Il Segno marzo 2009

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“ il Segno PICCOLO

L’accusa mensile indipendente di attualità,

informazione e cultura

Anno VIII, n. 3 - Marzo 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche.

Carta dei Diritti dell’Unione Europea

L’Arch. Marco Putano, curatore del nuovo PRG, rompe il silenzio

“Il Piano Regolatore è già morto, serve una nuova classe politica”

Lettera aperta ai roccheggiani di Marco Putano

Per la funicolare siamo con voi

di Andrea Sebastianelli Finalmente, dopo 46 anni, Rocca di Papa potrebbe riavere la sua storica funicolare. Un progetto ambizioso che con coraggio e determinazione Comune, Regione e Cotral vogliono portare a realizzazione, malgrado l’area risulti a tut’oggi occupata abusivamente. Il nostro giornale non risparmia certo critiche all’amministrazione comunale, che troppo spesso dà l’idea di avere un progetto confuso per il futuro di Rocca di Papa. Questa volta però dobbiamo non solo dire grazie al Sindaco Boccia e al Consigliere regionale Ponzo, ma dobbiamo sostenerli e aiutarli nella battaglia da cui dipenderanno le sorti per la riattivazione della funicolare. Per questo vorremmo proporre al Sindaco di organizzare insieme un’iniziativa pubblica. SEGUE A PAGINA 6

Il sisma del 1927 Un triste evento

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Cari Concittadini, l’attuale quadro politico nazionale e locale mi sconforta come cittadino e come intellettuale. Non mi sento rappresentato da una classe politica tutta arruffata in grandi, o piccoli, finti partiti, nati già svuotati nei propri contenuti politici programmatici, né da una classe politica dove incoerenza e incompetenza, assoluta mancanza di valori e di proposte di alto profilo programmatico, arroganza e ignoranza, rappresentano le qualità del politico medio contemporaneo. Non mi sento rappresentato dalle politiche sociali, che premiano solo chi non produce e chi non paga le tasse, né dalle politiche economiche, che vanno a favore sempre dei poteri forti o precostituiti e non incentivano la nuova impresa e il nuovo lavoro, né dalle politiche ambientali, che non migliorano mai la effettiva qualità di vita nelle nostre città e nei nostri territori. Non mi sento rappresentato da un sistema produttivo articolato su una piccolissima impresa che sembra voler rinunciare a fare sistema, a investire su ricerca, sviluppo, sicurezza, conoscenza. Non mi sento rappresentato neanche dalla nostra amministrazione locale che alle ultime elezioni politiche ha riscosso meno di un terzo del consenso politico e nonostante ciò, nessuno ha chiesto al nostro Sindaco e alla sua giunta di dimettersi (ma le opposizioni cosa fanno?) in quanto è venuto meno, anzi si è praticamente dimezzato, il consenso democraticamente espresso alle ultime elezioni amministrative. SEGUE A PAGINA 5

Così cominciò la colonizzazione di Monte Cavo

Nel 1977 il primo ripetitore

Radio Eur affittò la stanza n. 8 dell’ex Convento A pagina 7


ATTUALITA’ La Regione Lazio approva per prima una legge sperimentale

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La Sinistra riparte dal reddito minimo per disoccupati e precari vecchie lire) non è solo coraggioso ma denota un alto senso di responsabilità che spesso la politica non dimostra. Per una volta, quindi, la politica ha fatto abbondantemente la sua parte non solo promettendo o chiacchierando ma facendo cose concrete. I disoccupati e i giovani precari della nostra Regione avranno ora un’ancora di salvezza che consentirà loro di affrontare un po’ meglio la mancanza di lavoro e i licenziamenti che tra pochi mesi si manifesteranno in tutto il loro dramma. La determinazione che in questa occasione ha dimostrato l’Assessora Regionale al Lavoro, Alessandra Tibaldi, significa semplicemente che la politica (quando vuole) sa essere molto attenta ai problemi più sentiti dai cittadini. Il fatto che poi sia una donna ad aver avanzato tale proposta è la conferma che di donne di questo spessore ce ne

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

La strana famiglia

Ieri sera avevo voglia di una pizza, allora ho chiamato il mio idraulico di fiducia per ordinarla. Se sembra illogico allora sentite questa: una relazione del Ministero dell’Interno dello scorso febbraio ha rivelato che l’ottanta per cento degli stupri e delle molestie sono commessi da italiani, di questi più della metà sono ad opera di familiari e conoscenti, le vittime sono, in cifre da plebiscito bulgaro, in gran parte donne e bambini. Lo scorso gennaio l’Associazione a tutela dei bambini, Telefono Arcobaleno, ha pubblicato le cifre dell’utilizzo di materiale pedopornografico on-line, l’Italia è al quinto posto. Nel mondo. Se la razionalità mi assiste nella mia incipiente degenerazione cerebrale, queste notizie avrebbero dovuto trovare vasta eco tra i giornali e le televisioni. Invece nulla più che un sussurro in mezzo a una foresta di scimmie urlatrici. Sarebbe fortemente consigliata una vasta e profonda riforma del co-

vorrebbero molte nelle pubbliche amministrazioni. Merito ovviamente anche del Presidente Marrazzo che si è impegnato affinchè la proposta (sulla quale la Tibaldi stava lavorando da alcuni anni) arrivasse al traguardo. Sull’esempio del “reddito minimo garantito” della Regione Lazio, Franceschini (neo-segretario del Pd) ha subito fatto sua la proposta che, guardacaso, era uno dei punti centrali del programma di quella Sinistra Arcobaleno battuta dai suoi elettori, finiti nel tranello teso da Veltroni sul fantasioso “voto utile”. Con questo provvedimento, dunque, la Sinistra stà pian piano ritrovando la strada che le è propria, ossia quella di stare dalla parte dei più deboli soprattutto quando questi deboli rischiano di essere dimenticati del tutto. Il fatto poi, che gran parte dei partiti della Sinistra regionale

dice penale che inasprisca le pene previste per lo stupro, adesso il massimo con tutte le aggravanti è di cinque anni, tanto da avere un efficace deterrente. Ecco, invece, un decreto spot che non muta nulla se non che viene revocato il beneficio dei domiciliari al reo, nonché la presenza massiccia dei militari per strada. La violenza maggiore si attua tra le mura domestiNon insegnate ai bambini che e noi abnon insegnate la vostra morale biamo paura a è così stanca e malata uscire la sera. La potrebbe far male morbosità viagforse una grave imprudenza gia in rete tra è lasciarli in balia di padri di famiglia una falsa coscienza. che baciano i figli Non elogiate il pensiero e poi guardano che è sempre più raro immagini raccanon indicate per loro priccianti di altri una via conosciuta bambini, ma noi ma se proprio volete insegnate non circoliamo soltanto la magia della vita. tranquilli. Nel f r a t t e m p o Giro giro tondo cambia il mondo. apriamo l’enneGiorgio Gaber – Non insegnate ai bambini - 2003 © Warner Chappell sima battuta di Music Italiana Srl caccia a chi non parla la nostra lingua. Molti uomini hanno colorato la loro esistenza grazie a una donna e a un bimbo. Ma c’è chi quei colori li insozza pesantemente, a volte lo conosciamo, magari abita accanto a noi. Magari ci fidiamo, solo per assonanza di idioma. Sembra ancora assurdo che ordini la mia pizza all’idraulico?

L’Ass.ra regionale al lavoro, Alessandra Tibaldi

abbiano deciso di far parte di un unico gruppo politico, con un proprio portavoce, è un’altro esempio che soltanto una Sinistra unita può ancora trovare i suoi spazi, mentre chi sceglie di stare nella sua nicchia (seppur forse ritenuta dorata) è destinato al purgatorio del sistema. Tornando al “reddito minimo per disoccupati e precari”, le modalità per accedervi sono piuttosto semplici. Le due più importanti sono: risiedere nella Regione Lazio da almeno due anni ed essere iscritti nelle liste dell’ufficio di collocamento. Per saperne di più sulle modalità per accedere al contributo: www.portalelavoro.regione.lazio.it.

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di Andrea Sebastianelli Se soltanto una legge simile fosse stata varata dal Presidente della Lombardia, Formigoni, o da quello della Sicilia, Lombardo, i vari “Porta a porta” di Bruno Vespa o i Tg di Rai-Mediaset avrebbero iniziato un bombardamento continuo gridando al miracolo politico. Invece, la prima legge italiana che prevede un reddito minimo garantito per disoccupati e precari è stata varata dalla Regione Lazio. Per di più fortemente voluta dal Gruppo Regionale della Sinistra cosiddetta radicale. Si tratta di una vera e propria “rivoluzione culturale” che in Italia rappresenta una novità che definire epocale è poco. In un momento di crisi economico-finanziaria come quello che stiamo vivendo, con gravi ripercussioni a livello sociale, decidere di stanziare 40 milioni di euro (80 miliardi delle

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mensile indipendente di attualità, informazione e cultura dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale Velletri n. 5/02 R.S. del 19 Febbraio 2002 DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Caldarelli DIRETTORE Andrea Sebastianelli REDAZIONE Noemi Bevilacqua, Piero Botti, Silvio Cajonello, Federica Capogna, Gaetano Casilli, Riccardo Ciotti, Ilaria D’Alessandro, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Sandro Guidi, Noga, Marco Rapo, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Andrea Selli, Giulia Serafini, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Flavia Vitali, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@tiscali.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Articoli, opinioni e giudizi, impegnano solo l’autore.

Stampato in proprio


3 ATTUALITA’ Il Senatore del Pdl, Franco Orsi, presenta un Disegno di Legge che sarebbe un disastro per l’ambiente

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Più fucili per tutti... anche ai sedicenni

di Marcello Morrone Dal Senato della Repubblica parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla natura, agli animali selvatici, ai parchi, la mostruosità consiste in un disegno di legge finalizzato alla totale liberalizzazione della caccia. Firmatario della proposta è il senatore Franco Orsi, targato Pdl, relatore incaricato di predisporre una lista base che riunisca in seno alla commissione Ambiente Territorio una dozzina di altri Decreti legge ‘sparatutto’ già depositati lo scorso anno da parlamentari della Lega e dell’area Pdl. In tal modo la legge 157/1992, l’unica che in parte tutela la fauna selvatica, sta per essere fatta a pezzi per incrementare i fucili e far sparire quel poco che rimane. Il testo del Senatore Orsi rende possibile la caccia in deroga (ossia la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei parchi e nelle altre aree protette. Saranno punite le regioni che supereranno la soglia del 30% di territorio protetto per dar sfogo alla ingordigia dei soliti palazzinari. Il patentino di caccia potrà essere rilasciato anche all’età di 16 anni. Un articolo della legge Orsi conferisce ai Sindaci potere assoluto per autorizzare abbattimenti ed eradicazione di animali in barba alle più elementari norme europee. Si potrà cacciare anche in presenza di neve e superfici ghiacciate, ossia in momenti di grave difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio e riparo. Le guardie

L’attuale Autorità di riferimento, ossia l’ISRA, rischia di essere del tutto sostituita da istituti regionali e perdendo la centralità ognuno si farà leggi proprie creando un vero marasma. Scriviamo le nostre contrarietà ai senatori delle commissioni Ambiente e Territorio del Senato e della Camera, mandiamo a casa il senatore Orsi con una fiaccolata permanente sotto il Parlamento. Contattate le associazioni ambientaliste che ancora non si sono vendute a questo bipartitismo soffocante che ci sta riducendo a brandelli sia economicamente che dal punto di vista della sostenibilità ambientale. E poi diciamo al senatore Orsi, visto il nome che porta, se ci tiene tanto alla eliminazione di tutti gli animali... bè, che cominci da se stesso.

di Sergio Rasetti Mentre il Sindaco di Finale Emilia rinuncia a 1000 euro su 2000 della sua indennità per lasciarli ai cittadini in difficoltà, i deputati Francesco Laratta e Francesco Boccia; i Senatori Vincenzo Vita e Gianrico Carofiglio, tutti del Partito Democratico, propongono di versare il 25% della loro indennità parlamentare in un fondo di solidarietà per chi resta senza lavoro. “La platea chiamata in causa è quella dei 952 parlamentari nazionali, dei 78 europei e dei 1129 consiglieri regionali. Se si vorranno aggiungere Sindaci e Presidenti di Provincia sarebbero naturalmente i benvenuti e si potrebbero raccogliere 5/6 milioni di euro al mese” dice Vincenzo Vita, che abbiamo conosciuto, stimato ed eletto nel nostro collegio

in una delle passate legislature. Uomini politici che decisamente pensano di fare un passo concreto, mentre il centrodestra, con il suo vice capogruppo alla Camera, Italo Bocchino risponde: “Il nostro compito è fare buone leggi e arginare in Parlamento la crisi, non creare fondi per chi perde lavoro”. Non ci risulta che per fare buone leggi non si possano contemporaneamente creare fondi di solidarietà, quindi seguiremo con attenzione gli sviluppi di questa iniziativa augurandoci che, ancora una volta, la classe politica non voglia deluderci e rinnoviamo, come avevamo fatto da questo giornale anche un anno fa, l’invito ai nostri Amministratori comunali ad autoridursi le indennità percepite così come stanno facendo altri amministratori in tante parti d’Italia.

