Il Segno novembre 2015

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il

Segno

...quello che gli altri non scrivono...

Noi stiamo dalla parte dello scrittore

L’Atlante del malessere

quindicinale indipendente

www.ilsegno.org

Il Segno di Rocca di Papa

Anno XIV, n. 11 - 1/30 novembre 2015

In attesa Nel Pd ora Stato di delle calamità è caccia all’elettore! per le frane elezioni A pagina 8

Gestione rifiuti

A pagina 14

Vince la Cosvega Srl

A pagina 11

Pasquale Boccia e Claudio Lotito

Cosa hanno in comune i due soggetti (Boccia e Lotito) lo hanno scoperto il giornalista di Repubblica, Valerio Berruti, e il consigliere comunale di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. Entrambi hanno collezionato 64 multe automobilistiche in pochi mesi. La differenza è che Lotito, presidente della Lazio, paga le multe di tasca sua; il comune di Rocca di Papa le paga (se le paga) con le tasche dei suoi cittadini.

CUL TU RA

A pagina 5

Alle pagine 12 e 13

Erri De Luca

ASSOLTO per le sue parole sul progetto TAV

Abbiamo evidenziato le troppe questioni rimaste irrisolte, i luoghi del degrado urbano, le opere rimaste incomplete frutto di scelte amministrative sbagliate che hanno causato l’arretramento di Rocca di Papa come paese turistico. Una mappa ancora da completare

Via Vallone Ecco la circolare che Ex scuola, chiede ai professori gara deserta di controllare i soffitti A pagina 6

Pirandello Eliza Puscoi un Nobel a una fiaba per Rocca di Papa tutti i bambini A pagina 19

Siamo a vostra completa disposizione per qualsiasi chiarimento e preventivo!

A pagina 18

Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048

A pagina 7

Magara n-toccettu

di Gianfranco Botti

A pagina 19

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Luana, Jessica&Davide, Laura, Alfredo&Tiziana, Emanuela, Piero, Alessandro, Paola, Vincenzo, Giovanni, Ilaria, Luigi, Angela, Monica&Rosella, Miriam, Bruna, Marta, Giuseppina, Rosa, Antonello, Milvia, Orofino, Sandro, Fabrizio, Rossana, Paolo&Alberto, Claudio, Fiammetta, Paola, Orlando, Maurizio, Michela, Sonia, Diego&Pino, Mario, Catia, Francesca&Bernardo, Gianfranco, Bruno, Enzo, Nicola, Bruna, Roberto, Anna, Camilla, Franco, Francesca, Maurizio, Patrizio, Omero, Italia, Nicola, Alessandra, Enea, Annarita, Ermanno, Florentina, Giovanni e Marisa.


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Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Mario Gabbi, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Florentina D. Pagnejer, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

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ATTUALITÀ

il Segno - novembre 2015

Ricordando Pasolini e l’Italia di quegli anni L’intellettuale che denunciava i mali del Bel Paese

di Francesca Torino «Ognuno di noi ha il proprio Pasolini» si sente dire in questi giorni in diversi programmi radiofonici e televisivi, da professori e intellettuali, in memoria di uno dei più grandi pensatori italiani del Novecento. La figura di Pasolini all’interno del nostro panorama culturale ha ricoperto vari ruoli e ognuno di essi è stato motivo di ricerca di quella verità, di quel grembo materno, di quella vita vera al di là della Storia che ha attraversato tutto il pensiero pasoliniano. Ogni forma di arte, che sia la poesia o la prosa giornalistica, il teatro o il cinema, ha lo scopo di ritrovare questa vita celata, macchiata dal potere o borghesia. Nella sua opera, così come nel suo pensiero, le parole assumono significati diversi da quelli attribuitigli da linguisti e filologi: per Borghesia si intende il Potere, per comunismo (volutamente con la minuscola) – invece – fratellanza, che non ha nulla a che vedere con la lotta di classe, nella quale egli non ha mai creduto (non a caso durante gli scontri del ‘68, Pasolini scrive un articolo nel quale accusa gli studenti di essere «figli di papà» e di ambire al potere, «prerogative piccoloborghesi»). Acuto osservatore e dal forte

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senso critico, annotava tutto ciò che lo colpiva dei posti che vedeva e delle persone che incontrava. Durante il suo lungo viaggio in treno fino a Ciampino, dove ha insegnato dal ‘51 al ‘53 nell’unica scuola media allora esistente, la “Francesco Petrarca”, appunta quello che vede fuori dal finestrino e scrive del suo lavoro. In quel periodo Pasolini sta scrivendo Ragazzi di Vita per Garzanti e gli sfollati che vede vivere nell’IGDO (Istituto Gesù Divino Operaio, ex complesso religioso sito a Ciampino, bombardato durante la seconda guerra mondiale) non sono così diversi da quella gente di borgata che descrive nelle sue note, così come quei ragazzi, i suoi studenti, che lo vanno a prendere alla stazione. Ragazzi di vita in un certo senso. Tra di loro c’è anche Vincenzo Cerami, futuro scrittore e sceneggiatore. L’occhio critico del Pasolini scrittore è lo stesso del Pasolini regista, anche se poi egli preferirà il cinema alle parole oramai determinate, borghesi. Lo stesso Petrolio, l’ultima sua opera, è fatto di appunti numerati che non seguono un ordine preciso, ma vanno a brulichìo, cioè non hanno né un inizio né una fine. Sulla sua morte, tutt’oggi ancora un mistero irrisolto, si sono fatte di-

Pier Paolo Pasolini

verse congetture, ma inizia a prevalere l’ipotesi che questo suo scritto c’entri qualcosa e in fondo lo stesso Pasolini in uno dei suoi articoli più importanti, “Cos’è questo golpe? Io so”, ci dice qualcosa: «Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.»

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il Segno - novembre 2015

ATTUALITÀ

Il coraggio di lottare per la libertà di un popolo

Vent’anni fa veniva impiccato in Nigeria Ken Saro-Wiwa

di Maria Pia Santangeli Il 10 novembre di vent’anni fa è stato impiccato lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa (1941-1995), condannato a morte dal governo nigeriano a causa della sua lunga lotta - non violenta - contro la multinazionale anglo-olandese Shell che allora stava distruggendo l’ecosistema del fiume Niger. Allo stato attuale totalmente compromesso dall'inquinamento del petrolio - sono circa 5200 i pozzi attivi- nella quasi totale assenza dell’informazione mondiale. La fuliggine che in tanti anni è ricaduta dai pozzi sul terreno lo ha privato della fertilità, mentre le acque del fiume sono diventate un immenso acquitrinio di acqua e petrolio. Le perforazioni nel delta del Niger, abitato in prevalenza dall’etnia Ogoni a cui apparteneva Ken Saro-Wiwa, erano iniziate nel 1958 ad opera della Shell e di altre compagnie petrolifere, quando la Nigeria era ancora sotto il dominio inglese e poi sono continuate senza sosta anche sotto i vari governi succedutisi. I campi sono stati devastati, le acque hanno perduto la loro pescosità. Inutili le lotte sostenute dai contadini e dai pescatori, di cui lo scrittore nigeriano si è fatto portatore. Le proteste sono state sempre soffocate nel sangue. Nel 1980 Ken Saro-Wiwa fonda il movimento non violento Mosop (Moviment for the survival of the Ogoni people) proseguendo contemporaneamente la sua opera di scrittore poliedrico qual è stato: poeta, drammaturgo, romanziere, autore radiofonico e televisivo. I personaggi delle sue opere sono quasi sempre poveri diavoli le cui magliette scolorite sono formate più da buchi che da stoffa, ingenui bricconi dei villaggi, candidi cantastorie analfabeti, mendicanti, donne che lavorano la terra, camionisti che si fanno incantare da chi parla il fine english, personaggi che pur nella durezza della vita non rinunciano a sorridere e a sognare. La denuncia è spesso

accompagnata dell’umorismo, la tragedia dalla favola. Del 1992 è la pubblicazione di Genocidie in Nigeria: the Ogoni tragedy a cui segue la presentazione al governo del documento politico Ogoni bill of rights in cui si chiede l’autonomia regionale ed un parziale controllo delle risorse naturali del territorio. La Shell risponde fornendo armi alla polizia per la protezione dei propri impianti e chiede al governo di impedire l’attività del Mosop. Contemporaneamente, l’esercito nigeriano stermina oltre 1500 persone. Negli ultimi due anni della sua vita Ken Saro-Wiwa abbandona la scrittura creativa per dedicarsi interamente alla causa degli Ogoni ed al Mosop, ma nel suo ultimo volume A Month and a Day: a Detention Diary inserisce le poesie composte in carcere e soprattutto un’immagine nuova usata come leitmotiv nella parte conclusiva del libro: è l’immagine della maschera africana usata per indicare la condizione dello stato nigeriano dopo l’indipendenza i cui movimenti sono controllati dalle potenze internazionali. Nel 1985 Ken Saro-Wiwa, che ha appena ricevuto la nomina a Nobel alternativo per la Pace, viene arrestato insieme ad altri otto dirigenti del Mosop e dopo un processo, che tutti i commentatori stranieri hanno definito una farsa, viene impiccato insieme ai suoi compagni, nonostante una campagna di solidarietà promossa dagli intellettuali di tutto il mondo. Queste sono alcune delle parole che Ken Saro-Wiwa pronunciò al processo che lo vedeva imputato e che viene considerato il suo testamento spirituale: «Signor Presidente, tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive in una terra molto generosa di risorse, provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta per ottenere che il mio popolo riconquisti il diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le

Ken Saro-Wiwa

mie risorse materiali ed intellettuali ad una causa nella quale credo totalmente, sulla quale

3 non posso essere zittito. […] né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale. Non siamo sotto processo solo io e i miei compagni. Qui è sotto processo la Shell, ma questa compagnia non è oggi sul banco degli imputati. Verrà certamente quel giorno». Dell’innumerevole opera di Ken Saro-Wiwa (oltre 26 libri di vario genere, fra cui uno per bambini e la raccolta di fiabe tradizionali della popolazione Ogoni) solo due sono stati tradotti in italiano: Foresta di fiori (Ed. Socrates, 2004) e Sozaboy (Baldini Castoldi, 2005). Pur se poco conosciuto dal grande pubblico italiano, la sua opera, il suo sacrificio, lucidamente consapevole, non sono stati dimenticati: lo scrittore Roberto Saviano ne ha parlato a lungo in Che tempo che fa (RaiTre), trasmissione che aveva per tema le figure degli scrittori e dei giornalisti che in anni recenti hanno perso la vita in nome della verità. La Band noise rock italiana - Il teatro degli orrori gli ha dedicato il suo secondo album (A sangue freddo) e i suoi libri in italiano sono stati ristampati più volte.


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tempi moderni di Roberto Sinibaldi

La produzione mondiale di plastica è dilagante e dopo l’uso, spesso molto effimero, non si sa più dove metterla. Non è biodegradabile e inquina, sia in discariche sulla terra ferma, sia dispersa nelle acque degli oceani. Provoca danni ai pesci e più in generale alla vita marina. Ma alla fine della catena alimentare c’è l’uomo, che subisce danni alla salute. Quattro giovani ricercatori italiani hanno messo a punto un progetto, per produrre bioplastica. Una plastica che fa a meno del petrolio e che non inquina. Anzi, recupera e riutilizza rifiuti alimentari e scarti vegetali delle lavorazioni agricole. In un colpo solo si affrontano così due problemi. Dagli scarti di origine vegetale, che possono comprendere addirittura i fondi del caffè, si arriva a dei biopolimeri ottenuti con l’ausilio dell’azione di alcuni funghi. La bioplastica ha quindi anche un valore ambientale perché è realizzata con scarti di produzioni locali. Il processo di lavorazione è totalmente naturale e avviene a freddo.

