incappata in una caduta e terza piazza per la garfagnina Letizia Dini (Team Velo Line). Totalmente inzuppati e infreddoliti i ciclisti si sono ristorati dapprima con una doccia calda e poi con il ricco pasta party offerto gratuitamente a ciclisti e accompagnatori.


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LA PREALPI BIELLESI NEL PRESTIGIO di ENRICO CAVALLINI

LA GRANFONDO DI BIELLA PROMOSSA NEL CIRCUITO PIÙ IMPORTANTE DEL MOVIMENTO GRANFONDISTICO. PIÙ DI 2000 AL VIA DICE L’ORGANIZZAZIONE. UN EVENTO CLOU PER IL BIELLESE Otto anni di prove e messe a punto. Poi il grande salto. La Granfondo Prealpi Biellesi entra nel Prestigio di Cicloturismo, il mensile di settore più diffuso e importante. Stessa data della Maratona delle Dolomiti, la Prealpi diventa l’alternativa alla Granfondo più importante d’Italia. «E’ un onore essere stati scelti dagli organizzatori del Prestigio. La selezione è stata fatta direttamente dai giornalisti della redazione – spiega Mauro Benedetti, responsabile della società organizzatrice – in base a criteri che riguardano laq bellezza del percorso, la durezza e l’organizzazione.» «Essendo l’alternativa alla Maratona incrementeremo, e molto, il numero di iscritti. La gara altoatesina si chiude a 8.500 iscritti e con 25.000 preiscrizioni abbiamo la possibilità di accogliere chi non riuscirà ad essere della partita a Corvara. Per questo stiamo lavorando sodo per farci trovare pronti. Potenzieremo tutti i servizi; dalla logistica, ai ristori, dalla sicurezza lungo il percorso, all’accoglienza pre e post gara”.» Un’occasione unica per il Biellese che avrà la possibilità di promuovere il territorio là dove non sarebbe mai arrivato. «Stimiamo oltre i 2000 i ciclisti che gareggeranno, più gli accompagnatori. Arriveranno anche dal centro e dal Sud Italia. Un’opportunità unica di promozione di una terra che è ideale per la pratica del ciclismo: pianura, salita dolce e salita dura si intersecano. Da Biella basta prende-

re una direzione piuttosto che un’altra.» La Prealpi è una gara tosta, dura. «E’ per questo che siamo stati selezionati – continua Benedetti – perché pur essendo una granfondo che parte e arriva in città propone salite impegnative e dislivelli importanti«. L’edizione biellese del Prestigio, la numero 8, avrà di nuovo come sede logistica, di partenza e di arrivo, il centro commerciale Gli Orsi. «Una scelta felice – aggiunge Benedetti – ; ampi parcheggi, ristoro finale al coperto, docce, e un valore aggiunto per gli accompagnatori; il centro commerciale con la catena di store e shop center». La Prealpi è in calendario il 10 luglio e sarà valida anche come penultima prova della Coppa Piemonte, un circuito che offre sempre più novità . Un valore aggiunto

per i granfondisti: di solito a Biella si decidono le classifiche finali e di categoria di un circuito sempre molto combattuto. I giornalisti di Cicloturismo hanno già visionato i percorsi, in particolare quello Granfondo. «L’hanno apprezzato molto – conclude Benedetti. - Vario, spettacolare, duro, come si conviene ad una gara che sarà l’alternativa della regina, la Maratona.» Saranno infatti due i percorsi proposti: la granfondo da 148km con 3200m di dislivello e la mediofondo da 98km con 2100m di dislivello.

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GRANDI EVENTI NOVE COLLI: 41 ANNI E COME LI DIMOSTRA SONO GIÀ BEN QUARANTUNO LE VOLTE CHE LA GRANFONDO PI˘ PARTECIPATA D’ITALIA VEDE LA PARTENZA DEI CICLISTI ALLA VOLTA DEI NOVE FATIDICI COLLI. UNA EDIZIONE MOZZATA DAGLI EX-PRO CHE HA VISTO SUL PODIO VOLTI NOTI. CORRADINI E LA LANCIONI SI AGGIUDICANO LA 200KM, MENTRE D’ASCENZO E LA GORINI LA 130KM.

Domenica 22 maggio, ore 6.00, Cesenatico. Dodicimila ciclisti sono pronti a prendere il via della 41^ edizione della Gran Fondo Nove Colli, la manifestazione ciclistica più partecipata d’Italia. Una edizione nuova, sotto un certo aspetto; l’appartenenza al Consorzio Five Stars League impone alcuni cambiamenti rispetto alle quaranta edizione precedenti. Non sono stati ammessi gli ex-professionisti e circa un centinaio di amatori, alle 4.30 della mattina, sono stati sottoposti a prelievo del sangue ai fini dell’antidoping.

tanta gente stipata in strade pressochè strette e a volte, soprattutto in discesa, anche tecniche, non sia proprio l’ottimale per la sicurezza. Pare però che nessuno si sia fatto male; meglio cosÏ. Raccontare di come è andata la manifestazione sarebbero parole sprecate, in quanto la macchina organizzativa ormai perfetta della Nove Colli sa mettere in piedi edizioni che sono la fotocopia esatta di quelle precedenti e, considerando che qualsiasi ciclofondista almeno una volta ha partecipato alla Nove Colli, sarebbe l’equivalente di raccontargli cose che sa già.

Tutto questo cosa ha comportato? In primis un deciso malcontento dei controllati, ma non per il controllo in sè che hanno affrontato tutti a cuor sereno, bensì per l’ora balzana alla quale si sono dovuti presentare. Altro effetto dell’epurazione da Corridore (quello con la C maiuscola), è stata la media tenuta fino al Barbotto. Il gruppo è rimasto unito, senza tentativi di fuga e senza la tipica bagarre delle prime ore che ha sempre dato spettacolo. Il numero dei corridori che potevano giocarsi la vittoria si è talmente ridotto che infatti non avrebbe avuto senso darsi grande battaglia con troppo anticipo. Tanti gioiranno del fatto di avere avuto il gruppo unito per i primi 90km, personalmente penso che così

Quindi non sto certo a raccontare che la nuova sede del GC Fausto Coppi, all’interno del centro sportivo di Cesenatico, è cento volte meglio della precedente che obbligava i ciclisti a posteggiare in mezzo alla strada per ritirare il pettorale. Non sto a raccontare che all’interno del pacco gara si sono trovati una borraccia, un gel e una barretta della Multipower, insieme a un olio riscaldante della BTS e una crema protettiva Elite Ozone e che il gadget era la bella maglia da ciclista personalizzata. Inutile parlare della fiera Ciclo&Vento che ogni anno si allarga sempre più, aumentando gli espositori e che vanta le migliori aziende del settore. Praticamente la fiera

d’estate alla quale nessuna azienda vuole rinunciare, sapendo che catalizza migliaia di visitatori (che onestamente l’ultima fiera di Milano se li è sognati). Così come non vale neanche la pena parlare dell’atmosfera che si respira in una Cesenatico completamente invasa dai ciclisti dove ogni discorso consumato a cena o nella passeggiata serale verteva solo ed esclusivamente sul percorso del giorno dopo. Cosa volere ancora dire del percorso che si inerpica su nove colli (guarda il caso) sparsi sugli Appennini Romagnolo-Marchigiani, mostrando splendidi paesaggi collinari alternati a zone boschive, fino a passare sotto la rocca di San Leo. E cosa dire del Barbotto che è ormai un’icona del cicloturismo romagnolo dove la Nove Colli vede la separazione delle due anime. E’ proprio questo il colle che mette la parola fine alle fatiche altimetriche del percorso da 130km, mentre è proprio dopo questo che il percorso da 200km prende vita. Non serve nemmeno spendere parole sul mega pasta party al quale si accede subito dopo l’arrivo, gratuito per i ciclisti,


a pagamento (8.5 euro) per gli accompagnatori, che fornisce veramente ogni ben di Dio. Pasta o riso con ben quattro sughi da scegliere, piadina con la salsiccia, panini con cotto o mortadella, biscotti, dolcetti e crostata a volontà. Acqua gasata o naturale e birra a fiumi. L’Italia ciclistica si divide in due grosse macro sezioni: chi ha già partecipato alla Nove Colli e chi parteciperà alla Nove Colli. Per quest’ultimi la loro prossima occasione è fissata per domenica 20 maggio 2012. Ovviamente a Cesenatico. Ma veniamo a ciò che è cambiato di più: la gara. Una corsa (si parla della griglia rossa), un po’ particolare in questa edizione. Abituati ad arrivare a Forlimpopoli alla velocità della luce, quest’anno il gruppo ha veramente sonnecchiato per tutto il tragitto. L’unico a non essersi accorto della cosa è stato Giuseppe Corsello che al chilometro zero è partito come un razzo e ha dato vita ad una crono individuale tanto da giungere all’attacco del Polenta con oltre 3’ di vantaggio sul gruppo compatto. A nulla è servita la prima ascesa, così come è stato affrontato in passeggiata anche il secondo colle, Pieve di Rivoschio, se non consideriamo l’evasione di Wladimiro D’Ascenzo e Luca Ortolani lanciati alla caccia di Corsello. Stessa sorte per il Ciola che ha subÏto l’assalto del gruppo compatto. Si è dovuto attendere il Barbotto per vedere i big fare la loro mossa. Nel frattempo che Corsello veniva ripreso e passato dall’abruzzese D’Ascenzo il quale si involava solitario a sicura vittoria lasciando all’infermiere bolognese la piazza d’onore e al suo compagno Alessio Pareschi il terzo gradino del podio, il trentino Antonio Corradini lanciava una sciabolata

senza uguali. Dietro di lui si lanciano Michele Rezzani, Tiziano Lombardi, Stefano Nicoletti, Ersilio Fantini, Vito Buono, Luca Ortolani e, come una spina nel fianco, Riccardo Riccò senza numero e senza che nessuno lo avesse invitato. Allontanato più volte dalla direzione, il modenese ha continuato a restare nel gruppo di testa fino all’arrivo a Cesenatico dove, a un chilometro dal traguardo, ha svoltato per tornare a casa. Una vergogna senza uguali, che verrà approfondita in altra occasione. I sette fuggitivi procedono compatti verso Montetiffi con tre minuti di vantaggio sui diretti inseguitori, ma Ortolani perde subito contatto, lasciando i sei battistrada procedere verso il Perticara dove il materano Buono lascia il gruppetto. Su Pugliano Fantini lancia un attacco che sfascia il gruppo. Nicoletti e Lombardi perdono le ruote, lottano come forsennati su San Leo per riuscire a rientrare poco prima del Passo delle Siepi, ma il riminese Lombardi, stremato dalla fatica, è costretto a lasciarli andare definitivamente. Si giunge al Gorolo e la corsa prende la svolta decisiva. Corradini lancia l’attacco, Fantini tenta di stargli a ruota, ma invano. Rezzani e Nicoletti desistono. Corradini continua la sua azione determinato ad andare a vincere. Fantini continua l’inseguimento, ma il duo Rezzani-Nicoletti ha la meglio riuscendo a riassorbirlo. Corradini vince la Nove Colli in 5h58’29”, con quasi due minuti di vantaggio sul trio Fantini-Rezzani-Nicoletti che si lanciano nella volata per il secondo posto, vinta dal pavese naturalizzato bolognese Michele Rezzani. Terza piazza per il bellariese Ersilio Fantini e quarta per il massaggiato-

re modenese Stefano Nicoletti. Al quinto posto si piazza un volto noto, Raimondas Rumsas, già vincitore di tre edizioni. Grande corsa anche sul lato femminile. Fino a Pieve di Rivoschio il vantaggio di Barbara Lancioni sulle avversarie è netto, ma una caduta la mette fuori forma, tanto da farsi riprendere da Monica Bandini e con lei condividere tutta la parte del percorso sino al Gorolo. Qui la marchigiana ci riprova e questa volta l’esito è definitivo. Arriverà al traguardo con oltre 3’ di vantaggio sulla forlivese. Terza piazza per la poliziotta pistoiese Claudia Gentili. Nessuna storia sul percorso da 130km con l’indubbio dominio dell’aretina Michela Gorini che ha prevalso sulle due milanesi Monica Cuel e Laura Fossati Bellani. Barbara Lancioni

Antonio Corradini Wladimiro D’Ascenzo


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VI PRESENTO IL MIO SHOWROOM di NICOLETTA BRINA

WLADIMIRO D’ASCENZO Dal professionismo ha attinto la cura per il dettaglio e la passione per tutto ciò che rappresenta la bicicletta, ossia un mezzo per fare sport, ma anche per stare in compagnia, sin dalla più tenera età. E’ con questa filosofia che Wladimiro D’Ascenzo conduce, insieme alla sorella Moira, lo store D’Ascenzo Bike a Villa Ardente, in via degli Artigiani, in località Bellante. «Ho gareggiato a livello professionistico dal ‘95 al ’97 ottenendo qualche piazzamento sotto le insegne dell’Amore&Vita e con la Cantina Tollo. Poi, dal ’98, conclusa l’attività, mi sono dedicato a questo negozio insieme a mia sorella.» Cosa propone il D’Ascenzo Bike? «Siamo rivenditori di bici da strada e

Wladimiro D'Ascenzo e signora

mtb, da passeggio e per i bimbi. Ma il nostro punto forte è il post-vendita e l’assistenza, specie per le riparazioni. Siamo punto di riferimento per i professionisti della zona sotto questo aspetto.» Bicicletta a 360 gradi insomma... «Il negozio è attrezzato per qualsiasi evenienza e necessità, fornendo dalle componenti che occorrono per montare un telaio, sino a quel che concerne gli accessori, l’abbigliamento, le protezioni, ciclocomputer e cardio.» Dunque, nel vostro negozio la clientela ha l’imbarazzo della scelta? «Sicuramente, data la vastità di articoli. Oltretutto ci adeguiamo a tutti i budget, avendo prodotti econo-

mici per chi inizia, fino a biciclette per esempio di altissima gamma da 5-6mila euro.» Quali marchi si possono trovare? «Per le bici, oltre all’usato, per le nuove1 si va su Giant, Ridley, Kuota e Olmo, solo per citarne alcune. Dal canto mio ho un mio marchio, ovvero WDB, che propone due modelli top gamma. In particolare WC08, che mi sono dedicato per la vittoria del Mondiale (World Champion 2008 – il significato della sigla), è quello che sto utilizzando attualmente ed è caratterizzato da un telaio monoscocca 50hm1k in carbonio, con canotto integrato, da 990 grammi su misura media. E’ un telaio molto rigido, fatto apposta per chi ama la competizione. Attualmente sto ottenendo buoni riscontri da chi l’ha acquistato.»


