Il Segno marzo 2016

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il

Segno

...quello che gli altri non scrivono... quindicinale indipendente

Beni comunali Chi offre di più? Anno XV, n. 3 - 1/31 marzo 2016

Gloria atleta vincente

A pagina 16

Gas radon Comune L’allarme a mezzo resta alto servizio A pagina 7

A pagina 9

Crestini e la rivoluzione bifronte A pagina 11

Il nuovo libro di Rita Gatta

La storia di Menichina e di un intero paese

A pagina 17

Prosegue la vendita degli edifici pubblici decisa dal consiglio comunale. Nell’elenco anchel’exmunicipiodi vialeEnricoFerri,l’exscuoladel Vallone e un terreno ai Campi Alle pagine 12 e 13

Testimone della telefonata il nostro Sergio Rasetti

Mammarocca telefona ar fijo - Pronto? - Fijo so’ mamma rocca. - Ciao ma’, tutto bbene? - Fijo mio, lo sai so’ piena d’acciacchi! - Ma’; è l’età. Se me fanno sinnaco te faccio guarì, subbito subbito! - Nun dì fregnacce fijo. So’ dieci anni che inzieme alli amichi tua stai a commannà! Che avete comminato? Danni! Solo danni! - Nun me di accusì, ma’, che me ce’nfurio! É corpa de chi ce critica. Volevo stenne puro li tappeti rossi, ma nun me l’hanno fatto fa’. - Dicheno che sete buciardi; che spennete li bajocchi pe’ opere mai finite e lasciate alo sfascio! Che fate lavorà solo l’amichi vostri; che pensate solo ar vostro bene! Fijo so’ preoccupata: nun è che se t’eleggono ve dovete venne puro li zampietrini

pe’ ripagà li danni? - A ma’, se vedo le brutte sai che faccio? Dichiaro la Repubblica de Rocca de Papa. Cusì me fanno un baffo! Opro 2 o 3 casinò; 7 o 8 piste ciclabili pe’ annà giù a rotta de collo; alle Faete opro ‘no stabilimento termale co’ li fumi der Vurcano; ar Vivaro ‘na stalla multipiano e n’antro Carefù. Me faranno sinnaco a vita, me faranno! -Fijo mio, me fai pavura. Ma te faranno fà tutte ‘ste cose? -Stà tranquilla ma’: vedrai che me faranno fa tutto quello che me pare. Proprio come avemo già fatto! Che nun se vede che è stata ‘na amministrazione oculata?... Co’ cert’occhi! Mo’ te saluto ma’; devo passà casa pe’ casa a promette, a liscià, a negà… Poi nun ce lo sai che avemo preso la laurea a La Sapienza? Semo tutti dottori in Bilanci Farlocchi! Ciao ma’.

Si vota per Il fallimento le primarie di un progetto Domenica 20 marzo

Comitati di Quartiere

Acquisizioni, perché non iniziare da M.Cavo? A pagina 5

A pagina 6

A pagina 8

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ARTIGIANI DEL DOLCE DAL 1965

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il

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

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ATTUALITÀ

il Segno - marzo 2016

Gli italiani al voto per fermare le trivelle dei petrolieri

Referendum del 17 aprile perproteggereilnostromare

La bellezza del nostro Paese e le trivelle sono incompatibili. Non abbiamo indizi, ma prove: le piattaforme in Adriatico inquinano oltre i limiti di legge. Sostanze chimiche pericolose, con un forte impatto sull’ambiente e sugli esseri viventi, si ritrovano abitualmente nei sedimenti e nelle cozze che vivono vicino le piattaforme offshore in Adriatico. Spesso in concetrazioni al di sopra dei limiti previsti per legge. È quanto emerge dal nostro nuovo rapporto “Trivelle fuorilegge” in cui, per la prima volta, vengono resi pubblici i dati ministeriali relativi all’inquinamento generato da oltre trenta trivelle operanti nei nostri mari. Le concentrazioni di queste sostanze sono, in oltre il 70% dei casi, oltre i limiti di legge. I dati mostrano una grave contaminazione da idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, molte di queste sostanze sono in grado di risalire la catena alimentare fino a raggiungere gli esseri umani. Come abbiamo fatto a saperlo? Abbiamo chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tramite istanza pubblica di ac-

cesso agli atti, di ottenere i dati di monitoraggio delle piattaforme presenti nei mari italiani. Il Ministero ci ha fornito soltanto i dati di monitoraggio di 34 impianti, relativi agli anni 2012-2014, dislocati davanti alle coste di Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Delle altre 100 e piùpiattaforme operanti nei nostri mari, non ci è stato fornito alcun dato. Delle due, l’una o l’altra: o il Ministero non dispone di informazioni in merito (e dunque questi impianti operano senza essere monitorati) oppure lo stesso Ministero ha deciso di non farci accedere a tutta la documentazione in suo possesso.

E non è tutto qui. I monitoraggi sono stati eseguiti da ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un istituto di ricerca pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente) su committenza di ENI, proprietaria delle piattaforme oggetto di indagine. In pratica, l’organo istituzionale (ISPRA) chiamato a valutare i risultati del monitoraggio sul mare che circonda lepiattaforme offshore, opera su committenza della società che possiede le piattaforme oggetto d’indagine (ENI) cosicché il controllore è a libro paga del controllato. Insomma, quel che a nessun cittadino sarebbe concesso, è concesso invece ai petrolieri, il cui operato è fuori controllo, nascosto all’opinione pubblica e gestito in maniera opaca. Le trivelle sono incompatibili con la bellezza del nostro Paese, che rappresenta l'unico vero petrolio dell'Italia: aiutaci a difenderla. Non ti sembra abbastanza? VOTA Sì al referendum del prossimo 17 aprile contro le trivelle per porre fine a questo vero e proprio far west. Greenpeace www.greenpeace.org

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il Segno - marzo 2016

ATTUALITÀ

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Non solo droga, sempre più morti per abuso di antidolorifici e pillole

Negli Stati Uniti, e non solo, cresce l’allarme per l’uso degli psicofarmaci

di Daniela Di Rosa C’è droga e droga, c’è quella illegale: cocaina, eroina, ecstasy, metanfetamine, pasticche di tutti i tipi. Sono le droghe per cui gli Stati combattono guerre purtroppo impossibili da vincere, i trafficanti, le mafie, la criminalità internazionale tengono in ostaggio interi Paesi, vedi la Colombia, e distruggono generazioni di uomini e donne e sempre più giovani. Poi ci sono le droghe legali, quelle che ti prescrive il medico e che compri tranquillamente in farmacia, gli antidolorifici. Ogni anno negli Stati Uniti aumentano le morti per overdose di antidolorifici oppioidi, nel giro di dieci anni il loro numero è quintuplicato nelle donne e triplicato negli uomini. Certo, non raggiungerà mai il livello degli stupefacenti per fortuna, ma sempre di molti morti parliamo e sempre in costante aumento. L’uso di tali farmaci fa presumere che dietro ci sia una malattia, spesso però le persone continuano a prenderli anche quando i sintomi della malattia spariscono perché hanno sviluppato una forte dipendenza dal farmaco. Stesso discorso per gli antidepressivi, tranquillanti, sonniferi, si assumono su consiglio del medico per superare un lutto, un periodo di stress, una malattia, uno stato ansioso, problemi di insonnia, solo che il breve periodo da temporaneo diventa stabile e anche in questo caso l’uso di tali farmaci diventa abuso, le gocce non bastano più? Si aumentano e si crea una dipendenza cronica da cui uscirne è difficile. Non è normale assumere pasticche per superare depressione o affaticamento psichico, forse dovrebbero esserci meno psichiatri e più psicologi, oppure dovrebbero finalmente legalizzare la marijuana, calmante naturale, non chimico, che rilassa senza creare dipendenza, esiste anche in pasticche e per molte malattie è legale, si eliminerebbero i continui sbalzi di umore nelle persone con problemi di depressione, e soprattutto non ci sarebbero casi di morti per overdose, in ultimo ci sarebbero meno crimini. In California, dopo la depenalizzazione del consumo si è avuto un calo del 20% del tasso di criminalità minorile.

Walter, il clochard che legge Montalbano

A Milano tutti lo conoscono e adesso anche il resto d’Italia, grazie a una foto pubblicata su Twitter che lo immortala con un libro in mano. Walter, questo il suo nome, è un uomo sulla cinquantina che ha visto la sua vita cambiare nel giro di poco tempo, ha perso il lavoro come barista e la famiglia e da tre anni vive per strada, a pochi metri dal Duomo. Dorme riparato sotto dei cartoni vicino alla vetrina di un negozio e passa le sue giornate a leggere libri che trova in giro o che la gente gli regala. È un lettore appassionato e si immerge nelle storie narrate così tanto da non gradire troppe interruzioni da parte

dei passanti o di chi vuole interagire con lui. Un giorno, casualmente, ha trovato per strada un libro di Camilleri sulle indagini del commissario Montalbano e se

Il clochard Walter

ne è letteralmente innamorato, tanto che la gente che lo conosce gli porta altri suoi libri. La foto scattata e pubblicata su Twitter ha fatto il giro della nazione arrivando sino all’agenzia letteraria dello scrittore, che

– commossa dalla vicenda di Walter – ha contattato Camilleri informandolo. Anche lui si è emozionato di fronte all’immagine di quest’uomo intento a leggere un suo romanzo, decidendo di regalargli altri suoi libri. Walter, che ha saputo del giro che ha fatto la sua foto, ne è rimasto ovviamente colpito e ringraziando Camilleri della sua generosità, ci ha tenuto a dire che purtroppo non ha spazio dove tenere tutti quei libri, ma sarebbe contento di poterli lasciare in giro cosicché altri – come lui – possano scoprire il piacere della lettura e delle storie di Montalbano. Francesca Torino


LA STORIA

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Il cinema itinerante di Davide e Francesca

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Un progetto per portare il cinema in giro per il mondo Polizia

di Francesca Torino Da cinque anni ha preso vita il progetto di due giovani italiani, Davide Bortot e Francesca Truzzi, di portare in giro nei villaggi più isolati del mondo il “Cinema del Deserto”. Il loro è un continuo viaggio per il mondo, dall’Africa alla Mongolia e alla Siberia; ritornano in Italia solo per pochi mesi, il necessario per raccogliere fondi e conti-

nuare la loro importante iniziativa. La loro idea è quella di far conoscere un po’ il cinema agli abitanti di questi villaggi che molte cose non le hanno mai viste, come il mare o le grandi città. Davide e Francesca proiettano documentari, film e cartoni animati sul loro camion-camper, che è anche la loro casa. I filmati che mostrano trattano soprattutto del rapporto tra uomo e natura e dello sfruttamento delle risorse, e questo loro interesse

per l’argomento si riflette anche sul loro cinema che va a energia solare. Le proiezioni, infatti, vengono tutte effettuate quando fa buio. Il cinema con il suo forte impatto visivo permette di mostrare a chi è isolato, emarginato dalla società considerata “civilizzata”, luoghi, oggetti, situazioni a loro lontani; permette di raccontare storie e anche di educare a un miglior rapporto con quello che ci circonda. Inoltre, con il suo linguaggio, il cinema riesce a comunicare con tutti, superando le difficoltà linguistiche. Il progetto di Davide e Francesca è ambizioso e importante e il lavoro maggiore lo fanno tornando proprio nel nostro Paese a cercare i fondi per continuare a portare nei cuori della gente un po’ di felicità malgrado le difficoltà della vita.

Municipale, sblocco delle assunzioni

Con un comunicato dello scorso 29 febbraio il Dipartimento della Funzione Pubblica ha reso noto che le regioni Lazio, Basilicata, Emilia Romagna, Marche, Piemonte e Veneto sono le prime regioni italiane che potranno procedere a nuove assunzioni. Sulla base dei dati acquisiti sul portale mobilita.gov.it, non risulta infatti abbiano personale di polizia provinciale in sovrannumero e si potranno quindi riprendere le ordinarie procedure per il reclutamento di personale di polizia municipale.