La politica che ci piace

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ecologiche e zoofile non potranno più effettuare la vigilanza e le associazioni ambientaliste presenti nel comitato della 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, verrà del tutto estromessa e cancellata. Sparirà la denominazione di specie particolarmente protette e così le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne, non godranno più della protezione della normativa comunitaria ed internazionale. Si aprirà la caccia a molte specie lungo le rotte di migrazione, un fatto che incentiverà il bracconaggio nei valichi montani. Inoltre si vorrebbe liberalizzare l’uso dei richiami vivi, ossia la possibilità di tenere in strettissime gabbie gli uccellini. I cacciatori potranno imbalsamare senza regole qualsiasi animale senza permesso.

dal 1946

Se deciderete di poggiare la Vostra “Lista di Nozze” presso di noi, saremo felici di aggiungere un nostro prezioso regalo ai tanti e magnifici che riceverete nel giorno più bello della Vostra vita!!!

Liste di Nozze

con le migliori marche: senza obbligo d’acquisto

complementi d’arredo... e non solo!

P i a z z a D u o m o , 7- 1 2 - R o c c a d i Pa pa - Te l . 0 6 - 9 4 7 4 9 0 6 8 - C h i u s o i l l u n e d ì


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di Marco Rapo Il tema sicurezza è sicuramente quello più dibattuto in questi ultimi tempi. Ma su che cosa si basa la sicurezza? Diciamo che è una delle priorità che uno Stato, o meglio un Paese, deve garantire al proprio popolo e quando questa viene meno in quello stesso Paese può accadere di tutto. Solleviamo oggi un problema che forse pochi conoscono: la sicurezza negli aeroporti. Tempo fa, per stroncare il terrorismo, si era pensato bene di introdurre alcune regole, ad esempio che in aereo non erano ammesse sostanze liquide, non si poteva entrare in Italia con beni alimentari come carni e formaggi... insomma, un papiro di regole a cui tutti dovevano attenersi. “Dovevano” attenersi... Chi gli aeroporti li frequenta e quindi viaggia spesso sa che qui in Italia queste regole sulla sicurezza hanno delle falle. Questa non è una statistica o un sentito dire, è l'esperienza del sottoscritto e di altre persone che hanno avuto le stesse impressioni, ovvero che in Italia la sicurezza negli aeroporti sfiora il menefreghismo. Da poco tornato con la mia famiglia dalla Colombia abbiamo notato che i "controlli" variano da Paese a Paese e da Continente a Continente. Voglio rivivere con voi quel viaggio di ri-

PAGINA APERTA

Paese che vai... aeroporto che trovi Quando la “sicurezza” la vivi in prima persona

L’interno di un aeroporto

torno. Entriamo nell’aeroporto “Eldorado” di Bogotà (la Capitale della Colombia) e prima di entrare all’aeroporto ci vengono chiesti prontissimamente documento e titolo di viaggio. Ci troviamo in fila per ritirare la carta d'imbarco e altri poliziotti chiedono an-

Che bello il Circo nei miei sogni di bambina. Invece... Gli animali sono spesso sottoposti a inutili sofferenze

di Annarita Rossi Avrò avuto sei o sette anni quando mio zio portò me e il mio cuginetto coetaneo per la prima volta al circo. Ero così esaltata all’idea di vedere qualcosa di nuovo e di quasi magico, come poteva prospettarsi agli occhi di una bambina quale ero, che non stavo nella pelle. Che emozione fu entrare in quel tendone e provvisti di patatine e coca cola ci sedemmo mentre le luci si abbassavano. Il mio cuoricino batteva forte e lo spettacolo ebbe inizio. Inizialmente lo stupore dei trapezisti e dei funamboli con i loro numeri, poi il divertimento con i clowns i quali ci coinvolgevano tutti a noi bambini. Ero contenta. Qualcosa invece smorzò i miei entusiasmi quando vidi i numeri con gli animali. Non ci trovavo nulla di elettrizzante nel vedere dentro un’enorme gabbia, le tigri e i leoni su dei piedistalli ed un domatore al centro di tutto con una frusta con la quale incitava i felini a fare quello che lui voleva mentre l’indole di quei meravi-

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gliosi animali si ribellava facendoli ruggire ed alzare la zampa per poi però alla fine cedere all’insistenza del domatore. Poi arrivò il numero con le foche e ancora dopo quello con gli elefanti ma il mio entusiasmo per quella serata tanto attesa continuava sempre più a scemare. Non era quello il circo che avevo sognato vedere, c’era qualcosa di innaturale da quando gli animali erano entrati in scena e quello non mi divertiva più. Per una ragione della quale non ricordo il motivo, ci fecero uscire da un’uscita secondaria e potei così scorgere, chiusi dentro a delle gabbie, alcuni tra gli animali che avevo visto poco prima esibirsi e la cosa mi intristì molto. Tornai a casa con un profondo senso di delusione ed al circo non ci volli più andare. Sono passati diversi anni da quella esperienza ma il circo non è cambiato. Gli animali continuano ad essere assoggettati all’uomo conducendo una vita che non gli appartiene e che non meritano. L’uomo non ha nessun diritto di appropriarsi di alcun’altra dignità e quindi neanche di quella degli animali. Non c’è nulla di edu-

cora a tutti documento e biglietto. Ok! Si ritira la carta e imbarchiamo le grandi valigie, passiamo per il Das, ancora un controllo del documento e della carta d'imbarco; passato il Das effettuano un altro controllo più approfondito, ovvero una perquisizione. E’ finita qui? All’entrata in sala d'attesa ancora passaporti e carta d’imbarco... e si sale sull’aereo con un senso di vera sicurezza. Si “Barajas” e, per farla breve, passiamo ben quattro zone di controllo. Arriviamo a Roma, prendiamo le valigie e usciamo dall’aeroporto. Nessun controllo, niente di niente! I controlli qui a Roma-Fiumicino, a differenza di Madrid, Bogotà, Parigi, Caracas, Buenos Aires, vengono fatti a campione. Bella sicurezza! Quindi, cari miei, non facciamoci scandalo se in Italia la sicurezza vacilla. Se non si rispetta quella di frontiera figuriamoci all’interno del Paese... Buon viaggio a tutti! Hasta pronto!

cativo nel portare i bambini al circo con lo scopo di farli divertire con i numeri degli animali. I circensi sono dei professionisti, sempre più all’avanguardia, i quali riescono a fare dei numeri sempre nuovi e sorprendenti che non avrebbero alcun bisogno di far apparire anche gli animali nei loro spettacoli. Animali privati della loro libertà, dei loro luoghi e della loro rispettabilità. Un animale costretto a fare numeri impostigli dall’uomo non è felice, è stressato e malinconico anche perché dopo aver terminato il suo numero del quale non capirà mai il motivo per il quale deve farlo, torna in gabbia e rimane lì chiuso, aspettando che l’uomo e soltanto lui, gli porti da mangiare e da bere e questa prigionia è l’unica vita che gli riserva la sorte. I bambini spesso sono ignari a tutto questo e sta a noi adulti insegnare loro che gli animali non esistono per farli divertire ma che sono esseri sensibili ai quali non va negata alcuna libertà, né inferte umiliazioni e che quindi vanno amati e rispettati. Spero che in un giorno non troppo lontano, quel circo che immaginavo nei miei sogni da bambina diventi una concreta e giusta realtà.


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L’INTERVENTO

L’autore del Nuovo PRG di Rocca di Papa accusa

“Ormai sta diventando un Piano Regolatore per pochi”

SEGUE DALLA PRIMA Non mi sento rappresentato dalla nostra amministrazione neanche per le modalità di gestione del Nuovo Piano, riprova assoluta della necessità di favorire al più presto il ricambio politico generazionale alla guida della nostra città.

Pochi documenti sul sito del Comune. Svista oppure inadempienza?

Trovo curiosa la modalità di pubblicazione sul sito istituzionale che ha riguardato solo una piccola quantità di documentazione del Nuovo Piano, tra l’altro incompleta. Ma aldilà di quello che, presumibilmente, è stata una clamorosa, ma grave, svista o inadempienza, occorre focalizzare l’attenzione a questioni ben più importanti. Alla iniziale scelta di optare per una procedura che accelerava i tempi di approvazione del Nuovo Piano, si sta sostituendo una scelta, che mi sembra sia stata presa di fatto, volta a cambiarne i contenuti fondativi e facente perno su una irritante, e quanto mai controproducente, lentezza nella gestione delle osservazioni. Una scelta opaca (ma molto evidente per chi opera in questo articolato campo disciplinare) volta a fare del “Piano di Tutti” un “Piano per pochi”, una scelta incoerente con la scelta iniziale di abbreviare i tempi di approvazione del Nuovo Piano, così come reso possibile dalla normativa regionale vigente e dallo stato di pianificazione regionale e provinciale in atto al momento dell’adozione. Una procedura veloce già più volte richiamata dal Sindaco e dal sottoscritto nel corso dell’assemblea che portò alla storica unanime adozione del nuovo strumento di governo del territorio roccheggiano. Abbiamo assistito ad un dibattito per mezzo stampa relativo a falsi problemi, nel mentre, non vi siete accorti che abbiamo perso il treno dello svi-

luppo socio economico, della tutela ecologica e dell’autonomia di gestione paesistica e ambientale del nostro territorio.

Un Piano adottato ma non controdedotto non ha alcun effetto

Il clamoroso ritardo delle contro deduzioni alle osservazioni al Nuovo Piano e il contestuale processo di adozione degli strumenti di programmazione di Regione e Provincia hanno fatto venir meno, di fatto prima che ancora nel diritto, la possibilità per la nostra amministrazione di fruire di quel percorso procedurale preferenziale a cui sopra ho fatto riferimento e che avrebbe portato questa amministrazione ad esercitare deleghe o sub deleghe in materia paesistica, ambientale, sviluppo agricolo e rurale. Un piano urbanistico adottato ma non controdedotto non sortisce nessun effetto amministrativo. È un concetto semplice da comprendere per la sua intrinseca logicità. Solo alla fase di controdeduzione è possibile, infatti, prefigurare la forma definitiva, contenutistica e normativa, di uno strumento di pianificazione urbanistica generale.

Il Nuovo Piano, nato per essere approvato in tempi brevi, è quindi già morto, a causa del lassismo, e probabilmente anche per una scarsa conoscenza del nuovo strumento (altrimenti questo ritardo risponderebbe a una precisa volontà politica), di parte degli organi politici e tecnici preposti a gestirne e controllarne la procedura di approvazione.

A che punto sono i Regolamenti a supporto del Piano?

Poi chiedo: ma sono state elaborate le bozze di quel complesso di regolamenti a cui le Norme di Attuazione e gestione del Piano rimandano nella parte finale delle stesse? Non vorrei che si arrivasse alla delibera di controdeduzione alle osservazioni senza presentare al Consiglio Comunale almeno in forma di bozza suddetti regolamenti che sono, per semplicità di comunicazione: il Disciplinare per la Città storica, in alternativa del P.U.O.C. Città storica, il Disciplinare per gli Ambiti territoriali di particolare pregio agricolo e rurale, il Regolamento recante norme per l’applicazione degli incentivi per interventi di bioedilizia, risparmio energetico, utilizza-

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zione di fonti alternative, qualità ambientale, il Regolamento Urbanistico Edilizio Esecutivo, il Disciplinare per la Valutazione dell’Impronta Ecologica. Tali elaborati sono il punto più alto in termini di qualità progettuale e propositiva, di innovazione scientifica e disciplinare che i Forum di Agenda21L e del PSSE hanno raggiunto nel corso del loro dibattito e che hanno rappresentato i pilastri del Nuovo Piano. Non presentare al Consiglio Comunale suddetti elaborati significa misconoscere la dimensione culturale partecipativa del Piano che ha visto al lavoro centinaia di cittadine e cittadini, studiosi, imprenditori, forze sindacali e associazioni ambientaliste. Non presentare al Consiglio Comunale suddetti elaborati significa anche indebolire il Nuovo Piano che sarebbe valutato, nella successiva conferenza Comune-ProvinciaRegione per la definitiva approvazione, in una forma incompleta, per altro incompleta della sua parte migliore, proprio perché esito di due processi partecipati, il Forum Agenda21L e il Forum PSSE.