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BIKE PASSION - FAENZA Bike Passion di Faenza, in via Maestri del lavoro, al civico 1, è il regno dello sport. A dirigere il negozio, Marco Stradaioli ed il socio Mirko Dal Prato. L’attività è nata nel 2008 e propone non soltanto biciclette ed articoli ed esse collegati, ma anche attrezzature da fitness. La passione per la bici – da ex ciclista qual è Stradaioli – ha guidato l’apertura dell’attività ed ha fatto sì che all’interno stesso del negozio graviti una squadra ciclistica amatoriale, vale a dire il Team Passion Faentina.

Quanto agli articoli in vendita, cosa offrite? Per quel che concerne le biciclette da corsa – spiega Stradaioli – siamo venditori di marchi come Pinarello, Specialized, Bmc, Look ed Srv, per Lo Staff di Bike Passion Faenza

le bici da passeggio abbiamo Alpine e Adriatica come marchi di riferimento, ma guardiamo anche ai più piccoli con Hello Kitty per esempio. Insomma abbiamo una gamma di articoli molto ampia. Per quanto riguarda il fitness, proponiamo attrezzature da palestra, tra le quali per esempio tapis roulant e bici da spinning.

All’interno del negozio si trova anche il centro per l’assetto biomeccanico... Abbiamo un centro BG FIT: si tratta di un sistema già applicato da altri centri, dal canto nostro siamo stati scelti come negozio per approfondire questo tipo di approccio che riguarda in particolare il posizionamento del ciclista sulla bici. Il servizio viene fornito grazie

all’aiuto tecnico del nostro meccanico, Gianni Rivola, e rivela un certo studio dietro la biomeccanica, al fine di permettere un approccio corretto e soprattutto il giusto assetto in bicicletta. Ciò permette anche di modificare la bicicletta e di offrire così un importante servizio al cliente nel post vendita.

Quali sono le new entry che si possono trovare nel vostro negozio? Siamo in attesa del nuovo modello della Specialized, la Venge, che è già stata presentata e presente nel mondo dei professionisti ed arriverà nei nostri negozi a fine maggio. Inoltre avremo in esclusiva ad agosto il nuovo casco Giro di Contador che è quello che sta usando attualmente alla corsa rosa.


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GRANFONDO TERRE DEI VARANO di ENRICO CAVALLINI

UN FINALE ENTUSIASMANTE QUELLO DELLA GRAN FONDO TERRE DEI VARANO

Due dei protagonisti assoluti della prima parte di stagione fondistica nazionale, Hubert Krys (Cicli Copparo) fresco vincitore della Prestigiosa Dieci Colli Bolognesi e Alessandro Bertuola (Viner Factory Team) padrone della Gran Fondo Selle Italia La Via del Sale, Gran Fondo Il Diavolo in Versilia e Gran Fondo Piacentina Dop. I due dopo essersi scrollati di ruota Christian Barchi (Borello Cycling Team) e Jarno Calcagni (Team Light Abbronzatura) hanno continuato a forzare il ritmo nella breve salita finale. Bertuola ha tentato in due occasioni di allungare, ma Krys è rimasto alla sua ruota. Ai duecento metri finali, il portacolori della Viner Factory Team lancia la progressione in testa, sembra riuscire a vincere, ma il polacco della Cicli Copparo, con una certa facilità riesce a saltarlo negli ultimi metri e ipoteca la Gran Fondo Terre dei Varano. Medio Fondo. La gara è stata caratterizzata da una fuga a tredici Alfonso D’Errico (New Limits), Moreno Calcinari (N. Limits), Luciano Menxcaroni (Pedale Fermano), Mauro Mondaini (Superteam), Maurizio Caporaletti (Valenti Team), Piero Zizzi (Melania OMM), Andrea Ammaturo (Manile Bike), Sandro Senesi (New Team Essebi), Roberto Brilli (H3O Race), Roberto Pasqualini (Melania OMM); Fabio Virgili (Mobili Rimini Bici Shop), Nicola Sorressa (Mary Confezioni) e Luca Gallo (Team Ponte). I battistrada hanno allungato a venticinque chilometri dal traguardo e hanno collaborato sino alle battute finali, quando D’Errico metteva a segno la sua potente progressione conquistando il secondo successo in due giorni (sabato si era aggiudicato la prima tappa del Giro delle Marche Uisp a Montottone). Settecentocinquanta ciclisti hanno dato vita alla Gran Fondo Terre dei Varano, magistralmente organizzata dalla Avis Frecce Azzurre con in testa il presidente Sandro Santacchi. Lo splendido percorso di gara

che si snodava lungo i pendii del Parco dei Monti Sibillini ha visto i ciclisti darsi battaglia sin dai primi chilometri. Ed è Christian Barchi il protagonista assoluto della manifestazione che dopo aver raggiunto Mauro Mondaini (Superteam) e Mirko Catone (Melania OMM) ha allungato lungo i tornanti della salita di s. Ilario facendo il vuoto alle sue spalle e continuando imperterrito nella sua azione. Una perfetta e abbondante segnalazione dei percorsi ha evitato errori di percorso e Barchi ha iniziato la temibile salita di Sassotetto con 2’ 20” di vantaggio sul gruppo. A questo punto Bertuola, Krys e Calcagni decidono di imprimere la loro impronta alla manifestazione e allungano a caccia del battistrada. La cronoscalata della salita di Sassotetto vede Krys imporre un ritmo forsennato e al GPM il ritardo è dimezzato. I tre inseguitori continua a spingere e negli ultimi venti chilometri si riportano sul battistrada. Il resto è storia già narrata.

Classifica maschile Granfondo 1°) Hubert Krys (Cicli Copparo Sintesi) 2°) Alessandro Bertuola (Viner Factory Team) 3°) Christian Barchi (Borello Cycling Team) 4°) Jarno Calcagni (Team Light Abbronzatura) 5°) Wladimiro D’Ascenzo (Melania Omm Ares Modì) Classifica femminile GranFondo 1°) Florinda Neri (Tubozeta Mg K Vis) 2°) Sandra Marconi (Mary Confezioni) 3°) Lorena Zangheri (Pedale Fermano) Classifica assoluta cronoscalata Sarnano Sassotetto 1°) Hubert Krys (Cicli Copparo) in 36’ 53” 30 media 21,15 2°) Alessandro Bertuola (Viner Factory Team) in 36’ 54” 20 3°) Jarno Calcagni (Team Light Abbronzatura) in 36’ 54” 90 Ordine arrivo Medio Fondo 1°) Alfonso D’Errico (New Limits Studio Moda) 2°) Mauro Mondaini (Superteam) 3°) Luciano Mencaroni (Pedale Fermano Gi. Vi) 4°) Sandro Senesi (New Team Essebi) 5°) Maurizio Caporaletti (Valenti Team) Ordine arrivo femminile Medio Fondo 1°) Daria Morganti (Pedale Santarcangiolese) 2°) Emanuela Sampaolesi (Simoncini Ragamon) 3°) Orietta Schiavoni (Sintesi Copparo)


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GRAN PREMIO DELLA LIBERAZIONE FANNO FESTA FORTI, GARAVINI, BALDASSARI, SARTORI, SALVATORI E BRUNELLI. Gattolino di Cesena Indimenticabile Pasquetta con il ciclismo a Gattolino in una giornata di festa speciale che per l’occasione ha unito in un connubio ideale anche la celebrazione della storica ricorrenza della Liberazione. Una mattinata inizialmente incerta col cielo nuvoloso e il timore di pioggia non ha però scoraggiato i ciclisti a partecipare. Anzi, alla fine sono stati ben 224, una presenza decisamente importante è che ha soddisfatto in pieno l’organizzatore Tino Lucchi, ideatore e promotore del G.P. della Centuriazione Romana (questa è la seconda delle quattro prove in calendario), valevole per il Gran Premio Banca di Credito Cooperativo.

cesso stagionale.

Iniziano i Gentlemen, al via sono in 61. Devono percorrere sette giri del circuito di 6,5 chilometri. L’alta velocità non ha favorito i numerosi tentativi di fuga e così alla fine il tutto si è risolto con una volata a ranghi compatti. Su tutti è emerso con uno sprint irresistibile il bellariese Massimo Forti, che ha regolato Sangiorgi e Capucci. Forti, per l’occasione, ha conquistato il nono suc-

Sono sette i giri da inanellare per la categoria Veterani. Alla partenza anche qui sono in tanti in 58. Gara vivacissima fin dai primi chilometri. Ad accendere subito la miccia è il tenace riminese Valloni, all’attacco durante il secondo giro, poi raggiunto da Donini e Ceralli. Il terzetto mena la danza fino al termine della quarta tornata. Nuova azione, questa volta, all’inizio del quinto giro,

Sono sei i giri da percorrere per i Supergentlemen. Ai nastri di partenza su presentano in 52. L’inizio a tamburo battente produce alcuni interessanti allunghi, però il ritmo sempre sostenuto non permette di sviluppare azioni concrete. Così, anche questa gara si conclude con una volata a ranghi compatti. E il più veloce di tutti si dimostra il Super A il santarcangiolese Ivano Garavini, che sfreccia, è proprio il caso di dirlo, davanti a tutti, aggiudicandosi la quinta vittoria stagionale. Primo dei Super B il forlivese Daniele Baldassari che, invece, ha centrato il dodicesimo alloro del 2011.

Supergentlemen 1) Ivano Garavini (Pedale Santarcangiolese) 2) Romano Melandri (reno Bike) 3) Claudio Baldoni (Autocarozzeria Richy)

Gentlemen 1) Massimo Forti (Pedale Bellariese) 2) Andrea Sangiorgi (Nuova Moga) 3) Fabio Capucci (BD Fast)

Veterani 1) Roberto Sartori (Lelli Bike – Sartori) 2) Gabriele Guerrini (Velociraptor) 3) Mauro Gabellini (Massi Cycling),

Senior 1) Stefano Salvatori (Pedale Bellariese) 2) G. Paolo Mondini (Borello) 3) Mario Calagretti (Team Dynamis),

Cadetti-Junior 1) Stefano Brunelli (Borello) 2) Matteo Metalli (Pedale Santarcangiolese) 3) Fabrizio Amerighi (Borello),

a promuoverla sono in due, l’indomito Valloni e il cesenaticense Baldassarri, tuttavia anche questo attacco non produce gli effetti sperati, cioè di andare in porto, così al suono della campanella il gruppo riacciuffa i battistrada. Nei restanti sei chilometri e mezzo in diversi ci provano ma niente da fare. Tutto si risolve nel volatone di oltre cinquanta corridori e con il marignanese Roberto Sartori vittorioso col colpo di reni su Guerrini e Gabellini. E’ il sesto successo per Sartori, il più sofferto di quest’anno. Conclusione della mattinata ciclistica con i Cadetti, Junior e Senior, al via sono in 52, devono percorrere dieci giri. Già al primo passaggio dal traguardo al comando sono in cinque, tutti Senior: l’ex professionista Mondini, in compagnia di Gianessi, Salvatori, Calagretti e Baldassarri. Trovano subito l’accordo e in poco tempo riescono a guadagnare oltre un minuto sul gruppo; la fuga prosegue senza sussulti e solo nelle fasi finali alcuni allunghi cercano di interrompere l’armonia, mentre il gruppo è proteso in una forte rimonta. Tuttavia i cinque riescono a mantenere un margine di quindici secondi e a disputarsi il successo in volata. Mondini scatta per primo ai 150 metri ma viene incalzato dall’alfonsinese Stefano Salvatori che, negli ultimi metri, lo rimonta e va a vincere la gara. E ‘ la sua seconda vittoria stagionale, già in occasione del suo primo successo aveva battuto Mondini. Il primo dei Cadetti-Junior è il gambettolese Stefano Brunelli, per lui è invece il sesto successo del 2011. E per finire in bellezza la giornata, premiazioni e omaggi per tutti i partecipanti, rinfresco, a base di dolci e crostate, insomma non è mancato proprio niente. Un grazie all’organizzazione dell’Ars et Robur, all’A.S. Gattolino, al Comune di Cesena e al Quartiere Cervese Nord. Un plauso infine ai giudici di gara del Comitato Udace di ForlìCesena ed al presidente del Comitato Sergio Pironi, sempre rapidi, precisi e puntuali nel redigere gli ordini d’arrivo.