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il Segno - marzo 2016

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 gennaio 2016 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.054 (maschi 8.445; femmine 8.609). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.488.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Il Pd alle primarie il 20 marzo in due per la poltrona di sindaco *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Gli oltre 2.000 iscritti dovranno scegliere tra Mauro Fei eSilviaSciamplicotti

di Sergio Rasetti Alle primarie del Partito Democratico i 2.000 roccheggiani iscritti nelle liste per scegliere il candidato alla carica di sindaco troveranno due nomi della “casta”che ha governato negli ultimi 10 anni. Il sistema adottato: chiusura alla partecipazione di militanti ed elettori alle scelte di politica amministrativa; abbandono della storica sede di corso Costituente e la conseguente impossibilità degli iscritti di riunirsi liberamente per discutere; rifiuto del ruolo dei comitati di quartiere esclusi da ogni consultazione, ha demolito lo spazio indispensabile alla politica e democrazia dove si dovrebbero formare le nuove leve. È il modo di rendere praticamente impossibili eventuali avvicendamenti alle cariche pubbliche e costringere il giovane che si vuole impegnare a porsi sotto l’ala protettiva di uno dei “big”, pena l’isolamento politico e qualche volta anche fisico. Lo ha sperimentato, suo malgrado, l’ex segretario dei giovani PD Lorenzo Romei che chiedeva di partecipare con gli

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altri giovani alle decisioni più importanti e, inascoltato, ha finito per dimettersi, spiegando che democrazia e partecipazione non albergano nel PD roccheggiano. Per le stesse ragioni, in tempi non sospetti (lontano da elezioni comunali), l’abbandono di altri storici iscritti che, con il montare dell’isolamento della base e del comitato politico in carica, operato dagli eletti in consiglio comunale, avevano compreso l’inutilità di aderire come militanti ad un circolo di base dove non veniva data alcuna possibilità di militare. Alla luce di quanto “ha ottenuto il paese da questa gestione ad personam” se alcuni di essi fossero disposti a rimettersi in gioco sotto simboli svincolati dai partiti locali, insieme agli altri che ci stanno mettendo già la faccia, potrebbero fare la differenza decisiva. Il voto questa volta avrà un peso doppio rispetto al passato perché i margini per recuperare il paese alla dignità che gli compete sono molto esigui. Affidare di nuovo il “palazzo” agli stessi che non avendo gestito in modo appropriato l’urbanistica hanno permesso lo

Mauro Fei

“sfascio ambientale” condannando vecchi e nuovi cittadini a disagi evidenti e certificati? Perdonare la “leggerezza” di aver lasciato indisturbati edificatori abusivi che ora si trovano a doverne rispondere pesantemente mentre hanno ancora davanti agli occhi l’immagine del politico incosciente che invece di sconsigliarli forse gli faceva l’occhiolino di incoraggiamento a proseguire? Quella dell’edilizia “scappata di mano” a politici e uffici è la cosa più dannosa per il paese. Le spese per opere pubbliche

Silvia Sciamplicotti

mai terminate o lasciate deperire per mancata custodia, quelle fatte per accontentare pochi per un voto di preferenza, costituiscono risorse sottratte a tutti gli altri cittadini che non dovrebbero dimenticare al momento del voto. Noi, che in questi anni non abbiamo mai perso di vista “lor signori” all’opera, siamo convinti che è il momento di cambiare e il cambiamento si può realizzare soltanto partecipando in massa al voto documentandosi bene per non farsi “rubare ancora una volta” una preferenza.

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - marzo 2016

Che fine hanno fatto i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa?

Un altro risultato della gestione Boccia: nati nel 2008 oggi non esistono più

Nati ufficialmente nel 2008, quando 1.730 cittadini con il loro voto scelsero i rappresentanti dei quattro quartieri di Rocca di Papa, dopo sette anni non ne rimane praticamente nulla. Il Comitato della frazione Vivaro si è sgretolato dopo appena un anno; quello dei Campi d’Annibale (in realtà già presente fin dal 1979) è stato sciolto nel 2015 dopo che l’amministrazione comunale l’ha praticamente privato della sede storica di piazza Di Vittorio, in cui era presente da ben 27 anni; quello del Centro Storico sembra sia ancora in piedi ma da un po’ di tempo non dà segni di vita; infine il Comitato di quartiere VigneSacramento andato in disfacimento qualche anno fa. Eppure le premesse erano state buone, visto che l’amministrazione comunale dopo anni di promesse aveva finalmente “legalizzato” l’esistenza dei comitati sul nostro territorio. Si votò il 16 novembre 2008, dalle 9 alle 20, era di domenica, e la partecipazione dei cittadini fu a dir poco entusiasmante. Nel solo centro storico andarono a votare 774 cittadini, 440 ai Campi, 411 alle Vigne e addirittura 105 al Vivaro. Una bella giornata di partecipazione democratica. Fu anche un grande successo dell’amministrazione comunale che, però, invece di seguire le attività dei neo-nati Comitati di quartiere, sempli-

cemente se ne disinteressò. La scelta di dare vita ai Quartieri, infatti, fu sancita dal consiglio comunale di Rocca di Papa e quindi da quel momento appariva ovvio che le Istituzioni vigilassero sul rispetto delle regole democratiche e la stessa funzionalità dei Comitati. Invece questo non accadde e, nel giro di pochi anni, tutto quel lavoro e quell’impegno sono andati letteralmente in fumo. Anche di fronte alle dimissioni di presidenti e vice-presidenti il Comune è rimasto immobile senza nemmeno nominare dei commissari con il compito di riportare al voto i cittadini per l’elezione dei loro rappresentanti. Tutto si è dissolto, così, come se niente ci fosse mai stato. Questa è un’altra medaglia negativa da appuntare sul petto del sindaco Pasquale Boccia, dopo dieci anni da primo cittadino e una quindicina da assessore e vice-sindaco: con la

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sua gestione non esistono più i comitati di quartiere che erano il primo punto di riferimento dei roccheggiani. Il caso eclatante è rappresentato dalla vicenda del Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, che ha chiuso i battenti dopo 36 anni di attività, dopo essere stato il perno centrale della zona più popolosa di Rocca di Papa. Questo Comitato, però, a differenza degli altri tre, non è stato sciolto per problemi interni o di scarso impegno. Tutt’altro. Quando l’ex presidente Gianfranco Silvestrini inviò al Comune l’ultimatum per avere chiarezza sulle reali intenzioni dell’amministrazione comunale circa il ruolo del Comitato, avendo il Comune deciso di non rilevare la sede storica finita nelle mani di un privato cittadino dopo l’ennesimo ribasso d’asta, era un Comitato attivo, che raccoglieva le istanze di centinaia di cittadini portan-

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dole all’attenzione degli uffici comunali. Era il punto di riferimento che in tanti oggi rimpiangono. Non solo, in quella sede storica, perduta per pochi spiccioli, si sono tenute le più importanti assemblee pubbliche sui problemi della città, a cominciare dall’annosa questione delle antenne, ma anche sulla gestione del servizio rifiuti, sul controllo del territorio, ecc. Un luogo vissuto e partecipato. In questa nascita e morte dei Comitati di quartiere emerge quindi la disgregazione democratica di un’intera comunità supportata da un’amministrazione che non ha fatto nulla per impedirla, anzi, ha dato spesso l’impressione di malsopportare quei Comitati (a cominciare proprio da quello dei Campi) che non ci pensavano due volte a criticare alcune scelte amministrative ritenute sbagliate. Oggi i tempi sono maturi per rimettere al centro della discussione politica l’esistenza e la rinascita dei Comitati di Quartiere, visto che Rocca di Papa ha ormai superato i 17mila abitanti ed è quindi necessario che i cittadini abbiano dei punti istituzionali di riferimento per far pervenire le proprie istanze ai politici chiusi nelle stanze di corso Costituente. Si chiama partecipazione e comprendiamo che possa fare paura. Luigi Serafini

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il Segno - marzo 2016

I dati sul gas radon continuano a destare serie preoccupazioni

Rocca di Papa risulta il paese dei Castelli coi livelli 4 volte superiori al limite

di Corrado Colizza* Come viene tutelata la salute umana dal rischio connesso alla radioattività naturale dovuta al gas Radon? Spettabile redazione, sono portavoce di una associazione di volontariato che ha la finalità di informarsi per dare informazioni. I nostri interessi riguardano la sostenibilità ambientale che concentriamo nel rapporto circolare “uomo/ambiente/uomo”. Abbiamo approfondito con una serie di otto convegni il problema della radioattività naturale, data dal gas Radon. La normativa nazionale, che deriva da quella dell’Euratom, fissa in 500 Bq/mc la concentrazione limite di radioattività in ambienti di lavoro, oltre la quale il datore di lavoro, rivolgendosi all’esperto qualificato, procede alle operazioni di bonifica. Nel 2013 l’Arpa Lazio pubblica i valori delle concentrazioni medie annue rilevate in locali privati di tutti i comuni laziali. Per la provincia di Roma emerge che in 28 Comuni la concentrazione supera i 300 Bq/mc; di questi, addirittura 9 superano l’attuale limite nazionale, e tra questi 5 (Cave, Ciampino, Palestrina, Rocca di Papa e Segni) superano il doppio del limite, ed infine tra essi, uno (Rocca di

Aggiudicata la gara per la pulizia degli edifici comunali

Papa) lo supera di ben quattro volte. Occorre tener presente che abbiamo inserito il valore di 300 Bq/mc in quanto la nuova direttiva Euratom del 2013, che sarà recepita nella legislazione italiana entro il febbraio 2018, impone tale valore come limite per gli ambienti di lavoro e lo estende anche agli ambienti di vita come le abitazioni. Si ricorda che sia la I.A.R.C. (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), sia l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), indicano nella radioattività dovuta al gas Radon, l’aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare. Abbiamo richiesto un intervento operativo al-

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l’area della sanità della Regione Lazio che coordina i servizi di igiene e sanità pubblica. Inoltre abbiamo sottolineato al nuovo assessore all’ambiente della Regione Lazio – dottor Mauro Buschini – di proporre in giunta il Piano regionale per la tutela dalle radiazioni previsto dalla Legge regionale n.14 del lontano 2015. Vogliamo sottolineare che il mancato monitoraggio del Radon nei locali del plesso scolastico assoggetta sia i dipendenti che i bambini e ragazzi all’aumento del rischio di contrarre la neoplasia polmonare. *portavoce dell’associazione corrado.2008@alice.it www.associazionegruppodipresenza.sitiwebs.com

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Si è conclusa la gara d’appalto indetta dal Comune di Rocca di Papa per il servizio di pulizia dei locali comunali. L’appalto se l’è aggiudicato una ditta di Roma, la European Cleaning Srl, che grazie a un’offerta di circa 139mila euro (+ IVA al 22%) ha battuto l’altra società partecipante, il Consorzio Stabile Euro Global Service (anch’esso con sede nella Capitale). Rispetto al valore di partenza, stabilito dalla commissione di gara in 143.065 euro, quindi, c’è stato un ribasso di circa 5mila euro. Il servizio prevede interventi di pulizia presso l’edificio di corso Costituente (1.234 mq) adibito a municipio, i locali del comando della polizia locale (140 mq) e la palazzina della biblioteca comunale di viale Enrico Ferri (420 mq). Il contratto, che prevede lo svolgimento di 71 ore settimanali, durerà due anni, fino al 28 febbraio 2018. (S.T.)

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il Segno - marzo 2016

Perché prima non acquisiscono le antenne abusive di M. Cavo?

Mentre il Comune è pronto ad acquisire le case di circa duecento cittadini

La campagna elettorale per il nuovo sindaco di Rocca di Papa sta ruotando intorno agli abusivi. Lo avevamo scritto ed è quello che sta accadendo dopo l’avvio delle procedure di acquisizione al patrimonio pubblico delle opere realizzate in assenza di permesso. Sul tavolo, al momento, ci sono 189 pratiche di altrettanti cittadini condannati dal Tribunale di Velletri per aver costruito edifici senza autorizzazione. Ma l’elenco, nei prossimi mesi, è destinato ad aumentare visto che a Rocca di Papa si contano circa 3.000 pratiche tra richieste in sanatoria, costruzioni illecite e condoni vari. Nei giorni scorsi l’associazione del consigliere di minoranza Emanuele Crestini ha chiesto ufficialmente una riunione straordinaria del consiglio comunale per affrontare la delicata questione, accusando il sindaco e la giunta Pd di restare in silenzio di fronte alle preoccupazioni dei tanti roccheggiani coinvolti. La risposta del primo cittadino di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, non si è fatta attendere, e ha ricordato che le procedure sono state avviate dalla Procura della Repubblica e riguardano tutti i comuni dei Castelli Romani. Come a dire che l’amministrazione comunale in questo contesto non può decidere nulla visto che l’iter avviato è di competenza sovracomunale, aggiungendo che i cittadini, ri-

Alcuni tralicci radio-tv sulla vetta di monte Cavo

spetto alle pratiche di acquisizione, possono solo ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale. La politica, insomma, come era prevedibile, sta cavalcando la questione. Ma noi vorremmo fare una semplice domanda: perchè non si è cominciato con l’acquisire al patrimonio pubblico i terreni di monte Cavo vetta dove si trovano i ripetitori radiotelevisivi che, ricordiamolo, sono tutti stati innalzati abusivamente? Le ordinanze di demolizione emesse nel 2003 dall’allora sindaco di Rocca di Papa Carlo Ponzo contro i tralicci degli antennari hanno ricevuto un decisivo via libera sia del TAR sia del Consiglio di Stato, organi di giustizia

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amministrativa che hanno confermato che quelle parabole sono state installate senza i necessari permessi comunali. Il Comune, quindi, potrebbe già acquisire quei terreni diventandone, di fatto, proprietario e fermando così il business degli affitti percepiti dagli attuali proprietari della vetta. Ma evidentemente si preferisce cominciare dai più deboli, magari proprio da quelli che, spinti dalla necessità, hanno realizzato un’abitazione per la propria famiglia. Sono piccoli ma sono di più, hanno magari pochi soldi, ma in termini di voti valgono moltissimo. E quello che conta, in tempo di elezioni, è proprio questo. O no? Massimo Silvestrini

Un nuovo capitolo

Le sanatorie accolte sono davvero tutte regolari?