Per Rocca di Papa si sta aprendo uno scenario drammatico

Ora si apre uno scenario drammatico per Rocca di Papa e il proprio sviluppo socio economico. Potete immaginare che efficacia potrà avere il vecchio Piano del 1974 a fronte di un rinnovato Piano Paesistico Regionale e di un nuovo Piano Provinciale? Probabilmente nessuna, il che vuol dire il blocco delle attività di sviluppo territoriale e urbano, che riguarda anche i servizi di cui Rocca di Papa necessita. Ma forse per alcuni “pochi” questo rappresenta un vantaggio. Per “tutti” gli altri, questo è un danno enorme. Vorrei aggiungere solo che era un bel Piano, un Piano quasi perfetto. Peccato. Marco Putano

Con questo intervento dell’Architetto Marco Putano, il Segno apre un dibattito sul PRG


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NUMERI UTILI

Centralino Municipio: 06-942861 Parco Regionale: 06-9479931 Comando Carabinieri: 06-94749007 Corpo Forestale: 06-94288032 Biblioteca Comunale: 06-9499281 Polizia Municipale 06-94286134

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Ufficio Postale: 06-9496926 Museo Geofisico: 06-9496230 Osservatorio Vivaro: 06-94436469 Clinica San Raffaele: 06-9428601

Crollo dell’ex convento, l’inchiesta va avanticonl’acquisizionedeidocumenti

Sul “Monte delle antenne” sono stati collocati due container poi sottoposti a sequestro

di Gaetano Casilli Due container sono stati depositati alla fine di febbraio sul piazzale della vetta di Monte Cavo. Si tratta probabilmente di strutture movibili a servizio degli operai che a breve dovrebbero iniziare i primi interventi di restauro dell’ex convento, una parte del quale poco prima della fine dell’anno è venuta giù a causa delle piogge torrenziali e su cui il Sostituto Procuratore della Procura di Velletri, Dott. Giuseppe Travaglini, ha aperto un’indagine per far emergere le responsabilità. Le indagini, condotte dal Corpo Forestale dello Stato di Rocca di Papa, proseguono a ritmi intensi ed entro poche settimane anche l’acquisizione dei vari documenti dovrebbe arrivare a conclusione così da avere un quadro pressochè completo che consentirà di ricostruire le varie tappe della

vicenda. Da accertare sono soprattutto le responsabilità della Ida Spa, la società proprietaria della vetta e, quindi, dell’intero complesso sottoposto a vincolo monumentale fin dal 1877, che avrebbe dovuto garantire la messa in sicurezza dell’edificio. Solo due anni fa il Tribunale di Velletri aveva condannato l’allora amministratore delegato per non aver ottemperato a quest’obbligo, provocando un danno al patrimonio storico-artistico dello Stato. Tornando ai due container appena collocati sul piazzale di Monte Cavo, sono stati sottoposti a sequestro poiché non era chiara la motivazione della loro sistemazione. La Ida, comunque, ha confermato che si tratta di strutture a supporto dei lavori di restauro, per i quali però non si hanno notizie né sulla tempistica, né sulla tipologia, né sul progetto più generale di recu-

I due container collocati sul piazzale di Monte Cavo

pero dell’ex convento. Nell’esposto presentato dal Segno all’inizio di gennaio, si chiedeva tra l’altro al Dott. Travaglini di valutare la possibilità di sottoporre l’intera struttura ad alienazione, ossia toglierla agli attuali proprietari ed affidarla direttamente al

controllo dello Stato. E chissà che tale alienazione non possa arrivare ad interessare non solo il convento ma l’intera vetta di Monte Cavo. E visti gli interessi economici che ruotano intorno alle antenne, questa sì che potrebbe essere una “bomba”.

Per la funicolare siamo con voi

Un’iniziativa per “costringere” civilmente chi oggi occupa il terreno del Cotral a fare non uno ma dieci passi indietro perchè è ora che venga restituito alla comunità ciò che gli era stato tolto. Ecco la nostra proposta: organizzare una manifestazione pubblica nel piazzale dove oggi c’è la famosa pensilina della stazione occupata abusivamente, che coinvolga istituzioni (Comuni, Regione, Provincia, Parco, Comunità Montana), Cotral, Comitati di quartiere, associazioni e semplici cittadini per dire semplicemente: “Restituiteci il nostro futuro”. Una pressione civile che, insieme alle iniziative di tipo legale e giuridico intraprese dai soggetti coinvolti per riavere il maltolto, deve far capire che questa volta non andrà a finire come l’altra, che i roccheggiani questa volta non sono disposti a subire i soprusi di chi pensa di poter fare ciò che vuole. Questa volta il “treno” della funicolare

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

(scusate il gioco di parole) non lo vogliamo assolutamente perdere. Sia ben chiaro: il rilancio turistico del nostro paese non dipenderà soltanto dal far tornare in funzione la funicolare che, di per sè, senza altri interventi mirati, potrebbe essere soltanto un costo in più per la collettività. Insieme ad essa deve cambiare la politica ambientale del Comune. Riattivare la funicolare è però un passo importante per ripartire. Ecco perchè in questa circostanza tutti devono stare dalla stessa parte, tutti devono dare il proprio contributo e il proprio impegno per raggiungere l’ambizioso traguardo. Se in quel lontano 1964 tutti, politici, cittadini e istituzioni, lo avessero fatto probabilmente oggi staremmo a raccontare tutta un’altra storia. Per questo rivolgiamo un sincero invito al Sindaco che insieme a noi si faccia promotore di una protesta pubblica civile. Andrea Sebastianelli

ALTRI SERVIZI NELL’APPROFONDIMENTO ALLE PAGINE 10 e 11


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ROCCA DI PAPA

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Dalla stanza n. 8 dell’ex convento partì l’avventura della Radio dell’Eur Storia della prima antenna installata a Monte Cavo che diede vita alla colonizzazione

Era l’inizio del 1977 quando Pacifico Grimaldi affittò la stanza ad alcuni giovani

Alcuni ripetitori radiotelevisivi installati a ridosso dell’ex albergo Grimaldi a Monte Cavo

di Andrea Sebastianelli In tutti questi mesi nei quali abbiamo più volte parlato della questione-antenne, molti lettori ci hanno posto una domanda chiara e semplice: quando venne installato il primo ripetitore radio-tv sulla vetta di Monte Cavo? Per scoprire quando si è verificato quest’evento che avrebbe condizionato in negativo la storia di Rocca di Papa, è necessario fare una breve panoramica sul fermento che caratterizzò la nascita delle prime “radio libere locali”, i cosiddetti “pirati dell’etere”. Verso la metà degli anni Sessanta l’Europa fu letteralmente invasa da un vento culturale che, tra le tante cose, portò con sé una grande voglia di libertà, sotto ogni punto di vista. Così i giovani più intraprendenti, appassionati di musica ma non solo, cominciarono a interessarsi a un mezzo, quello della radiodiffusione indipendente, con cui avrebbero potuto dare voce alla loro voglia di cambiamento che, per esempio in Italia, i canali Rai non riuscivano più a soddisfare. Nella penisola, la prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni fu Radio Parma il 1° gennaio del 1975. Seguirono

Radio Milano International (marzo 1975) e Radio Roma (16 giugno 1975). La storia della prima antenna di Monte Cavo, invece, comincia poco dopo nel quartiere romano dell’Eur, verso la fine del 1976. Un gruppo di amici diede vita a Radio Euro Sound e dopo aver affittato per alcuni mesi un appartamento in via Paolo Di Dono, visto che il segnale per trasmettere era piuttosto scarso, pensarono a una soluzione alternativa, ossia creare un ponteradio con la vetta di Monte Cavo, l’antico Mons Albanus che sovrastava la città di Roma. Era il 1977. “Decidemmo –racconta uno dei fondatori, Fabio Conteduca, oggi professore all’Università di Roma La Sapienza, specialista in Ortopedia e Traumatologia, famoso anche per aver operato il calciatore Fabio Cannavarodi prendere in affitto la stanza numero otto del convento, allora trasformato in un ristorante, gestito da un anziano e tenebroso signore, sempre rigorosamente vestito con una giacca blu chiamato Grimaldi. Il ponteradio fu costruito segretamente –continua- non dicemmo che si trattava di un’emittente privata bensì di un ponte radiotelefo-

nico su una frequenza assolutamente indichiarabile. Inizialmente andò tutto bene, anche se ben presto la lunghezza dei dipoli dell’antenna tradirono l’esatta lunghezza d’onda della trasmittente. Col passare del tempo fummo anche ospiti ben graditi”. Così ebbe inizio la colonizzazione di Monte Cavo, anche grazie al benestare del Sig. Pacifico Grimaldi che, un po’ avanti con l’età e affaticato dal lavoro di albergatore-ristoratore, evidentemente non poteva comprendere che cosa quel gesto avrebbe significato per il futuro di tutti noi. “Eravamo la sola emittente radiofonica del cucuzzolo – spiega ancora il Prof. Conteduca-, all’infuori di Radio Lazio che possedeva un ricco casotto auto-costruito in mezzo al piazzale principale ed una grandissima antenna che spesso riceveva le visite del suo famoso e rispettato padrone, Claudio Villa, che si inerpicava sui tornanti della montagna con le sue poderose motociclette”. Da Monte Cavo, inutile dirlo, si dominava il mondo! La Capitale era “coperta” praticamente per intero. Le periferie romane ricevevano un segnale forte e pulito. Il territorio raggiunto andava da nord dei Monti Cimini fino a Civitavecchia, arrivando a est oltre Tivoli e a ovest fino alle coste della Sardegna. “Attivammo involontariamente, senza saperlo -prosegue il fondatore di Radio Euro Sound-, un ponte radio Rai posto in cima al monte Argentario. Questo fatto attirò subito su di noi l’attenzione di un settore della radiotelevisione italiana a noi fino a quel momento del tutto sconosciuto, il centro controllo ricezione Rai, che iniziò nei nostri confronti una sorta di indagine-persecuzione per avere informazioni su zona di emissione e potenza di trasmissione.

Negammo sempre tutto su Monte Cavo, facendo gli gnorri con grande faccia tosta e proseguendo per la nostra strada”. Poco dopo arrivarono tutte le altre, occupando ciascuna una stanza dell’albergo. La vetta di Monte Cavo, per i futuri antennari, divenne il primo “paradiso delle radio libere” mentre per i roccheggiani stava diventando un vero e proprio “inferno”. Spesso era necessario “precipitarsi in cima a Monte Cavo per sistemare il trasmettitore. Sulla cima di quella montagnola – viene ancora raccontato- c’era una quantità parossistica di antenne, e di conseguenza di radiofrequenza, da cuocere in

volo gli uccelli che passavano davanti. I tubi al neon si accendevano anche senza attaccarli al filo della corrente. E, cosa molto pericolosa, i tubi dell’acqua ai quali tutti diligentemente attaccavano la presa di terra portavano una tensione di circa 120 volt”. Già in queste frasi si possono cogliere i pericoli a cui l’intera popolazione di Rocca di Papa sarebbe andata incontro successivamente, con la politica di quegli anni rimasta immobile e silenziosa di fronte a una rivoluzione che avrebbe trasformato in peggio l’intero territorio, decretandone il degrado e l’abbandono. Successivamente la storia si sarebbe arricchita di altre verità, mezzeverità ed omissioni, che ancora oggi imperversano indisturbate.


