Il Segno luglio-agosto 2016

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il

Segno

DA 15 ANNI SENZA PADRONI

Anno XV, n. 7 - 1/31 LUGLIO 2016

A Rocca di Papa il centro di prima accoglienza più grande della Provincia

E adesso pedalare!

di GIANFRANCO BOTTI

Sono saltate le appartenenze tradizionali, s'è stappato il bottiglione del comunismo, è evaporato il sentimentalismo di falce e martello e del sol dell'avvenir; tanti, proprio tanti, per la prima volta si sono sentiti liberi di votare non secondo l'usanza ma seguendo l'istinto, verso il vergine, contro il sistema. A Rocca di Papa in azione da vent'anni, allargato al sottobosco amministrativo, connomi e cognomi di gestori già scritto per altri vent'anni. Sconfitto è il Pd, da raccordo tra la gente e il Comune diventato semplice tesserificio a uso dei titolari, non più raccoglitore delle aspettative dei cittadini da presentare ai comandanti per esser prese in considerazione. E un partito che non è più dei cittadini smette di essere un partito. SEGUE A PAGINA

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L’EDITORIALE

Su queste elezioni una cosa c‘è da dire subito, chiara e forte. Della sconfitta sua e del Pd Silvia Sciamplicotti non ha responsabilità. Proprio nessuna. Lo dimostra il risultato simile di Marino, lo conferma alla grande il risultato di Genzano, la storica Stalingrado dei Castelli, che ha ricordato questa similitudine solo consentendo al candidato Pd di raggiungere il 40 per cento al ballottaggio, ma mandando anche lui a casa per far posto al 5Stelle. Da Roma è partita la ventata ed è arrivata in provincia. Ventata di disgusto, ventata di rinnovamento.

In tempo di crisi far conoscere la propria attività può essere una soluzione

Alle pagine 12 e 13

Nuova Giunta al lavoro

LA VITTORIA DI CRESTINI

ALLE PAGINE 4, 5, 6

LA VIA SACRA A pagina 19

RIFIUTI IN CENTRO A pagina 8

TORNA IL CINIPIDE? A pagina 14

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LAVORI URGENTI A pagina 17

LA TOMBA DI VILLA A pagina 9

Rai Way è abusiva ALLE PAGINE

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Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

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REDAZIONE Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Camilla Lombardozzi, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luca Sebastianelli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

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il Segno - LUGLIO 2016

Google avvia il progetto per disinnescare i robot

Lo studio è stato condotto con l’Università di Oxford

di FRANCESCA TORINO

Il progresso nel campo della tecnologia sembra inarrestabile e ciò che potevamo solamente immaginare, leggere nei romanzi o vedere nei film, appare sempre più possibile, reale e tangibile. Il nostro quotidiano oramai non può più prescindere dall’uso di alcuni strumenti, da cui siamo completamente dipendenti: elettrodomestici, telefoni, cellulari, televisione, computer, Internet. Per non parlare di vere e proprie macchine usate in campo scientifico e ingegneristico: piccoli robot e primordiali intelligenze artificiali.

Come, però, avanza inesorabilmente lo sviluppo tecnologico, così si fa strada sempre più nelle nostre menti la paura che queste macchine create dall’uomo si possano rivoltare contro il proprio creatore. Per evitare scenari alla Blade Runner e alla Terminator, Google ha incaricato l’azienda DeepMind – acquisita nel 2014 – e in collaborazione con gli scienziati dell’Università di Oxford, di progettare un sistema per disattivare robot e intelligenze artificiali in caso di malfunzionamento o se questi dovessero prendere il sopravvento sugli uo-

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Una scena del film Blade Runner

mini. Dunque, elaborare dei modi per interrompere le operazioni effettuate da queste macchine coscienti, cercando di far sì che non imparino ad eludere o impedire queste interruzioni.

Tali timori sembrano essere fondati sulla base di alcuni algoritmi già sperimentati, che sembrano rispondere in maniera diversa. Infatti, ne esistono alcuni come i Q-learning (permettono a un sistema di apprendere e di adattarsi all’ambiente che lo circonda, affinando le scelte delle azioni da eseguire) che sarebbero facilmente disattivabili, altri più complessi, come Sarsa (State-ActionReward-State-Action, fanno sì che un sistema interagisca con l’ambiente circostante e aggiorni i processi basati

sulle scelte prese).

Diversi sono gli scienziati che prospettano che da qui a cento anni le macchine potrebbero essere più intelligenti di noi e sopraffarci, e che sia meglio per questo munirsi di uno strumento che possa essere attivato al minimo sbalzo numerico.

Se la panoramica di queste ricerche e progettazioni ingegneristiche è questa, vuol dire che la fantascienza è sempre meno fantastica e sempre più reale, che tutto quello che credevamo essere il frutto della mente visionaria di alcuni scrittori abbia assunto forma e sostanza dalle parole inchiostrate e si sia fatto di carne e di ossa, o meglio di algoritmi e di reti.

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I 5 Stelle conquistano l’Italia A Rocca la loro assenza si è sentita il Segno - LUGLIO 2016

di DANIELA DI ROSA

Il vento rigeneratore del Movimento 5 Stelle ha attraversato l’Italia ma non è passato per il nostro paese, fermandosi a Roma, Nettuno, Anguillara, Genzano e Marino. Da più parti sento dire che la vittoria di Crestini è dovuta a quel vento, niente di più sbagliato. Analizzando il voto si capisce benissimo che qui il MoVimento ha disertato le urne (un elettore dei 5 Stelle non vota per i partiti, nemmeno per quelli camuffati da liste civiche) tanto è vero che a Rocca il primo partito è quello degli astenuti. Sommando i non votanti e gli elettori che hanno optato per la Sciamplicotti, si comprende benissimo che il neo sindaco è stato votato dalla maggioranza dei votanti, ma solo dalla minoranza dei cittadini. Ad analizzare ulteriormente il voto, si comprende meglio che a preferirlo sono stati per lo più elettori di destra, vedi il forte incremento al ballottaggio, quindi in larga parte i voti di Massimo Grasso, il candidato del centrodestra, sono andati a lui. Il voto del M5S a Rocca di Papa non è pervenuto semplicemente perché non si è presentato, il motivo? Da

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noi il MoVimento non è mai stato presente nel territorio o nei consigli comunali, e a detenere il simbolo fino a poco tempo fa era Roberto Fondi, il cui comportamento nei confronti dell’amministrazione, ma in generale dei politici e dei partiti, è sempre stato ambiguo, una volta sembrava appoggiare uno, una volta l’altro.

Alle ultime comunali addirittura si è candidato con Grasso, con un simbolo fac-simile al 5 Stelle, sperando così di ingannare gli elettori grillini; poi si è spinto oltre, alla mezzanotte del 19 giugno, quando era ormai nota la vittoria di Crestini, scriveva sulla sua bacheca Facebook: “Forse abbiamo vinto noi! Sì, noi il popolo dei non votanti (nessuno ci rappresenta), siamo credo la maggioranza degli aventi diritto al voto, personalmente tornerò al voto solo quando ci sarà il 5 Stelle al quale non partecipo più per scelta personale, ed auguro ai nuovi di Rocca di riuscire

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dove io ho mancato”. Caro Roberto, tu saresti il popolo dei non votanti? Ma se ti sei candidato per farti votare! Se così dicendo pensi di riproporti col 5 Stelle tra 5 anni (o forse prima, chissà?) ci sarò io a ricordarti il tuo “passato” politico e le tue contraddizioni. Questo comportamento ha fatto in modo che il MoVimento in questo paese perdesse di credibilità.

Adesso per i 5stelle roccheggiani inizia un nuovo corso, confido nella serietà e nella passione di alcuni giovani di Rocca di Papa: saranno in grado per i prossimi anni di resistere alla tentazione di lasciarsi trasportare dal politico di turno? Saranno in grado di seguire i lavori in consiglio comunale, senza remore e senza personalismi? Ce la faranno a vigilare e criticare se qualcosa non andrà per il verso giusto? Il Movimento 5 Stelle non esiste per appoggiare, ma per scardinare il vecchio sistema, che ancora oggi è tutto lì, dentro il Palazzo.


ROC CA d i PA PA

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il Segno - LUGLIO 2016

Il dopo-Boccia è già cominciato Crestini eletto sindaco con il 63% Non c’è stata partita, Emanuele Crestini ha vinto in tutte le sezioni elettorali

di ANDREA SEBASTIANELLI

Alle ore 23 del 19 giugno è cominciata a Rocca di Papa l’era Crestini che al ballottaggio non ha dato scampo a Silvia Sciamplicotti, candidata del Partito democratico, già sotto di circa 500 voti al primo turno. Emanuele Crestini ha ulteriormente incrementato i suoi voti passando dai 3.373 del primo turno ai 4.557 del ballottaggio (+1.184), mentre Silvia Sciamplicotti tra il primo e il secondo turno ne ha persi quasi 200 (2.844 al primo turno e 2.652 al secondo).

Dopo 18 anni, dunque, finisce nel modo peggiore l’era politica iniziata con la vittoria di Carlo Ponzo del 1997 ma, come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, visto che il Pd (soprattutto gli eletti alla loro prima esperienza consiliare) potrà ora farsi le ossa dai banchi dell’opposizione, dove effettivamente mancava da troppo tempo. Il Consiglio Comunale si presenta quasi del tutto rinnovato: tra i sedici consiglieri eletti, infatti, i “volti noti” sono soltanto il sindaco uscente Pasquale Boccia, Silvia Sciamplicotti, Danilo Romei e Gianluca Zitelli (che venne eletto con Ponzo nel 2002). Per il resto figurano molti

Molto esplicita la tabella sulle 12 sezioni elettorali, che descrivono un paese deciso a voltar pagina dopo la pessima esperienza di governo targato Boccia.

Così al ballottaggio

63,21% 36,79% Crestini

Sciamplicotti

voti 4.557

voti 2.652

giovani che speriamo sapranno dare alla più importante assise cittadina quella vivacità del tutto disattesa negli ultimi dieci anni. Sono ben sei le donne elette: Annarita Rufini e Veronica Cimino (Insieme per Rocca), Roberta Carnevali (Apertamente), Laura Fico (Rocca in Comune), e Silvia Sciamplicotti ed Elisa Pucci (Pd).

Ma torniamo al ballottaggio. Crestini ha ottenuto il 63,21% dei voti (42,27 al primo turno), mentre la Sciamplicotti si è fermata al 36,79% (35,64 al primo turno). Una partita vinta in tutte le sezioni (tranne il Vivaro dove la candidata del centrosinistra la spunta per soli cinque voti di differenza).

Certo è che l’esito delle elezioni è stato determinato, oltre che dalla macchina organizzativa messa in campo da Crestini, anche dalla spaccatura del Pd dopo le primarie del 20 marzo che sancirono la sconfitta e il malumore dell’ex assessore Mauro Fei (nonché del suo folto gruppo) e, con essa, alla più grave crisi che il centrosinistra abbia mai conosciuto nella sua storia recente. Un centrosinistra, e un Pd, che ora dovrà ricominciare sperando in qualche passo falso del neo-sindaco Crestini. Per quanto riguarda la tornata elettorale del 19 giugno, non si può non segnalare l’alto numero dei cittadini non votanti, il 41,83%, che ha raggiunto la cifra record di 5.340 roccheggiani che hanno preferito disertare le urne. Un potenziale elettorale che fa gola a molti, a cominciare da Crestini che spera di conquistarli con il buon governo della città. Ma potrebbe essere anche il potenziale per la nascita anche a Rocca di Papa del Movimento 5 stelle, assente nelle elezioni.

Resta imbattuto il record di Carlo Ponzo del 2002 I SINDACI PIÙ VOTATI

A sentire alcuni commenti sembra che il nuovo sindaco di Rocca di Papa sia stato il candidato più votato nella storia, avendo preso al primo turno 3.373 voti (4.557 al ballottaggio). Se prendiamo in esame i voti espressi dai roccheggiani a partire dalle elezioni dal 2002, emerge un quadro assai differente, altro che plebiscito! Nel 1997 Carlo Ponzo venne eletto per qualche centinaio di voti in più rispetto al sindaco uscente (Enrico Fondi). Poi, cinque anni

dopo (2002) per lui fu un vero trionfo d’elettori: 5.170 preferenze. Nel 2006 fu la volta di Pasquale Boccia, eletto con 4.796 voti. Boccia si ripeté nel 2011, quando ottenne 4.672 preferenze. Le elezioni del 2002, 2006 e 2011 si svolgevano a turno unico. Crestini, dunque, al primo turno (l’unico su cui si può basare il confronto poiché il ballottaggio vede una scelta secca tra due candidati) ha preso meno voti sia di Ponzo sia di Boccia.