Un altro capitolo su cui puntare i fari, all’interno delle pratiche di acquisizione delle opere abusive, è quello che riguarda non le domande di sanatoria rigettate ma le domande accolte dall’amministrazione comunale, sanando di fatto edifici, o parti di essi, realizzati senza permesso. Anche in questo caso parliamo di centinaia di pratiche presentate agli uffici comunali nel corso degli ultimi due decenni. Siamo davvero sicuri che quelle domande in sanatoria, poi giudicate regolari, lo fossero veramente? I dubbi vengono perché quando in un paese si registrato migliaia di casi di abusivismo, ciò che regna è la confusione. E nella confusione può capitare di tutto. Può anche darsi che le concessioni in sanatoria siano tutte regolari ma riteniamo che valga la pena fare comunque delle verifiche. Ma in questo settore né la maggioranza né l’opposizione sembra vogliano metterci il naso.

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il Segno - marzo 2016 di Sergio  Rasetti Alla fine del suo mandato il sindaco Boccia ha deciso di sguarnire parzialmente l’organizzazione del “palazzo”. La segretaria del comune,dott.ssa Roberta Fusco, lavorerà con lo stesso incarico anche per il comune di Ariccia. Una decisione approvata dal consiglio comunale dove soltanto due consiglieri di minoranza, Crestini e Romei, hanno sollevato obiezioni, preoccupati per la possibilità che un doppio incarico per una figura apicale dell’organizzazione possa pregiudicare il buon funzionamento della macchina comunale già in difficoltà per l’organico incompleto. Da notare, come hanno sottolineato gli intervenuti, che Rocca di Papa ha già fatto “beneficenza” al comune di Monte Porzio Catone dividendosi con esso il comandante della Polizia Municipale dott. Sergio Ierace che da luglio 2015 esercita “al 50%”, con lo stesso incarico di comandante, anche in quel comune. Boccia dice di aver fatto una scelta di collaborazione per il governo del territorio

ROCCA DI PAPA Il capo dei vigili a Monte Porzio e la segretaria ad Ariccia

Dipendenti comunali a mezzo servizio

inteso in senso ampio; un concetto che deve aver acquisito frequentando i vertici della “Città Metropolitana” dove ormai è di casa e intende restarci; evidentemente con il sostegno dei politici che “aiuta”mettendogli a disposizione i suoi funzionari più importanti. Non siamo convinti che queste disponibilità il nostro comune, che ha superato i 17mila abitanti, se le possa permettere; che l’organizzazione dei suoi uffici sia al massimo dell’efficienza possibile e le decisioni prese ci lasciano molto perplessi. Arrivati a questo punto non resta che fare tanti auguri ai prossimi amministratori, riconfermati o nuovi di zecca, che si troveranno a governare il paese con funzionari importantissimi impegnati su due fronti. Ma un paese in crisi come Rocca di Papa non ha bisogno di tutti i suoi dipendenti a tempo pieno?

Lavinia Casciotti vince l’Irish Open International

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Dal 3 al 6 marzo si è svolto a DuLavinia sul blino il torneo di Kick Boxing podio del primo posto più prestigioso d’Europa, gestito da artisti di arti marziali per artisti di arti marziali, a scopo benefico. Si tratta dell’Irish Open International, che ha visto la partecipazione di ben 32 nazioni con l’iscrizione di 3816 atleti provenienti da tutto il mondo e divisi in 231 categorie. L’Italia si è presentata a questo prestigioso appuntamento addirittura con 614 atleti. A questo importante torneo internazionale ha partecipato anche una rappresentanza di atleti roccheggiani e, tra essi, Lavinia Casciotti, allenata dal maestro Alessandro Manfredi presso la palestra di Rocca di Papa “System Fitness” di Leandro Iorio. Lavinia ha raggiunto il massimo obiettivo conquistando il primo gradino del podio risultando così la vincitrice dell’edizione del 2016 dell’Irish Open International nella categoria 55 kg Seniores, nella specialità Light Contact. Alla giovane atleta di Rocca di Papa vanno i nostri complimenti.


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ROCCA DI PAPA

il Segno - marzo 2016

In vista delle elezioni di giugno la politica si rimette in movimento

«La sinistra «Scendo in campo per Rocca di Papa» perilbuongoverno» Da Sel riceviamo e volentieri pubblichiamo

Da E. De Angelis riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Stefano Galli* A giugno 2016 i cittadini di Rocca di Papa dovranno eleggere un nuovo Sindaco e rinnovare l’amministrazione. Rispetto alle passate elezioni comunali c’è da rilevare che il Sindaco Pasquale Boccia e la sua maggioranza lasciano in eredità un disastro amministrativo che richiederà ai futuri consiglieri un notevole impegno e scelte programmatiche antitetiche a quelle imposte alla cittadinanza fino ad oggi. Da dodici anni la Giunta uscente, nonostante gli ammonimenti e le opposizioni di movimenti, associazioni e di qualche consigliere comunale, ha perseverato nella devastazione del territorio e dell’ambiente, nell’abbandono del Centro Storico, gestendo le risorse pubbliche nel totale disinteresse della comunità, restando sorda alle domande che venivano dalla popolazione più disagiata e dalle giovani generazioni. La politica delle grandi opere dell’Assessore Mauro Fei, come risposta alle mutate esigenze del paese è stata, e continua ad essere fallimentare. Queste scelte hanno saziato, inevitabilmente, solo gli appetiti dei potentati del settore, svuotato le tasche dei contribuenti e, come spesso accade, le opere rimangono incompiute e inutilizzate per manifesta incapacità tecnicoamministrativa. Basta citare: la nuova sede comunale in piazza della Repubblica, la funicolare, il parcheggio di piazza Valeriano Gatta. La variante al PRG adottata dalla Giunta Boccia nel luglio 2007, rimarrà in giacenza negli archivi regionali come esempio negativo di programmazione urbanistica. Così Marika Sciamplicotti, dopo aver sperperato il denaro pubblico da Assessore al Bilancio ha continuato, da Assessore all’Urbanistica, a far pagare ai cittadini le parcelle “salate” dei professionisti delle varianti. Il risultato più eclatante del nostro Assessore è stata la crescita esponenziale dell’abusivismo in tutto il territorio comunale. Che dire della gestione dei ser-

di Enzo De Angelis “Il buon governo consiste nella soggezione dell’interesse privato a quello pubblico”. Questa frase che oggi può apparire scontata è stata pronunciata da Maximilien Robespierre durante la Rivoluzione Francese, periodo in cui era appunto “rivoluzionaria”. Eppure è questo e solo questo il principio su cui si fonda la democrazia moderna. Chi non lo rispetta non governa bene e dove non appare evidente agli occhi dei cittadini il prevalere dell’interesse pubblico è perché esso è stato reso subalterno a quello privato. Le conseguenze evidenti a tutti sono incuria e abbandono dei luoghi pubblici, indifferenza e scarsa comunicazione verso i cittadini, servizi poco efficienti, debiti non giustificati da utili investimenti, abusi privati, anarchia nei comportamenti e mancato rispetto delle regole e delle leggi da parte di tutti coloro che ne traggono vantaggio personale. Da un siffatto stato di cose può nascere e diffondersi la corruzione. Questo principio basilare non è legato a ideologie politiche ma solo al comportamento umano. Dunque alle persone che non hanno dimostrato di rispettarlo, sia per premeditazione sia per incapacità, non va più affidato il potere di go-

vizi, della raccolta differenziata, i cui costi sono triplicati e sostenuti solo da una parte dei cittadini contribuenti, mentre il nostro patrimonio boschivo è deturpato e invaso da rifiuti di ogni genere? Chi si ricorda la famosa “Opzione Zero” ovvero nessun consumo del territorio? Chi si ricorda le iniziative dei Giovani Democratici contro l’illegalità? Infine, chi si ricorda delle richieste del Movimento per Rocca di Papa e di S.E.L per la partecipazione dei cittadini alle scelte programmatiche dell’amministrazione comunale e del “Bilancio Partecipato”? “I signori del PD” tollerando l’illegalità, non contrastando l’abusivismo, hanno portato il paese vicino al punto di non ritorno. Occorre superare questa fase, chiudere questo capitolo oscuro della storia di Rocca di Papa prima che si trasformi in un problema sociale di vasta portata. È ora che alla Giunta uscente venga presentato il conto, i cittadini non possono continuare a pagare i gravi errori di programmazione impegnando il futuro dei propri figli. Riteniamo che i cittadini, i movimenti e la sinistra non possano continuare a sottovalutare lo stato in cui versa il nostro paese. Occorre l’impegno di tutti, le potenzialità sono tante per iniziare un percorso virtuoso che a partire dalla riqualificazione del territorio, dei servizi e delle strutture esistenti possa gettare le basi per ridurre il divario tra generazioni, cittadini, istituzioni e soprattutto per offrire opportunità di lavoro ponendo più attenzione alle persone disagiate. “La programmazione partecipata” non può essere ridotta a mero slogan elettorale ma deve diventare un impegno prioritario entrando a far parte dello “statuto” comunale. La Sinistra a Rocca di Papa c’è, e ha il dovere di partecipare e contribuire con umiltà insieme ai cittadini, movimenti e associazioni per amministrare il nostro paese. * Coordinatore Circolo SEL “Enrico Berlinguer”

vernare, qualunque sia il suo orientamento politico. Ai cittadini di Rocca di Papa spetterà tra qualche mese di valutare, in base alle attuali condizioni di vita in cui versa la città, se in questi ultimi anni l’interesse pubblico sia prevalso su quello privato e se quindi occorra o meno riconfermare gli attuali amministratori. Io che ho fatto parte della prima amministrazione del sindaco Umberto Ponzo, in qualità di capogruppo delegato alle strutture culturali e cofondatore dell’Ulivo di Rocca di Papa, penso che in questi ultimi anni ciò non sia avvenuto e quindi non rinnoverò il mio consenso a nessuno degli amministratori uscenti. Per tale motivo quindi appoggio la candidatura a sindaco di Emanuele Crestini, in cui rivedo la semplicità, l’entusiasmo, la passione e quel sano amore verso il proprio paese che altri probabilmente hanno perso. Insieme a lui e a tante altre persone che condividono la stessa idea vogliamo fare in modo che “Insieme per Rocca di Papa” diventi una organizzazione politica stabile che si occupi esclusivamente dell’amministrazione della città e alla quale tutti coloro che hanno a cuore lo stesso interesse possono partecipare, qualunque sia il loro orientamento politico sovracomunale.

In tempo di crisi far conoscere la propria attività può essere una soluzione Contattaci 34 9.578 3869

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Dalla rivoluzione dei cittadini alla rivoluzione degli zombie

il Segno - marzo 2016

di Andrea Sebastianelli Qual è il vero Emanuele Crestini? Da un po’ me lo sto chiedendo perché il suo gruppo “Insieme per Rocca di Papa” sta prendendo le sembianze di quell’armata Brancaleone alla Monicelli (che Monicelli mi perdoni per l’accostamento) in cui lui, Crestini, più che Vittorio Gassman sembra però Pippo Franco in quel film in cui veste disinvoltamente i panni del romanista e del laziale. E sappiamo come è andata a finire. Questo è un articolo che non avrei mai voluto scrivere ma il rispetto che si deve ai lettori mi impone di farlo, essendo i nostri unici padroni, e anche perché il Segno, non avendo mai preso soldi dai politici, può permettersi di parlare di chiunque senza che questi possa chiederne conto. Cominciamo dal primo Crestini, quello che da consigliere comunale ha svolto un incarico difficile ottenendo grandi risultati a cui il Segno ha dato ampio risalto. Non certo per far piacere a lui, ma perché le tematiche emerse erano di rilevante interesse pubblico. In questo senso il nostro giornale ha semplicemente svolto il suo lavoro. In tre anni, grazie al coraggio di un consigliere comunale, e al nostro, abbiamo scoperchiato fatti e misfatti del Palazzo dando ai cittadini uno strumento per potersi informare in modo da giudicare i politici che ci governano da quasi vent’anni. Poi si è entrati in un clima pre-elettorale e man mano che si avvicinava la scadenza di giugno qualcosa in Crestini cambiava. I documenti che chiedevo cominciavano ad arenarsi, arrivavano carte che chiunque può scaricare dal sito Internet del Comune (cosa che facciamo regolarmente). Di colpo da uomo d’attacco si stava trasformando in temporeggiatore. Così quel gruppo, che si rivolgeva direttamente ai cittadini, ha cominciato a guardare ai politici, anche a quelli con un passato abbastanza discutibile, almeno per noi. Inizialmente Crestini ha sancito un sodalizio con la ex piddina Anna Brandani, già presidente del consiglio comunale nel primo mandato Boccia, e già addetta al cerimoniale dello stesso Boccia. Ruolo su cui il Segno ci ha campato, e ironizzato, per mesi. Poi è stata la volta di Vincenzo Eleuteri, già Rifondazione comunista, poi Ds, forse Pd, o qualche altra cosa che non sappiamo meglio definire. Ma anche per lui Crestini ha trovato la giusta collocazione. Da queste prime due mosse abbiamo capito che la rivoluzione dei cittadini stava diventando pian piano la rivoluzione degli zombie. Ma quello che sarebbe accaduto dopo sarebbe stato molto peggio. A un certo punto nel gruppo Insieme per Rocca di Papa emerge un’altra figura: Luca Marotti. Anche se a Rocca di Papa dal punto di vista politico è pressoché sconosciuto, Crestini lo vuole con se per un motivo molto semplice: detiene il