ROCCA DI PAPA Sempre più numerose le trappole illegali scoperte dal Parco Regionale dei Castelli

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il Segno - Marzo 2009

Intrappolata nel filo spinato, libera grazie all’intervento dei Guardiaparco

di Marcello Morrone Non si placa la caccia di frodo sul territorio protetto del Parco dei Castelli Romani. Se d’estate malintenzionati appiccano il fuoco all’Artemisio, se durante tutto l’anno tagliatori illegali di legname la fanno spesso franca depauperando le poche risorse arbicole rimaste, se comunque vadano le cose c’è sempre chi prima o poi si inventa di sana pianta l’ennesima villetta abusiva a discapito di tutto il marchingegno legislativo su cui si fondano le basi della sostenibilità compatibile, si comprende come l’illegalità non sia più un teorema fuggente ma acquisisca i connotati di un bubbone traumatico da estirpare con celerità. Proprio nel cuore del Parco a metà febbraio i Guardiaparco hanno scoperto numerose trappole per cinghiali posizionate sulle colline che fanno parte del Comune di Rocca di Papa da bracconieri senza scrupoli. Si tratta di teloni di plastica interrati sopra larghe buche che impediscono all’acqua piovana di defluire normalmente. Con tale sistema si creano grandi pozze di fango che funzionano da esca per gli animali, insomma uno stratagemma che i bracconieri attuano per attirare i cinghiali e poi ucciderli ignorando qualsiasi regola. I Guardiaparco insospettiti dalla presenza

molto circoscritta di buche piene di fango in un’area di solito frequentata da codesti ungulati, hanno smosso il terreno ed hanno avuto conferma dell’artificiosità delle pozze. Un esemplare femmina di cinghiale, peraltro incinta, era imprigionata e, con pazienza e fatica, è stata liberata dai Guardiaparco e riconsegnata alla libertà. Si è proceduto alla immediata bonifica di tutta l’area e a un maggiore controllo di quelle zone onde prevenire e sanzionare altri misfatti. Al riguardo il signor Gian-

I cittadini protestano per la scarsa pulizia

Rifiuti in Via Portella

Ancora una discarica abusiva a Rocca di Papa. Questa volta, però, è più grave del solito perché stiamo parlando del centro storico, nel cuore del quartiere bavarese, precisamente in via della Portella all’altezza del numero civico 18. I cittadini sono molto arrabbiati perché si tratta (come si può facilmente evidenziare dalla fotografia) di un accumulo di immondizia di vario genere: buste, sacchetti, elettrodomestici, batterie d’automobile, scaldabagni, pneumatici… e anche una carrozzina per disabili. L’aspetto più grave è che questa situazione di degrado esiste da oltre un anno. Possibile che nessuno si assuma la responsabilità di queste situazioni, rimuovendo e garantendo un minimo di decenza? Il centro storico di Rocca di Papa non si ferma a piazza Garibaldi ma investe anche i vicoli, le strade e le piazzette disposte sotto alla Fortezza. E’ troppo chiedere che anche qui il servizio di pulizia venga svolto con regolarità? Luigi Serafini

La cinghialotta incinta intrappolata e liberata dai Guardiaparco

carlo Trombetta, Vicepresidente del Parco, ci ha detto: “La caccia svolta in questo modo perde qualsiasi significato rispetto ai valori ed alle relazioni ambientali e diventa semplicemente un massacro verso gli animali selvatici. Le relazioni fra l’uomo e l’ambiente discendono dai diritti di tutti, animali compresi”. A riguardo voglio rimarcare e ricordare a chi fa orecchie da mercante che nei parchi protetti vige il totale divieto di qualsiasi attività venatoria.

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ROCCA DI PAPA

Il parente americano tornato a Rocca di Papa dopo 10 anni

Due delusioni, lo stato della Via Sacra e il degrado degli Arcioni

“Voi roccheggiani siete strani, avete ricchezze che non sfruttate”

Dopo dieci anni è tornato a farmi visita il parente americano. La prima cosa che mi ha chiesto è stata di portarlo a visitare la Via Sacra e gli Arcioni, così come avevamo fatto la volta precedente. Entusiasta ho raccolto subito l’invito, mi piace visitare siti dove ci sono antichità e mentre la Via Sacra l’avevo vista di recente, gli Arcioni non li vedevo anche io da dieci anni. Mentre percorrevamo in auto la strada per Monte Cavo in verità ero un poco preoccupato per la sorpresa che la vista della Via Sacra avrebbe riservato al mio gradito ospite. Raggiunto l’incrocio infatti ci trovammo al cospetto di quello che molti concittadini hanno definito uno scempio archeologico-ambientale, il taglio di tutti gli alberi a valle della strada asfaltata avvenuto con regolare autorizzazione comunale di recente. Il mio ospite stentava a credere ai suoi occhi ed è stato molto difficile spiegargli cosa era successo; non poteva capire assolutamente quale ragione superiore poteva avere indotto i responsabili di quell’operazione ad una decisione così devastante e mi ha detto: “Voi italiani siete incredibili, avete ricchezze più importanti del petrolio, dell’oro, dei diamanti ma non le sapete conservare e se continuate così resterete poveri come il terzo e quarto mondo”. La bella veduta dalla Via Sacra dei due laghi e dell’immenso spazio verde che ancora fortunatamente abbiamo potuto godere ha attenuato un poco la delusione dell’americano che purtroppo poco dopo avrebbe ricevuto un’altro shock nella visita agli Arcioni. Li avevamo visti insieme dieci anni prima durante una passeggiata nei boschi nella zona del quartiere Vigne, nome dovuto all’antica destinazione di quelle terre che un tempo davano ai roccheggiani che le lavoravano con cura un ottimo vino. Dopo una curva della strada ci eravamo trovati im-

provvisamente al cospetto dei resti di un acquedotto romano, sei arcate complete ancora in piedi, avvolte da una vegetazione di piante rampicanti che sicuramente contribuivano al suo sostentamento. Immersi in un vallone suggestivo e di grande interesse geologico e botanico, ricco di specie floristiche, con molte essenze arboree e arbustive del bosco originario, tanto da essere proposto come riserva parziale nel piano del Parco dei Castelli. Naturalmente tutto abbandonato a se stesso e la zona piena di discariche che ostruivano quasi completamente un fosso dove scorreva poca acqua maleodorante che passava proprio sotto i resti del vecchio acquedotto. Sulle sponde del fosso alcune costruzioni fatiscenti destinate ad animali o materiali, una situazione di degrado incredibile. Dieci anni fa il parente americano restò meravigliato e le mie spiegazioni contribuirono a convincerlo che comunque si trattava di un caso raro, che ora con la nuova amministrazione comunale, aveva vinto le elezioni a Sindaco da poche settimane Carlo Ponzo, queste situazioni sarebbero state subito sanate perché al centro del progetto politico amministrativo c’era la tutela dell’ambiente, la rinascita del turismo, il bene del paese e dei paesani. Anche questa volta, alla presenza degli Arcioni, ci siamo trovati davanti alla stessa scena: l’acquedotto abbandonato a se stesso senza cura di alcun genere, l’ambiente circostante sempre invaso da discariche e costruzioni,

I resti dell’acquedotto degli “Arcioni”

costruzioni di ogni tipo, grandi e piccole, belle e brutte, alte e basse, in un disordine assurdo dove ognuno ha fatto da se quello che ha potuto, quello che gli è stato consigliato, quello che la pubblica amministrazione, voltandosi dall’altra parte, gli ha permesso anche per farsi perdonare la sua incapacità a provvedere nel modo giusto all’esigenza di case che viene dai cittadini. Volenti o nolenti siamo diventati vittime e carnefici. Vittime di un sistema che costringe anche a diventare fuori legge per farsi una casa perché non vuole mettere in campo iniziative per permetterlo a tutti in modo legittimo e poi quando siamo fuori legge permette a qualcuno di tirarci per la giacca. Carnefici perché con questo sviluppo disordinato facciamo un male irreversibile alla terra, all’aria, all’acqua, all’essere umano, a quell’ambiente che in troppi dicono di voler proteggere. Sarebbe meglio lo dicessero di meno e che qualcuno passasse ai fatti. Il parente americano ha ormai settanta anni, non è sicuro di poter tornare e forse in cuor suo non desidera più tornare per non correre il rischio di restare ancora di più deluso da questo lembo dell’antico Continente. il.sognatore.blogspot.com

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E’ necessario che la sosta delle auto si regolamenti

di Sergio Rasetti Dopo il mancato rinnovo della convenzione per la regolamentazione della sosta a pagamento è ricominciata la sosta di lunga durata negli spazi delimitati dalle strisce blu che per mesi avevano garantito una certa comodità a tutti in cambio di un piccolo sacrificio economico. La situazione è tornata ad essere insostenibile, i numerosi cittadini che si devono recare al centro per motivi inderogabili non trovano un posto auto per il tempo strettamente necessario alle proprie esigenze.

Il nostro giornale ha deciso di farsi portatore di quella che sembra l’idea che trova maggiore consenso tra i cittadini e utenti della strada di Rocca di Papa: “Istituire la zona disco a 1 e 2 ore non rinnovabili in tutta la zona precedentemente destinata a zona blu”. La sorveglianza affidata ai vigili urbani con metodo regolare ed inflessibile non potrebbe che dare ottimi risultati, indispensabili ad una vita cittadina ordinata e più serena.


il Segno - Marzo 2009

di Sergio Rasetti Gli stati maggiori politici e istituzionali di Rocca di Papa, della Regione Lazio e del Cotral si sono riuniti, giovedì 26 Febbraio, nella Sala Consiliare del Comune per una conferenza sulla funicolare. Il progetto di recupero, finanziato dalla Regione Lazio, per interessamento dell’On. Carlo Ponzo è infatti pronto a partire, ma l’occupazione, non autorizzata, della stazione a valle impedisce l’espletamento dalla gara di appalto e l’inizio dei lavori, mentre i fondi stanziati potrebbero essere perduti per decorrenza dei termini di legge. Per questo è stata convocata la conferenza alla quale hanno partecipato tutti i gruppi consiliari che hanno portato l’adesione all’iniziativa tesa ad ottenere la riconferma dello stanziamento e la contemporanea immediata liberazione della stazione, questione sulla quale è in corso una causa civile, per consentire l’immediata realizzazione dell’opera. Il Sindaco ha manifestato l’intenzione di recarsi dal Prefetto per richiedere uno sgombero forzato dell’area in questione e ha chiesto ai rappresentanti delle altre istituzioni presenti: Parco Regionale dei Castelli Romani, Comunità Montana, Assessorato alla Mobilità della Regione Lazio, Società Patrimonio Cotral, di essere con lui a rappresentare al meglio la volontà di amministratori e cittadini dei Castelli Romani. Tutti si sono dichiarati disponibili sottolineando la rilevante importanza dell’opera per la rinascita dell’interesse turistico per il paese e di quello per tutti i Castelli Romani. Il consenso generale all’iniziativa, il sostegno unanime al passo presso il Prefetto, l’impegno della Regione Lazio e

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Tutti in... carrozzaaa! Forse... Si riuscirà a far ripartire l’antica funicolare?

del Cotral è stato accolto dai cittadini in modo molto positivo e già, in molti, auspicano immediati provvedimenti più complessivi che riguardano il territorio da proporre alla visita e al godimento ai futuri turisti che certamente accorreranno numerosi per vedere e usare la funicolare e vorranno trovare motivi per restare sul posto almeno un’intera giornata. Questi provvedimenti non possono che riguardare il centro storico rinnovando l’arredo urbano, garantendo la pulizia e la sorveglianza tutti i giorni

dell’anno e agevolando l’apertura di nuove attività commerciali e di ristorazione che dovrebbero restare aperte anche nei giorni festivi oltre che, naturalmente, l’ambiente, con un reale stop all’abusivismo edilizio e al rilascio di concessioni in zone boscate, rilancio e cura dei percorsi naturalistici, organizzazione di aree sosta controllate per il pic-nic, individuazione di percorsi per biciclette e cavalli, organizzazione di passeggiate guidate lungo i sentieri per gruppi organizzati, regolamentazione di

tutte le attività boschive per tutelare al massimo possibile la salute del bosco, rimozione immediata di tutte le discariche abusive e massima sorveglianza per impedirne la rinascita, rimozione di tutti gli scarichi di acque nere che hanno già inquinato la falda acquifera oltre misura. La funicolare unita a questi provvedimenti potrà garantire una vera e propria economia basata sulla salvaguardia dell’ambiente, unica vera ricchezza e ultima spiaggia del popolo roccheggiano.