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ENERGIA E INTEGRAZIONE INBICI di PH.D. ELENA CASIRAGHI, specialista in alimentazione dello sport

SCOPRI COME TI ALLENA IL RECUPERO Dopo un allenamento lungo o intenso o una gara più o meno impegnativa, il ciclista, o meglio l’atleta in genere, si sente affaticato. Ha utilizzato la quasi totalità delle sue scorte idriche ed energetiche. Nell’organismo, infatti, si potrà riscontrare una diminuzione dei quantitativi di acqua, una perdita di sali minerali, uno svuotamento parziale o completo delle riserve di zuccheri e, infine, un’usura dei tessuti muscolari (a causa dell’intensità o dalla durata dello sforzo). Pertanto, una volta terminata l’attività, è necessario dedicarsi a ripristinare i liquidi, i sali minerali, gli zuccheri e le proteine per riportare l’organismo nelle condizioni normali. Non curare il recupero di queste sostanze al termine dello sforzo, porta una consistente dilatazione di tempi di andata a regime poiché l’atleta si limiterebbe ad usare il riposo come mezzo di riparazione. La capacità di recupero, invece, andrebbe allenata con un piano inserito nel più generale programma di allenamento. Quando si fa riferimento all’alimentazione, esistono alcuni tempi precisi da tener presente in modo da poter sfruttare al meglio la capacità di recupero dell’organismo. Per le proteine, per esempio, va considerato che dopo ogni seduta di allenamento la sintesi proteica (ovvero il processo che porta alla formazione di nuove proteine, indotta dallo stimolo dell’allenamento) dura per alcune decine di ore, ma è massima soltanto nelle 3 ore successive all’allenamento, si riduce della metà già dopo 24 ore, mentre scende ad un terzo dopo 48 ore. Per quanto riguarda il glicogeno (ovvero la forma in cui gli zuccheri vengono immagazzinati nel fegato e nei muscoli), invece, è più rapido nelle decine foto MAX VERDINO

di minuti (fino a circa 30 minuti) immediatamente successive allo sforzo. E’ come se in quella fase ci fossero delle porte già del tutto aperte, attraverso le quali il glucosio presente nel sangue riesce ad entrare nelle fibre muscolari dove viene trasformato in glicogeno. Nella prima mezz’ora, a partire dal termine dell’attività, in sostanza, è più rapido il recupero delle riserve di energia. Per questo motivo è importante approfittare di questa preziosa finestra di tempo ed iniziare a rifornirsi il prima possibile. Ma quali sono i carboidrati più indicati in questa fase? Per quello che riguarda il tipo di carboidrato da assumere in questa fase, va detto che oggi - a seconda dei tempi di digestione ed assorbimento - gli alimenti a base di carboidrati vengono suddivisi in quelli ad alto indice glicemico e in quelli a basso indice glicemico. I primi sono quelli che, una volta assunti per bocca, determinano un rapido innalzamento della glicemia (tasso di zuccheri nel sangue) e, di conseguenza, dell’insulinemia (concentrazione di insulina, ormone col compito di immagazzinare lo zucchero circolante nel sangue). Sono ad alto indice glicemico i cibi ricchi in amidi e poveri in fibre, per esempio il pane, il riso, i dolci, le patate, i cereali della mattina, le merendine, ma anche le bibite dolci (aranciate, thè pronti in bottiglia, ecc.). I cibi a basso indice glicemico, al contrario, fanno sì che nel sangue siano poco accentuati i livelli di innalzamento di glucosio e di insulina. Sono a basso indice glicemico molti tipi di verdura e la maggior parte dei tipi di frutta. Fra i carboidrati comunemente usati dagli atleti per recuperare più rapidamente ci sono il glucosio, le maltode-

strine e il saccarosio che hanno un indice glicemico elevato. Il fruttosio, invece, ha un basso indice glicemico. Nei pasti successivi, poi, è bene che venga assunta una buona quantità di carboidrati; sarebbe sbagliato, in altre parole, rinunciare al primo piatto (o ad altri alimenti ricchi di carboidrati) se si vuole che nei muscoli la concentrazione del glicogeno si elevi. Perché é importante recuperare il glicogeno? Nell’organismo sono presenti circa 380-480 g di carboidrati, quasi tutti sotto forma di glicogeno: 350 g nei muscoli e 100 g nel fegato. Solo il 5% è rappresentato da glucosio circolante nel sangue. Quando non si hanno più a disposizione carboidrati, non si riescono a bruciare nemmeno i grassi e l’organismo va in crisi. Caso tipico è il crollo del ciclista nella fase finale di una lunga tappa. Se si inizia uno sforzo avendo una scarsa quantità di glicogeno nei depositi muscolari, in particolare per avere sostenuto in precedenza un impegno che ha portato al suo esaurimento, la prestazione risulterà senza dubbio compromessa. Una dieta normale talvolta non consente di recuperare il glicogeno neppure in 48 ore, mentre una dieta che apporti una bassa quantità di carboidrati (si pensi a chi, per esempio, mangia carne bovina o pesce o prosciutto o formaggi, accompagnati soltanto da insalata) può richiedere anche più di 3-4 giorni. Ecco perché è importante rendere più rapido tale recupero con la scelta corretta degli alimenti. In particolare lo è, come si è già detto, se, dopo una competizione o dopo un allenamento impegnativo, è previsto - entro alcune ore o alcune decine di ore - un nuovo impegno. In definitiva, è importante sfruttare l’ora successiva al termine della tappa per il recupero di quelle sostanze che son state consumate durante la pedalata. In questo breve periodo di tempo l’organismo presenta la massima disponibilità per reintegrare le riserve. Ciò diviene estremamente importante se se si ha un altro impegno entro 24 ore, come succede, per esempio, nelle corse a tappe. Soprattutto per chi termini la sua prestazione ad orari che non consentano il consumo di un pasto con relativa sollecitudine o per chi sia lontano da casa, o anche per chi volesse recuperare senza trascurare nessun dettaglio, in alternativa esistono miscele in polvere contenenti tutti gli elementi da ripristinare, molto pratiche ed efficaci. Esse vanno preferibilmente consumate con sollecitudine dal termine dell’impegno fisico, meglio nei primi 30’, massimo entro l’ora.



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GRANFONDO STRAROSSINI di MIRKO D’AMATO

UNO SPIRITO VINCENTE PER GLI ORGANIZZATORI DELL’EVENTO PESARESE Pesaro Entri nell’atrio dell’Hangar di Viale dei Partigiani, il santuario del basket pesarese ed uno dei più difficili campi d’Europa da espugnare per le squadre avversari, e anche se non sei un appassionato di basket, l’innaturale silenzio che ti circonda e le pareti dipinte di bianco e rosso i colori sociali della Scavolini Pesaro, ti trascinano nel turbinio di emozioni e gioie che hanno segnato la storia del basket pesarese capace di conquistare due scudetti, due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe. I colorati telai in carbonio Bartoli Altair e la specialissima “Crono” di Prestigio ti riportano alla realtà, oggi l’Hangar è la location della Strarossini Fondo Città di Pesaro. Un “evento ciclistico” capace di presentare al via oltre mille partecipanti già alla sua prima edizione, lo scorso Il presidente Valter Scavolini

anno, nonostante la pioggia. Tra i 1050 che si presentano a ritirare il dorsale e il ricco pacco gara, c’è anche Valter Scavolini, presidente dell’omonimo gruppo mobiliero e appassionato delle due ruote, che l’indomani si presenterà al via in sella alla sua scintillante specialissima Prestigio consegnatagli dall’amministratore delegato dell’azienda sammarinese Giancarlo Di Marco. La gimkana per bambini, l’esibizione di spinning e il concerto di musiche rossiniane tenutosi in Piazzale della Libertà catalizzano l’interesse dei numerosi ciclisti che hanno scelto di trascorrere lo week end in questa splendida città a vocazione turistica e sportiva. Sono le sei quando i primi ciclisti fanno capolino in Viale Trieste, impazienti di entrare in griglia per conquistare posizioni favorevoli al momento del via. Il cielo plumbeo minaccia pioggia, ma fortunatamente Giove Pluvio decide di non intervenire almeno sino alle prime ore del pomeriggio. Mani che cercano nervosamente le leve dei freni, mentre viene osservato un minuti di silenzio in memoria dello sfortunato ciclista belga Wouter Weylandt deceduto al Giro, poi il sindaco Sciriscioli abbassa la bandiera a scacchi e i partecipanti scari-

cano sui pedali la tensione accumulata. I due percorsi di gara (77 chilometri la medio fondo e 140 la gran fondo) si snodano lungo le strade della provincia pesarese, incastonate in una cornice paesaggistica mozzafiato che si estende dalla costa alle colline, attraversando borghi medioevali a picco sul mare o immersi nelle verdi colline del’entroterra. A Sant’Angelo in Lizzola, dopo venti chilometri si dividono i due percorsi di gara, in 590 optano per il percorso breve, il resto affronterà l’impegnativa scesa delle Cesane, prima di transitare a Tavullia, località che ha dato i natali al pilota Valentino Rossi, per poi immergersi nella storia arrivando a Gradara, Gabicce, prima di affrontare gli ultimi venticinque chilometri inebriati dal paesaggio e l’intenso profumo di ginestre e pini utili ad anestetizzare le fatiche fatte sino al momento e lasciare un segno indelebile nel cuore e nella mente dei ciclisti. La pioggia sempre più insistente rende ancor più arduo l’impegno di quanti devo concludere la prova, ma non cancella una splendida giornata di sport. Poi il ricco pasta party e la cucina Scavolini, assegnata alla società Fanese risultata la più numerosa tra quelle iscritte


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BIKE EVOLUTION UNITI PER LA VITTORIA di DIEGO MADEDDU

DOMINIO AL GIRO DELL’ OVADESE Straordinaria impresa del team nel giro dell’Ovadese, al cospetto dell’attesissima tappa di Orsara Bormida la Bike Evolution si presenta con tutti i suoi atleti, pronti e motivati a dar battaglia in entrambe le partenze, perchè quando al tuo arco hai tante freccie puoi essere competitivo su più fronti. E così è stato, pronti via e subito battaglia. I nomi degli iscritti sono da campionato Italiano assoluto, al via corridori come Rampollo , Camussa ex professionisti di assoluto livello, Santoro, Merlo, Baietto e tanti altri, ci vorrebbe troppo tempo ad elencarli tutti. Nel dettaglio il percorso si presenta subito duro, oltre 70 km di sali e scendi con l’arrivo sulla salita di Orsara, un Km duro e arcigno che fatto con forza può creare una notevole selezione. Il team è forte e compatto, e nella partenza dei giovani sono Camussa enTagliavacche a dettare i ritmi, Piergiorgio corre coperto e in maniera intelligente, così a 5 Alcuni atleti del Team Bike Evolution

km dalla conclusione con una progressione inarrestabile saluta la compagnia e vince per distacco sul gruppo. Ottima anche la prestazione di Riccardo Tagliavacche, classificatosi nei primi 15 subito dietro a Sorace e Santoro. Nella gara dei Veterani – Gentlemen e Supergentlemen è guerra ad ogni km, la lista di partenza veramente di altissimo livello rende la gara uno spettacolo, corsa nervosa e accesissima, nei quasi mille metri di dislivello si susseguono gli attacchi e a 5 km dalla conclusione escono in fuga Rampollo , Pezzetti e Merlo. Sembra fatta e invece...? E invece una grande azione di Maiello riporta il gruppo sulla fuga e ai piedi della salita con decisione e forza parte Gaggioli, il suo è uno scatto deciso e vincente e a nulla possono Sedaboni e Valsesia, staccati di poco al traguardo. Pensavamo che le 100 vittorie sarebbero state un traguardo lontanissimo ad oggi abbiamo capito che i ragazzi sono pronti a

lottare su ogni traguardo per raggiungerle.

Lunedì 25 Granpremio della liberazione Festa della liberazione e quindi và in scena il G.P. LIBERAZIONE di Piasco, corsa che come sempre attira numerosi atleti e sopratutto grandi nomi, al via calibri come Barbero , Fracassi e tanti altri. Pronti via ed è subito fuga, la Bike Evolution è ben rappresentatata con il forte e preparato Paolo Generali, i 10 fuggitivi vanno di comune accordo e i km in avanscoperta si susseguono e allla fine li condurranno al traguardo. Peccato, dopo una azione così lunga ed entusiasmante il 4 posto a Paolo và un po’ stretto, ma se si pensa che è stato ottenuto in volata (specialità non sua) e dietro al vincitore Barbero a Ferracin e Fracassi la si può considerare come una vittoria.