AMBIENTE

il Segno - novembre 2015

Si chiama bioplastica e forse salverà il mondo

Si produce con rifiuti alimentari e scarti vegetali

Il materiale ottenuto, compostabile al 100%, viene tritato e stampato nella forma desiderata, poi essiccato con il calore. Il vantaggio della bioplastica prodotta attraverso i funghi è di essere economicamente competitiva rispetto ad alcuni tipi di plastica. Ma se nella valutazione

dei costi fossero contabilizzati anche quelli ambientali, dovuti all’inquinamento, la bioplastica potrebbe diventare molto vantaggiosa, una volta prodotta su larga scala. Un esempio creativo di economia circolare, o a chilometri zero, che ci libera dalla tirannide del petrolio.

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IL RACCONTO DEL MESE

Il cipresso abbattuto di Noga

I passeri più anziani che da anni vivevano fra i rami del Cipresso, quella mattina volarono via tutti insieme per andare a beccare il grano vicino al fiumiciattolo, a fondo valle. I più giovani e le femmine con le nidiate rimasero fra i rami in attesa di cibo. Era molto presto e il sole ancora non si affacciava oltre il muro di cinta della casupola lì a fianco nel cui giardino, da più di quarant’anni, il Cipresso cresceva in letizia, anche se ormai era un poco stanco, ma ancora forte e felice dei suoi passeri cinguettanti. Quando il sole finalmente superò il muro il muro di cinta, lungo la strada sottostante, rotolò un rumoraccio metallico accompagnato da un nero fumo di macchinario in movimento. Gli abitanti uscirono dalla casupola e, spalancato il cancello di ingresso, fecero entrare, insieme al rumoraccio e al fumo, il macchinario che, aggiustatosi al suolo, si avvicinò al Cipresso e ad un segnale di uno degli uomini iniziò a segarne i rami più grossi. Poco dopo l’albero cadde a terra con un grande schianto ed il tronco fu sezionato in tanti pezzi, come rocchi di colonna dorica. L’operazione fu tanto veloce e spedita che l’anima dell’albero fece appena in tempo a rifugiarsi in una pianticella senza importanza che gli era cresciuta accanto. Poi prese il volo e velocissimamente si diresse al luogo di ritrovo di tutte le anime degli alberi abbatuti. I passeri caddero a terra: alcuni presero il volo ed altri, i più piccoli e inesperti, morirono o rimasero dimenticati al suolo. E morirono qualche giorno dopo. I più anziani, al ritorno dal campo del grano, si lasciarono andare alla disperazione e poi decisero di fuggire lontano affrontando chissà quale destino. Il giardino fu eliminato e al suo posto fu edificata una piccola costruzione. E da quel giorno tutte le notti l’anima del Cipresso torna al suo antico posto ed aspetta che il vento, portando i semi per il mondo, faccia rinascere un’altra pianta nel medesimo luogo e che il piccolo edificio, brutto e squallido, cada per sempre in rovina. Rocca di Papa novembre 2003

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il Segno - novembre 2015

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 ottobre 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.054 (maschi 8.433; femmine 8.621). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.472.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

In attesa delle prossime elezioni la fiducia dei cittadini è al minimo *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il Pd ha dimostrato che la tanto annunciata unità interna era solo apparente

di Sergio Rasetti Gli aspiranti a sindaco o a consigliere comunale per le elezioni del 2016 si sono cominciati ad agitare. L’esordio ufficiale è stato marcato da due episodi precisi: l’uscita di Danilo Romei dal gruppo consiliare con Emanuele Crestini; la candidatura a sindaco di Mauro Fei, assessore del Pd, decisa dal direttivo del circolo locale, poi annullata dagli organismi superiori perché ritenuta illegittima. Se ne riparlerà alle primarie dove gli elettori aderenti decideranno chi sarà il candidato. La separazione tra Romei e Crestini in consiglio comunale determina la decadenza di Crestini da capogruppo e sembra che sia cosa molto gradita alla maggioranza. Crestini senza un gruppo consiliare non può partecipate alle riunioni che i capigruppo tengono periodicamente. Sono note le sue attività di controllo sugli atti e delibere della giunta comunale e le battaglie in consiglio per avere delucidazioni e risposte chiare sulle delibere che si devono votare. In questo consiglio co-

Il municipio di Rocca di Papa

munale è forse l’unico che merita un gettone di presenza. Il Partito democratico locale, intanto, ha “scoperto” c h e l’unità interna, dichiarata al recente c o n gresso, era solCrestini tanto il frutto di un dibattito politico mancato. Così Raffaella Taggi, riconfermata segretaria, credeva di tenere le redini della politica amministrativa, mentre il sindaco Boccia si il-

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ludeva di poter decidere della sua successione senza alcuna difficoltà. L’indicazione del candidato preferito dal direttivo del circolo Pd, l’assessore Fei, fuori dalle regole del partito, ha provocato le proteste su Facebook e presso le segreterie superiori del vicesindaco Maurizio Querini e di tutti gli altri assessori. La squadra che racconta il sindaco: unita, consapevole, responsabile, sembra sciogliersi come neve al sole. Sembrano tutti convinti di meritare una nuova candidatura e un ruolo importante da amministratori per altri cinque anni. L’opinione pubblica resta in-

terdetta per ciò che accade nel Pd e nel centrodestra che, per ora, si cela dietro iniziative politicamente anonime, ma è quasi certo poi che le facce saranno sempre le stesse. L’altro attore importante a livello nazionale, il Movimento cinque stelle, che ha ottenuto un incredibile consenso cittadino alle elezioni politiche del 2013 (33,7% dei voti) inspiegabilmente resta assente dalla politica locale. Quel voto di protesta sembra non aver trovato a Rocca di Papa rappresentanti credibili e capaci di impegnarsi concretam e n t e nella politica locale. Con queste premesse il pessimismo alberga tra i più. Pec- Fei cato, se continua così ne trarranno beneficio i soliti: quelli che hanno amministrato male o che, dall’opposizione in consiglio comunale e fuori di esso, hanno assistito silenti sperando di trarne vantaggio e alla prima occasione occupare il potere locale per non cam-

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ROCCA DI PAPA La gara indetta dal Comune per vendere l’edificio di 1.500 mq è andata deserta

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il Segno - novembre 2015

Nessunacquirente per l’ex scuola Avanti con un nuovo tentativo di Sandro Tabellione Per vendere l’ex scuola materna ed elementare di via del Vallone (quartiere Vigne) bisognerà aspettare il prossimo 10 dicembre quando si terrà la seconda asta a evidenza pubblica col metodo delle offerte segrete, dopo che la prima, alla fine di ottobre, è andata deserta e la commissione comunale, composta da Anna Rita D’Andrea, Anna Maria Fondi e Rocco Di Filippo, lo scorso 29 ottobre non ha potuto fare altro che scriverlo sul verbale. Nessuna offerta quindi è arrivata per uno dei pochi edifici pubblici di proprietà comunale esistenti nel quartiere Vigne, finito sul mercato in seguito alla decisione dell’amministrazione comunale di cedere numerosi beni per risanare un bilancio disastrato. La politica

L’ex scuola di via del Vallone

delle cessioni continua senza freni e, fino ad oggi, ad essere venduti sono stati la farmacia del centro storico, la sede dei Vigili urbani di viale Silvio Spaventa e l’ex biblioteca di Corso Costituente, per un Comune che, in fatto di proprietà, non è che ne abbia tantissime.

Soldi per le scuole della provincia

La Regione Lazio ha stanziato contributi a pioggia a tutti i Comuni della provincia di Roma per il triennio 20152017, con l’intento di apportare migliorie nelle scuole pubbliche. A Rocca di Papa sono andati 75mila euro da suddividere per i cinque plessi scolastici presenti sul territorio. Il finanziamento, da utilizzare esclusivamente per mettere in sicurezza gli edifici, oltre a Rocca di Papa, ha riguardato anche i comuni di Albano Laziale (400mila euro), Colleferro (200mila euro), Guidonia (850mila euro), Tivoli (750mila euro) e altre decine di comuni della provincia. Per quanto riguarda gli interventi, questi sono contenuti nei progetti approvati dalle rispettive giunte.

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Il prezzo a base dell’asta era stato fissato, in seguito a una perizia estimativa,in 335.793 euro. Bisogna specificare che la scuola del Vallone si trova all’interno di un centro residenziale ed è costituita da un fabbricato posto su un piano suddivisoin due parti:uno realizzato in struttura prefabbricata composto da sei locali, due servizi igienici oltre al locale tecnico, e l’altro realizzato in cemento armato e composto da due locali. Completa la proprietà l’area esterna di pertinenza. Il complesso immobiliare ha una superficie complessiva di 1.520 metri quadrati e sul Piano Regolatore Generale del comune la destinazione d’uso è di tipo residenziale e commerciale. Caratteristiche che potrebbero fare gola a molti.

Ora l’amministrazione procederà sicuramente a una seconda gara abbassando la base dell’asta, dando seguito alla delibera di consiglio comunale del 31 luglio 2015 in cui il sindaco Boccia portò all’approvazione un elenco fitto di alienazioni di beni immobili pubblici. Mentre l’asta per la scuola è andata deserta è in fase di partire un’altra vendita, quella della farmacia dei Campi d’Annibale, per la quale la giunta roccheggiana ha dato mandato ai tecnici di redigere una valutazione giurata per poi dare avvio alla procedura di vendita. Poi sarà la volta dell’edificio di viale Enrico Ferri (ex municipio) e di altre strutture di servizio (deposito Aimeri di via Cavour e magazzino Botti a ridosso della sede comunale). Soltanto alcuni boschi comunali posti a ridosso di via dei Laghi si salvarono da questa cessione complessiva di beni, grazie alle circa 800 firme che i cittadini di Rocca di Papa misero a supporto di una petizione promossa dal nostro giornale. Resta il rammarico che il Comune di Rocca di Papa, con queste politiche economico-finanziarie del tutto sbagliate, ha praticamente azzerato l’elenco dei beni pubblici semplicemente per fare cassa. Su questo argomento puoi leggere altri articoli su ilsegno.org

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ROCCA DI PAPA Una circolare della dirigente scolastica mette in subbuglio le scuole pubbliche il Segno - novembre 2015

Nuovi compiti per chi insegna «Controllare i controsoffitti»

di Daniela Di Rosa Se non fosse accaduto veramente ci saremmo convinti di essere stati soggiogati da una simpatica burla. Invece è tutto vero. Abbiamo anche provato a cercare documenti simili prodotti in qualsiasi altra scuola italiana ma non abbiamo trovato nulla di simile. Quanto accaduto a Rocca di Papa non ha precedenti. Che le scuole siano un disastro un po’ dappertutto è cosa nota e anche nel nostro paese non godono di buona salute. Tutto comincia alla fine di ottobre quando il giorno 28 i bambini della scuola di via dei Gelsomini “Giardino degli ulivi”, al quartiere Vigne, non possono entrare in alcune aule (tra cui la sala mensa) a causa della caduta di una parte del controsoffitto. L’intervento dei vigili del fuoco e dei vigili di Rocca di Papa, allertati dal corpo docente dopo l’accaduto, ha infatti reso necessario appurare se il distacco di materiale edile era da addebitare alla struttura in se o solo a qualche corpo distaccatosi dalle pareti al di sopra del soffitto di cartongesso. Fortunatamente non si è trattato di un problema strutturale, considerato che la scuola è stata inaugurata appena cinque anni fa ma resta da chiarire perché un edificio completamente nuovo, ritenuto agibile sotto

