Il Segno luglio-agosto 2012

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PICCOLO

“ il Segno

” “I boschi

...quello che gli altri non scrivono...

Anno XI, nn. 7-8 - Luglio-Agosto 2012

Nel maggio del 1855 i roccheggiani, con il motto riportato qui a fianco, si ribellarono ai Colonna che volevano espropriarli dei loro boschi. Oggi, dopo 157 anni, a provarci è il Sindaco Boccia che vorrebbe cedere ai privati i boschi di proprietà pubblica

George Orwel

sono nostri e nostri i terreni!”

comunale Raccolta rifiuti Se la politica Bilancio Tanti debiti Le cose che fa indebitare e... via i beni! non vanno i cittadini Alle pagine 12, 14 e 15

di Sergio Rasetti Un governo di ex democristiani e residui di sinistra impropria (anche con le ideologie scomparse il mondo di provenienza conta molto) a Rocca di Papa ha varato un bilancio comunale basato sulle (s)vendite di beni comuni e multe agli automobilisti.

Articoli alle pagine 16 e 17

Castagne... Comitato Campi senza fondi Il Sindaco A PAGINA 32

Teatro Civico

I “misteri” dei lavori

il Se gn o

Tabellione a pagina 11

PICCOLO

Segue a pagina 9

La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire

ritorna (almeno speriamo) a settembre

A tutti i nostri lettori auguriamo una bella estate

A PAGINA 18

La storia

Vi parlo della Protezione Civile

di Paolo Gatta* Il volontariato di protezione civile è nato sotto la spinta delle grandi emergenze che hanno colpito l’Italia negli Segue a pagina 20 A pagina 22

ci risponda!

Fino al 31 agosto

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aperti ad agosto


ATTUALITA’

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

L’antipolitica grillesca corre veloce ma anche la politica ci mette del suo La fase politica che stiamo vivendo non promette niente di buono

di Bruno Fontana Sembra ormai che la parola “antipolitica” sia la spiegazione (e la giustificazione) per spiegare la profonda crisi che sta mandando all’aria il mondo degli onorevoli e degli assessori. Partiti e politici sembrano tanti lombrichi dopo che si è scavata una buca e stanno lì come impazziti a torcersi sotto i raggi di luce nel cercare di tornare nel loro habitat naturale, sotto terra. Ma prima di parlare di antipolitica, illusoria panacea per rimediare ai guasti della politica (Monti fa piangere, ma chissà che ridere se lo sostituisse Grillo, e abbiamo già Crozza che ha sostituito Bersani!) diamo uno sguardo alle spoglie della vecchia casta. Ecco, viene un po’ il volta stomaco nel vedere e sentire (ancora) ministri del precedente governo e parlamentari della legislatura ormai moribonda, dare giudizi sferzanti su alcuni provvedimenti del governo tecnico, dietro il PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale Il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

quale tuttavia si mantengono ancora comodamente in vita, in attesa di risorgere (sperano loro, ma noi no) come l’araba fenice alle prossime elezioni. Ma con quale coraggio e faccia tosta osano ancora presentarsi? Vedere affacciarsi sul teleschermo le faccia di Gasparri, di Rutelli, quelle di plastica di Berlusconi e della Santanchè, sentire Di Pietro spacciare per politica le sue furbe uscite populiste, sono uno spettacolo davvero affliggente. Per chi ha la memoria corta, posso ricordare che nel precedente governo c’erano ministri della Lega (che siedono tuttora in Parlamento) che la domenica insultavano l’Italia, la sua capitale e si pulivano con il tricolore e il lunedì prendevano l’aereo per Roma, dove gli spettava una busta paga da onorevoli, generosamente elarREDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

Maroni e Bossi

gita dai cittadini italiani. Da Roma ladrona a Lega copiona, ma con l’aggiunta della tenacia padana. In quale paese civile vedete cose del genere? In quale altro paese avete sentito di un Primo Ministro puttaniere che ha governato per 15 anni raccontando barzellette al popolo bue e facendosi votare dai suoi ascari leggi ad personam? In quale altro paese avete sentito di scilipoti che saltellano tra i banchi del Parlamento come cani da tartufo alla ricerca del posto più redditizio per i loro interessi? In quale democrazia avete saputo di personaggi indagati per mafia, ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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corruzioni e ruberie varie che siedono impunemente in Parlamento? In quale altra nazione avete mai saputo di una opposizione che non si oppone, che fa melina, ciancischia e si auto flagella? Intendiamoci, non è che gli altri paesi siano immuni di caste, di malaffare, corruzione e tangenti, è che da noi hanno raggiunto un limite di indecenza tale da convincere persino gli elettori più affezionati a dire basta. E se costoro cadono dalla padella alla brace ascoltando le facili sirene del qualunquismo di turno, tocca ai partiti riportarli nell’ovile della politica, depurata però dalle sue scorie infette. Se l’antipolitica deve servire da catarsi e da presa di coscienza, allora ben venga. Intanto c’è da capire cosa resterà delle ceneri dell’attuale casta? Come si presenteranno i partiti tradizionali alle prossime elezioni, con la stessa faccia, o cambieranno pelle rimanendo pur sempre lupi? Basterà un grillo linguacciuto e farneticante a farli ravvedere? A meno che, ancora una volta, potranno contare su quegli elettori che hanno la memoria corta! A bon entendeur salut!

L’animalista Cavaliere

E’ la prima attivista per i diritti degli animali insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia dal Presidente della Repubblica. Sara Turetta, milanese, nel 2001 ha lasciato la carriera di pubblicitaria per occuparsi dei randagi in Romania, sterminati nell’indifferenza generale. Oggi, grazie alla sua associazione Save the Dogs, presente in due città della Romania, sono nati rifugi, sono decollati un’attività intensa di sterilizzazioni con una clinica mobile e un programma di adozioni internazionali, che ha consentito di salvare centinaia di animali. Con 4 asinelli provenienti dai rifugi, è stato avviato il primo programma di onoterapia della Romania, dedicato ai bimbi disabili dell’orfanotrofio di Bucarest. (Tratto da “Sette” del 13 luglio, rubrica di Paola D’Amico)


ATTUALITA’ Nell’Esercito Italiano più comandanti che comandati

il Segno - Luglio-Agosto 2012

Una portaerei da 200mila euro al giorno per gli F35

di Roberto Sinibaldi Una volta c’era la massaia di Voghera a fare da pietra di paragone per soppesare, con il senso comune, scelte e comportamenti dei nostri politici. Oggi non abbiamo più neanche quella! La vicenda dei caccia bombardieri F35 sta lì, come un macigno, a ricordarci che il buon senso non sta alla base delle scelte di chi ci governa. Ma come! Tagliano 18 mila posti letto negli ospedali e confermano l’acquisto di 90 cacciabombardieri per una spesa di dodici miliardi di euro? La risposta, neanche troppo imbarazzata, è che ci sono dei contratti. E per tutti quelli che sono stati licenziati dalla sera alla mattina i contratti non valgono? Per quelli che avranno bisogno delle cure di un pronto soccorso il “contratto” che lega il cittadino alla cosa pubblica non esiste? I cacciabombardieri andranno su una portaerei, la Cavour,

che pure ci serve come il pane, sennò dove mettiamo gli aerei appena comprati? La Cavour costa solo 200 mila euro, ma al giorno. Con qualche moltiplicazione ci possiamo baloccare a vedere quanto costa al mese, all’anno, a quanti posti letto corrisponde, a quante pensioni da 500 euro al mese equivale. Ingenuamente ci chiediamo, ma nel nostro Paese non c’è una scala di priorità? Per esempio: prima la salute, gli ospedali, il lavoro, le pensioni, lo studio… Molto dopo, altre cose, come i sistemi d’arma, come li chiamano, cioè gli armamenti. Il bilancio della Difesa per quest’anno prevede 21,3 miliardi di euro, ridotti a 19,9 dopo i tagli di Monti. Ma sono tagli finti perché prevedono solo che si pospongano i pagamenti per gli acquisti di armi e qualche prepensionamento (che comunque costerà alle casse dello Stato) di circa il 4% dei 180 mila militari che compongono le nostre forze armate. Una moltitudine nella

Un F35

quale si assiste al paradosso che i comandanti sono più dei comandati e che il numero dei generali è quasi uguale a quello degli Stati Uniti. Comunque niente paura, i tagli non riguarderanno solo gli ospedali, ma per esempio, anche il trasporto locale. Per un Comune come Rocca di Papa, collegato a Roma solo con uno sgangherato servizio di autobus, potrebbe significare la soluzione finale: chi deve andare a prendere la metro all’Anagnina è bene che si cominci a organizzare. Purtroppo è facile prevedere che salteranno molte più corse e sempre più di frequente. Gli autobus sono blu, ma questa è l’unica cosa uguale alle macchine dei nostri politici.

Ecco perchè B. vince

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di Marco Putano B. si candida. E vince. Perché? Perché una buona parte di elettorato, in gran parte anziano come B., tutto sommato non disprezza né le mignotte, né la mafia, né gli evasori. Si identifica in B., come è possibile? Uno: perché ai suoi competitori politici B. faceva e fa comodo, solo B. è in grado di nascondere le nefandezze delle sinistre, le loro clientele localistiche, i loro innumerevoli conflitti di interessi, i loro guai giudiziari, perché ricordate che le leggi cosiddette ad personam hanno favorito anche esponenti di sinistra. Due: perché la sinistra è autoreferenziale, non accetta il diverso per una sua presunta superiorità intellettuale e morale, è anti-storica, rincorre gli eventi, non riesce ad anticiparli in quanto non comprende le dinamiche del presente. Tre: perché sono assenti dalla società produttiva.... B. vince perché anche i giovani, quelli più ignoranti, si identificano in quel modello culturale che le sue tv propinano da oltre 30 anni... B. vince perché i suoi competitori non hanno un programma in grado di salvaguardare i più deboli, i lavoratori, tutti –impiegati, operai, liberi professionisti, artigiani, commercianti e imprenditori - e quindi, l’idea è che chi può evadere o eludere anche parzialmente, quel tanto che permette loro di sopravvivere, vota B., vota B. perché la sinistra è debole con i forti e forte e arrogante con i deboli. Io sono orientato per il Movimento 5 Stelle, società civile che si sta organizzando su battaglie quotidiane, reali e concrete. Occorre una sintesi che proietti un’idea di società, civile economica e politica. Se riuscirà in questo, il Movimento 5 Stelle potrà fare la differenza e rappresentare una valida alternativa a questo nulla che ci sta annientando tutti.


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L’ARGOMENTO

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Quello che c’è da sapere quando si decide di adottare un bambino

Le pratiche per l’adozione di un bambino devonospessofareiconticonlaburocrazia di Cristiana Zarneri L’adozione è un tema a noi molto caro. Un tema che riguarda la sacralità della famiglia, che riguarda l’amore, l’amore con la A maiuscola, quello per i figli. E sì, i bambini adottati sono figli né più né meno dei figli naturali, non esistono discriminanti quando si parla di bambini. Ecco perché gioca un ruolo fondamentale la parte pre-burocratica dell’adozione; ossia la parte prettamente umana e preparatoria all’accoglimento di un nuovo membro all’interno della propria famiglia. Allora partiamo dalle possibile problematiche che l’adozione potrebbe portare nella famiglia stessa: il rischio giuridico (maggiore nelle adozioni nazionali); le ferite provocate dall’abbandono, inevitabili nel bambino; il rischio sanitario; le difficoltà scolastiche e di apprendimento; la ricerca delle proprie origini (maggiore nelle adozioni nazionali).

Queste sono le basi della cultura dell’adozione che ogni coppia deve mettere in conto prima di procedere all’iter burocratico da affrontare. Presso quasi tutti gli sportelli ASL, è attivo un centro adozioni dove è possibile affrontare queste tematiche con psicologi ed assistenti sociali e poi esistono anche associazioni tipo “Le ali, le radici” e molte altre, che forniscono egualmente un supporto psicologico e l’assistenza nelle carte da compilare e nei passi da svolgere. E’ bene presentare la domanda sia per l’adozione nazionale che per quella internazionale onde avere maggiori e più veloci possibilità. Vediamole un attimo nello specifico sia l’una sia l’altra. L’ADOZIONE NAZIONALE L’adozione nazionale è l’adozione di un bambino, figlio di italiani e/o stranieri, all'interno del contesto giuridico dello Stato Italiano. Sono figli di madre che non vuole essere ri-

Nella piazza di una città... Cittadinanza agli stranieri?

di Daniela Di Rosa Rocca di Papa, domenica 15 luglio. Come mia abitudine scendo in piazza della Repubblica (la principale della nostra cittadina) e assisto all’allestimento di due stand ai due lati della piazza, due stand contrapposti ma incentrati sullo stesso problema, la cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia. Uno organizzato da La Destra, l’altro dai giovani del Partito Democratico. In tempi e luoghi diversi invece di una civile coabitazione ci sarebbero stati problemi di ordine pubblico… ma per fortuna in un paese è quasi impossibile, perché alla fine ci conosciamo tutti, per un motivo o per l’altro siamo quasi sempre imparentati e questo fa sì che il tutto rimanga in una forma dialettica polemica e anche scher-

conosciuta o tolti dalla custodia delle famiglie naturali per le più svariate motivazioni. Quando il Tribunale dei Minori valuta che le difficoltà della famiglia di origine sono permanenti, decide di emettere un “Decreto di adottabilità” ed attivare i colloqui con le famiglie che hanno dato disponibilità per l’adozione. Per l’adozione nazionale i tempi necessari per adottare sono piuttosto brevi, generalmente intorno ai 12-14 mesi dal momento della deposizione della domanda. Il numero di bambini adottabili è però molto più basso che all’estero per cui le possibilità risultano minori. Inoltre l’adozione nazionale deve fare sempre i conti con il “rischio giuridico”: è la possibilità che il bambino debba ritornare alla famiglia di origine (oppure ai parenti sino al 4° grado) durante il periodo di collocamento provvisorio. L’ADOZIONE INTERNAZIONALE

zosa, come ho già detto altre volte, alla don Camillo e Peppone. Prendo il volantino della destra e, a parte la retorica delle parole, “l’invasione di stranieri”, la “purezza” della nostra razza italica messa a repentaglio da un’orda di barbari straccioni, del buonismo della sinistra che, secondo il volantino, in nome dei bei principii universali darebbe aiuto ai diseredati e ai poveri del mondo (ma non è il messaggio di Gesù? E la cristianità tanto decantata dalle destre europee?). Fino ad arrivare al messaggio marxista (!!?) su uomini ricchi di prole… ma non era Mussulini che invitava le donne a fare tanti figli da donare alla patria, invogliandole con ricompense in soldi? E quando per tutto il Novecento abbiamo invaso una parte del mondo con i nostri emigranti diseredati e straccioni e il mondo con fatica li ha accolti dando loro cittadinanza? Argentina, Stati Uniti, Australia, Germania, Belgio, ecc. ecc... alla fine lo sapete chi ci ha guadagnato? Loro, perché la stragrande maggioranza degli italiani ha contribuito a far crescere queste nazioni, con il lavoro, con generazioni di bambini italiani nati e cresiuti in terre straniere e diventati argentini, americani, australiani, tedeschi, belgi,

L’adozione internazionale è l’adozione di un bambino straniero fatta nel suo Paese, davanti alle autorità e alle leggi che vi operano. L’adozione di un bambino straniero è il percorso più lungo e complesso. Per l’adozione internazionale i tempi necessari per adottare sono generalmente lunghi, anche sino a 3 anni dal momento della deposizione della domanda, ma il numero dei bambini è di gran lunga maggiore rispetto al nostro Paese. Il bambino straniero che entra in Italia non è sottoposto a rischio giuridico, ma è più esposto a rischi di tipo sanitario. Auspichiamo uno snellimento dei tempi di attesa e vogliamo ricordare che le due strade percorribili debbono essere entrambe prese in considerazione, nel caso contrario ciò vorrebbe poter dire che la coppia deve mettersi in discussione perché non esiste una discriminante nei bambini

portandosi dietro la nostra cultura, contaminando la loro… Oggi (nel 2012) la terza città nel mondo dove si vive meglio è Toronto (Canada), dove convivono 246 etnie, con due milioni e mezzo di abitanti, di cui il 54% immigrati (record mondiale!)… anche lì qualche gruppo parla di “pura” razza canadese ma probabilmente non li ascolta nessuno! Vado all’altro lato della piazza, dai “giovani democratici”, prendo il loro volantino a favore della cittadinanza dei bambini nati in Italia, li guardo e spero che crescendo non cambino idea, conto su di loro per un mondo multietnico, non chidetevi se il vicino è bianco, nero o giallo ma solo se è una brava persona, perché al mondo esiste una sola razza… quella umana !


ATTUALITA’

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Sulle orme di don Peppe Diana, il prete che seppe ribellarsi

Presentato il libro di Nardiello sull’impegno civile per contrastare la Camorra

Simona Scravaglieri

di Andrea Sebastianelli Ci sono iniziative pubbliche che hanno il grande merito di farti conoscere persone che difficilmente incontreresti nella tua vita. E sono persone che riescono a trasmetterti un grande senso di giustizia e di coraggio, due valori senza i quali ogni territorio resterebbe in balìa del più forte, intendendo per “più forte” colui che con la sopraffazione e la violenza tiene sotto scacco centinaia di cittadini. L’argomento della serata del 6 luglio era la presentazione di un libro del giornalista di Repubblica Pietro Nardiello, (“Il Festival a casa del boss”, Phoebusedizioni) ma alla fine si è andati oltre i capitoli intensi di questo libro in grado di farti assaporare il vissuto quotidiano basato sulla voglia di reagire e di ribellarsi all’illegalità attra-

verso la cultura. Sono state le storie personali di impegno civico e civile raccontate da don Aniello, dalla brava giornalista Giuliana Covella, e dall’attore Ferdinando Maddaloni che, insieme all’autore, ci hanno catapultato nella cruda realtà di Scampìa ma, più in generale, di una regione, la Campania, soggetta al controllo della Camorra. E mai come in quest’occasione abbiamo percepito l’importanza di una parola, “ribellione”, che nel lessico comune spesso è associata a qualcosa di negativo, di eversivo, di violento. Invece nei territori incontrastati della Camorra “ribellarsi” assume un significato di gesto civile, di sostegno allo Stato, di soccorso delle popolazioni costrette al silenzio e all’omertà. Sono state due le altre cose sorprendenti di questa serata. La prima è rappresentata da una ragazza di Rocca di Papa, Simona Scravaglieri, che da alcuni anni ha deciso di occuparsi di criminalità attraverso un blog (letturesconclusionate.blogspot.com) in cui ci rende partecipi di un mondo che spesso rimane taciuto, perchè parlare delle grandi mafie ma soprattutto dei “piccoli” uomini che tentano di contrastarle, è scomodo, molto meglio far finta di niente e proseguire il cammino della vita facendo finta di non vedere. Questa ragazza invece ha deciso

di osservare, guardare, analizzare e far conoscere agli altri. Infine, l’altra sorpresa: una sala consiliare vuota che, se da un lato ha reso gli interventi degli ospiti più “conviviali”, dall’altro ci ha fatto comprendere come i cittadini roccheggiani si sentano al di fuori del mondo, tutto ciò che riguardi gli altri viene giudicato superfluo. Mi viene da domandare: dov’erano i duecento cittadini scesi in piazza per la fiaccolata dello scorso 6 maggio a favore della legalità e contro le mafie? La serata organizzata da Simona è stata la cartina di tornasole proprio di quella fiaccolata che è stata soltanto un modo banale e retorico di dire no alle mafie dopo l’evento tragico dell’attentato alla scuola di Brindisi he costò la vita alla studentessa pugliese. I cittadini sono così: se si tratta

di fare e ascoltare “retorica” ci sono ma se solo gli chiedi di farsi carico di qualcosa di più concreto se la danno a gambe e fanno finta di non sapere o di non aver visto. Per questo ascoltare don Aniello, rimosso dalla Chiesa dopo aver svolto 16 anni di impegno civile a Scampìa e dopo aver contrastato le potenti famiglie del luogo, è stato come sentire un nuovo vangelo, non basato sulle parabole di Gesù ma sulle storie dure, crude e di coraggio di un “povero Cristo” che di fronte al controllo della criminalità ha preferito seguire le tracce di don Peppe Diana, il prete anti-Camorra poi assassinato dai clan. Tracce che ognuno di noi, come dei moderni Pollicino, dovrebbe avere il coraggio di percorrere sapendo che alla meta finale potremmo anche non arrivarci.