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WEEK END RICCO DI GARE Week end ricco di gare , oramai nel pieno della stagione, ogni sabato e domenica è un possibile sigillo per la Bike Evolution e anche in quello che è il giorno di festa dei lavoratori, i fortissimi atleti del team non si concedono giorno di riposo, e impegnati su più fronti fanno incetta di risultati. L’ avvio è dirompente, si inizia sabato a Buscate provincia di Milano dove il solito, e oramai sopra ogni aggettivo, Ezio Soro bissa la vittoria dello scorso anno avvicinando sempre più la doppia cifra nelle vittorie di stagione, gli fa eco dai monti Liguri Paolo Generali, che nella crono del Monte Fasce con una prestazione esemplare ottiene il secondo posto, peccato aver avuto in gara uno come R. Cavallaro che specialista a cronometro si prende il primo posto con il tempo record della corsa. Ottimo anche Giorgio Squeri, ad 1” dal podio e F. Bencivenni tra i primi di categoria. Finita qui? Nient’ affatto, risponde Soro ( oramai ogni commento è superfluo ) con una strepitosa vittoria a Santhià e le doppia

cifra è li ad un passo, forse solo a qualche week end. Basterebbe per rendere gloriosa tutta una stagione di un qualsiasi team, ma Bike Evolution non è una squadra qualsiasi, è l’unione tra il puro agonismo, tra il piacere di andare in bicicletta e il creare un gruppo di amici, e così ecco che alle porte della Bra Bra domenica mattina si presenta con oltre 20 iscritti e una gran voglia di farsi notare sulla strada. Si parte nel ricordo, nel rispetto di Ferrero, prematuramente scomparso, amante della bicicletta e onorato con un doveroso minuto di silenzio, ma dopo sulla strada è guerra ad ogni Km. Il percorso, nelle bellissime valli del vino tra Bra e Cuneo non è molto selettivo, e così si formano diversi gruppetti ma non và via una fuga decisa. Ci prova Barbero, Chocol ma Pistis e altri della testa della corsa chiudono sempre, si arriva così alla divisione dei percorsi e li le due gare si infiammano. Nel percorso medio domina Chocol vincendo con oltre un minuto sul secondo, ma dalla terza posizione alla

ventesima è battaglia. Tra i protagonisti ovviamente Germano Gaggioli, che oramai scordatosi della sua vera età anagrafica ogni domenica si trova puntualmente a lottare nei primi 10 posti con ragazzi più giovani, ma che ad oggi, devono ancora imparare molto da lui, visto che puntualmente ogni domenica li mette dietro. Un esempio Germano come uomo e come atleta. Ottime anche le prove di Tempo 48 e di Tagliavacche 75. Nel percorso lungo invece viene a mancare il leader, purtroppo forse tradito dal primo caldo Pistis al 120 km decide di salire in macchina abbandonando la gara, per fortuna tra le varie carte da giocare spunta fuori Poulin che con una gara sempre all’ attacco chiude in 22 posizione e terzo della categoria. Considerato anche la vittoria di Gaggioli nella categoria, il secondo posto assoluto della grintosissima Patrizia Cabella (1 di cat) e l’ exploit di Poulin si può dire che il fine settimana non sia proprio stato sottotono!!!!

33° SESTRI - MONTE GAZZO Domenica si è svolta la 33° edizione della Sestri - Monte Gazzo, una delle più antiche gare Genovesi e in questa edizione velevole anche come Campionato Regionale della Montagna. Dopo qualche scaramuccia iniziale e un tentativo da parte di Squeri, è la selezione naturale creata dal tratto duro della salita a fare la differenza, si creano diversi gruppetti, ma quello che più conta è che tra i quattro corridori che conducono la corsa due sono della Bike Evolution, il ritmo è serrato ma c’ è comunque collaborazione, e così, è arrivo in volata, dove l’ oramai immenso Germano Gaggioli ha vita facile sugli avversari. Il trionfo è doppio perchè si unisce a quello di Paolo Generali, che con il 4 posto diventa Campione Regionale Ciclo – crono scalate Veterani. Siamo soliti a documentarvi la cronaca e i successi dei nostri atleti, ma oggi colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci sostengono in queste imprese e in modo particolare i dirigenti del team che sempre ci accompagnano alle gare, un grazie ai signori Campi L. Ottonello G. Cammelli M.


d.corsi@libero.it

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L’ALIMENTAZIONE DEL CICLISTA a cura del dott. DARIO CORSI - CENTRO BE DYNAMIC PESARO

L’ALIMENTAZIONE IN GARA: NELLE GF, NELLE CORSE BREVI O NELLE USCITE CON GLI AMICI Nel mese scorso abbiamo illustrato quale dovrebbe essere l’ alimentazione nel giorno precedente e nella mattinata della competizione, al fine di arrivare alla linea di partenza con le riserve energetiche piene. In questo approfondimento viene illustrato quale dovrebbe essere una corretta alimentazione durante diverse competizioni di diversa durata. La letteratura riporta che in uno sforzo della durata limitata a due ore l’ atleta ha abbastanza riserve energetiche che non necessita di alcuna ulteriore energia per portare a termine lo sforzo. Quando invece lo sforzo viene protratto oltre le 2 ore è necessario per l’atleta aggiungere calorie per permettere al proprio sistema muscolare di continuare a lavorare al meglio. Sono i carboidrati a dare al ciclista la massima spinta energetica ma col protrarsi dello sforzo la loro quantità diminuisce se non vengono rimpiazzati. Un atleta possiede mediamente 500 grammi di glicogeno muscolare

ed epatico ( zuccheri) ed è necessario alimentarsi con zuccheri complessi (maltodestrine ) e semplici (zuccheri ) durante la competizione per non sentirsi svuotati e privi di energia. Evitare di alimentarsi o dimenticarsene può portare alla cosiddetta crisi di fame e relativo rapido decadimento della prestazione. E’ quindi molto importante assumere zuccheri che saranno di diversi tipi in relazione al momento e lunghezza della gara. In generale bisogna evitare di assumere zuccheri semplici (miele e zucchero bianco) se non nel finale poichè questi zuccheri provocano dapprima un elevato innalzamento della glicemia ma poi una successiva rapida diminuzione della glicemia nel sangue ad opera della insulina con relativo senso di stanchezza improvvisa. Qui di seguito vengono indicate diverse strategie per non rimanere senza benzina durante una gara in circuito, una gran fondo o uscita domenicale con gli amici che si protrae per più di due ore.

GARA BREVE IN CIRCUITO 50/60 KM

GRANFONDO DI 4/5 ORE

USCITA CON AMICI DI 3/4 ORE

RITMO

. ELEVATISSIMO

. ELEVATO

. MEDIO CON ALCUNI TRATTI ELEVATO

COLAZIONE

. CEREALI 30 GR E 4 FETTE BISCOTTATE INTEGRALI E MARMELLATA SENZA ZUCCHERO O MIELE

. CEREALI 60 GR E 6 FETTE BISCOTTATE INTEGRALI E MARMELLATA SENZA ZUCCHERO O MIELE

. CEREALI 50 GR E 4 FETTE BISCOTTATE INTEGRALI E MARMELLATA SENZA ZUCCHERO O MIELE

30 MINUTI PRIMA PARTENZA

. ACQUA + 1 DOSE DI PRODOTTO CONTENENTE CAFFEINA (MAX 200 MG)

. UNA BARRETTA ENERGETICA DA 120 KCAL + 1/2 DOSE DI PRODOTTO CONTENENTE CAFFEINA (MAX 100 MG)

. UN CAFFÈ LUNGO (75 MG DI CAFFEINA)

1 BORRACCIA

. ACQUA + UNA DOSE DI SALI MINERALI

. 25 GR MALTODESTRINE E FRUTTOSIO + 1/2 DOSE DI SALI MINERALI

. 15 GR MALTODESTRINE E FRUTTOSIO + 1/2 DOSE DI SALI MINERALI

2 BORRACCIA

. ACQUA

. ACQUA CON LIMONE SPREMUTO E DOSE DI MAGNESIO POTASSIO

. ACQUA CON LIMONE SPREMUTO E DOSE DI MAGNESIO POTASSIO

DOPO 60 MINUTI

. 1 GEL DI MALTODESTRINE

. 1 GEL DI MALTODESTRINE DA 120 KCAL O 1 BARRETTA

. 1 GEL DI MALTODESTRINE DA 120 KCAL

FASI CENTRALI DELLA GF

...........

. UNA BARRETTA DA 120 KCAL OGNI 50 MINUTI DI GARA + 1/2 DOSE DI PRODOTTO CONTENENTE CAFFEINA (MAX 100 MG)

. UNA BARRETTA DA 80 KCAL OGNI 60/80 MINUTI + 1 CAFFÈ RISTRETTO (50 MG DI CAFFEINA)

RIFORNIMENTO 3 BORRACCIA

..........

. 25 GR MALTODESTRINE E FRUTTOSIO + UNA DOSE DI SALI MINERALI

. 15 GR MALTODESTRINE E FRUTTOSIO + 1/2 DOSE DI SALI MINERALI

FASI FINALI DELLA CORSA, ULTIMI 7/10 KM

- 1 DOSE DI ZUCCHERI A RAPIDA ASSIMILAZIONE O 10 GR DI MIELE

. 1 DOSE DI ZUCCHERI A RAPIDA ASSIMILAZIONE O 10 GR DI MIELE

........

Naturalmente ogni atleta ha particolari esigenze in relazione a proprio livello e obiettivi. In generale è possibile seguire le indicazioni suggerite . E’ comunque regola generale non innalzare eccessivamente gli zuccheri durante la competizione e non esagerare con i sali minerali che possono comportare anche fastidiosi problemi di stomaco se assunti in quantità eccessiva. E’ buona regola altresì assumere regolarmente acqua per evitare la disidratazione e il calo di prestazione dovuto alla mancanza di questo fondamentale elemento... la Parigi- Roubaix di Fabian Cancellara insegna!! Nel grafico viene mostrato la diminuzione degli zuccheri (glicogeno muscolare) nelle riserve energetiche col progredire del tempo e l’aumento del consumo dei grassi con le uscite di lunga durata.


Elite Sport Center Pesaro Servizi rivolti a ciclisti di ogni età e livello Analisi della posizione in bici e valutazione misure nuovo telaio Strada - MTB - Crono

Analisi podologica con rilevamento pressioni plantari e creazione plantari

Valutazione massa muscolare e grassa Piani alimentari di ottimizzazione del peso

Test Conconi, analisi valori di potenza e sopportazione acido lattico

Analisi dei volumi polmonari e tecniche per il miglioramento della respirazione

Creazione cicli di allenamento personalizzato Valutazione su strada delle doti di velocità e potenza

Analisi dei principali valori ematici in relazione al carico di allenamento ed integrazione alimentare

Personalizzazione tramite aerografo dei componenti e del telaio. Restauro bici d’epoca Dott. Dario Corsi Laureato in Scienze Biologiche nel 1992, Dottore di Ricerca (Ph.D.) in metodologie Biochimiche e Farmacologiche. Ha collaborato con l’Università di Perugia Dipartimento di Medicina Interna sez. Biochimica Applicata e Scienza della Nutrizione; ciclista dilettante con esperienza decennale nella biomeccanica. Preparatore atletico. Visite su appuntamento negli studi di Pesaro (PU) - Bellante (TE) - Villa Musone (AN) - Fermignano (PU)

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I NOSTRI GIOVANI di BRUNO ACHILLI

7° G.P. CITTÀ DI FORLÌ

Forlì Grande exploit dello junior forlivese Matteo Malucelli della Calderara Stm nell’omnium per junior e under 23 (due le prove eliminazione e 800 metri partenza da fermo con ben 40 partecipanti) che ha suggellato giovedì 5 maggio il riuscito 7° G. P. Città di Forlì, prima riunione della stagione su pista in Emilia Romagna, organizzata dal Consorzio presieduto da Euro Camporesi. Malucelli, è uno fra i giovani più promettenti del vivaio romagnolo. Da allievo è stato due volte tricolore: campione italiano della velocità olimpica e dell’inseguimento squadre. Dunque una bella conferma. Avvincente anche la sfida fra i velocisti vinta dall’ascolano Davide Ceci su altri due compagni di squadra; terzo il cotignolese Valerio Catellini. Nelle quattro gare per esordienti e allievi ci sono state due doppiette realizzate dall’esordiente Enrico Zanoncello che ha vinto lo scratch e la corsa a punti e dall’allievo Attilio Viviani, primo nella velocità e nella corsa a punti. Entrambi sono veronesi e gareggiano col Gs Luc Bovolone. Ottima la partecipazione: in pista sono scesi 118 atleti in rappresentanza di 21 società. Alla manifestazione hanno preso parte anche le azzurre Anna Maria Scafetta e Vania Rossi, per la torrianese, campionessa italiana di ciclocross, è un ritorno all’attività in pista dopo un lungo periodo. Quest’anno sono in tutto dieci le giornate di gara sul tondino forlivese: il fiore all’occhiello è il Campionato Regionale in programma il 12, 13 e 14 luglio.

foto EMILIANO CAMPORESI

INIZIATA L’ATTIVITÀ SU PISTA AL VELODROMO GLAUCO SERVADEI AL VIA DELLA PRIMA RIUNIONE 118 CORRIDORI. ALLO JUNIOR FORLIVESE MALUCELLI L’OMNIUM, L’ASCOLANO CECI DOMINA LA VELOCITÀ.


foto EMILIANO CAMPORESI

Classifiche Esordienti Scratch 1° Enrico Zanoncello (Luc Bovolone), 2° Nicolò Alessandri (Molinella), 3° Natascha Grillo (Molinella). Corsa a punti 1° Enrico Zanoncello (Luc Bovolone), 2° Nicolò Alessandri (Molinella), 3° Luigi Falanga (Fausto Coppi Cesenatico). Allievi Velocità 1° Attilio Viviani (Luc Bovolone), 2° Alex Maroni (Juvenes Cis), 3° Elia Ghirigato (Luc Bovolone). Corsa a punti 1° Attilio Viviani (Luc Bovolone), 2° Gabriele Vigilante (Fiumicinese Fait), 3° Matteo Buono (Juvenes Cis). Juniores Under 23 - Velocità 1° Davide Ceci (Team Dreambike), 2° Giacomo Del Rosario (Team Dreambike), 3° Valerio Catellini (Team Dreambike), 4° Mauro Catellini (Scat Forlì). Omnium 2 prove (Eliminazione - 800 metri partenza da fermo) 1° Matteo Malucelli (Calderara Stm), 2° Alex Paoli (Graphic Line), 3° Xhuliano Kramberaj (Graphic Line), 4° Sergiy Borakovsky (Scat Forlì), 5° Davide Ceci, 6° Luca Pacioni (Sidermec F.lli Vitali).