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delle strutture immobiliari utilizzate come scuole. Da tutto questo abbiamo capito che per poter insegnare nelle scuole di Rocca di Papa bisogna essere anche tecnici qualificati dal punto di vista edilizio. Da oggi in poi, per fare sopralluoghi o perizie sulla sicurezza degli edifici, basterà chiamare gli insegnanti, peraltro a costo zero, e tutto sarà risolto. Immaginate che cosa abbia provocato la circolare n. 44, diventata presto di pubblico dominio anche tra i genitori dei bambini che trascorrono molte ore all’interno delle aule di via dei Gelsomini (anche se La scuola “Giardino degli ulivi” il giorno dell’inaugurazione la circolare per quel che ne ogni punto di vista, ogni anno fessoressa De Michele non ha sappiamo era riferita a tutti i necessiti di sopralluoghi e di ancora chiarito i motivi che plessi scolastici di Rocca di interventi di manutenzione Papa). Un vero marasma straordinaria. Questo nessuno di polemiche e, a oggi, ce lo ha ancora spiegato. non sappiamo ancora se Ma c’è un fatto ancora più la dirigente scolastica eclatante, ed è la circolare n. abbia emesso una nuova 44 che la dirigente scolastica circolare per revocare di Rocca di Papa, professoquella del 14 ottobre. ressa Lucia De Michele, il “Dobbiamo sapere che giorno 14 ottobre ha fatto recosa era accaduto prima capitare, invitando “tutto il del 14 ottobre di così personale, ed in particolar grave da portare alla stemodo i docenti, a prestare atsura di quella circolare” tenzione quotidianamente ai ci ha detto la signora Ascontrosoffitti presenti nei sunta che ha due bambini plessi, segnalando eventuali che frequentano le scuole elementi di irregolarità o difdi Rocca di Papa. Una formità”. Danilo Romei domanda sacrosanta che Una circolare di poche righe attende una risposta esauche chiede agli insegnanti di l’hanno indotta a emettere una riente da parte della professotenere sotto controllo i soffitti. circolare di siffatta portata che, ressa De Michele. Il tutto qualche giorno prima difatto, delega gli insegnanti i Su questo argomento puoi dell’avvenuto crollo. La pro- compiti di verifica e controllo leggere altri articoli su ilsegno.org

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ROCCA DI PAPA Dopo la bufera, nel Partito democratico è il momento di pesare le forze in campo

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il Segno - novembre 2015

La candidaturadiFei torna in auge oraècacciaall’elettoredelleprimarie

di Luigi Serafini Nella confusione in cui è piombata la politica a Rocca di Papa nell’ultimo mese, soprattutto grazie a un partito democratico in aperta fibrillazione per il candidato a sindaco del 2016, cerchiamo di fare una sintesi così da permettere ai lettori di capirci qualcosa. Dopo la decisione della segretaria Raffaella Taggi e di altri 8 membri del direttivo di candidare direttamente Mauro Fei, assessore in carica, alla poltrona più ambita, c’è stata la rivolta degli altri componenti della giunta Boccia che hanno costretto Mauro Fei a fare un piccolo passo indietro, ma solo per spegnere le polemiche, perché la sua candidatura a sindaco in queste ultime due settimane si è in realtà rafforzata. Fei può contare oggi sull’appoggio del sindaco uscente Pasquale Boccia e dell’assessore all’ambiente Roberto Sellati, malgrado quest’ultimo abbia in realtà chiesto di poter partecipare alle primarie proprio contro Fei. Sellati, non avendo nessuna possibilità di essere scelto come candidato sindaco, sta puntando a giocare un ruolo per essere almeno candidato al consiglio comunale. Si tratterebbe, per lui, della quinta consiliatura consecutiva. Un’esagerazione anche per il Pd che in fatto di poltrone e incarichi non è secondo a nes-

Da sinistra: Sellati, Boccia e Sciamplicotti

suno. Sellati, insomma, sbatte i pugni contro Fei ma solo apparentemente, solo per contare qualcosa. Oltre a Boccia e Sellati, Fei può contare sull’appoggio di Roberto Barbante (capogruppo Pd ed ex vice-sindaco di Rocca di Papa), sul presidente del consiglio comunale Luigi Ferazzoli (che è anche membro del direttivo) e sui consiglieri Luca Santangeli, Simone Pizziconi, Giorgio Serafini e Maurizio De Santis. Infine bisogna aggiungere i membri del direttivo Pd (Raffaella Taggi, Linda Boccanera, Giuseppe Calicchia, Fabrizio Castri, Fabrizio De Angelis, Angelo Fondi, Andrea Gatta, e Nicola Pagliuca). L’apparato del partito, in pratica, è tutto dalla parte di Fei, una squadra coesa e, dal punto di vista politico (cioè dei voti), molto po-

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tente. Una vera macchina da guerra! A contrastare la candidatura di Fei, attualmente ci sono l’assessore Pd Silvia Sciamplicotti e il vicesindaco Pd Maurizio Querini. Entrambi puntano alle primarie e, per arrivarci, hanno fatto la sola cosa che potevano fare: criticare aspramente il direttivo del Pd a cominciare dalla segretaria Taggi, per far cadere l’investitura di Fei. Obiettivo raggiunto per il momento, che ha permesso loro di acquistare consenso tra gli iscritti e i simpatizzanti Pd di Rocca di Papa, mentre il partito, come detto, è tutto con Fei, a parte i tre membri del direttivo (Martina Massacci, Gloria Silvestrini e Riccardo Blasi) che hanno apertamente criticato la linea Taggi. Con loro anche l’assessore Pd Valentina

Trinca che, tra i componenti della giunta Boccia, è stata quella più dura avendo messo sul piatto, nel caso fosse stata confermata la candidatura di Fei, non la crisi del partito ma addirittura della maggioranza che governa il paese. Un gruppo di persone e politici che ricorda la “gioiosa macchina da guerra” del fu (politicamente parlando) Achille Occhetto quando sfidò Silvio Berlusconi per la presidenza del consiglio dei ministri. Clima incandescente, dunque, nel Pd di Rocca di Papa, tenuto sopito, pronto a riesplodere una volta chiuse le iscrizioni all’elenco dei cittadini per votare alle primarie di febbraio. Dai nomi presenti in quest’elenco, infatti, scaturirà la candidatura a sindaco del 2016, perché già da questi nomi si potrà misurare il peso politico di ciascun candidato. A conferma di ciò, infatti, si segnala il ritrovato fermento che assessori, consiglieri e dirigenti del Pd stanno dimostrando in questi giorni nel convincere i cittadini a iscriversi all’elenco dei votanti alle primarie. Una vera e propria “caccia all’uomo elettore” scatenata mentre il paese appare sempre più senza guida amministrativa. Su questo argomento puoi leggere altri articoli su ilsegno.org

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Uno per tutti, tutti contro uno è il tiro a bersaglio contro Crestini

il Segno - novembre 2015

di Daniela Di Rosa In questo periodo, prima della pausa natalizia, quando per “legge” diventiamo tutti più buoni, si intensificano gli attacchi del mondo politico roccheggiano, unito come non mai, nei confronti del consigliere di opposizione Emanuele Crestini. In vista delle prossime elezioni comunali, ogni giorno su Facebook nasce una nuova pagina e, incredibilmente, tutte (di destra, di sinistra, di centro, del Pd, di FI, del NDC, de La destra, del M5S, quest’ultimo mai veramente nato) sono contro Crestini! Come un sol uomo, come fossero guidati da un ordine superiore, come se una forza misteriosa li trascinasse, un impulso irrefrenabile li costringesse… invece di parlare dei loro programmi, elencare gli errori e gli orrori dell’amministrazione, di come correggerli e migliorare il paese, che fanno? Elencano quelli che loro chia-

ROCCA DI PAPA

mano i “misfatti” di un giovane consigliere di opposizione alla sua prima esperienza politica! Persino pagine dall’apparenza innocua, come “Amo Rocca” o “Rocca di Papa”, o “Tutta Rocca”, persino loro sono macchine da “guerra” confezionate appositamente per screditare un temibile “cavaliere solitario”. Su tutti un ordine categorico, non pubblicare articoli del Segno e negativizzare tutto ciò che riguarda Crestini, anche a costo di diventare ridicoli. C’è Roberto Guero (M5S?) che giorni fa ha iniziato le danze, postando messaggi incomprensibili ai più, le uniche frasi decifrabili erano contro il Segno, reo di ignorarlo, e contro Crestini, colpevole ai suoi occhi di essere il nostro “prediletto”. A ruota si è subito accodato Alvaro Fondi (La Destra), che su ogni pagina, gruppo, giornale online, ripete incessantemente: “E Crestini cosa fa? E dove sta? E con chi stava? Con chi si incontra? Chi sono i parenti? È fidanzato?”. Solo

Emanuele Crestini

poche critiche alla giunta Boccia, niente di grave per carità, anzi, se per sbaglio arriva una piccola, piccolissima buona notizia che riguarda la nostra amministrazione il nostro, come un eroe del passato, s’immola per la causa e la condivide prontamente su tutti i gruppi possibili e immaginabili, non sia mai dovesse sfuggire a qualcuno la buona notizia! Poi è il turno di Armando Serafini (ex Udc, ora non si sa che cosa), anche lui è stato contagiato dal temibile “virus Crestini”. Su “Amo Rocca” ha pubblicato un post poco chiaro, specialmente riguardo al suo futuro politico anche se si è capito che sta nel centrodestra e che ap-

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poggia Mario Gatta; sì, proprio lui, il consigliere-orso, quello che dopo il lungo letargo durato quasi cinque anni, si è svegliato ed è pronto alla lotta, a guidare il nostro paese verso un luminoso futuro. Comunque anche il nostro Armando ce l’ha con Crestini. Ma perché? È solo un consigliere di opposizione! Io li osservo esterrefatta, quasi li inseguo, ho formato una piccola squadra di “fedelissime” e ogni giorno ci divertiamo a scovarli su Facebook, scrivono tutti le stesse cose, si scambiano affettuosamente i “mi piace”, Alvaro apprezza Roberto, Roberto apprezza Alvaro, Armando li apprezza entrambi, Fabrizio Castri (ex Msi, ora Pd) li apprezza tutti! L’amministrazione al completo ringrazia e mette i “mi piace” a tutti loro e a chiunque insulti Crestini e Il Segno. Io rispondo con i copia-incolla, tanto i nomi cambiano ma, come detto, sono un sol uomo al soldo di un unico padrone: la poltrona!


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Campo sportivo, altri 170mila € per il completamento dell’opera Il Comune ha acceso l’ennesimo mutuo per eseguire gli interventi necessari

di Sandro Tabellione Nuovi interventi al campo sportivo di Rocca di Papa “Gavini Lionello”. Il piano triennale delle opere pubbliche 2016-2018, infatti, prevede l’ulteriore spesa di circa

anni fa dall’allora giunta guidata dal sindaco Carlo Ponzo. Ora questi 170mila euro arriveranno dall’accensione dell’ennesimo mutuo da parte del Comune di Rocca di Papa, che sarà restituito nei prossimi anni. Solo quattro anni fa l’impianto verteva in una condizione a dir poco insoddisfacente, con spogliatoi invasi dall’umidità e pavimenti completamente ann e r i t i dall’accumulo costante di acqua. Poi f urono Il campo sportivo “Gavini Lionello” eseguiti 170mila euro per una serie di nuovi lavori e la situazione gelavori all’impianto dei Campi nerale migliorò. d’Annibale. Questa è anche Ricordiamo che già nell’elenco l’unica opera pubblica presente delle opere pubbliche del 2010nel programma 2016 approvato 2013, anch’esso approvato dalla giunta comunale il 15 ot- dalla giunta Boccia, furono tobre scorso (delibera n. 121) e, stanziati 280mila euro sotto la per quanto riguarda il tipo di in- voce “ristrutturazione”, per apterventi, viene specificato dal portare ulteriori migliorie al tecnico comunale Fabio Gam- campo sportivo. In totale, un bini, che si tratta di “opere di conto da 450mila euro (circa adeguamento normativo sulla 900 milioni delle vecchie lire) sicurezza e per il completa- che dovranno pagare i cittadini mento dell’impianto sportivo”. di Rocca di Papa, soldi che si Il “Gavini Lionello”, insomma, aggiungono a quelli già spesi si dimostra sempre più un im- per realizzare l’impianto. Più pianto mangiasoldi, conside- che un campo sportivo cittarato che fu ristrutturato dino sembrano i costi per uno completamente circa dodici stadio dei campionati mondiali.