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ATTUALITA’

il Segno - Luglio-Agosto 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/3

Perchè la Chiesa NullaèsenzaDio Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Anna Maria Scardecchia Sono d’accordo con la sig. Daniela, anche io ritengo che S. Francesco, M. Teresa, Don Gallo e gli altri appartengano alla Chiesa perché c’è “qualcosa” che li attira. Trovo, però, riduttivo dire che rimangono perché “questo è il loro mestiere”. Ascoltiamo loro. M. Teresa: “Abbiamo il dovere di educare gli altri... sia testimoniando la Verità del Vangelo attraverso... il nostro amore appassionato per Cristo e la Sua Chiesa, sia predicando la Parola di Dio in ogni occasione senza timore... in obbedienza agli insegnamenti ecclesiastici”. S. Francesco: “Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa romana, a motivo del loro ordine, che se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro”. Li attira l’amore per Gesù e per la Sua Chiesa. Anche io ritengo che pedofilia, abusi sessuali, frodi… siano molto, molto gravi. Ma di una cosa sono certa: non saranno gli scandali provocati da alcuni ad allontanarmi dalla Chiesa di Gesù. Del resto anche io compio tanti errori! E questo non è un modo per chiudere gli occhi ma un modo per vedere la realtà con occhi diversi. Nella Chiesa c’è bisogno di “pulizia”, anche il Papa lo ripete spesso, ma non è con l’abbandono che possiamo risolvere la questione. La Chiesa è Cristo. Lui ne è il Fondamento, Lui l’ha voluta, amata e per lei è morto, nonostante Giuda lo abbia tradito e Pietro, l’apostolo al quale aveva affidato il compito di guidarla, lo abbia rinnegato. Ecco perché il cristiano è nella Chiesa. In essa c’è Cristo, Dio fatto Pane per noi! Gesù stesso ce lo ha detto, a Lui solo crediamo: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” e “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. “La gerarchia ecclesiastica” è al servizio della Chiesa e Cristo lo ha più volte ribadito. E se qualcuno scambia il servizio con il potere, mi dispiace

di Carlo Meconi Ho letto con attenzione la risposta sul Segno di giugno intitolata “Chiesa e potere” e mi sono trovato d’accordo con alcuni pensieri ma altri mi hanno lasciato perplesso. È sicuramente giusto rimproverare ad alcuni credenti la cecità e la mancanza di obiettività ma la Chiesa si è sempre impegnata per risolvere questo problema arrivando ad “inventarsi” le università. La facoltà di teolo-

per lui. Il cristiano non presta obbedienza cieca alla gerarchia ecclesiastica, ma a Gesù e al Suo Vangelo. Non parlerei, inoltre, di obbedienza cieca, come se il cattolico fosse incapace di intendere e volere, ma di adesione alla Verità. Chi crede in Cristo trova corrispondenza tra quanto il suo cuore cerca e quanto Gesù ha vissuto e predicato, fino alla morte; trova nel Vangelo una risposta plausibile agli interrogativi che l’uomo da sempre si pone; trova ragionevole quanto rivelato da Cristo a proposito di un Dio che non smette mai di amarci. Forse può sembrare arroganza credere che Dio si sia fatto uomo in Gesù, essere sicuri di credere alla Ve- Benedetto XVI rità e pensare che altri possano crederci; me ne scuso. Ma avendo scoperto un tesoro, avendo trovato il senso della vita, il cristiano sente la necessità di condividere, vuole comunicare a tutti la sua gioia della scoperta; e inoltre Gesù ci ha detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Riguardo a Giobbe è vero, si è lamentato con Dio, ma alla fine ha riconosciuto i propri limiti creaturali, e si è rivolto a Dio dicendo: “Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te. Chi è colui che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio. Perciò mi ricredo e ne provo pentimento”. Dio non è un padre padrone, ma un Padre che consiglia e lascia liberi di aderire alla proposta. Un Padre che ne sa più di noi, anche su noi stessi. Perché non fidarsi di Lui? Del resto non ci siamo fatti da soli, ci ritroviamo in un mondo che non abbiamo fatto noi, a volte ci accorgiamo persino di non conoscerci a

gia è stata tra le prime quattro istituite ed ha lo scopo di sondare, per quanto possibile all’intelligenza umana, quei dogmi rivelati da Dio e che la Chiesa ha l’incarico di custodire e proporre. Peraltro non posso non notare, invece, le parole che usate per San Francesco. Chi ha combattuto nella guerra contro Perugia, ha assistito personalmente i malati di lebbra ed ha rischiato la vita partecipando ad una Crociata non mi sembra il tipo che “sta al suo posto” solo per non finire al rogo. Su Madre Teresa non posso che convenire sul fatto che ci sia una grande distanza tra il Vaticano e Calcutta; ma questa distanza è stata molte volte colmata da incontri emozionanti che hanno dimostrato la comunione di questa suora con il

fondo, ci stupiamo di alcune nostre reazioni, con impegno lodevole stiamo scoprendo come funzioniamo, sia noi che il mondo, le crisi personali e

Papa. Non capisco, poi, il confronto tra Don Gallo e l’Opus Dei; perché non si dovrebbe portare il Vangelo nell’alta società? Il Vangelo va annunciato a tutti e, poi, ognuno, ricco o povero, dovrà rendere conto dei “talenti” ricevuti; anche i ciellini! Ammirabile, invece, che un credente nell’inesistenza di Dio abbia la sua idea su come questo Dio dovrebbe essere e dove dovrebbe abitare; il Dio descritto nell’articolo, però, non è quello rivelato nella Bibbia che, distinto dal creato e dalle creature, ha voluto una casa per incontrare l’uomo. Parlando genericamente di sistemi di malaffare, invece, mi sembra assistere ad una “caccia alle streghe”. Sicuramente sparando così nel mucchio non si rischia di distruggere il “grano buono” insieme alla “zizzania”? Anche per le tasse; la Chiesa è un ente senza scopo di lucro e, pertanto, deve essere trattata come qualsiasi altra onlus. Eccezionale, invece, l’intuizione sui segni dell’esistenza di Dio. Il “culto” al Dio della Bibbia ha generato la “cultura” giudaicocristiana che, “Grazie a Dio”, è stata l’origine del più straordinario progresso umano che si sia mai visto sia in campo tecnico-scientifico sia in campo umanistico-spirituale. É vero; Dio ogni tanto ci manda uomini (religiosi e laici) che, con la loro intelligenza, le loro intuizioni, la loro arte ma soprattutto la loro vita, ci fanno conoscere meglio e più profondamente il creato e il Creatore (il cristiano Leonardo da Vinci e l’ebreo Albert Einstein). Pertanto ci sarà ancora progresso solo se avremo l’umiltà di riconoscere che nulla possiamo senza Dio e che la Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi del Suo Amore.

mondiali non mancano mai, eppure pensiamo di essere noi a dettare le leggi, ci sentiamo onnipotenti. Ecco secondo me il problema.


ATTUALITA’

il Segno - Luglio-Agosto 2012

CHIESA E POVERTA’, UNA DISCUSSIONE ATTUALE/3

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Il dubbio chiede risposte, l’obbedienza no Così risponde la nostra Daniela Di Rosa

Cara Anna Maria, se io insegno in una scuola e amo i miei alunni devo accettarne le regole e i metodi, questo non vuol dire che credo nel preside, così sarà stato per San Francesco, Teresa di Calcutta e sarà per don Gallo, hanno dovuto o devono chinare il capo per amore dei loro poveri. Quanti genitori accettano lavori umilianti per i loro figli ma non amano il loro datore di lavoro? La verità non sono io a conoscerla e neanche tu e non chiedo a nessuno di lasciare una chiesa ma di essere partecipi di un cambiamento e di

gridarlo. Per puro caso ti ho conosciuta sulla Via Sacra a Monte Cavo, io cercavo dei cani feriti, tu camminavi… vedi che strano il destino, per quel poco che abbiamo parlato ti ho trovata intelligente e profonda... e sprecata... mi sono chiesta: perché una donna così non si libera del “ fardello” culturale? Perché la sua umiltà sfiora la sottomissione? Perché va cercando nei libri risposte che da millenni sono sempre le stesse? Dio è amore, così come Allah; Gesù è la verità così come Maometto; noi siamo umili peccatori… tutti ci poniamo le stesse domande, persino noi atei, poi le mettiamo da parte e andiamo avanti, non mi ossessiono... quando morirò saprò, nel frattempo (tanto per non annoiarmi) vivo pienamente questa vita e, cosa stupefacente, aiuto il prossimo, gli animali, le piante, non ho bisogno di una religione che mi insegni l’amore perché è insito in me e in milioni di individui con cui condivido il senso della vita, non credo in un padre che prima mi lascia libertà di scelta e poi mi sbatte all’inferno: o l’inferno non esiste o lui si prende gioco di noi. Io so perfettamente chi sono, mi conosco così bene che le mie idee (non i gusti) sono le stesse da quando ho l’età della ragione (all’incirca sette anni), col tempo cambia il fisico, il carattere ma non le cose in cui credo. Non credo nel pentimento, se ho sbagliato pagherò le conseguenze, ma in questa vita, facendo i conti con la mia coscienza, dato che ce l’ho me ne servirò per assolvermi o condannarmi, chi meglio di me sa riconoscere i miei er-

www.issuu.com/ilpiccolosegno Organo dell’Ass.ne

Terre Sommerse Castelli

Anno X, n. 10 - Ottobre 2011

il Segno aderisce a

Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica www.serviziopubblico.it

Sigilli

Il 28 settembre scorso gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della Procura della Repubblica di Velletri, hanno posto sotto sequestro l’ecocentro in località Valle Vergine. L’ennesima vicenda che testimonia il fallimento ambientale della Giunta guidata dal Sindaco Boccia

Sebastianelli a pagina 7

Nuovo Municipio CentroAnziani, si vota il 18 novembre Ambiente il dibattito continua e solidarietà.. Sarà un’opera GianfrancomaBotti Enea Trinca ma non a parole incompiuta? Rasetti a pagina 8 “Ecco la mia Intervista al di Daniela Mensa scolastica proposta” Presidente Di Rosa Ogni tanto leggo A pagina 10 A pagina 11 su Comune In- E’scontro forma (organo di propaganda del sull’appalto

nostro Sindaco) che Rocca di Papa si attribuisce varie qualifiche, ne cito alcune in ordine sparso: Città del castagno e Città dell’ambiente… ancora per poco, visto quel che rimane dei boschi, l’ultimo abuso, in via dei Corsi, zona Barbarossa, quindici giorni fa è stato avvistato un camion con sopra un prefabbricato in cemento, ci attiviamo con altri cittadini per cercare un vigile. Per mandarne uno sul posto c’è voluta un’ora, nel frattempo il prefabbricato era stato montato. SEGUE A PAGINA 9

Serafini a pagina 17

La parola all’ACS

“Un attacco vergognoso”

Gentilini a pagina 18

Ciclofficina

Così il Centro rinasce

A pagina 14

Scrutatori

Aperto l’albo per iscriversi A pagina 9

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il Segno “

Si svende! ...quello che gli altri non scrivono...

PICCOLO

il Segno

PICCOLO

Caro Carlo, la chiesa è arrivata a “inventarsi” molto di più dell’università, è arrivata ad inventarsi una vita “celeste” costruendola su modelli tipicamente terreni: un Dio uomo (sfido chiunque ad immaginarselo donna) con la barba bianca a mo’ di babbo natale, bonario vecchietto obeso e simpatico, mica come la befana, tanto brutta da mettere paura ai bambini, anche se porta giocattoli e dolci, o come la Madonna così pura e angelica da concepire senza peccato… lo so, lo so... sono banalità queste, ma mica tanto se con questa storia si è tenuta in scacco la donna per millenni e se ancora oggi, e chissà per quanti secoli ancora, le bambine dovranno confrontarsi con tanta virtù e sentirsi, in fondo, sempre inadeguate... pensiamo ad Eva, già nata da una costola di Adamo perciò sua debitrice, con la storiella della mela è all’origine delle nostre tribolazioni. Il ruolo della donna è simile in tutte e tre le religioni monoteiste, tutte e tre derivanti dall’unica “favola”, l’ebraismo. Il cristianesimo e l’islam sono frutto della stessa mente e avevano un unico scopo, sottomettere gli umili, il popolo con la paura di Dio regalandogli un paradiso in cambio della devozione. E alla donna è andata ancora peggio perché considerata per il suo aspetto portatrice di peccato, per questo la coprono con il burqua. Già solo per questo mi tengo lontana da qualunque sinagoga, chiesa o moschea! Caro Carlo, il problema non è il portare il Vangelo tra i ricchi, è che l’Opus dei al suo interno accetta quasi solo i ricchi e i suoi derivati, possiamo parlare del suo fondatore, un prete che viveva nel lusso e pare con alcuni figli a carico e che per questo è stato recentemente beatificato? Perché mai non dovrei avere un’idea di come Dio dovrebbe essere? Mi chiedo anche come dovrebbe essere l’uomo, o il mondo che

mi circonda… la caccia alle streghe secoli fa l’avete inaugurata voi, probabilmente una mia antenata è stata bruciata su un rogo, magari solo perché non credeva o perché più intelligente o libera, mentre ciò che sta avvenendo per le annose questioni della chiesa io la chiamerei “operazione pulizia”. Potrete convincere qualche buona vecchina che sono fandonie, ma la zizzania viene dall’interno del Vaticano, tra i meschini giochi di potere delle alte sfere del clero… i giornalisti fanno il loro dovere, pubblicano le notizie. Come diceva De Andrè “rendono edotta la popolazione”, la stessa popolazione che la chiesa vorrebbe tenere nell’ignoranza e nella paura. Un vero progresso è quello delle donne, l’unica rivoluzione l’abbiamo fatta noi, lentamente... con costanza e determinazione stiamo sradicando le radici del maschilismo. Se non sbaglio nell’ultima cena erano presenti uomini e donne e lui disse fate questo in memoria di me… a quando una papessa?

PICCOLO

di Daniela Di Rosa

Se vogliamo essere cittadini siamo costretti ad essere militanti perchè la democrazia si regge solo sulla lotta per la democrazia

Anno XI, n. 6 - Giugno 2012

Paolo F. D’Arcais

Boschi, edifici comunali, ex scuole pubbliche, aree protette, magazzini, ufficio dei Vigili, farmacia del centro storico, azioni ACEA. Il Comune, indebitato e a un passo dal dissesto finanziario, ha deciso di vendere tutto e subito Saldi di inizio stagione

ARTICOLI E COMMENTI ALLE PAGINE 8, 16 e 17

Pronto il progetto per le biomasse

di Andrea Sebastianelli 12 persone, che un anno fa erano state votate in base a un programma politico che prometteva esattamente il contrario, il 30 maggio scorso hanno deciso di vendere le proprietà pubbliche, cioè di tutti i cittadini, per fare un po’ di soldi avendo sperperato denaro pubblico per consulenti, pessimi investimenti e incarichi inutili. Segue a pagina 16

L’impianto sorgerà su Via dei Laghi oppure al Vivaro

Strisce blu

A pagina 9

Al Comune le briciole

A pagina 11

Pro Loco RdP, Ass.ne Commercianti, Lab. Centro Storico, Club Auto Storiche RdP presentano

“La Festa della Ciambella degli Sposi” 100 spose per 100 vicoli 23 e 24 giugno 2012

La lettera

La mia rabbia

di Viviana Bisi Gentile Direttore, so che il suo è un mensile che si occupa di questioni inerenti a Rocca di Papa. Mi permetta però di concedere al mio intelletto idealista di dare sfogo ad ulteriori rabbie... Segue a pagina 4

Bomboniere - Articoli da regalo

Siamo lieti di presentarvi in esclusiva la nuova linea di bomboniere WALD e vi invitiamo alla “Festa della Ciambella degli Sposi” nei giorni 23 e 24 giugno

Gandhi

rori? Almeno questa incombenza la tolgo a Dio e me ne faccio carico io! Spesso voi cattolici ripetete che, dal momento che la chiesa esiste da duemila anni ed è la più numerosa, è l’unica portatrice di verità. Veramente Gesù era ebreo, l’ebraismo esiste da molto prima dell’avvento del Cristo. E l’Islam? Esiste anche lui da duemila anni ed è nel mondo la religione con più fedeli… dove stà la verità? Vogliamo parlare di Scientology, creata da un regista di film di fantascienza con milioni di adepti nel mondo, moltissimi famosi, tra cui Tom Cruise? In America e altrove è considerata religione, magari tra duemila anni sarà la più popolare. Tutti i fedeli di una dottrina credono fermamente nelle parole di un Dio invisibile, ne seguono i precetti, ognuno più o meno con costanza e coerenza, e sono pronti a battersi per lui, esistono appunto le guerre di religione… almeno gli atei non sono mai in guerra in nome di Dio! Possibile che non ti venga mai un piccolissimo dubbio? Il dubbio chiede risposte, l’obbedienza passiva genera il sonno… e il sonno della ragione genera mostri! Come dice sempre una mia amica: ad ognuno il suo karma. Il vostro è quello di credere senza chiedere prove, avete fede. Io credo in me stessa e se mai un Dio ci sarà sarà lui a cercarmi… io continuo a nascondermi per non farmi trovare... con tutti i “peccati” commessi chissà dove mi manderebbe!


8 da Tokyo Toshi Kameda Dopo l’incidente alle centrali abbiamo cominciato a riflettere sulle nostre responsabilità in quanto consumatori, amanti della vita comoda, magari sprecando un’enorme quantità di elettricità a scapito della popolazione della campagna che ospitava una struttura pericolosa senza usufruire degli stessi benefici. La provincia di Fukushima non è infatti l’area competente della compagnia di Tokyo, però non possiamo ignorare il fatto che non sono escluse da altri benefici le comunità locali che ospitano le centrali. Se entri nel paese la prima cosa che noti è un cartello con su scritto: “Il nucleare, l’energia per il futuro rosa” (foto a lato). È il Comune di Futaba, circa 7mila abitanti, nel quale si trova la centrale nucleare Fukushima n. 1, e che ora è praticamente deserto dominato solo da animali abbandonati. La centrale nucleare è un affare enorme che porta benefici per cento anni dalla fase di individuazione del sito fino al suo smantellamento, benefici a cui aspira molta gente formando la cosiddetta “Mura nucleare” della quale fanno parte anche le comunità locali. Quando il Giappone avviò la nuclearizzazione negli anni‘70, dopo la crisi petrolifera, le compagnie elettriche e il governo trovarono un mezzo efficace, un pacchetto di leggi del 1974, per convincere le comunità locali sulla redditività delle centrali. Questi vantaggi erano in realtà le sovvenzioni dello Stato. I “denari nucleari” hanno gonfiano le casse comunali e con questi soldi sono state realizzate diverse strutture pubbliche, gigantesche e di lusso, sproporzionate rispetto alla dimensione delle comunità. Le strade, l’inceneritore, il palazzo del municipio, la scuola, la palestra, il campo sportivo, il centro culturale con una sala da 800 posti. Tutto nel comune di Naruha che ha solo 8.300 abitanti e che ospita la centrale nucleare Fukushima n. 2. Poi c’è il centro per la formazione permanente che si trova nel comune di Kariwa (meno di 5mila residenti) costato 62 milioni di euro (6,2 miliardi di yen) di cui 5,7 arrivati delle suddette sovvenzioni, le strutture per la villeggiatura come “Ohi marina” e il parcheggio per le barche (foto sotto). Alle sovvenzioni si aggiungono diversi omaggi generosi delle compagnie. Nel 1997 la TEPCO, quella di Tokyo responsabile dell’incidente della Fukushima, ha regalato alla provincia di Fukushima nel Comune di Naruha “J Village”, un centro sportivo calcistico con tanto di albergo e ristorante, che ospitò nel 2002 per i campionati mondiali di calcio la squadra nazionale argentina(alcuni dirigenti della TEPCO fanno parte del consiglio di amministrazione della struttura). Questo “regalo” è costato 130 milioni di euro. Dopo l’incidente “J Village” è diventato prima un rifugio per gli abitanti e poi la base operativa delle tute bianche. E così i “denari nucleari” sono oramai ben integrati con la finanza delle comunità locali. La TEPCO ha comprato il consenso degli abitanti con un totale di 400 milioni di euro dal 1990 al 2010 (in media da 10 a 20 milioni l’anno, fonte il quotidiano “Asahi” del 15 settembre 2011). La centrale nucleare funziona come un’opera pubblica portando benefici economici, appalti alle ditte costruttrici del Paese, agli elettricisti e agli idraulici, e tanta occupazione. Il marito

DIRETTA da TOKYO

il Segno - Luglio-Agosto 2012

Contro il nucleare, dentro il nucleare

Così i nuclearisti “comprano” i territori

o i figli possono rimanere con la famiglia invece di andare a fare un lavoro stagionale in città lontano dai loro cari, oppure le migli possono integrare il bilancio familiare facendo i lavori di pulizia alla centrale. Molte, anche dopo l’incidente della Fukushima, hanno trovato ospitalità in altre centrali. È una triste sorte. Gli alberghi e i ristoranti si riempiono di lavoratori e ogni volta vengono fatti i controlli ordinari. Anche i pescatori ben volentieri accettano l’indennità per l’acqua calda versata dalla centrale anche se questo potrebbe cambiare l’ecosistema marino. Le mani delle compagnie arrivano sino alla vita dei cittadini. Finanziano gli eventi comunitari come le feste locali e gli incontri sportivi. Per la festa dei fuochi artificiali nel comune di Tomioka la TEPCO ha versato 15mila euro su una spesa totale di 40mila. Sempre grazie alla TEPCO gli abitanti del comune di Futaba potevano assistere alla proiezione dei film nel paese. A volte sono i politici locali o i cittadini stessi a chiedere i “denari nucleari”. Ma questo non basta per conquistare il consenso degli abitanti. Le compagnie inviano anche i loro dipendenti a partecipare ad ogni evento del paese e, a ogni primavera, a visitare le famiglie con cui stringere legami stretti.