IL CONFRONTO votanti 8.582

2002

5.170

votanti 8.204

4.796 voti

votanti 8.929

4.672 voti

votanti 8.312

voti

2006 2011

2016

voti

3.373


Rocca di Papa

il Segno - LUGLIO 2016

Appena nominata scoppia subito il “caso Giannone”

N OTI ZIE

di ANDREA SEBASTIANELLI

A due settimane dal voto il neo sindaco Emanuele Crestini ha comunicato la giunta comunale che lo affiancherà nella gestione amministrativa di Rocca di Papa. Una giunta che, a prima vista, non entusiasma, a cominciare dalla scelta della Giannone (esperta in grafica web) nel doppio ruolo, vicesindaco e assessore all’urbanistica. Ma lo slogan di Crestini in campagna elettorale non era tutto incentrato sulle competenze e le professionalità? In questo caso, più che il saper elaborare dei bei paesaggi web, forse ha influito il fatto che la Giannone vede tra le sue parentele quelle di Anna Brandani (“è la cugina della madre del marito” ci ha tenuto a precisare il sindaco) e dell’ex assessore all’urbanistica della giunta Boccia, Roberto Barbante (“la moglie di quest’ultimo è la cugina della madre del marito” ci ha tenuto a precisare il sindaco). E mentre Crestini dimostra così tanto interesse nel distinguere la differenza tra le parole "parentela" e "affinità", forse per giustificare le scelte fatte, dovrebbe però chiarire questa differenza alla stessa Veronica Giannone visto che lei stessa parla di una vera e propria parentela con Barbante, e non di una semplice affinità. Per noi la differenza non è così importante: se non è zuppa è pan bagnato ma pare che Crestini ci tenga particolarmente!

Torniamo al “caso Giannone”. Ora quest’ultima ricopre un ruolo pubblico e ciò che scrisse in una chat alla proprietaria del Segno, Daniela Di Rosa, riveste interesse pubblico visto che si sta parlando di politici che hanno ricoperto e ricoprono incarichi di responsabilità amministrativa molto delicati. Ecco che cosa scrisse l’attuale vicesindaco di Crestini: "Mi faccio tramite di una richiesta anomala, Robero Barbante, che conosco bene (ricordi i famosi parenti?) mi ha chiesto il tuo numero di cellulare, vuole un colloquio con te". Al che la Di

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INFO RM A ZIO NE

Rosa non capiva il senso di tale richiesta ma la Giannone proseguiva: "Il senso forse è il caso di chiederlo a lui..." invitando la proprietaria del nostro giornale a contattarlo.

La questione è molto delicata. Ricapitoliamo: l’attuale vicesindaco di Crestini ha rapporti molto diretti con l'ex assessore all'urbanistica della giunta Boccia, Barbante. Non solo, lo stesso Barbante la contatta per aprire una strada di collegamento con la proprietaria del Segno. Il problema, quindi, non è "parentela" o "affinità", come sostiene il sindaco, ma la questione è molto più seria: esistono rapporti stretti, diretti e confidenziali della Giannone, vicesindaco e assessore all'urbanistica di Rocca di Papa, con chi ha ricoperto questi stessi incarichi amministrativi nella giunta uscente (anche Barbante è stato vicesindaco e assessore all'urbanistica). Proprio questi rapporti stretti, diretti e confidenziali con Barbante (favoriti certo dalla parentela/affinità) hanno aperto il primo caso all’interno della giunta appena nominata. Un record!

Che altro aggiungere sulla GianBocciata none? dagli elettori, premiata dalla politica. Come quando Storace perse la Regione contro Marrazzo, e Berlusconi lo fece ministro; o quando Rutelli perse nel 2008 la poltrona di sindaco di Roma contro Alemanno, e il Pd gliene trovò subito un’altra in Senato.

Veronica Cimino, assessore all’ambiente, sarebbe stata fortemente voluta dall’ex direttore del Parco dei Castelli Romani, Roberto Sinibaldi,

A T T U AL IT À

Varata la Giunta Crestini

Vicesindaco e Urbanistica Veronica Giannone Ambiente Veronica Cimino

che conferma quindi la sua influenza sul neo sindaco Crestini. Però, in questo caso, è stata almeno premiata la professionalità e la competenza che potranno essere molto utili nell’affrontare le numerose questioni legate all’ambiente e ai boschi. Questioni spinose che potrebbero però far esplodere delle fibrillazioni. La Cimino è anche l’unica della giunta ad essersi guadagnata il ruolo di assessore dopo essersi candidata consigliere ed essere stata eletta. Ora dovrà lasciare il consiglio comunale a favore di un’altra donna, Lorena Gatta. Decisione rischiosa: se il sindaco dovesse toglierle la delega starebbe fuori dall’assise elettiva. Veniamo al bilancio. Vincenzo Rossetti è un commercialista apprezzato anche negli ambienti politici essendo stato candidato sindaco a Frascati nel 2014 (non eletto). Si occuperà di un assessorato molto importante. Oltre a rimettere i conti in ordine, Rossetti dovrà impostare il settore degli investimenti ma, soprattutto, dei tagli e dei mancati incassi. Un lavoro per niente facile. Con lui Crestini ha pra-

Bilancio

Vincenzo Rossetti

Servizi Sociali Pier Paolo Montalto

ticamente commissariato l’intero settore finanziario.

Infine, i servizi sociali. Per questo ruolo Crestini ha puntato su un altro commercialista frascatano, Pier Paolo Montalto, candidatosi consigliere a Frascati (non eletto) con una lista di centrodestra nel 2014.

Sulla scia della Giannone, quindi, altri due membri di giunta, Rossetti e Montalto, bocciati dagli elettori (stavolta di Frascati) e “riciclati” a Rocca di Papa. Insomma, una squadra che non infiamma, anche perché per la prima volta nella storia del paese non figura nessun roccheggiano doc (cioè nato a Rocca di Papa). Rossetti e Montalto ruotano da sempre nel mondo frascatano ma questo vale anche per Crestini (che ha tenuto a se i lavori pubblici). La Giannone è roccheggiana acquisita così come la Cimino che almeno vanta una rocchicianità trentennale. Ma non è detto che questa “esternalizzazione” delle cariche sia un male, anzi.

Adesso l’attesa è per le deleghe ai consiglieri e ai cittadini, su cui è trapelato poco, a parte quella concessa a Petrolati sull’elettrosmog. Il primo consiglio comunale si terrà lunedì 11 luglio alle ore 18,00.


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E adesso pedalare! Segue dalla prima pagina

il Segno - LUGLIO 2016

I primi cittadini dal 1944

di GIANFRANCO BOTTI

Crestini

Quando si è destrutturato i valori e i fondamenti ideologici che hanno attraversato ilsecolo, quando l’ispirazione politica che ha animato per generazioni aspettative e speranze viene insabbiata, rimane un deserto politico senza intelaiatura: teatrino solo di esibizioni, come se la politica fosse pura rappresentazione e interpretazione di messinscene improvvisate ed estemporanee, senza un ancoraggio nella carne della società, nei suoi interessi legittimi, nelle sue forze sane, vive.

Si è arrivati così al cambiamento, ma senza progetto, senza alleanze, senza uno schema di trasformazione. Cambiamento per il cambiamento, dunque, soprattutto anagrafico. Liquidando un sistema di potere incapace di proiettare un’immagine carica di sé e di costruire una vera classe dirigente del paese, in grado di staccarsi dagli interessi particolari per dedicarsi all'interesse generale.

Adesso c’è da fare auguri di buon lavoro a Crestini, ai suoi. Auguri servono, per le buone sorti di Rocca di Papa, per chi ci vive. Avuta la bicicletta, dovranno pedalare, pedalare forte. I casi amari da rosicare sono diversi. Antenne, albergo, funicolare, disposizioni della Procura di Velletri, debiti (che tali sono e tali restano, nudi e crudi, da pagare). Più un eccetera, eccetera ingombrante assai, che andrebbe, per la trasparenza in propaganda sollecitata, finalmente pubblicato nella sua interezza. Se non pedalassero forte non ce la farebbero a muoversi bene, a meritare, a tracciare (e sarebbe ora) il solco di un'am-

ministrazione buona. Buona non per uno, o per quattro o per otto, un'amministrazione buona per tutti. Entro la quale si finisca con gli slogan ad effetto che nascondono il nulla, con comunicazioni cui non crede nessuno. Amministrare significa realizzare. Realizzare gli impegni e i programmi è un lavoro duro, spesso poco utile sul piano dell’apprezzamento e del consenso. Lo affermo non per pessimismo, per memoria storica, riandando alle stroncature subite da chi provò a muoversi con fermezza sul binario della legalità. Qui ancora zompetta chi del malumore popolare contro la serietà amministrativa se ne fece scala per arrampicarsi.

Per operare bene servono strumenti adatti, in Comune rappresentati dagli uffici, organizzati e gestiti secondo efficienza e produttività. E serve pure tener presente quel che da sempre in giro si sente. Dal delicatino: tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; al popolare: chi amministra minestra; dal navigato: e chi si fa la croce per cavarsi gli occhi; all’invidioso: convento povero, frati ricchi. Malignità o realtà, comunque va smentita.

Buona norma sarebbe appuntarsi quanto vanno ripetendo persone specchiate, credibili. Davigo: «Non hanno smesso di rubare, hanno smesso di vergognarsi». Cantone: «C’è gente che non vede l’ora di essere avvicinata e di essere corrotta per faresoldi». Pignatone: «Le infiltrazioni corruttive negli enti locali non sono una novità. Ci sono state, ma oggi a giudicare dalle indagini sono accentuate. Da una parte perché, malgrado la crisi, nelle amministrazioni ha continuato a esserci una certa quantità di denaro, dall'altra per un minor controllo sociale». Tenendole sott’occhio, tali dichiarazioni potrebbero aiutare a prevenire. Sempre meglio di raccogliere i cocci. Gianfranco Botti

SINDACO

Emilio GATTA

Rif. politico Comm. Pref.

Vincenzo GAGLIARDI Comm. Pref.

Alberico GATTA (I sindaco) Com. Lib.

Periodo

1/6/1944 - 31/12/1944 1/1/1945 - 27/5/1945

28/5/1945 - 12/4/1946

Feliciano CAVALDESI

Com. Lib.

13/4/1946 - 23/10/1946

Nestore VITALI

PCI

8/11/1952 - 5/6/1956

Emilio GUIDI

Carlo BRANDANI Carlo TICCONI

PCI DC DC

Nestore VITALI

PCI

Giuseppe MARTELLI

DC

Tito BASILI

Lino SANTANGELI

DC DC

24/10/1946 - 7/11/1952 6/6/1956 - 27/4/1959

28/4/1959 - 27/11/1960

28/11/1960 - 25/12/1964

26/12/1964 - 18/10/1965 19/10/1965 - 26/6/1967 27/6/1967 - 11/3/1969

Nestore VITALI

PCI

12/3/1969 - 27/1/1971

Stelvio CARDUCCI

Comm. Pref.

25/3/1971 - 10/8/1971

Alberico BRUNETTI

DC

27/7/1973 - 13/1/1974

PCI

29/1/1975 - 19/8/1980

Baldo DE ROSSI Vitali NESTORE

PSI

PCI

Ugo SAULINO

Comm. Pref.

Enrico FONDI

PSI

Gianfranco BRUNETTI Giuseppe MARTELLI

Gianfranco BRUNETTI Enrico FONDI

Pasquale CIAMPA

DC

PCI PSI DC

28/1/1971 - 24/3/1971 11/8/1971 - 26/7/1973

14/1/1974 - 28/1/1975 20/8/1980 - 5/12/1982 6/12/1982 - 21/8/1983 22/8/1983 - 29/9/1985 30/9/1985 - 3/7/1990 4/7/1990 - 15/1/1992

Gaetano BORRELLI

Comm. Pref.