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Vince Cosvega, società di Chieti con un ribasso di 1,3 mln di € Si è conclusa la gara per affidare il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti

di Paola Gatta Sarà una nuova società a gestire il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti di Rocca di Papa. Si tratta della Co.sve.ga Srl, azienda facente capo al Gruppo Galasso di Chieti, che si è aggiudicata la gara con un ribasso, rispetto al costo stabilito dal comune per sei anni, di 1,2 milioni di euro. A rispondere al bando, predisposto dalla Comunità Montana per conto del comune (presidente della commissione era Giovanni Gatta in qualità di Responsabile unico del procedimento) sono state altre cinque società del settore: AM Tecnology di Peschiera Borromeo (Milano), AVR-Sangalli di Roma, la Tekneko (che svolge servizio anche a Grottaferrata), Sarim di Salerno e RTI Ambiente Duepuntozero di Assago (Milano). La cifra stabilita come base d’asta era di 15.287.771,66 euro, per gli anni 20162021, e il ribasso più forte (pari all’8,45%) è stato della Cosvega Srl. Subito dopo si è piazzata la società facente capo alla Sangalli (azienda nota nel settore di raccolta dei rifiuti) il cui ribasso è stato del 6,24%, pari a 954.956 euro. Ma andiamo a vedere chi è la Cosvega Srl. Quest’azienda, nata nel 2000, fa parte del Gruppo Galasso che racchiude diverse società che si occupano di gestione ambientale. La Cosvega è una società a capitale misto pubblico-privato di proprietà del Comune di Francavilla a Mare (Chieti) per il 51%, mentre il restante 49% fa capo alla Sereco Srl, controllata del Gruppo Galasso. In totale le società del Gruppo svolgono i servizi di igiene urbana, verde, manutenzione, illuminazione e cimiteri, in oltre venti comuni della provincia di Chieti, tra cui Ortona, Francavilla al Mare e Ripa Teatina. Si tratta

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sicuramente di un’azienda in crescita che, con Rocca di Papa, sta avviando un’espansione territoriale volta a gestire i servizi anche al di fuori della regione Abruzzo. L’altro aspetto da notare, per quanto riguarda il bando per l’affidamento del servizio raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti urbani e manutenzione del verde, è la non partecipazione delle aziende del territorio laziale, a cominciare da Ambiente Spa di Ciampino che già gestisce i servizi in diversi comuni dei Castelli Romani e della provincia di Roma, e della stessa Lazio Ambiente Spa, società controllata al 100% dalla Regione Lazio.

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Il bando, evidentemente, ha destato l’interesse esclusivo di società di altre regioni italiane e non è detto che questo sia un male, anzi. Un’azienda come la Cosvega Srl ha sicuramente tutto l’interesse a dimostrare di saper far funzionare un servizio che a Rocca di Papa presenta diversi punti critici, a cominciare da una raccolta differenziata porta a porta che non ha prodotto quel salto di qualità in termini di pulizia che in molti si aspettavano. Sarà quindi necessario lavorare sull’organizzazione generale che, lo ricordiamo, a Rocca di Papa può contare su 32 operatori ambientali.

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QUESTIONI AMBIENTALI Le due frane di ottobre hanno evidenziato la carenza di politiche di prevenzione per un territorio molto fragile e soggetto ai cambiamenti climatici. Il fosso della Ruccia continua a essere sottoposto, di tanto in tanto, a interventi straordinari di manutenzione e di consolidamento dei suoi argini ma la situazione è destinata a peggiorare perché questo fosso, che verso Roma prende il nome di Almone, riesce a contenere sempre con maggiore difficoltà le acque provocate dalle sempre più frequenti piogge torrenziali. Un altro esempio lampante di tale stato di abbandono è l’area dell’antica fonte del Pantanello ai Campi d’Annibale, un punto di raccordo delle acque, lasciato in stato di abbandono e in un degrado senza precedenti. Poi c’è la frazione del Vivaro, uno dei luoghi più affa-

L’Atlante Lo stato di abbandono del territorio interessa tutti i quartieri: opere pubbliche mai finite, bonifiche assenti, questioni ambientali irrisolte e un’economia che ha deciso di lasciare Rocca di Papa al suo destino

Grafica: Marcello Loisi

il Segno -novembre 2015

A P P R O F O N D I M E N T O

di Andrea Sebastianelli Rocca di Papa ha un territorio molto esteso che, soprattutto negli ultimi quindici anni, ha subito l’assenza di politiche economiche e ambientali adeguate lasciando i quartieri senza controllo, senza regole urbanistiche e senza le necessarie direttive. In questo contesto un paese come il nostro, ricco di risorse ambientali e sociali, si è a poco a poco paralizzato, intaccando quasi del tutto questo patrimonio, impoverendolo nel migliore dei casi e, nella maggior parte di essi, perdendolo del tutto. L’atlante del malessere vuole diventare una guida da aggiornare in continuazione e anche i lettori possono esercitarsi indicando luoghi e problemi rimasti senza soluzione. Per il momento abbiamo evidenziato le questioni più urgenti che ci troviamo di fronte ogni giorno.

scinanti dei Castelli Romani, che ha reso Rocca di Papa famosa in Italia e nel mondo grazie al Centro equestre federale del Coni, oggi abbandonato anche a causa di gestioni che hanno accumulato decine di milioni di euro di debiti. La soluzione che il Comune ha individuato per risolvere il problema è quella dell’acquisizione al proprio patrimonio pubblico dell’intera area ma se c’è un settore in cui l’amministrazione comunale ha fallito è stata propio quella della salvaguardia dei beni pubblici. Chi ha provocato i guai non può essere colui che li risolve. Dal punto di vista ambientale il problema maggiore è quello dei ripetitori radio-televisivi che interessano varie zone del

paese: la vetta di monte Cavo e il Santuario della Madonna del Tufo. In queste due aree sussistono un centinaio di apparati di trasmissione che l’amministrazione pensa di combattere emettendo verbali e multe per intascare un po’ di soldi, evitando di utilizzare lo strumento dell’abbattimento pur essendoci sentenze definitive che consentirebbero di praticare tale strada.

PATRIMONIO  PUBBLICO Un altro settore in cui l’amministrazione Boccia ha fallito miseramente è quello della salvaguardia del patrimonio pubblico. L’ultima grande operazione a tutela del bene comune fu quella portata avanti dal sindaco Carlo

Ponzo che portò ad acquisire 700 ettari di bosco con un’operazione trasparente e lungimirante volta a incrementare le proprietà pubbliche che oggi consistono in 1.500 ettari. Dopo di lui il diluvio. Boccia non ha trovato altra soluzione, per risolvere i buchi di bilancio da lui stesso creati, che vendere tutto quello che si poteva mettere sul mercato: ex scuole, edifici comunali, magazzini, boschi, farmacie. Una vendita generalizzata che ha reso Rocca di Papa oggi, il Comune dei Castelli Romani con meno proprietà pubbliche. E le cessioni proseguono senza sosta. Il Comune non è riuscito nemmeno a proteggere la sede del Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale, finita


Centro Storico, abbandono e assenza di politiche idonee ne stanno decretando la fine Il quartiere del centro storico di Rocca di Papa sembra abbandonato al suo destino visto che l’amministrazione comunale dà l’idea di non interessarsi nel modo dovuto alla questione. Le strade principali, dal corso fino al Belvedere, sono caratterizzate da serrande abbassate, simbolo di una crisi del piccolo commercio e dell’artigianato che non si riesce a superare. Con i negozi chiusi anche le attività sociali sembrano ridotte al lumicino, e oggi perfino molti cittadini stranieri hanno de-

nelle mani di un privato per la modesta cifra di 19 mila euro. Così la collettività ha perso l’ennesimo luogo simbolo della crescita e dello sviluppo del più grande quartiere di Rocca di Papa. Per non parlare dei boschi, la cui gestione è praticamente ferma con aste spesso deserte e un prezzo del castagno ridotto ai minimi termini (ma solo per quello dei boschi perché il legno lavorato viene ancora venduto a caro prezzo).

OPERE  PUBBLICHE Il tema delle opere pubbliche ha come simbolo l’ex albergo Europa di piazza della Repubblica. Un acquisto deciso pur avendo le casse comunali vuote e per il quale quei geni

dei nostri amministratori hanno pensato bene di inserirlo all’interno di un groviglio di appalti incrociati, come una matrioska: scuola materna dei Campi d’Annibale-Nuovo municipio di piazza della Repubblica-Attuale municipio di corso Costituente. Un intreccio che in poco tempo ha portato al fermo dei lavori dell’ex albergo provocando denunce e richieste di risarcimento danni da parte della società vincitrice dell’appalto integrato. Sullo sfondo la possibile accusa di danno erariale per l’amministrazione comunale per evitare la quale ha affidato la difesa a un super-legale dalla super-parcella: 50 mila euro, tanto per cominciare. L’obiettivo da raggiungere? Cedere la proprietà alla società incaricata dei lavori. Un bel risultato che dimostra ancora una volta l’inadeguatezza di questa classe dirigente. Nello stesso modo poteva finire il parcheggio multipiano di piazza Valeriano Gatta, che tra pochi mesi dovrebbe aprire i battenti con un ritardo di molti anni. Anche in questo caso, però, l’amministrazione

ciso di lasciare Rocca di Papa. La questione del centro storico è la grande questione irrisolta, è il simbolo del fallimento della pubblica amministrazione che non è riuscita, in quindici anni di gestione senza interruzioni, a invertire la tendenza. Le poche iniziative culturali sono servite solo a ravvivare per brevi attimi i vicoli e le piazze del centro, anche perché se non si interviene sulle cause del degrado non si potrà in alcun modo arrestare l’abbandono a cui stiamo assistendo.

ha deciso di concedere al privato la gestione del parcheggio (e dei locali annessi) per quasi cento anni, ovviamente rinnovabili. E che dire del parco comunale Landsberg am Lech, posto a ridosso del centro storico? Affidati i lavori di recupero, questi sono cominciati con un bel taglio abusivo di una trentina di alberi di castagno, querce e pini, su cui Il Segno presentò una dettagliata denuncia al Corpo Forestale dello Stato, per la quale si attendono ancora notizie dopo due anni. Appena incaricata la ditta viene però fuori che forse i soldi stanziati non sarebbero sufficienti per eseguire le opere previste. E il parco è ancora lì, degradato, abbandonato e privo di controlli. E che dire della funicolare? Lavori di ripristino avviati salvo poi ricordarsi che bisognava realizzare la strada di accesso per consentire ai bus del Cotral di raggiungere il piazzale della stazione a valle. L’ECONOMIA IN FUGA DA ROCCA Un aspetto che non viene quasi mai preso in considerazione è quello dei cosiddetti “portatori di economia” che ormai a Rocca di Papa non esistono più. Le grandi strutture alberghiere se ne sono an-