Ecco fatto. La fiducia delle comunità è conquistata. È una specie di infiltrazione alla luce del sole, che non dico proprio “mafiosa” ma simile perché in questo modo le compagnie detengono il controllo dei territori. I “denari nucleari” (l’ICI, la sovvenzione e i contributi) sono così incorporati nell’organo sociale e possono spesso raggiungere anche oltre il 50% della finanza comunale. Man mano che, con l’ammortamento, nelle casse diminuiscono le entrate provenienti dall’ICI, non possono più mantenere e gestire tutte queste strutture gigantesche e allora avranno bisogno di ulteriori dosi (un po’ come la droga), cioè addirittura favorire la costruzione di nuove centrali. Se si ferma la centrale si ferma anche la vita delle comunità. È questa la “tossicodipendenza nucleare”, creata dallo Stato e dalle compagnie. Da qui si capisce perché le centrali sono costruite nei paesi spopolati invece che in una grande città come Tokyo. Perché oltre ad evitare i danni che sarebbero ben più diffusi nel caso di un incidente nella metropoli, questi piccoli paesi hanno un gran bisogno di vivere. La mia intenzione, parlando di questa “tossicodipendenza nucleare”, non è quella di mettere le vittime sullo stesso banco degli imputati. Ma è indispensabile per capire perché è stato possibile riattivare dal primo luglio il terzo reattore della centrale nel comune di Ohi la cui finanza è integrata del 58% da “denari nucleari”, ignorando l’opinione pubblica che (63%) ha detto no a questa nuova centrale e malgrado le forti contestazioni dei cittadini che manifestano ogni venerdì davanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e che il 29 giugno scorso ha visto partecipare ben 200mila persone (200mila secondo l’organizzazione, 20mila secondo la Polizia). Ora il rischio è che potrebbero essere riattivate altre centrali se la “Mura nucleare” tornasse ad imporre i suoi sistemi. Per questo è importante che cambi non solo la struttura socio-economica del Paese ma anche la nostra mentalità culturale per comprendere pienamente che “il nucleare è l’energia senza futuro”. Faccio i miei migliori auguri di buone vacanze a tutti i lettori. Anche da noi l’estate sarà molto calda con la manifestazione dei centomila del 16 luglio e l’accerchiamento del Parlamento del prossimo 29 luglio.


il Segno - Luglio-Agosto 2012

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 aprile 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.503 (maschi 8.205; femmine 8.298). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.360.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

Un debito record di 1.226 euro per ogni cittadino roccheggiano

A tanto ammonta il passivo del Bilancio comunale approvato il 28 giugno scorso

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Racconteranno che lo impone Monti e l’Europa come se loro, al governo comunale da oltre 15 anni, non si fossero giocati tutti i carichi da 11, perdendoli irrimediabilmente. Quei carichi persi hanno un valore di circa 20 milioni di euro: debiti con Cassa Depositi e Prestiti e con fornitori di servizi grandi e piccoli. Ogni residente a Rocca di Papa: neonato, anziano, italiano o straniero, deve restituire a creditori pubblici o privati almeno 1.226 euro. Impegni sottoscritti da chi non ha mai chiesto il parere dei cittadini su un indebitamento così cospicuo e per opere pubbliche, a dir poco, problematiche. Non stiamo parlando del “pelo nell’uovo”. Se il paese non fosse ridotto “ecce homo” per situazioni come quella dello strano parcheggio interrato di Piazza Claudio Villa; per quella ristrutturazione dell’ex albergo ferma da anni; per un’espansione edilizia esagerata che pesa sugli stessi servizi che c’erano prima; per

opere che restrin- Il municipio gono sempre di di Corso più spazi commer- Costituente ciali nel centro storico; per mancate realizzazioni di infrastrutture indispensabili come il collegamento stradale Via Cavour-Via delle Barozze; per lo stato indecoroso dei depuratori comunali delle acque nere che ha portato al sequestro giudiziario; per le favola della rimessa in funzione della funicolare; per incapacità a far rendere economicamente il patrimonio boschivo pubblico; per la sorprendente lunga chiusura del teatro comunale nuovo di zecca forse perché inagibile; per l’abbandono al degrado del parco Landsberg, vero e proprio sgarbo ai gemelli tedeschi e di tanti altri aspetti che tutti conoscono bene, questo grande debito che ognuno si ritrova sulla testa sarebbe anche tollerabile perché avremmo un paese presentabile e la sua classe politica, credibile.

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Nell’anno 2011 il Comune di Rocca di Papa ha speso per INCARICHI e CONSULENZE a professionisti esterni complessivamente 147.602,00 euro

Dobbiamo affrontare invece quello che può essere catalogato come un vero disastro economico e ambientale e francamente viviamo questo momento con grande preoccupazione per i risvolti molto negativi da dover gestire nel prossimo futuro; mentre le idee “geniali” di costruire capannoni e impianti per la produzione di energia nelle zone più pregiate, sembrano prendere forma. Per sopravvivere a tutto questo resta soltanto un’opzione che noi siamo pronti a perseguire: tornare ad interessarsi

personalmente di politica comunale; costringere partiti e movimenti a riaprire i luoghi di discussione e confronto con tutti (da quanto tempo la sede del Partito Democratico, che ospitò tutti i dibattiti degli iscritti e simpatizzanti del PCI prima di qualunque decisione importante in Consiglio Comunale, è snobbata da dirigenti, iscritti, Sindaco e Assessori che fanno parte di quel partito?) perché si realizzi quell’indispensabile coinvolgimento di tanti alle decisioni. E’ l’unico modo per far tornare in campo quei sani ideali, senza i quali questo paese non uscirà mai dalla sua drammatica situazione. Sergio Rasetti

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

Vanno via quattro ripetitori radio una prima importante vittoria Gli impianti radiofonici verso Monte Gennaro a Palombara Sabina

di Luigi Serafini Quattro impianti radiofonici hanno abbandonato la vetta di Monte Cavo. Non sarà molto ma è comunque una prima importante vittoria per tutti i cittadini di Rocca di Papa che con la questione antenne ormai convivono da circa quarant’anni. E sicuramente una vittoria lo è stata per l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Boccia che ha deciso di non abbassare la guardia dopo che nei mesi scorsi alcune emittenti erano state denunciate per aver superato i limiti di emissione imposti dalla legge a danno dell’intera popolazione a cui seguirono delle multe esemplari. L’avvio delle operazioni di trasloco è stato dato lo scorso 9 luglio e gli impianti radiofonici, che facevano parte del progetto sperimentale CR Dab (radiofonia digitale), posizionati sul traliccio di Teleroma 56 (gruppo Caltagirone), ora saranno installati a Monte Gennaro nel Comune di Palombara Sabina

Varato il Piano Nazionale del legno, novità per gli imprenditori forestali

dove in questi giorni alcuni cittadini hanno dato inizio a una serie di proteste. Il loro timore è che ora possano arrivare anche altre emittenti. La battaglia dell’amministrazione roccheggiana contro i quattro impianti radiofonici ha raggiunto il suo apice nel marzo scorso, quando il Sindaco inviò una diffida alle società “al fine di evitare che il sito di Monte Cavo venga utilizzato anche solo in via sperimentale per nuove tecnologie radianti quali il radiofonicodigitale”. Soddisfatto il primo

Segnalo a coloro che so direttamente o indirettamente interessati all’argomento forestazione e legno (di castagno e non), una ottima notizia: il Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari e Forestali (MiPAAF) ha recentemente varato il Piano Nazionale di settore legno 2012-2014. Nel 2010 e 2011 i Gruppi di lavoro che lavoravano alla stesura del Piano di settore Castagno avevano insistito perché si mettesse a punto il Piano di settore legno e lo si stilasse in tempi brevi, e ciò è avvenuto. Il Piano è consultabile cercando sul web: “Piano di settore del legno”; così si accede al sito del MiPAAF e da qui si possono scaricare il Piano e gli Allegati. Chi ha potuto comprendere (a pieno) l’importanza strategica del Piano di settore Castagno, ora dispone dell’integrazione necessaria riguardante il legno di castagno. Come vedete, il MiPAAF e l’ufficio cui sono stati affidati questi due Piani non hanno perso tempo. Ora spetta agli organismi territoriali capire l’importanza dei contenuti (anche a livello UE) e realizzare senza farne occasione di competizioni controproducenti. E’ importante diffondere la notizia soprattutto agli imprenditori forestali dei Castelli Romani, perché il Piano aggiorna sostanzialmente la loro attività e programmazione. Dott. Giorgio Grassi

cittadino di Rocca di Papa, Pasquale Boccia. “E’ un risultato importante nell’ambito della nostra lotta finalizzata allo spostamento di tutte le stazioni emittenti dal sito di Monte Cavo Vetta, Costarelle e altre zone del centro abitato – ha detto -, ma certamente non sufficiente. Noi continuiamo imperterriti nella nostra lotta in

difesa del diritto alla salute dei nostri cittadini e della salvaguardia ambientale”. Intanto il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale è tornato a chiedere all’amministrazione comunale la convocazione di un tavolo tecnico finalizzata a fare il punto della questione dopo gli ultimi avvenimenti.

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

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I “misteri” del teatro civico... a rischio pure la stagione 2013

Il Teatro di via San Sebastiano venne inaugurato soltanto quattro anni fa

di Sandro Tabellione E’ ormai quasi un anno che il teatro civico è chiuso. Dopo le prime stagioni che hanno visto la partecipazione di decine di compagnie con centinaia di spettatori e malgrado l’impegno e l’entusiasmo di chi ha portato avanti la gestione del più importante luogo culturale roccheggiano, il rischio è che anche la stagione 2013 possa saltare. Già la stagione teatrale 2010-2011 fu portata a termine con gran fatica visto il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento ed altre anomalie sia tecniche sia ambientali. Eppure due anni fa la Regione Lazio aveva concesso i contributi per il completamento funzionale del Teatro ma evidentemente il vero intoppo c’è stato nella fase di esecuzione dei lavori che hanno costretto l’ATC (Associazione Teatro Civico) a sospendere tutte le attività. Finalmente nel mese di febbraio 2012 i lavori sono ripresi ma, dopo l’esecuzione di circa il 40% delle opere previste, si sono nuovamente fermati forse perchè alla ditta non era stato ancora pagato il relativo SAL (Stato Avanzamento Lavori). Quindi, per quel che ne sappiamo, solo dopo il pagamento del suddetto SAL i lavori potranno riprendere e, speriamo, terminare. Il problema è che, a oggi, quando questo avverrà non è dato sapere e quindi anche la stagione teatrale 2012-2013, come detto, potrebbe saltare. Veniamo ora ai problemi di agibilità di cui pure si è parlato. Il teatro non ha dei veri e propri problemi di agibilità ma i Vigili

Fotonotizia del mese “pubblico spreco”

All’interno dell’ex stazione della Funicolare sono stati abbandonati decine di pannelli, cartelloni (oltre ad alcune buste piene di rifiuti) e materiale di vario titpo, dell’ultima sagra delle castagne, tutte cose che ormai si stanno deteriorando. Ed è un peccato, perchè sono materiali che potevano essere utilizzati anche per la prossima sagra.

del Fuoco nel sopralluogo effettuato circa tre anni dopo l’inaugurazione, rilevarono qualche irregolarità e, a causa di ciò, rilasciarono alcune prescrizioni da porre in opera. E l’adempimento di tali prescrizioni è uno degli interventi inclusi nel progetto ora in fase di esecuzione. Nei mesi scorsi si era anche accennato al problema di un edificio posto proprio sopra il teatro e che a causa dell’ultima nevicata ha rischiato di venire giù ma i lavori di messa in sicurezza vennero subito

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eseguiti in seguito all’Ordinanza del Sindaco. Non solo, il proprietario del terreno avrebbe manifestato l’intenzione di donare al Comune il suddetto terreno e questo sarebbe un fatto molto positivo poiché in quest’area si potrebbero realizzare nuovi servizi a disposizione delle attività del teatro. Nel frattempo, però, qualcuno dovrebbe dire ai cittadini a che punto sono i lavori e, soprattutto, quando potremo riavere l’accesso al teatro civico.

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ROCCA DI PAPA La movimentata riunione organizzata dal Comune per spiegare il suo Bilancio

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

Tutti contro le vendite di Boccia ma qualcuno stravolge la realtà

di Daniela Di Rosa Fine giugno, un bel po’ sconsolata decido di andare ad un’assemblea cittadina organizzata dal Comune per sentire le ragioni del Sindaco e della sua Giunta per l’approvazione del bilancio di previsione 2012, dove tra l’altro si parlava della

tempi moderni

svendita dei beni comunali. Con mia meraviglia la sala era piena, e i cittadini presenti erano, direi tutti, inbufaliti con i nostri politici locali. Qualche settimana prima avevo assistito a un Consiglio Comunale dove sembrava già tutto deciso: via 50 ettari di bosco, via la farmacia comule, via la vecchia sede del Comune (che ospita varie associazioni, tra cui anche una per disabili), via l’ex scuola delle Vigne e così discorrendo. Quel giorno mi colpì un Consigliere d’opposizione, Crestini, probabilmente colpevole di ingenuità, che riferì di alcune voci che giravano per il paese (e che girano tuttora), voci che parlavano di un certo modo di fare politica, di intrallazzi vari… si alzò uno scudo umano a difesa di Boccia, ogni Consigliere di maggioranza prima di intervenire giurava sull’onestà del primo cittadino (io non giurerei nemmeno sulla mia!), alla fine non sapevo se volevano convincere noi o se stessi, e la cosa mi apparve ridicola. Quel Consigliere aveva sbagliato, un Consiglio Co-

di Roberto Sinibaldi

Festeggiamenti, bandiere, musica, stornellate a squarciagola, fuochi d’artificio. Anche quest’anno l’estate roccheggiana è prodiga di iniziative. Appuntamenti forse un po’ nostrani, ormai tradizionali e in genere partecipati. A noi crapulare piace, la musica anche. Insomma ci piace tutto. Anche quella sperdente sensazione di strapaesanità che rende la Rocca così speciale, talvolta un tantino pittoricamente folclorica. Qualche giorno fa, in un’affollata assemblea pubblica gli amministratori comunali hanno annunciato “lacrime e sangue” imposte dalle ristrettezze economiche del nostro paese. Il Comune non ha soldi in cassa e si appresta a vendere gran parte delle proprietà pubbliche.

munale non è un bar, non si riportano voci ma fatti… eppure quell’alzata di scudi qualche dubbio me l’ha fatto venire! Ma torniamo all’assemblea cittadina dove, persino i Comitati di Quartiere di solito “vicini” al nostro Sindaco erano sul piede di guerra... le cose si mettevano maluccio, ma a quel punto il Sindaco se ne andava. Rendo merito all’Ass.re Querini che almeno ha ascoltato la sala fino alla fine, sembrava quasi convinto a trovare i soldi in un altro modo, senza svendere, magari prendendo dei risarcimenti dagli antennari (come fanno altri paesi) per il disagio provocato dalle antenne. Resto invece delusa dal comportamento dei due giovani eletti alle ultime amministrative, una ragazza, della quale non ricordo un suo intervento ma l’ossesssione con cui armeggiava con il suo ipod, e il capogruppo Pd Santangeli... ho provato a spiegarmi, mi sono arrabbiata ma proprio non capiva… alla fine gli ho detto: possibile che non vedi lo stato di questo paese? A noi arrivano decine di lettere, mail, segnalazioni, ci fermano in continuazione e a voi nulla... tu sei un giovane Consigliere ma non vengono da te e sai perché? non si fidano, ormai fai parte dell’ingranaggio e sei un altro signorsì alle loro dipendenze! Fine. Giorni dopo su un giornale online (spero solo su quello) leggo un articolo a firma Capponi, che come nei vecchi film di propaganda dell’ex Unione Sovietica, stravolge la realtà, parla di un’assemblea tranquilla, dove è volato qualche metaforico cazzotto ma dove molti cittadini, “i più” (cito testuale) “non potevano non essere dalla parte del Sindaco, un Pasquale Boccia Imperioso in stile (qui rido) Churchill, diceva: “non ho dell’abisso dal punto di vista nulla da offrire se non sangue, dei conti pubblici, i festeggia- fatica, lacrime e sudore”. Io menti estivi, seppure piace- mi chiedo che cosa abbia lui voli, appaiono come una da guadagnare per una retocortina fumogena. Sembrano rica così spudoratamente aduquasi significare, special- latoria… mente per i meno informati, Quanto prima chiederemo (la che tutto sommato le cose legge lo consente) di assistere ai Consigli Comunali e alle vanno benone. È proprio così? Probabil- varie riunioni armati di telecamente sì per gli amministra- mera e allora ogni cittadino tori, un po’ meno per gli potrà vedere realmente le cose che si dicono e anche quelle amministrati. che non si dicono.

Panem et circenses

Quelle di noi tutti. Ci pare di cogliere una contraddizione, un controsenso, una incoerenza inconciliabile tra la mancanza di risorse per cui si vendono farmacie e boschi, scuole e palazzi e i ricorrenti festeggiamenti che vanno avanti nonostante tutto. Non si tratta di risparmiare sui fuochi di artificio, ma di non nascondere la verità ai cittadini. Se siamo sull’orlo


il Segno - Luglio-Agosto 2012

di Sergio Rasetti Hanno riaperto soltanto da un giorno l’accesso al Centro Storico da Viale Madonna del Tufo ed ecco che è stato aperto un nuovo cantiere al Corso Costituente. Transenne che ingabbiano improvvisamente i pochi negozi ancora aperti già penalizzati dai paletti che impediscono alle auto di fermarsi. Allargano il marciapiede invece di ridurlo per consentire una breve sosta ai potenziali clienti. Amministratori e responsabili dei Lavori Pubblici restano sordi alle ragioni di commercianti e cittadini che non vogliono abbandonare il Centro Storico ad un infame destino. I modi con i quali procedono - nessun preavviso che inizieranno lavori e tempi di esecuzione – la dice lunga su competenza e sensibilità di questi signori. Dimenticano ogni giorno il significato di “Bene Comune” del quale si fanno immancabilmente portatori verbali; eredi perfetti di quei politici che hanno imperversato nella prima repubblica e ora occupano, forse con risultati peggiori, abbondantemente la seconda. Li invitiamo a parlarci, uno per uno, con quei commercianti. A spiegare perché soluzioni alternative non vengono prese in alcuna considerazione. Perché si aggiungono decisioni che, a vista d’occhio,

Per il commercio i lavori pubblici sono come la “peste” ROCCA DI PAPA

conducono al definitivo abbandono del progetto: “Riportare alla vita il Centro Storico”. Da chi vende farmacie comunali, i boschi più pregiati, edifici scolastici delegando così sempre più spazio ai privati per l’istruzione, cosa ci potevamo aspettare? Quando questi Signori, lasciando le poltrone allo scadere del mandato elettorale e convinti di essere stati molto bravi si ripresenteranno agli elettori, forse per Rocca di Papa sarà già troppo tardi.

I lavori al “corso”

Bilancio comunale: sacrifici... ma non per tutti

Il Bilancio Comunale 2012 è stato approvato giovedì 28 giugno dal Consiglio Comunale. Prevede la vendita di boschi e immobili; l’impegno a ridurre le spese correnti; l’impegno a ridurre incarichi esterni e consulenze; l’impegno di individuare chi non paga quanto dovuto per i servizi; l’impegno a fare l’impossibile per non chiedere di più alle famiglie, a garantire aiuto ai più bisognosi, a chiedere ai dipendenti di fare meglio e più in “casa”. Ma l’impegno che avremmo più gradito è il seguente: “Vista la difficile situazione economica locale e nazionale gli amministratori di Rocca di Papa a partire dal 2012 rinunciano

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alle indennità previste dalla legge. I Consiglieri Comunali di maggioranza e opposizione sono invitati a rinunciare a qualsiasi gettone di presenza e ristabilire concretamente quello spirito di volontariato in politica ai fini del bene comune che è stato purtroppo abbandonato da molti anni e ha condotto il paese alla condizione economica attuale”. il-sognatore.blogspot.com P.S. Gli interessati la chiameranno “DEMAGOGIA”. Tutti gli altri continueranno a considerarli “DISSIPATORI DEI BENI COMUNI”.

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ROCCA DI PAPA Il Bilancio di un Comune dovrebbe ottimizzare le spese tagliando il superfluo 14

il Segno - Luglio-Agosto 2012

Nessuna riforma strutturale... meglio la “moda” delle (s)vendite Il Comune di Rocca di Papa ha approvato il Bilancio di previsione così come lo aveva proposto in un incontro pubblico senza tener conto della contrarietà alla vendita delle proprietà pubbliche espressa da tutti, cittadini, associazioni e comitato di quartiere dai Campi alle Vigne fino al centro storico. La materia del bilancio è molto ostica soprattutto ora che le amministrazioni comunali sono soggette alle nuove norme sul federalismo fiscale. Come è noto le nuove disposizioni di legge impongono ai Comuni sia di attrezzarsi al fine di essere sempre più autonomi sotto il profilo economico e finanziario che di prevedere il cosiddetto pareggio di bilancio. Inoltre il momento politico e la crisi economica che sta attraversando il paese sono spesse volte usati come scudo per avanzare proposte impopolari. Per quanto attiene il bilancio comunale bisogna sottolineare che, anche in presenza di eventi eccezionali, l’amministrazione deve far fronte alle spese con le proprie risorse. Le banche teoricamente non concedono lo scoperto di conto o se lo concedono pretendono garanzie reali quali beni da ipotecare. La via più economica per far fronte ad esigenze di bilancio è la Cassa Depositi e Prestiti la quale, in presenza di richiesta adeguatamente motivata, concede un prestito oneroso (gli in-

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teressi che si pagano non sono elevati). Unico neo è l’iter burocratico in quanto tempi di concessione superiori ai sei mesi sono nella norma. Ad ogni buon conto la presentazione della domanda non significa che l’istanza venga accolta. Per quanto riguarda Rocca di Papa bisogna sottolineare che anche questa amministrazione segue la “moda” delle dismissioni del proprio patrimonio immobiliare in sintonia con quanto avviene a livello di governo centrale. Come ha recentemente evidenziato la Corte dei Conti, in questo caso il rischio che si corre è che tali vendite possano finire per favorire i soliti ignoti i quali, vista la criticità del momento e la loro disponibilità di risorse economiche, potrebbero acquistare a prezzi stracciati. C’è da dire inoltre che i revisori dei conti (che sono nominati dai Sindaci) quasi sempre sono ben contenti di avallare queste proposte perché, così facendo, si pongono al riparo da qualsiasi rischio professionale. In realtà per poter intervenire seriamente bisogna conoscere il bilancio nel dettaglio perché solo così è possibile verificare l’andamento delle spese ed il conseguente taglio di quelle superflue o inutili. Poi si può procede all’ottimizzazione delle spese di gestione attraverso risparmi strutturali con un’ulteriore taglio di spese. E’ del tutto

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evidente che per un Sindaco è più facile vendere e risolvere immediatamente i problemi di bilancio piuttosto che procedere a una ristrutturazione delle spese con previsione di tagli che possono scontentare i propri elettori o finanziatori elettorali. In fin dei conti continua a spendere senza alcuna ristrutturazione ed i problemi li dovrà affrontare “seriamente” chi gli succederà. In ultimo bisogna considerare che quest’anno, con l’IMU, il Comune a breve avrà un ulteriore somma a disposizione. Entrate fresche e nuove che dovrebbero garantire una maggiore autonomia. Poi contrariamente a quello che si crede è vero che il governo Berlusconi ha tolto l’ICI sulla prima casa ma è altrettanto vero che l’odioso balzello è stato sostituito dall’addizionale comunale che viene pagata sulle utenze (a tal proposito basta controllare la bolletta elettrica per verificare quanto viene pagato). Bisognerebbe sempre dare preferenza, nella formulazione di un bilancio, alle riforme di tipo strutturale, le quali sono le uniche che ci pongono al riparo da guai futuri poiché le vendite del patrimonio immobiliare sono solo dei palliativi. Con il passare del tempo, ad un Comune senza adeguate risorse, rimane un’unica via di uscita: il fallimento.