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PROMOSPORT IL CARPEGNA MI BASTA UN FORTISSIMO MIKAILOSKI SERGHEY, BISSA IL SUCCESSO NELLA GRANFONDO DEDICATA A PANTANI.

La partenza

Una bellissima giornata e una gara emozionante, nella 3^ prova del circuito Tour 3 Regioni FRW, che ha raggiunto un altro Record di presenze, con oltre 1.140 partecipanti, in rappresentanza di 45 squadre, decretando un pieno successo della 5^ edizione della Gran Fondo di Mountain Bike dedicata a Pantani, il quale dichiarava: per preparare la mia stagione agonistica «Il Carpegna mi basta». Grandissimo impegno della a.d.p. Mirka Santini, nell’allestire una struttura di grande impatto scenografico ed emozionale, nalla Piazza dei Conti con una gigantografia di Pantani, posizionata nella griglia di partenza, esposizione

del Tricolore dai bimbi di Carpegna, accompagnato dall’inno di Mameli, pochi attimi prima della Partenza, effettuata alle ore 9,40. Percorso di di 42 Km, dove si affrontava la prima salita di 10 Km c.a. verso il Monte Carpegna, e fin dai primi tornanti il ritmo di gara veniva imposto da un quintetto composto da Mikailoski Serghey Durantini, Matteo Fabbri Promo Bike, Marco Minucci Mondo Bici, che transitavano alla vetta del Monte Carpegna con oltre 40’’ di vantaggio sugli immediati inseguitori. La gara proseguiva verso il Castello di Pietrarubbia e dopo vari saliscendi si proseguiva verso il bivio per Montale,

dove Matteo Fabbri Promo Bike, veniva attardato per un problema meccanico, lasciando in solitaria Mikailoski Serghey, che proseguiva con oltre 1‘ c.a. di vantaggio su Marco Minucci, mentre il resto del gruppetto transitava con oltre 2’ di ritardo; La gara proseguiva verso località Paterno affrontando l’ultima asperità, con la scalata verso il Cippo Pantani , che vedeva immutate le posizioni di testa; L’ultima discesa verso Carpegna, vedeva uno Mikailoski Serghey giungere al traguardo a braccia levate con il tempo record di 1 h 51’ 30’’. La cronoscalata al Cippo Pantani, vittoria di Marco Minucci Cicli Cingolani con il tempo di 08’ 43’’ e nella Cat.


Donne vittoria di Francesca Martinelli Royal Cycling con il tempo di 12’ 21’’. Nella categoria Junior si impone un superlativo Matteo Cassoni CBE Merida Nel percorso ridotto per i Giovani, vittoria di Denis Cappella Le Saline. Al termine della manifestazione, il Team a.d.p. Mirka Santini, per non smentire la tradizionale ospitalità Marchigiana, offriva a tutti i concorrenti, un pasto party completo e ristori vari, con prodotti tipici, per poi proseguire con la premiazione finale dei concorrenti delle varie categorie e le Società, che concludeva questa giornata di sport dedicata alla Mountain Bike. Ordine di arrivo Uomini km 42 1° Mikailoski Serghey Durantini, 2° Marco Minucci Mondo Bici, 3° Marco Nicolini Essere Switch, 4° Roberto Rinaldini Scott Pasquini, 5° Milo Burzi Scott Pasquini, 6° Marco Forzini Scott Pasquini, 7° Simone Lunghi Mondo Bici, 8° Federico Ricci Scott Pasquini, 9° Luca Bigazzi Errepi Team, 10° Fabio Monti Surfing Shop. Donne km 42 1^ Barbara Genga I Briganti, 2^ Roberta Monaldini San Marino, 3^ Nadia Pasqualini Free Bike, 4^ Daniela Stefanelli Massi Club, 5^ Monica Gabbanelli Team Ragamon.

Per informazioni t. 338 6834464 w. www.romagnamtb.it e. info@romagnamtb.it


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www.mtbicio.it

BENVENUTI NEL FUORISTRADA DI FABRIZIO MONTALTI

FACILE! CON 3 POLLICI IN PIÙ ...Pensavate di esservi sbarazzati di Mtbicio e dei suoi approfondimenti sulla Mtb, ma con tutta la disinformazione che c’è in questo settore non ci si può astenere dal voler divulgare commenti e considerazioni frutto di una passione smodata e di una intensa pratica sul campo. La speranza spesso è di trovare giornalisti ed addetti ai lavori che non abbiano conflitto di interesse, ma sfogliando alcune riviste si è vincolati a dover leggere informazioni incomplete e fuorvianti. Potevamo trattare l’argomento della pulizia della Mountain Bike, oppure della tecnica di guida in discesa o altro ancora, ma visto che le fiere sono alle porte e la stagione è nel pieno del suo svolgimento mi sento di dovermi addentrare nell’argomento che forse ha più infiammato gli animi dei Bikers negli ultimi 20 anni.. ebbene si! Questo mese si torna a parlare di 29er!! ..si, lo so.. se n’era già discusso un po’ di tempo fa, ma questo tema è sempre più attuale e merita uno spazio che non basta mai.. Inoltre in questi mesi sono stati fatti passi da gigante e vale la pena di avventurarsi in un doveroso approfondimento. Proveremo dunque a sezionare i vari reparti delle Mtb con ruote maggiorate ricorrendo solo quando necessario al paragone con le classiche 26 pollici, anche se pensandoci bene non è completamente logico paragonare mezzi diametralmente opposti che sembrano provenire da due pianeti distanti anni luce. Cercherò quindi di fare chiarezza su alcuni dettagli senza per forza far leva a tutti i costi su paragoni poco utili.. Ma andiamo per ordine e gettiamoci in picchiata in questo percorso molto tecnico.. Telai e forcelle Svariati produttori hanno in catalogo già da diversi mesi uno o più modelli di telai 29er in alluminio ed in composito e nella prossima stagione anche i ritardatari saranno costretti ad adeguarsi per tenere il passo della concorrenza. Scegliere un telaio piuttosto che un altro è spesso difficile se prima non si ha la possibilità di testarlo sul campo e si da il via ad improbabili ricerche di commenti su forum, riviste ecc.. il tutto filtrato dalle chiacchiere dell’amico esperto che per quanto esperto possa essere non è un addetto ai lavori. Chiedete quindi delle test bikes ai negozianti della vostra zona e concordate un periodo

di prova non troppo breve. Con 40 km di test ad esempio vi sarete solo confusi un po’ le idee e nient’altro. Dopo 300 km invece avrete pregustato il sapore che (..mi auguro) vi accompagnerà nelle vostre future uscite. Venendo ai dettagli il consiglio è quello di utilizzare come criteri di scelta non tanto l’estetica ed il prezzo, quanto i dettagli costruttivi, i pesi e gli angoli delle tubazioni. Parlando di angoli oramai tutti sanno che lo sterzo da 71,5° è diventato quasi uno standard, ma i vantaggi di uno sterzo simile saranno parzialmente annullati se abbineremo forcelle troppo lunghe. FOTO FORCELLA

giusto abbinamento tra questi due parametri si ottengono vantaggi nella guidabilità del mezzo. Qualcuno si chiederà cosa sia mai questo rake! ..non è altro che l’avanzamento dei forcellini rispetto all’asse virtuale dello sterzo.. una sorta di avancorsa. Questo valore influisce pesantemente sull’incidenza della ruota anteriore sul terreno e considerando le ulteriori variabili che si vanno ad aggiungere (tipologia di coperture, escursione ammortizzata ecc..), forse le sensazioni che la guida del mezzo ci da varranno più di qualsiasi millimetro in più o in meno. Quello che è oramai assodato è il fatto che, nella maggior parte dei casi, angoli più dritti (72°) avvantaggiano la guida nei tratti lenti, mentre gli angoli più stesi (70°) aumentano la stabilità alle velocità sostenute. Forse anche in questo caso la giusta misura starà nel mezzo? Ognuno trarrà poi le proprie conclusioni. I frequentatori dei campi gara si saranno accorti che molti appassionati di Mtb 29er si presentano allo start con l’opzione della forcella rigida. FOTO RIGIDA

Misurate quindi una forcella prima di acquistarla e verificate che l’interasse tra la testa di battuta del cuscinetto sterzo inferiore ed il centro della ruota non superi i 49cm. A meno che non siate 1,95mt di altezza e 95 kg di peso optate per una forcella con 80mm di escursione. Questa corsa ammortizzante sarà sufficiente e vi garantirà un dislivello sella/manubrio adeguato. La biomeccanica delle taglie piccole è un taboo delle 29er in quanto le scatole sterzo sono in molti casi oltre 11cm di altezza. Si deve così ricorrere ad attacchi manubrio con inclinazioni di 17° e oltre, anche se rispetto ad un assetto tradizionale possiamo ridurre l’abbassamento anche del 30% guadagnando nella guida in discesa. Se non siete particolarmente alti quindi, preferite un telaio con una scatola sterzo di 10/10,5 cm al massimo. Alcuni costruttori sostengono che anche il rake della forcella sia importante quanto l’angolo di sterzo e studiando un

Lo stesso appartengo a questa ristretta nicchia di Bikers che rinuncia alla sospensione anteriore guadagnando in peso, pedalabilità in salita e reattività. Con questa configurazione si scopre un nuovo stile di guida davvero avvincente che con un po’ di pratica ci consente di affrontare gran parte dei percorsi proposti nei calendari della zona senza problemi e senza dover fare i conti con macchinose operazioni di attivazione e disattivazione del lock out. Anche in questo caso ogni commento risulterebbe superfluo e non darebbe l’idea dell’effettiva resa sul campo, quindi trovate il modo di poter saggiare perso


nalmente le potenzialità di una 29er rigida e state pronti a spazzare via tutti i preconcetti che vi hanno frenato finora! Chi possedesse già una front deve prendere seriamente in considerazione di acquistare una forcella rigida da alternare a quella ammortizzata in base alla tipologia di percorsi che si intende affrontare nei vari periodi. Questa operazione di smontaggio è tutt’altro che difficile e richiede meno di mezz’ora di tempo senza bisogno di attrezzature complicate. Per quel che riguarda la parte posteriore del telaio si fa un gran dire della smodata ricerca del carro corto per rendere il mezzo più reattivo. FOTO CARRO

Infatti allontanando la trazione pedalata ed il peso del corpo dal fulcro della ruota posteriore, anche pedalando in maniera non perfettamente rotonda non ci troveremo a fare i conti con le fastidiose impennate involontarie tipiche delle Mtb tradizionali. Provare per credere! Ruote Non credo ci sia bisogno di ricordare che la ruota è in assoluto il componente più importante e nessun’altro reparto può incidere così radicalmente sul feeling con la nostra bici da fuoristrada. Nel caso delle 29er la cosa risulta ancora più percettibile visto che, trattandosi di masse rotanti maggiorate, se ci troviamo ad utilizzare ruote di bassa gamma, reattività e guida ne risentiranno. FOTO ENVE

Su questo dettaglio vorrei attirare l’attenzione in quanto la reattività vera del mezzo è data dalla tipologia di costruzione e di disposizione delle fibre (nel caso del carbonio) o dalla forma dei tubi dei foderi bassi (nel caso dell’alluminio). Quindi la ricerca di un carro molto corto non dovrebbe essere proporzionale alla reattività del mezzo in quanto percentualmente la differenza è davvero minima! I vari carri presentano infatti foderi bassi con lunghezze oscillanti tra 43 e 45cm e alcuni telai con carri lunghi (45cm) risultano tutt’ altro che pigri nei rilanci! La scelta del carro più corto incide molto più pesantemente sulla guidabilità del mezzo visto che questo fattore comporta un interasse tra le due ruote più ridotto e rende la guida più agile nei repentini cambi di direzione e nei tanto temuti passaggi stretti. Inoltre la presenza di un carro non inferiore ai 44 cm non ci priverà di un vantaggio indubbio delle 29er, che consiste nella stabilità dell’avantreno in salite con pendenze proibitive. FOTO NINER

Contrariamente a quello che molti pensano per realizzare un set ruote da 29 pollici davvero performante non basterà ingrandire una ruote da 26. Le dimensioni maggiori, la lunghezza dei raggi e le torsioni più consistenti hanno dato spunto ai costruttori più attenti per realizzare ruote con carastteristiche specifiche dedicate alle 29er. Produttori come FRM ad esempio hanno creato ruote custom curando dettagli spesso trascurati. Prendiamo come esempio il set ruote FRM Urano Team dal peso di 1450gr. Il cerchio presenta un profilo asimmetrico che consente ai raggi di cadere in modo più perpendicolare. Questo accorgimento è adottato in alcune ruote posteriori delle bici da strada da anni. Inoltre il cerchio si avvale della presenza di boccole di rinforzo innestate nelle forature dei nipples, che eviteranno crepi e rotture indesiderate. Tutto questo per consentire ai raggi di essere tensionati fina a 120kg/f (kilogrammi/forza) rendendo la massa rotante più rigida e performante, e riducendo inoltre i controlli di centratura tipici delle ruote custom.

