Inserto Speciale "Sagra delle Castagne 2019"

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Rocca di Papa

Ho veduto in vita mia grandi e belle estensioni di paese, in monte e in piano, sui mari e sui laghi; ma una vista come l’avevo dal balcone della mia camera a Rocca di Papa ... non l’ho incontrata in nessun luogo e neppure che le si avvicinasse.

Benvenuti! Un paese, la sua storia

Inserto Speciale in occasione della “Sagra delle Castagne 2019”

Massimo D’Azeglio

(1798-1866)

Il Corteo Storico della Sagra delle Castagne “parla” della nostra storia di PIERO BOTTI*

Entusiasmo, poesia, senso di appartenenza, mobilitazione di popolo, questo e altro ancora è il Corteo Storico della Sagra delle Castagne di Rocca di Papa. “Non si può fare” dicevano i sapientoni; e invece si fa. “Costa troppo” dicevano i commercialisti da bar; e invece non costa nulla. Si fa perché i giovani del nostro paese vogliono vivere Rocca di Papa, vogliono amarla, vogliono difenderla; si fa perché vogliono accarezzarla e perché loro hanno deciso che si fa. Ormai hanno compreso che la ripresa delle attività dipenderà da come sapranno fare bello il nostro paese. Eccolo il Corteo Storico della Sagra delle Castagne, privo di qualunque forma di finanziamento ma traboccante di talento, spirito d’iniziativa, capacità di superare ogni ostacolo. Il Corteo inizia dall’anno 1181, quando Papa Eugenio III edificò il castello «que dicitur Rocha de Papa». Ci parla di Ludovico il Bavaro, le cui truppe diedero impulso allo sviluppo del borgo di allora fondando “il quartiere bavarese”; ci illustra le famiglie nobili che ne furono Signori. Il Corteo rende protagonista il bosco, con la sua natura e i suoi prodotti. Mette in evidenza i boscaioli; ci descrive il panorama più bello del mondo: il nostro! Fa cantare i briganti che popolavano la “Macchia della Fajola”, i popolani e le popolane, i nobili in villeggiatura. Ci fa immaginare gli eremiti di Monte Cavo come Edmondo da Bouisson che viveva immerso nei boschi e nella contemplazione. Ci mostra, come in uno spettacolo teatrale gli sciatori degli anni Trenta sulle nevi dei Campi d’Annibale, dove si arrocca la nostra rocchicianità montanara. Il Corteo ricorda D’Azeglio, Montanari, Pirandello, Marconi, Elena del Montenegro, fra gli innamorati illustri di Rocca di Papa. La sfilata, però, è qualcosa di ancora più importante: è un vero atto d’amore per il nostro paese, gravemente ferito e rialzatosi grazie alla passione della sua gente, mai arresosi alla tragedia che ci ha colpito lo scorso 10 giugno. Sono le costumiste che hanno lavorato con slancio e competenza tutto l’anno, come le scenografe. SEGUE A PAGINA 2

Il Patrono San Carlo Borromeo

Dal 1613, anno della sua proclamazione, San Carlo Borromeo è il Patrono di Rocca di Papa e dunque da oltre 400 anni si svolge la Festa a lui dedicata che coinvolge l’intera comunità roccheggiana.

Annibale

Il guerriero che diede filo da torcere ai Romani, secondo alcuni, avrebbe dato origine al quartiere dei Campi d’Annibale, così chiamati proprio perché qui Annibale allestì l’accampamento.

Marconi

Il grande scienziato italiano effettuò dall’Osservatorio di Rocca di Papa sulla Fortezza gli esperimenti sulla trasmissione tramite il primo telegrafo.

La “Via Sacra” Alla scoperta della strada di epoca romana che si arrampica lungo le pendici di Monte Cavo per 3 chilometri.