Salvatore DI COSTE

Comm. Pref. 20/7/1993 - 21/11/1993

Ugo TAMBURRINI Enrico FONDI

PRI PSI

Carlo Umberto PONZO L’ULIVO Carlo Umberto PONZO L’ULIVO

Pasquale BOCCIA (p.t.) L’ULIVO Pasquale BOCCIA

PD

Emanuele CRESTINI

Lista Civica

Pasquale BOCCIA

PD

16/1/1992 - 12/8/1992 13/8/1992 - 19/7/1993

22/11/1993 - 18/11/1997 19/11/1997 - 27/5/2002 28/5/2002 - 16/5/2005 17/5/2005 - 27/5/2006 28/5/2006 - 16/5/2011 17/5/2011 - 19/6/2016 dal 20/6/2016 a oggi


RO C CA d i PA PA

il Segno - LUGLIO 2016

Cosa non si fa per una poltrona Tutti sul carro del nuovo sindaco Dal Pd al centrodestra, governare è meglio che fare opposizione

di LUIGI SERAFINI

«Se li conosci li eviti i voltagabbana, ma i tipi conoscono molti trucchi e prudentemente hanno vie di fuga preparate con cura da preveggenti. «Torna ciclicamente la loro ora in cui esibirsi nei salti mortali, che la gente ben presto dimentica, convinta dai mascheroni perfetti. «Superano in forza la gramigna i voltagabbana, in tutti i campi, e certo merita plausi la cura d’esser graditi dai nuovi padroni. «Se poi per caso il vento gira sanno avvertirlo per primi, bravi a escogitare ogni scusa, pronti a servire i vincenti». Questa poesia di Michele Prenna descrive molto bene una delle caratteristiche degli Italiani: salire sul carro del vincitore. Accadde durante il ventennio di Mussolini, dove migliaia di fascisti divennero antifascisti, accadde prima e dopo.

Anche il noto giornalista Rai, Bruno Vespa, ha sviscerato l’argomento in un libro dal titolo inequivocabile: «Italiani voltagabbana. Dalla prima guerra mondiale alla Terza Repubblica sempre sul carro dei vincitori». Tutto da leggere (è la prima volta che pubblicizzo un libro di Vespa… che mi succede?).

Anche Rocca di Papa ci mette del suo in questa tradizione tricolore. Archiviate le elezioni comunali che hanno eletto sindaco Emanuele Crestini, subito alcuni ex piddini si s o n o messi lingua in spalla e hanno cominciato a lavorare di fino, con dichiarazioni, lisciamenti, apprezzamenti, fino a proporsi. È il caso di Giorgio Serafini che, dopo due mandati consiliari e una delega agli animali e all’arredo concessa dal sindaco uscente Boccia per ben due legislature, pur essendosi candidato a sostegno della Sciamplicotti, avversaria di Crestini, in queste ore starebbe avanzando la sua disponibilità a collaborare con la nuova amministrazione rivendicando, chissà, il fatto di aver portato nelle casse di Crestini decine di voti disgiunti al primo turno e la preferenza al secondo. Ma c’è anche chi ha fatto di meglio. Si tratta di un altro esponente del Partito democratico, Stefano Maria Meconi, che, malgrado la sua giovane età, sembra ora in-

tento a portare a termine una nuova missione: ricevere qualche incarico da Crestini. Dopo essere stato tra i protagonisti del Laboratorio Centro Storico d e l l a Sciamplicotti, adesso punta tutto su chi ha vinto le elezioni. Della serie: sono giovani ma sembrano davvero il vecchio che avanza. Nessuna sorpresa, sia chiaro, era lo stesso che mesi fa scriveva su Facebook: “pecunia non olet” (“il denaro non ha odore”), giustificando chi passa con disinvoltura da un carrozzone all’altro. Uno slogan, una filosofia di vita.

Nel Pd sarebbero molti i voltagabbana a favore di Crestini, tanto che, vista la ressa, sembra che il neo-sindaco stia addirittura pensando di istituire un ufficio specifico dove i voltagabbana, o aspiranti tali, compilando un semplice modulo potranno passare armi e bagagli (voti pochi, visto che quasi sempre i voltagabbana vengono bocciati sonoramente dagli elettori, ma chiacchiere tante) con la maggioranza.

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Qui la prima differenza che notiamo è che mentre i voltagabbana furbi cambiano casacca prima che il futuro vincitore vinca (tipo Anna Brandani, Vincenzo Eleuteri o Alberto Querini), quelli poco svegli lo fanno dopo. Si tratta di una sottospecie che però, piano piano, sta soppiantando la specie originaria (povero Darwin!). Se nel Pd la “filosofia” del voltagabbanesimo è ormai estesa, anche la destra sembra esserne invasa, visto che da quel che si dice molti suoi esponenti potrebbero passare con Crestini. Ma non subito, fra un annetto, quando le acque si saranno calmate. D’altronde il malumore serpeggia più che sottotraccia nella destra roccheggiana. Anche in questo caso a far scoppiare il casus belli sarebbero decine di voti disgiunti, tutti a vantaggio del candidato di Insieme per Rocca.

Insomma, la politica (ieri come oggi) è invasa dai voltagabbana, specialisti nello slinguazzamento continuo e dal fiuto eccezionale… ma se la politica in fondo vede nei voltagabbana “il ritorno del figliol prodigo”, ai cittadini invece non resta che sperare che non facciano danni avendone già fatti (troppi) in passato.

Avanti, c’è posto!

Parte la scalata al Partito democratico? DIETRO LE QUINTE

Ciò che si vocifera nelle stanze del Partito democratico a livello provinciale e regionale è che il neosindaco di Rocca di Papa starebbe valutando se fare subito la scalata al Pd locale o se aspettare il 2017. Il tutto con l’aiuto e il supporto di due referenti del partito di Renzi: Massimiliano Borrelli (consigliere della Città metropolitana di

Roma) e Rodolfo Lena (ex sindaco di Palestrina), presidente della commissione sanità della Regione Lazio, entrambi ritenuti politicamente vicini a Crestini.

Stando a queste voci di corridoio i tre, Crestini-Lena-Borrelli, vorrebbero attuare un piano che tra un anno potrebbe portare a controllare l’intero

partito a Rocca di Papa, favoriti anche dall’aiuto di Mauro Fei, ex assessore della giunta Boccia, e dell’ex segretaria cittadina Raffaella Taggi.

Il partito, quindi, lo si vorrebbe sfilare dal controllo di Boccia-SciamplicottiQuerini. Solo voci? Per il momento sembra proprio di sì, anche se sono piuttosto ricorrenti, ma sarà il tempo a dircelo con sicurezza.


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Ecco come saranno utilizzati i 520mila euro dell’autovelox RO C CA d i PA PA

controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale”. Di questa cifra, la maggior parte, cioè 158.800, serviranno per il “servizio di gestione documenti e attrezzature e sistemi di monitoraggio” e solo 19.200 euro per gli automezzi della Polizia Locale.

Vigili al lavoro con l’autovelox

di ROBERTA PUGLISI

Leggendo la delibera di giunta dell’11 giugno 2016 scopriamo che questo Comune incassa annualmente dalle multe per violazione al Codice della strada la cifra di 520.000 euro. La metà di questi soldi, 260.000 euro, saranno destinati ad alcuni interventi specifici di sicurezza delle strade e dei cittadini. Un obbligo indicato dalla legge e per questo il Comune ha deliberato in tal senso.

Di questi 260.000 euro, un quarto (cioè 65.000 euro) sarà utilizzato per “interventi di sostituzione, di ammodernamento, di

potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente”. Viene da dire: finalmente! Girando in auto o a piedi per le strade di Rocca di Papa la prima cosa che salta agli occhi è l’assoluta carenza di segnali adeguati. Recuperare questo deficit è un buon modo di andare incontro alla sicurezza degli automobilisti fornendo anche un servizio utile. Però a questo settore sono stati assegnati solo 5.000 euro (dei 65.000 previsti) mentre i restanti 60.000 andranno per una generica “manutenzione stradale”.

178.000 euro, invece, sono stati assegnati per il “potenziamento delle attività di

Orario Continuato Lune d chiu ì so

Nel periodo scolastico APERTURA Pizzette bianche € 0,50 ORE 7.30 Pizzette rosse € 0,70

Infine, dell’iniziale cifra di restano 520.000 euro, 17.000 euro che si spende-

il Segno - LUGLIO 2016

ranno per migliorare la sicurezza stradale, tra cui il rifacimento dell’asfalto e l’organizzazione di corsi didattici finalizzati a far conoscere il Codice della strada, ecc. Questa delibera non ci sembra abbia distribuito nel modo dovuto le risorse incassate dai “proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie” ma è comunque una buona base di partenza per pianificare il controllo e la sicurezza delle strade cittadine che definire disastrate è un eufemismo.

Guerra ai rifiuti lasciati nel centro storico

Buste in piazza del Crocifisso

Ringraziamo un nostro affezionato lettore che ci ha inviato queste fotografie che testimoniano come il corretto conferimento dei rifiuti urbani non viene rispettato da tutti i cittadini. Qui siamo nel cuore del centro storico, nella bellissima piazza del Crocifisso, e vedere questo spettacolo è davvero avvilente. Le buste vengono abbandonate legate all’inferriata o lasciate a ridosso delle colonnine in mattoni e capita spesso che il contenuto si disperda a terra. A Rocca di Papa è stato avviato il servizio di raccolta con il sistema “porta a porta” ed è inaccettabile che si verifichino ancora questi comportamenti. Evidentemente più di qualcuno non risulterà iscritto a ruolo e quindi non potendo lasciare i rifiuti fuori la propria abitazione, non trova meglio da fare che lasciarli per strada in ore in cui è difficile pizzicare i trasgressori. Anche i cittadini che abitano in queste zone, però, devono collaborare effettuando le segnalazioni agli operatori ecologici e alla Polizia Locale.


il Segno - LUGLIO 2016

RO C CA d i PA PA

Dopo il nostro articolo sistemata la tomba di Claudio Villa La denuncia del “Segno” pubblicata su “Di più” del 4 luglio

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di SANDRO TABELLIONE

Sul numero di dicembre del Segno mi sono occupato dello stato di abbandono della tomba di Claudio Villa, sollecitato da una lettera inviata in redazione da Ettore Geri, presidente del Club Claudio Villa in rappresentanza di oltre 4.500 fans del grande artista romano. Siamo felici che quell’articolo abbia sortito degli effetti positivi, cioè la risistemazione della sepoltura del grande cantante roannunciata sul mano, settimanale “Di più” in edicola dallo scorso 4 luglio, con un ampio articolo di Oliviero Marchesi, che ha ricostruito la storia riprendendo il disappunto di Geri, l’articolo del Segno e le rassicurazioni della figlia di Villa, Manuela.

In quest’articolo si fa più volte riferimento proprio al nostro giornale, il Segno, che insieme al presidente dei fans ha condotto questa battaglia per restituire al reuccio la dignità e il rispetto che merita. Su “Di più” è la stessa Manuela Villa a evidenziare che “è merito anche di questa segnalazione se ora la tomba è ben tenuta”.

“Sono stato amico di Claudio dal 1958 al 1986 e oggi

role che Ettore Geri mi aveva affidato per manifestare l’indignazione sua e di chi non vuol dimenticare non solo le canzoni ma anche la grande umanità di Claudio Villa.

Un giovane Ettore Geri con Claudio Villa

sono indignato. Tutti i primi del mese vengo a Rocca di Papa, porto un fiore sulla tomba e tutte le volte il degrado aumenta. Non si può rimanere insensibili di fronte a tutto questo, consideratoche Claudio ha portato per molto tempo l’Italia nelmondo”. Queste le pa-

E adesso che la vicenda sembra essere andata a buon fine, lo stesso Geri ci ha inviato una nuova lettera per informarci che “la campagna legata alla situazione della tomba di Claudio Villa, partita dal suo articolo apparso sul Segno, ha avuto seguito”. Ne siamo felici perché per Rocca di Papa, scelta dal reuccio come sua seconda patria, deve offrire il meglio di se nell’accogliere quanti vengono e ver-

Sopra: il servizio dedicato sulla tomba di Claudio Villa pubblicato dal settimanale Di più. Sotto la foto del “reuccio” è stato ripreso il titolo del Segno di dicembre.

Ettore Geri oggi

ranno a dare un saluto al cantante. Ancora oggi la famiglia di Villa risiede nel nostro paese.