FOTO URANO

La raggiatura è rigorosamente in seconda (..quindi un raggio dalla testa al nipple si incrocia solo due volte con gli altri raggi) e quindi più verticale rispetto al cerchio. Ed ultimo ma non per importanza il nuovo sistema Task che elimina il tradizionale quick release (sgancio rapido) dando vita ad una sorta di piccolo perno passante in alluminio adatto agli attuali standard di telai e forcelle. Nello specifico si tratta di un mozzo dove la battuta telaio viene eliminata ed interamente sostituita da una sorta di sgancio rapido (anteriore diametro 9mm e posterore 10mm) che crea un accoppiamento nettamente più stabile ed esente da flessotorsioni.

Tutto questo corredato da assi e cuscinetti di diametro maggiorato. Non basta quindi scegliere ruote superleggere, ma devono anche essere in grado di sopportare le sollecitazioni tipiche della guida fuoristrada. Non ci sarebbe bisogno di sottolineare il fatto che nelle caratteristiche di un set ruote è indispensabile la compatibilità tubeless o tubeless ready, che ci consentirà di utilizzare coperture leggere prive di camera d’aria senza fare i conti con perdite di pressione, stallonamenti e laboriose operazioni di cambio gomme. Trasmissione Senza dubbio una delle note stonate delle 29er standard con allestimenti da catalogo! Abbiamo infatti assistito con di


spiacere alla diffusione di Mtb con ruote maggiorate allestite con trasmissioni delle 26er.. Come se non bastasse la giapponese Shimano ha rivisto le dentature delle guarniture triple sostituendo la corona da 22 denti con una da 24 denti! Ci si ritrova così a spendere fior di euro in Mtb inutilizzabili! Nello specifico questo tipo di trasmissione abbinata ad una cassetta 10v 11/36 risulta inadatta ad atleti di medio livello in quanto affrontando salite con pendenze oltre il 12% non sarà possibile tenere cadenze pedalate superiori alle 50 rpm (pedalte al minuto) a causa dello sviluppo metrico del rapporto 24/36 adatto solo ad agonisti ed atleti bel allenati. Direzionate quindi la vostra scelta su guarniture triple dedicate che Kcnc e Middleburn hanno in catalogo da anni. Si tratta infatti di guarniture con dentature 40/30/20 che non richiedono per forza un cambio a 10v visto che con una semplicissima cassetta 9v 11/34 si avrà a disposizione un range di rapporti più che adeguato a tutte le situazioni. Siamo nel 2011 e per assurdo ci troviamo a vivere problematiche assurde appartenenti agli anni 90 dove le trasmissioni a 8v avevano cassette con combinazioni 11/28! Tornate quindi dal negoziante che vi ha propinato una trasmissione sbagliata ed esigete una riparazione in garanzia o la sostituzione dell’ingranaggio 24 denti con un tradizionale 22 denti. Discorso analogo per le 29er allestite con gruppi 2x10 con corone 39/26. Se doveste acquistare una Mtb con rapporti simili concordate la sostituzione della sola guarnitura (adatta alle 26er) con una dotata di una rapportatura più idonea alle ruote grandi optando per una 38/25 o 38/24 (per gli agonisti) o per una 36/22 (per escursionisti meno velleitari). FOTO DOPPIA

Mantenendo infatti le dentature 36/22 e 38/25 di FRM ogni cambiata è supportata dai pioli di risalita e la catena rimarrà sempre agganciata agli ingranaggi anche durante le operazioni di cambiata, tutto questo grazie ad un semplice studio sulla disposizione delle dentature. Guida Capita spesso che nei primi km di utilizzo di una 29 pollici si tenda a sbagliare staccate, traiettorie e linee di curva principalmente perché si pretende di guidare questo tipo di Mtb con lo stesso atteggiamento con cui si ha guidato fino ad ora la 26er. Anche la scelta dei rapporti in salita e la distribuzione dei pesi nei tratti tecnici richiedono alcune variazioni rispetto a come si è abituati. Per quel che riguarda la discesa si consiglia di sterzare in maniera più decisa la bici ed inclinare la stessa mantenendo il corpo più dritto fino a far toccare la sella nell’interno coscia. Questo gesto consente di gestire adeguatamente le traiettorie nelle curve medie e veloci evitando pertanto la tendenza ad allargare la traiettoria in curva e scaricando il peso senza gravare troppo sull’aderenza delle coperture. Questa situazione è causata indirettamente anche da velocità tendenzialmente più alte o da geometrie ed assetti errati (..vale solo per alcuni telai costruiti con geometrie non perfette). Episodi simili saranno comunque sempre più rari quando si sarà trovato il giusto feeling anche se questo richiede tempi relativamente brevi. Questo tipo di Mtb ha donato sicurezza ai Bikers tecnicamente meno dotati grazie alla stabilità nettamente superiore rispetto ai mezzi provati finora, mentre gli utenti più evoluti si trovano nella condizione di poter aumentare la velocità di marcia nei segmenti veloci e scorrevoli.

velocità oltre i 50km/h si ha spesso la sensazione di avere sotto un qualcosa di più simile ad una moto piuttosto che una bici! Mulattiere e sentieri veloci con scalini e fondi sassosi sono l’habitat naturale delle ruote maggiorate visto che il superamento degli ostacoli più facilitato ci consente di procedere a velocità sostenute mantenendo stabilità e creando meno stress a polsi e braccia. Nei passaggi stretti invece bisognerà fare un po’ più di attenzione tenendo conto di pieghe manubrio tendenzialmente più larghe e di cambi di direzione più pigri dovuti all’effetto giroscopico delle ruote ed all’interasse più lungo. Questa situazione vede le 29er svantaggiate, ma i passaggi stretti richiedono forse un po più di manico piuttosto che un aiuto dato dalla tipologia di mezzo utilizzato. La classica domanda del Biker scettico si riferisce proprio a questa situazione.. ..ma queste 29 pollici come vanno nello stretto?? Di contro i patiti delle 29er possono chiedere a loro volta : ..ma quelle 26 pollici come si comportano sulle asperità? Vale la pena di fare una riflessione in questo senso e, prendendo come ipotetico terreno di prova 10 diversi percorsi di 50km ciascuno, possiamo quantificare il tempo in cui si affrontano passaggi stretti ed il tempo in cui si mantengono velocità superiori ai 15/20km/h affrontando buche ed asperità di vario genere. Nel maggior numero di situazioni il biker medio si troverà ad avere un netto vantaggio utilizzando ruote maggiorate visto che in 50km possiamo incontrare 100mt di passaggi stretti e 49900mt con 3000/4000 buche. Quindi chi si ostina a sostenere che la 29 pollici sia un mezzo lento dovrà rivedere la propria opinione! FOTO AIR CARBON

FOTO ANAKIN

Nel dubbio conviene preferire un’accoppiata di corone predefinita, che ci garantirà cambiate più fluide e meno inconvenienti come risucchi, cadute catena ecc..

Per questi ultimi il percorso di miglioramento si allunga ulteriormente, in quanto ci si trova nelle condizioni di poter scendere più velocemente e forse occorre oltre un anno per spingere davvero al limite queste 29er. Kilometro dopo kilometro e si ha l’impressione di avere un margine di errore sempre maggiore ed automaticamente ci si sente autorizzati ad azzardare un po di più. Quando si affrontano dicese con fondi battuti a

Gli autorevoli membri dello staff della rivista leader mondiale MBAction hanno di recente pubblicato un test relativo alla Niner Air9 Carbon in un abituale percorso prova di circa 20km e tutti i tester hanno terminato la prova con in media un minuto in meno rispetto alle front classiche. Questo dato non è certo un valore assoluto, ma da senz’altro una vaga idea del motivo per cui oltre il 75% degli utenti degli States abbia appeso la 26 al chiodo per passare alla 29er. Questi dati sono relativi prevalentemente alle Mtb front anche se ultimamente le full suspensed stanno guadagnando terreno! Quindi se


la matematica non è un opinione con una 26 pollici si impiegherà più tempo per percorrere gli stessi kilometri.. la cosa certa è che con una 26er vi divertirete di più! Si! ..rimarrete in sella per più tempo.. Conclusioni L’Italia è sicuramente la promotrice delle ruote maggiorate in ambito europeo e la Romagna a differenza delle altre zone italiane sta vedendo una inversione di tendenza a favore di questo standard tanto discusso.

molto incuriositi e non vedono l’ora di provarne una per esprimere un giudizio personale ed attendibile. D’altronde i cambiamenti comportano sacrifici e risultano spesso scomodi, ed è legittimo che gli appassionati un po’ nostalgici mostrino questa poca propensione al cambiamento. Nel frattempo l’americana Sram più lungimirante della concorrenza ha già in arrivo una serie di guarniture doppie specifiche per gli sviluppi metrici delle ruote maggiorate, limitando così la diffusione di Mtb 29er da catalogo con

FOTO DISCESA È curioso anche vedere come molti Bikers continuino a parlarsi addosso criticando indistintamente le 29er senza peraltro averle mai provate.(questo succede in tutto il mondo!) Incredibile ma vero! Fortunatamente sono solo alcuni ad avere questo atteggiamento prevenuto, che ricorda un po’ il tipico comportamento del compagno di classe scalmanato che si mette sempre in fondo all’aula per isolarsi dalla lezione. Sbaglio? Altri Bikers dalle vedute più ampie sono

rapporti per 26er. Anche Rock Shox sta per presentare alcune novità tra cui la forcella Sid 29er che dovrebbe proporre anche una variante con perno passante 15qr. Aspettiamo pazientemente questi nuovi arrivi.. Ci auguriamo che anche altri produttori come Magura e Manitou aggiungano al loro catalogo forcelle per ruote maggiorate visto che questo segmento risulta un po’ in ritardo ripetto a reparti come quelli relativi a ruote e coperture. Inoltre il prossimo anno molti

telai abbandoneranno lo standard qr10 come alloggiamento ruota in luogo di un perno passante Maxle 12mm per garantire una maggiore rigidità e compattezza della parte posteriore. Con questi cambiamenti gli utenti si vedranno costretti ad acquistare il kit telaio con ruote proprietarie dedicate. Con il passare del tempo sarà sempre più difficile riciclare ed adattare i vecchi componenti con i nuovi standard, ma varrà la pena di adeguarsi alle nuove proposte. Una considerazione va rivolta anche alla risposta degli utenti che spesso criticano l’atteggiamento delle case costruttrici lamentando una tendenza a voler fare girare il mercato senza poter godere di grandi passi avanti in fatto di tecnologia. In parte è comprensibile questa sorta di diffidenza nei confronti degli addetti ai lavori, ma se osserviamo da vicino le evoluzioni degli ultimi anni notiamo che gli utilizzatori finali sono stati guidati in acquisti dove la spesa era superiore della resa effettiva. Ovviamente gli appassionati sono portati a pensare che anche questa mania delle ruote maggiorate sia solo una moda passeggera divenuta in breve un pretesto per muovere un mercato stanco, ma con un po’ di tempo ci si accorgerà che stiamo forse assistendo ad un tanto atteso cambio epocale. Va detto che il passaggio alla 29er com porta la sostituzione del 70/80% dei componenti dell’attuale bici e questo crea una sorta di freno inibitorio. Visti i tempi che corrono è comprensibile, ma è consolante vedere come in un momento storico economicamente poco felice come quello attuale i vari utilizzatori non rinunciano ad investire fior di quattrini per la propria passione. Questo tipo di cambiamento porterà sicuramente un vantaggio pratico maggiore in proporzione all’effettivo costo. Quindi cercate di limitare gli atteggiamenti contraddittori e quando andrete alle fiere accogliete le nuove proposte con il dovuto rispetto, visto che negli ultimi anni la frase ricorrennte era: ..grandi novità non ce ne sono! Di mezzi per sfamare la nostra voglia di divertirci ce sono in abbondanza, ed alcuni richiedono una sorta di patente. Per chi invece si accontenta di rimanere al palo il consiglio è di tenere un po’ più la destra e lasciare il passo ai mezzi più veloci. A meno che non vogliate mettere in discussione la matematica… A voi la scelta! Continuate a pedalare sempre con il casco in testa ed evitate di gettare rifiuti lungo i sentieri.

Buona estate in Mountain Bike a tutti!