La passione dei giovani per la rinascita del paese SPECIALE “SAGRA”

Rocca di Papa

Luigi Pirandello

«E a te borgo, che addosso a la montagna t’arrampichi, sorrida la fortuna»

Per scrivere il suo primo romanzo (L’esclusa), Luigi Pirandello scelse Rocca di Papa, in particolare Monte Cavo. Lassù trascorse l’estate del 1893. La quiete, l’aria e i panorami accentuarono la sua vena creativa. Pirandello nel 1901 dedica a Rocca di Papa anche una poesia, la dedica al borgo che si arrampica «addosso a la montagna»: LUNA SUL BORGO Lampioncini a petrolio, questa sera riposo: c’è la luna che dal cielo rischiara il borgo in vece vostra. Velo non le faran le nuvole, si spera. O Luna, tu no ‘l sai, ma in fila tante e tante lune ha ormai quasi ogni strada della città, che accese in un istante son tutte; e li nessuno a te più bada.. Sorridi al borgo e fa’ che invan non conti su te pe’ suoi risparmii: nella quiete del lume tuo, cantano a coro liete le villanelle in fin che non tramonti. E a te borgo, che addosso a la montagna t’arrampichi, sorrida la fortuna, sol perché, come il lago e la campagna, ti lasci illuminare dalla luna. Luigi Pirandello

Alcuni momenti del corteo storico dello scorso anno (Foto di Paola Rufini)

Il Corteo Storico “parla” della nostra storia SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Sono i tamburini, gli artisti, i poeti, i cantanti, i cantautori; è la danza strepitosa delle nostre ragazze; sono quelli che ci aiuteranno durante il passaggio della sfilata; la forza della nostra sfilata è costituita soprattutto dai giovani delle associazioni organizzatrici: Associazione Libere Idee, Laboratorio Centro Storico, Ente Pro-Rocca, Domus Artis, in perfetta sintonia con la Pro Loco, titolare dell’intera Sagra nei suoi molteplici aspetti. Sfila il paese che abbiamo sempre amato e che ameremo sempre. Sarà il Corteo Storico della Sagra delle Casta-

gne di Rocca di Papa. La grande festa d’autunno, pensata dalla Pro Loco come occasione della ripresa, del rispetto, della speranza. Organizzata con arte, poesia, musica, folklore, seppur tra mille difficoltà. È la Sagra delle Castagne della cultura, che è nel nostro dna, ma anche della cucina tipica locale che esalta i profumi dei boschi. Sia la Sagra delle Castagne di tutti, che tutti la sentano propria. Prendiamo esempio dai giovani e valorizziamo Rocca di Papa. *Maestro concertatore del Corteo Storico della Sagra delle Castagne

supplemento il Segno ottobre 2019


SPECIALE “SAGRA” La strada romana del 100 a.C. si trova nel cuore del Parco dei Castelli Romani

Rocca di Papa

supplemento il Segno ottobre 2019

Dall’età del Bronzo alla fondazione di Roma di Andrea Sebastianelli

Le tracce dei primi villaggi di stirpe Latina furono scoperte nei Castelli Romani a partire dall’Ottocento. Si trattava soprattutto di necropoli che testimoniavano l’esistenza di piccoli ma numerosi abitati prevalentemente dediti alla pastorizia e all’agricoltura. Villaggi che celebravano dei riti in comune sulla vetta dell’attuale Monte Cavo (l’antico Mons Albanus) in cui si innalzava il tempio dedicato al Giove dei Latini (Juppiter Latiaris). La cerimonia più importante era quella delle Ferie Latine, in cui i Popoli di stirpe Latina si riunivano per alcuni giorni sulla vetta del monte per rinsaldare i loro vincoli di amicizia e fratellanza. Lo storico romano Tito Livio, nella sua “Storia di Roma”, dedica diversi passi alle vicende che accaddero dall’arrivo di Enea fino alla fondazione della mitica città di Albalonga da parte del fi-

Il telegrafo di Marconi

glio Ascanio. E, pian piano, arriviamo ai primi Re di Roma che sul Mons Albanus, percorrendo la Via Sacra (strada basolata risalente al 100 a.C.), si recavano per rendere omaggio a Giove. Vicende narrate da Livio mescolando storia, mito e leggenda, che ci fanno comprendere l’importanza dei Colli Albani e di Monte Cavo rispetto alla successiva fondazione di Roma avvenuta nel 754 a.C. La figura più illustre tra quelle che percorsero la Via Sacra è sicuramente quella di Giulio Cesare che qui trionfò nel 45 a. C. Il Tempio di Giove finì la sua funzione nel IV sec. d.C. quando nel 391 Valentiniano II e Teodosio fecero approvare la legge che proibiva i riti pagani. Oggi sul monte poco rimane del Tempio a parte alcuni blocchi squadrati di pietra e alcuni resti di colonne che si possono vedere lungo la Via Sacra. Attraverso una stampa del Piranesi (1720-1778), abbiamo la documentazione grafica dell’esistenza delle rovine del

Marconi a Rocca di Papa nel 1932

Il 2 agosto del 1932 Rocca di Papa entrò nella storia. Dall’Osservatorio Sismografico posto a 750 metri s.l.m. (oggi adibito a museo), partirono i segnali verso il panfilo “Elettra”, stabilendo così il successo del telegrafo messo a punto dallo scienziato italiano Guglielmo Marconi. Le prove furono avviate quando il panfilo si trovava a 63 chilometri da Rocca di Papa effettuando eccellenti comunicazioni telefoniche in duplex con segnali molto forti da ambo le estremità.