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il Segno - LUGLIO 2016

«Il ricorso è infondato e va respinto Rai Way trovi un’altra sistemazione» 10

La sentenza dei giudici a proposito dell’impianto della TV di Stato

Ma il TAR dice un’altra cosa molto importante a proposito della giustificazione avanzata da Rai Way di non aver commesso alcun reato visto che l’azienda di Stato non è proprietaria del terreno limitandosi a pagare un affitto alla società riconducibile a Edoardo Caltagirone (fratello del più noto Francesco Gaetano).

di DANIELA DI ROSA

Il 21 giugno il TAR del Lazio ha respinto il ricorso di Ray Way contro l’ordinanza del sindaco Ponzo, perché ritenuto infondato. I giudici, dopo aver fatto riferimento ai precedenti ricorsi presentati da altre emittenti, anch’essi rigettati, hanno scritto che “l’impianto per cui

è causa insiste sul sito di Monte Cavo Vetta, che risulta compreso dal Piano Territoriale di Coordinamento tra quelli “da abbandonare e riqualificare" perché non idoneo a mantenere impianti di radiodiffusione proprio per il suo valore paesaggisticoambientale e per la sua vicinanza con il centro abitato del Comune di Rocca di Papa”.

Scrivono i giudici: “È priva di rilievo la circostanza secondo la quale Rai Way non è proprietaria dei tralicci, ma solo degli impianti: all’evidenza, spetterà alla società odierna ricorrente eseguire l’ordine di rimozione trasferendo i propri impianti in altro sito, con gli opportuni accorgimenti tecnici. Sotto questo profilo, che gli impianti in questione siano destinati al servizio pubblico non è ragione di legittima esimente dall’obbligo di trasferirne la sede sancendosi, al contrario,

una condizione di maggiore responsabilità della concessionaria, che in quanto tenuta ad assolvere al mandato ricevuto nella gestione del servizio è obbligata alla maggiore diligenza esigibile sotto il profilo dell’obbligo di installare le attrezzature in siti urbanisticamente compatibili”. Cioé: visto che siete un’azienda pubblica avete il dovere di rispettare, prima e più degli altri, le regole. Ma forse il passaggio più importante di questa sentenza è quando viene scritto che non è dimostrato “ che la zona attuale è essenziale ai fini della ripetizione del segnale”. L’assenza di questa essenzialità dell’area, specificata chiaramente dai giudici del TAR, potrebbe essere l’arma in più in mano all’amministrazione comunale per pretendere che i ripetitori lascino per sempre la vetta di Monte Cavo.

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Nuova sentenza del TAR del Lazio Via le antenne da Monte Cavo! Dopo il gruppo di Berlusconi, è la volta del colosso pubblico della RAI

di VINCENZO DE ROSSI

Una dopo l’altra piovono sentenze inequivocabili sulle irregolarità che tra gli anni 80 e 90 portarono i più grandi colossi delle telecomunicazioni a installare i loro ripetitori sulla vetta di Monte Cavo. Opere abusive, prive di autorizzazioni e permessi, che hanno devastato una delle aree più belle d’Italia dal punto di vista ambientale e storico. Una giustizia arrivata dopo tredici anni ma che finalmente mette la parola fine all’egemonia dell’elettrosmog. O forse no, visto che il trasloco dei tralicci è tutt’altro che essere imminente.

La nuova sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio stavolta ha respinto il ricorso presentato dai legali di Rai Way, la società proprietaria (per conto della Tv di Stato) delle infrastrutture e degli impianti per la trasmissione e diffusione televisiva e radiofonica che a Rocca di Papa occupa un’area abusiva. Solo pochi mesi fa due identiche sentenze avevano respinto i ricorsi presentati da R.T.I. (Gruppo Berlusconi, ora Ei Towers) e da Europa Tv, indicando in sei mesi il tempo necessario per smantellare gli impianti. Ora la RAI potrebbe impugnare la sen-

tenza davanti al Consiglio di Stato con la sola finalità di prendere ulteriore tempo, seguendo così la strada già intrapresa dai legali di Berlusconi, che hanno dovuto mandare giù anche la decisione dei giudici di appello che hanno confermato la validità della delibera emessa nel 2003 dal sindaco Carlo Ponzo. Rai Way, però, a differenza di Ei Towers, si era rivolta al TAR non solo per chiedere la revoca della delibera del Comune di Rocca di Papa ma anche contro il piano di spostamento approvato dal Consiglio Regionale del Lazio nel 2001. Piano che, per la prima volta, sanciva l’uscita di Monte Cavo dall’elenco dei siti idonei a ospitare impianti di trasmissione. I giudici del TAR, però, hanno rimarcato la validità e le argomentazioni della delibera di Ponzo, respingendo tutti i rilievi mossi dalla RAI.

Hanno scritto tra l’altro i giudici: “L'area ove insistono le strutture della ricorrente (Rai Way, n.d.d.) è assoggettata a un vincolo di inedificabilità assoluta imposto dallo strumento urbanistico (P.R.G.) cui si aggiungono altri espressi vincoli paesistico-ambientali, storicomonumentali, idrogeologici e forestali, ed è altresì ricompresa nel perimetro del

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Ora dunque si apre la partita della delocalizzazione delle antenne anche se gli stessi giudici hanno ribadito che spetterà proprio a Rai Way "adoperarsi con ogni diligenza per l’individuazione del sito alternativo, previa, se del caso, l’attivazione dei necessari strumenti processuali per sollecitare le Pubbliche Amministrazioni all’adozione dei rispettivi atti e provvedimenti programmatori o di pianificazione, laddove necessario, anche su proposta della stessa parte". La palla, quindi, cioè le antenne, potrebbe restare in campo ancora per molto tempo, visto che spetta a Comune e Regione fare in modo che agli atti prodotti in passato sul

trasferimento degli impianti seguano delle azioni concrete.

All’epoca dei fatti è noto che tali impianti avrebbero dovuto spostarsi a Colle Anfagione a Capranica Prenestina ma appena uscita la notizia nacque subito un comitato locale che si oppose all’arrivo dei tralicci in ferro con i relativi impianti e, dopo qualche mese, non se ne parlò più. Ora le varie sentenze del TAR ci dicono che i tempi sono maturi per prendere decisioni definitive e soprattutto per liberare il sacro monte caro a Giove dall’impiccio di oltre 70 tralicci. La giustizia, arrivata dopo 13 anni, deve ora passare ai fatti concreti. Restare fidusiosi è necessario.

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L’ AP PRO FON DIM EN TO

il Segno - LUGLIO 2016

Aperto a Rocca il più grande centro di accoglienza della provincia Occupata l’ex struttura ricettiva “Mondo migliore” di via dei Laghi

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di ANDREA SEBASTIANELLI

Rocca di Papa, dunque, ospiterà il più grande centro di accoglienza dei migranti della Provincia di Roma. E lo farà in una delle aree più importanti e suggestive del territorio per storia e bellezza, l’ex centro di spiritualità “Mondo Migliore” di via dei Laghi. La decisione è stata presa dal Ministero dell’Interno che ha accolto la proposta avanzata dai Padri Oblati, gestori e proprietari della mega-struttura, che avevano presentato una “manifestazione d’interesse volta all’individuazione di struttura con funzione di hub per assicurare la primissima accoglienza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e la gestione dei servizi connessi nell’attesa del successivo trasferimento nelle strutture in fase di individuazione”.

Il 24 giugno gli uomini della Prefettura di Roma hanno effettuato un sopralluogo verificando l’idoneità della struttura “ per una capienza di 370 ospiti”. Ha poi precisato il prefetto Paola Basilone: “Questa Prefettura ritiene necessario, nell’immediato, a seguito degli sbarchi odierni, assicurare l’accoglienza immediata di 250 stranieri presso la struttura proposta da codesto Istituto” che arriveranno “nella giornata di domenica 25 giugno”. L’impressione è che si intervenga sempre in emergenza.

In tutto questo, l’Istituto degli Oblati (presente in quella sede dagli anni Cinquanta) ha pensato bene di non relazionarsi in alcun modo con il Comune di Rocca di Papa (o almeno non ne siamo a conoscenza) e se non fosse stato per la lettera del comandante della locale Stazione dei Carabinieri, datata proprio 25 giugno, il neo sindaco non ne

Il Centro “Mondo migliore” di via dei Laghi visto dall’alto

avrebbe saputo probabilmente nulla. Ma sappiamo anche che il neo sindaco ha buone frequentazioni negli ambienti Vaticani e non è escluso che qualche voce gli possa essere arrivata già in fase di campagna elettorale. Chissà.

Ma torniamo alla lettera del comandante dei Carabinieri indirizzata al Comune. Scrive De Fabrizio: “Lo stabile è diventato sito di prima accoglienza e, sempre da informazioni apprese, potrà ospitare un numero di persone man mano crescente”. Appena venutone a conoscenza Crestini, sulla scia del precedente sindaco, ha subito convocato una riunione con forze dell’ordine, Asl e i responsabili di settore comunali, per istituire un tavolo tecnico e per scongiurare un eventuale “conflitto sociale con i residenti” qualora il centro di accoglienza fosse mal-gestito. Il neo-sindaco ha messo le mani avanti istituendo il solito “tavolo di lavoro” che non potrà decidere nulla visto che il centro è gestito da una cooperativa legata ai Padri Oblati con la supervisione della Prefettura.

Non sappiamo se il Comune di Rocca di Papa potrà chiedere che parte della forza lavoro necessaria per mandare avanti il centro possa provenire proprio dal nostro paese. Nel caso sarebbe opportuno procedere a selezioni di personale in modo trasparente e tramite avvisi

L’ingresso di “Mondo migliore” fino a qualche anno fa

pubblici, visto che alcune note vicende di Mafia Capitale hanno dimostrato che “gli immigrati rendono più della droga”. La trasparenza, quindi, in ogni filone gestionale del nuovo centro, dovrà essere l’aspetto più importante.

La cosa che ci ha stupito, però, è che il sindaco non abbia toccato, almeno ufficialmente, gli aspetti legati alle ricadute che una simile

L’ingresso oggi e, a lato, il prefetto Basilone

scelta può avere sul territorio. Soprattutto sul turismo che, è inutile negarlo, può subire degli importanti contraccolpi.

Va segnalato poi il richiamo fatto dal primo cittadino circa un possibile conflitto sociale con i residenti, anche se l’ex centro di spiritualità si trova in una zona marginale rispetto al tessuto abiSEGUE A PAGINA

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il Segno - LUGLIO 2016 SEGUE DA PAGINA

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tativo di Rocca di Papa. Infatti, questo tipo di struttura di accoglienza (hub aperto) per quel che ci risulta non prevede una sorveglianza ferrea, nel senso che agli ospiti non si può vietare in assoluto di uscire dalla struttura. Un centro collocato peraltro sulla più importante strada panoramica dei Castelli Romani, ad alta percorribilità, che rappresenta anche un pericolo per gli stessi ospiti, a cui, sia ben chiaro, deve essere garantito ogni diritto riservato a chi fugge da guerre e violenze.

Ma come si concilia questo sacrosanto diritto con un altro sacrosanto diritto, quello di permettere a Rocca di Papa di determinare, in base alle sue necessità, il proprio futuro? In una zona già fortemente penalizzata dalla cosiddetta “antennopoli”? Dopo Monte Cavo, lo Stato si prende un’altra fetta importante del nostro territorio, dando vita a quello che sarà, a giudicare da altre esperienze italiane ma speriamo di essere smentiti al più presto, un vero e proprio ghetto permanente, in cui confluiranno centinaia di persone.

A impensierire è la stessa lettera inviata dalla Prefettura all’Istituto dei Padri Oblati e alla cooperativa sociale San Filippo, che gestirà direttamente il centro di accoglienza, dove viene specificato che i migranti

Sono 370 i rifugiati arrivati in via dei Laghi L’ AP PRO FON DIM EN TO

Così un anno fa

Esattamente un anno fa l’allora sindaco di Rocca di Papa venne coperto di insulti sui social media per aver annunciato la disponibilità del Comune a ospitare 25 bambini rifugiati. Della vicenda ce ne occupammo con l’articolo a fianco, che suscitò diverse polemiche tra la cittadinanza e alcuni esponenti dell’opposizione, che preferirono restare in silenzio.

resteranno a Rocca di Papa “ nell’attesa del successivo trasferimento nelle strutture in fase di individuazione”. Cosa che viene ribadita anche dal comandante dei Carabinieri. Conoscendo, purtroppo, come vanno le cose in Italia, dove i commissariamenti e gli interventi a carattere provvisorio durano anche vent’anni, non c’è da stare molto allegri. Pensate che una cosa simile l’avrebbero potuta fare a Frascati, ad Albano o a Castel Gandolfo? Che cosa pensate sarebbe successo se qualcuno avesse proposto di trasformare il suo alloggio estivo di Castello, ormai disertato dal Pontefice, in centro di prima acco-

glienza? Oppure se all’ex edificio delle Pie a Frascati avessero annunciato l’apertura di un sito di tali proporzioni? In quelle realtà le pubbliche amministrazioni giocano la loro partita a salvaguardia del territorio, da noi subiscono e basta.