Assessore Sciamplicottiii!! Ma ci faccia il piacereeeee...!

Dal verbale della seduta del Consiglio Comunale del 28 Giugno 2012. Ordine del giorno: APPROVAZIONE BILANCIO COMUNALE DI PREVISIONE 2012. Dichiarazione dell’Assessore Sciamplicotti: “[...] Le amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi anni hanno attivato politiche lungimiranti: per fortuna oggi abbiamo qualche bene patrimoniale da vendere [...]”. La lungimiranza di alcuni è strabiliante, già sapevano da anni che nel 2012 avrebbero dovuto vendere beni pubblici per sanare il deficit finanziario che loro stessi stavano creando. il-sognatore.blogspot.com

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

Il dissesto evitato grazie alla vendita dei beni comunali

di Danilo Romei* L’ultimo Bilancio finanziario rappresenta in pieno il fallimento dell’Amministrazione comunale, che ha indebitato i cittadini di Rocca di Papa per un importo pari alla sua complessiva gestione finanziaria. Il bilancio in “pareggio” nasconde, con entrate inattendibili tutte dedicate a pagare debiti, una situazione che temo non sarà sanabile nel prossimo futuro. Su un bilancio di esercizio pari a circa 24 milioni di euro, il Comune ha debiti per circa 20 milioni di euro per soli mutui contratti. Il dissesto finanziario è dietro l’angolo in quanto non vedo come, in sei mesi, si possa pensare di alienare beni per oltre 7 milioni di euro. Si tratta della più becera finanza pubblica. Senza quelle entrate e le improbabili entrate fiscali, saltano investimenti e servizi. La spesa corrente è priva di ogni sviluppo a causa della cassa vuota che sacrificherà servizi essenziali come la scuola, servizi sociali e attività produttive totalmente azzerate e vede in aumento soltanto, ironia di un atto schizoide, i servizi cimiteriali, per cui, stando al bilancio, i cittadini roccheggiani dovranno morire per ottenere i servizi. Altro modo per fare cassa è l’installazione di autovelox a

danno dei cittadini che si troveranno a pagare salate multe di circa 180 euro. Vi è poi l’incremento della tariffa TARSU del 20%, già aumentata nel 2007, giustificata con il grande “pasticcio” della raccolta differenziata. Senza considerare l’applicazione dell’IMU, per la quale l’Amministrazione vantava di aver mantenuto nell’acconto le tariffe base, dichiarandole le più basse dei paesi limitrofi, quando in realtà tutti i Comuni castellani hanno mantenuto, nell’acconto IMU, la tariffa allo 0,4 permille prevista dal decreto “Salva Italia”. Dietro un rassicurante equilibrio finanziario si nasconde una enorme “voragine finanziaria” premonitrice dei più cupi presagi per il nostro paese, provocata da una passata gestione di maggioranza, dissennata e spendacciona (ex Albergo Europa, ecc…) che ora tenta di evitare di scendere al capolinea del suo fallimento, contando sulla resistenza in agonia dei cittadini che non meritano affatto questo assurdo bilancio ma che, soprattutto, non meritano questa maggioranza che molto presto dovrà ammettere il suo fallimento e lasciar spazio a nuove prospettive di sviluppo per la nostra bella Rocca di Papa. * Consigliere Comunale di Rocca di Papa

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Medaglia d’argento al merito civile per 2 nostri concittadini

Ci congratuliamo con i i coniugi Francesco Torregiani ed Emanuela Ciminelli, nostri concittadini, ai quali il Presidente della Repubblica ha conferito di recente la prestigiosa Medaglia d’argento al merito civile con le seguenti motivazioni: “Libero dal servizio, con pronta determinazione ed esemplare altruismo interveniva, unitamente alla moglie, medico, in soccorso di alcune persone coinvolte in un grave incidente in autostrada. Prestava quindi i primi aiuti ad un automobilista in gravi condizioni, richiedendo l'intervento dei mezzi di soccorso e del personale sanitario e, pur esponendosi al rischio di essere travolto dalle auto, si adoperava nel gestire la viabilità, scongiurando più gravi conseguenze. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di alto senso del dovere”. Ad Emanuela: “Con pronta determinazione ed esemplare altruismo interveniva, unitamente al marito, Assistente della Polizia di Stato, in soccorso di alcune persone coinvolte in un grave incidente in autostrada. Prestava quindi i primi aiuti ad un automobilista in gravissime condizioni sino all'arrivo del personale medico, esponendosi al rischio di essere travolta dalle auto. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di umana solidarietà”. Le Medaglie sono state consegnate in una cerimonia avvenuta presso la Prefettura di Roma lo scorso 13 luglio. Dal 1800 ad oggi (fonte del Quirinale) lo Stato Italiano ha conferito soltanto 276 medaglie d’argento al merito civile. I requisiti per ottenerla sono: premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e segnalarne gli autori come degni di pubblico onore.

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Aquandouna raccolta differenziata in grado di dare risultati visibili? Alcune riflessioni sul servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio roccheggiano

Lunedì 30 luglio si terrà un presidio di cittadini all’ingresso del Comune

di Gennaro Spigola Ho appreso dai mass media che dal mese di giugno 2012 nella città di Frascati, come da programma e da impegno istituzionale, è iniziata la raccolta differenziata in tutto il territorio, in ottemperanza alle norme nazionali collegate a quelle europee, accompagnate dal supporto dei finanziamenti pubblici della Provincia di Roma, per dare il servizio a circa 22mila abitanti. Non si “capiscono” le motivazioni che rendano impercorribile nel Comune di Rocca di Papa la raccolta differenziata in tutta la sua giurisdizione territoriale, con una demografia che si attesta intorno alle 15mila unità, ben più bassa del Comune di Frascati. L’evento tanto agognato da parte dei cittadini per avere una razionale organizzazione della raccolta dei rifiuti urbani, più volte annunciato sia in campagna elettorale che successivamente, ad oggi non trova riscontro. E’ stato più volte sollecitato al Sindaco e alle istituzioni tutte di aprire un confronto democratico e mettere in condizione tutti i fruitori del servizio di essere informati

e poter capire che cosa a tutt’oggi osta nel far decollare il cosiddetto servizio “porta a porta” pur avendo usufruito dei contributi pubblici provinciali. Ad oggi facendo un primo bilancio consuntivo trascorsi quasi 2 anni i cittadini si sono trovati a corrispondere un ulteriore 20% di aumento della tariffa e riscontrano una serie di disservizi nella raccolta dei rifiuti (che si vanno ad aggiungere alla carenza di contenitori specifici su tutto il territorio: abiti usati, prima allocato nei pressi di Piazza Claudio Villa e tolto successivamente, batterie esaurite, farmaci scaduti, etc.) generati da una cattiva organizzazione e dal conseguente mal utilizzo della manodopera. A quanto sopra esposto, sono convinto che la raccolta differenziata che non viene svolta tutti i giorni della settimana mette i cittadini in una condizione di difficoltà in quanto sono costretti a conservare nelle proprie abitazioni i rifiuti per il fine settimana, dovrebbe essere supportata da un’isola ecologica, chiaramente sotto osservazione e controllata dalla società che detiene l’appalto del servizio, come stanno facendo altri comuni limitrofi. Richiamandomi ai continui sol-

Rifiuti lasciati a ridosso di una fontanella del centro storico

leciti fatti e scritti, considerato che è trascorso un lungo periodo rispetto all’argomento, mi rimane soltanto di richiedere al Sindaco e alle istituzioni tutte di poter avere una data certa per vedere applicata la nuova organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Per tutti questi motivi il prossimo lunedì 30 luglio, alle ore 10.00, è stato organizzato un

presidio pubblico all’ingresso del Comune per chiedere spiegazioni circa i ritardi nell’attivazione della raccolta differenziata “porta a porta” anche nel popoloso quartiere dei Campi d’Annibale e sulle criticità del servzio come oggi viene espletato. Tutti i cittadini, i Comitati di Quartiere e le associazioni locali, sono invitati a partecipare.

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

Il decoro di una città comincia da un servizio ben organizzato

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Spesso nei condomini sono gli stessi cittadini a lavare i contenitori dei rifiuti

di Sergio Rasetti E’ l’immagine di un paese che mette in mostra i suoi rifiuti a far pensare che qualche cosa di sbagliato ci deve pur essere nell’organizzazione del servizio pubblico più importante per una città come Rocca di Papa che dovrebbe coltivare la sua antica vocazione: bellezza e ambiente. L’approccio, già ampiamente sperimentato, non ci sembra adeguato alla necessità di realizzare livelli accettabili della qualità del servizio, unico modo per stimolare i cittadini ad assumere puntualmente i comportamenti indispensabili al raggiungimento di risultati validi per una vita cittadina decorosa. Il cattivo odore che emanano i contenitori colorati disseminati ovunque, con l’arrivo del caldo la situazione si è notevolmente aggravata, ci spinge ad anticipare una domanda delle tante che faremo in seguito quando saremo meglio documentati sui vari capitoli dell’appalto comunale affidato alla società Aimeri: “La pulizia dei cassonetti condominiali e delle attività commerciali ogni quanto tempo deve essere effettuata?”. Risposte verbali di alcuni addetti non ci hanno chiarito modi e tempi. Abbiamo chiesto a molti cittadini se erano a conoscenza di lavaggi effettuati e della loro frequenza. Nessuno degli interpellati ha visto effettuare queste operazioni. Abbiamo tenuto sotto osservazione giornaliera alcuni specifici cassonetti per settimane e non abbiamo notato alcun cassonetto pulito, “fresco di giornata”. Mai visti circolare mezzi specifici per questo tipo di operazione. Qualcuno sostiene che la pulizia po-

Differenziata record a Ciampino, da noi è ferma al 21% In questi giorni Legambiente ha presentato il suo rapporto annuale sui “Comuni Ricicloni”. I Comuni del nord Italia come era prevedibile l’hanno fatta da padroni con una raccolta

Un mezzo per la pulizia dei cassonetti

trebbe essere addirittura a carico degli stessi condomini, bar ed esercizi commerciali. In alcuni piccoli condomini sembra che volenterosi si danno da fare con sistemi di fortuna. Ma queste attività ci risultano impraticabili senza infrangere le leggi. Il prodotto del lavaggio di un cassonetto di rifiuti urbani non può finire in terra perché molto inquinante e quindi deve essere conferito in appositi

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primi Comuni italiani per la raccolta di materiali riciclati in alluminio. E Rocca di Papa? Qui la raccolta differenziata è attestata tra il 21 e il 22%. La strada è ancora lunga...

impianti. Mentre siamo certi che attualmente il servizio viene svolto rispettando tutte le operazioni previste dal capitolato di appalto ci chiediamo se in quel capitolato non sia prevista una procedura poco adeguata relativamente a pulizia e sanificazione dei cassonetti. Non sarà necessaria e urgente una revisione sostanziale di quanto già disposto?

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

di Andrea Sebastianelli I roccheggiani tra aprile e maggio del 1855 insorsero per difendere il loro diritto di “far legna e carbone” (“jus lignandi et carbonandi”) nel bosco della Fajola. Un diritto da sempre vantato e che Casa Colonna invece decise di negare. Tanto bastò per far insorgere l’intera popolazione al grido liberatorio “I boschi sono nostri e nostri i terreni”. Oggi, a distanza di 157 anni il moderno Colonna, ossia Boccia, vorrebbe ripercorrere quella strada, affidando la gestione dei boschi pubblici (1.500 ettari) a qualche società privata in cambio di un affitto annuale, vendendo definitivamente 50 ettari di bosco a ridosso di via dei Laghi, e affidando a un’altra società la realizzazione di un impianto a biomasse sempre su via dei Laghi, per lo sfruttamento dei tagli boschivi. Tre scelte che, insieme, non faranno altro che “privatizzare di fatto” i boschi di castagno visto che la materia prima, cioè il legno, servirà a foraggiare il mega-bruciatore dell’impianto. Il nostro caro SindacoColonna forse non sa che mettendo insieme queste tre mosse (vendita boschi, affitto boschi e impianto a biomasse) avrà fatto sì scacco matto ma all’intera popolazione, privandola della loro unica ricchezza pubblica, i boschi. E stupisce che un primo cittadino, nel suo ultimo mandato di governo, decida di liberarsi in tal modo dei beni pubblici, fregandosene delle conseguenze future e pensando soltanto ai piccoli problemi del presente che, per Boccia, sono quelli di avere un po’ di liquidità nelle casse comunali. Il prezzo che pagherà la comunità per questa scelta sarà altissimo, eppure la comunità roccheggiana sembra non aver percepito quanto sta accadendo. Qui le cose sono due: o gli attuali roccheggiani sono privi delle cosiddette “palle” e

A P P R O F O N D I M E N T O

REFERENDUM!

La vendita dei boschi va fermata come nel 1855

dell’orgoglio che avevano i loro avi, oppure semplicemente se ne fregano perché a differenza dei loro bisnonni il bosco non è vitale perché loro, gli antenati, di bosco vivevano mentre loro, i roccheggiani di oggi, vivono di altro. Mi sorprende soprattutto il silenzio di quelli che di tradizioni boschive parlano e scrivono: perché tacciono di fronte al progetto dell’amministrazione comunale? Perché quando il Sindaco parla e inneggia ai boschi pubblici (e lo fa spesso) nessuno ha il coraggio di alzarsi e dirgli: “Sindaco, ma allora perché li vende?”. Questo è ciò che sarebbe dovuto accadere durante lo spettacolo di Piero Botti (lo scorso 6 luglio) basato sulle vicende più importanti della storia di Rocca di Papa e, tra queste, la rivolta del 1855 contro i Colonna a difesa dei propri boschi. Il Sindaco alla fine dello spettacolo ha preso la parola e ha parlato di amore per la propria terra e per le proprie tradizioni, una retorica priva di contenuti perché se tu dici di amare Rocca di Papa e poi decidi di affittare e vendere i suoi boschi, o non sei capace di intendere e di volere oppure pensi semplicemente che chi ti sta di fronte è un ingenuo (o peggio, un imbecille) a cui puoi far credere tutto. Caro Sindaco, quale delle due? “I boschi sono nostri e nostri i terreni” era lo sloogan della conquista di un diritto, il diritto a

non essere espropriati di un bene prezioso. Ma se questo diritto te lo vorrebbe togliere proprio colui che dovrebbe tutelarlo a nome tuo, ecco che qualcosa non sta La lapide che l’amministrazione comunale funzionando (Sindaco Nestore Vitali) pose nel 1955 come dovrebbe. I ruoli si sono a piazza Garibaldi in occasione del centenario della rivolta popolare contro i Colonna capovolti. E non mi si venga a parlare della crisi fu dato alle fiamme, ma l’oreconomica mondiale che co- goglio e l’ “amore” per i loro stringe il nostro Comune a boschi li caricò di coraggio. vendere le sue “macchie”. Il Potrei poi citare alcuni passi di Segno lanciò l’allarme sulla Virgilio o di Tito Livio in cui vendita dei boschi nel maggio inneggiano ai boschi sacri di del 2010, oltre due anni fa, Monte Cavo ma qualcuno poperchè questo è sempre stato il trebbe accusarmi di fare del roprogetto dell’amministrazione manticismo. comunale, crisi o non crisi. Al- Tutto questo per dire che una l’epoca, con un po’ di pres- decisione storica come quella sione, riuscimmo a evitarlo, che Boccia vorrebbe prendere ma oggi senza vendere i bo- dovrebbe passare attraverso un schi Boccia rischia di cadere. referendum locale, peraltro Rischio che il primo cittadino previsto dallo Statuto vigente. non vuole correre, boschi o Gli antichi questa semplice non boschi! arma della democrazia non Pensando alla rivolta popolare l’avevano (a parte alcuni rari del 1855 mi viene in mente casi) ma noi che l’abbiamo doun’altra rivolta sempre legata vremmo usarla perché vendere alla difesa dei boschi di Rocca e affittare boschi come se stesdi Papa. Nel 1557 i roccheg- simo a vendere e affittare giani decisero di fronteggiare merce con il solo scopo di il potente esercito veliterno per “fare cassa” non può essere acdifendere i boschi dell’Artemi- cettato da nessun cittadino di sio. I nostri antenati ne usci- Rocca di Papa che ami verarono con le ossa rotte, il paese mente questo paese.


Di Gianfranco Silvestrini* Il Comitato di Quartiere Campi d’Annibale, interviene in merito alla crisi economica generale che sta attraversando l’Italia e l’Europa tutta, costringendo il governo nazionale a fare tagli indiscriminati con provvedimenti drastici anche nei riguardi dei Comuni. Il nostro Comune, a detta dei nostri Amministratori, proprio per mancanza di fondi provenienti dallo Stato, in fase di Bilancio è stato costretto, per addivenire alle necessità del paese, a prendere in esame la vendita di molteplici proprietà del nostro Comune. Questo Comitato, riunitosi in Direttivo venerdì 29 giugno, ha esaminato e dibattuto il problema “vendita beni generalizzata”, che intendono fare i nostri Amministratori. Dopo una lunga e vivace discussione tra i Consiglieri, è scaturita la necessità di far presente al Sig. Sindaco quanto segue: in merito alla vendita dei beni della collettività, secondo quanto scaturito dalla

nostra riunione, i nostri Amministratori sono pregati di non prendere decisioni affrettate e tanto meno irrevocabili. A nostro avviso, prima di arrivare a determinare alcune decisioni è necessario e indispensabile fare ripetuti incontri con i Comitati di Quartiere e con tutte le forze politiche. Tutto questo si rende necessario per avere il più ampio consenso della maggioranza dei cittadini. Pertanto, il Comitato di Quartiere Campi d’Annibale, comunica al Sindaco la sua totale contrarietà alla vendita del patrimonio in generale di proprietà dei cittadini di Rocca di Papa. Nella speranza che quanto denunciato e suggerito sia preso nella giusta considerazione e restando in attesa di una risposta scritta, anche se già sappiamo che la risposta non arriverà, noi continueremo ad essere fiduciosi. Con spirito di collaborazione porge distinti saluti. *per il Comitato di Quartiere Campi d’Annibale

“Città Futura” dice no all’inceneritore dei Castelli. A rischio, oltre alla salute, anche i prestigiosi marchi doc e dop europei “Riduci, riusa, ricicla: no all’inceneritore dei Castelli”: è questo lo striscione che il Movimento civico Città Futura ha appeso al balcone della sede di via Garibaldi a Genzano. Città Futura ribadisce la propria contrarietà alla costruzione di un impianto che oltre a essere nient’altro che un camino che brucia i rifiuti, se venisse realizzato, distruggerebbe il territorio con pesanti ripercussioni sulla salute di migliaia di persone e sull’economia dei prodotti agricoli dei Castelli Romani e dei prestigiosi marchi doc e dop che ci verrebbero revocati dall’unione europea. Le emissioni di un inceneritore, infatti, sono nanoparticelle altamente nocive e per le loro azioni altamente cancerogene

di Nanci Marietto E’ quasi incredibile che l’amministrazione di una piccola città come Rocca di Papa pensi di fare un impianto a biomassa. Questi impianti lavorano con cippato di legno ma potendo pure bruciare rifiuti vari (l’attuale normativa glielo consente). Ci vogliono 1.125 kg di cippato di legno ogni ora per produrre 900kw di energia. Necessitano poi di filtraggio dei fumi e dello smistamento delle cenere voluminose senza tener conto degli apparati tecnologici per immagazzinare l’energia. Si tratta di un’energia prodotta da processo di combustione, cioè, bruciando qualcosa, e ricordiamo che questo processo non esiste in natura. La combustione naturale è un evento accidentale come conseguenza di un fulmine o in seguito a un’esplosione da prodotti chimici o da materiale in presenza di eccesso di calore. L’energia in natura non si produce con la combustione ma attraverso l’effetto del calore del sole, dell’azione del vento, dell’acqua, della termica o dalle onde elettromagnetiche terrestri. E proprio perché si trova ovunque, è libera e non costa niente; questi costosi impianti inquinanti vennero inventati per poter sfruttare, vendendola, l’energia prodotta. In una cittadina come Rocca di Papa si potevano sfruttare il vento, il sole, per produrre energia senza dover bruciare i propri boschi, perché alla fine di questo si tratta, mettendo a rischio l’economia basata sulla produzione delle fascine di castagno (tanto apprezzate dai forni locali che cuociono ancora il pane a legna), e la stessa attività legata al commercio del legname. Anziché favorire progetti per valorizzare i prodotti realizzati con il castagno (travature, arredi, strutture, ecc.), dando quindi un impulso all’occupazione locale, si è preferito scegliere la realizzazione di un impianto che avrà come unico interesse quello di tagliare i boschi e bruciarne il ricavato. Nient’altro. Più si taglia, più si brucia, più si guadagna. E’ una soluzione contro natura che, probabilmente, è fatta per ottenere il finanziamento dell’impianto stesso (circa 6 milioni di euro). Ricordiamo che è già in fase di realizzazione il termovalorizzatore di Albano che brucerà spazzatura e, in questo momento, tutto serviva ai Castelli Romani tranne un altro impianto che sprigiona fumi oltre a consumare centinaia e centinaia di metri cubi d’acqua per il suo funzionamento (eppure la carenza idrica ai Castelli i Sindaci la dovrebbero conoscere bene viste le loro ordinanze estive).