ROCCA DI PAPA

simbolo del partito “Noi con Salvini”. Pazienza poi se la sua pagina Facebook è un’accozzaglia di slogan stile ventennio o antigay. Quando Crestini se ne accorge fa rimuovere tutto. I voti sono voti e, quando servono, non si guarda in faccia a nessuno. Poi, però, Crestini esprime apprezzamenti per lo storico sindaco comunista di Rocca di Papa, Gianfranco Brunetti, che ovviamente sta a Salvini come Berlusconi sta a Travaglio. Qual è il vero Crestini? Quello che sta con Marotti (che intanto viene rincorso anche da Danilo Romei sempre per quel famoso simbolo) o quello che sta con Brunetti? I cittadini hanno il diritto di saperlo. A un certo punto scoppia la grana delle acquisizioni al patrimonio pubblico delle opere abusive. Centinaia di famiglie sono preoccupate, le polemiche nate da una serie di articoli del Segno invadono il web e i cittadini cercano di capire che cosa succederà alla loro casa che, per molti, è anche l’unica. Da più parti si dice che bisogna innanzitutto distinguere l’abusivismo per necessità da quello speculativo. Ma ecco che sulla pagina Facebook di Insieme per Rocca di Papa appare un commento che su per giù dice: “Ma quali abusivi di necessità, questi hanno distrutto l’ambiente e basta”. A scriverlo è il direttore del giornale informativo di Crestini, Marcello Loisi, peraltro diventato giornalista con il Segno, che evidentemente conosce poco la realtà di Rocca di Papa se ha dato sfogo a un’esternazione tanto superficiale. Però, essendo il comunicatore del gruppo, la sua frase non passa inosservata. Ma mentre Loisi dice questo Crestini che fa? Favorisce la nascita di un comitato composto da abusivi con la supervisione indovinate di chi? Del proprietario della mega villa sulla strada privata di monte Cavo, di cui tutto si può dire tranne che abbia commesso abusi a scopo di necessità abitativa. Ma chi meglio del sig. Strippoli, avrà pensato Crestini, per parlare di opere abusive? Ancora una volta: qual è il vero Crestini? Quello che vuole abbattere, come dice Loisi, o quello che vuole sanare? I cittadini hanno il diritto di saperlo. Ma non è finita perché adesso viene il meglio. Il membro più influente di Insieme per Rocca di Papa è l’ex direttore del Parco dei Ca-

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stelli Romani, Roberto Sinibaldi, già collaboratore del Segno. Sinibaldi (zio di Marcello Loisi) ha il merito di aver dato al gruppo di Crestini una forte impronta ambientalista e pro-Parco. Ma che ti fa il Crestini? Temendo di perdere i voti dei cacciatori di Rocca di Papa mantiene stretti rapporti con il loro rappresentante più noto, Luigi De Santis, già consigliere comunale di Forza Italia (conosciuto con il soprannome de “la crastica”), che il suo gruzzoletto di voti l’ha sempre avuto. Per l’ennesima volta: qual è il vero Crestini? Quello dalla forte impronta ambientalista o quello che sta con i cacciatori anti-Parco? I cittadini hanno il diritto di saperlo. Poi è la volta del Crestini che, almeno a parole, considera la partecipazione dei cittadini fondamentale per far rinascere il paese. La partecipazione, però, è qualcosa che bisogna mettere in pratica perché altrimenti si fa come Boccia che la predica e basta. Quale occasione migliore, quindi, della nomina del segretario di Insieme per Rocca di Papa per coinvolgere questi fantomatici cittadini? E invece no. La segretaria viene scelta da quattro persone che non si riuniscono nemmeno nella sede di corso Costituente ma a casa di uno di questi. E che decidono? Di fare segretaria Veronica Giannone, già nipote di Anna Brandani (la cerimoniera di Boccia). Si è passati di fatto, e con disinvoltura, da una democrazia partecipativa a un’oligarchia riservata. Il Segno può essere accusato di tante cose ma quando all’orizzonte appaiono nebbie imperscrutabili vuole vederci chiaro. Questo giornale, come è stato sempre detto e scritto, è solo dei lettori. I politici hanno visibilità sul giornale quando affrontano argomenti di interesse pubblico e non quando portano avanti i loro esclusivi interessi di bottega. Quando abbiamo cominciato a porci qualche domanda è arrivato un divieto: alcuni del Segno non sono ben accetti nella sede di Insieme per Rocca di Papa. Di più: non possono proprio entrarci. Timore che possano notare le cose che non vanno? Non lo sappiamo perché nessuno ce lo ha spiegato. Alla fine di queste considerazioni emerge un grande rammarico: il tatticismo esasperato alla Rasputin ha preso il sopravvento sulla spontaneità e l’entusiasmo, quei pregi che ci avevano fatto apprezzare subito Emanuele Crestini. Ma, come Massimo Troisi che pensava “fosse amore, invece era un calesse”, anche io pensavo “fosse un cambiamento, invece era un miraggio”. Purtroppo, il film che oggi meglio si adatta al candidato sindaco Crestini è quello che citavo all’inizio, in cui un Pippo Franco tifoso a fasi alterne della Roma e della Lazio, finisce con il prendere sberle un po’ da tutti. E il risultato sarà che i roccheggiani andranno a votare non per scegliere il candidato sindaco migliore ma, per l’ennesima volta, il meno peggio.


il Segno - marzo 2016

di Andrea Sebastianelli Prosegue senza freni, ma con qualche intoppo, la cessione degli edifici comunali al miglior offerente. A distanza di cinque anni dal primo consiglio comunale che dettò le linee guida per la dismissione del patrimonio disponibile del Comune, solo due operazioni sono andate in porto mentre altre sono ancora in fase di attuazione. Di recente addirittura due bandi per cedere l’ex scuola di via del Vallone sono andati deserti e il prezzo base, stabilito da una perizia, è ora destinato a scendere vertiginosamente. In totale l’amministrazione comunale guidata da Boccia contava di incassare tra i 4 e i 5 milioni di euro (10 miliardi delle vecchie lire) ma a oggi le operazioni effettivamente andate in porto sono state la vendita della licenza della farmacia del centro storico e la ex sede della Polizia locale di viale Silvio Spaventa, a due passi da piazza della Repubblica, per un totale di 820mila euro. Per il resto si tratta di aspettare che i possibili acquirenti si facciano vivi, magari quando i prezzi stabiliti a base d’asta saranno rivisti. Prendiamo le due vendite andate in porto. La licenza della farmacia è stata ceduta per 570mila euro, mentre la valutazione iniziale, fatta da un perito, parlava di un incasso pari a 800mila euro; l’ex sede dei vigili, invece, che partiva da una valutazione di quasi 400mila euro, è stata poi venduta per poco più della metà, cioè 250mila euro. Per favorire le operazioni immobiliari di cessione, l’amministrazione comunale approvò anche il cambio di destinazione d’uso. Nel consiglio comunale del 31 luglio 2015 (delibera n. 51) la maggioranza decise per esempio di trasformare la destinazione

A P P R O F O N D I M E N T O

Si svende

Continua senza freni il progetto della giunta Boccia di vendere gli edifici comunali

finché si può Comu ne R oc

del palazzo ex sede municipale di viale Enrico Ferri, dell’ex scuola di via del Vallone e del magazzino Botti (alle spalle dell’attuale Comune) in “destinazione a uso commerciale”. Un cambio che, a giudicare dalle due aste deserte per l’ex scuola del quartiere Vigne, non sembra abbia dato buoni frutti. La partita più importante sarà comunque quella legata alla cessione dell’ex municipio di viale Enrico Ferri (circa 1.000 metri quadrati complessivi), edificio comunale che oggi ospita diverse attività associative oltre all’archivio storico. Non solo, nel 2011, il Comune ottenne dalla Regione Lazio un contributo di 110mila euro per realizzare all’interno di questo stabile la cosiddetta

“Casa della pace”, uno spazio cioè adibito a luogo di discussione e dialogo soprattutto tra le nuove generazioni, che nessuno ha mai visto. Insomma, da una parte la giunta Boccia ha messo in vendita l’ex municipio di viale Enrico Ferri, valutato quasi 2 milioni di euro dalla Gabetti (660mila euro per il piano terra e 1,3 milioni per i restanti due piani), dall’altra nel 2011 ha chiesto e ottenuto dalla Regione dei soldi per ristrutturare il secondo piano dello stesso ex municipio. Roba da pazzi... se non addirittura da Corte dei Conti e da magistratura! Ma non è finita, perché nello stesso edificio il Comune fece eseguire altri lavori per la messa a norma della stanza

ca di

Papa

adibita a laboratorio musicale e sala prove (altri 50mila euro finanziati sempre dalla Regione). Quindi, con le loro tasse i cittadini hanno finanziato lavori per una palazzina già messa in vendita dal consiglio comunale! Una gestione dei beni pubblici finalizzata a un solo obiettivo: vendere tutto ciò che è possibile vendere. Ricordiamo poi che fu solo grazie alla raccolta di firme promossa dal Segno che l’amministrazione decise di togliere dal piano delle dismissioni 50 ettari di bosco comunale. Il problema è che questi signori stanno svendendo i beni di tutti i cittadini solo per ripianare i debiti che loro stessi hanno provocato. E il tutto nel silenzio generale.


Ecco le proprietà comunali in vendita Descrizione

Deposito e spogliatoi del servizio rifiuti

Ex Municipio Ospita diverse di viale E. Ferri associazioni (piano terra) del territorio uso commerciale Ex Municipio Ospita diverse di viale E. Ferri associazioni (due piani) del territorio uso commerciale Ex scuola via del Vallone uso commerciale e/o residenziale

Superficie in Prezzo al Valutazione metri quadrati metro quadrato in €uro

300

1.800

540.000

287 (215 + 72)

2.300

660.100

Prossima cessione

660 (330 + 330)

2.000

1.320.000

Prossima cessione

376

1.500

564.000

Due aste sono già andate DESERTE

60

2.000

222.560

Prossima cessione

157 (114 + 43)

2.500

392.500

250.990

/

/

800.000

570.010

/

/

3.890

/

In corso di valutazione

Prossima cessione

4.912.660

821.000

ovvero 72 quale riduzione del 60% del portico di 120 mq)

Ospita gli uffici della società che gestisce i rifiuti

Magazzino Si trova a fianco Palazzo Botti della sede (piano terra) municipale uso commerciale Ex sede della VENDUTA Polizia Locale Via S. Spaventa uso commerciale Licenza Farmacia centro storico

VENDUTA

Terreno in via dei Chiusini ai Campi

Si tratta di un terreno libero

ovvero 43 quale riduzione del 60% del magazzino di 72 mq)

Licenza La convenzione Farmacia Campi con la ASP è d’Annibale stata interrotta

Incasso reale in €uro

TOTALE

(valutazione iniziale) Poi ridotta a:

335.793

413.500

Prossima cessione

Prossima cessione

L’amministrazione sta mettendo sul mercato tutti i beni pubblici

Tra i numerosi beni che l’amministrazione comunale di Rocca di Papa ha messo e metterà in vendita ci sono anche proprietà in cui è passata la storia del nostro paese. Primo fra tutti l’ex municipio di viale Enrico Ferri che, dopo aver ospitato gli uffici comunali diventò una scuola materna ed elementare, per poi ospitare alcuni uffici della Asl RMH oltre a varie associazioni del territorio, fra cui il concertino degli Screpanti, l’associazione Aurora e la scuola di pittura del maestro Carfagna. Una struttura pubblica che presto potrebbe andare nelle mani dei privati. Eppure il Comune di Rocca di Papa di luoghi pubblici ne avrebbe davvero bisogno, visto che dopo queste vendite ne rimarranno ben pochi a disposizione dei cittadini. E allora la memoria va alla struttura

della Pro Rocca, quella che nei giardinetti di fronte alla sede del Parco per tanti anni ospitò il centro anziani, prima che l’amministrazione (la stessa che ci governa oggi) decidesse di abbatterla per il nuovo progetto di piazza Margherita. Discorso a parte meritano le licenze delle farmacie comunali che il comune ha deciso di cedere. Una è stata venduta qualche anno fa e prossimamente sarà la volta di quella dei Campi d’Annibale, visto che proprio lo scorso 29 febbraio il consiglio comunale ha deciso di risolvere anticipatamente il contratto con la società ASP di Ciampino che ne gestiva i servizi. L’ex scuola del Vallone, invece, dopo due aste andate deserte, continua a rimanere sul mercato. Anche in questo caso l’amministrazione Boccia ne ha cambiato la desti-

il Segno - marzo 2016

Magazzino Via Cavour

Uso attuale

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A P P R O F O N D I M E N T O

nazione a uso commerciale e/o residenziale. Hai visto mai che si vogliano costruire altre belle villette? Invece, in questo caso, il Comune avrebbe potuto utilizzare i locali per scopi pubblici dando ai residenti un luogo di riferimento e di incontro. Nell’elenco non c’è l’ex sede del Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale, che l’amministrazione Pd ha deciso di non riscattare per la modesta cifra di 19mila euro, lasciandola in mano a un privato cittadino. Era l’unico punto di riferimento dei cittadini del quartiere più grande di Rocca. Per concludere c’è un terreno di quasi 4mila metri quadrati, sempre ai Campi, per il quale la valutazione parla di circa 400mila euro. Altre ville in arrivo? Luigi Serafini