A questi “pericoli” il sindaco (che è stato davvero sfortunato avendo iniziato il suo mandato con questa bega non da poco) ha opposto solo parole di circostanza, altroché “prendere la situazione in mano” come ha scritto in modo propagandistico in un comunicato stampa. La situazione in mano l’hanno presa il Ministero dell’Interno e i Padri Oblati, infischiandosene dei

L’immigrazione regolare ai Castelli Romani Comune

ROCCA DI PAPA

ALBANO LAZIALE ARICCIA

MARINO

GROTTAFERRATA

CASTEL GANDOLFO ROCCA PRIORA

GENZANO DI ROMA FRASCATI

MONTE PORZIO

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% immigrati regolari 10,6% 10,1% 9,4% 9,3% 8,5% 8,4% 8,3% 7,8% 7,4% 5%

La classifica sul rapporto tra la popolazione locale e quella degli immigrati regolari nei Comuni dei Castelli Romani, al 1° gennaio 2016, vede Rocca di Papa al primo posto, con il 10,6%. In totale nel nostro paese vivono quasi 1.800 cittadini di altre nazionalità, di cui 888 romeni, 171 moldavi, 107 albanesi, 91 polacchi, 59 ucraini e 59 macedoni. Cittadini che vivono essenzialmente nel centro storico.

piani e dei progetti di un Comune che, per sua natura, può solo sviluppare progetti legati al turismo.

Ci saremmo aspettati quanto meno un disappunto più marcato sulle modalità condotte che, vuoi o non vuoi, condizioneranno il futuro di un territorio che già oggi vede un numero alto di immigrazione regolare, il 10,6% della popolazione, a fronte di una media nazionale ferma all’8,3%. Infatti, se guardiamo i dati ufficiali sul rapporto tra popolazione residente e ospiti stranieri, viene da pensare che la scelta di creare un centro di prima accoglienza a Rocca di Papa, sia stata dettata proprio dal fatto che si tratta del comune dei Castelli Romani con il più alto numero di popolazione straniera residente. Chi meglio dei roccheggiani, avranno pensato, per ospitare 400 migranti?

Ma ora le chiacchiere, come si dice, stanno a zero. Il centro esiste ed è operativo. Non resta che sperare che quanto scritto dal sindaco, cioè che il centro resterà aperto fino a dicembre, corrisponda alla verità. Su questo nutriamo forti dubbi visto che le ondate migratorie nei prossimi mesi potrebbero essere più consistenti e “Mondo migliore” ha spazio a sufficienza per ospitare quasi il doppio dei rifugiati di oggi.


La farmacia dei Campi d’Annibale ceduta a una società campana ROC CA d i PA PA

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di ROBERTA PUGLISI

Dopo la farmacia comunale del centro storico il Comune di Rocca di Papa ha ceduto anche la licenza di quella dei Campi d’Annibale. Ad aggiudicarsela è stata la Società Farmacia del Buon Augurio Snc con sede a San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli. Una curiosità: è la stessa città natale del sindaco uscente Pasquale Boccia.Quella pervenuta è anche l’unica offerta arrivata entro il 20 giugno scorso, data in cui era stata fissata la scadenza per presentare offerte, e la somma che il Comune andrà ad incassare per la cessione della

il Segno - LUGLIO 2016

titolarità autorizzativa sarà di 550.000 euro.

La farmacia di via Vecchia di Velletri, in precedenza gestita dalla Società ASP di Ciampino, occupa attualmente locali privati per i quali è previsto un canone mensile di 800 euro. I nuovi proprietari però, pur dovendo rimanere nell’ambito del quartiere dei Campi d’Annibale, cioè il quartiere più popoloso di Rocca di Papa, potrebbero spostarla in altro luogo o subentrare nel contratto di affitto esistente. Si conclude così dopo circa quattro anni, l’iter della cessione dell’ultima licenza rimasta in seno alla pubblica amministra-

zione locale. Ora la commissione, composta dall’avvocato Anna Maria Fondi, dalla segretaria comunale Anna Maria Fusco e dalla dotto-

ressa Elisabetta Santangeli, dovrà procedere alla verifica della documentazione presentata e quindi all’aggiudicazione definitiva.

«Preoccupa il ritorno del Cinipide del castagno» di SANDRO TABELLIONE

La lotta biologica al Cinipide del castagno non è ancora vinta, anzi. Le notizie che giungono dai Monti Lepini (zona tra Segni e Carpineto Romano) non sono per niente incoraggianti visto che dopo un’iniziale successo dovuto all’introduzione dell’antagonista naturale del Cinipide (che ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2002), il Torymus, si segnala un preponderante ritorno dell’animaletto. Un problema enorme soprattutto per un Comune come Rocca di Papa, proprietario di circa 1.500 ettari di bosco di castagno e che da alcuni anni sta affrontando questo problema attra-

verso l’associazione di Claudio Botti “L’Alveare” che ha curato prima lo studio di fattibilità e poi il successivi lancio del Torymus. A oggi i boschi di Rocca di Papa sembra che stiano reagendo bene ma è necessario mantenere alta l’attenzione perché il Cinipide è sempre lì.

A dirlo è proprio la XVIII Comunità Montana dei Lepini che il 16 maggio ha inviato una lettera al Ministero delle politiche agricole e forestali e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in cui si pone l’accento sul pericolo di questa nuova diffusione del parassita.

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Scrive tra l’altro il presidente dell’ente montano, Fabrizio Di Paola: “Si tratta di una gravissima recrudescenza del Cinipide del castagno così significativa da annullare i miglioramenti ottenuti negli anni precedenti tramite la lotta biologica. La buona produzione di castagne e marroni dello scorso anno -scrive ancora Di Paola- ha illuso tecnici e produttori che la problematica fosse in via di risoluzione. Purtroppo però la realtà odierna dimostra che le valutazioni compiute con erano del tutto corrette”. Insomma, il primo errore sarebbe proprio abbassare la guardia ma siamo sicuri che L’Alveare sia ben vigile sull’argomento.

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il Segno - LUGLIO 2016

ROC CA d i PA PA

Salviamo il “Pantanello”

L’area necessita di un intervento urgente di salvaguardia

Si trova lungo via Rocca Priora in un luogo incantevole di GIOVANNI MANCINI

Luoghi pubblici da riscoprire e da valorizzate. Ma prima: luoghi pubblici da bonificare e ripulire. I meno giovani sicuramente ricorderanno la bontà dell’acqua che sgorgava dal “Pantanello”, un po’ frizzantina, sempre fresca e dissetante, specie d’estate. Oggi l’area in questione, che si trova lungo via Rocca Priora nel quartiere dei Campi d’Annibale, rappresenta una fetta di territorio in stato di abbandono, con erbacce, rifiuti, recinzioni abusive e tanto altro che ne rendono impossibile anche il solo ingresso fino alla fonte.

Qualche anno fa arrivarono i soldi della XI Comunità Montana del Lazio per finanziare un intervento finalizzato all’incanalamento delle acque piovane che, nel punto in cui si accedeva nell’estesa area, creava dei pantani e grandi accumuli di terra. Fino ad alcuni anni fa (parliamo degli anni Ottanta) a Rocca di Papa si svolgeva anche una vera e propria festa, la “Sagra dell’acqua del Pantanello” per valorizzare un bene prezioso che caratterizzava il quartiere dei Campi.

Oggi non sappiamo se l’acqua di questa antica fonte continua a sgorgare ma certamente resta un’area molto

L’ingresso del “Pantanello” da Via Rocca Priora, completamente invaso dalla vegetazione infestante

bella e pregiata, posta fra lo sperone di “Pentima Stalla” e le cosiddette “Rotte Cave”. Un’area da cui si poteva (e si potrebbe ancora) ammirare un panorama stupendo.

Riteniamo che sia arrivato il momento di condurre una bonifica vera e definitiva,

rendendo l’area un parco pubblico, senza bisogno di spendere soldi in mega-progetti. È infatti sufficiente intanto ripulire la vallata, garantire una normale manutenzione, evitando di costruire strutture in cemento. In caso contrario, sarebbe meglio lasciarla com’è.

Siepi e sterpaglie

Con l’arrivo dell’estate scatta l’obbligo per i proprietari di terreni di procedere alla pulizia dei confini e al taglio delle erbe infestanti. Un problema sentito a Rocca di Papa dove, malgrado le solite ordinanze emesse dal sindaco, molti cittadini ritengono di lasciare incurate siepi e sterpaglie che spesso invadono le strade provocando danni alle automobili e alle persone. Essendo Rocca di Papa un paese con molto verde, sia nel popoloso quartiere dei Campi d’Annibale sia alle Vigne, la questione è più seria di quanto si pensi. Un minimo di senso civico dovrebbe far sì che ciascun proprietario provveda da solo a tale incombenza. Soprattutto per prevenire possibili incendi. G.M.

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Acqua potabile

Il sindaco protesta con ACEA

Non si arresta l’ondata di guasti alla rete idrica di Rocca di Papa che provoca periodicamente l’interruzione del flusso di acqua potabile creando non pochi disagi ai cittadini. Il sindaco Crestini ha scritto quindi a Lorenzo Pirritano, ingegnere di Acea, per manifestare il proprio disappunto circa la gestione del servizio che sempre più spesso prende le sembianze di un disservizio. Occhi puntati sui tempi delle riparazioni che, stando alla comunicazione del Comune, “vengono effettuate con notevole ritardo, ben oltre le 72 ore successive alle segnalazioni effettuate dai cittadini”. Gli interventi entro le 72 ore sono quelli previsti nel contratto di servizio stipulato con il Comune. I primi problemi sono sorti il 24 giugno, soprattutto nel centro storico, dove la fornitura diretta dell’acqua ha subito una drastica riduzione se non una vera e propria interruzione. Con l’occasione il sindaco ha anche chiesto un incontro con l’azienda capitolina proprio per conoscere il piano di interventi che saranno messi in campo per ovviare alle problematiche emerse che stanno esasperando i cittadini costretti a rifornimenti straordinari. (F.T.)

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Cambiare tutto perché nulla cambi

RO C CA d i PA PA

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ASILO POLITICO

Anticrestiniani non si nasce… ... si diventa. E io, modestamente, lo diventai!

Con la nomina a sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini sembra non avere più rivali. Tutti sono saliti sul suo carro: avversari di ieri, giornali, giornalisti, social media, cittadini di destra, di sinistra e di centro. Tranne la nostra Daniela Di Rosa che dà voce a chi dissente. La democrazia, d’altrone, si basa proprio sul diritto di pensarla diversamente. di DANIELA DI ROSA

“Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere in modo sleale. Grave colpa da parte mia, lo so!”. Questa frase di Pasolini rispecchia in pieno il mio pensiero. Con la vittoria di Crestini, Rocca di Papa non è voluta uscire dal passato, il “vecchio” si è truccato di “nuovo”. Crestini non è altro che il prodotto di politici del Pd che da anni non trovavano spazio, ricompattati in gruppo (alcuni in modo palese: Petrolati, Eleuteri, Brandani, De Angelis e Zitelli; altri dietro le quinte) per far perdere una donna che nonostante avesse commesso errori in dieci anni di amministrazione (il Segno ha sempre denunciato la pessima amministrazione e non rinnega nulla) voleva con forza cambiare rotta e rivoluzionare il partito.

Già prima delle primarie si era capito che non glielo avrebbero permesso, non dimenti-

chiamo gli appelli della Taggi e di Boccia a favore di Mauro Fei. Le ha vinte lei e subito dopo il diluvio, pochi fedelissimi e un paese che le voltava le spalle, un paese che con la scusa del "cambiamento" ha rimesso tutto come stava prima. A parer mio Crestini è il Renzi della situazione, Renzi è lì su indicazione di Berlusconi, Crestini è lì grazie alla “spinta” di alcuni politici dell’ex maggioranza (tra cui Mauro Fei) che ora si affannano a lodarne le gesta. In questo paese il potere è solo quello economico ed è probabile che gli intrecci affaristici continueranno a farla da padrone.