sull’organismo umano ed in grado quindi di generare tumori. L’enorme consumo di acqua, necessario per il raffreddamento dei fumi e delle ceneri di un impianto del genere, rappresenta poi un fattore devastante e non ammissibile per un territorio come il nostro che verte in una progressiva quanto evidente emergenza

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

Quello che non ti dicono Anche il “Comitato di Quartiere dei Campi” L’impianto a biomasse chiede al Sindaco di fermarsi cheilComunevorrebbe

A P P R O F O N D I M E N T O

idrica, come più volte ribadito dalla nostra ASL RMH. Così come scritto sul nostro programma, la strada da perseguire per il Movimento civico Città Futura è la raccolta differenziata porta a porta e siamo pronti a sostenere la battaglia contro l’inceneritore in ogni luogo, perché la salute dei cittadini e del territorio è un bene che non si può svendere né comprare. Allo stesso modo, vogliamo sostenere la battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua come espresso dalla volontà popolare nel referendum dello scorso anno e così come ribadito dall’Amministrazione comunale genzanese in più sedi. Movimento Civico Città Futura


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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

ultimi 50 anni, in particolare, l’alluvione di Firenze del 1966 e i terremoti del Friuli e dell’Irpinia. La grande mobilitazione spontanea di cittadini rese chiaro che la solidarietà non mancava, ma era necessario un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla. Il volontariato di protezione civile unisce, da allora, spinte di natura religiosa e laica e garantisce il diritto a essere soccorso con professionalità. La protezione civile è organizzata in un “Servizio Nazionale”, un sistema complesso che comprende tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni che derivano da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Le attività del sistema sono la previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, il soccorso alla popolazione ed ogni attività diretta a superare l’emergenza. A Rocca di Papa è presente dal 1986 a difesa dei cittadini e del patrimonio naturale e gli studenti possono ottenere crediti formativi partecipando alle nostre iniziative. Espleta attività di volontariato in ambito di prevenzione agli incendi, di vigilanza ambientale (guardie ecozoofile) e assistenza sanitaria, non solo sul territorio, ma anche in campo nazionale. Il 29 maggio una scossa di magnitudo 5,8 colpisce la provincia di Modena alla quale seguono diverse repliche, alcune di forte entità, che interessano anche località in provincia di Reggio Emilia, Mantova e Rovigo. Le province di Modena e Mantova, assieme ad alcune zone delle province di Bologna e Ferrara, erano già state interessate dall’evento sismico di magnitudo 5.9 il 20 maggio scorso giunge la telefonata dai vertici della protezione civile regionale per attivare tutti gli interventi tecnici d’indirizzo per la predisposizione della colonna mobile da inviare presso le zone colpite dal sisma nella provincia di Modena. Da subito siamo stati presenti presso il centro operativo della Regione Lazio per concorrere alla panificazione delle unità da inviare in Emilia. Predisposta la colonna mobile e valutate le informazioni pervenute dal nucleo di valutazione, che

Presso il supermercato Conad dei Campi d’Annibale, tutte le notti fra le ore 3,304,00 si verifica lo scarico di merci a mezzo di camion pesante, il quale utilizza per le operazioni un ascensore annesso di circa metri 2 x 2 che produce per almeno un’ora rumori molesti ed insostenibili per i cittadini residenti. Poi dalle ore 5,30 alle ore 10,00 ininterrottamente si continua lo scarico di tutte le altre tipologie di merci a mezzo camion di varia cilindrata. Si rammenta che il tutto è stato più volte fatto presente a tutti i Comandanti dei Vigili Urbani che si sono avvicendati da circa 10 anni ad oggi, inoltre il Mare-

ROCCA DI PAPA

il Segno - Luglio-Agosto 2012

“Il nostro impegno per aiutare le popolazioni”

L’Ing. Paolo Gatta ci “spiega” la Protezione Civile

Il Gruppo A.S.A. Rocca di Papa esiste dal 1986 aveva effettuato un primo sopralluogo presso il sito indicato dal dipartimento nazionale della Protezione Civile e strutture locali della Regione Emilia Romagna, veniva pianificato l’intervento tecnico da realizzare in loco, e avviate le squadre che alle ore 18 del 30 maggio lasciavano il centro operativo regionale della Cassia (Roma) direzione Modena. Nelle prime ore del 31 maggio le squadre pervenivano presso il centro sportivo di san Possidonio e condotte le verifiche tecniche preliminari per la predisposizione del campo, avevano luogo le operazioni di montaggio delle strutture di accoglienza e dei servizi… Alle ore 13 mentre era in fase conclusiva il montaggio delle tende, già era operativa la cucina da campo che serviva i primi 500 pasti… Nel pomeriggio si concludeva il montaggio delle tende e le prime persone venivano alloggiate all’interno delle strutture preposte. La prima notte trascorsa ancora tra la pianificazione degli interventi ancora da eseguire e il coordinamento delle fasi di lavorazione che incessantemente continuavano tra la popolazione stremata da giorni interminabili di scosse che ancora flagellavano quelle terre. I seguenti giorni si spendevano tra l’ultimazione degli ultimi interventi di completamento del campo e l’accoglienza della popolazione che in massa continuava ad affluire per il perdurare degli eventi sismici. I nostri operatori sono stati impegnati continuativamente per quasi 80 ore, data

La lettera

“Non si può dormire se lo scarico merci avviene di notte”

sciallo Fabrizio Gatta è stato più e più volte contattato dal sottoscritto senza nessun esito positivo. Su questa strada e precisamente davanti al supermercato non esiste area di destinazione dello scarico merci, e se il sotto-

L’Ing. Paolo Gatta

la loro professionalità ed esperienza maturata in altri eventi ultimo quello dell’Abruzzo. Abbiamo dato un contributo notevole grazie alla preparazione e all’esperienza del nostro personale, che con spirito di sacrificio ha operato svolgendo un lavoro straordinario che ha ricevuto apprezzamenti unanimi. Abbiamo ricoperto un ruolo importante nel coordinamento delle operazioni. È stato motivo di grande orgoglio ricevere telefonate di stima e vicinanza dai nostri concittadini ed un particolare interessamento per la nostra missione è stato manifestato dall’amministrazione che nella persona del Sindaco Pasquale Boccia si è tenuta costantemente in contatto facendo sentire vicina l’intera comunità roccheggiana che siamo orgogliosi di aver egregiamente rappresentato. La nostra presenza per la gestione del campo al momento è prevista sino al mese di settembre con possibilità di proroga della missione sino al tempo necessario per il superamento dell’emergenza. * Ingegnere, Vice Comandante ASA-Protezione Civile Rocca di Papa scritto non è male informato, ci fu a suo tempo un accordo tra l’amministrazione comunale e il supermercato Conad, dove si evinceva che tutte le merci dovevano essere scaricate in orari decenti dietro la proprietà dei signori Dantini e Ferri. Si specifica inoltre che, vista la stagione estiva e le alte temperature che costringono i cittadini a dover tenere le finestre aperte, il disagio causato dal continuo andirivieni di camion nella notte comporta disagio e stress a tutte quelle persone che come me ogni mattina alle ore 7,00 devono alzarsi per andare al lavoro. Saturno Basili


Il Maresciallo Marco Cutolo nominato “Guardia Palatina” di Benedetto XVI il Segno - Luglio-Agosto 2012

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segreteria di Stato pontificia). Queste le sentite parole del Maresciallo Marco Cutolo: “Un’emozione grandissima ed un privilegio eccezionale poter far parte degli organi della Santa Sede e poter rappresentare, con onore, Rocca di Papa che ho il piacere ed il privilegio di servire come comandate della locale protezione civile. Un ruolo che ricoprirò con

il massimo impegno e la massima devozione, con la diligenza propria dell’attività militare che da molti anni conduco nei corpi operativi dell’Esercito Italiano. Alla celebrazione tra i pochissimi partecipanti intervenuti su invito riservatissimo, il Vicepresidente dell’ ASA Ing. Paolo Gatta rientrato dalle zone terremotate dell’Emilia Romagna, che ha espresso un augurio fraterno per la nuova importantissima e delicata missione del Presidente Cutolo: “Sono onorato di aver preso parte a questa cerimonia, è motivo per me di orgoglio personale essere amico di una persona straordinaria come il Presidente Cutolo che ci onora giornalmente del suo prezioso contributo per la riuscita dell’impegnativa opera che la protezione civile di Rocca di Papa compie con spirito si solidarietà in campo locale e nazionale, a lui il mio più sincero e fraterno augurio”. A conclusione della cerimonia, il saluto del picchetto d’onore della solenne guardia palatina che ha accompagno l’inno di Stato Vaticano e la consegna delle medaglie ai benemeriti dell’associazione.

Lo scorso 9 luglio Emanuele Fondi, del Circolo Endurance di Rocca di Papa, è stato uno dei protagonisti della puntata di “Raisport 1” in cui è stata trasmessa una sintesi della gara “Endurance Cup di Numana”, organizzata per lo sceicco di Dubai e vinta proprio dal nostro Emanuele Fondi. Una grande gioia vedere questo ragazzo gareggiare con tanto stile e disinvoltura accumulando premi su premi. Infatti, lo scorso 21 giugno, Emanuele ha dominato anche la “Marche Endurance Life Style” con-

quistando la prima posizione dopo una rimonta davvero strepitosa. (L.S.)

Il Maresciallo Marco Cutolo

Emanuele Fondi su Raisport 1

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di Cristiana Zarneri Il 14 dicembre 1850 Pio IX, con apposito decreto, fondava la Guardia Palatina, aggregando le preesistenti Guardie Palatine. Il provvedimento faceva seguito al rientro del Pontefice dall’esilio di Gaeta, ove si era rifugiato a causa dei moti del 1848. Il 16 novembre 1848 infatti, il popolo aveva assaltato il Palazzo del Quirinale, sede del Papa. Nel corso dei torbidi, parte della Guardia Civica non aveva difeso adeguatamente il Pontefice ed il Palazzo ed aveva solidarizzato con i rivoltosi. Il regolamento interno del nuovo Corpo stabiliva che “la Guardia Palatina è destinata al servizio della Sacra Persona di Sua Santità, e prende il posto nell’Anticamera subito dopo la Guardia nobile. Presta servizio nei Pontificali e nelle Cappelle Pontificie nello stesso modo e con le stesse regole, che sono state fin qui osservate dalla cessata Guardia civica scelta”. Oggi questo servizio viene svolto nell’ambito dell’Associazione della Casa del Papa, che ha come sua caratteristica proprio quella di offrire un servizio diretto al Pontefice. Il 24 giugno, nell’ Aula delle benedizioni della Basilica di San Pietro, presso la Città del Vaticano, il primo maresciallo Marco Cutolo, Presidente della locale Protezione Civile ASA di Rocca di Papa, ha pronunciato la Solenne Promessa di Fedeltà a Sua Santità Benedetto XVI, celebrata al termine di un complesso ed intenso periodo di formazione, finalizzato all’assolvimento dei delicati compiti propri del nuovo ruolo all’interno dello Stato del Vaticano. La Santa messa relativa alla Cerimonia della solenne promessa dei nuovi soci dell’Associazione, è stata officiata da Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Giovanni Angelo Becciu (sostituto della

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ROCCA DI PAPA Il Comitato di Quartiere dei Campi scrive al Sindaco

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“Stiamo ancora aspettando di avere le risposte dovute”

il Segno - Luglio-Agosto 2012

Sotto le elezioni sono tutti disponibili, una volta eletti non trovano il tempo per partecipare ad incontri con i Comitati di Quartiere. A loro diciamo: è facile non presentarsi ad una riunione svoltasi il 20 aprile 2012 senza giustificato motivo, dei cinque Assessori se ne sono presentati solo due, Mauro Fei e Maurizio Querini, con la partecipazione del Sig. Sindaco. Comunque a tale riunione era stato rigorosamente concordato con i presenti che su tutti i problemi in discussione ci sarebbero state date risposte scritte entro 15 giorni. A oggi risposte non ce ne sono state a cominciare da: - A quando la raccolta differenziata ai Campi d’Annibale?

- Quando il recupero della Fonte del Pantanello come da progetto giacente nel Comune? - Quando un container dislocato ai Campi per la raccolta del verde e degli ingombranti almeno una volta al mese? - Quando un vero servizio di vigilanza urbana e il rispetto del Codice della Strada? - Quando il rifacimento delle strisce “Stop” e “attraversamenti pedonali”? - Quando un serio controllo dei lavori eseguiti? - Quando l’illuminazione pubblica in Via Maschio delle Faete e in un tratto di Via Monte Pennolo? - Quando la sostituzione delle lampade spente visto che la ditta non risponde ai cittadini?

- Problema dei medici collocati tutti in uno stesso palazzo, è legale? Non dovrebbero essere i cittadini al loro servizio ma i medici al servizio dei cittadini e quindi dovrebbero essere dislocati in base alle necessità abitative dei vari quartieri. - A quando la convenzione del

Parco Comunale Campi d’Annibale con il Sig. Fondi? - A quando la risoluzione del problema dei locali sede del Comitato di Quartiere, visto che il contenzioso con il Tribunale potrebbe far partire una nuova asta? - Probema nettezza urbana: tasse troppo alte perchè sono troppi quelli che non pagano. - A quando notizie sul P.R.G. e sui Piani di recupero? - A quando l’apertura di uno sportello di ufficio postale ai Campi d’Annibale? - Questione ACEA-Ato2: a che punto siamo per la nuova gestione? - Questione bollette da capogiro di Acque Potabili e richiesta di apertura dell’ufficio al pubblico tutti i giorni. Si consiglia di essere più seri e responsabili nei nostri riguardi. La vostra indifferenza nell’ignorare gli impegni presi, dà a che pensare. Noi ci siamo, se voi ci siete rispondete per iscritto alle nostre richieste. Per il Comitato di Quartiere Gianfranco Silvestrini

di Paola Gatta Scoppia la polemica tra il Sindaco di Rocca di Papa, Boccia, e il Consigliere d’opposizione Crestini, in merito alle condizioni della frazione verde del Vivaro. Nei giorni scorsi Emanuele Crestini, molto attivo all’interno dell’aula consiliare, aveva denunciato il degrado in cui vertono diverse strade della frazione roccheggiana, soprattutto via Calabria, via Lazio e via Sicilia, in cui voragini e buche metterebbero a ri-

schio la stessa sicurezza degli automobilisti. “A gennaio di quest’anno abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio Comunale -ci ha detto Crestini- per denunciare lo stato di abbandono e la scarsa manutenzione delle arterie stradali nella zona e ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. Nulla è stato fatto dalla giunta Boccia per porre rimedio a questa situazione”. Critiche rispedite al mittente dal primo cittadino di Rocca di

Papa, secondo cui le dichiarazioni di Crestini sono puramente strumentali. “Oltre alla risistemazione delle strade -ha dichiarato Boccia- sono già in corso i lavori per l’adeguamento del depuratore della frazione. Già in piena funzionalità invece è il nuovo parcheggio di 20 posti auto in piazza Capranica Prenestina, realizzato nel centro della frazione”. Ma Crestini aumenta la dose: “Come se tutto questo non bastasse, si aggiunge il disservizio della

raccolta dei rifiuti con l’immondizia che non viene ritirata ogni giorno e quindi i cassonetti diventato strapieni invadendo le carreggiate”.

Il Presidente del Comitato Silvestrini

Vivaro, scoppia la polemica tra il Sindaco e il Consigliere Crestini

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Il perimetro del Parco non si tocca sconfitti i Sindaci pro-cemento

Il Consiglio di Stato, respingendo i ricorsi, chiude le polemiche sui confini

di Andrea Sebastianelli Una bella favola che però finisce male. Questa sembra la politica del Parco dei Castelli degli ultimi due anni. Con l’insediamento della Giunta Polverini, la destra ha imposto un commissario liquidatore al Parco. Decisionismo, piglio marziale, audacia dichiarativa, logorrea presenzialista. Al cinema si diceva “Tutto chiacchiere e distintivo”, ma qui ci troviamo nell’aulica istituzionale, anche se piuttosto sbrindellata dall’incapacità di muoversi all’interno delle proprie prerogative. Ecco dunque che, all’indomani di vaghe quanto perentorie assicurazioni circa la riduzione dei confini dell’area protetta, la destra punta sui suoi uomini più volitivi per condurre a termine questo disegno. Il piano di attacco non è chiaro, la strategia è un po’ grossolana e si basa più che altro sulla prova di forza. Del resto la destra ha in mano quasi tutto, su su fino alla politica regionale. Una mano la dà anche qualche Sindaco, senza differenze tra destra e sinistra. Tutti uniti per togliersi di mezzo l’ultimo ostacolo alla completa cementificazione del territorio. In questi due anni il Parco è stato smantellato pezzo per pezzo. Era quanto promesso a ottuagenari cacciatori in plaudenti adunate, quasi sempre richiamati dalla gratuita distribuzione della celeberrima accoppiata porchetta e vino. Tutti attendevano la spallata al Parco… Ma non è arrivata. Allora le menti sopraffine che oggi lo governano escogitano la furbata: l’ideona è quella di farsi dire da qualcuno che il bosco dell’Artemisio

(600 ettari a ridosso di Velletri e Lariano) è degradato. È un bosco che non serve, a tal punto che bisogna toglierlo dal Parco. Si dà una discreta sommetta (di soldi pubblici) a un tecnico disposto a sostenere una tesi così azzardata e il gioco sembra fatto. E invece ecco la buccia di banana: il Consiglio di Stato - dopo innumerevoli sentenze del Tar - riconferma che i confini del Parco non si toccano. Ma la sfortuna perseguita i nostri eroi del cemento: che cosa accade ancora? Anche gli uffici della Regione Lazio, dell’assessorato all’Ambiente (quello che gestisce

le aree protette del Lazio) il 26 giugno dice (vedi lettera sopra) che la relazione prodotta dal consulente che vuole togliere i boschi dal Parco, non va bene. Non va bene per niente. Chiede chiarimenti su mille cose, attende approfondimenti. In questo modo tutte le assicurazioni della destra sulla riduzione del Parco si rivelano sempre più per quello che erano: promesse elettorali, parole in libertà. E a distanza di oltre due anni non sono riusciti a combinare niente. E pensare che avevano mandato i loro uomini migliori!

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DIRITTO DI REPLICA

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“Caro On. Zaratti, smettila di denigrare caccia e cacciatori”

Dal Consigliere Buzi di Italcaccia riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’attacco al Commissario del Parco dei Castelli Romani da parte dell’On. Filiberto Zaratti, raccolto dal Messaggero è quanto meno scandaloso e privo di qualsiasi fondamento. Anzitutto il Commissario del Parco ha dovuto sanare una situazione quanto meno pericolosa lasciata in eredità dal vecchio Comitato di Gestione di sinistra. Ricordiamo come Italcaccia che l’On. Zaratti faceva parte a suo tempo, nel 1995 data di entrata in vigore della legge regionale del Lazio la 17/95, che prevede ancora oggi che il territorio precluso all’attività venatoria non può superare il limite del 30%. Ed era anche presente quando nel 1998, sempre la stessa am-

ministrazione regionale di sinistra presieduta da Badaloni ha deliberato il piano faunistico venatorio con legge regionale 450/98. Questa stessa legge recita che il territorio occupato illegalmente e precluso all’attività venatoria supera il 33,50% con 17 mila ettari da restituire alla caccia programmata. L’ultimo dato fornito dalla Provincia di Roma 60 giorni orsono, parla di territorio precluso illegalmente all’attività venatoria, supera il 35%, non è roba da poco in quanto il 5% sui 380 mila ettari di territorio agro silvo pastorale si aggira intorno ai 20 mila ettari ai quali si dovevano aggiungere gli oltre 6 mila di amplia-

mento. All’On. Zaratti vorrei soltanto ricordare che prima di chiedere ai cacciatori il rispetto delle leggi, queste ultime vanno rispettate per intero da chi le formula ed approva, quindi i responsabili di fatto, sono anzitutto la giunta regionale di sinistra di Badaloni e poi il Comitato di Gestione del Parco sempre di sinistra. Per non parlare poi che i 9.710 ettari del territorio approvato con legge regionale nel 1984, sono stati concordati tra Regione Lazio nella persona dell’Assessore Bagnato, il mondo agricolo, venatorio ed ambientalista. Questo tanto per ricordare all’On. Zaratti come stanno le

EUR

cose. Ciò che lui dice è pura fantasia. Va dato atto al C o m missario d e l Parco, Romano Buzi all’Assessore regionale Mattei di aver riportato un minimo di legalità. Quindi caro On. Zaratti mettiti l’animo in pace e smettila di continuare a denigrare caccia e cacciatori. Romano Buzi consigliere nazionale Italcaccia