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ROCCA DI PAPA

il Segno - marzo 2016

Qui lo dico... e qui lo nego la piazza virtualein confusione Gli umori dei cittadini-elettori si confondono nelle varie pagine Facebook

di Daniela Di Rosa Facebook e i disturbi di personalità, più navigo sul social e più mi rendo conto della doppia personalità degli utenti o almeno del loro “stato confusionale”, pubblico una notizia e alcuni cliccano “mi piace”, poi navigando navigando ritrovo le stesse persone cliccare “mi piace” sul post opposto al mio, di qualunque argomento si tratti a loro vanno bene entrambe le versioni, pro o contro, e la coerenza va a farsi benedire. Due sono le cose: o mettono i like a chiunque per accontentare tutti, e questo è indice di poca personalità, o proprio non riescono a decidere cosa vogliono veramente dalla vita, e allora il problema è ancora più serio. È un vortice che riguarda tutti, uomini e donne, giovani e vecchi, però le donne, che nella piazza reale sono poco attive, in quella virtuale surclassano gli uomini, li superano e hanno la maggioranza assoluta in questo “bipolarismo cronico”: “Siamo tutti fratelli… no che non lo siamo. Non sono razzista… sì che lo sono. Sono vegetariana ma adoro le bistecche. La politica è bella… la politica fa schifo. Matrimonio e figli agli omosessuali ma anche no”. Internet, che doveva aprire le menti, le ha richiuse con Facebook. Nel piccolo mondo dentro il computer c’è solo l’illusione di aver realizzato, postando quotidianamente foto e pensieri, i famosi 15 minuti di celebrità. Sulla piazza virtuale del nostro paese questi sono giorni pieni di fervore creativo, la data delle elezioni comunali si avvicina e ogni candidato sindaco ha creato una pagina ufficiale mentre in contemporanea sono nate decine di pagine che dichiaratamente o no sostengono i vari candidati, e tutti insieme si contendono i cittadini a suon di like: “Io ho mille iscritti, io duemila, io tremila, io di più, io se unisco

questo e quello ho tutto il cucuzzaro. La cosa assurda è che gli iscritti sono quasi sempre gli stessi su tutte le pagine, sembrano intercambiabili, decine di persone che applaudono alla candidatura di Mauro Fei le ritrovi beatamente ad applaudire la candidatura della Sciamplicotti. Vabbè... pensi, è tutto in famiglia, sempre Pd è, poi invece arriva la sorpresa, le stesse persone sono iscritte anche alla pagina del consigliere di minoranza Crestini, e anche qui applaudono alla sua candidatura. Molti spaziano anche nel centrodestra, tanto chi bada più a questa differenza? Si resta basiti e pensi: “Come faranno questi poveri elettori ora che arriverà il quarto, quinto e magari sesto candidato? (potrebbe succedere se solo qualcuno liberasse la bandiera del Movimento 5 Stelle tenuta in “ostaggio”). Indecisi come sono dovranno fare i salti mor-

?

tali per seguire tutti i candidati, anzi no, saranno i candidati a fare i salti mortali per capire dove si nasconde l’inganno, dove comincia il suo elettore e finisce il finto adulatore, cioè colui che dà il voto a tutti, salvo poi salire all’ultimo minuto sul carro che appare vincente. Insomma, per quanto si tenti, guardando i like e il numero degli iscritti si fatica a capire chi avrà la maggioranza dei voti, anche attraverso le primarie resta molto difficile, moltissime persone si sono iscritte solo per fare nu-

mero, e quanti poi voteranno realmente e quanti cambieranno idea? Intanto sul Facebook roccheggiano “generalista” le faccende politiche interessano poco, impazzano le mamme con i loro bimbi, una specie di catena di sant’Antonio, dove una mamma posta la propria foto con prole e nomina un’altra mamma che ne nominerà un’altra a sua volta, e via dicendo (aspetto con ansia le nonne coi nipoti, voglio il podio), non so se è una gara a chi è più bella, comunque è una gara inutile visto che “son tutte belle le mamme del mondo”. La più simpatica? La foto di una giovane mamma e un bambino che fanno la linguaccia. Le più tristi? Mamme super truccate, con bocca rosso fuoco a mo’ di bacio (a Roma si dice a culo di gallina), sguardo languido, abito provocante e posa plastica. I più belli? I miei nipoti ovvio!

Amici che diventano «nemici»: quando alle elezioni è meglio saltare un giro

di Daniela Di Rosa Rocca di Papa, riflessione personale in vista delle amministrative: la politica, questo oscuro oggetto del desiderio, fatto di parole, sogni, speranze, buoni propositi ma che spesso si trasforma in una tempesta a ciel sereno, che travolge tutto e tutti . Amici che diventano «nemici», «nemici» che vogliono diventare amici, persone con cui dividevi un ideale, un percorso di vita, da un giorno all’altro ti evitano e ti disprezzano, altre con cui non condividevi nulla ti cercano, ti apprezzano e ti lusingano. Un giornale locale creato con fatica, trasparenza e coraggio preso d’assalto da uomini e partiti per tornaconti elettorali. La mia, la nostra credibilità creata con anni di lotta e indipendenza, osteggiata, minacciata dal potere di turno ma appoggiata e sostenuta dal volere popolare, preda di chi ci tira per la giacca... io, e solo io, dopo tanto entusiasmo iniziale verso questa campagna elettorale e verso un candidato, getto la spugna, questa volta, come l’ultima volta,

se nulla cambia salto di nuovo il turno! E a tutti quelli che dopo gli ultimi eventi mi stanno scrivendo in privato, per sapere chi voterò, rispondo qui, pubblicamente, così da non creare confusione, molto p ro b a b ilm en t e La sede del Comune non voterò nessuno, perché oggi nessuno mi rappresenta, non un’amministrazione che in oltre vent’anni ha distrutto il paese, non un’opposizione che dopo cinque anni di duro, onesto, difficile, coraggioso lavoro in consiglio comunale appare oggi “ostaggio” di un non meglio specificato gruppo di “manovratori”. Buon lavoro agli amici e ai «nemici»... perché veramente stavolta non distinguo più gli uni dagli altri!


il Segno - marzo 2016

ROCCA DI PAPA

«È ora di fermare il degrado in via Montepennolo ai Campi» LA LETTERA/1

A Rocca di Papa in via Montepennolo, dopo il civico 55, passata la curva, sorge un baraccamento enorme ricoperto di plastica, poi più avanti una discarica di terra di riporto, con baracca e rifiuti, ferro, lamiere, onduline di amianto, plastica. Perché il comune non è presente, perché non ritira la concessione, se esiste, perché non sequestra il terreno? Tutti i giorni transitano guardiaparco dei Castelli Romani, la Forestale e altri addetti alla sorveglianza. Il comune ha forse rilasciato permessi per la realizzazione del baraccamento ricoperto di plastica, per la discarica di amianto e l’accumulo di rottami di ferro, visto che è una strada di collegamento percorsa da turisti, escursionisti e ciclisti? Si chiede di tenere sotto controllo i terreni adiacenti, far rispettare le norme di legge, e di tenere puliti i confini da rami, erba e rovi che invadono via Montepennolo, figuriamoci se il comune fa qualcosa per noi cittadini, quando l’intero paese cade a pezzi, strade, muretti e marciapiedi. Adesso siamo vicini alle urne, abbiamo speso denaro per un vecchio ricordo (la funicolare) che non serve a niente, il denaro stanziato dalla Regione sarebbe stato speso bene se fosse stato utilizzato per collegare le zone Faete-ripetitore-fortezza e la stazione, così i cittadini, turisti e vacan-

FORNITURA MATERIALI INERTI E DERIVATI DA RECUPERO

zieri ne avrebbero avuto tanti benefici. Mettiamo l’onestà e il buon senso nel fare le opere

pubbliche e i servizi, fermiamo il degrado. Lettera firmata

RITIRO CALCINACCI

RITIRO RESIDUI VEGETALI E RIFIUTI NON PERICOLOSI IN GENERE

LA LETTERA/2

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«La mia casa deprezzata solo perché sta a Rocca» Vi voglio raccontare una cosa che mi è successa. Divento vecchia e una casa in via delle Ortensie (quartiere Le Vigne) mi comincia a essere un po’ “pesante”, non abbiamo fogne, non abbiamo metano, credo unici, ormai, nel Lazio, ed è una vergogna così vecchia che ormai è morta (traduzione: non frega niente a nessuno). Bene, ho deciso di mettere la mia, credevo bella, casa in vendita. Fiduciosa mi sono messa in cerca di qualcosa più vicina alle mie esigenze. La doccia fredda è arrivata quando l’agenzia mi ha comunicato quanto potevo chiedere per la mia casa. Ebbene, udite udite, SOLO perché rientro nel comune di Rocca di Papa la mia casa vale quanto un appartamento “sgarupato” di Grottaferrata. A questo punto è chiaro, me la tengo, però lasciatemi ringraziare chi ci ha governato e ha ucciso un paesino che poteva essere un piccolo gioiello dei Castelli Romani. Barbara La Signora

NOLEGGIO CASSONI SCARRABILI

da metri cubi 8 e 12 e metri cubi 30 e 20


LA STORIA Gloria Boccanera testimonial Avis eletta personaggio dell’Italian Blood Awards

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il Segno - marzo 2016

Labellastoriadell’atletadiRocca diventata un esempio per tutti

di Andrea si avverte un grande Sebastianelli impulso interiore, proHo incontrato babilmente lo stesso l’atleta rocchegche ha spinto decine di giana Gloria Boccaroccheggiani a divennera, campionessa paralimpica tare donatori di sandi nuoto, nella sua casa dei gue, che ci porta a Campi d’Annibale. Vogliamo considerare con un ocraccontarvi la sua storia perchio differente, più ché Gloria ha trasformato un leggero, i piccoli e evento negativo che ha condigrandi problemi che zionato la sua vita in un’opquotidianamente ci portunità, continuando a troviamo di fronte. E dedicarsi a una disciplina soprattutto si assapora sportiva, il nuoto appunto, in il gusto di reagire con cui ha dimostrato le sue grandi forza, convinzione e qualità sia dal punto di vista coraggio, mentre a sportivo sia del carattere e volte sarebbe più fadella forza di volontà. Anche cile prendere la scorse lei si schernisce. ciatoia della fuga. “Il mio carattere è sempre Fuggire dalle cose che stato deciso. Se mi metto in ci capitano non è mai Gloria Boccanera con alcuni dirigenti dell’Avis Rocca di Papa testa di fare una cosa la faccio una soluzione. Gloria e basta”. non è fuggita ma anzi natori di sangue. E i risultati sogno: vedere Gloria BoccaGloria, dopo aver ottenuto im- dimostrano che la scelta è stata nera vestire la maglia italiana ha affrontato a viso aperto portanti successi fin dal 2014 azzeccata. ai giochi paralimpici di Rio quando, spinta dal suo prepa- “Ho subito detto di sì agli 2016. ratore tecnico e amico Enrico amici dell’Avis quando mi “Sarebbe un grande sogno. Testa partecipa ai campionati hanno proposto di diventare Per un atleta partecipare alle italiani estivi di Bari, dove sta- loro testimonial, loro stessi mi olimpiadi è il traguardo più bilisce subito hanno confer- ambizioso a cui aspirare e tre primati itamato che il mio poter rappresentare l’Italia mi liani di categoimpegno ha riempirebbe di gioia e orgoria S02 (50 e dato i frutti spe- glio oltre che di una grande 100 dorso, 50 rati, regi- responsabilità. Al momento stile), capisce strando un non ci sto pensando, continuo che per lei si sta aumento del ad allenarmi con l’impegno e aprendo una numero dei do- la passione di sempre”. nuova pagina e natori. Diven- Quello della preparazione è l’incidente che tare testimonial uno dei temi più importanti l’ha costretta e vedere che per un atleta. Richiede impesulla sedia a rotante persone si gno, fatica, ma soprattutto una telle è ormai interessavano grande motivazione. Gloria si quella che lei stessa definisce acqua passata. anche alla mia allena tre volte alla settimana una nuova rinascita e, visti i riUn’avventura storia e alla presso l’Accademia del nuoto sultati, da lei possiamo solche la porta lonGloria Boccanera mia nuova atti- di Marino, e la cosa che la tanto imparare e prenderla tano, tanto che vità agonistica rende più felice è di poter rag- come esempio. lo scorso 12 febbraio a Mestre, è stato emozionante”. giungere da sola gli imGloria Boccanera viene eletta Lo slogan da lei scelto per la pianti. “personaggio sociale” degli campagna 2015 dell’Avis “Oggi mi sento più libera Italian Blood Awards 2015, (“La vita mi ha insegnato a perché posso guidare e un’iniziativa a scopo benefico guardare avanti! Puoi farlo raggiungere autonomapromossa dall’Avis nazionale anche tu… Vieni a donare!”) mente l’Accademia. e che ha coinvolto centinaia di ha invaso con il suo volto di L’aspetto che mi pesa più associazioni dei donatori di campionessa paralimpica tutta di tutti è di dover dipensangue di tutt’Italia. L’intui- Rocca di Papa ed era difficile dere per gli spostamenti zione di coinvolgere Gloria in restarne indifferenti, tanto che sempre da qualcuno. Inquesta iniziativa nasce grazie oggi le imprese sportive di vece adesso posso guidare all’idea dell’Avis di Rocca di Gloria vengono seguite da mi- e andare dove voglio, e Papa che vede nell’atleta roc- gliaia di persone che la inco- anche questo per me è un cheggiana il volto ideale per raggiano e la sostengono. traguardo importante”. sensibilizzare i cittadini sul- Anche perché in queste setti- Quando Gloria parla della Il ricco medagliere di Gloria l’importanza di diventare do- mane aleggia un grande sua storia e della sua vita