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del malessere

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date da tempo e anche quelle che fino a qualche anno fa erano il fiore all’occhiello del paese lo hanno abbandonato. Le attività del Centro equestre del Vivaro sono un esempio, ma ancora più pesante è stata la chiusura della megastruttura di Mondo Migliore su via dei Laghi, che dava lavoro a decine di persone (quasi tutte di Rocca di Papa) e che con il suo centro congresso ospitava eventi importanti a livello nazionale. Anche il centro dei Focolarini di via Frascati sembra aver fortemente ridimensionato le sue attività a Rocca di Papa e questo è un altro segnale che il declino cominciato una decina di anni fa non è ancora terminato. Tutto questo è avvenuto senza che l’amministrazione comunale facesse sentire la sua voce, senza avviare trattative o cercare di salvare il salvabile, senza sbattere i pugni sul tavolo. Soltanto per il Vivaro il sindaco ha deciso di fare proposte, per il resto ha preferito la strada della resa incondizionata. Andrea Sebastianelli


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Il Comune dichiara lo stato dicalamità perlepioggediottobre Due pericolose frane colpirono il paese alla Ruccia e a Pentima Stalla

di Paola Gatta della Molara, della Focicchia e della RucDopo i danni provocati dai cia. “Prestazioni da ritenersi di carattere temporali di ottobre l’ammini- urgente ed inderogabile - scrive il sindaco strazione comunale ha deciso di Rocca di Papa nella sua ordinanza n. di dichiarare lo stato di cala- 119 - dipendenti da necessità di pubblico mità naturale, sulla scia di quanto fatto dal interesse in quanto determinate da eventi vicino comune di Rocca Priora. calamitosi”. I cittadini adesso sono molto “Il giorno 14 del mese di ottobre 2015 -si preoccupati per quanto accaduto, anche legge sulla delibera di giunta n. 123 del 3 perché l’inverno è alle porte e se queste novembre scorso- si sono abbattute sul sono le premesse non c’è da stare per territorio nazionale ed in particolare su niente tranquilli. “Ogni volta che scoppia tutto il versante di Roma Sud tra cui il ter- un temporale tremiamo - ci ha detto il siritorio del Comune di Rocca di Papa ab- gnor Lucherini, che vive con la famiglia bondanti precipitazioni atmosferiche che nella zona della Molara attraversata dalhanno riversato sul terril’omonimo fosso naturale torio una ingente quantità perché vediamo l’acqua di acqua causando gravi correre velocemente e aldifficoltà di circolazione zarsi di livello. Per non parstradale e danni ad immolare della puzza che arriva bili sia pubblici che pridal fosso, sembra di trovati e smottamento di varsi a ridosso di uno scaterreni e frane che hanno rico fognario”. determinato ingenti I tecnici comunali, intervedanni”. Quel giorno, innuti sui luoghi del disastro, fatti, sono andati in tilt diil 15 ottobre hanno redatto versi collettori fognari del una relazione mettendo in territorio che hanno Il fosso della Molara evidenza i lavori ritenuti creato numerosi disagi necessari per superare le alla viabilità. Non sono mancati momenti criticità e per riportare la situazione alla di vera emergenza, soprattutto per le abi- normalità. Problemi si sono avuti anche tazioni a ridosso del fosso della Ruccia, ai Campi d’Annibale, dove una frana si è nei pressi del depuratore e dell’isola eco- verificata tra Pentima Stalla e Grotte logica di Borgo Valle Vergine. Nel fosso Cave, due località molto importanti dal l’acqua torrenziale ha provocato una serie punto di vista ambientale, e soggette negli di straripamenti che, nella parte bassa del ultimi decenni a sopportare numerose copaese, hanno causato anche l’allagamento struzioni abusive che hanno messo a ridi alcune abitazioni. schio la capacità stessa del terreno di L’amministrazione comunale aveva stan- assorbire senza problemi le acque a reziato le prime somme (20.000 euro), ri- gime torrentizio. correndo alle ditte di fiducia dell’ente per E ora i problemi da risolvere sono sempre gli interventi d’urgenza effettuati nelle ore di tipo emergenziale, visto che la prevensuccessive all’evento, concentratisi parti- zione sembra finita nel dimenticatoio. Tra colarmente per liberare le vasche di rac- gli interventi messi in campo a poche ore colta delle acque meteoriche dei fossi dall’evento atmosferico si segnalano il ri-

Via Rocca Priora ai Campi d’Annibale

pristino dell’impianto elettrico nella scuola materna di via Vecchia di Velletri nel quartiere Campi, andato in tilt quasi subito; il ripristino delle pompe sommerse del parcheggio sotterraneo Claudio Villa i cui spazi sono occupati da vetture per le quali i proprietari pagano un regolare abbonamento. Molte anche le strade danneggiate, tra cui via Valle Vergine Campagna (adiacente il fosso della Ruccia), dove la caduta di un grosso albero ha provocato la rottura di due pali dell’energia elettrica, e via Albalonga ai Campi d’Annibale (adiacente il fosso di Pentima Stalla) che ha richiesto interventi urgenti di ripristino del manto stradale. L’accertamento dei danni, comunque, è ancora in corso e non è escluso che nuovi finanziamenti risultino necessari per riportare le condizioni di sicurezza e stabilità. La richiesta di stato di calamità è stata inviata alla presidenza del consiglio dei ministri, al ministero dell’interno, alla Regione Lazio, al prefetto e all’ex Provincia di Roma.

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il Segno - novembre 2015

Gestione mensa, ricorso per annullare la gara La Cardamone Group Srl si è rivolta al TAR del Lazio

di Francesca Torino Il servizio di refezione scolastica rischia di fermarsi a causa del ricorso presentato presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio lo scorso 21 ottobre dalla società Cardamone Group Srl per chiedere addirittura l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva dell’appalto vinto da un’altra ditta, la Siare. Con il ricorso al TAR del Lazio, dunque, si complica la fruizione di un servizio fondamentale per tutte le scuole cittadine, visto che l’anno

La scuola di via Vecchia di Velletri inaugurata nel 2007

scolastico è in piena attività e questa grana proprio non ci voleva dopo l’espletamento

della gara che si era conclusa con l’aggiudicazione definitiva.

Con una tesi sul “bel composto Berniniano” si è laureata a Tor Vergata Alice Basili

Alice Basili, lo scorso 23 ottobre, ha conseguito il diploma di laurea in Scienze dei beni culturali presso l’Università Tor Vergata di Roma presentando una tesi in Storia dell’arte moderna a Roma e nel Lazio dal titolo: “La Cappella Alaleona nella Chiesa dei Santi Domenico e Sisto: un esempio del «bel composto» berniniano”. Relatore è stato il prof. Alessandro Valeriani. Alla neo-dottoressa Alice arrivano gli auguri da parte degli zii Saturno Basili e SimonaVerdinelli, oltre che da Valentina e Martina, a cui si aggiungono quelli delle bimbe Valeria, Marika, Gaia, Alice, Giulia e Greta. Auguri anche dalla redazione del Segno.

Alice Basili

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La giunta comunale guidata dal sindaco Boccia ha ovviamente deciso di resistere al ricorso, approvando un’apposita delibera il 3 novembre, in cui si prende atto dell’iniziativa legale portata avanti dalla Cardamone Group, e decidendo nel contempo di affidare la questione a un “avvocato di elevata esperienza e competenza, munito dell’esperienza maturata nella difesa di altre pubbliche amministrazioni ed esperto in materia”. Ora spetterà alla responsabile del settore socio-culturale del comune, dottoressa Annalisa Gentilini, individuare la figura più idonea per resistere al suddetto ricorso. Ricordiamo che l’affidamento del servizio di refezione scolastica prevede anche l’utilizzo del centro cottura realizzato all’interno della scuola dell’infanzia di via Vecchia di Velletri nel quartiere dei Campi d’Annibale, plesso di nuova costruzione inaugurato pochissimi anni fa.

Trasporto locale, il contratto è stato prorogato

L’amministrazione comunale ha prorogato il contratto di servizio del trasporto pubblico integrato svolto dalla società Schiaffini Travel Spa. Dopo l’atto di delibera del 10 marzo 2015 è arrivata anche la determinazione dell’ufficio tecnico che, lo scorso 23 ottobre, ha prolungato il servizio senza gara (consentito dalla legge) fino al 31 dicembre del 2016, confermando le modalità di svolgimento, gli orari e i percorsi già in atto. Il contratto è scaduto il 31 dicembre del 2014.

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il Segno - novembre 2015

Boom di partecipanti alla 12ma “Maratonina delle Castagne”

La corsa podistica di 9,5 km si è svolta il 25 ottobre ai Campi d’Annibale

di Paolo Graziella Trinca* Diara, Bruno Circa 700 tra atleti e atlete, Trinca, Daprovenienti da società sportive niele Damiani, dei Castelli Romani, di Roma Stefano Mene del Lazio, si sono ritrovati trasti e Padomenica mattina 25 ottobre s q u i n a per partecipare alla Marato- Zanecchia. nina delle Castagne, gara po- A tutti va un distica di 9,5 km organizzata grande plauso dall’Atletica Rocca di Papa e per l’impegno giunta alla dodicesima edi- profuso. zione. All’interno L’edizione 2015 è stata dedi- della manifecata alla memoria di Mario stazione è stato Gabrielli, uno dei soci fonda- a s s e g n a t o tori della società organizzatrice anche il trofeo e valente podista, prematura- AVIS aperto a mente scomparso lo scorso tutti i donatori mese di gennaio. di sangue e La gara, molto impegnativa a sponsorizzato dalla sezione causa del tracciato, ricco di sa- AVIS di Rocca di Papa, vinto liscendi, che si snoda tra i bo- da Marco Quaglia tra gli uoschi di Rocca di Papa toccando le Faeta, la Madonnella, la Capanna Bruciata, è stata vinta da un atleta roccheggiano, Ettore Scardecchia, con il tempo di 32’19’, che ha preceduto di quasi due minuti Alexandru Ciumacov e Marco Quaglia. Tra i podisti roccheggiani hanno ottenuto un piazzamento di rilievo Tiziano Diadei (10°), Vladimiro Gentilini (26°) e Claudio Acciari (59°). In campo femminile la vittoria è andata a Cecilia Tirelli con il tempo di 39’29’, davanti a Serena Quattrociocchi e Jacqueline Lovari. Il vincitore, Ettore Scardecchia, si è anche aggiudicato il trofeo dedicato a Mario Gabrielli come primo atleta roccheggiano al traguardo. Gli altri tesserati dell’Atletica Rocca di Papa giunti al traguardo sono stati, nell’ordine: Paolino D’Alia, Mario Rufini, Americo Casciotti, Stefano Vitale, Alessandro Giovanetti, Christian Muggler, L’Atletica Rocca di Papa