Tempio con statue frammentate, rocchi di colonne, capitelli, basi e architravi. Molti oggetti antichi portati alla luce nel territorio di Rocca di Papa, sono custoditi in diversi musei, a cominciare dal Museo Preistorico “Pigorini” all’Eur di Roma in cui si possono ammirare le ceramiche rinvenute nelle tombe protostoriche. Nel museo civico dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, invece, sono conservati alcuni gioielli in oro recuperati dalla tomba principesca del Vivaro del periodo Orientalizzante (tarda età del ferro). Infine, nel Museo delle Navi di Nemi si trovano alcuni frammenti di roccia lavorata che decoravano il Tempio di Juppiter Latiaris.

Sopra: la Via Sacra in una stampa del XVIII sec. a.C. A lato: Giulio Cesare che trionfò a M.Cavo nel 45 a.C. Sotto: la cappelletta dedicata a S. Rita sulla strada romana di Monte Cavo.

Le “Ciambelle San Carlo, un degli Sposi” Patrono amato

La “ciambella degli sposi” permette di fare un tuffo nella tradizione di Rocca di Papa. Questo dolce è diventato a pieno diritto tra i più apprezzati dei prodotti tipici della regione Lazio, visto che gli antichi forni del paese ne custodiscono gelosamente la ricetta. Questo prodotto affonda le sue radici nel rito del matrimonio: era il dolce portato in dono ai parenti e agli amici degli sposi. Ancora oggi perpetua la tradizione; chi lo assaggia augura agli sposi un futuro duraturo, dolce e piacevole così come il gusto di questa tipica ciambella. Il numero di ciambelle che si regala varia in base al grado di parentela che intercorre tra l’invitato e i futuri sposi.

Il 4 novembre (giorno di Ognissanti) dell’anno 1613, Rocca di Papa proclamò suo Patrono San Carlo Borromeo. Alla cerimonia, svoltasi nella Chiesa del Crocifisso (nel cuore del Quartiere Bavarese) parteLa Chiesa cipò anche la famiglia del Crocifisso Colonna che era imparentata direttamente con i Borromeo poichè il figlio di Marcantonio Colonna, Fabrizio, aveva sposato Anna Borromeo, sorella del Santo. La comunità in quella sede decise inoltre di dedicare ogni anno a San Carlo una vera e propria festa solenne. Inizialmente questa festa per il Patrono veniva ricordata il 4 novembre ma, essendo un periodo in cui i roccheggiani erano impegnati nelle attività della campagna, dal 1854 la Festa verrà celebrata la terza domenica di luglio.


il Segno dei tempi

Rocca di Papa

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

Panorami di una volta

Rocca di Papa offre ai suoi visitatori dei panorami mozzafiato! Basta farsi una bella passeggiata per il centro storico tra vie, vicoli, piazzette e slarghi per trovarsi davanti dei paesaggi unici in cui Roma appare in tutta la sua bellezza. Poi si possono ammirare gli altri paesi dei Castelli Romani circondati dal verde della campagna romana con i due laghi vulcanici, tutti sembrano stare dentro un dipinto. Vi invitiamo a queste belle passeggiate per scoprire qualcosa in più del nostro bellissimo paese.