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il Segno - Marzo 2009

Il fascino discreto della funicolare

Una lunga storia cominciata nel 1906

di Gaetano Casilli Nell’agosto del 1906 fu conclusa a Rocca di Papa, in località Valle Oscura, la realizzazione della prima funicolare della Stefer (Società delle Tranvie e Ferrovie Elettriche di Roma) con il contrappeso ad acqua. Questo impianto aveva caratteristiche che ancora oggi la rendono degna di interesse. Con una lunghezza di 330 metri, riusciva a superare un dislivello di 105 metri. Era dotata di due vetture (ascendente e discendente). Il principio era il seguente: la vettura a monte riempiva d’acqua il serbatoio di cui era dotata aumentandone parecchio la massa, quindi riusciva agevolmente a scendere per gravità, trascinando in alto la gemella cui era legata da un cavo. Una volta giunta alla stazione inferiore, scaricava il serbatoio perdendo di peso mentre l’altra vettura stava effettuando l’operazione reciproca. Il 28 Luglio 1932, un impianto completamente nuovo prese il posto di quello ad acqua, che tuttavia funzionò egregiamente fino al giorno precedente, il 27 Luglio. Infatti la

nuova funicolare era posta a circa un chilometro da quella vecchia. La stazione che giungeva a Rocca di Papa venne costruita a Valle Vergine per cui fu deciso anche il prolungamento della linea da Squarciarelli a Valle Oscura fino, appunto, a Valle Vergine. Anche in questo caso fu costruito un raccordo tranviario ad hoc: tuttavia non più binario tronco, ma un ampio anello che consentiva alle vetture tranviarie un’agevole giratura. La funicolare di Valle Vergine era servita da due vetture con una capacità ciascuna di 80 posti (tra seduti ed in piedi) che arrivava anch’essa al centro del paese. La trazione si avvaleva di due motori posti a monte (ordinario e di emergenza) per la manovra dell’argano del cavo di trazione; mentre un pantografo posto sul tetto forniva l’energia per i servizi e la comunicazione con la cabina comando. Il tragitto era lungo 313 metri. Già dal 1932, però, i bilanci della Stefer cominciavano a segnare rosso, attestandosi con un debito superiore alle 132 mila lire. La crisi diventerà più grave

negli anni successivi. La funicolare di Rocca di Papa cessò il servizio il 15 Gennaio 1963, quando furono considerati più agevoli ed economici gli autobus gommati. Nel 1976 la Stefer confluì nell’Acotral (Azienda Consortile Trasporti Laziali). Recandosi oggi sul posto, la stazione superiore appare in uno stato che si può definire discreto, mentre la vettura in sosta, dopo quasi 50 anni, appare in uno stato assolutamente sconfortante malgrado conservi ancora il suo colore azzurro che richiama la livrea dei tram dei Castelli della Stefer. La stazione a valle, invece, fin dal 1982, vede la presenza di un’abitazione abusiva che rappresenta l’ostacolo più grande per la riattivazione della funicolare. La vecchia vettura, quella in sosta a valle, andò distrutta in seguito ad un incendio. E’ possibile vedere il filmato dell’inaugurazione del 28 luglio 1932, collegandosi al sito internet dell’Istituto Luce: www.archivioluce.com. Lo stesso filmato è visibile anche sul popolare sito: www.youtube.com.

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ROCCA DI PAPA

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“Qual’è il vero motivo alla base della costruzione di questa super-strada?” “Nodo di Squarciarelli”, i cittadini elogiano il Segno per un articolo che fa chiarezza

di Marcello Morrone Da oltre un anno i cittadini che risiedono a ridosso del futuro “Nodo di Squarciarelli” tengono iniziative, convegni, dibattiti per comprendere sotto ogni punto di vista che cosa significa realizzare la nuova super-strada che, nelle intenzioni, dovrebbe risolvere il problema del traffico che oggi attanaglia questa fetta di territorio tra Grottaferrata, Rocca di Papa e Marino. Per confrontarsi e scambiarsi opinioni e informazioni sulla mega opera, è nato un blog gestito da questi cittadini: www.nodosquarciarelli.blogspot.com. Lo scorso 30 gennaio è apparso un breve intervento dal titolo esplicativo: “Pensare male è peccato... ma spesso si indovina”. L’intervento stuzzicava i frequentatori del blog invitandoli a ragionare “sulle vere ragioni della costruzione della nuova strada detta di razionalizzazione del Nodo Squarciarelli”, riferendosi al convegno promosso il 27 giugno dello

scorso anno da Italia Nostra, in cui si fece vedere chiaramente che a ridosso della nuova futura arteria ne esiste già un’altra in grado di risolvere i problemi. Inoltre, un’altro aspetto evidenziato in quella circostanza, fu il “lievitare dei costi da 3,5 milioni di euro a 27”. Con sorpresa e con grande soddisfazione, in quest’intervento veniva citato come esempio di “vero giornalismo indipendente”, un articolo-inchiesta del nostro direttore Andrea Sebastianelli, apparso sul Segno (ed. Rocca di Papa) di luglioagosto 2008 e sul Segno (ed. Grottaferrata) di gennaio 2009. “All’autore dell’articolo -si legge sul blog- va il plauso ed il ringraziamento dei cittadini dei Castelli Romani”. Si tratta dell’articolo che cercava di ricostruire la vicenda di Umberto Morzilli, l’ex membro della Banda della Magliana assassinato a Roma il 28 febbraio del 2008 e che fu al centro di una speculazione edilizia di vaste proporzioni che inte-

ressò un terreno in via delle Barozze a Rocca di Papa. Terreno che, acquistato per 350 mila euro, dopo varie acquisizioni e vendite finite nel mirino della Procura di Roma, arrivò ad essere venduto alla cifra record di 5,5 milioni di euro. Insomma, un affare in grande stile! E allora l’invito del blogger a “leggere attentamente l’articolo confrontandolo con le nostre relazioni ed a trarne le giuste conclusioni”. “Quando il nostro lavoro aiuta a fare chiarezza abbiamo la prova che stiamo facendo il nostro dovere” ci ha detto il direttore un po’ sorpreso appena messo al corrente della suddetta “citazione”. La discus-

Successo per il Carnevale malgrado i pochi fondi Da Alvaro Fondi riceviamo e volentieri pubblichiamo

Quest’anno dopo tanti anni a Rocca di Papa ho rivisto dei bambini mascherati che giocavano, ballavano insieme a genitori e insegnanti e non so da quanti anni non indossavo una maschera anch’io. C’era “mangiafuoco”, la giostra gonfiabile, il giocoliere, pagliacci sui trampoli e degli animatori che intrattenevano con magie, giochi e balli. Un corteo di maschere festante e rumoroso (nonostante il tempo avverso), il cui tema era principalmente il bosco e i suoi magici abitanti, è partito da Largo Belvedere e ha raggiunto, dopo due giri di Piazza della Repubblica, Piazza Claudio Villa dove era stato allestito tutto il necessario per l’intrattenimento. C’era il palco per lo spettacolo, uno stand vendeva dolci mentre in un altro era possibile prendere gratuitamente lo zucchero filato. Durante il corteo, che aveva in testa Minnie, Topolino e la Banda Musicale degli “Screpanti”, si distribuivano coriandoli,

trombette e caramelle. Era una gioia vedere i bambini che saltavano sulla giostra, aspettando impazienti il loro turno per lo zucchero filato, entusiasmandosi per una foto con i loro beniamini dei fumetti, guardando con la bocca aperta i giochi di fuoco e seguendo attenti le indicazioni per fare il ballo di gruppo. Al termine sono state premiate le “Tre mascherine più simpatiche”. Devo riconoscere che Davide, insieme a pochi altri di buona volontà, ossia Enrico, Angela, Rosanna, Giuseppe, Patrizio, Alberto, Danilo, Fabio (mi scuso se ho dimenticato qualcuno), riuniti nelle associazioni “La Contea” e ”Vaga Mente”, sono riusciti con poco a far divertire e stupire grandi e piccoli. Devo ringraziarli, perchè lo sforzo di queste persone deve invitare tutti noi a riflettere. Una festa semplice e ben organizzata che ha richiesto una cifra dieci volte inferiore alla cifra spesa dal Comune di Rocca di Papa per quella triste “Po-

sione intorno al “Nodo di Squarciarelli”, dunque, è destinata a proseguire anche nei prossimi mesi. Da parte del nostro giornale garantiremo sempre la massima attenzione verso la battaglia intrapresa da questi cittadini.

lenta degli Innamorati”. Festa che solo una settimana prima ha avuto luogo nel nostro paese, peccato però che nessuno se ne sia accorto. Un evento quasi fantasma del quale la domenica pomeriggio non rimaneva nessuna traccia. Eppure doveva durare due giorni, c’era la Rai, è stata pubblicizzata alla Radio Nazionale, sono stati attaccati una discreta quantità di manifesti in tutti i Castelli e tutto a spese dei contribuenti! A proposito di manifesti, racconto il fatto perchè ero presente e non perchè mi è stato riferito, devo dire che per il Carnevale della Contea il Comune ha gentilmente offerto i manifesti per pubblicizzare l’evento, peccato però che fossero solo otto di numero e che sono stati consegnati il giorno prima a poche ore dall’inizio della manifestazione. Se chi ci governa non è in grado di gestire piccoli eventi non può nemmeno essere in grado di amministrare i soldi degli abitanti di Rocca di Papa. I nostri amministratori dovrebbero avere l’umiltà di imparare dai semplici cittadini che onestamente si danno da fare per il bene del paese. Non si può agire sempre per opportunismo, per tornaconto personale o per arraffare voti. La gente si diverte con poco, ama le cose semplici ma non è stupida. Alvaro Fondi


ROCCA DI PAPA Il Comune delibera la seconda parte dello scavo archeologico Nuovo Direttivo Avis il Segno - Marzo 2009

Dopo un anno riprendono Grazie, gli scavi sulla “Fortezza” Enzo!

di Luigi Serafini La prima parte degli scavi archeologici presso l’area della Fortezza di Rocca di Papa, venne conclusa ad aprile del 2008. Dopodichè il pianoro sommitale che sovrasta la cittadina castellana rimase pressochè chiuso, dando la possibilità di arrivare sulla cima solo in alcune giornate e

La “scala E” del castello medievale di Rocca di Papa

in un’area ristretta. Adesso, finalmente, apprendiamo che la Giunta guidata dal Sindaco Boccia, a distanza di un anno, ha deliberato la prosecuzione dell’intervento che dovrebbe essere risolutivo anche se le sorprese (dal punto di vista storico-archeologico) potrebbero non mancare essendo quest’area indicata come pos-

Dedicato a “Lupo”

Tre anni fa, in occasione della prima edizione della Festa della birra, arrivò Lupo, un bel pastore tedesco. Erano tutti spaventati, volevano portarlo al canile. Mi fermò Davide Palozzi e mi chiese aiuto per non farlo portare via, lo sistemammo nell’ex deposito delle bombole vicino alla Total (non era il paradiso ma almeno era circondato da amici) e lì ha vissuto i suoi ultimi anni. Era anziano e malato ma gli piaceva giocare a pallone, poi un giorno ha smesso di giocare, lo portammo dalla veterinaria, la Dott.ssa Foroni, che fece di tutto per salvarlo ma non fu possibile. Morì mentre lo accarezzavo... un gra-

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sibile sede di un villaggio di epoca protostorica mentre i recenti scavi stanno indagando il periodo medievale, soprattutto per ricostruire dal punto di vista strutturale, il castello detto degli Annibaldi. Un anno di distanza tra fine e inizio lavori, però, potrebbe far trovare agli archeologi una situazione non uguale a come l’avevano lasciata, tenendo conto che intemperie e vandalismo possono essere causa di gravi danni. Infatti, parte della staccionata e la tabella informativa che dava notizie sul lavoro intrapreso e sulla storia dell’area, oggi sono adagiati a terra in stato di abbandono, segno che l’area è rimasta per tutti questi mesi senza alcun controllo. “Al termine di questo secondo intervento -ha detto il Sindaco di Rocca di Papa- l’area verrà finalmente resa accessibile al pubblico, diventando punto d’eccellenza per la cultura e il turismo del territorio”.

“Lupo” con la sua inseparabile palla

zie speciale a Gianfranco che ogni giorno gli portava un buon pasto caldo e comprava per lui le medicine che gli servivano. Ciao Lupo. Le volontarie animaliste di Rocca di Papa

Dopo 25 anni Enzo D’Alessandri lascia la presidenza dell’Avis

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di Paola Gatta Lo scorso 5 marzo si è svolta l’Assemblea dell’Avis per eleggere il nuovo organismo direttivo. Dopo 25 anni di impegno, passione e tanti sacrifici, Enzo D’Alessandri ha lasciato la presidenza dell’associazione di Rocca di Papa, avendo raggiunto, insieme agli altri volontari, importanti traguardi (di cui abbiamo parlato in modo dettagliato qualche numero fa). A Enzo va il ringraziamento di tutti i cittadini del nostro paese per quanto fatto fino ad oggi, avendo praticamente creato una struttura dal nulla, diventata un punto di riferimento per tutti. Grazie Enzo. Nuovo Presidente è stato eletto Paolo Fei. Il resto del Direttivo, è composto da: Bruno Eleuteri (Vice Presidente Vicario); Roberto Pizzicannella (Vice Presidente aggiunto); Alessandro Guerrieri (Segretario); Roberto Baglioni (Delegato Avis Provinciale). Consiglieri: Daniela Carfagna, Fabrizio Fei, Marilena Pizzicannella, Maria Paola Raguzzi, Livia Priori, Vincenzo De Angelis. I membri del Direttivo sono 9 più 2 volontari con funzioni di supporto al Direttivo.