La partenza della maratonina 2015

mini e Claudia Leandri tra le donne. Durante le premiazioni e il

Un momento delle premiazioni

ricco ristoro finale, con polenta offerta dal Ristorante Polentone e caldarroste offerte dalla Pro Loco, abbiamo ascoltato un gruppo di podisti che hanno partecipato per la prima volta alla maratonina elogiare il percorso; uno di essi si è così espresso: “Questa corsa mi ha fatto respirare i profumi del bosco”. È questo forse uno dei complimenti più belli. Un particolare elogio meritano i componenti dell’Atletica Rocca di Papa che, con grande impegno e dedizione, hanno curato tutti gli aspetti organizzativi della manifestazione che non sono pochi (iscrizioni, pacco-gara, classifiche e premiazioni, ristoro, viabilità, assistenza, ecc.). Un ringraziamento va rivolto agli sponsor e a tutti gli enti che hanno collaborato alla buona riuscita della maratonina (l’amministrazione comunale, la polizia urbana locale, il Corpo forestale, il Parco dei Castelli Romani, la Protezione Civile, il gruppo AVIS di Rocca di Papa) e a tanti volontari che hanno prestato la loro preziosa opera. L’appuntamento per tutti è alla tredicesima edizione, in programma ad ottobre 2016 sempre in occasione della sagra delle castagne. *Presidente dell’Atletica Rocca di Papa


il Segno - novembre 2015

ROCCA DI PAPA

Funicolare, l’idea dei mini-bus in collegamento con Marino Una proposta alternativa alla strada progettata ma ancora da realizzare

di Valentino Tosatti Ho letto, su uno degli ultimi numeri del Segno, un articolo molto chiaro che – purtroppo – illustra l’ultima beffa connessa ai lavori della funicolare. La cosa era risaputa, ma nonostante tutto speravo nel miracolo, ed invece ho avuto la conferma di quanto si temeva: che la funicolare è pronta, ma il parcheggio bus e la relativa strada di collegamento con via Frascati sono ancora “in nubuibus”, e addirittura che per sbloccare la faccenda occorrerebbe aspettare fino al 2021! Senza tali opere la funicolare sarebbe praticamente inutilizzabile. Tuttavia la situazione di quest’opera è talmente singolare e paradossale da meritare che si studi qualcosa per non farle fare la fine di tante altre incompiute e giustificare in qualche modo i soldi spesi. La mia modesta proposta è semplice: a costo zero mettere un bus veloce che colleghi la Stazione inferiore con quella FS di Marino o di Pantanella, passando diritti per via dei Laghi (mi risulta che, nel remoto passato, era stata perfino progettata una ferrovia su tale percorso!). I principali vantaggi sarebbero: raggiungere Termini in una mezz’ora contro gli attuali tempi estenuanti richiesti dal traffico; viaggiare comodi e seduti (soprattutto qualora si portasse a 5 il numero delle vetture; i lavori in corso sui marciapiedi delle stazioni servirebbero proprio per questo), ecc. Principali “criticità”: prendendo il treno a Marino o Pantanella si può arrivare solo a Termini, mentre invece prendendo la Metro “A” all’Anagnina si attraversa mezza Roma; passeggiata obbligatoria di 400 metri

per raggiungere i binari arretrati; malfunzionamenti e ritardi, ecc. Occorre evidentemente fare un bilancio dei pro e dei contro, tenendo in considerazione i notevoli miglioramenti che indubbiamente RFI sta approntando. Il principale vantaggio della “mia” proposta è che essa richiede solo la spesa per un bus e un autista (si potrebbe cercare un accordo con le imprese private che gestiscono i servizi locali, che spesso girano vuoti). Tutto il resto già c’è! Soprattutto: questa proposta potrebbe essere anche solo provvisoria (cioè per consentire un servizio ridotto della funicolare, in attesa del parcheggio e della strada), oppure sperimentale (in caso di scarso successo si potrebbe interrompere il servizio in qualsiasi momento. Invece, in caso di successo si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di mantenerlo e gestirlo “in parallelo” con le normali corse Cotral via GrottaferrataTuscolana, quale collegamento più veloce). In caso poi di grandissimo successo, si potrebbe perfino concepire l’idea di svolgere su questo percorso tutti i collegamenti importanti con Roma, e sull’attuale percorso Cotral mettere mezzi più piccoli che svol-

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La storica funicolare di Rocca di Papa

gano il servizio locale. In un’eventualità del genere si potrebbe perfino fare a meno di realizzare la nuova strada indipendente per i bus – sempre naturalmente che quelli più piccoli siano in grado di passare sotto i ben noti ponticelli bassi di via delle Barozze; altrimenti si potrebbero far passare per via delle Calcare o per via Marino Campagna! Ad abundantiam, la proposta linea bus servirebbe anche per collegare direttamente Rocca di Papa con Marino (anche se a dire il vero la stazione sorge ai piedi dell’abitato, lievemente decentrata). Per di più, quasi tutti i treni ormai fanno incrocio proprio a Marino, il che vuol dire che la nuova linea veloce servirebbe anche per collegare Rocca di Papa con Castelgandolfo e Albano Laziale/Ariccia!


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IL LIBRO

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Matteo e la colomba bianca così i desideri non hanno confini Alla scoperta della favola che Eliza Puscoi ha scritto per tutti i bambini

di Roberto Sinibaldi Un mago cattivo che fa sortilegi, un incantesimo che trasforma la principessa in una colomba, la bontà di un bimbo orfano, che vince sul male. Come tutte le favole, “Matteo e la colomba bianca” è un’allegoria che ci ricorda l’essenza del vivere, ci riporta a relazioni tra persone improntate alla saggezza, alla sobrietà, alla comprensione dell’altro. Principi semplici, la cui attualità è sempre più necessaria al cospetto dell’utilitarismo imperante nella nostra società. Gli elementi classici ci sono tutti, nella favola scritta da Eliza Puscoi, nostra concittadina di origini rumene, che vive a Rocca di Papa da molti anni. Eliza l’ha scritta per e insieme a suoi due figli, Maria e Federico, che hanno anche dise-

gnato le illustrazioni del libro. Una agile pubblicazione che riporta il testo sia in italiano, sia in rumeno. Può essere quindi goduto dai bambini di entrambe le nazionalità. Il libro è stato presentato al Cenacolo Letterario di Roma, alla pre- Eliza Puscoi senza di personalità di cultura rumena e italiana. Eliza Puscoi lo promuoverà anche a Rocca di Papa, non solo perché è una bella lettura, ma anche come veicolo di ulteriore integrazione culturale tra italiani e rumeni. Le favole e l’immaginazione

non hanno confini, e questo i bambini lo sanno. Certe volte i sogni si avverano, si trasformano in realtà anche per i grandi, quando li sappiamo tradurre in emo-

zioni. Diventano così il distillato dei nostri desideri. Proprio come una favola.


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il dialetto di Gianfranco Botti

Magara n-toccettu

Cerchenno amici vardonecquà vardonellà, sta puocu da contà. Quadunu è muortu e u tié da scassà, quadunu sta male e n-se poccostà, quadunaru sta fore e solugni tantu u po praticà, de chilli remasti a portata de mani a voia de ncontralli se refiuta da quandu de n-sapientò gaiardu* de qua seculu fa na scritta aio leggiuta proprio ssai brutta: che dee disgrazie dei meio amici sta sempre qua cosa che n-te despiace tutta. A chi da puocu na disgrazia ròssa ià spezzatu l’ossa lascennoi do croci: pena e rempiantu che parenu e stesse ma che tenennole n-mente e stesse non so mancu pe gnente u rempiantu ntrestisce a pena vvelena, chissu allora come fa a sta nziemi come fa a descure peggio a scherzà co unu co sse magagne che deu guaiu tiu che t’ha fattu piagne deu guaiu tiu che tu ha maledettu issu è contientu magara n-toccettu?

*La Rochefoucauld (1613-1680 )

Cultura e

... dintorni

A monte Cavo ebbe l’ispirazione per L’esclusa (1893)

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L’8 novembre 1934 il Nobel a Luigi Pirandello

Pirandello e Einstein nell’agosto 1935

di Silvio Cajonello Quest’anno ricorre il 148mo anniversario della nascita di Luigi Pirandello, scrittore, drammaturgo e poeta italiano che l’8 novembre 1934 vinse il Nobel per la letteratura «per il suo audace e ingegnoso rilancio dell’arte drammaturga e scenica». Nel discorso che tenne in Svezia, ritirando il premio, così si espresse: “Mi piacerebbe credere che questo premio sia stato conferito non tanto alla perizia dello scrittore, che è sempre irrilevante, quanto alla sincerità umana del mio lavoro”. Pirandello, infatti, al di là della scrittura, seppe interpretare i cambiamenti della società italiana, leggendone anche gli aspetti più nascosti. Seppe interrogarsi anche sui cambiamenti che lo coinvolgevano in prima persona. Come tutti gli intellettuali di spessore, riusciva ad assorbire il bene e il male trasformandoli in parole, scene e racconti che diedero all’arte italiana nuova linfa. Aprì strade moderne nel raccontare e nel rappresentare storie e personaggi di un’Italia che faticava a trovare se stessa. Pirandello fece soprattutto questo: dare un’identità agli italiani che, anche grazie al suo Nobel, capirono l’importanza dell’arte come messaggio internazionale. A febbraio Rocca di Papa ha dedicato a Piran-

dello una bella iniziativa presso il museo di geofisica ma quella iniziativa è rimasta incompleta, mancante di un pezzo importante: dedicare a Pirandello il teatro cittadino come propose anni fa il nostro concittadino Piero Botti. Che ancora nessuno abbia deciso di farlo è davvero sorprendentevisto che Luigi Pirandello scrisse proprio a Rocca di Papa, sotto il faggio secolare di monte Cavo, il suo primo romanzo giovanile, L’esclusa (scritto nel 1893 e pubblicato a puntate sulla rivista La tribuna, poi stampato in volume nel 1901). Alla fine di questo romanzo, infatti, lo scrittore agrigentino sentì l’esigenza di scrivere chiaramente il luogo dove aveva dato vita ai suoi personaggi e alle loro vicissitudini. Pirandello scelse Rocca di Papa per trascorrervi parti importanti della sua vita, veniva qui in vacanza e per trovare la giusta ispirazione. Da sempre amante della solitudine e del suo stare con se stesso, trovò a monte Cavo un luogo ideale per scavare nell’anima più profonda dell’uomo-scrittore e drammaturgo. Il settimanale Sette del Corriere della Sera sull’ultimo numero gli ha dedicato una bella pagina e, tra le tante cose riportate, vi è una parte del suo testamento, che fa comprendere ancora di più la profondità di spirito di uno dei maggiori rappresentanti della letteratura italiana: “Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur Il faggio secolare di monte Cavo cenno. Né annunzi né partecipazioni. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici. Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere, perché niente, neppure le ceneri, vorrei avanzasse di me”. Che cosa si aspetta ancora a dedicare a Luigi Pirandello il teatro civico di Rocca di Papa?


Indiani Amato e odiato, appeso e cucinato d’America 20

a cura di Francesco Signorello

L’educazione al silenzio

ORSO IN PIEDI: “Si insegnava ai bambini a restare seduti immobili e a prenderci gusto. Si insegnava loro a sviluppare l’olfatto, a guardare là dove, apparentemente, non c’era nulla da vedere, e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo. Un bambino che non può stare seduto senza muoversi è un bambino sviluppato a metà. Noi respingevamo un comportamento esagerato ed esibizionista poiché lo giudicavamo falso. Un uomo che parlava senza pause era considerato maleducato e distratto. Un discorso non veniva mai iniziato precipitosamente né portato avanti frettolosamente. Nessuno poneva una domanda in modo avventato anche se fosse stata molto importante. Nessuno era obbligato a dare una risposta. Il modo cortese di iniziare un discorso era di dedicare un momento di silenzio a una riflessione comune. Anche durante i discorsi facevamo attenzione a ogni pausa, nella quale l’interlocutore rifletteva. Per i Dakota, il silenzio era eloquente. Nella disgrazia come nel dolore, nei torbidi momenti della malattia e della morte, il silenzio era prova di stima e di rispetto. Era così quando ci capitava qualcosa di grande e degno di ammirazione”. Luther Standing Bear (Orso in piedi)