Ora Crestini farà il "ducetto" della situazione, via la Mangialonga, si farà a settembre coi suoi uomini (poteva non rimandarla e cambiare la gestione della Pro Loco a settembre); Iadecola e il suo comitato pro-case (pro-Crestini?) probabilmente avrà un suo ruolo e qualche mese di gloria. I tre ex presidenti dei comitati di quartiere (Silvestrini, Antolovic, Bonomo),

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Crestini "appecoronati"

(per citare un’espressione apparsa su Facebook) a Boccia ora potranno "appecoronarsi" a Crestini; il candidato-modello avrà la sua passerella (forte dei 300 voti); qualcuno avrà il suo tornaconto personale, fosse anche la vanagloria; l'attore avrà il suo palco (i suoi video-appelli meritano una ricompensa adeguata) e con lui anche qualche guitto di passaggio godrà dei favori del "re".

I raccomandati saranno ai posti di comando, i cacciatori se la prenderanno in quel posto (e meno male, sono contro la caccia) visto che su 64 pagine di programma non un rigo è stato scritto sul Parco dei Castelli e ora, cari cacciatori, andate a dirgli che vi era forse stata promessa la riduzione del Parco e un'area riservata alla caccia! I costruttori continueranno tranquilli la loro avanzata edilizia, Fei riacquisterà l’onore perduto (vuoi mettere la soddisfazione di aver visto perdere chi ti ha battuto?). I cittadini per qualche mese vivranno la luna di miele, poi gli scontenti diventeranno più dei contenti e, come se nulla fosse, gli stessi che oggi gridano al miracolo torneranno a lamentarsi del sindaco e della

il Segno - LUGLIO 2016

giunta. Da dieci anni non voto, non l'ho fatto nemmeno stavolta, qualcuno si è divertito a contare i miei appelli al non voto, pensando forse a un mio ripensamento dell’ultima ora, ripensamento che, a suo dire, avrebbe premiato la Sciamplicotti. Mi spiace per lui, sono sempre coerente con le mie scelte, non torno mai indietro, specialmente quando lascio. Certo, anche non votando ho sentito il dovere morale di “sostenere” quello che veniva descritto come il “male” assoluto per Rocca di Papa.

A differenza loro, credo che le responsabilità siano di tutta una classe dirigente, in parte approdata in “Insieme per Rocca”. Non amo che si crei il “capro espiatorio” e, come ripeto spesso, la penso come Montanelli: “Quando in piazza mettono al rogo la strega, io sono sempre dalla parte della strega”.

Una cosa dovrebbe far riflettere tutti, specialmente quelle persone che pretendono il “giubileo roccheggiano della felicità” per la vittoria di Crestini: il primo partito del paese è quello degli astenuti, 5.340 cittadini non hanno votato, che, sommati ai 2.650 andati alla Sciamplicotti, significa che il nuovo sindaco è stato scelto da una minoranza. Questo vuol dire solo una cosa, che la maggior parte degli elettori non crede nella Sciamplicotti ma nemmeno in Crestini. Perciò, cari miei, cosa c’è da festeggiare?

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RO C CA d i PA PA

Primi lavori d’urgenza

il Segno - LUGLIO 2016

Li ha annunciati il sindaco in una nota stampa

Affiancamento nelle feste promosse dalla Pro Loco

di VINCENZO DE ROSSI

A una settimana dall’insediamento il sindaco Emanuele Crestini ha annunciato l’inizio di lavori tecnici che andranno ad interessare molti settori, dall’arredo alla pulizia, dalle feste agli impianti del monte Cavo e della via del Tufo. “Rocca di Papa presenta molte criticità – ha detto il sindaco in un comunicato stampa – innumerevoli problemi trascurati da molto tempo e che dobbiamo cominciare a risolvere. Per questo non possiamo perdere un attimo. Occorre rimettere in moto la struttura amministrativa al più presto. Intanto ho chiesto a tutto il personale del Comune di mettersi all’opera su interventi mirati”. Alcuni interventi annunciati appaiono in verità degli obblighi, come quello di pulire le siepi, oppure di abbattere le alberature pericolose, o ancora di dare avvio a una pulizia diffusa nei quartieri. Su altre questioni, come gli impianti radio e televisivi stazionati a Rocca di Papa, apprezziamo che Crestini abbia subito posto il problema chiedendo alla Polizia comunale di redigere gli elenchi riguardanti gli allacci Enel di Monte Cavo, Costarelle (località posta tra i Campi d’Annibale e via Alberobello, n.d.d.) e Madonna del Tufo. Nell’annunciato piano di interventi si parla anche di “in-

dividuazione delle stazioni radio e tv da demolire prontamente, ove occorra previa acquisizione al patrimonio”. Un “ove occorra” che però ci lascia perplessi in considerazione degli importanti giudizi da parte del TAR.

Su altre questioni ancora ci pare di poter dire che il nuovo sindaco stia calcando la mano in modo sbagliato. Parliamo della Pro Loco cittadina per la quale è stato annunciato un “affiancamento nell’organizzazione della Festa della Pizza e della Mangialonga”. Noi riteniamo che ognuno debba svolgere il suo lavoro senza sovrapposizioni e nel rispetto reciproco dei ruoli. Questo affiancamento sembra piuttosto un commissariamento ma allora perché non dire subito che questa Pro Loco non risponde alle esigenze della rinnovata amministrazione? Se Crestini non crede che questo ente sia all’altezza di svolgere il compito per il quale è nato, deve deliberare la sfiducia togliendo loro le deleghe assegnategli dalla precedente amministrazione.

Recentemente, mi è capitato di leggere un’intervista di

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Il Municipio e, sotto, il presidente della Pro Loco, Basili

Crestini sul Giornale della Provincia in cui annunciava la necessità per Rocca di Papa di trovare sponsor di multinazionali per l’organizzazione delle sue feste. Il pensiero è andato alla società Trenitalia, il cui presidente è il professor Tiziano Onesti, che sicuramente non farà mancare il suo apporto economico in questo nuovo modo di programmare gli eventi cittadini. Sulla festa della pizza, la decisione di spostare l’evento dal parco dei Campi al centro storico (da piazza Valeriano Gatta a via del Tufo) ci pare una buona cosa, visto che la Pro Loco aveva inteso questo evento come “festa privata” prevedendo addirittura un biglietto d’ingresso. Un’altra nota di merito è la decisione di abbattere le barriere architettoniche all’ingresso del Municipio. L’entusiasmo contraddistingue sempre le fasi iniziali dei nuovi arrivati e questo è un bene per tutto il paese.

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Imu-Tasi il Comune restituisce 13mila €

Saranno circa 13mila euro i soldi che l’amministrazione comunale di Rocca di Papa dovrà restituire ai contribuenti che hanno fatto domanda di rimborso dell’Imposta Municipale Propria (IMU) e del Tributo sui Servizi Indivisibili (TASI) indebitamente versata nel 2015. Il Comune ha infatti riconosciuto che tali somme versate erano in realtà non dovute e quindi adesso si procederà alla restituzione.

A deciderlo è stata una determinazione (la n. 548 del 21 giugno scorso) firmata dalla Responsabile del settore bilancio e sviluppo del Comune, dottoressa Annarita D’Andrea, che ha quindi reso esecutivo l’elenco di contribuenti roccheggiani che avevano presentato regolare istanza e che a breve si vedranno recapitare le somme indebitamente versate. Per una volta, quindi, sarà piacevole ricevere una comunicazione dal Comune visto che non si tratta di tributi o tasse da pagare. (S.T.)

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IL SEGNO dei TEMPI

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i disegni del Maestro

Franco Carfagna In questo racconto il maestro Carfagna si sofferma su alcuni episodi passati accaduti tra contadini rocchisciani e forestieri. La seconda guerra mondiale era da poco finita e Rocca di Papa, come l’Italia intera, cercava di tornare alla normalità. Le donne trovavano spesso impiego presso i comandi americani, dove si occupavano di lavare la biancheria dei militari in cambio di cibo o di denaro. Anche il mercato contadino cominciò a riorganizzarsi e, per prima cosa, furono abbandonati gli orti che durante la guerra vennero allestiti provvisoriamente presso i giardinetti pubblici. Così i contadini ripresero a recarsi nelle varie località dove avevano un appezzamento di terreno coltivabile: Folegàra, Valle Però, Bangacci, Barbaroscia, Valle Perdua, Valle Cello, Valle Manciola, ecc. Ricominciarono anche a ristrutturare le vigne della Calegàra, dèllo dai Sebastiani, ai Colli, a Colle delle streghe e a Sacramento. Fu così che gli orti civici rividero i loro vecchi proprietari e ripresero a prosperare. In quegli anni non era importante avere soldi a disposizione ma soprattutto cibo. Chi aveva qualche risparmio poteva recarsi alle fiere vicine per comprarsi un somaro e c’era anche chi, per timore che i tedeschi potessero requisirlo, lo nascondeva in cantina. Anche

per loro, i somari, avvenne dunque la liberazione. I rocchisciani utilizzavano i somarelli per trasportare il raccolto degli orti, evitando così di caricarsi i pesanti sacchi sulle spalle. Questi contadini erano attesi in determinati punti del paese da chi voleva acquistare i loro prodotti anche se non tutti erano disposti a vendere i risultati delle loro fatiche preferendo tenere il raccolto per le necessità familiari.

‘A ‘ngarata du somaru

A tal proposito, si racconta che un giorno arrivava da Le Folegàra “nu rocchiscianu co u’ somaru” che trasportava due sacchi di patate. Arrivato in piazza Vecchia, una signora gli chiese se gli vendeva qualche chilo di patate. Ma l’uomo, senza voltarsi, ‘ngarrò (incitò) il somaro gridandogli: Ahaa!! La signora, convinta che il contadino non avesse capito, ripeté la frase ma u’ rocchiscianu gridò di nuovo all’animale: Ahaa!!

il Segno - LUGLIO 2016

Poi la signora spiegò che gliele avrebbe pagate ma niente da fare, la risposta fu la stessa. Tentò anche di invogliare l’uomo comunicandogli il prezzo che sarebbe stata disposta a pagare per le patate ma, ugualmente, continuo a ‘ngarrà u’ somaru, gridando: Ahaa!! I prodotti degli orti appena finita la guerra, insomma, per molti rocchisciani erano la vera ricchezza.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm)

DATEMI NOTIZIE SUL CIMITERO DI ROCCA DI PAPA Chiedo gentilmente al vostro giornale: come mai voi che siete così sensibili su ciò che accade nel nostro paesino non vi siete mai interessati del cimitero comunale? Passeggiando nel nuovo ampliamento cimiteriale (Cimitero costruito per i cittadini di Rocca, dicevano i politici) saltano agli occhi cognomi mai appartenuti alla nostra comunità, ma vista l’affluenza di nuovi cittadini non ci si fa molto caso, poi con un più attento esame ci si accorge che i rocchegiani veri e quelli che qui sono venuti a risiedere non sono neppure

il 30 per cento lì sepolti, l’altro 70 per cento arriva da tutto il Lazio. Pensando viene da chiedersi se davvero serviva ampliare il cimitero per uso e consumo di speculazione costruttiva e se avevamo davvero bisogno di seppellire in esso tutti i residenti del Lazio tranne i rocchegiani nati oppure acquisiti. Farebbe piacere leggere due righe di interessamento in merito, e capire perchè nessuno parla mai di Cimitero, forse perchè non essendoci un assessore politicizzante non fa notizia? Sarebbe gradita anche una risposta via email. onrutas51@..........it

ilpiccolosegno@libero.it

@

I NOSTRI ERRORI Sul numero dedicato alle elezioni, siamo incappati in tre errori. I primi due riguardano l’esponente di Forza Italia, Roberto Trinca. Nelle note riguardanti il suo passato politico abbiamo omesso di dire che ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale nel 2006-2011. Il secondo errore ha riguardato le ultime elezioni, nelle quali Trinca è risultato essere il secondo dei più votati della coalizione con 119 voti. L’ultimo errore ha invece riguardato l’eletto consigliere Bruno Fondi. Gli abbiamo attribuito una candidatura nel 2006 mentre si trattava di un suo omonimo. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.


La chiave della Torre

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CULTU R A e... dintorni

Successo senza precedenti per la rievocazione in costume di ANNARITA ROSSI

Muovono i passi nelle loro calzature di cuoio su quell’antico tracciato, sono uomini e donne abbigliati con armatura, scudi e tuniche; nel silenzio si ode soltanto il crepitìo che l’incedere di quella processione provoca sul basolato romano. L’ascesa cadenzata ma continua diventa ancor più suggestiva quando la via si restringe e ci si avvicina alla vetta mentre le oscilla (maschere in legno) appese agli alberi oscillano. Ad incorniciare il flusso di adepti, le fronde degli alberi che riparano naturalmente dalla pioggia che a tratti si insinua durante il percorso ma che non disturba poiché la festa è iniziata e nulla può togliere quella gioia che la rievocazione storica permea. I rappresentanti delle Città Latine con in testa il Console Ottaviano (Augusto) seguito dalla scorta armata, dalle vestali e dai rievocatori salgono in corteo verso il Monte Albano (oggi Monte Cavo).