ROCCA DI PAPA Apprezzata dal pubblico la mostra-concerto dedicata al cantautore genovese

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il Segno - Marzo 2009

Tre ore di musica, racconti e poesia per conoscere il mondo di De Andrè

La lettera del Sindaco di Rocca di Papa

brizio De Andrè, con la direzione artistica affidata a Sandro Tabellione e a Fabrizio Busciolano. L’idea quindi è stata la ca- Con la presente esprimo un personale elogio al conlamita che ha fatto certo tributo a Fabrizio De Andrè da Voi organizavvicinare tra loro zato lo scorso 14 di Febbraio presso il Teatro Civico. vari musicisti, cia- Questa rappresentazione, forse ancora nuova per il scuno con il pro- nostro piccolo grande palcoscenico cittadino, è stata prio stile e indubbiamente un vero successo apprezzato anche professionalità, che da molti spettatori venuti da fuori. pian piano si sono Di recente ho avuto modo di sentire un commento su resi conto di dover De Andrè: “De André non è stato mai di moda. E inaffrontare un con- fatti la moda, effimera per definizione, passa. Le certo per nulla fa- canzoni di Fabrizio restano”. Condivido questo penLa band “Spacciatori di lenti” cile. Perché per ben siero e condividendolo manifesto l’apprezzamento di Gaetano Casilli interpretare le canzoni di De per la Vostra stimata associazione che ha voluto Lo scorso 11 gennaio in tutt’Italia si sono Andrè non basta essere bravi svolte decine di iniziative per ricordare Fa- musicisti, suonare bene uno mettere in piedi, insieme agli “Spacciatori di lenti”, brizio De Andrè, il cantautore genovese strumento, avere un’ottima band nata appositamente per la serata, una moscomparso improvvisamente dieci anni fa. voce… è anche fondamentale stra-concerto veramente sentita da parte dell’orgaMa un’altra data si impone ai tanti appas- avvertire quel senso di libertà, di nizzazione che ha saputo trasmettere agli spettatori sionati di De Andrè, quella del 18 febbraio. passione e di voglia di mettersi tanta ammirazione per un artista poco “commerInfatti, il 18 febbraio del 1940 Fabrizio na- in discussione, elementi tipici ciale” e scomparso da ormai dieci anni. L’evento è sceva a Genova Pegli. Da quel momento della produzione faberiana. stato condotto con originale maestria con riflessioni iniziava un percorso che avrebbe cambiato Anche il nome della band, condivisibili ed attraverso una accurata ricerca sulla la vita di migliaia di altre persone che grazie Spacciatori di lenti, è un omag- figura di De Andrè. Questi atti coraggiosi, da parte di gruppi di persone, numerosi sul nostro territorio, alle sue parole e alla sua musica hanno ag- gio al cantautore. giunto un qualcosa di speciale alla propria Si tratta infatti di un esplicito ri- rappresentano indubbiamente l’anima del fervore esistenza, guardando con occhi diversi i ferimento a una sua canzone, artistico culturale che potrà trasformare la nostra Città in un Polo di Eccellenza per l’arte e la cultura. tanti fatti che ci accadono intorno. “Un ottico”, in cui si racconta la Auspicando sempre più frequenti collaborazioni. Per ripercorrere le tappe della vita e del- storia di Dippold, l’ottico che l’opera musicale di De Andrè, l’Associa- vuole mettere in commercio oc- Vi auguro buon lavoro. zione Culturale “Terre Sommerse Castelli” chiali speciali in grado di mo- Cordialmente, IL SINDACO (formatasi da una costola di Terre Som- strare dei panorami insoliti e Pasquale Boccia merse), che svolge le sue attività prevalen- particolari. La mostra-concerto, temente nell’area dei Castelli Romani, ha intitolata “Ali in libertà… Fabriorganizzato una mostra-concerto che si è te- zio De Andrè”, con il patrocinio del Co- pubblico del Teatro di seguire le varie fasi nuta presso il Teatro Civico di Rocca di mune di Rocca di Papa e del Parco Regio- della vita di De Andrè, in un percorso muPapa il 14 febbraio e che ha visto esibirsi la nale dei Castelli Romani, ha visto la sicale che dagli anni giovanili è arrivato band “Spacciatori di lenti”. Posti esauriti in presentazione di una ventina di canzoni in- fino al 1999, anno della sua morte. L’11 ogni angolo con qualcuno rimasto pur- tramezzate da altri due pezzi recitati dall’at- gennaio, infatti, Fabrizio veniva a mancare. troppo fuori. trice Melissa Fondi. Anche il pubblico Oltre diecimila persone seguirono i suoi fuL’aspetto particolare è che questa band si è presente ha interagito scrivendo dei pensieri nerali. Sulla sua bara svettavano la bandiera formata spontaneamente in seguito all’idea ispirati a De Andrè che sono stati letti du- del Genoa (sua squadra del cuore) e quella di realizzare una serata tutta dedicata a Fa- rante l’evento. Il concerto ha permesso al dell’anarchia. di Marina Ticconi

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ROCCA DI PAPA 37,5 milioni di euro stanziati per le nuove fognature

il Segno - Marzo 2009

Vigne, il progetto per gli allacci è ora realtà

di Gaetano Casilli I cittadini della zona bassa di Rocca di Papa, residenti in Via delle Barozze e nel quartiere Vigne-Sacramento potranno finalmente essere allacciati alla fognatura. Questo risultato potrà essere conseguito grazie al progetto di realizzazione delle opere di fognatura e depurazione dei Castelli Romani, che l’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio guidato dal Verde Filiberto Zaratti ha messo in moto, investendo 37,5 milioni di euro. Il progetto, presentato dallo stesso Assessore in una affollata manifestazione tenutasi a Rocca Priora, avrà ricadute positive non solo sulla vita quotidiana dei cittadini, con una migliore qualità delle acque pubbliche, ma permetterà anche di avere condizioni più favorevoli per lo sviluppo del territorio. I collettori e le fognature previste, oltre al Comune di Rocca di Papa, interesseranno Rocca Priora, Monte Compatri, Grottaferrata, Palestrina, S. Cesareo e Marino. I nuovi impianti di depurazione saranno realizzati secondo dettati normativi più restrittivi, fissati dal Piano Regionale di Tutela delle Acque, per

quanto riguarda la qualità delle acque reflue che potranno conseguentemente essere riutilizzate per usi irrigui e altri utilizzi non alimentari. E’ indubbio che si tratta di una scelta in linea con la politica ambientale della Regione che mira oltre alla migliore qualità delle acque ad un contenimento dell’uso di questa importante e non inesauribile risorsa. Questo progetto è particolarmente importante per i roccheggiani, in quanto l’Amministrazione comunale ha realizzato negli anni passati il sistema fognario per tutta la zona a valle di Rocca di Papa a tutt’oggi inutilizzata perchè il depuratore di Grottaferrata non può ricevere i reflui in quanto troppo piccolo per le attuali esigenze. Con il progetto regionale sarà realizzato un nuovo depuratore che consentirà l’allaccio dei cittadini alla fognatura eliminando così i disagi del caso. Speriamo comunque che la realizzazione di questa opera fondamentale per lo sviluppo di Rocca di Papa, non sia da incentivo per l’Amministrazione a proseguire verso la politica di abnorme ed invasiva crescita dell’edilizia residenziale nel quartiere Vigne.

di Rita Gatta Quando alcuni giovani appassionati di musica si incontrano, affidano alle note le loro emozioni, scaricando tra testi e melodie quelle che possono essere le loro esperienze, le loro passioni, la ricerca interiore di qualcosa che faccia crescere, sognare, vibrare le corde delle loro più intime suggestioni. Così nel tempo libero, molto spesso trascorso insieme in una saletta acusticamente isolata, gli strumenti si accordano, la creatività miscela le esperienze personali e nasce un brano musicale. Realizzare insieme è qualcosa di entusiasmante e i ragazzi si caricano:

ogni volta si raccontano, tra una corda vibrata e un rullo di batteria, una risata spontanea durante la stesura di un testo, una discussione su come sottolineare musicalmente un sentimento d’affetto, la rabbia di una delusione, il dolore per la perdita di qualcosa di prezioso come l’amicizia o un amore che finisce. Parlano gli strumenti, ma parlano anche i loro cuori: si uniscono le voci, le musiche e volano verso lo spazio senza confini, fino a raggiungere nel cielo le stelle. Questo propongono i “Luna di Traverso”: quattro giovani amici, tre di Rocca di Papa, uno di Cecchina, innamorati della musica che usano come veicolo di sentimenti ed emozioni, con tanta voglia di esprimere loro stessi, attraverso un rock melodico italiano: Gian Marco al basso, Alfredo e Gabriele, splendida voce del gruppo alla chitarra elettrica, Mauro alla batteria. Insieme hanno regalato, giovedì 19 febbraio 2009, in un pub della zona, un viaggio tra amore e ipocrisia, delusioni e illusioni, sussurrando e gridando al ritmo dei loro strumenti.

Alla scoperta di una nuova band giovanile

Con la “Luna di traverso” è tutta... un’altra musica!

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Segretario è Bruno Fondi

Italia dei Valori sbarca anche a Rocca di Papa

di Marcello Morrone Anche a Rocca di Papa si è costituito il circolo politico dell’Italia dei Valori, segno che l’azione che Antonio Di Pietro stà conducendo dai banchi dell’opposizione raccoglie sempre più consensi, spingendo uomini e donne a impegnarsi direttamente, come si dice in questi casi “a scendere in campo”. Nel nostro paese, a raccogliere il richiamo dell’ex magistrato di Mani Pulite, sono stati Bruno Fondi (nella foto) e Davide Scacco. Il primo con il ruolo di segretario e il secondo di vicesegretario. “Il proposito politico dell’Italia dei Valori –ci spiega Bruno Fondi- è quello di essere presente nel territorio cercando di affrontare i problemi dei cittadini di Rocca di Papa e, allo stesso tempo, indicando le possibili strade per risolverli”. Nell’attuale clima politico nostrano, che appare ancora un po’ caotico sia nel centrodestra che nel centrosinistra, il partito di Di Pietro può rappresentare una ulteriore spinta verso il confronto e la discussione, ponendo al centro il futuro di Rocca di Papa. “Ringraziamo fin d’ora –continua il neosegretario- quanti vorranno collaborare con il nostro progetto politico”. La sede del circolo si trova in Corso Costituente 12, al primo piano. Per ricevere ulteriori informazioni in merito si può telefonare al n. 06-9495337 o contattare direttamente i dirigenti locali ai seguenti numeri: 339-6747650 oppure 347-6409136.

Il “nostro” Marco Rapo collaboratore dell’Atletico Madrid

L’Atletico Madrid, una delle più conosciute squadre spagnole di calcio, sbarca a Rocca di Papa! O meglio, è il nostro Marco Rapo a sbarcare nell’Atletico! Infatti Marco è stato chiamato a far parte dello staff del club madrileno, con l’orgoglio di essere il primo italiano a ricoprire questo ruolo appassionante. “L’inizio di questa collaborazione mi è stata comunicata qualche giorno fa –ci ha raccontatoe per me è motivo di grande soddisfazione entrare a far parte di questa famiglia sportiva”. Complimenti a Marco e vi terremo aggiornati su questa particolare collaborazione.