Tratto dal libro: “Il Grande Spirito parla al nostro cuore”, Edizioni Red

PAGINA APERTA

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onnipresente in ogni casa... è l’aglio di Francesca Torino Mai come l’aglio, forse, c’è stata una pianta in grado di suscitare in noi emozioni così contrastanti, quali il piacere o il disgusto nell’assaporarla. Già in epoca antica, i pareri a riguardo sono divergenti. Il poeta latino Orazio considera l’aglio peggiore della cicuta, un veleno per l’intestino che deve essere somministrato a chi commette parricidio; Plinio il Vecchio, invece, dà consigli su come seminarlo per farlo crescere senza odore (il metodo si basa sulla posizione della luna) e su come eliminarlo uno volta ingerito (basta arrostire sulla brace e poi mangiare una radice di bietola). Nell’antico Egitto, così come in Grecia, l’aglio è considerato una pianta infernale e offerta alle divinità patrone degli inferi e dei morti. I devoti di Sokar, una primitiva divinità egizia, si adornano con aglio e cipolla; mentre quelli di Bastet, dea dalla testa felina,

sono soliti masticarli. Interessante notare come i faraoni e i sacerdoti non pratichino queste usanze ritenendole sgradite agli dèi, ma facciano mangiare aglio e cipolla agli schiavi per preservarli da infezioni. Infatti, molti sono i dotti, come ad esempio lo stesso Plinio, ad elencare ricette che mettono in evidenza le sue molteplici virtù terapeutiche: se cotto è efficace contro l’asma; se inserito dentro un fico è un ottimo rimedio per liberare l’intestino; cotto con il latte oppure tritato e mescolato con del formaggio guarisce dal catarro. Per i taoisti e per i buddhisti, la pianta agliacea va evitata perché contamina il nostro corpo, nutrendo i demoni che vi abitano. Va detto, però, che in sanscrito la parola aglio significa “uccisore di mostri” ed

Insaccati... è allarme? Occhio alla Nutrizione

di Laura Fico* Negli ultimi giorni ho ricevuto molte domande in riferimento all’aggiornamento della classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer) nella quale le carni rosse lavorate sono state inserite nella prima classe delle sostanze cancerogene. Il quesito più comune è semplicemente se questo corrisponde al vero. Ovviamente non posso che confermare le criticità associate a questa tipologia di alimenti per diversi motivi, tra cui: la presenza di proteine animali, che possono interagire con le nostre, la presenza del gruppo eme(1) che induce infiammazioni a livello della parete intestinale e, infine, per

la presenza di grassi saturi, nitriti, nitrati e idrocarburi. Tutto ciò però non ci deve assolutamente allarmare poiché, come per tutti gli alimenti, il problema esiste quando c’è un accumulo di una componente “nociva”.

è per questo che streghe e vampiri odiano così tanto il suo odore e cercano di starne alla larga il più possibile. Nelle credenze popolari, infatti, la pianta viene associata a un talismano, a un amuleto capace di proteggere da tutti i malefici, perché tipica del sottosuolo e dunque intrisa di energie positive proprie della terra. Aldo Fabrizi, in un sonetto romanesco dedicato proprio all’aglio, scrive di come la madre gli metta «‘na collanina d’aji intorno ar collo» e lo mandi a dormire con questa indosso per scacciare «li vermini […] birboni» che tentano di salire su per «li pormoni».

Ad esempio anche un alimento innocuo e assolutamente consigliato come la fragola se mangiata più volte al giorno, tutti i giorni, può causare un accumulo di sostanze cancerogene come i pesticidi. Per non parlare degli effetti di alcuni coloranti presenti nelle caramelle che regaliamo tutti i giorni ai nostri figli o degli ingredienti di bibite gassate di cui siamo golosi. Il messaggio che voglio far passare è di preferire sì la carne bianca, di limitare ovviamente gli insaccati ma soprattutto di variare e non demonizzare nessun alimento. Non serve fare allarmismi che ci distraggono da altre problematiche ugualmente importanti. Eme: proteina globulare presente nei globuli rossi responsabile del trasporto dell’ossigeno.

(1)

*Biologa Nutrizionista


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L’angolo della storia

CULTURA

Azione e reazione da Bava a Bresci

di Vincenzo Rufini Ad ogni azione corrisponde una reazione, recita un principio della fisica; ma codesto assunto può essere trasposto dalla brillante ed affascinante scienza anche in altri campi dell’agire umano. La Storia è uno strato culturale dove può essere applicato tale assioma. Sul finire dell’Ottocento l’Italia è da poco più di venti anni uno stato unitario e la sua conduzione, nell’esercizio del potere, è stata gestita dai due rami del liberalismo: la Destra e la Sinistra, ambedue definite storiche dalla storiografia. La società italiana è prettamente agricola, l’industrializzazione costituisce un fenomeno minimo e le nascenti industrie sono collocate nel nord della penisola. La popolazione è divisa tra un’aristocrazia ormai al tramonto della sua fase storica, ma ancora custode degli antichi privilegi, e una borghesia rampante che ormai ha raggiunto le leve del potere e lo esercita in modo censitario ed autoritario. Oltre queste due classi sociali ve n’è un’altra, il proletariato, che vive la sua esistenza senza alcun privilegio e un carico di doveri enorme. In questa situazione la società italiana arriva alla tarda primavera del 1898; all’inizio del mese di maggio tutta l’Italia è percorsa da un moto di protesta ma è a Milano che tale risentimento popolare assume un carattere di protesta organizzata. La folla aderisce ad uno sciopero generale, si formano delle barricate per le strade, ed il governo guidato dal Marchese Di Rudinì, un politico il cui cognome viene ricordato più per le avventure amorose della figlia Alessan-

dra con Gabriele D’Annunzio che per l’attività di governo svolta, autorizza l’uso della forza per reprimere la protesta. La domenica dell’8 maggio il comandante della piazza di Milano, il generale Fiorenzo Bava Beccaris, fa sparare sulla folla con l’artiglieria pesante causando un massacro. L’eccidio suscita una profonda impressione in tutta Europa a cui si aggiunge lo sdegno per il conferimento di un’onorificenza al generale Bava da parte del re Umberto I. Rapportando Gaetano codesti eventi al Bresci principio della fisica dianzi esposto si può dire che ciò ha costituito l’azione; la reazione la si trova al di là dell’oceano Atlantico.Negli Stati Uniti vive un emigrato, Gaetano Bresci, che ha lasciato l’Italia, come molte migliaia di suoi connazionali, per cercare la fortuna ed una vita migliore nel nuovo Eldorado dei tempi moderni: l’America. Bresci viene stravolto dalla notizia dei fatti del 1898, non solo a causa della strage perpetrata come insulto all’umanità ma anche per coinvolgimento personale a causa della perdita di persone a lui care, e decide di tornare in Italia onde ergersi a vindice degli uccisi e colpire colui che ai suoi occhi ne era stato il responsabile: Umberto I. L’appuntamento col destino Gaetano Bresci lo ha la sera del 29 luglio 1900 a Monza, dove il Re si è recato in visita; per lui, che sparava come un cow boy, avvicinarsi alla carrozza reale e far fuoco sul re è un gioco da ragazzi. Col suo gesto regicida intende vendicare i morti del ‘98. Immediatamente arrestato e salvato dal linciaggio della folla viene tradotto in carcere dove dopo un anno di reclusione viene trovato impiccato. Nessun storico è riuscito a stabilire se Gae-

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tano Bresci si sia suicidato o, probabilmente, sia stato aiutato a compiere l’estremo gesto, come non si è mai saputo se il suo fu un gesto da giustiziere solitario oppure frutto di un complotto di ben più vaste proporzioni. Forse non sapremo

mai la verità sulla morte del Bresci e sulla sua azione vendicatrice, ma possiamo stabilire con certezza che la strage del maggio 1898 compiuta a Milano è la causa prima del regicidio attuato a Monza la sera del 29 luglio 1900.

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Ricordi d’infanzia

Dolci ricordi di un’età felice, che tornate sovente nei pensieri mondo fatto di sogni e di illusioni chissà tristezza allora tu dov’eri?

Caro vicolo angusto e molto antico che nei miei sogni diventavi il mare, un’isola, un castello, il mondo intero, era ben lungi allor da me pensare cosa la vita fosse per davvero.

Quando i tuoi begli occhi mamma vedevo di nascosto velarsi di pianto non capivo allor che cosa fosse ma crescere credi mi ha insegnato tanto. E mentre il tempo passa inesorabile e di questa vita scandisce i lunghi giorni, io mi domando incredula ed assente dolce infanzia passata perché più non ritorni?

Auguri a Triestina e Carlo per i loro 60 anni di nozze

Il 23 ottobre scorso Triestina Morelli e Carlo Trinca (detto Neliando) hanno festeggiato 60 anni di matrimonio. Un amorevole augurio per loro da parte dell’intera famiglia, a cui si aggiunge quello della nostra redazione.


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Ecco a voi Ghosthunters il nuovo film sui fantasmi

di Camilla Lombardozzi Di film sui fantasmi ne sono stati fatti a migliaia. Le pellicole rimaste più impresse sono: La mitica saga ideata da Ivan Reitman, Ghosthbustters-Acchiappafantasmi, del 1984 e Casper del 1995. Nel 2015 il regista tedesco Toby Baumann decide di dar vita a una nuova pellicola con protagonisti i fantasmi, ovvero Ghosthunters. Ghosty è la massa gelatinosa verde protagonista del film, è un FMS (fantasma mediamente spaventoso), costretto a rifugiarsi nella cantina di una casa di città a causa di uno spirito maligno impossessatosi del magnifico maniero in cui Ghosty abitava. A scoprire il fantasma è Tom, un timido bambino interpretato da Milo Parker (Mr Holmes) che instaurerà una splendida amicizia con l’fms. La pellicola, basata sulla trilogia letteraria di Cornelia Funke “Squadra cacciafantasmi”, può essere definita come un mix di altre opere, una combinazione di citazioni, sequenze e luoghi. Operazione, quella di Baumann, interessante e anche piacevole se presentata con moderazione, in quanto se ad ogni scena ti vien da dire “Ah ma io questo l’ho già visto”, va da se, che ci troviamo di fronte a un miscuglio di altri film, e l’opera di base perderebbe di sostanza. Gradevole è vedere il giusto equilibrio tra componente umana e digitale, che rende armoniosa e fluida la pellicola. Divertente e fuori dagli schemi è Anke Engelke, comica e doppiatrice tedesca (la voce di Marge Simpson in Germania è la sua), che interpreta Hetty Cuminella, burbera acchiappa fantasmi di professione. Licenziata dal CGI (Central Gosthunters Institute), aiuterà Tom e Ghosty a sventare il piano dello spirito maligno. Ghosthunters è un film per famiglie e per bambini soprattutto, senza troppe pretese e colpi di scena ma scorrevole e di per sé non noioso.