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

DIRITTO DI RISPOSTA

Gentile Sig. Buzi, leggendo il suo intervento mi sono andato a rileggere l’articolo in cui, secondo lei, il Consigliere regionale di Sel, Zaratti, avrebbe offeso la caccia e i cacciatori. Mio malgrado, ma visto che lei ha deciso di scrivere al Segno, le rispondo in qualità di direttore di questo mensile non avendo contatti con l’On. Zaratti, il quale ovviamente se vorrà potrà dire la sua sulle questioni da lei poste. Capisco che per lei “la caccia è la vita” (così come per me “la caccia è la morte”, quasi sempre degli animali e qualche volta degli uomini) e tutto ciò che avviene al di fuori di questo tema è superfluo, ma in quell’articolo Zaratti chiedeva all’attuale Commissario del Parco, Orciuoli, e all’Ass.re regionale all’Ambiente, Mattei, due cose chiare e semplici (peraltro portate in evidenza proprio dal nostro giornale): perchè il Parco ha rinunciato a circa due milioni di euro di finanziamenti regionali già concessi; e perchè la stessa cifra è stata poi “girata” dall’Asse.re Mattei per il restauro del museo diocesano di Albano e

per i lavori di una cattedrale sempre di Albano. Questo chiedeva Zaratti ai due esponenti politici che oggi hanno la responsabilità di gestire i fondi del Parco dei Castelli Romani. Argomento che anche lei evidentemente preferisce non affrontare, “banalizzandolo” sulla questione della caccia e dei cacciatori (argomento senza’altro serio per uno come me iscritto alla Lac, la Lega per l’Abolizione della Caccia, e su cui spesso dibattiamo sulle pagine del Segno). Noto con dispiacere che il mondo venatorio continua a farsi carico dei comportamenti discutibili di alcuni esponenti della destra, non capendo che questa destra manda avanti voi cacciatori con il solo scopo di liberare dai vincoli grandi porzioni di territorio con il fine ultimo di favorire dopo qualche anno l’espansione urbanistica su quelle stesse aree. Ma ci vuole molto per capirlo? Trovo un po’ grottesco che lei ci venga a fare la paternale sul troppo cemento nell’area dei Castelli Romani che, dal suo punto di vista, ha sottratto spazio all’attività venatoria. Si metta a tavolino, osservi

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Risponde il nostro Direttore

“Smettetela di farvi portavoce dichiaiCastelli vorrebbe solo cemento”

Auditorium

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le decisioni dei tanti Sindaci dei Castelli a favore delle speculazioni edilizie e troverà le risposte che cerca. Su una cosa sono pienamente d’accordo con lei, il cemento ai Castelli non ha un colore politico, destra e sinistra (a parte qualche raro esempio) mettono in pratica le stesse politiche speculative a danno del territorio. La sua lettera mi fa quasi sospettare che voi cacciatori, pur di avere una piccola fetta di territorio tutta dedicata all’attività venatoria, sareste disposti a chudere un occhio (o forse due) di fronte alle colate di cemento a cui stiamo assistendo da molti anni. Ma state tranquilli che quella fetta che tanto attendete come fosse la “terra promessa” non ve la daranno mai perchè sanno che con questa fandonia si portano a casa i vostri voti senza se e senza ma. Nelle ultime settimane ai Castelli ben quattro bracconieri sono stati arrestati per attività illecita. Ecco, perchè non parliamo di questo e delle vostre iniziative atte a smascherare i falsi cacciatori, cioè i bracconieri? Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

“Boccia sbaglia a vendere i beni, pronti a una grande mobilitazione”

Dai circoli di “Sinistra Ecologia e Libertà” riceviamo e pubblichiamo

I Circoli SeL esprimono un giudizio fortemente negativo nei riguardi della politica del governo Monti, sono stati richiesti ai cittadini Italiani pesanti sacrifici in materia di pensioni, lavoro, aumento della pressione fiscale portando la situazione economica e sociale ad un notevole peggioramento. L’equità tante volte sbandierata, si è rivelata una mera enunciazione, la casta politica e finanziaria è rimasta inviolabile e immutata, si è voluto rinunciare all’introduzione di una imposta sui grandi patrimoni senza attuare un reale contrasto all’evasione fiscale e alla corruzione scegliendo di continuare a colpire i ceti medio-bassi. I Circoli SeL propongono di lavorare su un progetto politico che coinvolga partiti, movimenti, associazioni, comitati e cittadini per una politica progressista che tenga in considerazione le questioni del lavoro per superare la precarietà puntando sull’obiettivo dello sviluppo economico sostenibile senza dimenticare i sani principi del wel-

fare, per un’Europa dei cittadini e non delle Banche e della Finanza. I Circoli SeL ritengono di dare un contributo alla politica locale con la creazione di un “cantiere politico” per valorizzare le risorse e le opportunità che il territorio e la nostra città mette a disposizione. Per tale motivo non possiamo prescindere da un giudizio negativo nei confronti dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Pasquale Boccia che, lungi dal valorizzare e salvaguardare le risorse ambientali, ha perseguito e continua a perseguire, una grave e deleteria politica di svendita del territorio e del patrimonio comunale abbandonando a se stesso il Centro Storico, vendendo porzioni di bosco pregiato, prevedendo la costruzione di una centrale a Bio massa che comporterà un taglio indiscriminato del bosco con conseguente scomparsa di una serie di attività lavorative ed usi locali legati alle risorse del bosco, incoraggiando l’espansione edilizia incontrollata anche attraverso la realizzazione di centri commerciali,

alienazione di edifici comunali e vendita della licenza della farmacia comunale. L’Amministrazione per altro, si è caricata di debiti per la costruzione di opere pubbliche parzialmente eseguite senza adeguata copertura finanziaria, fino al punto di essere costretta a richiedere ulteriori sacrifici ai cittadini rocchigiani, che si sono concretizzati con l’aumento dei contributi locali associati alla riduzione dei servizi. I Circoli SeL sostengono tra l’altro, la promozione della partecipazione dei cittadini alla formazione del bilancio (Bilancio Partecipato), considerandola un punto fondamentale per una tangibile trasparenza amministrativa. Tale percorso, per quanto ci riguarda, deve essere un punto dirimente per la costruzione del “cantiere politico” che proponiamo. I Circoli SeL manifestano una netta opposizione a tale gestione amministrativa e comunicano che si faranno portatori di iniziative pubbliche atte alla realizzazione di proposte alternative attraverso la partecipazione dei cittadini di Rocca di Papa. I Circoli SeL di Rocca di Papa

“I nodi ormai vengono al pettine”

L’intervento del segretario de La Destra

Siamo alle solite, i trucchetti di base della politica arruffa-popoli li hanno imparati e praticati da subito. Mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni… e dopo la caccia. Le misure fiscali da noi annunciate sono tutte puntualmente arrivate: acqua, addizionale energia elettrica, aumento TARSU (20%), IMU (ici), svendita beni... ne mancano ancora tre...vedremo. Non si può dire lo stesso per il resto. Rilancio del Centro Storico, turismo, ripresa, nuovo slancio, balzo, incentivi, sviluppo: “tutte chiacchiere demagogiche in stile staliniano (catto-comunista) roba da “piani quinquennali” di sovietica memoria. Si dirà,

colpa di chi (ha) abbocca(to): cittadini e, soprattutto, che faceva i titoloni per tener buono e cheto il G....e , Vizio italiota antico, e duro a scomparire. Ci sono annunci che sono talmente attesi da creare fenomeni tipo allucinazioni collettive. Un caso è quello del «fondo taglia tasse», conto sul quale far confluire i proventi della lotta all’evasione e/o dei tagli alla spesa per abbassare la pressione fiscale ed aiutare i più deboli (dichiarazioni scorsa Legislatura), promesse che tornano alla vigilia di ogni tornate elettorale. Il fondo taglia tasse resta un impegno generico o per aiutare chi? Non certo gli Italiani (tranne qualcuno). Il taglio delle tasse è rinviato ad altra era... però si fanno assunzioni!

Il Mercato del Contadino sbarca anche a Rocca di Papa

Dopo Ariccia e altri comuni dei Castelli, anche Rocca di Papa, per tutto il mese di luglio e agosto, ospiterà il “Mercato del Contadino” dei Castelli Romani, organizzato dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune roccheggiano, in collaborazione con l’Associazione “Km zero” e la Provincia di Roma. Il “mercato del contadino” è caratterizzato dalla filosofia della filiera corta, un’occasione unica per acquistare prodotti nostrani, dove i produttori del territorio vendono direttamente al consumatore, senza intermediari, il meglio della loro produzione stagionale. Il mercatino si terrà ai Campi d’Annibale all’interno del frequentatissimo Parco Comunale “della pompa”.

Il tutto con il placito consenso della minoranza... che invece di attaccare su tematiche serie ricavalca le nostre richieste da loro allora ignorate... vi aggiorniamo: “Conflitto d’interesse, debito, lavori senza controllo, concorsi, controllo contratto Acque PotabiliAceaAto2, sicurezza, etc, etc.”. Certo, queste non sono cose importanti... la colpa è del governo Monti... vero? No, la colpa è vostra poiché i vostri referenti politici nazionali “ancora” gli stanno dando fiducia! Ecco il vero problema: il debito non si abbatte “svendendo” gioielli di famiglia ma incrementando l’occupazione! Svendiamo oggi ma il debito riparte domani e non c’è bisogno di essere geni per capirlo! “Attenti ragazzi del mondo che viene, difendete la coscienza da quel branco di iene che cambiano abito e cambiano colore ma come simbolo hanno sempre un uomo che muore…..” (amici del vento in “Berlino”). Il Direttivo e il Segretario Cittadino Alvaro Fondi “La Destra” Rocca di Papa


Rocca di Papa “Le donne del è sede notarile paese dove sono?” Grazie al Notaio Marco Triventi ROCCA DI PAPA

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La lettera

La piazza si sa è un luogo di incontro, di aggregazione. Se osservate bene questi luoghi a Rocca di Papa nel centro storico o ai Campi d’Annibale, constaterete che sono frequentati principalmente da uomini, niente donne o pochissime (tranne nel periodo scolastico quando le mamme si incontrano dopo aver lasciato i figli a scuola). Piazza Margherita è il luogo di incontro dei pensionati uomini e questo da la sensazione che il paese si sia fermato a molti anni fa. Non ho notizie sul lavoro femminile a Rocca di Papa ma posso supporre che numerose sono quelle che fanno le casalinghe o le donne di servizio. Qualcuna sicuramente lavorerà in qualche ufficio fuori paese, magari a Roma. Dunque l’assenza di donne in giro potrebbe essere spiegata per la mattina, ma il pomeriggio? Dove sono? Un poeta ha scritto: “la donna è il futuro dell’uomo” quindi un paese senza donne è un paese senza futuro. Le donne di tutto il mondo hanno lottato per ottenere l’eguaglianza dei diritti ma sembra che in Italia la situazione non sia molto rosea. La valorizzazione della famiglia, il ruolo fondamentale della donna all’interno di questa e nell’educazione dei figli, il ruolo della

Chiesa, hanno “ingannato” la donna italiana perché col valorizzare il ruolo della “mamma” si è permesso ai nostri politici (in maggioranza uomini) di non sviluppare politiche familiari (asili nido sufficienti per tutti, sostegni agli anziani, ecc.) anzi, questo vuoto è stato riempito dalle donne che si sono dedicate esclusivamente alla famiglia. Così si è sottovalutato il lavoro della donna, senza riconoscimento e senza salario. Per le donne che lavorano in una professione riconosciuta forse va anche peggio, perché oltre al loro lavoro devono spesso svolgere anche le funzioni della casalinga. Ma torniamo a noi: come si fa a risvegliare il nostro paese? Sarebbe ora che le nostre donne si svegliassero partecipando di più alla vita cittadina, aprendosi all’esterno così da aumentare la consapevolezza di loro stesse. Mettiamo al mondo figli, li facciamo crescere, ma il nostro scopo è di renderli indipendenti. Per questo è importante che le donne aprano il loro sguardo anche sul mondo esterno e non soltanto sulla famiglia. Iniziamo noi donne ad incontrarci e vedrete che anche il paese diventerà più aperto. A. P.

mezzo a loro ci sono io e due o tre altre donne (più due che tre) a parlare con loro, a dis c u t e r e allegramente o animosamente, non le vedo protagoniste della cultura del paese, ci sono sì ma come comprimarie, come comparse, abbiamo tanti artisti che ci rallegrano nelle serate estive, tanti bravi primattori ma non vedo una primadonna! Eppure so che ci sono, devono solo uscire dal ruolo che gli è stato imposto. Un ruolo fatto di colori pastello e mai di tinte forti, fuori la forza, la rabbia, la gioia, andiamo oltre le fate o le principesse , e cerchiamo le streghette… il rosa è bello ma alla fine stanca, affrontiamo oltre al sogno anche la realtà e cerchiamo di cambiarla. Come nelle città, o in altri paesi, formiamo un comitato di donne per l’evoluzione della specie, perché non siamo deboli, siamo fiori di acciaio, ad Albano c’è l’associazione “8 marzo” che

“Ci sono... eccome! Basta cercarle!”

di Daniela Di Rosa Prendo spunto dalla lettera che ci è arrivata per alcune riflessioni. Le donne qui a Rocca di Papa ci sono e si vedono anche… ma non dove vorrei. Le vedo accompagnare i figli a scuola, a fare la spesa, a chiacchierare prendendo un caffè al bar o nei giardini, a organizzare feste patronali, o passerelle di spose, o palle ricamate, le vedo nei corsi di decupage ma non le vedo nell’agorà cittadina, venite in piazza della Repubblica (che io affettuosamente chiamo piazza Teheran) la domenica mattina, troverete tanti uomini che parlano di politica, di società, di sport, in

Ogni cittadino adulto di Rocca di Papa ha sicuramente avuto bisogno di rivolgersi a un Notaio per avere informazioni, consigli, delucidazioni, in merito alle più svariate pratiche, dall’acquisto di una casa alla firma di una procura ecc. ecc. E ogni volta doveva “espatriare”, andare fuori Comune, magari a Roma, alla ricerca di uno studio notarile disponibile e fidato. Da oggi, finalmente, anche il nostro paese è diventato sede notarile e il primo studio è stato aperto il 9 luglio scorso dal Notaio (nostro concittadino) Marco Triventi, a ridosso della piazza principale, in Viale Silvio Spaventa 10. Marco è roccheggiano doc (figlio di Agnese Cocciarelli, che negli anni ‘90 fu una delle prime donne a ricoprire con competenza incarichi politici nel nostro paese), e dopo aver svolto la sua opera di Notaio a Torino ha ora avuto questo privilegio di entrare nella storia locale: essere il primo Notaio con sede a Rocca di Papa. “Sono molto soddisfatto per-

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chè aprire uno studio proprio nel paese di origine è un privilegio che in pochi possono riuscire ad avere” ci racconta il dott. Triventi, che condivide questa sua gioia con la moglie Raffaella, anche lei “trapiantata a forza” a Rocca di Papa essendo nativa della provincia di Varese. “Quello che vorrei -ci dice ancora- è tornare a una visione del Notaio di paese, l’amico a cui rivolgersi per risolvere i problemi che man mano si possono presentare. Il Notaio spesso crea soggezione, io invece vorrei avere con i miei clienti un rapporto più vero e sincero, basato soprattutto sulla fiducia reciproca e sulla capacità di ascoltare i miei concittadini”. Un obiettivo che sicuramente Marco centrerà appieno visto il suo modo garbato, simpatico... ma professionale, di porsi di fronte alle persone. A lui, alla moglie Raffaella, a mamma Agnese e al papà Sergio vanno i nostri migliori auguri per l’attività intrapresa. (A.S.)

va oltre la “festa” delle donne, che da anni organizza eventi e rassegne, a Frascati c’è il comitato “Se non ora, quando?”. Ricordate la mega manifestazione a Roma? Ecco, noi (per il momento siamo in 5) vorremmo crearlo anche qui, perché noi donne siano tante, non tutte uguali ma tutte rispettabili nelle loro scelte, vorremmo uno spazio anche per chi come me non ha mai amato Cenerentola ma trovava simpatica la matrigna, per chi odiava Biancaneve e leggeva capitani coraggiosi, per chi non trova la politica “cosa da uomini” e per chi vuol partecipare alle scelte della comunità. L’appuntamento è a settembre, per riunirci e cominciare un cammino insieme!


ROCCA DI PAPA In scena la prima ed. della Festa della Ciambella degli Sposi

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Una Festa riuscita grazie all’impegno di tanti A seguito dell’intervento inaugurativo non preciso del Sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia ed in conseguenza dell’articolo a firma del giornalista Luigi Jovino apparso su “Roma Metropoli” del Messaggero del 25 giugno, ci troviamo, come atto dovuto, a scrivere questo articolo per ringraziare chi effettivamente ha realizzato materialmente ed economicamente la prima edizione della “Ciambella degli sposi”. Siamo quindi a ringraziare: - l’Ente Pro Loco per aver coordinato ed investito tempo, lavoro e denaro nell’evento; - il Club Auto Storiche di Rocca di Papa che gratuitamente ha concesso l’utilizzo delle auto d’epoca mettendosi completamente a disposizione dell’evento; - gli sponsor e gli standisti; - la Protezione Civile e i volontari della Croce Rossa; - i cittadini che hanno volontariamente collaborato e quelli che hanno prestato i propri abiti e le foto; - l’Ente Parco per la collaborazione e l’aiuto dato; - i parrucchieri, anche dei paesi limitrofi, che hanno pettinato gratuitamente le spose; - le circa 120 “spose” e i 20 “sposi” che si sono prestati per le due giornate a sfilare per il centro storico, denotando un eccezionale senso di collaborazione e di cooperazione per la buona riuscita della festa; - i musicisti e i cantanti che gratuitamente hanno allietato l’evento con la loro professionalità e bravura; - i negozianti tutti che, nonostante il periodo di crisi, si sono auto-tassati per l’ennesima volta realizzando l’addobbo delle proprie attività e di tutto il percorso della festa; - la nostra collega commerciante Danira Sciamplicotti a cui dobbiamo l’idea della festa; - i forni che hanno creduto ed investito nell’idea; - il Comitato Organizzativo nelle persone di Laura Urbi-

nelli, Elisabetta Calicchia, Luciano Ciavarella, Danira Sciamplicotti, Cinzia Calcatelli e Massimo Fondi. L’evento, tenutosi il 23 e 24 giugno, ha riscosso grandissimo successo e sicuramente ha le potenzialità per diventare l’evento per eccellenza nel panorama dei festeggiamenti roccheggiani unitamente alla Sagra delle Castagne. Il gruppo di lavoro ha funzionato bene nonostante ci siano delle cose che dovranno essere migliorate, il sudore e la fatica però sono state ampiamente ripagate dal gran successo della festa. Il bilancio di questa prima edizione lo riteniamo quindi molto positivo e ci auguriamo che per la successiva edizione anche l’Amministrazione Comunale dia il proprio contributo materiale ed economico per la realizzazione dell’evento, nonostante qualcuno

abbia dichiarato che noi e gli altri componenti del comitato organizzativo siamo “lo schifo e la vergogna della città di Rocca di Papa perché non avete le qualità organizzative, economiche e materiali per realizzare un evento di questa portata”.

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‘E ciammelle d’i sposi

Tradizio’ etè a la Rocca si te tie’ da marità regalà – sott’a chi tocca!confetti e ciammelle ‘n quantità. Tra le tante ciammellare le più mejo, le più brave stau chelle de Piella e de Sirvana de Rosarella che preparenu co’ ‘n giornu senza troppa gente attuornu centinara de ciammelle ròsse, doci e scrocchiarelle. Ova, zuccaru e farina de bonora la matina tutte ‘nsiemi trent’au fornu ‘mpastenu e cocenu tutt’u giornu socera madre e ciammellara senza fa’ troppa caciara. Dio ce scampi, mai la sposa si ‘n voj rovinà ‘gni cosa!! ‘E ciammelle n’e po’ fa’ chi se t’è da marità che si no lo sposalizziu fenisce subitu: j sta stu rischiu!! Dau i riazzi a l’invitati le ciammelle e li confetti remmedienno pe’ le case po’ de sordi e du’ dorcetti. Sei le becca la vecina otto sorema cuggina dodici zii, nonni e fratelli ventiquattr’a commare co’ l’uocchi belli e se la commare t’è puro zia trentasei in tuttu se ne pija! E quanno se ‘ssaggeno ‘lle ciammelle se chiudenu l’uocchi e a ‘lli do’ sposi d’avè ‘na vita de cose belle l’auguri se fau tutt’ e vòti… Rita Gatta

Certi di aver fatto cosa gradita per la città e la popolazione, diamo appuntamento al prossimo anno per la 2da edizione della festa della “Ciambella degli sposi”. I commercianti del Centro Storico di Rocca di Papa


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Cultura e

... dintorni

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“Nessun ravvedimento, è ancora fedele alle sue idee”