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Cultura e

... dintorni

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La vita di Menichina per comprendere la storia di un paese

Il nuovo romanzo di Rita Gatta e Lina Furfaro di Maria Pia Santangeli E così da un mese circa Rocca di Papa, nel suo patrimonio letterario, possiede un romanzo storico, il bel romanzo di Rita Gatta e Lina Furfaro, dal titolo Testimone l’orizzonte, uscito di recente per i tipi della Falco Editore di Cosenza. Nel risvolto di copertina si legge che la protagonista del romanzo è una donna di Rocca di Papa, Domenica De Luca, detta Menichina, realmente esistita e di cui in appendice si può ammirare la foto. Ma non è la sola: il libro è affollato di tanti personaggi, numerosi sono infatti gli uomini e le donne immersi - o travolti- nello svolgersi incessante del tempo, scandito dai vari capitoli (l’arco temporale della narrazione è lungo: fra il 1830 e il 1960). Tanto che alla fine, dopo aver seguito il fluire dei capitoli, caratterizzati ciascuno da un preciso periodo storico, si ha la precisa sensazione che sia proprio lo scorrere del Tempo ad essere il vero protagonista di questo libro corposo di 480 pagine. Molti i coprotagonisti, che vivono realmente, carnalmente, gli anni che la sorte gli ha assegnato, figure interessanti che restano nell’immaginazione. Ne nomino solo alcuni: il padre e la madre di Menichina, Vincenzo De Luca e Lucia Giovanetti, il secondo marito di Menichina, Augusto Gatta, l’energica Gina Caracci e il marito Luigi Carnevali, Giuseppe u Gobbu, la coraggiosa donna calabrese Teresa Gullace, e infine il tenebroso e malefico Carlo il Moro. La grande Storia, con i suoi avvenimenti d’importanza nazionale, è continuamente presente: la Repubblica romana, la Repubblica di Rocca di Papa del 1855, l’inaugurazione della ferrovia Roma-Frascati, la prima e la seconda guerra mondiale, il ventennio fascista, condizionando in misura maggiore o minore la vita degli uomini e delle donne che vivono nelle pagine di questo libro: continuo il rimando fra

l’avvenimento storico di valenza nazionale e la vita paesana dei protagonisti. Non dimentichiamoci, in ogni modo, che si tratta pur sempre di un romanzo e che, come tutti i libri del genere, dà ampio spazio all’immaginazione. Inizia infatti con un misterioso rapimento e si conclude con lo scioglimento di quel mistero. La fantasia si insinua continuamente nella storia e la Storia a sua volta si nutre della fantasia in un equilibrato incrocio che fa dimenticare le fonti storiche di cui le autrici hanno saputo fare tesoro, utilizzando vari documenti e i libri pubblicati in passato sulla vita di Rocca di Papa e dei Castelli Romani - libri di cui le autrici hanno scritto in calce la bibliografia. Anche molti personaggi famosi si incontrano in queste pagine, se pur per un momento: lo scrittore danese Andersen, Massimo D’Azeglio, Leonida Montanari, i pittori Domenico Toietti e Friedrich Overbek, il papa Pio IX, lo

Sopra: le due autrici Lina Furfaro e Rita Gatta A lato: la copertina del libro

scultore Achtermann. E qui mi fermo altrimenti scriverei un lunghissimo elenco e arrivo direttamente a tempi più recenti con una cena di Alcide De Gasperi in casa di Giuseppe u Gobbu. Moltissimi gli episodi e gli aneddoti che potrei definire in qualche modo collaterali: per ben tre volte il quieto brusìo della vita paesana viene interrotto da fatti di sangue - realmente accaduti - che le due autrici hanno saputo rendere in tutta la loro drammaticità e che, secondo me, insieme alla

tranquilla operosa giornata dei carbonai, sono alcune tra le pagine più vive del romanzo. Lascio ai lettori la storia di Domenica De Luca. È impossibile riassumerla perché è quasi sempre collegata agli avvenimenti delle tante pagine. Da apprezzare le numerose conversazioni in dialetto rocchigiano (roccheggiano?). Da notare infine le antiche foto e le copie di interessanti documenti in calce. Un libro tutto da leggere e da gustare con calma. Complimenti alle due autrici.


TERRITORIO

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Caro vecchio mio paese Scritti e ricordi di Giovanni Onesti

Questo paese Aria fredda e corrotta... acque stagnanti. Bisce, zanzare e rane, donne gentili e cortesi. Ecco descritto questo paese.

Soffrire Soffrire per non morire tendere una mano per cercare aiuto. Ma a chi? Nessuno ti sente, nessuno ti ascolta. Ipocrita è tutto ciò che ci circonda.

di Sandro Tabellione Come ogni anno, alcune associazioni no-profit del territorio sono tornate nelle piazze roccheggiane per sostenere la campagna dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM). Domenica 8 marzo, infatti, Rocca di Papa (piazza della Repubblica) ha visto protagonisti sia i ragazzi di “Vento di cambiamento-fenix” (ed in particolare il dottor Ferruccio Benedetti, membro del direttivo e collaboratore della farmacia D’Apolito di via Roma), sia l’Avis roccheggiana che ha allestito il suo banchetto sul piazzale antistante il supermercato Caréfour in zona Vigne. Lo straordinario successo della manifestazione ha sottolineato la grande sensibilità e la grande generosità dei rocchigiani accorsi numerosi nei due stand, dove hanno potuto acquistare le gardenie. Molto soddisfatto si è detto il presidente del gruppo “Vento di cambiamento-fenix”, Pietro Lucchetti, soprattutto per la presenza di numerosi giovani coinvolti come volontari durante le giornate: “È un segno tangibile -ci ha detto il presi-

Prezzo dei biglietti: 15 euro PLATEA 10 euro GALLERIA La biglietteria apre un’ora prima dell’inizio degli spettacoli Il Sabato gli spettacoli iniziano alle ore 21,00 La Domenica alle ore 18,00

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L’Aism in piazza con le gardenie

La solidarietà dei cittadinia sostegno della ricerca

L’associazione “Vento di cambiamento-fenix” in piazza con l’Aism

dente- di come gli studenti della più grande associazione studentesca d’Italia siano da anni sensibili a temi di così

alta rilevanza sociale”. Concetto rimarcato anche dal vicepresidente dell’associazione, Mario Donadio. Direttore Artistico Enrico Maria Falconi

Via S. Sebastiano, 20 Rocca di Papa Tel. 06.94286165 ilteatroroccadipapa@gmail.com

STAGIONE TEATRALE 2016 sabato 19 MARZO dom. 20 MARZO

Regia Giancarlo Fares Interpreti Marco Blanchi

e Giancarlo Fares

Aiuto Regia Vittoria Galli e Viviana Simone Scene Alessandro Calizza Costumi Gilda

sabato 2 APRILE dom. 3 APRILE

Regia Claudio Boccaccini Interprete

Claudio Boccaccini Collaborazione Artistica Silvia Brogi e Massimo Cardinali Musiche Originali Maurizio Coccarelli

sabato 9 APRILE dom. 10 APRILE

Regia Valerio de Negri Produzione Blue In The Face Direzione Artistica Enrico Maria Falconi Coreografie Maria Luisa Rubulotta

sabato

16 APRILE

Regia Claudio Boccaccini Interprete Silvia Brogi Scritto da Giuseppe Manfridi Musiche Antonio di Pofi

dom.

17 APRILE

Regia Marco Predieri

Interpreti Patrizia Ficini, Stefano Carotenuto, Eleonora Cappelletti e Marco Predieri Scene Franco Predieri


STORIE

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il dialetto di Gianfranco Botti SENZA COSE in comune non esiste paese. La miscela di ricordi e di ricorrenze è il carburante che alimenta la comunità locale. Un paese è la somma di fatti condivisi e della loro memoria, di abitudini e di novità, di imprecazioni e di saluti, di amicizie e di antipatie, di luoghi belli e di luoghi rovinati. Sono queste cose che una comunità sana passa ai nuovi arrivati, come un felice contagio. Perché le abitudini collettive sono un modo di riconoscersi dentro qualcosa di più grande e meno instabile. Perché le abitudini consolano: sono la punteggiatura della nostra vita. È accaduto, tuttavia, che le nostre buone abitudini abbiano perso forza. Di queste, super-

O

Gita a Zenobia

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Slarghi di paese e di città

fluo l’elenco. Ognuno, avanti con gli anni, può farne uno. Si potrà dire: restano le cattive abitudini, ne vediamo tante! Non è vero: i pasticci non sono abitudini, sono incrostazioni, vanno eliminate.

RICAMBIO E COMPETENZE: sono attualmente i termini della questione culturale in diversi ambiti della vita pubblica. Si rende necessaria una preparazione che contemperi adeguatamente l’esperienza e la conoscenza. Una visione più avanzata del senso di comunità. Per stroncare logiche d’interesse che depotenziano ogni speranza di sviluppo. Indispensabile ragionare e confrontarsi a viso aperto sul modello di città necessario a una buona qualità della vita e su come si potrebbe ottenere. La grande ri-

Italo Calvino

voluzione, oggi, sarebbe discutere dei contenuti più qualificanti e realistici con i quali riempire il programma amministrativo; non un polveroso elenco di frasi fatte, ma un veritiero, partecipato menù di intenzioni serie, cui attenersi come linea realizzativa. Oltre che porre attenzione sulle competenze e sulle qualità di chi dovrebbe dirigerci, e sulla preparazione, amministrativa e civica. «É INUTILE stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che

ha senso dividere le città ma in altre due» scrive Italo Calvino in “Le città invisibili”. «Quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati». Sembra quasi una profezia. Ecco, chi saprà dar forma ai desideri dei cittadini? Una amministrazione lungimirante, si spera, libera dalle debolezze di fronte ai problemi strutturali. Il desiderio, insomma, di una città migliore. E non è chieder troppo. Niciunu etè più vuotu de unu repienu de si.

IL RACCONTO DEL MESE

rmai da troppo tempo si aggirava per ogni anfratto, ogni rigagnolo, ogni piazza: dappertutto. Mozzafiato era diventato insopportabile perché, oltre alla di Noga sua ingombrante presenza, era anche un chiacchierone intrigante. Molte persone non ne potevano più e decisero di farlo fuori, ma non in modo cruento, non si sarebbe trattato di un assassinio, nemmeno virtuale. Ci mancherebbe altro! Ognuno avrebbe comunque continuato liberamente ad adoperare Mozzafiato come e quando voleva, ma non era più il caso di trovarselo fra i piedi ogni volta che in santa pace ti accingevi a leggere un giornale, magari scomodamente seduto su una panchina della Piazza Principale: eccolo lì che arrivava apparentemente accattivante e sorridente! Ma come fare? Sarà bene a questo punto specificare chi era Mozzafiato: lo avevano nominato così pensando che la gente, soprattutto i forestieri, lo avrebbero apprezzato: Mozzafiato è un bellissimo appellativo. Ma non puoi farne fare una indigestione... anche perché di aggettivi, soprannomi, appellativi, il nostro idioma te ne regala moltissimi: la scelta è infinita. A volte andava pure bene, ma accadeva che, quando non si sapeva più come procedere o fare colpo su qualcuno, si pensava: tanto c’è Mozzafiato!

Ammazzate Mozzafiato

(non è il titolo di un libro giallo)

E giù quanti più Mozzafiato si poteva adoperare!

T

i recavi a spasso lungo uno dei vicoli, bellissimi e sorprendenti, del paese e improvvisamente, sbucato dal nulla, ti ritrovavi con un Mozzafiato fra le costole. Ti recavi al mercato dove, nelle cristalline giornate di sole invernale le arance ammucchiate sui banchi brillavano come pallottole di fuoco vicino al verde, ora tenero ora scuro, delle verdure e fra i richiami dei venditori un Mozzafiato, improvvisamente comparsoti fra i piedi, ti raggelava. Non se ne poteva proprio più! Allora un tizio, al colmo della stizza, presa carta e penna (proprio una penna per scrivere a mano non una “pennetta”) si mise in testa di stilare una petizione anche se sapeva che quasi sicuramente nessuno l’avrebbe presa in considerazione. Specifichiamo che il tizio in questione era la persona più pacifica del mondo e la più tollerante del circondario: lui non desiderava uccidere Mozzafiato, ma soltanto mettergli un po’ di paura. E quindi scrisse la seguente richiesta: “Caro Signor Presidente della Grande Enci-

clopedia Tregatti: da tempo siamo continuamente disturbati da una pervicace entità chiamata Mozzafiato: ce la ritroviamo dappertutto. Tenga presente che viviamo in un paese che si presta moltissimo alla sua presenza. La prego ci regali, non tutti i tomi dell’Enciclopedia, ma almeno quelli che trattano gli APPELLATIVI in modo da fare arrossire un poco Mozzafiato e poterlo pacificamente sostituire con qualche cosa di diverso. Possiamo sperare in una sua collaborazione? Distinti saluti”. L’enciclopedia non fu mai inviata al mittente della petizione, al quale però giunse la seguente nota: “Caro Signore non è così facile far fuori un Mozzafiato qualsiasi! Specialmente dalle nostre parti. E’ necessario applicarsi e leggere, leggere, leggere... Si renderà così conto con quanti altri appellativi, aggettivi ecc. può essere sostituito e, mi creda, alla fin fine Mozzafiato non se la prenderà affatto. Saluti dal Presidente dell’Enciclopedia”. Per qualche tempo Mozzafiato scomparve e fu sostituito, di volta in volta, da meraviglioso, incantevole, struggente, assolato, spazioso... e, andando nel classico, solatìo, aprìco... ecc. ecc. Tornerà?