Cultura e

26 Dicembre1927 la terra...

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... d’intorni

il Segno - Marzo 2009

TREMA

di Silvio Cajonello Il 26 dicembre del 1927, giorno di Santo Stefano, poco dopo le tre del pomeriggio, l’area dei Castelli Romani fu colpita da un violento terremoto che raggiunse il quinto grado della Scala Mercalli-De Rossi. La cittadina di Nemi subì le conseguenze maggiori: 136 edifici danneggiati di cui 6 completamente crollati, 74 con crollo parziale, 31 danneggiati parzialmente, solo 29 con danni lievi. A Rocca di Papa furono una ventina le abitazioni seriamente compromesse, e solo due vennero dichiarate inagibili dal Genio Civile. I danni al Duomo dell’Assunta furono ritenuti “non di grave entità” mentre l’albergo di Monte Cavo (l’ex convento) subì diverse lesioni considerate importanti. Danni gravi si ebbero a Genzano, con 45 case danneggiate, e a Lanuvio con una ventina di abitazioni lesionate. Danni leggeri furono segnalati ad Ariccia, Albano Laziale e Velletri. La scossa fu avvertita in un’area comprendente la provincia di Roma e, verso sud, alcune località delle province di Latina e Frosinone. Il terremoto si fece sentire anche a Roma, dove vi fu un morto causato dalla caduta di una palla di pietra ornamentale dal campanile della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. Quello che non riuscì al terremoto del 22 gennaio 1892, cioè provocare ingenti danni, fu ottenuto 35 anni dopo. Malgrado un bilancio piuttosto pesante,

Il pomeriggio di 82 anni fa i Castelli Romani furono colpiti da un violento terremoto che fece crollare decine di edifi ficci. Malgrado la forza del sisma ci fu un solo morto. “Un vero e proprio miracolo” gridarono i più.

i feriti furono di scarso numero grazie a una fortunata coincidenza che alcuni additarono al caso e molti alla mano misericordiosa di Dio. Quel giorno di Santo Stefano, infatti, gran parte della popolazione si trovava per le strade a festeggiare la ricorrenza. Donne, uomini e bambini dopo il sisma restarono molte ore per strada, chi in attesa di incontrare parenti e amici, chi a trovare una sistemazione per la notte, chi a piangere sulle rovine della propria casa. In molti paesi dei Castelli l’acqua cominciò a scarseggiare poichè la scossa danneggiò irrimediabilmente la conduttura della sorgente detta delle “Facciate di Nemi” che riforniva un vasto territorio. Lacrime, freddo e fame calarono come nebbia sui Castelli. La risposta delle Autorità fu rapida e decisa. I primi soccorsi furono organizzati dal Prefetto di Roma, il bresciano Giovanni Garzaroli (classe 1870), il quale diresse con grande rapidità i lavori di stima degli edifici danneggiati, che si conclusero un mese dopo, alla fine di gennaio del 1928. Le opere di ripristino dei beni sia pubblici che privati, furono avviate d’ufficio e i lavori di ricostruzione furono conclusi in pochi mesi per un costo di poco superiore a un milione e 700

mila lire. I proprietari con un reddito annuo superiore a 10 mila lire dovevano restituire il 60% delle somme stanziate dallo Stato; chi aveva un reddito compreso tra 5 e 10 mila lire, il 50%. Furono invece esentati i cittadini con un reddito inferiore a 2 mila lire. Dopo la scossa delle 15.06, ci furono alcune repliche di assestamento seppure di lieve entità. Quella maggiore si ebbe alle 15.20 con epicentro Rocca di Papa. Molte di esse furono rilevate solo strumentalmente dall’Osservatorio roccheggiano e cessarono del tutto nella seconda decade di febbraio 1928. Se qualche anziano di oggi dovesse ricordare questo tragico evento lo invitiamo a raccontarci la sua storia, per farla diventare patrimonio di tutti.


L’ospite inatteso

STORIE Un film che mischia volti e colori per scoprire se stessi

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il Segno - Marzo 2009

La regia è stata curata da Thomas McCarthy di Federica Capogna “L’ospite inatteso” è una commedia uscita al cinema nel dicembre del 2008, della durata di 104 minuti, girata negli Stati Uniti nel 2007 da Thomas McCarthy. Gli attori sono un ventaglio di etnie diverse (Richard Jenkins, Haaz Sleiman, Danai Jekesai Gurina, Hiam Abbass, Marian Seldes) ognuno portatore di caratteristiche e modi di essere differenti (incluse le cromature facciali). Abbiamo l”ordinary man” americano, il protagonista stanco e annoiato lasciatosi trasportare dal fiume della sua monotona quotidianità, la cui vita verrà scossa dall’incontro con due inaspettati coinquilini, Tarek, siriano suonatore di djembe (una sorta di tamburo) in un gruppo jazz, e la sua ragazza, Zainab, senegalese disegnatrice di gioielli, a cui poi segue anche l’arrivo di un’ulteriore importante presenza, l’affascinante Mouna, madre di Tarek, siriana anche lei. Tutta la storia si snocciola intorno al progressivo “recupero” del protagonista che,

L

a nottata era andata proprio bene: due vagoni ferroviari passeggeri, un vagone merci (che non era venuto molto bene), tutta la fiancata di una vettura della metropolitana, comprese le porte automatiche e il vetro dello sportello del macchinista. Un vero capolavoro: Marcuccio, graffitaro di lunga lena, aveva superato se stesso. Adesso il problema per la prossima spedizione era quello di rifornirsi a sufficienza di bombolette spray. Erano anche aumentate di costo. E di molto. Il modo migliore, comunque, era sempre il medesimo: farsi aiutare dai PorkMen per i quali fare una capatina notturna in alcuni negozi per rifornirsi di bombolette era un divertente e rapido giochetto, anche se erano sempre imballati dalle troppe canne giornaliere. Negli ultimi tempi però erano diventati un poco snob: si ritenevano all’altezza di colpi molto più importanti e proficui dato che, fra l’altro, la nostra accozzaglia di graffitari notturni, non aveva mai un euro intero in tasca. E poi era necessario fare un programma preciso per la pros-

Una scena del film

mischiandosi con nuovi volti ed altri colori, scopre lati nuovi di se stesso, mostrando quanto ancora fosse una persona capace di nuovi ritmi e sapori (abbandona un negato talento per il piano, nesso tra lui e il passato, per coronare la nuova amicizia con Tarek a ritmo di uno strumento nuovo, lo djembe appunto), di nuovi rapporti umani (Mouna ne è la prova) e passione verso sfide non solo di carattere individuale ma collettivo. Infatti, in seguito ad un episodio del tutto ordinario in una stazione della metropoli-

tana, accade qualcosa di importante. Sicuramente tutti siamo dell’idea che la paura genera comportamenti e gesti non sempre in accordo con la solidarietà e la fiducia, ma in una società complessa e contingente, come quella che viviamo oggi, di certo tenersi alla larga da qualsiasi forma di esasperazione contribuirebbe quanto meno a non sbilanciarsi in maniera equivoca quando si è in bilico tra una scelta giusta ed una sbagliata.

IL RACCONTO DEL MESE

Arma impropria Vita difficile per i Graffitari di Noga

sima uscita. Agire nella periferia? E chi li avrebbe apprezzati i nostri graffiti? Nella periferia operavano dei giovincelli i quali più che disegnare scrivevano. Scrivevano di tutto e i loro sproloqui anglofobi immancabilmente terminavano con un apprezzamento lusinghiero (secondo loro) per qualche amichetta della zona. Non hanno grande fantasia e i colori poi erano sempre gli stessi: messi giù a caso senza risultati decorativi. Noi, invece, siamo ormai diplomati, anzi laureati in graffiti. a le bombolette erano quasi terminate. Decise di andare allo scoperto al fornitissimo negozio dell’Adriano, laggiù al centro commerciale. Entrò spavaldamente e raggiunse, con passo deciso, il bancone delle forniture dei colori spray. Adriano stesso si presentò per servirlo. - Cosa vuoi?-

M

- Dei colori spray- E quanti anni hai?- E cosa c’entra? Mi servono dei colori, mica delle pistole semiautomatiche!- Allora non sei al corrente delle ultime disposizioni- Non ho voglia di sentire certe cose- Te le dico io allora. Aspetta un momento e intanto prepara un documento d’identitàAdriano si allontanò scomparendo nel retro del negozio; ma non ci mise molto a ricomparire con un foglio in mano. - Allora senti un po’: è fatto divieto assoluto, da subito, di vendere bombolette spray di qualsiasi dimensione, qualità e marca ai seguenti soggetti: minorenni; adulti sprovvisti di documento d’identità; a chiunque non dimostri che tale acquisto ha dei fini esclusivamente professionali. Inoltre è fatto obbligo al commerciante di riportare su ap-

posito registro vidimato dalle autorità competenti i seguenti dati: nome e cognome dell’acquirente; il domicilio; lo scopo dell’acquisto; la data della transazione e quella dell’eventuale acquisto precedente; nonché il numero del documento d’identità. E ti risparmio il resto della comunicazione- Ma allora uno che volesse divertirsi a colorare la vecchia lavatrice in disuso, cosa deve fare? - La colora coi gessetti delle elementari! E dillo anche ai tuoi amici: niente documento, niente colori. E’ come acquistare una pistola: ormai troppi danni sono stati fatti, da tutte le parti. E attento che ho assunto una guardia notturna armataornò a casa senza bombolette spray. E pensare che c’era quella bellissima mezza colonna romana nella piazza vicino casa, che era sfuggita alla sua opera artistica. Aspettiamo qualche mese –si disse-poi tutto tornerà come prima. E allora sarò anche maggiorenne.

T

6 febbraio 2009


SIPARIO APERTO

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Un fantasma e... due culture

il Segno - Marzo 2009

Con “Il fantasma di Canterville” inizia la scommessa per un teatro di qualità

L’opera tratta da Oscar Wilde messa in scena con maestria da Annalisa Biancofiore

di Andrea Sebastianelli Cominciamo dalla fine: chi non ha avuto modo di assistere alla commedia teatrale “Il fantasma di Canterville”, messo in scena a Rocca di Papa in cinque repliche dalla compagnia “Il Carro dell’Orsa”, ha ancora la possibilità di farlo al Teatro dell’Orologio (Roma, via de’ Filippini 17/a – tel. 066875550) dove resterà in cartellone fino al prossimo 22 marzo. Lo consigliamo perché ne vale davvero la pena, per almeno due motivi: il primo è che questa commedia scritta da un giovane Oscar Wilde alla fine dell’Ottocento, per molti anni è rimasta ai margini, ufficialmente perché ritenuta di scarso spessore, ma in realtà perché con umorismo e dissacrazione metteva a confronto un’America moderna e un’Inghilterra ancora appesa alle sue vecchie tradizioni. Il secondo motivo stà nella qualità degli attori che, oltre a muoversi sul palco con naturalezza (dote sempre molto rara), hanno interpretato in modo convincente i diversi ruoli, cogliendo di ognuno sfumature e caratteri che hanno subito messo in chiaro la psicologia del nuovo “uomo-americano”. Per lo più diretti da una regista, Annalisa

* Biglietto: € 10,00

Biancofiore, apparsa molto attenta non solo ai dialoghi ma anche al linguaggio dei gesti e delle espressioni, con qualche reinterpretazione molto interessante rispetto alla versione originale. Ricapitoliamo la storia: un Ministro americano, Hiram Otis (Alberto Querini), sbarca in Inghilterra con la moglie (Silvia Morganti) e le due figlie (Giulia Adami ed Elisa Pavolini) avendo acquistato la dimora appartenuta a Sir Simon Canterville (il fantasma – interpretato da Gabriele Sisci) che, dopo trecento anni, accusato di uxoricidio, ancora fa sentire la sua presenza con urla e rumore di catene che terrorizzano esclusivamente la governante inglese (Alessandra Ingami). Gli Otis questa storia del fantasma non la prendono sul serio, ritenendola una delle tante stranezze della cultura vittoriana lontana anni luce dalla loro modernità, frutto di una mentalità retrograda che tarda ad essere sostituita dal nuovo modello americano. Alla fine, dopo diverse peripezie in cui il fantasma da “carnefice” diventa vittima, subendo soprattutto l’indifferenza degli Otis, il castello viene liberato dalla sua presenza grazie alla fi-

Ridotto: € 8,00

La regista Annalisa Biancofiore

glia maggiore del “nuovo sogno americano”, Virginia (Giulia Adami) che, stabilendo un contatto con lo spettro, pregando per la salvezza della sua anima, riuscirà a farlo andare finalmente nell’aldilà. Alla base di questa commedia vi è uno scontro-incontro tra due culture, affini storicamente ma profondamente diverse, la tradizione britannica da una parte e il pragmatismo americano dall’altra, la filosofia britannica e la scienza americana, il Vecchio e il Nuovo Mondo. E’ il fantasma di Canterville a far emergere queste contraddizioni, mentre la sua uscita di scena segna l’ingresso del nuovo rampantismo americano le cui conseguenze, nel bene e nel male, arrivano fino ai nostri