La storia dell’anarchico roccheggiano Arduino Gatta/3

Terza parte di Andrea Sebastianelli Il 21 marzo 1933, XI anno del regime fascista, Arduino Gatta viene cancellato dalla categoria 3za delle persone pericolose e iscritto nella 2da “perché ritenuto capace di turbare con atti inconsulti il tranquillo svolgimento di cerimonie, festeggiamenti ed altro”. Il Questore teme addirittura che possa diventare un pericolo per la stessa incolumità di Mussolini. A maggio ancora la moglie Paola, in preda alla disperazione a causa delle ristrettezze economiche, cerca di intervenire scrivendo un’altra lettera, questa volta indirizzata al capo del Governo, lamentando i continui arresti subiti dal marito (per i quali è ancora in carcere) da parte della Polizia Politica. “Questi fermi –si legge nella lettera- recano gran dispiacere in famiglia e disastri finanziari perché quasi sempre dopo rimane disoccupato (riferendosi al marito Arduino – n.d.d.). Questa mattina (il 30 maggio – n.d.d.) sono stata alla Questura centrale e nulla mi sanno dire. M’appello –conclude la signora Paola- a Sua Eccellenza che voglia prendere a cuore questo mio caso e ritorni quella pace in famiglia che da tanto tempo desidero”. Il Ministero dell’Interno chiede notizie sul caso alla Regia Questura di Roma che, il 12 luglio, così risponde: “Restituisco… l’istanza della moglie dell’anarchico Gatta Arduino, significando che costui… venne fermato per misure preventive il 19 maggio in occasione dell’annuale dell’entrata in guerra e rimesso in libertà il 5 giugno successivo”. Fatto sta che dal 12 al 14 agosto 1933 viene di nuovo fermato in occasione dell’arrivo dei trasvolatori dell’Atlantico. Ormai esasperato dai continui fermi, Arduino scrive al Ministro Esasperato dalla situazione, ad agosto è lo stesso Arduino a scrivere al Ministro dell’Interno (immagine a lato). “Fin dal ritorno dal confino… vengo fermato… ogni festa nazionale o ricorrenza patriottica. Questi fermi senza dubbio recano alla mia famiglia nelle condizioni in cui si trova… un forte disagio finanziario. Eccellenza… lei è in grado di avere tutte le informazioni al riguardo per constatare la verità e… la prego di prendere un provvedimento per non essere più assente alle cure della famiglia e per essa al mio quotidiano lavoro dove soltanto a queste due grandi e belle cose –conclude Arduino- voglio continuare a dedicarmi”. Per tutta risposta viene incarcerato altre due volte: dal 12 al 13 settembre per l’inaugurazione del campeggio “Dux”; dal 25 ottobre al 5 novembre per la celebrazione dell’Annuale della Marcia su Roma e della Festa della Vittoria. Stessa

sorte un anno dopo, con nuovi controlli e altra serie di fermi: dal 18 al 26 marzo viene arrestato in occasione dell’Assemblea Quinquennale (18 marzo), della Fondazione dei Fasci di Combattimento (23 marzo), e delle elezioni politiche (25 marzo); il 18 aprile in occasione delle cerimonie per il Natale di Roma; dal 27 aprile al 3 maggio per l’inaugurazione della XXIX legislatura e per la ricorrenza del primo maggio. Arduino, non domo, ci riprova e la lettera scritta nel ’33 viene inviata al Sottosegretario di Stato che, di nuovo, invita il Questore di Roma a fornire notizie sul Gatta. E queste puntualmente arrivano ripercorrendo le tappe giudiziarie e politiche dell’anarchico di Rocca di Papa, concludendo che “non avendo il Gatta dato finora alcuna effettiva prova di ravvedimento, sia pure parziale, ed essendo ritenuto tuttora elemento perico-

loso per l’ordine pubblico e fedele ai suoi principi anarchici estremisti, non si ravvisa […] l’opportunità di escluderlo dall’elenco delle persone pericolose…”. L’ultima relazione su di lui è del 1942, un anno prima della fine di Mussolini Passa un altro anno, i controlli sulla sua condotta politica proseguono e non rivelando azioni degne di nota, il Questore di Roma il 26 luglio 1935 informa che Arduino Gatta “è stato cancellato dall’elenco (cat. 2da) delle persone d’arrestare in determinate circostanze, essendo cessati i motivi –conclude la notache ne consigliarono l’inclusione”. Ma la sorveglianza viene mantenuta. Infatti, attraverso l’ennesima nota della Questura capitolina datata 3 settembre 1936, sappiamo che il 30 dicembre dell’anno precedente l’anarchico roccheggiano lascia l’appartamento di via Tasso e si trasferisce in via Lusitania (quartiere Appio-Latino) al n. 33. La Polizia, con l’entrata in guerra dell’Italia, continua a tenerlo freneticamente sotto controllo, mese dopo mese, anno dopo anno, fino all’ultima relazione della Questura sulla sua condotta politica, datata 21 aprile 1942. Da lì in poi saranno giorni cruciali per l’Italia. Infatti, dopo pochi mesi il Regime inizia a manifestare i primi scricchiolii e le prime insofferenze politiche, che culmineranno (nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943) con la sfiducia al Capo del Governo Mussolini da parte del Gran Consiglio su un ordine del giorno di Dino Grandi (il quale, scampato alla condanna a morte inflittagli dal tribunale della Repubblica di Salò nel 1944, morirà a Bologna nel 1988). Con la fine della guerra le notizie su Arduino Gatta si fanno sempre più tenui. Sappiamo solo che, dopo essersi risposato nel 1952, morirà a Roma nel 1981. 3/Fine


STORIE

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Nel litigio fu fatale un colpo di forcone L’omicidio avvenne a Rocca prima della guerra

di Rita Gatta Una tragica fatalità dovuta a superstizione e pregiudizio fece sì che una lite familiare sfociasse in tragedia: qualche anno prima dell’inizio della 2da guerra mondiale, a Rocca di Papa una nuora uccise con un colpo di forcone in pieno petto la madre del marito, accusata di aver gettato il “malocchio” sulla sua famiglia. Probabilmente un susseguirsi fortuito di coincidenze negative portarono ad avvalorare questa tesi assurda: una malattia, un affare andato male, un’occhiata troppo insistente sfociata in una lite tra vicini, la perdita del lavoro, sopraggiunte difficoltà economiche, una lite tra moglie e marito con una suocera troppo presente… A farne le spese fu l’anziana congiunta, in seguito ad un acceso diverbio sfociato improvviso tra parole non dette e sospetti, divenuti certezze nella mente della donna più giovane che violentemente concluse quell’accesa discussione in un tragico gesto. Poco si potè fare per la vittima: morì quasi subito in seguito alle gravi ferite riportate; con lei decedette anche una

vicina, non molto anziana, ma debole di cuore che dal suo balcone aveva assistito al violento alterco e il suo cuore non aveva retto all’emozione e all’agitazione del drammatico epilogo. L’episodio si Una scena era consumato del film in pieno borgo “Diario del piccolo segreto un paese, la gente da carcere c o m m e n t a v a femminile dando ragione soprattutto alla vittima, che per quanto “suocera”, era stata sfortunata nell’incontrare una nuora come quella. L’assassina scontò la pena in carcere e quando uscì cercò comunque di continuare a vivere la sua vita, tentando di farsi dimenticare. Ma non era facile: si diceva

Il sospetto è che qualcuno l’abbia portata lontano

Scomparsa misteriosamente la cagnolona di Monte Compatri Segnaliamo ai nostri lettori la vicenda di una cane scomparso misteriosamente da Monte Compatri. Si tratta di una cagnolona “libera” accudita da alcuni volontari del luogo che proprio qualche settimana fa era stata sterilizzata in occasione della campagna attivata dall’associazione Ekosper” (vedi il Segno di giugno). Subito dopo l’intervento questa cagnolona è sparita, proprio ora che finalmente aveva anche trovato casa grazie agli appelli lanciati dai volontari di Monte Compatri che adesso sono disperati perchè non sanno che fine abbia fatto. Purtroppo, come spesso

succede in queste situazioni, la cagna dava fastidio a qualcuno e i ragazzi hanno forti sospetti che questo qualcuno l’abbia fatta sparire... magari facendola salire in macchina e portandola lontano (lei non si sarebbe mai allon-

tanava mai da sola). Chiunque l’avvisti o è a conoscenza di ulteriori particolari è pregato di telefonare immediatamen ate a Valeria (338.2709298), a Roberta (347.5874043) o a Tiziana (346.2312600).

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che girasse per i vicoli del paese con una pistola carica sotto le ampie gonne, pronta ad usarla alla minima offesa. Una volta, sulla via che conduce al cimitero fu aggredita da un cane randagio che le ringhiava contro: senza alcuna esitazione la donna scattò e lo fece fuggire scagliando una pietra e provocandogli una vasta ferita sulla testa. Qualche tempo dopo però il medesimo cane la vide scendere nello stesso luogo e, senza darle il tempo di reagire l’aggredì a morsi, ferendola al petto

e sulle braccia… Una donna che comunque poi si riprese, mantenne quel carattere difficile e ostile del quale lei stessa, rovinando per sempre la propria vita e quella della sua famiglia, fu nello stesso tempo carnefice e vittima.

La vita in (20) lettere

B

di Enea Trinca

BEATI quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi. Per sopprimere il desderio di odiare tutto ciò ch è diverso BASTA apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo. A Capodanno, dovremmo BRINDARE all’anno che abbiamo vissuto, con l’augurio di arrivare alla fine di quello nuovo. Per godere l’immensa gioia della vita, per una volta dovresti sederti su un dirupo, aspettare l’alba e vedere il BAGLIORE del giorno che verrà. BUTTARE del cibo equivale a far morire di fame un tuo simile. Nella vita è giusto BATTERSI per qualcosa in cui credere, però nel frattempo bisogna rispettare anche il credere degli altri. BISOGNA pensarci bene prima di agire, così facendo andrete lontano ed eviterete molte stupidaggini.


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L’angolo della storia

Se la guerra è “preventiva”

di Vincenzo Rufini Nel lessico politico contemporaneo si è venuta affermando un’espressione, ricorrente in tutti i Media internazionali, che è sottoposta ad analisi argute e dettagliate, con riscontri etici, filosofici, geografici e politici, tanto da essere considerata un postulato da analizzare costantemente nel processo decisionale delle Cancellerie del globo. Il concetto di “guerra preventiva” ha acquisito una funzione rilevante dalla fine della guerra fredda e la conseguente dinamicità da cui è stato pervaso il globo terrestre; ma a ben vedere il concetto non è di moderna coniazione come ad un’analisi superficiale potrebbe apparire. La sua prima formulazione va riscontrata molto indietro nel tempo, fin dai primi vagiti del ventesimo secolo, nel 1908, appunto! Il suo formulatore è stato il Maresciallo Conrad von Hotzendorf, all’epoca capo di Stato Maggiore dell’esercito austriaco e l’applicazione della teoria della “guerra preventiva” doveva avere come vittima sacrificale l’Italia. Il tempo in esame, il 1908, era un tempo di pace duratura in Europa, l’ultimo conflitto che aveva visto le potenze europee impegnate in prima persona risaliva alla guerra franco-prussiana del 1870, conclusosi con la dissoluzione del Secondo Impero francese e l’affermarsi della potenza bellica della Germania. Il cui status di potenza fu sanzionato definitivamente durante il Congresso di Berlino del 1878. Il vecchio impero austro-ungarico faticava a contenere le spinte centrifughe nazionaliste, ma restava pur sempre una eccellente potenza militare; dal 1882 era legato insieme all’Italia e alla Germania dalla Triplice Alleanza, un’intesa militare fortemente caldeggiata da Francesco Crispi per soddisfare i suoi sentimenti antifrancesi e la sua specchiata passione verso la cultura teutonica, oltre alla vici-

CULTURA

nanza di loggia (massonica) con la massoneria renana. Codesta alleanza oltre ad essere mal digerita dagli altri due contraenti lo era anche per la classe diriL’Imperatore Francesco Giuseppe gente italiana dell’epoca e dalla gran parte dell’opinione pub- nel processo riformistico forteblica italiana prevalentemente mente voluto da Giolitti, era al di sentimenti filo-francesi. tempo impreparata ad appronIl Conrad nel perseguire questa tare una guerra improvvisa conconvinzione non si fidava del- tro un avversario preparato e l’alleato Italia e dei suoi “giri di determinato. Quindi le considewalzer”, per usare un’espres- razioni tecniche del Maresciallo sione del cancelliere von Conrad erano perfettamente atBulow, con la Francia e la Gran tinenti alla situazione reale; ma Bretagna, inoltre non voleva molto spesso le considerazioni che l’Austria venisse assogget- teoriche devono passare al vatata dalla Germania, come sa- glio di molteplici organi decirebbe avvenuto qualche anno sionali, devono tener conto di dopo. altri fattori, forse meno imporIl ragionamento di Conrad era il tanti, ma estremamente risolufrutto, oltre che di valutazioni tivi. politiche e sociali, anche di una L’imperatore Francesco Giuperfetta conoscenza dell’appa- seppe non volle rompere la Trirato militare austriaco. Solo plice Alleanza e non volle rompendo l’Alleanza con l’Ita- trascinare il proprio Paese ed il lia e dando libero sfogo alle pul- proprio Impero in un’avventura sioni militari dell’Impero pericolosa, proprio perché altramite la “guerra preventiva” l’apparenza non prevedeva l’Austria avrebbe riaffermato il nulla di pericoloso. suo ruolo predominante sugli Il Maresciallo Conrad fu sconStati tedeschi e avrebbe recupe- fessato, pur mantenendo la sua rato le province del nord Italia, carica, e il suo postulato di il cui processo di unificazione le “guerra preventiva” per essere aveva sottratto ed al contempo realizzato dovette aspettare avrebbe rinviato sine die le pul- molteplici decenni, sia pure in sioni nazionalistiche presenti al- altri ambiti ed altri contesti stol’interno dell’Impero. rici ed ammantato da ragioni D’altro canto l’Italia, impegnata pseudo-umanitarie.

Emaila Marmi Snc di Orofino Prospero

Via San Sebastiano, 43 00040 Rocca di Papa (Rm) Tel: 06-94790065 Fax: 06-9494053

mail: orofinomarmi@hotmail.it www.orofinomarmi.it

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Invito alla lettura

La luce sugli oceani

di Loredana Massaro Isabel abita su un’isola lontana e scabra tra due oceani. Ogni mattina all’alba corre a vedere la luce del faro che rischiara le ultime luci della notte trascorsa. Abita lì con suo marito Tom, il guardiano del faro, e di quell’isola solitaria non ha mai avuto paura anzi gli inattesi silenzi o il rombo assordante del mare la affascinano e la stupiscono. Ma una mattina un vagito flebile come un volo di gabbiani attraversa il cielo quieto dell’alba. E’ il grido di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Isabel non conosce neppure il nome della bambina ma per lei rappresenta il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. Ha sempre desiderato avere una figlia e questa bambina venuta dal mare sarà sua. Nessuno potrà mai immaginare se, a dispetto della legge e delle regole, Tom non segnalerà alle autorità il naufragio avvenuto. Decidono di chiamarla Lucy e questa bambina sempre vivace e bisognosa di attenzione diventa davvero la luce della loro vita. Ma le ombre non tardano ad arrivare e quel segreto diviene pesante come un macigno, indomabile più delle correnti e delle tempeste sugli oceani. Dall’altra parte dell’isola c’è infatti una madre che, ignara di ciò che è avvenuto, attende ogni giorno il ritorno di sua figlia. “La luce sugli oceani” è un romanzo di profonde emozioni e inesprimibili domande. I suoi protagonisti entrano con le loro vicende nella nostra vita e ci spingono a domandarci cosa è giusto o sbagliato, fino in fondo. “La luce sugli oceani” è la storia di due famiglie, unite eppure separate da ciò che di più grande esiste, una nuova vita. E’ un libro che lacera il cuore dal dubbio e commuove, ha un finale toccante e profondo che ruberà qualche lacrima anche ai più disillusi. Presentato da subito come un successo editoriale e conteso a livello internazionale prima ancora di essere pubblicato, è stato il caso letterario de La Fiera del Libro di Francoforte. Imperdibile.


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STORIE

IL RACCONTO DEL MESE

I

L’Orcaccio, Birbizio e l’agnello smarrito

l detto Birbizio, ossuto come un cane arrabbiato, fu svegliato presto quella mattina. Leo il macellaio, a corto di aiuti, aveva pensato a lui per andare a cari- di Noga care gli agnelli scannati appesi con le teste in giù con ancora la bava sanguigna sul muso stipati nella cantina di un pecoraro detto l’Orcaccio, nella campagna del paese. L’Orcaccio si presentava ad ogni inizio di stagione con le sue pecore, i suoi montoni ed il giovane pecoraro-guardiano. La mattina dopo il suo arrivo, all’alba, gli abitanti del paese sapevano che l’Orcaccio era arrivato perchè in lontananza si vedeva la sua tenda piantata sul Poggio. Le sue pecore andavano liberamente per i campi controllate a vista dai cani e dal guardiano che avvolto in una grande mantella nera e con a tracolla, legato con una funicella logora, un ombrello grandissimo, mangiava continuamente pane e formaggio, tagliandolo a tocchetti con un coltello a serramanico affilatissimo. L’Orcaccio manipolava il latte e faceva le ricotte, i formaggi freschi e le caciotte che vendeva o regalava qua e là a seconda delle sue convenienze. Birbizio riuscì infine a levarsi dal letto, scese i pochi gradini e si affiancò a Leo che si era ormai avviato velocemente lungo la stradetta in discesa. Salirono sul carretto, incitarono alla voce l’asino scontroso e lentamente uscirono nella campagna, verso il luogo dove l’Orcaccio appendeva i suoi agnelli scannati. Non lo trovarono di buon umore: un agnello, sculettante e presuntuoso, si era dileguato e nessuno riusciva a scovarlo; nemmeno i cani. Per non parlare del giovane pecoraro-guardiano il quale, a detta dell’Orcaccio, non avrebbe ritrovato nemmeno più la zinna di sua madre, poveretto. Orcaccio quando non andava per il verso giusto non era cosa da stargli troppo vicino: roteava gli occhi e guardava in tralice i suoi coltellacci allineati su una tavola unta e bisunta sulla quale generazioni di agnelli erano stati sacrificati. E non solo: aveva conservato anche, chissà in seguito a quale eroica impresa, un vecchio schioppo per le anatre che occasionalmente oliava e puliva diligentemente con uno scavolino spennacchiato. Affermò che la perdita dell’agnello lo rovinava, che era tutto il suo guadagno e che se non si ritrovava avrebbe fatto qualche pazzia perchè non era giusto che un pastore erede di generazioni di altri pastori avesse perduto un agnello. Leo e Birbizio ebbero un’idea: dissero al pastore che l’agnello sarebbero andati loro a cercarlo e

L’

sicuramente lo avrebbero ritrovato. L’Orcaccio accettò e i due si misero subito all’opera. Girarono per i campi ed i prati: li percorsero tutti in su ed in giù. Non si recarono nel Bosco Sacro perchè lì, sicuramente, un agnello non sarebbe mai andato: era pieno di sterpi e rovi e non certamente di erbette fresche. Poi si resero conto che la madre dell’agnello sparito non si sentiva belare disperata alla ricerca del figlioletto e questo era molto strano. Che madre e figlio fossero d’accordo? Ma le pecore le avevano ricontate? Le ricontarono: ne mancava una. Proprio la madre dell’agnello introvabile. lla notizia la rabbia e la disperazione dell’Orcaccio arrivarono al settimo cielo e quasi svenne. Birbizio pensò che quasi quasi una capatina nel Bosco Sacro era meglio farla. Senza risultato guardò tra i rovi, le grandi querce, gli agrifogli le felci: nulla. Infine, mentre sconsolato stava tornando indietro, sentì un belato tremulo e sommesso. Si avvicinò e lo vide: insieme alla madre sotto la quercia più grande e solenne del Bosco, quella millenaria, le cui fronde al vento emettevano come un suono.... sembrava una voce umana. Birbizio restò lì imbambolato a guardare senza fiatare e pensò che quella era una visione; che non aveva mai trovato l’agnello scomparso e sua madre e che, comunque, non lo avrebbe mai detto all’Orcaccio. Il quale non morì di fame per questo, anzi, le figliate successive non furono mai tanto prolifiche e negli anni successivi non gli capitò più di perdere un altro agnello: fino alla sua morte che avvenne molti anni dopo in pace con se stesso, con le pecore ed i suoi agnelli. Dicembre 2003

A

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il Segno - Luglio-Agosto 2012

La Regione dà i fondi per le feste popolari

Castagne a bocca asciutta

La Regione Lazio ha definito l’iter per assegnare i fondi per le manifestazioni popolari. In graduatoria sono stati inseriti 309 eventi che riguardano tutte le province laziali che andranno a spartirsi 1,5 milioni di euro (190 mila euro per la provincia di Latina, 401 mila per il frusinate, 219 mila per quella di Rieti, 175 per il viterbese e 513 mila per la provincia di Roma). La graduatoria è divisa in tre fasce. Alle feste popolari inserite nella prima fascia (cat. A) andranno 25mila euro di contributo; alle manifestazioni messe in fascia B andranno invece 6mila euro e a quelle in fascia C 2.500 euro. Per quanto riguarda la fascia più importante, sono 17 le feste popolari che riceveranno il maxi contributo: in provincia di Latina sono i Comuni di Cori, Sezze, Fondi e Sermoneta; in provincia di Viterbo i Comuni di Bolsena e Viterbo; nel frusinate i Comuni di Frosinone, Alatri, Alvito, Arpino, Morolo e Pontecorvo; nel reatino i Comuni di Rieti e Greccio. Per la provincia di Roma, invece, sono stati inseriti 5 Comuni, Ariccia (Festa della Porchetta), Genazzano, Genzano (l’Infiorata), Marino (Sagra dell’Uva) e Nemi (Sagra delle Fragole). Rocca di Papa non c’è, la sua Sagra delle Castagne non è riuscita a scalare la graduatoria. Non sappiamo se per volontà della Regione Lazio o per demerito del duo Comune di Rocca di Papa-Proloco che forse non hanno saputo presentare il progetto nel modo dovuto, fatto sta che la festa più popolare roccheggiana dovrà accontentarsi dei contributi minori. Nella fascia B sono rientrate 98 manifestazioni mentre nell’ultima fascia 194. In totale i Comuni che riceveranno contributi saranno 190; 5 municipi e 114 Pro Loco. Luigi Serafini


SPETTACOLO

il Segno - Luglio-Agosto 2012

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Pubblico delle grandi occasioni perl’ultimaperformancedi Botti

Lo spettacolo di Piero Botti si è tenuto alla Casina dei pini lo scorso 6 luglio

di Rita Gatta Cosa c’è di più bello che ascoltare, in una sera di luglio appena rinfrescata dalla brezza che cala al tramonto, qualcuno che parla del tuo luogo natio? Molti i Rocchegiani che il 6 si sono ritrovati seduti al fresco dei giardini poco distanti dall’ex stazione della Funicolare, ad apprezzare quanto Piero Botti aveva preparato per il suo spettacolo. Poliedrico artista, attore, musicista, cantautore, poeta e autore delle sue performances, Piero ha presentato al pubblico “La storia di Rocca di Papa come nessuno l’ha mai raccontata”. Partendo dalle ultime eruzioni del Vulcano Laziale, 27mila anni fa, sino ad arrivare ai giorni nostri, Piero Botti si è lasciato andare ad una poetica carrellata storico-musicale del percorso che nel tempo ha segnato il nostro territorio, azzardando anche ipotesi non riportate nei libri, ma da lui estrapolate da ricerche nei documenti classici. Così dalle sepolture preistoriche dell’Eneolitico in località “Rotticelle” si è passati al significato che l’attore ha voluto attribuire ai nomi di alcuni nostri quartieri cittadini per documentare l’originale

Piero Botti

convinzione che il popolo troiano sia stato molto presente in questa zona; e con Enea, si è arrivati alla Gens Julia, passando poi alle guerre medievali che hanno visto la distruzione del nostro castello e nell’Ottocento la parte più eroica della nostra città, quando si proclamò Repubblica contro lo strapotere dei Colonna, proprietari dei nostri boschi e del nostro borgo. Una serie di tappe storiche fino ad arrivare al ‘900 con accenni a Pirandello, illustre ospite nell’albergo di Monte Cavo, fino alla grande guerra, ricordata in una commovente lirica in dialetto rocchegiano scritta dal padre dell’attore, Gianfranco Botti, e recitata a due voci con Simone Pizziconi.