L’Osservatorio Astronomico e il Museo di Geofisica L’Osservatorio Astronomico pubblico “Franco Fuligni” è dal 2000 un punto di riferimento per la divulgazione e la didattica astronomica in tutta l’area sud della provincia di Roma e della provincia di Latina. L’Osservatorio è sito nel Comune di Rocca di Papa, e precisamente presso la frazione “Vivaro”, ed è una struttura aperta a tutti, astrofili, curiosi, gruppi e scolaresche, a chiunque sia interessato

a scoprire le bellezze dell'universo. La cupola di 4 metri ospita un telescopio riflettore newtoniano da 41 cm di diametro. Dal giardino dell’Osservatorio, parte il sentiero delle stelle, un percorso lungo il quale è possibile riscoprire “l’altra metà del panorama”. Un altro luogo da visitare è senz’altro il Museo di Geofisica, posto sotto la Fortezza, che oltre a raccontare la storia della ricerca

vulcanolog i c a italiana e internazionale, raccoglie anche le prime attrezzature messe a punto da Michele Stefano De Rossi, che proprio da Rocca di Papa studiava il fenomeno dei terremoti e dei movimenti della crosta.

La verdeggiante La sagra dell’arte frazione di Vivaro con i murales

Le origini del Vivaro, la graziosa frazione di Rocca di Papa, risalgono ai primi anni del 1 9 0 0 Il Centro equestre quando alcune famiglie di Capranica Prenestina si misero a servizio della nobile famiglia degli Sforza-Cesarini, all’epoca proprietaria di quelli che oggi chiamiamo “pratoni del Vivaro” e del latifondo della Fajola. Oggi, anche grazie alle attività del Centro Equestre, il Vivaro è uno dei luoghi più belli e incontaminati a pochi chilometri da Roma e può ancora offrire dei paesaggi incantevoli misti a una vita campestre di qualità e tranquillità che permette di ritrovare i sapori di una volta con ricotta e formaggi freschi e del pane profumato appena sfornato.

Il quartiere “Bavarese”

supplemento il Segno ottobre 2019

Le strade e i vicoli del centro storico di Rocca di Papa sono arricchiti da decine di murales che rendono molto piacevole e rilassante anche una semplice passeggiata. Alcune di queste opere d’arte, che decorano diverse pareti all’aperto, risalgono al 1978 (anno in cui si svolse la prima edizione della “Sagra dell’Arte” ideata dall’indimenticato artista roccheggiano Miro Fondi) e sono eseguite con tecniche varie. Questa particolare Sagra è ridiventata realtà, diventando meta ambita di diversi artisti sia italiani che stranieri, e si è arricchita anche di alcune sculture, scolpite nella roccia viva, che si possono incontrare camminando per il In via “Quartiere Bavarese” delle Scalette di Rocca di Papa. NUMERI UTILI

Il primo quartiere di Rocca di Papa è conosciuto con l’appellativo di “Bavarese”. Nel 1328, infatti, le truppe dell’imperatore Ludovico VI detto appunto il Bavaro, assediarono per diversi mesi il Castello sulla Fortezza. Terminato il lungo assedio, l’esercito tedesco fece ritorno a casa ma alcuni soldati, che nel frattempo si erano fidanzati con ragazze del posto, decisero di rimanere a Rocca di Papa e così cominciarono a costruire nuove case proprio ai piedi del Castello e intorno alla prima piazzetta di Rocca, Piazza Vecchia. Pian piano quelle poche case divennero un paese. Ancora oggi i colori del gonfalone comunale sono il bianco e l’azzurro, i colori della Baviera. A ricordo delle sue origini, Rocca di Papa dal 1989 è gemellata con la cittadina bavarese di Landsberg am Lech.

Altri motivi per tornare...

Oltre alla Sagra delle Castagne, a Rocca di Papa un’altra manifestazione che stà riscuotendo molto successo è la Mangialonga, camminenno e magnenno. E’ una passeggiata eno-gastronomica non competitiva (e quindi aperta a tutti, anche ai bambini) che, oltre a far conoscere le ricchezze ambientali del territorio, fa assaporare anche le pietanze tipiche della cucina nostrana. L’iniziativa si tiene ogni anno tra giugno e luglio. Uno dei luoghi di Rocca di Papa più amati è il pianoro sommitale della Fortezza, da cui si gode un panorama unico, in mezzo agli scavi archeologici del castello medievale. Altro luogo da visitare sono le cosiddette Grotticelle, delle tombe di età eneolitica scavate nella roccia viva. L’area sorge su un piccolo pianoro posto sotto monte Cavo, dove si trovano ancora i resti di una casetta dei guardiani-boscaioli, totalmente immersea nel bosco di castagno.

Comune: 06-9499281- Parco Castelli: 06-9479931 - Museo Geofisico: 06-9496230 - Osservatorio Vivaro: 06-94436469

ilsegnonews.com - Direttore Responsabile: Andrea Sebastianelli


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