IL CAPIONE DEL MONDO CARLINO HERMIDA CON IL PROFESSOR LUCA BARTOLI


www.mediasport.nu

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SALUTE INBICI a cura del PROF. LUCA BARTOLI

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE E CICLISMO Tunnel carpale, indica nel linguaggio comune dolore della mano e delle dita con alterazione della sensibilità, in particolare del dito medio. Più propriamente si dovrebbe parlare di neuropatia del nervo mediano, che soffre e si ammala perché strozzato nel canale del carpo (il tunnel Capita molto spesso nel ciclismo ma anche in chi pratica spinning di stressare le strutture del palmo della mano in corrispondenza del passaggio del nervo mediano. In condizioni di affaticamento o degenerazione infiammatoria degli elementi che costituiscono il tunnel (ossa, legamenti e tendini) la pressione nel canale del carpo aumenta ed il nervo mediano rimane compresso con una condizione di sofferenza che causa dolore e parestesie (formicolii). Se si intercetta per tempo tale patologia si può ottenere una regressione tramite un protocollo di terapie fisiche strumentali e manuali. Nel caso in cui si trascuri la sintomatologia si può arrivare ad una condizione grave risolvibile solo attraverso un piccolo intervento chirurgico. Di tunnel carpale soffrono usualmente le donne con un rapporto di 3:1 rispetto agli uomini. La decade più rappresentata per i entrambi i sessi è quella compresa fra 50 e 59 anni, in oltre la metà dei casi con sintomi bilaterali. In alcune attività lavorative o sportive dove la mano è sottoposta ad un grande stress il fenomeno è più presente. Il dolore raramente è acuto, molto spesso si tratta di un senso di fastidio e di addormentamento (parestesie in termini tecnici), che riducono la sensibilità e la funzionalità della mano malata e proprio per questo motivo spesso il sintomo viene trascurato. l’area dolente, che è quella innervata dal nervo mediano, è rappresentata dal palmo della mano, l’indice e l’anulare.

Il dolore si manifesta soprattutto di notte, ed il movimento di scuotimento della mano attenua i sintomi. Nei casi più avanzati il problema persiste durante tutta la giornata, accentuandosi coi movimenti di flesso-estensione del polso. Poiché’ uno dei rami del nervo mediano va al complesso muscolare alla base del pollice (eminenza trenare), si può notare una ipotrofia (riduzione di volume) in questa zona. La diagnosi è soprattutto clinica, sulla base della storia, e sulla base dei test di Tinel e di Phalen, che evidenziano la sofferenza del nervo mediano (neuropatia del mediano !) nel tunnel carpale. La diagnosi deve essere confermata dall’esame elettroneurografico (ENG), che misura il grado di sofferenza del nervo mediano nel tunnel carpale. Esistono alcune compressioni delle radici nervose cervicali, interessanti il plesso brachiale (ramo nervoso principale del braccio), possono simulare i sintomi tipici della sindrome e devono essere escluse. Nel ciclismmo spesso di confondono le cause con i sintomi. La sindrome del tunnel carpale è una patologia presente nel ciclismo, ma molto più frequente è la compressione delle radici nervose cervicali per una scorretta postura del tratto cervicale determinata da un set up della bicicletta non adeguato. La cura può essere di tipo medico- fisioterapico o chirurgico. Quando il dolore sia di insorgenza recente, specie a seguito di un sovraffaticamento della mano e del polso (ad esempio dopo un tur molto lungo), si hanno buoni risultati ed eventualmente la guarigione con la terapia fisioterapica e l’immobilizzazione del polso. I trattamenti più usati sono la laser terapia super pulsata ad alta potenza alcune volte associata ad farmaci antinfiammatori, talora (ma non è l’ideale !) con infiltrazioni locali, per ridurre l’infiammazione dei tessuti nel canale del carpo, diminuendone il volume, e permettendo al nervo mediano di riconquistare il suo spazio. L’immobilizzazione del polso con un tutore (mezzo di fissazione esterno e temporaneo) serve a ridurre i movementi del polso ed aiuta la guarigione del danno al nervo. La temporanea sospensione dall’attività fisica è sempre consigliata anche se si pensa di non sofraccaricare le strutture interessate. Nelle condizioni croniche è necessario la liberazione del nervo compresso. I risultati raramente deludono. L’intervento consiste di una breve incisione, sul polso o sul palmo della mano, (2 cm) in anestesia locale per esporre il legamento del carpo. L’apertura del legamento dà respiro al nervo, decomprimendolo per eliminarne la sofferenza e quindi il dolore. L’intervento dura dai 5 ai 15 minuti e si esegue ambulatorialmente o in day hospital. E molto importante rispettare una serie di norme di prevenzione per evitare l’acutizzarsi della sintomatologia: • Utilizzare un adeguato rivestimento del manubrio. • Utilizzare un manubrio che faciliti l’allineamento del polso con l’avambraccio (larghezza ottimale del manubrio). • Adottare un set up del proprio mezzo che riduca il carico gravitazionale sulle mani e sull’avancorsa. • Adottare un manubrio con un profilo adeguate alla propria impugnatura.



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Ritrovo, partenza, arrivo, premiazioni e tutte, le procedure inerenti alla manifestazione si svolgeranno presso il Centro del Parco

PREISCRIZIONI Agonisti E 10,00 entro sabato 5 giugno 2011 con versamento su c.c.p. 11965449 e/o su: c.c. Bancario IBAN: IT27V0760113200000011965449 intestato a PROMOSPORT via F. Bondi, 24/a - Forlì Categorie

ESORDIENTI 13 a 14 anni - ALLIEVI 15 a 16 anni - Dilettanti 17 – 18 anni Cat. A1 19 - 32 anni - Cat. A2 33 - 39 anni - Cat. A3 40 - 47 anni Cat. A4 48 - 55 anni - Cat. A5 56 - 70 anni - Cat. A6 56 - 70 anni DONNE 13 - 18 anni - DONNE 19 - 39 anni - DONNE 40 - 65 anni

ISCRIZIONI agonisti Sabato 18 giugno dalle ore 14,00 alle 19,00 E 13,00 Domenica 19 giugno E 15,00 - Esordienti, Allievi gratuita

escursionisti Entro Sabato 18 giugno dalle ore 14,00 alle 19,00 E 5,00 Domenica 19 giugno E 10,00

PREMIAZIONI Saranno premiati i primi 10 delle categorie: A1, A2, A3, A4, A5, Donne A3 Saranno premiati i primi 5 delle categorie: Esordienti, Allievi, Dilettanti, A6, Donne A1, Donne A2 Maglie di Campione Italiano 2011 ai vincitori di tutte le categorie. Saranno premiate le prime 10 Società a presenza. Saranno premiate le prime 3 Società a punteggio.

PERCORSI Percorso lungo km. 31 - Dislivello mt. 1162 Percorso corto km. 17 - Dislivello mt. 680

PARTENZE Ore 9,30 cat. Dilettanti + A1 e le altre a seguire ogni 30 secondi

RISTORI Sono previsti 2 ristori, Pasta Party finale.

SERVIZIO GARA Bagni, Docce , Assistenza meccanica e parcheggio Camper

Sabato 18 giugno ore 15,00 GIMKANA Bimbi ore 19,00 Flatland bmx

ore 20,00 Cena allo stand ore 21,00 Proiezione filmato percorso gara

Domenica 19 giugno Campionato Italiano ore 9,00 ingresso griglia ore 9,30 PARTENZA ore 14,00 Premiazioni

PROGRAMMA


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PROMOSPORT LA VENA DEL GESSO MATTEO FONTANELLI E ANDREA SIRRI CONCEDONO IL BIS A BORGO TOSSIGNANO (BO)

Si rinnova il record di presenze, alla 3 ^ prova del Romagna Bike Cup, in località Borgo Tossignano, con una bellissima giornata di sole, che ha premiato l’impegno del Team Leonardi Racing, con la presenza di oltre 440 concorrenti, con altrettanti accompagnatori, provenienti da varie Regioni, e tanti appassionati disseminati lungo il tracciato del percorso. Ottima presenza delle categorie Esordienti e Allievi, con 18 atleti alla partenza, con il tracciato di gara ridotto a 16 Km, partiva dal Centro di Borgo Tossignano, con un trasferimento di 6 km verso La Rocchetta, e fin dalle prime battute di gara, Matteo Fontanelli Adrenalinica, Lorenzo Rossetti Ferretti e Omar Briganti Cesena Bike, con un ritmo di gara elevato, frazionavano il gruppetto di testa, guadagnando oltre 15’’ sul gruppetto degli inseguitori. Il trio di testa proseguiva di comune accordo, lungo il tracciato di gara, sull’antico sentiero verso Banzole, con alcuni tratti di discesa altamente tecnica, al termine della quale, una seconda salita, riportava i con-

correnti a percorrere il sentiero della Vena del Gesso, che vede all’attacco Matteo Fontanelli Adrenalinica, che guadagna ben presto 1’ c.a. sui diretti inseguitori. Ultimi kilometri di gara, per affrontare l’ultima salita verso la Rocca, che vede Matteo Fontanelli Adrenalinica in gran spolvero, distanziare Lorenzo Rossetti Ferretti di 2’ c.a., giungendo al traguardo, in perfetta solitudine. Nella categoria Esordienti, bellissima la gara di Andrea Sirri Venturi Adventure, che ha condotto la gara sempre in testa, e nell’ultima salita verso la Rocca, riesce a distaccare, un bravissimo Giorgio Reveruzzi Le Saline.

categorie e Società, con la consegna del Trofeo Daniele Gnugnoli, si concludeva questa giornata di sport dedicata alla Mountain Bike.

Data: 10 Aprile Località: Borgo Tossignano ( Bo) Org: Team Leonardi Racing Circuiti: Romagna Bike Cup Meteo: Buona Esordienti km 16: . 1° Andrea Sirri Venturi Adventure, . 2° Giorgio Reveruzzi Le saline, . 3° Andrea Mengozzi Le saline. Allievi km 16: . 1° Matteo Fontanelli Adrenalinica, . 2° Lorenzo Rossetti Ferretti, . 3° Omar Briganti Cesena Bike. Società vincitrice: Surfing Shop

Sempre da ammirare la volontà e la determinazione in gara di Elisa Serrau del Team Le Saline, che dovendo lottare, con Allievi di discreta levatura agonistica, non rinuncia mai a lottare per il podio. Al termine della gara, un ottimo ristoro finale, offerto dal Team Leonardi Racing, si procedeva alla consegna dei premi per i concorrenti delle varie

Agonisti: 362 Escursionisti: 84 Timing: Giudici UISP

Per informazioni t. 338 6834464 w. www.romagnamtb.it e. info@romagnamtb.it



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GRANFONDO DELL’ACQUESE VITTORIE DI SORRENTI E LEONETTI SOLO 650 I TEMERARI CHE PARTONO SENZA TEMERE LA PIOGGIA. GIUSEPPE SORRENTI DELLA X-BIONIC E LA LEONETTI DEL CINELLI CLASSN’GO DOMINANO LE LORO GARE. NEL MEDIOFONDO VITTORIE DI VIGLIONE E DI PRIMA. re. Il corridore della X-Bionic ha saputo mantenere la testa fino all’arrivo, vincendo con una media di 34.44 orari. Seconda piazza per Fabrizio Mandrile della Vigor Cycling Team, staccato di poco più di 2’. Terzo posto per Massimo Suardi del Max Team con il tempo di 3h59’18”.

Acqui Terme (AL), 15 maggio 2011 Il maltempo ha dimezzato il numero dei partenti della sesta edizione Gran Fondo dell’Acquese di Acqui Terme, terza tappa della Coppa Piemonte 2011.

Nella gara di granfondo femminile vittoria di Cristina Leonetti del Team Cinelli Classn’go con il tempo di 4h24’31”, davanti a Olga Cappiello del PH7 con 4h34’43” e Sabrina De Marchi dell’ASD Bike Adventures con 4h40’57”.

Circa 1400 gli iscritti, ma solo in 650 hanno preso il via. Tutto per colpa di una pioggia in realtà ingannevole. Un forte acquazzone è sceso su Acqui Terme fin dalle prime ore del mattino, per poi cessare, però, pochi minuti dopo la partenza. Una beffa per molti, che hanno deciso di non rischiare e non hanno gareggiato. La gara si è poi dunque svolta regolarmente, con la macchina organizzativa della Cicli 53 x 12, gestita da Gianni Maiello, che ha funzionato bene ed ha fatto sì che la gara giungesse a termine senza intoppi. Due i percorsi sui quali i circa 650 atleti si sono misurati. Quello di granfondo, 146 chilometri con 2500 metri di dislivello e quello di mediofondo, di 97 chilometri con un dislivello di 1600 metri. Un tracciato impegnativo e a tratti molto tecnico, con salite dure da affrontare.

Nel percorso corto una bella vittoria in volata, nel suggestivo e difficile arrivo in salita, con il cadetto Leonardo Viglione, atleta dell’Ezio Borgna Hersh Bike, che avuto la meglio in un gruppetto di otto atleti. Viglione ha completato la sua prestazione con il tempo di 3h0739”, lasciandosi alle spalle Davide Aufiero del Gruppo Sportivo Esercito e Germano Gaggioli del Bike Evolution Rodman Team. La gara di granfondo è stata caratterizzata dalla bellissima vittoria del giovane Giuseppe Sorrenti Mazzocchi, atleta del Team X-Bionic, che ha fatto segnare il tempo di 3h55’44”. Il suo è stato un autentico dominio, i quanto Sorrenti ha condotto praticamente tutta la corsa in solitaria. Se n’è andato dopo pochi chilometri dal via ed è riuscito a fare il vuoto già sulla prima salita, giungendo in cima con 2’30” sul più immediato inseguito-

Fra le donne trionfo di Daniela Di Prima, dell’ASD Pedale Godiaschese, con il tempo di 3h42’35”. A completare il podio Monica Cuel dell’Ezio Borgna Hersh Bike ed Elisa Marchetti dello Sport Club Genova. Il prossimo appuntamento con la Coppa Piemonte è fissato per domenica 29 maggio a Mondovì (CN), per il Giro delle Valli Monregalesi.