La poesia del mese

Viva ‘i sposi di Anna Giovanetti

Commare mea, tengo da fa n’macellu se sposa fiema, chella più ciuchetta, o sa chi se pia: u fiu de Marietta, chella che bbita vecinu au Pantaniellu.

Magara è guasi tuttu sistematu: ‘a Chiesa, ‘u ristorante, u viaggiu de nozze all’isole Seicelle mo’ mancanu da fa solu ‘e ciammelle pe’ amici, zii, compari e vecinatu.

Questo e molto altro l’eclettico autore ha voluto regalare, compresi dei versi recitati dalla simpatica Mariangela Cimini. Significativo l’intervento di Ugo Onorati che ha offerto al pubblico la lettura di un inedito documento proveniente dall’Archivio del Risorgimento, riguardante un articolo di Nicola Roncalli sulla Repubblica di Rocca di Papa e dei versi che il noto poeta marinese Ciprelli ha dedicato alla nostra splendida città. Molto apprezzate le illustrazioni di Ermanno Gatta che su uno schermo arricchivano sceSilvio e Lorenzo Querini

Capirai m’aio fattu n’contu approssimatu ci ne vorau più de mille, dicemo mille e centu senza contà che au lutimu momentu escenu sempre doa o tre che t’ha scordatu.

nograficamente l’esibizione e le musiche di Silvio e Lorenzo Querini con mandolino e chitarra, mentre al piano ha aperto la rappresentazione il piccolo Giacomo Gentili. Una voce per Rocca, una voce di Rocca: è bene che tante altre se ne uniscano in un coro che possa sempre più arricchire la cultura e la conoscenza di questo luogo che in passato era molto apprezzato dai turisti e che deve riprendere il volo proprio come l’aquila della favola che Botti ha messo in versi e poi musicato, presentandola durante lo spettacolo.

Po’ è da mette ‘e ciammelle trento ae buste ando sei, ando otto, ando dodici o quaranta, ‘a confusio’ che tengo n’capu è proprio tanta Chisà se ‘e spartiziò so chelle giuste!

Mamma mea che n’pazzimentu, mesa’ che etera mejo come ha fattu zì Renata ‘n’biettinu, ‘n’sacchettu coloratu coi confetti, ‘U fornu già è decisu, e pure ‘a ciammellara, po’ però te fau do’ regaletti e te pianu pe ‘na pore disgraziata. etè Sirvana, de Gnese ‘e Rosarella: chella pe mi etè ‘a regina de a ciammella N’zomma chella de fa’ ‘e ciammelle è na’ pure se de brava ne sta certo quadun’ara. gran bella usanza Così commà me passo doa o tre giorni trenta che c’ hau lasciatu l’antichi bavaresi non se po’ rinuncià, non mi sta ragione, au fornu perciò mantenemo ‘sta bella tradizione a stacca’ ciammelle e a repagnone ‘i soli e dicemo tutti n’ziemi: viva e ciammelle, e mettile, senza rompile trento ai scattuloni e fa postu ‘n’cima au tavulinu e tutt’attornu. viva i sposi!!


MUSICA e dintorni In un racconto del compianto Lino Santangeli

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La nascita dei Canarini di Lino Santangeli Non tutti i Canarini nascono dalla uova. I nostri, quelli della squadra di calcio, nacquero dalla fantasia di quattro giovani sportivi i quali vollero che anche Rocca di Papa avesse una squadra degna del suo nome. I primi passi furono difficili: il Podestà non ci volle concedere il terreno, la diffidenza dei cittadini, i soldi che mancavano; ma infine batti e ribatti avemmo il terreno, un po’ di soldi e soprattutto la buona volontà da parte degli organizzatori. Nacque così il campo sportivo ai Monti. Da una vittoria all’altra incominciò a manifestarsi un certo tifo tra la popolazione, all’inizio restìa ma che presto venne contagiata al punto da seguire la “Gialla” ovunque giocasse. Ricordo che il capitano Anacleto Ottolini, il padrone dell’albergo Richi, prima che

iniziasse la partita soleva dire ai giocatori quello che Napoleone ripeteva ai soldati prima di ingaggiare battaglia: “Ricordatevi che tutta la Francia vi sta a guardare”. E mentre la folla applaudiva i suoi beniamini, lo chef dell’albergo preparava la cena come giusto e meritato premio per aver vinto. Durante il campionato, vinto superbamente, due partite fecero parlare le cronache cittadine. La squadra di Marino vinta sul nostro campo voleva rifarsi sul suo. S’inizia la partita con un gioco pesante, grida a non finire del pubblico marinese mentre i Canarini dominavano la partita che terminò due a zero per noi con migliaia di bandierine gialle levate in cielo. Un’altra partita che fece scalpore fu quella giocata ad Albano. Da premettere che a noi di Rocca ci chiamavano carbo-

u m e r o s t v s e icali p i e t t R

LED ZEPPELIN

SIGNORE E SIGNORI... IL ROCK!/2

Oramai più che la protesta e la discussione sociale e politica c’è bisogno di viverle e affermarle certe libertà nuove e il grido all’amata adesso, come l’ “Oh Rosie! Oh girl” che in How many more times lancia Robert Plant, è un’invocazione carnale e sessuale, provocante ed esaltante. Dopo questo primo album per la band inglese fu tutto un susseguirsi di successi dal secondo Led Zeppelin, monumento dell’hard rock dei primi anni ‘70 con le travolgenti Whole Lotta Love, Hearthbreaker, Moby Dick, la dolcissima e romantica Thank You, a cui seguì un Led Zeppelin 3 dove Il Martello degli Dei (l’epiteto con cui all’epoca, prendendo spunto da un loro testo, iniziarono ad essere coniati) sembrano rifarsi,

nei testi e anche in qualche sfumatura del look, a miti antichi e vichinghi e oltre a presentare in questo album fra i loro pezzi più belli, quell’Immigrant Song che sembra una cavalcata verso il Walhalla, il paradiso degli eroi per i popoli del nord Europa, virano, quasi come dei moderni bardi celti, verso atmosfere agresti e folk, così come nel 4 Led Zeppelin che oltre alle tiratissime ed entusiasmanti Black Dog e RocknRoll ospita il loro capolavoro assoluto, quella Stairwen To Heaven che rasenta la perfezione della canzone rock in cui si estende, da dolcissima ballata acustica, fino alle vette del

nari per la forte produzione di carbone fatto a quei tempi. Anche qui s’inizia la partita fra le grida degli albanensi: “Ammazza i carbonari!” ed i carbonari segnarono il primo goal, poi il secondo. La furia del popolo aumenta sempre di più e si giunge alla fine del primo tempo. Prima di iniziare la ripresa, l’arbitro chiama il nostro capitano e gli dice: fateli vincere, da questo momento la partita è vinta dai Canarini. Così la squadra di Albano segna tre goal. L’indomani sul giornale della provincia si legge: Finalmente bruciata la porta dei Canarini”. Il giorno dopo però, dopo l’omologa dell’arbitro con la vittoria dei Canarini per due a zero a tavolino, fu pubblicato u altro articolo dove si diceva che la porta dei Canarini non era mai stata violata e tanto meno bruciata. La porta è resistita per decenni.

di Massimo Onesti

paradiso con il travolgente finale elettrico in cui i 4 ci trasportano come su tappeti ammantati di fuoco. Seguirà un quinto album (House of the Holy) ancora influenzato da forti richiami acustici e blues come nella stupenda Rain Song o da tenui vagiti prog come in No Quarter mentre nel successivo doppio Physical Graffiti che

il Segno - Luglio-Agosto 2012

rappresenta l’opera della maturità e dove ci regalano, in mezzo a dei brani di ottima fattura, una sontuosa e orientaleggiante Kashmir, ritorneranno a quell’hard rock più deciso e consolidato con la consapevolezza di aver raggiunto il gradino di band ai vertici mondiali del rock come testimonierà perfettamente il successivo live The Song Remain The Same che diverrà anche un film, che oltre ad immortalare le immagini del concerto tenuto in un gremitissimo Madison Square Garden di New York ci racconta i Led Zeppelin anche in riprese di vita quotidiana o di fantasia legate al loro mondo privato. Il successivo Presence ripercorre la strada di rock massiccio e granitico di Phisical Graffiti e ci offre in Achilles Last Stand soprattutto un John Bonham incredibile e maestoso che con il suo drumming possente trascina tutto il gruppo in una lunga cavalcata roboante e travolgente. L’ultimo album della band, In trhough The Door, invece risente di una certa rilassatezza e annovera soltanto un paio di brani (In The Evening, All My Love) all’altezza del gruppo che per causa dell’improvvisa morte, dovuta a un eccesso alcolico, di “Bonzo” Bonham, è costretta a sciogliersi perché non avrebbero mai più potuto proseguire come Led Zeppelin senza il loro mitico batterista ed infatti i rimanenti tre membri proseguiranno, con altalenanti risultati, verso carriere solistiche che finora mai ripercorreranno i fasti di quella che in un decennio ha fatto vibrare tutto il mondo del rock e che dai più è stata definita come la più grande band di rock’nroll di tutti i tempi. 2/Fine


il Segno - Luglio-Agosto 2012 di Annarita Rossi Finalmente è arrivata l’estate! Le scuole sono terminate e le ferie sono state concesse. Fervono i preparativi per andare in vacanza; è il giorno della partenza e Pongo, il Labrador di quattro anni, con il suo grande muso annusa la valigia ancora aperta. Un ultimo controllo alle cose da portare con se e la valigia viene chiusa. Si è quasi tutti pronti, i pesci rossi sono stati portati alla vicina di casa da Miriam, la bambina che in famiglia se ne prende cura. C’è una certa atmosfera elettrizzante che Pongo avverte … sarà forse contento anche lui di andare pure quest’anno in vacanza? Ovviamente la cosa più importante è seguire i suoi padroni, ovunque essi vadano. E’ il suo istinto, ha bisogno di un branco per vivere. E’ ora e, tutti carichi si salta a bordo, ognuno al proprio posto e si parte! Una situazione questa che dovrebbe rientrare nella normalità ed invece ad ogni estate ecco che si presenta puntuale l’indicibile cifra a più zeri dell’abbandono di animali d’affezione.

TEMI D’OGGI

Animali e vacanze Enormi le sofferenze per gli abbandonati diventati randagi e quindi maltrattati e spesso avvelenati. Anche per le persone possono esserci spiacevoli episodi perché potrebbero venire morse e fare degli incidenti stradali causati dagli animali vaganti, smarriti, affamati e assetati. E’ opportuno quindi prima di prendere un qualsiasi animale, riflettere per capire se vi sono le reali condizioni per mantenerlo responsabilmente. Qualsiasi specie venga scelta, quando un animale entra a far parte di una famiglia deve essere amato, rispettato e curato all’occorrenza. Da alcuni anni è un po’ di moda avere come animali da compagnia anche conigli, furetti e porcellini d’India oltre ai più comuni cani, gatti, criceti e pesci rossi. Un’accortezza inoltre è

Dubbisull’annunciata nuova legge sui Parchi

“I parchi italiani necessitano di norme e politiche che ne rilancino la loro missione sia dal punto di vista della conservazione che da quella, ancor più importante in questa fase, dello sviluppo e dell’economia verde”. E’ quanto dichiara Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e politiche faunistiche del Pd. '“Per questo il Pd -continua Ciarafoni- sta lavorando dentro e fuori il Parlamento per aggiornare la legislazione vigente per prefigurare una nuova governance che renda esplicito il coinvolgimento delle popolazioni locali nella vita e nella gestione delle aree protette così come una migliore gestione faunistica improntata alle indicazioni dell’autorità scientifica, richieste peraltro sostenute con forza dalla Federparchi, dal mondo agricolo e da una parte significativa dell’associazionismo ambientalista”. E ancora: “Siamo pronti al confronto e al dialogo con le altre associazioni ambientaliste che non si riconoscono in questo percorso -precisa Ciarafoni- ma occorre misurarsi su fatti oggettivi e non muovere invece da posizioni pregiudiziali e visioni centralistiche che appaiono fuori luogo. Il futuro dei Parchi è nella capacità di allargare il consenso sulla loro attività e non di rinchiuderli in recinti assediati. di Non risponde infatti al vero che Ermanno con la riforma della 394 si voglia Gatta dare più spazio al privato, autorizzare la caccia e condizionare le nomine dei presidenti”. Sarà! Ma si offende se le diciamo che non le crediamo? La Pulce

il T o c c o

quella di non far scegliere gli animali ai propri figli piccoli in quanto, che siano cuccioli o adulti, non sono giocattoli ma esseri senzienti. Cani, gatti, conigli, criceti, furetti, tartarughe e pappagalli, lasciati in un parco o in aperta campagna ma anche pesci riversati nelle fontane o nei laghetti, a tutti indistintamente toccherà una brutta sorte. Pensare che, tanto sono animali e quindi se la caveranno bene anche da soli, è sbagliato in quanto prima di venire abbandonati vivevano ed erano accuditi in casa ed essendo nati in “cattività”, non di certo in mezzo ad una foresta, il loro destino sarà tutt’altro che roseo. Per fortuna da alcuni anni, sempre più strutture ricettive in Italia ma anche all’estero, accettano i nostri amici a quattro zampe. Informandosi tramite il seguente sito internet www.vacanzea4zampe.info è possibile trovare le località montane e balneari con relativi hotel e agriturismi dove anche loro sono i benvenuti. Altrimenti vi sono comunque le pensioni per animali. Se per tanta gente l’estate è sinonimo di senso di libertà, divertimento, relax e spensieratezza, per tanti, troppi animali abbandonati è sinonimo di inferno. Quando ci si appropria di un animale, deve esserlo per la vita e spendere qualche soldo in più per portarlo con noi in vacanza o in una pensione, ad un vicino o parente, ci sarà infinitamente ricompensato con il suo affetto incondizionato che non muterà mai e sarà impagabile.

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

I disturbi sessuali

In generale, possiamo definire un disturbo sessuale, come un’anomalia nella normale risposta sessuale che si articola in 4 fasi: Fase dell’insorgenza del desiderio, Eccitazione, Orgasmo, Risoluzione. I motivi per i quali si può manifestare un disturbo a livello sessuale sono vari: essi possono dipendere da cause di natura organica, da patologie o da difficoltà di tipo psicologico. Colombo (2001) definisce le disfunzioni sessuali come disturbi nella realizzazione di una attività sessuale normale, che possono derivare da: difficoltà di investimento nella sessualità, come nel caso della riduzione o assenza di desiderio e spinta sessuale; difficoltà a compiere l'atto sessuale, come nel caso del vaginismo, della dispareunia o dell'impotenza; disturbi dell'orgasmo, come nel caso dell'eiaculazione precoce, ritardata o assente e della polluzione notturna invalidante. Il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-IVTR; APA, 2001) suddivide le disfunzioni sessuali in sette categorie, che comprendono a loro volta diverse tipologie di disturbi: Disturbi del desiderio sessuale (dist. da desiderio sessuale ipoattivo; dist. da avversione sessuale); 2) Disturbi dell’eccitazione sessuale (Disturbo dell'eccitazione sessuale femminile “frigidità”, Disturbo maschile dell'erezione “Impotenza”); 3) Disturbi dell’orgasmo (femminile e maschile); 4) Disturbi da dolore sessuale (Dispareunia, Vaginismo); 5) Disfunzione sessuale dovuta ad una condizione medica generale; 6) Disfunzione sessuale indotta da sostanze; 7) Disfunzione sessuale non altrimenti specificata. Infine sono considerati disturbi sessuali anche le Parafilie (perversioni di vario tipo). Per una classificazione più dettagliata si rimanda alla lettura di testi specifici sull’argomento, con la raccomandazione di rivolgersi alla consultazione di un esperto: sessuologo o psicologo-psicoterapeuta e di non fare autodiagnosi.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Stavolta il maestro Carfagna vi racconta una storia davvero inedita accaduta a uno dei tanti personaggi di Rocca di Papa, molto conosciuto e amato, scomparso di recente. Dal racconto che segue capirete anche come possono nascere le cosiddette “nomere” nel nostro paese, perché se non hai un soprannome nessuno ti conosce, come è accaduto per esempio al nonno dello stesso Carfagna, chiamato “Gnolu”, ma questa storia ve l’abbiamo già raccontata molti numeri fa. Nel vedere il disegno del nostro artista vi domanderete: che cosa c’entra “u callinaru” col personaggio misterioso di cui stiamo parlando? Il nocciolo della vicenda sta proprio qui. A Rocca di Papa, nelle cantine (e qualche volta anche dentro casa), tutte le famiglie avevano le “calline” (galline) con una piccola buca su un lato della porta, queste erano dette “busciarole”. Il nostro personaggio era un lavoratore instancabile, non aveva un mestiere fisso ma sapeva fare di tutto: ortolano, boscaiolo, guardiano, giardiniere, muratore, manovale, “vignaruolu”. Inoltre conosceva tutti i tipi di legnami esotici, nazionali ed esteri ed era anche un grande conoscitore di tutti i sentieri e le zone di Rocca di Papa perché lui non usava camminare sulle carrarecce ma preferiva le scorciatoie attraversando la “macchia”. Quando si arrabbiava sembrava che facesse sul serio ma era tutta “pampana” (cioè una finta), finito lo sfogo si metteva a ridere. Ma torniamo ai “callinari”. In via

Le “busciarole” dei “callinari”

Ultima pagina

il Segno - Luglio-Agosto 2012

della Pentima circa 80 anni fa non c’erano edifici e il terreno era usato per costruirvi delle capanne di latta, legno e scopìe per ospitare di notte le “calline” che di giorno gironzolavano per le strade del paese. Prima vi dicevo delle “busciarole” che erano molto piccole. Che cosa faceva questo nostro personaggio quando era ragazzino? Essendo smilzo e piccolo spettava sempre a lui infilarsi in questi pertugi per prendere le uova fresche da passare agli amici che lo aspettavano fuori e con cui poi le beveva di nascosto. Da questo fatto nacque la “nomera” di

“Fedalova”. Ora che è stato fatto il suo soprannome molti avranno già capito di chi stiamo parlando. Diventato adulto, come vi ho detto, ha fatto molti mestieri tra cui quello di boscaiolo, e lui amava indossare sempre un paio di gambali neri e per questo gli amici gli appiopparono un’altra “nomera”: “Cambalettu”. Con questo breve racconto il maestro Carfagna ha voluto ricordare suo zio a cui tanto ha voluto bene e che tanto gli ha insegnato. “Grazie zio Fedelova” ha detto il nostro Carfagna, “perché così lo chiamavo pure io”.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

AUTOVELOX “FANTASMA” Caro direttore, pur non risiedendo a Rocca di Papa, sono incappata a più riprese negli “Autovelox fantasma” di cui, in tempi recenti, il vostro comune sembra essere pieno. A rigor di logica e secondo le leggi vigenti gli autovelox dovrebbero essere opportunamente segnalati e visibili, non nascosti da pattuglie invisibili al solo scopo di depredare gli automobilisti con multe salatissime per pochi chilometri orari di infrazione. La cosa ancor più sconcertante è che passando diverse volte negli stessi tratti di strada mi sono vista arrivare la bellezza di alcune multe fatte a distanza

di poco tempo nello stesso giorno. Io ritengo che il codice della strada serva per regolamentare la medesima ed evitare alla gente di danneggiare se stessi e gli altri e non per essere usato al solo fine di “fare cassa” per un comune che non sa amministrare i suoi conti. Pur pagando le multe ci tengo a far sapere ai cittadini di Rocca di Papa quello che succede alle loro spalle e a quelle di chi si trova a transitare nel loro comune. Concludo dicendo che per colpa dell’amministrazione comunale un paese denominato “la piccola Svizzera” sta andando incontro ad un simile degrado. Mail firmata

LE MIE DOMANDE SUL TERREMOTO In riferimento al n. 6 de il Segno 2012, oggi 9 luglio alle ore 17,13 Rocca di Papa ha avvertito una scossa di terremoto molto prolungata che, si è appreso successivamente da fonti autorevoli, essere di 3,5 gradi della scala Richter; il sottoscritto sul Segno di giugno 2012, alla luce degli eventi tellurici avvenuti in Emilia Romagna, invitava l’amministrazione ad approntare un piano di evacuazione in special modo per i residenti del centro storico con conseguente piano logistico, ed una base per l’eliambulanza, con piano di fuga per i residenti anche ipotizzando un’interruzione di

arterie di collegamento molto importanti. Adesso, nuovamente rivolgendomi in particolar modo al primo cittadino, chiedo caldamente di dar seguito a tali richieste onde evitare spiacevoli inconvenienti per tutta la cittadinanza. Cordialmente Bruno Romano Presidente FLI Rocca di Papa

SPOSTATA LA MOSTRA SU DE ANDRE’ La mostra fotografica dedicata a Fabrizio De Andrè che si sarebbe dovuta tenere dal 24 al 27 luglio presso la sala espositiva del Museo di Geofisica, è stata spostata al prossimo 29 settembre.


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