P

er i più sensibili: come risulta chiaramente, Mozzafiato non era stato ucciso, ma semplicemente pregato di farsi un poco più in là. Per il bene di tutti. 23 marzo 2011


PAGINA APERTA

Spunti di Mimosa, simbolo psicologia delle donne A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Bambini in affitto

Il mese passato ho parlato del Disegno di legge (DDL) sulle unioni civili e di fatto e la stepchild adoption, e ho espresso la mia opinione favorevole in merito alle unioni tra persone dello stesso sesso, come diritto di tutti gli esseri umani a vivere serenamente e con impegno la loro vita amorosa. Trovo però che ci siano alcuni limiti nelle libertà a cui l’individuo aspira ed il primo è il rispetto per la vita. Creare delle nuove esistenze, ricorrendo a mezzi che per ora non sono leciti in questo Paese, andando in altri Stati dove la maternità surrogata è già una realtà, non la trovo una soluzione ideale per appagare il desiderio di diventare genitore. Il cosiddetto “utero in affitto”, mi sembra un modo estremamente “macchinoso”, non naturale, di procreare, e questo al di là dell’orientamento etero o omosessuale degli aspiranti genitori. Io penso che ci siano dei limiti biologici che non si possano forzare. Quando le cure specifiche non hanno effetto, ritengo sia meglio cercare di adottare un bambino. Per questo motivo, auspico che l’adozione diventi un diritto anche per i gay e per i single, e che diventi più facile adottare un figlio anche in Italia. Al giorno d’oggi, in cui si verificano molti casi di abuso in famiglie ritenute “regolari”, con gli opportuni controlli e accortezze dei servizi sociali l’adozione possa essere resa un’esperienza gratificante e senza ripercussioni anche per le famiglie con partner omosessuali. Credo che anche un single possa essere un ottimo genitore, dal momento che purtroppo, a causa della separazione, tante madri soprattutto si ritrovano da sole ad allevare i propri figli e cercano di farlo nel modo migliore, circondandoli dell’amore di tutti gli altri parenti, nonni in primis, con attenzione per le loro necessità e per una crescita equilibrata.

di Francesca Torino Già da qualche settimana il suo inebriante odore aleggia nell’aria e il meraviglioso colore dei suoi fiori gialli illumina il grigiore urbano. È la mimosa, che nel mese di marzo diviene protagonista indiscussa poiché riveste il ruolo di simbolo universale della donna. La giornata internazionale dedicata alle donne nasce nel 1908 negli Stati Uniti, precisamente a Chicago, durante un raduno di socialiste. Questa ricorrenza viene ripresa a livello globale, anche se celebrata in diversi giorni dell’anno. L’unificazione di questa commemorazione risale al 1921 ad opera delle comuniste di Mosca durante una conferenza, in ricordo della prima manifestazione delle donne operaie contro lo zar in quel assai noto 1917. In Italia bisogna attendere la fine della

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guerra perché la donna possa essere festeggiata. Nonostante questo ritardo rispetto al resto del mondo, è grazie ad alcune italiane appartenenti all’assoc i a z i o n e antifascista femminile Unione Donne in Italia (UDI), che prende vita l’usanza di donare al cosiddetto “gentil sesso” i delicati e leggeri fiori di questa maestosa pianta. Una tradizione mondiale tutta italiana che si deve ad attiviste come Marisa Rodano, Teresa Mattei, Teresa Noce e Rita Montagnara. La scelta della mimosa è dovuta certamente alla sua fioritura che ricade da gennaio a marzo, ma anche alla forte simbologia che l’accompagna da secoli. Infatti, questa è la pianta della Rinascita, di un passaggio dalla morte alla vita, da una

Occhio alla Nutrizione

Disturbi alimentari

di Laura Fico* Questo articolo non ha la presunzione di trattare un argomento così vasto, complesso e serio come i disturbi alimentari in così poche righe ma reputo sia importante affrontare anche questo aspetto della nutrizione. L’alimento a volte viene visto come un antagonista da tenere assolutamente sotto controllo, evitandolo o riducendone marcatamente le quantità assumendo così un numero di calorie non sufficienti al nostro metabolismo. Le DCA(1) sono complesse malattie, soprattutto di carattere mentale, che spesso inducono a vivere con l’ossessione del cibo e dell’immagine corporea.

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La capacità di controllare il proprio peso influenza il livello di autostima e la valutazione di sé stessi tanto che i relativi fallimenti degenerano in una forte autocritica. La negazione della gravità del proprio sottopeso è un criterio diagnostico. Chi non mangia abbastanza vuole non solo perdere peso ma, come nell’anoressia nervosa primaria, si rifiuta di crescere e diventare donna. Dico

penetrante oscurità a un’esplo sione di luce. È l’albero che nel Medioevo e nel Settecento viene associato alla figura del Cristo risorto, alla Resurrezione, alla Vittoria della vita. I fiori gialli, inoltre, attraverso la loro apparente fragilità e il loro trovarsi riuniti in grappoli, rappresentano l’energia femminile, a volte celata ma sempre presente. E se pensiamo alla storia che ha visto protagoniste diverse donne (scrittrici, filosofe, attiviste politiche, combattenti) non possiamo non considerare che la mimosa sia davvero il simbolo di tanta forza e di tanto coraggio. donna perché questo è un problema che colpisce con più frequenza le giovani donne. L’importante è riconoscere il problema il prima possibile. Allertiamoci se riscontriamo questi comportamenti: rifiuto del cibo, ossessione della bilancia, abbuffate con grande senso di colpa e condotte di compensamento, attività sportiva smoderata rispetto all’introito alimentare, amenorrea ripetuta, IMC (Indice di Massa Corporea) inferiore a 18. Riconoscere il problema significa non compromettere seriamente e anche irreversibilmente la salute di tutti gli organi e degli apparati del corpo. Per il successo del trattamento è quindi fondamentale una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo affidato ad un’equipe di specialisti, comprendente medici, psichiatri, psicologi e nutrizionisti. DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare (1)

*Biologa nutrizionista


il Segno - marzo 2016

L’angolo della storia

CULTURA

La democrazia fra vecchie enuoveconcezioni filosofiche

di Vincenzo Rufini Il frasario corrente si arricchisce sempre più di nuovi neologismi, destinati ad entrare nell’immaginario collettivo e diventare strutture portanti dei relativi discorsi. Una delle espressioni coniante in tempi recenti è quella che definisce un nuovo stato giuridico per gli Stati, cioè il termine “Repubbliche digitali”, onde identificare le multinazionali del web che tanto influiscono sul nostro modo di vivere e destinate a cambiare le strutture stesse del potere. Ovviamente codeste entità informatiche non hanno lo stato giuridico degli Stati territoriali, ma il loro potere non ha confini essendo extraterritoriale. Ciò stravolge indubbiamente la classificazione propria del Diritto pubblico e Internazionale, inserendo nuove forme di entità simili agli stati nazionali impensabili fino alla rivoluzione informatica. Andando indietro nel tempo e risalendo fino ai Greci antichi ci si imbatte in uno dei massimi filosofi che l’umanità abbia avuto: Aristotele (“Il maestro di color che sanno”, lo apostrofa l’Alighieri). Il quale codificò le forme di Potere in tre ambiti specifici, definendo anche il possibile stravolgimento cui codeste realtà giuridiche sarebbero andate incontro. La Monarchia, cioè il potere retto da uno solo e trasmissibile in via ereditaria, che poteva trasformarsi in tirannide; l’Aristocrazia, il potere di una ristretta cerchia, che poteva trasformarsi in Oligarchia; la Democrazia, che in greco significa “potere del popolo”, che poteva trasformarsi in Demagogia (definizione appropriata per la situazione attuale). Per secoli l’umanità è stata governata da forme monarchiche di governo oppure da forme

Aristotele

aristocratiche, mentre la democrazia ha dovuto passare sotto le forche caudine del tempo prima di affermarsi (anche nell’antica Grecia la democrazia delle polis, le città Stato, era patrimonio di una ristretta cerchia di cittadini).

Con la Rivoluzione francese il vento nuovo porta alla fine dell’Assolutismo monarchico in favore di monarchi costituzionali che si affermano nel corso dell’Ottocento; ma bisogna aspettare il Novecento per poter vedere la realizzazione della democrazia in forma estesa (il suffragio universale maschile costituisce il primo passaggio). Al giorno d’oggi la democrazia estesa in tutto il mondo civile ha subìto delle diversificazioni naturali ed è chiamata a dare risposte significative ad un mondo sempre più veloce e convulso, inimmaginabile solo pochi decenni or sono. Le sue strutture valoriali sono ancora salde, ma i suoi strumenti non riescono a dare esauriente soddisfazione alla

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Anomalo inverno

Questo strano inverno passato inosservato senza grandi fenomeni, senza freddo né neve proprio adesso che di dosso l’avevamo scrollato dà il suo colpo di coda (speriamo almeno breve)! È arrivato il freddo, grandine pioggia e vento e gli alberi già in fiore soffrono questo clima l’aria primaverile che già sentiamo dentro sembra che non sia proprio ancor così vicina.

Ma la luce sempre più vail cielo a rischiarare i primi crocus spuntano nei prati ancor senza erba la natura si scuote, vuole ricominciare il ciclo della vita che ogni anno l’aspetta. Le rondini arriveranno presto nei nostri cieli questo tardivo inverno dovrà pur terminare. Dice un vecchio proverbio che ricordo volentieri “Ormai è più vicina Pasqua… che Natale!”

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Ferruccio Parri

pletora di domande che la società propone. Ovviamente bisognerà intervenire rendendo più celeri le sue strutture, non essendo più concepibile l’eccesso di burocraticismo e di centralizzazione, pilastri ormai vetusti di una forma arcaica di potere democratico. Ma soprattutto bisognerà intervenire nella società, tramite gli strumenti propri della scuola e dei media, affinché i nuovi messaggi ottengano il risultato di favorire un’opera di pulizia morale tagliando i molteplici rami secchi della pubblica amministrazione, costituiti dall’inefficienza e dalla corruzione dilagante. Ma precipuo compito sarà quello di fornire un bagaglio culturale elevato a chi si appresterà a gestire la cosa pubblica. A tal proposito torna alla mente una vivace e proficua discussione che ebbe luogo in sede di Consulta nazionale, nel 1945, tra due illustri esponenti della cultura e della società italiana dell’epoca: il filosofo neo idealista Benedetto Croce e l’autorevole esponente del Partito d’Azione Ferruccio Parri. Discutendo sulla forma di democrazia da dare all’Italia uscita distrutta dalla guerra, il filosofo, napoletano d’adozione ma abruzzese di origine, ripropose i termini e le strutture della vecchia democrazia liberale pre fascista; Ferruccio Parri, con una visione più lungimirante, propose di creare una democrazia nuova basata su valori diversi dal liberalismo classico. Però ebbe la meglio la visione di Croce. In una visione retrospettiva si può affermare che l’intuizione dell’azionista Parri, qualora avesse avuto il consenso necessario, avrebbe realizzato con molto anticipo ciò che ora si è costretti a fare incalzati dal nuovo che avanza.


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Tim Burton e la casa per bambini speciali di Miss Peregrine

di Camilla Lombardozzi Dopo due anni di assenza Tim Burton torna alla regia, portando nelle sale la trasposizione cinematografica del primo romanzo della trilogia letteraria di Ransom Riggs: “La casa per bambini speciali di Miss Peregrine”. La scelta di Burton di dirigere il film è dovuta alla particolarità dei romanzi di Riggs, in cui alle pagine scritte sono accompagnate una serie di macabre fotografiche, stile dark/gotico, creando quindi atmosfere simili a quelle che caratterizzano le pel-

Tim Burton

licole di Burton. Ecco la sinossi ufficiale: quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d’altro in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l’oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all’orrore della seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che, protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro? Empire e l’Entertainment Weekly hanno diffuso in rete le prime immagini ufficiali del film.

VAGABONDANDO

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In giro per musei... Museo delle Arti del XXI sec.