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GRANFONDO COLLINE DEL VERDICCHIO LA GRAN FONDO COLLINE DEL VERDICCHIO FA IL PIENONE, 700 PARTENTI D’ANIELLO VINCE NEL LUNGO E D’ERRICO NEL MEDIO. BARBARA LANCIONI E MICHELA GORINI REGINE FRA LE DONNE. Il primo traguardo la Gran Fondo Colline del Verdicchio lo taglia ancora prima della partenza. Settecento iscritti era l’obiettivo, inconfessato, degli organizzatori e settecento sono i ciclisti schierati al via. Un traguardo che premia l’impegno del Gruppo sportivo Pianello e la massima cura prestata nell’allestire l’evento da parte di tutti i comuni attraversati dalla manifestazione. Alla terza edizione, dunque, la Gran Fondo Colline del Verdicchio ha mantenuto il trend di crescita e raggiunto un livello di partecipazione ottimale. E per un giorno Serra de’ Conti, avvolto da un’infinità di bandiere tricolori, diventa la capitale del ciclismo, la manifestazione, infatti, vale come prova di Campionato italiano della Federciclismo. La giornata si presenta con un cielo limpido ma con l’aria fresca. In testa alla corsa procede l’ammiraglia di Luigi Bielli, il selezionatore della squadra azzurra alla ricerca di corridori da convocare per il Campionato Europeo e per il Mondiale. Sui due percorsi agonistici si scatena subito la bagarre, mentre i tanti cicloturisti procedono tranquilli e in gruppo per buona parte del tragitto Gourmet. Poco dopo la partenza prendono il largo cinque atleti, alcuni dei principali pretendenti alla vittoria finale: Lattanzi, Miglioni-

co, Mattioli, Bianchi e Pascale. I fuggitivi sprintano al Gpm di Montecarotto, vinto da Lattanzi su Mattioli e Miglionico, e proseguono in perfetto accordo fino alla separazione dei percorsi. Pascale e Miglionico proseguono per il Lungo, gli altri tre prendono la strada del Medio. A una quarantina di chilometri dal traguardo D’Errico piomba sui tre fuggitivi al termine di uno straordinario inseguimento. Nel finale cede Bianchi, mentre nel terzetto rimasto al comando l’indomito Lattanzi tenta ripetutamente, ma senza esito, di sorprendere i rivali, prima di venire appiedato da un guasto meccanico a tre chilometri dal traguardo. Sul lungo vialone d’arrivo si presentano D’Errico e Mattioli per uno sprint senza storia, D’Errico è uno dei migliori velocista sulla piazza e non si lascia scappare la ghiotta occasione di alzare le braccia. Fra le ragazze vince Michela Gorini (Coppi Fermignano), al traguardo meno di 12’ dopo il vincitore. Nel Lungo la fuga dei due superstiti viene annullata poco dopo la lunga ascesa verso Arcevia, (Gpm vinto da Miglionico) grazie al forcing imposto dalla Melania. Poco dopo il ricongiungimento evadono Calcagni, D’Ascenzo e D’Aniello: manca poco meno di metà gara e la corsa è praticamente decisa. I tre proseguono senza tentennamenti e guadagnano progressivamente terreno sugli inseguitori che, invece, si rimescolano continuamente alle loro spalle. I fuggitivi si presentano appaiati a 300 metri dalla linea d’arrivo, è di D’Aniello, il più veloce del lotto, lo scatto che dà inizio alla volata. Ma lo sprint è meno scontato del previsto, mentre D’Ascenzo si arrende quasi subito, Calcagni contrasta con un entusiasmante

testa a testa l’ex enfat prodige del ciclismo italiano e si arrende solo a dieci metri dal traguardo, dopo un contatto della pedaliera con il campano. Il gruppetto dei sette inseguitori arriva dopo quasi due minuti ed è preceduto dall’allungo di Krys, mentre Pierfelici batte il resto del drappello. Poco lontano da qui, a Saltara otto anni fa, D’Aniello vinse il Campionato italiano dei dilettanti elite.Fra le ragazze la regina incontrastata resta Barbara Lancioni, giunta al traguardo con meno di 9’ di ritardo dal vincitore assoluto. I percorsi non sono durissimi, i continui saliscendi aprono il pronostico ad ogni tipo corridore e di soluzione. Emerge chi riesce a salvare le gambe, a gestire con la testa energie e squadra. Per vincere, oltre alla forza, un corridore deve possedere grandi doti tattiche. Tre i percorsi pensati per soddisfare tutte le esigenze, tre anche i ristori ufficiali, molti di più i ristori volanti, con frutta, acqua e Sali. Due tracciati agonistici e uno cicloturistico-Gourmet. E a fine gara tutti a farsi fare i massaggi, gratuiti, dai masseur della Futur, persino i cicloturisti. La Colline del Verdicchio, oltre che gara tricolore, è una delle prove della World Cup, del campionato regionale e del Circuito Marche in Bici. In palio anche il Trofeo Diversamente Abili per gli atleti paralimpici. Molto apprezzata anche l’escursione turistica proposta durante la gara: un autobus accompagna gli accompagnatori dei ciclisti sulle strade del Verdicchio alla scoperta dei centri storici e delle specialità enogastronomiche locali. Una iniziativa destinata a crescere in futuro, un modo per coinvolgere anche i familiari dei ciclisti, un invito a vivere insieme una giornata di sport e turismo.


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GRANFONDO PROLOGO LA CURA DEI DETTAGLI UN VERO E PROPRIO SALTO DI QUALITÀ PER LA GRANFONDO VOGHERESE CHE INSERISCE NEL SUO PROGRAMMA TANTE NOVITÀ PER DIVENTARE UN EVENTO CARDINE DEL GRANFONDISMO NAZIONALE. CAMBIO DI LOCATION, VARIAZIONE SUI PERCORSI, CRONOSCALATA E TANTO ANCORA. Un vero salto evolutivo quello che ha subìto la granfondo Ultrapadum, d’ora in poi Gran Fondo Prologo Giovanni Lombardi, che, proprio in virtù del nuovo sponsor che ha portato linfa vitale nelle casse degli organizzatori, Giovanni Lombardi e tutto lo staff del DLF Voghera, riusciranno, dopo 18 anni a fornire quei servizi che non sono mai riusciti a dare prima. Innanzi tutto un nuovo percorso, modificato, alleggerendolo, rispetto al passato, per allinearlo ai circuiti dei quali la granfondo fa parte, ma che rimarrà affascinante come sempre. I percorsi 2011 si svilupperanno nella parte collinare e montana delle provincie di Pavia e di Alessandria - motivo per cui è stata scelta come prova della Coppa Piemonte - e vedranno la granfondo misurare 160.5 km per un dislivello di 2.540 m e la mediofondo 105.4 km per un dislivello di 1.500 m. Non sarà comunque una passeggiata. Una precisa descrizione dei percorsi che attraverseranno la valle Staffora, su fino al Monte Penice, per ridiscendere in Val Curone, in Piemonte, quindi la Val Grue, fino a lambire Tortona, ritornando a Voghera, la si trova

sul sito Internet, nella pagina Percorsi. Anche la Gran Fondo Prologo Giovanni Lombardi si fa promotore, insieme alle altre prove della Coppa Piemonte, del rispetto dell’ambiente. Non verranno quindi fornite ai ristori le bottigliette, ma le bevande saranno disposte in bicchieri di carta oppure, a volontà, fermandosi e riempiendo le proprie borracce. Un piccolo sacrificio per continuare a godersi in futuro questi splendidi territori. Tutta nuova la zona logistica, che sarà posta nell’ampio e comodo PalaOltrePò, mentre, al fine di evitare gli spiacevoli inconvenienti degli anni passati con i furti nelle auto, saranno predisposti ben due parcheggi CUSTODITI per circa 600 auto, riservati solo ai partecipanti alla granfondo dove l’ingresso sarà possibile presentando l’apposito pass inserito dentro alla busta con i numeri di gara. I grandi scalatori apprezzeranno sicuramente la Cronoscalata del Giarolo da Montacuto, una salita di 6km con una pendenza media superiore all’8%, che verrà affrontata sia da i granfondisti che da i mediofondisti. Non si annoieranno gli accompagnato-

IL NUOVO LOOK DEL SUPER TEAM CON IL CAMPIONE FRANCESCO MOSER

ri che, tra la partenza e l’arrivo dei primi della mediofondo, potranno assistere alla gara dei Giovanissimi, che sapranno sicuramente creare uno splendido spettacolo. Anche il pacco gara non deluderà. Conterrà prodotti locali, vino, riso, biscotti, barrette energetiche e, ovviamente, un gadget Prologo. Tutte le informazioni e i dettagli sono disponibili sul sito della manifestazione all’indirizzo www.gfprologo-giovannilombardi.it.


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I FORZATI DELLA STRADA di Luigi Notariani

PEDALANO VERSO MONTELPARO Il ciclismo marchigiano è pronto per fare ancora un salto nel tempo: il gruppo di ciclisti d’epoca de i Forzati della Strada torna sui sentieri del Fermano, il 19 giugno. La cicloturistica storica avrà il suo nuovo quartier generale a Montelparo, il paese che ospita il Museo della Bicicletta legata agli antichi mestieri. La scelta della nuova sede vuole essere un omaggio proprio all’esposizione permanente di bici, quella stessa Galleria che lo scorso anno ha ospitato il ristoro per i ciclisti storici. L’antico paese, che domina le vallate dell’Aso e dell’Ete a una trentina di chilometri dal mare, inoltre, offre una fitta rete di strade non asfaltate immerse in un paesaggio d’altri tempi, un autentico paradiso per tutti i ciclisti versione amarcord, per i tanti appassionati malati di nostalgia o desiderosi di immedesimarsi nei campioni del passato, di provare le emozioni dei pionieri che hanno scritto la storia del ciclismo, a cavallo di biciclette d’epoca e abbigliati con gli indumenti in lana preservati dal tempo e dalle tarme. Sempre scortati da auto e moto d’epoca. Dopo il buon successo di partecipanti registrato nella prima sperimentale edizione dello scorso anno (servita anche per mettere a punto alcuni dettagli organizzativi), i Forzati della Strada entra a far parte del Giro d’Italia d’Epoca con le altre classiche organizzate nelle regioni del settentrione. E, come nel 2010, ci saranno tante sorprese, soprattutto culinarie, e tantissimi premi: ai corridori storici più impeccabili, alle squadre e a sorteggio fra tutti i par-

tecipanti. Due i percorsi, per circa metà su strade bianche in buono stato: il Corto di 40 chilometri e il Medio di circa 80. La quota di iscrizione, di soli 10 euro, prevede il pacco gara e il pranzo, ma solo per chi iscrive entro il 12 giugno. Chi si iscrive successivamente, per ovvie ragioni organizzative, non avrà diritto al pranzo e al pacco gara, e per questo motivo la quota è di appena 6 euro (è l’unica manifestazione in cui l’iscrizione diminuisce negli ultimi giorni). Tra i tanti servizi offerti c’è anche quello fotografico: ai partecipanti, come lo scorso anno, saranno inviate gratuitamente le loro foto scattate durante la manifestazione. L’organizzazione è sempre curata dalla Ss Mario Pupilli di Grottazzolina con la collaborazione della Pro Loco di Montelparo, che provvederà a preparare il pranzo, d’epoca pure quello, servito nelle storiche e bellissime sale del

Gran Fondo storica “I Forzati della Strada” Data: 19 giugno 2011 Sede: Montelparo, in provincia di Fermo Partenza: Ore 8,30 Percorsi Medio: 80 chilometri Corto: 40 chilometri Costo di iscrizione: € 10,00 fino al 12 giugno (€ 6,00 dal 13)

Cantinone. I partecipanti provenienti da più lontano potranno alloggiare, a prezzi davvero contenuti, nell’ostello del paese creato in un palazzo nobiliare e frequentatissimo dai tanti turisti del Nord Europa che trascorrono le vacanze in questo paese diventato famoso grazie ad un reality show realizzato dalla televisione belga. La cicloturistica storica si prefigge anche lo scopo di riscoprire e valorizzare le tante strade bianche dell’entroterra, un patrimonio della memoria che rischia di scomparire e che andrebbe invece sfruttato come risorsa per una viabilità alternativa, oltre che per riscoprire il piacere di viaggiare slow, immersi nella natura intenti a riscoprire una dimensione di vita meno frenetica. Un primo passo per andare alla riscoperta di un mondo ormai dimenticato, con il suo corollario di tradizioni e di valori. Un invito a riscoprire la nostra storia.

cipanti saranno donate le loro foto scattate durante la manifestazione Pranzo: Vincisgrassi, fagioli con cotiche, olive fritte, ciauscolo, biscotti con mosto cotto e vino cotto. Circuiti: Giro d’Italia d’Epoca Eventi collaterali: Mostre sul ciclismo marchigiano e sul collezionismo - Mercatino di prodotti biologici locali. Sito: www.iforzatidellastrada.it

Premi: Squadre più numerose - Squadre storiche più numerose - Ciclisti storici

E-mail: info@iforzatidellastrada.it

Pacco gara: Prodotti enogastronomici

Organizzazione: Ss Mario Pupilli Grottazzolina, in collaborazione con la Pro Loco di Montelparo.

Fotografie: Come lo scorso anno ai parte-

Telefono: 349 81 10 419


TIZIANO LOMBARDI

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Il Nostroal Testimoni sei TU a Tu Inviaci una foto “ in SIXS ”

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