VAGABONDANDO In giro per musei... Spazio Eventi Tirso

il Segno - novembre 2015

Le sculture Lego a Roma di Francesca Torino Una particolare mostra è presente a Roma in questi giorni e fino al 14 febbraio 2016: una mostra di sculture di mattoncini Lego. Lo Spazio Eventi Tirso ospita nei suoi 1200 mq di estensione le opere di uno degli artisti contemporanei americani più originali e premiati, Nathan Sawaya, che ha dato vita a questa esposizione itinerante The Art of the Brick. Scrittore, conferenziere e artista, Nathan fin da piccolo si è appassionato e dedicato all’arte grazie anche alla sua forte immaginazione, che lo ha portato a creare delle vere e proprie opere d’arte in larga scala con i mattoncini colorati della Lego. La mostra romana, infatti, espone più di 80 sculture, si va da “Il Pensatore” di Rodin a un T-Rex lungo 7 metri, da “Yellow” – raffigurante un uomo a grandezza naturale che si apre il petto – a un cranio gigantesco. L’artista ha voluto comunicare tramite le sue opere i concetti di spazio e di tempo, la dilatazione di entrambi, la forma dell’uno è

Nathan Sawaya

l’intramontabilità dell’altro. The Art of the Brick è la prima mostra in assoluto a pensare i Lego non come semplici giocattoli, ma anche come strumenti creativi nelle mani dell’artista. Trasformare, modellare, plasmare il mondo attraverso degli oggetti comuni, dei mattoncini, con i quali più o meno tutti abbiamo passato la nostra infanzia. Dare libero sfogo alla nostra immaginazione e svincolarci da una esistenza che sopprime questa importante capacità intellettiva – la creatività – e ci opprime

con il suo grigiore e la sua monotonia. Una mostra fuori dal comune quella di Nathan, ma che forse può rendere uno dei nostri tanti pomeriggi diverso ed evasivo, e chissà magari riuscirà a far ritrovare in noi quel bambino che si dilettava a costruire casette con i Lego colorati e a seminarli per tutta casa. Dal 28 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016 SET (Spazio Eventi Tirso) Via Tirso, 14 Roma

Il certificato di proprietà ora è digitale Sportello dell’automobilista

di Maurizio Santangeli* Ancora novità per chi deve intestarsi un automezzo. Dal 5 ottobre scorso, infatti, il Certificato di proprietà (documento che raccoglie tutte le informazioni amministrative di un veicolo) è stato sostituito da una “ricevuta” prodotta dal sistema informatico contenente un codice alfanumerico attraverso il quale si potranno consultare, direttamente online, tutte le informazioni relative al veicolo stesso utilizzando uno smartphone o un tablet e leggendo il QR-code (oppure collegandosi al sito dell’ACI e digitando il codice d’accesso, entrambi riportati sullattestazione stessa). Se è stato emesso un Certificato di proprietà digitale (CDPD) ed il relativo supporto cartaceo è stato smarrito dall’interessato, adesso sarà sufficiente firmare una dichiarazione sostitutiva di smarrimento per procedere ad una successiva ristampa. La denuncia rimane necessaria solo in caso di smarrimento di un Certificato di proprietà ancora in forma cartacea (ex art. 13 D.M. n. 514/1992). Sarà quindi impossibile perdere il documento at-

testante la proprietà, problema che oggi si presenta spesso al momento di vendere un mezzo, poiché attraverso il tipo di veicolo, la targa ed il codice fiscale dell’intestatario si potrà visualizzare il CDPD ed usufruire dei vantaggi della digitalizzazione del documento (esempio: sapere se sono state registrate al Pubblico Registro Automobilistico formalità successive). In caso di radiazione per esportazione all’Autorità estera ai fini della reimmatricolazione si dovrà consegnare la carta di circolazione (il Certificato di Radiazione -CdR- non è un documento obbligatorio). In ogni caso, le Autorità estere, attraverso il codice di accesso presente sulla ricevuta rilasciata alla parte, potranno consultare online, sul sito ACI, il CdR Digitale. In alternativa, la parte può richiedere un certificato cronologico da esibire all’Autorità estera. Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento.

*Sportello telematico dell’automobilista e agenzia HDI Assicurazioni Via Frascati 34, Rocca di Papa Tel. 06-9497748


il Segno - novembre 2015

di Annarita Rossi “Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura”, citava il filosofo Arthur Schopenhauer. Se si ha la capacità di leggere lo sguardo degli animali, si riuscirà a comprenderne quello che l’animale, qualsiasi esso sia, domestico come selvatico, vuole dirci. Ed ogni animale, anche tra quelli appartenenti la stessa specie, ciascuno con il proprio carattere, avrà uno sguardo diverso con il quale ci comunicherà qualcosa entrando meravigliosamente in empatia con noi. Gli occhi, come specchio dell’anima, che si illuminano, si spalancano, ammiccano, si stringono, implorano, si spengono. Coloro che riescono ad entrare in sintonia con gli animali si accorgono che questi ci guardano diritto negli occhi. Basti pensare al cane che guarda sempre il suo padrone negli occhi per carpirne qualsiasi intento persino da un’impercettibile battito di ciglia. Il suo sguardo puro e semplice è trasparente e non

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Lo sguardo degli animali

mente mai. Il linguaggio dello sguardo infatti non è prerogativa assoluta della nostra specie ma anche di quella animale. Gli occhi, importanti organi di senso, con la loro mobilità esprimono emozioni quali contentezza, tristezza, paura. Se si incrocia lo sguardo di un animale al mattatoio non si potrà non notare il terrore nei suoi occhi per aver percepito che qualcosa di terribile sta accadendo in quel luogo. Analogamente, se si incontra quello di un animale dietro a delle sbarre, in un canile, in uno zoo come al circo, ci si renderà conto di quanta malinconia ci sia in quegli occhi poiché non esiste una completa rassegnazione quando si viene privati della libertà. Lo sguardo che cambia ancora secondo la situa-

di Enea Trinca

Spesso la gente mi domanda: Per quale motivo i funghi hanno l’ombrello? Risposta: Perchè escono sempre quando piove.

C’è stato un periodo che non ho parlato con mia suocera per ben otto mesi... non volevo interromperla.

L’unica dieta efficace per far sparire la pancia è quella di comprarsi camicie e giacche tre vole superiori alla taglia.

Il mio dottore mi diede sei mesi di vita, ma quando non potei pagare il conto... me ne diede altri sei.

Un malvivente non frequenta mai la Borsa, pratica solo piccoli borseggi.

Disse un politico: Devo già mantenere mia moglie, tre figli, mia suocera... e voi volete che io mantenga anche le promesse elettorali?

il T o c c o

di Ermanno Gatta

zione, come tra madre e figlio ma anche nel controllo sociale tra membri di un gruppo. Sguardi simili a quelli umani, come quelli dei primati che hanno occhi ed espressioni facciali affini ai nostri. Sguardi che erroneamente consideriamo freddi o poco espressivi ma che la selezione naturale ha reso tali per fungere da salvavita come quelli del barbagianni, splendido rapace notturno che esprimono silente attenzione poiché esso prima ascolta e poi vede. Ma anche gli occhi del gatto, ipnotici e magnetici ci dicono così tante cose; le sue pupille quando dilatate di giorno, manifestano diversi stati d’animo, dalla curiosità all’allerta, dalla paura allo stress. Quando poi ci guarda tendendo a socchiudere le palpebre per pochi istanti è segno di affetto e fiducia nei nostri confronti. Si può chiosare dicendo che: “Gli occhi dei gatti sono finestre che ci permettono di vedere attraverso un altro mondo”. Tutti gli sguardi degli animali comunque donano belle sensazioni infondendo calma e serenità. Guardare negli occhi un cane, un gatto, una scimmia, come un’altra specie animale, ci aiuta ad imparare molto sulla relazione che instauriamo con loro oltre che a migliorare quella con noi stessi.

Riflessioni

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di Florentina D. Pagnajer All’incrocio di destini di generazioni prevale sempre la legge della natura. Discendiamo dai nonni e bisnonni ed i nostri figli sono il lancio di noi nell’universo, lontano, dove la mente fa fatica ad arrivare. In questo rapporto genitori-figli, mi ritrovo spaesata ogni volta che provo a riflettere, perché mi coinvolgo più dei miei confini. Dove inizia, e quando, l’amore di una mamma e di un papà per un figlio? Forse prima ancora di concepirlo... forse quando il pensiero si nasconde in un angolo della mente e prende radice. Le mie riflessioni in genere hanno genesi dai rapporti personali per poi fluire ed abbracciare i pensieri di chi condivide la mia vita... Il mio essere mamma mi porta a capire le problematiche di tutte le mamme, il flusso d’amore per un figlio, il tormento da mamma. Colgo un ricordo bellissimo, chiedendovi di ricordare il primo giorno di vita di vostro figlio. E dedico a voi mamme e papà, il mio pensiero, e dedico a te, mia adorata figlia, il mio dolce “tormento”:

In un esplosione di colori, ogni autunno mi sbalza in una gioia sublime per un 14 novembre che vorrei segnare in ogni mio respiro... In un sabato, come oggi, ma anni fa, venivi al mondo tu, mia adoratissima figlia, e oggi sento il tuo nome sussurrato nel fruscìo di ogni foglia, in quel vortice di color ruggine che nasconde però il colore del sole... Tu, sole del mio cuore, perdona i miei cenni sfogati di rabbia, a volte spenti subito da quell’adorazione per te, paragonabile solo al cigno che riflette sull’abbagliare dell’acqua, la sua adorazione per il puro. Ricordo ancora quel sabato pieno di sole quando il tuo papà andava dicendo che eri arrivata nel mondo. E oggi? Piego la fronte su di una fodera del tuo cuscino respirando quasi un tuo respiro dimenticato, lì nel sonno... e riempio me stessa di te. Ti auguro, con ogni parte di me, che Dio ti accompagni in salute, splendore e successi in questo mondo magico che si chiama vita. Auguri mia adorata figlia.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna In questo numero parleremo di Lippò. Il maestro Carfagna, infatti, ci racconta un aneddoto che riguarda questo personaggio di Rocca di Papa. Molto eccentrico ma da tutti molto amato, era noto anche all’estero. Di lui hanno parlato perfino giornalisti e tanti fotografi si sono sbizzarriti a riprenderlo nelle pose più diverse. Lippò, con i suoi baffoni, era pure la gioia dei bambini anche se incontrarlo per strada, col suo modo stravagante di vestire e di parlare, poteva incutere qualche timore. Era sempre vestito da sceriffo, con regolare stella sul petto, cappello da cowboy, fazzoletto al collo, manette e pistola come la portavano i pistoleros (naturalmente era un giocattolo). I rocchisciani, incontrandolo, lo salutavano con parole amichevoli, la più in voga era: “Tajare collo e capoccia, zac!”. Lippò si guadagnava da vivere facendo di tutto: se avevi bisogno di terra di ciocco, lui andava nei boschi a procurarsela; se ti serviva della segatura per il negozio, lui te la portava. Insomma, se avevi bisogno di qualcosa lui risolveva il problema. Era anche famoso per aver combinato tanti scherzi, alcuni rimasti insuperati. Uno di questi, in verità poco noto, ci è stato raccontato dall’amico Antonio Meconi. Uno dei lavori di Lippò consisteva nell’andare nei boschi per tagliare dei passoni di castagno necessari per le vigne. Un giorno,

Lippò e l’abbuffata al cimitero di Marino

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il Segno - ottobre 2015

era luglio, ne portò due nella vicina Marino e si fermò in un’osteria a salutare gli amici. Tra un bicchiere e l’altro fece tardi e, passando davanti al cimitero di Marino, vide un orto con una bella pianta di ficore gocciolute (fichi). Poiché ne andava ghiotto decise di farsene una bella magnata. Ma c’era un problema: il custode del cimitero che si aggirava nei dintorni. Allora, per allontanarlo cominciò a urlare: “Huuuuaaaaoouu! Quandu io ero vivu nessun ficu era

maturu, steanu tutte a cuollu rittu… ma ora che so’ muortu stau tutte a cuollu stuortu. Huuuuhaaauu!”. Il custode per la paura corse verso Marino strillando: “Haaa! Aiutooo! Aiutooo! Al cimitero stanno i fantasmiii, i fantasmiii, i spiritiii, i spiritiii!”. Così Lippò, solo soletto e in tutta tranquillità, si fece una scorpacciata di fichi come mai gli era capitato e a Marino, ancora oggi, si narra dei fantasmi del cimitero.

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SUI NUOVI LAVORI IN VIALE E. FERRI Salve, sono residente a Rocca di Papa, vi scrivo per segnalarvi che a seguito dei lavori effettuati per la creazione del marciapiede in viale Enrico

Ferri, è nato un problema di viabilità. La sosta delle macchine in detta via crea difficoltà ai mezzi di trasporto extraurbano Cotral al punto che non si riesce a passare. La sottoscritta essendo obbligata

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per motivi di lavoro a spostarsi quotidianamente e soprattutto la mattina transitando per detta via, è rimasta bloccata proprio a causa dell’impossibilità di transito dei mezzi pubblici per il restringimento della carreg-

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giata creando ritardi per raggiungere il posto di lavoro. Detto ciò si chiede di voler intervenire quanto prima, alla risoluzione del problema segnalato. Distinti saluti. Anna Maria Scotti

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