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

La compagnia “Il Carro dell’Orsa”

L’attore Alberto Querini

giorni. Grazie alla forza della storia e alla bravura degli attori, anche al Teatro Civico di Rocca di Papa è sbarcato il teatro di qualità, sperando che il fantasma abbia portato via con sé anche quel provincialismo ipocrita tutto roccheggiano. Direttore Artistico: Alberto Querini

dal 15 marzo all’8 maggio 2009

Via San Sebastiano, 20 - Tel. 06-9499340 - 347-6024928 - www.associazioneacs.it

MARZO domenica 15 marzo, ore 17.30 ingresso gratuito Compagnia Il Cassetto nel sogno, in “Sarto per signora” (Feydeau) Regia di G. Ferraiola, M. Pettinati

MARZO * - venerdì 27 (ore 21.00), sab. 28 (ore 21.00), dom. 29 (ore 21.00) La strana compagnia, in “Marescià ... quando ci vò ... ci vò!” Regia di Mario Giovanetti

APRILE * venerdì 3 (ore 21.00), sab. 4 (ore 21.00), dom. 5 (ore 21.00) La strana compagnia, in “Marescià ... quando ci vò ... ci vò!” Regia di Mario Giovanetti

APRILE * sabato 18 (ore 21.00) ATCL, in “Masked, legami di sangue” (Hastor) Regia di Maddalena Fallucchi

APRILE * giovedì 26 (ore 21.00) Il sipario trasparente, in “La locandiera” (Goldoni) Regia di A. Casella e S. Tibaldi MAGGIO * venerdì 8 (ore 21.00) ATCL, in “Casa Tolstoj” (D. Maraini) Regia di Dominick Tambasco


RIFLETTORI

il Segno - Marzo 2009

di Daniela Di Rosa

Da Battisti a Zorzi, due pesi e... due misure

Vorrei cominciare con la frase di un film, credo fosse Prima pagina, “ è la stampa bellezza” per proseguire con il capolavoro di Orson Welles, Quarto potere, per farvi capire la forza dei mass-media, per comprendere l’enorme potere dei giornali e telegiornali e perchè riteniamo antidemocratico che quasi tutta la stampa abbia un solo padrone. Licio Gelli con la sua P2 riteneva fondamentale appropriarsene per assoggettare l’Italia... e chi aveva la tessera? Berlusconi, che ha semplicemente attuato il suo programma. La propaganda, il bombardamento mediatico sono l’arma migliore che il “vostro” pre-

mier ha tra le mani per far credere ciò che vuole. Prendiamo la vicenda Battisti, no Lucio il cantautore, ma Cesare il terrorista rosso, condannato per vari reati, tra cui l’omicidio, rifugiatosi da anni in Francia, scappato in Brasile, e oggi oggetto di crisi diplomatiche, richiami in patria di Ambasciatori, interpellanze parlamentari. Tutta l’Italia, dopo anni di silenzio (anche perchè la gente comune neanche sapeva chi fosse) chiede giustamente l’estradizione. S’intervista il figlio di una vittima, si grida contro Lula (Presidente del Brasile), si minacciano ritorsioni e, di fronte al nostro sdegno, ce lo ridaranno e sconterà la sua pena.

Ora vorrei parlarvi di un altro terrorista, questa volta nero, di Ordine Nuovo, formazione di estrema destra, Delfo Zorzi, condannato per l’ attentato a Milano di piazza Fontana del 1969 e rinviato a giudizio per la strage di Brescia in piazza della Loggia... da più di vent’anni vive tranquillo in Giappone (col nome di Hagen Roi), dove nell’89 ha ottenuto la cittadinanza e con successo lavora per aziende di import-export in Asia e in Europa. I magistrati non riescono a ottenerne l’estradizione... e la stampa e i Tg com’è che non ne parlano? Perchè il governo non richiama il nostro Ambasciatore? Perchè non ci sono crisi diplomatiche e ritorsioni? Perchè due pesi e due misure? Perchè la gente non si scandalizza, i giornalisti non scrivono... forse perchè hanno lo stesso editore? Io sono scandalizzata dagli italiani, perchè non s’informano prima di parlare, gridare e condannare. Prendiamo lo stupro di San Valentino, quello della Caf-

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Delfo Zorzi

farella e dei due romeni: “ergastolo! Pena di morte!”. Linciaggio, ronde, distruzioni di povere baracche, famiglie in fuga... una popolazione disprezzata senza distinzioni... e poi forse non saranno loro, ma si sa, la sete di vendetta del popolo è terribile... ma fa sempre distinzione. Ricordate lo stupro di Capodanno? Quello della Fiera di Roma, dove un ragazzo italiano ha violentato una ragazza? Silenzio, nessuna sete giustizialista, anzi ci fu chi mise uno striscione per solidarizzare con lo stupratore... due pesi e due misure sempre e comunque! Per tornare a Battisti, sono d’accordo che debba scontare la pena... ma insieme a Zorzi.

Donne, l’importante La mia ballata per la “nostra” Italia è non dimenticare

Le Onorevoli Paola Concia e Donata Gottardi hanno denunciato Cara Italia, come sei cambiata. Cambierai ancora o tornerai come prima? Sai, negli anni Set- Berlusconi alla Corte Europea di Strasburgo “per le continue e tanta c’eravamo molto interessati a te, presi dal tuo fascino, a ripetute dichiarazioni di disprezzo per la vita e la dignità delle volte anche provocatorio; eri sempre movimentata e tutti noi ti donne”. “Visto che in Italia Berlusconi non deve rispondere di nulla grazie volevamo bene. Poi, a cominciare dagli anni Ottanta, in particolare con la fine del al lodo Alfano siamo costrette a denunciarlo in Europa”. PCI, molti di noi si sono allontanati e cominciavamo a vederti a Violazione al diritto del rispetto della vita privata e familiare e mente fredda. Ma io continuavo a volerti bene e ci credevo in te. divieto di discriminazione, sono gli articoli citati nella denuncia Ma ora dico: perché tu hai scelto questa strada? Non riesco più corredata da frasi pronunciate dal nostro Presidente: Alla precaria in cerca di certezze: “Sei precaria? Sposa un miliara capire il tuo gusto. dario!”. Come sei cambiata! Però la colpa non è solo tua ma anche un po’ mia che non sono Il 25 gennaio nel pieno dell’emergenza stupri: “Servirebbe un mistato all’altezza di comprenlitare per ogni bella donna”. derti. Credo che per te questa Il 6 febbraio su Eluana Ensia una fase di passaggio. Un glaro: “Potrebbe avere un figiorno spero di vederti creglio”. sciuta. Dice la Concia: “Se qualcuno Ti voglio bene e ti vorrò semsi diverte alle battute io no. pre bene. Perché tu non sei Berlusconi manda un messagcambiata. Sei sempre la mia gio culturale devastante. Non Italia. è un privato cittadino ma il Ora è il momento di Credere capo del governo italiano e Obbedire Combattere ma non si può permettere di dire dopo… certe cose. Non ha senso fare i Ti dedico questa canzone decreti anti stupro e poi dare aspettando di vederti rinascere costantemente della donna con il cambiamento politico e un’immagine mercificata, offorse con la rivoluzione cultufensiva, degradante”. rale (morale e civile). Ogni Anche le donne che lo hanno volta che la ascolti ti ricorderai votato, siamo certi, non aspetche c’è sempre qualcuno che teranno di certo un altro 1968 pensa a te da un paese lontano. per dargli il ben servito; lo faToshimitsu Kameda ranno alla prossima occasione. di Ermanno Gatta (dal Giappone) il.sognatore.blogspot.com

il T o c c o


il Segno dei tempi il Segno - Marzo 2009

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

I ricordi della conca

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Per molti lettori del Segno, quello disegnato dal maestro Carfagna può apparire come un semplice contenitore. I più giovani potrebbero restare indifferenti non capendo a che cosa potesse servire. Per chi invece ha sulle spalle un po’ d’anni, la “conca” porta alla mente tanti ricordi. La conca era il serbatoio d’acqua che serviva giornalmente per cucinare, bere, lavarsi. L’acqua, dalla conca, si prendeva con un mestolo (“u soriellu” in dialetto roccheggiano) e da lì tutti bevevano, anche parenti e amici occasionali che venivano a fare una visita per un saluto. Spesso, se non la bevevano tutta, la rimettevano nella conca per non sprecarla, visto che andare alla fontana per riempirla era piuttosto faticoso, anche perché non tutti avevano la fortuna di averla nelle vicinanze. Questo lavoro di caricare l’acqua toccava quasi sempre alle nonne e alle mamme che, qualche volta, chiedevano aiuto ai figli o ai nipoti. Giunti sul posto, se c’era la fila, bisognava dire “chi è l’ultimo?” e così si conosceva il proprio turno. Molti, a questo punto, si staranno domandando: se non c’era l’acqua corrente dentro casa, il bagno come funzionava? Semplice, si andava in bagno… in camera. Qui infatti c’era un recipiente che “funzionava” sia di giorno che di notte e che veniva svuotato dentro a un buco sul pavimento. I più fortunati, questo buco l’avevano dentro casa, altri appena fuori. Gli altri svuotavano il recipiente per strada. Oggi sembrano cose incredibili ma è tutto vero! Altri tempi allora… la doccia e le vasche non esistevano. Tornando alla nostra amata conca, c’è da dire che era fatta di rame e veniva battuta a mano da bravi artigiani locali. Motivo per cui in ogni paese c’era una conca caratteristica.

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Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

L’EX VILLA ZARELLI, LA RISPOSTA A Sognatore!!! Lei sogna e pensa molto, non avendo forse alcun contatto con la realtà!!! Siamo i proprietari della ex Villa Zarelli e non potendola identificare saremo costretti ad inoltrare denuncia contro ignoti per diffamazione ma prima o poi verrà allo scoperto!!! Invece di qualificare villaggetti o ecomostri una Villa che falsamente appare di enorme dimensione in quanto collocata su vari livelli contrariamente a quanto da lei sostenuto la nostra abitazione risulta l’unico giardino con arricchimenti estetici in armonia con l’ambiente in contrasto sicuramente con tutti gli scempi di

abusi edilizi, totali, realizzati in altrettante zone di rispetto, da lei non citate e dove invece attività commerciali e non si adoperano a speculazioni di ogni genere. Saremmo ben lieti di invitarla soprattutto per avere da lei chiarificazione per tutte le maldicenze, ma si capisce che lei sogna, e poter mostrarle da vicino anche se a lei questo non serve, perchè dotato di ottima vista, un’opera che il Comune di Rocca di Papa potrebbe annoverare tra le realizzazioni senza speculazioni nell’ultimo decennio. Siamo rammaricati ma lei deve cominciare a sognare ad occhi aperti non soffermandosi a fare considerazioni del tutto gratuite su via di Montecavo, ma ampliare i suoi giri

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani - N. conto 103028 - Abi 7092 - Cab 39230

in zone dove gli scempi sono visibili anche ai ciechi. Si svegli!!! I bei sogni al mattino vanno ricordati, i suoi non sono belli, oltretutto sono in bianco e nero e sicuramente li ricorderà non appena cadranno le foglie il prossimo anno con altrettante illazioni che arrecano solo danni biologici esistenziali e morali alla nostra Famiglia. Per sua scienza i nostri genitori male hanno fatto ad indebitarsi per intere generazioni nello scegliere un posto, prima abbandonato a drogati e cani randagi e ad emittenti televisive, oggi pur senza speculazioni giardino che dà lustro al paese non in contrasto con l’ambiente e non un villaggetto come lei afferma, ma

una Villa che accoglie due famiglie. Sogni poco e realizzi tanto! I proprietari dell’ex Villa Zarelli

Premesso che, qualora Vi avessimo arrecato dei danni, è Vostro pieno diritto procedere legalmente, emerge da questa lettera che Rocca di Papa la conosciate molto poco se ritenete che l’ex Villa Zarelli rapresenta oggi una delle sue bellezze architettoniche. Circa le speculazioni edilizie da Voi citate, Vi segnalo che il nostro mensile se ne è occupato più volte e anche in modo approfondito. Se l’area di Monte Cavo è soggetta a stretti vincoli, è così strano chiedere che vengano rispettati? Andrea Sebastianelli

Ringraziamo i nostri sostenitori: Orlando, Antonello,Giorgio, Paola, Gianfranco, Nadia, Lorella, Oscar, Sergio, Rossana, Marina, Nicola, Bruno, Patrizio, Alberto, Enzo e Franco.


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