I quattro Transformers in esposizione a Roma di Francesca Torino L’arte può assumere diverse forme e in ogni singola parte di queste è presente il passaggio del tempo e della realtà vissuti dall’artista. L’arte potrebbe essere intesa come lo strumento attraverso il quale è possibile osservare i diversi aspetti di questi segni, che compongono il nostro mondo oppure ne rivelano un altro, a volte costruendolo. Questo è proprio quello che fanno i cosiddetti “Transformers”, i quattro artisti presenti al Maxxi in questi giorni. Ciò che li accumuna è il concetto di arte come specchio della società attuale, una società in continua trasformazione e mai costante. Choi Jeong-Hwa, artista coreano nonché progettista di edifici, mobili e arredi, presenta qui alcune delle sue opere più significative, tra cui il gigantesco fiore di loto in plastica, che gonfiandosi e sgonfiandosi sembra riprodurre la respirazione; le tante perle che scendono dal soffitto e che ricordano le co-

Un’installazione di Choi Jeong-Hwa

stellazioni; la verde foresta creata con cesti di plastica e che può essere attraversata dai visitatori. Didier Fiuza Faustino, artista e architetto franco-portoghese, indaga sul rapporto che intercorre tra il corpo e lo spazio, o meglio tra la condizione sociale dell’individuo e lo spazio prodotto. La sua installazione è intitolata Lampedusa, non a caso il tema che collega tutte le sue opere presenti è il dramma dell’emigrazione. Martino Gamber, artista e designer italiano, ha preso delle vecchie sedie da ufficio e le ha dato una seconda vita modificando gambe, braccioli e tessuti. Questo oggetto di uso quotidiano rappresenta il riposo, l’interazione tra gli

individui, un momento di pausa e di riflessione, di scambio di idee e di opinioni. Pedro Reyes, artista e architetto messicano, ha dato vita a una singolare orchestra musicale composta da strumenti costruiti con i pezzi delle armi dei criminali messicani sequestrate dall’esercito. La sua opera vuole mettere in luce una forte contraddizione: la musica e le armi. Quattro artisti detti “Transformers” perché gli oggetti quotidiani, nelle loro mani, si trasformano in altro, assumono funzioni diverse per rivelare una nuova natura. Fino al 28 marzo 2016 Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo Via Guido Reni 4 Roma

Che cos’è il fermo amministrativo Sportello dell’automobilista

di Maurizio Santangeli* In questi giorni stanno pervenendo numerose raccomandate di preavviso di fermo amministrativo. Ma cos’è il fermo amministrativo? È la pratica messa in atto da Enti (Agenzia delle Entrate, Inps, Regione, Comune) per rivalersi sul contribuente moroso, bloccando un bene mobile registrato al fine di recuperare le somme dovute. Basterebbe il mancato pagamento di una tassa (deve esistere un debito superiore a 50 euro) per vedersi fermata l’auto o la moto. Il primo passo perché il processo di fermo amministrativo sia corretto è la notifica della cartella esattoriale. Ci sono 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella per saldare il debito notificato, prima che si iscriva al Pubblico Registro Automobilistico (Pra) il fermo amministrativo. Qualora la somma prevista sia troppo onerosa, si potrà richiedere una dilazione del pagamento. Il fermo può essere iscritto anche nel caso di

veicoli co-intestati. Verrà trascritto a nome del debitore intestatario al Pra e il cointestatario non potrà far altro che sollecitare al pagamento il debitore o saldare egli stesso il debito per poi rivalersi nei confronti dell’altro. Le conseguenze del fermo amministrativo sono l’impossibilità di circolare e l’impossibilità di radiare il veicolo dal Pra con la demolizione o l’esportazione. Nel caso in cui il debito non venga saldato, il concessionario alla riscossione può forzare la vendita del mezzo. Chi viene colto a circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo incorre in una multa compresa tra 714 euro e 2.859 euro, oltre alla confisca del mezzo. Per conoscere se sul veicolo in questione è iscritta una richiesta di fermo amministrativo, si può chiedere una semplice visura della targa. *Sportello telematico dell’automobilista e agenzia HDI Assicurazioni Via Frascati 34, Rocca di Papa Tel. 06-9497748


il Segno - marzo 2016

di Annarita Rossi Quel movimento della coda che impazza mentre il corpo con movenze ondulatorie si è slanciato impetuosamente fuori dalla cuccia per correre felice verso l’uomo e saltargli addosso leccandogli il volto, quando al mattino questi esce da casa, esprimono la gioia incontenibile e mai mutevole del cane per il suo padrone. È con questa scena che inizia il bellissimo libro autobiografico dello scrittore e premio Nobel Thomas Mann dove cane e padrone riescono ad interagire perfettamente in ogni situazione. Un guaito di una certa tonalità così esprime gioia, ma se di diversa intonazione può denotare dolore, un latrato paura, uno sbadiglio noia e poi lo sguardo che parla al padrone; in egual modo, il cane afferra subito le intenzioni del padrone, quella speranza di uscire dopo aver atteso ore si tramuta in certezza quando lo vede abbigliato in un certo modo oppure anche soltanto quando lo guarda prendere un bastone capisce che andranno a fare una passeggiata

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Quel idillio speciale fra cane e padrone

per i boschi; diversamente la speranza vanifica quando lo vede propenso verso la destra anziché la sinistra del viale varcata la soglia di casa, poiché sa che in quella direzione lui non potrà seguirlo, quindi si mette a sedere in una sorta di languida rassegnazione e lo lascia andare. Bauschan, un meticcio di bracco, nato in una fattoria e venduto a Thomas Mann da coloro che non lo volevano, ha avuto un rapporto veramente speciale con il suo padrone fatto di devozione, affetto e amicizia e descritto come un idillio. In tempi antichi però l’idillio tra uomo e animale non esisteva neanche lontanamente ed infatti nel Medioevo gli uomini considerati ragionevoli attribuivano

di Enea Trinca

Se i tuoi amici hanno tagliato la corda prima che tu fossi arrivato in cima... non erano tuoi amici. Se tuo figlio piange giorno e notte, vuoldire che sa già tutto della politca.

Il mestiere più pericoloso al mondo è il calzolaio perché se sbaglia... ci rimette la pelle.

Quando il mare è caldo, e liscio come l’olio... i pesci sono già fritti.

Ho conosciuto una signora tanto benevola che organizzava serate di beneficenza per le persone che il marito... aveva reso povere.

Un figlio saggio ama la correzione del padre, chi odia il suo rimprovero non avrà vita facile.

La malattia che i polli temono di più è il torcicollo.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

agli animali ragione e morale quindi, quando una bestia si macchiava di un delitto, anche solo per non aver obbedito al padrone, l’uomo la sottoponeva agli stessi processi serbati agli umani. I malcapitati purtroppo potevano venire imputati, fustigati, torturati, detenuti e infine uccisi sul rogo e con l’impiccagione. Taluni poi pensavano che gli animali fossero infestati dai demoni e che quindi non meritassero alcuna pietà. Sono per fortuna lontani quei tempi di sofferenza inaudita eppure ancora oggi vi sono delle situazioni aberranti di cani lasciati guaire lungamente anche di notte sulla piccola loggia di casa, alcuni tenuti con una catena corta, senza mai venire portati a passeggio, inascoltati per un’intera esistenza; e poi, cani abbandonati e spesso rinchiusi dietro alle sbarre di un canile dove vi rimangono in permanente attesa di un padrone che forse non arriverà mai; inoltre, cani abbrutiti poiché indotti ai combattimenti clandestini e che non di rado, una volta recuperati riescono a dare tutto il loro affetto. Troppe tuttora le forme di maltrattamento inflitte a questi esseri ai quali si dovrebbe riservare più amore e rispetto consapevoli del fatto che con loro si può sempre vivere uno splendido idillio.

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Casi di lettura

Mary Shelley e il mito di Frankenstein

di Francesca Torino Nella secolare storia letteraria che ha da sempre accompagnato quella degli uomini, vi sono stati diversi personaggi – uomini e donne – influenti e dei quali ancora oggi ne sentiamo l’eco, magari non (ri)conoscendone la fonte primaria. In particolare, vorrei soffermarmi su un’opera di una importante scrittrice inglese vissuta a cavallo tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento: Mary Shelley. Nata da una delle prime femministe della storia, Mary Wollstonecraft, e dal noto filosofo William Godwin, la Shelley cresce in un ambiente intellettualmente ricco fatto di incontri con illustri pensatori del tempo a casa del padre, nonostante la sua infanzia e adolescenza siano state tutt’altro che felici (la morte della madre pochi giorni dopo la sua morte, il difficilissimo rapporto col padre). È in una di queste numerose visite che incontra lo scrittore Percy Bysshe Shelley, il suo più grande amore, con il quale fugge all’età di 16 anni e che sposa. Grazie ai loro viaggi conoscono diverse personalità, tra cui Byron. Quest’ultimo ha un ruolo importante nella genesi del primo romanzo di Shelley. Infatti, invitando nella sua villa di Ginevra alcuni dei suoi amici più cari, tra cui il suo medico Polidori, dà vita a una sorta di competizione letteraria tra i presenti: ognuno deve scrivere una storia di paura. La giovane scrive una prima bozza del suo Frankenstein, mentre Polidori scrive la prima storia sul vampiro (Bram Stoker prende spunto proprio da questo racconto per il suo Dracula). La prova di Mary convince molti, tanto che Percy la spinge a pubblicarla. Nel 1818 viene pubblicato per la prima volta, e in forma anonima, Frankenstein, o il moderno Prometeo. Il successo di Frankenstein è indubbio e se ancora oggi ne sentiamo parlare è merito anche del cinema, sebbene in alcune pellicole la storia sia un po’ stravolta. L’eco di questo romanzo sembra continuare a estendersi nel corso degli anni, un suono che pare non avere un orecchio in particolare a cui arrivare, per poi cessare. Il suo è un viaggio ancora troppo lungo perché si esaurisca, ha ancora troppe cose da dirci, da insegnarci perché soffi via.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Questo racconto parte da un mese e un anno preciso: agosto 1945. Era appena finita la guerra e il Comune organizzò delle colonie al mare per i bambini. Ogni settimana partiva da Rocca un nuovo turno per la spiaggia di Nettuno che, pur avendo subito lo sbarco degli alleati, era una meta ambita. I turni erano divisi tra maschi e femmine, un po’ come avveniva a scuola, dove c’erano classi separate. Con uno di questi gruppi partì anche la sorella del maestro Carfagna. Qualche giorno dopo le mamme andarono a far visita alle figlie grazie a un camion militare affittato da un trasportatore di legname. L’autista si chiamava Carlo e a Rocca di Papa era conosciuto con il nome di “Zi Carlo”. Era un uomo buono, calmo, che acquistò un terreno a Valle Pantano da u mozzu. Il nostro Carfagna lo conobbe personalmente e subito ne apprezzò l’umanità. Zi Carlo era di Albano e quando con il suo camion veniva a la Rocca, faceva salire tutti quelli che avevano bisogno di un passaggio. Insomma, per farla breve, questo camion americano, uno Chevrolet, e quest’uomo bonaccione, furono ingaggiati dalle mamme roccheggiane. Con queste mamme c’erano anche alcuni bambini, tra cui Carfagna, che a breve avrebbe compiuto 7 anni, il quale ricorda che “la mattina Zi Carlo si presentò con il

L’uva sciacquata au mare de Nettuno

Ultima pagina

il Segno - marzo 2016

camion attrezzato con una serie di palanche lungo le sponde da utilizzare come sedili”. A differenza di altri mezzi militari, però, questo non aveva il telo di protezione e il viaggio non fu certo dei migliori. Fatto sta che il gruppo di mamme arrivò a Nettuno e, dopo aver salutato le figlie, andarono tutti sulla spiaggia che conservava intatti i segni della guerra appena finita. Oltre a parti di navi distrutte ciò che colpiva era il colore scuro del mare, forse petrolio, su cui galleggiavano pezzi di vestiti. “Io non avevo il costume -ricorda ancora Carfagna- e mia

madre mi mise una canottiera di mio cugino di 7 anni più grande. Finito il bagno ci ritrovammo tutti a mangiare sulla spiaggia. Fu allora che una mamma, forse per far vedere che ci teneva all’igiene e che quindi la frutta la voleva sciacquata, prese un grappolo d’uva e lo immerse ripetutamente nel mare. Le altre mamme -conclude il maestro Carfagna- la guardavano in silenzio salvo poi commentare che non era il caso di sciacquare il cibo in quell’acqua in cui c’erano stati dei massacri”. Una storia che ben presto fece il giro del paese.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

ELEZIONI COMUNALI E BOOM DI LAVORI In tempo di elezioni si comincia a vedere qualche lavoro in guro per il paese: asfalto, piccole manutenzioni, rifacimenti di strade al centro storico. Di colpo, quei soldi che per anni non ci sono stati, adesso fanno il capolino. Mi viene da pensare: ma dove li tenevano nascosti? Anche per le iniziative culturali pare di assistere a un’abbuffata di finanziamenti, quando la cultura è stata prati-

camente abbandonata per anni, basti pensare che in questo paese non esiste nemmeno l’assessorato alla cultura. Ma che succederà dopo le elezioni? Torneremo al solito giochetto per cui le casse sono vuote e non ci sono soldi per nessuno? Lettera firmata

ACCENDIAMO LA STELLA A PASQUA! Caro direttore, ho visto che sulla Fortezza c’è

ancora l’impalcatura della stella di Natale. Visto che sono passati quasi tre mesi forse si potrebbe accenderla anche per la Santa Pasqua. E magari anche per il 25 aprile, e pure per ferragosto e per la festa di Ognissanti. E poi perché smontarla? Ancora pochi mesi e il Natale è di nuovo fra noi. Che ne dice di una stella eterna che brilla sulla Fortezza per tutti i roccheggiani? La proposta mi pare economica. Mario Proietti

PERDITE DI ACQUA MA CHI LE RIPARA? Le rotture alle tubazioni dell’acqua non si contano più. Rocca di Papa è un colabrodo, in ogni quartiere si vede acqua che esce dalle strade e le perdite restano così per giorni interi. L’arrivo di Acea, vista come panacea di tutti i mali, non pare aver risolto i problemi della gestione di un servizio ritenuto fondamentale per un paese come il nostro. Mail firmata

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 16 APRILE


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