Poi l’Augure alla fine del discorso esclama: “Sul Monte Albano!” Giunti in un pianoro si aprono le danze di purificazione su antiche musiche evocative, i legionari si schierano e depongono le armi e tutti i popoli latini si posizionano intorno ad un braciere. La cerimonia è nel pieno del culto, si celebrano i sacri riti a Giove Latiare, vengono sistemate le offerte di cibo su di una tovaglia e viene consumato il pasto comunitario a base di formaggio e carne. La celebrazione si conclude infine con l’accensione del fuoco di vesta. Le preghiere per la pace universale saranno state di buon auspicio per l’unione dei popoli latini che l’anno successivo si ritroveranno insieme sul Monte Albano. Le Feriae Latinae sono così giunte quest’anno, lo scorso 29 maggio, alla IV edizione promossa dall’Archeoclub

La Via Sacra portata al suo antico splendore per le Feriae Latinae I volontari del GAL hanno pulito il tracciato romano

La rievocazione in costume delle Ferie Latine

Aricino-Nemorense, dalla Legio Secunda Parthica Severiana e dall’Associazione Tyrrhenum, con il patrocinio del Comune di Rocca di Papa e di altri otto Comuni nonché dal Parco Regionale dei Castelli Romani. Numerose inoltre le associazioni dei Castelli Romani che vi hanno partecipato tra le quali il Gruppo Archeologico Latino sezione Albana di Rocca di Papa e la Pro Loco della stessa città. Lungo il percorso sono state effettuate per i numerosi visitatori, visite guidate da parte di archeologi. Belli ed auspicabili poi i discorsi che alcuni rappresentanti delle associazioni tra le quali quella del GAL, hanno fatto per la salvaguardia dei beni culturali ed ambientali del territorio.

Un successo senza precedenti per questa rievocazione s to r i c a anche grazie all’infaticabile contributo del GAL i cui volontari per dieci giorni e senza sosta hanno pulito la Via Sacra riportandola al suo antico splendore, uniti da tenacia e perseveranza che neanche il tempo incerto e talvolta piovoso hanno fatto desistere. Nei giorni di pulizia alcune guide del GAL hanno anche

accompagnato in visita le classi delle scuole di Rocca di Papa. Insomma, con impegno passione e dedizione il GAL si è apprestato ancora una volta a valorizzare quel meraviglioso antico patrimonio che Rocca di Papa detiene.


20 di VINCENZO RUFINI

L’intelligenza si può espletare in ogni campo dello scibile umano; può trattare ogni aspetto delle umane genti in modo esauriente. In quel palcoscenico della vita che è il teatro le vicissitudini umane vengono poste in essere e sviscerate in ogni anfratto. Un esempio di ciò è stato fornito al Teatro Civico con la brillante ed intelligente commedia “Mancava solo il titolo”, in cui l’attrice e regista Ileana Costanza (nella finzione scenica interprete del personaggio Chouchu) ha fatto dono agli spettatori di grande capacità creativa e di raffinato senso dell’umorismo. Insieme al suo partner di scena, Claudio Di Loreto (interprete del personaggio Bobo) percorre le vicissitudini interiori di una donna stanca di un rapporto matrimoniale che ha logorato l’amore iniziale, rendendolo solo routine quotidiana, meccanica e noiosa. Trasferendo il lettino del

TEAT RO e MU SICA

Pamela Prati al Teatro Comunale

Esilarante commedia sull’amore... che vince

Gli attori in scena con, al centro, Pamela Prati

dottor Freud in un ipotetico centro benessere, in cui spiccano i valenti attori Enzo Piscopo e Rossana Colace, lavacro delle sue insoddisfazioni interiori ed esteriori ripercorre le tappe della sua avventura matrimoniale, alla ricerca di quel sentimento puro e assoluto che ha dato

inizio alla sua storia d’amore. Auspice di tutto ciò è la Diva Pamela Prati, sirena che non confonde il marinaio della vita come ci tramanda il vecchio Omero, bensì guida spirituale della protagonista della commedia, col proposito di farle riacciuffare

il Segno - LUGLIO 2016 quell’amore puro troppo presto archiviato dall’omologazione del quotidiano. Grande padronanza della scena e profondo senso di sicurezza emanano dalle movenze della Pamela nazionale, eterea figura degna del teatro greco classico. La sua figura, delicata e mediterranea, impreziosisce la scena conferendole quell’alone sovradimensionale che fa tornare alla mente la presenza qualificante che aveva la Divina Eleonora Duse. La Commedia, frutto di un lavoro ben fatto e piacevole, serio e delicato, è un’esaltazione continua del concetto dell’amore, inteso come essenza specifica e determinante di ogni essere umano. Viene evidenziata una grande capacità, da parte degli interpreti, di trattare con estremo garbo e con soddisfacente ironia un problema delicato come può esserlo il rapporto matrimoniale. Un lavoro teatrale cui può essere impresso come epigrafe, l’antica massima di Virgilio: “Omnia vincit Amor (L’amore vince tutto)”.

A Frascati la mostra dedicata a Faber Organizzata da Miki Inverno - Si apre sabato 23 luglio con Paolo Valbonesi di DANIELA DI ROSA

Fabrizio De Andrè sbarca a Frascati con una mostra itinerante curata da Miki Inverno, residente nel nostro paese, che ha fatto dell’amore per l’opera di Faber un vero e proprio culto, diventando uno dei collezionisti italiani più attivi. L’esposizione si terrà nello spazio del “Saper Mercato” in piazza Mercato, dal 23 luglio al 7 agosto. L’inaugurazione si terrà sabato 23 alle ore 18.00 e alle ore 21.30 ci sarà il concerto che vede impegnato uno dei musicisti roccheggiani più apprezzati e attivi, Paolo Valbonesi, che canterà ovviamentele più belle canzoni di Faber.

La mostra è costituita dall’intera discografia, bibliografia ed altro materiale (stampe, foto, riviste, poster) che riguardano De Andrè. Si tratta della collezione privata messa sù negli anni dallo stesso Miki Inverno, che annovera pezzi in versione originale e anche alcune rarità. Una mostra che qualche anno fa venne allestita anche a Rocca di Papa, e che ottenne un discreto successo. “Riconosco alla mostra il pregio di testimoniare al visitatore, sia esso studente, semplice cu-

rioso, intellettuale, appassionato o nostalgico del periodo, il valore dell’intera opera di Fabrizio De Andrè e di ricostruire, attraverso la suggestione di colori, suoni e immagini, il clima culturale che ad essa ha fatto da sfondo significativo”. Queste parole di Miki Inverno descrivono perfettamente il senso di questo evento che si preannuncia come uno dei più significativi dell’estate castellana.

Miki Inverno

Sabato 6 agosto si terrà un’altra serata dal vivo, sempre alle 21.30, con l’esecuzione dell’intero repertorio di uno degli album più noti e apprezzati del cantautore genovese, “Non all’amore, né al denaro, né al cielo”, che verrà presentato

con le poesie di Edgar Lee Masters, che ispirarono l’opera di De André. Le poesie avranno la voce di Elisa Pellegrini e Francesca Ragno, mentre le canzoni, suonate rigorosamente con la chitarra,saranno cantate da Davide Fragiacomo.

La mostra allestita da Miki Inverno ha praticamente girato l’Italia, sbarcando sia in grandi città come Caserta (chiostro di Sant’Agostino), Viterbo (chiostro di S. Maria della Quercia), Padova (presso l’ex fornace Carotta), Rovigo, Venezia e Roma; sia in centri più piccoli ma dall’ottimo fermento culturale come Sassuolo, Monselice, Maddaloni, Ciampino e, come detto, Rocca di Papa. “In tutte queste occasioni -ci dice ancora Miki- la mostra è stata visitata da un vasto pubblico, accompagnata anche da una serie di iniziative culturali e concerti che hanno visto l’apprezzamento e l’intervento di famosi critici musicali, giornalisti, studiosi e scrittori, tra i quali Vincenzo Mollica, Cesare G. Romana, Luigi Viva, Tommaso Pisanti, Fernanda Pivano, Beppe Barra ed Eugenio Finardi”. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Frascati e dalla stessa Fondazione De André di Milano. I nfo: mikinverno@libero.it.


il Segno - LUGLIO 2016

Spunti di psicologia A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Violenza di genere

Non ho più parole per esprimere lo sdegno di vedere ancora donne, ragazze e bambine abusate da uomini maturi. E ancora donne e ragazze uccise barbaramente perché evidentemente si erano accorte che il rapporto affettivo che avevano instaurato con quello che poi è diventato il loro aguzzino, non era normale, forse percepivano di doversene allontanare, ma lui non glielo ha permesso. Questo concetto di proprietà va spezzato. I genitori, i nonni, la scuola e ogni agenzia educativa deve insegnare ai bambini fin da piccoli che le persone non si posseggono, che l’amore si rinnova ogni giorno, e che il vero amore è quello che ci rende liberi di scegliere di stare ancora con “quella” persona e non con un altra. Bisogna educare specialmente i maschi ad osservare le dinamiche con l’altro sesso, a capire la sensibilità femminile. Occorre lavorare nelle scuole, sensibilizzare gli alunni a questi argomenti. Non posso credere di vivere in uno Paese dove la donna nel 2016 viene considerata ancora a uso e consumo dell’uomo. Dobbiamo riflettere su cosa ci ha portati a questo punto. Forse anni di programmi televisivi che mostravano la donna “oggetto”, film pornografici, pubblicità con nudità senza senso. Non voglio fare la bigotta, ma ci deve essere qualcosa di sbagliato. Era giusto uscire dalla mentalità chiusa del passato, dall’immagine di donna “angelo del focolare” di matrice cattolica, però qualcosa non è andato per il verso giusto. Le donne faticano ancora a farsi rispettare, anche sul lavoro. Ma quello che colpisce di più, è vedere che i genitori degli assassini non si rendano conto della brutalità del gesto compiuto dal loro figlio, pensando che in fondo possa accadere a chiunque. Forse ci vorrebbe anche una scuola per imparare ad essere genitori.

PAG INA A PE RTA

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A tavola tra mito e cultura In giro per musei... Palazzo Sforza Cesarini di Genzano di FRANCESCA TORINO

La città di Genzano, dal 20 maggio, vanta l’esposizione di due mostre d’eccellenza nel suo Palazzo Sforza Cesarini: “Symposium. A tavola tra mito e cultura” e “La collezione Hager-Sportelli”. Dopo il tour negli Stati Uniti nel 2014 e una mostra presso il Museo delle Navi Romane di Nemi nel 2015, il “Symposium” è nuovamente aperto al pubblico. Si tratta di opere recuperate da una delicata operazione condotta dalla Guardia di Finanza, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria meridionale. L’esposizione ha per tema il simposio, il momento più importante nella quotidianità di greci e romani, e questi preziosi reperti ne sono una forte testimonianza – nonostante molte informazioni siano andate perdute a causa di scavi clandestini –, raccontando usi e costumi a tavola di questi

popoli e le storie mitiche dei banchetti degli dèi. La “Collezione Hager-Sportelli” consiste nell ’e s p o s i z i o n e permanente di circa 114 opere artistiche comprese tra il Seicento e il Settecento, donate da Hellmut Hager, storico d’arte e maggiore studioso del Bernini, Carlo Fontana e Juvarra, e da Maria Antonietta Sportelli, sua moglie, al Comune di Genzano, affiancato da quello di Ariccia. Lo scopo dei due collezionisti è quello di diffondere la conoscenza e la bellezza storico-artistica attraverso la fruizione pubblica di questi importanti dipinti, incisioni, disegni, sculture. Con queste due mostre a Palazzo Sforza Cesarini, la città di Genzano vuole affermare a

Scuola addio Dopo un anno è tempo di vacanze. Forse di LUCA SEBASTIANELLI

Vorrei parlarvi di una circostanza tanto attesa da molti studenti: la fine della scuola. Lo scorso 8 giugnosi è finalmente concluso l’anno scolastico tra gavettoni e risate. Dopo nove interminabili mesi, il desiderio della maggioranza degli alunni si è realizzato: la chiusura durante la stagione estiva di quei grandi cancelli varcati da così tante persone, per così tanto tempo. Se devo fare un riassunto generale del mio anno scolastico al liceo linguistico James Joyce di Ariccia direi che è stato ricco di emozioni, soddisfazioni, nuove amicizie che spero di continuare anche ora che la scuola é chiusa. Non sono certamente man-

gran voce che l’arte, la cultura e la storia vanno tutelate in quanto beni collettivi, della comunità, da ogni forma di sottrazione a scopo di lucro e da una sicura perdita di conoscenza, che sono le nostre radici, ciò che eravamo e che siamo oggi.

Fino al 30 novembre 2016 Palazzo Sforza Cesarini Genzano di Roma

i d o i r «Diadicenne» un se

cate delusioni, verifiche e interrogazioni insostenibili, da fare testa anche ai più grandi linguistici contemporanei e non bisogna dimenticare le amicizie ormai finite e forse

mai iniziate. Si prospettano tre lunghi mesi di vacanze estive, che si passeranno in compagnia di amici e parenti, al mare o in montagna. Oppure si può rimanere semplicemente al proprio paese, rilassandosi e magari, approfittando del caldo afoso dei mesi che verranno, si può trascorrere del tempo in piscina o al lago. Ma ci sono anche alcuni

giorni in cui la solitudine è la nostra più cara amica. Ed è proprio in questi momenti che bisogna fare i conti con le proprie riflessioni e con i pensieri personali. “Il far niente è una meravigliosa occupazione. Peccato che bisogna rinunciarvi durante le vacanze estive, quando l’essenziale è proprio quello di fare qualcosa”. Questa è una delle più grandi citazioni dello scrittore e umorista francese Pierre Daninos, il quale ritiene che è proprio durante la stagione estiva che è difficile riempire il proprio tempo libero senza annoiarsi. Ma al di là di tutto, cerchiamo di rendere uniche queste vacanze relativamente brevi, e viviamole giorno per giorno in compagnia delle persone che ci fanno sentire bene, e ci rendono la vita un po’ più serena e spensierata.


TEM I D’ OG G I

La quindicenne Gaya Carbini nella fiction Rai con Incontrada

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Il suo esordio nella puntata andata in onda il 28 aprile di DANIELA DI ROSA

I talenti a Rocca di Papa non mancano, soprattutto tra i giovani. Nello sport, negli studi e nel lavoro abbiamo esempi di persone che attraverso l’impegno e la passione raggiungono traguardi importanti. Penso a Gloria Boccanera, campionessa di nuoto, oppure a Tiziano Onesti, professore di economia all’Università Roma Tre e manager di successo, o ancora ad Andrea Calcagni, apprezzato manager della Volkswagen Italia. In questo particolare settore di “roccheggiani di successo” si inserisce anche la giovanissima Gaya Carbini, 15 anni appena compiuti, che insegue

L a v i t a ne i mo d i d i d i r e di ENEA TRINCA

legiando l’impegno per far emergere le sue qualità. Così è arrivata per lei una prima importante occasione: la partecipazione a una fiction di Rai Uno, “Non dirlo al mio capo”, con Vanessa Incontrada e Lino Guanciale, per la regia di Giulio Manfredonia. Nella prima Gaya ha recitato nella prima puntata puntata, andata in onda lo scorso un sogno: quello di diventare 28 aprile, Gaya ha fatto la fiattrice. Un sogno per il quale gurante parlante in una Gaya è disposta a tutto e in- scena (la vediamo nel fotofatti da due anni, oltre a fre- gramma che pubblichiamo). quentare il liceo, studia Un’esperienza importante recitazione proprio per non perché recitare davanti alle lasciare nulla al caso ma privi- telecamere, seguendo le indicazioni del regista, non è proprio facile, figuriamoci per un’esordiente. Ma Gaya ha dato subito l’idea di saper entrare nel ruolo che gli viene assegnato con naturalezza e questa è una dota innata, non la si può acquisire studiando.

Ho conosciuto un tale che aveva un cervello così piccolo che quando due pensieri si incontravano, dovevano fare manovra. Pazienta un po’, le calunnie vivono a lungo ma la verità è figlia del tempo. Tra non molto essa vendicherà i torti subiti. Una persona malvagia diventa anche peggiore quando finge di essere un santo. I matrimoni sono come i funghi, si capisce se sono buoni o cattivi solo quando è troppo tardi.

Un amico è come una spugna, non si trova mai quando se ne ha bisogno.

il T o c c o

di Dieci persone parlano di me? Ermanno Gatta Nove ne dicono male e spesso la sola che dice bene lo dice male.

Se hai un padre povero sei fortunato, se hai il suocero povero... sei scemo.

A Gaya vanno i nostri complimenti e il nostro più caloroso “in bocca al lupo” per il futuro. Il pensiero va anche ai suoi genitori, Tamara Carnevali ed Enrico Carbini che la sostengono con altrettanto impegno nelle sue scelte.

il Segno - LUGLIO 2016

Casi di lettura Il villaggio dei libri Si trova nel Galles

di FRANCESCA TORINO

Esiste un posto particolare nel Galles, un piccolo villaggio chiamato Hay-on-wye di 1.800 anime e con più di 40 librerie sparse sul territorio. Ed è proprio questo a renderlo un luogo speciale. Tutto è partito dalla geniale idea del libraio Richard Booth di aprire, agli inizi degli anni ’60, una piccola libreria di libri usati all’interno di una ex caserma dei vigili del fuoco. Il successo non tarda ad arrivare e nel decennio successivo, grazie ad un’astuta trovata pubblicitaria, Booth si autoproclama re del Principato Autonomo di Hay-on-wye e diffonde il suo esempio ai suoi sudditi, abitanti della nuova Book Town (così è stato ribattezzato il villaggio gallese). Nel giro 40 anni, la cittadina medievale conta ben 40 librerie, ognuna delle quali unica nel suo genere e diversa dalle altre. L’unica cosa che le accomuna è l’assenza dei cassieri e la presenza di una cassetta con su scritto “Money. Please, payhere” (“Soldi. Pagare qui, per favore”), il costo dei libri varia a seconda del tipo di copertina: se rigida 1 sterlina, se morbida 50 centesimi. Qui si possono trovare librerie per tutti i gusti. La Murderand Mayhem, per esempio, è nota per essere specializzata in libri noir e dell’orrore. La libreria della fortezza medievale ospita scaffali con un numero impressionante di libri sia all’interno che all’esterno, offrendo ai visitatori anche la possibilità di degustare delle ottime birre e di visitare alcune botteghe artigianali site nella fortezza. Insomma, vi sono librerie specializzate in diversi ambiti, come la poesia, la letteratura per infanzia o i libri di cucina. Hay-on-wye è talmente unico nel suo genere ad aver ispirato nel 1988 un festival letterario patrocinato dal quotidiano britannico The Guardian. Dunque, la meta prediletta per tutti i bibliofili e appassionati di libri. Un posto che sarebbe bello vedere anche ai castelli, magari proprio a Rocca di Papa.


il Segno - LUGLIO 2016

L’angolo della storia

C U LTU RA

George Orwell, Fritz Lang e l’arrivo della televisione di VINCENZO RUFINI

Nel 1927 uno degli ultimi film del muto, il celebre Metropolis del regista Fritz Lang, ipotizzava una società robotizzata in cui un unico manovratore determinava i movimenti degli esseri umani trasformati in automi. Nel 1948 lo scrittore George Orwell scriveva il suo capolavoro letterario “1984” in cui creava la figura retorica del Grande Fratello, un unico strumento per controllare e decidere le azioni umane. In ambedue i casi, straordinariamente preveggenti sul futuro dell’umanità; si evidenzia una figura super capace di decidere e di influenzare le decisioni dell’intera umanità. Queste, all’apparenza, fantomatiche previsioni hanno trovato una realizzazione reale e il mezzo (il sociologo canadese Marshall Mc Luhan avrebbe detto “il Medium”) onde dare forma pratica alle ipotesi avanzate è la televisione. Questo moderno strumento che ha sostituito il focolare domestico, identificativo della società pre industriale, è entrato prepotentemente nella vita di ognuno di noi condizionando, e in molti casi annullando, il nostro libero arbitrio. Nel nostro paese la televisione inizia ufficialmente le sue trasmissioni il 1° gennaio 1954 ed appare subito come uno strumento di intrattenimento intelligente, una specie di cinematografo casalingo, avente come fine recondito un’acculturazione dei popoli su vasta scala. I primordi del tubo catodico sono altamente incoraggianti, sul finire degli anni cinquanta e per tutto il decennio successivo il veicolo culturale televisivo funziona a pieno regime: il teatro è ospite fisso del mezzo. L’introduzione di quel genere televisivo che va sotto il nome di “Romanzi sceneggiati”, tutti tratti da capolavori della letteratura funzionano

da volano letterario, inducono coloro che hanno il privilegio di vedere codeste opere televisive ben realizzate a leggere i testi cartacei ed assimilare la relativa istruttiva lettura. I grandi classici (I Promessi

sposi, I fratelli Karamazov, L’idiota, Bel Ami, Le affinità elettive; giusto per fare alcuni esempi), devono la loro diffusione di massa al mezzo televisivo che realizzando la rappresentazione filmata ha portato intere generazioni ad

La poesia del mese

di ANNA GIOVANETTI

La Luna

Appena il sole dal suo infuocato carro attraversato il cielo all’orizzonte scende, pallida e malinconica la luna nella penombra sale lentamente e quando in mezzo al firmamento brilla, l’argentea luce diffonde nella sera; dell’aureo astro non è che una scintilla, ma quanta gente il suo ritorno spera.

Conforta il contadino che ritorna al casolare, stanco del lungo giorno, conforta il bimbo che lasciati i giochi, nel suo lettino la guarda e aspetta il sonno. E gli amanti, che nell’abbraccio avvinti cercano in lei una lontana meta, è complice di sogni me di chimere, è testimone tacita… e discreta!

50 anni di vita insieme

Tanti auguri ai nostri compaesani Biancamaria Parisi e Gabriele Novelli per il loro Cinquantesimo di matrimonio Rocca di Papa 4 luglio 2016

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appassionarsi alle storie ivi narrate. Non solo la cultura aveva libera udienza nella televisione primigenia, anche l’informazione giornalistica veniva trattata in modo approfondito e consapevole; la buona musica veniva diffusa con regolarità. Insomma la televisione assolveva il suo compito di educatrice sociale in modo esauriente. Con gli anni ottanta si diffondono le televisioni private e la discrepanza di intenti e di valori fra le due forme televisive si manifesta in modo evidente, con la televisione pubblica che cerca con molte difficoltà di continuare a perseguire nel suo ruolo di divulgatrice culturale e la televisione privata tutta dedita all’effimero, al risultato immediato imperniato sui ricavi pubblicitari e alla continua ricerca di “audience” facile basato su trasmissioni fatue. I due ruoli hanno cominciato a non avere più demarcazioni significative quando anche la televisione pubblica ha cominciato a rincorrere quella privata sul conseguimento dell’indice di ascolto. Così facendo, dando spazio sempre maggiore a programmi effimeri e a volte ad autentica spazzatura televisiva, la tv pubblica è venuta sempre meno ai suoi doveri formativi. Lo spazio televisivo è sempre più occupato dal gossip generalizzato, dal caos informativo e dalla cronaca propinata in modo preponderante in tutti i palinsesti. Diffondendo a piene mani la leggerezza nell’etere si elimina negli utenti televisivi ogni capacità di giudizio e lo si rende prono ad assorbire ogni tipo di messaggio. Il primo passo verso la cloroformizzazione delle menti che costituisce l’anticamera per il controllo totale. Non solo la televisione italiana ma anche la tv planetaria è diventata un gigantesco mezzo tecnologico con il solo fine di orientare, tramite un massiccio e continuo bombardamento pubblicitario, le decisioni della collettività. Orwell e Lang hanno avuto l’intelligenza di vedere al di là del tempo nel formulare l’ipotesi di una società gestita da un’entità unica; il progresso tecnologico si è peritato di realizzare la loro visione. Tristi tempi quando il libero arbitrio cede il passo al controllo delle menti.


OGNI MESE L’INFORMAZIONE CHE LASCIA IL SEGNO eg

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TUTTO IL RESTO È NOIA! *

* by Franco Califano

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PERCHÈ LA NOSTRA LIBERTÀ NON HA PREZZO


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